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INTRODUZIONE GENERALE
L’opera è divisa in due grandi parti : la Dottrina degli elementi e la Dottrina del
metodo. La prima è suddivisa in Estetica trascendentale e in Logica trascendentale.
Quest’ultima è divisa a sua volta in Analitica trascendentale e Dialettica
trascendentale.
La Dottrina trascendentale degli elementi indaga gli elementi formali della
conoscenza che, per Kant, sono puri e a priori. L’Estetica trascendentale studia la
sensibilità e le sue forme a priori che sono lo spazio e il tempo, mostrando come su di
esso si fondi la matematica; l’Analitica trascendentale studia l’intelletto e le sue
forme a priori (le 12 categorie), e mostra come su di esse si fondi la fisica; infine la
Dialettica trascendentale studia la ragione e le sue tre idee di anima, mondo e Dio,
mostrando come su di esse si fondi la metafisica. In ultimo, la Dottrina del metodo
(che è la parte più breve e conclusiva dell’opera) determina l’uso possibile degli
elementi a priori della conoscenza cioè appunto il metodo della conoscenza stessa.
Il titolo dell’opera può essere inteso come “l’esame dei fondamenti del sapere”
ovvero come “l’esame critico della validità e dei limiti che la nostra ragione
possiede in virtù dei suoi elementi puri a priori”. Si badi: la ragione può essere intesa
nel titolo come facoltà conoscitiva in generale, anche se poi Kant all’interno
dell’opera distingue chiaramente tra sensibilità, intelletto e ragione, come vedremo.
Si ricordi inoltre che per Kant puro è ciò che è fonte di conoscenza a priori, ovvero
ciò a cui non è mescolato nulla di empirico, non derivando dall’esperienza; inoltre
l’aggettivo trascendentale riguarda per Kant il nostro modo di conoscere le cose in
quanto è reso possibile da forme a priori; in generale è ciò che precede qualsiasi
esperienza e ne è la condizione, per cui “trascendentale” diventa anche sinonimo di
“puro” o di “a priori”.
Il pensiero di Kant è detto criticismo perché distinguendosi dal dogmatismo (che
accetta le dottrine senza interrogarsi sulla loro validità o meno) fa appunto della
critica lo strumento della filosofia. “Criticare” per Kant vuol dire giudicare, valutare,
soppesare, ossia interrogarsi sul fondamento delle conoscenze umane chiarendone le
possibilità, la validità, i limiti. Il che non è affatto scetticismo perché tracciare il
limite di una esperienza vuol dire garantire, entro il limite stesso, la sua validità. Kant
può finalmente respingere lo scetticismo di Hume perché la sua indagine vuole
stabilire, da un lato, come siano possibili la matematica e la fisica in quanto scienze, e
dall’altro come sia possibile la metafisica, intesa sia come disposizione naturale sia
come presunta scienza. Il tutto viene sintetizzato da Kant nella celebre formula
“Come sono possibili i giudizi sintetici a priori?” e cioè: come possiamo avere una
conoscenza che sia valida scientificamente ?
CRITICA DELLA RAGION PURA
ESTETICA TRASCENDENTALE
La conoscenza scientifica consta di proposizioni o di giudizi universali e necessari
ed inoltre aumenta continuamente il sapere. Ma che cosa è un giudizio ? In generale
un giudizio consiste nella connessione di due concetti di cui uno (A) è il soggetto e
l’altro (B) funge da predicato. Si presentano allora due casi :
1. Il predicato (B) può essere contenuto nel concetto che funge da soggetto (A) e
dunque può essere ricavabile dalla pura analisi del soggetto : in questo caso il
giudizio è analitico come quando dico che “ogni corpo è esteso“. Infatti il
concetto di estensione è sinonimo di corporeità e quando affermo che “ogni
corpo è esteso” non faccio altro che rendere esplicito ciò che si intende per
“corpo”.
2. Il concetto che funge da predicato (B) non si trova implicito nel concetto che
funge da soggetto (A) ed allora il giudizio è sintetico perché il predicato (B)
aggiunge al soggetto (A) qualcosa che non è ricavabile per mera analisi del
soggetto ma è qualcosa in più. Ad es. quando dico che “ogni corpo è pesante”
esprimo un giudizio sintetico giacché il concetto di pesantezza non è implicito
nel concetto di tutti i corpi. Si ricordi che l’esempio kantiano si rifà ad
Aristotele, per il quale alcuni corpi – terra e acqua – sono per natura pesanti,
mentre altri – aria e fuoco – sono per loro natura leggeri. Noi potremmo fare
altri esempi, dicendo “il tavolo è rotondo”, “la mela è verde” ecc. (la rotondità
o il verde non appartengono necessariamente ai due oggetti presi in esame).