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M( z)
v ' ' ( z) (1)
EI
ove:
M(z) è il momento flettente agente nella generica sezione,
E è il modulo di elasticità normale di Young;
I è il momento di inerzia della sezione trasversale della trave.
M ( z)
v( z) [ dz]dz c1 z c 2 (2)
EI
che presenta due parametri incogniti c1 e c2.
I due parametri incogniti c1 e c2 e quindi il campo di spostamenti v(z) sono determinati imponendo delle
opportune condizioni al contorno.
Si determina poi il campo di rotazioni della generica sezione della trave, derivando il campo di spostamenti
ottenuto:
dv( z)
( z) (3)
dz
I cedimenti vincolari
È noto che un vincolo si definisce perfetto quando vengono eliminati integralmente uno o più gradi di libertà
della sezione. In molti casi concreti, però, i vincoli sono cedevoli, cioè non riescono ad annullare
integralmente, ma solo a limitare, alcune componenti del moto della sezione. I vincoli possono cedere in
modo elastico o anelastico. Si dice che un vincolo cede anelasticamente quando lo spostamento
generalizzato che il vincolo consente è indipendente dai carichi esterni. Il cedimento anelastico è una
quantità costante e caratterizzata da una direzione e un verso. Ad esempio, all’appoggio A della trave di
Figura 2 può essere imposto uno spostamento verticale verso il basso pari ad oA, indipendentemente dai
carichi agenti. Si dice, poi, che un vincolo cede elasticamente quando lo spostamento generalizzato del
vincolo dipende dai carichi agenti, e cioè dalla reazione del vincolo stesso. Si fa l’ipotesi che il legame tra i
cedimenti elastici ed i carichi agenti sia lineare, ossia sia del tipo R=K, ove R ed sono rispettivamente la
reazione vincolare e il cedimento del vincolo e K è una costante elastica tipica del vincolo.
B
A C
È importante tenere presente che i cedimenti anelastici (come anche le distorsioni termiche) non producono
stato tensionale nei sistemi isostatici, cioè non fanno insorgere caratteristiche della sollecitazione ma
producono solo spostamenti rigidi. Nei sistemi iperstatici invece, essi, deformando elasticamente la struttura,
inducono uno stato di deformazione e di tensione. Infatti, facendo subire all’appoggio A della trave
isostatica di Figura 3.1 un cedimento si ha una rotazione rigida, mentre un cedimento angolare
dell’incastro A della trave iperstatica di Figura 3.2 provoca una deformazione elastica della trave con
conseguente presenza di stato tensionale.
A B
A B
Figura 3.1 – Cedimento vincolare in struttura isostatica Figura 3.2 – Cedimento vincolare in struttura iperstatica
Nella risoluzione di una struttura iperstatica soggetta a cedimenti anelastici gli spostamenti e le rotazioni
indotte da tali cedimenti dipendono esclusivamente dal valore dei cedimenti. Ad esempio, se la Figura 3.1 è
uno schema isostatico di una trave AB di lunghezza L che presenta un cedimento in A, le conseguenti
rotazioni in A e B saranno date da /L, ossia dipendono solo dal valore del cedimento e dalla lunghezza
della trave. Se invece il cedimento in A è elastico, le rotazioni in A e B saranno funzione della reazione
verticale in A e varranno R AV/(K.L) ove lo spostamento dovuto al cedimento è pari a R AV/K, con RAV
diretta verso l’alto. La reazione R AV sarà poi funzione delle incognite iperstatiche, che in generale sono
distinte da RAV.
In conclusione, si può dire che la differenza tra il caso di vincoli cedevoli elasticamente e vincoli cedevoli
anelasticamente consiste nel fatto che nel primo caso gli spostamenti generalizzati dovuti ai cedimenti sono
funzione delle reazioni vincolari dei vincoli cedevoli, dipendenti a loro volta dalle incognite iperstatiche
scelte, mentre gli spostamenti generalizzati dipendono solo da parametri geometrici e dal valore fissato del
cedimento nel caso di vincoli cedevoli anelasticamente. La risoluzione di una struttura che presenti
cedimenti elastici è quindi più complessa dal punto di vista computazionale perché ogni equazione di
congruenza sarà funzione di un grande numero di incognite iperstatiche.
La trave continua
Si definisce trave continua una trave ad asse rettilineo con più di due appoggi e senza snodi interni. I vincoli
in genere sono appoggi ma possono essere vincolati anche mediante incastri o bipendoli. In Figura 4 sono
mostrati alcuni esempi di travi continue.
Operando con il metodo delle forze, come incognite iperstatiche si possono scegliere sia le reazioni degli
appoggi, sia i momenti in corrispondenza delle sezioni di appoggio o estreme. Nel primo caso le equazioni
di congruenza sono più complesse, poiché ogni equazione contiene tutte le incognite. Nel secondo caso,
invece, sono più facilmente risolvibili, poiché ogni equazione contiene al massimo tre incognite iperstatiche.
Pertanto il procedimento più conveniente può essere sintetizzato nei termini seguenti:
1) Si assumono come incognite iperstatiche i momenti in corrispondenza degli appoggi (eventualmente
anche in corrispondenza delle sezioni esterne, se queste sono vincolate a terra mediante incastri o doppi
pendoli), ossia si rende isostatica la struttura con introduzione di cerniere sugli appoggi.
2) Si applicano ai lati di queste cerniere i momenti incogniti che si trasmettevano prima di effettuare le
sconnessioni.
3) Si scrivono, in corrispondenza delle sezioni sconnesse, le equazioni di congruenza esprimenti la
condizione che le sezioni che si affacciano sulle cerniere non subiscano rotazioni relative. Ognuna di tali
equazioni di congruenza contiene tre incognite, se i vincoli sono perfetti o cedevoli anelasticamente. Si
scrivono equazioni di congruenza anche in corrispondenza degli estremi della trave nel caso si siano
introdotte sconnessioni.
