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Temporalità come prodotto delle pratiche sociali

Il tempo sociale è costruito dalle nostre pratiche e dai nostri processi di significazione (non il tempo biologico e astronomico),
attraverso cui ordiniamo la nostra esperienza sociale.

Cultura temporale: pratiche e rappresentazioni basate su visione quantificabile del tempo, misurabile e diviso in unità

Frutto della società capitalistica ( coordinamento orario lavoro e salario, trasporti…),

Concezione economicistica del tempo (tempo: denaro), valore della velocità e orientamento temporale verso il futuro

Temporalità sociale

Noi siamo tempo incorporato, così come lo sono le nostre società fatte di storia

Tre durate intrecciate nella nostra esperienza temporale

✓ Ciclicità e reversibilità della vita quotidiana (cucinare, dormire ogni giorno…)

✓ Irreversibilità dell’arco di vita del singolo

✓ Ciclicità e reversibilità della vita istituzionale, longue durée (mandati dei

governi, crisi economiche, feste civili e religiose…)

Tempo e cultura capitalistica

Tempo come moneta, astratto, quantitativo.

Visione lineare del tempo (Passato-Presente: il cui tempo è sprecabile, vendibile- Futuro come Realtà oggettiva)

Tipica della società capitalistica vs visione ciclica (es. Navajo senza visione del futuro)

Tempo addomesticato e società moderna

Società capitalistica tradizionale: misurazione e controllo del tempo

Diffusione logica mercantile Commercio, navigazione Cultura religiosa benedettina (organizzazione e disciplina del lavoro nei
monasteri secondo un horarium) e poi etica protestante (Weber) e visione del tempo come risorsa da non sprecare (disprezzo
morale per perdita tempo)

Innovazione tecnologiche: l’ orologio meccanico come simbolo della società industriale (gestione massa lavoratori fabbrica e
scambi commerciali)

Esperienza soggettiva del tempo

La nostra stessa esperienza soggettiva del tempo è costruita socialmente

È l’Illusio, interesse nel gioco, che dà senso al nostro presente e avvenire (es. tempo che non passa nella lezione noiosa).

La nostra esperienza del tempo dipende da classe sociale, genere…

Genere: tempo privato delle donne vs tempo pubblico dell’uomo; doppia presenza (lavoro e casa)

Tempi della vita sociale e regionalizzazione

Tempi sociali: blocchi di tempo che ordinano la vita sociale, es. i tempi della scuola, del lavoro, l’età della pensione, festa
nazionale

L’ordinamento temporale costruisce la nostra routine quotidiana (cena alle venti , tg alla sera), fa parte del nostro dato per
scontato nella vita quotidiana

Zerubavel: spettacoli, riunioni, telefonate hanno una durata prestabilita

• Strutture rigide di successione: regole di successione di attività, eventi,pratiche, sono sia esplicite (foglio rosa e patente) sia
soprattutto implicite (fidanzarsi e sposarsi; laurea e lavoro…);

• Durate prevedibili di attività:

◦spazio dei possibili —> insieme di vincoli e possibilità che lo spazio sociale (campo e posizioni di Bourdieu) apre alla
pratica degli agenti, varia a seconda degli habitus temporali degli agenti (permanenza nella casa dei genitori …)

◦aspettative sociali di durata —> durate fissate da istituzioni (es. ciclo 5 anni scuola, scadenza contratto affitto), durate
legate a previsioni collettive (durata governo, crisi economica…) e le durate delle interazioni, dei turni di parola

• Collocazione temporale standard —> programmazione di attività che ricorrono in un dato spazio-tempo in modo periodico
(es. lezione, serie tv, tg)

Organizzazione temporale e vita quotidiana

Habitus temporali differenti: diversa relazione con il tempo

Regionalizzazione temporale: scena e retroscena di Goffman (ribalta e retroscena: ci si aspetta di essere chiamati per lavoro in
determinati orari)

