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IL NOVECENTO

La grande guerra
La fine dell’800 aveva visto il trionfo della nazionalità e degli Stati nazione. Benedetto Croce chiama la
seconda metà dell’800 “la primavera dei popoli”, parlando del loro risveglio, ovvero della conquista delle
libertà di tipo politico senza attaccare quella degli altri popoli, una sorta di “democrazia internazionale”.
Avvicinandosi al IX sec. La nazionalità inizia a connotarsi di valori che tendevano a costruire l’idea di una
supremazia di alcuni popoli su altri. Le ragioni di ciò, possiamo trovarle nelle tensioni nazionali irrisolte, nei
conflitti fra i vari imperialismi e nell’incapacità dei sistemi politici di comporre conflitti sociali.
Il 28 giugno1914 a Sarajevo lo studente serbo Gravilo Princip uccise l’Arciduca Francesco Ferdinando,
erede al trono d’Austria. L’Austria avviò così un’inchiesta e in poche settimane arrivò a porre un ultimatum
alla Serbia, al quale il paese rispose positivamente, ma non per quanto riguardava la partecipazione della
polizia Austriaca all’inchiesta. La Serbia poteva contare sulla protezione russa, che dal canto suo aveva
un’alleanza militare con la Francia e l’Inghilterra. La Russia diede un avvertimento all’ambasciata tedesca,
ovvero, se l’Austria avesse occupato la Serbia sarebbe stata guerra.
Vienna considerando insufficiente la risposta all’ultimatum il 28 luglio 1914 dichiarò guerra alla Serbia,
bombardando Belgrado. Il 1 agosto la Germania dichiarò guerra alla Russia e il 3 agosto alla Francia, mentre
l’Italia rimaneva neutrale.
Il 4 agosto le truppe tedesche entravano in Belgio per aggirare le difese francesi, provocando l’intervento
inglese. Nei mesi successivi sarebbero entrati in guerra gli altri paesi. La dichiarazione di guerra scatenò un
processo che portò allo schieramento della TRIPLICE INTESA (Russia, Francia e Inghilterra) e della
TRIPLICE ALLEANZA (Germania, Austria e Italia ancora neutrale e successivamente nella Triplice Intesa).
All’inizio avevano previsto un guerra breve, ma si sbagliavano.
Le prime azioni militari videro la Germania attaccare la Francia (Parigi), passando dal Belgio (neutrale), ma
vennero bloccati dall’esercito francese nella battaglia della Marna (settembre 1914) INIZIO GUERRA DI
POSIZIONE.
Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra, dopo aver firmato il “Patto di Londra” e aver dichiarato guerra
all’Austria.
Nel 1917 gli operai russi scesero in scioperò e si unirono anche i soldati, e lo Zar fu cosi costretto ad
abdicare. La Russia, ormai fuori dalla guerra, nel bel mezzo della rivoluzione a marzo 1918 firmò con i
tedeschi la pace di “Brest – Litovsk”. Le conseguenze militari più gravi però, si ebbero in Italia, le cui difese
furono sfondate a Caporetto alla fine di ottobre 1917. Ci furono proteste soprattutto nei confronti del
generale Luigi Cadorna, per la disciplina imposta, e il comando passò nelle mani di Armando Diaz.
Nel frattempo la Germania affondò delle navi americane, provocando così nel 1917 l’entrata in guerra degli
USA.
L’11 novembre 1918 fu firmato l’armistizio la PRIMA GUERRA MONDIALE era cosi terminata.
Nel 1919 a Parigi si riunirono le conferenze e firmarono i trattari di pace, quello di “Versailles”, che
restituiva l’Alsazia e la Lorenza alla Francia, e proclamava anche l’esclusiva responsabilità tedesca per lo
scoppio della guerra. Gli imperi ottomano, austro-ungarico non esistevano più, su questi territori nascevano
nuovi stati nazionali.
L’Austria firmò con l’intesa il trattato di “Saint – Germain” che riduceva la sua estensione. La Turchia
perdeva la penisola Balcanica tranne Istanbul. L’Italia guadagnava la Dalmazia (solo la città di Zara).
Fra i 14 punti di Wilson era inclusa la costituzione di un organismo internazionale per la pace: la “Società
delle nazioni” con sede a Ginevra (1920), ma le potenze si attaccavano allo stesso e la pace finì.
Rivoluzioni nazional – democratiche e rivoluzione comunista
Il secondo decennio del XX sec. Fu caratterizzato da una serie di rivoluzioni democratiche, socialiste e
nazionali.
MESSICO a causa dell’estrazione del petrolio la popolazione era divisa tra ricchi e poveri. Dal 1876 il
potere era in mano al dittatore Porfirio Diaz, ma gli americani appoggiavano il liberale Francisco Madero.
Nel 1910 il dittatore (barando) vinse le elezioni, ma il paese era già in preda a rivoluzioni cittadine. Questi
avevano trovato due leader:
o Pancho Villa (al nord)
o Emiliano Zapata (al sud)

Nel 1911 l’insurrezione portò alla fuga del dittatore e Madero al potere. Nel 1914 venne abbattuto da Villa e
Zapata, in quanto lo stato era troppo fragile e difficile da tenere compatto in preda alla rivoluzione. Nel 1917
il Messico ebbe una Costituzione, che introduceva due novità:
1. Dichiarava la terra e le ricchezze del sottosuolo proprietà della Nazione e ne vietava
l’alienazione permanente.
2. Garantiva il diritto allo sciopero e di organizzazione sindacale, un salario minimo, la
giornata di 8 ore e un’avanzata legislazione del lavoro.
La rivoluzione era riuscita a modernizzare ed irrobustire lo stato, che proseguì nella strada intrapresa da
Porfirio Diaz.
CINA in Cina la struttura politica imperiale non reggeva più. Con un basso livello di integrazione nel
sistema economico mondiale, era lontana dal poter procedere alla modernizzazione dell’economia. Questo
spingeva le nuove generazioni ad una ricerca di apertura verso i modelli occidentali. Così la Cina cercò di
riformare le sue struttura, ma le trasformazioni ebbero gravi conseguenze negative: la distanza tra il sud
sviluppato e il nord conservatore aumentò.
Il potere imperiale era ormai al termine e il 1 gennaio 1912 fu proclamata la Repubblica di Sun, che però si
ritirò lasciando la carica a Yuan Shi-k’ai. La Cina fu maltrattata nel trattato di Versailles e il 4 maggio 1919
Pechino rilanciò la mobilitazione rivoluzionaria e Sun fu rieletto. Nel 1925 morì e la carica passò a Jiang
Jieshi, che riuscì ad unire il paese, ma rompendo l’alleanza con i comunisti. Alla fine degli anni 20 la guerra
civile sembrava terminata e il paese riunificato sotto la guida del Kuomintang.

Il “Kuomintang” fondato da Sun Zhonshan prevedeva:


o L’identità del popolo (nazionalismo)
o I diritti del popolo (democrazia)
o La sopravvivenza del popolo (socialismo).

TURCHIA E PERSIA anche nell’impero Ottomano e in quello Persiano le influenze occidentali


