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com)
Giorgio Bussolin

finale ®

senza segreti
La guida completa al programma di
notazione musicale più venduto al mondo

© Giorgio Bussolin - Venezia 2018


Proprietà esclusiva dell'autore - Tutti i diritti riservati
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il MIDI) e anche grazie a un'esposizione sempre chiara ed efficace, Bussolin consente a chiunque di accostarsi al
programma con spontaneità e di ottenere presto da esso tutto ciò che desidera.
Davvero il Finale senza segreti di Giorgio Bussolin è un'opera consona alle esigenze di tutti coloro che, a vario
Presentazione titolo, intendono utilizzare a fondo e con cognizione di causa il programma Finale nell'ambito della loro pro-
fessione. È un lavoro che risponde a un duplice intento: quello della praticità (rendere chiari e comprensibili a
tutti anche i concetti piú difficili) e quello del rigore tecnico (massima cura nella descrizione di ogni peculiare
caratteristica del programma).

EX GLORIOSO LABORE, SINCERA VOLUPTAS Ma, al di là di queste considerazioni, con il suo corso Giorgio Bussolin dimostra non solo di essere un sommo
esperto di Finale, ma soprattutto di essere capace di donare e di trasmettere il suo sapere agli altri con impareg-
Quando, a metà del Quattrocento, in una piccola bottega di Magonza, il tipografo Johannes Gutenberg utilizzò giabile magistero e con cuore di artista.
per la prima volta dei caratteri mobili per stampare un libro (la famosa Bibbia a quarantadue linee), il grande
filosofo inglese Francis Bacon ebbe a dire che quella invenzione avrebbe modificato per sempre «l'assetto del Come dire, «ex glorioso labore, sincera voluptas».
mondo». Anche se certo lo strenuo difensore della rivoluzione scientifica non immaginava quanti altri radicali
cambiamenti avrebbe prodotto nei secoli a venire lo sviluppo della carta stampata, egli aveva tuttavia intuito GIOVANNI ACCIAI
che questa rivoluzione pervasiva, insieme con l'uso della bussola e della polvere da sparo avrebbe dato inizio
all'età moderna, aprendo la strada all'egemonia dell'Europa occidentale sul resto del mondo.
Se è dunque vero (com'è vero) che nella storia dell'Occidente c'è un «prima» e un «dopo» Gutenberg, in quanto
il passaggio dalla riproduzione di materiali scritti nell'atelier dell'amanuense al torchio dello stampatore ebbe
conseguenze pesantissime sulla trasmissione e sulla diffusione del sapere, influenzando in maniera irreversibile
i modi di apprendere, di pensare e di percepire dell'uomo rinascimentale; è altrettanto vero che con la rivoluzio-
ne informatica o digitale che dir si voglia, iniziata negli ultimi anni Cinquanta del secolo scorso, con l'adozione e
la proliferazione di computer, memorie digitali e software di ogni tipo, anche la vita dell'uomo contemporaneo
è cambiata radicalmente, a ogni livello di espressione e di comunicazione intellettuale.
Volendo circoscrivere questa benefica rivoluzione all'ambito musicale, non si può non convenire sul fatto che la
messa a punto e il continuo perfezionamento di programmi di videoscrittura musicale abbia consentito a una
sconfinata schiera di utenti di ottenere vantaggi inimmaginabili dalla redazione digitale di testi musicali, dai piú
semplici ai piú complessi, cosí come l'uomo «tipografico» di Gutenberg li aveva ottenuti sostituendo il volumen
dell'amanuense con il libro a stampa e poi con il giornale.
Non v'è dubbio, però, che fra tutti i programmi di videoscrittura musicale attualmente disponibili, quello deno-
minato Finale sia il piú autorevole oltre che il piú longevo in circolazione.
Sviluppato dall'americana MakeMusic (allora Coda Music Software) nel lontano 1988, giunto oggi alla sua ven-
ticinquesima versione, disponibile anche in lingua italiana, questo programma si è sempre fatto apprezzare
per la versatilità d'uso (in seguito goffamente imitata, ma mai emulata, da altri software similari) e dalle risorse
d'impiego pressoché illimitate.
Se al suo apparire soltanto una limitatissima schiera di operatori era in grado di utilizzare Finale, tenuto conto
delle indubbie difficoltà di gestione che il programma allora presentava, limitandone assai l'uso, oggi la situazio-
ne è molto cambiata e in meglio.
Chiunque può creare un pentagramma sullo schermo del suo computer, inserirvi qualsiasi simbolo musicale con
un semplice tocco di mouse oppure cantare o suonare ciò che intende scrivere, essendo il programma in grado
di riconoscere e di riprodurre con esattezza l'altezza dei suoni; può anche porre un testo letterario al di sotto
delle note che ha scritto sul suo pentagramma virtuale, creare una partitura, stampare ciò che ha realizzato e
molto altro ancora.
Ma è proprio questo «altro ancora» che i cosiddetti utenti del «fai da te», fra i quali si riconosce in toto anche
colui che qui scrive, difficilmente riescono a ottenere, sfruttando fin nelle latebre piú profonde le mostruose
potenzialità di Finale.
Ecco allora giungere in soccorso agli utenti del «fai da te» un musicista di straordinaria competenza, un esperto
di grande valore, un didatta dalle indiscusse capacità comunicative, per il quale il nostro programma non ha
alcun mistero: Giorgio Bussolin con il suo Finale senza segreti.
Attraverso le sette parti nelle quali il corso è suddiviso (Conoscere Finale; Il layout di pagina; L'inserimento degli
eventi musicali in partitura; Operazioni ausiliarie; Accordi, testo e grafica; Perfezionare il lavoro; L'ascolto. Finale e

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Ringraziamenti

Questo lavoro vede la luce dopo 4 anni dalla pubblicazione del Corso di videoscrittura musicale con M ­ akemusic
Finale, il mio video tutorial di oltre 22 ore che ha riscosso un'ottima accoglienza fra i musicisti italiani e internazio-
nali (pur essendo completamente realizzato in lingua italiana, ne sono state vendute copie anche in Inghilterra,
Francia, Svizzera, Brasile, Stati Uniti, Russia, ecc.).
Poiché Finale, come accade per tutti i software di successo, viene regolarmente aggiornato e migliorato, era
ormai necessario provvedere a un upgrade del corso suddetto - come richiesto a gran voce dagli utenti stessi
della prima edizione - benché in questo caso abbia optato per una più snella e facilmente consultabile versione
in formato PDF (e cartaceo, su richiesta). Ad opera ultimata, sento quindi il dovere di ringraziare tutti coloro che
hanno in qualunque forma incoraggiato il mio lavoro durante tutte le fasi della sua realizzazione.
Primi fra tutti, voglio ricordare i miei numerosi studenti del Triennio Superiore del Conservatorio di Adria: con la
loro incessante curiosità e vivace partecipazione hanno sicuramente contribuito al perfezionamento di non po-
che parti del volume. Accanto a loro, naturalmente, penso con affetto e simpatia agli utenti di ogni età e livello
che hanno frequentato le numerose master classes da me tenute in ogni angolo d'Italia negli ultimi 15 anni, in
particolare durante i meravigliosi corsi musicali all'isola d'Ischia che si svolgono ogni anno nel mese di ottobre.
Grande riconoscenza devo al maestro Giovanni Acciai, la cui ben nota statura d'artista va di pari passo con la
squisita cordialità; in nome della nostra recente e bella amicizia, egli ha voluto donarmi la splendida presentazio-
ne che apre questa nuova edizione del corso, assicurando all'opera il suo autorevole e gradito avallo.
Un grazie speciale al mio grande amico e maestro Corrado Pasquotti, al quale devo i fondamenti della mia pre-
parazione, e che ancora e sempre mi sostiene in ogni iniziativa con inesauribile affetto ed entusiasmo.
La mia viva gratitudine va anche ai molti colleghi e stimati professionisti che fin da subito hanno apprezzato
e diffuso le mie pubblicazioni, spesso invitandomi a tenere corsi presso le proprie istituzioni o altre iniziative
didattiche: in particolare ringrazio i maestri Pasquale Presti, Adriano Trasatti, Roberto P
­ rezioso, Oscar Ghiglia,
Bruno Santori, Michele Peguri, Bruno Cesselli, Guido Menestrina, Pietro Barizza, Davide Anzaghi, Jacopo Salieri.
Un pensiero particolare va al maestro Beppe Bornaghi, responsabile nazionale per l'Italia di Finale per con-
to di MidiMusic e MakeMusic: il suo pieno incoraggiamento alla mia attività e alla mia opera di divulgazio-
ne del ­software costituisce motivo d'onore e un costante stimolo al progresso delle mie ricerche e dei miei
­insegnamenti.
Infine (last but not least) desidero ringraziare la mia famiglia, in particolare mia moglie Cristiana e la nostra pic-
cola Angelica Maria, che sempre mi appoggiano e sostengono - anche quando le lunghe ore di lavoro e ricerca
sottraggono tempo prezioso alle nostre giornate.

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In memoria di mio padre Guido

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Libraries. Segnaliamo anche l'aggiornamento del lettore Aria Player per l'utilizzo di questi plug-ins. Va det-
to che per utilizzare al meglio i suoni delle Librerie Garritan o di altri campionamenti è caldamente consi-
gliato disporre di almeno 4 GB di RAM; come sempre, maggiore è la RAM installata, più saranno i suoni

Introduzione caricabili e disponibili.


• Gli strumenti traspositori, in Finale 25, suonano l'altezza corretta già nel momento della loro immissione in
partitura, mentre in precedenza - come molti ricorderanno - si doveva avviare l'esecuzione in playback per
ottenere i suoni giusti; ora il problema sembra definitivamente risolto.

Makemusic Finale rappresenta da 30 anni il più autorevole e completo software per la notazione musicale infor- • Vi sono poi alcune importanti semplificazioni, mirate a rendere l'applicazione più snella e intuitiva; in
matizzata. Benché in questo arco di tempo siano comparsi molti altri validi strumenti, il programma rappresenta quest'ottica sono stati del tutto eliminati due strumenti che - a detta della maggior parte degli utenti sto-
ancor oggi un riferimento insostituibile per coloro che scrivono musica a livello professionale; questo si deve da rici - venivano utilizzati molto di rado: lo Strumento Tempo e lo Strumento Copia Speculare. Le loro funzioni
un lato alla possibilità di intervenire in modo quasi maniacale fin nei dettagli più piccoli del processo di stesura sono state semplicemente integrate in altre aree del programma e rese disponibili in modo più rapido ed
delle partiture, dall'altro ai costanti miglioramenti e al continuo impegno che lo staff di Makemusic investe nella efficace.
ricerca di soluzioni che semplifichino sempre più l'intervento degli utenti.
• Un'altra eliminazione che - a differenza delle precedenti - farà storcere il naso a più di qualche utente, ri-
Ciò nonostante, Finale rimane un programma molto vasto e complesso che richiede un certo apprendistato guarda la possibilità di scansionare partiture con lo strumento SmartScore Lite o di importare file in forma-
per poterne apprezzare e sfruttare appieno le potenzialità. Per questo motivo è nato il presente manuale, to TIFF per convertirli in Finale. Makemusic sostiene che questi sacrifici si sono resi necessari per garantire
che naturalmente non intende sostituirsi alla monumentale guida generale disponibile presso il sito ufficiale di la tutela del diritto d'autore.
­Makemusic, ma vuole semplicemente offrire ai musicisti un'alternativa snella e ricca di esempi, con la quale essi • Molte altre novità, infine, riguardano la gestione delle forme intelligenti e delle indicazioni di tempo, nonché
possano in breve tempo realizzare ogni partitura di cui abbiano bisogno. la stampa delle parti. Di tutti questi argomenti ci occuperemo diffusamente nelle varie lezioni del corso.
Per il nostro percorso utilizzeremo la più recente versione disponibile in lingua italiana, denominata "Finale
25" e pubblicata nell'autunno del 2016, seguita da alcuni aggiornamenti minori. Gli utenti di vecchia data avran- Detto questo, andiamo senza indugio ad iniziare. Vi raccomando, se possibile, di seguire le lezioni nell'ordine
no sicuramente notato che proprio a partire da questa edizione Makemusic ha scelto di non affiancare più al preciso con cui sono proposte, poiché esse seguono un percorso logico e progressivo, e quindi contengono
spesso riferimenti a procedure che sono state descritte nei capitoli precedenti. La lettura casuale, quindi, po-
nome del programma il relativo anno di creazione, preferendo contrassegnarlo con il numero progressivo della
trebbe compromettere la comprensione delle spiegazioni.
­release: sono state infatti prodotte ben 25 versioni dall'uscita dell'ormai leggendario "Finale 1.0" nel lontano
1988. Con buona pace dei nostalgici, dunque, d'ora in poi dovremo rinunciare a citare l'anno di uscita e potremo
chiamare il software semplicemente "Finale 25".

Le lezioni sono comunque impostate in modo da poter essere seguite senza particolari problemi anche dai Giorgio Bussolin
possessori di versioni più vecchie del programma. Finale, infatti, ha mantenuto pressoché inalterata la propria Venezia, novembre 2018
interfaccia grafica almeno dal 2008, benché ovviamente siano state via via aggiunte nuove ed interessanti fun-
zionalità, a cominciare dall'importantissimo strumento Gestione Partitura. Per questo motivo, il presente ma-
nuale potrà essere utilizzato dalla maggior parte degli utenti di ogni livello.

Per quanto riguarda le illustrazioni che affiancano la spiegazione, ho utilizzato la variante per ­Windows, ma ciò
non esclude assolutamente dalla fruizione del volume gli utenti Macintosh, in quanto le due versioni del pro-
gramma sono sostanzialmente identiche. Vi sono, certo, alcune piccole differenze dovute soprattutto all'inter-
faccia grafica e alle esigenze strutturali dei due sistemi operativi, ma sarà naturalmente mia cura evidenziarle,
spiegando caso per caso come agire per ottenere ciò che interessa.

Prima di iniziare, vediamo brevemente quali sono le più interessanti novità del nuovo Finale 25:

• In primo luogo, è stata finalmente realizzata la tanto attesa conversione a 64 bit dell'applicazione; questo
comporta un notevole aumento della velocità nell'effettuare determinate operazioni, nonché un genera-
le miglioramento delle prestazioni del software, ma soprattutto rende finalmente compatibili numerosi
plug-ins e strumenti virtuali che non potevano essere caricati dalle versioni precedenti.

• I requisiti di sistema per il Mac sono OSX 10.10 o successivo, un processore Intel Core 2 Duo o superiore,
almeno 700 MB di spazio libero su disco e almeno 2 GB di RAM.

• Su PC, invece, i requisiti di sistema sono Windows 7, 8 oppure 10 (tutti sistemi compatibili con l'architettu-
ra a 64 bit), almeno 600 MB di spazio libero su disco e almeno 2 GB di RAM. Nota tecnica - Quasi tutte le lezioni del corso prevedono l'utilizzo di uno o più documenti di Finale (e altre
­risorse) come base per eseguire gli esercizi e le dimostrazioni. È possibile scaricare tutti i materiali collegan-
• Tornando agli strumenti virtuali, il nuovo Finale dispone di un aggiornamento delle Librerie ­Garritan, che
dosi al seguente indirizzo: www.giorgiobussolin.com/fss18/esercitazioni.zip
include molti nuovi e suggestivi campioni tratti dai Garritan World Instruments e dalle Instant Orchestra

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2 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

Parte prima
Conoscere Finale. Le fasi iniziali
di creazione di un documento

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4 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

• Infine, in basso a destra trova posto il cosiddetto Suggerimento del giorno, un consiglio sempre diverso
(o una piccola strategia per migliorare la produttività) che cambia ogni qualvolta si acceda alla Finestra
di avvio.

Lezione 1 In questa prima lezione utilizzeremo l'Impostazione guidata, ossia un sistema che con assoluta semplicità ci con-
sentirà di creare un layout anche piuttosto complesso in pochi passaggi.
Fate dunque clic sul relativo pulsante: apparirà una finestra piuttosto articolata (fig. 1.2), la prima di una serie
Creare un nuovo documento di quattro schermate collegate fra loro, ciascuna delle quali vi permetterà di definire le caratteristiche di base
della vostra partitura.
con l'impostazione guidata

Alla prima apertura del programma compare la cosiddetta Finestra di avvio (fig. 1.1); grazie ad essa, è possibile
determinare il tipo di operazione da compiere all'inizio della corrente sessione di lavoro.

Fig. 1.2 - La schermata iniziale dell'Impostazione guidata

Questo primo step, come suggerisce la barra del titolo, consente di impostare un ensemble predefinito, sce-
gliendo fra un elenco di organici di vario tipo. Come si vede esaminando la lista sulla sinistra A, vi sono diverse
soluzioni interessanti: si va dal quartetto vocale con pianoforte, al quintetto di ottoni, alla jazz band e così via
fino all'orchestra d'archi e alla grande orchestra sinfonica.
Tuttavia, per imparare a usare bene questo strumento, rinunceremo a tutte le proposte "preconfezionate" e
Fig. 1.1 - La Finestra di avvio di Finale andremo a ­creare un ensemble un po' meno convenzionale, per cui scegliete la prima voce in alto: Crea nuovo
insieme (­ Create New Ensemble).
La finestra, come si nota, è divisa in alcuni settori specifici.
L'area centrale della finestra B, invece, permette di assegnare al documento uno stile predefinito. Per ogni stile
• I primi quattro pulsanti a sinistra serviranno a creare un nuovo documento nei vari modi possibili: vi saranno alcuni aspetti già configurati da Finale, come la quantità e la tipologia degli inserti testuali, il formato
delle pagine della partitura e delle eventuali parti staccate, i font musicali da utilizzare.
oo Impostazione guidata; In questo riquadro potrete quindi scegliere fra uno stile generale, adatto alla maggior parte delle necessità e
oo Documento predefinito; denominato Editoria a stampa, e altre 5 famiglie di stili: manoscritto, banda, coro, generici e orchestra.
oo Modelli;
Per le ultime 4 famiglie si può espandere la voce cliccando sui pulsantini a forma di "+", dando così adito alla
oo Impostazione esercizio.
scelta di varie sottocategorie.
• A destra vi sono invece tre comandi per l'apertura (o l'importazione) di un documento preesistente: Ogni qualvolta farete clic su uno stile, nella parte destra saranno visualizzate in tempo reale le caratteristiche
che verranno applicate alla vostra partitura. In questo caso, naturalmente, dovendo creare un documento ge-
oo Apri; nerico di apprendistato, potete servirvi della proposta più semplice, perciò cliccate in alto su Editoria a stampa.
oo Apri un file recente (un menu a tendina che visualizza gli ultimi 4 documenti aperti);
oo Importa MusicXML.
Andate ora ad impostare la dimensione e l'orientamento della partitura e delle eventuali parti staccate.
Con i due menu a tendina in basso C, scegliete in prima istanza il formato di pagina: noterete che è già prede-
• In basso a sinistra si trova una sezione con alcuni pulsanti per l'accesso ai video tutorial (solo in lingua finito il formato A4, cioè quello più diffuso in Italia. Nel caso stiate usando una versione in inglese, il formato
inglese), al manuale utente, e ad altri utili sussidi per l'apprendimento. predefinito sarà invece Letter, e ciò è perfettamente comprensibile, poiché Makemusic è un'azienda americana

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Lezione 1. Creare un nuovo documento con l'impostazione guidata | 5 6 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

e nei paesi di lingua anglosassone il Letter è il formato più diffuso. Abbiate cura, in questo caso, di selezionare Notate come gli strumenti vengano disposti, nella parte destra C, secondo un ordine ben preciso, ossia quello
dal menu a tendina il formato A4, poiché mantenendo il Letter potreste avere dei problemi con alcune stam- tradizionale previsto per l'orchestra sinfonica; la conferma viene dal menu a tendina sottostante D, che appun-
panti, considerato inoltre che nei negozi italiani non si trova facilmente una risma di carta di quelle dimensioni. to segnala Ordine in Partitura: Orchestra. Il suddetto menu contiene molti altri tipi di disposizione, che potete
Per quanto riguarda l'orientamento, sia per la partitura sia per le parti staccate potete impostare da qui - grazie scegliere a piacimento in base al tipo di partitura che state preparando.
agli appositi pulsanti di opzione D - il verticale e l'orizzontale.
Nel caso desideriate creare un ordine personalizzato, farete semplicemente clic volta per volta sullo strumento
Mantenete pure l'impostazione predefinita per il verticale e passate alla seconda schermata, cliccando sul pul-
da spostare e quindi agirete sulle due freccette sul lato destro (osservate come lo strumento selezionato si spo-
sante Avanti.
sta lungo l'elenco): notate che in questo caso il menu D si modifica automaticamente e indica una disposizione
In questa seconda fase della procedura di impostazione guidata, la finestra di dialogo si presenta suddivisa in Personalizzata.
tre aree principali (fig. 1.3). In qualsiasi momento, naturalmente, potrete ripristinare l'ordine predefinito riaprendo il menu a tendina D e
selezionando la voce che vi interessa: ristabilite quindi un ordine orchestrale tradizionale.

Un'ultima osservazione: se in futuro prevedete di utilizzare ancora l'organico che state creando, può essere
utile memorizzarlo onde evitare di dover ogni volta ripetere tutta la procedura di preparazione sopra descritta.
Risulta quindi utilissimo il pulsante E Salva come nuovo ensemble: date un nome al vostro organico, per­esem-
pio Ensemble di prova, cliccate su OK e - tornando alla schermata precedente - vedrete che il vostro ensemble è
stato aggiunto all'elenco e pertanto sarà disponibile per tutte le occasioni future.

Avendo completato la seconda parte della procedura, potete passare alla terza fase.
Cliccate ancora sul pulsante Avanti e vi apparirà la schermata in cui potrete inserire tutti i principali blocchi di
testo relativi alle informazioni del vostro brano musicale (fig. 1.4).

Fig. 1.3 - La seconda schermata dell'Impostazione guidata

La prima area a sinistra A, oltre a una generica voce Rigo vuoto, contiene le principali famiglie vocali e strumen-
tali: vi sono quindi gli strumenti a tastiera, le voci, i legni, gli ottoni, ecc.

Facendo clic su ciascuna famiglia, nella zona centrale B verranno mostrati tutti gli strumenti appartenenti a
quella famiglia; a questo punto è sufficiente selezionare lo strumento che vi interessa e cliccare sul pulsante
Aggiungi per trasferirlo nella parte destra C, che rappresenta ufficialmente l'organico della vostra partitura.

Nel caso abbiate impostato lo strumento sbagliato, è molto semplice rimuoverlo: dovete selezionarlo (notate
che in questo caso si attiva il pulsante Rimuovi), cliccare su questo stesso pulsante e lo strumento scomparirà
dalla lista a destra. Fig. 1.4 - La terza schermata dell'Impostazione guidata

Una volta appresa questa procedura, potete ora creare l'organico definitivo del vostro ensemble, pensato per In questo terzo step la funzione dei vari campi è molto intuitiva: ricordate comunque che nulla di ciò che farete
questa lezione. Utilizzerete i seguenti strumenti: sarà definitivo e irrevocabile, pertanto potrete sempre modificare successivamente il contenuto dei blocchi
di testo. Questo aspetto è molto importante, poiché Finale utilizza per questi inserimenti un carattere e una
• Flauto (dalla famiglia dei Legni)
dimensione predefiniti, di norma Times New Roman a 24 punti per il titolo, a 12 punti per l'autore, ecc.: non è
• Oboe (dalla famiglia dei Legni)
detto che vi siano congeniali tali impostazioni, anzi è molto probabile che vogliate sostituirle con caratteri e
• Clarinetto basso (dalla famiglia dei Legni)
dimensioni differenti.
• Tromba in Si bem. (dalla famiglia degli Ottoni)
Per ora, comunque, tralasciate questo aspetto e inserite alcune informazioni nelle apposite aree di testo; a ti-
• Basso tuba (dalla famiglia degli Ottoni)
tolo di esempio potete scrivere:
• Arpa (dalla famiglia delle Corde pizzicate)
• Timpani (dalla famiglia delle Percussioni a suono determinato) • il titolo del brano (Documento di prova)
• Quartetto d'archi (due Violini, Viola e Violoncello, dalla famiglia degli Archi) • il sottotitolo (Lezione 1)

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Lezione 1. Creare un nuovo documento con l'impostazione guidata | 7 8 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

• il compositore (scrivete il vostro nome) Giunti a questa fase della procedura, è possibile inserire un'indicazione di andamento (area C). Affinché essa
• l'arrangiatore (Urtext) compaia in partitura, dovrete cliccare sulla casella "Specifica un'indicazione di tempo iniziale", quindi potrete
• una breve indicazione per il copyright (© 2018) scrivere nel campo bianco il testo desiderato, per es. "Andante con moto".
Più in basso, potete anche impostare un'indicazione di metronomo, scegliendo l'unità di misura dal menu a ten-
A questo punto potete cliccare ancora una volta su Avanti e passare alla quarta ed ultima schermata della pro- dina "Tempo" (che contiene tutte i valori principali) e scrivendo successivamente il valore di battiti al minuto
cedura (fig. 1.5), che vi consentirà di inserire alcuni importantissimi elementi: l'indicazione di tempo, la tonalità (bpm) nella casella di testo a fianco, per es. "84".
d'impianto, l'indicazione di andamento con il tempo metronomico, l'eventuale battuta iniziale in levare e il nume-
Proseguite inserendo - se ne avete bisogno - un'eventuale misura iniziale in levare (area D), attivandola an-
ro complessivo di battute del brano.
che in questo caso per mezzo della relativa casella. Scegliete un valore fra quelli disponibili, per esempio la
­semiminima. Ricordate che il valore da voi prescelto rappresenta la durata complessiva dell'anacrusi, perciò se
quest'ultima è composta da due o più note dovrete scegliere un valore pari alla somma delle note stesse: ad
esempio, se il brano inizia con 3 crome in levare, cliccherete sul simbolo della semiminima con il punto.
Notate che alcuni valori appaiono in grigio e non sono selezionabili: ciò è ovvio, in quanto essi sono pari o supe-
riori al tempo impostato per il brano, perciò non sono applicabili come battuta in levare. Questo è solo un primo
esempio, e ne vedremo molti altri, di come Finale non si limiti a eseguire le operazioni richieste, ma compia
anche costantemente un controllo sulla legittimità delle scelte effettuate dall'utente, tenendo sempre come
riferimento la teoria musicale tradizionale. Al tempo stesso, tuttavia, esso è un programma estremamente ela-
stico e - una volta entrati in possesso delle sue piene funzionalità - sarete in grado di bypassare qualsiasi limite
teorico, così da poter realizzare anche partiture non convenzionali di grande complessità, come ad esempio
quelle di musica colta contemporanea.
La casella che segue (E) permette di definire il numero complessivo di battute del brano. A meno che non si
conosca già con esattezza tale numero (come quando ad esempio si copia un brano preesistente), si tratta di
un dato abbastanza irrilevante, poiché come negli altri casi potrete in qualsiasi momento ridurre o incrementa-
re la quantità di battute della partitura. Finale, per impostazione predefinita, imposta a 31 il numero di battute
di ogni nuovo brano, ma tale cifra potrebbe essere diversa a seconda della versione del programma che state
utilizzando. Lasciate perciò al momento tutto invariato.
Infine, nella parte bassa della finestra, un'ultima casella di controllo (F) consente di salvare - se lo si deside-
ra - il file corrente come foglio di lavoro di Finale; quest'ultimo è uno speciale documento di natura didattica,
Fig. 1.5 - La schermata conclusiva dell'Impostazione guidata contenente in genere uno o più esercizi di teoria, armonia, contrappunto ecc., che il programma archivia in
un'apposita cartella ed è destinato agli insegnanti e a tutti coloro che desiderano mettere alla prova le proprie
conoscenze musicali.
Iniziate impostando l'indicazione di tempo (area A della schermata); notate che Finale propone le indicazioni
I fogli di lavoro sono dei normali documenti di Finale, e in quanto tali possono essere modificati e stampati a
più comuni, dal 2/2 fino al 12/8: sarà dunque sufficiente fare clic sul tempo desiderato per inserirlo all'inizio della piacimento.
partitura. Il percorso da seguire per localizzare la posizione in cui Finale archivia i fogli di lavoro è il seguente:
Nel caso vogliate utilizzare un'indicazione diversa (per esempio 5/4 o altro tempo meno comune), dovrete fare
clic sull'ultimo pulsante - contenente due punti interrogativi - e avrete così accesso allo strumento Indicazione di • in Windows: C > Programmi > Finale > Music Files > Fogli di lavoro e Repertorio;
Tempo, con il quale potrete ottenere qualunque combinazione, anche la più complessa. Poiché il suddetto stru- • in MacOS: HD > Libreria > Applicazioni > Makemusic > Finale > Music Files > Fogli di lavoro e Repertorio.
mento sarà descritto dettagliatamente nella lezione n. 10, selezionate per ora un tempo più "classico", come ad
esempio il 3/4. Giunti a questo punto, avete completato tutte le fasi di preparazione del vostro primo documento; potete per-
ciò cliccare sul pulsante "Fine", e dopo qualche istante di elaborazione la vostra partitura sarà pronta. Osservate
Vediamo ora come si imposta la tonalità d'impianto del brano (area B). Il riquadro grafico riproduce un fram- come essa contenga tutte le impostazioni assegnate tramite le 4 schermate della procedura, tenendo conto che
mento di pentagramma e mostra un'anteprima del risultato; per variare la tonalità si dovrà utilizzare la barra di qualsiasi elemento potrà essere - se necessario - modificato o eliminato successivamente in piena libertà.
scorrimento, partendo dal presupposto che agendo sulla freccia superiore si aggiungono diesis, mentre agendo
Per prendere più confidenza con l'impostazione guidata, vi consiglio di esercitarvi realizzando la base di alcune
sulla freccia inferiore si aggiungono bemolli. partiture, eventualmente prendendo spunto da qualche pubblicazione in vostro possesso: iniziate con esempi
Naturalmente l'ordine di comparsa delle alterazioni in chiave rispetterà la sequenza prevista dal circolo delle molto semplici e giungete gradualmente fino a quelli più complessi e vasti.
quinte: di conseguenza, cliccando verso l'alto compariranno - nell'ordine - il Fa S, poi il Do S, il Sol S e così via.
Cliccando verso il basso, verranno dapprima eliminati gli eventuali diesis - uno alla volta - e poi inizierà la serie dei
bemolli, anche qui nel consueto ordine: Si F, Mi F, La F ecc.
Il piccolo menu a tendina a destra consente inoltre di impostare il modo della tonalità: maggiore, minore o "sen-
za tonalità", da usare in caso di musica modale o atonale; questo controllo, come si vedrà, potrà essere utile
soprattutto quando si utilizza lo strumento Accordi e si effettua l'analisi armonica degli elementi inseriti (cfr.
lezione n. 20).
Per la presente lezione impostate una tonalità piuttosto comune, come ad esempio Re maggiore.

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10 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

Questa procedura apre una pagina di musica vuota, senza titolo, che dovrete salvare alla prima occasione nella
posizione desiderata. Tenete conto che Finale, per aprire questa pagina, attinge sempre a un file di riferimento
denominato Maestro Font Default.ftmx, il quale - dopo la procedura di installazione del software - viene colloca-

Lezione 2 to nella seguente posizione:


• nei sistemi Windows in:
C: \ Utenti \ nome utente \ AppData1 \ Roaming \ MakeMusic \ Finale \ Music Files \ Default Files \
Il documento predefinito • nei sistemi Macintosh in:
Home \ Libreria2 \ Application Support \ Makemusic \ Finale \ Music Files \ Default Files \
Come si vede, in entrambi i casi il file è decisamente "insabbiato" all'interno di un gran numero di sottocartelle;
se necessario, questo percorso può essere modificato intervenendo nella finestra delle Preferenze del ­software.
Inoltre, è possibile utilizzare un qualsiasi altro documento di Finale come nuova pagina di default al posto di
Finale 25, come abbiamo visto nella prima lezione, dà all'utente la possibilità di creare un nuovo documento in quella predefinita. Ponete, per esempio, di voler usare una pagina in formato A4 che abbia dei blocchi di testo
quattro modi differenti; dopo aver analizzato, nella lezione precedente, l'impostazione guidata, vediamo ora preformattati e utilizzi il font Jazz al posto del font Maestro; vediamo come funziona la procedura:
come si procede per l'avvio di un nuovo documento predefinito. 1. accedete alla cartella "Documenti di esempio ed esercitazioni" allegata al manuale e aprite il file de-
Quest'ultimo si può creare sostanzialmente in due modi: nominato "Documento di esempio 01.musx"; se state utilizzando una versione di Finale preceden-
te alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 01.xml" seguendo le istruzioni riportate nel-
1. richiamando la Finestra di avvio (per farla comparire selezionate la prima voce del menu File oppure l'Appendice 1.
utilizzate la scorciatoia SHIFT+CTRL+N in Windows o SHIFT+CMD+N in MacOS) e cliccando sull'appo-
2. Ora aprite il menu File, scegliete Salva con nome e navigate fino alla cartella "Default Files" sopra de-
sito pulsante (fig. 2.1);
scritta (seguite ovviamente il percorso relativo al sistema operativo utilizzato);
3. salvate il file con il nome "default_nuovo.ftmx";
4. aprite ora le Opzioni del programma (Preferenze), tramite il seguente percorso:
oo in Windows: Modifica > Preferenze;
oo in MacOS: Menu dell'applicazione (Finale) > Opzioni del Programma.

5. Comparirà un'ampia finestra di dialogo (fig. 2.3). L'elenco sulla sinistra A contiene i principali ambiti su
cui si può intervenire con le regolazioni: a voi in questo caso interessa proprio la prima voce della lista,
quindi fate clic su Nuovo;

Fig. 2.1 - Il pulsante della Finestra di avvio per aprire un nuovo documento predefinito

2. aprendo il menu File e selezionando dapprima la voce Nuovo, poi - nel sottomenu che si apre - la voce
Documento predefinito. Questo percorso è valido sia in Windows sia in MacOS (fig. 2.2).

Fig. 2.3 - La finestra delle Preferenze di Finale

1. La cartella AppData nei sistemi Windows è di norma occultata per ragioni di sicurezza; per visualizzarla è necessario aprire una qualsiasi
finestra di Windows, accedere al menu Visualizza e - nella sezione "Mostra/Nascondi" - mettere la spunta alla casella "Elementi nascosti".
2. Analogamente, anche la cartella Libreria nei sistemi MacOS più recenti è occultata affinché gli utenti più inesperti non cancellino o dan-
neggino inavvertitamente alcuni elementi importanti del sistema. Per vederla, dovete aprire una qualunque finestra del Finder, quindi
accedere al menu Vai e infine premere il tasto ALT sulla tastiera: la voce Libreria verrà aggiunta al menu e potrà essere selezionata per
Fig. 2.2 - Il percorso da menu per aprire un nuovo documento predefinito aprire l'omonima cartella.

Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)
Lezione 2. Il documento predefinito | 11 12 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

6. spostate ora la vostra attenzione al centro della schermata, e nel campo Nome del file di default (pre- utilizzate una versione in inglese, prestate attenzione perché il formato sarà Letter. Potete effettuare
definito) B sostituite la dicitura esistente con il nome del vostro documento personalizzato, ossia la verifica selezionando dapprima lo strumento Configura Pagina dal menu Strumenti, quindi richiaman-
­default_nuovo.ftmx; do dal menu Configura Pagina la voce Dimensione di pagina (fig. 2.5).
7. infine cliccate sul pulsante OK. D'ora in poi, richiamando un nuovo documento predefinito avrete ogni
volta la vostra pagina personalizzata.
Potete creare un numero illimitato di documenti predefiniti, personalizzandoli nei modi più diversi e applicando
la procedura sopra descritta per renderli attivi a seconda delle necessità.
In qualsiasi momento, naturalmente, sarà possibile ripristinare il documento predefinito originale, semplice-
mente riscrivendo nel campo bianco la dicitura Maestro Font Default.ftmx.
Vediamo ora, per concludere questa lezione, come è strutturato il file proposto da Finale come documento di
base (fig. 2.4). Vi troviamo le seguenti caratteristiche:

Fig. 2.5 - Il percorso per modificare la dimensione della pagina

• Il formato Letter, come detto in precedenza, è molto diffuso negli Stati Uniti, il paese di origine del
software, ma in Europa si prediligono decisamente gli standard A4 e A3 per le stampe testuali e mu-
sicali, quindi se necessario dovrete modificare questa indicazione in base alla dimensione supportata
dalla vostra stampante.

• Qualora abbiate bisogno di impostare un formato diverso (anche non convenzionale), la finestra
­Dimensione della pagina (fig. 2.6) vi permetterà di ottenere qualsiasi risultato:

Fig. 2.6 - La finestra Dimensione della pagina

oo il primo menu a tendina A presenta tutti i formati più diffusi: qui troverete naturalmente i classici
A4, A3, Letter, ecc. oltre ad alcuni formati speciali come Tabloid, Quarto, Folio, ecc.
Notate che accanto al nome del formato sono visualizzate le sue esatte dimensioni: l'unità di mi-
Fig. 2.4 - Il Documento predefinito come appare dopo l'installazione di Finale sura utilizzata per tale indicazione corrisponderà a quella da voi prescelta nel relativo menu (cfr.
Lezione n. 3). Nel caso qui illustrato stiamo utilizzando la speciale unità EVPUs;
• un'indicazione "Partitura" in alto a sinistra A per indicare che si tratta di una partitura e non di una
oo con i pulsanti di opzione B potete definire l'orientamento della pagina (verticale od orizzontale);
parte d'orchestra separata;
• un'indicazioni generica per il titolo B; oo le due caselle dell'area C consentono invece di impostare una dimensione personalizzata, sempre
• un'indicazione generica per il compositore C; in base all'unità di misura prescelta. Notate che - cambiando tali parametri - il menu a tendina A
esprimerà ora la dicitura *Personalizzato*;
• l'indicazione di copyright D;
• se state usando la versione italiana del programma, Il formato di pagina sarà il consueto A4; se invece oo nella parte destra della finestra, dovete indicare a Finale l'ambito dell'intervento che state effet-

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Lezione 2. Il documento predefinito | 13 14 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

tuando: in primo luogo va specificato con il menu a tendina D se la modifica dovrà coinvolgere solo
la parte o partitura correntemente visualizzata, oppure le parti staccate, o soltanto alcune parti
opportunamente selezionate tramite il pulsante a fianco (che in tal caso diverrà attivo);
oo infine, nell'area E potete individuare lo specifico numero di pagine su cui il programma andrà a
intervenire: sarà possibile scegliere una sola pagina specifica, o tutte le pagine del documento,
oppure le pagine destre / sinistre, o ancora un preciso range di pagine.
• Tornando all'analisi del documento predefinito, un ruolo molto importante è rivestito dai margini di
pagina: essi corrispondono a 1,6 cm circa per il bordo superiore e inferiore del foglio, e 1,3 cm circa per
il bordo sinistro e destro;
• la numerazione delle battute si trova in alto a sinistra sulla prima misura di ogni nuova accollatura.
• Infine, il font musicale di default è Maestro normale a 24 punti: questo dato si può verificare aprendo il
menu Documento e selezionando la voce Impostazione del font musicale predefinito.
Tenete presente che tutti i suddetti elementi potrebbero leggermente variare a seconda della versione di Finale
che state utilizzando, ma l'impianto generale rimane comunque molto simile in tutte le versioni.

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16 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

600 EVPUs: se doveste ricordare tale cifra espressa in centimetri, vi trovereste di fronte a un diffici-
lissimo 5,29167!). Il vantaggio, dal punto di vista mnemonico, è quindi evidente.

2. I Pollici, come noto, sono una misura tipica del mondo anglosassone e vengono usati principalmente
Lezione 3 nel Regno Unito e negli USA.
Gli utenti italiani, a meno che non sussistano specifiche ragioni personali o professionali, conoscono i
pollici quasi esclusivamente perché con essi si misura la grandezza di un display, sia esso quello della
La scelta dell'unità di misura TV, del monitor di un personal computer, di un telefono cellulare, etc.
È piuttosto improbabile, perciò, che un utente italiano scelga i pollici come unità di misura per lavorare
con Finale; in ogni caso, 1 pollice corrisponde a 2,54 cm e a 288 EVPUs (cfr. alla fine della lezione la ta-
bella con le corrispondenze fra tutte le unità di misura).

Dopo aver creato un nuovo documento su cui lavorare, indipendentemente dalla modalità scelta per la creazio- 3. I Centimetri, ovviamente, non hanno bisogno di presentazioni. Ogni italiano li conosce e li utilizza quasi
ne, vi è un'operazione molto importante da compiere per ben gestire la redazione della partitura: l'impostazio- quotidianamente, insieme ai relativi multipli e sottomultipli, per misurare qualsiasi oggetto (reale o
ne dell'unità di misura. virtuale che sia).
La scelta dell'unità di misura, in Finale, è un parametro che di per sé non ha alcun effetto sull'aspetto del docu- Lavorando con Finale, l'utilizzo dei centimetri è ovviamente il più consigliato nel caso non si voglia av-
mento e sull'eventuale stampa dello stesso; essa però influenza in modo decisivo la connotazione di moltissime valersi degli EVPUs, che rimangono comunque la scelta migliore per i motivi sopra elencati.
finestre di dialogo, in particolare quelle che contengono dati numerici riferiti alla misurazione dei principali ele-
menti grafici della partitura (lunghezza, larghezza, altezza, distanza, etc.). 4. I Punti sono unità di misura piuttosto piccole, nate in ambito tipografico e corrispondenti esattamente
Per questo motivo, è veramente importante scegliere con cura l'unità di misura con cui si intende lavorare. Fina- al quadruplo degli EVPUs. Di conseguenza, 1 punto corrisponderà a 4 EVPUs e quindi a 0,035 cm.
le, a questo proposito, ci offre ben sei possibilità: In genere gli utenti informatici si servono di questa unità di misura piuttosto spesso, anche se inconsa-
pevolmente, per misurare le dimensioni dei caratteri (ad esempio, si dice comunemente: Times New
1. EVPUs Roman, dimensione 16 punti) o la risoluzione di un'immagine (per esempio, nel web si parla di immagi-
2. Pollici ni JPG a 72 dpi, dove "dpi" significa "dots per inch" (ovvero punti per pollice).
In pratica, come si deduce dagli esempi appena citati, i punti sono unità di misura piuttosto importanti
3. Centimetri nel mondo dell'informatica; tuttavia, se restringiamo il campo a Finale, non vi sono particolari ragioni
che ne incoraggino l'uso: si suggerisce perciò di utilizzare preferibilmente EVPUs o centimetri.
4. Punti
5. I Pica, come i punti, nascono in ambito tipografico (furono definiti e introdotti alla fine del XVIII sec.)
5. Pica
e sono detti anche ciceri o righe tipografiche. Un pica corrisponde esattamente a 12 punti, quindi a 48
6. Spazi EVPUs e a 0,42 cm (a questo proposito si rinvia ancora alla tabella presentata a fine lezione).
In ambito informatico, il pica viene utilizzato soprattutto dai programmi di produzione editoriale pro-
Vedremo ora come accedere a queste opzioni e quali sono le caratteristiche di ciascuna di esse. In primo luogo,
fessionale; da questo punto di vista, Finale - essendo una sorta di "parente" di questi software - è stato
per la scelta dell'unità di misura desiderata, la procedura è differente a seconda della piattaforma utilizzata:
giustamente dotato di questa unità di misurazione, anche se nella pratica comune essa non viene par-
• in Windows si seguirà il percorso: Modifica > Unità di Misura; ticolarmente utilizzata.

