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C velocità limite
K ≠ ½ M v2
Velocità ed energia cinetica di elettroni relativistici
(W. Bertozzi, 1964)
Misura calorimetrica
Lelet = ∆ Eint ( = K?)
Velocità ed energia cinetica di elettroni relativistici
(W. Bertozzi, 1964)
Conclusioni
-Gli elettroni non accelerano a più di c.
-Il teorema dell’energia cinetica potrebbe valere
ancora in ambito relativistico, ma l’espressione
dell’energia deve essere diversa.
I postulati della Relatività ristretta
e le conseguenze cinematiche
• I due postulati di Einstein: invarianza della velocità
della luce e principio di relatività
– Premessa: La velocità della luce come velocità limite (non
raggiungibile da un osservatore) nel caso più generale
(paradosso di Einstein «a cavallo di un raggio di luce» e l’assurdo di
onde E.M. statiche)
– Conseguenza: La non validità delle trasformazioni
galileiane della velocità in ambito relativistico (un raggio di
luce «sparato» da un mezzo in moto ha come valore di velocità c,
sia nel sistema di riferimento fermo che in quello co-movente con il
mezzo)
Altre cose della cinematica classica che non
funzionano alle altre velocità!
I postulati della Relatività ristretta
e le conseguenze cinematiche
• La dilatazione relativistica dei tempi
Esperimento mentale: l’orologio a luce (applet)
– Cos’è un orologio
– Un orologio fatto con
un raggio di luce
riflesso tra due specchi
– Due orologi a luce,
entrambi esaminati
nel sistema di
riferimento «fermo»
I postulati della Relatività ristretta
e le conseguenze cinematiche
• La dilatazione relativistica dei tempi
Esperimento mentale: l’orologio a luce (applet)
– Da pure considerazioni
geometriche sui
percorsi effettuati LA e LB
c TA = LA = 2 L
(C TB)2 = LB2 = (2L)2+(V TB)2
-->
(CTB)2 (1- (V/c)2) = (c TA)2
TB = TA /(1-(V/c)2) 1/2
I postulati della Relatività ristretta
e le conseguenze cinematiche
• La dilatazione relativistica dei tempi
Esperimento mentale: l’orologio a luce (applet)
Stimoli per la riflessione
Un osservatore è solidale con l’orologio fermo, mentre un
secondo osservatore si muove con il secondo
– I battiti del cuore del secondo osservatore risultano
realmente rallentati secondo il primo?
– Il secondo osservatore sente i propri battiti rallentati?
Invarianza delle leggi fisiche nei due sistemi di riferimento
Invarianza del tempo proprio
La «dinamica» relativistica
• Quantità di moto come grandezza conservata.
L’esperimento di Bertozzi suggerisce che l’energia cinetica
K ed il relativo teorema hanno un significato anche
nell’ambito relativistico, anche se la dipendenza di K dalla
velocità deve essere diversa da quella classica.
E la quantità di moto?
La conservazione della quantità di moto P in meccanica
classica è fondamentale: possiamo fare l’ipotesi che abbia
un corrispettivo anche in ambito relativistico, pur
eventualmente P possa dipendere in maniera diversa
dalla velocità che in ambito classico
La «dinamica» relativistica
• Quantità di moto come grandezza conservata.
Urti elastici ad alta velocità
• Preliminari
– Richiamo degli urti elastici in due dimensioni in meccanica classica
• Contenuti
– Urto radente fra due particelle identiche nel sistema di centro di massa. In tale
sistema di riferimento entrambe sono relativistiche, nel sistema di riferimento
del laboratorio prescelto una delle due ha velocità sufficientemente bassa da
poter essere considerata classica.
– La classicità di una delle due particelle nel sistema del laboratorio permette di
connettere l’espressione della quantità di moto con quella classica, mentre la
forma della seconda particella deriva dalla conservazione della quantità di
moto totale
– Ruolo fondamentale gioca il tempo proprio delle due particelle
– Le componenti delle velocità delle due particelle non rimangono eguali ed
opposte passando da un sistema di riferimento all’altro
• Risultati
– Una espressione per (il modulo del)la quantità di moto in ambito relativistico
La «dinamica» relativistica
• Quantità di moto come grandezza conservata.