B C D E
A F
B
C D
Figura 5 – Trave continua con un generico sistema di carico e con cedimenti vincolari
MC MC MD MD ME
MA MB MB ME MF
B C D E
A F
B
C D
Figura 5.1 – Schema isostatico equivalente di trave continua con un generico sistema di carico e cedimenti vincolari
Per ricavare la generica equazione di congruenza, si consideri la trave continua mostrata in Figura 5, di
sezione costante, soggetta ad un generico sistema di carichi e siano B, C ed D i cedimenti verticali
rispettivamente degli appoggi B, C e D. Assumendo come incognite iperstatiche i momenti sugli appoggi, il
sistema isostatico equivalente è quello rappresentato in Figura 5.1. Per il principio di azione e reazione i
momenti a destra e sinistra delle cerniere devono essere uguali e opposti. La condizione di congruenza in
corrispondenza della generica cerniera C si può scrivere come:
CB CD (10)
ove il simbolo IJ ha il significato di rotazione della sezione i esima della trave di estremi i e j. Indicando
inoltre con l’apice ° gli spostamenti e le rotazioni dovuti al carico esterno e convenendo di assumere positive
le rotazioni antiorarie, si ha:
M C L BC M B L BC C B
CB CB
o
3EI 6 EI L BC
M C L CD M D L CD D C (11)
o
CD CD
3EI 6EI L CD
M C L BC M B L BC C B M L M L C
CB o CD o C CD D CD D (12)
3EI 6EI L BC 3EI 6EI L CD
L’espressione (12) contiene soltanto le tre incognite M B, MC ed MD e prende il nome di equazione dei tre
momenti.
Nel caso in cui i vincoli in B siano cedevoli elasticamente, le rotazioni in C saranno funzione della reazione
vincolare in C. In particolare si può scrivere che:
B R B
V
/ K B
V
C R C / K C
V
D
R D / K D
(13)
V V V
ove R A , R B , R C sono le reazioni vincolari negli appoggi B,C e D, mentre K B, KC e KD sono le costanti
elastiche dei vincoli cedevoli.
La reazione verticale in un uno degli appoggi sarà funzione dei carichi agenti a sinistra e a destra
dell’appoggio. Ad esempio la reazione in B è somma di due contributi, quello calcolato considerando il
tratto AB e quello calcolato considerando il tratto BC. Da quanto appena detto si evince che il calcolo della
reazione verticale in un punto K deve essere condotto scrivendo almeno tre equazioni di equilibrio, ossia una
equazione globale che viene applicata al tratto composto dai tratto IK e KJ, ove I, K e J sono tre appoggi
consecutivi e due equazioni locali per i tratti IK e KJ.
Per lo schema di Figura 5.1, le reazioni verticali agenti in B, C e D possono essere calcolate in funzione dei
momenti incogniti applicando le Equazioni Cardinali della Statica ai tratti isostatici AE, BE, CE e DE. In
particolare si scriverà una equazione di equilibrio alla traslazione verticale per il tratto AE e quattro
equazioni di equilibrio alla rotazione per i tratti AE, BE, CE e DE. Si scrivono le espressioni (14):
R A
V
R B
V
R C
V
R D
V
R E
V
PA E
V V
M A L AB R B ( L AB L BC ) R C
o
M A , A E M E 0
V V
M B L BC R C ( L BC L CD ) R D
M C L CD R D
V
( L CD L D E ) R E
V
V o
M D L DE R E M D , D E M E 0
ove:
V V V V V
RA ,RB ,RC ,RD ,RE sono le reazioni verticali negli appoggi A, B, C, D ed E, supposte
dirette verso l’alto per avere cedimenti elastici diretti verso il basso;
o
PAE è la risultante dei carichi esterni applicati nel tratto AE;
L AB , L BC , L CD , L DE sono le lunghezze dei tratti di trave compresi tra due appoggi consecutivi;
o o o o
M A , AE , M B,BE , M C ,CE , M D , DE sono momenti risultanti del tipo M I,ILo, che rappresentano i
momenti dei carichi esterni agenti nel tratto tra i nodi I ed L, calcolati rispetto al polo I.
Le espressioni (14) consentono di calcolare le reazioni verticali e quindi anche i cedimenti in B,C e D, dati
dalle espressioni (13). Si noti che la reazione in E non è quella complessiva, perché non si è tenuto conto
del tratto EF ma ciò non influenza i valori delle reazioni in B,C e D, poiché si è considerato il tratto AE, i
cui estremi sono distinti dai nodi B,C e D.
La relazione (14) assume quindi la seguente forma:
M C L BC M B L BC 1 RC RB M L M L R R
o
CB CD o C CD D CD D C (15)
3EI 6EI L BC Kc KB 3EI 6EI KD KC
Una maniera più semplice di determinare la reazione vincolare nell’appoggio J è quello di considerare il
tratto IK ove I, J e K sono tre appoggi consecutivi e di utilizzare il Principio dei Lavori Virtuali, applicando
uno spostamento virtuale in J concorde con la reazione R CV. Lo schema virtuale utilizzato è presentato in
Figura 5.2.
J’
MI
MJ MJ MK
J
I RJV K
Figura 5.2 – Schema di spostamento virtuale per segmenti consecutivi di trave continua
Si scrive che:
o V o
MI WIJ M J R J MJ WJK M K 0 (16)
L IJ L IJ L JK L JK
ove:
MI, MJ ed MK sono i momenti agenti in I, J e K;
L IJ ed L JK sono le lunghezze dei tratti IJ e JK ;
o o
WIJ e WJK sono i lavori virtuali compiuti dai carichi esterni applicati rispettivamente nei tratti IJ
e JK. Se i carichi esterni sono forze verticali il lavoro sarà dato F IJ° ·· (IJ/LIJ), ove IJ individua la
posizione della risultante del carico esterno sul tratto IJ; se invece i carichi esterni sono momenti il lavoro
sarà dato da MIJ° · (/LIJ). Analoghe espressioni si scrivono per il tratto JK, considerando il sistema di
ascisse JK.