• in MacOS, invece, si seguirà il percorso: Menu dell'applicazione (Finale) > Unità di Misura. 6. Gli Spazi, infine, sono delle vere e proprie unità musicali (non tipografiche come le precedenti), e si ri-
feriscono alla distanza fra due linee di un pentagramma. Convenzionalmente, Finale fissa tale distanza
A questo punto, si potrà selezionare l'unità di misura desiderata. Vediamo quindi in cosa consistono le scelte
a 24 EVPUs, per cui l'altezza di default di un pentagramma sarà ovviamente di 96 EVPUs, ossia 0,85 cm.
disponibili:
Può essere utile impostare l'unità di misura in spazi per visualizzare, anche solo temporaneamente, i
1. gli EVPUs costituiscono l'unità di misura predefinita di Finale; questo strano nome è in realtà l'acroni- rapporti fra il materiale musicale presente in una pagina: sapendo, ad esempio, che un pentagramma
mo di ­ENIGMA Virtual Page Unit1, e un EVPU è un piccolissimo spazio corrispondente per l'esattezza a misura 4 spazi, si potrebbe impostare la distanza fra i righi a 16 spazi così da creare un effetto, visiva-
0,00882 cm, quindi rappresenta un valore davvero molto esiguo. mente gradevole e coerente, di rapporto 1:4 fra i suddetti elementi.
I vantaggi nell'utilizzo di queste unità sono principalmente due:
Abbiamo dunque esaminato tutte le unità di misura previste da Finale. Come detto, dopo aver selezionato l'u-
oo in primo luogo, trattandosi di un valore estremamente ridotto, sono possibili misurazioni e sposta- nità di nostro gradimento, tutte le finestre di dialogo interessate riporteranno i propri valori numerici nell'unità
menti di assoluta precisione; prescelta.
oo in secondo luogo, la maggior parte delle dimensioni degli oggetti grafici in Finale sono state pensa- Tuttavia, in caso di necessità, Finale consente di effettuare una sorta di "bypass" momentaneo a tale imposta-
te dagli sviluppatori proprio in EVPUs: di conseguenza, utilizzando tale unità avrete sempre numeri zione: sarà sufficiente aggiungere nella casella prescelta, dopo il valore numerico, il nome dell'unità di misura
interi e facilmente memorizzabili (per esempio, la larghezza standard di una battuta è impostata a stessa (o la sua abbreviazione) e premere OK. Il software effettuerà una conversione istantanea del valore inse-
rito nell'unità impostata di default.
1. Anche la parola ENIGMA è un acronimo, e sta nientemeno che per... Environment for the Notation of Intelligent Graphical Musical
Per concludere, presentiamo la tabella di conversione fra le unità stesse (fig. 3.1), ricordando che in questo vo-
­ lgorithms! Esso designava in origine il nome in codice del software; in seguito i suoi creatori decisero di assegnare al programma un
A
nome più vicino al mondo della musica, che suggerisse al tempo stesso l'idea di un prodotto definitivo, quasi lo stato dell'arte della no- lume - salvo casi particolari che motiveremo di volta in volta - utilizzeremo sempre l'unità di misura predefinita
tazione musicale informatizzata, e così lo chiamarono "Finale". di Finale, ovvero gli EVPUs.

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Lezione 3. La scelta dell'unità di misura | 17 18 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

Rapporto fra le unità di misura utilizzate da Finale 25


N.B. - I valori sono arrotondati, se necessario, al quarto decimale.

Fig. 3.1 - Tabella di conversione fra le unità di misura di Finale

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20 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

Lezione 4
L'ottimizzazione dello spazio di lavoro Fig. 4.2 - Il documento predefinito in modalità Visualizzazione Lineare

Per ottenere questa specifica vista potete utilizzare anche la scorciatoia CTRL-E su Windows oppure CMD-E su
MacOS. Notate che la suddetta scorciatoia si comporta come uno switch e consente di passare alternativamen-
te fra le modalità Visualizzazione Lineare e Visualizzazione Pagina. Per ottenere invece la terza modalità (Visualiz-
Nella presente lezione analizzeremo le modalità per l'ottimizzazione dell'area di lavoro; Finale, infatti, si avvici- zazione Studio), dovrete aggiungere alla combinazione il tasto SHIFT (maiuscole).
na molto - dal punto di vista dell'impostazione - ai principali programmi di grafica, e come essi dispone di nume-
rose tavolozze con gli strumenti, di varie tipologie di visualizzazione, di molti menu e sottomenu, ecc. Per spostarvi lungo il documento utilizzerete la barra di scorrimento orizzontale nella parte bassa della finestra,
Poiché negli ultimi anni si sono diffusi sempre più i computer portatili (vista anche la consistente discesa dei trascinandola avanti o indietro, oppure le frecce ai margini della barra stessa. Se desiderate portarvi con preci-
prezzi), potrà capitare spesso di avere a disposizione un monitor medio-piccolo, in cui tutti questi elementi sione ad una battuta specifica, potete scrivere il numero della misura desiderata nell'apposita casella in basso a
rischiano di sovrapporsi, creando seri problemi all'andamento e soprattutto ai tempi del flusso di lavoro; ecco sinistra (fig. 4.3) e premere INVIO (ENTER) sulla tastiera. La battuta prescelta verrà quindi visualizzata in prima
perché è indispensabile conoscere alcune strategie per ottimizzare la visualizzazione e sfruttare al meglio lo posizione nella vostra finestra.
spazio operativo.
Vedremo inoltre come utilizzare la griglia e le guide di Finale per collocare con estrema precisione gli oggetti
nelle pagine, così da ottenere documenti dall'aspetto equilibrato e professionale.
Fig. 4.3 - La casella per portarsi a una battuta specifica
Iniziate aprendo un documento di default con il consueto percorso File > Nuovo > Documento Predefinito e ag-
giungete un centinaio di battute, ai fini della dimostrazione, seguendo il percorso Modifica > Aggiungere Misure Nella seconda modalità, denominata Visualizzazione Pagina, le pagine vengono invece mostrate per intero, quin-
(fig. 4.1). di potrete avere un'idea già abbastanza precisa del risultato finale in fase di stampa. Se osservate meglio il menu
Visualizzazione, noterete che la modalità Visualizzazione Pagina dispone anche di un sottomenu per richiamare
varie possibilità di presentazione del documento in questo formato (fig. 4.4). Essenzialmente vi sono due stili
di base:

1. Stile Libro

2. Foglio Singolo
Fig. 4.1 - La finestra per l'aggiunta di nuove misure alla fine del documento

In prima istanza, va precisato che Finale, quando mostra una pagina di musica, dispone di tre diverse modalità
di visualizzazione:

1. Visualizzazione Lineare

2. Visualizzazione Pagina

3. Visualizzazione Studio

La prima modalità, Visualizzazione Lineare, simula la disposizione delle pagine lungo un nastro orizzontale.
Se vogliamo, questa è la modalità più vicina all'esecuzione musicale stessa, che avviene senza soluzione di conti-
nuità; il fatto di "andare a capo", in musica come in qualsiasi testo letterario, è dovuto in effetti esclusivamente
a ragioni tipografiche. Evidentemente, quindi, questa modalità è molto comoda in fase di scrittura o playback Fig. 4.4 - Il sottomenu per la scelta della specifica Visualizzazione Pagina
di un documento, ma poiché la stampa corrisponderà sempre a quanto si vede nella modalità Visualizzazione
Pagina, ne deriva che la modalità Visualizzazione Lineare è assolutamente sconsigliabile per il controllo a video di Nello Stile libro, diviso in quattro sotto-categorie, le pagine vengono accoppiate a due a due proprio come in un
una partitura che debba poi essere stampata. libro cartaceo, disponendo sempre le pagine dispari sulla destra e le pari sulla sinistra.

Accedendo al menu Visualizzazione, quindi, la prima voce in alto richiama questa vista "lineare" o "a nastro", se Nello stile ­Foglio Singolo, invece, le pagine vengono mostrate una alla volta, senza simulare un'eventuale rilega-
preferite (fig. 4.2). tura centrale; anche in questo caso sono disponibili quattro sotto-categorie.

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Lezione 4. L'ottimizzazione dello spazio di lavoro | 21 22 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

Ogni utente potrà sperimentare le piccole differenze che contraddistinguono i due stili, scegliendo quello che si È già notevole, quindi, il fatto che gli sviluppatori abbiano dedicato da qualche tempo una maggiore attenzione
avvicina maggiormente alle proprie esigenze. alla qualità e alla possibilità di intervento sulla riproduzione di ciò che viene scritto in partitura.
A titolo di esempio, scegliete la modalità Foglio singolo: in colonna e notate che in basso vi sono alcuni pulsanti
di navigazione per spostarsi lungo il documento (fig. 4.5). Notate infine che nella parte superiore della pagina c'è anche un rigo a linea singola denominato Tap del Tempo.
Esso mostra, per default, le unità di valore specificate per il metronomo, ossia in questo caso le semiminime
(fig. 4.8). Come in molti sequencer, la funzione Tap del Tempo può essere utilizzata per gestire manualmente la
velocità dell'esecuzione, tramite un controller MIDI esterno o anche la tastiera del computer.

Fig. 4.5 - I pulsanti di navigazione lungo il documento

Come avviene in molti altri programmi, cliccando sul primo pulsante a sinistra vi porterete alla pagina iniziale del
documento, cliccando invece su quello all'estrema destra andrete all'ultima pagina; i due pulsanti interni, poi,
consentono di muoversi indietro o avanti di una sola pagina alla volta. Fig. 4.8 - Il rigo per la gestione del Tap del Tempo

Per finire, passate alla modalità Visualizzazione Studio, il cui scopo è quello di simulare la schermata tipica dei Riassumendo, le tre modalità di visualizzazione offerte da Finale (Lineare, Pagina e Studio) possono essere uti-
software per la registrazione multitraccia, costituendo tuttavia una sorta di ibrido: mentre, infatti, nei suddetti lizzate alternativamente lungo le varie fasi della realizzazione di una partitura; sarà l'utente a stabilire - caso per
programmi vi sono di norma i controlli a sinistra (detti generalmente inspector delle tracce), e nella parte prin- caso - le priorità.
cipale della finestra la riproduzione visuale delle tracce MIDI o audio, in Finale - invece - accanto ai controlli si In linea di massima, comunque, l'utilizzo più tipico prevede la Visualizzazione Lineare per l'inserimento del-
trovano uno o più pentagrammi in modalità Visualizzazione Lineare (fig. 4.6). le note, delle pause, delle espressioni, delle articolazioni e di tutto il materiale "musicale" vero e proprio; la
­Visualizzazione Pagina è invece obbligatoria quando si definisce il layout di stampa (margini di pagina, distanze
fra i righi e le accollature, numerazione, ecc.); infine, la Visualizzazione Studio è molto comoda, benché non indi-
spensabile, per un proficuo e più realistico ascolto del materiale inserito.
Nel presente volume utilizzeremo come modalità preferenziale la Visualizzazione Pagina, salvo casi specifici,
poiché essa è l'unica che consente un comodo inserimento della musica assicurando nel contempo un controllo
costante del risultato finale in fase di stampa.



Elenchiamo ora alcune strategie per muoversi con agilità lungo la partitura, limitando al massimo l'utilizzo del
mouse che - costringendoci a staccare continuamente le mani dalla tastiera - rallenta notevolmente il flusso
produttivo.
Fig. 4.6 - Il documento predefinito in modalità Visualizzazione Studio
• Per trascinare manualmente il documento:
È evidente che questa modalità di presentazione risulta utile soprattutto durante il playback dei brani, in quanto
si possono visualizzare le note scritte e al tempo stesso gestire meglio l'ascolto tramite i tipici controlli di un oo nella versione per Windows, tenete premuto il pulsante destro del mouse: il cursore si trasformerà
sequencer (fig. 4.7). in una "manina" che vi consentirà di trascinare il documento nella posizione desiderata;
oo gli utenti Mac potranno ottenere il medesimo risultato tenendo contemporaneamente premuti
sulla tastiera i tasti CMD e ALT e trascinando.

• Per passare alla pagina precedente/successiva:


oo tenete premuto CTRL (in Windows) o CMD (in MacOS) e agite sui tasti Pagina Su (Page Up) o Pagina
Fig. 4.7 - L'inspector delle tracce nel dettaglio Giù (Page Down); vi sposterete indietro o avanti di una pagina alla volta, esattamente come quando
cliccate sui pulsanti di navigazione in basso.
Agendo sui suddetti comandi, sarà possibile in primo luogo - tramite un apposito menu a tendina - selezionare
il timbro (patch): in questo caso vi sarà presentato l'elenco di tutti i suoni previsti dalla specifica standard del • Per spostare leggermente la pagina verso l'alto o il basso:
General MIDI, oppure - abilitando gli strumenti virtuali - sarete reindirizzati allo strumento Gestione Partitura (cfr.
oo se tenete premuto ALT (sia in Windows che in MacOS) e utilizzate ancora i pulsanti Pagina Su o
Lezione n. 5), da cui potrete disporre di tutte le altre librerie di suoni eventualmente installati nel vostro sistema.
­Pagina Giù, vi muoverete di un piccolo scatto alla volta in su o in giù, proprio come quando cliccate
Accanto al menu per la scelta della patch si trovano i tre classici pulsanti per abilitare la registrazione della trac-
sui pulsanti a freccia della scrollbar verticale.
cia (pulsante "R"), oppure per metterla in Solo (pulsante "S") o ancora in Mute (pulsante "M"). Infine, più in bas-
so, avete a disposizione un controller a slitta (slider) per il volume e un cursore rotativo (knob) per la regolazione
• Per spostare leggermente la pagina verso sinistra o destra:
del panorama stereo della traccia.
Come si può notare, questi controlli sono davvero essenziali, e in numero molto inferiore rispetto a quelli di un oo tenendo premuto ALT (sia in Windows che in MacOS) e contemporaneamente agendo sui tasti
vero sequencer audio/MIDI; tuttavia va ricordato che Finale non nasce come workstation per la gestione totale ­Inizio (Home) o Fine (End), vi muoverete di un piccolo scatto alla volta a sinistra o a destra, esatta-
della produzione musicale, ma si pone essenzialmente come un riferimento di alto livello per la videoscrittura. mente come quando cliccate sui pulsanti a freccia della scrollbar orizzontale.

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Lezione 4. L'ottimizzazione dello spazio di lavoro | 23 24 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

• Per saltare all'inizio o alla fine del documento: di pagina ideale in tutte le situazioni. Aprite infatti nuovamente il menu Visualizzazione e il sottomenu Zoom, e
noterete molte altre voci (cfr. fig. 4.9):
oo Tenete premuto CTRL (in Windows) o CMD (in MacOS) e contemporaneamente premete il tasto
Inizio per saltare, da qualsiasi punto in cui vi troviate, all'inizio del documento; viceversa, combi-
• Larghezza massima. Questo comando adatta automaticamente la larghezza della pagina a quella della
nando i medesimi tasti-funzione con il tasto Fine, andrete subito all'ultima misura del documento
finestra, fissando dunque una percentuale di visualizzazione ideale a mostrare il documento in tutta la
stesso.
sua estensione orizzontale.

Tutti questi piccoli trucchi sono forse inizialmente un po' faticosi da memorizzare, tuttavia essi consentiranno • Fai stare nella finestra. Esso, invece, adatta l'altezza della pagina a quella della finestra stessa; si tratta
- con un po' di esercizio - di velocizzare qualsiasi lavoro molto più di quanto si creda, specialmente quando si di una funzione molto comoda per vedere il foglio in tutta la sua estensione verticale.
utilizza un computer portatile. È dunque opportuno imparare rapidamente a utilizzare queste scorciatoie, così
come tutte le altre che verranno descritte nel corso delle lezioni. • Zoom personalizzato (1, 2 e 3). Queste tre voci applicano una dimensione predefinita alla visualizzazione
di pagina. Dopo l'installazione del software, le tre dimensioni di default sono 100%, 200% e 75%, ma pos-
sono essere variate dall'utente cliccando sulla voce Definisci gli zoom personalizzati (l'ultima in basso).

Questa selezione apre la finestra delle Preferenze del programma; ricordate che, trattandosi delle op-
zioni generali del software e non di quelle legate esclusivamente al file attualmente aperto, ciò che qui
Vediamo ora come gestire lo zoom del documento, altra funzione molto importante soprattutto quando si di-
si modifica avrà effetto anche in tutti i successivi documenti che verranno creati.
spone di monitor piccoli.
Nelle tre opportune caselle (fig. 4.11) potrete quindi immettere i vostri valori preferiti. Per esempio,
Aprite il menu Visualizzazione e selezionate la voce Zoom: si aprirà un sottomenu con tutte le opzioni per variare
modificate l'ultimo valore scrivendo "170%", quindi premete OK e infine tornate a vedere il menu
la percentuale di visualizzazione della pagina (fig. 4.9).
­Visualizzazione > Zoom: noterete che ora lo zoom n. 3 è impostato al 170%.

Fig. 4.11 - L'area della finestra di Preferenze per l'impostazione degli zoom personalizzati

Tenete inoltre presente che le tre visualizzazioni personalizzate possono essere comodamente richia-
mate "al volo" con le scorciatoie CTRL+1, CTRL+2 e CTRL+3 (in Windows) oppure CMD+1, CMD+2 e
CMD+3 (in MacOS).

• Altro... Questo ulteriore comando del sottomenu - come si intuisce - consente di impostare una per-
centuale di visualizzazione assolutamente libera.
Fig. 4.9 - Il menu Zoom e tutte le sue opzioni
• Dimensione ultima, infine, richiama l'ultima percentuale impostata, qualunque sia la grandezza attuale.
Per aumentare le dimensioni, sceglierete ovviamente la prima voce (Ingrandisci): subito la pagina aumenterà del
È bene ribadire che tutti i suddetti ingrandimenti e riduzioni avvengono esclusivamente a livello video e non
25%; analogamente, scegliendo la seconda voce (Riduci) la pagina si rimpicciolirà del 25%.
influenzano assolutamente la dimensione della pagina a stampa. Per ingrandire o rimpicciolire realmente il do-
Potete ottenere lo stesso risultato selezionando lo strumento Zoom dalla tavolozza degli strumenti1 (fig. 4.10):
cumento anche ai fini della stampa esiste un apposito strumento nella tavolozza, denominato Ridimensiona, di
un semplice clic sulla partitura ingrandirà la pagina, mentre la combinazione del tasto CTRL (in Windows) o ALT
cui ci occuperemo nella lezione n. 6.
(in MacOS) con il clic del mouse rimpicciolirà la pagina stessa, sempre con incrementi o decrementi del 25%.
Per effettuare gli zoom sulla pagina, se non si desidera utilizzare il mouse, è opportuno memorizzare alcune
scorciatoie che conducono rapidamente al risultato desiderato. In particolare vanno ricordate le seguenti:

• CTRL+ + (il segno "più") oppure CTRL+ - (il segno "meno"), utilizzando - se disponibile - il tastierino
numerico, per ingrandire o rimpicciolire in Windows con incrementi e decrementi progressivi del 25%.
Fig. 4.10 - Lo strumento Zoom nella tavolozza In MacOS, la stessa operazione si ottiene con le scorciatoie CMD+ + oppure CMD+ - (sempre utilizzan-
do, se disponibile, il tastierino numerico).
Anche in uno strumento relativamente semplice come lo Zoom, Finale non si limita alle due funzioni primarie
di ingrandimento o riduzione, ma offre tutta una serie di opzioni mirate a ottenere velocemente la dimensione • CTRL+ ì ("i" accentata) per adattare in Windows la larghezza della pagina.
In MacOS, invece, la combinazione da utilizzare è ALT+CMD+ ] (parentesi quadra destra).
1. La modalità di visualizzazione delle tavolozze degli strumenti varia sensibilmente dalla versione di Finale per Windows a quella per Questa scorciatoia corrisponde ad uno dei comandi da menu sopra descritti, ossia Larghezza massima.
MacOS: in Windows vi sono tre diverse tavolozze, una per gli Strumenti principali, una per gli Strumenti di navigazione (in cui si trova lo
Zoom) e una per i cosiddetti Strumenti avanzati; viceversa, in MacOS esiste un'unica tavolozza che raccoglie tutti gli strumenti del pro- • CTRL+ ' (apostrofo), in Windows, corrisponde invece al comando Fai stare nella finestra.
gramma, soluzione decisamente più pratica e curiosamente non ancora adottata nell'analoga versione per Windows. In MacOS il medesimo risultato si ottiene con la combinazione ALT+CMD+ [ (parentesi quadra sinistra).

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Lezione 4. L'ottimizzazione dello spazio di lavoro | 25 26 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

• CTRL+ 0 (zero) in Windows oppure CMD+ 0 in MacOS consente di impostare la percentuale di visualiz- in modi molto diversi a seconda della piattaforma e della versione di sistema operativo da voi utilizzata
zazione su un qualsiasi valore a scelta, costituendo l'equivalente del comando Altro… (fig. 4.13). Per questa dimostrazione, scegliete un bel colore rosso vivo.

• CTRL+1, CTRL+2 e CTRL+3 (in Windows) oppure CMD+1, CMD+2 e CMD+3 (in MacOS) vi porteranno
infine - come detto in precedenza - a richiamare le tre rispettive percentuali personalizzate definite
nelle preferenze del programma.



Vediamo ora, per concludere, come si utilizzano la griglia e le guide di Finale. Coloro che utilizzano spesso pro-
grammi di grafica dovrebbero già essere abituati all'uso di questi strumenti, la cui funzione principale è quella di
consentire il posizionamento comodo e preciso degli elementi sulla pagina.
Finale, essendo una sorta di "parente" dei programmi di grafica, prevede la collocazione di decine di oggetti
diversi in una partitura; spesso è necessario allinearli perfettamente fra loro, onde garantire un risultato profes-
sionale all'aspetto delle pagine. Ovviamente, si deve escludere a priori la scelta di effettuare tale posizionamen-
to "a occhio", utilizzando solo il mouse o i tasti freccia. Questa prassi, infatti, non garantisce mai la precisione
necessaria, soprattutto dopo molte ore di lavoro, e inoltre spesso i risultati a stampa sono diversi da quelli - pur
apparentemente perfetti - del monitor; per questi motivi, l'unica soluzione accettabile in questi casi è quella di
un utilizzo competente della griglia e delle guide. Fig. 4.13 - Esempio di selettore dei colori (Windows 10)
Mantenete quindi aperto il precedente documento, e portatevi ancora una volta al menu Visualizzazione. Clicca-
te sulla voce Griglia / Linee guida e nel sottomenu che si apre selezionate Opzioni Griglia / Linee guida. • Il pulsante successivo, Allinea alla griglia (C), è molto importante in quanto attiva o disattiva l'attrazio-
Si apre così la complessa finestra delle Opzioni del Documento (fig. 4.12), che incontreremo molte volte in questo ne degli elementi da parte della griglia stessa. Gli oggetti, infatti, possono essere calamitati verso il più
manuale; al momento essa è già impostata - come si vede dalla selezione a sinistra - sulle opzioni della griglia e vicino nodo del reticolo, e questo vi consente di posizionarli senza preoccuparvi troppo della precisio-
delle guide. ne del mouse: basterà infatti avvicinarli al nodo che vi interessa, e saranno immediatamente attratti
verso di esso in modo molto preciso.
• Con il pulsante a lato, Elementi da allineare alla griglia (D), che apre una finestra di dialogo densa di
caselle (fig. 4.14), potrete decidere quali tipi di elementi dovranno essere calamitati e quali no.
Questo è solo un primo esempio della cura quasi maniacale con cui Finale tratta gli aspetti più dispara-
ti, grazie a cui un utente può intervenire in moltissimi modi fin nei dettagli più piccoli. Troverete tanti
altri esempi di questa estrema minuzia; per ora, comunque, mantenete la selezione di tutte le caselle
e cliccate su OK.

Fig. 4.14 - La finestra per la selezione degli elementi da allineare alla griglia

• La casella Linee guida ogni… (E) consente di impostare la distanza fra le linee della griglia. Il valore
immesso è riferito all'unità di misura prescelta, che si può eventualmente modificare tramite il menu
a tendina nella parte bassa della finestra (Unità). Attualmente esso è impostato in EVPUs, ma non
dimenticate che è sempre possibile effettuare una conversione estemporanea scrivendo il nome o
l'abbreviazione dell'unità stessa: inserite, a titolo di esempio, il valore "3 cm" e proseguite.
Fig. 4.12 - La finestra delle Opzioni del documento - Sezione Griglia e linee guida
• La casella Visualizza ogni… (F) permette invece di decidere la frequenza di visualizzazione delle linee
• La parte superiore della finestra è riservata alla griglia, e qui si nota subito il pulsante Mostra griglia (A) della griglia. Ad esempio, se desiderate che le suddette linee si vedano alternativamente, una sì e una
che attiva la visualizzazione del reticolo: quest'ultimo, quindi, può essere visibile o nascosto a seconda no, scriverete "2" nella casella. Ricordate, però, che le linee nascoste conservano comunque il loro
delle necessità. potere di attrazione degli oggetti, nel caso sia stata attivata la funzione Allinea alla griglia (pulsante C).
• Cliccando poi sul pulsante Colore griglia (B), accederete al selettore di sistema, che potrà presentarsi • Infine, scegliete dal menu a tendina "Stile delle linee" (G) un aspetto specifico per le maglie del vostro

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Lezione 4. L'ottimizzazione dello spazio di lavoro | 27 28 | Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento

reticolo, ad esempio la classica linea Solida. • Analogamente, per nascondere i righelli, ancora dal menu Visualizzazione si sceglierà la voce Mostra e
nel sottomenu si toglierà la spunta alla voce Righelli.
• Cliccando su OK, vedrete il risultato del vostro lavoro: una griglia rossa, ben distanziata, che vi potrà Tenete presente che per la gestione dei righelli esiste anche una scorciatoia da tastiera, in questo caso
aiutare nell'allineamento degli oggetti. Naturalmente essa non comparirà assolutamente nella stampa molto semplice: CTRL+R per Windows e CMD+R per MacOS.
del documento, essendo solo un ausilio di carattere visivo.
In conclusione, si ribadisce l'importanza, spesso sottovalutata dall'utente amatoriale, di conoscere a fondo gli
• Per quanto riguarda le guide, il loro funzionamento è del tutto analogo a quello della griglia, ma anzi- strumenti analizzati in questa lezione, e soprattutto di memorizzare le numerose scorciatoie, anche se ciò ri-
ché visualizzare un reticolato di linee, viene inserita e mostrata una linea alla volta, e ogni linea-guida chiederà inizialmente un po' di pazienza.
potrà essere posizionata sulla pagina in modo indipendente dalle altre, sia in orizzontale che in verti- La padronanza di queste tecniche, infatti, consentirà non solo di risparmiare molto tempo nella disposizione de-
cale. gli oggetti, ma anche di lavorare visualizzando sempre la pagina nella sua grandezza ideale, affaticando quindi la
Tornate quindi al menu Visualizzazione e richiamate la finestra già vista in precedenza, tramite il percorso vista il meno possibile; soprattutto sarà possibile collocare gli elementi accessori della musica in modo ordinato
Griglia / Linee guida > Opzioni Griglia / Linee guida. ed equilibrato, contribuendo perciò in modo decisivo a conferire un aspetto professionale ai propri documenti.
Disattivate sia la visualizzazione sia l'effetto calamita della griglia (togliendo la spunta dalle relative
caselle) e passate alla parte sottostante della finestra, sempre riferendovi alla fig. 4.12.
• Come prima operazione, è necessario rendere visibili le guide spuntando la casella Mostra Linee guida
(H); subito dopo, analogamente a quanto fatto per la griglia, potete scegliere un colore personaliz-
zato per le vostre linee (pulsante Colore linee guida I): per diversificare, prendete stavolta un colore
verde brillante.
• Naturalmente, la successiva casella Allinea alle guide (J) produrrà un effetto analogo a quello della
casella ­Allinea alla griglia, così come il pulsante Elementi da allineare alle guide (K) consentirà di calami-
tare a piacimento le varie categorie di oggetti.
• Diversamente, la casella Zona di attrazione (L) è peculiare delle guide ed è molto importante: essa
consente, in qualche modo, di regolare la "potenza" dell'effetto calamita, impostando una zona di
attrazione pari al valore scritto nella casella. In altre parole, se il valore (come nell'esempio illustrato) è
pari a "36", tutto ciò che avvicinerete alla linea-guida entro 36 unità di misura (in questo caso si tratta
di EVPUs) verrà da essa calamitato.
• Per finire, tramite lo specifico menu a tendina (M) si può assegnare uno stile anche alle linee-guida,
scegliendo tra le 3 opzioni Solida / Trattini / Punti.
• Dopo aver confermato tutto con il pulsante OK ed essere tornati alla partitura, noterete che sono
comparsi, lungo gli assi verticali e orizzontali, i righelli: essi sono infatti indispensabili per poter creare
e spostare le guide. Notate inoltre che la numerazione dei righelli è in EVPUs, essendo questa l'unità di
misura attualmente impostata.
• Ora, per inserire una guida verticale, farete doppio clic in un punto qualsiasi del righello orizzontale; vi-
ceversa, per inserire una guida orizzontale, farete doppio clic in un punto qualsiasi del righello verticale.
Queste operazioni consentono di far apparire un numero a piacere di linee-guida sulla partitura; per
posizionarle nel punto desiderato, dovrete trascinare con il mouse le rispettive maniglie, a forma di
freccia nera (fig. 4.15).

Fig. 4.15 - Le frecce per il posizionamento delle guide verticali e orizzontali

• Quando una linea guida non è più necessaria, si può agevolmente cancellarla facendo doppio clic sulla
relativa freccia di posizionamento.
• Se invece si desidera che le guide siano presenti (e continuino eventualmente ad attrarre gli oggetti)
ma non siano visibili, è possibile in qualsiasi momento aprire il menu Visualizzazione, selezionare la
voce Griglia/Linee guida e dal relativo sottomenu togliere la spunta alla voce Mostra le Linee guida.

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30 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

Parte seconda
Il layout di pagina. Impostare documenti
dall'aspetto professionale

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32 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

il vostro target, quindi, non è esattamente quello di un'utenza infantile, dovrete necessariamente ridurre la
dimensione degli oggetti per allinearvi agli standard internazionali.
Al di là di questo aspetto, va anche detto che se gli elementi sono troppo grandi, perderete in molti casi la possi-

Lezione 5 bilità di inserire più di un'accollatura per pagina, con la conseguente formazione di grandi spazi bianchi in basso,
come nell'esempio riportato a figura 5.2, assolutamente antiestetico e dilettantesco.

Lo strumento Rigo Musicale

Nelle lezioni precedenti avete imparato a creare una pagina di musica vuota, pronta per l'immissione degli even-
ti musicali, utilizzando la comoda procedura dell'Impostazione guidata e ottenendo in pochi passaggi strutture
dagli organici molto articolati.
Se però osservate con attenzione le partiture generate dal suddetto strumento, vi accorgerete facilmente che
esse - dal punto di vista dell'impaginazione - risultano piuttosto insoddisfacenti. Tornate, ad esempio, alla pagi-
na creata nella lezione 1, e vedrete in prima istanza che i margini laterali sono piuttosto risicati (fig. 5.1): questo
potrebbe causare sgradite sorprese in fase di stampa (soprattutto se avete a disposizione una stampante da-
tata e non abilitata alla stampa senza margini). Si potrebbe perciò verificare un taglio imprevisto di parte dei
pentagrammi, o anche dei nomi degli strumenti sul lato sinistro.

Fig. 5.2 - Formazione di un eccessivo spazio bianco nella parte bassa della pagina
Fig. 5.1 - Esiguità dei margini di pagina nei documenti prodotti con l'Impostazione guidata
Per tutti questi motivi, senza nulla togliere allo strumento Impostazione guidata, che comunque rimane molto
pratico ed efficace per utilizzi amatoriali o personali, è evidente che per ottenere un layout dall'aspetto curato e
Considerate poi l'ipotesi di una successiva rilegatura a spirale del brano risultante, cosa che si fa molto spesso
professionale avrete bisogno di qualcosa in più. In ambito editoriale, in genere, le pagine si impostano adegua-
con i lavori destinati all'uso privato e non a una diffusione commerciale: in un caso come questo la spirale, se il
tamente utilizzando in modo combinato tre strumenti specifici di Finale: lo strumento Rigo Musicale, lo strumen-
margine è troppo esiguo, potrebbe forare i pentagrammi e rendere seminascosta, se non addirittura illeggibile,
to Ridimensiona e lo strumento Configura Pagina.
una parte del vostro lavoro. Avrete intuito, quindi, che uno dei principali limiti dell'Impostazione guidata è quello
In questa lezione, quindi, cominceremo il nostro viaggio imparando a utilizzare proprio lo strumento Rigo Mu-
di non consentire la definizione preliminare dei margini di pagina.
sicale.
Altro difetto, se così si può dire, è quello di non permettere la formattazione dei caratteri per i blocchi di testo
Per iniziare, aprite un nuovo documento di default con il consueto percorso File > Nuovo > Documento ­Predefinito.
che corredano la pagina: come avete visto, viene sempre usato il font predefinito Times New Roman con dimen-
Per realizzare una partitura di esempio abbastanza semplice, proverete a creare un layout per un piccolo orga-
sioni che vanno dai 24 punti del titolo, ai 12 dell'autore, fino ai 10 del copyright e così via.
nico composto da 4 esecutori:
Un'altra osservazione riguarda la dimensione degli elementi musicali: non essendo previsto, durante la crea-
• Flauto
zione guidata, alcun intervento in questo senso da parte dell'utente, si otterrà sempre una pagina al 100% della
scala di stampa. Ora, dal momento che Finale utilizza per default un font musicale a 24 punti, la percentuale del • Violino
100% dà origine a documenti che a stampa risultano piuttosto "amatoriali", in quanto i pentagrammi, le note e • Wood blocks
tutto il resto sono piuttosto grandi e possono ricordare i testi per l'insegnamento della musica ai bambini. Se • Clarinetto basso

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Lezione 5. Lo strumento Rigo Musicale | 33 34 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

Lo strumento Rigo Musicale si può richiamare dalla tavolozza degli strumenti principali, e lo si riconosce facil- (che definiremo "speciali") i quali compaiono solo quando vengono attivati alcuni strumenti del programma, e
mente in quanto è contraddistinto da un pentagramma con la chiave di Sol (fig. 5.3). sono ad essi funzionali.

Fig. 5.3 - L'icona per l'attivazione dello strumento Rigo Musicale

In alternativa, lo potete selezionare anche dal menu Strumenti. Nella versione originale in inglese, questo menu Fig. 5.5 - Il menu speciale Rigo musicale
riporta gli strumenti di Finale in ordine alfabetico; la traduzione italiana conserva la sequenza originale, e per-
tanto perde tale criterio di ordinamento. In questo caso, dunque, lo strumento che vi interessa si trova in quar- Il menu Rigo musicale è proprio uno di questi menu "speciali": apritelo, e in prima posizione troverete il coman-
tultima posizione (fig. 5.4). do per aggiungere altri pentagrammi all'accollatura: Nuovi righi vuoti.
Compare una finestra (fig. 5.6) il cui utilizzo è semplicissimo:

Fig. 5.6 - La finestra Nuovi righi

• nella prima casella scriverete il numero di righi aggiuntivi desiderati (in questo caso ne servono 4 in
tutto, e poiché il primo è già presente in partitura, scriverete "3").

• La casella Distanza fra le linee superiori, invece, vi consentirà di impostare la distanza fra i righi stessi,
che viene misurata - come suggerisce l'indicazione - dalla linea superiore di un rigo alla linea superiore
del rigo successivo. Mantenete pure l'impostazione di default, pari a 320 EVPUs, e premete OK.

Nella vostra pagina sono ora comparsi i tre nuovi pentagrammi richiesti: essi sono tutti - per il momento - in
chiave di Sol e in tempo 4/4, ma sono privi di qualunque altra indicazione specifica, come per esempio il nome
dello strumento che rappresentano, l'eventuale trasposizione, ecc.
Andrete quindi subito ad aggiungere questi elementi, e lo farete aprendo il menu Finestre e richiamando lo stru-
Fig. 5.4 - Il percorso da menu per l'attivazione dello strumento Rigo Musicale mento Gestione Partitura. Come si nota, l'azione si può eseguire anche con la scorciatoia CTRL+K (in Windows),
oppure CMD+K (in MacOS).
La prima cosa importante da osservare, non appena sia stato selezionato lo strumento Rigo Musicale, è la com-
parsa immediata, subito prima del menu Finestre, di un nuovo menu che in precedenza non era disponibile, Lo strumento Gestione Partitura rappresenta una delle funzionalità più interessanti di Finale, e fu aggiunto a par-
denominato appunto Rigo Musicale come lo strumento che lo ha richiamato (fig. 5.5). tire dalla versione 2012; si tratta di un componente che raccoglie in un'unica finestra il contenuto di tre elementi
Finale, infatti, dispone di 10 menu fissi, sempre presenti nel corso di ogni sessione di lavoro, e di vari altri menu che nelle versioni precedenti si trovavano in posizioni diverse:

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Lezione 5. Lo strumento Rigo Musicale | 35 36 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

1. la finestra Info sul File (con le informazioni generali sul documento corrente come titolo, compositore, Fate dunque clic sul pulsante Nome completo (B), ed entrerete in un piccolo editor, denominato Modifica del
autore del testo, ecc.); Testo (fig. 5.8).
2. una parte della finestra di modifica degli Attributi del Rigo (in particolare la sezione che in precedenza
definiva alcuni parametri di ogni rigo inserito, quali il nome completo e abbreviato, l'utilizzo di stru-
menti traspositori, la chiave iniziale, ecc.);

3. la finestra Elenco Strumenti (per la gestione del playback delle partiture tramite la definizione dello
strumento da utilizzare per ogni rigo).

Come si nota, lo strumento Gestione Partitura è rappresentato da una finestra molto ampia e articolata, alla
quale avremo modo di ritornare anche in altre occasioni (fig. 5.7).

Fig. 5.8 - La finestra Modifica del testo

Qui è necessario evidenziare un'importante differenza, esistente da sempre, fra le versioni Mac e Windows di
Finale: nella versione per Windows, come quella qui raffigurata, il menu Testo compare direttamente all'interno
della finestra, assieme ad un altro menu, Modifica, deputato alle tradizionali funzioni di Taglia / Copia / Incolla
(cfr. il riquadro in rosso nell'illustrazione). Diversamente, nella versione per Macintosh il suddetto menu Testo
compare nella parte alta dello schermo, in sostituzione temporanea del menu speciale Rigo Musicale. È bene
ricordare questa differenza, nel caso si debba lavorare con entrambe le versioni del software.

Ciò detto, eseguite quanto segue:

1. scrivete nel campo bianco la parola "Flauto";

2. per assegnare la formattazione, selezionate l'intera parola con un doppio clic, dopodiché aprite il
menu ­Testo e scegliete Impostazioni dei caratteri (notate la scorciatoia da tastiera, CTRL+T in Windows
e ­CMD+ALT+T per MacOS). Si aprirà una finestra piuttosto familiare a chiunque abbia mai utilizzato un
qualsiasi editor di testi: qui infatti stabilirete il font, lo stile e la dimensione del vostro titolo;

3. scegliete un font preinstallato di norma in tutti i personal computer, come Arial, assegnate lo stile
­Normale e la dimensione a 14 punti. Notate che l'area soprastante vi mostra un'anteprima del risultato;
Fig. 5.7 - Lo strumento Gestione partitura (area Elenco strumenti)
4. fate clic su OK: la finestra di impostazione del carattere si chiude e si ritorna alla finestra Modifica del
Testo, in cui potete notare che alla parola "Flauto" è stata ufficialmente applicata la formattazione
La suddetta finestra si apre, per impostazione predefinita, nella visualizzazione dell'area Elenco strumenti - la più
richiesta;
importante - che presenta nella sezione principale la lista dei righi con i relativi attributi audio/MIDI, e nella parte
inferiore una nutrita serie di controlli per la definizione di molti altri parametri dei righi stessi. 5. premete ancora il tasto OK e noterete tre cose:
Per selezionare il rigo specifico su cui intervenire, dovete cliccare sulle sottili linee orizzontali che precedono oo in primo luogo, a fianco del pulsante Nome completo si trova ora la parola "Flauto" che avete ap-
ogni elemento della lista (A). Fate attenzione a non cliccare - poco più a destra - sulla dicitura "Rigo vuoto", al- pena digitato;
trimenti si aprirà il menu per l'assegnazione automatica di una patch specifica; in questa fase preliminare, come
detto, ci limiteremo a impostare manualmente il nome, il tipo di rigo e la chiave iniziale di ciascuno strumento. oo in secondo luogo, la medesima dicitura ha sostituito la voce generica "[Rigo 1]" nella colonna
"Nome" della lista di righi;
Selezionate quindi il primo rigo e procedete all'attribuzione del nome: esso può essere differenziato per la prima
accollatura della partitura, in cui apparirà ovviamente in forma completa, e per tutte le altre accollature ­- dalla oo infine, il programma vi mostra in tempo reale l'effetto del vostro lavoro in partitura: il nome dello
seconda in avanti - in cui apparirà in forma abbreviata. Naturalmente si tratta di una libera scelta: se desiderate strumento, infatti, appare correttamente posizionato davanti al primo rigo, con la formattazione
che il nome compaia solo per esteso nella prima accollatura, e in tutte le altre non vi sia alcuna indicazione, non da voi assegnata (cfr. il punto 3). Se non siete soddisfatti, potrete effettuare tutte le modifiche
scriverete nulla nella finestra del nome abbreviato. desiderate senza dover uscire dallo strumento Gestione Partitura.

