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EPICA
Caratteristiche generali
EPICA (pl. -che) genere poetico consistente nella narrazione di fatti eroici e meravigliosi,
relativi a gesta e imprese di eroi o di popoli.
Omero
Con il nome di Omero ( in greco Homeros) viene tradizionalmente identificato l’autore di due
capisaldi della letteratura occidentale, l’Iliade e l’Odissea.
La questione omerica –la paternità della questione viene tradizionalmente attribuita a tre
studiosi François Hèdelin abate d’Aubignac, Giambattista Vico e soprattutto Friedrich August
Wolf.
Analitici – Omero è il padre dei due poemi
Unitari – almeno i due poemi
Iliade
- ventiquattro libri o canti
- narra le vicende di un breve episodio della storia della guerra Troia, quello dell’ira dell’eroe
Achille.
Odissea
- ventiquattro libri o canti
- tratta delle avventure capitate all’eroe Greco Odisseo durante il suo lungo viaggio di ritorno
verso la sua patria Itaca, dopo la caduta di Troia.
L’Eneide è il sommo poema epico della cultura latina scritto dal poeta e filosofo Virgilio nel I
secolo a.C. È diviso in dodici libri e narra la leggendaria storia di Enea, un principe troiano
fuggito dopo la caduta della città, che viaggiò fino all’Italia diventando il progenitore del
popolo romano. I primi sei libri rinviano, infatti, al modello dell’Odissea (il viaggio
avventuroso); i secondi sei al modello dell’Iliade (la guerra). Eneide che, guidato da Giove,
rappresenta la pietas intesa come devozione e capacità di ragionare.
Alla maniera omerica la narrazione è preceduta da un proemio comincia con un “in medias
res”.
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LIRICA EPICA
- scritta in lingua d’oc - scritta in lingua d’oli
- Francia meridionale - Francia settentrionale
La poesia provenzale
Influisce la lirica volgare europea. Nella lirica provenzale la donna amata viene rappresentata
dai trovatori come castellana o signora l’amante come vassallo fedele, l’amore come servizio.
Chanson de Roland è scritta intorno alla seconda metà dell’XI secolo. È una chanson de geste
appartenente al ciclo carolingio, considerata tra le più belle opere della letteratura medievale
francese.
Il testo
È un poema epico scritto in 4000 decasillabi raggruppati in lasse da un autore ignoto (fosse
Turoldo). Turoldo viene nominato unicamente nell’ultimo verso della Chanson e solo nella
versione del manoscritto di Oxford.
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LASSA è una strofa costituita da un numero variabile di decasillabi, uniti da una medesima
rima, molto più spesso, assonanzati.
ASSONANZA è rima consistente nell’identità delle vocali finali a cominciare dalla vocale
accentata, mentre differiscono le consonanti.
EPISODO STORICO è contenuto nella “Vita Karoli”, biografia di Carlo Magno. L’esercito di
Carlo Magno al ritorno da una spedizione contro gli Arabi di Spagna fu sorpreso al passo di
Roncisvalle, nei Pirenei, da una schiera di montanari baschi. Nell’imboscato fu assalita e
sterminata la retroguardia delle truppe franche. I baschi furono trasformati in un’orda di
saraceni e la battaglia divenne uno dei più grandi scontri tra cristiani e mussulmani. Carlo
magno diventa un sovrano vecchio e saggio.
Saraceni - denominazione generica con cui i cristiani nel Medioevo chiamavano i
mussulmani.
Perché l’interesse per gli avvenimenti storici accaduti tre secoli prima? Il nuovo spirito di
crociata sorto alla fine dell’ XIesimo secolo
Nella prima parte abbiamo due personaggi: Roland, figlio della sorella di Carlo Magno, e
Gano, sposo della madre di Roland e quindi suo patrigno. Roland – è simbolo dell’eroe
perfetto tradito da Gano di Maganza che impersona il male.
Carlo magno riunisce intorno a sé tutti i suoi cavalieri per discutere l’offerta di pace. Roland
propone di rifiutare senza nemmeno discutere l’offerta, Gano invece di accettarla.
Si decide di inviare un messaggero a Marsilio. Viene scelto Gano, pero Gano sapendo che
altri messaggeri inviati presso, Marsilio non sono più tornati, pensa che il figliastro lo abbia
proposto per mandarlo a morte. Gano parte, viene a Marsilio, Gano tradisce il suo signor.
