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Non è solo cornice ma prodotto delle nostre pratiche sociali, lo costruiamo attraverso processi di significazione e azioni
quotidiane. È una dimensione intrecciata alle nostre pratiche sociali. C'è un’interdipendenza tra lo spazio e ciò che c’è al suo
interno.
Spazio sociale --> costruzione, intriso di emozioni, sensazioni ed esperienze. Ha senso solamente perché è legato alle nostre
azioni. la mobilità diventa centrale.
Confine --> soggettivo e socialmente costruito così come centralità e distanza, relazionali (diversi per ognuno di noi) ed
esperienziali (si basano sulla nostra esperienza).
Spazio costruito attraverso le pratiche sociali. Impariamo ad agire dando significati agli spazi e definendo dei confini
(incorporazione). Sviluppiamo habitus socio – spaziali (che hanno un’accezione spaziale). Ci viene naturale comportarci in un
certo modo in un certo spazio.
Es. Mappa mentale del territorio --> sintesi di informazioni oggettive ed esperienze soggettive (emozioni) riguardo il territorio.
Fa riferimento al mio modo di vivere la città, gli spazi che utilizzo e che senso hanno per me.
• Nodi --> spazi urbani in cui si concentrano precise attività che mi interessano (es. Piazza)
Granata: costruire mappe è pratica relazionale, riflette ciò che faccio nella vita quotidiana e gli spazi in cui avvengono incontri
sociali
Spazio (territorio privo di senso) --> luogo (territorio con valenza identitaria per noi)
La nostra esperienza trasforma uno spazio in luogo. Tutto ciò è legato alla definizione di confini, atto culturale per eccellenza,
trasforma uno spazio indistinto in luogo denso di senso.
Luoghi della memoria --> hanno una valenza identitaria a livello comunitario (nazionale)
• Distributiva --> si hanno conseguenze a livello di distribuzione delle risorse (si creano disuguaglianze)
• Relazionale --> nel momento in cui raggruppo creo delle identità e la possibilità della relazione tra persone con la stessa
identità (dinamiche relazionali interne o tra gruppi)
Il processo di costruzione dei confini riguarda le dinamiche di attribuzione di senso, ciò che facciamo nello spazio.
Regionalizzazione --> suddivisione spazio – temporale delle zone in base alle pratiche sociali, ciò che facciamo in queste zone.
Le dimensioni chiave sono
4. Carattere. Il processo di regionalizzazione riflette anche il tipo di società in cui siamo immersi, il suo carattere.
GLOBALIZZAZIONE
Processo di mutamento dei confini, fa riferimento a dinamiche sviluppate a partire dalla seconda metà del XX secolo. In sé è
quasi sempre esistito, ma si sviluppa in maniera particolare i questo periodo. Alcuni confini sono smantellati o superati, ma ci
sono anche continue dinamiche di ricostruzione di confini. Questo processo crea ansia ed insicurezza (crisi economica che si
espande, terrorismo...) per dinamiche che sfuggono al mio controllo e agiscono sulla mia vita. Èun processo che mette in
disordine le relazioni tra cultura, società e spazio.
Deterritorializzazione --> idea che la globalizzazione permetta il superamento dei confini, viene meno lo stretto e necessario
legame tra la cultura intesa come differenziale e il territorio (essere italiano negli USA). Tutto ciò è legato al ruolo chiave dei
media che slegano la cultura dal luogo. Spazio e tempo si slegano.
• Simultaneità despazializzata: possibilità di assistere ad un evento in diretta senza essere fisicamente nello spazio in cui si
realizza. I media permettono la partecipazione simultanea di eventi lontani.
Riti ed eventi mediali: eventi che ricevono copertura globale da parte dei media, succedono lontani da noi ma a cui
possiamo assistere. Rompono la routine della vita quotidiana. Sono organizzati in base alla logica dei media, regole della
copertura giornalistica
• Dissequestro dell’esperienza: la tv e i media rendono possibile l’accesso ad esperienze di vita radicalmente differenti dalla
nostra
• Oltre il senso del luogo: i media permettono l’accesso alla vita privata, retroscena di personaggi noti. Il confine tra vita
pubblica e privata è labile.
