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Lo sguardo della gallina

La gallina è un animale intelligente, ha uno sguardo cubista: diretto, frontale, laterale e trasversale, ma solo
la sintesi di questo circonda l’oggetto di comprensione e senso. Proprio come lo sguardo della gallina, le
avanguardie che hanno caratterizzato il secolo scorso vengono riletto dallo sguardo di musicisti, attori,
danzatori, fotografi e bambini, i quali osservano l’arte con lo sguardo della propria professione.

L’arte astratta : dice il limite della rappresentazione, ovvero poter rappresentare senza raffigurare. Si
dipinge ciò che non è ancora compromesso con la realtà, prima che assuma una forma visibile. Kandinskij ne
è la prova, il colore per lui è slancio spirituale. Quello che Gauguin aveva chiamato “colore puro” prende
forma.
La fine della pittura segnerà la fine della stessa razionalità = ora l’universalità della pittura significa ritrovarsi
nel linguaggio comune della grammatica al grado zero: il punto, la linea.
I colori puri determinano la terza dimensione con i gradienti di profondità, come nel Mondrian di
Composizione. Mondrian voleva c he la pittura rivelasse la realtà immutabile delle cose, oltre la mutevolezza
delle forme e della realtà, la sua era un’arte la cui disciplina doveva rispettare l’oggettività delle leggi della
natura.
Il colore è libero dalla cosa e dal suo senso - è possibile dire il colore in modo astratto lasciandolo colore ed è
possibile dire la forma astratta senza che diventi la forma di un oggetto.
Per Malevic l’arte vive non per ciò che rappresenta, ma per il suo superamento dello scopo di tali
rappresentazioni.

L’arte concettuale : è l’arte che si costruisce sul pensiero, la vera opera non è quella che ci si trova davanti
ma quella che si costruisce nella mente dello spettatore. Il titolo è l’elemento cruciale nell’arte concettuale, è
la scintilla che innesca il ragionamento. La filosofia ha un’immagine, l’arte è l’immagine di un’idea - l’arte
concettuale è l’apparizione del pensiero. Le idee possono essere opere d’arte. Il parlare di arte, la parola è
arte stessa. Nell’opera “one and three chairs” del 1965 la sedia è oggetto, sua immagine e descrizione, tre
forme che la sedia assume per declinarsi come parola, icona e cosa, eppure nessuna delle tre esaurisce la
definizione di sedia, la somma non genera la comprensione.
Non è dimostrabile cosa sia l’arte ma il discorso può farsi esso stesso oggetto che si sostituisce alla materia
fisica dell’opera d’arte: si pensi a Oral Communication di Wilson, è la rinuncia a ogni materialità per
rappresentare la comunicazione orale in quanto oggetto, l’artista ha deciso di parlare invece di realizzare
sculture.

L’arte informale : è la pittura dell’immedesimazione — è un vortice fisico che smorza il dolore, pittura
terapeutica come ricongiungimento con un fragile benessere. Pollock la traduce come l’andamento narrativo
dei murales: la sua pittura unisce rito e mito, è dentro l’opera.
Per Fontana lo spirito deve essere dentro la materia che andrà sollecitata affinché essa sia spirituale. Bisogna
bucare, forare per andare oltre. Il taglio diventa così squarcio, dice la possibilità di superare la tela e
proiettare lo sguardo dello spettatore oltre l’opera. Nel taglio si sovrappongono denotazioni e connotazioni
(taglio erotico, chirurgico, crudeltà ecc.).