Le organizzazioni contribuiscono a inquadrare il tempo, es. anno accademico

• Quantitativa: tempo diviso in unità misurabili e astratte (es. orario di lavoro

settimanale), es. orologio

• Qualitativa: queste unità e le attività che si svolgono hanno significati qualitativi differenti: sfera del senso e dei valori che
attribuiamo (es. lavorare il primo maggio ha un significato diverso del semplice lavorare il giovedì)

Dimensione qualitativa e quantitativa sono intrecciate

Organizzazione sociale della temporalità: calendari

• Coordinano e regolano le attività della collettività

• L’organizzazione sociale della temporalità regionalizza le attività (es. domenica negozi chiusi) e permette di dare ordine,
sappiamo che cosa ci possiamo aspettare dai membri di un gruppo, come ci dobbiamo comportare o meno.

• Fissano cosa è importante ricordare per la comunità: elementi integrativi e identitari (es. religioni politiche, ogni potere
politico istituisce un calendario) legati ai riti (momenti collettivi che rafforzano il senso di appartenenza): es. rito 1 maggio

Generazioni

Categorie di classificazione (istituiscono somiglianze e differenze e indicano come comportarsi) che raggruppano le persone.
Costruzioni socio culturali che ci sembrano oggettive, reali

Confini: ciò che è consono per ogni generazione

Raggruppamento per età —> costruzione sociale

Le rappresentazioni sociali ci permettono di vedere che l’invecchiamento è costruzione sociale (non solo processo biologico),
restringimento delle mie chance di esplorazione di alternative e scelte di vita. Invecchiamento sociale come riduzione
progressiva dello «spazio dei possibili» in cui si riflettono le differenze di classe sociale

Non sempre, durante il nostro passato, abbiamo definito allo stesso modo i confini tra generazioni (e ciò che sta all’interno
della categoria).

Infanzia --> idea di massa affermata nel 1800. Apice di un lungo processo che affonda le sue radici nel rinascimento. Nel
medioevo i bambini erano considerati piccoli adulti, vestiti allo stesso modo e partecipanti alla vita adulta. Adulti manchevoli e
difettosi che dovevano lavorare. Nel 1600 abbiamo un riconoscimento della specificità dell’infanzia nelle classi più alte.

Adolescenza --> si afferma nel 20esimo secolo. Tra fine 700 e fine 800 nell’elite c’è un riconoscimento di questa fase di vita
intermedia che riguardava un elite privilegiata e con differenze di genere. Era un tempo per la preparazione alla vita di
matrimonio per le donne e per il continuo degli studi per gli uomini. Si espande il concetto poi anche nella borghesia. Con la
società dei consumi l’adolescenza diventa categoria sociale, i giovani sono consumatori per eccellenza. Sono in fase di
sperimentazione di modi possibili di vivere e hanno del tempo libero. Moratoria psicosociale --> sospensione
di obblighi e doveri. dal secondo dopoguerra i giovani iniziano ad occupare spazi sociali, emerge la specificità di una nuova
categoria sociale.

Mutamento dei confini: negli anni 80 si considerano giovani coloro tra i 15 e i 24 anni, mentre negli anni 2000 la fascia si
allarga dai 15 i 29 anni. Il modo di intendere l’essere giovani rimanda a specificità del nostro tessuto culturale. Ci sono delle
tappe fondamentali che se superate permettevano di diventare ufficialmente adulti. Oggi vengono procrastinate e non
superate in modo lineare

• Fine del percorso di studi (innalzamento della scolarità). Tempo dello studio e del lavoro non più distinti

• Entrata nel mondo del lavoro. Diffusione di contratti a termine

• Indipendenza abitativa. Difficoltà di raggiungere un’indipendenza definitiva e a lungo termine.

• Costruzione della famiglia, esperienza della genitorialità. Posticipata per le problematiche delle altre tappe.

Queste tappe sono sempre più confuse e tendono ad essere procrastinate.