Rispazializzazione --> riguarda il fatto che il luogo non è più così importante grazie ai media, invece continua ad esserlo ma in
modo diverso, non più inteso come “qui ed ora”. Le nostre pratiche non sono indipendenti dallo spazio. Processo di
ristrutturazione dei modi in cui lo spazio viene organizzato, vissuto e reso significativo. Spazio come qualcosa che permette le
relazioni sociali. Può essere distinto in tre accezioni
• Globalità
Fa riferimento all’idea che il globo è l’unico nostro vero confine, punto di riferimento per pensare ed agire. Tendiamo a
superare l’idea di dentro/fuori, altrove. Questo ha anche lati negativi, es. Crisi economica che si espande in quanto l’unico
confine è il mondo. Tutto ciò genera un’insicurezza ontologica, ci sono dinamiche su cui non posso intervenire,
• A-Spazialità
È importante lo spazio virtuale, le relazioni sociali sono definite dallo spazio virtuale. Si va oltre l’idea di mobilità e stanzialità
• Reticolarità
Il mondo è come se fosse costituito da reti e flussi di persone, merci, capitali, conoscenze e competenze... Si va oltre l’idea
di vicino e lontano. Mondo come network di nodi e flussi. Diversi tipi di flussi disgiunti, nuovi tipi di paesaggio, correnti che
non entrano in relazione tra di loro
oEthnoscapes: flussi di persone
oTechnoscapes: flussi di tecnologia
oFinanscapes: flussi di capitale globale e finanziario
oMediascapes: distribuzione di informazioni e notizie. Forniscono comuni mondi immaginati
oIdioscapes: narrazioni politiche ed ideologiche
SPAZIO E POTERE
L’uso dello spazio non è casuale, la mia posizione nello spazio sociale (risorse economiche e culturali, le mie relazioni sociali)
si riflette nella mia posizione nello spazio fisico, urbano: dove abito, zone che frequento (Bourdieu)
Accesso spazio in base all’età (zone interdette ai bambini), alle risorse economiche ( quartieri per ricchi/poveri)
Spazi personali
Lo spazio immediatamente circostante il nostro corpo è una «estensione» di noi, del nostro sé.
Disattenzione civile: quando incrocio un’altra persona ci scambiamo una sguardo veloce di reciproco riconoscimento e di non
coinvolgimento
Per comunicare con gli altri è necessario condividere un senso comune anche sulla gestione dello spazio attorno a noi.
Scena: situazioni di ribalta, dove io sono in scena, recito la mia parte, il mio ruolo. Situazioni e spazi in cui sono visibile e
accessibile a tutti e metto in atto un appropriato comportamento in pubblico
Noi in pubblico insceniamo una rappresentazione, offriamo un’immagine positiva di noi rispettando delle regole di condotta e
di autopresentazione
Retroscena: spazi privati, dove «non recito», non sono visibile a tutti, e metto in atto un comportamento in privato, mi rilasso
dai miei
• Spazio personale (bolla attorno al mio corpo e che mi segue): lo spazio fisico che mi circonda
• Spazio d’uso (per fare ciò che devo fare): lo spazio che occupiamo con le nostre cose, per necessità strumentale, è uno
spazio personale
• Nicchia (la mia poltrona al cinema o il mio spazio sul treno): spazio su cui ho pretese temporanee ma esclusive (ma che non
mi segue)
• Riserva conversazionale: non fare entrare qualcuno nella conversazione: stabilisco chi può entrare nella conversazione e chi
no
Distinzione fra persona, non persona: non più/ancora persona (bambini, homeless, mendicanti)
Tendiamo a marcare il confine, segnare la distinzione rispetto a chi è diverso da noi: che si traduce in un allontanamento
spaziale
• Espressione delle forme di demarcazione di identità, differenze che si traducono nei modi di vivere e gestire lo spazio sociale
• Ogni gruppo sviluppa un senso di territorialità per la propria zona d’azione
• Incorporazione di un senso del confine (dove inizia e dove finisce il nostro spazio)
La città contemporanea
Da seconda metà del XX spostamento da conflitti sociali sul tempo a conflitti su spazio
Due strategie del rapporto fra luoghi e gruppi sociali di gestione della diversità
• Strategia antropoemica: tesa a escludere, rigettare la diversità (es. carcere, ghetti, cpt), espelle lo straniero, il deviante
• Strategia antropofagica: ingloba, fagocita la diversità annullandola (es. i centri commerciali), strategia dell’assimilare,
annullando la diversità di tradizioni, differenze culturali e linguistiche
Spazi pubblici ma non civili (che non favoriscono l’interazione sociale, essa è irrilevante):
✓ Spazi del consumo (logica strategia fàgica), stimolano l’azione non l’interazione: es. centro commerciale, cinema, centri
sportivi, teatri (il cittadino è solo consumatore)
✓Non luoghi (Marc Augè: senza identità, memoria storica, e socialità): strategia sia emica sia fagica. Es. aeroporto.
