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Laurea Magistrale in Progettazione educativa Minori – AA. 2019-2020 – 2° Semestre TEOLOGIA (Prof.

Maier Roberto Giorgio)

Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 1 Il movimento del sole,


delle stelle, la
SCOPERTA DELL’ORDINE Lo stupore dell’uomo che si riflette nelle
Altre religioni separazione delle acque,
E FONDAZIONE DEL MONDO prime pagine del libro della Genesi non è
Lotta tra essere la crescita delle piante e
solamente nei confronti dell’esistenza, ma E nulla degli animali, il ciclo
prima di tutto nei confronti della bellezza.
della vita, il primo uomo
e il dono della donna…
La scoperta dell’ordine è uno degli atti più stupefacenti del
genio umano: un’opera, una creazione essa stessa.
Potremmo dire che l’ordine naturale è il frutto della La parola tedesca che indica costruire
conoscenza umana (bauen), sarebbe persino etimologicamente
legata al verbo essere, (Ich bin =io sono)
Gli uomini abitano attendendo i divini come così che esistere significa, di fatto, abitare
divini: aspettano i divini attraverso la loro
M.Heidegger
speranza e nella percezione della
trascendenza. I divini non sono Dio, ma Costruire abitare pensare in Saggi e
L’abitare è la
qualcosa di più simile alla percezione della Discorsi, Mursia, Milano, 1976 (p. 96-108) forma umana

“quadratura”, das Geviert


trascendenza, del sacro, del mistero dell’esistere

L’uomo abita accogliendo il cielo come cielo. divini


Qui il cielo è il simbolo del tempo: per questo ha a che fare con la protezione del suolo,
si tratta di lasciare “al sole e alla luna il loro con la sua custodia, perché permette al
corso, alle stelle il loro cammino, alle stagioni mondo di essere l’uomo come il pastore
le loro benedizioni e la loro inclemenza non dell’essere, colui senza il quale nessuna
facendo della notte un giorno, né del giorno ontologia sarebbe possibile
uno sforzo infinito accettare ciò che nella vita cielo
dell’uomo è inaccessibile. Abitare sotto il La quadratura heideggeriana è,
cielo significa riconoscere un ordine Quando un uomo abita, dice Heidegger,
raccoglie i quattro elementi
dunque, l’unità della terra, del
originario che non può che essere ricevuto e cielo, dei mortali e dei divini:
fondamentali
nel quale la fatica dell’uomo pu￲ inscriversi. essa avviene solamente
questo tessuto di connessioni nell’atto dell’abitare
L’uomo abita la terra salvandola; il pericolo
terra che è il mondo non esiste
da cui la terra deve essere salvata è la stessa prima della decisione
signoria dell’uomo: la terra deve essere dell’uomo di abitarlo: sarebbe Quando l’uomo costruisce,
lasciata libera (freilassen), cos↓ che la sua solo un cumulo di cose senza invece, il mondo prende vita
essenza possa svilupparsi e crescere. ordine, senso, scopo o l’atto stesso del costruire ne
funzione. dischiude la possibilità
mortali altrimenti inaccessibile.
Schemi a cura di Giuseppe ARMANI per Andrea DADOMO (Matr.4915141)
Laurea Magistrale in Progettazione educativa Minori – AA. 2019-2020 – 2° Semestre TEOLOGIA (Prof.Maier Roberto Giorgio)

Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 2


Tornando alla Genesi: il giardino
senza il costruire, quella rete complessa Lo stupore dell’uomo che si riflette nelle
non è solamente il luogo che Dio
che chiamiamo senso, semplicemente prime pagine del libro della Genesi non è
ha creato, ma anche la bellezza
non esisterebbe: solamente nei confronti dell’esistenza, ma che lo stupore dell’uomo ha
prima di tutto nei confronti della bellezza. scoperto, abitandolo.