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Lezione 5. Lo strumento Rigo Musicale | 37 38 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

Per impostare il nome abbreviato del flauto e il nome (intero e abbreviato) di tutti gli altri strumenti si può Rimane un'ultima operazione da compiere per fare un lavoro soddisfacente (benché ancora nella sua fase ini-
utilizzare un semplice piccolo trucco. Poiché, infatti, è buona norma osservare la stessa formattazione di testo ziale): ipotizziamo che i wood blocks da utilizzare siano tre, di altezze diverse (acuto, medio, grave) e quindi
per indicare tutti gli strumenti della partitura, è utile copiare in memoria la parola "Flauto" appena sistemata, ­- poiché si tratta di suoni indeterminati - si voglia inserirli non tanto in un pentagramma, ma in un trigramma che
in modo che essa porti con sé anche la propria formattazione. Se effettuate questa operazione, la procedura di preveda una linea specifica per ciascun wood block.
assegnazione del nome a tutti gli strumenti della vostra partitura diventerà molto più rapida. Per realizzare questo particolare "contenitore" è necessario accedere ad una delle aree più affascinanti di Fina-
le, quella che consente di decidere in piena libertà il numero di linee che costituiscono i righi musicali.
1. Tornate quindi nella finestra Modifica del Testo, fate doppio clic sulla parola "Flauto" e poi dal menu
Modifica selezionate Copia (scorciatoia CTRL+C in Windows o CMD+C in MacOS, come praticamente in • Iniziate selezionando, con le apposite linee sulla sinistra, il rigo dei wood blocks;
tutti i software esistenti);
• osservate ora, in basso a destra, il menu a tendina Rigo (cfr. fig. 5.7 D): esso vi offre varie possibilità:
2. ora premete Annulla e fate clic sul pulsante Nome abbreviato (cfr. fig. 5.7 C);
oo 5 righi standard;
3. tornate al menu Modifica e stavolta selezionate Incolla (scorciatoia, anche qui comunissima, CTRL+V
in Windows o CMD+V in MacOS); oo 1 rigo con stanghetta piena;

4. notate che la parola incollata ha già la formattazione giusta: dovrete solo trasformarla nell'abbrevia- oo 1 rigo con stanghetta breve;
zione "Fl." e il gioco è fatto.
oo nessun rigo con stanghetta piena;
Capito il meccanismo, potrete velocemente assegnare il nome (intero e abbreviato) a tutti gli altri strumenti. È
oo Altro… (ovvero un rigo personalizzato).
bene che le parole "Wood Blocks" e "Clarinetto Basso" siano disposte su due linee, altrimenti darebbero origine
a un titolo laterale troppo lungo e squilibrato rispetto alle altre voci. • selezionate quest'ultima opzione e accederete così alla finestra Configurazione del Rigo (fig. 5.11);
Quando tutti i titoli (interi e abbreviati) saranno stati inseriti, andrete ad impostare le chiavi corrette per i vostri
strumenti tramite l'apposito pulsante/menu Chiave iniziale dello strumento Gestione partitura (fig. 5.9).

Fig. 5.9 - La scelta della chiave iniziale del rigo

Considerato che il flauto e il violino hanno già la chiave giusta, dovrete scegliere una chiave adatta per i wood
blocks, che sono percussioni a suono indeterminato (selezionate la terza o la settima chiave della prima fila), e
una chiave di Fa per il clarinetto basso.

Notate sempre come le vostre modifiche appaiano in tempo reale sulla partitura (fig. 5.10).

Fig. 5.11 - La finestra Configurazione del rigo

• per realizzare questo esempio, scegliete il primo pulsante in alto (Rigo personalizzato) e noterete
nell'anteprima sottostante la comparsa di un rigo con ben 27 maniglie. Ogni maniglia può essere at-
tivata o disattivata per far apparire o sparire una nuova linea, perciò con questo sistema si possono
ottenere dei righi dall'aspetto assolutamente non convenzionale.

• per impostare, come previsto, un "trigramma largo", partite dalle 5 linee originali e "disattivate" la
seconda e la quarta (fig. 5.12).

• Nelle caselle a destra si può impostare la distanza fra le singole linee (il valore di default è pari a 24
EVPUs), e soprattutto la posizione delle pause, poiché se si modifica la fisionomia di un rigo tradiziona-
le, anche le pause stesse dovranno probabilmente variare la loro posizione standard.
Fig. 5.10 - L'applicazione immediata delle modifiche effettuate in Gestione Partitura Infatti, nel presente caso, notate nell'anteprima che la pausa di semibreve (intero) non poggia da

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Lezione 5. Lo strumento Rigo Musicale | 39 40 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

nessuna parte ma sta "fluttuando" fra le due linee superiori del trigramma: abbassatela quindi di due 2. cliccando col tasto destro del mouse sulla maniglia quadrata vicino al nome del rigo: si aprirà un menu
posizioni, portando il valore della relativa casella a -6. contestuale, da cui sceglierete Posiziona il nome completo del rigo (fig. 5.15); questo metodo è decisa-
mente più comodo e veloce.

Fig. 5.15 - Posizionamento del nome completo del rigo tramite menu contestuale

Osservando la partitura, si nota come la posizione dei nomi "Flauto" e "Violino" sia già corretta, sia per la distan-
za dal rigo sia per l'allineamento verticale; vi sono invece evidenti problemi di allineamento nel terzo e quarto
Fig. 5.12 - Creazione di un "trigramma largo" (con pausa di intero abbassata) rigo, il cui nome è stato volutamente suddiviso su due linee.

Per correggere questi difetti, modificate dapprima la posizione del nome "Wood blocks", ovviamente con il
• Potete quindi cliccare su OK e uscire finalmente dalla finestra dello strumento Gestione Partitura per secondo metodo sopra descritto, e regolate la distanza verticale in questa casella a 18 EVPUs. Naturalmente
osservare il frutto del vostro lavoro (fig. 5.13). questa impostazione non rappresenta un valore assoluto: essa potrà variare in base al font scelto per il nome e
alla sua dimensione.

Soffermatevi anche sulla regolazione della giustificazione fra le due linee del testo, impostandola come ­"Forzata"
e dilatando (tramite il pulsante Espandi la parola singola) la parola più corta in modo che occupi la stessa larghez-
za della parola lunga (fig. 5.16), infine confermate con OK.
Fig. 5.13 - Il trigramma realizzato per i wood blocks

Il risultato delle operazioni fin qui effettuate è sicuramente accettabile, ma affinché la pagina assuma un aspetto
davvero professionale sono necessari ancora vari interventi, in primo luogo l'adeguamento della posizione dei
nomi dei righi rispetto ai righi stessi. Tale operazione si può effettuare in due modi:

1. aprendo il menu Rigo musicale, scegliendo la voce Modifica attributi del rigo, localizzando la dicitura
Posizione nome intero del rigo e infine cliccando sul relativo pulsante Imposta (fig. 5.14);

Fig. 5.16 - Regolazioni di precisione del posizionamento di un nome intero di rigo

Si nota ora che la scritta "Wood blocks" è molto più coerente - come posizione - con i primi due nomi dell'accolla-
tura. Ripetete quindi la stessa sequenza di operazioni per la scritta "Clarinetto basso"; il risultato finale dovrebbe
coincidere con quello della seguente fig. 5.17.

Fig. 5.14 - La finestra Attributi del rigo e il pulsante per posizionare il nome intero Fig. 5.17 - La posizione corretta dei nomi di rigo disposti su due linee

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Lezione 5. Lo strumento Rigo Musicale | 41 42 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

Ora dovrete occuparvi del raggruppamento dei quattro strumenti in un'accollatura unica, in cui le stanghette
attraversino i righi e vi sia una graffa sulla sinistra ad indicare l'unione dei righi stessi.
A tale scopo, recatevi ancora nel menu Rigo musicale, portate il mouse sulla voce Gruppi e Parentesi e dal sotto-
menu selezionate Aggiungi.

La finestra che si apre, denominata Attributi del gruppo di righi, è apparentemente molto complessa (fig. 5.18),
ma in realtà il suo utilizzo è molto intuitivo.

Fig. 5.19 - La finestra Rispaziatura dei righi

2. Se invece dovete impostare distanze diverse fra un rigo e l'altro (eventualità che capita soprattutto
nelle partiture orchestrali, in cui solitamente si separano con uno spazio più largo le varie famiglie degli
strumenti), in questo caso dal menu Rigo Musicale sceglierete la voce Utilizzo dei righi.
Lo scopo della piccola finestra che appare (fig. 5.20) è facilmente comprensibile:

Fig. 5.20 - La finestra Utilizzo del rigo

dovrete semplicemente selezionare dal menu a tendina Rigo (A) lo strumento che vi interessa, e subi-
to vedrete in tempo reale nella casella B la sua distanza dal rigo precedente (calcolata sempre riferen-
dosi alla linea superiore, o apice, del rigo stesso); modificherete dunque il predetto valore a seconda
Fig. 5.18 - La finestra Attributi del gruppo di righi dei vostri obiettivi.
È molto utile anche il pulsante Anteprima (C), che vi consente di visualizzare in anticipo il risultato
Verificate soltanto, per adesso, che l'ambito di righi (A) che dovranno essere compresi nell'accollatura sia cor- delle modifiche prima di confermarle con il pulsante OK.
retto (cioè dal Flauto al Clarinetto Basso), quindi scegliete una parentesi dalla galleria sottostante, per esempio
la penultima (B), e cliccate su OK. Qualora voleste effettuare delle rapide modifiche "al volo" senza passare attraverso le voci di menu, Finale
Avete così creato un'accollatura, in cui i vostri strumenti sono ufficialmente collegati fra loro dalle stanghette prevede anche una modalità di intervento manuale. Cliccando infatti su una qualsiasi delle maniglie associate ai
di battuta. righi e tenendo premuto il pulsante sinistro del mouse, vedrete comparire la distanza attuale fra un rigo e l'altro
e la relativa unità di misura in vigore (fig. 5.21).
Non vi dovete preoccupare, per ora, del fatto che i margini di pagina siano troppo esigui oppure - come si nota
nella seconda accollatura - che i nomi abbreviati degli strumenti vadano addirittura fuori pagina, poiché nelle
prossime lezioni impareremo a risolvere perfettamente questo tipo di problemi.

Per concludere, impariamo a modificare la distanza fra i righi delle accollature. Qui vi sono due possibilità:

1. se dovete variare la suddetta distanza in modo uniforme, potete accedere al menu Rigo Musicale e
selezionare la voce R ­ ispaziatura dei righi.
Nella finestra che si apre (fig. 5.19), la sezione a sinistra (A) consente di modificare la posizione del
rigo superiore di ogni accollatura, la sezione a destra (B) invece permette di modificare la posizione
degli altri righi (anche singolarmente o a gruppi, se necessario, tramite la selezione preventiva dei righi
interessati).
In entrambi i casi è possibile utilizzare un valore assoluto (in EVPUs o in un'altra unità a piacere) o un
valore in percentuale rispetto alla distanza corrente. Fig. 5.21 - Visualizzazione in tempo reale della distanza fra i righi

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Potrete dunque trascinare verso l'alto o verso il basso i righi desiderati, osservando come tali valori si modifica-
no in tempo reale e offrono sempre un quadro molto chiaro della situazione.
Notate ancora che il trascinamento di un rigo qualsiasi comporta il conseguente spostamento di tutti i righi che
stanno sotto di esso, in modo da mantenere inalterate le distanze tra i righi non contemplati dalla selezione.
Infine, osservate che questo tipo di trascinamento ha effetto solo nell'accollatura in cui state operando, e le di-
stanze in tutti gli altri sistemi rimangono inalterate; ne deriva che per effettuare modifiche in tutte le accollature
della partitura dovrete necessariamente operare tramite i menu.

Nella lezione successiva ci occuperemo dello strumento Ridimensiona e vedremo come si può modificare la
grandezza di tutti i principali elementi della pagina, compiendo un ulteriore passo per ottenere un layout grafico
di alto livello.

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Ora, a differenza di quanto accade per lo strumento Rigo Musicale e per altri che saranno analizzati in seguito,
lo strumento Ridimensiona non attiva alcun menu speciale, giacché le sue funzioni si svolgono esclusivamente
combinando l'uso del mouse con alcune finestre di dialogo. Questo perché, come vedrete, le possibilità di inter-

Lezione 6 vento sulla dimensione degli elementi dipendono direttamente dal punto in cui si clicca sulla pagina.
Partendo da questo fondamentale principio, vediamo quali sono gli elementi di cui si può variare la dimensione,
tenendo conto che si parte da un ambito generale per scendere sempre più di livello fino al particolare:
Lo strumento Ridimensiona • in primo luogo è possibile ridimensionare la pagina intera, intesa non tanto in relazione al suo formato
(A3, A4, Letter, ecc.), bensì come l'insieme di tutti gli oggetti contenuti nella pagina stessa: penta-
grammi, chiavi, indicazioni di tempo, di andamento e di tonalità, note, pause, segni di articolazione e
di espressione, testo normale e cantato, ecc.
In pratica, qualunque elemento sia presente nel documento verrà ingrandito o rimpicciolito omoge­
Nel capitolo precedente, iniziando a progettare una partitura di esempio per quattro esecutori, abbiamo notato neamente. L'unica eccezione è costituita dalle immagini grafiche esterne, che devono essere ridimen-
che l'esiguità dei margini di pagina dà luogo ad alcuni problemi, tra cui la fuoriuscita dei titoli dal foglio, in corri- sionate a parte tramite lo strumento Grafica (cfr. lezione n. 23).
spondenza della seconda accollatura e di tutte le successive. • La seconda possibilità consiste nel ridimensionamento di una singola accollatura e di tutto il suo con-
Ora, per risolvere questo problema e al tempo stesso rendere la pagina tipograficamente corretta e adatta a tenuto, escludendo solamente i blocchi di testo (esclusione sensata, poiché si tratta di elementi per-
tutti i tipi di stampante, è possibile usare in modo combinato due strumenti di Finale: Ridimensiona e Configura tinenti più alla pagina nel suo insieme che non a una parte di essa); si può inoltre operare in modo
Pagina. selettivo, scegliendo cioè di intervenire solo su un'accollatura, o su uno specifico ambito di sistemi,
Lo strumento Ridimensiona, di cui si tratterà in questa lezione, può essere attivato, come tutti gli altri, in due lasciando invariati tutti gli altri.
modi: • Scendendo ancora nel dettaglio, è possibile variare la dimensione di un singolo rigo musicale e del suo
contenuto, lasciando quindi inalterati gli altri righi dell'accollatura e - ovviamente - tutti gli altri elemen-
1. cliccando sulla tavolozza degli strumenti principali il pulsante a forma di segno percentuale (fig. 6.1 A); ti non associati a quel rigo. Anche in questo caso, si può stabilire un ambito di sistemi su cui effettuare
2. aprendo il menu Strumenti e localizzando la voce relativa, che si trova poco dopo la metà dell'elenco l'intervento.
(fig. 6.1 B). • Al penultimo livello, si può intervenire sulla singola nota (comprensiva della testa e dell'eventuale gam-
bo). Si ricordi fin d'ora che questo tipo di ridimensionamento coinvolgerà anche l'eventuale sillaba di
testo cantato assegnata alla nota stessa, nonché qualsiasi altro segno di articolazione o di espressione
collegato (segni dinamici, punti di staccato, accenti, ecc).
• Infine, al livello più basso e dettagliato, è possibile variare la grandezza della sola testa della nota; que-
sto intervento, a differenza del precedente, non coinvolge alcun altro elemento associato alla nota,
quindi gli eventuali segni dinamici o espressivi rimarranno alla grandezza originale.
Analizziamo quindi le diverse modalità per compiere le suddette operazioni; per mettere in pratica la descrizio-
ne che segue potete utilizzare, dalla cartella "Documenti di esempio ed esercitazioni" allegata al manuale, il file
intitolato "Documento di esempio 02.musx"1.
Dopo aver verificato che lo strumento Ridimensiona sia effettivamente selezionato, fate clic in un angolo qual-
siasi della prima pagina, o comunque in un'area bianca non occupata da accollature o altro materiale: compare
una finestra, dal titolo Ridimensiona la pagina (fig. 6.2) .

Fig. 6.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Ridimensiona

Prima di procedere con la descrizione, ricordate ancora una volta che gli ingrandimenti e le riduzioni ottenu-
te con lo strumento Zoom (quello rappresentato da una lente d'ingrandimento) hanno effetto solo a video e
Fig. 6.2 - La finestra Ridimensiona la pagina
non comportano alcun esito sulla stampa del documento, mentre ciò che imparerete a fare con lo strumento
­Ridimensiona avrà conseguenze dirette sull'aspetto definitivo delle vostre partiture, a video ma soprattutto in 1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 02.xml" seguendo le istru-
fase di stampa. zioni riportate nell'Appendice 1.

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Con questa finestra si può variare la dimensione della pagina intera, includendo tutti i suoi elementi. Vediamone Qui dovete prestare un po' più di attenzione alla parte superiore della finestra:
le opzioni specifiche: • nella prima casella (A), infatti, potete modificare anche l'altezza dei singoli righi; il menu a lato consen-
• il campo iniziale (A) consente di impostare la percentuale di ingrandimento o riduzione desiderata, e te inoltre di impostare l'unità di misura desiderata12.
con la casella Mantieni i ­margini (B) si può ordinare a Finale di non coinvolgere nella variazione i mar- • Nella seconda casella (B), invece, potete intervenire sull'accollatura vera e propria; di conseguenza
gini di pagina attualmente impostati. il programma - in base a ciò che avrete scritto in queste due caselle - calcolerà una percentuale media
• Nella parte sottostante, tramite un menu a tendina (C), si indica al programma se l'operazione deve risultante che sarà mostrata in tempo reale subito sotto (con la dicitura "Ridimensionamento").
essere effettuata: Non si possono dare, in questa sede, consigli universalmente validi riguardo ai valori da inserire in que-
ste caselle. Sarà ovviamente il singolo utente, a seconda delle specifiche necessità, a decidere volta
oo nella partitura o parte correntemente aperta;
per volta le percentuali più adatte.
oo nella partitura e solo in alcune parti selezionate (in questo caso diverrà attivo il pulsante a fianco
Seleziona); • La parte inferiore contiene opzioni sostanzialmente identiche a quelle della finestra vista in preceden-
za, con la sola aggiunta della casella Ridimensiona lo spazio verticale (C) che, come si deduce dal titolo,
oo in tutte le parti staccate;
effettua un ricalcolo della distanza verticale fra i righi in base alla percentuale richiesta dall'utente.
oo nella partitura e in tutte le parti.
• Si noti altresì che tutte queste opzioni sono già selezionate per default, e in effetti corrispondono alle
• I due pulsanti di opzione successivi (D) imposteranno l'ambito di pagine da cambiare (da pagina "X" a scelte operative più logiche e più comuni. La loro eventuale deselezione, quindi, deve essere ben con-
pagina "Y", oppure da pagina "X" fino alla fine del brano). sapevole e motivata da esigenze tipografiche ben precise.
• Per finire, la casella Aggiorna il formato pagina (E) applica automaticamente, uscendo dalla procedura, Potete dunque sperimentare gli effetti inserendo qualche valore, perciò per iniziare impostate l'altezza del rigo
i parametri di pagina impostati attraverso il menu Documento (cfr. la lezione successiva). (casella A) a "96"; essendo questa l'altezza di default per Finale, noterete che il calcolo della percentuale risul-
Assegnate dunque, per fare un esempio, una percentuale di riduzione pari al 70%, lasciate inalterate tutte le tante torna ad essere al 100%, cioè uguale allo stato iniziale.
altre impostazioni, premete OK e guardate il risultato. Osserverete, come da premessa, che tutto il materiale Chiedete poi - con i controlli in basso - che l'effetto avvenga solo sull'accollatura n. 2, indi cliccate su OK e vedrete
presente sulla pagina è stato rimpicciolito al 70%. che solo la seconda accollatura è ritornata alla dimensione di partenza, mentre le altre sono ancora ridotte al
Con quest'unica operazione avete ottenuto già tre ottimi risultati: 70%.
1. in primo luogo, ora il materiale musicale ha una dimensione più piccola, sicuramente più vicina a quella Facciamo ancora un esempio, cliccando all'interno della terza accollatura; nella finestra di dialogo portate il
delle partiture stampate dai principali editori musicali internazionali; rigo (sempre con la casella A) a "48 EVPUs", cosicché la percentuale media risultante sia del 50%, e chiedete che
2. in secondo luogo, avete aggiustato la posizione dei nomi degli strumenti abbreviati, che ora non vanno l'effetto avvenga solo sull'accollatura n. 3.
più fuori pagina (anche se sono ancora troppo vicini al bordo, ma questo aspetto sarà definitivamente Infine confermate con OK e osservate il risultato generale rimpicciolendo la pagina con il comando Fai stare nella
sistemato nella prossima lezione); finestra (cfr. la lezione n. 4).
3. infine, avete "guadagnato" un'accollatura nella prima pagina: mentre prima ce ne stavano solo due, Avete quindi ottenuto una pagina con tre accollature di dimensione una diversa dall'altra; si tratta evidentemen-
ora come si può notare sono tre, il che renderà molto più semplice ottimizzare lo spazio a disposizione te di un caso limite, che probabilmente non si adotterà mai per una partitura destinata all'uso professionale,
in modo omogeneo con lo strumento Configura Pagina. ma come sempre è fondamentale conoscere tutte le possibilità di un software per individuare di volta in volta
quelle necessarie ai propri obiettivi.
Il ridimensionamento appena effettuato è - per così dire - il più "generale". Come detto, a seconda del punto
in cui si interviene, si può scendere sempre più nel particolare: a questo proposito, cliccate ora all'interno della Prima di procedere, impostate nuovamente una visualizzazione più grande per affaticare meno la vista, utiliz-
seconda accollatura (fra un rigo e l'altro). Si raccomanda in questo caso di agire rigorosamente in uno spazio zando il comando Larghezza massima (cfr. ancora la lezione n. 4).
bianco libero e non sopra le linee di un rigo. Per aumentare ulteriormente il livello di dettaglio, farete ora clic su un singolo rigo, per esempio quello della
Apparirà quindi una finestra simile alla precedente, ma intitolata stavolta Ridimensiona l'accollatura (fig. 6.3). Voce nella prima accollatura. In questo caso il clic deve essere assai preciso, ed essere effettuato rigorosamente
su una porzione libera del rigo e non sopra una nota o pausa, altrimenti si aprirà l'opzione sbagliata; la conferma
di aver operato correttamente viene data dal titolo della finestra, che ora dovrà essere denominata Ridimensio-
na il rigo (fig. 6.4).

Fig. 6.4 - La finestra Ridimensiona il rigo

Fig. 6.3 - La finestra Ridimensiona l'accollatura 2. Si ricordi che l'altezza predefinita di un pentagramma è pari a 96 EVPUs.

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Lezione 6. Lo strumento Ridimensiona | 49 50 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

Notate anche, curiosamente, che più si aumenta il grado di precisione dell'intervento, più diventa semplice la
finestra di dialogo.
Qui infatti sarà sufficiente indicare la percentuale desiderata (con la casella A) e in quali accollature il rigo in
questione deve essere ridimensionato (con i controlli B).

Questa è forse, oltre alla modifica dell'intera pagina, la funzione più utilizzata in assoluto dello strumento
­Ridimensiona. Si tratta, per esempio, della soluzione ideale quando si scrive una parte per pianoforte e altro
strumento, per esempio una sonata o una riduzione da un concerto per solista e orchestra.
I pianisti che provengono da una formazione classica sanno bene che, in casi come questi, nella parte del piano-
forte i pentagrammi dello strumento concertante vengono scritti più in piccolo. Questo perché, per tradizione,
gli strumentisti suonano leggendo la propria parte separata, mentre il pianista ha la partitura completa con il
rigo dell'altro musicista, leggermente ridotto, a titolo di riferimento.

I due esempi che seguono potranno chiarire meglio il concetto a chi non proviene da una formazione classica:
si tratta dell'ingresso del solista nella riduzione del Concerto per Violoncello op. 104 di Antonín Dvořák (fig. 6.5) e
dell'incipit della Sonata per Violino e Pianoforte in Fa magg. op. 24 di Ludwig van Beethoven (fig. 6.6).

Fig. 6.6 - Altro esempio di ridimensionamento del rigo (Ludwig van Beethoven, dall'op. 24)

Impostate allora nel vostro documento di esempio un valore del 75%, mantenendo la selezione sul secondo
pulsante di opzione (cfr. fig. 6.4 B), in modo da ridurre il rigo della voce nell'intera partitura. Confermate infine
con il pulsante OK.
Noterete, come detto in premessa, che oltre al rigo si sono ridotti tutti gli elementi associati ad esso: le note
naturalmente, ma anche la chiave, l'indicazione di tempo, i segni dinamici, la forcella del crescendo e il testo
cantato. L'unico elemento rimasto inalterato è la dicitura "Voce" a sinistra, benché associata al rigo, ma si tratta -
giustamente - di una questione di coerenza con l'aspetto generale dell'accollatura, quindi la scelta dei program-
matori appare più che legittima.
Proseguite andando a ridurre una singola nota. In questa circostanza dovrete essere ancora più precisi con il
clic, poiché - come detto - lo strumento consente di selezionare sia la nota intera sia la sua sola testa; per far
capire a Finale che intendete lavorare sulla nota intera, farete clic esattamente sopra il gambo della nota stessa.
Ovviamente il problema non si pone in caso di brevi e semibrevi, che non hanno il gambo.
Anche in questo caso, se avete cliccato correttamente, ne avrete conferma dal titolo della finestra che dice
­Ridimensiona la nota (fig. 6.7).

Fig. 6.7 - La finestra Ridimensiona la nota

Trattandosi di un evento singolo, non ci saranno altre opzioni da indicare se non la percentuale: per fare un
Fig. 6.5 - Esempio di ridimensionamento del rigo (Antonín Dvořák, dall'op. 64) esempio, ingrandite notevolmente l'ultima nota della linea vocale scrivendo "250", poi confermate come sem-
pre su OK.

Si noti come in entrambi i casi il rigo dello strumentista sia più piccolo rispetto ai due righi del pianoforte. Questo Potete osservare, poiché state lavorando su una nota intera, che l'ingrandimento ha coinvolto tutti gli elementi
effetto, quindi, si può creare agevolmente con la suddetta opzione dello strumento Ridimensiona. ad essa collegati, quindi anche il segno dinamico e la sillaba di testo cantato. Chiaramente gli oggetti si sono
Di norma la riduzione applicata corrisponde ad un valore che va mediamente dal 75% all'80%, ma anche in questo sovrapposti, quindi sarà opportuno riposizionarli con gli appositi strumenti di cui ci occuperemo in seguito.
caso non è possibile dare riferimenti assoluti, in quanto l'ultima decisione spetta, come sempre, al trascrittore Un'altra caratteristica di questa opzione consiste nel fatto che il ridimensionamento ha effetto su note singole
o alla casa editrice. o su gruppi di note a seconda del contesto; in altre parole, se si fa clic su una nota appartenente ad un gruppo

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collegato da una o più barre di raggruppamento (crome, semicrome, ecc.), il ridimensionamento coinvolgerà
tutto il gruppo.
Potete vedere un esempio cliccando sul gambo della prima nota del violino, che fa parte di un gruppo di quattro
crome: se aumentate al 200%, vedrete che tutte le note del gruppo si ingrandiscono di conseguenza. Anche in
questo caso si tratta di ovvi motivi di coerenza grafica, poiché le note sono legate fra loro, per cui se voleste
ingrandirne una soltanto, dovreste necessariamente separarla dal gruppo.
L'ultima opzione offerta dallo strumento consiste nel ridimensionamento della testa della nota, per ottenere il
quale si deve cliccare con precisione proprio sulla testa, bianca o nera che sia.
Prendete ad esempio la prima nota del violino, che avete appena ingigantito: compare una piccola finestra (fig.
6.8), praticamente uguale alla precedente, denominata però Ridimensiona la testa della nota.

Fig. 6.8 - La finestra Ridimensiona la testa della nota

Stavolta provate a rimpicciolire, scrivendo "50", quindi come sempre cliccate su OK per vedere il risultato.
Come si nota, però, il simbolo del mezzoforte e il punto di staccato sono rimasti al 200%: infatti, come detto, il
ridimensionamento della testa della nota non contempla alcun altro oggetto collegato alla nota stessa.
Si potrebbe pensare che questo strumento sia l'ideale per scrivere le acciaccature o intere sezioni di note pic-
cole, come ad esempio le cadenze vocali o strumentali. Benché tale operazione sia in effetti possibile, essa
comporta tuttavia un notevole dispendio di tempo; fortunatamente esistono strumenti - come vedremo in se-
guito - preposti all'intervento su gruppi di note o addirittura su intere sezioni di una partitura, quindi si sconsiglia
fortemente di utilizzare la suddetta opzione per modifiche di vasta portata.
Concludendo, lo strumento Ridimensiona consente di intervenire sulla scalatura degli eventi in maniera davvero
completa e professionale. Come dimostrerà l'esperienza personale di ciascuno, vi saranno moltissime occasioni
in cui tale strumento potrà essere utilizzato con profitto, applicando le sue numerose opzioni di volta in volta in
modo consapevole e mirato.

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Si nota subito che la selezione fa apparire un menu speciale, denominato Configura Pagina come lo strumento;
questo menu si utilizza davvero molto spesso, non solo nelle fasi iniziali di creazione di una partitura, ma anche
dopo aver inserito gli eventi musicali.
Lezione 7 Inoltre, notate che i margini di pagina divengono visibili per mezzo di linee tratteggiate, così come i margini delle
singole accollature.
Infine, compaiono varie maniglie quadrate, agganciate ai punti più importanti delle linee suddette, e tutte le

Lo strumento Configura pagina accollature risultano numerate progressivamente sul lato sinistro del foglio. Ovviamente tutti questi riferimenti
sono solo, per così dire, di servizio, e non verranno assolutamente stampati.

Ora, prima di iniziare l'esplorazione dello strumento, è necessario elencare le operazioni che con esso si posso-
no svolgere:

Con questa lezione si conclude l'analisi delle fasi iniziali di preparazione di un documento, della sua impaginazio- 1. definire il formato di pagina (A3, A4, Letter, ecc.) e il suo orientamento verticale o orizzontale;
ne e degli strumenti necessari per raggiungere un risultato soddisfacente. 2. inserire o cancellare pagine bianche;
Dopo aver imparato ad impostare i nomi dei righi e le loro caratteristiche, nonché a regolare la percentuale ef-
fettiva di stampa della pagina e dei suoi elementi, ci siamo avvicinati al nostro obiettivo; tuttavia - se osserviamo 3. inserire o cancellare interruzioni di pagina;
il documento ottenuto alla fine della lezione n. 6, notiamo ancora alcuni difetti: la presenza di margini troppo
esigui, di accollature troppo vicine fra loro e soprattutto l'antiestetica presenza di un ampio spazio bianco in 4. spaziare uniformemente le accollature;
basso.
5. modificare i margini della pagina e delle accollature.
È giunto dunque il momento di imparare ad usare l'importante strumento Configura Pagina, che consentirà di
Aprite dunque il menu Configura Pagina e selezionate la prima voce, denominata Inserisci pagine vuote.
sistemare tutti questi problemi. Per seguire sul vostro computer i vari passaggi descritti in questa lezione, aprite
Questo comando è particolarmente utile quando un documento non è composto solo da eventi musicali, ma è
dalla cartella delle esercitazioni il file intitolato "Documento di esempio 03.musx"1.
intervallato da pagine contenenti illustrazioni o altro materiale; nelle pagine bianche aggiunte da Finale, infatti,
Come tutti gli strumenti, anche Configura Pagina si può attivare in due modi: non è possibile scrivere musica.
Ricordate che quando si inserisce una pagina bianca, tutto il materiale musicale presente dopo il punto d'inse-
1. cliccando sulla tavolozza degli strumenti principali il pulsante rappresentato da due fogli di carta so-
rimento verrà slittato in avanti.
vrapposti (fig. 7.1 A);
La finestra di dialogo che appare (fig. 7.2) è piuttosto intuitiva:
2. aprendo il menu Strumenti e localizzando la voce relativa, posizionata al centro dell'elenco (fig. 7.1 B).

Fig. 7.2 - La finestra Inserisci pagine vuote

• nella prima casella (A) si determina la quantità di pagine bianche da inserire (in questo caso lasciate
pure il numero "1").

• Il successivo menu a tendina (B) - molto simile a quello già incontrato durante l'analisi dello strumento
Ridimensiona - consente di scegliere con precisione il livello di intervento:

oo la partitura o parte correntemente aperta;


oo la partitura e solo alcune parti prescelte (notate anche in questo caso come si attiva il pulsante
Seleziona);
oo tutte le parti separate;
Fig. 7.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Configura pagina
oo la partitura e tutte le parti.
1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 03.xml" seguendo le istru-
zioni riportate nell'Appendice 1. Non essendoci ancora parti staccate, mantenete pure la prima opzione.

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Lezione 7. Lo strumento Configura pagina | 55 56 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

• Più in basso, per mezzo di tre distinti pulsanti di opzione (C), imposterete il punto esatto di inserimen- trova nell'angolo superiore sinistro, la seconda nell'angolo opposto, cfr. fig. 7.4).
to della (o delle) pagine bianche:
oo prima della pagina "X";
oo dopo la pagina "X";
oo direttamente in coda al documento.

Per fare un esempio, ordinate a Finale di inserire una sola pagina bianca nel corrente documento, prima di pagi-
na 2: dopo aver confermato con il pulsante OK, scorrendo in avanti potrete visualizzare la nuova pagina vuota, e
proseguendo noterete che la "vecchia" pagina 2 ora è diventata la pagina 3, portando con sé tutto il suo even-
tuale contenuto.
Tornate ora al menu speciale Configura pagina e con il comando successivo, Cancella le pagine vuote, eseguirete
ovviamente l'operazione inversa, cioè eliminerete pagine bianche (fig. 7.3).

Fig. 7.4 - Le maniglie per la selezione di un'accollatura (nei cerchi rossi)

Per fare un esempio, selezionate la seconda accollatura di pagina 1.


Ora aprite il menu Configura Pagina, in cui potete osservare che la voce Inserisci interruzione di pagina è divenuta
attiva, e pertanto sceglietela.
Come vedete, la vostra accollatura è stata spostata all'inizio della seconda pagina, mentre se tornate a pagina 1,
noterete che dopo il primo sistema si è formato un grande spazio bianco.
Fig. 7.3 - La finestra Elimina le pagine vuote
Così come le pagine bianche, anche le interruzioni di pagina possono essere velocemente rimosse in caso di
Molto semplicemente, nella finestra di dialogo che appare selezionate la voce opportuna dal menu a tendi- ripensamenti o revisioni di un brano. Se ad esempio volete cancellare l'interruzione appena inserita, fate un clic
na A (in questo caso mantenete Parte o partitura corrente), quindi cliccate sul primo dei due pulsanti di singolo sulla maniglia dell'accollatura n. 2 (ossia sempre quella successiva al punto di interruzione) e dal consue-
opzione B e scrivete "2" in entrambe le caselle, così da eliminare la pagina bianca appena creata. to menu Configura Pagina stavolta selezionate Cancella interruzione di pagina.

Prima di confermare con il pulsante OK, osservate che il secondo pulsante di opzione consente di eliminare Il comando successivo del menu, Inserimento accollature, permette - come dice il suo nome - di aggiungere uno
con una sola operazione tutte le pagine bianche eventualmente presenti dal punto prescelto fino alla fine o più sistemi in un punto prescelto della partitura.
del documento: userete questa comoda funzione soprattutto realizzando revisioni o trascrizioni di brani pre- Come per il comando di inserimento delle battute (singole o a gruppi), che vedremo nella lezione n. 15 trattando
esistenti, qualora voleste eliminare in un istante tutte le eventuali pagine contenenti grafica o altro materiale lo strumento Misure, questo è un espediente utile in varie situazioni, ad esempio quando si sta copiando da un
non musicale. documento preesistente e ci si accorge di aver saltato per distrazione una o più righe di musica.
In casi come questi, anziché cancellare una parte del lavoro già fatto e riscriverla successivamente, oppure effet-
Proseguendo nell'analisi del menu, si incontra la voce Inserisci interruzione di pagina. Come si vede, essa al mo- tuare noiose operazioni di taglia e incolla, è molto più comodo poter inserire dei sistemi vuoti in cui aggiungere
mento non è attiva: per renderla utilizzabile, è necessario comunicare preventivamente al programma qual è il il materiale mancante. Vediamo dunque la procedura, anche in questo caso molto semplice:
punto in cui si desidera che venga inserita l'interruzione.
Che cos'è un'interruzione di pagina e quando si usa? Si tratta di un comando che interrompe la regolare succes- • portatevi a pagina 2, e aprite il menu Configura Pagina, quindi selezionate la voce Inserimento accolla-
sione delle accollature e la riprende in cima alla pagina successiva, generando uno spazio bianco "artificiale" ture, che farà aprire una piccola finestra di dialogo (fig. 7.5);
in coda alla pagina di partenza. È una funzione assai familiare a chiunque utilizzi i principali software di video-
scrittura testuale; in quel tipo di programmi l'interruzione di pagina si utilizza, di solito, per lasciare a disposi-
zione uno spazio per un'illustrazione o per separare nettamente la fine di un capitolo dall'inizio del capitolo
successivo.
Nella videoscrittura musicale gli utilizzi possono essere affini, ma in particolare si può affermare che lo scopo più
classico sia quello di lasciare lo spazio per un'immagine o per altri materiali, come ad esempio un blocco di testo
contenente le strofe di un inno, una canzone o qualcosa di simile. Non è affatto elegante, invece, dal punto di
vista tipografico, concludere una sezione di musica a metà pagina: si dovrebbe sempre cercare, in base alle prin-
cipali convenzioni editoriali, di organizzare la distribuzione delle battute nelle accollature (o la spaziatura tra le
accollature stesse) in modo da riuscire sempre a terminare tutte le sezioni o i movimenti di un brano in fondo
alla pagina. Fig. 7.5 - La finestra Inserimento nuove accollature

Qualunque sia l'utilizzo che se ne vuole fare, l'interruzione di pagina si inserisce in modo molto semplice: si • all'interno della prima casella (A) inserite la quantità di accollature desiderate (per esempio 2);
individua l'accollatura successiva al punto di interruzione (o, se preferite, l'accollatura che dovrà finire in cima
alla pagina seguente), e la si seleziona facendo un clic singolo su una qualsiasi delle sue due maniglie (la prima si • nella casella a fianco (B), invece, potete indicare la quantità di misure che dovranno comparire in cia-

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scuno dei nuovi sistemi (lasciate pure il valore già preimpostato); Ora, se osservate la vostra pagina, potete riscontrare che il margine superiore e quello inferiore sono già abba-
stanza efficaci: l'unico difetto, per amor di precisione, consiste nel fatto che il testo del copyright esce di poco
• stabilite ora, tramite la terza casella (C), il punto esatto di inserimento, scegliendo per esempio di dal margine inferiore, ma in teoria ciò non dovrebbe causare problemi di tagli indesiderati nemmeno con le
effettuarlo prima dell'accollatura n. 5. Potete utilizzare la scala di note discendenti scritta nel quinto stampanti più antiquate.
sistema come utile riferimento visivo;
I problemi più evidenti sono invece costituiti dai margini sinistro e destro, in cui la dimensione attuale, piuttosto
• prima di confermare, osservate il pulsante Spazia uniformemente le accollature (D), di solito già sele- esigua, di "144 EVPUs" (pari a 1,27 cm) potrebbe originare tagli o forature in fase di rilegatura. Questo valore va
zionato come impostazione predefinita: esso impone a Finale di calcolare uno spazio omogeneo fra le quindi sicuramente aumentato: per non correre rischi lo porteremo a "240 EVPUs".
nuove accollature nella pagina di destinazione. Poiché questa operazione sarà oggetto di una tratta- Scrivete quindi questo numero nelle caselle Sinistra e Destra poi, senza uscire dalla tavolozza, cliccate su Applica
zione separata, per il momento togliete pure la spunta dalla casella. e vedrete in tempo reale l'allargamento dei margini richiesti. Notate che la pagina comincia a sistemarsi e ad
avvicinarsi agli standard medi dei prodotti normalmente pubblicati.
• Fate clic finalmente su OK e, come vedete, la scala di note discendenti che prima si trovava nell'accolla-
È anche molto importante specificare se queste modifiche devono essere applicate a tutte le pagine del do-
tura n. 5 appartiene ora all'accollatura n. 7, in quanto la n. 5 e la n. 6 sono state da voi inserite ex novo.
cumento, oppure solo ad alcune: a questo aspetto è riservata la seconda sezione della tavolozza, denominata
Come per gli altri comandi finora incontrati, anche nel caso di Inserimento accollature Finale prevede una voce Cambia (B). I cinque pulsanti di opzione consentono di intervenire:
nel menu che effettua esattamente l'operazione opposta: si trova subito dopo, ed è denominata Cancella • solo su una pagina specifica, da indicare nel campo a lato;
­accollature. Tuttavia, a differenza del comando precedente, essa non fa apparire una finestra di dialogo, ma • su tutte le pagine;
agisce direttamente dopo che l'utente avrà selezionato le accollature da eliminare.
• solo sulle pagine sinistre;
A titolo di esempio, cancellate l'accollatura n. 6: dapprima selezionatela cliccando su una delle sue maniglie,
quindi aprite il menu Configura Pagina e scegliete il comando sopra descritto. Se tenete ancora come riferimento • solo sulle pagine destre;
la scala discendente, vedrete che essa non si trova più nel sistema n. 7, ma è stata anticipata al n. 6, in quanto il • solo in un preciso ambito di pagine, da specificare nei due campi a fianco.
precedente sistema n. 6 è stato eliminato. La casella di controllo Aggiusta solo sinistra o destra, che si attiva selezionando l'ultima opzione, restringe l'inter-
vento (limitatamente all'ambito selezionato) alle sole pagine sinistre o destre. Ad esempio:
Ora vediamo finalmente come si risolvono i problemi di layout in cui ci siamo imbattuti fin dall'inizio di que-
sta partitura. Per prima cosa, è necessario sistemare i margini del documento, per cui riportatevi dapprima a • se indicate un ambito che va da 5 a 10 e utilizzate questa funzione, Finale prenderà come riferimento
pagina 1, quindi aprite ancora una volta il menu Configura Pagina e selezionate nella parte bassa la voce Margini la prima pagina del gruppo, che in questo caso è dispari, e di conseguenza interverrà solo sulle pagine
di pagina: si apre un sottomenu dal quale dovrete scegliere la voce Modifica i margini. dispari del gruppo stesso, quindi sulle pagine 5, 7 e 9;
• viceversa, se indicate un ambito che va da 6 a 10, poiché la prima pagina del gruppo è pari, Finale agirà
A differenza di altre voci di menu, che richiamano finestre di dialogo, questa invece apre una palette (fig. 7.6) solo sulle pagine 6, 8 e 10.
molto simile a quelle che si incontrano in Photoshop o in altri programmi di grafica, ossia tavolozze che rimango-
no sempre presenti sul video, almeno fino a quando non si cambia lo strumento in uso per passare ad un altro. Vedete quindi che il livello di precisione degli interventi è veramente molto elevato e - sapendo scegliere di volta
in volta l'opzione più conveniente - sarà davvero possibile risparmiare molto tempo prezioso nella stesura delle
La comodità di questa forma di interazione consiste nel fatto che si possono vedere in tempo reale le modifiche
proprie partiture.
effettuate, e si può continuare a sperimentare a piacimento fino a ottenere il risultato desiderato, senza dover
uscire e rientrare continuamente dalle finestre di dialogo. Prima di procedere, assicuratevi che l'allargamento dei margini di pagina venga applicato a tutto il documento,
quindi cliccate sul pulsante Tutte le pagine e nuovamente su Applica. Ora, se andate a verificare, in entrambe le
pagine i margini risultano sistemati secondo le vostre indicazioni.
Vediamo ora come si interviene per modificare i margini delle singole accollature.
Tornate per l'ennesima volta al menu Configura Pagina e questa volta portate il mouse alla voce Accollature; si
apre un sottomenu dal quale selezionerete Modifica i margini. Come potete notare, si apre una nuova tavolozza
(fig. 7.7), molto simile all'altra e denominata proprio Modifica i margini dell'accollatura.