Body art : non più oggetto ma pelle, il corpo è linguaggio assoluto che lambisce i confini tra il lecito e
l’illecito, la vita e la morte (il teatro è semplice: a teatro il coltello è finto e il sangue è ketchup, nell’arte
performativa il coltello è un coltello e il sangue è sangue : Marina Abramovic). Nasce in seno alle esperienze
politiche del Living Theatre e nell’urgenza di comunicare senza mediatori la voce della resistenza e della
lotta contro codici e tabù. L’emozione prevale, l’artista ossessionato dalla necessità di agire e comunicare il
sentito/il vissuto ritorna alle origini della comunicazione senza alienarsi dal presente della performance, sia
essa teatro, danza, fotografia o video. È partecipazione, provocazione che imbocca una protesta politica,
ideologica o artistica.
La solitudine dell’artista davanti al proprio io, alimento il voyeurismo dello spettatore imbarazzato, incerto
se assecondare il forte esibizionismo dell’artista o scandalizzarsi dei feticci che lo stesso mette in campo.
Dove il desiderio è rimosso, la libido si trasforma in angoscia e sottrae l’uomo- artista alla sicurezza di sé. Se
gli istinti repressi minacciano il civile, l’artista si nasconde sotto la menzogna.
L’interno scaturisce all’esterno dalla ferita sanguinante (il sangue è vita e infezione, contagio) = Gina Pane =
i ricordi, l’infanzia, il passato dell’artista scavano vuoti, maternità negate o donate - il suo corpo è causa della
sensazione, contente la vita della memoria e della coscienza come un tatuaggio permanente, una cicatrice.

Dadaismo : nel 1917 Duchamp porta nel mondo dell’arte un orinatoio (ready-made), aggiunge solo una
firma e una data, girando l’oggetto rispetto alla posizione originale. Dada non mette in discussione l’arte, ma
ciò che ha a che fare con l’esperienza visiva, prima l’arte era ciò che vedevo, ora ciò che non vedo. La
visione diventa interpretazione, Dada costringe ad andare al di là. Da qui nasce la domanda “cos’è arte e cosa
non è arte?” Si può dare un confine all’arte? È arte tutto ciò che decido, con la teoria, che sia arte. È arte tutto
ciò che dico che sia arte. Dada dà un nuovo ruolo allo spettatore, uno spettatore che dall’azzeramento
nichilistico proietti l’arte verso una nuova purezza.

Futurismo : è un’avanguardia italiana - è arte che non ha cornici, che perde il mezzo e mantiene il
messaggio. Sentono l’esigenza di non avere a che fare con tela, cornice, telaio. Guarderanno con interesse
alla radio perché arriva a tutti e non ha bisogno del peso della materia. È arte totalitaria che pervade cinema,
pittura, architettura, musica, teatro. Ambiti che i manifesti affrontano sistematicamente che proietterà la
ricerca artistica fino alle sperimentazioni della Land Art o della Videoarte.
Il messaggio deve essere semplice ed efficace come uno schiaffo. La pubblicità è l’arte efficace, l’arte deve
parlare del presente e i luoghi comunicativi devono essere aperti, l’opera deve essere aperta, un’interfaccia
che tutti hanno la possibilità di modificarla.
Pensano a un teatro sintetico dove sono coinvolti più sensi. Utilizzano l’ironia, la parodia. La musica è
immediata, non ci sono filtri. Il rumore è la base per una nuova forma compositiva (= sperimentazioni di
Cage con gli oggetti e con il silenzio).
Il teatro futurista ha tra i suoi antenati il circo e il cabaret - l’attore è primo di personalità ed è plastica anche
la narrazione, ripetitiva.
Per Fortunato Depero la pubblicità è la forma stessa dell’arte che come la pubblicità dovrà marciare a pari
passo con l’industria, la scienza e la politica. È efficace, veloce, semplice e vendibile.
Per rappresentare il movimento in pittura si può utilizzare la sequenza, un frammento.

Iperrealismo : cosa c’è al di là della perfezione dell’oggettivazione? Che senso ha riprodurre ciò che la
storia dell’arte ha già riprodotto? Le domande dell’iperrealismo sono quelle lasciate irrisolte dalla pop art.
ciò che interessa è la perfezione della copia, arte della replica, arte che ricalca una tensione tra simile e
identico. Il pubblico coglie la perfezione della tecnica e l’esattezza del dettaglio, perfezione dell’artigiano.
Ma non c’è futuro in un’arte che si ripiega nella replica di se stessa. È la realtà che sbatte contro se stessa: i
soggetti sono umani - fibre di vetro, poliestere, acrilici, oli (es. i giganti di Mueck) = umanità smaterializzata
nella materia - il bambino è deposto su una tavola bianca, disteso, stirato per il primo respiro. Il corpo di
scivolosa argilla atteggia un orizzonte che prende in sé ogni dramma futuro di animale.

