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Il gruppo in bioenergetica tiene conto di tutti e

tre i livelli della persona corporeo emozionale e


cognitivo. Di solito inizia sempre con un lavoro
corporeo, più o meno complesso. Possiamo
osservare quale è la risposta dei partecipanti per
prendere spunto nel lavoro o semplicemente
rimandare. Poi viene la fase della
individuazione del tema o del problema su cui
lavorare. Un compito del terapeuta di gruppo è
quella di riportare al gruppo le tematiche
indivuali, una funzione di contenitore che
permette l'elaborazione e la coesione. In questa
fase si sviluppa il tema in 20-25 minuti e poi
riportiamo al gruppo. In questa fase proponiamo
un lavoro corporeo e lo comprendiamo
attraverso il modello bioenergetico. Il gruppo da
corpo all'esperienza delineando confini e limiti
attraverso le sue regole.
L'astinenza dal vedersi al di fuori del momento
del gruppo è un'altro punto importante che
permette al gruppo di non avere buchi. Quanto
meno di riportare tutte le relazioni o le
dinamiche all'interno del gruppo.
Un'altra regola è quella della presenza, nel senso
anche di essere presenti.

Le difese servono a mantenere integra la parte


fragile, affronta i conflitti i emotivi e protegge
l'autostima. Nell'analisi bioenergetica non si
finisce mai un lavoro se i 3 livelli non sono
inegrati. Il lavoro corporeo non può essere visto
come una cosa a se.
Bisogna amare le difese che ci hanno salvato.
Le difese non vanno abbattute ma vanno
allentate per poter essere andate a riprendere
quando ce ne è il bisogno, piú nel senso di
protezione e non di difesa patologica.
La patologia di una difesa è collegata alla
rigidità dell'utilizzo e quindi perde il suo valore
adattivo.

Nella difesa esiste un luogo psichico che viene


minacciato, una parte dell'io che sostiene la
difesa, una direzione, le motivazioni, il livello di
conflitto coinvolto (nevrotico-
psicotico/primario)

Le difese corporee non si differenziano nello


scopo da quelle psicologiche.
Noi siamo abituati a riconoscere le difese
croniche come le contratture. Downing indivdua
delle difese corporee che sono più collegate al
processo in movimento.
La prima è quella che si definisce scema
affettivo-motorio a sviluppo incompleto. È
come se io dovessi andare a ricostruire la
possibilità di esprimere il pattern affettivo
bloccato ( non ho mai avuto la possibilità di
arrabbiarmi).
La seconda sono gli ache affettivi-motori
distorti difensivamente. C'è in questo caso una
deviazione della chiusura del pattern (c'è dolore
va nella rabbia)
La controattivazione (provo tristezza e mi
sichiude la gola).
La disattivazione invece va in direzione dello
spegnere il tono muscolare.
La contrattura croniche che è la corazza
caratteriale che conosciamo.
Ipotonia cronica opposta alla contrattura.
Contrazione e affievolirsi della respirazione.

La resistenza è una forza che si oppone alla


presa di coscienza di dinamiche inconsce, arriva
dagli stessi strati della vita psichica da cui
deriva la rimozione. I tratti caratteriali sono un
meccanismo di resistenza.

Esperienza di terapia mutua


Il supervisore deve osservare
Campo energetico della diade
Empatia verbale e corporea
Alleanza terapeutica
Verifica dell'ipotesi diagnostica e del progetto
terapeutico
Aderenza dell'uso della tecnica bioenergetica
Congruenza e connessione tra lavoro corporeo e
intervento verbale
Controtransfert dell'osservatore

La scaletta del terapeuta


Percezione globLe del paziente
Percezione della ferita originaria e del diritto
negato (luogo su cui si instaura la difesa)
Energia
Espressione degli occhi
Bisogno terapeuteco sia a livello corporeo che
psicologico (la direzione sana da intraprendere)
Tecnica bioenergetica
Controtransfert

Esperienza di ben shapiro


Scegliere una frase (io posso essere duro e posso
essere tenero) che abbia due parti una assertiva
collegata alla fase inspiratoria e di carica e una
tenera collegata alla fase espitativa e di scarica.
In fase inspirativa serriamo i pugni e pariamo gli
occhi in fase espirativa chiudiamo gli occhi
lasciamo cadere le braccia e poi le portiamo al
cuore.
La mia esperienza è stata quella di un piacere
nel passaggio da una modalità all'altra, una
difficolta nel separare le due eperienze e quindi
l'esigenza di darmi tempo soprattutto nella fase
di tenerezza.
Io posso essere forte e posso essere vulnerabile
Io posso sfidare e posso arrendermi
Io posso essere determinato e posso essere
ricettivo e sensibile
Io posso essere fermo e posso cedere
Io posso essere assertivo e posso essere
tranquillo, calmo e riflessivo
Io posso essere duro e posso essere tenero
Io posso essere indipendente e posso essere
dipendente dagli altri
Io posso guidare e essere guidato
Io posso essere deciso e posso essere empatico e
comprensivo

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