Il valore della reazione R CV viene infine ricavato dall’espressione (16):
o o
MI 1 1 M W WJK
M J K IJ
V
RJ (17)
L IJ L IJ L JK L JK
o o
ove il termine ( WIJ WJK ) / si semplifica divenendo indipendente dallo spostamento virtuale poiché
il numeratore è la somma di prodotti del tipo F IJ° ·· (IJ /LIJ), FJK° ·· (JK/LJK), MIJ° · (/LIJ) ed MJK° ·
(/LJK).
M N M
In base a queste considerazioni, l’analisi di una struttura caricata simmetricamente sarà equivalente
all’analisi di metà struttura vincolata con doppi pendoli in corrispondenza dell’asse di simmetria della
struttura originale (si veda la Figura 14), mentre l’analisi di una struttura caricata antisimmetricamente sarà
equivalente all’analisi di metà struttura vincolata con carrelli in corrispondenza dell’asse di simmetria della
struttura originale (si veda la Figura 15). Tale schematizzazione rende molto più semplice l’analisi di
strutture iperstatiche, perché riduce il grado di iperstaticità.
F F F
B C B M
F G F
A D A
L/4 L/4 L/4 L/4
Figura 14 – Esempio di struttura con carico simmetrico e schema equivalente di metà struttura
F F
G B
B C
F
F M
A D
Figura 15 – Esempio di struttura con carico antisimmetrico e schema equivalente di metà struttura
T(s)
Q
P N(s) M(s)
F* v R* v EA
i j N (s) ds T (s) ds M (s) ds
i 1
i
j1
j S S GA S EI
ove:
Fi* sono le P forze del sistema di carico fittizio;
v i sono i P spostamenti del sistema di carico reale, nei punti in cui sono applicate i carichi fittizi;
R*
j sono le Q reazioni vincolari del sistema di carico fittizio in corrispondenza dei cedimenti v j dei
vincoli del sistema reale di carico;
s è l’ascissa che individua la posizione di un punto sui vari segmenti della struttura S;
N(s), T(s) ed M(s) sono le caratteristiche della sollecitazione a sforzo normale, taglio e momento flettente
agenti nel sistema reale di carico;
N*(s), T*(s) ed M*(s) sono le caratteristiche della sollecitazione a sforzo normale, taglio e momento
flettente agenti nel sistema fittizio di carico;
, e sono le distorsioni concentrate oppure indotte dalle variazioni termiche, nel sistema reale;
E e G sono rispettivamente i moduli di elasticità normale e tangenziale del materiale;
A ed I sono rispettivamente l’area ed il momento di inerzia della sezione trasversale della struttura.
Si noti che talvolta le grandezze relative al sistema di carico fittizio vengono denotate con l’apice (f).
Il primo e secondo membro della espressione (23) rappresentano rispettivamente il lavoro virtuale esterno
ed interno. Il significato della espressione (23) è che il lavoro delle forze e reazioni esterne fittizie per gli
spostamenti effettivi è uguale al lavoro delle forze interne fittizie per le deformazioni effettive.
L’espressione generale (23) si semplifica nel caso in cui non ci siano cedimenti vincolari e distorsioni e si
possano trascurare i contributi dello sforzo normale e del taglio. Si scrive che:
P M (s)
F* v
i i M (s) ds (23.1)
i 1
S EI
Nel caso particolare in cui siano presenti momento flettente ed una variazione termica a farfalla si scrive:
P M(s) 2 T
F* v M (s) ds (23.2)
h
i i
i 1
S EI
dove le quantità , T ed h sono rispettivamente il coefficiente di dilatazione lineare del materiale della
struttura, la semiampiezza della variazione termica e lo spessore della trave.
Nel caso particolare in cui siano presenti momento flettente e sforzo normale e delle variazione termiche
uniformi o a farfalla si scrive:
M (s) 2 T
P N (s)
F* v EA T N (s) ds M (s) ds (23.3)
i 1
i i
S S EI h
* v R * v N * N k L k T L
P Q N
i 1
Fi i
j1
j j
k 1
k
EA k k k
(23.4)
ove:
Nk ed Nk* sono gli sforzi reali e fittizi nel kesimo elemento della travatura reticolare;
Lk ed Ak sono rispettivamente la lunghezza e l’area della sezione trasversale del k esimo elemento della
travatura reticolare;
Tk è la variazione termica relativa al k esimo elemento della travatura reticolare ed il segno positivo o
negativo è scelto concordemente con il segno di Tk.
fittizi vengono applicati in corrispondenza dei vincoli soppressi. Se invece ci sono cedimenti vincolari, il
P
termine F* v
i i è comunque nullo e conviene sopprimere i vincoli cedevoli: il corrispondente lavoro
i 1
Q
virtuale esterno sarà dato da 1 v
j1
j .
È bene notare che l’utilizzazione del Principio dei Lavori Virtuali per la risoluzione delle strutture
iperstatiche non è altro che una sua applicazione al calcolo degli spostamenti su strutture isostatiche. Infatti,
il lavoro virtuale interno della generica equazione rappresenta lo spostamento generalizzato, nella direzione
del carico fittizio Xi=1, del punto di applicazione dell’incognita iperstatica X i=1 sulla struttura isostatica
equivalente. Ebbene, per il rispetto della congruenza tale spostamento andrebbe uguagliato a zero in
presenza di vincoli perfetti, oppure posto uguale al cedimento vincolare in caso contrario. Risolvendo le
strutture iperstatiche mediante il principio dei lavori virtuali, pertanto, si vengono a scrivere in maniera
automatica le equazioni di congruenza.
Nomenclatura della terminologia utilizzata nella risoluzione degli esercizi proposti
F
F
A B A B
M
L
L/2 L/2
Figura 1 – Mensola con carico verticale concentrato
La deformata della trave si determina integrando l’equazione differenziale della linea elastica:
M (z)
v"
EI
(1 rip.)
Se la forza è applicata nell’estremità libera B, il momento flettente in corrispondenza della generica sezione
della trave è dato da:
M ( z ) ( L z ) F (1.1)
(1.2)
Il campo di spostamento viene calcolato integrando due volte l’equazione differenziale (1.2).
