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Letteratura Spagnola

2°Lezione- 7 Marzo

•Cristianos nuevo → ebrei convertiti al cristianesimo. Questi ebrei, proprio perché sono convertiti, si
chiamano anche conversos
•Mudèjares → Non sono Arabi, bensì mori, islamici, musulmani. Erano un gruppo piuttosto vario. La
maggior parte di loro proveniva dal Nord Africa. Sono mori, islamici e musulmani che sono rimasti in Spagna
in tempi antichi durante la Reconquista. Essi sono diversi dai moriscos, che sono i mori che sono rimasti in
Spagna nella ultima parte della reconquista e che furono forzati a convertirsi al cattolicesimo a partire dalla
sparizione della regina cattolica.
Questo gruppo diede luogo all’arte mudejar, un tipo di arte molto islamizzata.
Che vuol dire “judaizar”?
Vuol dire fare marcia indietro. I cristianos nuevos/ conversos “judaizan”, ovvero si convertono al giudaismo
segretamente. Queste persone che judaizavan erano oggetto di persecuzione da parte dell’Inquisizione.

( Piccola parentesi sul libro che ha consegnato alla rappresentate. E’ uno schema minimo sui Re e le Regine
in Spagna a partire dai Re Cattolici. Si tratta di uno schema minimo dei monarca della Spagna a partire
dall’unione delle corone. Non ci sono i Re Medioevali ma solo i Re a partire dalla Spagna unita. Vengono
incluse anche le Regine. Le consorti dei Re in Spagna furono sempre Regine, non come altrove dove la
consorte del Re è una principessa. In Spagna in alcune occasioni, per esempio con Carlo V, che aveva molti
conflitti, la Regina si comportava come reggente in alcune occasioni. Un'altra cosa che noterete è che
spesso i Re avevano varie mogli, perché le donne morivano di parto molto facilmente. Per esempio Filippo
2° ebbe 4 mogli e la seconda di queste era Regina di Inghilterra. Filippo 2° fu l’unico Re che fu Re sia di
Spagna che di Inghilterra. Molto spesso i Re si sposavano anche tra membri della stessa famiglia. La
consanguineità provocava molte morti tra i bambini, che a volte erano anche poco in salute. Carlo 2°, per
esempio, era un bambino molto debole, figlio di Filippo 4° di Spagna e sua nipote Marianna D’Austria)

Primo capitolo: abbiamo parlato dei primi segni di trasformazioni della Spagna che è desiderosa di entrare
a far parte del gruppo delle nazioni importanti per la cristianità. E’ la Spagna del secolo 16°.
In questa prima metà del secolo la Spagna si rinnova, dopo un periodo di guerra interna contro l’Islam,
guardando all’Europa. Guarda con molto interesse alle Fiandre, ai Paesi Bassi, a quello che oggi sono
Olanda e Belgio. Questo territorio era la patria di Carlo V D’ Asburgo,figlio di Filippo il Bello.
Carlo nasce in questa zona, perché erano territori in possesso del padre Filippo Il Bello. Carlo viene educato
qui, e quando arriva in Spagna come Re nel 1516, quando muore Fernando il Cattolico, non sapeva lo
Spagnolo perché aveva vissuto nelle Fiandre e logicamente parlava il Francese.
Questo perchè sua madre, che viveva anch’essa nelle Fiandre, non era in condizione di educarlo. Infatti
come ben sappiamo la moglie di Filippo, Giovanna, era chiamata “la pazza”, era una donna con problemi
psicologici molto forti probabilmente dovuti alla situazione in cui si trovava. Essa, quindi, non fu in grado di
crescere il figlio, che fu invece cresciuto da una zia, anch’essa di cultura fiamminga. Carlo quindi ha
un’ottima cultura fiamminga. Suo maestro nelle Fiandre fu Erasmo da Rotterdam. Erasmo ebbe un grande
influsso in Spagna proprio perché fu importato da Carlo in Spagna.
In Spagna alla fine del 15° secolo c’è la necessità di una riforma del clero e della Chiesa. Nel 15° secolo c’è
una necessità di riforma da tutti i punti di vista: dottrinale,formazione del clero, spirituale. C’è bisogno di
una nuova forma di avvicinarsi al divino e al sacro. Ciò non avviene fino alla fine del secolo 15° e all’inizio
del 16°.