Il cielo e la terra, i mortali e i divini sono in relazione


nel momento e nel luogo preciso in cui l’uomo
abita. Con queste dimensioni fondamentali della Mircea Eliade, uno dei grandi
vita, l’ordine stesso emerge dal lavoro dell’uomo storici della religione, spiega
come associazione di cose, numeri, parole, come la prima esperienza di un
rappresentazioni abitare consapevole, nell’umanità
Mircea Eliade primitiva, sia connessa con
M.Heidegger
l’erezione di un totem, una
Nel pensiero medievale l’uomo è Costruire abitare pensare in Saggi MIRCEA ELIADE, The Sacred and the linea orientata all’interno di una
un microcosmo nel quale si e Discorsi, Mursia, Milano, 1976 (p. Profane. On the Nature of Religion, landa caotica.
96-108) Harper Book, New York 1961, 21-22.
dispone tutta la complessità del
mondo esterno (macrocosmo),
così che vi è una perfetta Costruire è sempre un atto sacro:
corrispondenza e proporzione tra L’ordine, dunque, È la presenza del totem al centro del
ciò che ha dentro e ciò che sta villaggio è un’operazione religiosa
possibile solo in virtù di
fuori da lui. che rende possibile abitare
una relazione attuale tra
l’uomo e la sua terra Nel Vangelo di Giovanni il Figlio,
Questa evidenza è così potente uomo egli stesso Dio, è la Parola
che può anche sopportare la terra dell’origine, poichè «per mezzo di
presenza del disordine. L’erezione La Bibbia
lui sono tutte le cose». E il Verbo
sottolinea la
del tempio greco, ad esempio, è Anche Dio, il si fece carne e venne ad abitare
Costruire non è
medesima
sempre pensata in risposta ad un dinamica, quando, Figlio, abita, in mezzo a noi. Il vocabolo greco
genius loci: lo spirito del luogo. mai una semplice che traduciamo con “venne ad
Con questi poteri ribadendo che anche il Figlio
continuità con abitare” è di fatto un verbo pieno
Ora, il genius loci, la presenza del che l’uomo non
l’ordine naturale, l’uomo è a costruisce,
trascendente nel luogo in cui il può controllare, anche il Figlio di significato per quanto stiamo
è anche la immagine di Dio,
egli rimane in edifica il dicendo: si tratta della
tempio si innalza verso il cielo, può possibilità di far gli consegna il proprio
costante dialogo costruzione di una tenda (Σκηνή),
non essere uno spirito ordinato, fronte al compito della mondo; si potrebbe tradurre: “innalzò la
ma anche uno spirito di disordine: disordine nominazione
sua tenda in mezzo a noi”. Si
la potenza di un vulcano, la rabbia tratta, dunque, di un atto di
delle onde e della tempesta, i costruzione.
pericoli di una foresta.
Schemi a cura di Giuseppe ARMANI per Andrea DADOMO (Matr.4915141)
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Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 3

Il tempio cristiano per la prima volta L’uomo stesso, d’altra Un luogo significativo
sviluppa una poetica parte, è annunciato da dell’invenzione dell’ordine
dell’interno San Paolo come tempio è l’uso dei numeri
dello Spirito santo

nelle chiese cristiane (a differenza dei templi possibilità di connettere l’immanenza degli oggetti e il ruolo dei numeri non fu sempre
antichi) si può entrare, ci si può radunare l’universalità del trascendente. Benchè spesso lo una questione di operazioni, di conti
insieme: non sono più solamente totem che si ignoriamo, anche la liturgia, la musica, l’arte e e di matematica. Pitagora, l’antico
stagliano nell’orizzonte naturale; esse stesse l’architettura e persino le Scritture sono filosofo greco dei numeri,
devono essere abitate e si presentano come profondamente segnate dai rapporti numerici. Vi è riconosceva ai numeri un potere
spazio di incontro con la trascendenza, camera sempre l’eco della Trinità nel ricorrere del tre, un Pitagora religioso ben al di là del loro uso
interna senso di universalità nel numero quattro (gli elementi, pratico: la speciale e misteriosa
i Vangeli, i punti cardinali). Sette è il numero della relazione tra l’ordine cosmico, la vita
pienezza naturale, otto il numero della pienezza della umana e la scienza dei numeri
grazia (la domenica, la resurrezione, il battesimo)
Il metodo dell’incontro umano con la
natura è la creazione di connessioni;
il metodo della comprensione, la L’ordine, dunque, È
possibilità della conoscenza sta tutto possibile solo in virtù di
in questi legami una relazione attuale tra Il simbolismo è sempre
l’uomo e la sua terra
l’alterità della natura
che incontra la libertà
terra creativa dell’uomo
uomo
Tutto ciò è possibile solo se la natura viene riconosciuta
e protetta in quanto alterità. L’attuale passione degli
uomini per gli animali da compagnia, per esempio, non
ha nulla a che fare con questa alterità: trovare Il simbolo, come presto spiegheremo, è l’attitudine
espressioni umane in un cagnolino non è un buon modo di ritrovare una rete di senso tra l’uomo e il suo
per iniziare una relazione, poiché ciò che ci affascina non mondo: un sistema simbolico non è solamente il
simbolo
è null’altro che la nostra stessa immagine proiettata su frutto dell’immaginazione umana su alcuni elementi
un musetto simpatico. L’uomo, d’altra parte, spesso naturali, ma sempre il risultato dell’incontro con
confonde l’amore per l’altro con l’amore per sè stesso l’alterità del mondo
attraverso gli altri