Fz 3 FLz 2
v( z ) c1 z c 2 (1.3)
6EI 2EI
dv( z)
( z) (3 rip.)
dz
ovvero:
Fz 2 FLz
(z) c1 (1.4)
2EI EI
L’equazione della linea elastica e il campo di rotazioni in corrispondenza della generica sezione della trave
assumono quindi le seguenti espressioni:
3 2
Fz FLz
v( z )
Fz
6 EI
2
2 EI
FLz
(1.6)
( z ) 2 EI
EI
ove il valore negativo indica che la rotazione in B è oraria, come si poteva facilmente prevedere dallo
schema di carico.
Se il carico è applicato in mezzeria si determinano gli spostamenti e le rotazioni corrispondenti alla sezione
M sostituendo L/2 al posto di L nelle (1.7):
3
FL
v M
24 EI
2
FL
M
8 EI
(1.8)
3
L 5FL
vB vM M (1.9)
2 48EI
Si noti che nelle espressioni (1.8) è stato considerato il valore assoluto di M.
q
A B
Per la simmetria della trave, il carico ripartito sarà equilibrato da due reazioni verticali che sono dirette verso
l’alto ed hanno uguale modulo, pari a qL/2.
La deformata della trave si determina integrando l’equazione differenziale della linea elastica:
M (z)
v"
EI
(1 rip.)
Il momento flettente in corrispondenza della generica sezione della trave è dato da:
z qL qz 2 qLz qz
M (z) qz z L z (2.1)
2 2 2 2 2
L’equazione differenziale della linea elastica (1 rip.) diviene:
v" ( z )
q
2 EI
Lz z 2
(2.2)
Il campo di spostamento viene calcolato integrando due volte l’equazione differenziale (2.2).
q Lz 3 z 4
v( z ) c1 z c 2 (2.3)
2EI 6 12
L’equazione della linea elastica e il campo di rotazioni in corrispondenza della generica sezione della trave
assumono quindi le seguenti espressioni:
q qL qL3
v( z ) z4 z3 z
( z )
24 EI
q
12EI
qL
24EI
qL3
(2.6)
z 3
z 2
6 EI 4 EI 24EI
(2.7)
dove il valore negativo indica che la rotazione in A è oraria, come si poteva facilmente prevedere dallo
schema di carico.
A C
B
a b
Applicando le equazioni Cardinali della Statica e considerando positive le forze verticali dirette verso l’alto
si determinano le reazioni vincolari in A e C:
b
R F
A
a b
R F
a (3.1)
C
a b
La deformata della trave si determina integrando l’equazione differenziale della linea elastica:
M (z)
v"
EI
(1 rip.)
Il momento flettente in corrispondenza della generica sezione della trave, nei due segmenti AB e BC è dato
da:
Fb
M AB ( z) z
a b
M Fa (3.2)
BC ( z ) Fa z
a b
I campi di spostamento per i due segmenti di trave sono calcolati integrando due volte le equazioni
differenziali (3.3).
1 Fb
v ( z) z 3 c1 z c 2
AB
v
6EI a b
1 Fa Fa (3.4)
( z) z3 z2 c3z c4
BC 6EI a b 2 EI
dv(z)
(z) (3 rip.)
dz
ovvero:
1 Fb
( z) z 2 c1
AB 2 EI a b
1 Fa Fa (3.5)
BC ( z) 2 EI a b z EI z c 3
2
I valori delle costanti c1, c2, c3 e c4 si determinano imponendo le condizioni al contorno e di congruenza:
v AB ( z 0) 0
v AB ( z a ) v BC ( z a )
AB ( z a ) BC ( z a )
v BC
( z a b) 0
(3.6)
L’equazione della linea elastica e il campo di rotazioni in corrispondenza della generica sezione della trave
assumono quindi le seguenti espressioni per i due segmenti AB e BC:
F b F ab( 2b a )
v (z) z3 z
AB 6 EI a b a b
F b
6 EI
F ab( 2 b a ) (3.7)
AB ( z )
2
z
2EI a b 6EI a b
F a Fa F a (3a 2 4ab 2b 2 ) Fa 3
v (z) z3 z2 z
BC 6EI a b a b
F a
2EI
Fa
6EI
F a (3a 2 4ab 2b 2 )
6EI
(3.8)
( z ) z 2
z
BC
2EI a b EI 6 EI a b
I valori di spostamento in corrispondenza del punto di applicazione della forza e le rotazioni alle estremità
della trave valgono:
F ab ( 2 b a )
A AB (z 0)
6 EI
a b
F ab ( 2 a b )
C BC ( z a b)
6 EI a b
F a 2
b 2
v B v AB ( z a) v BC ( z a)
3EI a b
(3.9)
F FL 3FL2 FL3
v ( z) z3 z2 z
BC
12 EI
F
4 EI
FL
16EI
3FL2
48EI
(3.11)
BC ( z ) z2 z
4 EI 2 EI 16 EI
I valori di spostamento in corrispondenza del punto di applicazione della forza e le rotazioni alle estremità
della trave valgono:
FL2
A
16 EI
FL2
C
16 EI
FL3
v B
48 EI
(3.12)
A
B C
a b
Figura 4 – Trave a sbalzo con carico verticale di estremità
Applicando le equazioni Cardinali della Statica e considerando positive le forze verticali dirette verso l’alto
si determinano le reazioni vincolari in A e B:
b
R F
A
R F
a
(a b ) (4.1)
B
a
La deformata della trave si determina integrando l’equazione differenziale della linea elastica:
M (z)
v"
EI
(1 rip.)