Gano si impegna a far sì che, mentre l’esercito guidato da Carlo Magno si avvia verso la
Francia, Roland venga a trovarsi a capo della retroguardia nei pressi della gola di Roncisvalle
Tutta la retroguardia viene uccisa. La spada di Roland - Durlindana.
Gano viere legato a quattro cavalli che la squartano.
In Italia settentrionale si scrivano versi e tra le opere più conosciute sono quelle che parlano di
Tristano e Isotta. Tristano è ferito e le sue ferite sono guarite per una certa Isotta. Poi Tristano
va con lei fronte di Marco per sposarla. Loro due si innamorano, re Marco scopre le amanti e
sposa Isotta la bionda e manda via Tristano. Tristano va in una terra lontana e sposa Isotta
dalle bianche mani, però non dimentica Isotta la bionda. Un giorno viene ferito di nuovo e
solo quella Isotta la bionda la può salvare. Una nave va ad Isotta. Se la nave porta una vela
bianca lei arriva, si porta nera, no. Arriva la nave con una vela bianca, però la moglie
mentisce e Tristano more quando sente che la vela è nera. Quando Isotta, la bionda, vede
Tristano, muore anche lei.
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Ciclo Arturiano
– I romanzi in versi sono scritti in ottonari primati acopie. Sono accompagnati con la
musica, mentre il romanzo è destinato alla recitazione a voce alta o alla lettura. Il romanzo
nasce dal distacco della forma poetica dalla forma musicale, scritto per esser letto.
CHANTER (CANTARE) per l'epica e LIRE (LEGGERE) per i romanzi
Se nell’epica del ciclo carolingio il cavaliere combatteva per la fede e per la patria, nei
romanzi del ciclo bretone il cavaliere combatte principalmente per sé e per acquistare gloria e
onore agli occhi della donna amata.
Lancelot è innamorato di Geneva, la moglie di re. Tradisce il re e lui lo esilia. Era molto
famoso un trattato “DE AMORE” di Andrea Cappellano in cui l’amore è una cosa estranea al
matrimonio. La storia di Lancelot viene molto famosa.
Il quel periodo in Italia guitiari e canterini recitavano sulle piazze. Loro recitavano l’opere
contenuto cavalleresco tratto dalla legenda di ciclo carolingio.
Fra il 12 e 13 secolo abbiamo la tendenza di coordinare i cantari nei cicli. Oggi si conoscono
alcuni testi scritti nel ‘400.
Abbiamo coesistenza del latino e del volgare. In tutta l’Italia quando usano il latino, scrivono
in stesso modo. Ma quando si usa l’italiano ogni città scelga diversi generi e diversi temi.
Quassi tutta la letteratura epico cavalleresco si scrivevano per la più a Ferrara e a Firenze. Gli
umanisti vivevano sulle corti.
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LUIGI PULCI
Nato nel 1432. Quasi tutta la famiglia fu legata al letteratura. Lui entra nel servizio dei Medici
nel 1461 e al servizio di Lucrezia Tornabuoni (madre di Lorenzo).
In quel periodo sul corte degli medici esistevano due tendenze. Una che puntava sullo
sviluppo di una letteratura in latino e altra che vuole seguire la tradizione letteraria fiorentina
in volgare.
Lucrezia era favorevole alla letteratura in volgare e probabilmente per il suo desiderio Pulci
comincia scrivere IL MORGANTE.
Verso 1461 la fortuna di Pulci presso i Medici cambia per il cambiamento della politica
culturale dei Medici. Abbaiamo una nuova cultura che sotto l’influsso di Marilio Ficino (il
suo nome si lega con il neoplatonismo). Lui vuole conciliare la filosofia classica e la religione
cristiana. Nacquero le polemiche tra Pulci e Ficino e Ficino accusa Pulci di eresia. Alla fine
Lorenzo manda via Pulci.
Lui muore a Padova nel 1484 sepolto in terra sconsacrata come eretico.
Pulci ha scritto un poemetto “La beca da dicomano” in cui lui prende un opera di Lorenzo e la
scrive in modo ironico.
“La Giostra di Lorenzo” in cui parla della vittoria di Lorenzo in una giostra e alla fine scrive
tre sonetti di foro giocoso.