Società del giovanilismo --> la giovinezza diventa un valore (mercato dell’”eterna giovinezza”), non è più l’anziano da stimare
ma il giovane. Emergono sottoclassificazioni dell’anzianità (terza e quarta età), lungo processo di progressivo invecchiamento.

Costruzione sociale della memoria

La storia di cui si compongono le nostre società è qualcosa che costruiamo quotidianamente. Storia = memoria: come
esseri sociali ricordiamo e quindi c’è un senso di oblio, memoria come filtro. Rilettura di un passato alla luce del presente. C'è
una selezione. 3 diversi tipi di memoria

•Memoria sociale: inattiva, spenta. Elementi del passato che ci dice che abbiamo avuto, abbiamo fatto qualcosa nel passato
ma non è concretamente ricordato. traccia del passato non riattivato (es. foto di esperienze che ci dimentichiamo di aver fatto)

•Memoria comune: qualcosa di condiviso e ricordato, ci accomuna. Fa riferimento a eventi passati che ricordiamo e
condividiamo ma che non sono problematici e possono accomunarci. Non ci sono interpretazioni diverse dell’evento. può
accumunare, collego la mia traiettoria di vita a quella di qualcun’altro usando un evento che abbiamo vissuto entrambi.
Soprattutto eventi mediali (es. Finale mondiali ‘82)

•Memoria collettiva: memoria dei libri di storia. Insieme di rappresentazioni sociali sul passato che ogni gruppo sociale
trasmette, produce e istituzionalizza. Date storiche su cui ogni gruppo sociale elabora interpretazioni divergenti/differenti. Ci
sono più memorie collettive su un evento, tra queste emerge la memoria egemone considerata la sola legittima sostenuta dalle
istituzioni e riconosciuta come sola verità. I media hanno un ruolo centrale, noi veniamo a conoscenza di alcuni eventi tramite
essi. Agenda setting --> i media stabiliscono l’agenda, temi importanti su cui pensare. Spirale del silenzio --> quando ci sono
rappresentazioni sociali dominanti su un evento si tende a conformarci a quella che ci sembra l’opinione dominante.

Globalizzazione e tempo

Spazio e tempo vengono compressi grazie al ruolo dei media, distanze annullate. Società basata su istantaneità e
accelerazione. Questi cambiamenti per quanto positivi hanno ricadute a livello ideologico (insicurezza e incertezza personale).

Presentismo --> progetti a breve termine. Difficile e negativo impegnarsi a vita. L'idea del sacrifico per un progetto a lungo
termine viene meno.

La cultura del tempo lineare tende a frammentarsi in attimi presenti, piccoli “qui ed ora”.

Tempo e potere

Il tempo come ogni costruzione sociale riconferma dinamiche di potere (es. Chi deve attendere). Per esempio più si sale di
classe e livello sociale più il tempo può essere gestito autonomamente.


Letture

• Le origini sociali della memoria

Riprende il concetto di memoria collettiva. Sottolinea l’idea di collettivo, perché riguarda gruppi che elaborano interpretazioni
che posso avere valore conflittuale e manipolatorio. Il passato è selezione e scarto, per questo anche oblio. Un'interpretazione
del passato può essere strumento di dominio e manipolazione. Parla di pratiche sociali della memoria (modi per interpretare,
trasmettere e affermare la memoria, en evento passato. Es. Monumenti, articoli...) che permettono di elaborare
rappresentazioni sociali (modi di interpretare il passato condivisi da un gruppo). Gli imprenditori della memoria sono
personalità che promuovono il ricordo di un dato evento e sostengono un modo particolare di leggere quell’evento (media,
giornalisti, politici, testimoni diretti...). il ruolo chiave è dei media, che dettano l’agenda setting e il modo di ricordare un dato
evento. Quadro sociale della memoria, cornice stereotipata, condivisa e fissa. Interpretazione “dominante” entro la quale noi
interpretiamo l’evento stesso.