Urti elastici ad alta velocità
- Urto radente (C.M.) 1 Y
(piccolo angolo di
X
deflessione piccola
componente di velocità 2
lungo Y piccola componente di quantità di moto
lungo Y)
- Poiché urto elastico, valgono ancora le eguaglianze dei
moduli delle velocità (e delle quantità di moto) prima e
dopo l’urto, e la collinearità tra letraiettorie delle due
particelle
La «dinamica» relativistica
• Quantità di moto come grandezza conservata.
Urti elastici ad alta velocità
1 Y’
- Sistema di riferimento di
laboratorio scelto in modo
da annullare la componente X X’
della quantità di moto di 1. 2
In tale limite, la 1 «rimbalza»
lungo la direzione di Y’.
- Se l’urto nel C.M. era abbastanza radente, la velocità di 1 nel
laboratorio sarà piccola, al limite potrà essere trattata
classicamente.
In questo limite, la quantità di moto di 1 sarà semplicemente
P’1 = M v’1
La «dinamica» relativistica
• Quantità di moto come grandezza conservata.
Urti elastici ad alta velocità
- Consideriamo gli 1 Y
spostamenti ∆Y
X
effettuati lungo Y dalle
2
due particelle nel C.M..
Saranno uguali a parità di tempo ∆t
(simmetria del sistema) o, meglio, di tempo
proprio ∆τ
La «dinamica» relativistica
• Quantità di moto come grandezza conservata.
Urti elastici ad alta velocità
- Nel sistema di laboratorio 1 Y’
i due spostamenti avvenuti
durante l’intervallo di tempo X’
proprio ∆τ (dimensione 2
trasversale alla direzione di
moto del laboratorio rispetto C.M.) rimangono uguali tra loro
- In questo caso però abbiamo che mentre per la particella 1, ∆τ
coincide con il tempo coordinato ∆t’1 (la particella è classica), per la
2 è significativa la dilatazione dei tempi
∆t’2 = ∆τ /(1-(v’2/c)2)1/2
- L’eguaglianza tra gli spostamenti lungo Y’ implica quindi
v’1 ∆τ = v’1 ∆t’1 = v’2(y) ∆t’2 = v’2(y) ∆τ /(1-(v’2/c)2)1/2
cioè
v’1 = v’2(y) /(1-(v’2/c)2)1/2
0
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4
γ
La «dinamica» relativistica
• L’espressione della energia cinetica in funzione della velocità in ambito
relativistico
Vediamo cosa implica questa relazione per basse velocità, nel limite classico.
Dobbiamo approssimare la relazione
γ =1/(1-(v/c)2)1/2
Utilizzeremo a tal fine una regola di approssimazione delle potenze (anche
frazionarie) di un binomio espresso nel seguente modo
(1+X)N ≅ 1+ N X
Approssimazione tanto migliore quanto X<<1. Nel nostro caso è N = -1/2 e
quindi
γ = 1/(1-(v/c)2)1/2 ≅ 1- ½ (-(v/c)2)
Bertozzi.
(v/c)2
Si può facilmente ricavare 0,6
che l’espressione che lega
v2 a K nel grafico che 0,4
abbiamo visto, è
V2/c2 = 1- [ mc2 / (mc2+K) ]2 0,2
che riproduce bene
l’andamento dei dati 0
0 5 10 15 20 25
K/(mc2)
Il fotone come «oggetto relativistico ideale»
Radiometro di Nichols
Bilancia di torsione
equipaggiata con due specchi.
Su uno degli specchi viene inviato
un fascio di luce, che provoca
la rotazione dell’equipaggio mobile
Il fotone come «oggetto relativistico ideale»
La pressione di radiazione e la «equazione di stato» del fotone
(E = p c)
MA ….
Nel primo sistema di riferimento il corpo è fermo prima e dopo,
e quindi la velocità vF nell’altro sistema di riferimento deve
essere sempre v
Quindi DOPO
M γ v = M γ v + 2ε v /c2
ASSURDO
Il fotone come «oggetto relativistico ideale»
Un primo esempio di non additività della massa classica: l’assorbimento di
fotoni