Scrive due operette non poetiche: “Il Vocabolista”- raccolta di latinismi e il “Vocabolarietto
di lingua furbesca” – raccolta di voci gergali.
La convivenza tra le due tendenze culturali non era completamente pacifica come dimostrano
alcuni violenti sonetti scritti nel 1465 da Pulci contro l’umanista Bartolomeo Scala
IL MORGANTE
La genesi
L’opera in una prima redazione formata da 23 canti (o cantari come Pulci preferì chiamarli) fu
scritta fra il 1461 e il 1472 ed ebbe probabilmente una prima edizione nel 1478 che non ci è
pervenuta cioè è andata perduta. Due altre edizioni sempre in 23 cantari furono tampate nel
1481 a Firenze e nel 1482 a Venezia.
L’autore continuava a lavorare al poema che nel 1483 venne pubblicato nella redazione ultima
costituita da 28 cantari. Intanto venivano frequentemente stampati anche estratti dell’opera
con il solo episodio di successo incontrato dal personaggio del gigante.
Il titolo di Morgante compare infatti per la prima volta nel frontespizio dell’edizione del 1481,
dove si dice anche che esso è stato imposto all’autore dal pubblico. L’edizione del 1483 in 28
canti ha invece il titolo di Morgante maggiore per distinguere la nuova redazione del poema.
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Orlando, sdegnato per le calunnie di Gano di Maganzo, abbandona la corte di Carlo Magno
diventato ormai vecchio e mezzo imbecille. Lascia Parigi e viaggia per il mondo, alla fine
ritorna dal Carlo Magno e muore a Roncisvalle.
Un topos (una cosa che si ripete nelle opere letterarie) del genere epico – cavalleresco:
L’andare “alla ventura”, per “selve” e “pianure”.
Nel suo girovagare Orlando viene davanti ad un convento assediato da tre giganti. Ne uccide
due e converte al cristianesimo il terzo, Morgante, che gli sarà poi devozione e armato di un
colossale battaglio di campana, lo segue fedelmente. Le loro avventure si incrociano con
quelle di Rinaldo, Ulivieri, Astolfo e altri paladini. In Oriente Morgante incontra Margute, un
mezzo gigante quanto mai astuto e maligno. Morgante lo fa suo scudiero.
Gli episodi più divertenti sono proprio quelli che parlano di Morgante e Margute.
Morgante – grosso, è sempre pronto alla rissa
Margute- è specialista nel gabbare il prossimo al solo scopo di divertissi
I due eroi troveranno una morte singolare: Margute, che ha sempre fatto ridere gli altri con i
suoi scherzi, muore per il troppo ridere, avendo visto una scimmia che aveva calzato i suoi
stivali. Morgante muore per il morso di un granchiolono.
Seguono svariate altre imprese sino al ritorno dei paladini a Parigi. Qui all’incirca si
interrompe la prima redazione del Morgante in 23 cantari.
Nei successivi cinque cantari si narra la lotta di Roncisvalle.
Tra le invenzioni nuove possiamo menzionare anche l’episodio di Astarotte. Astarotte e un
diavolo che deve andare in Egitto dove si trova Rinaldo, uno dei paladini, per portarlo più
presto in Francia. Astarotte entra nel cavalo di Rinaldo e mentre viaggiano loro due parlano.
Astarotte parla di teologia, di religione perché si tratta d’opinione di Pulci.
Il Morgante e i Cantare
Il poema assomiglia molto a la produzione orale dei poemi epici. Pulci scrive la sua opera e
ogni tanto legge i canti nella cerchia di Lucrezia Tornabuoni e suoi amici.
François Rabelais, scrittore francese. Il ciclo Gargantua e Pantagruel, parla di due giganti,
padre e figlio. Il romanzo è una satira dove Rabelais esalta la liberta dello spirito.
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Pirandello distingue tra “comico” ed “umoristico”. Parla della produzione epica italiana. Il
primo viene inteso come “avvertimento del contrario” (naznaka suprotnosti).
Spiega perché il Morgante è cosi diverso dell’Innamorato del Boiardo e del Furioso
dell’Ariosto. Pirandello trova solo parodia in l’opera di Pulci, perché Pulci usa linguaggio
speciale.