Fig. 7.6 - La tavolozza Modifica i margini di pagina

Analizziamo allora questa palette, e subito notiamo che la parte superiore (A) presenta quattro caselle, accom-
pagnate da altrettanti pulsanti checkbox per la loro attivazione o disattivazione, e disposte in un modo partico-
lare, quasi "a croce", in modo da riprodurre visivamente la collocazione dei margini a cui si riferiscono: quindi
troviamo, procedendo in senso orario, le caselle Sopra, Destra, Sotto e Sinistra.
Attualmente sono impostate due coppie di valori: "180" per i campi Sopra e Sotto, "144" per i campi Sinistra e
Destra. Fig. 7.7 - La tavolozza Modifica i margini dell'accollatura

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Anche in questo caso, nella sezione superiore (A) si nota una disposizione "a croce" delle caselle relative ai
quattro margini, ma ricordate che in questo caso ci si riferisce alle singole accollature e non alla pagina nel suo
insieme12.

Per quanto riguarda i margini superiore e inferiore, teoricamente il loro valore potrebbe essere impostato an-
che a zero, ma è un'operazione vivamente sconsigliata, in quanto nell'eventuale estrazione delle parti gli ele-
menti associati alle accollature potrebbero non essere correttamente collocati durante il processo di elabora-
zione delle parti stesse. Si consiglia perciò di mantenere almeno i valori suggeriti per default da Finale, ossia
"68 EVPUs" per il margine superiore e "104 EVPUs" per il margine inferiore.

Vi è poi un importante pulsante checkbox, intitolato Distanza fra le accollature (B), accompagnato da una ca-
sella: la sua funzione è quella di aggiungere uno spazio bianco opzionale prima di ogni accollatura selezionata.
Anche in questo caso, se non vi sono ragioni particolari, si consiglia di mantenere almeno il valore suggerito da
Finale, cioè "76 EVPUs".

È necessario anche in questo caso indicare al programma dove intervenire, pertanto nelle due caselle della
sezione inferiore (C) sceglierete l'ambito di accollature che vi interessa; naturalmente, se dovete lavorare - ad
esempio - solo sul secondo sistema, scriverete "da 2 a 2". Il pulsante Tutto permette inoltre di coinvolgere in una Fig. 7.8 - La finestra Spazia uniformemente le accollature
sola operazione tutte le accollature del brano.
• Nella parte superiore (A) sceglierete in quale settore del documento intervenire (partitura, parti o
Per finire, osservate l'indicazione in fondo alla tavolozza (D), la quale vi informa (relativamente alla pagina in- entrambe) e l'ambito di pagine su cui effettuare la spaziatura.
dicata) in merito allo spazio necessario per l'eventuale aggiunta di un'ulteriore accollatura. È molto importante
imparare, o meglio abituarsi a guardare queste indicazioni, che la maggior parte degli utenti tende a sottova- • Nella parte centrale (B) potrete inserire una percentuale di "riempimento" (o meglio di densità) della
lutare o addirittura ad ignorare, in quanto esse consentono di operare in modo più consapevole, arrivando più pagina al fine di impostare, per così dire, un limite di "coerenza" alla spaziatura automatica; ciò signi-
velocemente al risultato desiderato. fica che quando la musica presente nella pagina occupa uno spazio inferiore alla percentuale indicata
nella casella, Finale non effettuerà alcuna spaziatura.
È il momento di fare, allora, un esempio pratico: agiremo sulla prima accollatura in quanto si nota chiaramente Questo limite serve ad evitare un problema molto comune, cioè l'ottenimento di due accollature - in
che - nonostante l'ampliamento del margine sinistro della pagina - i nomi dei righi escono ancora al di fuori del una pagina - posizionate ai margini superiore e inferiore con una quantità enorme di spazio in mezzo
margine stesso. Ciò non significa che non saranno stampati correttamente, in quanto lo spazio a disposizione è (fig. 7.9). In linea di massima, la percentuale del 60% proposta da Finale è più che soddisfacente nella
più che sufficiente, ma dal punto di vista estetico non sono equilibrati con gli altri sistemi della pagina. maggior parte dei casi; notate inoltre che la casella diventa attiva solo selezionando alcune delle op-
zioni successive.
Selezionate perciò l'accollatura in questione, cliccando su una delle sue maniglie, e osservando la tavolozza no-
terete che il margine superiore in questo caso è molto ampio, ("432 EVPUs"): ciò è logico, poiché di norma nella
prima pagina di un brano si deve lasciare uno spazio abbastanza grande per poter inserire il titolo.
Il margine sinistro, inoltre, è già un po' rientrante: la tavolozza restituisce infatti un valore di "144 EVPUs", che
aumenterete a "270".
Cliccando infine su Applica, vedrete la vostra accollatura rientrare perfettamente nel margine sinistro, assicu-
rando così una percezione omogenea ed equilibrata del layout.

Giunti a questo punto, avete quasi completamente in mano la gestione dello spazio in una pagina di Finale.
Dovete ora imparare un'altra fondamentale operazione, ossia come spaziare uniformemente le accollature in
ogni pagina, eliminando così l'antiestetico spazio bianco che spesso si forma in coda alle pagine stesse, come
nel documento su cui state lavorando.

Da questo punto di vista, Finale vi dà un grande aiuto e si offre di fare per voi tutti i calcoli necessari. Sarà suf-
ficiente riaprire il solito menu Configura Pagina e - circa a metà - localizzare la voce Spazia uniformemente le
accollature; si aprirà una finestra di dialogo (fig. 7.8) contenente pulsanti e caselle che ormai vi dovrebbero es-
sere abbastanza familiari.

2. A seconda del sistema operativo installato, e anche in base alla dimensione del monitor, queste tavolozze potrebbero comparire in
posizioni diverse, ma il loro aspetto è comunque assolutamente identico in tutti i casi. Si consiglia di collocarle in un punto dello schermo
in cui possano essere utilizzate senza coprire l'area di lavoro, altrimenti è probabile che si sia costretti a spostarle di continuo.
Naturalmente, in questi casi, il possesso di un monitor abbastanza grande (24 pollici o più) facilita molto le cose. In ogni caso Finale,
quando si salva un documento, provvede a memorizzare automaticamente nelle Preferenze l'ultima posizione utilizzata, in modo che
all'avvio successivo le tavolozze si trovino esattamente nel punto in cui erano state lasciate. Fig. 7.9 - Errata impostazione della percentuale di densità del materiale

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• Infine, nella parte inferiore (C), dovete decidere quante accollature volete provare a far stare nella
pagina (o nell'ambito di pagine desiderato). Usiamo il termine "provare" perché, come vi accorgerete
nella vostra esperienza personale, ogni partitura rappresenta un caso a sé stante, quindi non esiste
una soluzione univoca per tutte le situazioni: bisogna effettuare sempre alcuni tentativi prima di tro-
vare la configurazione ideale.
A questo proposito, Finale offre tre possibili opzioni:
1. far stare un numero preciso di accollature in ciascuna pagina;
2. collocare il numero massimo possibile di accollature in ciascuna pagina;
3. effettuare una spaziatura omogenea mantenendo l'attuale numero di accollature di ciascuna pagina.
Notate che la seconda e la terza opzione attivano la casella della percentuale al centro della finestra
di dialogo.
A questo punto, fate un esempio pratico spaziando bene - per prima cosa - le tre accollature della prima pagina:
• scegliete dal menu a tendina della sezione A la voce Parte o partitura corrente;
• confermate l'opzione Solo ­pagina e scrivete "1" nella relativa casella;
• nella sezione C chiedete di ottenere 3 accollature per pagina (con la prima opzione).
In questo caso specifico si potrebbe scegliere - volendo - anche la terza opzione, che impone a Finale
Fig. 7.10 - La finestra Formato pagina della partitura
di non variare il numero di accollature attualmente presenti in pagina;
• cliccate infine su OK e vedrete che ora la spaziatura fra i sistemi è decisamente più omogenea ed ele- Probabilmente vi starete chiedendo per quale motivo non si possa iniziare ogni lavoro direttamente da qui,
gante a vedersi. saltando quindi a piè pari tutte le noiose operazioni sopra descritte. La risposta è molto semplice: non sarete
quasi mai in grado di conoscere in anticipo i parametri peculiari di ogni nuovo documento in fase di redazione
Spostatevi ora a pagina 2, in cui noterete che la spaziatura delle accollature è già abbastanza soddisfacente; se preliminare. Nella maggior parte dei casi, se lavorerete su organici e formati sempre diversi (come accade in
tuttavia volete avere con certezza una spaziatura omogenea, che occupi realmente tutto lo spazio disponibile, genere ai compositori o agli arrangiatori), avrete bisogno di verificare uno ad uno gli aspetti della vostra pagina,
riaprite il menu Configura Pagina e selezionate nuovamente il comando Spazia uniformemente le accollature; fino a raggiungere gradualmente il risultato ottimale. Se così non fosse, è ovvio che i programmatori di Finale
­impostate l'intervento su Solo pagina 2, quindi nella parte bassa cliccate sulla terza opzione e infine premete OK. non avrebbero investito tempo prezioso per creare uno strumento così articolato come Configura Pagina, ma
Per osservare bene il risultato dei vostri interventi, cliccate sullo strumento Selezione (la prima icona della tavo- avrebbero predisposto unicamente la finestra di dialogo qui illustrata.
lozza degli strumenti principali, a forma di freccia), così da far sparire tutte le linee tratteggiate e le tavolozze Lo scopo del presente manuale, inoltre, è quello di condurre l'utente alla conoscenza completa del software, e
dello strumento Configura Pagina: come si vede, finalmente il documento è stato sistemato a dovere, ed è pron- non soltanto alle sue funzioni più elementari. Ecco perché è consigliabile impostare sempre il layout passo per
to per effettuarvi l'inserimento di note, pause e tutto il resto. passo come avete fatto in questa lezione, utilizzando l'opzione Ridefinisci le pagine solamente in caso di revisio-
ni o rielaborazioni successive di una partitura.
Premesso questo, procedete pure a trasformare in formato A3 il vostro quartetto strumentale:
Prima di concludere, è necessario esplorare un'ultima importante funzione dello strumento Configura Pagina,
il quale - come ampiamente osservato - è davvero importantissimo nella fase di preparazione o revisione del • come prima cosa, nella sezione A cambiate il formato di pagina in A3, mantenendo pure l'orientamen-
documento. to Verticale;
Ponete che, a lavoro terminato, abbiate la necessità di reimpostare tutto il layout di un brano, per accontentare
una specifica richiesta della casa editrice, oppure perché i vostri esecutori hanno esigenze particolari, dovute a • per quanto riguarda la casella Ridimensiona la pagina (B), se volete far stare tutte le battute in un solo
problemi logistici, di lettura, di condivisione di leggio, ecc. foglio, evidentemente dovrete rimpicciolire ancora un po', quindi impostate una percentuale di ridu-
Per fare un esempio piuttosto azzardato, ipotizzate di dover trasportare tutta la partitura in un unico foglio in zione pari al 55%;
formato A3. • mantenete inalterati i valori della sezione Ridimensionamento accollatura (C), altrimenti rischierete
In situazioni limite come queste, ma anche in casi obiettivamente più semplici, entra in scena una funzione di ottenere righi e note troppo piccoli, quindi spostatevi in alto a destra, per modificare i margini dei
denominata Ridefinisci le pagine. Nello specifico, questo tipo di elaborazione deve essere effettuata facendo sistemi stessi in base ai valori collaudati in precedenza.
prima una breve incursione nel menu Documento, dal quale andrete a selezionare la voce Formato pagina e - nel
sottomenu che si apre - non avendo bisogno in questo caso di parti staccate, sceglierete Partitura. • Qui vedete che si possono assegnare valori distinti per la prima accollatura e per tutte le altre. Quindi,
nella sezione Margini prima accollatura (D) mantenete la spunta al pulsante checkbox e scrivete solo
Se osservate con attenzione questa grande e complessa finestra (fig. 7.10), vedrete che essa contiene pratica- il valore "270" per il margine sinistro (come avevate fatto durante la regolazione individuale); nella
mente tutte le opzioni che abbiamo finora esplorato una dopo l'altra singolarmente: essa serve quindi a predi- sezione Margini dell'accollatura (E), invece, verificate solamente che il valore della casella Alto sia pari
sporre un formato globale del documento, comprensivo di dimensione, orientamento e percentuale di pagina, a "68" e conservate tutto il resto inalterato.
marginatura delle pagine stesse e marginatura delle accollature. Potrete quindi risolvere il problema della tra-
sformazione in formato A3 operando esclusivamente in questa finestra di dialogo, senza dover nuovamente • Ora, nell'area sottostante (F) regolerete i margini di pagina: notate il checkbox denominato ­Pagine
passare più e più volte per le numerose voci del menu Configura Pagina. affiancate, utile per attivare l'eventuale impostazione individuale delle pagine sinistre e destre; poiché

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Lezione 7. Lo strumento Configura pagina | 63 64 | Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale

dovete ottenere una pagina sola, esso non vi interessa e pertanto lasciatelo deselezionato.
Anche in quest'area applicherete i valori già sperimentati con successo, quindi nel gruppo Margini
­pagina sinistra scriverete "240" per i valori sinistro e destro.
• Per finire, se desiderate che la prima pagina del documento abbia un bordo superiore diverso da tutte
le altre, potete intervenire nella casella Margine superiore prima pagina (G). Anche in questo caso, do-
vendo ottenere un'unica pagina, potete ignorare l'opzione.
Ora, la cosa più singolare accade quando cliccate su OK: infatti, ci si aspetterebbe di vedere subito l'esito delle
modifiche appena effettuate, e invece non accade nulla. Questo perché la finestra Formato pagina della ­partitura
serve solo, per così dire, a raccogliere le informazioni; essa deve essere poi essere effettivamente applicata tra-
mite il menu Configura Pagina. Tornatevi, allora, e selezionate finalmente la voce Ridefinisci le pagine.
Il sottomenu vi permette, come in altri casi, di decidere su quali pagine deve essere applicata la ridefinizione del
formato; scegliete Tutte le pagine della corrente parte/partitura, confermate con OK l'eventuale messaggio di
avviso che appare, e osservate ciò che accade.
Utilizzando il comando Fai stare nella finestra (cfr. lezione n. 4), noterete che tutte le accollature hanno trovato
posto nella prima pagina. Qualora una o più sistemi si trovino ancora nella seconda pagina, andate a "­ recuperarli"
con il comando visto in precedenza, Spazia uniformemente le accollature, al quale chiederete di far stare tutte le
7 accollature nella prima pagina.
Togliete se necessario i tratteggi di riferimento, cliccando sullo strumento Selezione, e vedrete finalmente la
vostra pagina A3 con tutti i sistemi riuniti insieme.

Si conclude così questa panoramica dedicata ad uno degli strumenti più importanti in assoluto di Finale. Esso è
indubbiamente assai complesso, e talvolta il passaggio ripetuto da una voce all'altra del menu potrà apparire
macchinoso, ma con un po' di pratica ogni utente troverà il modo di usarlo al meglio, memorizzando e applican-
do i valori più appropriati per ogni tipo di partitura.

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66 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Parte terza
L'inserimento degli eventi musicali in partitura

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68 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Chiudete allora Gestione Partitura e attivate il suddetto strumento, utilizzando uno dei due modi consueti:

1. cliccando sulla tavolozza degli strumenti principali il pulsante che raffigura una chiave di Fa (fig. 8.2 A);

Lezione 8 2. aprendo il menu Strumenti e localizzando la voce relativa (fig. 8.2 B).

Lo strumento Chiave

Nella seconda parte del manuale avete imparato a realizzare la vostra "carta da musica personalizzata", impo-
stando con precisione le dimensioni della pagina, il numero dei righi e delle accollature, la loro distanza e densi-
tà, fino al controllo dei più piccoli dettagli relativi alla percentuale di stampa di ogni elemento grafico presente
in partitura.
Prima di iniziare l'inserimento degli eventi musicali veri e propri, è consigliabile raggiungere al più presto la piena
padronanza dei suddetti argomenti, in modo da dover intervenire il meno possibile in seguito per correggere
eventuali errori di impostazione. È evidente, infatti, che tutte le regolazioni sono molto più agevoli quando il do-
cumento è ancora vuoto, mentre invece un intervento su un documento già pieno di note, pause, articolazioni,
espressioni e quant'altro rischia di essere molto problematico, costringendo l'utente in alcuni casi a riscrivere
una parte del materiale, o addirittura a ricominciare da capo.
Premesso questo, per seguire sul vostro computer i vari passaggi descritti in questa lezione, aprite dalla cartel-
la delle esercitazioni il file intitolato "Documento di esempio 04.musx"1. Come vedete, si tratta del brano "Fra
­Martino", già utilizzato in precedenza, ma ora con tutti i margini e gli altri elementi perfettamente sistemati.
Iniziando ad intervenire sul materiale musicale, la cosa più naturale è seguire l'ordine con cui di norma si dispon-
gono gli elementi in un rigo; questa lezione sarà quindi dedicata allo strumento Chiave di Finale.
Fig. 8.2 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Chiave
Come detto nella lezione n. 5, a partire da Finale 2012 la chiave iniziale di ciascun rigo si imposta per mezzo
dello strumento Gestione Partitura. A tale proposito apritelo brevemente, utilizzando la scorciatoia da tastiera Per vederne il funzionamento, ipotizzate di voler inserire un cambio di chiave nel rigo del clarinetto basso,
­CTRL+K (in Windows) o CMD+K (in MacOS); ora, selezionando i singoli strumenti dalla lista in alto, notate come all'inizio della terza battuta. Fate dunque doppio clic in un punto qualsiasi della misura in questione, e subito
il menu Chiave iniziale in basso a destra mostra la chiave assegnata in apertura a ciascuno di essi (fig. 8.1). comparirà la finestra Cambio chiave (fig. 8.3).

Fig. 8.1 - Il menu a tendina Chiave iniziale nello strumento Gestione Partitura

Se quindi dovete modificare la prima chiave di un rigo, lo potete fare direttamente in questa sede; questo, tut-
tavia, è l'unico intervento che lo strumento Gestione Partitura vi consente di effettuare riguardo alle chiavi. Se
infatti, come accade molto spesso, aveste bisogno di cambiare chiave all'inizio di una battuta successiva alla
prima, oppure all'interno di una misura fra una nota e l'altra, ecco che dovrete ricorrere necessariamente allo
strumento Chiave.

1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 04.xml" seguendo le istru-
zioni riportate nell'Appendice 1. Fig. 8.3 - La finestra Cambio chiave

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Lezione 8. Lo strumento Chiave | 69 70 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Come si nota, essa presenta la stessa galleria di chiavi (A) vista all'interno dello strumento Gestione Partitura, Ora fate doppio clic sulla terza battuta del clarinetto basso, e nella finestra Cambio chiave scegliete proprio la
ma qui vi sono alcune opzioni aggiuntive. chiave di violino. L'opzione Quando necessario è già attiva, quindi cliccate su OK e vedrete che è stata aggiunta
una chiave di violino molto piccola. Le note, inoltre, sono state spostate di posizione in base alla nuova chiave
In primo luogo, infatti, c'è una sezione denominata Mostra la chiave (B), con tre pulsanti di opzione: assegnata (fig. 8.5).
• scegliendo il primo (Quando necessario), la chiave prescelta verrà visualizzata solo se prima di essa ce
n'è una diversa. Questo perché Finale, per impostazione predefinita, rispetta le regole generali della
teoria musicale: quindi, in questo caso, provando a inserire di nuovo una chiave di basso non si otter-
rebbe alcun risultato visibile.

• Il secondo pulsante (Mai), dirà a Finale di non visualizzare in alcun caso la nuova chiave nella battuta,
anche se ciò fosse richiesto dalle regole della teoria. Di fatto, quindi, questa opzione consente di effet-
Fig. 8.5 - Esempio di cambio della chiave con variazione percentuale della dimensione
tuare un cambio di chiave "nascosto", operazione che potrà rivelarsi utile in varie occasioni.

• Il terzo pulsante (Sempre), consente invece di forzare la visualizzazione della chiave a prescindere dalle Prima di procedere, tornate alla finestra delle Opzioni del documento e ripristinate il valore della chiave di violino
regole della teoria. Per esempio, si possono inserire e rendere visibili due chiavi di violino consecutive, al "75%".
anche dentro la stessa battuta.
Ora, per concludere l'analisi della finestra Cambio chiave, fate nuovamente doppio clic sulla terza battuta del
Notate che la selezione di quest'ultimo pulsante attiva anche la casella Dimensione chiave, nella quale
­clarinetto basso e osservate la parte bassa della finestra (cfr. fig. 8.3): qui troverete i "soliti" tre pulsanti di
potrete determinare, in valore percentuale, la grandezza della chiave visualizzata. Di norma, come
­opzione (C) che consentono di decidere il punto esatto in cui avverrà il cambio di chiave e la durata del cambio
noto, le chiavi interne sono un po' più piccole rispetto a quelle di inizio rigo, e tale valore si assesta
stesso, nonché in basso un pulsante denominato Posiziona la chiave dopo la stanghetta di battuta (D), che - come
mediamente intorno al 75%: si consiglia perciò di mantenere tale impostazione. si intuisce - collocherà la nuova chiave non prima, ma dopo la stanghetta della battuta da cui inizia il cambio.
In caso di necessità, è comunque possibile impostare una dimensione personalizzata anche per le chiavi inserite Chiaramente quest'ultima impostazione va contro le normali regole della teoria musicale, anche perché rischia
tramite la prima opzione (Quando necessario). Per effettuare tale modifica, chiudete momentaneamente questa di creare un'eccessiva vicinanza (se non una sovrapposizione) della chiave con la prima nota inserita nella bat-
finestra e aprite il menu Documento, dal quale selezionerete la voce Opzioni del documento. Per accedere a que- tuta; è opportuno quindi utilizzarla solo in caso di reale necessità.
sta finestra potete anche utilizzare la scorciatoia ALT+CTRL+A (in Windows) oppure ALT+CMD+A (in MacOS). Avete imparato fin qui come si fa l'operazione più semplice, cioè un classico cambio di chiave all'inizio di una bat-
Ora, dall'ampio elenco a sinistra scegliete la voce Chiavi e nell'area principale della finestra (fig. 8.4), oltre alle tuta; vediamo invece come agire nel caso si debba inserire un cambio di chiave all'interno della misura. In questo
opzioni generali di visualizzazione e spaziatura delle chiavi (A), troverete ciò che vi serve per modificare il loro caso è necessario far capire a Finale qual è il punto esatto in cui deve iniziare la modifica, e il sistema più tipico
aspetto. consiste nel trascinare il mouse in corrispondenza del punto desiderato.
Ponete, ad esempio, che a metà della terza battuta (quindi sul terzo Do), il clarinetto basso debba ritornare alla
sua chiave iniziale: tenendo premuto il pulsante sinistro del mouse, disegnate un tracciato ideale attorno alla
prima nota dell'area che vi interessa; si raccomanda di fare il trascinamento partendo dall'esterno del penta-
gramma. Se avete effettuato correttamente l'operazione vedrete che la nota in questione appare ora selezio-
nata (fig. 8.6).

Fig. 8.6 - Selezione precisa di una nota per effettuare un cambio di chiave interno

A questo punto è sufficiente fare con precisione doppio clic all'interno dell'area selezionata, così da riaprire la
finestra già vista in precedenza (cfr. ancora la fig. 8.3); in questo caso, però, ciò che ora imposterete avrà effetto
Fig. 8.4 - Le Opzioni del documento - Sezione Chiavi solo a partire dalla nota prescelta. Agite perciò in questo modo:

Potete scegliere, tramite il pulsante Seleziona (B), la chiave che vi interessa, e quindi variare la cifra percentuale • scegliete la chiave di basso nel settore A;
nella seconda casella (C); grazie a queste impostazioni sarà possibile, volendo, assegnare valori di visualizzazio-
• confermate l'opzione Quando necessario nella sezione B;
ne diversi per ciascuna chiave disponibile nella galleria. L'ultima casella, Offset (D), consente inoltre di determi-
nare un'eventuale distanza aggiuntiva della chiave selezionata rispetto alla stanghetta della battuta; poiché la • nell'area C assegnate il cambiamento fino alla fine del brano, cliccando sul secondo pulsante, quindi
nuova chiave sarà posizionata, per default, subito prima della battuta interessata dal cambio, il suddetto valore confermate con OK.
sarà evidentemente negativo.
Come potete vedere, è comparsa la nuova chiave al centro della battuta, corredata da una maniglia che consen-
Per fare un esempio, mantenete la chiave di violino, quindi passate alla casella Riduzione percentuale e inseritevi te, all'occorrenza, di spostarla in senso orizzontale per posizionarla al meglio. Ancora una volta, naturalmente,
un valore del "50%"; mantenete l'offset al valore attuale di "-8" e infine premete il pulsante OK. le note sono state cambiate di posizione in base alla modifica effettuata (fig. 8.7).

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Lezione 8. Lo strumento Chiave | 71 72 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• assicuratevi ora che lo strumento giusto (in questo caso lo strumento Chiave) sia selezionato nella
tavolozza degli strumenti principali: questa verifica, benché possa sembrare scontata, è veramente
molto importante;
• ora tenete premuto il tasto Maiuscole (SHIFT) sulla tastiera e contemporaneamente premete la lettera
"B" (cioè il vostro nuovo Metatool);
Fig. 8.7 - Esempio di cambio della chiave all'interno della battuta • si apre subito la finestra di selezione degli elementi, dalla quale sceglierete con un clic l'oggetto in
questione, cioè la chiave di basso; concludete facendo clic su OK.
Lo strumento Chiave fornisce anche l'occasione per iniziare a descrivere una delle opzioni più interessanti e Con questa operazione, il Metatool corrispondente alla chiave di basso è stato ufficialmente modificato. Se in-
importanti di Finale: i Metatool. fatti riaprite la finestra Cambio chiave vedrete che ora, nell'angolo in alto a sinistra della casella corrispondente,
Questo termine indica una serie di scorciatoie personalizzabili, che consentono di effettuare con notevole rapi- non c'è più il numero "4" ma la lettera "B" (fig. 8.9), perciò d'ora in avanti ogni volta che farete clic tenendo
dità l'inserimento in partitura degli elementi più vari: chiavi (come in questo caso), segni d'espressione, artico- abbassato il tasto "B" otterrete subito la chiave di basso.
lazioni, oggetti grafici, ecc.
Per vedere subito come funzionano queste scorciatoie, aprite ancora una volta la finestra Cambio chiave, facen-
do doppio clic in un punto qualsiasi del rigo del violino.
Notate ora che nell'area dedicata alla selezione della chiave, in corrispondenza dell'angolo superiore sinistro di
ogni casella, c'è un piccolo numero o lettera fra parentesi: quello è proprio il Metatool corrispondente a ciascun
simbolo (fig. 8.8).

Fig. 8.9 - Il Metatool modificato per la chiave di basso

Per concludere l'analisi di questo strumento, vediamo come potete creare una chiave personalizzata, nel caso in
cui nessuna tra quelle proposte da Finale corrisponda alle vostre necessità; uno degli aspetti più affascinanti di
questo programma, infatti, consiste nel poter realizzare - con quasi tutti gli strumenti a disposizione - nuovi ele-
menti dal design originale. In questo caso specifico, per la verità, è piuttosto improbabile che l'utente non trovi
la chiave "giusta" all'interno della galleria predefinita, poiché le proposte sono ben 18 e in genere soddisfano
Fig. 8.8 - I Metatool predefiniti per le chiavi qualsiasi esigenza. A puro titolo dimostrativo, comunque, creeremo ora una nuova chiave, così da illustrare il
funzionamento della finestra per il disegno delle chiavi personalizzate.
Osservate ad esempio la chiave di basso, e vedrete che il Metatool ad essa assegnato è il numero "4": ciò signi- Accedete nuovamente alla finestra delle Opzioni del documento, tramite la scorciatoia sopra descritta o attra-
fica che se terrete premuto il tasto "4" sulla tastiera del computer e contemporaneamente farete clic nel punto verso il menu Documento, e assicuratevi che nella lista a sinistra sia selezionata la voce Chiavi; poiché si tratta
desiderato, apparirà immediatamente una chiave di basso senza bisogno di passare attraverso alcuna finestra di dell'ultima voce utilizzata, la troverete già in evidenza. Ora notate che in basso a destra c'è un pulsante denomi-
dialogo. Facciamo subito una prova pratica: nato Impostazione delle chiavi; fate clic su di esso, e subito si apre la finestra corrispondente (fig. 8.10).
• uscite dalla finestra Cambio chiave premendo il pulsante Annulla, quindi deselezionate tutto cliccando
in un punto bianco della pagina;
• poiché ora sapete che il numero "4" è il Metatool corrispondente alla chiave di basso, tenete premuto
proprio il tasto "4" sulla tastiera e fate clic a metà della seconda battuta del violino, fra la quarta e la
quinta nota;
• come vedete, una chiave di basso è stata immediatamente inserita nel punto in cui avete cliccato (con
il naturale e conseguente riposizionamento delle note successive).
Se quindi, con un po' di pazienza, imparerete a memoria i Metatool corrispondenti agli elementi che più fre-
quentemente inserite nelle vostre partiture, sarete in grado di risparmiare moltissimo tempo; tenete presente,
inoltre, che gli oggetti appaiono perfettamente nel punto in cui si clicca, perciò non c'è quasi mai bisogno di
aggiustarne successivamente la posizione.
Naturalmente i Metatool possono essere liberamente modificati nel caso in cui una scorciatoia assegnata come
impostazione predefinita non vi piaccia o sia difficile da memorizzare. La procedura di modifica di un Metatool
avviene in questo modo:
• ipotizzate di voler assegnare alla chiave di basso, anziché il numero "4", la lettera "B", che è sicuramen-
te più facile da ricordare; Fig. 8.10 - La finestra Impostazione delle chiavi

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Lezione 8. Lo strumento Chiave | 73 74 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Ad un rapido sguardo, essa appare molto simile alla finestra utilizzata in precedenza per scegliere la chiave forme predefinite tra le quali potete liberamente scegliere: scorrendo la galleria, si trovano elementi
(cfr. fig. 8.3). Tuttavia, osservandola meglio noterete che vi sono alcune differenze piuttosto importanti: in pri- molto vari ed eterogenei (fig. 8.12).
mo luogo, non essendo questa una finestra di selezione, non vi è alcun Metatool all'interno delle caselle conte-
nenti le chiavi; in secondo luogo, i pulsanti e le altre voci nell'area sottostante sono assai diversi.
Analizziamone meglio il funzionamento:

• Le caselle di scelta (A), come detto, sono 18 e contengono tutte le chiavi più comuni e altre di utilizzo
più raro; per crearne una nuova sarà necessario… "sacrificare" una delle chiavi esistenti. È consigliabile
perciò scegliere un simbolo che sicuramente non dovrà essere utilizzato, almeno nel corrente docu-
mento: in questo caso potete cliccare sulla chiave invisibile in terz'ultima posizione.

• Premendo ora il pulsante Seleziona (B), accederete alla finestra denominata Selezione del simbolo, in
cui vengono visualizzati tutti i glifi appartenenti al carattere musicale predefinito, in questo caso il font
­Maestro (fig. 8.11).

Fig. 8.12 - La finestra Selezione della forma disegnata

• Come per i caratteri, sarà sufficiente selezionare la forma di proprio gradimento, cliccare sul pulsante
Seleziona e tale forma sostituirà immediatamente la chiave predefinita. Fate una rapida prova sceglien-
do una forma qualsiasi.
• L'aspetto più curioso e divertente, tuttavia, si ottiene andando a "inventare" i simboli stessi:
oo accedete nuovamente alla finestra Selezione della forma disegnata, e sotto la galleria di simboli
troverete una serie di pulsanti per l'esecuzione di diverse operazioni, tra cui la modifica delle for-
me, la loro duplicazione o cancellazione, il loro cambiamento di posizione all'interno della griglia e
soprattutto l'aggiunta di nuovi elementi, per effettuare la quale farete clic sul pulsante Crea.
Fig. 8.11 - La finestra Selezione del simbolo oo Come in una matrioska, scoprirete un'ulteriore finestra, in questo caso denominata Strumento
­Disegno (fig. 8.13). Anch'essa dovrà essere aperta molte volte durante l'utilizzo ordinario del pro-
Si dovrà quindi semplicemente scegliere un simbolo alternativo, per esempio il punto coronato nella gramma, perciò ci saranno altre occasioni per rivederla e commentarla.
casella n. 85, e fare clic sul pulsante Seleziona: ora nella terz'ultima casella, che conteneva la chiave
invisibile, si trova il nuovo simbolo prescelto.

• Nel caso voleste utilizzare un font diverso da Maestro, deselezionate il pulsante Usa il font predefinito
per le chiavi (C), quindi premete il pulsante Carattere (D).
Compare una finestra ben nota, ossia quella in cui - nella maggior parte dei programmi - si imposta la
formattazione per il testo. A titolo di esempio, selezionate il font Arial, inserite uno stile e una dimen-
sione a piacere (per esempio grassetto a 36 punti), quindi confermate con OK.
Se ora premete di nuovo il pulsante Seleziona (cfr. il punto precedente), l'elenco di glifi che compare
non è più quello del font Maestro, bensì quello appartenente ad Arial, con lo stile e la dimensione da
voi assegnata.
Questa operazione si può effettuare scegliendo un qualsiasi font installato nel proprio sistema opera-
tivo, avendo perciò a disposizione una quantità considerevole di simboli da utilizzare per le partiture in
sostituzione di quelli tradizionali.

• Proseguendo nell'analisi, le cose si fanno ancora più sofisticate se cliccate sul pulsante di opzione For-
ma (E): come suggerisce infatti il nome stesso, per creare la chiave alternativa non si utilizzerà un ca-
rattere ma una forma grafica vera e propria. Per vedere come funziona, fate clic sul pulsante ­Seleziona
accanto all'opzione.
La finestra Selezione della forma disegnata, che incontrerete anche in altre occasioni, vi mostra alcune Fig. 8.13 - Lo Strumento Disegno

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Lezione 8. Lo strumento Chiave | 75 76 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo Lo Strumento Disegno, per quanto in modo assai semplificato, si avvicina molto agli analoghi ­tools siano spuntate le opzioni "Quando necessario" e "da battuta 3 alla fine del brano", date l'ultimo OK.
per la creazione di forme geometriche e altri simboli che si trovano nei programmi di grafica pro- Come vedete, il simbolo appare ridotto al 75% davanti a batt. 3 (in quanto viene giustamente con-
fessionale. siderato come una chiave di cortesia), ed è invece alla sua normale dimensione all'inizio di tutte le
In alto, infatti, vi è una serie di pulsantini (A) grazie ai quali si può disegnare nell'area centrale (B) altre accollature.
qualsiasi tipo di oggetto, compresa l'eventuale importazione di file grafici esterni. Potete divertirvi
a sperimentare nei modi più vari tutte le possibilità offerte dall'utilizzo semplice o combinato di Prima di concludere, tornate un'ultima volta all'interno della finestra delle Opzioni del documento, poiché resta-
tutti questi pulsanti. no da analizzare le ultime tre caselle della finestra Impostazione delle chiavi (cfr. fig. 8.10 F):
Solo per fare un semplice esempio, provate a disegnare un quadrato grigio con un bordo nero:
• l'opzione Posizione Do centrale (dalla linea superiore), il cui valore è misurato in "spostamenti" (ossia
oo come prima cosa, verificate che l'area di lavoro sia ingrandita a sufficienza per poter operare con spazi e linee), consente di impostare la collocazione del Do centrale (C 3 ) rispetto alla linea superiore
precisione, perciò aprite il menu a tendina Zoom (C) e impostate la visualizzazione al 400%; del pentagramma. Poiché in chiave di violino la suddetta nota dista 10 posizioni dalla linea superiore
del rigo, il suo valore predefinito è "-10". Se quindi modificherete questo valore, sarà variata di conse-
oo osservate adesso l'area di lavoro: il pentagramma già presente serve come punto di riferimento, guenza anche la posizione del Do centrale e di tutte le altre note.
e il pallino bianco (D), denominato "origine", vi permetterà di capire dove sarà collocato il nuovo In altre parole, con questa opzione viene definito a tutti gli effetti il modo in cui la chiave determina
oggetto. Notate anche, subito sotto la barra del titolo della finestra, la presenza dei menu ­Modifica l'altezza delle note sul pentagramma, compresa la loro esecuzione in playback.
e ShapeDesigner (E): quest'ultimo contiene molte opzioni aggiuntive che possono combinarsi con
l'utilizzo dei singoli pulsantini12. • L'opzione successiva, Posizione della chiave (dalla linea superiore), ha una funzione simile, ma riferita
direttamente alla chiave. Se quindi, ad esempio, la chiave di violino dista normalmente 6 posizioni ri-
oo Procedete finalmente a disegnare il nuovo simbolo, selezionando l'icona del rettangolo dal gruppo spetto alla linea superiore del pentagramma, la variazione del valore della casella avrà come effetto lo
di controlli A; trascinate il mouse lungo tutta l'altezza del pentagramma tenendo premuto il tasto slittamento verticale della chiave lungo il rigo stesso.
SHIFT, in modo da ottenere un quadrato perfetto; Potete notare come la nona chiave della galleria non sia altro che una chiave di violino abbassata di due
oo ora aprite il menu Modifica e scegliete il comando Seleziona tutto (scorciatoia CTRL+A in ­Windows posizioni: infatti il suo valore nella casella in questione è pari a "-8".
oppure CMD+A in MacOs), quindi aprite il menu ShapeDesigner, da cui sceglierete la voce • La terza e ultima opzione, Offset linea base per la musica, determinerà un ulteriore slittamento della
­Riempimento; ­posizione verticale delle chiavi sul rigo, in questo caso però misurato in EVPUs; il valore "0" (zero)
oo nel sottomenu che si apre, selezionate "50%", tenendo presente che state lavorando solo su livelli impostato come default va di solito benissimo per le chiavi standard del font Maestro, ma potrebbe
di grigio in quanto lo strumento non gestisce i colori, se non quelli già presenti negli eventuali file dover essere modificato nel caso in cui l'utente crei delle chiavi personalizzate.
esterni. Ora il vostro quadrato è grigio, quindi tornate per l'ultima volta al menu ShapeDesigner, al
fine di ingrossare il bordo esterno; scegliete la voce Spessore della linea e dal relativo sottomenu
impostatela a "5 punti". È tutto per quanto riguarda lo strumento Chiave. Come avete potuto notare, anche nel caso di un elemento
apparentemente molto semplice come la chiave musicale, Finale offre numerose opzioni di modifica o migliora-
oo Il vostro simbolo è pronto (fig. 8.14). Confermate facendo clic su OK e potrete vederlo nella griglia mento, e proprio per questi motivi è diventato negli anni lo standard ufficiale di riferimento fra i programmi di
in ultima posizione, il che significa che d'ora in poi sarà sempre a vostra disposizione per essere videoscrittura musicale.
utilizzato in qualsiasi altro momento.

Fig. 8.14 - Creazione di una chiave di fantasia con lo Strumento Disegno

oo Ora, per memorizzare finalmente la nuova chiave a forma di quadrato nella galleria di Finale dovete
dare una serie di conferme, facendo dapprima clic sul pulsante Seleziona, poi ancora su OK, e sem-
pre su OK nella finestra da cui siete partiti, ossia quella delle Opzioni del documento.
oo Procedete ad inserire la chiave con la procedura imparata all'inizio di questa lezione, quindi fate
doppio clic in un punto a vostra scelta (per esempio nella terza battuta del canto). Notate come
il nuovo simbolo sia ora presente fra i 18 predefiniti: selezionatelo, e dopo esservi assicurati che

2. Nella versione per MacOS, i suddetti menu non si trovano all'interno della finestra, ma vengono collocati all'estremità superiore dello
schermo, in aggiunta temporanea ai menu fissi del programma.

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78 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

La prima e più semplice operazione da effettuare è un doppio clic in una battuta a scelta di un qualsiasi stru-
mento dell'organico: lo farete ovviamente nella prima misura se dovete impostare la tonalità iniziale del brano,
altrimenti lo farete nella battuta esatta in cui si deve verificare un cambio di tonalità.

Lezione 9 Ponete pure di dover impostare l'armatura iniziale della composizione, quindi intervenite a misura 1.

Come prevedibile, comparirà una finestra di dialogo, denominata Armatura di chiave (fig. 9.2), nella quale potre-
te impostare tutti i parametri necessari.
Lo strumento Tonalità

Subito dopo la chiave, in ogni rigo musicale scritto in notazione tradizionale si incontra un altro importante
elemento: l'armatura di chiave, ossia l'indicazione delle eventuali alterazioni che caratterizzano la tonalità di un
brano. Anche questo elemento, apparentemente semplice, dispone in Finale di un proprio strumento molto
sofisticato, che consente di gestire la tonalità delle partiture in modo veramente completo.
Descrivendo la creazione di un nuovo documento tramite l'Impostazione guidata (cfr. Lezione 1), abbiamo visto
come durante tale procedura sia possibile definire, fra le altre cose, anche la tonalità iniziale del brano. Tuttavia,
come accade per la chiave, l'Impostazione guidata non consente l'inserimento di una nuova tonalità in battute
successive alla prima, né la definizione di altri importanti parametri. Quindi sarà necessario anche in questo caso
utilizzare uno strumento specifico.
Prima di iniziare l'analisi dello strumento Tonalità, aprite dalla cartella "Documenti di esempio ed esercitazioni" il
file intitolato "Documento di esempio 05.musx"1.
Ora attivate lo strumento, servendovi come di consueto di una delle due modalità possibili:
1. clic nella tavolozza degli strumenti principali sul pulsante che raffigura un frammento di pentagramma
con due bemolli (fig. 9.1 A);
2. selezione della voce opportuna nel menu Strumenti (fig. 9.1 B).

Fig. 9.2 - La finestra Armatura di chiave

• Osservate in primo luogo l'anteprima in alto (A), dotata di una propria barra di scorrimento: se agite
direttamente sulle frecce, vedrete che ogni clic verso l’alto aggiunge un diesis, mentre ogni clic verso
il basso elimina gli eventuali diesis presenti fino a tornare allo stato neutro e iniziare ad aggiungere
bemolli.
In termini più tecnici, si può affermare che i clic verso l’alto spostano il centro tonale di una quinta
­giusta ascendente, e i clic verso il basso lo spostano di una quinta giusta discendente.
Notate inoltre come il nome della tonalità prescelta appaia in tempo reale nella parte inferiore dell'an-
teprima (B).

• Il menù a tendina sulla destra (C) è composto da 4 voci: Tonalità maggiore, Tonalità minore, Senza
tonalità e Non standard.
Le prime due opzioni, naturalmente, si riferiscono ai due modi classici della tonalità, maggiore e mino-
re; a che cosa può servire specificare il modo della tonalità prescelta in un programma come Finale?
I vantaggi principali sono due:

1. i n primo luogo, durante la trattazione dello strumento Accordi (cfr. Lezione 20), vedrete che quan-
do si inserisce una sigla accordale, il software valuta correttamente le note fondamentali, indican-
do per esempio un accordo di Do maggiore come primo grado se il modo è maggiore o come terzo
grado se il modo è minore;

Fig. 9.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Tonalità 2. inoltre, la corretta assegnazione del modo consente a Finale di trattare le alterazioni con maggio-
re pertinenza in caso di inserimento delle note via MIDI: ad esempio, la nota fra il Sol e il La sarà
1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 05.xml" seguendo le istru- trascritta come Sol S se avrete impostato La minore, o come La F se invece avrete impostato Do
zioni riportate nell’Appendice 1. maggiore.