Schemi a cura di Giuseppe ARMANI per Andrea DADOMO (Matr.4915141)


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Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 4


L’uomo agisce come se fosse il creatore
Poeticamente abita l’uomo e il signore del linguaggio, mentre nei
fatti è il linguaggio ad essere signore
dell’uomo

Con quest’affermazione incomincia uno degli scritti più


evocativi di Heidegger: Poeticamente abita l’uomo. La poesia, pensata come la verità stessa
Interpretando un poema di Friedrich Holderlin, il filosofo del linguaggio, è la capacità di “prendere
connette apertamente l’abitare e il linguaggio. Nel testo di le misure” con l’essere:
M.Heidegger
Holderlin l’uomo è definito “pieno di merito” e tuttavia,
sostiene il poeta, egli abita “poeticamente”. Queste due
affermazioni richiamano ciò che già abbiamo ascoltato dal Prendere la misure tra il cielo e la terra, abitare il frammezzo, è questione del linguaggio,
perché la lingua indica sempre una sproporzione. La misura non è altro se non
filosofo: coltivare (“pieno di merito” allude alla parte attiva
l’indisponibilità della vita alla presa dell’uomo. Il linguaggio è il luogo in cui l’uomo ha a
della libertà) e custodire (“poeticamente” indica piuttosto il che fare con questa sproporzione e con questa indisponibilità: abitare poeticamente
debito); la stessa struttura della libertà riscontrata significa accettare che qualche cosa sta di fronte a noi come indisponibile alla presa e al
nell’abitare ora si ritrova nell’ambito dell’atto poetico possesso

Ma in che senso la lingua può


la connessione tra segni e sensi, tra significante indicare questa indisponibilità del
e significato, viene alla luce in due modalità mondo? In fondo l’idea di
differenti: per spiegarci chiameremo la prima linguaggio
comprensione, che noi connettiamo
convenzione e la seconda simbolismo. alla conoscenza sembra nascondere
esattamente la pretesa opposta:
CONVENZIONE Indisponibilità uomo
prendere, afferrare
La creazione di una convenzione linguistica è il mondo
risultato di una decisione razionale che collega un Il simbolo è l’attitudine di Potremmo dire, se pur semplificando,
elemento al suo significato in modo strettamente ritrovare una rete di senso tra che i simboli non sono scelti: c’è una
intenzionale. Si prenda ad esempio la bandiera di una l’uomo e il suo mondo: un verità, un’evidenza che emerge
nazione, quella italiana, con la sua scelta di colori e di
sistema simbolico non è dall’interno dell’esperienza del reale.
forme: essi hanno un significato storico, la loro scelta
è il risultato di un preciso atto decisionale. Per
simbolismo solamente il frutto Un bacio non è solamente un atto
questo genere di operazioni linguistiche, dell’immaginazione umana su umano convenzionale che qualcuno ha
l’arbitrarietà è di primaria importanza: ogni giorno alcuni elementi naturali, ma deciso di connettere all’affetto e
abbiamo a che fare con segni convenzionali, dai sempre il risultato dell’incontro all’amore. Il bacio è la presenza
cartelli stradali ai simboli dei partiti, con l’alterità del mondo dell’amore:
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Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 5 Ma come


Poeticamente
Il legame tra il significante e il significato che sta alla radice del simbolo nasce un
abita l’uomo
viene da altrove: l’incontro dell’uomo con il mistero della vita, simbolo?