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Guarino Veronese, umanista - maestro celebre non per opere scritte, ma per la sua attività
pedagogica.
Lo sviluppo della cultura è legato alla presenza di una corte duratura della famiglia d’Este, è
favorito dai marchesi Leonello e Borso ed Ercole I.
È nota una lettera di Isabella d’Este, figlia di Ercole I d’Este.
Nel corso del Trecento la famiglia Boiardo era passata dal servizio del duca di Milano a
quello dei signor di Ferrara..
Matteo Maria Boiardo nasce nel 1441. Trascorre la fanciullezza a Ferrara. Studia a Scandiano,
dove riceve una compiuta educazione umanistica.
Una serie di lutti a catena: il padre, il nono e lo zio paterno lo costringono ad occuparsi della
gestione del feudo. Sua zia voleva ucciderlo. Ercole I aiuta Boiaro e decide della spartizione
definitiva dei beni. Nel 1476 diventa compagno di Ercole d’Este e si stabilisce nel palazzo
ducale di Ferrara, dove inizia la composizione dell’Orlando Innamorato.
Lui accompagna gli Estensi in vari viaggi attraverso l’Italia. Viene nominato nel 1480
capitano di Modena e nel 1487 di Reggio. Vi muore nel 1494 alcuni mesi dopo che i Francesi
di Carlo VIII hanno attraversato la Val Padana.
Carlo VIII è stato un re francese e voleva intronarsi il re di Napoli. Entra in Italia nel 1494 e
raggiunge. Napoli nel 1495 sconfitto è alla fine fu incoronato re di Napoli, fuggi in Francia.
Boiardo piange per la libertà italiana.
Un’opera non finita. È un vero non proprio lamenta storica per la libertà italiana.
Fra tutte le opere minori spicca il Canzoniere, il cui titolo latino è Amorum libri tres.
Nel’Orlando si trova l’influsso del Canzoniere. Lui invoca Antonia Caprara, la donna
celebrata nel affinché lo ispiro nella stesura dell’Innamorato cosi come la aveva ispirato in
quella delle liriche.
Celebra Amore come fondatore della poesia.
Nell’opera abbiamo di, vari livelli linguistici. Lui usa anche un sostrato ferrarese:
- lo scempiamento delle doppie
- il raddoppiamento delle scempie
- l’incertezza grafica tra gi, z, ci,s
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L’inizio della stesura dell’Orlando si colloca intorno al 1476. La composizione dei prime due
libri è portata a termine entro il 1482. La stesura del terzo libro dal 1484 fino al 1494. La
prima edizione completa del poema nel 1495.
Poema cavalleresco interrotto per la morte dell’autore. Nella sua forma attuale consta di 69
canti, dei quali 29 assegnati alla prima parte del poema, 31 alla seconda, e 9 alla terza.
Tra le innovazioni più importanti realizzate dell’Innamorato si è soliti indicate la fusione tra la
materia epica del ciclo carolingio e quella amorosa e cortese del ciclo arturiano. Ma questo
era già avvenuto nei cantari toscani.
Ma in Orlando Innamorato il motivo d’amore influisce lo sviluppo dell’azione.
La trama
Carlo Magno bandisce una grande giostra e al suo corte vengono molti cavalieri. A banchetto
viene bellissima Angelica. Lei sfida tutti i cavalieri a battersi col suo fratello Argalia: quelli
che saranno sconfitti diventano schiavi di Angelica mentre vincitore lo sposerà..
Vince un saraceno Ferraguto, ma Angelica non vuole sposarlo e fugge. Orlando e Ranaldo
sono innamorati di Angelica e la seguono. Durante la fuga, Ranaldo beve alla fonte dell’odio
mentre Angelica beve alla fonte dell’amore. Angelica si innamora di Ranaldo e Ranaldo non
vuole di accompagnarla e tocca ad Orlando di difendeva la fanciulla.
Boiardo descrive la lotta tra i cristiani e il re africano Agramante. Orlando prende parte alla
guerra.
La situazione tra Angelica e Ranaldo si capovolge. Angelica beve alla fonte dell’odio e
Ranaldo quella dell’amore. Orlando e Ranaldo si scontrano in un duello per amore di
Angelica, ma Carlo Magno li separa e promette di dare Angelica a quello che darà miglior
prova nella guerra contro gli invasori.