Memoria e oblio: la memoria è sempre il risultato di una dialettica tra l’oblio di alcuni elementi del passato e la conservazione
di altri, presuppone sempre una scelta, una selezione di ciò che del passato deve essere ricordato

Selezione del passato come strumento di manipolazione e di dominio

Memoria collettiva: si compone di contenuti elaborati in comune prodotto di una interazione sociale che sia in grado di
scegliere nel passato ciò che è rilevante e significativo in relazione agli interessi e all’identità dei membri di un gruppo, la
memoria collettiva non esiste che attraverso un gruppo

Pratiche sociali di memoria

Modi attraverso cui una memoria viene elaborata all’interno di un gruppo: commemorazioni, scrittura, monumenti

Rappresentazioni sociali —> memoria ricostruita e trasmessa attraverso una pratica, le definizioni del passato sono con-divise
dai membri del gruppo, si intrecciano con la realtà di senso comune

Come le memorie collettive sono ricostruite o distrutte, le pratiche di memoria sono forme di produzione di una
rappresentazione sociale del passato.

Ricostruzione della memoria da parte di «imprenditori di memoria» che selezionano il passato

Diffusione mediante i media

• Religione dei consumi

Si concentra sul consumo come pratica caratteristica della nostra società. Cattedrale del consumo, strutture dedicate al
tempo libero nate in America nel II dopo guerra, considerate come emblema del capitalismo. Ci dicono come lo spazio nelle
metropoli tenda a diminuire sempre in modo uniforme. Dà l’idea di spazi urbani uniformi, strutturati in modo simile in tutte le
grandi metropoli. Sono luoghi di intrattenimento, che diventano luoghi di pellegrinaggio per l’attività di consumo che assume
un ruolo magico (simulazione e spettacolo). Bisogno del reincanto: provare emozioni e sensazioni, realizzato con le pratiche di
consumo. È un bisogno che emerge fortemente nella nostra società, razionalizzata (dominata dalla razionalità strumentale) in
cui la religione vera e propria perde sempre più valore. Queste cattedrali rispondo a questo bisogno ma sono al tempo stesso
razionalizzate perché organizzate in termini di efficienza, tecnologia ecc. Sono spazi ampi, organizzati in modo tale da essere
percepito come immenso, senza orologi per creare un senso di stupore. Il consumo assume un ruolo edonistico, forma di
piacere attraverso cui diamo senso alla nostra vita quotidiana. Agiamo sulla base di un mercato che suscita i nostri bisogni.
Insicurezza autologica, incertezza, che non so gestire esorcizzata tramite la pratica di consuma con la quale mi realizzo nel qui
ed ora.

+ pratica del consumo come esperienza

+ indifferenziazione dei luoghi e degli oggetti di consumo

+ rito del consumo (3 fasi, acquisto --> esperienza/divertimento--> pranzo)

Reincanto di un mondo di consumo apparentemente privo di confini e di limiti

Fusione degli e fra gli strumenti del consumo es. spazi del consumo che offrono esperienze e non solo beni di consumo come
luoghi di intrattenimento

Ricerca di emozioni e sensazioni (visive, uditive, tattili…)

Spazio e tempo non sono più ostacoli e barriere per il consumo

I nuovi strumenti di consumo hanno mostrato una tendenza a comprimere il tempo e lo spazio che è stata di ausilio nel renderli
così fantasmagorici, spettacolari

Confini superati: Es. abitazione come luogo per acquistare e consumare beni e servizi (e la produzione)

Eliminazione del senso del tempo

Simulazione (implosione dei confini spazio/tempo) e spettacolo ( reale/immaginario) per sviluppare un fascino magico

Consumo come rito per esorcizzare insicurezza ontologica (Bauman)

• Lettura Castells

+ tempo senza tempo e tempo sempre al presente + tempo lineare, astratto, quantitativo

+ tempo come costruzione

+ compressione spazio-temporale

+ viene meno l’ordine sequenziale

+ sottolinea la flessibilità e la diversificazione della cultura temporale (come lo interpretiamo e viviamo)

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