Si fonda l’università di Alcalà con l’incarico di creare teologi moderni e fare una revisione dei testi sacri.
Quest’università, quindi, univa sia un’attitudine religiosa ma anche filologica.
Consigliere della regina e capo dell’università è l’inquisitore generale, che quindi ha una serie di incarichi
importantissimi.
All’università di Alcalà si concentra questa necessità di riforma cristiana. E’ proprio l’università di Alcalà che
diffonde l’idea di Erasmo, che non è protestante, però è una posizione critica soprattutto con Roma. Per
tanto dobbiamo tenere conto di questa posizione della Spagna che da un lato importa umanisti dall’Italia
però dall’altra parte si appoggia alle teorie di Erasmo. Pertanto abbiamo un umanesimo, un primo
rinascimento con una doppia radice, italiana per una parte, però ha anche un’attenzione alla spiritualità.
La Spagna aveva relazioni con le fiandre perché teneva con essa relazioni commerciali. Commerciavano il
ferro, lana ec..
C’è una familiarità, un contatto che si intensifica ora anche dal punto di vista delle idee.
Erasmo osserva che a Roma vi è una decadenza di costume molto forte, che è scandalosa e che necessita di
un rinnovamento spirituale della Chiesa.
Importanti per Erasmo non sono i dogma e i formalismi ma la vita interiore, il contatto del cristiano con il
Dio attraverso un’elaborazione personale e interiore. Si passa dal dogmatismo alla vita personale del
cristiano, che si alimenta, logicamente, con la lettura della sacra scrittura.
Erasmo sembra quasi Lutero, ma tra i due c’è un’enorme differenza che riguarda il libero arbitrio. Lutero
sostiene che l’uomo non ha libero arbitrio, ma invece lui crede che l’uomo ha libero arbitrio, non siamo
predestinati. I protestanti credono che c’è una predestinazione, i cattolici no.
Quello che a Erasmo interessa è l’unione di Europa, che non ci sia una divisione o una rottura. Vuole
riformare la chiesa in maniera rapida.
Il concilio di Trento arriva molto tardi perché i protestanti producono una rivoluzione con interessi materiali
ed economici di ribellione contro Carlo V.
Lui vuole una conciliazione serena di diverse posizioni, che non abbia né vincitori né vinti.
Il libro più importante di Erasmo è il “Manuale del cavaliere cristiano” che si pubblica/traduce in castigliano
nel 1525. E’ una traduzione magnifica, che non toglie rispetto all’originale latino. A partire da qui c’è in
Spagna una reazione contro Erasmo da parte dei Francescani. Si riunisce una commissione dell’università di
Salamanca per stabilire se le idee di Erasmo fossero accettabili o pericolose. Questa commissione non dà
risultati molto chiari ed Erasmo in Spagna continua ad essere letto e studiato fino al 1530, anno in cui inizia
la censura dei libri di Erasmo. Fino al 1530 l’influsso di Erasmo in spagna era molto forte e da questa data in
poi non viene proibito ma i suoi libri iniziano ad essere oggetto di censura. A partire dal 1559 viene bandito
e viene pubblicato il primo indice dei libri proibiti in Spagna. Erasmo inoltre viene mal visto anche
dall’inquisizione Italiana. Leggendo Erasmo nella biblioteca nazionale di Napoli si può notare che il nome
dell’autore viene cancellato nel frontespizio.
In Spagna in questo momento, però, c’è anche la presenza degli alumbrados, che avevano una posizione
quasi protestante perché pensavano che la persona non potesse far nulla per salvarsi, che tutto venisse
dalla luce di Dio. A partire dalla luce di Dio tu puoi entrare in contatto con lui ma tu non puoi far nulla. Da
qui deriva, poi, anche il quietismo. “Quieto” in spagnolo vuol dire immobile. Se tu stai fermo immobile, se
crei silenzio arriverà in qualche maniera alla voce e alla luce dell’altissimo. In alcuni casi c’è una
commistione, un’identificazione tra erasmisti ed illuministi e questa confusione degli uni con gli altri causa
l’intervento dell’inquisizione. Infatti l’erasmismo è un movimento di gente colta che frequenta l’università e
che ha aderito agli ideali di Erasmo. Questo movimento erasmista si può identificare quasi con un
movimento intellettuale di universitari che ha il suo fuoco principale in Alcalà. Gli illuministi sono, invece,
persone “idiota”, ovvero ignoranti, “faltro de letras”. Gli illuministi spesso per difendersi dicono di essere
erasmisti e quindi viene visto di cattivo occhio anche l’erasmismo. Abbiamo una criminalizzazione degli
erasmisti per questa identificazione degli illuministi con gli erasmisti.
