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Avere o Essere ?

Ipotesi progettuale mirata e finalizzata alla comprensione e


e-
tà aperta ed inclusiva che con i-
stica e individualistica dilagante.

Premessa
Nel 1976 lo psicologo, sociologo e filosofo tedesco Erich Fromm
pubblicava il suo libro “Avere o essere?” in cui ipotizzava l’esistenza
di un sistema di vita sociale incentrato su due diverse modalità coe-
sistenti e dicotomiche nella personalità degli individui e nella strut-
tura dei sistemi sociali: la modalità dell’avere e quella dell’essere.

In tale contestualità Fromm caratterizzava la società dei suoi anni,


gli anni ’70, come decisamente sbilanciata a favore del modello
“avere” . Occorre prendere atto che le caratteristiche analizzate da
Fromm nella sua epoca sono tuttora esistenti in forma anche più
evoluta e radicalizzata, la qual cosa rende il pensiero di Fromm at-
tualissimo e illuminante.
Nel nostro progetto partiremo dalle matrici speculative del pensiero
di Erich Fromm estese alla nostra società contemporanea e ne
estrapoleremo alcuni elementi spendibili estendendoli alla quotidia-
nità, suggerendo e teorizzando delle procedure e delle ipotesi for-
mative basate su percorsi culturali, letterari, filmici e musicali, non-
ché sulla produzione di materiali significativi al fine di provocare
delle riflessioni profonde che contribuiscano a migliorare l’individuo
e le dinamiche sociali in cui è immerso.

Avere o Essere? Il pensiero di Erich Fromm


Come abbiamo avuto modo di dire in precedenza Fromm individua-
va due tendenze di comportamento dominanti nelle società con-
temporanee e negli individui che le compongono: le tendenza a vi-
vere secondo le modalità dell’avere e o dell’essere.

La modalità esistenziale dell’avere è tipica di coloro che hanno un


rapporto col mondo di possesso e proprietà e aspirano ad impadro-
nirsi di ogni cosa e di ogni persona, compreso se stessi. Nella mo-
dalità esistenziale dell’essere invece abbiamo una prima forma che
si contrappone all’avere identificandosi con la vitalità e l’autentico
rapporto col mondo; l’altra differenza si riferisce alla vera natura
dell’uomo e all’effettiva realtà di una persona.

In altri termini:

L'analisi di Fromm individua due modi di determinarsi dell'esistenza


dell'uomo nella società:
, modello tipico della società industrializzata, costruita sulla
proprietà privata e sul profitto che porta all'identificazione dell'esi-
stenza umana con la categoria dell'avere, del possesso. Io sono le
cose che possiedo, se non possiedo nulla la mia esistenza viene ne-
gata. In tale condizione l'uomo possiede le cose ma è vera anche la
situazione inversa e cioè le cose possiedono l'uomo. L'identità per-
sonale, l'equilibrio mentale si fonda sull' avere le cose.

è l'altro modo di concepire l'esistenza dell'uomo ed ha


come presupposto la libertà e l'autonomia che finalizza gli sforzi alla
crescita e all'arricchimento della propria interiorità. L'uomo che si ri-
conosce nel modello esistenziale dell'essere non è più alienato, è
protagonista della propria vita e stabilisce rapporti di pace e di soli-
darietà con gli altri.

Avere ed essere sono entrambe modalita' esistenziali, potenziali-


ta' della natura umana:

alla base della modalita' esistenziale dell'avere vi e' un fattore


d’origine biologica, la spinta originaria alla sopravvivenza, la vita
vissuta come continua lotta per prevalere ed impedire alla propria
individualità di essere sopraffatta;

alla base della modalita' esistenziale dell'essere c'e' il bisogno di su-


perare il proprio isolamento, che e' una condizione specifica dell'esi-
stenza umana, a comprendere il senso e il significato, in altre parole
l’essenza, di tutto quello che ci circonda; ad agire in gruppo e
quindi a vedere l’altro come un alleato prima ancora che un concor-
rente, un avversario o un nemico…

