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Contesto culturale

Il ceto sociale predominante ne "Il servitore di due padroni" è la borghesia,


classe emergente nell'epoca settecentesca. Pantalone è infatti un anziano mercante
che si è arricchito facendo svariati affari; Brighella è un locandiere e la sua
attività è fruttuosa: tanti sono i clienti e i camerieri che lavorano alla sua
locanda. Florindo intrattiene affari con diversi mercanti durante il suo alloggio a
Venezia, e Beatrice orchestra l'inganno ai danni di Pantalone per i soldi della
dote. Truffaldino e Smeraldina sono i due servi, ma vengono comunque esaltati
dall'autore per la loro prontezza e scaltrezza, per la loro capacità di adattarsi e
di sopravvivere.

Emerge anche la distanza tra i giovani e vecchi. Si può notare osservando Pantalone
e Clarice: il primo vorrebbe che la figlia sposasse Federigo Rasponi per l'impegno
preso, per il nome e l'onore della famiglia e per gli affari già intavolati in
merito alla dote, mentre Clarice si vorrebbe ribellare alle decisioni del padre,
perché il suo desiderio è sposare Silvio di cui è innamorata. Stesso discorso vale
per il dottore Lombardi e Silvio: il primo è in collera con Pantalone per lo sgarbo
subito al nome di Clarice. La loro rabbia ha la stessa direzione ma per motivi
opposti.

Uno degli intenti dell'autore è mettere in risalto la figura femminile e la sua


emancipazione. Beatrice, ad esempio, è una donna intraprendente e indipendente: si
vestiva già da uomo per andare a cavallo quando abitava con il fratello a Torino;
dopo la morte di quest'ultimo, scappa di casa travestita da uomo per cercare il suo
amore, ottenendo così rispetto da una comunità che ancora non dà libertà a quello
che è considerato il "sesso debole", come possiamo riscontrare nella figura di
Clarice sottomessa al padre. Clarice stessa si ribella alle ingiuste decisioni di
Pantalone che va a toccare una sfera intima dell'essere umano. Smeraldina, la
servetta di Clarice, si fa invece portavoce delle donne, ribadendone l'importanza e
denunciando i soprusi degli uomini. Quando l'inganno di Beatrice viene svelato,
nessuno la critica o la condanna. Goldoni ha quindi una visione perspicace e anche
illuminista della donna, in un secolo di grandi cambiamenti come il Settecento.

Il discorso non è poi così dissonante all'interno della vitale cittadina veneziana.
L'autore veneto esalta anche la nascente borghesia, ma anche le capacità di
adattarsi e la scaltrezza di chi riesce sempre a cavarsela (Truffaldino).

Un'altra idea al centro dell'opera è senza dubbio l'amore e come questo viene visto
dai personaggi della commedia. Goldoni non è un romantico: l'idea dell'amore è
collegata all'utile, al denaro (la dote di Clarice) e all'onore (ad esempio per la
famiglia Lombardi). D'altra parte vediamo come Clarice e Silvio, Beatrice e
Florindo, Truffaldino e Smeraldina siano realmente innamorati. Se l'utile ed il
sentimento non si ostacolano, che ben venga. Altrimenti sarà sempre l'utile a
prevalere (come possiamo notare dalla decisione di Pantalone di far sposare Clarice
con Federigo Rasponi).

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