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 79 80 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

La terza opzione del menu, Senza tonalità, è un'importante novità introdotta a partire da Finale 2014: possibile variare liberamente tale impostazione cliccando sui vari pulsanti di opzione, ottenendo i
una partitura senza tonalità non presenta alcuna alterazione in chiave e, nel caso si inseriscano gli vantaggi maggiori soprattutto quando si trascrivono melodie basate sui modi ecclesiastici.
eventi via MIDI, applica alle note alterate le impostazioni del sottomenu Modifica / Grafia enarmonica
(fig. 9.3).

Fig. 9.5 - La finestra Modifica la grafia modale e cromatica


Fig. 9.3 - Il sottomenu Grafia enarmonica
• Tornando al menu C di fig. 9.2, la quarta ed ultima opzione (Non standard) si riferisce evidentemente
Questo sottomenu, la cui configurazione va effettuata con particolare attenzione, prevede le seguenti
a tutte le tonalità non convenzionali, ovvero quelle che non utilizzano come riferimento il circolo delle
voci:
quinte. Alla fine della presente lezione dedicheremo una trattazione approfondita a questa complessa
oo Usa la grafia enarmonica predefinita. Il comando dice a Finale di interpretare automaticamente le area del software.
alterazioni, seguendo la direzione delle linee melodiche.
• Procedendo, nel frattempo, con l'analisi degli elementi della finestra, si nota la sezione Regione di
oo Privilegia i diesis. Con questo comando, il programma restituisce tutte le alterazioni come diesis,
misure (D), corredata dai tre consueti pulsanti di opzione con cui si definisce l'ambito di battute che
indipendentemente dalla direzione delle linee melodiche.
dovrà essere contemplato dal cambio di tonalità.
oo Privilegia i bemolli. Al contrario, con questo comando, il programma restituisce tutte le alterazioni
come bemolli, indipendentemente dalla direzione delle linee melodiche. Ora, prima di descrivere l'interessante sezione in basso dedicata alle opzioni di trasposizione (E), è opportuno
oo Usa la tabella della grafia enarmonica. Scegliendo questa voce, Finale interpreterà le alterazioni in fare qualche semplice esercizio utilizzando gli strumenti fin qui elencati.
base a una specifica tabella, completamente personalizzabile dall'utente. Il programma prevede a
tal fine due tabelle, che possono essere visualizzate e modificate selezionando le due voci succes- • Ipotizzate che nel corrente documento di esempio la tonalità debba essere modificata in La maggiore
sive del presente sottomenu. nelle prime tre battute: agite quindi sulla barra di scorrimento dell'anteprima A, cliccando sul pulsante
oo Modifica la grafia delle scale maggiori e minori. Questa prima tabella (fig. 9.4) rappresenta, con l'au-
a freccia superiore fino ad ottenere tre diesis in chiave;
silio di una serie di pulsanti di opzione, la disposizione dei gradi lungo le scale maggiori e minori, • assicuratevi che il menù a tendina sulla destra (C) sia posizionato sulla voce Tonalità maggiore, quindi
partendo dal trattamento standard delle alterazioni per le note estranee alla scala. Per esempio, cliccate sul primo pulsante di opzione dell'area D e nelle relative caselle scrivete "da misura 1 sino alla
nell'impostazione di default della scala maggiore l'eventuale alterazione fra il primo e il secondo 3";
grado viene resa con il bemolle (Re F per la scala di Do maggiore, Mi F per la scala di Re maggiore,
ecc.): l'utente, quindi, può variare a piacimento tale impostazione cliccando sui vari pulsanti di • cliccate infine su OK e vedrete immediatamente l'effetto della vostra modifica.
opzione. Notate che alla fine della prima accollatura, poiché qui termina la variazione effettuata, sono compar-
se le cosiddette alterazioni di cortesia che preannunciano il ritorno alla tonalità iniziale all'inizio del
secondo sistema.

• Nel caso in cui non desideriate visualizzare le suddette indicazioni, dovrete agire sulle Opzioni del
­documento, già analizzate nelle precedenti lezioni; per aprire velocemente la finestra in questione,
utilizzate la scorciatoia da tastiera (ALT+CTRL+A in Windows o ALT+CMD+A in MacOS);

• come negli altri casi, dovrete ora richiamare la sezione pertinente dal grande elenco a sinistra, quindi
fate clic su Tonalità;

• nell'area centrale, il quinto pulsante checkbox (Mostra l'indicazione di cortesia di cambio tonalità alla
fine del rigo o accollatura, già selezionato per default) contempla proprio l'azione che vi interessa:
basterà perciò deselezionarlo e confermare con OK per far sparire le indicazioni di cortesia alla fine di
qualsiasi riga di musica.
Ricordate di annullare quest'ultimo intervento con la scorciatoia CTRL+Z (Windows) o CMD+Z ­(MacOS)
se volete ripristinare velocemente l'impostazione predefinita.
Fig. 9.4 - La finestra Modifica la grafia enarmonica delle scale maggiori e minori Facciamo un altro esempio per la seconda accollatura, impostando stavolta una tonalità minore:

oo Modifica la grafia modale o cromatica. Similmente, questa seconda tabella (fig. 9.5) rappresenta • comunicate in anticipo a Finale la regione su cui volete intervenire, selezionando subito le misure che
la disposizione dei gradi lungo le scale cromatiche, partendo dal trattamento standard delle alte- vi interessano: ciò si può fare in diversi modi, ma il più semplice consiste nel tracciare con il mouse un
razioni che prevede la restituzione in senso ascendente di tutte le note. Anche in questo caso è rettangolo ideale che racchiuda completamente la seconda accollatura;

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 81 82 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• ora fate doppio clic in un punto qualsiasi dell'area selezionata, e subito riaprirete la finestra Armatura • Per vedere l'effetto dell'opzione, selezionate le battute da 12 a 15 tracciando un rettangolo attorno
di chiave: notate che le misure da voi richieste ("da 4 a 7") sono già impostate nell'area Regione di mi- all'ultima accollatura della pagina, quindi fate doppio clic in un punto qualsiasi dell'area evidenziata.
sure (cfr. fig. 9.2 D);
• Impostate la tonalità di Mi F maggiore cliccando verso il basso nella barra di scorrimento fino ad avere
• agite sugli strumenti opportuni per impostare la tonalità di Sol minore (due clic verso il basso sulla 3 bemolli in chiave, quindi scegliete la seconda delle tre opzioni di trasporto, Lascia le note all'altezza
barra di scorrimento dell'anteprima A e selezione della voce Tonalità minore dal menu a tendina C), originale (cfr. sempre fig. 9.2 E). Mantenete nel relativo menu a tendina la voce Enarmonicamente, e
quindi cliccate su OK; confermate con OK.
• ad operazione effettuata, notate come si sono aggiornate anche le alterazioni di cortesia in fondo alla • Se ricordate ciò che c'era scritto, noterete che tutto il materiale "suona" esattamente come in origine,
prima accollatura. ma è stato sistematicamente trasformato in senso enarmonico, inserendo il bequadro dove necessa-
Portatevi adesso nella parte bassa della pagina, in cui troverete già alcune note a titolo di esempio, e fate dop- rio e privilegiando sempre il bemolle anziché il diesis.
pio clic a battuta 8 (su un rigo qualsiasi) per esaminare le Opzioni di trasposizione presenti nella parte inferiore
della finestra Armatura di chiave (cfr. fig. 9.2 E). Caso n. 3

Per capire il senso di questi pulsanti, va premesso che se si modifica la tonalità del brano in un punto in cui sia • Qualora la trasformazione enarmonica del materiale non sia soddisfacente o dia luogo a linee di diffi-
già stata scritta della musica, è possibile chiedere a Finale di trasportare automaticamente il materiale inserito, cile lettura e non coerenti con la nuova tonalità, può essere utile convertire le note in senso cromatico.
adattandolo alla nuova tonalità; ovviamente si può anche effettuare il cambio di tonalità lasciando inalterato il
• Annullate quindi l'ultima operazione (con la consueta scorciatoia), e ripetete tutti i passaggi appena
materiale, oppure trasportandolo in modo mirato. Per esaminare tutte le alternative possibili, utilizzeremo le
effettuati per il caso n. 2, ad eccezione della definizione del trasporto: nel menu a tendina scegliete
ultime 8 misure del documento di esempio.
Cromaticamente, affinché venga rispettata la direzione originale delle alterazioni.
Caso n. 1
• Premendo OK potete vedere l'effetto dell'opzione. Tuttavia, anche questa modalità di trasporto, pur
• Cliccando sul primo pulsante di opzione (Trasponi le note) si autorizza il trasporto delle note, le quali essendo più coerente con la linea melodica e di più facile lettura, a volte non raggiunge ancora lo
potranno essere innalzate o abbassate di un intervallo variabile, la cui ampiezza dipende dalla modu- scopo più comune di un intervento di questo tipo, ovvero la necessità di rimediare ad un errore (o più
lazione richiesta. spesso a una dimenticanza) nell'impostazione iniziale del documento.
La direzione del trasporto può essere stabilita con il menu a tendina sulla destra, che prevede le due
opzioni Su e Giù: se ad esempio dovete trasportare le battute 8-11 da Do maggiore a Re maggiore, il Caso n. 4
materiale verrà innalzato di una seconda o abbassato di una settima, in base alla direzione prescelta.
• Se il vostro obiettivo, in ultima analisi, è esclusivamente quello di modificare la tonalità mantenendo
• Verificate dunque che cosa succede in entrambe le ipotesi, iniziando con la voce "Su"; impostate la perfettamente uguale il materiale già scritto (comprese le eventuali alterazioni transitorie), dovrete
modulazione a Re maggiore aggiungendo due diesis con la barra di scorrimento, poi precisate l'ambito allora selezionare l'ultima delle tre opzioni: essa impone a Finale di "bloccare" le note in senso modale,
di battute scrivendo "da misura 8 sino alla 11" e infine confermate con OK. cambiando solo l'armatura di chiave all'inizio delle accollature.
Vedrete che tutto funziona a dovere: la tonalità è stata cambiata, e le note in tutti e tre gli strumenti
sono state alzate di un tono. • Annullate dunque e ripetete tutti i passaggi sopra descritti, selezionando però il terzo pulsante di
­opzione (Lascia le note sulla stessa linea - modalmente), poi confermate con OK.
• Ora annullate con la scorciatoia (CTRL+Z in Windows o CMD+Z in MacOS), e ripetete tutti i passaggi
del punto precedente, scegliendo però la voce "Giù" nel menu a tendina: il materiale verrà abbassato • Il risultato, in questo caso, è ottimo; si deve notare, inoltre, che le note coincidenti con le alterazioni
di una settima12. della nuova tonalità (ossia Si F, Mi F e La F) sono state effettivamente trasportate alle giuste altezze,
Caso n. 2 come conferma l'eventuale ascolto del brano in playback.

• Come avrete notato, la prima opzione unisce due operazioni in una: il cambio di tonalità e il t­ rasporto.
Per concludere l'analisi della finestra Armatura di chiave, restano da descrivere le due ultime caselle di controllo
Poniamo ora che sia necessario cambiare la tonalità senza però trasportare il materiale musicale: que-
in basso, che si attivano coinvolgendo nella modifica almeno due battute; selezionate quindi le ultime 8 misure
sta esigenza si verifica molto più spesso di quanto si possa immaginare, per esempio quando ci si
accorge - durante la trascrizione di un brano e dopo aver scritto molte note - di essersi dimenticati di del documento di esempio, e accedete alla finestra di dialogo con il consueto doppio clic.
impostare la giusta tonalità all'inizio.
• In penultima posizione si trova la casella Trasponi tutte le tonalità in modo proporzionale, che va sele-
In queste situazioni, evidentemente, diventa di notevole importanza poter aggiungere la corretta ar-
matura di chiave nelle accollature desiderate senza che venga modificata l'altezza delle note già scrit- zionata quando si desidera conservare le relazioni reciproche fra i vari cambi di tonalità già esistenti.
te: le opzioni successive della finestra sono state progettate proprio per questo scopo. Nel presente caso, se ad esempio iniziate trasportando da Re maggiore a Mi maggiore, cioè salendo
di un tono, anche nell'ultima accollatura il materiale salirà di un tono, passando da Mi F maggiore a
• La prima possibilità consiste nel mantenere le note alla loro altezza originale in senso enarmonico, ov- Fa maggiore; viceversa, se non selezionate il checkbox, tutte le otto battute verranno trasportate a
vero mutando - se necessario - le alterazioni ascendenti nelle corrispondenti alterazioni discendenti Mi maggiore.
e viceversa (per esempio un Fa S diventerà un Sol F), nel rispetto dell'armatura di chiave prevista dalla
nuova tonalità. • L'ultima casella, Semplifica se necessario le tonalità (che si attiva solo selezionando il checkbox pre-
cedente), consente di evitare che durante i cambi di tipo proporzionale si possano originare tonalità
con doppi diesis o doppi bemolli. Ad esempio, se il trasporto proporzionale dovesse dar luogo a una
2. Trasportando in questo modo il materiale musicale, è possibile che alcune note vadano "fuori estensione" o siano difficili da ottenere
per gli esecutori inesperti, come accade in questo caso per la tromba e il clarinetto. Si raccomanda perciò di tenere presente la corretta tonalità come La S maggiore (con 10 diesis in chiave), essa verrebbe automaticamente convertita a
estensione degli strumenti ogni qualvolta si utilizzi questa funzione. Si F maggiore.

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 83 84 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Proseguendo il percorso relativo alla gestione delle tonalità da parte di Finale, ci occupiamo ora di un'altra situa- La procedura, come avrete notato, è molto semplice. Ricordate, però, che quando assegnate una tonalità indi-
zione che può presentarsi con una certa frequenza, ovvero l'utilizzo della politonalità. pendente ad ogni pentagramma, tale impostazione rimarrà sempre attiva lungo tutto il documento. Perciò, se
Con questo termine si intende la sovrapposizione di due o più tonalità diverse nei righi di una stessa partitura, in una qualsiasi battuta tutti gli strumenti della partitura dovessero convergere a un'identica tonalità, sarete
pratica utilizzata da molti compositori soprattutto a partire dal primo Novecento. costretti ad impostare l'armatura di chiave rigo per rigo e non potrete più farlo con un'unica operazione.

La procedura per l'inserimento di tonalità multiple è piuttosto semplice, e la illustreremo con un rapido esem- 
pio, ipotizzando che nel documento attualmente aperto il violino debba suonare in Sol maggiore, la tromba in
Re maggiore e il clarinetto in La maggiore: Un altro aspetto importante gestito dallo strumento Tonalità riguarda i cosiddetti strumenti traspositori.
Come noto, a causa della particolarità della loro costruzione, essi producono note "reali" diverse da quelle scrit-
• per cominciare, selezionate dalla tavolozza degli strumenti principali lo strumento Rigo musicale (cfr.
te sulla propria parte; gli esempi più comuni appartengono soprattutto alle famiglie dei legni e degli ottoni, fra
Lezione 5) e fate doppio clic sulla prima misura del violino;
cui si trovano importanti strumenti come il clarinetto in Si F, la tromba in Si F, il flauto in Sol, ecc.
• nella finestra Attributi del rigo compaiono tutti gli elementi necessari per "autorizzare" la politonalità
Ora, quando si scrive una partitura in cui siano presenti degli strumenti traspositori, per convenzione le note
(fig. 9.6):
devono essere scritte trasportandole in base al particolare taglio costruttivo di ciascuno di essi. Per fare un
esempio con il clarinetto in Si F, quando l'esecutore suona un Do lo strumento in realtà produce un Si F, quindi
suona un tono sotto rispetto alle note scritte: di conseguenza, per poter ottenere i suoni corretti, la sua parte
dovrà essere scritta un tono sopra.
Finale, naturalmente, offre all'utente la facoltà di impostare in modo indipendente i righi destinati agli strumenti
traspositori. L'aspetto più interessante consiste nel fatto che se una parte è già stata scritta in suoni reali, il pro-
gramma può trasportarla automaticamente all'altezza corretta. Per questo motivo, è più conveniente impostare
gli strumenti traspositori dopo aver scritto tutte le note e non in fase di preparazione della pagina, altrimenti si
perderà il vantaggio non indifferente del trasporto automatico da parte di Finale.
Prima di procedere all'analisi di questa procedura, riportate il vostro documento allo stato iniziale, poiché tutti
gli esperimenti fin qui effettuati potrebbero generare un po' di confusione:
• aprite quindi il menu File e scegliete la voce Versione precedente;
• nella finestra di dialogo che appare confermate con "Sì", ed eccovi ritornati al punto di partenza;
• impostate la visualizzazione della pagina in modalità "Fai stare nella finestra" (cfr. Lezione 4);
• r ichiamate ora lo strumento Gestione partitura (potete usare la scorciatoia CTRL+K in Windows o
­CMD+K in MacOS);
• selezionate dall'elenco in alto la Tromba in Re, quindi in basso a destra aprite il menu a tendina
­Trasposizione: esso contiene tutti i principali tipi di trasporto (fig. 9.7), e in questo caso naturalmente
sceglierete quello in Re, che abbassa il materiale di una seconda maggiore (aggiungendo quindi due
bemolli all'armatura di chiave).

Fig. 9.6 - La finestra Attributi del rigo

• il menu a tendina in alto (A) consentirà di passare da uno strumento all'altro senza uscire dalla fine-
stra, e l'area in basso a sinistra denominata Elementi indipendenti (B) contiene tre caselle di controllo,
grazie alle quali ogni rigo della partitura potrà gestire in modo autonomo gli elementi indicati (la tona-
lità, l'indicazione di tempo e il carattere tipografico utilizzato per la testa delle note);

• fate dunque clic sulla prima delle suddette caselle (Tonalità), poi passate alla tromba tramite il menu A
e ripetete l'operazione; infine selezionate il clarinetto e cliccate sulla casella un'ultima volta. Fig. 9.7 - Il menu Trasposizione dello strumento Gestione Partitura
Grazie a questa operazione, ora potrete inserire una diversa tonalità in ciascuno strumento della par-
titura. • Per effetto della selezione, oltre alla modifica dell'armatura di chiave fin dalla prima battuta della parti-
tura, tutto il materiale musicale della tromba è stato trasportato un tono sotto (cfr. mis. 8-15).
• Confermate con il pulsante OK, riprendete lo strumento Tonalità dalla tavolozza e procedete con il me-
todo imparato all'inizio di questa lezione, assegnando al violino la tonalità di Sol Maggiore, alla tromba • Ora selezionate dall'elenco in alto il clarinetto, quindi riaprite il menu a tendina Trasposizione e stavol-
il Re maggiore e al clarinetto il La maggiore. ta scegliete la voce "Si F" (nello specifico utilizzate la prima delle due possibilità, poiché la seconda si

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 85 86 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

usa generalmente per il clarinetto basso); essa trasporta il materiale di una seconda maggiore ascen- • verificate sempre che sia correttamente selezionato nella tavolozza lo strumento corretto per l'opera-
dente e pertanto aggiunge due diesis all'armatura di chiave. zione che dovete compiere (in questo caso lo strumento Tonalità);
Osservando la partitura ottenuta, ora probabilmente vi sarà più chiaro il motivo per cui conviene dapprima • fate clic con il tasto destro sulla prima battuta dal brano: subito apparirà un menu contestuale con-
scrivere tutte le note in suoni reali e solo in seguito assegnare le suddette impostazioni; se infatti si effettuasse tenente tutte le tonalità di uso più frequente (fig. 9.9); selezionandone una qualsiasi, verrà imme-
l'operazione inversa, sarebbe necessario calcolare mentalmente il trasporto delle note durante l'immissione, diatamente apportato il cambiamento. Provate, ad esempio, scegliendo l'ultima tonalità in basso (Fa
aumentando di conseguenza le possibilità di errore. minore), e osservate con quale rapidità si ottiene la modifica.
Per quanto riguarda il playback delle partiture, Finale ovviamente opera in modo intelligente: tutti gli strumenti
traspositori, infatti, nonostante appaiano scritti in tonalità diverse rispetto a quella d'impianto, suoneranno le
note corrette proprio come accadrebbe con dei veri esecutori.
Chiudete ora la finestra Gestione partitura. Notate che dopo aver effettuato operazioni relative alla configura-
zione della tonalità (come appunto l'impostazione degli strumenti traspositori), è possibile che le alterazioni di
cortesia o altri elementi appaiano in posizione non corretta (fig. 9.8);

Fig. 9.8 - Fuoriuscita anomala delle alterazioni di cortesia dall'accollatura

in casi come questi, è molto importante evitare di intervenire impulsivamente e di prendere iniziative "fai da Fig. 9.9 - Il menu contestuale per l'assegnazione rapida di una nuova tonalità
te", come per esempio il trascinamento manuale delle stanghette di battuta, che causerebbe gravi problemi alla
disposizione del materiale: nella maggior parte dei casi, infatti, il problema è dovuto semplicemente al ricalcolo • Ricordate che intervenendo su una singola battuta, come in questo caso, il cambiamento verrà ap-
della dimensione delle battute da parte di Finale, per cui basterà aggiornare il layout della pagina e tutto tornerà plicato fino alla fine del documento, a meno che non si incontri una modulazione già esistente: notate
a posto. infatti che Finale ha inserito il tono di Fa minore solo nelle prime 11 battute, giacché a mis. 12 era già
Si tratta di un'operazione semplicissima, che si effettua in due sole mosse: presente un cambio di tonalità. Se quindi desiderate che il cambiamento avvenga su un preciso ambito
1. aprite il menu Utilità; di battute, dovrete selezionarle preventivamente.

2. selezionate la voce Aggiorna la disposizione della musica; notate, come per molti altri comandi, che • Inoltre, un altro aspetto di questa modalità operativa consiste nella disponibilità, all'interno del menu,
esiste anche una comoda scorciatoia da tastiera (CTRL+U in Windows e CMD+U in MacOS). di un numero ridotto di tonalità, ossia quelle che contengono fino a quattro diesis o quattro bemolli in
chiave. In poche parole, questo metodo diventa praticamente inservibile qualora si debba inserire una
Si consiglia di memorizzare bene la suddetta operazione (e in particolare la sua scorciatoia), poiché il suo utiliz- tonalità non presente in elenco.
zo è davvero molto frequente.
In ogni caso, osservando il menu contestuale, notate l'ultima voce in basso (Altra…), che offre la pos-
sibilità di richiamare la finestra Armatura di chiave, con cui si potrà ovviare alla suddetta limitazione.


Prima di passare alla complessa trattazione delle tonalità non convenzionali, è opportuno esaminare brevemen- Il secondo sistema alternativo utilizza i Metatool, ossia le interessanti e comode scorciatoie di cui ci siamo occu-
te le modalità alternative che Finale prevede per la modifica delle tonalità "standard". L'utilizzo del doppio clic, pati per la prima volta nella lezione precedente.
infatti (e il conseguente accesso alla finestra Armatura di chiave), non è l'unico sistema per inserire una modula- Anche in questo caso, però, vi sono due importanti limitazioni, ossia:
zione in partitura; vi sono infatti altre due procedure più rapide e comode, benché esse consentano di sfruttare
solo alcune delle opzioni fin qui analizzate. 1. l'obbligo di definire in precedenza la regione di battute su cui intervenire;

Iniziamo con il primo metodo: 2. l'impossibilità di regolamentare preventivamente le opzioni di trasporto.

• riportate nuovamente il documento alla versione originale (File > Versione precedente) e impostate lo A prescindere da questi aspetti, l'utilizzo dei Metatool rappresenta comunque un'opzione molto utile, e segue
zoom al "200%"; una logica ben precisa riassunta nella fig. 9.10.

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 87 88 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

In ogni caso ricordate che, a differenza di quanto accade per le chiavi e per gli altri elementi che dispongono dei
Metatool, la pressione del tasto-scorciatoia non deve essere accompagnata da un clic singolo ma da un doppio
clic.



Per concludere l'analisi dello strumento Tonalità, possiamo finalmente occuparci di un aspetto che, come detto
in precedenza, è piuttosto complesso e tecnico, soprattutto per coloro che non "frequentano" la musica colta
contemporanea, ma si occupano prevalentemente di scrivere musica leggera, o jazz, o musica classica basata
sul sistema tonale.
Si tratta dell'utilizzo delle cosiddette tonalità non convenzionali, ossia quegli ambienti compositivi che prescin-
dono dalle regole dei linguaggi tradizionali impiegando armature di chiave particolari, e spesso presentano un
ordine di diesis e bemolli completamente diverso da quello canonico, o addirittura fanno uso di microintervalli
come quarti di tono e simili.
Nella sua eccezionale raffinatezza, Finale permette ai suoi utenti più esigenti di impostare centinaia di tipi diversi
di armature di chiave non convenzionali, arrivando a prevedere scale composte da ben 100 intervalli costitutivi,
simbologie speciali e molto altro. Procediamo quindi ad apprendere l'utilizzo di queste tecniche, cercando di
esaminarle nel modo più semplice possibile e aiutandoci, dove necessario, con degli esempi.

• Tornate dunque alla finestra Armatura di chiave, facendo doppio clic a misura 1, e impostate la tonalità
di Do maggiore su tutta la partitura;

• non confermate ancora con il pulsante OK, ma aprite il menu a tendina a destra dell'anteprima, selezio-
nando la quarta voce (Non standard);

• subito si aprirà una nuova finestra, denominata Armature di chiave non usuali e dedicata proprio alla
Fig. 9.10 - La disposizione sequenziale dei tasti per i Metatool dello strumento Tonalità
gestione delle tonalità speciali (fig. 9.11).
• la tonalità di utilizzo più frequente, il Do maggiore, si può ottenere usando come Metatool ben sette
tasti diversi ("8, 9, 0, I, O, P, L"), evidenziati nell'illustrazione dal colore arancio;
• la sua relativa, La minore, ha come unico Metatool la lettera "A" in terza fila (evidenziata in viola);
• i sette tasti della prima fila evidenziati in rosso ("1, 2, 3, 4, 5, 6, 7") attivano le tonalità maggiori che con-
tengono da 1 a 7 diesis: perciò il tasto "1" produrrà la tonalità di Sol maggiore (che ha 1 diesis in chiave),
il tasto "2" produrrà il Re maggiore (2 diesis in chiave), il tasto "3" produrrà il La maggiore (3 diesis in
chiave), e così via;
• i sette tasti della seconda fila evidenziati in giallo ("Q, W, E, R, T, Y, U") funzionano in modo analogo,
attivando però le tonalità maggiori che contengono da 1 a 7 bemolli: quindi il tasto "Q" produrrà il Fa
­maggiore (1 bemolle in chiave), il tasto "W" produrrà il Si F maggiore (2 bemolli in chiave), il tasto "E"
produrrà il Mi F maggiore (3 bemolli in chiave), e così via;
• procedendo sempre in modo simile, i sette tasti della terza fila evidenziati in verde ("S, D, F, G, H, J, K")
conducono alle tonalità minori che contengono da 1 a 7 diesis; quindi il tasto "S" produrrà il Mi minore (1
diesis in chiave), il tasto "D" produrrà il Si minore (2 diesis in chiave), il tasto "F" produrrà il Fa S minore
(3 diesis in chiave), e così via;
• infine, i sette tasti della quarta fila evidenziati in azzurro ("Z, X, C, V, B, N, M") assegnano le tonalità Fig. 9.11 - La finestra Armature di chiave non usuali
minori che contengono da 1 a 7 bemolli; quindi il tasto "Z" produrrà il Re minore (1 bemolle in chiave),
il tasto "X" produrrà il Sol minore (2 bemolli in chiave), il tasto "C" produrrà il Do minore (3 bemolli in • Dando alla finestra uno sguardo generale, anche qui si nota nella parte alta un'anteprima (A) che an-
chiave), e così via. ticipa il risultato delle operazioni: la barra ad essa associata, ovviamente, effettuerà lo scorrimento fra
le varie tonalità nel caso queste siano collegate fra loro da rapporti intervallari identici, come accade
Il tutto sembra complicato e assai difficile da memorizzare, ma con un po' di pratica - come sempre - si diventerà per il circolo delle quinte.
via via più rapidi. Non dimenticate, peraltro, che i Metatool possono essere personalizzati con lettere o numeri
di propria scelta: per procedere in tal senso, rileggete i passaggi descritti per lo strumento Chiave (cfr. Lezione • Subito sotto la finestra di anteprima vi sono tre indicazioni numeriche (B), al momento tutte impo-
8) e applicateli in modo analogo. state sullo zero e denominate rispettivamente Riferimento tonica, Alterazione e Numero di alterazioni.

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 89 90 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo Il primo valore indica il centro tonale (o meglio la nota base di riferimento) della tonalità attual- oo iniziate cliccando due volte sulla freccia superiore della barra di scorrimento nell'anteprima A, così
mente visualizzata nell'anteprima. Ovviamente, nel sistema tonale questa nota corrisponde alla da ripristinare un sistema iniziale privo di alterazioni;
cosiddetta tonica, ovvero al primo grado della scala; ma nei sistemi non usuali le abituali gerarchie
possono essere completamente stravolte (o annullate), per cui non sempre il primo grado della oo ora verificate che sia selezionato il primo pulsante di opzione nel gruppo C (Formato lineare) e
scala rappresenta la nota più importante. portatevi al formato numero 2, cliccando due volte sul pulsante Successiva;
A prescindere da questo, tenete conto che il Do viene sempre indicato con il numero "0" (zero), il
oo fate clic sul primo dei cinque pulsanti in basso dell'area D, denominato Key Map: esso vi fa accede-
Re con il numero "1", il Mi con il "2", e così via: se per esempio si cambiasse il modo, passando a La
re ad un'ulteriore finestra, denominata Mappa degli avanzamenti di tasto (fig. 9.12), che consente
minore, il centro tonale diventerebbe la nota La e di conseguenza il numero visualizzato sarebbe
di definire il numero di gradi che formeranno la scala base del vostro sistema.
il "5".
oo Il secondo valore indica invece l'eventuale alterazione della nota base di riferimento (o se preferite
del centro tonale); vi sono tre possibilità:
a. il numero "0" (zero) indica assenza di di alterazione, come in questo caso;
b. il numero "1" indica alterazione ascendente;
c. il numero "-1" indica alterazione discendente.
oo Fate subito due esempi pratici, osservando bene l'anteprima e il conseguente comportamento dei
suddetti valori numerici: se modificate la tonalità portandovi in Fa S maggiore, vedrete che il valore
relativo al centro tonale diventerà "3" (poiché la nota in questione è un Fa), ma poiché il Fa stesso
è alterato in senso ascendente, il secondo valore sarà "1".
Viceversa, se vi portate in Si F maggiore, il valore del centro tonale diventerà "6", e poiché il Si è una
nota alterata in senso discendente, la seconda cifra corrisponderà a "-1".
oo Infine, il terzo valore non ha bisogno di molte spiegazioni, in quanto indica semplicemente il nume-
Fig. 9.12 - La finestra Mappa degli avanzamenti di tasto
ro di alterazioni presenti nella tonalità impostata (2 nel caso del Si F maggiore dell'ultimo esempio):
il suddetto valore sarà positivo in caso le alterazioni siano ascendenti (diesis), negativo in caso
siano discendenti (bemolli). oo La finestra contiene uno slider orizzontale (A) nella parte superiore (Avanzamenti totali, accom-
pagnato dall'indicazione Avanzamenti diatonici), un'area centrale con dei quadratini numerati
oo Avrete certamente notato che questi tre valori si formano automaticamente in base agli interventi progressivamente che identificano i gradi della scala (B), e un'anteprima in basso che raffigura
effettuati nell'anteprima, quindi non si possono modificare direttamente. l'ottava tradizionale di un pianoforte (C), con la consueta alternanza di tasti bianchi e neri. Se è
• Proseguendo, i due pulsanti di opzione sottostanti (C) sono importantissimi, in quanto definiscono selezionato il checkbox in basso (D), quindi, vedrete una rappresentazione grafica della porzione
se ciò che si sta elaborando è un sistema a formato lineare oppure una tonalità non lineare. Vediamo di di tastiera che si viene a creare in base alle modifiche.
capire che cosa si intende con queste due definizioni:
oo Poiché il riferimento di partenza è sempre quello della scala classica costituita da 12 semitoni, all'i-
oo un sistema a formato lineare è tale quando le tonalità che lo compongono sono collegate fra loro nizio lo slider superiore si trova posizionato sul numero 12, mentre l'indicazione a fianco riporta il
da rapporti intervallari identici. L'esempio più tipico, che tutti conoscono, è costituito dal sistema numero dei gradi diatonici, che in questo tipo di scala sono ovviamente 7.
tonale, con cui è stata (e viene tuttora) composta la maggior parte della musica esistente. Esso
si basa sul cosiddetto circolo delle quinte, ovvero il grafico che indica la relazione di quinta giusta oo Potete fare qualche esperimento in libertà, cliccando a piacere verso destra sullo slider degli Avan-
esistente fra ogni tonalità e le due ad essa adiacenti. zamenti totali, in modo da incrementare il numero dei gradi della scala.
Il numero massimo di gradi consentiti è pari a 100, quindi provate a immaginare le possibilità foni-
oo Una tonalità non lineare, invece, è un ambiente compositivo che abbandona completamente questi
riferimenti e per tale motivo non è inseribile in alcun contesto logico; ogni tonalità di questo tipo è che offerte da una scala di cento suoni diversi, con le più svariate combinazioni intervallari interne.
perciò completamente indipendente e non può far parte di alcun sistema organizzato. Cliccando a piacere sulle nuove caselline che sono comparse, potete definire la posizione degli
intervalli cromatici: notate come si aggiorna in tempo reale anche il disegno della tastiera in basso.
oo Avendo ben compreso il significato e la differenza esistente fra le due tipologie, sarà possibile
scegliere l'opzione più adatta per impostare una tonalità non convenzionale. A questo proposito oo Con il pulsante Nuovo (E), situato sulla destra, annullerete tutti gli intervalli cromatici e darete
entrano in gioco anche i due pulsanti sulla destra, Precedente e Successiva, grazie ai quali è possibile origine a una scala, ovviamente virtuale, formata da soli tasti bianchi; con il pulsante Cancella (F),
visualizzare le varie tonalità create e appartenenti a ciascuna categoria. invece, sarà totalmente ripristinata la situazione di partenza.
oo Il primo pulsante di opzione, quindi, si userà per realizzare sistemi simili a quello tonale, ma basati oo Cliccate ora su Annulla, in modo da fare tabula rasa degli esperimenti fin qui effettuati, quindi pro-
su rapporti intervallari diversi dalla quinta giusta. Per esempio, si potrà creare un sistema basato su cedete con il secondo pulsante (cfr. fig. 9.11 D), che apre la finestra Ordine e ammontare delle alte-
un circolo delle quarte, delle seste, e così via. razioni (fig. 9.13).
oo Nella finestra delle Armature di chiave non usuali, i primi due formati lineari (contrassegnati dai va- Come noto, nel sistema tonale le alterazioni seguono un ordine di comparsa ben preciso, originato
lori "0" e "1"), indicano rispettivamente due sistemi basati sulla scala maggiore e sulla scala minore dalla successione delle varie tonalità lungo il circolo delle quinte; perciò i diesis appaiono nel modo
naturale; è quindi possibile, volendo, intervenire su tali formati per apportare piccole varianti a seguente: Fa, Do, Sol, Re, La, Mi, Si e i bemolli esattamente al contrario, cioè Si, Mi, La, Re, Sol, Do,
questi ambienti ben noti. Tuttavia, al fine di analizzare le piene potenzialità dello strumento, lavo- Fa. Con la presente finestra, invece, è possibile scardinare totalmente quest'ordine e impostare un
reremo su un nuovo formato creato ad hoc: ordine di comparsa delle alterazioni completamente personalizzato.

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 91 92 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Fig. 9.14 - Esempio di realizzazione di armature di chiave "rovesce" rispetto all'ordine tradizionale

oo Come si nota nell'illustrazione, tutto ha funzionato a dovere, ma il primo e il terzo elemento nella
sequenza dei diesis sono stati collocati fuori dal rigo; in seguito apprenderete la procedura per
Fig. 9.13 - La finestra Ordine e ammontare delle alterazioni
ricondurli all'interno, quindi per il momento tralasciate il problema.
oo La logica sottesa all'utilizzo di questi controlli è un po' complessa e richiede un certo impegno per oo Prima di continuare, ricordate un altro principio molto importante: il numero di alterazioni (ascen-
essere gestita con sicurezza: per cominciare, la dicitura Unità in alto (A), seguita dal numero "1", denti o discendenti) che si possono impostare con questa procedura dipende dalla quantità di
indica che si sta impostando l'alterazione ascendente che comparirà per prima accanto alla chiave. ­gradi della scala che avrete definito nella finestra precedente (Mappa degli avanzamenti di tasto,
cfr. fig. 9.12), e più specificamente dalla quantità di gradi diatonici presenti nella scala stessa, poiché
oo La prima casella, Distanza dalla fondamentale (B), definisce l'altezza della nota interessata dall'alte- sono questi ultimi che effettivamente danno origine alle alterazioni di una tonalità.
razione, sempre considerando il Do come valore "0" (zero), il Re come valore "1", e così via. Poiché
nel sistema tonale (che è sempre la base di partenza per tutte le finestre dello strumento ­Tonalità), oo Fate clic adesso sul terzo pulsante in basso nella finestra Armature di chiave non usuali (cfr. fig.
la prima alterazione in senso ascendente è il Fa S, troverete qui preimpostato il numero "3". 9.11 D): anche questo conduce a una finestra specifica, denominata Riferimento(i) alla tonica, piut-
tosto semplice a vedersi, in cui potrete scegliere il centro tonale riferito a ciascuna nuova tonalità
oo La seconda casella, Ammontare (C), stabilisce invece il "peso" dell'alterazione stessa, ossia la nel vostro sistema (fig. 9.15).
quantità di semitoni (ascendenti o discendenti) aggiunti alla nota indicata nella casella precedente.
Per ottenere un diesis, quindi, sarà sufficiente mantenere il valore "1"; il valore "2" corrisponderà al
doppio diesis, il valore "3" al triplo diesis, e via dicendo. Al contrario, con il valore "-1" si otterrà un
bemolle, con il valore "-2" un doppio bemolle, con il valore "-3" un triplo bemolle, ecc.

oo Cliccando poi sul pulsante Successiva (D), andrete a definire l'alterazione che comparirà in seconda
posizione. Qui vedrete già preimpostati i valori "0" e "1", che si riferiscono al Do S, e anche in questo
caso potrete effettuare tutte le modifiche desiderate.

oo Se avete ben compreso il meccanismo, potete fare un po' di pratica realizzando il seguente esem-
pio, che consiste nell'esatta inversione dell'ordine delle alterazioni rispetto alla loro normale com-
parsa nel sistema tonale: Fig. 9.15 - La finestra Riferimento(i) alla tonica

1. iniziate con la sequenza dei diesis, tornando all'Unità "1" tramite il pulsante Precedente (E), e oo Per capire il senso dell'opzione, considerate che quando si imposta una tonalità, per esempio
per impostare come prima alterazione il Si S, scrivete nelle due caselle i valori "6" e "1"; La maggiore, si parte dal presupposto che la tonica (o meglio il centro tonale) del La maggiore corri-
2. cliccate ora sul pulsante Successiva (D), e scrivete nelle caselle i valori "2" e "1" per ottenere il sponda alla nota La: se lo desiderate, grazie a questa finestra, potrete far sì che la nota considerata
Mi S; come centro tonale si trovi ad un'altezza diversa.
Tale operazione, apparentemente assurda, è spesso necessaria quando si crea una tonalità non
3. proseguendo con la medesima tecnica (ricordate di usare sempre il pulsante Successiva per convenzionale, poiché la variazione della quantità di gradi componenti la scala e dell'ordine delle
passare all'alterazione seguente), impostate le altre 5 alterazioni della vostra armatura di chia- alterazioni comporta l'annullamento del centro tonale inteso in senso tradizionale. Infatti, se si
ve "rovescia", scrivendo nell'ordine: "5" e "1" per ottenere il La S, "1" e "1" per il Re S, "4" e "1" crea un sistema di questo tipo, salteranno ovviamente tutte le relazioni di partenza e sarà necessa-
per il Sol S, "0" e "1" per il Do S, e infine "3" e "1" per il Fa S. rio identificare per ogni tonalità un nuovo centro tonale.
4. Per impostare la sequenza dei bemolli, iniziate cliccando più volte sul tasto Precedente fino a
oo Per definire questo elemento, analogamente a quanto avete fatto nella finestra precedente, po-
raggiungere l'Unità "-1" nell'indicatore A; trete selezionare le varie unità tramite i pulsanti Precedente (A) e Successiva (B), e nella casella
5. ora, nelle varie coppie di caselle (utilizzando sempre il pulsante Precedente per spostarvi) scri- Livello avanzamenti (C) - con il solito sistema che identifica il Do come valore "0" (zero) e tutti gli
verete nell'ordine: "3" e "-1" per ottenere il Fa F, "0" e "-1" per il Do F, "4" e "-1" per il Sol F, "1" e altri di conseguenza - imposterete l'altezza di ogni nuovo centro tonale.
"-1" per il Re F, "5" e "-1" per il La F, "2" e "-1" per il Mi F, e infine "6" e "-1" per il Si F. Vi saranno ovviamente tanti centri tonali quante saranno - nel complesso - le tonalità facenti parte
del nuovo sistema che state creando.
6. A questo punto potete controllare l'esito del vostro esperimento: cliccate sul pulsante OK per
confermare e uscire dalla finestra, quindi cliccate più volte verso l'alto sulla barra di scorrimen- oo Non è necessario, in questo caso, fare esempi particolari, quindi cliccate su Annulla e scegliete il
to dell'anteprima (cfr. fig. 9.11 A) per osservare la "nuova" sequenza dei diesis, poi più volte quarto e penultimo pulsante della lista, che dà accesso alla finestra denominata Ottava di posizio-
verso il basso per osservare la "nuova" sequenza dei bemolli (fig. 9.14). namento delle alterazioni (fig. 9.16).

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 93 94 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo Resta da analizzare solo il quinto pulsante della fig. 9.11 D, che dà adito alla finestra Attributi ­speciali
della tonalità (fig. 9.18). Essa, come suggerisce il suo nome, consente di definire altri parametri del
sistema, compresi alcuni valori MIDI riferiti all'eventuale esecuzione di scale non convenzionali su
una tastiera tradizionale.

