Sei sulla pagina 1di 2

LA BALENA GIALLA

– A proposito di quella balena, – aggiunse dopo un momento l’orso bianco – mi viene in mente
un’altra storiella. Avete niente in contrario se la racconto, ragazzi? – domandò poi.
Io e Mino ci demmo una gomitata d’intesa: – Anzi, le porteremo doppia razione di mele.
E l’orso incominciò:
Una volta, in fondo all’Oceano, ci fu un grande congresso di balene. Ne arrivavano da tutti i mari.
Da quelli freddi s’intende. Mai vista una quantità simile di balene in un posto solo. Eppure, a sentir
loro, erano poche.
– Nessuna notizia della tale?
– Catturata.
– Della tal altra?
– Uccisa.
– Eh, dovevamo pensarlo. Con questi moderni sistemi di caccia, finiremo per lasciarci tutte quante i
fenoni.
– A cannonate, ci ammazzano!
– Bisogna far qualcosa!
– È per questo che siamo qui. Sentiremo che cosa ci diranno.
– Chi?
– Beh, quelli che ci hanno convocato. Il comitato per il congresso. Qualcuno, insomma.
Cerca e cerca, non si riusciva a sapere chi avesse organizzato il congresso.
– Io l’ho saputo per caso.
– A me l’ha detto mia cugina.
– Io l’ho sentito dire dalle parti del Polo Sud.
– Ma l’idea, a chi è venuta?
– Può darsi che quelli del comitato siano stati catturati anche loro!
Un piccolo pesce-luna che curiosava tra le congressiste scoppiò a ridere: – Ho sempre pensato che
le balene avessero in testa molta confusione, al posto del cervello. Roba da mammiferi,
naturalmente. Puah!
Ma il pesce-luna era destinato a restare a bocca aperta per un pezzo. Proprio in quel momento,
infatti, si udì un rombo spaventoso. Un’enorme macchina piombò dall’alto, fendendo le acque con
la velocità del suono per andarsi a posare sul fondo. Assomigliava a un sommergibile, ma era cento
colte più grossa. Prima che le balene potessero voltare la prua e scappare com’era nelle loro
intenzioni, nel fianco della macchina si aprì una saracinesca e ne venne fuori… il muso di una
balena gialla.
– Certo mi ha dato di volta il cervello – pensò il pesce-luna, – comincio a vedere le cose che non
esistono!
La balena gialla lanciò uno zampillo d’oro per salutare l’assemblea e disse: – Amiche! Grazie per
essere venute.
– Corpo di un balenottero, – esclamò il pesce-luna, – ecco chi ha indetto il congresso!
– Il mio colore, – proseguì la balena gialla, – vi avrà già fatto capire tante cose.
– No, – protestò un vecchio capodoglio, – io non ho capito assolutamente nulla. Comincia dal
principio, se non ti dispiace!
La balena gialla dondolò la grossa testa in segno di disapprovazione.
– D’accordo, – disse poi, – comincerò dal principio. Io vengo da un lontano pianeta, interamente
coperto dalle acque. Un pianeta dominato dalle balene, come il vostro è dominato dagli uomini. E
come quaggiù gli uomini hanno costruito città, navi…
– E cannoncini, per distruggerci! – ricordò una voce.
– Nel nostro pianeta siamo noi balene che abbiamo costruito città subacquee, sottomarini e
macchine volanti per esplorare lo spazio intorno a noi. Da molti anni teniamo sotto osservazione la
Terra. Così siamo venute a sapere che anche quaggiù vivono delle balene e che gli uomini le stanno
sterminando. Abbiamo pensato che fosse nostro dovere intervenire per aiutarvi. Perciò vi abbiamo
dato questo appuntamento…
– Come? Con chi di noi avete parlato? Qui nessuno ne sa niente.
– Non abbiamo parlato con nessuno. Abbiamo mandato uno speciale messaggio direttamente al
vostro cervello.
– Toh, – disse il pesce-luna, – allora un cervello ce l’hanno!
– Con questa astronave – proseguì la balena gialla, – e con cento altre simili a questa, vi porteremo
in salvo sul pianeta Bal, dove nessuno potrà farvi del male! Lassù siamo noi le padrone! E lo sarete
anche voi! Nel primo viaggio potranno venire con me duecentocinquanta balene. Tra una settimana
giungeranno nelle acque terrestri le altre astronavi. Accordatevi tra voi, per scegliere le più
meritevoli di essere portate su Bal prima delle altre.
La balena gialla fece segno che non aveva più niente da dire. Intorno a lei, intorno alla gigantesca
astronave baleniera, migliaia di balene tacevano, scambiandosi occhiate dubbiose.
– Coraggio, - disse dopo un bel po’ la balena gialla, – chi domanda la parola?
– Io, – fece il vecchio capodoglio di prima. – Vorrei sapere se tutte le balene, lassù, sono gialle.
– No di certo. Alcune sono rosse, altre color arancione, altre a strisce di tutti i colori.
– E l’acqua? – domandò il vecchio capodoglio. – Di che colore è?
– Rossa, – rispose la balena gialla. – Rossa con bellissime sfumature viola. – Il vecchio capodoglio
borbottò: – Hum… Non vi fa male agli occhi, tutto quel rosso?
– Al contrario, è un colore riposante. Io, per esempio, non so come fate a vivere voi in quest’acqua
turchina…
Dall’assemblea si levò un coro di proteste:
– Quest’acqua è bellissima!
– I nostri mari sono meravigliosi!
– Io non voglio andare a morire nell’acqua rossa!
La balena gialla aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse.
Parlò per lei un giovane balenottero delle ultime file.
– Io non ci vengo! – gridò.
Altri giovani si fecero avanti, incuranti delle madri he li inseguivano a forza di scappellotti.
– Noi ci veniamo! Siamo stanchi di vivere nella paura dei cacciatori di balene. Vogliamo vivere
liberi. E non importa se l’acqua è rossa.
A questo punto tutti cominciarono a gridare e a litigare. Le balene che volevano partire si
azzuffavano con quelle che volevano restare.
A un tratto dall’astronave sbucò una seconda balena gialla e cominciò a parlare nervosamente con
la prima. si capì subito che qualcosa non andava. Lo si capì meglio quando la prima balena gialla
disse: – La discussione è sospesa. Questa astronave si è guastata. Forse l’acqua dei vostri oceani è
nociva per i nostri motori. È impossibile ripartire. Mi metterò in comunicazione col mio pianete,
saranno preparate altre astronavi e verranno a prenderci… Almeno, io spero…
Sono passati dieci anni, da allora, e le astronavi del pianeta Bal non sono ancora giunte. Le due
balene gialle fanno la guardia alla loro macchina ormai inutile, arrugginita in oìfondo all’oceano.
Sperano sempre. Tutte le balene della terra sperano con loro, perché la caccia è sempre più feroce,
la strage sempre più accanita… Le balene non ce la fanno più a resistere. Aspettano l’arrivo delle
astronavi che le porteranno in salvo. La giungeranno in tempo?

(Tratto dal nº 37 del 11 settembre 1966 del Corriere dei Piccoli)

Potrebbero piacerti anche