La nostra idea di linguaggio come rappresentazione


della realtà non appare più sufficiente. Le parole non
La pregnanza simbolica della luce e delle tenebre, del
sono semplicemente dei mezzi per riprodurre la realtà
sole e della luna, dell’acqua e del vento, chiamano
quando questa non è disponibile: dietro a questa
l’uomo. Per riprendere l’espressione di Heidegger citata
visione soggiace una volta ancora una visione della
all’inizio, possiamo dire che si tratta del vento della cosa, M.Heidegger verità assoluta di fronte alla quale il soggetto non pu￲
che muove le parole stesse dell’uomo. In questo senso il
fare altro che adeguarsi
linguaggio trascende la nostra semplice decisione.
Proviamo a guardare. Il bambino
il bimbo è affamato, ha sperimentato che il ha un moto di gioia ogni volta che l’esperienza umana
cibo proviene dal seno della mamma, è felice comprensione vede il seno della madre: muove del linguaggio è un
quando si nutre e, se la mamma è lontana, semplificata le sue piccole mani, sorride, evento complesso
piangere perché venga in aiuto sapendo che presto la sua fame e misterioso.
sarà soddisfatta.

comprensione olistica La coscienza del bambino, originario è il legame tra il bambino


insomma, non è l’attore e il seno della madre, un legame con il
La realtà dell’esperienza ci insegna, invece, principale della fame o del primo sorso di latte, un legame fatto dalla gioia e
che nella mente del bambino l’idea di Io non è godimento, ma il suo risultato: la dal godimento che vengono confermati di volta in
fame, di madre, di latte e persino l’idea di originario gioia, il sorriso, il pianto fanno il volta
sé non esistono affatto, non si sono ancora bambino
formate.Occorre probabilmente
capovolgere la nostra lettura: ciò che L’intenzionalità è dunque
realmente abbiamo è un evento (il bimbo L’identità è il risultato di questa scrittura generata dall’esperienza
che succhia dal seno della madre) un fatta dall’esperienza, di questo
incontro. L’esperienza, nel suo ripetersi l’identità non si colloca sovrapporsi di segni che disegna la sua
infinite volte, viene scritta nella memoria semplicemente dentro di noi, identità,quella della madre e di ogni altra Ogni soggetto è allora
del bambino; solo dopo molti passaggi ma, per così dire, sull’orlo cosa. L’uomo, insomma, viene scritto ben il risultato di una rete
dell’esperienza, il bambino sarà pronto per dell’esperienza umana. prima di imparare a scrivere. In altre
di connessioni
leggere su di sé questa scrittura, traendo parole: io viene da mio: l’identità è il
man mano da qui l’idea di latte, mamma, frutto dell’esperienza.
fame e l’idea stessa di sé.
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Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 6


Godere del mondo, godere della vita non è il peccato,
La prima relazione con la natura è realmente il suo
Riscoperta non è neppure l’atto di una creatura superficiale: il
godimento. Noi godiamo del mondo: mangiamo,
corpo senso di colpa per il godimento, anzi, è una delle ombre
beviamo, cerchiamo di sopravvivere, la nostra mano
che il peccato getta sull’esperienza
afferra la realtà per assaggiarne i frutti. È vero che la
vita è anche altro (dedizione, sacrificio, abnegazione),
ma lo è solo in seconda battuta
In questo campo la protesta nei confronti Il filosofo francese Emmanuel L←vnas, nel suo testo
dell’egoismo dell’uomo e della sua attitudine a capitale, Totalità e infinito, chiama
godere del mondo devono essere sospese: la quest’esperienza umana primitiva jouissance.
spiritualità umana non è separabile da questo Comprendere la coscienza dell’uomo significa
processo totalmente carnale accettare che il godimento sia la relazione
originaria con la vita.
Emmanuel Lévinas
Questo legame tra la realtà e il Potremmo dire di più: il godimento è possibile solo perché
linguaggio illustra bene dove stia il il mondo ci appare godibile. Non afferriamo la realtà se Da questa esperienza di godimento e di
potere dei simboli. non perché riusciamo ad intuire che essa è afferrabile. Il pienezza si genera un’attitudine decisiva:
godimento è in questo senso il risultato del mondo che
l’amore per la vita
comprensione olistica viene verso di noi, plasmando la nostra intenzione di
simbolo goderne. Il linguaggio non è solo la possibilità
come può questa esperienza di are un nome alle cose:
personale diventare universale? suggerisce l’esistenza
Il simbolo dell’acqua, ad La lingua, Come si passa dall’esperienza attraverso dell’universale, la possibilità di
esempio, è il frutto di le parole.
la voce personale dell’acqua sulla pelle condividere la stessa visione del
un’esperienza di freschezza, mondo, di connettere le sensazioni e
e i nomi all’idea universale di acqua? Cosa
della soddisfazione della sete, percezioni, nella condivisione di una
lo rende possibile?
della purificazione del nostro lingua
corpo e,forse, anche da una
lontanissima memoria della istruisce che la sua voce produce Quando un bimbo grida per la fame (o per qualunque
vita nel grembo della madre. un effetto: attirando la madre, il altra ragione) non sa nulla del suo stesso grido: non c’è Le parole sono connesse alle voci e
L’acqua non è solamente la pianto non è più un evento ancora un sé nel bambino, né una precisa deliberazione dunque con il mondo dei suoni. Ora,
presenza materiale di infinite privato, ma coinvolge il mondo al pianto. Ciò che accade in realtà è che il bambino, dal di tutti i cinque sensi, l’ascolto è
molecole di H2O, acqua è stesso, che lo può sentire. Il momento in cui piange, può udire il suo stesso pianto, quello che più di tutti ha la forma di
anzitutto il nome che diamo ad soggetto si scopre, in altre parole, scoprendosi ad un tratto piangente. In questo modo il un evento. Mentre toccare, gustare,
un fascio di sensazioni che parte di un mondo più ampio, suono rivela me a me stesso nel vedere e odorare sono generalmente
abbiamo sperimentato. fenomeno tra i fenomeni. Una momento stesso in cui io mi rivelo: anche guidati dalla nostra decisione di
volta ancora, ciò non accade con senza alcuna intenzione, la voce è uno dei luoghi incontrare il mondo, l’ascolto
gli altri sensi: la voce è un fondamentali in cui il soggetto si scopre accade al di là della nostra
evento universale decisione.
Schemi a cura di Giuseppe ARMANI per Andrea DADOMO (Matr.4915141)
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Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 7


