Sei sulla pagina 1di 3

Domenica XXX A 2005 Morolo

Sul Primo Comandamento

I farisei cercavano di far cadere Gesù con delle domande difficili. E questa
veramente lo era, perchè gli ebrei avevano dei numerosi comandamenti, che secondo la
documentazione scritta a partire dal II° secolo d.C. ammontavano a 613, di cui 365 erano
proibizioni (per analogia con i giorni dell'anno) e 248 precetti positivi (corrispondenti alle
ossa del corpo umano). Tra questi 613 preccetti, chiedere quale ne era il primo e principale,
era una domanda insidiosa!

Ma lo è pure per i cristiani del terzo millenio, compresi i morolani, compresi quelli
che hanno appena fatto la prima comunione e incominciano il catechismo della cresima!
Meno male che abbiamo dato lapossibilità di fare prima comunione e cresima tutto in
seguito senza un anno intermedio! Ho chiesto ai miei alunni di cresima e nessuno mi ha
risposto quale era il primo comandamento!

Questo è una cosa che noi imparavano nelle nostre case, anche prima di frequentare
il catechismo, ma oggi, i bambini arrivano alla prima elementari magari sapendo già
leggere e scrivere, e utilizzare il computer, ma non sanno i comandamenti! Ci sono
bambini che imparano il segno della croce quando vengono al catechismo e non sanno le
preghiere più elementari. Sull’Avvenire ho letto recentemente un articolo intitolato: “C’è
un’altra pandemia, l’ignoranza religiosa”.

Certo che su questo argomento noi sacerdoti siamo i principali responsabili. C’è un
idea molto attuale di dare il catechismo soltanto come una esperienza di vita o un cammino
di fede, ma senza il fornimento di una solida struttura dottrinale. Si dice spesso,
“dobbiamo evitare una stampa scolastica nella catechesi”, ma non si può tralasciare
l’insegnamento della dottrina. Gesù ha insegnato una dottrina, ed era chiamato “maestro”
e troviamo parecchi passi del vangelo nei quali ci si racconta come Gesù ammaestrava ai
suoi discepoli e alla folla, sulla montagna, su una barca, al Tempio, ecc.

Certo che non basta con insegnare i comandamenti, bisogna insegnare a compierli, a
viverli. Però e pure vero che non si può amare quello che non si conosce, e come si può
conoscere se non si insegna? L’insegnamento e qualcosa di naturale all’uomo, ed è una
nostra responsabilità il formare l’intelligenza dei nostri ragazzi e dei nostri giovani.

2.Vediamo una seconda cosa riguardante il primo comandamento. Ed è il come si


intrecciano l’amore di Dio e l’amore del prossimo. A volte si crede che per amare Dio basta
con amare il prossimo. È vero che se non si ama il prossimo al quale vediamo-dice
Giovanni- non possiamo amare Dio a chi non vediamo. È tanto vero che quando diciamo
una buggia, o quando comettiamo adulterio, o facciamo un furto, o disubbediamo i
genitori, queati peccati sono offese contro Dio, -e per primo contro Dio-, oltre che contro il
prossimo.

Ma che non vediamo Dio non significa che dobbiamo occuparci solo di amare il
prossimo e che non ci sia un’altro modo di amare Dio! Ebbene che tentiamo di non
offendere il prossimo ma, ci sono altri peccati che non riguardano il prossimo ma Dio
direttamente, e questi sono i peccati che possiamo commettere contro i tre primi
comandamenti. Delle due tavole dei comandamenti consegnati da Dio a Mosè, la prima
riguarda l’amore di Dio, la seconda e simile, e riguarda l’amore del prossimo!

1
3.Quali cose dunque ci insegna il primo comandamento?

Adorazione, ad-orare (dal latino “os”= bocca), cioè portare Dio alla bocca, bacciare
Dio, avere Dio nelle labbra(lodarlo e benedirlo).

Il contrario è l’idolatria, “idios”, latria, cioè avere un proprio dio, adorare un dio
proprio, diverso del vero e unico Dio. Caddiamo nell’idolatria quando pratichiamo la
divinazione, l’oroscopo, certi giocchi nei quali si invocano i morti, la chiromanzia-lettura
delle mani-, l’astrologia, il tarot o la cartomanzia o lettura delle carte, la risorsa ai demoni,
il Halloween, ecc. Nella TV è pieno di queste cose, e tante persone ci credono! Il futuro è
qualcosa che spetta a Dio, il mettere la fiducia in un altra forza che non in Dio è un grave
peccato eppure un grande rischio!

La bestemmia, e il contrario di benedire, è maledire, o “dire male”. Che colpa ci ha


Dio che per la tua sciocchezza (goffaggine) ti dia un colpo sul dito col martello, o si ti bruci
la pizza al forno!

Si pecca contro l’amore di Dio quando non si rende culto pubblico partecipando
della Messa. Ed è un peccato grave mancare alla Messa quando ci si può venire(ne
parleremo in un altra omelia).

Che ci dice il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica?

San Tommaso di Villanueva scrive magnificamente su questo Primo comandamento:

È un comandamento dolce:

"Signore, mi imponi un comandamento con tutto rigore; ma sono forse così perverso ed
ingrato, creato per le tue mani e colmo dai tuoi benefici, che bisogna che impieghi il tuo rigore
comandandomi che ti ami?”

“¡Ma come digo comandamento rigoroso! È il più dolce e soave e ti ringrazio per esso (...)
¿C’è qualcosa più gradevole che amarti, più dolce che essere presso di ardore per te? Se mi avresti
comandato di non amarti, tale precepto sarebbe stato insopportabile. Quello che è terribile
dell’inferno è che lì non si ti ama, che si ti vede come un Dio che odia.”

-È un comandamento ragionevole, giusto:

“¡E che giusto è, o Signore, che voglia che le opere delle tue mani ti amino! Tutto l’hai fatto
senza alcun merito da mia parte e senza nessun bisogno da parte tua. A chi, dunque, dovremo lodare
se non a Te? Supponetevi un quadro subito dopo di ricevere proprio l’ultima pennellata e potessi
contemplare la propria bellezza; non sarebbe gradito all’artista che gli ha dipinto? “Ah, divino
artista, quanto mi hai fatto bello!”

-Es un mandamiento que nos honra y eleva, que nos dignifica:

“¿ Quién soy yo para que llegues a amenazarme si no te amo? ¿Es que soy acaso tan grande
que debas preocuparte de mi amor? Pero ya lo sé; no es tu interés el que te mueve, sino el mío. Tú
me amas y por eso quieres que yo te ame, porque sabes que toda mi vida y salvación se encierra en
tu amor. Me pides amor para darme la vida, porque la vida eterna está en conocerte, y al conocerte

2
te amamos a ti y a Jesucristo, a quien has enviado (Jn. 17,3). Y, para que nadie quede excluido de
esta vida, quieres que todos sean arrastrados por tu amor...”

Potrebbero piacerti anche