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La frase minima, costituita soltanto dal soggetto e dal predicato.

L`attributo è un elemento aggettivale che qualifica e determina un nome, da cui dipende


sintatticamente. Da questi esempi possiamo vedere che aggettivi qualificativi (vecchia, buon),
possessivi (mio, mia), numerali (otto, nove, primo) e participi (importante, scrosciante) possono fare
da attributo, dimostrativi: Io abito in quella villa laggiù. Un aggettivo indefinito: questa roba vale
pochi soldi. Nessun critico ha apprezzato quel film. Un aggettivo interrogativo: Che abito indosserai?
Un aggettivo esclamativo: Che errore hai fatto!

L'attributo del soggetto: quando l'aggettivo accompagna il nome che funge da soggetto: La vecchia
quercia resiste al vento.

L'attributo del complemento oggetto: quando l'aggettivo accompagna il nome che funge da CO:
Laura beve una bibita fresca.

L'attributo di un complemento indiretto di qualsiasi tipo, quando l'aggettivo accompagna il nome


che funge da compl indiretto: Paolo studia con un suo compagno.

L'attributo dell'apposizione quando l'aggettivo accompagna un nome che funge da apposizione:


Gianni, un nostro amico, è partito.

L'attributo del predicato nominale: quando l'aggettivo accompagna un nome che costituisce la parte
nominale di un predicato nominale: Mio fratello è un bravo tennista.

L`apposizione è un nome che si colloca accanto a un altro nome, per meglio descriverlo e
determinarlo. Quando è costituita da un nome solo l'apposizione si chiama apposizione semplice.
Quando è invece costituita da un'espressione più ampia allora si chiama apposizione composta.
Quanto Petrarca, re del verso, è maestro nell`arte di......(apposizione del soggetto); Per i meriti di Gesù
Cristo, il nostro salvatore.(apposizione del complemento di specificazione); I miei due compagni
soffrivano lievemente di mal di montagna, naturale conseguenza della stanchezza e del freddo.
(apposizione del complemento di causa.)

Il posto dell'apposizione. L'apposizione può sia precedere sia seguire il nome cui si riferisce. Di
solito. Quando è semplice, in particolare quando è costituita da un nome indicante parentela (zio,
fratello, cugino, padre ecc) o da un titolo accademico o professionale (dottore, professore, avvocato,
ingegnere ecc) o da un titolo nobiliare (conte, marchese, re, imperatore ecc) o da un nome geografico
(fiume, monte, regione ecc) o da un termine grammaticale (parola, verbo, congiunzione, aggettivo)
l'apposizione precede il nome: Lo zio Giuseppe, L'ingegner Bianchi, il marchese Anselmi, il fiume
Adige, la congiunzione 'ma'. Invece quando è composta, cioè quando è accompagnata da una ulteriore
determinazione, l'apposizione tende a porsi dopo il nome: Sono stato graffiato da Baffetto, il gatto di
mia zia.

ALTRI ELEMENTI DELLA PROPOSIZIONE:


I COMPLEMENTI

I COMPLEMENTI sono elementi della frase che hanno la funzione di completare, a vario titolo e in
modi diversi, il significato dello schema di base della frase, costituito dal soggetto e dal predicato.

In base al modo in cui si collegano all'elemento da cui dipendono si distinguono in:

1. COMPLEMENTI DIRETTI:
Quando si uniscono direttamente all'elemento da cui dipendono (per lo più un verbo transitivo) senza
l'aiuto di una preposizione: Paolo legge un libro.

2. COMPLEMENTI INDIRETTI:

Quando sono introdotti nella frase o si uniscono all'elemento da cui dipendono per mezzo di una
preposizione semplice o articolata:

Paolo ha scritto una lettera alla nonna.

Il babbo partirà per Roma con il treno.

3. COMPLEMENTI AVVERBIALI:

Quando sono costituiti da avverbi o da locuzioni avverbiali che completano il significato del verbo,
dell'aggettivo, del nome o dell'avverbio cui si riferiscono precisandolo o modificandolo:

Luca ha salutato gli ospiti gentilmente.

La nonna è arrivata adesso.

Io vivo qui.

Ti sei alzato troppo presto.