A decidere quale modalità avrà il sopravvento per la maggioranza è


la struttura sociale con le sue norme ed i suoi valori.
Esaminando più nel dettaglio entrambe le modalità secondo i due
modelli teorizzati da Fromm abbiamo:

AVERE ESSERE
non-avere (rinuncia a cose, potere, dominio, per-
avidita', incorporazione di cose o simboli, pos-
fezione personale, al proprio io), "vuoti e poveri"
sesso, dominio, proprieta' acquisitiva
(pag.121), proprieta' funzionale
autorita' irrazionale (avere autorita') basata sul autorita' funzionale (essere un'autorita', pag.59)
potere (permanente) fondata sulla competenza e revocabile
alienazione dell'autorita' (nel titolo, rango, uni- assenza di legami con cio' che abbiamo (il nostro
forme, pag.62) io, i possessi, Dio, pag.91)
conoscenza come processo di autoaffermazione
conoscenza come certezza della verita', avere piu'
della ragione umana, conoscere piu' profonda-
conoscenza, conservazione (di idee, ecc.,
mente, ignoranza come parte del processo del
pag.49), conoscenza possessiva (avere conoscen-
conoscere (pag.64), dimenticare di sapere
za), illusioni
(pag.90), de-lusione (pag.63)
connessioni logiche e meccaniche dei concetti, creativita', coinvolgimento, connessioni emozio-
ricordi scritti (pag.54) nali dei concetti, dialogo
piacere accompagnato da delusione (pag.156), gioia come processo del divenire (attivita', mo-
consumo, tossicomanie (pag.46) vimento, esperienza, mutamento, pag.158)
amore come oggetto, cosa (avere persone), gelo- atto di amare, attivita' produttiva (pag.71), prin-
sia, principio patricentrico (amore condizionato, cipio matricentrico (amore incondizionato, mise-
giustizia) ricordia e compassione)
affermazione della propria superiorita' sugli altri
(conquistare, depredare, p.112), individualismo dare e condividere, individualismo come libera-
come ricerca del successo personale (p.100), zione da catene sociali
competizione, antagonismo, paura
moderna domenica come fuga da se stessi sabato ebraico come giorno di armonia (con se
(pag.77), attivita' alienata (pag.122), essere indaf- stessi, con gli altri esseri umani e la natura), atti-
farati (pag.93) vita' produttiva (pag.123)
neopaganesimo, idolatria, peccato (pag.165), fe- martire cristiano (pag.186), fede come atteggia-
de come sottomissione ad un'autorita', eroe paga- mento intimo, certezza fondata sulla mia espe-
no, religione industriale (pag.192) rienza, umanesimo
immutabilita' del soggetto e permanenza dell'og- esperienze non descrivibili a parole (pag.120),
getto (pag.107), rapporto di morte (soggetto ed rapporto di vita (processo vivente tra soggetto ed
oggetto sono cose, pag.108) oggetto)
ansia e insicurezza di perdere cio' che si ha
fede in noi stessi e nelle nostre capacita' creative
(pag.147), paura di morire (pag.168)
"io sono cio' che ho" (pag.150), avidita', bramo- godimento condiviso, compartecipazione
sia, ingordigia, cupidigia (pag.153)
pace come tregua pace come armonia (pag.151)
qui ed ora, atemporalita', eternita' (l'atto creativo
tempo passato (ricordo) e futuro; sottomissione al
trascende il tempo, pag.169); rispetto del tempo e
tempo, che diviene nostro dominatore (pag.170)
dei suoi cicli
Una società basata Essere
Fromm ritiene necessario attuare una nuova società, fondata
sull'essere, liberata dalla categoria dell'avere , che garantisca, a tut-
ti i livelli, la partecipazione democratica di tutti gli uomini.

La nostra proposta formativa muove quindi proprio da que-


sto intento: individuare finalità, azioni, mezzi e strumenti
per agevolare, facilitare, indirizzare i comportamenti e le
scelte dei nostri alunni verso una società basata sull’essere.