Nel terzo libro avviene l’incontro fra Ruggiero e Bradamante, sorella di Ranaldo. I due
s’innamorano e si sposano e cosi hanno dato il origine alla dinastia estense.
Per la prima volta nella storia narrativa cavalleresca italiana, con l’Innamorato la materia
leggendario – tradizionale si piega a precisi fini encomiastici l’incontro fra Rugiero e
Bradamante.
Secondo Boiardo poco senso hanno le battaglie sante se poi si tengono ad Amor chiuse le
porte. Secondo lui il corte di Carlo Magno non ha senso.
Le differenze tra il Morgante e l’Orlando innamorato
Orlando Innamorato è un’opera più seria, mentre il Morgante ne rappresenta l'esito comico.
Orlando Innamorato è scritto in un contesto cortigiano e signorile (Ferrara), il Morgante nelle
città che manteneva la tradizione comunale (Firenze). Orlando Innamorato è caratterizzato da
una vaga nostalgia del mondo cavalleresco idealizzato mentre il Morgante è la satira di quel
mondo.
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LUDOVICO ARIOSTO
Nacque nel 1474. È primo di dieci figli. Nel 1484 la famiglia si trasferisce a Ferrara. Nel 1500
morì il padre e la numerosa famiglia passò sotto la sua responsabilità. Nel 1502 ottiene il
capitanato della rocca di Canossa. Per godere dei benefici ecclesiastici nel 1502 prese gli
ordini minori.
Nel 1502 ottiene il capitanato della rocca di Canossa. Per godere dei benefici ecclesiastici, nel
1503 prese gli ordini minori.
Entra al servizio del cardinale Ippolito d’Este. Doveva viaggiare in nome della famiglia
d’Este. Quando more papa Giulio II, il nuovo papa diventa Leone X e Ariosto voleva andare
in suo servizio perché nel corte d’Este non poteva scrivere liberamente. Lui voleva essere il
letterato ma il corte non voleva questo. Lascio il servizio presso il cardinale Ippolito e diventa
uno stipendiato del duca Alfonso d’Este.
In quello stesso anno torna a Firenze, dove dichiara il suo amore alla donna della sua vita,
Alessandra Benucci, una fiorentina sposata con il ferrarese Tito Strozzi. Morto il marito, nel
1515, la Benucci verrà ad abitare a Ferrara, ma non vivrà mai con lui, neppure dopo il
matrimonio, celebrato in gran segreto nel 1527 - affinché lei non perda i diritti all'eredità del
marito e lui i suoi benefici ecclesiastici.
Le satire – 5
- sono autobiografiche
Ariosto e Bembo
Nella prima alla terza redazione del Furioso si situa la prima edizione delle Prose della volgar
lingua di Bembo. Bembo voleva come lingua standard quello usato di Petrarca e di
Boccaccio. Viveva a Ferrara ed era amico d’Ariosto. Ariosto decide di eliminare il sostrato
linguistico padano.
La stesura dell’Orlando
Ariosto comincia a scriverlo verso il 1506: la prima edizione nel 1516, la seconda nel 1521-
40 canti; e la terza nel 1532- 46 canti. Differenze tra il numero di canti e tra la lingua.
Il pubblico del Furioso era molto più vasto grazie alla recente diffusione della stampa. Dedica
al cardinale Ippolito.
Ariosto riprende il poema là dove il Boiardo lo ha lasciato, quando Carlo Magno, preoccupato
delle rivalità che Angelica accende fra Orlando e Rinaldo, promette Angelica a quello che
darà miglior prova nella guerra contro gli invasori. Angelica fugge, approfitta della
confusione e qui comincia la storia d’Ariosto.
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Orlando impacisce per amore (Angelica si innamora di Medoro e Orlando non poteva
accettarlo)
Alla fine Ariosto parla della propria barca che viene vicino la coste e sulla riva e lui immagina
di vedere tanti scrittore e pittori conosciuti.
Secondo Calvino la fine del poema era la vera dedica (e non questa in qui dedica il poema al
Ippolito d’Este).
L’amore ha un ruolo centrale nel Furioso: l’amore è all’origine di tutte le passione che
animano i personaggi. L'amore muove i personaggi e si configura come sentimento vitale e
produttivo finché rimane insoddisfatto
Per Ariosto l’amore è un sentimento vitale finché rimane insoddisfatta. Quando si sodifista,
personaggi non si trovano più in scena.