Fig. 9.16 - La finestra Ottava di posizionamento delle alterazioni

oo Essa ha la funzione di ricollocare dentro il pentagramma le alterazioni che Finale ha eventualmente


posizionato al di fuori: come ricorderete, si è verificato proprio un problema di questo tipo lavoran-
do con il secondo pulsante.
oo Osservate dunque la finestra: la voce Chiave (A), attualmente impostata a "0" (zero) e seguita dai
consueti pulsanti Precedente e Successiva, si riferisce alle varie chiavi che utilizzerete nei righi del- Fig. 9.18 - La finestra Attributi speciali della tonalità
la vostra partitura; questa specifica è molto importante, poiché un'alterazione potrebbe trovarsi
dentro il pentagramma quando si usa la chiave di violino, ma potrebbe uscire dal rigo stesso quan- oo La prima casella, Riferimento armonico (A), determina la nota che verrà individuata come il centro
do si usa una chiave differente. di tutto il sistema che si sta creando, ovvero il punto di partenza scelto per quel preciso ambiente
Per questo motivo dovete in primo luogo valutare quante chiavi diverse utilizzerete nel documen- tonale; per impostazione predefinita, questa nota è il Do, e come sempre al Do viene assegnato il
to, e poi per ciascuna di esse specificare l'ottava di riferimento per ogni alterazione dell'armatu- valore "0" (zero). Perciò scrivendo "1", il nuovo riferimento armonico diventerà il Re, scrivendo "2"
ra di chiave. L'operazione potrebbe essere piuttosto lunga nelle grandi partiture, i cui strumenti sarà il Mi, e così via.
spesso utilizzano parecchie chiavi una diversa dall'altra; nell'esempio di questa lezione il problema
fortunatamente non si pone, in quanto viene usata solo la chiave di violino. oo La seconda casella, Numero nota centrale (B), specifica il valore MIDI che corrisponde al riferimen-
to armonico appena assegnato. A tale proposito va ricordato che nel protocollo MIDI i tasti di una
oo Ora, se ricordate, Finale può gestire fino a un massimo di 18 chiavi diverse, ossia quelle che com- tastiera sono numerati in sequenza dal basso verso l'alto: il Do centrale ha il valore "60", il Do S suc-
paiono per impostazione predefinita nella finestra Cambio chiave (cfr. Lezione 8): tali chiavi sono cessivo ha il valore "61", e così di seguito.
numerate idealmente da "0" a "17", e alla chiave di violino corrisponde il numero "0". Naturalmen-
oo Con il pulsante Font per i simboli (C) si andrà invece a definire il carattere tipografico utilizzato per
te, se in precedenza avete modificato l'aspetto di una o più fra le 18 chiavi, dovrete ricordare la
le alterazioni del nuovo sistema. Ovviamente il font predefinito è Maestro, ma si può impostare un
posizione in cui avete salvato le chiavi personalizzate e di conseguenza il numero assegnato da
qualunque carattere installato nel proprio sistema operativo; in base al carattere scelto con que-
Finale a ciascuna di esse.
sto pulsante, Finale assegnerà uno specifico numero in codice, e come si nota il valore per il font
oo Ciò considerato, mantenete pure l'impostazione del numero di chiave sul valore "0" (zero) e passa- Maestro corrisponde a "0" (zero).
te alla voce Unità (B), in cui con i soliti due pulsanti scorrerete fra le varie alterazioni del sistema;
oo Una volta stabilito il carattere, potrete selezionare i simboli che vi servono cliccando sul successivo
poiché, come avete notato, le alterazioni attualmente fuori dal rigo sono la prima e la terza (Si e La,
pulsante ID elenco simboli (D): la finestra che si apre, Elenco dei simboli (fig. 9.19), contiene tutti i
cfr. fig. 9.14), iniziate a "sistemare" la prima mantenendo l'impostazione Unità "1".
controlli necessari.
oo Osservate adesso la casella sottostante Ottava (C), in cui appunto definirete l'ottava di posiziona-
mento: in questo caso è necessario sapere che Finale considera come "ottava zero" quella che va
dal Do 3 al Do 4, chiamata anche "ottava fondamentale". Di conseguenza, l'ottava "1" sarà quella
che va dal Do 4 al Do 5, l'ottava "-1" quella che va dal Do 2 al Do 3, e così via scorrendo fra valori
positivi e negativi.
oo In questo caso, il problema sta nel fatto che la prima alterazione è posizionata attualmente sull'ot-
tava "1", mentre dovrebbe stare sull'ottava "0". Correggete dunque il valore, e ripetete l'opera-
zione per quanto riguarda la terza alterazione. Cliccate infine su OK è tutto sarà al posto giusto
(fig. 9.17).

Fig. 9.19 - La finestra Elenco dei simboli

oo Evidentemente, per poter agire con consapevolezza, sarà necessario conoscere con precisione la
mappatura dei caratteri del font prescelto: per esempio, nel classico font Maestro, alla lettera "b"
minuscola corrisponde il segno del bemolle, alla "n" minuscola corrisponde il segno del bequadro,
Fig. 9.17 - Collocazione corretta della nuova armatura di chiave e così via.

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 95 96 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo Nelle due caselle al centro, quindi, si scriverà rispettivamente il numero d'ordine di ogni alterazione oo chiudete tutte le finestre di dialogo rimaste aperte, nonché il documento su cui avete lavorato fino
della tonalità (Ammontare, A) e il corrispondente simbolo nella mappatura (Caratteri, B). a questo momento (salvate, se lo desiderate);

oo Cliccando su Inserisci (C), si potrà ripetere l'operazione tante volte quanti sono i simboli da definire oo aprite il menu File e create un nuovo documento predefinito;
per le alterazioni previste dalla tonalità. Come sempre, i pulsanti Precedente e Successiva (D) con-
oo ora selezionate lo strumento Rigo musicale, e aggiungete un nuovo rigo tramite il menu omonimo;
sentiranno di visualizzare la successione dei valori assegnati.
oo sempre utilizzando il menu Rigo musicale, raggruppate i due righi dell'accollatura scegliendo una
oo Ora annullate per tornare alla finestra Attributi speciali della tonalità; l'ultima casella in basso, Unità
parentesi a piacere;
di distanza fra i tasti (cfr. fig. 9.18 E), specifica il numero di gradi scalari che dovranno intercorrere
fra due tasti di un eventuale dispositivo MIDI collegato al computer. oo ricordate ora che si devono rendere i due pentagrammi indipendenti dal punto di vista della tonali-
tà, perciò accedete alla finestra Attributi del rigo con un doppio clic sulla prima battuta della mano
oo Per ben comprendere il senso di questa opzione, si deve partire dalla ben nota considerazione sinistra;
che in un'ottava cromatica ci sono 12 semitoni. Il passaggio da un tasto all'altro, quindi, produce
un incremento o decremento di semitono; ma se il sistema è costruito, per esempio, su una scala oo in basso a sinistra, nell'area degli Elementi indipendenti, selezionate il pulsante Tonalità, quindi con-
a quarti di tono, sarà necessario "attraversare" due tasti per ottenere un semitono, o addirittura fermate con il pulsante OK;
quattro tasti per avere un tono intero. Per impostare una scala di questo tipo, dunque, si dovrà
oo le chiavi sono già correttamente assegnate, quindi selezionate lo strumento Indicazione di tempo,
scrivere il numero "2" nella casella.
poi fate clic col tasto destro sulla prima battuta del brano, e nel menu contestuale che si apre sce-
Di conseguenza, più sono i microintervalli previsti all'interno di un semitono, maggiore sarà il nu-
gliete il tempo "3/4";
mero che dovrà essere scritto in questa casella. Va da sé che tali impostazioni comporteranno
come conseguenza un drastico cambiamento nel modo "normale" di suonare una tastiera, ragion oo a questo punto siete pronti per impostare le due tonalità non lineari: iniziate selezionando lo stru-
per cui in questi casi è molto più conveniente inserire gli eventi musicali con il mouse o con la ta- mento Tonalità e facendo doppio clic sulla prima battuta della mano destra;
stiera del computer.
oo nella finestra Armatura di chiave aprite il menu a tendina accanto all'anteprima e scegliete Non
oo Per quanto riguarda la definizione dei sistemi a formato lineare è tutto, quindi potete cliccare su standard;
Annulla per ritornare alla finestra delle Armature di chiave non usuali.
oo fate clic sul secondo pulsante di opzione (Tonalità non lineare), e rivolgete ora l'attenzione ai cin-
que pulsanti in basso:
• Tornando ad osservare la coppia di pulsanti al centro (cfr. fig. 9.11 E), la seconda opzione - come det-
to in precedenza - si riferisce alla creazione di una tonalità non lineare, cioè un ambiente compositivo 1. il primo (Key Map) non andrà ovviamente utilizzato, in quanto nel brano in questione si utilizza
completamente indipendente che non fa parte di alcun sistema organizzato. una scala convenzionale, con il consueto ordine di toni e semitoni;
2. è invece fondamentale il secondo pulsante, che stabilisce l'ordine di comparsa delle alterazioni:
• Le modalità per l'impostazione di una tonalità di questo tipo sono sostanzialmente le stesse che carat-
fate clic su di esso, e comunicate a Finale che si dovrà visualizzare solo il Mi F, perciò nelle due
terizzano il sistema a formato lineare, compreso l'utilizzo dei cinque pulsanti in basso; in questo caso,
caselle scrivete "2" e "-1" (il "2" perché il Mi è collocato due gradi diatonici sopra il Do, che ha
però, tutti i parametri assegnabili si riferiscono ad un'unica tonalità, quindi ad esempio vi potrà essere
sempre il valore zero; il "-1" perché l'alterazione necessaria è un bemolle).
un solo centro tonale e non una pluralità di centri collegati da precisi rapporti funzionali.
Prima di confermare, fate clic sul pulsante Successiva e scrivete "0" (zero) in entrambe le casel-
Non è necessario, quindi, descrivere nuovamente le cinque finestre di dialogo assegnate ai pulsanti, in
le, in modo da comunicare al programma che avrete bisogno di una sola alterazione: identifi-
quanto il loro utilizzo è praticamente identico; faremo solo un semplice esempio, tratto dalla raccolta
cando col parametro "zero" l'Unità 2, infatti, Finale capirà che l'impostazione è conclusa;
di studi pianistici Mikrokósmos di Béla Bartók: nel brano Hands Crossing (vol. IV, n. 99) il compositore
3. cliccate ora su OK e vedrete nell'anteprima il Mi F;
utilizza non soltanto la politonalità, ma anche una tonalità non lineare in entrambi i righi (fig. 9.20).
4. potete ignorare gli altri tre pulsanti, in quanto non sono utili per l'esempio in questione, quindi
premete ancora OK, così nell'anteprima definitiva vedrete che la tonalità non lineare è stata
correttamente impostata.

oo Nell'area Regione di misure selezionate l'intera partitura, scrivendo "da misura 1 sino alla fine del
brano" e confermate un'ultima volta con OK.

oo Ora fate doppio clic sulla prima battuta della mano sinistra, richiamate nuovamente dal menu a
tendina l'opzione Non standard, selezionate il secondo pulsante di opzione (Tonalità non lineare), e
infine cliccate sul pulsante Successiva per creare una nuova tonalità;

oo premete direttamente il secondo pulsante in basso, e nella finestra Ordine e ammontare delle
­alterazioni impostate per l'Unità 1 il Fa S, che in realtà è già predefinito (ricordate infatti che il pro-
Fig. 9.20 - Esempio "composito" di politonalità e tonalità non lineari (Béla Bartók, dal Mikrokósmos)
gramma parte sempre come base dall'ordine delle alterazioni del sistema tonale, quindi ci sono già
i valori "3" e "1");
Come si nota, c'è il solo Mi F nella mano destra e due alterazioni ascendenti (Fa S / Sol S) nella mano
sinistra; procediamo quindi a ricreare il layout di base della composizione, utilizzando gli strumenti oo cliccate su Successiva per impostare l'Unità 2, e in questo caso scrivete "4" e "1", in modo da otte-
necessari (cfr. tutte le lezioni precedenti, in particolare la n. 5): nere il Sol S ;

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Lezione 9. Lo strumento Tonalità | 97 98 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo fate un ultimo clic sul pulsante Successiva e azzerate entrambe le caselle, in modo da far capire a
Finale che l'impostazione è conclusa;
oo premete il pulsante OK, ed ecco le due alterazioni richieste. Notate però che rispetto all'esempio
di fig. 9.20 le alterazioni si trovano sull'ottava sbagliata, quindi andate a cliccare direttamente sul
quarto pulsante, che regola le ottave di posizionamento delle alterazioni;
oo nella finestra di dialogo, si nota che l'Unità 1 è al momento impostata sull'ottava "1", ossia quella
che copre l'ambito Do 4 / Do 5; cambiate dunque tale valore a "0" (zero) per abbassare all'ottava
fondamentale, poi passate all'Unità 2 con il pulsante Successiva e ripetete il medesimo passaggio;
oo cliccate sul pulsante OK per uscire: vedete che ora le due alterazioni si trovano nella posizione cor-
retta, o meglio quella riportata nell'illustrazione.
oo Potete finalmente confermare tutto, indicando anche in questo caso "da misura 1 sino alla fine del
brano". Naturalmente, dopo che avrete seguito le prossime lezioni, potrete divertirvi ad inserire
tutte le note per completare il lavoro.

L'esercizio che avete svolto rappresenta solo un piccolo esempio delle migliaia di possibilità che si possono ot-
tenere padroneggiando adeguatamente questo complesso strumento; è naturale che all'inizio si provi un certo
smarrimento, come sempre accade di fronte a un sì gran numero di scelte possibili, ma l'importante è prenderne
possesso in maniera graduale, per essere in grado di riprodurre o di creare con Finale qualsiasi tipo di tonalità.

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100 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Lezione 10
Lo strumento Indicazione di tempo

Dopo aver impostato la chiave iniziale e la relativa armatura, di norma l'elemento successivo che si inserisce in Fig. 10.2 - La finestra Indicazione di tempo
una partitura è l'indicazione di tempo.
• Come in altri casi, anche qui si vede in alto una piccola anteprima (A), che prefigura il risultato delle
Anche per questo tipo di intervento abbiamo già visto una rapida anticipazione durante la creazione di un docu- impostazioni effettuate; nella fattispecie si dovrà operare sui due slider orizzontali a fianco:
mento con l'Impostazione guidata (cfr. Lezione 1), e pure in questo caso - se ricordate - la procedura rivela alcuni
limiti importanti, in particolare l'impossibilità di predisporre cambi di tempo in battute successive alla prima, o oo il primo (B) imposta il numero delle pulsazioni;
di inserire sovrapposizioni di tempi diversi nello stesso brano. oo il secondo (C), invece, la durata di ciascuna pulsazione.
Per superare queste limitazioni, Finale offre in proposito uno strumento specifico, denominato per l'appunto • Agendo sui pulsanti a freccia di ciascuno slider, andrete quindi a variare consapevolmente l'entità di
Indicazione di tempo, che nella tavolozza degli strumenti principali è rappresentato da un 4/4 su un frammento questi elementi. In particolare, se nel primo slider cliccate verso destra, andrete ad aggiungere, una
di pentagramma (fig. 10.1 A); come sempre, è possibile anche accedere anche al menu Strumenti, scegliendo in alla volta, singole pulsazioni al tempo d'impianto, fino ad un massimo di 100.
questo caso la voce in penultima posizione (fig. 10.1 B). Ovviamente, cliccando verso sinistra diminuirete il numero delle pulsazioni, una alla volta, fino al mini-
mo di 1.
• Se intervenite invece sul secondo slider, cliccando nelle due direzioni cambierete il valore dell'unità di
misura passando alternativamente da un valore intero al suo corrispondente valore puntato. In questo
caso il valore massimo che si può inserire è la semibreve, è il più piccolo è la biscroma.
Come sempre, però, Finale offre la possibilità di oltrepassare i limiti predefiniti, nel caso si presenti-
no necessità particolari: per analizzare la procedura fate quindi clic sul pulsante Composito in alto al
­centro (D), che apre la finestra Indicazioni di tempo composito (fig. 10.3).

Fig. 10.3 - La finestra Indicazioni di tempo composito

Fig. 10.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Indicazione di tempo • La funzione principale della finestra di dialogo, come si intuisce dal titolo, è quella di inserire tempi
compositi, sui quali torneremo in seguito, ma essa può essere sfruttata anche per risolvere la predetta
Aprendo un nuovo documento predefinito, si può notare che il programma inserisce automaticamente il tempo esigenza:
di 4/4 (sicuramente la scelta più diffusa nelle composizioni di tipo tradizionale): è logico, quindi, che se il tempo oo provate, ad esempio, a scrivere "4" nella prima casella della prima fila, e ancora "4" nella prima
da impostare in un nuovo brano coincide con tale indicazione non si dovrà fare nulla. casella della seconda fila;
Ipotizziamo invece, a titolo dimostrativo, di voler effettuare qualche modifica, per cui fate doppio clic sulla pri- oo come vedete, così facendo avete impostato un comune tempo di 4/4; ma se ora cliccate sul pulsan-
ma battuta così da accedere alla finestra Indicazione di tempo (fig. 10.2). te checkbox in basso (Usa EDU come unità di misura per la durata delle pulsazioni, A), visualizzerete

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Lezione 10. Lo strumento Indicazione di tempo | 101 102 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

il valore inferiore in EDUs: questa sigla (acronimo di Enigma Duration Units), indica una speciale e
minuziosissima tecnica di misurazione delle durate brevettata da Makemusic.
oo Cliccando sul pulsante, notate che il valore "4" della casella inferiore si trasforma in "1024": ciò si- Tabella delle corrispondenze fra valori musicali e EDUs 
gnifica che per Finale una nota da un quarto (semiminima) corrisponde a "1024 EDUs".
Capito questo, sarà sufficiente modificare il presente valore in modo proporzionale per ottenere
Valore  Corrispondenza in EDUs 
qualunque unità di misura: ad esempio, per impostare un valore più piccolo rispetto al minimo pre-
definito, magari una semibiscroma, inserite il suo corrispondente in EDUs, che è "64". Notate come W 8192 
il valore dell'indicazione nell'anteprima (B) si modifica in tempo reale.
Allo stesso modo, se come unità di misura voleste impostare una breve da 8/4, dovreste scrivere il
suo valore corrispondente, che è "8192". w. 6144 

oo Ciò vale anche per eventuali indicazioni di unità di misura con due, tre o più punti di valore: per
esempio, una semiminima con due punti si otterrà impostando "1792 EDUs", una semiminima con tre w 4096 
punti inserendo "1920 EDUs", e così via.
oo Anche in un caso come questo, quindi, Finale consente di ottenere risultati estremamente sofisti- h. 3072 
cati. L'illustrazione a pagina seguente (tavola A) riassume le cifre in EDUs corrispondenti a tutti i
h
principali valori musicali.
2048 
• Rimanendo all'interno della finestra Indicazioni di tempo composito, veniamo ora allo scopo principa-
le per cui essa è stata progettata: Finale, infatti, consente di predisporre tempi multipli (o appunto q. 1536 
­compositi) fino a cinque elementi complessivi.
oo Deselezionate il pulsante checkbox relativo alla conversione in EDUs, poi a titolo di esempio inserite q 1024 
nelle prime sei caselle tre tempi differenti: "2/4 + 3/8 + 2/2"; l'anteprima vi aggiornerà automatica-
mente in merito all'intervento che state effettuando (fig. 10.4).
e. 768 

e 512 

x. 384 

x 256 

. 192 

Fig. 10.4 - Esempio di creazione di un tempo composito


128 

oo In queste caselle si può scrivere qualsiasi valore, purché sia coerente con i tempi comunemente
accettati dalla divisione tradizionale, che per le unità di misura procede dalla più grande alla più 96 
piccola dividendo sempre per 2 (ogni unità, cioè, avrà un valore pari alla metà della precedente e al
doppio della successiva: quarti, ottavi, sedicesimi, trentaduesimi, ecc.).
Se si tentasse di inserire un valore inesistente, come "4/37", Finale lo adatterebbe automatica- 64 
mente al valore più vicino per eccesso fra quelli accettati dal sistema (in questo caso il numero "37"
sarebbe reso in automatico come "64").
oo Fate ora clic sul pulsante Azzera (A) per cancellare il contenuto di tutte le caselle, e considerate 48 
la possibilità di raggruppare i tempi compositi qualora l'unità di misura sia comune; per esempio,
dovendo impostare il tempo "4/8 + 3/8 + 2/8", si possono utilizzare solo le prime due caselle, scri-
vendo nella prima "4+3+2" e nella seconda la cifra "8": il programma capirà perfettamente la nostra 32 
intenzione e creerà un'indicazione di tempo unica contenente tutti i valori impostati (fig. 10.5).
oo Cliccate infine su Annulla per tornare alla finestra di partenza. Tavola A

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Lezione 10. Lo strumento Indicazione di tempo | 103 104 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• Ricordate che è molto importante tenere conto di queste differenze nell'impostazione del tempo di
un brano.
• Procedendo con la descrizione della finestra Indicazione di tempo, anche in questo caso vi sono i tre
consueti pulsanti di opzione dedicati all'impostazione della regione su cui dovrà avere effetto ogni
modifica (cfr. fig. 10.2 E).
Il funzionamento di queste opzioni è stato già descritto nelle lezioni precedenti, quindi possiamo pas-
sare ad occuparci della casella di controllo sulla destra, Ridistribuisci la musica (cfr. fig. 10.2 F).
• Essa andrà - se necessario - a modificare il raggruppamento delle note in base al cambiamento effettua-
to: per fare un esempio, se il tempo della composizione è 3/4 e in una battuta vi sono sei crome, queste
vengono di norma raggruppate a due a due; ma se si modifica l'indicazione di tempo portandola a 6/8,
la preventiva selezione del pulsante farà sì che le sei crome vengano automaticamente raggruppate
a tre a tre. Viceversa, se non si seleziona il checkbox, sarà conservato il raggruppamento originale.
Fig. 10.5 - Esempio di raggruppamento dell'unità di misura comune in un tempo composito
Per quanto riguarda le indicazioni di cortesia, il loro funzionamento è analogo a quello descritto per lo strumen-
• Prima di proseguire nell'analisi, soffermatevi ancora un momento sui due slider orizzontali (cfr. to Tonalità (cfr. Lezione 9):
fig. 10.2 B e C), poiché è bene precisare che il modo in cui si imposta l'indicazione di tempo influenzerà
• provate, per esempio, ad inserire nella quarta battuta il tempo di 3/4, applicando il cambiamento solo
anche il raggruppamento delle note all'interno delle battute.
a questa misura (selezionate perciò il primo pulsante di opzione scrivendo "Dalla misura 4 sino alla 4");
Il caso più emblematico è costituito dal tempo 6/8, probabilmente il più utilizzato fra i tempi compo-
sti: se infatti lo si definisce inserendo come unità di misura la croma tramite lo slider inferiore e una • cliccando su OK, noterete che in fondo al rigo compare l'indicazione che preannuncia il ritorno al tem-
quantità pari a "6" con lo slider superiore, si otterrà senz'altro il tempo di 6/8, ma il programma - come po di 4/4 nel rigo successivo;
si vede nell'anteprima - non effettuerà alcun raggruppamento delle crome (fig. 10.6), interpretando • ora, proprio come accade nello strumento Tonalità, potrete eventualmente ordinare a Finale di non
l'indicazione come un tempo semplice con suddivisione della misura in 6 movimenti. visualizzare le indicazioni di cortesia, aprendo la finestra delle Opzioni del documento;
• per procedere in tal senso, accedete alle suddette opzioni con la solita scorciatoia (ALT+CTRL+A in
Windows o ALT+CMD+A in MacOS), e dall'elenco a sinistra questa volta scegliete la penultima voce,
Indicazione di tempo;
• esattamente al centro della finestra compare il pulsante che fa al caso vostro (Mostra l'indicazione di
cortesia di cambio tempo alla fine del rigo): togliete la selezione e - dopo aver confermato con il pulsan-
te OK - l'indicazione a fine riga non sarà più visibile.
• Anche in questo caso, tuttavia, si consiglia di annullare l'operazione con la scorciatoia CTRL+Z (Win) o
CMD+Z (Mac), in quanto la teoria musicale prevede che le indicazioni di cortesia vengano regolarmen-
te visualizzate.
Tornate ancora all'interno della finestra Indicazione di tempo, e fate clic sull'ultimo pulsante che ancora non è
stato descritto, denominato Più opzioni (cfr. fig. 10.2 G); la sua selezione fa sì che la finestra si allarghi verso il
basso, aggiungendo ulteriori scelte a quelle già presenti (fig. 10.8).
Fig. 10.6 - Impostazione erronea del 6/8 come tempo semplice anziché come tempo composto

• Normalmente, invece, è risaputo che nei tempi composti le crome vengono raggruppate a gruppi di
tre (quindi il 6/8 è costituito da 2 movimenti); perciò, per ottenere il risultato corretto si dovrà definire
come unità di misura la semiminima puntata e limitare a "2" il numero delle pulsazioni: così facendo,
Finale effettuerà il raggruppamento corretto (fig. 10.7).

Fig. 10.7 - Impostazione corretta del 6/8 come tempo composto Fig. 10.8 - Espansione della finestra Indicazione di tempo per l'aggiunta di opzioni

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Lezione 10. Lo strumento Indicazione di tempo | 105 106 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Questi comandi supplementari offrono la possibilità di visualizzare in partitura un tempo diverso da quello ef- oo le prime due caselle di controllo in alto sono proprio quelle che servono allo scopo: la prima attiva
fettivamente impostato, assegnando inoltre - se necessario - la tipica forma abbreviata al tempo ordinario e al la visualizzazione automatica dell'abbreviazione per il tempo ordinario, la seconda attiva quella per
tempo tagliato. il tempo tagliato (fig. 10.10);
• Procedendo con ordine, l'attivazione della casella Mostra un'indicazione di tempo diversa da quella
­impostata (A) è indispensabile per rendere attive tutte le regolazioni della parte bassa della finestra,
altrimenti esse rimarranno inutilizzate.
• La scelta di visualizzare un tempo differente da quello reale è piuttosto comune, specialmente quando
si ha la necessità di ottenere raggruppamenti di note diversi da quelli normalmente previsti, sovente Fig. 10.10 - I controlli per la visualizzazione automatica delle abbreviazioni di tempo
per un limitato numero di battute e al fine di ottenere accenti ritmici particolari.
Pensate, per esempio, ancora una volta al tipico caso del 3/4: di solito le crome, con questo tipo di indi- oo osservate che ciascuna delle due abbreviazioni può essere attivata indipendentemente per la
cazione, sono raggruppate a due a due; se viceversa desiderate che esse vengano sempre raggruppate ­partitura e per le eventuali parti staccate, e inoltre che i simboli stessi delle abbreviazioni possono
a tre a tre senza però dover modificare il tempo portandolo a 6/8, questa è l'opzione che fa al caso essere modificati rispetto a quelli "classici", cliccando sui rispettivi pulsanti.
vostro.
Basterà infatti impostare nella sezione principale della finestra l'indicazione di 6/8, avendo cura di sce- Chiudete ora la finestra delle opzioni con il pulsante Annulla, e considerate la possibilità di dover sovrapporre in
gliere la semiminima puntata come unità di misura; poi si selezionerà il suddetto pulsante checkbox e si una partitura delle indicazioni di tempo differenti per i vari strumenti dell'organico (oppure per la mano destra e
imposterà il tempo di 3/4 come visualizzazione fittizia (fig. 10.9). la mano sinistra in una pagina pianistica). A questo proposito, potete svolgere un breve esercizio aprendo dalla
cartella Documenti di esempio ed esercitazioni il file intitolato "Documento di esempio 06.musx1" 2.

• Selezionate dalla tavolozza lo strumento Rigo musicale e cliccate sulla prima battuta del violino: acce-
derete alla finestra degli Attributi del rigo; in basso a sinistra vi sono le tre opzioni relative agli elementi
indipendenti, che abbiamo già incontrato descrivendo lo strumento Tonalità (cfr. Lezione 9).
La seconda opzione riguarda proprio l'indicazione di tempo, perciò selezionatela e ripetete l'operazio-
ne su tutti gli strumenti dell'organico, passando dall'uno all'altro per mezzo del menu a tendina in alto;

• confermate con il pulsante OK e selezionate dalla tavolozza lo strumento Indicazione di tempo;

• fate ancora doppio clic sulla prima battuta del violino, e utilizzando i controlli che avete imparato in
questa lezione inserite il tempo 3/4, scegliendo come ambito "dalla misura 1 sino alla 3", poi premete
OK;

• fate adesso doppio clic sulla prima misura della tromba, e assegnatele il tempo 6/8, sempre nelle prime
tre battute;

• infine fate doppio clic sulla prima misura del clarinetto, e per questo strumento impostate il tempo
12/16 (ancora per le prime tre battute).

Fig. 10.9 - Impostazione di un "falso" 3/4 raggruppato come 6/8 • Come si vede, la procedura è piuttosto semplice; è importante però tenere conto del materiale musica-
le eventualmente già presente in partitura, onde evitare strane risultanze dal punto di vista del ritmo.
• Un'altra situazione tipica si verifica qualora in un unico documento vi siano due o più incipit in levare Osservate infatti la seconda accollatura, in cui sono già presenti alcune note: se effettuate una qualsia-
(come accade spesso realizzando pagine di esempi musicali, temi con variazioni o altri brani suddivisi si modifica, Finale tenterà di adattare il materiale al nuovo valore impostato, generalmente con ottimi
in più movimenti): poiché infatti Finale consente di impostare per ogni documento un solo inizio di risultati, ma originando per ovvi motivi una ridistribuzione delle note lungo le battute.
tipo anacrusico, il metodo sopra esposto rappresenta l'unica soluzione per bypassare la limitazione e
ottenere tale risultato1. • Provate, per esempio, a fare doppio clic sulla quarta misura del violino, applicando il tempo di 5/4 fino
alla fine del brano: poiché il vostro intervento ha dato origine a un tempo in cinque movimenti sovrap-
• Per quanto riguarda l'abbreviazione del tempo ordinario e del tempo tagliato, potete notare - sempre posto a un tempo in quattro movimenti, non solo le note del violino sono state compresse all'indietro
nell'area in basso delle opzioni aggiuntive - il checkbox Abbreviato (cfr. fig. 10.8 B), che per l'appunto in tutte le battute, ma anche l'esecuzione in playback comporterà per il violino stesso un ritmo di
trasformerà l'indicazione di 4/4 nel tipico simbolo "c" ad esso equivalente, o l'indicazione di 2/2 nel ­quintina in tutte le misure.
simbolo "C".
• Ricordate comunque che le suddette indicazioni abbreviate possono essere impostate per default, • Annullate (CTRL+Z in Windows o CMD+Z in MacOS), e facendo ancora doppio clic a misura 4 del
utilizzando ancora una volta la finestra delle Opzioni del documento: ­violino, assegnate il tempo di 3/4 fino alla fine del brano, avendo cura di selezionare anche il pulsante
­Ridistribuisci la musica: questa volta otterrete il risultato opposto, cioè la creazione automatica di due
oo chiudete la finestra Indicazione di tempo cliccando su Annulla; nuove battute per poter accogliere tutto il materiale. L'esecuzione in playback, in questo caso, impri-
oo accedete alle Opzioni del documento con la consueta scorciatoia, e dall'elenco a sinistra selezionate merà alle note un ritmo di terzina.
Indicazione di tempo;
2. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 06.xml" seguendo le istru-
1. Per la procedura di realizzazione di un inizio in levare si rinvia alla lezione n. 15. zioni riportate nell’Appendice 1.

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Lezione 10. Lo strumento Indicazione di tempo | 107 108 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Come avete visto, anche lo strumento Indicazione di tempo dispone di numerose opzioni per farvi ottenere nel
miglior modo possibile tutto ciò di cui avete bisogno. Per concludere la trattazione, è necessario analizzare -
come per lo strumento Tonalità - le modalità alternative di inserimento dell'indicazione in partitura.

Anche per questa procedura, infatti, la pratica del doppio clic sulle battute non è l'unico metodo disponibile:
è anche possibile utilizzare il tasto destro del mouse per aprire un menu contestuale, e al tempo stesso il pro-
gramma prevede alcuni specifici Metatool.

• Nel primo caso, il menu contestuale (fig. 10.11) contiene in prima posizione il richiamo diretto alla fine-
stra Indicazione di tempo, già ampiamente analizzata in questa lezione; tutte le altre voci si riferiscono
alle indicazioni che più comunemente si inseriscono in una partitura.
Si passa perciò dai tempi semplici (comprese le forme abbreviate per il tempo ordinario e quello
­tagliato) ai tempi composti, includendo anche alcuni diffusi tempi dispari, nelle loro possibili suddivisio-
ni ritmiche interne.

Fig. 10.12 - La disposizione sequenziale dei tasti per i Metatool dello strumento Indicazione di tempo

• Come si nota, purtroppo, le scorciatoie disponibili sono piuttosto esigue, e sono contemplate esclu-
sivamente le unità di misura pari al quarto (semiminima) e all'ottavo (croma); non c'è nemmeno, per
citare l'assenza più vistosa, la comunissima indicazione per il 2/2.
• Si deve tuttavia ricordare che è sempre possibile definire dei Metatool personalizzati per richiamare
velocemente qualsiasi indicazione di tempo creata dall'utente, anche la più complessa. Per la proce-
dura di impostazione di un proprio Metatool si rinvia ancora una volta alla trattazione dello strumento
Fig. 10.11 - Il menu contestuale per l'indicazione di tempo Chiave (cfr. Lezione 8).
• Questo metodo è senza dubbio molto rapido, ed è spesso preferibile a quello "canonico" costituito dal
doppio clic, purché ci si ricordi di selezionare in precedenza l'area su cui si vuole intervenire, altrimenti
Con questa lezione si conclude la prima fase del corso: avete appreso tutte le tecniche necessarie per la prepa-
Finale applicherà automaticamente il cambiamento fino alla fine del brano.
razione di una partitura in modo professionale e siete finalmente pronti ad inserire le note nei vostri documen-
Inoltre, si tenga presente che con questo sistema non è possibile impostare tempi compositi o altre ti. Nelle prossime pagine proseguiremo perciò il percorso occupandoci della prima fra le 3 modalità possibili:
indicazioni di particolare complessità. ­l'Inserimento semplice.
• In secondo luogo, come detto, anche per lo strumento Indicazione di tempo sono previsti alcuni como-
dissimi Metatool: partendo dalla stessa logica applicata per lo strumento Tonalità (cfr. Lezione 9), in
questo caso si utilizzano due "file" di tasti nella tastiera del computer, in particolare la fila che va dal
numero "1" al numero "0" (zero), e quella che va dalla lettera "Q" alla lettera "P" (fig. 10.12).
Ricordate che per ottenere velocemente un'indicazione dovrete tenere premuto il tasto-scorciatoia
e fare doppio clic sulla battuta interessata (o su un ambito di battute precedentemente selezionate).

oo La prima fila, contrassegnata nell'illustrazione dal colore rosso, richiama nell'ordine le seguenti
indicazioni di tempo: 1/4, 2/4, 3/4, 4/4, 5/4, 6/4, 7/4, 8/4, 9/4, 12/4;

oo la seconda fila, contrassegnata dal colore giallo, richiama invece le seguenti indicazioni: 1/8, 2/8, 3/8,
4/8, 5/8, 6/8, 7/8, 8/8, 9/8, 12/8.

oo Tenete presente che il tempo ordinario apparirà nella forma comune (4/4) o in quella abbreviata (c)
a seconda dell'impostazione selezionata nella finestra delle Opzioni del documento (cfr. i paragrafi
precedenti).

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110 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Poiché non abbiamo ancora analizzato i vari oggetti nello specifico, per il momento aprite l'Inserimento semplice
direttamente dalla tavolozza degli strumenti principali.

Come detto, lo strumento si serve dell'ausilio di due tavolozze sussidiarie, che possono essere collocate in varie
Lezione 11 posizioni. Nella versione di Finale per Windows, alla prima apertura del software dopo l'installazione, esse si tro-
vano agganciate al lato sinistro della finestra; potete tenerle in quella sede ma anche eventualmente "sganciar-
le", cliccando con il tasto sinistro del mouse sul bordo superiore di ogni tavolozza e trascinando verso l'interno,
Lo strumento Inserimento semplice così da collocarle nel punto che risulti a voi più comodo e non copra l'area di lavoro.

Dopo aver sbloccato le tavolozze, se portate il puntatore sopra il loro angolo inferiore destro, esso si trasfor-
merà in una doppia freccia, e vi sarà possibile "sagomare" le tavolozze stesse mediante trascinamento, dispo-
nendo le icone secondo un ordine personalizzato di file e colonne (fig. 11.2).
L'Inserimento semplice costituisce la prima delle tre modalità previste da Finale per l'immissione delle note e
delle pause in una partitura. Questo metodo esiste fin dalla prima versione del programma, ed è probabilmente
quello più utilizzato dagli utenti alle prime armi, i quali - dopo aver preso confidenza con i vari strumenti e la
filosofia operativa del software - passano quasi sempre agli altri due metodi, sicuramente più rapidi ed efficaci.
In questa lezione imparerete quindi a conoscere dettagliatamente questo sistema di base, così da poter iniziare
ad inserire alcune note nei vostri documenti.
L'icona della tavolozza adibita alla selezione dell'Inserimento semplice rappresenta una croma (fig. 11.1 A); essa
non va confusa con l'icona dell'Inserimento rapido, che le sta accanto e rappresenta una croma in movimento.
Aprendo il menu Strumenti, si può trovare come di consueto la voce corrispondente. C'è tuttavia una differenza
rispetto ai casi visti fino ad ora: la voce Inserimento semplice, infatti, è accompagnata (subito sotto) dalla dicitura
complementare Pause inserimento semplice, ed entrambe conducono a un proprio sottomenu, con cui si posso-
no selezionare direttamente i vari elementi delle due tavolozze d'appoggio dello strumento, ossia quella delle
note e quella delle pause (fig. 11.1 B e C).

Fig. 11.2 - Il punto di controllo delle tavolozze sussidiarie (nel cerchio rosso)
e alcune delle loro possibilità di "sagomatura"

La tavolozza più grande contiene tutti i valori musicali, dalla breve alla fusa, nonché le alterazioni e altri simboli
di servizio che vedremo singolarmente; quella più piccola, invece, contiene solo le pause corrispondenti ai sud-
detti valori.

In origine, l'idea dei programmatori di Finale fu quella di creare lo strumento Inserimento semplice per consen-
tire la scrittura delle note, una per una, con il mouse. Come vedremo, questo tipo di immissione - per quanto
semplicissimo e intuitivo - è estremamente lento e macchinoso, quindi assolutamente sconsigliabile per la rea-
lizzazione di grandi e complesse partiture.
Nella versione attuale, a cui si è giunti dopo numerose modifiche e miglioramenti nel corso di oltre vent'anni, è
ancora possibile operare in questo modo, ma grazie a tutta una serie di scorciatoie da tastiera - che analizzere-
mo dettagliatamente - l'utilizzo dell'Inserimento semplice è diventato molto più agile ed efficiente, al punto che
ormai quasi lo si confonde con l'Inserimento rapido, con il quale presenta moltissimi punti in comune.

Per rendere comunque accessibile l'apprendimento anche a coloro che non hanno mai utilizzato il programma,
inizieremo proprio dal metodo di base, selezionando i valori uno per uno dalle tavolozze e cliccando sul penta-
gramma per effettuare l'inserimento.
Il primo esercizio consiste nella copiatura dell'incipit di una melodia lineare e notissima, ovvero l'Inno alla gioia
tratto dalla Sinfonia n. 9 op. 125 di Ludwig van Beethoven; l'esempio è trasportato alla tonalità di Do maggiore
Fig. 11.1 - Le modalità per l'attivazione dello strumento Indicazione di tempo e dei suoi sotto-strumenti per renderlo ancora più semplice (fig. 11.3).

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Lezione 11. Lo strumento Inserimento semplice | 111 112 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• Il secondo pulsante (B) serve a modificare le altezze delle note già scritte; posizionandosi con precisio-
ne sopra o sotto l'evento interessato, si potrà cliccare e la nota sarà trasportata direttamente all'altez-
za indicata dal puntatore, mantenendo il suo attuale valore.

• Subito dopo la serie dei valori musicali e il punto (C), si incontrano i tre pulsanti per l'inserimento delle
Fig. 11.3 - Esempio di semplice melodia da trascrivere (L. van Beethoven, Inno alla gioia)
principali alterazioni: diesis, bemolle e bequadro (D). Esse possono essere aggiunte direttamente alle
note già scritte, oppure associate a un valore qualsiasi prima della sua immissione in partitura.
• Aprite un nuovo documento predefinito (File > Nuovo > Documento predefinito);
Ovviamente il simbolo del bequadro non produrrà alcun effetto se assegnato a una nota che si trova
• verificate di aver opportunamente selezionato lo strumento Inserimento semplice; già allo stato naturale, perciò sarà utile solo se applicato a note alterate.
• osservate la tavolozza delle note (la più grande delle due), e fate clic sul simbolo della semiminima: • Un effetto simile a quello dei pulsanti appena descritti si ottiene con i due successivi (E), i quali - come
notate che il vostro puntatore ha assunto una forma corrispondente al valore prescelto; si può intuire dall'icona - alzano o abbassano le note di un semitono alla volta. Questi oggetti sono utili
• posizionatevi ora con cura all'interno della prima battuta e situate il puntatore esattamente sopra la soprattutto per incrementare o decrementare ulteriormente l'altezza di note già alterate, così da ot-
linea del Mi, quindi fate un clic singolo per inserire la nota; tenere doppi diesis o doppi bemolli.
Cliccando ripetutamente su una nota, si continuerà a modificarne l'intonazione fino a ottenere un mas-
• l'evento che avete appena inserito apparirà selezionato (cioè evidenziato da un colore, generalmente simo di sette diesis o sette bemolli.
rosa scuro, ma a seconda della versione di Finale in vostro possesso e del sistema operativo utilizzato,
il colore potrebbe essere differente). • Il pulsante che segue, invece, inserisce una legatura di valore fra due suoni (F); come per il punto di
valore e per le alterazioni, l'elemento può essere utilizzato direttamente su note già scritte in prece-
• Nello strumento Inserimento semplice, quando un evento è selezionato la sua altezza può essere mo-
denza (cliccando in questo caso sul primo dei due valori da legare), oppure in diretta congiunzione con
dificata in tempo reale: se infatti premete sulla tastiera del computer i tasti Freccia su o Freccia giù, ve-
una nota, al fine di inserire entrambi i simboli contemporaneamente.
drete che la nota si sposta verso l'alto o verso il basso di una posizione (da linea a spazio o viceversa);
Teoricamente questa legatura potrebbe essere usata per congiungere anche note di altezza diversa,
tenete a mente questo pratico sistema per correggere velocemente le eventuali note sbagliate senza
definendola quindi come una legatura di portamento; tuttavia, si deve tenere presente che essa ap-
doverle cancellare e riscrivere.
parirà sempre orizzontale, senza seguire la direzione dell'intervallo. Si sconsiglia vivamente, perciò, di
• Situate ora il puntatore poco più a destra rispetto alla prima nota inserita, e cliccate nuovamente per utilizzarla in questo modo; in tali casi è opportuno servirsi del più appropriato strumento Forme intelli-
inserire il secondo Mi; come vedete, il meccanismo è davvero molto semplice, per cui potete procede- genti, che analizzeremo in seguito (cfr. Lezione 19).
re in modo analogo fino alla dodicesima nota.
• Il penultimo pulsante raffigura una terzina, e consente di inserire in partitura i gruppi irregolari (G). Il
• Ora, il primo elemento della quarta battuta è una nota puntata; per ottenerla, fate clic nella tavolozza gruppo impostato per default è proprio la terzina (sicuramente il più diffuso), e il suo utilizzo può avve-
sul simbolo del punto di valore, osservando sempre come il puntatore prenda la forma dell'evento che nire, anche in questo caso, in due modi:
state per inserire;
1. impostando fin da subito il gruppo irregolare, cioè selezionando sia il presente pulsante, sia il valo-
• dopo aver scritto il Mi puntato, ci si imbatte in una piccola scomodità: il simbolo del punto rimane re corrispondente alla prima nota del gruppo. Si noti che in questo caso Finale, quando si clicca sul
infatti associato al valore corrente. Poiché ora si deve inserire una semplice croma, sarà necessario rigo per inserire la prima nota, predispone già l'intero gruppo irregolare integrandolo con pause
tornare con il mouse alla tavolozza, cliccare nuovamente sul punto di valore per deselezionarlo, quindi aventi la funzione di "segnaposto"; per completare la figura ritmica, basterà cliccare sopra le pause
prendere la croma stessa e finalmente cliccare sul rigo: in pratica, si devono effettuare ben tre diverse ed esse saranno sostituite dalle note desiderate.
operazioni per inserire una sola nota.
2. Scrivendo, in alternativa, dapprima tutte le note con valori normali e applicando successivamente
• Per concludere questo breve esercizio, tornate un'ultima volta alla tavolozza dei valori e selezionate la l'irregolarità.
minima, quindi inserite il Re alla fine della quarta battuta.
• Qualora si debba inserire un gruppo irregolare diverso dalla terzina, sarà necessario seguire un altro
Per quanto riguarda le pause, non è necessario fare esempi particolari: per inserirle dovrete agire esattamente tipo di percorso. Ponete, ad esempio, di dover scrivere una settimina di crome:
come per le note, selezionando ovviamente i simboli dalla tavolozza più piccola. 1. selezionate dalla tavolozza maggiore il simbolo della croma e quello dei gruppi irregolari;
Vediamo ora qual è la funzione degli altri elementi presenti nella tavolozza maggiore (fig. 11.4): 2. ora tenete premuto il tasto SHIFT (o tasto maiuscole, se preferite) e cliccate sul rigo, all'altezza
desiderata per la prima nota del gruppo: apparirà una finestra denominata Definizione del gruppo
irregolare per l'inserimento semplice (fig. 11.5).