A tale proposito Fromm suggerisce:

A) uno scopo supremo dell'esistenza che


è la piena crescita di se stessi e dei propri
simili;
B) due negazioni:
- rinunciare al proprio narcisismo, ad
adorare idoli, alle illusioni;
- rinunciare a tutte le forme di avere (possedere, controllare, raggiungere
l'obiettivo);
C) attività positive quali il rispetto di ogni forma di vita;
dare e condividere;
lo sviluppo della propria capacità di amare e di pensare in maniera critica;
lo sviluppo della propria fantasia (anticipazione di possibilità concrete);
conoscere se stessi;
essere presenti;
far propria una libertà che non sia
arbitrarietà;
essere consapevoli che nessuno e
nulla fuori di noi può dare signifi-
cato alla nostra vita;
male e distruttività' sono conse-
guenze necessarie del fallimento
del nostro proposito di crescere.
Finalità e obiettivi generali
Quanto trattato nei precedenti capitoli a titolo di analisi prevalentemente
ispirata e orientata al pensiero di Fromm dev’essere ora riportato ai no-
stri obiettivi progettuali e alle nostra finalità considerando alcuni punti
che andremo presto ad elencare:
 L’opera di Fromm e il modello di società auspicata, pur essendo soste-
nuti ed avvalorati da una coerente e condivisibile teoria psico-
sociologica, risentono ormai di quasi mezzo secolo d’età, per cui vanno
contestualizzati e adattati alla nostra epoca e alle nostre esigenze.
 Essendo il nostro un progetto di integrazione disciplinare rivolto ai do-
centi e agli alunni dai 3 ai 13 anni, le finalità e gli obiettivi generali del
progetto dovranno essere raggiunti mediante una semplice e adeguata
individuazione degli argomenti, dei contenuti, dei mezzi e delle strate-
gie più opportune.
 Le finalità e gli obiettivi generali del progetto dovranno essere raggiunti
attraverso obiettivi specifici e contenuti inerenti le discipline previste
nelle classi che aderiscono.
Finalità:
1) Favorire l’insorgere di una comunità orientata all’acquisizione diffusa
del necessario, alla discriminazione critica dell’utile e alla dissuasione
dal superfluo.
2) Consolidare il concetto secondo cui ogni comunità ed ogni società per
essere tale necessita di relativi equilibri che, limitando gli eccessi delle
distonie dell’avere, favoriscano una serena coesistenza e convivenza
all’insegna dei valori dell’essere.
3) Orientare la comunità in direzione del rispetto di ogni forma di vita, da
quella umana a quella di qualsiasi entità biologica.
4) Auspicare un rapporto equilibrato con ambiente e natura pianificando,
nei limiti etici e sostenibili, ogni forma di utilizzo affinché non divenga
mai sfruttamento.
5) Favorire con approcci adeguati il rapporto empatico tra gli individui
che limiti e inibisca il rapporto apatico, spesso causa diretta delle ten-
denze distoniche dell’avere.
Obiettivi :
1) Acquisizione appropriata dei concetti di necessario, utile e superfluo
nonché delle valenze già espresse nelle finalità.
2) Acquisizione di comportamenti mirati non al possesso assoluto ma ad
un possesso diffuso, equilibrato e paritario.
3) A partire dalle più elementari e primordiali leggi che tutelano
l’autoconservazione dell’individuo estendere il concetto di individuo
all’altro prima ancora che a se stessi. (Non fare ad altri quel che non
vorresti che gli altri facciano a te)
4) Comprendere che le risorse naturali non sono eterne ed inesauribili,
per questo risulta fondamentale l’acquisizione di adeguati comporta-
menti mirati ad un utilizzo sostenibile ed equilibrato delle risorse del
pianeta, a cominciare dalle nostre abitudini e azioni quotidiane.
5) Le classi viste come delle comunità in cui vigono la condivisione e la
suddivisione il più possibile equa delle risorse, delle attività e delle
emozioni.

Pesce grosso mangia pesce piccolo - Pieter van der Bruegel, 1557

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