Il momento flettente in corrispondenza della generica sezione della trave, nei due segmenti AB e BC è dato
da:
Fb
M AB ( z) z
a (4.2)
M BC ( z) ( a b z) F
(4.3)
F b
v " ( z) z
AB EI a
F
v BC " ( z ) EI ( a b z )
I campi di spostamento per i due segmenti di trave sono calcolati integrando due volte le equazioni
differenziali (4.3). Le rotazioni si calcola come:
dv(z)
(z) (3 rip.)
dz
F F( a b)
v ( z) z3 z2 c3z c4
BC
6 EI
F F( a
2 EI
b ) (4.5)
BC ( z) 2 EI z z c3
2
2 EI
I valori delle costanti c1, c2, c3 e c4 si determinano imponendo le condizioni al contorno e di congruenza:
v AB ( z 0) 0
v AB ( z a ) v BC ( z a ) 0
a) BC ( z a )
AB ( z
(4.6)
L’equazione della linea elastica e il campo di rotazioni in corrispondenza della generica sezione della trave
assumono quindi le seguenti espressioni per i due segmenti AB e BC:
F b Fab
v ( z) z3 z
AB
6 EI a
F b
6 EI
Fab (4.7)
AB ( z ) z2
2 EI a 6 EI
F F( a b ) F( 3a 4 b ) Fa 2 ( a b )
v ( z) z3 z2 z
BC
F
6 EI 2 EI
F( a b )
6 EI
F( 3a 4 b )
6 EI
(4.8)
BC ( z ) z 2
z
2 EI 2 EI 6EI
(4.9)
A
12 EI
2
FL
B
6 EI
2
7 FL
C
24 EI
3
FL
v C
8 EI
(4.11)
M
A B
Il momento M sarà equilibrato da una coppia di reazioni verticali di modulo pari ad M/L; la reazione in B è
diretta verso il basso, mentre la reazione in A è diretta verso l’alto.
La deformata della trave si determina integrando l’equazione differenziale della linea elastica:
M (z)
v"
EI
(1 rip.)
Il momento flettente in corrispondenza della generica sezione della trave è dato da:
M
M ( z ) ( L z ) (5.1)
L
L’equazione differenziale della linea elastica (1 rip.) diviene:
M (L z)
M(z) (5.2)
EI L
Il campo di spostamento viene calcolato integrando due volte l’equazione differenziale (5.2).
M (L z)3 (5.3)
v(z) c zc
6EI L 1 2
M (L z) 3 (5.4)
v( z) c
2 EI L 1
L’equazione della linea elastica e il campo di rotazioni in corrispondenza della generica sezione della trave
assumono quindi le seguenti espressioni:
M (L z)3 ML ML
2
v ( z ) z
6 EI
M
L
(L z) 2
6 EI
ML
6 EI
(5.6)
( z )
2 EI L 6 EI
ML (5.7)
B 6 EI
dove il valore negativo indica che la rotazione in B è oraria, come si poteva facilmente prevedere dallo
schema di carico.
TRAVE IPERSTATICA INCASTRATA-APPOGGIATA SOTTOPOSTA AD UN CARICO
CONCENTRATO IN MEZZERIA
Risolvere con il metodo delle forze la struttura iperstatica mostrata in Figura 7.
F F
X
A B A B
Figura 7 – Trave iperstatica incastrata-appoggiata con carico verticale in mezzeria e schema isostatico equivalente
La struttura mostrata in Figura 7 è una volta iperstatica. La struttura viene resa isostatica, sopprimendo il
vincolo alla rotazione in A. Si introduce quindi una incognita iperstatica: il momento X agente nell’estremità
A. La Figura 7 mostra anche lo schema isostatico equivalente.
La incognita iperstatica viene determinata con il metodo delle forze in maniera tale che sia rispettata la
seguente condizione di congruenza:
A 0 (7.1)
La rotazione della trave in corrispondenza dell’estremità A, si può considerare come somma di due
contributi, rispettivamente dovuti al momento incognito X ed al carico applicato F.
A A ,X A , F (7.2)
I contributi del carico applicato F e del momento incognito X alla rotazione della trave all’estremità A sono
dati dalle seguenti espressioni:
XL
A , X 3EI
FL2 (7.3)
A,F
16 EI
XL FL2
A (7.4)
3EI 16EI
Imponendo il rispetto della condizione di congruenza (7.1) si scrive l’equazione nell’incognita iperstatica X:
XL FL2
0 (7.5)
3EI 16EI
3
X FL (7.6)
16
Una volta determinato il momento di incastro, le reazioni vincolari ancora incognite sono le reazioni
verticali RAV ed RBV che si determinano applicando le Equazioni Cardinali della Statica allo schema di trave
isostatica. Si ha che:
V 11
R F
A
16
R V 5
F
B
16
(7.7)
ove il valore positivo indica che le reazioni sono dirette verso l’alto.
M
M X
A B A B
L L
Figura 8 – Trave iperstatica incastrata-appoggiata con momento di estremità e schema isostatico equivalente
La struttura mostrata in Figura 8 è una volta iperstatica. La struttura viene resa isostatica, sopprimendo il
vincolo alla rotazione in A. Si introduce quindi una incognita iperstatica: il momento X agente nell’estremità
A. La Figura 8 mostra anche lo schema isostatico equivalente.
La incognita iperstatica viene determinata con il metodo delle forze in maniera tale che sia
rispettata la seguente condizione di congruenza:
A 0 (8.1)
La rotazione della trave in corrispondenza dell’estremità A, si può considerare come somma di due
contributi, rispettivamente dovuti al momento incognito X ed al momento applicato M.
A A ,X A ,M (8.2)
I contributi del momento applicato M e del momento incognito X alla rotazione della trave all’estremità A
sono dati dalle seguenti espressioni:
XL
A , X 3EI
ML (8.3)
A ,M
6 EI
XL ML
A (8.4)
3EI 6EI
Imponendo il rispetto della condizione di congruenza (8.1) si scrive l’equazione nell’incognita iperstatica X:
XL ML
0 (8.5)
3EI 6EI
Il momento di incastro è quindi la metà di quello di estremità. Il diagramma del momento flettente è quello
mostrato in Figura 8.1. Il momento si annulla in corrispondenza della sezione C posta ad una distanza pari
ad L/3 dalla sezione di incastro A.