Fig. 11.4 - Altri elementi della tavolozza maggiore

• il primo pulsante (A) raffigura una gomma per cancellare, e comporta l'eliminazione immediata (trami-
te un clic) di note o pause già inserite nella partitura. Si noti che la cancellazione di un evento seguito
- nella stessa battuta - da altre note o pause, comporterà l'arretramento dei valori rimasti, quindi la
misura dovrà essere in seguito completata. Fig. 11.5 - La finestra Definizione del gruppo irregolare per l'inserimento semplice

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Lezione 11. Lo strumento Inserimento semplice | 113 114 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Al suo interno andrà indicata la tipologia del gruppo irregolare da inserire, perciò in questo caso Dopo aver analizzato la funzione delle tavolozze sussidiarie e di tutti i loro pulsanti, possiamo concludere la de-
scrivete "7" nella prima casella (A) e "4" nella seconda (B), poiché in una settimina, di norma, vi scrizione di questa prima e basilare tecnica di inserimento delle note facendo due ultime osservazioni:
sono sette note al posto di quattro.
1. il punto di valore, come dimostrato nel breve esercizio di copiatura dell'Inno alla gioia, si inserisce con
3. Nei due menu a tendina accanto alle caselle (C) va indicato il valore delle note costituenti il grup- facilità utilizzando l'apposito pulsante; qualora sia necessario immettere due, tre o più punti, sarà suf-
po: se tale valore coincide con quello preventivamente selezionato nella tavolozza, sarà sufficiente ficiente cliccare sulla nota interessata tante volte quanti sono i punti che si devono assegnare.
mantenere l'indicazione Usa la durata corrente, altrimenti si potrà impostare qualsiasi altro valore Il numero massimo di punti che l'utente può affiancare a una nota dipende dal valore della nota stessa;
scegliendolo dall'elenco. infatti, la gamma di valori contemplata da Finale va dalla breve (corrispondente a "8192 EDUs") fino al
Se inoltre si attiva il checkbox in basso (Salva come impostazione predefinita per l'inserimento sem- piccolissimo "1/4096" (corrispondente a "1 EDU")1. Osservando l'illustrazione sottostante (fig. 11.7), si
plice, D), le scelte effettuate in questa finestra saranno applicate automaticamente a tutti i gruppi può comprendere la logica sottesa a questo tipo di operazione, ossia la facoltà di aggiungere punti di
eventualmente inseriti in seguito. valore fino al raggiungimento della durata minima possibile di un punto (1/4096): per questa ragione, la
In questo caso tale opzione non è necessaria, quindi mantenete la casella disattivata e fate clic sul breve potrà accogliere una quantità massima di 13 punti, la semibreve 12, la minima 11 e così via fino alla
pulsante OK. fusa che ne potrà contenere al massimo 5.
4. Il gruppo appare ora pronto per essere completato, con la prima nota già al posto giusto e sei
­pause-segnaposto che dovranno essere sostituite dalle altezze desiderate (fig. 11.6).

Fig. 11.6 - Esempio di impostazione di una settimina di crome

• Tenete presente che i gruppi irregolari possono usufruire di numerose opzioni aggiuntive, che però
non sono disponibili nello strumento Inserimento semplice; le analizzeremo nel dettaglio durante la
trattazione specifica dello strumento Gruppi irregolari (cfr. Lezione 14).

• L'ultimo pulsante della tavolozza maggiore (cfr. fig. 11.4 H) rappresenta un'acciaccatura, ed è utile sia
Fig. 11.7 - La logica di applicazione della quantità di punti di valore
per ottenere l'acciaccatura stessa, sia per l'appoggiatura. Ancora una volta, vi sono due strade possibili:

1. associare preventivamente il simbolo a un valore; 2. L'ultima operazione possibile con l'utilizzo esclusivo del mouse è l'inserimento degli accordi. La procedu-
ra è veramente semplicissima: dopo aver inserito la prima nota, ci si posiziona verticalmente su di essa
2. scrivere una nota reale e trasformarla successivamente in un abbellimento. (all'altezza desiderata) e si effettuano tutti gli ulteriori clic necessari al completamento d
­ ell'accordo.
• Per impostazione predefinita, Finale prevede che questo pulsante dia origine esclusivamente Si noti che anche creando questo tipo di eventi, l'ultima nota inserita rimane selezionata, affinché sia
­all'acciaccatura; se, al contrario, avete bisogno di inserire un'appoggiatura, dovrete per l'ennesima vol- possibile modificarla agevolmente con i tasti freccia in caso di errore.
ta accedere alle Opzioni del documento (utilizzate la consueta scorciatoia ALT+CTRL+A in Windows o
ALT+CMD+A in MacOS). Qui agite come segue: Prima di procedere con l'analisi delle altre modalità di immissione del materiale, è importante ricordare che an-
che l'Inserimento semplice, come molti altri strumenti di Finale, dispone di un proprio menu speciale nella parte
1. selezionate dall'elenco a sinistra la voce Abbellimenti; alta dello schermo (fig. 11.8).
2. al centro della finestra, togliete la spunta al pulsante "Metti sempre il taglio sulle figure aventi la
codetta";
3. confermate con il pulsante OK.

• Per comprendere meglio il particolare funzionamento di questa opzione, facciamo un breve esercizio:

1. selezionate nella tavolozza maggiore il simbolo della croma e quello dell'abbellimento;


2. cliccate sul rigo, ad un'altezza qualsiasi: noterete che, in prima istanza, avete ottenuto un'appog- Fig. 11.8 - Il menu speciale Inserimento semplice
giatura;
3. ora cliccate esattamente sopra l'evento appena inserito: esso si trasformerà in un'acciaccatura; L'importanza di questo menu è data soprattutto dalla possibilità di personalizzare le opzioni dello strumento e
di attivare l'immissione delle note via MIDI; per il resto, la sua funzione è sostanzialmente riassuntiva, in quanto
4. infine, cliccate una terza volta sull'evento, ed esso diverrà una nota reale. esso contiene l'elenco completo dei comandi relativi all'inserimento e alla modifica degli eventi nei righi tradi-
Questa triplice fase si verifica ovviamente solo per le note il cui valore è pari o inferiore alla croma; tutte zionali e nelle intavolature.
le altre note, per ovvi motivi, presenteranno solo le due fasi corrispondenti alla nota reale e all'appog-
giatura. 1. Per la definizione degli EDUs e della loro funzione, cfr. Lezione 10.

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Lezione 11. Lo strumento Inserimento semplice | 115 116 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Poiché nei vari sottomenu ogni comando è affiancato dalla relativa scorciatoia da tastiera, è sicuramente utile Questa possibilità non va ovviamente confusa con l'ascolto vero e proprio della partitura, che avviene -
considerare queste voci come una sorta di "promemoria", poiché la memorizzazione di un numero così elevato per così dire - in differita, e per il quale esistono appositi controlli di cui ci occuperemo nell'ultima parte
di combinazioni può risultare effettivamente ardua anche per gli utenti più smaliziati. del volume (cfr. Lezione 29).

Ciò premesso, la prima voce del menu, Opzioni dell'Inserimento semplice, apre la finestra omonima composta • Infine, il pulsante Usa l'indicatore di inserimento semplice (F) attiva nella battuta la visualizzazione
perlopiù da pulsanti di controllo, con i quali si possono definire alcuni specifici comportamenti del programma di un cursore verticale (in inglese "caret"), che mostra in anteprima sia la pulsazione in cui verrà po-
(fig. 11.9): sizionata la prossima figura musicale, sia il valore di durata attualmente selezionato nella tavolozza.
Si tratta di un riferimento molto utile durante la scrittura, ragion per cui è bene tenere questa casella
sempre selezionata.
• Nel caso non venga scelto quest'ultimo controllo, si attivano due ulteriori pulsanti (G), che rendono
disponibili delle soluzioni alternative all'uso dell'indicatore di inserimento:
oo il primo checkbox fa sì che ogni nota venga automaticamente selezionata dopo essere stata inse-
rita in partitura, e la rende quindi immediatamente suscettibile di modifiche per mezzo dei tasti di
scelta rapida;
oo il secondo checkbox, invece, si riferisce espressamente alle intavolature: in questo tipo di notazio-
ne, utilizzata principalmente per gli strumenti a corde, le note vengono sostituite da numeri scritti
direttamente su un grafico che raffigura una porzione del manico dello strumento. Analogamente
al caso precedente, subito dopo l'inserimento saranno selezionati i numeri dell'intavolatura.
• La finestra si conclude con il pulsante Modifica le scorciatoie da tastiera (H); esso dà accesso a una
nuova finestra (fig. 11.10) dedicata alla personalizzazione delle numerose combinazioni di tasti con cui
si può velocizzare la maggior parte delle operazioni peculiari di questo strumento.

Fig. 11.9 - La finestra delle Opzioni Inserimento semplice

• il primo pulsante, Verifica le note in eccesso (A), comunica a Finale di effettuare un controllo in tempo
­reale sulla durata complessiva degli eventi presenti in ogni battuta; qualora l'utente tenti di inserire
una quantità di valori superiore a quella ammessa dalla corrente indicazione di tempo, il programma
ne impedirà l'immissione, emettendo nel contempo un segnale sonoro.
Questa verifica è chiaramente molto importante per evitare errori involontari, e dovrebbe essere sem-
pre mantenuta attiva, a meno che non vi siano giustificati motivi per escluderla.

• Il pulsante successivo, Crea nuove misure (B), autorizza la creazione automatica di una nuova battuta
ogni qualvolta si sia completata con note o pause l'ultima misura del brano. Anche questa opzione è
interessante, in quanto evita che l'utente debba stabilire fin dall'inizio il numero complessivo di battu-
te del brano.
In ogni nuovo documento, quindi, si potrà iniziare a lavorare con la quantità predefinita di battute,
poiché sarà Finale ad aggiungere quelle necessarie mentre si procede con la stesura.

• La casella di controllo Riempi con pause sino alla fine della misura (C) fa sì che ogni battuta scritta par-
zialmente venga completata con l'inserimento automatico di un certo numero di pause, corrisponden-
ti ai valori mancanti.
L'opzione è sicuramente utile in alcuni casi, ma in altre situazioni può rivelarsi un po' fastidiosa (per
esempio quando si compone direttamente con Finale), quindi la sua attivazione è consigliabile o meno
in base al tipo di documento che si sta creando.

• Proseguendo, il controllo Cambia il livello in mezzo alla battuta (D), se attivato, consentirà di passare
da un livello di notazione (layer) all'altro anche in un punto interno della battuta, senza dover iniziare Fig. 11.10 - La finestra Modifica le scorciatoie da tastiera
il nuovo livello con una o più pause e al tempo stesso completando con le pause necessarie il livello
precedente. • La gestione della finestra appare complessa, ma in realtà è piuttosto intuitiva: al centro c'è un grande
Questo principio, apparentemente complesso, sarà oggetto di trattazione specifica nella prossima le- elenco (A) che riassume tutte le operazioni possibili, e ogni voce della lista può essere integrata, mo-
zione, dedicata all'Inserimento rapido. dificata o cancellata per mezzo dei tre pulsanti sottostanti (B); nella parte bassa, invece, si trova una
sezione (C) con cui è possibile selezionare uno specifico set di scorciatoie o creare nuovi set a piacere,
• Il pulsante Playback delle note durante l'inserimento (E) abilita l'ascolto in tempo reale degli eventi che offrendo così all'utente la possibilità di personalizzare al massimo livello i tasti di scelta rapida, per
vengono introdotti. un'ottimizzazione sempre più efficace della qualità del lavoro.

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Lezione 11. Lo strumento Inserimento semplice | 117 118 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Analizziamo ora le possibilità alternative che lo strumento Inserimento semplice offre per l'immissione degli
eventi. Come detto in precedenza, infatti, l'utilizzo esclusivo del mouse - per quanto costituisca per il neofita un
metodo facile e rassicurante - rappresenta una modalità di lavoro piuttosto lenta e assolutamente inadeguata
alla redazione di grandi e complesse partiture.
Vi sono quindi altri due sistemi di inserimento: il primo si basa su un utilizzo consistente delle scorciatoie da
­tastiera, il secondo si serve invece dell'ausilio di un dispositivo MIDI esterno.

• Il principio di fondo del primo metodo ricorda molto da vicino quello adottato dallo strumento
­Inserimento rapido, ossia l'associazione dei valori e delle altezze dei suoni ad alcuni tasti della tastiera
del computer, in particolare quelli del tastierino numerico (cfr. Lezione 12).
Quest'ultimo dispositivo, come noto, non sempre è presente nei computer portatili, e ciò può rap-
presentare una limitazione per i numerosi utenti che possiedono soltanto un notebook con tastiera
­ridotta. Fortunatamente vi sono due soluzioni al problema: o si utilizza un set di scorciatoie persona-
lizzate, che ogni utente può creare facilmente - come spiegato poc'anzi - attraverso la finestra delle
Opzioni dell'Inserimento semplice, oppure è possibile acquistare con poca spesa un tastierino numerico
esterno, da collegare al proprio portatile attraverso una porta USB.

• Venendo quindi alle scorciatoie, è utile elencare subito quelle più importanti, ossia quelle riferite alle Fig. 11.11 - Esempio di selezione del valore della nota tramite scorciatoia da tastiera
durate delle note. Per attivare rapidamente i diversi valori, Finale si serve per impostazione predefinita (semiminima  tasto n. 5 del tastierino numerico)
proprio del tastierino numerico: il meccanismo, molto semplice da memorizzare, prevede che i valori
stessi siano associati in ordine decrescente ai tasti che vanno dal n. 8 al n. 1. Questa è la sequenza degli oo Agite sui tasti freccia per portarvi in corrispondenza della nota Mi iniziale, e premete INVIO (o
abbinamenti: ENTER) sul tastierino numerico, o in alternativa sulla tastiera principale; ovviamente è preferibile
utilizzare anche in questo caso il tastierino, così da dover spostare le mani il meno possibile.
oo Tasto n. 8  Breve (2/1)
Come vedete, la nota è stata correttamente inserita in partitura, e l'indicatore di inserimento
oo Tasto n. 7  Semibreve (1/1)
­(caret) si è spostato automaticamente sulla pulsazione successiva.
oo Tasto n. 6  Minima (1/2)
oo Capito il principio, potete inserire velocemente tutte le altre semiminime; ricordate che prima di
oo Tasto n. 5  Semiminima (1/4)
scrivere ogni nota dovete sempre posizionare l'indicatore all'altezza desiderata.
oo Tasto n. 4  Croma (1/8)
oo Tasto n. 3  Semicroma (1/16) oo Giunti alla quarta battuta, per scrivere la semiminima puntata sarà sufficiente premere in succes-
oo Tasto n. 2  Biscroma (1/32) sione il tasto INVIO (poiché il valore di 1/4 nella tavolozza ausiliaria è già impostato) e quello del
oo Tasto n. 1  Semibiscroma (1/64) PUNTO; anche in questo caso scegliete liberamente se utilizzare il tastierino numerico o la tastiera
principale.
Per ottenere la fusa, cioè la nota da 1/128, si dovrà utilizzare la combinazione ALT+0 (zero), sia in oo Concludete ora la frase aggiungendo la croma (premendo in successione il tasto n. 4 del tastierino
­Windows che in MacOS. e INVIO) e la minima (tasto n. 6 e INVIO), quindi per uscire dalla modalità di inserimento premete
Il tasto "0" (zero), se premuto da solo dopo aver selezionato uno dei suddetti valori, inserirà in parti- due volte il tasto ESC.
tura una pausa del valore corrispondente.
• Come avrete certamente notato, il tempo speso per scrivere queste quattro battute si è rivelato di
• Per quanto riguarda l'impostazione dell'altezza delle note, essa viene definita utilizzando i tasti Freccia gran lunga inferiore a quello occorso per l'inserimento con il mouse. È inoltre evidente che - esercitan-
su e Freccia giù, collocati vicino al tastierino numerico. Con i tasti Freccia destra e Freccia sinistra, invece, dosi con costanza - si può divenire sempre più abili nell'utilizzo di questa tecnica, giungendo a scrivere
vi sposterete in avanti o all'indietro di una pulsazione alla volta. qualsiasi melodia con grande velocità.
Facciamo subito un esercizio dimostrativo, scrivendo con questo sistema la stessa melodia dell'Inno • Un'alternativa utile e divertente all'utilizzo dei tasti freccia per la definizione delle altezze (opzione
alla gioia utilizzata in precedenza (cfr. fig. 11.3): peraltro già prevista fra le scorciatoie predefinite) consiste nel digitare sulla tastiera principale diretta-
oo iniziate cancellando tutto il materiale presente nel documento attualmente aperto: per fare ciò, mente il nome delle note, utilizzando le lettere della notazione anglosassone.
attivate temporaneamente dalla tavolozza degli strumenti principali lo strumento S­ elezione; Questo metodo ha inoltre il vantaggio di non necessitare del tasto INVIO per l'inserimento (in pratica
è sufficiente selezionare il valore desiderato e digitare la lettera corrispondente alla nota).
oo ora selezionate tutto, seguendo il percorso "Modifica > Seleziona tutto" oppure utilizzando la scor-
Facciamo un veloce esercizio, sempre utilizzando la melodia beethoveniana:
ciatoia CTRL+A in Windows o CMD+A in MacOS;
oo cliccate su una battuta qualsiasi con il tasto destro, e nel menu contestuale scegliete la voce oo iniziate premendo il tasto Freccia destra per riattivare il caret e portarvi sulla prima pulsazione di
­Cancella tutti gli elementi musicali. una nuova battuta;
oo A questo punto attivate nuovamente lo strumento Inserimento semplice e osservate la melodia da oo ora premete sul tastierino numerico il n. 5 (se non avete il tastierino selezionate con il mouse il
copiare: poiché le prime 12 note sono tutte semiminime, premete il tasto n. 5 sul tastierino numeri- valore della semiminima dalla tavolozza);
co per impostare il valore appropriato. oo digitate nell'ordine le seguenti lettere: "E, E, F, G, G, F, E, D, C, C, D, E" (corrispondenti alle prime 12
Notate come si sia automaticamente selezionata l'icona della semiminima nella tavolozza ausiliaria note della melodia);
dello strumento (fig. 11.11). oo a questo punto, per la semiminima puntata premete la lettera "E" seguita da un PUNTO;

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Lezione 11. Lo strumento Inserimento semplice | 119 120 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo per la croma, premete il tasto n. 4 sul tastierino (o scegliete la figura col mouse dalla tavolozza) e medesimi tasti-freccia vi porterete con precisione all'altezza desiderata.
digitate la lettera "D"; Naturalmente, questa scorciatoia è utilissima per l'inserimento tramite il tasto INVIO, oppure per sce-
oo infine, per la minima, premete il tasto n. 6 sul tastierino (o scegliete la figura col mouse dalla tavo- gliere l'ottava in vista dell'immissione con il sistema alfabetico, mentre non ha alcuna utilità pratica
lozza) e digitate ancora la lettera "D". quando ci si serve di una tastiera MIDI, poiché in questo caso l'altezza viene determinata direttamente
dal tasto suonato.
• In sostanza, usando questa prassi, è come se suonaste direttamente sui tasti di una master keyboard:
l'unica differenza consiste nell'impossibilità di scegliere direttamente le ottave di inserimento deside- 2. Per eliminare i singoli elementi (note e pause) senza dover selezionare dalla tavolozza l'icona della
rate. Infatti il programma applica sempre l'intervallo più vicino rispetto all'ultima nota immessa. gomma per cancellare, potete posizionarvi con l'indicatore di inserimento sulla nota desiderata e pre-
Per esempio, se si scrive un Do 3 e poi si digita il tasto "E", si otterrà il suono alla terza sopra (Mi 3), e mere il tasto CANCEL (a volte abbreviato in "CANC") nei sistemi Windows, oppure il tasto BACKSPACE
non quello alla sesta inferiore (Mi 2). in MacOS.
Questa possibilità, comunque, non è del tutto preclusa poiché - come vedremo a breve - la scelta
3. Per quanto riguarda le alterazioni, anche in questo caso il metodo è molto semplice: inserite la nota
dell'ottava desiderata si può effettuare attraverso un'ulteriore scorciatoia da tastiera.
all'altezza desiderata e con il giusto valore, quindi premete il tasto "+" (più) o il tasto "–" (meno) sul
­tastierino numerico per ottenere rispettivamente un diesis o un bemolle.
• In ultima analisi, è possibile velocizzare ancor più il processo di inserimento tramite l'utilizzo di una Continuando a premere i tasti "+" e "–", aggiungerete ulteriori diesis o bemolli, fino a un massimo di
tastiera MIDI collegata al computer. sette alterazioni per singola nota.
Per attivare la modalità, è necessario aprire il menu speciale Inserimento semplice (cfr. fig. 11.8) e asse- Si noti che in alcune tastiere di computer (con sistemi Windows) è possibile utilizzare anche i tasti "+"
gnare la spunta alla voce Usa un dispositivo MIDI per l'inserimento. e "–" della tastiera principale, ma in questo caso si otterranno rispettivamente un singolo diesis o un
• Il principio consiste, ancora una volta, nella preventiva selezione del valore delle note (con il tastierino singolo bemolle; in altre configurazioni, la pressione del tasto "+" dà invece luogo alla legatura di valore
numerico o con un clic del mouse sulla tavolozza), seguita dalla pressione del tasto desiderato sulla (cfr. il successivo punto 8).
master keyboard per definire le altezze. 4. Volendo cancellare tutte le alterazioni applicate ad una nota, portatevi su di essa con l'indicatore di inse-
Fate quindi un rapido esercizio scrivendo la consueta melodia: rimento e premete dalla tastiera principale la lettera "N", che inserisce il bequadro.
oo i niziate attivando il valore della semiminima (tasto n. 5 del tastierino numerico) e suonate le prime Il suddetto tasto potrà essere utilizzato anche per portare allo stato naturale una nota regolarmente
12 note dell'inno; alterata in base all'armatura di chiave: se la tonalità fosse, per esempio, Re maggiore, portando l'indi-
catore su un Fa e premendo il tasto "N", davanti alla nota comparirebbe il bequadro.
oo suonate ora la tredicesima nota e aggiungetevi il punto (sempre con il tastierino numerico o con la
tastiera principale del computer); 5. In alcuni casi è opportuno, soprattutto dopo la comparsa di alterazioni temporanee, inserire davanti
oo attivate ora il valore della croma (tasto n. 4) e suonate il Re successivo; a certe note le cosiddette "alterazioni di cortesia" o "di precauzione": in pratica, si tratta di forzare la
oo infine attivate il valore della minima (tasto n. 6) e suonate il Re conclusivo. visualizzazione di un'alterazione (o di un bequadro) quando il predetto simbolo, in base alle regole
della teoria musicale, non dovrebbe comparire in partitura.
• Come avrete notato, questo è sicuramente il metodo più intuitivo e veloce tra quelli offerti dallo stru- Per ottenere un'indicazione di questo tipo si può utilizzare la combinazione di tasti CTRL+SHIFT+–
mento Inserimento semplice. (il tasto "–" della tastiera principale, non quello del tastierino numerico) in Windows, oppure
Va detto, comunque, che per realizzare gli esercizi è stata utilizzata una melodia estremamente sem- CMD+SHIFT+' (apostrofo) in MacOS.
plice e con molti valori uguali; purtroppo, quando si devono scrivere brani più articolati e ricchi di È anche possibile far comparire questo tipo di alterazioni fra parentesi, e in questo caso l'operazione è
figure complesse, con numerosi gruppi irregolari e abbellimenti, il sistema rivela una certa lentezza ancora più semplice poiché è sufficiente premere il tasto "P" in tutti i sistemi operativi.
nonostante queste facilitazioni.
Per questo motivo, in tali casi, è sicuramente preferibile effettuare l'immissione per mezzo dello 6. Per quanto riguarda gli accordi, ricorderete che inserendo gli eventi con il mouse è necessario posizio-
­strumento Inserimento rapido, di cui ci occuperemo nella prossima lezione, o meglio ancora - dispo- narsi verticalmente sulla prima nota e cliccare alla giusta altezza per aggiungere gli altri suoni; utiliz-
nendo di una tastiera MIDI collegata al computer - utilizzare lo strumento Hyperscribe, che effettua una zando invece solo la tastiera del computer, i metodi disponibili sono due:
vera e propria trascrizione in tempo reale di un'esecuzione pianistica (cfr. Lezione 13). a. si parte sempre da una nota dell'accordo (in genere la più bassa), e dopo essersi posizionati su di
essa con l'indicatore, si tiene abbassato il tasto SHIFT e si premono una dopo l'altra le lettere del
 sistema anglosassone corrispondenti alle note da inserire.
Ad esempio, per scrivere un accordo di Fa maggiore, si inizia inserendo un Fa nel primo spazio,
Una volta apprese le principali tecniche per l'immissione delle note, è utile ricordare che lo strumento Inseri- quindi si abbassa il tasto SHIFT e si premono in successione le lettere "A", "C" e "F". Naturalmente,
mento semplice dispone di altre scorciatoie speciali, pensate per ottenere la maggior parte degli esiti necessari qualsiasi nota dell'accordo può essere alterata all'occorrenza (usando i tasti descritti al precedente
senza dover ricorrere all'utilizzo del mouse che - come noto - rallenta notevolmente la produttività12. punto 3) subito dopo l'immissione di ogni nota.
Per analizzare le suddette opzioni di scelta rapida, potete sperimentare liberamente lavorando su un documen-
b. Per utilizzare il secondo metodo è necessaria una certa pratica nella classificazione degli intervalli:
to "pulito", quindi chiudete il file attualmente aperto e aprite un nuovo Documento predefinito, verificando che
ancora una volta si inizia inserendo la nota più bassa dell'accordo, ma in questo caso, anziché scri-
sia selezionato lo strumento Inserimento semplice.
vere il nome delle note, si indica al programma la distanza intervallare tra un suono e l'altro.
1. Per spostare rapidamente l'indicatore di una o più ottave (verso l'alto o verso il basso) prima di inse- Facendo ancora l'esempio dell'accordo di Fa maggiore, si comincia scrivendo il Fa nel primo spazio,
rire una nota qualsiasi, tenete premuto il tasto SHIFT e agite sui tasti Freccia su o Freccia giù; quando quindi si preme sulla tastiera principale (non sul tastierino numerico) dapprima il tasto "3" per ag-
avrete raggiunto l'ottava che vi interessa, potrete rilasciare il tasto SHIFT, e con singoli interventi sui giungere un intervallo di terza (La), poi ancora il tasto "3" per ottenere un altro intervallo di terza
(Do), e infine il tasto "4" per chiudere l'accordo con un intervallo di quarta (Fa).
2. Alcune delle scorciatoie qui descritte possono essere utilizzate anche all'interno dello strumento Inserimento rapido (cfr. Lezione 12), Questo sistema, davvero rapido e divertente, presenta anche un ulteriore vantaggio rispetto al
quindi è opportuno memorizzarle adeguatamente. precedente, ossia la possibilità di preimpostare la direzione dell'intervallo; infatti, utilizzando solo

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Lezione 11. Lo strumento Inserimento semplice | 121 122 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

i tasti numerati - come nell'esempio appena esposto - si otterranno sempre intervalli ascenden- Coloro, dunque, che devono realizzare soprattutto partiture tradizionali e non troppo ricche di figurazioni
ti, mentre associando ai tasti stessi la pressione del tasto SHIFT, si otterranno sempre intervalli melodico-ritmiche complesse, possono limitarsi all'utilizzo di quest'unica modalità, all'interno della quale trove-
­discendenti. ranno tutto ciò che occorre, senza dover affrontare l'apprendimento delle altre procedure.
Fate un ulteriore esempio per ottenere sempre lo stesso accordo, ma questa volta partendo dalla
nota più alta: scrivete quindi il Fa sulla quinta linea del rigo, poi abbassate il tasto SHIFT e premete
dapprima il tasto "4" per ottenere l'intervallo di quarta discendente (Do), poi il tasto "3" per avere
la terza discendente (La) e infine ancora il tasto "3" per chiudere l'accordo con un'altra terza discen-
dente (Fa).
La tecnica dell'aggiunta intervallare è praticissima per scrivere i cluster, ovvero "grappoli" di note
adiacenti suonate simultaneamente, molto usati sul pianoforte e soprattutto nella musica contem-
poranea. Per ottenere un cluster, sarà infatti sufficiente scrivere la nota più bassa e - trattandosi
esclusivamente di intervalli di seconda - premere ripetutamente il tasto "2".
Ricordate ancora una volta che l'ultima nota inserita, se non sono state cambiate le Opzioni dell'in-
serimento semplice, verrà sempre selezionata in automatico per essere eventualmente modificata
in caso di errore o per applicarvi - se necessario - delle alterazioni.

7. Proseguendo con la descrizione delle scorciatoie, anche i gruppi irregolari si possono ottenere più ve-
locemente: la tecnica prevede che in primo luogo si inserisca la prima nota del gruppo (con la giusta
altezza e valore), e successivamente si prema il tasto "9" del tastierino numerico per attivare la funzio-
ne Gruppo irregolare13.
Dopo aver effettuato questi primi due passaggi, potete inserire le altre note del gruppo, sostituendole
alle pause-segnaposto. Ricordate che il gruppo irregolare impostato per default è sempre la terzina;
se avete bisogno di inserire un gruppo di altro tipo, dovete comunicarlo a Finale tramite la finestra di
impostazione dei gruppi irregolari, già descritta nella prima parte della lezione.
A tale proposito, potete svolgere un breve esercizio per realizzare una quintina di crome (Mi, Sol, Si, Re,
Fa sulle 5 linee del pentagramma):
oo portatevi con il caret in una battuta libera, regolate l'altezza sul Mi (prima linea del rigo) e predispo-
nete il gruppo, premendo in successione sul tastierino numerico il tasto "4" (che attiva l'icona della
croma) e il tasto "9" (che attiva l'icona del Gruppo irregolare);
oo ora abbassate il tasto SHIFT e fate clic in corrispondenza del Mi;
oo compare la finestra Definizione del Gruppo irregolare per l'Inserimento semplice (cfr. fig. 11.5); uti-
lizzando le caselle di testo e i menu a tendina, impostate l'indicazione "5 ottavi nello spazio di 4
ottavi";
oo premete il pulsante OK, e vedrete comparire sul rigo l'ossatura del gruppo, con il Mi già inserito e 4
pause-segnaposto, che sostituirete con le note Sol, Si, Re e Fa.

8. Per ottenere una legatura di valore, impostate l'altezza e il valore della prima nota, inseritela sul rigo
con un metodo a vostra scelta e successivamente premete la lettera "T", completando l'operazione
con l'inserimento della seconda nota.

9. Infine, per quanto riguarda gli abbellimenti contemplati dalla tavolozza (appoggiatura e acciaccatura),
è necessario dapprima inserire la nota che dovrà essere trasformata in un abbellimento, utilizzando
uno qualsiasi fra i metodi imparati in questa lezione, e successivamente digitare la scorciatoia ALT+G
(sia in Windows che in MacOS).
Similmente a quanto accade per l'inserimento con il mouse, anche con questa modalità la ripetuta
pressione della combinazione ALT+G trasforma alternativamente la nota nei suoi tre stati possibili
(appoggiatura / acciaccatura / nota reale).

Si conclude così l'analisi dedicata al primo strumento che Finale offre ai suoi utenti per l'inserimento delle note.
Benché il suo funzionamento sia relativamente semplice, abbiamo potuto osservare che le opzioni disponibili
per il suo utilizzo sono numerose e piuttosto articolate.

3. Abbiate cura di verificare sempre l'esito delle operazioni che state eseguendo, controllando se vengono selezionati i relativi pulsanti
nelle tavolozze ausiliarie dello strumento; anche la forma del puntatore, volta per volta, si modifica in base alle scelte effettuate.

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124 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Lezione 12
Lo strumento Inserimento rapido

In questa lezione analizzeremo il secondo metodo tra quelli utilizzati da Finale per l'immissione degli eventi mu-
sicali in partitura, ovvero l'Inserimento rapido, che si effettua tramite lo strumento omonimo.

Si tratta probabilmente del sistema preferito dagli utenti, soprattutto dagli esperti, non solo per la sua effica-
cia, ma anche e soprattutto perché - fra le tre modalità previste dal programma - è quella che dispone delle più
ampie possibilità e soluzioni, che si possono attuare assai velocemente e senza necessitare di alcun dispositivo
esterno (benché sia possibile servirsi di una tastiera MIDI, come si vedrà, per incrementare ulteriormente l'ef-
ficienza operativa del software).

Nella lezione precedente, descrivendo lo strumento Inserimento semplice, abbiamo affermato che i numero-
si perfezionamenti ad esso apportati nel corso delle varie versioni di Finale lo hanno avvicinato sempre più Fig. 12.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Inserimento rapido
­all'Inserimento rapido, con il quale attualmente condivide molte modalità operative. Ci si potrebbe chiedere,
perciò, quali siano i vantaggi particolari dell'Inserimento rapido che inducano un utente a utilizzare quest'ultimo Anche questo strumento dà luogo alla comparsa di un menu speciale, denominato naturalmente Inserimento
anziché l'Inserimento semplice, in apparenza più amichevole e intuitivo. Ebbene, i vantaggi esistono, e divente- rapido: come negli altri casi, esso vi permetterà di impostare molte funzionalità strettamente collegate allo
ranno sempre più evidenti a mano a mano che si progredirà nell'apprendimento del programma, soprattutto strumento stesso.
per coloro che lo utilizzeranno in modo consistente per lo studio o per il lavoro. Selezionate quindi la prima voce del menu, intitolata Opzioni Inserimento rapido, e vi apparirà l'omonima fine-
stra (fig. 12.2).
Riepiloghiamo brevemente alcune di queste opportunità:

1. in primo luogo, nell'Inserimento rapido l'utilizzo del mouse è limitatissimo, e questo non è un aspetto
indifferente, se si considera che il fatto di staccare continuamente le mani dalla tastiera per afferrare
il mouse e agire manualmente sui singoli oggetti comporta una notevole perdita di tempo, nonché un
abbassamento della concentrazione e della precisione;

2. altro vantaggio consiste nella gestione più dinamica ed ergonomica della tastiera del computer rispet-
to all'altro sistema;

3. con l'Inserimento rapido, inoltre, si possono effettuare alcune operazioni precluse all'altro metodo,
come ad esempio la creazione di gruppi irregolari nidificati o il cambio rapido di voce e di livello.

Questi sono solo alcuni tra gli aspetti più evidenti; in realtà i vantaggi sono molto più numerosi, e li scoprirete
analizzando passo dopo passo questo importantissimo strumento.

Iniziate dunque aprendo il file intitolato "Documento di esempio 07.musx"1 e selezionate l'Inserimento rapido
dalla tavolozza degli strumenti principali, nella quale - come detto in precedenza - esso è rappresentato da una
croma in movimento (fig. 12.1 A), e come tale non va confuso con il vicino Inserimento semplice, in cui invece la
Fig. 12.2 - La finestra Opzioni Inserimento rapido
croma è rappresentata in modo tradizionale.
Come sempre, potete in alternativa accedere al menu Strumenti nel quale troverete la voce in quintultima po-
• In prima istanza potete definire la dimensione della Cornice dell'Inserimento rapido: essa consiste in un
sizione (fig. 12.1 B).
riquadro che Finale crea intorno a ogni battuta nel momento in cui si clicca su di essa, e contiene alcuni
importanti elementi di riferimento.
1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 07.xml" seguendo le istru- Alcuni utenti, per operare in modo più preciso, potrebbero avere bisogno di ingrandire la visualizzazio-
zioni riportate nell'Appendice 1. ne della battuta stessa, ragion per cui vi sono due pulsanti di opzione dedicati a questo aspetto:

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 125 126 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo il primo pulsante (A) imposta la grandezza della cornice in base a una media percentuale fra la vi- della misura, un'ulteriore pressione del tasto Freccia destra non faccia passare immediatamente il
sualizzazione di pagina e la dimensione del rigo; in linea di massima, i valori predefiniti (50% e 150%) ­cursore alla battuta successiva - come ci si aspetterebbe - ma lo posizioni in un punto vuoto subito pri-
garantiscono una buona leggibilità nella maggior parte dei casi; ma della stanghetta di chiusura (fig. 12.4); ciò significa che Finale concede, se necessario, l'inserimento
di un numero di valori superiore a quello consentito dall'indicazione di tempo: vedremo a breve quali
oo con il secondo pulsante (B), invece, è possibile impostare un valore di visualizzazione fisso della sono i comportamenti possibili del programma in casi come questi.
cornice, tenendo conto che la percentuale inserita si riferisce sempre alla dimensione del rigo.
oo Seguono due caselle di controllo, la prima delle quali (C) indica a Finale di completare una battuta
con pause nel caso la si riempia di note solo parzialmente; la seconda, invece (D), stabilisce che la
Cornice dell'Inserimento rapido venga aperta automaticamente ogni qualvolta si seleziona lo stru-
mento.
• La seconda e la terza sezione della finestra sono dedicate alle opzioni per l'inserimento degli eventi via
MIDI: da qui, infatti, si potrà comunicare a Finale che per la scrittura delle note verrà utilizzato un di-
spositivo esterno (E), rinunciando quindi alla definizione delle altezze tramite la tastiera del ­computer.
Si possono inoltre impostare alcuni tasti del dispositivo esterno come modificatori MIDI (F), allo scopo Fig. 12.4 - Stazionamento del cursore su una pulsazione aggiuntiva opzionale
di definire anche le durate dei suoni e altri parametri; analizzeremo dettagliatamente questi aspetti
nell'ultima parte della lezione. Se in questo spazio supplementare non si inserisce nulla, ma si preme ancora il tasto Freccia destra, si
passa regolarmente alla battuta seguente.
Uscite ora dalla finestra e fate clic sulla prima battuta del violino, per cominciare a sperimentare questa modalità • Quando vi sono note nella battuta, inoltre, la combinazione CTRL+Freccia destra in Windows, oppure
di immissione. In primo luogo, osservate la Cornice dell'Inserimento rapido (fig. 12.3): ALT+Freccia destra in MacOS, porta il cursore direttamente alla fine della battuta, posizionandolo nello
spazio bianco descritto poc'anzi.
Per contro, la combinazione CTRL+Freccia sinistra in Windows, oppure ALT+Freccia sinistra in MacOS,
fa ritornare il cursore all'inizio della battuta.
• Qualora la partitura preveda più di uno strumento, come in questo caso, è possibile spostarsi sul rigo
inferiore utilizzando la combinazione SHIFT+Freccia giù in Windows, oppure semplicemente il tasto
INVIO in MacOS.
Viceversa, per salire al rigo superiore si deve usare la combinazione SHIFT+Freccia su in Windows, op-
Fig. 12.3 - La Cornice dell'Inserimento rapido e i suoi elementi pure SHIFT+INVIO in MacOS.
Rivolgete ora la vostra attenzione al tastierino numerico che, come ricorderete, riveste una certa importanza
• notate che essa circonda la battuta, assicurando una visualizzazione adeguata in base alle impostazio- per l'immissione degli eventi anche con la tecnica dell'Inserimento semplice; tuttavia, mentre in quest'ultima
ni assegnate, e contiene tre elementi molto importanti: modalità i numeri del tastierino e quelli della tastiera principale hanno funzioni diverse, nell'Inserimento rapido
oo nell'angolo superiore sinistro (A) la sigla "V1" (che descriveremo in seguito); è invece del tutto indifferente utilizzare gli uni o gli altri. Come si può immaginare, questo aspetto favorisce l'u-
tilizzo dell'Inserimento rapido soprattutto nei notebook privi di tastierino.
oo lungo tutta l'altezza della cornice, una barra perpendicolare alle linee del pentagramma (B), che In ogni caso, la disponibilità del predetto dispositivo rimane molto importante dal punto di vista ergonomico,
chiameremo cursore e indica il punto esatto in cui verrà inserita la prossima nota; in quanto - come si vedrà - se esso è presente si possono affiancare le mani sulla parte destra della tastiera
(fig. 12.5) e lavorare con grande velocità senza mai spostarle (se non per l'effettuazione di interventi di carattere
oo osservate infine la presenza, sulla barra, di un rettangolino nero (C) che ricorda una sottile pausa
accessorio). Disponendo invece solo dei tasti numerici della tastiera principale, si dovrà continuamente sposta-
di semibreve, ma in realtà è l'indicatore dell'altezza delle note: lo chiameremo collimatore.
re la mano sinistra, aumentando il rischio di errori in fase di immissione.
Prima di inserire le note e le pause, è necessario imparare a spostarsi con sicurezza all'interno della pagina per
mezzo della tastiera del computer, utilizzando in particolare i tasti-freccia12.
• Il collimatore si può spostare lungo il cursore semplicemente agendo sui tasti Freccia su e Freccia giù: in
questo modo definirete l'altezza del suono da inserire. Notate anche che se uscite dal pentagramma,
Finale visualizza gli eventuali tagli addizionali necessari.
• Se non vi sono ancora note all'interno di una battuta, come in questo caso, la pressione del tasto
­Freccia destra vi porterà alla battuta successiva; analogamente, con il tasto Freccia sinistra tornerete
alla battuta precedente.
• Se invece vi sono note in una battuta, come accade a misura 4, i tasti Freccia destra e Freccia sinistra
consentono di spostarsi avanti e indietro da una nota all'altra. Osservate come, giunti all'ultima nota

2. La maggior parte delle combinazioni di tasti qui descritte funziona sia in Windows sia in MacOS; eventuali differenze saranno citate
volta per volta. Fig. 12.5 - Posizione tipica delle mani durante l'immissione con l'Inserimento rapido

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 127 128 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Premesso questo, riassumiamo la funzione dei singoli tasti numerici e il loro effetto ai fini dell'inserimento: • poiché la nota è una semiminima, premete il tasto corrispondente a questo valore, ossia il n. 5, e subito
la nota verrà inserita nella prima pulsazione della battuta. Osservate come il cursore si sposta automa-
• I tasti dal n. 8 al n. 1, come già per l'Inserimento semplice, rappresentano i valori delle note in ordine
ticamente in avanti;
decrescente:
oo Tasto n. 8  Breve (2/1) • la nota successiva è identica, quindi premete ancora il tasto n. 5 senza spostare il collimatore;
oo Tasto n. 7  Semibreve (1/1) • per ottenere la terza nota, un Si da 2/4, mantenete la posizione ma in questo caso premete il tasto n. 6;
oo Tasto n. 6  Minima (1/2)
• avendo inserito tutti i valori necessari al completamento della battuta, noterete che il cursore si è spo-
oo Tasto n. 5  Semiminima (1/4)
stato sulla prima pulsazione della seconda misura; se volete disattivare questa automazione, aprite
oo Tasto n. 4  Croma (1/8)
ancora il menu speciale Inserimento rapido e togliete la spunta alla voce Salta alla misura successiva;
oo Tasto n. 3  Semicroma (1/16)
oo Tasto n. 2  Biscroma (1/32) • per scrivere le prossime tre note, poiché il collimatore deve rimanere sempre sulla terza linea del pen-
oo Tasto n. 1  Semibiscroma (1/64) tagramma, sarà sufficiente digitare in sequenza le cifre "5, 5, 6".
• Per ottenere la fusa, cioè la nota da 1/128, si dovrà utilizzare la combinazione ALT+0 (zero), sia in • Giunti alla terza misura, procedete come segue:
­Windows che in MacOS. oo inserite un ultimo Si del valore di 1/4 con il tasto n. 5;
• Il tasto "0" (zero), se premuto da solo, conferma tutte le immissioni e chiude la Cornice dell'­Inserimento oo spostate il collimatore di due posizioni verso l'alto (con il tasto Freccia su) e digitate il tasto n. 5, così
rapido. da ottenere il Re semiminima;
Non appena avrete adeguatamente memorizzato tutti i tasti necessari per "navigare" lungo la partitura e quelli oo scendete alla posizione di Sol e digitate ancora il tasto n. 5 seguito da un PUNTO (sul tastierino o
per la definizione delle altezze e dei valori, sarete pronti per iniziare a inserire note e pause con l'Inserimento sulla tastiera principale), così da ottenere il Sol puntato;
rapido. oo infine alzate il collimatore di una posizione e premete il tasto n. 4 per scrivere il La da 1/8.
Eseguiamo allora un facile esercizio di trascrizione, copiando il ritornello del celebre brano natalizio Jingle Bells • Terminate la frase alzando il collimatore di una posizione e digitando il tasto n. 7 per inserire il Si da 4/4.
(fig. 12.6).
• Come si può notare, questo metodo è davvero facile e divertente; la procedura (sostanzialmente
inversa rispetto a quella adottata dall'Inserimento semplice) prevede che si imposti in prima istanza
­l'altezza delle note per mezzo del collimatore, immettendole poi tramite i tasti numerici corrispondenti
ai valori desiderati. Ciò detto, potete concludere l'esercizio procedendo in tal senso.
• Ricordate che per uscire dalla Cornice dell'Inserimento rapido e confermare il lavoro fatto dovete pre-
mere il tasto "0" (zero).