provocarono il collasso delle istituzioni. Ma per i musulmani la politica è strettamente collegato con la
religione, per questo motivo scoppiarono delle rivoluzioni nel primo decennio del 900.
Nell’impero Persiano sciita la religione poteva opporsi al potere e legittimare la rivoluzione. Nelle strutture
dell’impero Ottomano vi erano una serie di corpi intermedi, i “MIllet” che rappresentavano le comunità e
garantivano forme di autogoverno. Successivamente il sultano sospese la costituzione, concessa dopo la
guerra con la Russia, nacque un movimento detto dei “Giovani turchi” che chiedeva il ripristino della
Costituzione.
Nel 1908 scoppiò la rivoluzione e il potere passò ai militari. Il Sultano, però, era anche il Califfo (capo
religioso) e negli ultimi anni dell’800 contrastò i Giovani Turchi.
Quindi la rivoluzione prese un carattere laico, mentre la controrivoluzione laica. Così nel 1905 un
movimento di rivoluzione politica e religiosa impose all’imperatore di promulgare una costituzione, ma il
potere (dopo la prima guerra mondiale) passò nelle mani di un militare Riza Pahlavi, che si fece nominare
imperatore e ristabilì’ la monarchia. Anche in Turchia emerse la figura di un militare Mustafa Kemal, che nel
1919 alla fine della guerra difese il territorio dall’invasione greca e riuscì a ripristinare l’unità del paese in
una forma repubblicana con capitale ad Ankara. Mustafa assunse i poteri di un dittatore e prese il nome di
Ataturk (padre dei turchi), e la Turchia visse così un regime a partito unico.
L’IRLANDAall’inizio del 900 in Irlanda venne in vita un partito con il nome di “Noi soli”, il quale
cominciò ad organizzare un’opposizione all’Inghilterra (GB) e non escludeva la lotta armata. La GM fece
precipitare le cose e la rivolta scoppiò a Dublino il lunedì di Pasqua del 1916.
La rivolta fu un tentativo dei repubblicani di ottenere l’indipendenza dal Regno Unito con la forza delle armi.
L’Inghilterra ne uscì vincitrice e istituì una comunità di stati indipendenti sotto la propria responsabilità.
Questa comunità raggruppava il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Sudafrica e l’Irlanda
(Commonwealth).
La rivoluzione di Febbraio
La rivoluzione di febbraio è la prima fase della rivoluzione russa del 1917. Questa insurrezione portò
all’abdicazione dello zar Nicola II, che portò alla fine della dinastia dei Romanov, dell’impero russo e
dell’autocrazia. Il 23 febbraio scoppiò a Pietrogrado una protesta popolare contro la carestia (dopo guerra), e
le truppe che dovevano ripristinare l’ordine si unirono agli insorti. Il 12 marzo si formò un governo
provvisorio guidato da Lev. Sottopressione lo zar abdica (15/03/1917).
La rivoluzione di ottobre
La rivoluzione di ottobre è la fase finale della rivoluzione russa.
Dopo alcuni mesi in cui la Russia fu sconvolta da molti conflitti, il partito Bolscevico (Lenin e Trockj) decise
l’insurrezione contro il governo di Kerenskj, per assumere il potere a nome dei Soviet, degli operai e dei
contadini. L’insurrezione avvenne il 7/8 novembre 1917 a Pietrogrado e si concluse con successo.
I bianchi e i rossi, Germania, Ungheria e Polonia
La guerra civile russa fu una guerra che scoppiò in Russia nel 1918 subito dopo la presa del potere da parte
dei Bolscevichi in seguito alla rivoluzione di ottobre (i rossi), e vari gruppi controrivoluzionari (i bianchi)
appoggiati dalla GB, USA e Francia.
Questa guerra terminò nel 1923 con la vittoria dei Rossi.
Il “biennio rosso” in Italia
Il biennio rosso italiano è il periodo della storia d’Italia compreso fra il 1919 e il 1920, caratterizzato da una
serie di lotte operaie e contadine che ebbero il loro culmine e la loro conclusione con l’occupazione delle
fabbriche nel settembre 1920. In tale periodo si verificarono, soprattutto nell’Italia centro settentrionale,
mobilitazioni contadine, tumulti annonari, tentativi di autogestione, etc.
L’unione sovietica dal comunismo alla NEP
Nel 1921 il “comunismo di guerra” fu abbandonato e sostituito dalla NEP (Nuova politica Economica), che
ristabiliva in parte l’economia di mercato. Come è ovvio la libertà economica introdusse disoccupazione
nelle città e differenze sociali nelle campagne (i Kulaki). Il nuovo stato si chiamava URSS.
L’India
L’India era un paese diviso fra popolazioni di etnia e lingue diverse. Fin dal 1885 era nato un partito politico
della borghesia indù (“Partito del Congresso”  “Lega Musulmana”).
Alla testa del movimento nazionalista indiano durante la guerra si affermò un leader: Gandhi (Mahatma –
guida spirituale). L’idea di competizione politica di Gandhi non era violenta, bisognava rifiutarsi di obbedire
a leggi ingiuste. Nella primavera del 19 gli inglesi reagirono con la repressione ad una manifestazione
indipendentista, il Mahatma rispose rafforzando il movimento non violento. Un processo era, ormai stato
messo in moto e avrebbe portato alla nascita di un’India libera.
I FASCISMI
ITALIAdue anni dopo la nascita dei fasci di combattimento, Mussolini fondò il Partito Nazionale Fascista,
che finì presto con il darsi 3 anime:
1. Legato al sindacalismo Sindacalista – rivoluzionario
2. Formato da piccoli proprietari e agrari Tradizionalista
3. Formato dalla borghesia contenta che una forza venisse a contrastare il movimento
operaio Borghesia
I grandi industriali furono i primi finanziatori del Fascismo e pensarono di usare le squadre in camicia nera
contro gli scioperi operai.
Il Fascismo metteva l’individuo al servizio dello stato, esaltando il concetto di patria. Nel 1922 la violenza
fascista era giunta a livelli insopportabili, e tutte le forze politiche si auguravano che il partito fosse coinvolto
nel governo. Mussolini però, rifiutò l’offerta di Giolitti di entrare in politica e organizzò un colpo di stato “la
marcia su Roma” (27/28 ottobre 1922): colonne armate di camicie nere portarono 50mila uomini a Roma per
occupare la città e costringere il governo a dimettersi, il capo del governo Facta proclamò lo stato di assedio,
ma Vittorio Emanuele non lo firmò e chiamò Mussolini a dirigere un nuovo governo. All’inizio del 23 le
squadre in camicia nera presero il nome di Milizia Fascista e fu istituito un organo di raccordo fra il rapporto
del partito con le pubbliche istruzioni, il “Gran Consiglio del Fascismo”. Nel 1924 il fascismo si presentò
con un listone e da quel momento ebbe il controllo del parlamento.
Un gravissimo fatto di sangue venne a turbare il clima politico, il deputato socialista Giacomo Matteotti, che
aveva denunciato il broglio elettorale, il 10 giugno fu sequestrato e ucciso.
Nei ¾ anni seguenti fu costruito il regime totalitario, le leggi dette fascistissime cancellarono l’idea liberare
modificando lo statuto Albertino (1848).
Tra i successi del duce uno dei più importanti fu con la chiesa.
Furono avviate trattative che si conclusero nel 1929 con la firma dei “Patti Lateranensi”, i quali regolavano
tutti i rapporti tra Stato e chiesa, e la religione cattolica veniva dichiarata religione di stato.
Nel 1934 fu un incidente di frontiera fra l’Eritrea italiana e l’Etiopia che diede all’Italia l’occasione per
preparare l’attacco al paese limitrofo. L’anno successivo l’Italia occupò l’Etiopia.
La presenza italiana in Etiopia portò il diffondersi di una cultura razzista convinta della superiorità bianca. Di
lì a poco l’Italia avrebbe seguito la Germania in una spaventosa avventura, la persecuzione degli
ebrei.L’Italia stava per dare il suo contributo al genocidio.
GERMANIAa differenza del fascismo italiano, il nazionalismo – socialismo tedesco fu esplicito fin da
subito sul suo contenuto ideologico e nessuno non poté sostenere che a pugnalare alle spalle il popolo
tedesco insieme ai comunisti erano gli ebrei, la razza superiore era quella ariana.
Nel 1919 nacque il Partito dei Lavoratori Tedeschi con a capo Hitler. Questo espose i suoi punti principali:
o Il razzismo
o La subordinazione del cittadino alla collettività
o La creazione di un diritto germanico
o Limitazione alla libertà di stampa e artistica
o Organizzazione centralista dello stato