IL COMPLEMENTO OGGETTO DIRETTO (COD)


Il complemento oggetto è l'elemento della frase (nome o qualsiasi parola in funzione di nome) che
completa il predicato verbale precisando l'oggetto dell'azione espressa dal verbo e unendosi
direttamente al verbo senza l'aiuto di alcuna preposizione.

COMPLEMENTO DELL'OGGETTO INTERNO Tuttavia, alcuni verbi intransitivi possono


reggere un COD quando questo è rappresentato da un nome che ha la stessa radice del verbo o esprime
un significato affine a quello del verbo: Vivere una vita tranquilla. Combattere una giusta battaglia.

Quando un verbo intransitivo e il suo complemento oggetto sono formati da parole che presentano la
stessa radice (Vivere una vita tranquilla. Morire una morte gloriosa.) si parla anche di
COMPLEMENTO OGGETTO ETIMOLOGICO o FIGURA ETIMOLOGICA, in quanto verbo
e complemento oggetto hanno la stessa etimologia.

IL COMPLEMENTO OGGETTO PARTITIVO

Talvolta il COD anziché collegarsi direttamente al verbo transitivo senza alcuna preposizione è
introdotto da quella particolare preposizione DI (del, dello, delle, degli.....) che prende il nome di
ARTICOLO PARTITIVO e che da all'oggetto un senso indefinito o lo porta a indicare una quantità
generica. Allora si chiama COMPLEMENTO OGGETTO PARTITIVO.

Ho invitato degli amici (= alcuni amici).

Paolo ha portato dell'uva (= un po' di uva).

Mangio del pane. Nel bosco ho visto degli animali selvatici. → COD: sempre e soltanto dipende da un
verbo.

Mi piace il profumo del pane. Luca ha paura degli animali selvatici. → Complemento di
specificazione sempre dipende da un nome.
Uno di noi deve andarsene. → Complemento partitivo indica il tutto di cui il nome che lo regge
indica una parte.

IL PREDICATIVO DELL'OGGETTO/SOGGETTO
Il predicato con i verbi copulativi e il predicativo del soggetto: un particolare tipo di predicato, che
potremmo dire intermedio tra predicato verbale e predicato nominale, è quello che si forma con i
verbi copulativi (effettivi, appellativi, elettivi, estimativi ecc.). Si chiamano copulativi perché
necessitano di un complemento predicativo per avere senso compiuto. Come il predicativo del
soggetto, il predicativo dell'oggetto dipende direttamente dal verbo, ma può anche essere introdotto da
preposizioni, avverbi e locuzioni preposizionali come per, da, a, come, in qualità di ecc.

I complementi indiretti
Il complemento di specificazione spiega il significato generico del nome da cui dipende,
specificandone, cióè determinandone o precisandone, il valore. È introdotto dalla preposizione di.

a. SPECIFICAZIONE POSSESSIVA:
Siamo venuti con l'automobile di Piero.

b. SPECIFICAZIONE QUALIFICATIVA, quando equivale ad un aggettivo dal quale spesso


può essere sostituito in funzione di attributo, perciò viene chiamato anche il complemento di
specificazione attributiva:
I programmi della televisione (= programmi televisivi)

c. SPECIFICAZIONE SOGGETTIVA o OGGETTIVA, in dipendenza di nomi come amore,


odio, pietà, desiderio, paura, attesa, nostalgia:
La nostalgia di Gianni era sincera e profonda.

Elena sentiva nostalgia di Gianni.

d. SPECIFICAZIONE PARTITIVA o COMPLEMENTO PARTITIVO:


Un nome, un aggettivo o un pronome si possono spiegare o specificare con l'indicazione del
tutto o intero da cui viene separato o disinto ciò che essi significano. In questo caso la
specificazione è detta partitiva ed è retta da sostantivi che indicano la parte di un tutto, da
pronomi indefiniti, interrogativi, numerali o da superlativi relativi. Spesso non ha solo
significato di separazione ma anche di scelta di una parte dal tutto ed in tal caso la
preposizione di è sostituibile con tra o fra.

Prendo la metà di una mela.

Due delle mie sorelle sono bionde.

Pochi di noi cantano bene.

Chi di loro è andato?