Luoghi privi di significato, flussi di estranei che sono invitati a passare e a uniformarsi alle stesse regole di comportamento;
accoglienti ma spazi seriali, anonimi (tutti simili), per servizi, luoghi fittizi, ci si deve sentire come a casa ma comportare
diversamente da casa: seguire norme di comportamento prefissate e avere relazioni anonime con gli altri
✓Spazi vuoti (privi di significato), non vengono nemmeno visti, in cui nessuno vorrebbe passare
Enclaves etniche: Forme di rivendicazioni di uno spazio proprio, comunità con tratti culturali ed etnici comuni.
• Gated communities:
Ossessione per la sicurezza. Forma di autosegregazione delle classi superiori. tentativi di costruzione di comunità purificate e
fortificate: zone residenziali sotto sorveglianza, omogeneità composizione sociale.
Area residenziale ad accesso limitato. Uno dei modi in cui lo spazio pubblico diventa privatizzato. Comunità recintata e
sottoposta a videosorveglianza. L’accesso è riservato solo ai residenti (telecamere, guardie, muri…) Autosegregazione di
persone con elevato capitale economico Sono sviluppate soprattutto in USA ma anche America Latina. In Europa la loro
diffusione sta aumentando. La globalizzazione alimenta la necessità di ricreare confini, nuovi localismi: esasperati tentativi di
ritrasformare lo spazio in luogo, forme di chiusura, risposte «emiche» di fronte all’insicurezza
• Gentifrication:
Fenomeno insediativo di persone con alto capitale culturale ed economico, élite cosmopolita che sostituisce i vecchi abitanti
poveri. Ciò avviene a seguito della riqualifica di un luogo periferico che diviene trendy con sapore bohemien. (valorizzazione
simbolica di vecchie aree industriali o recupero edilizio).
Area urbana degradata trasformata in luoghi di residenza per ceti elevati. Da gentry, ossia le famiglie della piccola nobiltà
urbana nell’Inghilterra della metà 800. Processo legato alle esigenze di consumo culturale, di zone diventate cool.
Sindrome NIMBY (Not In My Back Yard, non nel mio cortile): atteggiamenti difensivi e di reazione a problemi specifici locali.
Progettualità per il miglioramento delle condizioni di vita urbana (es. comitati di quartiere)
Forme di mutuo aiuto nei quartieri degradati (es. movimenti per il diritto alla casa, squatters)
Sono accomunati dalla assenza dello spazio pubblico civile, dell’agorà, crisi della sfera pubblica come luogo di discussione di
problemi pubblici, condivisi (si cercano risposte private, personalistiche a problemi pubblici).
Letture
• Massey e Jess
Globalizzazione
Cosa ne è del concetto di luogo sotto la globalizzazione? La novità riguarda la velocità e l’intensità dei processi di
globalizzazione. Occorre superare la visione del luogo come comunità stabile e coerente, distinto, chiuso ed esclusivo e con
valenza identitaria.