In novembre i nazisti tentarono un colpo di stato a Monaco, ma furono sconfitti e Hitler condannato (Mein
Kampf).
GIAPPONEi due maggiori gruppi industriali controllavano i die partiti politici (classe operaia e nobiltà).
Ben presto però arrivò a prendere la strada della non autosufficienza, povero com’era di materie prime. Da
allora era diventato aggressivo con i suoi vicini: Corea, Cina e Russia. E a questo si aggiungeva la mancanza
di una media industria.
Le società segrete (Samurai) scatenarono negli anni 20 un’ondata di violenza paragonabile a quella del
fascismo. All’inizio del 36 i colpi di stato si susseguirono e le forse ormate prendevano sempre più spazio
nella politica. Il giovane imperatore fu preso in ostaggio e il Giappone scivolò verso un regime simile ai
fascismi europei.
UNA PARTITA A TRE: DEMOCRAZIE, NAZIFASCISMO E COMUNISMO
La crisi del 29
Il mondo devastato dalla 1° G.M. non riusciva a trovare stabilità economica, durante il conflitto, gli USA e il
Giappone si erano arricchiti e l’Europa impoverita. Superato il dopoguerra crebbero notevolmente le
produzioni, i consumi ed i commerci internazionali e i risparmiatori iniziarono ad investire in borsa. Ma nel
1929, con il crollo della Borsa di Wall Street (24 ottobre 1929 giovedì nero), questo sviluppo terminò.
Quella di Wall Street, era una crisi di sovrapposizione dove l’offerta di produzione era superiore alla
domanda e ciò coinvolse tutto il mondo.
Dopo il 1929, con Roosevelt ci fu una svolta poiché:
o Decise di portare avanti le teorie di Keynes: prendere dai ricchi per dare ai poveri
o Crea il Walfare State: lo stato assistenziale attraverso aiuti economici
o New Deal: che consiste in una ripresa economica, una distribuzione dei redditi e
libertà sindacale.
Gangsterismo e razzismo
In America (patria del pluralismo), ogni gruppo di interesse o opinione poteva autorganizzarsi. Due forme di
associazione criminale erano arrivate a condizionare la convivenza civile: il gangsterismo e il razzismo.
Nel 1919 l’equilibrio fu rotto e un emendamento vietò la fabbricazione, la vendita e il trasporto di liquori.
Cominciava quindi il periodo del proibizionismo.
Questo fu un grande errore, in quanto il mercato dell’alcool (alcool  illegale), passò nelle mani della
criminalità irlandese, polacca e jugoslava. Si impose però al di sopra di tutti la criminalità italiana con Al
Capone, e da lì nacque il nome di “cosa nostra”. Nacque anche il Ku Klux Klan (organizzazione razzista
violenta).
L’ascesa di Hitler
In Germania la grande crisi e la crescita della disoccupazione diedero ai nazisti l’opportunità di rafforzarsi e
il 30 gennaio 1933 il presidente Hindenburg nominava cancelliere il Führer per formare un nuovo governo.
Dopo l’episodio del parlamento bruciato, si impose ancora di più la dittatura Hitleriana.
Nel 1934 le SA avevano rafforzato il regime e il 30 giugno Hitler organizzò la “Notte dei lunghi coltelli”.
Con la morte di Hindenburg, Hitler assunse a pieno la carica.
Il Terzo Reich
L’apparato repressivo fu inizialmente controllato da Goring, successivamente dal capo delle SS Himmler che
un anno dopo costituì la “Gestapo”, ovvero la polizia statale segreta.
La milizia del partito (SS) e la polizia di stato (Gestapo) furono i due bracci dell’apparato di controllo.
I libri degli autori democratici ebrei furono distrutti in grandi roghi e tutti i mezzi di comunicazione di massa
furono utilizzati dalla propaganda del regime per imporre un modo di pensiero comune.
Nel 1933 il Partito Nazista fu dichiarato “Partito Unico di Stato” e da quel momento partito e stato si
identificarono.
Il regime nazista assunse il titolo di Terzo Reich (impero)  1° era il Sacro Romano Impero e il 2° quello di
Guglielmino.
Si dà subito era ben noto non solo un generico razzismo verso gli ebrei, ma anche l’intenzione di affermare il
dominio alla razza “ariana” nel mondo. Questo Hitler lo aveva scritto nel suo Mein Kampf.
Sin dal 1933 agli ebrei furono preclusi gli impieghi statali e nel 1935 furono emanate le prime leggi raziali.
Erano vietati i matrimoni misti e i rapporti tra tedeschi ed ebrei.
La vera svolta avvenne nel 1938 quando fu assassinato un diplomatico tedesco da un giovane ebreo. Da lì
decine di ebrei ammazzati, migliaia arrestati, sinagoghe distrutte, negozi saccheggiati e vetrine distrutte 
“Notte dei cristalli”.
Ma gli ebrei non furono le sole vittime, a partire dal 1939 furono dati ai medici i poteri di sopprimere le
persone portatrici di malattie inguaribili, la persecuzione investì anche gli omosessuali e gli zingari. La
guerra successivamente avrebbe fatto maturare l’idea della “Soluzione finale”.
Trockj e Stalin
Alla morte di Lenin nel 1924 si trovarono faccia a faccia Trockj e Stalin, il primo favorevole alla
“rivoluzione permanente”, mentre il secondo a quella “per tappe”.
Trockj ebbe l’appoggio di Zinov’ev e Komenev e tentò di fare sollevare il paese contro Stalin, ma fu
sconfitto e nel 1940 assassinato.
Stalin rimasto al potere rafforzò sempre più gli aspetti totalitari del regime, sin dal 1922 con il “Trattato di
Rapallo” aveva riattivato i rapporti con la Germania.
A partire da 29 lanciò i Piani Quinquennali piani organizzati di 5 anni, dove lo stato decideva quanto e
quanto produrre, abolendo la NEP.
Nel 1923 nell’Artico fu creato il primo campo per prigionieri politici (i Gulag).
Il 1937/1938 furono gli anni più cupi, scatenati dall’assassinio di Kirov, quel periodo è passato alla storia con
il nome delle “Grandi Purghe”.
Il Comintern
A metà del 1934 furono firmati i patti di collaborazione fra i Partiti socialisti e comunisti francesi, italiani e
spagnoli. Alcuni dirigenti presero l’iniziativa di creare “Fronti popolari”.
Il comunismo cinese
L’unico paese dove il comunismo riuscì a mettere le radici negli anni 30 fu la Cina.
Dopo la sconfitta del 27 il partito comunista cinese si organizzò sotto la guida di Mao Zedong.
Nel 1938 il Giappone si lanciò alla conquista di tutto il paese, e si formò, grazie ai comunisti, un fronte
composto da due alleati nemici.
Per la prima volta nasceva un comunismo originale, patriottico ed egualitario.
La spagna
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Morire per Danzica?
La società delle nazioni aveva dimostrato la sua impotenza prima di fronte all’occupazione della Manciuria,
poi in quella Etiope. Il sistema internazionale quindi dimostrava la propria incapacità di difendere il diritto
dei popoli, la guerra era ormai vicina.
L’Italia e la Germania avevano consolidato la loro alleanza, che il duce chiamava “l’asse Roma-Berlino),
alleanza estesa al Giappone con il nome di “Patto anti-Comintern”.
Hitler aveva tre obiettivi:
1. Annettere l’Austria
2. La Cecoslovacchia
3. La Polonia (sbocco sul mare: Danzica)
Nel 38 la Germania riuscì a ottenere la resa austriaca e ne proclamò l’Anschluss. La debolezza delle potenze
occidentali si spinse fino alla firma del “Patto di Monaco” nel 38, al quale parteciparono Germania, Italia,
Francia e GB, il quale permetteva alla Germania di attaccare la Cecoslovacchia.
Germania e Italia firmarono il “Patto d’acciaio”, e così l’Italia occupò l’Albania e il Giappone scatenò la
guerra in Cina.
Stalin tentò di uscire dall’isolamento nominando un nuovo capo della diplomazia (Molotov) che negoziò con
il collega tedesco (Ribbentrop) un patto di non aggressione che fu firmato nel 39.
Il primo settembre 1939 Danzica proclamava la sua unione al Terzo Reich e le truppe tedesche entrarono in
Polonia e Inghilterra e Francia dichiararono guerra alla Germania  INIZIO SECONDA GUERRA
MONDIALE.
La guerra lampo
Le divisioni corazzate tedesche erano costosissime, ma potevano rendere rapida la vittoria. Le
panzerdivisionen sfondarono le linee polacche in due settimane, e a sua volta l’Armata Rossa penetrava nella
Polonia Orientale e vi organizzarono un potere comunista sotto Chruscev.
Quattromila ufficiali polacchi furono rinchiusi in un campo di concentramento e massacrati.
Il 10 maggio 1940 i tedeschi invasero l’Olanda e il Belgio, poi il 23 maggio toccarono la Manica e gli inglesi
rientrarono in GB.
Il 14 giugno i tedeschi occuparono Parigi e Petain firmò l’armistizio.
Il 10 giugno l’Italia entra in guerra attaccando i francesi, ma senza successo.
Attacco all’unione sovietica
A giugno del 41 Hitler lanciò le sue divisioni corazzate contro l’Unione Sovietica. Sei mesi dopo l’inizio
dell’offensiva i tedeschi erano arrivati alle porte di Leningrado e di Mosca, mentre l’Ucraina era caduta in
loro potere.
Durante l’inverno si svolse la “battaglia di Mosca”, i tedeschi furono fermati, e fu la prima sconfitta terrena
subita.
Nella primavera del 42 riprese l’avanzata tedesca che puntò verso il Caucaso, da dove veniva il grosso dei
rifornimenti sovietici. L’avanzata fu veloce e vittoriosa.
Il Giappone e gli USA
All’inizio del dicembre del 41, il Giappone attaccò a sorpresa la flotta americana. I Giapponesi credevano di
scoraggiare l’opinione pubblica americana.
Il 7 dicembre 1941 l’aviazione giapponese attaccò Pearl Harbor distruggendo parte notevole della loro forza
aeronavale (USA).
Il 1941 si chiudeva con l’ingresso in guerra di tre grandissime potenze: l’URSS, USA e Giappone.
L’inizio della disfatta tedesca
Per tutto il 42 la 2° G.M. fu costituita da due guerre parallele:

 Campale fra tedeschi e sovietici in Russia


 Aeronavale fra giapponesi e angloamericani in Oriente
Nell’estate del 42 le divisioni corazzate tedesche consolidarono il controllo della Libia, e si spinsero sino
all’Egitto britannico, ma furono fermati ad Alessandria e sconfitti a el-Alamein.
Gli americani sbarcarono in Marocco e gli inglesi conquistarono la Libia. Nel 43 gli inglesi sbarcarono in
Sicilia e occuparono l’Italia, ma grazie al 2° sbarco a Salerno riiniziò la sua riconquista (Italia).
Grazie agli inglesi i tedeschi che occupavano l’Italia, erano stremati.
La soluzione finale
Il problema principale tedesco era il popolo ebraico, reputato inferiore agli altri popoli.
Per gli ebrei cominciarono a cercare soluzioni drastiche, arrivando a quello che venne chiamata la
“Soluzione finale de problema ebraico”, con a carico Eichmann (ufficiale SS).
Si cominciò a pensare di concentrare la popolazione ebraica in “ghetti”, che nella primavera del 43 furono
liquidati e sostituiti dai lager.
Iniziò così quello che gli americani chiamavano “l’olocausto”, che in ebraico si chiama “Shoah”, lo
sterminio.
Grandi campi dovettero essere costruiti, dotati di camere a gas e forni crematori. Il più grande di tutti fu
quello di Aushwitz, in Polonia. Il trasporto dai ghetti avveniva in vagoni merci piombati, senza distribuzione
di cibo né di acqua. Dagli ebrei ricavavano tutto quanto poteva essere utilizzato: i vestiti, gli oggetti preziosi,
il denaro. All’ingresso dei lager venivano tagliati a zero i capelli delle donne con cui si facevano calzature.
All’uscita dalle camere a gas venivano estratti i denti d’oro; il grasso veniva usato per produrre sapone, e
quando era in buono stato anche la pelle fu impiegata per la rilegatura di libri in pergamena umana.
In Italia
Nel marzo del 43 le fabbriche di Torino e Milano proclamarono lo sciopero generale, che per la prima volta
portò ad aumenti salariali. Gli industriali non trovavano più convenienza ad appoggiare un potere che stava
rovinando il paese, il Vaticano ormai si distanziava dal disastro del fascismo e anche la Monarchia. Il 25
luglio 43 Dino Grandi presentò al Gran Consiglio del Fascismo un ordine del giorno per la deposizione di
Mussolini. La casa reale la stessa notte fece arrestare il duce. Al potere fu chiamato il maresciallo Pietro
Badoglio (di destra moderata).
I fascisti sparirono, si tolsero le camicie nere, i busti di Mussolini vennero sgombrati, ma il fascismo non era
ancora finito. Si arrivò l’8 settembre all’armistizio con il quale l’Italia cambiava schieramento, non diventava
però alleata degli angloamericani, ma “cobelligerante”. Lo stesso 8 settembre il re e Badoglio scapparono da
Roma verso la Puglia e si misero sotto la protezione degli alleati. Negli stessi giorni i tedeschi riuscivano a
liberare Mussolini, lo portarono in Germania, per utilizzarlo alla testa di un governo fantoccio da organizzare
nell’Italia del Nord.
In Piemonte e altrove alcune unità si diedero alla guerriglia, furono i “partigiani autonomi”, ad essi si
unirono i giovani che non accettavano di farsi reclutare dalle forze armate dei tedeschi, e si unirono migliaia
di volontari antifascisti: nacquero così le unità combattenti della resistenza.
La resistenza jugoslava procedette a massacri contro i civili, gettando i cadaveri nelle “foibe”. Sotto
l’occupazione tedesca nel settembre del 43 nacque nell’Italia Settentrionale, la Repubblica Sociale Italiana
diretta da Mussolini, con capitale a Salò (Repubblica di Salò). Ritornava il fascismo ancora più feroce per la
libertà e la democrazia.
Dallo sbarco in Normandia alla liberazione
All’inizio del 44 era chiaro che i tedeschi e i Giapponesi avrebbero perso la guerra. L’armata rossa aveva
riconquistato gran parte dei territori perduti, la Germania doveva inviare divisioni sul nuovo fronte Italiano
fra Napoli e Roma. Gli alleati sfondarono quel fronte solo nella primavera e liberarono Roma il 4 giugno.
Due giorni dopo gli angloamericani sbarcavano in Normandia, dando inizio alla più grande operazione
aeronavale di tutti i tempi, e iniziavano la riconquista della Francia.
In Italia nel frattempo gli alleati liberavano la Toscano e portarono il fronte lungo l’Appennino Tosco-
Emiliano. I tedeschi erano ormai in ritirata su tutti i fronti, ma riuscirono a non perdere il controllo. Via via
che gli eserciti alleati avanzavano procedeva quelli che tutti chiamavano “Liberazione”. I sovietici in
Polonia, e gli angloamericani in Germania scoprivano i campi di sterminio.
Nelle città italiane il giorno della “liberazione” fu il 25 aprile 1845. Mussolini fuggì verso la Svizzera, ma il
28 aprile fu intercettato sul lago di Como e venne fucilato insieme alla sua compagna. Nel frattempo la
Germania era quasi interamente occupata, Hitler rinchiuso nel bunker di Berlino si suicidò il 30 aprile. Il
regime nazista firmava l’atto di capitolazione l’8 maggio. La guerra era finita in Europa.
La bomba atomica
Fin dal 43 un gruppo di fisici nucleari americani furono riuniti in un laboratorio protetto dal segreto militare
nel New Mexico. Due anni più tardi la bomba atomica era stata messa a punto e il 16 luglio del 45 i militari
poterono sperimentare la bomba atomica. I tedeschi si erano già arresi, ma i Giapponesi no. In America
Roosevelt era morto e lo sostituì Truman. Il 6 agosto 1945 un aereo americano sganciò una bomba sulla città
di Hiroshima, tre giorni dopo su Nagasaki. Dopo poche settimane anche il Giappone si arrese.
UNA PARTITA A DUE: IL COMUNISMO E L’OCCIDENTE
Abbattuto il nazifascismo, le due grandi potenze vincitrici, USA e URSS si ritrovarono non più alleate, ma
nemiche. Il mondo si trovò spaccato in due, e l’ostilità fra i due campi fu radicale, tanto che si stabilì una
situazione di “guerra fredda”.
Gli accordi di Jalta. L’ONU
Nel febbraio del 45 gli alleati si riunirono nella conferenza di Jalta, con la quale si decise la divisione della
Germania in 4 zone d’occupazione.
A guerra finita nel 46 si riunì a Londra la prima assemblea generale della Nazioni Unite con i rappresentanti
dei 51 paesi che avevano combattuto contro le potenze dell’asse.
Da qui nasce il 24 ottobre 1945 sulla scia della vecchia Società delle Nazioni, subito dopo la fine
della mondiale l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite). Essa fu creata per:

1. Mantenere la pace e la sicurezza internazionale;


2. Promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le situazioni che
potrebbero portare a una rottura della pace;
3. Sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di uguaglianza
tra gli Stati e l'autodeterminazione dei popoli mondiali
4. Promuovere la cooperazione economica e sociale
5. Promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui;
6. Promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti
7. Promuovere il rispetto per il diritto internazionale e incoraggiarne lo sviluppo progressivo e la sua
codificazione.
Il processo di Norimberga
Processo di Norimberga è il nome usato per indicare due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella
seconda guerra mondiale e nella Shoah. I processi si tennero nel Palazzo di Giustizia della città tedesca di
Norimberga dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946.
La Cortina di Ferro, il piano Marshall e la NATO
Già dal 46 Churchill aveva usato l’espressione “Cortina di Ferro” per indicare la protezione militare dietro la
quale la potenza sovietica si stava chiudendo. Da allora per 45 anni l’Europa è stata spaccata in due. In
particolare veniva tagliata in due la Germania, infatti in risposta alla politica degli americani per la
Germania, l’URSS decise di scacciare da Berlino gli ex alleati, nel 48 l’armata rossa chiuse le vie di
comunicazione che collegavano Berlino alla Germania occidentale. Gli americani per quasi un anno
rifornirono la città dal cielo, e così riuscirono a far vivere la città. Anche l’Europa occidentale era
gravemente distrutta, e nei suoi confronti gli americani lanciarono nel 47 un piano di aiuti ideato da Marshall
che prevedeva una serie di prestiti USA per finanziare le ricostruzioni. Due mesi dopo i sovietici bloccarono
Berlino e la Germania si divise in due entità statali: la Repubblica Federale Tedesca occidentale e capitalista
con capitale a Bonn e la Repubblica Democratica Tedesca con capitale a Berlino est. Nel 49 i paesi
occidentali costituirono un’alleanza militare antisovietica: la NATO.
Guerra civile in Grecia e lo “scisma” jugoslavo
Nel “campo socialista” si verificò il distacco dall’URSS della Jugoslavia che diventò neutrale. Nell’Europa
dominata dagli angloamericani invece la crisi più grave fu quella della Grecia, dove la resistenza comunista
fu più forte di quella monarchica. La GB favorì infatti il ritorno alla monarchia, e le elezioni diedero vittoria
al centro-destra. Il governo fu affidato dal re ad una coalizione di destra che scelse però una contrapposizione
marcata con le forze comuniste. Così nel 46 scoppiò la guerra civile che durò tre anni. La guerra fu persa dai
comunisti.
La nascita dello stato di Israele
Apposite “agenzie” avevano promosso il ritorno degli ebrei alla “Terra Promessa”, dove era comunque
sopravvissuta una piccola comunità ebraica. La “Terra Promessa” non era disabitata, ma era popolata dagli
arabi palestinesi, e così si un aprì un altro dramma (alla fine della 1° G.M. la Palestina venne trasferita sotto
l’Impero Britannico).
Gli arabi assunsero presto un atteggiamento di aggressività nei confronti dei nuovi arrivati, ma comunque i
sionisti si organizzarono per un’autodifesa armata, e i conflitti sfociarono in quella che viene definita come
Grande Rivolta Araba. Così gli inglesi cominciarono a porre forti limitazioni all’immigrazione, e ad
ostacolarla. Ma l’avvento del nazismo, e la Shoah portarono a un ulteriore flusso migratorio. Così nel 47
l’ONU decise la creazione di due diversi stati in Palestina: la Giordania e Israele con Gerusalemme capitale.
Lo stesso 15 maggio del 48 la “Lega araba” composta da Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq attaccò il
nuovo stato, ma l’esercito israeliano ne uscì vittorioso e riuscì ad espandere i propri confini. Nel frattempo la
“guerra fredda” era in atto, e fra le due superpotenze c’era tensione.
La vittoria comunista in Cina e la guerra di Corea
Durante la 2° G.M. il Kuomintang accettò l’alleanza con le forze comuniste per riuscire a fermare l’avanzata
del Giappone. Dopo le bombe atomiche però la Rivoluzione cinese guidata da Mao Zedong in quattro anni
travolse il governo nazionalista di Jiang. Nel 1949 i nazionalisti si rifugiarono a Taiwan e fondarono la
Repubblica Cinese, e i comunisti il 1 ottobre proclamarono la fondazione della Repubblica Popolare Cinese.
La “Cortina di ferro” asiatica si rivelò presto instabile e diede luogo ad un sanguinoso conflitto in Corea. Al
momento della sconfitta Giapponese la Corea si trovava nella stessa situazione della Germania: tagliata in
due, al Nord si cominciò a costruire un regime comunista, e al Sud un regime capitalista.