Alcuni di (tra) noi conoscono la lingua inglese.

Il complemento di denominazione
Il complemento di denominazione determina con un nome specifico – per lo più un nome proprio – il
nome generico che lo precede. È introdotto dalla preposizione di e determina per lo più:

 un nome geografico, come città, isola, penisola, regno, reppublica, comune: La città di Roma.
L'isola d'Elba. Il regno d'Olanda. Il comune di Torino.
 un nome generico nome, cognome, soprannome, pseudonimo, epiteto, titolo: Per il bambino
abbiamo scelto il nome di Andrea. Lo scrittore Secondo Tranquilli è noto con lo pseudonimo
di Ignazio Silone. Il nonno ha ricevuto il titolo di cavaliere.
 i nomi mese e giorno: Il mese di febbraio è molto rigido.
Con il nome regione, poi, si ha il complemento di denominazione quando si tratta
della regione di un paese straniero: La regione della Provenza si trova nel Sud della
Francia; ma quando accompagna le attuali regioni italiane il nome regione funziona
come apposizione: La regione Piemonte ha varato una legge sulla tutela del
territorio.

Il complemento di origine o provenienza


Indica il luogo o la famiglia o la condizione sociale ed economica da cui proviene qln o qlc, in senso
proprio o in senso figurato. È retto da verbi come nascere, discendere, provenire, derivare, sorgere,
essere o da aggettivi di significato affine come nativo, originario ed è introdotto dalle preposizioni da
e di:

La mia famiglia è originaria della Sicilia. La lingua italiana deriva dal latino. Il mio cane è nato da un
pastore tedesco e da una collie. Tutti i nostri guai sono derivati da quella menzogna.

Gianni è nato a Roma ma da una famiglia di Trieste (=originaria di Trieste). Leonardo da Vinci (=
nato a Vinci). Qui si vendono formaggi della Valtellina (=provenienti dalla Valtellina).

Il complemento di limitazione
Precisa quali limiti o in relazione a quale ambito ha valore ciò che è detto da un aggettivo, da un
sostantivo o da un verbo. Per lo più è introdotto dalla preposizione di ma spesso anche dalle
preposizioni da, in, per, a:

Mio zio è un uomo alto di statura. Laura è sempre stata pronta di parola. La mattina sono piuttosto
lento di riflessi. Il gattino è cieco da un occhio. Carlo è un genio in matematica. Nel tennis sei
imbattibile.

Può essere introdotto anche da locuzioni preposizionali di valore chiaramente limitativo come:
rispetto a, relativamente a, in quanto a, limitatamente a, in fatto di e simili.

Il complemento di età indica l`età di qualcuno o di qualcosa oppure precisa a che età qualcuno
ha compiuto una certa azione o si è trovato in una certa situazione. Nel primo caso, dipende da un
nome ed è introdotto dalla preposizione di o dalle locuzioni all`età di, in età di e simili. Per esprimere
l`età approssimativa si usa la preposizione su:

La nonna di Paolo è una signora di sessant`anni.

Abbiamo comprato un cucciolo di pochi mesi.


Il complemento di argomento indica l`argomento di cui si parla, si scrive o si tratta. È retto
per lo più da verbi come parlare, dire, raccontare, riferire, scrivere, discutere, trattare ecc. oppure da
nomi di significato corrispondente come libro, articolo, trattato, discussione, convegno, ricerca,
consiglio, parere, discorso, ed è introdotto dalle preposizioni di, su, circa, sopra oppure da locuzioni
preposizionali come intorno a, a proposito di, riguardo a:

Tutti parlano molto bene di te. Mio padre e mio fratello dicutono sempre di calcio.

Il complemento di qualità indica una qualità o una caratteristica, fisica, morale o intellettuale,
di qualcuno o di qualcosa. Determina per lo più un nome ed è introdotto dalla preposizione di e, più
raramente, da, a, con:

Ci rivolgeremo a un avvocato di grande esperienza.

Era un tipo di bassa statura.

Il complemento di materia indica il materiale o la sostanza di cui è fatto un determinato


oggetto. Determina un nome o, più raramente, un verbo come fare, fabbricare, costruire, ed è retto per
lo più dalla preposizione di, qualche volta anche da in:

Una ringhiera di legno.