Il fatto fondamentale è che la cosa della parola è
inter assente anche quando, per ipotesi, la cosa stessa sia
soggettività C’è un’ultima caratteristica connessa alla voce e al
linguaggio. Il linguaggio indica un’assenza presente. La presenza qui di un cavallo non renderebbe
meno assente l’oggetto della parola cavallo. E inoltre
noi non potremmo avere alcuna cosa nella presenza,
alcun cavallo se già prima non si fosse per noi aperto
lo spazio della parola e della nominazione, il suo gesto
In questo senso nell’ascolto e nella voce peculiare. Le cose si manifestano nelle parole e non
abita l’esperienza originaria della prima di esse, cos↓ che noi possiamo stabilire dei
soggettività sulla scena segni che vi rimandino.
dell’intersoggettività, la voce è il primo
emergere di ciò che abbiamo chiamato Carlo Sini
invarianza umana, poiché si mostra a noi Col dovuto rimbalzo Il di fuori che risuona da altrove è infatti un «per
come un evento di tutti. tutti», né mio, né tuo, nè suo (anzi, «Mio» e
Nella profonda interiorità io sono come tutti (contrariamente a «Tuo» ne derivano, come poli dell’esplosione
ciò che crede Heidegger, e prima ancora Kierkegaard e Pascal); panacustica della risposta rimbalzante).
La voce indica l’assenza poiché indica più esattamente sono un «Tutti». Questa era del resto la
un’esperienza universale che supera la grande scoperta di Socrate, che sta all’origine della filosofia e La conoscenza della morte, accompagna la
materialità dell’oggetto definito dalla del pensiero «Logico», razionale. Che c’è, risuona, nel più
nostra intersoggettività, poiché tutti
parola. In questo modo l’universalità È intimo, una voce che parla e dice il vero e il bene «in sÈ», cioÈ sappiamo della sua possibilità — sappiamo
possibile nel momento stesso in cui si universale; vale a dire: «per tutti». della nostra morte — in virtù della morte
accetta di rinunciare alla semplice d’altri. Ma possiamo intuire anche che
presenza, alla presenza del presente delle Proprio questa esperienza ci Questa insicurezza, qualche cosa può sfuggire dalla morte: c’è
cose e di produrre qualcosa che la mera raccoglie come universale: tutti questa dipendenza da qualche cosa di più, infatti, oltre la pura
presenza non può produrre: il nome. Il Perdita sappiamo che il mondo può cose incerte, apre la presenza della cosa. Questo «di più» è ciò
nome è ciò che rimane di dimensione in cui la
fine Venire meno, che le cose che abbiamo chiamato anima, ma,
qualcosa dopo che ne abbiamo possono sparire. In una parola: trascendenza può nell’esperienza linguistica possiamo anche
fatto esperienza, il nome è la tutti sappiamo della morte. essere attesa ed chiamarlo nome. C. SINI, Col dovuto
permanenza della cosa accolta rimbalzo, 37
nell’esperienza