Che conseguenza ha ciò? La bibbia non si traduceva, stava il latino per cui molta parte della popolazione era
esclusa dalla lettura diretta della bibbia. Tutti quelli che non sanno il latino sono esclusi dalla lettura della
bibbia. C’è una tendenza a scoprire Dio per una tendenza affettiva, questo viene predicato dall’illuminismo
e del quietismo. C’è una corrente ortodossa attraverso la Chiesa cattolica, una corrente ortodossa che vuole
arrivare a Dio non per via intellettuale ma per una via più intuitiva ed interiore che trova un appoggio nei
francescani perché San Francesco lo fu, c’è una maggior intuitività della via francescana.
Santa Teresa y San Juan de la Cruz→ Questa tendenza affettiva che porta al raccoglimento interiore tiene
un teorico che si chiama Francisco De Ozuna, è molto importante e il suo libro che si chiama “Tercer
abbecedario spiritual”. Dobbiamo, inoltre, tener conto che siamo nell’epoca della stampa. La grande
rivoluzione del secolo 15° ora nel secolo 16° è un’esplosione, perché produce libri che tutti possono
comprare, a differenza degli incunables del secolo 15°
Un incunable che cos’è? Chi ha inventato la stampa?
Guttemberg inventa la stampa alla metà del secolo 15°. Tutti i libri stampati prima del 1500 sono detti
incunables, ovvero testi stampati con la tecnica a caratteri mobili. La maggior parte sono libri importanti,
classici Romani, la Bibbia ecc..
La stampa si democratizza nel secolo 16° e i libri iniziano ad essere stampati e venduti.
Il “Tercer abbecedario spiritual” di Francisco de Ozuna si pubblica nel 1527 e costituisce un metodo per il
raccoglimento, per questa tendenza che va ad affermare in Spagna e che mira ad essere un metodo
intuitivo e personale di avvicinamento a Dio. Questo libro viene letto da Teresa D’Avila e da questo
momento inizia a cambiare, è un libro per lei fondamentale. E’ un libro che ha importanza fondamentale
per questa nuova tendenza religiosa del “recojimiento”. E’ un metodo, una forma per avvinarsi a Dio in
maniera intuitiva. La Bibbia,quindi,assume una minore importanza, ma dall’altro lato c’è un’apparizione di
un gran numero di manuali dottrinari, di meditazione e di metodo di avvicinamento a Dio. C’è una
produzione di letteratura religiosa molto alta, maggiore rispetto a quella profana.
Alumbrados, illuministi e quietisti sono tutti modi di avvicinamento al signore in maniera intuitiva e non
intellettuale. Quello che queste tradizioni hanno in comune sono il rifiuto della tradizione dogmatica e della
scolastica del medioevo. In questo sono d’accordo sia erasmistas che alumbrados. Altra cosa che propugna
Erasmo è il ritorno al cristianesimo primitivo, il ritorno ad un cristianesimo povero. In questa deriva
nell’erasmismo, in questa mescolanza tra erasmisti ed illuministi, vanno a “pagar los platos rotos”, come si
dice in spagnolo, alcuni grandi intellettuali. Tra questi a noi interessa principalmente dei due più importanti
per il valore delle loro opere: Alfonso e Juan De Valdes. Sono due fratelli che vivono in contatto continuo
con l’imperatore perché Alfonso è il suo segretario. Juan De Valdes visse a Napoli. Furono erasmisti e
scrissero dialoghi perché la ricaduta letteraria dell’erasmismo in Spagna è costituita da un un genere di
prosa e specialmente da dialoghi di tradizione erasmista, i quali diffondono le idee di Erasmo. Un blocco
importante della letteratura spagnola del 16° secolo è formata da dialoghi. Nella prosa Spagnola del 16°
secolo, insieme alla novella di cavalleria e alla novella pastorale, abbiamo una letteratura dialogata con
temi di attualità come la guerra, il sacco di Roma (Alfonso de Valdes scrive un dialogo molto importante
riguardo il sacco di Roma del 1527).