Elementi rinascimentali
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La crisi italiana
Con la morte di Lorenzo dei Medici si apre per l'Italia una crisi gravissima. In realtà, la morte
di Lorenzo contribusce a rompere l'equilibrio difficile tra i maggiori stati della penisola.
Con la discesa dei Francesi di Carlo VIII hanno inizio le invasioni straniere nella penisola
Nel 1559 la Spagna stabilisce il suo controllo su quasi tutta la penisola.
La crisi economica
Nel 1492 Cristoforo Colombo scopre l'America. Questa scoperta agisce sull'economia
italiana: il Mediterraneo cessa di essere la via principale per i traffici tra l'Oriente e
l'Occidente, il grande commercio europeo si spostava verso l'Atlantico.
A partire dal 1517 comincia la grande Riforma protestante di Lutero(Martin Lutero).La
salvezza dell'uomo può essere conquistata solo mediante la fede, si elimina il privilegio
sacerdotale).
Nel 1534 nasce, per iniziativa dello spagnolo Ignacio de Loyola, la Compagnia di Gesù, che si
mette al servizio del papa nella lotta contro gli eretici.
Nel 1545 il pontefice Paolo III convoca il Concilio di Trento, che durerà fino al 1563 e si
concluderà con la rigida definizione dei dogmi cattolici e la piena riaffermazione dell'autorità
del Papato: comincia la Controriforma che caratterizzerà per lungo tempo la società italiana.
TORQUATO TASSO
Nasce a Sorrento nel 1544. Nel 1554, raggiunge a Roma il padre Bernardo (Il padre era lì in
esilio). Nel 1559 si trasferisce col padre a Venezia dove a 15 anni comincia a scrivere il suo
primo poema (il Gierusalemme) poi interrotto. Frequenta l'università a Padova, dove studia
prima diritto poi letteratura e filosofia
Nel 1572 entra al servizio del duca Alfonso II d'Este, scrive l'Aminta, il Gerusalemme, che
termina nel ’75 con il titolo di Goffredo.
Con la stesura del poema comincia un periodo di estrema agitazione, inquietudine, Il poeta
dubita della propria ortodossia e della regolarità della sua opera. Si rivolge a un gruppo di
letterati affinché esaminino e sottopongano a revisione il poema.
Il duca Alfonso II d'Este lo fa così rinchiudere nell'Ospedale Sant'Anna, dove rimane per sette
anni.
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Negli anni in cui Tasso è a Sant’Anna si pubblica il poema prima in parte, si apre su esso una
polemica lunga dividendosi la cultura italiana fra i sostenitori della sua superiorità sul Furioso
e i difensori di Ariosto.
Tutto ciò amareggia il poeta, che pensa a un rifacimento integrale del poema, rifacimento che
viene pubblicato nel ’93 con il titolo di Gerusalemme conquistata.
Gerusalemme liberata poema epico di Torquato Tasso, in venti canti strutturati in ottave,
composto tra il 1564 e il 1575, dedicato al duca Alfonso II d’Este.
È pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1580 in un’edizione parziale. Seguono, con il
titolo di Gerusalemme liberata, altre edizioni, sia parziali sia complete, nessuna delle quali
riconosciuta da Tasso.
Le edizioni moderne si rifano al testo definitivo e non censurato del 1581.
Tasso continua ossessivamente a correggere il testo per quasi vent’anni finché, nel 1593,
autorizza la pubblicazione di una versione profondamente modificata dell’opera, in 24 canti e
con il titolo di Gierusalemme conquistata.
Il tema della prima crociata non è più un deposito di belle invenzioni ma una storia vera e
seria che, pur avvenuta in un passato remoto può ancora interessare il lettore per la sua
somiglianza alla storia presente.
Il Tasso volge le spalle al romanzo, vuole dare all’Italia un poema epico o eroico che sciolto
da ogni legame e ogni ricordo con la tradizione cavalleresca si ricolleghi a quel poema epico
greco-latino.
Protagonista collettivo del poema è l'esercito crociato sostenuto dagli interventi divini. Quanto
ai pagani, loro incarnano tutto ciò che è barbaro e lontano dai valori morali e civili.