Il “Maccartismo”. I servizi segreti USA contro il comunismo


Nel mondo occidentale la guerra fredda rafforzò la convinzione che qualcosa accomunasse il fascismo al
comunismo, e che le democrazie si trovavano di fronte ad una versione diversa dello stesso nemico, che
veniva chiamato “totalitarismo”, ovvero ogni regime in grado di distruggere la libertà individuale. La
differenza era nella capacità nel comunismo di vincere le coscienze (lavaggio del cervello), infatti
dimostrava grandi capacità espansive a differenza del nazismo che si era consolidato solo in Germania. Gli
Stati Uniti reagirono all’espansione comunista con difficoltà e chiusura. Uno dei leader della campagna
anticomunista negli Stati Uniti fu McCarthy, che si fece promotore dei “Comitati per le attività
antiamericane” incaricati di raccogliere prove da sottoporre alla magistratura in vista della repressione del
comunismo. Ma sin dal 1947 era stata istituita la Central Intelligence Agency, per dirigere i servizi segreti
contro l’espansione comunista nel mondo. La CIA era però svincolata dal controllo parlamentare in quanto
prendeva ordini solo dal Presidente degli Stati Uniti. Alla fine della guerra fredda, 30 anni dopo, i poteri
della CIA furono ridimensionati perché giudicati eccessivi rispetto al funzionamento di un paese
democratico. Si ritiene che la CIA abbia addirittura istituito nei paesi amici strutture militari clandestine. In
diversi paesi riuscì a contrastare il comunismo, anche con colpi di stato e attentati, compromettendo così uno
sviluppo indipendente e libero.
Dalla destalinizzazione al muro di Berlino
Anche nell’Europa orientale la guerra fredda introdusse una paura parallela a quella occidentale: che
qualcosa accomunasse fascismo e capitalismo, ovvero “l’imperialismo”. La mobilitazione contro
quest’ultimo divenne la parola d’ordine del comunismo. Gli USA avevano il monopolio dell’armamento
nucleare e una supremazia aerea, per questo la gente nell’Europa orientale aveva paura di un’altra guerra. I
comunisti si fecero dunque promotori del movimento dei “partigiani della pace”. Nel 1953 moriva Stalin, la
guerra di Corea non era ancora finita e la situazione internazionale era tesa. Alla sua morte seguì una confusa
lotta per il potere, una serie di successori sino ad arrivare nel 58 a Chruscev. Nel 56 Chruscev denunciò i
crimini da lui commessi dando vita al processo di “destalinizzazione”. Il suo sforzo fu quello di ripristinare
una direzione collegiale, quindi di impedire l’accumularsi di un arbitrio illimitato nelle mani di un solo
uomo. Un incidente di percorso rivelò i limiti della liberalizzazione: l’Ungheria avviò un processo di
distacco dall’Urss. Seguirono anni cupi, la destalinizzazione non aveva liberalizzato il mondo sovietico. La
gente dall’Est scappava in Occidente, e questa emorragia divenne un pericolo per l’economia e la società.
Così in una notte il 13 Agosto 1961, Berlino fu divisa da un muro di cemento controllato dalla polizia. Segnò
la chiusura definitiva dell’unico varco rimasto semiaperto nella cortina di ferro.
IL TERZO MONDO, LA DECOLONIZZAZIONE E L’ANTIPERIALISMO
Fra il mondo capitalista e quello socialista si formò un “Terzo mondo” fatto di paesi poveri, per questi era
giunto il momento di arrivare all’indipendenza.
L’America Latina
Il Sudamerica forniva l’esempio più evidente che la decolonizzazione non bastava ad attenuare la
dominazione imperialista. Formalmente erano indipendenti, ma rimanevano nell’arretratezza e dipendevano
dagli USA. Perfino il Messico restava lontano dall’imboccare la strada per la modernizzazione. Il blocco
dello sviluppo fu ancora più grave in Argentina, quest’ultima non resse alla crisi del 29 e un colpo di stato
portò al potere un gruppo di militari che instaurarono una dittatura, e nel 45 il colonnello Peron divenne
presidente della Repubblica. Peron comunque si fece portavoce anche delle masse proletarie, il suo modello
era il fascismo europeo, ma era appoggiato anche da comunisti e socialisti. Istituì la previdenza sociale e il
sistema pensionistico. Venne infine scacciato nel 55 da un colpo di Stato. In Brasile si consolidò una
dittatura detta “getulista” dal suo capo Getulio Vargas.
L’indipendenza dell’India
In India il Partito del Congresso guidato da Gandhi aveva preso sempre più piede. Nel 44 una carestia fece
milioni di morti. Di conseguenza si dimostrava giusta la posizione del partito del Congresso che voleva
l’India libera. Alla fine della seconda guerra mondiale, l’India era stata lasciata libera dagli inglesi, ma data
l’impossibilità di conciliare le due anime nel 47 nacquero due diversi Stati: l’India per la maggioranza hindu,
che diventava Federazione indiana governata da Nehru, e il Pakistan per la minoranza islamica. Dopo
l’indipendenza scoppiò tutta la violenza fra le due comunità religiose che si massacrarono a vicenda. Lo
stesso Gandhi fu assassinato nel 48.
L’estremo Oriente
In Vietnam inizialmente i comunisti avevano conquistato la leadership della guerra di liberazione contro i
giapponesi. Nel 1954 l’esercito comunista inflisse ai francesi una sconfitta a Dien Bien Phu, questi ultimi si
ritirarono dall’intera Indocina, e il Vietnam fu diviso in due come la Corea: a sud i nazionalisti protetti dagli
Americani e al nord i comunisti. L’Indonesia invece raggiunse l’indipendenza nel 49 e il leader nazionalista
Sukarno mantenne il paese lontano dai due blocchi, sino al 65 quando un colpo di stato militare portò al
potere il generale Suharito, e portò l’Indonesia nel campo occidentale, provocando il massacro dei comunisti.
Il nazionalismo arabo. La crisi di Suez
Dopo la fine della seconda Guerra mondiale, il petrolio diventò la più grande fonte di energia del pianeta, e
per questo motivo si cominciarono a giocare le partite più difficili fra nazionalismo e grandi potenze, che ne
volevano il controllo. L’Iran uno dei massimi produttori al mondo di petrolio, decise di nazionalizzarlo, e i
mercati reagirono con il boicottaggio totale.
La guerra di Algeria
L’Algeria era stato il primo dei paesi Arabi ad essere colonizzato (Francia). Migliaia di contadini francesi si
erano trasferiti al di là del Mediterraneo e avevano ricevuto le migliori terre algerine. Ovviamente erano
odiati dagli arabi. L’insurrezione nazionalista scoppiò nel 54 e si trasformò in una guerra di liberazione che
durò 8 anni. Ma l’Algeria riuscì a sopravvivere e a vincere e nel 1962 si arrivò alla pace, e i contadini
francesi furono rimpatriati.
La questione Palestinese
Il più grande fallimento del nazionalismo arabo fu l’incapacità di risolvere la questione Palestinese, ovvero i
profughi che la creazione di Israele aveva costretto ad abbandonare le loro case. I Palestinesi erano vittime di
un’ingiustizia, come anche lo erano coloro che li avevano scacciati, dati i campi di sterminio. Il tutto si
svolgeva nell’ambito della contesa fra USA, dietro ad Israele, e Urss dietro al nazionalismo arabo. Una
guerra civile scoppiò in Libano nel 1974, i cristiani si allearono con Israele e con l’Occidente, i musulmani e
i palestinesi con i sovietici e i siriani. Nessuno è stato in grado di dare una risposta democratica ai problemi
del medio oriente.
La rivoluzione cubana
Cuba era stata l’ultima delle colonie spagnole in America ad aver ricevuto l’indipendenza del 1898 a seguito
di una guerra fra USA e Spagna. Cinquant’anni dopo era governata da Batista. Esisteva però un movimento
nazionalista che sognava per Cuba la piena sovranità, capeggiato da Fidel Castro. Castro organizzò
dall’esilio messicano una spedizione di un piccolo gruppo di militanti intenzionati a provocare la resistenza
contro la dittatura. Riuscì a sbarcare nell’isola nel 56 e riuscì a prendere il potere. Il castrismo si allineò
politicamente all’Urss, come gli altri regimi comunisti.
La rottura tra Cina e URSS
Dopo la presa del potere nel 49 i comunisti cinesi avevano cercato una terza via fra capitalismo e
pianificazione, procedendo lentamente nella collettivizzazione delle campagne, lasciando in parte libera
l’iniziativa privata. Pechino passò allora alla linea del “Grande balzo in avanti”: tutti furono mobilitati a
lavorare nei campi, a costruire dighe e canali, con poveri attrezzi. Lo sforzo fu enorme, ma fu un insuccesso.
La politica estera diventò aggressiva, e li portò ad una guerra di confine con l’India nel 1962, nella quale
l’Urss appoggiò quest’ultima, ed infine ritirò da Pechino anche i suoi tecnici e il sostegno economico,
arrivando nel 69 allo scontro diretto sul fiume Ussuri. Nel complesso il comunismo maoista, rimaneva molto
meno staliniano di quello russo, e con il tempo si mostrò anche capace di dialogare con gli Stati Uniti, che
riallacciarono con Pechino relazioni diplomatiche e commerciali.
La guerra del Vietnam
Dopo gli accordi di Ginevra nel 1954, il Vietnam del Nord prese la strada del comunismo asiatico, il Sud
quella di un regime militare corrotto dipendente dagli Stati Uniti. Contro il governo del Sud si sviluppò il
movimento di guerriglia dei Vietcong. A metà degli anni 60 gli americani che avevano ormai impegnato
mezzo milioni di uomini non riuscivano a prevalere. In più la guerra non era appoggiata dall’opinione
pubblica. E l’uso delle droghe pesanti si diffuse in maniera devastante fra i soldati. Progressivamente con il
ritiro delle forze americane, i vietcong occuparono l’intero Vietnam del Sud.
LA PRIMA REPUBBLICA ITALIANA
Al momento della Liberazione, l’Italia era divisa, al Sud la guerra era finita dal 43, al Nord era durata due
anni di più, e di conseguenza fascismo e antifascismo erano visti in maniera diversa. Al Sud il fascismo era
stato un regime autoritario, ma gli venivano riconosciuti punti a favore: aveva promosso investimenti nelle
campagne e in Sicilia aveva lottato contro la mafia. L’antifascismo era stato un’opposizione conservatrice, in
quanto l’Italia meridionale, era un paese agricolo. Al Nord invece il fascismo, alleato dei nazisti, aveva fatto
cose terribili, e si era squalificato, mentre l’antifascismo era diventato maggioritario. Dopo la Liberazione il
primo governo democratico dell’Italia unita, fu guidato per sei mesi da Ferruccio Parri, dirigente del Partito
d’Azione, il secondo fu diretto dal democristiano Alcide De Gasperi.
Separatismo e mafia in Sicilia
Gli americani avevano liberato la Sicilia nel 45, e con loro arrivavano italoamericani che avevano reti di
parentela nei paesi siciliani da cui erano emigrati. Nella maggior parte dei casi questi erano mafiosi, e spesso
furono loro ad indicare le persone da nominare a capo delle amministrazioni comunali. Fu così che una parte
dei comuni siciliani fu affidata alla mafia.
Dalla costituente alla vittoria democristiana
Il 2 Giugno del 46 ci furono le elezioni dell’Assemblea Costituente, per la prima a suffragio universale anche
femminile. Si votava con il sistema proporzionale di lista, e contemporaneamente un referendum doveva
decidere per la monarchia, e quindi la continuità dell’Italia liberale e del fascismo, o per la Repubblica.
Naturalmente il Nord e il Sud votarono in maniera diversa, al Nord vinse la Repubblica al Sud la Monarchia,
ma nel complesso vinse la Repubblica. La Democrazia cristiana si afferma invece come primo partito.
All’inizio del 48 entrò in vigore la nuova Costituzione.
I democristiani
Il nuovo partito dei cattolici, la Democrazia cristiana, doveva giocare su diversi tavoli, dall’anticomunismo,
all’antifascismo, al senso dello Stato, all’impegno sociale. La loro concezione di libertà era fondata meno sui
diritti dell’individuo e più sugli apporti della comunità, il nome che venne usato per questa visione fu il
“pluralismo”: la società è plurale, fatta di parti, di interessi che insieme concorrono a formare l’unità
complessiva.
I comunisti
L’altra metà del popolo italiano, quella antifascista, laica, repubblicana aveva votato nel 46 per i due partiti
di sinistra: i socialisti e i comunisti. Negli anni seguenti il partito socialista si spaccò. Così il popolo di
sinistra si raccoglieva sotto il Partito comunista, che divenne il più grande dell’Occidente. E l’Unione
sovietica era il loro punto di riferimento.
Il miracolo economico
Fra gli anni 50 e i 60 l’Italia conobbe un buon decennio di crescita economica, che la trasformò in una delle
principali potenze industriali. La popolazione agricola diminuì, e aumentò il numero degli operai. Si
diffusero alcuni “beni di consumo durevoli”, come i mezzi di trasporto privato e gli elettrodomestici.
Nasceva il “tempo libero”, i weekend si potevano impiegare per lo svago. Nel 1954 iniziarono le trasmissioni
televisive, e in seguito le famiglie italiane iniziarono a potersi permettere un periodo di vacanze. Ogni
famiglia aspirava alla casa nuova, dotata di servizi igienici, di acqua corrente e di impianto elettrico. Iniziò
“l’emigrazione” dal Sud al Nord, dalle campagne alle città.
La rivolta giovanile
I giovani furono i protagonisti degli anni 60. Le relazioni sociali erano stravolte dalla velocità del
cambiamento, dalla crescita della produzione e dei consumi che aumentava la libertà. L’università divenne il
punto di maggiore contraddizione di questo sistema culturale e sociale: appariva antiquata, insopportabile e
ridicola. La rivolta degli studenti raggiunse il culmine nel 68: in tutte le università si susseguirono le
occupazioni. Nel 69 si verificò un aumento della conflittualità anche nelle fabbriche, e anche in questo caso
il movimento era giovanile, ma questa volta non volevano un aumento salariale, ma una cultura industriale
diversa, in cui i lavoratori avessero voce in capitolo.