I dialoghi costituiscono una letteratura di attualità molto erasmiana perché pone il problema dei diversi
punti di vista. Mentre i trattati parlano di un tema in maniera sistematica e dal punto di vista dell’autore su
una serie di teorie, il dialogo,invece, rompe con questa sistematicità e con la presenza di vari interlocutori
presuppone la presenza di vari punti di vista. Erasmo scrive molti colloqui in latino che pubblica in latino, da
buon umanista. I suoi colloqui furono un modello per i dialoghi in spagnolo. In Italia abbiamo come
esempio di tale genere“Il dialogo sopra i due massimi sistemi” di Galileo.
Il 16° e il 17° sono secoli di dialoghi però in Spagna abbiamo un’enorme fioritura e sviluppo dei dialoghi a
partire dall’influsso Erasmista.
Come abbiamo già detto Alfonso e Juan de Valdes sono due importantissimi Erasmisti.
Juan De Valdes scrive nel 1529 un dialogo prendendo di nascosto frasi di Lutero, si chiama “dialogo de
doctrina cristiana” e viene pubblicato ad Alcalà nel 1529. Questo dialogo è una proposta della dottrina
cristiana in cui sono copiate frasi di Lutero.
Quello che a noi importa sottolineare è che quando pubblica il “Dialogo de doctrina cristiana” nel 1529, egli
deve fuggire dalla Spagna e viene prima a Roma e poi a partire dal 1535 si stabilisce a Napoli e qui vive gli
ultimi della sua vita, morendo nel 1542.
Juan nel 1535 era molto amico del Cardinale Gonzaga e sua figlia, Giulia Gonzaga, diventa discepola di Juan
de Valdes a Napoli e Juan scriverà un dialogo tra lui e Giulia Gonzaga che si chiama “Alfabeto cristiano”.
Prima di questo, però, scrive il dialogo che più interessa a noi, che è il dialogo sulla lingua e lo scrive qui a
Napoli nel 1535.
In questo momento a Napoli c’è l’imperatore. Napoli è città imperiale: la corte è a Napoli perché qui c’è
Carlo. Carlo è qui di ritorno dalla conquista della Tunisia e passa qui tutto l’inverno. In questo momento
viene scritto il dialogo della lingua perché in questo momento lo spagnolo è la lingua della comunicazione:
Carlo nel Novembre del 1535 arriva a Napoli e lo fa parlando in spagnolo. Egli dunque scrive una sorta di
“dialogo di urgenza” per spiegare cos’è lo spagnolo, quali sono le norme fondamentali per parlare uno
spagnolo “elegante”, formale, quello della corte.
Juan però ha al di sopra di tutto una dimensione religiosa. Quindi in questo mese non scrive solo il “Dialogo
della lingua”.Gli anni in cui il Carlo è qui, quindi, egli non abbandona quella vocazione religiosa che già
aveva mostrato di avere ad Alcalà con la pubblicazione del “Dialogo de doctrina cristiana”.
Egli è a Napoli un segretario dell’imperatore. Segretario inteso in senso letterale, un “uomo segreto”,una
specie di agente segreto dell’imperatore a Napoli. Ha libertà e ha un mandato segreto dell’imperatore per
seguir indagando e tentando di trovare una soluzione al problema religioso protestante dell’impero. La
soluzione viene proposta tramite una riforma segreta “nicodemita” ( = quando uno pratica una religione
segretamente)
Juan de Valdes segue con quest’attività religiosa e quando Carlo V è a Napoli, egli scrive gli schemi dei
sermoni che un famoso frate che si chiama Fra Occhino pronunciava qui. Occhino nel 1535 era un
predicatore famoso. Lo schema dei sermoni di Fra Occhino è scritto da Juan. Sono discorsi rinnovatori, anti
romani , anti curiali e che propongono una rinnovazione del cattolicismo in funzione di un apertura rispetto
a quello che stava succedendo in Germania.

• Capitolo secondo dedicato alla poesia.


La poesia lirica: tradizione e innovazione.
La spagna in letteratura non rompe le regole, non elimina per creare qualcosa di nuovo. Tende a riutilizzare
la tradizione senza abbandonare l’antico. In ambito poetico la tradizione spagnola era una tradizione di
versi di arte minore e questa tradizione si va a conservare nel secolo 16° e 17°.
