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Settimanale Data 29-12-2019
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il So'eG.IZS0,..S ICA
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del parlare. Sempre più, dalla pubblicità alla politica, ai social, utilizziamo contenuti vaghi,impliciti,
scorciatoie del pensiero.Del resto, non si può chiedere concretezza a chi è lì unicamente per venderci dei sogni
buonoslogan per delle supposte:«Ate agire siacontro il propriointeresse sia strano omettere unaesposizione cir-
ti frega la cultura,cerca di essere un contro ciò che-se nonfossero condi- costanziata di ciò che si vuole dire,
po'cretino,no?»). zionati - riconoscerebbero essere il mentreseidestinatarisanno che avevi LA LINGUA DISONESTA.CONTENUTI
Dopo decenni di apprendistato,il bene comune».Cosa significano slo- pochi caratteri trovano più normale IMPLICITI ESTRATEGIE
pubblico si è scaltrito, e dire le cose gan renzianicome «Il passato non ci che tu ti esprima per le spicce». Si DI PERSUASIONE
non basta più.Illinguaggio della pub- bastaeilfuturo ècasa nostra» o «Que- obietteràche esprimersi «perle spic- Edoardo Lombardi Vallauri
blicità siè adeguato:non dice ma allu- sto Paese è in grado di fare tutto» o ce» è sempre stata la strategia degli Il Mulino,Bologna, pagg.286,€16
de,presuppone,coinvolge l'ascoltato- «Siamo un Paese forte,un Paese che imbonitori,sia che vogliano vendere
re olo spettatore,più che come desti- faicontrolli»?Niente,siamo d'accor- siachevogliano convincere.Maaren-
natario del messaggio,comecompli- do.Maleggendo La lingua disonesta, dere particolarmente efficaci le loro Ai tempi eterni
ce, nel senso che sfrutta i suoi il suo cartesiano debunking,viene da strategie è adesso unostrumento che
di Tribuna politica
pregiudizi,le sue insicurezze,le sue obiettare ognitanto che tirare unali- sino a qualche decennio fa era quasi
meschinità, e glieli ripropone am- nea netta tra onestàe disonestàè pro- irrilevante:vivere circondatidascher- si è sostituita
mantatidiglamour(«Perché tu vali!»). prio difficile.Perché artificisimiliso- mi significa vivere circondati da im-
Manonsolola pubblicità:anche illin- nosempre stati adoperati,da oratori magini,cioè da messaggiinsieme più l'istantaneità
guaggio della politica.Si sono molti- e retori,anche perla propaganda non «spicci»,cioè grossolani,e più efficaci della rete
plicate le occasioni d'intervento e di delvizio ma della virtù.Se siva a cac- rispetto alle parole,perché più adatti
dibattito,aitempi eterni di «Tribuna da dicontenutiimpliciti,implicature, a superare le nostre barriere di diffi-
politica» si è sostituita l'istantaneità vaghezze e presupposizioni, cioè di denza:«leimmaginisono piùimpor-
della rete,quel minimo diargomenta- quei dispositivi che possono mobili- tanti delle parole,perché[...]laporzio-
zione a cuiancora gliitaliani della mia tare il lettore-ascoltatore «contro il ne disistema nervoso dedicata alla vi-
generazione erano abituatihalasciato propriointeresse»,o contro ragione, sione è maggiore di quella dedicata
il posto alle battute a effetto,ai meme. un ricco bottino attende il lettore- agli altrisensi,e normalmente ricor-
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Tutto questo è ovvio, è intorno a ascoltatore dei discorsi,poniamo,di diamo meglioe piùfacilmente ciò che
noi.Ma unconto è saperlo,un conto è Kennedy(«We choose to go to the abbiamo visto, rispetto a ciò che ab-
capirlo.E per capirlo,un modoeccel- Moon!»),o deldiscorso di Martin Lu- biamoletto o ascoltato».Osservazio-
lente è leggere questo nuovo libro di ther King al Lincoln Memorial di ne interessante, e ben documentata
Edoardo Lombardi Vallauri,forse il Washington:«Cento annifaungran- nelle pagine successive,che dovrebbe
più bravotra ilinguistiitaliani ad ap- de americano,alla cuiombracilevia- allenare soprattutto gli insegnanti:
plicare glistrumentidella sua discipli- mooggi,firmò ilProclamasull'Eman- perché è chiaroche all'educazione alla
Questofondamentale de-
na alle dinamiche dellaconversazione cipazione. scrittura occorreràsempre più affian-
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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Quando la
pubblicità
«diceva»
le cose
1114 Giovanna Ratti e
Ugo Tognazzi in
una scena di «La
vita agra»,1964,
di Carlo Lizzani,
tratto
dall'omonimo
romanzo
di Luciano
Bianciardi.
Nel film,Tognazzi
recita il ruolo
di un pubblicitario
che deve
inventare slogan
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