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La Coscienza di Zeno
- è un romanzo scritto in prima persona
- è un’ auto-biografia
- è una confessione psicanalitica: è il racconto di un “malato” che altera la
realtà
maschera la verità
manipola la verità
Zeno Cosini
- è stato in cura da uno psicanalista
- su consiglio del medico ha scritto un diario della propria vita
I suoi ricordi sono sfasati nel tempo: non c’è inizio né una fine precisa
Zeno svela
- i meccanismi dell’animo umano
- i meccanismi psicologici: perché agisce in un certo modo piuttosto che in un
altro
Il romanzo
- è narrato dal protagonista stesso, come auto-biografia e diario
- è ben lontano dal romanzo verista ottocentesco in cui l’autore era sempre una voce esterna
- non presenta gli avvenimenti – come nei romanzi ottocenteschi- in ordine o in
successione logica, rispettosa del tempo reale (inizio, sviluppo, fine)
- presenta un tempo “soggettivo” dato che il protagonista mescola passato e presente,
intrecciando quello che ha vissuto nel passato con il suo racconto (nel presente)
Zeno ricostruisce il suo passato raggruppandolo intorno ad alcuni temi fondamentali, a ciascuno dei
quali dedica un capitolo:
- il vizio del fumo e i vani sforzi per liberarsene
- la morte del padre
- la storia del proprio matrimonio
- il rapporto con la moglie e la giovane amante
- la storia dell’associazione commerciale con il cognato Guido Speier
Alla fine si colloca il capitolo intitolato Psicanalisi, in cui Zeno sfoga la sua rabbia contro lo
psicanalista e racconta la propria presunta guarigione
Zeno
- da un lato cerca di far tacere i suoi sensi di colpa
- dall’altro agisce solo in base ad impulsi inconsci
- in quanto inetto, è incostante, mutevole, inafferrabile
- la sua “diversità” gli impedisce l’integrazione con gli altri, con il mondo; lo costringe
sempre a strare fuori da quel mondo, a vederlo con diffidenza e fastidio