Un sacchetto di plastica.

Il complemento di termine indica la persona o la cosa a cui è diretta o in cui si conclude – ha


«termine» - l`azione (il fatto o la circostanza) espressa dal verbo. È introdotto sempre e soltanto dalla
preposizione a. Insieme al complemento oggetto e d'agente appartiene ai più importanti complementi
del verbo sia transitivo che intransitivo:

Bisogna mettere delle toppe al maglione.

Ti manderó un telegramma.

Il complemento di interesse
Se il comp di termine ha un particolare significato di utilità o di difesa, ovvero, al contrario, di danno
od opposizione per la persona o cosa a cui si riferisce, prende la denominazione di complemento
d'interesse da alcuni grammatici chiamato anche complemento di vantaggio o svantaggio.

La fanciulla coltiva i fiori per la padrona.

Combatto per la patria (per la difesa della patria)

L'aria libera giova alla salute.

È retto dalle preposizioni per, a, verso, contro, o dalle locuzioni: a vantaggio di, in favore di, a
(per) difesa di, a pro di, in opposizione a, ecc., in risposta alla domanda per chi? per che cosa? a
vantaggio o svantaggio di chi? di che cosa?

Il complemento di fine (o scopo) e tendenza indica l`obiettivo o lo scopo in vista del


quale si compie un`azione oppure la destinazione cui è adebita una cosa. (esprime la tendenza o
attitudine al quale mira o propende la persona, la cosa, l'azione indicata dal verbo o dal sostantivo o
aggettivo reggente. È introdotto dalle preposizioni per e da e anche, più raramente, in, a, di oppure
dalle locuzioni preposizionali allo scopo di, a scopo di, in vista di, al fine di e simili. Risponde alle
domande: a che scopo?, per qual uso?, a che cosa?

Lavoriamo per l`allestimento della mostra. Bisogna costruire uno sbarramento a protezione del
centro abitato. Gli amici hanno organizzato una festa in tuo onore.

Il complemento d`agente o di causa efficiente


Il complemento d`agente indica l`essere vivente – persona o animale – da cui viene compiuta l`azione
espressa da un verbo passivo.

Questo quadro è stato comprato dal nonno.

I complementi d`agente o di causa efficiente sono introdotti dalla preposizione da oppure, più
raramente (nel linguaggio burocratico), dalle locuzioni preposizionali da parte di, ad opera di.

Il complemento di causa indica il motivo per il quale si fa o si verifica ciò che è espresso dal
verbo. È introdotto dale preposizioni per e di, a da, con o dalle locuzioni preposizionali a causa di, a
motivo di, a cagione di, per via di.

Paolo è stato lodato per la sua preparazione.

Il pappagallino è morto di freddo.

Laura soffre di nostalgia.

I complementi di luogo esprimono le diverse posizioni nello spazio in cui si può collocare
un`azione o un essere vivente o una cosa. Ci sono quattro tipi:

IL COMPLEMENTO DI STATO IN LUOGO indica il luogo in cui o dentro cui si trova qualcuno o
qualcosa.

È introdotto, per lo più, dalle preposizioni in e a oppure, con sfumature spaziali varie da preposizioni
come su, tra, sopra, sotto, fuori, dentro..

IL COMPLEMENTO DI STATO IN LUOGO indica il luogo verso il quale si muove qualcuno o


qualcosa oppure è diretta un`azione o una circostanza. Dipende da verbi che esprimono movimento
come andare, partire, recarsi, dirigersi, entrare, giungere, tornare, salire, scendere, mandare,
spedire oppure da nomi di significato analogo come partenza, arrivo, ritorno, entrata, corsa,
spedizione, ed è introdotto per lo più dalle preposizioni in e a. È anche introdotto dalle preposizioni
per, verso, sopra, sotto, dentro ecc.

IL COMPLEMENTO DI MOTO DA LUOGO indica il luogo da cui arriva il soggetto o da cui prende
inizio l`azione. È retto da verbi di movimento come venire, partire, arrivare, provenire oppure da
nomi di analogo significato. È introdotto dalle preposizioni da, di.