A B
C
R V
2L
3M (8.7)
B
2L
ove il valore positivo indica di una data reazione indica che essa è diretta verso l’alto.
F F
X X
A B
A B
M M
l/2 l/2
l/2 l/2
Figura 9 – Trave iperstatica incastrata-incastrata con carico verticale in mezzeria e schema isostatico equivalente
La struttura mostrata in Figura 9 è due volte iperstatica. La simmetria riduce il grado di iperstaticità ad 1.
La struttura viene resa isostatica, sopprimendo i vincoli alla rotazione in A e B. Si introduce quindi come
incognita iperstatica il valore X dei momenti agenti in corrispondenza delle estremità A e B: tali momenti
hanno modulo uguale e verso opposto. La Figura 9 mostra anche lo schema isostatico equivalente.
La incognita iperstatica viene determinata con il metodo delle forze in maniera tale che sia rispettata una
sola condizione di congruenza a causa della simmetria della trave.
A 0 (9.1)
La rotazione della trave in corrispondenza dell’estremità A, si può considerare come somma di tre contributi,
rispettivamente dovuti ai momenti di incastro incogniti X (l’indice ‘ è relativo al momento in A, l’indice “ è
relativo al momento in B) ed al carico applicato F.
A A , X ' A , X " A , F
(9.2)
I contributi del carico applicato F e dei momenti incogniti X alla rotazione della trave all’estremità A sono
dati dalle seguenti espressioni:
XL
A , X ' 3EI
A , X "
XL
6 EI (9.3)
FL2
A , F
16 EI
XL XL FL2
A (9.4)
3EI 6EI 16EI
Imponendo il rispetto della condizione di congruenza (9.1) si scrive l’equazione nell’incognita iperstatica X:
XL XL FL2
0 (9.5)
3EI 6EI 16EI
FL
X (9.6)
8
Una volta determinato il momento di incastro, le reazioni vincolari ancora incognite R AV ed RBV si
determinano applicando le Equazioni Cardinali della Statica allo schema di trave isostatica. Il valore
positivo indica che le reazioni sono dirette verso l’alto.
V V F
RA RB (9.7)
2
TRAVE IPERSTATICA INCASTRATA-INCASTRATA CON CARICO DISTRIBUITO
Risolvere con il metodo delle forze la struttura iperstatica mostrata in Figura 10.
q X q X
A B A B
L L
Figura 10 – Trave iperstatica incastrata-incastrata con carico distribuito e schema isostatico equivalente
La struttura mostrata in Figura 10. è due volte iperstatica. La simmetria riduce il grado di iperstaticità ad 1.
La struttura viene resa isostatica, sopprimendo i vincoli alla rotazione in A e B. Si introduce quindi come
incognita iperstatica il valore X dei momenti agenti in corrispondenza delle estremità A e B: tali momenti
hanno modulo uguale e verso opposto. La Figura 10 mostra anche lo schema isostatico equivalente.
La incognita iperstatica viene determinata con il metodo delle forze in maniera tale che sia rispettata una
sola condizione di congruenza a causa della simmetria della trave.
A 0 (10.1)
La rotazione della trave in corrispondenza dell’estremità A, si può considerare come somma di tre contributi,
rispettivamente dovuti ai momenti di incastro incogniti X (l’indice ‘ è relativo al momento in A, l’indice “ è
relativo al momento in B) ed al carico distribuito applicato q.
A A , X ' A , X " A ,q
(10.2)
I contributi del carico applicato q e dei momenti incogniti X alla rotazione della trave all’estremità A sono
dati dalle seguenti espressioni:
XL
A , X ' 3EI
A , X "
XL
6 EI (10.3)
qL3
A , q
24 EI
XL XL qL3
A (10.4)
3EI 6EI 24EI
Imponendo il rispetto della condizione di congruenza (10.1) si scrive l’equazione nell’incognita iperstatica
X:
XL XL qL3
0 (10.5)
3EI 6EI 24EI
qL2
X (10.6)
12
Una volta determinato il momento di incastro, le reazioni vincolari ancora incognite R AV ed RBV si
determinano applicando le Equazioni Cardinali della Statica allo schema di trave isostatica. Il valore
positivo indica che le reazioni sono dirette verso l’alto.
V V qL
RA RB (10.7)
2
F F
B
A C
Figura 11 – Trave iperstatica con triplo appoggio con due carichi concentrati
F M M F
A C
B
Figura 11.1 – Trave iperstatica con triplo appoggio con due carichi concentrati: schema isostatico equivalente
F F
A B C
Figura 11.2 – Trave iperstatica con triplo appoggio con due carichi concentrati: schema isostatico equivalente
Se si sceglie lo schema isostatico di Figura 11.1, la condizione di congruenza comporta che non vi sia
discontinuità nella linea elastica della trave. Si scrive quindi
BA BC (11.1)
I vari contributi alle due rotazioni BA e BC sono dati dalle seguenti espressioni:
ML ML
B , M BA B , M BC
3EI 3EI
FL
2 ;
FL
2
B , FBA B , FBC
16 EI 16 EI
(11.3)
ML FL
2
BA
ML
3EI
FL
16 EI
2 (11.4)
BC
3EI 16 EI
Imponendo il rispetto della condizione di congruenza (11.1) si scrive l’equazione nell’incognita iperstatica
M:
ML FL2 ML FL2
(11.5)
3EI 16EI 3EI 16EI
3
M FL (11.6)
16
F M M F
A B C
Figura 11.1.1 – Schema isostatico della trave con tre appoggi e reazioni vincolari ipotizzate
Una volta determinato il momento M incognito, si possono calcolare le reazioni vincolari incognite. Si
considera lo schema di Figura 11.1.1, dove sono indicati anche i versi scelti per le reazioni vincolari.