Abbiamo un nome e diamo un nome, una


La lingua è così il luogo in cui affrontiamo la paura della vita e
In questo senso il linguaggio è sempre in volta di piÙ perché combattiamo la
convochiamo la razionalità a questa possibile sopravvivenza. In questo
parte simbolico: il nome non etichetta la possibilità dell’assenza, perché siamo
modo simbolo, linguaggio e vita sono connessi. La nostra
cosa, la mera presenza, ma raccoglie tutta capaci dell’azzardo in favore di ciò che
possibilità di parlare ha ancora a che fare con la percezione della
la ricchezza dei significati che raccogliamo supera la mera presenza. Il nome, il nostro
promessa, con la speranza, con l’incanto della vita. La percezione
attorno alla cosa nell’esperienza della sua nome, ignora la presenza del presente e, in
dell’ordine, in altre parole, è connessa alla percezione della promessa:
presenza e che, ciononostante, sopravvive questo modo, é ciò che ci salva e ci
l’ordine non è la mera presenza, ma la possibilità di comprendere il mondo
alla sua assenza. custodisce dalla morte.
al di là della presenza

Schemi a cura di Giuseppe ARMANI per Andrea DADOMO (Matr.4915141)


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Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 8 Questo grande tema della distanza tra la


circolarità tra le realtà e il linguaggio, tra la verità e realtà e la lingua è stato affrontato a più
Danza verità
l’uomo Tale circolarità vive esattamente nella distanza riprese dalla storia della filosofia come il
Tra parola
tra la parola e la realtà nell’impossibilità del mondo grande tema del nome, ma è forse la
E esperienza poesia ad essersene fatta realmente
del linguaggio di sovrapporsi al mondo delle cose, di
cui abbiamo parlato sopra. carico

Da un lato la parola
Il pensiero. Citando Heidegger, Le parole. Già La parola limita, è una simulazione della
nega il reale
abbiamo incominciato dicendo che dissolvono l'oggetto. realtà— se la realtà esiste — in quanto la
sostituendosi ad esso,
il pensiero è mosso dal vento della parola è un oggetto a sé e volere conoscere
d’altro lato permette
cosa, cioè dall’esperienza, dal Come la nebbia gli alberi, un oggetto attraverso una parola significa
di abitare la realtà e
rapporto con la vita che agita il fiume: il traghetto conoscere un oggetto attraverso un altro
di muoversi
l’uomo e genera ciò che noi oggetto. Dio ha creato l’universo, l’uomo l’ha
attraverso di essa, L’opera in versi,
chiamiamo pensiero. nominato e ci sono forse due universi paralleli
apre vie nuove, spazi Mondadori, Milano 1998,
inattesi, possibilità di p. 460. Giorgio Caproni che non collimeranno mai
vita
la parola consapevole del suo
limite, proprio come accade Jean-Luc Nancy ci ha consegnato una
la parola (in particolare la parola
nella poesia di Caproni, e può, a riflessione molto densa sulla funzione della
Parola poetica) realizza effettivamente,
partire da questa poesia e sul suo resistere nella scena
consapevolezza, superarsi
poetica puntualmente ed esattamente il umana. La poesia è ciò che rende possibile
incessantemente, realizzando di senso l’accesso al senso in una forma esatta,
volta in volta l’accesso al senso. puntuale, precisa; tuttavia questo accesso
Jean-Luc non si dà mai se non in una forma attuale,
La parola poetica, infatti, fa la verità Nancy la sua esattezza non è mai generalizzabile,
una volta entrato nella dinamica del puntualmente, esattamente, in modo non non si dà se non nell’ammissione di un
linguaggio, l’uomo torna all’esperienza approssimativo (a differenza dell’infinito limite
in un modo nuovo e differente: non può discorso filosofico); ma, nel farlo, essa deve
riprodurre l’esperienza pre-linguistica, in anche ammettere che questo fare si
La non-coincidenza
cui il godimento del mondo era compie, termina con il poema stesso.non La poesia non sarà dunque
tra la lingua e la
raggiunto attraverso il mero possesso: appena l’accesso ha avuto luogo, la poesia ciò che è se non a condizione
realtà, tra le parole e
ora torna alla vita con delle parole deve ritirarsi, confessare l’impossibilità di di essere quanto meno
gli oggetti è l’azzardo
riprodurre l’accesso, ma anche la necessità capace di negarsi: di
su cui si fonda la
di un nuovo accesso, di nuova poesia. rinnegarsi, di disconoscersi o
poesia
di sopprimersi JEAN-LUC NANCY,
verifica, giudizio dell’esperienza La custodia del senso, EDB,
sulle nostre parole, Bologna 2017, p. 18.