Pensare ai luoghi come a Spazi di attività: «rete spaziale di legami e attività, di collegamenti spaziali e ubicazioni entro cui
opera un dato agente»
Portata (grandezza) e forma (complessità) dello spazio di attività permette di riflettere e di studiare le diseguaglianze «per i
luoghi estensione crescente e crescente complessità significano anzitutto che i loro confini sono molto più aperti che in
passato e poi che la complessità delle connessioni che legano i luoghi… è essenzialmente cresciuta»
Luogo non più pensato come stabile, chiuso e coerente ma come punto «luogo di incontri, ubicazione delle intersezioni di
particolari quantità di spazi di attività, di collegamenti e interrelazioni, di influenze e movimenti»
Luogo come intrinsecamente aperto, come nodo di intersezione dei rapporti sociali e spazi di attività, «ogni luogo è il punto
focale di un suo particolare miscuglio di spazi di attività, di relazioni sociali, e di gruppi sociali» pag. 50
vs
luogo come «comunità, sicurezza, chiusura… rifugio sicuro, relativamente coerente dal pdv culturale, come ambito delimitato
Separato, auotonomo»
« I luoghi non sono semplicemente legati fra di loro ma lo sono in modo diseguale. I rapporti sociali che li collegano sono
rapporti di potere e la geografia di quel potere si può rintracciare»
«centro del potere nel quartier generale mondiale….continentali, regionali e nazionali… diseguaglianze militari, politiche…
divisione internazionale della manodopera, asimmetria del flusso culturale…
• Granata e Colombo/Navarini
Globalizzazione
Mappe mentali
Deterritorializzazione e rispazializzazione
Luoghi e spazio
Piazza
«la città, vecchia o nuova, d’origine o d’adozione, si configura come una cornice di passaggi, di cambiamenti, di
trasformazioni: il luogo che registra la crescita della persona, con le sue conquiste e i suoi inciampi»
«Perdersi nella città assume una valenza simbolica forte può alludere a un rapporto complesso e contradditorio con la società
ospitante»
Spazio, identità e luoghi «la città diviene la propria città solo nel momento in cui lo sguardo esterno si trasforma in sguardo
che si appropria degli spazi e dei luoghi, li giudica, attribuisce loro un valore, privilegia alcuni aspetti e non altri, sceglie,
definisce crea una mappa per orientarsi»
L’esperienza dell’orientarsi è sempre e in primo luogo la definizione di mappe , provvisorie e incerte, fatte di luoghi
riconoscibili ma soprattutto di persone, la piazza, il parco, quell’angolo del quartiere diventano luoghi essenziali della vita
sociale, luoghi generazionali e di appartenenza»
Città con «un’anima borghese e una operaia spesso non si tratta di una demarcazione netta, marcata, con dei confini rigidi ma
piuttosto di circuiti che avvicinano persone e gruppi di estrazione molto diversa, senza tuttavia farle mai veramente incontrare.
Distanza sociale e distanza fisica
Globalizzazione: «interno ed esterno, prossimità e distanza sono dimensioni spesso intrecciate e sovvertite da gesti e
abitudini, dove i linguaggi si sovrappongono e si contaminano»
«nell’era globale si assiste a un capovolgimento delle relazioni esterno- interno, l’esterno invade lo spazio privato attraverso i
media che rendono interno il globale. Il locale sembra diventare sempre più esterno, distante»
• Colombo Navarini
La stazione centrale fra luogo-spazio, spazio pubblico ma non civile: piazza e non luogo
«Metafora della piazza postmoderna» ma anche «uno spazio, tuttavia, in cui dominano i drammi e gli spettacoli, le
compravendite, i ciarlatani, i bivacchi, le parate… piazza classica»
«piazza perduta un luogo piazza che sommessamente, drammaticamente denuncia le contraddizioni di una città che ha ormai
perso la tradizionale cultura della piazza»
«piazza che [i dominanti] considerano tolta alla sua originale funzione sociale
«L’immagine della piazza perduta e della piazza tolta costituiscono l’oggetto simbolico di una contesa»
«è un luogo abitato da una cultura che si contrappone alla città è un campo che mescola di continuo luoghi e non luoghi in
relazione a come gli individui definiscono e creano il significato dello spazio in cui si trovano. Essendo i luoghi degli spazi
creati da persone che vivono un’esperienza di relazione con il mondo che produce identità e storia, la via sociale della
Stazione offre l’opportunità di trasformare continuamente gli angoli urbani anonimi, i nonluoghi, in spazi sociali carichi di
significato, di identità e di simboli. Tuttavia, questa incessante trasformazione dei nonluoghi in luoghi, e viceversa, mette in
evidenza l’ambivalenza e la complessità della Stazione come luogo di confine interno alla metropoli»
• chi ripara: si occupa di mantenere l’ordine e chi si prende cura (Polfer e City Angels, volontari…)
• «zone che si distinguono per come in esse viene costruito lo spazio sociale da coloro che vi si trovano un mondo a se stante
con significati propri e codici riservati»