Se si scrivono l’equazione di equilibrio alla rotazione del tratto AB scegliendo come polo il punto B e
l’equazione di equilibrio alla traslazione all’intera struttura, si ricava:
V V 5
R R F
A C
16
R V 11
F
B
8
(11.7)
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Se si sceglie lo schema isostatico di Figura 11.2, la condizione di congruenza comporta che lo spostamento
in B sia nullo. Si scrive quindi
vB 0 (11.8)
I contributi allo spostamento verticale in B saranno dovuti ai carichi concentrati (le notazioni F AB ed FBC
sono relative ai carichi agenti nei tratti AB e BC) ed alla reazione X incognita.
I vari contributi allo spostamento verticale in B sono dati dalle seguenti espressioni:
XL3
v
B, X
v
6 EI
11FL3
(11.10)
B, FAB v B , FBC
96EI
Si noti che v B,X si ricava sostituendo 2L al posto di L nell’espressione FL3 / 48EI dello spostamento di
una trave appoggiata-appoggiata con carico F concentrato in mezzeria, mentre v B, FAB e v B,FBC sono
calcolati utilizzando le relazioni già determinate per il problema 4 :
F 5FL2
v ( z) z3 z
AB
v
24 EI
F
32 EI
FL 11FL2 FL3
(4.7-8 rep.)
( z) z3 z2 z
BC 24 EI 4 EI 32 EI 48 EI
XL3 11FL2
vB (11.11)
6EI 48EI
Imponendo il rispetto della condizione di congruenza (11.8) si scrive l’equazione nell’incognita iperstatica
X:
XL3 11FL2
0 (11.12)
6EI 48EI
11
X F (11.13)
8
che è ovviamente identica alla reazione verticale R B trovata nel caso precedente (11.7).
F MBA MBC F
A C
B
Figura 11.3 – Schema isostatico equivalente di trave continua con tre appoggi
Per risolvere la trave continua mostrata in Figura 11.3 si assume come incognita la rotazione B del nodo B.
Per l’equilibrio alla rotazione del nodo B si deve avere che:
M BA M BC 0 (11.14)
Indicate con BA e BC le rotazioni in corrispondenza dei tratti AB e BC, per la congruenza della struttura si
deve avere che:
B BA BC (11.15)
Le rotazioni BA e BC sono funzione dei momenti MBA ed MBC e dei carichi esterni applicati. Si scrive che:
M BA L FL
2
BA
3EI
M BC L
16 EI
FL
2 (11.16)
BC
3EI 16 EI
M BA L FL
2
B
3EI
M BC L
16 EI
FL
2 (11.16.mod)
B
3EI 16 EI
2 2
3EI FL 3EI FL
B B 0 (11.18)
L 16 EI
L
16 EI
6 EI
B 0 (11.18.mod)
L
B 0 (11.19)
Una volta che è stato determinato il valore della rotazione incognita B si possono ricavare i valori dei
momenti MBA ed MBC:
3
M BA FL
M
3
16
FL
(11.20)
BC
16
I valori ricavati sono in accordo con il valore del momento M trovato con il metodo delle forze. Il segno
negativo indica che il momento M BA è orario per garantire l’equilibrio alla rotazione del nodo B, come si
poteva facilmente prevedere dallo schema di carico.
TRAVE CONTINUA INCASTRATA IN UN ESTREMO E DUE APPOGGI
Risolvere con il metodo delle forze la struttura iperstatica mostrata in Figura 21.
La struttura mostrata in Figura 21 è due volte iperstatica a causa della presenza degli appoggi in B e C. La
trave continua viene resa isostatica sopprimendo il vincolo alla rotazione in A ed introducendo una
sconnessione in corrispondenza dell’appoggio B, in modo che i segmenti AB e BD risultino isostatici.
F
q
B C
L L L/2
A B C
M1 q M2 M2 F
A B C
Figura 21.1 – Schema isostatico equivalente della trave continua incastrata in un estremo e con due appoggi
Si introducono quindi i momenti M AB, MBA, MBC ove il momento M ij agisce nel nodo i del tratto compreso
tra i nodi i e j, ove i nodi corrispondono a sconnessioni introdotte o a vincoli soppressi. Si scrivono poi delle
condizioni di equilibrio Mij=Mik in corrispondenza di ogni nodo j compreso tra altri due nodi i e k.
I momenti Mij sono quindi legati ai momenti M 1, M2, mostrati nello schema isostatico (vedere Figura 21.1),
dalle seguenti espressioni:
M AB M 1
M BA M BC M 2
(21.1)
e si considerano le due incognite iperstatiche M 1 ed M2, che sono rispettivamente il momento d’incastro in A
ed il momento che si scambiano i segmenti AB e BC.
Le condizioni di congruenza riguarderanno la rotazione in A e la continuità della linea elastica in
corrispondenza dell’appoggio B. Si scrivono le seguenti equazioni:
A 0
BA BC
(21.2)
BA B , M AB B , M BA B ,q
BC B , M BC B, F
(21.3)
A
3EI
6 EI
24 EI
M 2 L M1L qL3
BA
3EI 6 EI 24 EI
M 2 L FL2
BC
3EI
12 EI
(21.5)
Imponendo il rispetto delle condizioni di congruenza (21.2) si scrive un sistema di equazioni nelle incognite
iperstatica M1 ed M2:
M1L M2L qL3
0
3EI
M 2 L
6EI
M 1 L
24 EI
qL 3
M2L FL2
(21.6)
3EI 6 EI 24 EI 3EI 12 EI
4 M 1 16M 2 qL2 2 FL
(21.6 mod)
(21.8)
M1 q M2 M2 F
C
A
B
RAV RCV
RBV
Figura 21.2 – Schema isostatico equivalente della trave continua e reazioni vincolari ipotizzate
Tratto BD
Questo tratto si può considerare isostatico perché è l’unione dei due tratti isostatici BC e CD.
Se si fa l’equilibrio alla rotazione attorno al polo B si ha:
3
M2 L RCV LF 0 (21.9)
2
Intera struttura
Se si applicano le Equazioni Cardinali della Statica alla traslazione in direzione verticale e l’equilibrio alla
rotazione con polo in A, si scrivono le seguenti relazioni:
R A V R B V R C V 5F F 0
M 1 L R B
V
2L R C V
L
5F
5L
F 0 (21.10)
2 2
(21.11)
TRAVE CONTINUA INCASTRATA IN UN ESTREMO E DUE APPOGGI
Risolvere con il metodo delle forze la struttura iperstatica mostrata in Figura 22.