Tasso contrappone il mondo cristiano a quello pagano, procede con notevole schematismo
ideologico.
Tasso cerca anche una definizione critica della natura e dei caratteri del poema eroico: nel ’87
pubblica i Discorsi dell’arte poetica; nel ’94 pubblica i sei libri dei Discorsi del poema
eroico, quasi una difesa dell’opera propria.
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L'opera ha per argomento l'atto finale della prima crociata, la conquista della città santa (unità
d'azione). Lo svolgimento della vicenda si esaurisce nello spazio di pochi giorni e (unità di
tempo; centro dell'azione e costante punto di riferimento è Gerusalemme (unità di luogo).
Il secondo problema – il rapporto tra storia e invenzione poetica. Il problema viene risolto da
Tasso con la scelta del verosimile. L'arte non deve imitare i fatti realmente accaduti, ma quelli
che sarebbero potuti accadere. Il poeta deve rispettare il principio di verosimiglianza nella
storia. Il poeta può travestire liberamente la verità storica con la sua immaginazione, purché la
base della favola sia sempre il vero.
Controriforma c'è la necessità di educare i lettori. Non si scrive unicamente per il diletto dei
cortigiani. I lettori dovrebbero trovare nell'opera un ammaestramento morale.
Tasso rispetta delle unità aristoteliche, sceglie della materia storica rielaborata secondo il
criterio del verosimile con un intento pedagogico.
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ALESSANDRO TASSONI
Lungo il Seicento, per quanto ancora largamente praticato, l’eroico cede il passo alla sua
parodia e la sua cancellazione è rappresentata dall’Adone di Giambattista Marino. L’opera è
stampata del 1623 poema in venti canti a 40.000 versi ed è il più lungo poema della letteratura
italiana.
Però si tratta di un grande poema antinarrativo. Parla dell'amore di Venere per il giovane
Adone. Marte, geloso, alla fine provoca la morte di Adone.
Il contenuto non è importante, ciò che conta è il modo in cui viene raccontato.
Barocco
Col termine si designava un tipo di sillogismo complicato. Secondo altri critici deriva dal
portoghese barocco, nome di una perla irregolare e bizzarra.
Nel 1597 si reca a Roma, dove, due anni dopo diventa accademico della Crusca.
L'Accademia della Crusca è un'istituzione che raccoglie studiosi ed esperti di linguistica e
filologia italiana.
Nel 1612 pubblica la prima edizione del Vocabolario della lingua italiana
La secchia rapita
Nel 1614 realizza la prima stesura del poema eroicomico La secchia rapita.
I tentativi di stampare La secchia rapita vengono ostacolati, specie dalla censura ecclesiastica,
cosicché Tassoni decide di pubblicare la sua opera a Parigi nel 1622. diventa molto famosa.
Nel ‘600 e nel ‘700 l'opera ha diverse traduzioni fra le quali quelle prestigiose di Boileau in
francese e Pope in inglese.
• L'edizione definitiva è quella veneziana del 1630 nella quale sono introdotte le
Dichiarazioni del signor Gasparo Salviani (pseudonimo dell'autore) cioè la chiarificazione e
il commento.
• Quest'opera narra le vicende di una guerra tra i ghibellini modenesi e i guelfi bolognesi
scoppiata perché i modenesi hanno rapito dai bolognesi una secchia di legno, poi i bolognesi
fanno prigioniero re Enzio. Alla fine il legato del papa compone la pace: ai Modenesi resta la
secchia, ai Bolognesi re Enzio:
Dei dodici canti solo sette parlano della guerra e altri sono digressioni rispetto alla narrazione
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Quest'opera si impone subito come modello per il genere del poema eroicomico
Lui paroda il concilio degli dei nel secondo canto. A concilio dei si schierano: Venere e Marte
scendono sulla Terra a favorirne Modena; Giunone e Apollo parteggiano per Bologna.
Il conte di Culagno decide di liberarsi della sua moglie, di uccider la. Confida il progetto al
Titto, non sapendo che lui è l’amante della sua moglie. Invece di veleno ottiene dal medico un
purgante che la moglie non bere, ma da il purgante al suo marito. Mentre il conte subisce gli
effetti, la moglie fugge col Titto.
Tassoni usa un posto realmente esistente e i luoghi familiari al lettore. Per Tassoni non esiste
un eroe.
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