I terrorismi
(Anni di piombo) Nel Dicembre del 69 una bomba esplodeva nella sede affollata della Banca
dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano. Per oltre un decennio seguirono altri attentati, tutti rimasti
impuniti. Le inchieste misero in luce la responsabilità di gruppi dell’estremismo neofascista. A questo
terrorismo “nero” si contrappose sin dagli anni 70 un terrorismo di opposto colore politico, la cui
organizzazione prese il nome di “Brigate Rosse”. Erano studenti e operai, e fautori di un comunismo feroce e
sanguinario. Colpivano intellettuali sia di destra che di sinistra, giornalisti, magistrati, poliziotti, le loro
vittime furono 130. Il Partito comunista, temette per le sorti del sistema democratico, e il nuovo segretario
Berlinguer ritenne che solo un patto di alleanza con la DC avrebbe potuta salvare la legalità e lo chiamò
“Compromesso storico”. Il 16 Marzo del 1978 mentre si recava in Parlamento Moro fu rapito dalle Brigate
rosse: segretamente detenuto per quasi due mesi. Arrivavano lettere autografate di Moro che chiedevano di
trattare per la sua liberazione. Ma i partiti scelsero di non trattare, ma di affidarsi alla polizia. Il 9 Maggio il
cadavere di Aldo Moro fu fatto trovare nel bagagliaio di un’auto in pieno centro a Roma. Ai due terrorismi,
se ne aggiunse un terzo, mafioso, che colpì magistrati, funzionari di polizia e uomini politici. Protagonisti di
questo terzo attacco furono i mafiosi di Corleone, i quali riuscirono ad imporre la loro supremazia sulle altre
cosche mafiose, e poi rivolsero il loro attacco allo Stato. Nel 1970 era stato eletto Sindaco della Sicilia il
mafioso democristiano Vito Ciancimino. Il sistema politico italiano rispondeva con l’ambiguità, da un lato
utilizzava il potere mafioso per assicurarsi il consenso, dall’altro voleva liberarsene. Infatti fu istituita una
commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia. Nel 1980 fu assassinato Mattarella, presidente
democristiano della regione siciliana; due anni dopo toccò a Pio La Torre e al prefetto Carlo Alberto Dalla
Chiesa a cui era stato affidato l’incarico di debellare la mafia. La serie di vittime si concluse nel 92 con la
morte di Salvo Lima colpevole di non aver saputo mantenere i suoi impegni con la delinquenza, e dei due
giudici Falcone e Borsellino.
La famiglia, il divorzio e l’aborto
la società era profondamente orientata sulla vita privata. In Italia della grande triade “lavoro, famiglia e
patria”, due elementi su tre hanno sempre avuto un carattere drammatico. La patria era stata disonorata dalla
dittatura e dalla guerra, e il lavoro era scarso. Nella famiglia tradizionale la distinzione dei ruoli era molto
netta e sbilanciata a favore dell’uomo, che lavorava per sostenerla economicamente. La donna accudiva la
casa.Fu la sinistra a cercare di tutelare la donna, rivendicò il principio dell’uguaglianza fra i sessi. Si diffuse
in Italia anche il femminismo, dalla metà degli anni 60 la natalità cominciò a declinare e il fallimento delle
unioni matrimoniali divenne frequente, anche se il matrimonio restava indissolubile. Il divorzio fu introdotto
nel 1974, dopo aver vinto il referendum. Nel 78 anche l’aborto fu consentito dalla legge, entro i primi tre
mesi di gravidanza, ma solo per ragioni terapeutiche, solo tre anni dopo anche l’aborto vinceva il
referendum.
LA PROSPERITA’ DELL’OCCIDENTE
All’inizio degli anni 70 1/5 degli abitanti di tutto il mondo aveva conosciuto negli anni precedenti una
crescita economica e civile tale da modificarne lo stile di vita. Questo benessere provocava due conseguenze:
la diminuzione dei conflitti all’interno del mondo occidentale, e l’aumento della tensione con e nel blocco
comunista e con il Terzo Mondo. Questa tensione portò ad una serie di conflitti.

