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Statua colossale di

Costantino I

La statua colossale di Costantino I, in marmo, fu una delle


opere più importanti della scultura romana tardo-antica. I suoi resti
si trovano al Palazzo dei Conservatori a Roma (Musei capitolini) e
sono databili tra il 313
(anno in cui la basilica venne dedicata a Costantino I) e
il 324 (quando nei ritratti dell'imperatore romano comincia ad
apparire il diadema). La statua fu rinvenuta al tempo di Papa
Innocenzo VIII, nel 1486.

Storia

L'abside occidentale della Basilica di Massenzio — la collocazione


originale del Colosso — è indicata in rosso.
La statua fu rinvenuta nell'abside occidentale della basilica di
Massenzio, dove ne sono stati trovati alcuni suoi resti; la mancanza
del corpo ha fatto supporre che fosse un acrolito, costruito parte in
marmo e parte in bronzo dorato su di una struttura portante in
legno e mattoni, per un'altezza complessiva che doveva
raggiungere i 12 metri. La sola testa misura 2,60 metri e il piede 2.
Esiste anche una testa bronzea colossale di Costantino nel Museo
dei Conservatori (secondo alcuni raffigurante Costanzo II).

Descrizione
Della statua restano una mano e il braccio destro, i due piedi, il
ginocchio e il femore destro, il polpaccio sinistro e la testa. Si
presume che fosse rappresentato seduto, a giudicare almeno dai
resti. Doveva essere avvolto nel paludamentum e avere scoperti il
petto e le altre parti ritrovate; in mano, sollevata sul braccio destro,
doveva tenere lo scettro che terminava con una croce[1].
La testa, che originariamente era ornata da una corona metallica, è
grandiosa e solenne. Presenta i caratteri dell'arte romana di
quell'epoca, con le tendenze di stilizzazione e semplificazione delle
linee: la plastica del volto è più squadrata, con capelli e sopracciglia
resi con incisioni nel marmo molto raffinate e "calligrafiche", ma del
tutto innaturali; gli occhi sono grandi, quasi smisurati, con la pupilla
ben marcata mentre guarda verso l'alto, e sono il punto focale
dell'intero ritratto; lo sguardo fisso dell'Imperatore sembra scrutare
l'ambiente circostante e dà al ritratto un'apparenza di austerità
extraterrena. I capelli sono trattati come un'unica massa rigonfia
solcata profondamente dalle striature che separano alcune ciocche.
Il naso è aquilino, le labbra lunghe e sottili e il mento prominente.
A differenza del curato realismo della ritrattistica romana anteriore,
qui siamo in presenza di un volto idealizzato, nonostante
l'importazione classica, che cerca di rendere un'aura di santità: vi si
possono leggere le prime influenze del Cristianesimo nell'arte
(l'imperatore visto come un'emanazione divina), ma anche le
tendenze "provinciali" e "plebee" che dal IV secolo divennero molto
forti nella cultura romana (funzionari, senatori, ma anche gli stessi
imperatori provenivano ormai largamente dalle province).

 La testa

 
 Mano
 Braccio
 Piede

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