IL COMPLEMENTO DI MOTO PER LUOGO indica il luogo attraverso il quale si passa o


attraverso il quale viene compiuta un`azione di movimento. È retto da verbi di movimento come
passare, entrare, uscire ed è introdotto dalle preposizioni per, attraverso, in e da.

Il complemento di allontanamento o separazione


Indica l'essere vivente o l'oggetto inanimato da cui qlc si allontana o è lontano, si separa o è separato,
si libera o si distingue, in senso proprio o in senso figurato. È retto da verbi indicanti allontanamento,
separazione, liberazione, distacco, differenziazione, assoluzione e simili (abbandonare, separarare,
separarsi, liberare, liberarsi, allontanare, allontanarsi, distinguere, dividere, assolvere, scagionare ecc.)
e da nomi e aggettivi di significato affine, ed è introdotto dalla preposizione da:

Luigi è stato allontanato dalla scuola. Il Ticino divide il Piemonte dalla Lombardia. Ho separato i
vestiti invernali da quelli estivi. I miei disegni sono molto diversi dai tuoi.

I complementi di tempo
I complementi di tempo indicano le diverse circostanze di tempo in cui può svolgersi l'azione o può
verificarsi la condizione espressa dal verbo. Tali circostanze sono molteplici e, quindi, molteplici sono
le determinazioni che le indicano. Tra tutte, però se ne individuano due fondamentali, alle quali le altre
sono riconducibili:

- il complemento di tempo determinato

- il complemento di tempo continuato

Il complemento di tempo determinato


Indica il momento o l'epoca in cui si verifica l'azione o la situazione espressa dal verbo. È introdotto
dalle preposizioni in, a, da o da locuzioni preposizionali come al tempo di, ma spesso si trova anche
senza preposizione, come complemento diretto circostanziale:

Prenderò le ferie in settembre. Di notte molti hanno paura del buio. L'ho incontrato alle cinque, per
strada. La mattina faccio sempre un'abbondante colazione. L'anno prossimo andremo al mare. Il mio
fratellino è nato il 2 ottobre 1980.

Il complemento di tempo continuato


Indica la durata dell'azione, cioè quanto dura nel tempo l'azione o la situazione espressa dal predicato.
È introdotto dalla preposizione per o, con lievi sfumature di significato, dalle preposizioni in, durante e
oltre, ma spesso si presenta senza preposizione.

Luca resterà a Roma (per) dieci giorni. Ho nuotato (per) due ore. In tutta la giornata non ha telefonato
nessuno. Durante tutta la cerimonia ha continuato a piovere a dirotto. Ti abbiamo aspettato oltre
un'ora (=per più di un'ora).

Fare l'analisi logica della frase semplice o complessa significa scomporre la frase nei suoi elementi
costitutivi – sia essenziali (soggetto e predicato) sia accessori (complementi, attributi, apposizioni,
predicativi) e individuare la loro funzione sintattica per stabilire i rapporti che esistono tra essi.

Fare l'analisi sintattica della frase complessa consiste nell'identificare le varie specie di proposizioni
che compongono la frase complessa (proposizione principale, coordinata, subordinata, vari tipi di
subordinate...temporali, consecutive, causali, finali......).
LA COORDINAZIONE

COORDINAZIONE o paratassi: le proposizioni si trovano, sintatticamente sullo stesso piano,


dunque puo' avvenire solo tra proposizioni che abbiano la stessa funzione sintattica.

DIVERSI TIPI DI PROPOSIZIONE COORDINATA:

 COPULATIVE: introdotte dalla cong. Copulativa affermativa e o da quella negativa


ne: Siamo usciti e siamo andati al cinema. Non so dove abiti Sergio ne dove lavori.
 DISGIUNTIVE: introdotte da una congiunzione disgiuntiva che le lega ponendole in
alternativa: o oppure, ovvero.: Mangeremo una pizza o andremo al cinema.
 AVVERSATIVE: introdotte da una congiunzione avversativa: ma, pero', eppure,
tuttavia, nondimeno.: Ho telefonato a Laura, ma non l'ho trovata.
 ESPLICATIVE: quando sono introdotte da una congiunzione che segnala ch ela
seconda spiega o precisa la prima: ossia, cioe', infatti.: Paolo ce l'ha con me: infatti
non mi ha neppure telefonato.
 CONCLUSIVE: introdotte da una congiunzione conclusiva, che le lega stabilendo tra
esse un rapporto di conseguenza: dunque, percio', pertanto, quindi: Hai sbaglaito,
quindi e' giusto che paghi.
 CORRELATIVE: introdotte da congiunzioni o locuzioni correlative, che le legano
strettamente facendo in modo che l'una richiami direttamente l'altra su un piano
copulativo (e…e, sia…sia, ne…ne) disgiuntivo (o…o, oppure…oppure), comparativo
(quanto piu'…tanto piu').: Ne ha scritto ne ha telefonato. Ho scelto questo abito sia
perche' mi piace il colore sia perche' e' molto comodo.

LA SUBORDINAZIONE
SUBORDINAZIONE o ipotassi: le proposizioni non si trovano, sintatticamente sullo stesso piano,
cioè una dipende dall'altra. Le proposizioni sono collegate tra loro mediante congiunzione
subordinativa e sono in rapporto gerarchico: LA PROPOSIZIONE PRINCIPALE O REGGENTE E'
AUTONOMA, INDIPENDENTE, MENTRE LA SECONDARIA O LA SUBORDINATA DIPENDE DA
ESSA.

La forma delle proposizioni subordinate: ESPLICITE E IMPLICITE (p. 500).

 ESPLICITE (lat. EXPLICITUS 'espresso con chiarezza') quando hanno per predicato
una forma verbale di modo finito (indicativo, congiuntivo, condizionale; l'imperativo,
che pure e' un modo finito, non viene mai usato nelle subordinate): L'imputato
proclamo che era innocente. Parlava piano perche' nessuno lo sentisse.
 IMPLICITE (lat. IMPLICITUS 'chiuso, intricato'), quando hanno per predicato una
forma verbale di modo indefinito (participio, gerundio, infinito): Morto il padre, i figli
vendettero il podere. Si allontanarono camminando rapidamente. Sono qui per
parlarti.
Quell'uomo rispose che non sapeva niente. – Quell uomo rispose din on sapere niente.

Ho incontrato Laura mentre tornavo da scuola. – Ho incontrato Laura tornando da scuola.

Mi prego affinche' facessi presto. – Mi prego di fare presto.

Preferi' non uscire perche' era stanco. – Essendo stanco preferi' non uscire.

LA PROPOSIZIONE CAUSALE
(perché, poiché, giacché, che, siccome, per il fatto che, dato che, dal momento che…) indica la
causa o la ragione per cui si compie l'azione o si verifica la situazione espressa nella reggente:

Non esco perché sono stanco.

Antonio è stato male per aver mangiato troppo.

LA PROPOSIZIONE FINALE
(perché, affinché, che, onde, acciocché, in modo che, per, a, di, con lo scopo di, al fine di, in modo
che, in modo di, nell'intento di, pur di) indica il fine o lo scopo a cui è diretta l'azione espressa nella
proposizione reggente:

Faremo di tutto perché tu sia felice.

LA PROPOSIZIONE CONSECUTIVA
(che anticipata da: così, tanto, talmente, tale, siffatto, simile ecc. oppure cosicché, sicché, talché, in
modo tale che, al punto che ecc.) indica la conseguenza o l'effetto di quanto è detto nella reggente:

Il film era così divertente che tutti in sala ridevano.

LA PROPOSIZIONE MODALE (come, nel modo che, nel modo in cui, come se,
comunque, quasi che…) indica il modo in cui si svolgono l'azione o il fatto espressi nella
reggente:
Comportati come ti sembra più opportuno. Venne verso di noi urlando minacciosamente.

LA PROPOSIZIONE STRUMENTALE
indica l'azione o la circostanza mediante le quali si realizza quanto è espresso nella reggente:

Sbagliando si impara. Mario è diventato forte e robusto facendo molto sport. A forza di insistere,
l'abbiamo convinto.

LA PROPOSIZIONE TEMPORALE: indica quando si verifica, si e' verificato o si


verifichera' quanto e' detto nella reggente. Il rapporto di tempo puo' essere:

• CONTEMPORANEITA‘
• POSTERIORITA‘
• ANTERIORITA'

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