La crescita dei consumi


L’occidente ha conosciuto dopo la seconda guerra mondiale una grande espansione: più della produzione
industriale è aumentato il commercio internazionale, l’elettricità, il gas, il telefono e la radio erano già di uso
comune, sono cresciuti i diritti dei lavoratori, ed è aumentata la produttività del lavoro. E’ diventato normale
possedere un’auto, le donne hanno avuto la possibilità di cercare un lavoro. I paesi ricchi hanno sviluppato il
“settore terziario”, e dovunque sono cresciute smisuratamente le città.
L’America: i bianchi e i neri
Negli Stati Uniti la crescita del benessere non andava a vantaggio di tutta la popolazione, anzi le distanze
sociali tendevano ad accentuarsi. Nei confronti di questa popolazione (perdenti), soprattutto nera, si andò
aggravando il problema razziale, venivano relegati in quartieri particolari, con le loro scuole e i loro servizi.
Nel dopoguerra i neri diedero vita a movimenti di riscossa politico-religiosa, ed il principale leader fu Martin
Luther King, premio Nobel per la pace nel 64. Ma altri dirigenti abbandonavano il cristianesimo e
sceglievano l’Islam, fondando il movimento dei “musulmani neri”, e il loro principale teorico fu Malcom
Little (X). Malcom X fu assassinato nel 65.
La svolta Kennediana
Nel 1960 fu eletto presidente negli USA Kennedy, era portatore di un’apertura verso i neri e gli emarginati
che costituiva una novità sul piano politico americano. Kennedy proponeva una legislazione che tutelava i
diritti civili, che chiamò “nuova frontiera”. Anche nei confronti dell’America Latina adottò una politica di
riforme sociali che chiamò “Alleanza per il progresso” (sperava di risolvere la situazione cubana), ma
nessuna delle riforme andò in porto. Il 22 novembre del 63 il presidente fu ucciso. Nel 68 fu assassinato
anche il fratello di Kennedy candidato alla presidenza, probabilmente aveva intenzione di proporre alla
vicepresidenza Martin Luther King, (anche lui fu assassinato) e fu eletto Nixon.
Il Concilio Vaticano
II Per quanto riguarda la Chiesa, la morte di Pio XII nel 58, il papa diplomatico degli anni della seconda
guerra mondiale, le fornì l’occasione di un ripensamento del suo ruolo nel mondo. Il nuovo papa Giovanni
XXIII segnò una svolta nella storia della Chiesa. Era un uomo mite, attento alle cose semplici della vita, ai
bambini, e fu chiamato infatti il “papa buono”. Dall’epoca del Concilio di Trento la Chiesa si era arroccata
nel proprio ruolo di preteso unico depositario della verità divina. Giovanni XXIII ebbe l’idea di convocare un
concilio invece di apertura, un’assemblea che proponesse la Chiesa come forza di progresso. Il concilio
Vaticano II si aprì nella basilica di San Pietro nel 62: per la prima volta si proponeva di aprire la Chiesa agli
altri cristiani e alle altre religioni. I non cattolici, i non cristiani, venivano definiti fratelli e meritevoli di un
rispetto che la Chiesa non aveva mai riconosciuto loro.
Il Modello Socialdemocratico
Il riformismo degli anni 60 fondato sul benessere. Questi sforzi avevano una ragione economica: si doveva
fare in modo che il maggior numero di cittadini si potesse permettere l’acquisto di una casa, di una macchina
ecc. Una ragione politica: far accettare le regole della democrazia liberale, e quindi neutralizzare le spinte
rivoluzionarie. L’insieme di programmi di protezione ricevettero la denominazione di Welfare State. Il paese
più avanti Sul Welfare era la Svezia. Il Welfare inglese è stato il risultato di una estensione a tutta la società
di una serie di vittorie operaie. Ma il paese più importante fu la Germania Federale (Ovest socialista): riuscì a
fornire livelli confrontabili di sicurezza, un benessere superiore, regole politiche democratiche, e un
soddisfacente livello di libertà personale.
L’integrazione Europea
Il continente europeo si era massacrato per un millennio, ora invece formava un solo blocco che si
preoccupava di costruire la pace. Il primo passo dell’integrazione europea fu la CECA nel 51, il secondo la
CED che avrebbe dovuto portare l’Europa dei 6 a disporre di una forza armata comune. Il terzo passo si
rivelò decisivo: l’Europa dei 6 firmava nel 57 il Trattato di Roma, e nasceva il Mercato Comune o CEE, il
cui scopo era quello di abolire al suo interno le tariffe doganali e di facilitare la circolazione. Un ventennio
dopo entravano in funzione le tre istituzioni che avrebbero fatto della Comunità Europea “l’Unione
europea”: un organo di legittimazione politica ovvero il Parlamento, uno deliberativo, il Consiglio dei
ministri, composto da rappresentanti di vari governi, e uno propositivo, ovvero la Commissione. Nel maggio
1998 undici fra quindici, hanno raggiunto l’accordo per adottare una moneta unica “l’euro”.
La definitiva sconfitta del Fascismo
Il fascismo benché sconfitto nella seconda guerra mondiale aveva ancora un largo posto. In Spagna dal 67
per quasi un decennio fu al governo una dittatura fascista (dei colonnelli) con Franco che cadde nel 74, e il
paese si diede strutture democratiche. In Portogallo la transizione fu condotta da una rivoluzione non
violenta detta “dei garofani”: nel 74 un gruppo di ufficiali rovesciò il regime e passò al potere sino al 76,
l’anno delle elezioni che al governo passò la sinistra moderata. In Cile nel 1973 l’esercito instaurò una
dittatura e nel 76 la stessa sorte toccò all’Argentina. Intorno alla metà degli anni 80 anche gli latri Stati
sudamericani ritornarono a forme democratiche di governo e solo da allora il fascismo poté considerarsi
sconfitto nel mondo.
LA CADUTA DEL COMUNISMO
A metà degli anni 60 i regimi comunisti si trovarono al loro punto più alto di credibilità, nei vent’anni
successivi invece si dimostrarono incapaci di avvicinarsi agli scopi che intendevano perseguire. Il
comunismo si divise fra due modelli: sovietico e cinese, in conflitto fra di loro. Dimostrò di non sapersi
evolvere in senso democratico e di non poter competere con la qualità della vita offerta ai propri cittadini
dall’occidente. Progressivamente si sgretolò.
L’auto genocidio dei cambogiani
In Cambogia la vittoria comunista diede luogo ad una delle tragedie più terribili: al regime totalitario più
sanguinario. I dirigenti che avevano preso il potere erano filocinesi e antivietnamiti. Nella primavera del 75 i
“khmer rossi” (comunisti filocinesi) guidati da Pol Pot, entrarono nella capitale di Phnom Penh. In pochi
giorni trasferirono tutta la popolazione in campi di lavoro, nei mesi successivi sterminarono tutti i
cambogiani che avevano un titolo di studio o sapevano una lingua straniera. Nel 79 i vietnamiti invasero la
Cambogia per liberarla. Nell’89 l’esercito vietnamita si ritirò senza che le parti avessero trovato un accordo.
L’Iran e L’Afghanistan
Fin dalla metà degli anni 60 in molti paesi musulmani erano tornati ad emergere i sentimenti radicali del
fondamentalismo islamico. In Iran Khomeini si era affermato nell’opposizione iraniana, ma fu arrestato e
esiliato. Nel 78 le manifestazioni in piazza dell’opposizione portarono all’inizio del 79 lo Shoah ad
abbandonare il paese, e Khomeini rientrò in patria assumendo la guida della “rivoluzione islamica”. Le
donne iraniane dovettero indossare il velo, e l’arma della lotta internazionale contro il capitalismo divenne la
guerra santa. Gli USA da allora con Israele sono diventati il principale bersaglio di una serie di attentati. Una
lunga guerra scoppiò fra i due paesi del Golfo nell’80, e nonostante l’Iraq fosse sostenuto dall’Occidente, il
regime è sopravvissuto e si è rafforzato. Temendo l’influsso della rivoluzione islamica nel 79 le truppe russe
entrarono in Afghanistan, cominciò una guerriglia che durò 12 anni, e nel 91 l’Armata rossa, sconfitta
dovette abbandonare il paese.
L’ondata liberista in occidente
Agli anni della prosperità seguì un parziale ripiegamento, caratterizzato per la prima volta da inflazione e
stagnazione. La forte inflazione degli anni 70-80 provocava molte più speculazioni in borsa che attività
produttive. Nel 1987 Wall Street crollò di colpo come nel 29, ma la crisi questa volta fu riassorbita in tre
mesi. Si fece largo così una reazione liberista al progressismo, e questa reazione si manifesto soprattutto in
Inghilterra e negli USA.
Gorbacev e la fine dell’unione sovietica
Nel 1982 moriva Breznev e al suo posto veniva scelto Andropov, che intendeva risanare l’intera funzione
pubblica dell’Urss, lottando contro la corruzione. Nella sua ombra era cresciuto un gruppo di funzionari
politici, magistrati e poliziotti, fra i cui spiccava Gorbacev, che volevano trasformare l’Urss in un paese
moderno e onesto. Nel 1985 quando Andropov morì salì al potere Gorbacev, questi tentò di risollevare le
sorti dell’Urss con due riforme: la Perestroika (rifondazione) e la Glasnost (trasparenza). Nel 91 però settori
delle forze armate del partito comunista tentarono un colpo di Stato, ma furono fermati dalle manifestazioni
popolari. Gorbacev fu estromesso, e l’Unione sovietica fu sciolta, lasciando il posto a “Stati indipendenti”.
Nel 1989 in Polonia si tennero le prime elezioni libere che videro l’affermazione dei candidati di
Solidarnosc. Il 9 Novembre, a Berlino, un ragazzo dell’Est salì in piedi sul muro, e i poliziotti invece di
sparare lo innaffiarono, così saltò giù dalla parte occidentale. Dopo poco il governo tedesco orientale aveva
ormai autorizzato l’apertura delle frontiere con la Germania Ovest. Anche a Praga il regime fu travolto, e
così in poche settimane i regimi comunisti dell’Europa orientale erano andati in pezzi.
La guerra del golfo
La prima area nel mondo ad essere destabilizzata dalla fine della guerra fredda fu il Medio Oriente. Nel 1990
l’esercito irakeno invase il vicino Kuwait, un piccolo stato ricchissimo di petrolio. Gli USA e i loro alleati
così reagirono immediatamente, e schierarono nel deserto e nel Golfo Persico un forte esercito. L’invasione
irakena costituiva una violazione del diritto internazionale. Ma l’Iraq costituiva una minaccia per l’equilibrio
della produzione petrolifera, e quindi della principale risorsa economica mondiale. La guerra, denominata
“tempesta nel deserto” fu scatenata nel 91, e i concluse in un mese con la sconfitta di Saddam Hussein.
Comunque Saddam continuò a governare il suo popolo, opprimendolo, e una conseguenza notevole della
guerra del Golfo fu il vantaggio del fondamentalismo religioso e del terrorismo internazionale, che da allora
si è intensificato.
La fine della prima repubblica in Italia
Nel campo capitalista l’Italia fu il paese più destabilizzato dalla caduta del muro di Berlino. Nel Giugno del
91 gli italiani furono chiamati alle urne per un referendum, sino ad allora la “preferenza multipla” aveva
favorito manovre illecite, e infatti la maggioranza degli italiani impose l’istituzione della preferenza unica: il
primo passo verso il sistema maggioritario. Nel 92 Salvo Lima moriva. Nei mesi seguenti, l’inchiesta
denominata “Mani Pulite” rivelò che l’intero sistema politico di governo era corrotto, e in misura più ridotta
l’opposizione. Contemporaneamente a Palermo morivano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e in quei
mesi fra inchieste milanesi e guerra di mafia, il sistema politico sembrò sprofondare. Numerosi uomini
d’affari e dirigenti politici furono arrestati, alcuni si suicidarono, uno dopo l’altro i massimi capi di Cosa
Nostra furono arrestati. Craxi fuggì all’estero, e Andreotti fu addirittura accusato di aver incontrato
personalmente il capo della mafia, ma fu assolto. Il partito socialista uscì dalla scena; la Democrazia cristiana
cambiò nome in Partito Popolare. Il sistema politico italiano si orientava verso una struttura bipolare: a
sinistra il partito più forte era il PDS, e a destra emergeva una nuova formazione creata da Silvio Berlusconi
“Forza Italia”, affiancata da Alleanza Nazionale. Negli anni seguenti è avvenuto quello che la situazione
internazionale aveva reso impossibile: l’alternanza del governo.

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