I versi di arte minore sono i versi otto sillabici. Fino all’ottosillabo è arte minore, sopra dell’ottosillabo arte
maior. La maggior parte della poesia tradizionale è ottosillabica. Il romance è ottosillbico. Il romance rima
solo con rima assonante ( fanno rima solo le vocali e non le consonanti) e rimano solo i versi pari. Il
romance ha un numero indefinito di versi, non è come il sonetto e come i metri italiani che sono più fissi.
Una strofa italiana ha un limite più definito, il romanzo no, può avere un numero infinito di versi perché è
poesia narrativa, non esclusivamente lirica. Il romance racconta sempre una storia. ( tali argomenti saranno
domanda d’esame)
Queste appena elencate sono le caratteristiche della poesia tradizionale, che nel 16° secolo ha un corpus
ricchissimo. In questo periodo le strofe sono molto brevi, anche solo di 3 / 4 versi.
Che cos’è la rinnovazione?
La rinnovazione consiste nella italianizzazione della poesia spagnola. Nel 16° secolo si adatta l’endecasillabo
al ritmo spagnolo. Il marchese di santigliana aveva tentavo di fare dei sonetti e scrive un libro che si chiama
“ Sonetti scritti alla maniera Italiana” ma non ebbe grande fortuna.
Questo tentativo non viene conseguito nel 15° secolo ma ci riescono due grandi poeti del 16°, Garcilaso de
la vega e Juan Boscàn.
Questi due sono coloro che realizzano una rivoluzione della poesia spagnola. Su questa nuova poesia si
concentra la questione metrica. I poeti a favore di questa italianizzazione importano elementi del
rinascimento italiano nel campo della poesia, della filologia e dell’arte. Dall’altra parte, invece, abbiamo i
tradizionalisti che difendono l’uso esclusivo dell’ottosillabo e delle strofe spagnole tradizionale.
La grande rivoluzione in ambito poetico del 16° secolo è, quindi, l’introduzione del sonetto.
Abbiamo già parlato dell’importanza della stampa in campo religioso, ora ne parliamo nel campo poetico.
La stampa va a proporre i “cancioneros” , ovvero antologie poetica e i “romanceros” , che sono le antologie
dei romances. Il romance, che nasce in epoca medioevale, ovvero in un periodo in cui vigeva una tradizione
orale, era un’arte popolare e orale e perciò di questa tradizione si è perso molto. Nel 16° secolo, invece, si
riesce a fissare questa tradizione perché si imprime su carta. La poesia si va a diffondere in maniera
manoscritta, così che nel secolo 16 e nel secolo 20 c’è molta diffusione manoscritta della poesia, perché la
poesia non è una novella, la poesia la scrivo e la mando ad un amante o ad un amico.
Nel 16 secolo insieme a una tradizione scritta molto fiorente, e che diffonde la poesia a diversi stadi della
società, vi è una tradizione di poesie stampate.
La versione stampata arriva più facilmente al pubblico e a tal proposito abbiamo un’importante
innovazione in Spagna: los pliegos de cordel / detto anche pliegos sueltos.
Si tratta un foglio che si usava per la stampa. E’ un foglio grande che si piega in quattro parte e quando
viene piegato in 4 parti si ottengono 8 pagine.
Si pubblica questo, un foglio che è fatto di 8 pagine e si vende suelto e con questo si diffonde moltissimo la
poesia tradizionale. Si chiamano de cordel dal nome della cordicella alla quale venivano legate, poi, le
pagine per essere esposte. In questo modo, quindi, si diffonde a tutta la società la letteratura poetica. Si
tratta principalmente di una letteratura composta da romances, dialoghi, orazioni, canzoni, miracoli, eventi
funesti ( letteratura di attualità fatta per esempio, di narrazioni di guerre). Essi furono importantissimi
anche per la diffusione della lirica. Si calcola che in Spagna furono stampati almeno un milione di fogli di
piego sueltos. Di essi si è conservato, però, pochissimo.
Insieme a questa forma di diffusione capillare, abbiamo anche la diffusione attraverso i cancioneros che si
stampano a partire dal 1511. Il primo cancionero conservato è il cancionero generàl, che si stampò a
Valencia nel 1511. (Discorso da continuare la prossima settimana).

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