Schemi a cura di Giuseppe ARMANI per Andrea DADOMO (Matr.4915141)


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Cp.IV. LA SCOPERTA DELL’ORDINE 9 Posso allora scoprire che l’idea di persona


non è più eloquente, oppure che ad essa
Danza verità quando proviamo ad interpretare l’esperienza attraverso l’idea devo aggiungere caratteristiche nuove. Potrà
Tra parola di persona, la nostra stessa percezione del mondo essere necessario persino scegliere un’altra
parola o precisarla ulteriormente. Il XII
e esperienza immediatamente muta,poiché ha trovato una nuova parola,
una nuova norma del mio incontro con la realtà dell’altro secolo, ad esempio,aggiunge all’idea di
persona il concetto di individuo

L’idea di persona nasce in Tale opera è storica, non si può Abbiamo così ricostruito la
ambito greco attorno ad sottrarre al dramma degli eventi circolarità del Amore è certamente una delle parole più
un’immagine, quella della linguaggio: la parola da un importanti nel discorso cristiano su Dio. A
maschera del teatro, dietro lato fa da norma della nostra tal punto che i cristiani di lingua greca
la quale risuona (per-sonat, Ciò, precisamente, indica esperienza. Essa, tuttavia,
prosopon) la voce del che la verità chiama in causa cercarono una parola nuova, Agape (in
riconosce nell’esperienza la sua latino caritas), che raccogliesse le
personaggio la nostra responsabilità, la propria norma e si lascia da essa
nostra possibilità di lasciarci intonazioni inedite con cui l’esperienza
nuovamente plasmare. Questo
normare dal linguaggio e, al impone all’uomo un’opera
cristologica aveva approfondito e
In questa dinamica occorrono contempo, di normare incessante di scrittura e arricchito la consapevolezza umana. Vi fu
atteggiamenti opposti: c’è un incessantemente il riscrittura delle proprie forme allora un tempo in cui la nuova parola,
tempo in cui alla parola deve linguaggio attraverso simboliche, del proprio stesso Agape, si contrappose all’antica idea di
essere concesso un carattere l’esperienza linguaggio Eros dando all’esperienza amorosa non
normativo e c’è un tempo in cui solo una nuova definizione, ma anche una
essa deve essere superata, nuova, indimenticabile visione. Nei secoli,
ripensata, riscritta; ma in quella Solo un’istanza esterna può presiedere tuttavia, l’idea di carità ha subito
che apparentemente è solo una questa operazione: questa istanza, nell’opera mutamenti, sino ad allontanarsi molto
fatica di Sisifo, la verità si dà. del linguaggio è la comunione. La parola, (almeno nel linguaggio comune) da ciò che
Per questo l’uomo non può infatti, come abbiamo già affermato, non è originariamente indicava
sottrarsi al dire, perché non c’è fatta solamente per de-finire gli oggetti, ma
altro modo se non questo, non anche per articolare le relazioni
c’è altro luogo in cui si dà la
verità stessa. Dante

Il senso della lingua, che per il Poeta è il motivo Come sostiene Dante a proposito della lingua volgare, infatti: Questo mio
stesso per cui prediligere il Volgare al latino per la sua volgare fu congiungitore de li miei generanti, che con esso parlavano, sì come ‘l
Commedia, non è tanto la sua precisione, ma la sua fuoco è disponitore del ferro al fabbro che fa lo coltello; perche manifesto è lui
fecondità, la sua capacità di articolare relazioni essere concorso a la mia generazione, e cos↓ essere alcuna cagione del mio essere
feconde. DANTE ALIGHIERI, Convivio (I,xiii,4-5), Garzanti, Milano 1987, 46-47.

Schemi a cura di Giuseppe ARMANI per Andrea DADOMO (Matr.4915141)

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