Kitsch : Si traduce dal tedesco “paccottiglia” scarto, cattivo gusto. l’imitazione, il surrogato, l’esperienza
sostituiva ne sono le componenti fondamentali. È assenza di giudizio È il gusto che ha sostituito e surrogato
la complessità, la riduzione a feticcio di ciò che non si può possedere. Si è sostituito all’oggetto artistico
(Koons, Oppenheim). Una statuetta di Beethoven accanto a un paralume con un teschio su un pianoforte in
una pizzeria di provincia = l’accostamento surreale di oggetti dissonanti può produrre l’effetto di una nuova
bellezza, ma non è così. Il Kitch è la passione per gli oggetti di cattivo gusto. Il kitsch è l’ultima espressione
di intuizioni surrealiste che oggi rendono evidenti le contraddizioni della nostra epoca e della sua cultura non
teorizzabile, senza canoni e riferimenti. Il kitsch muta a seconda dello stile ma resta sempre lo stesso, è la
sintesi di tutto quanto c’è nella nostra vita del nostro tempo. Gli oggetti kitsch di Oldenburg (torsoli di mela
giganti) diventano simulacri che non rimandano a nulla. Il kitsch mercifica anche ciò che non avrebbe i
presupposti di essere mercificato.

Land art : all’inizio era documentario, con Gerry Schum che filmava le esperienze performative all’aria
aperta. Land art significa varcare i confini di musei e gallerie, è materializzazione di un concetto astratto —
nell’unione tra astratto e materia l’artista è escluso, lascia che la natura completi l’opera e la elimini. l’artista
vede il paesaggio e viene rivisto sotto altra forma. Land art significa ridiscutere il luogo dello spettatore —
oggi land art è musealizzato in alcune forme circoscritte come Arte Sella — oggi land art si fa ARTE
NATURA - riflessione tra uomo e natura.

Minimalismo : i lavori degli scultori minimalisti americani si configurano come installazione la cui tensione
estetica è determinata dal rapporto tra strutture primarie geometriche e il contesto spaziale in cui sono
collocate. L’interazione con lo spazio esterno diventa la componente primaria dell’operazione artistica, come
le opere di Carl Andre. I materiali sono scelti per le loro proprietà intrinseche, è astrazione che occupa
spazio. Mancano la bellezza e l’estetica, racconta il ritmo, il dialogo di un’armonia, è la sintesi di quello che
diventerà architettura. L’artista utilizza supporti comuni: mattoni, travi di legno, lastre metalliche =
l’intenzione è creare condizioni per un’esperienza estetica rinnovata di questi elementi. es. opere di Donald
Judd come la serie Stacks, sono sequenze modulari collocate orizzontalmente al suolo o verticalmente sul
muro. Lo spettatore deve capirne il ritmo, la struttura, il rapporto tra pieno e vuoto. Dan Flavin ricrea lo
spazio con tubi fluorescenti al neon “proposals” queste strutture modificano lo spazio, grazie a giochi di luce
dà tridimensionalità al muro.

Pop art : nasce dalla necessità di ritrovare un’arte consumabile al pari di quello che si sta comunicando.
L’obiettivo è andare oltre il design e l’artista perderà autorità in questo —> se il prodotto non ha unicità ed è
replicabile, riproducibile, l’artista non è un genio. Le opere quindi sono intercambiabili perché essendo un
prodotto industriale, il valore della prima copia è uguale a quello della seconda.
Il nulla ossessione Andy Warhol, dipingerlo, dirlo, arrivare al grado zero e galleggiare nell’assenza del
niente. Ciò che conta è la quantità, perché ciò che regola il mercato è la riproduzione. L’opera quindi deve
essere vendibile — la centralità dell’opera è data dalla vita dell’artista — Warhol teorizza le gallerie come
supermercati per oggetti diventati merce. La pop art non parte da una tela bianca ma da un’universo già dato,
l’artista è traduttore e fruitore — è di breve durata, di basso costo, prodotto di massa, indifferenziato poiché
riproducibile.
Nella pop art si compie l’industrializzazione dell’estetico e l’estetizzazione dell’industriale. I magazzini sono
come i musei, la scelta è pilotata da un’omologazione. Il cinema per Warhol è un antagonista dell’arte perché
produce emozioni, un’empatia che l’arte non produce, egli entra così nella sua struttura, nei fondamenti del
cinema e ne svela i meccanismi che creano emozioni. Il cinema è solo pellicola che scorre, si sente materia, è
plastica che si muove. È contenuto sempre identico a se stesso, è un ready-made, non produce emozioni.
Warhol dice che anche il gesto d’affetto come il bacio è banalizzato se si usa uno strumento artificiale come
il cinema.
Pop è la mescolanza di alto e basso, è la volontà di masticare il presente per restituirlo centrifugato e
amplificato con le sue contraddizioni.