La struttura mostrata in Figura 22 è quattro volte iperstatica a causa della presenza degli appoggi in C,D,E
ed F. La trave continua viene resa isostatica sopprimendo il vincolo alla rotazione in A ed introducendo
delle sconnessioni in corrispondenza degli appoggi C,D ed E in modo che i segmenti AC, CD, DE ed EF
risultino isostatici.
F
q
A
B
C D E F
L/2 L/2 L L L
MAB F
MCB MCD MDC MDE q MED MEF
B
A C D E F
M1 F
M2 M2 M3 M3 q M4 M4
B
A C D E F
Figura 22.1 – Schema isostatico equivalente della trave continua incastrata in un estremo e con quattro appoggi
Si introducono quindi i momenti M AB, MCB, MCD, MDC, MDE, MED, MEF, ove il momento M ij agisce nel nodo i
del tratto compreso tra i nodi i e j, ove i nodi corrispondono a sconnessioni introdotte o a vincoli soppressi.
Si scrivono poi delle condizioni di equilibrio M ij=Mik in corrispondenza di ogni nodo j compreso tra altri due
nodi i e k.
I momenti Mij sono quindi legati ai momenti M1, M2, M3 ed M4, mostrati nello schema isostatico (vedere
Figura 22.1), dalle seguenti espressioni:
M AB M 1
M C B M CD M 2
M DC M D E M 3
M
ED M E F M 4
(22.1)
e si considerano le quattro incognite iperstatiche M 1, M2, M3 ed M4 che sono rispettivamente il momento
d’incastro in A ed i momenti che si scambiano i segmenti AC e CD, CD e DE, DE ed EF.
Le condizioni di congruenza riguarderanno la rotazione in A e la continuità della linea elastica in
corrispondenza degli appoggi C,D,E ed F. Si scrivono le seguenti equazioni:
A 0
CB CD
D C DE
E D E F
(22.2)
ove A è la rotazione in corrispondenza dell’incastro A, mentre con la notazione IJ si indica la rotazione
nel nodo I, relativa al tratto IJ.
Le rotazioni elencate nelle (22.2) dipenderanno dai seguenti contributi:
A , M
A AB
CB C , M
C B
CD C , M C D
D C D , M D C
D E D , M DE
ED E , M ED
EF E , M EF
(22.3)
ove il pedice F è relativo al carico concentrato F ed il pedice q al carico ripartito q.
I vari contributi alle rotazioni elencate nelle (22.2-3) sono dati dalle seguenti espressioni (22.4):
M1L M 2 L
A , M AB
3EI C , M CB
3EI
;
;
M 2 L M1L
A , M CB C , M AB
6 EI 6 EI
FL2 FL2
A ,F
16 EI C ,F
16 EI
M2L
C , M CD
3EI
M3L
C , M
DC 6 EI
M 3 L
M3L
D , M DE
3EI
D , M DC
3EI
;
;
M 4 L
D , M ED
M2L 6 EI
D , M CD qL3
6 EI
D ,q
24 EI
M 4 L
E , M ED
3EI
M4L
; E ,M EF
M 3 L
E , M DE
6 EI
E ,q
qL
24 EI
3
3EI
Le rotazioni nei punti A, B, C, D ed E della trave valgono quindi:
M 1 L
A
3EI
M
2
CB
3 E
M L
2
CD
3 EI
M
3
DC
3 E
M L
3
DE
3 EI
M
4
ED
3 E I
M L
EF 4
3EI
(22.5)
Imponendo il rispetto delle condizioni di congruenza (22.2) si scrive un sistema di equazioni nelle incognite
iperstatiche M1, M2, M3 ed M4:
M 1L M 2 L FL2
0
3EI 6 EI 16 EI
M 2 L M 1 L FL 2
M 2 L
3E I
6 EI
16 EI
3EI
M L M 2 L M 3 L M 4 L
3
3EI 6 EI 3EI 6 EI
3
M 4 L M 3 L qL M 4 L
3E I 6 EI 24 EI 3EI
(22.6)
Il sistema (22.6) viene riscritto come:
16 M 1 8M 2 3F L
8M
1 32 M 2 8M 3 3FL
4 M 2 16 M 3 4M 4 qL2
qL2
4 M 3 16 M 4
(22.6 mod)
da cui si ricavano i valori dei momenti M 1, M2, M3 ed M4 incogniti:
123 FL 6qL 2
M 1
776
45 FL
12 qL 2
M
2
776
M 42 qL 2
12 FL
3
776
M 3 FL 38qL 2
4
776
(22.7)
(22.8)
REV RFV
RAV RCV RDV
Figura 22.2 – Schema isostatico equivalente della trave continua e reazioni vincolari ipotizzate
Tratto EF
Se si fa l’equilibrio alla rotazione attorno al polo E si ha:
M4 L R FV 0 (22.9)
Tratto DF
Questo tratto si può considerare isostatico perché è l’unione dei due tratti isostatici DE ed EF.
Se si fa l’equilibrio alla rotazione attorno al polo D si ha:
L
M3 F L R E V 2L R F V 0 (22.10)
2
Tratto CF
Questo tratto si può considerare isostatico perché è l’unione dei tre tratti isostatici CD, DE ed EF.
Se si fa l’equilibrio alla rotazione attorno al polo C si ha:
3L
M2 L R DV F 2 L R E V 3L R F V 0 (22.11)
2
Intera struttura
Se si applicano le Equazioni Cardinali della Statica alla traslazione in direzione verticale e l’equilibrio alla
rotazione con polo in A, si scrivono le seguenti relazioni:
R A V F R C V R D V F R E V R F V 0
L 5
M 1 2 F L R C 2 L R D 2 L F 3L R E 4 L R F 0
V V V V (22.12)
(22.13)