Simbolismo : arte come espressione concreta e analogica dell’idea, momento d’incontro e fusione di
elementi della percezione sensoriale ed elementi spirituali. Il simbolo sintetizza la complessità
dell’universale e del mito. In contrapposizione al realismo, il simbolismo penetra al di là delle apparenze del
reale. La realtà autentica non è nell’esistenza oggettiva delle cose ma nelle idee = la sua essenza non è ciò
che si vede con gli occhi ma ciò che si percepisce con l’anima. Per vedere l’artista si affida alla religione, alla
mitologia, al sogno, alla nostalgia decadente.

Street Art : in questa arte lo spazio urbano è palcoscenico per una narrazione infinita di messaggi. Non cede
alla conservazione e alla tutela fino ad accettare di essere rimossa. Il muro come manifesto per urlare contro
il sistema. È illegale se il clan si identifica in essa e viene utilizzata come urlo, non è vandalismo se riattiva la
storicità del monumento. È decoro se commissionata da un’istituzione — la street art è arte della massa che
riveste di colori accesi e contrastanti il grigiore della quotidianità.

Surrealismo : arte figlia della frenesia e dell’ombra. la creatività emerge dal mondo interiore, il mondo del
sonno e del sogno. Il confine tra realtà e finzione, viene attraversato solo nel sonno. Gli opposti si conciliano
nella surrealtà. La sintesi - l’ermafrodita de un Chien andalou = l’occhio selvaggio surrealista è l’occhio
tagliato, l’occhio che rinuncia alla vista fondata sul sistema logico, la vista che distingue, serata e classifica
va tagliata. Bisogna accedere ad un’altra vista con gli occhi dell’inconscio — l’oggetto surrealista, sia esso
una mela o una pipa, è decontestualizzato, ed è riferito ad un ambiente neutro quindi isolato dalla sua
funzione, messo lì per dirci qualcos’altro rispetto a quello che era prima.
L’esperienza che propone è quella della perdita, della vertigine per inabissarsi nel regno degli archetipi. Dal
manifesto surrealista emerge la necessità di una nuova creatività che renda conto di come il cervello funzioni
per analogie = la fantasia e il gioco sono gli strumenti necessari per tornare all’infanzia. A quella realtà ora si
accede con l’inconscio — il surrealismo può liberare l’io, nelle forme dei desideri.

Transavanguardia : dopo l’esperienza dell’arte concettuale, la storia dell’arte sente la nostalgia del ritorno,
il richiamo al figurativo. L’arte aveva segnato un punto di non ritorno: l’arte che fa a meno di se stessa,
ridotta a puro pensiero si era spinta fino alla negazione dell’essenza stessa dell’opera. È negli anni ottanta
che in Italia il critico Achille Bonito Oliva sostiene la necessità di un’arte che sente l’urgenza di una
rivisitazione contemporanea della tradizione figurativa passata e recente. Le personalità artistiche sono
diverse ma sotto una nuova etichetta: la transavanguardia. Gli artisti sono ironici, passionali, visionari =
colore, segno, architetture, alberi e così via. Indagano il senso dell’universalità della storia attraverso la
narrazione e la riproposizione di materiali quali legno, ferro, terra, mosaico, affresco, bronzo = il tutto in una
totale libertà espressiva, ogni artista opera secondo una ricerca individuale. La pittura di Nicola De Maria è
esteriorizzazione di uno stato mentale, in cui le sensazioni diventano estroversioni fino a risolversi in
un’architettura interiore. Mimmo Paladino porta in evidenza dati sensibili di un’umanità immersa nel mistero
delle origini = l’opera diventa incontro di motivi culturali e emozioni che trovano pace nella calibratura del
colore.

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