Anche per l'inserimento delle pause la prassi è molto semplice e veloce:


• se utilizzate Windows, tenete premuti i tasti CTRL+SHIFT e aggiungete il valore desiderato con il ta-
sto numerico corrispondente: notate però che in questo caso funzionano solo i tasti della tastiera
Fig. 12.6 - Esempio di semplice melodia da trascrivere (J.L. Pierpont, Jingle Bells) ­principale, e non quelli del tastierino numerico;
• se invece utilizzate MacOS, dovrete tenere premuti i tasti ALT+SHIFT e aggiungere il valore desiderato
• Prima di tutto, chiudete gli eventuali documenti aperti e create un nuovo documento predefinito con il tasto numerico corrispondente; in questo caso potete usare indifferentemente la tastiera princi-
(File > Nuovo > Documento predefinito); pale o il tastierino numerico.
• impostate la tonalità di Sol maggiore su tutta la partitura (per la procedura, cfr. Lezione 9);
Le pause si possono ottenere anche convertendo una nota già inserita: per effettuare questa operazione dovete
• ora selezionate lo strumento Inserimento rapido e aprite l'omonimo menu speciale nella parte alta dapprima posizionare il cursore sull'evento da modificare, senza curarvi della posizione del collimatore, quindi:
dello schermo: nel caso vi sia la spunta sulla voce Usa un dispositivo MIDI per l'inserimento, toglietela
altrimenti premendo i tasti otterrete solo pause; tale opzione andrà invece riattivata quanto scriverete • in Windows premete il tasto BACKSPACE oppure la lettera "R"31 ;
le note con l'ausilio di una master keyboard. • in MacOS premete il tasto CLEAR sul tastierino numerico (si trova sopra il tasto n. 7), oppure la lettera
"R" sulla tastiera principale.
• qualora non sia già apparsa la Cornice dell'Inserimento rapido, fate clic sulla prima misura;
• adesso posizionate le mani in questo modo (cfr. fig. 12.5): Per effettuare l'operazione inversa, ossia per convertire una pausa in nota, è importante posizionare corretta-
mente il collimatore, poiché in tal caso si deve definire un'altezza precisa.
oo l a mano sinistra sopra i tasti-freccia; Ad esempio, per trasformare una pausa di semiminima in un Mi 3 semiminima, dovete portare il cursore sulla
oo la mano destra sopra il tastierino numerico; pausa, regolare il collimatore sulla prima linea del rigo e infine premere INVIO (nel tastierino numerico o nella
• se il tastierino non è disponibile invertite i ruoli, posizionando la mano destra sopra i tasti-freccia e la tastiera principale, sia in Windows che in MacOS).
mano sinistra presso la fila dei tasti numerici nella tastiera principale.
3. Osservate che molto spesso le lettere utilizzate (singolarmente o in associazione ai tasti funzione) in qualità di scorciatoie, coincidono
• La prima nota del brano da copiare è un Si sulla terza linea del rigo, quindi il collimatore dovrebbe
con l'iniziale dell'evento o dell'azione richiesta, ovviamente in lingua inglese poiché Finale viene prodotto negli Stati Uniti: in questo caso,
già trovarsi nella giusta posizione; in caso contrario, portatelo al posto giusto con l'aiuto dei tasti per esempio, il tasto da usare per ottenere la pausa è la lettera "R", iniziale di Rest. Se si tiene presente questo aspetto, sarà molto più
Freccia su e Freccia giù; semplice memorizzare la maggior parte delle scorciatoie da tastiera.

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 129 130 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

L'eliminazione di un evento precedentemente inserito è molto semplice: Inserimento rapido, noterete la voce Controlla le note in eccesso, sempre selezionata per impostazione predefi-
nita, che attiva questo tipo di verifica.
• se lavorate con Windows, cliccate sulla battuta interessata per attivare la Cornice dell'Inserimento A titolo di esempio, fate clic su una battuta vuota del vostro documento e digitate il tasto n. 8 (corrispondente
­rapido, quindi posizionate il cursore sull'evento da cancellare e premete il tasto CANCEL (in alcuni alla breve da 8/4): se avete le casse accese, sentirete un suono di allerta seguito dalla comparsa della finestra
­computer denominato DELETE o abbreviato in CANC); Troppe durate nella battuta (fig. 12.7).
• se invece utilizzate un Mac, il tasto da premere è BACKSPACE.
In entrambi i casi, ricordate che la cancellazione di un evento farà arretrare tutti gli eventi successivi presenti
nella battuta, quindi dovrete sempre compensare i valori mancanti.

Qualora doveste inserire una nota della durata sbagliata, anziché cancellarla e riscriverla, potete ­modificarne
direttamente il valore: è sufficiente posizionarsi sulla nota con il cursore, senza curarsi della posizione del
­collimatore, e premere il tasto numerico corrispondente al valore corretto.

Per quanto riguarda i raggruppamenti delle note, lo strumento Inserimento rapido analizza costantemente il ma-
teriale inserito ed effettua automaticamente tutte le unioni necessarie, in base alla prassi comune (per esempio,
se l'indicazione di tempo è 6/8, le crome vengono raggruppate a tre a tre).
Se desiderate che il programma non effettui questo tipo di analisi, dovrete semplicemente aprire il menu specia-
le Inserimento rapido e togliere la spunta dalla voce Verifica i raggruppamenti. Fig. 12.7 - La finestra Troppe durate nella battuta
Ricordate però che il comando ha effetto solo a partire dal momento in cui lo si applica e non comporta alcun
cambiamento sul materiale inserito in precedenza. Osservando i pulsanti di opzione, vedete che si possono effettuare quattro scelte differenti:
Teoricamente questa funzione potrebbe essere usata con profitto durante la stesura di linee vocali, poiché di • con il primo pulsante (A) si impone a Finale di ignorare l'errore e di mantenere il materiale inalterato.
norma le note del canto a cui sono assegnate differenti sillabe di testo devono essere scritte separatamente. Benché tale opportunità possa apparire bizzarra, vi sono numerose situazioni che ne giustificano la
Tuttavia, se ciò funziona benissimo per le linee vocali di natura esclusivamente sillabica, tale aspetto viene rimes- presenza, come dimostrerà l'esperienza personale di ciascun utente;
so in discussione quando vi siano melismi o vocalizzi su un'unica sillaba: in questi casi, allora, sarà molto più con-
veniente affidarsi a una speciale funzione del menu Utilità che analizzeremo successivamente (cfr. Lezione 27). • il secondo pulsante (B) è sicuramente il più utilizzato, in quanto rappresenta la soluzione ideale per
rimediare ad eventuali errori di battitura: esso infatti ordina al programma di cancellare tutti i valori in
Tornando alle operazioni primarie, vediamo ora come si può modificare la posizione orizzontale o verticale di un eccesso;
evento già inserito; tale procedura necessita del mouse, e sicuramente rappresenta l'unica importante intromis-
• con la terza opzione (C) potete spostare i valori in eccesso nella battuta seguente: nel caso specifico, la
sione di questo dispositivo nello strumento Inserimento rapido che, come detto, lo utilizza pochissimo:
breve verrà suddivisa in due semibrevi unite da una legatura di valore, e la seconda nota sarà spostata
• se dovete spostare una nota verticalmente per cambiarne l'altezza, dapprima cliccate sulla battuta per nella misura successiva;
attivare la Cornice dell'Inserimento rapido, quindi trascinate la nota che vi interessa verso l'alto o verso
• infine, qualora i valori eccedenti siano sufficienti per riempire tutta la battuta seguente e avere ancora
il basso, tenendo premuto il pulsante sinistro del mouse.
una rimanenza, con la quarta opzione (D) potete ordinare a Finale di spostare i valori residui in una ter-
L'operazione assume un rilievo particolare per le pause, che in certi casi devono essere collocate su al-
za battuta, continuando nelle misure successive fino a quando tutte le durate siano state correttamente
tezze diverse da quelle convenzionali, specialmente quando si lavora polifonicamente su livelli (layer)
distribuite.
diversi.
Questa esigenza si manifesta talvolta inserendo il materiale dopo aver disattivato la funzione Salta
Prima di effettuare il trascinamento, è utile tenere abbassato il tasto SHIFT: ciò impedirà che l'evento
alla misura successiva contenuta nel menu speciale Inserimento rapido (vedi sopra); in tali casi, infatti,
si sposti accidentalmente anche in senso orizzontale.
ci si potrebbe scordare di avanzare manualmente di battuta in battuta con il tasto Freccia destra, ac-
• Se invece dovete spostare una nota o una pausa orizzontalmente, agite in modo analogo trascinando corgendosi poi di aver inserito grandi quantità di note in un'unica misura: questa opzione rappresenta
verso sinistra o verso destra. dunque un'ottima opportunità per evitare di dover cancellare tutto il materiale in eccedenza.
Questa operazione è molto utile per sistemare eventuali sovrapposizioni tra gli eventi all'interno di
• Naturalmente, se si disattiva la voce Controlla le note in eccesso, Finale non effettuerà più alcuna verifi-
battute molto ricche di materiale; ricordate, però, che se modificate la posizione orizzontale di una ca e consentirà di inserire in ogni battuta una quantità a piacere di valori, senza far apparire la suddetta
nota o di una pausa dovrete comunque cercare di rispettare l'allineamento con gli altri strumenti dell'or- finestra di dialogo.
ganico, a vantaggio della leggibilità della partitura.
In ogni caso, gli spostamenti manuali dovrebbero essere effettuati con estrema parsimonia, poiché
Fino a questo momento abbiamo analizzato le procedure per l'immissione di note o pause in successione. Spes-
sono spesso piuttosto imprecisi; è sempre più conveniente affidarsi alle funzioni automatiche del
so, però, si dovranno inserire degli eventi davanti ad altre note o pause scritte in precedenza: generalmente ciò si
software, utilizzando le opzioni di spaziatura che descriveremo in seguito (cfr. Lezione 27).
verifica in seguito a qualche dimenticanza in fase di copiatura, oppure in caso di ripensamenti durante la com-
Se comunque volete trascinare le note e le pause manualmente, ricordate anche in questo caso di
posizione / elaborazione di un brano.
tenere abbassato il tasto SHIFT prima di iniziare l'operazione, così da evitare che gli eventi si spostino
accidentalmente anche in senso verticale. In casi come questi, è possibile configurare l'Inserimento rapido in modo che gli eventi vengano scritti non tanto
in corrispondenza del cursore, ma subito prima di esso. Per attivare questa funzione, è necessario aprire il menu
Un'altra funzione molto importante che Finale può svolgere durante le operazioni di scrittura è il controllo del- Inserimento rapido e applicare la spunta alla voce Inserimento note o pause. È disponibile anche una scorciatoia
la quantità di valori inseriti nelle battute, in relazione all'indicazione di tempo. Se infatti aprite ancora il menu da tastiera, che varia a seconda del sistema operativo utilizzato:

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 131 132 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• in Windows si premerà semplicemente il tasto INS, a volte scritto per esteso come INSERT; • Immaginate ora che i sette tasti della fila in basso (in colore azzurro) corrispondano alle note
• in MacOS si premerà la combinazione SHIFT+I. dell'ottava "-1" (quella che va dal Do 2 al Si 2);

Fate un piccolo esercizio cliccando su una battuta libera: • i sette tasti della fila centrale (in colore giallo), invece, corrispondono alle note dell'ottava fondamen-
tale (quella che va dal Do 3 al Si 3);
• scrivete sette crome ascendenti, partendo dal Do centrale, e precisamente le note "Do, Re, Mi, Sol, La,
Si, Do", così da raggiungere l'ottava superiore; • infine, i sette tasti della fila superiore (in colore rosso) corrispondono alle note dell'ottava "1" (quella
• la simulazione rappresenta una scala di Do maggiore nella quale si ipotizza di aver omesso accidental- che va dal Do 4 al Si 4).
mente la quarta nota, il Fa;
• I tre tasti in colore verde "I", "K" e "," (virgola) vengono utilizzati per trasportare l'intero ambito all'ot-
• portate dunque il cursore sopra il Sol e attivate la modalità per l'inserimento sopra descritta: noterete tava alta o bassa, o per riportare tutto all'altezza originale (loco), come indicato nell'illustrazione.
un cambiamento nella forma del cursore stesso, in quanto ai suoi estremi sono comparsi due piccoli
triangoli neri; ciò vi conferma che in questo momento state lavorando in questa modalità speciale (fig. Si crea perciò un sistema la cui estensione melodica va dal Do 1 al Si 5, coprendo sostanzialmente cinque ottave;
12.8); se le note che dovete inserire si trovano tutte all'interno di questo ambito, potrete utilizzare questa modalità
operativa, inizialmente un po' macchinosa ma in realtà molto efficace, in quanto simula in modo convincente
l'esecuzione sui tasti di un pianoforte.
Tale tecnica rappresenta quindi una sorta di via di mezzo fra la prima prassi (quella analizzata fino a questo
momento), e la seconda prassi che prevede la presenza di una tastiera MIDI esterna. Per attivarla è necessario
premere il tasto BLOCCO MAIUSCOLE (Caps Lock).

Fate dunque un altro breve esercizio, scrivendo ancora il ritornello di Jingle bells (cfr. fig. 12.6):
• individuate un gruppo di 4 battute libere, e cliccate sulla prima di esse in modo da attivare la Cornice
Fig. 12.8 - Attivazione della modalità Inserimento
dell'Inserimento rapido;
(notare la modifica delle estremità del cursore nei cerchi rossi)
• ora premete il tasto BLOCCO MAIUSCOLE;
• scrivete ora il Fa croma mancante, e come vedrete esso verrà regolarmente inserito prima del cursore, • osservate la melodia da trascrivere, e noterete che le note - in base allo schema di fig. 12.9 - si trovano
completando correttamente la battuta. tutte nelle prime due file;
• Per tornare alla normale modalità di scrittura, sarà sufficiente togliere la spunta alla voce del menu • premete dunque il tasto "J" (che corrisponde al Si 3), e il collimatore si posizionerà all'altezza corri-
Inserimento rapido oppure digitare nuovamente i tasti di scelta rapida. spondente;
• utilizzando il tastierino numerico o la tastiera principale, digitate "5, 5 e 6" per scrivere la prima battu-
Ora, prima di esaminare tutte le operazioni accessorie che si possono effettuare sugli eventi inseriti, analizziamo ta; ripetete poi la medesima sequenza per la seconda battuta, che è identica;
una tecnica alternativa di scrittura delle note, per la verità non molto utilizzata ma comunque piuttosto interes- • giunti alla terza battuta, premete ancora una volta il tasto "5" per inserire la prima nota, poi per posi-
sante: anche in questo caso si utilizza esclusivamente la tastiera del computer. zionare il collimatore sul Re 4 (osservate sempre la fig. 12.9) premete il tasto "W" e inserite la semimi-
Per capire il principio di funzionamento della procedura osservate la fig. 12.9, in cui noterete che l'area centrale nima con il consueto tasto "5";
della tastiera è stata idealmente suddivisa in tre file di sette tasti ciascuna, che iniziano rispettivamente dalle
lettere "Q", "A" e "Z". • a questo punto dovreste aver compreso il meccanismo, quindi potete completare l'esercizio utilizzan-
do le seguenti serie di tasti:
oo "G + 5 + . (punto)";
oo "H + 4";
oo "J + 7".

Per coloro che sono già abituati a utilizzare una master keyboard per l'immissione delle note, il metodo diven-
terà subito familiare, anche se si dovrà fare un po' di pratica per spostarsi da una fila di tasti all'altra in corrispon-
denza delle varie ottave; è comunque un sistema divertente per fingere di avere sotto le dita una vera tastiera
quando ci si trova al di fuori del proprio contesto operativo abituale.

Ora, come già fatto per lo strumento Inserimento semplice, analizziamo le procedure per l'immissione di tutti gli
elementi accessori delle note:

• per le alterazioni, potete utilizzare i tasti "+" e "–" presenti sul tastierino numerico: posizionando il
­cursore su una nota qualsiasi e premendo i suddetti tasti, la si innalza o abbassa di un semitono. È
possibile premere ripetutamente il "+" e il "–" per ottenere 2, 3 o più alterazioni su una nota fino ad un
massimo di sette.
Fig. 12.9 - La disposizione sequenziale dei tasti per Se non disponete del tastierino, potete usare in alternativa la lettera "S" per ottenere il diesis e la
l'immissione alternativa degli eventi ­lettera "F" per il bemolle, oppure la lettera "X" per il doppio diesis e la lettera "V" per il doppio bemolle.

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 133 134 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Nel caso una nota rechi già un'alterazione e vogliate cancellarla, premete la lettera "N" (iniziale di oo per cancellare completamente un intero accordo, sempre dopo esservi posizionati nel punto inte-
natural, che significa bequadro); ovviamente, se la nota in questione è alterata in base all'armatura ressato premete il tasto CANCEL in Windows oppure BACKSPACE in MacOS;
di chiave (per esempio un Fa S nella tonalità di Re maggiore), davanti ad essa comparirà un bequadro, oo per modificare l'altezza di una nota all'interno di un accordo, vi sono due possibilità: volendo uti-
altrimenti verranno semplicemente cancellate le alterazioni, senza aggiungere altri simboli. lizzare solo la tastiera, si dovrà cancellare la nota e riscriverla all'altezza esatta; volendo invece
• Come in altre occasioni, Finale effettua per impostazione predefinita un controllo sulla "liceità" delle concedersi una tantum l'utilizzo del mouse, si potrà utilizzare la tecnica del trascinamento verticale
operazioni effettuate dall'utente, intervenendo se necessario in base alle regole generali: ad esempio, precedentemente analizzata per le note singole (cfr. pag. 129);
se nella prima battuta di Jingle bells aggiungete un bemolle al primo Si, comparirà in automatico un oo per modificare l'altezza di un intero accordo, dovrete usare una procedura particolare:
bequadro davanti al Si successivo, come appunto prevede la teoria. a. in primo luogo fate doppio clic su una nota qualsiasi dell'accordo interessato, senza però rila-
Nel caso una battuta contenga numerose note della stessa altezza che debbano essere tutte alterate, sciare il tasto del mouse dopo il secondo clic;
il programma offre una comoda scorciatoia che evita la necessità di alzarle o abbassarle una per una:
b. a questo punto trascinate l'accordo verticalmente fino a raggiungere la posizione desiderata.
oo in Windows, posizionate il cursore sulla prima nota della serie, quindi tenete premuti i tasti
Si tratta della cosiddetta tecnica del "clic e mezzo", che costituirà il requisito fondamentale per
­CTRL+SHIFT e aggiungete il "+" o il "–";
l'utilizzo dello strumento Forme Intelligenti (cfr. Lezione 19).
oo in MacOS, posizionate il cursore sulla prima nota della serie, quindi tenete premuti i tasti ­ALT+SHIFT Ricordate che è sempre opportuno tenere premuto il tasto SHIFT mentre si effettua il trascinamen-
e aggiungete il "+" o il "–". to, onde evitare che l'accordo si sposti anche orizzontalmente.
• Una situazione particolare è costituita dalle cosiddette alterazioni di cortesia o precauzione: esse, come oo Per alterare una o più note dell'accordo, il metodo è ovviamente analogo a quello che si usa per le
noto, rammentano all'esecutore la giusta altezza di una nota in caso di ambiguità, specialmente in note singole: ci si dovrà infatti posizionare precisamente con il collimatore sulle note da alterare, e
seguito alla comparsa di alterazioni transitorie. agire sui consueti tasti "+" e "–" (oppure, in alternativa, sui sopra citati tasti "S, F, X, V, N").
Finale non inserisce automaticamente queste indicazioni, poiché il loro utilizzo è facoltativo (benché in oo Se però dovete alterare un intero accordo, userete una tecnica particolare che consiste nel posizio-
alcuni casi assolutamente opportuno) e dipende dalle scelte di chi effettua materialmente la redazione nare il collimatore su un'altezza estranea all'accordo stesso. Per sicurezza è sempre meglio collo-
di una partitura, a meno che non si tratti della copia fedele di un documento: in ogni caso, la procedura carlo direttamente in un punto esterno al rigo, soprattutto nel caso in cui l'accordo sia composto
consiste nel posizionare il cursore sopra la nota interessata, premendo poi il tasto "*" (asterisco) sul da intervalli ravvicinati o sia addirittura un cluster.
tastierino numerico, o in alternativa la lettera "A" sulla tastiera principale. Quando il collimatore è esterno all'accordo, premendo i tasti "+" e "–" (oppure "S, F, X, V, N") ap-
Quando si aggiunge un simbolo di questo tipo, nell'angolo in basso a destra della Cornice dell'Inse- plicherete la relativa alterazione a tutte le note dell'accordo.
rimento rapido compare un asterisco, che ricorda all'utente la visualizzazione "forzata" dello status
oo Con il metodo del collimatore esterno potete inoltre applicare ad un intero accordo le alterazioni di
della nota. cortesia, per le quali - come ricorderete - si utilizza il tasto "*" (asterisco) del tastierino numerico
Se si desidera che un'alterazione di cortesia appaia tra parentesi, in alternativa ai due tasti sopra de- oppure la lettera "A" sulla tastiera principale.
scritti sarà sufficiente premere la lettera "P".
oo Per effettuare trasformazioni enarmoniche, anche per gli accordi si dovrà utilizzare il tasto "9" del
• Talvolta è necessario modificare una nota in senso enarmonico (trasformando, per esempio, un La S in tastierino numerico o della tastiera principale. Se dovete trasformare una sola nota, posizionate
un Si F), soprattutto in seguito a cambiamenti di tonalità o semplicemente per ragioni melodiche. In su di essa il collimatore e premete il suddetto tasto; se invece dovete modificare l'accordo intero,
questi casi, si dovrà come sempre collocare il cursore sulla nota interessata e premere il tasto "9" sul collocate il collimatore al di fuori del rigo e premete la combinazione "CTRL+9" in Windows oppure
tastierino numerico o sulla tastiera principale. "ALT+9" in MacOS.

• Per quanto riguarda la scrittura degli accordi, va detto che lo strumento Inserimento rapido prevede Come avete visto fino a questo momento, lo strumento Inserimento rapido permette non solo di scrivere in
(curiosamente) una procedura leggermente più scomoda rispetto all'Inserimento semplice; per fare un modo molto veloce, ma anche di intervenire in vari modi sulle note scritte, senza uscire mai dallo strumento
esempio con una triade di Do maggiore, attivate la Cornice dell'Inserimento rapido in una battuta vuota: stesso.
oo posizionate ora il collimatore all'altezza del Do centrale (Do 3) e inserite una minima con il tasto "6"; Proseguendo con la trattazione, un altro aspetto importante riguarda la gestione dei gruppi irregolari. Anche
oo poiché il cursore salta automaticamente alla pulsazione successiva, con il tasto Freccia sinistra lo strumento Inserimento semplice, come ricorderete, consente di scrivere queste figure ritmiche con una certa
­riportatevi sulla nota appena inserita, poi alzate il collimatore di due posizioni e premete il tasto naturalezza, ma l'Inserimento rapido prevede una procedura ancora più veloce e completa, che analizziamo
INVIO per ottenere il Mi 3; facendo un brevissimo esercizio:
oo a questo punto il cursore non salterà più in avanti, quindi potrete inserire il Sol 3 alzando il collima- • localizzate una battuta vuota e fatevi clic per far apparire la Cornice dell'Inserimento rapido;
tore di altre due posizioni e premendo ancora una volta il tasto INVIO.
• ponete ora di dover scrivere una semplice terzina di minime: tenete quindi abbassato il tasto CONTROL
• Questa è la tecnica fondamentale, con la quale potrete realizzare qualsiasi formazione accordale; il in Windows oppure ALT in MacOS, e contemporaneamente premete il tasto "3" sul tastierino o sulla
programma, inoltre, prevede una nutrita serie di operazioni accessorie, delle quali avrete frequente- tastiera principale;
mente bisogno durante la stesura delle vostre partiture. Vediamole dunque nel dettaglio: • notate che nell'angolo superiore destro della cornice è comparso il numero da voi inserito: ciò signi-
oo per aggiungere una nota a un accordo preesistente, collocate il cursore sull'accordo stesso, poi con fica che Finale è pronto per scrivere il gruppo in questione (una terzina). A questo punto, inserite tre
il collimatore raggiungete l'altezza desiderata e premete il tasto INVIO; ­minime ad un'altezza qualsiasi con il tasto "6", e il gioco è fatto.
oo per eliminare una o più note da un accordo, collocate il cursore e il collimatore nella posizione de- Come si può intuire, per ottenere un altro tipo di gruppo irregolare sarà sufficiente associare al tasto funzione
siderata, quindi premete in Windows il tasto BACKSPACE o in MacOS il tasto CLEAR del tastierino (CONTROL o ALT) il numero di note che costituiscono il gruppo stesso (per esempio, il "2" per la duina, il "5" per
numerico (ovvero gli stessi tasti che trasformano le note singole in pause); la quintina, ecc.): a tale scopo si possono usare i tasti da "2" a "8".

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 135 136 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Qualora si debba creare un gruppo irregolare formato da più di 8 note, è necessario premere la combinazione di
tasti "CTRL+1" in Windows o "ALT+1" in MacOS: essa farà apparire la finestra Impostazione del gruppo irregolare
(fig. 12.10).

Fig. 12.11 - Esempio di gruppo irregolare nidificato

Durante la realizzazione di figure ritmiche complesse come questa, è possibile che l'aspetto grafico del grup-
po ottenuto sia piuttosto insoddisfacente, presentando ad esempio la sovrapposizione di uno o più elemen-
ti: imparerete a mettere tutto perfettamente in ordine nella lezione dedicata allo specifico strumento Gruppi
­irregolari (cfr. Lezione 14).

Per quanto riguarda gli abbellimenti, in particolare le acciaccature e le appoggiature, lo strumento Inserimento
rapido si rivela ancora una volta molto pratico ed efficace.
Per fare un semplicissimo esempio, cliccate in una battuta vuota e inserite una croma a un'altezza qualsiasi;
ora premete la lettera "G" (iniziale di Grace note) sulla tastiera principale, e subito la nota si trasformerà in
­un'appoggiatura; se premete ancora il tasto "G", l'appoggiatura stessa si trasformerà in un'acciaccatura; pre-
mendo il tasto "G" una terza volta, la nota ritornerà alla dimensione originale. Quindi il tasto "G" è una sorta di
interruttore a tre fasi, molto comodo per inserire gli abbellimenti più comuni.
Naturalmente, come detto nella lezione precedente, questi tre "stati" delle note si ottengono solo utilizzando
valori pari o inferiori alla croma; infatti, i valori più grandi possono presentarsi solo in forma di appoggiatura o
nota reale, perciò in questi casi vi saranno solo due fasi.

Fig. 12.10 - La finestra Impostazione del gruppo irregolare Qualora la pressione del tasto "G" origini direttamente l'acciaccatura, senza passare prima per l'appoggiatura, è
necessario modificare le Opzioni del Documento, come già visto per l'Inserimento semplice (cfr. pag. 113):
Questa finestra, come si nota, è destinata non solo all'impostazione della quantità di note del gruppo, ma anche
• accedete alla relativa finestra con il percorso da menu "Documento > Opzioni del documento";
alla definizione di numerosi altri parametri (aspetto, forma, posizionamento, ecc.): ce ne occuperemo dettaglia-
come ricorderete, in alternativa è possibile utilizzare la scorciatoia ALT+CTRL+A in ­Windows oppure
tamente durante la specifica analisi dello strumento Gruppi irregolari (cfr. Lezione 14).
­ALT+CMD+A in MacOS;
Per il momento, limitiamoci a osservare le due caselle nella parte superiore e i relativi menu a tendina (A): in • dall'elenco sulla sinistra, cliccate sulla voce Abbellimenti;
modo del tutto analogo a quello utilizzato dall'Inserimento semplice, si dovrà indicare al programma la quantità
• al centro della finestra, togliete la spunta dal pulsante "Metti sempre il taglio sulle figure aventi la
di note del gruppo desiderato e il valore complessivo in cui esse devono essere collocate.
codetta";
Ad esempio, per ottenere un gruppo di 13 semicrome nello spazio di 2/4, scriverete "13" nella prima casella, sce-
gliendo poi la voce "Sedicesimo(i)" nel primo menu, quindi scriverete "1" nella seconda casella, scegliendo infine • premete infine OK, e d'ora in avanti otterrete le tre fasi sopra descritte.
la voce "Minima(e)" nel secondo menu14.
Prima di concludere la trattazione con l'elenco delle scorciatoie speciali di questo strumento, è il momento di
Un'ulteriore possibilità prevista dallo strumento Inserimento rapido è quella di scrivere gruppi irregolari analizzare le procedure per l'inserimento della polifonia all'interno dei righi musicali. Finale, infatti, può gestire
nidificati: con questa definizione si indica la presenza di uno o più gruppi irregolari "secondari" all'interno di un fino a quattro diversi livelli di scrittura (layer) in ogni rigo, ciascuno dei quali suddivisibile in due voci distinte, per
gruppo "generale" (per esempio una quintina dentro una terzina). un totale di ben otto voci indipendenti complessive.
Potete svolgere un breve esercizio per apprendere la procedura: Normalmente, come dimostra la pratica quotidiana (e la letteratura musicale), anche nelle scritture polifoniche
più complesse sono sufficienti due o tre voci al massimo in ogni rigo, ma - come in altri casi - Finale offre soluzioni
• iniziate impostando una normale terzina di minime, quindi tenete premuto il tasto CONTROL o ALT (a
molto ampie, in modo da assicurare la massima efficacia in tutte le situazioni possibili.
seconda del vostro sistema operativo) e digitate il numero "3";
• ora scrivete la prima minima, ad un'altezza qualsiasi, con il tasto "6"; All'inizio di questa lezione, come ricorderete, abbiamo notato che la Cornice dell'Inserimento rapido presenta
in alto a sinistra la dicitura "V1": fino a quando non si modificherà tale impostazione, tutti gli elementi inseriti
• ipotizzando che al posto della seconda minima vi sia una quintina di crome, senza uscire dalla Cornice
apparterranno perciò alla "voce 1". Per imparare ad assegnare una linea melodica alla "voce 2", potete svolgere
dell'Inserimento rapido premete la combinazione di tasti "CTRL+5" in Windows o "ALT+5" in MacOS,
il seguente esercizio:
quindi scrivete cinque crome a piacere con il tasto "4";
• aprite il menu speciale Inserimento rapido e togliete la spunta alla voce Salta alla misura successiva;
• Finale, a questo punto, sa che per completare il gruppo manca ancora una minima, quindi digitate
un'altezza qualsiasi con il tasto "6" ed ecco il risultato (fig. 12.11). • cliccate su una battuta libera e scrivete due minime sul quarto spazio del pentagramma: queste saran-
no le note della "voce 1";
4. Naturalmente, nella seconda casella e nel relativo menu potete inserire un qualsiasi valore equivalente, per esempio "2 semiminime", • ora tornate con il cursore sulla prima nota e premete il tasto "APOSTROFO", normalmente associato
"4 ottavi", "8 sedicesimi", ecc. al punto interrogativo (sia sulle tastiere dei Mac che su quelle dei PC). Notate che adesso, nell'angolo

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 137 138 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

in alto a sinistra della cornice, la dicitura è diventata "V2": ciò significa che è possibile scrivere le note • Il menu a tendina in alto (A) consente di selezionare individualmente i 4 livelli, in modo da effettuare
della "voce 2", e a titolo di conferma il cursore si è leggermente spostato verso destra; le impostazioni per ciascuno di essi senza uscire dalla finestra. Poiché si tratta di parametri molto spe-
• inserite quindi una scala di crome discendenti a partire dal Do 4 (fig. 12.12). cifici e standardizzati, in genere è opportuno non modificare nulla, a meno che non vi siano esigenze
particolari.

• Il primo pulsante checkbox (B), con l'ausilio del menu sottostante, "blocca" in su o in giù la direzione
dei gambi per il livello selezionato. Come detto in precedenza, il livello 1 prevede che tali elementi siano
orientati verso l'alto; se vi spostate temporaneamente al livello 2, noterete invece che essi sono orien-
tati verso il basso.

• Ritornate ora al livello 1 e osservate il checkbox successivo (C) che - quando selezionato - indica a Finale
Fig. 12.12 - Esempio di scrittura polifonica (utilizzo delle due voci del livello 1) di direzionare la curvatura delle legature di valore nella stessa direzione dei gambi: questa opzione è
• Premete il tasto "0" (zero) per uscire dalla cornice, e noterete che le linee inserite appartengono effet- assolutamente consigliata per evitare il più possibile sovrapposizioni fra gli elementi dei livelli.
tivamente a due voci distinte, come confermato dalla direzione dei gambi delle note. • La casella di controllo successiva, Nascondi il livello quando è inattivo (D), fa sì che le note e le pause
• Qualora il gambo di una o più note sia orientato dalla parte sbagliata, è possibile rovesciarlo veloce- appartenenti al livello indicato dal menu A compaiano in partitura solo se il livello stesso è attivo;
mente portandosi sugli eventi interessati con il cursore e premendo il tasto "L", sia in Windows che in cambiando livello, infatti, le note in questione verranno nascoste. Nel documento predefinito, come è
MacOS. logico, l'opzione è normalmente deselezionata per tutti i livelli.
• Ricordate che la "voce 2" può iniziare da qualsiasi pulsazione della battuta, senza dover anteporre
delle pause: questa è una differenza importante rispetto ai livelli, che invece prevedono che ogni linea • Il quarto checkbox (E) determina la posizione delle cosiddette "pause fluttuanti", ovvero le pause che
aggiuntiva cominci sempre all'inizio della misura. in una scrittura polifonica - come detto poc'anzi - vengono spostate dalla collocazione ordinaria al fine
di evitare sovrapposizioni. Con la dicitura "posizioni" si intendono incrementi o decrementi di grado
Oltre alla suddivisione in due voci, come detto, Finale consente di lavorare anche su quattro diversi livelli di
congiunto (da linea a spazio o viceversa): il numero "6" impostato per il livello 1, essendo un valore
scrittura. Coloro che hanno dimestichezza con i programmi di grafica o fotoritocco, come Adobe Photoshop,
positivo, indica perciò che tutte le pause di quel livello saranno innalzate di sei posizioni rispetto alla
sanno che in questi software la tecnica dei livelli è molto utilizzata: essa simula la sovrapposizione di vari fogli
trasparenti, ciascuno dei quali può essere spostato, modificato o eventualmente rimosso in modo da creare collocazione standard. Nel livello 2 - per simmetria - il valore sarà negativo (-6) e le pause risulteranno
sempre nuove combinazioni dell'immagine risultante. abbassate di sei posizioni.
Il principio su cui si basano i livelli di Finale è praticamente il medesimo: si tratta di sovrapporre fino a 4 linee
• Tutte le suddette regolazioni hanno senso, ovviamente, se nel rigo musicale (o meglio nelle singole
­melodiche o accordali, così da ottenere le polifonie più diverse; ciascun livello, inoltre, può essere personalizzato
battute) vi sono almeno due livelli di polifonia: in caso contrario, risulta utile mantenere la selezione del
affinché il suo comportamento sul pentagramma si attenga sempre a determinate regole.
pulsante successivo (F), che esclude ogni impostazione specifica e applica agli elementi musicali le re-
In base alle impostazioni predefinite, le note scritte sul livello 1 avranno tutti i gambi rivolti verso l'alto, quelle gole standard della notazione. L'opzione prevede anche due caselle subordinate (G), da tenere in con-
del livello 2, invece, li avranno rivolti verso il basso. Per quanto riguarda i livelli 3 e 4, il documento di default non siderazione qualora i livelli aggiuntivi contengano notazione nascosta o siano interamente occultati.
prevede norme particolari, per cui si dovrà valutare la situazione specifica per decidere come intervenire.
Anche le pause, per evitare che si sovrappongano alle note degli altri livelli, saranno collocate in posizioni diffe- • Il pulsante Playback (H), come si intuisce, consentirà di ascoltare le note del livello corrente in fase di
renti rispetto a quelle tradizionali. riproduzione; se esso viene deselezionato, il materiale presente non verrà eseguito.
Tutti questi aspetti si possono definire attraverso la finestra delle Opzioni del documento, che ormai avete
• Il penultimo checkbox (I) influenza la spaziatura della musica, e fa sì che le note e le pause del ­livello
già utilizzato molte volte; accedetevi dunque con la consueta scorciatoia (ALT+CTRL+A in Windows oppure
corrente vengano contemplate dal processo di disposizione razionale del materiale effettuato dal pro-
­ALT+CMD+A in MacOS) e procedete all'analisi della sezione specifica, cliccando dall'elenco a sinistra la voce
Livelli (fig. 12.13). gramma (in automatico o su richiesta dell'utente, cfr. Lezione 27).
La disattivazione di questo controllo può essere utile quando un livello, generalmente il terzo o il quar-
to, viene utilizzato (e successivamente nascosto) solo per motivi tecnici, ad esempio per scrivervi la
realizzazione degli abbellimenti ai fini di una corretta esecuzione in playback: in tali casi è opportuno
escludere tale livello dalle operazioni di spaziatura per non ottenere battute inutilmente troppo larghe.

• Per concludere, la casella Consolida le pause attraverso i livelli (J) consente l'automazione di una pras-
si molto comune: quando in una misura vi sono due o più livelli di polifonia e in una stessa pulsazione
vengono inserite pause dello stesso tipo, esse verranno "consolidate" in una pausa unica, che sarà
situata al centro del rigo (fig. 12.14 A). Come noto, questa è senz'altro la soluzione più diffusa in cam-
po editoriale per gli eventi di questo genere, e la sua effettuazione automatica è stata resa possibile a
partire da Finale 2014.
Ricordate, però, che nella pulsazione in questione dovranno esserci soltanto pause identiche in tutti
i livelli utilizzati; se anche in un solo livello vi fosse una nota qualsiasi (o una pausa di valore diverso),
Finale non applicherebbe il consolidamento e manterrebbe le pause separate, naturalmente collocan-
Fig. 12.13 - La sezione Livelli nella finestra delle Opzioni del documento dole su altezze diverse del rigo (fig. 12.14 B).

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 139 140 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• ora tornate con il cursore all'inizio della prima battuta e passate al livello 2; noterete che le note appena
scritte sul livello 1 della misura selezionata sono diventate grigie, in modo da non creare confusione
mentre si inseriscono le note nel nuovo livello;
• copiate ora le note del controcanto seguendo l'illustrazione sottostante (fig. 12.17);

Fig. 12.14 - Esempio di differente trattamento delle pause coincidenti

Come detto, i valori di default delle opzioni sopra descritte rispondono perfettamente alle più comuni prassi edi-
toriali: per tale motivo essi dovrebbero essere modificati solo in caso di esigenze molto precise o di particolare
densità del tessuto polifonico. Fig. 12.17 - Incipit del brano Fra Martino (note da scrivere sul livello 2)
Ciò premesso, per attivare un livello specifico la procedura varia a seconda della piattaforma utilizzata:
• notate come la direzione dei gambi, mentre aggiungete le note, segue automaticamente le imposta-
• nella versione per Windows, osservate l'angolo inferiore sinistro dello schermo e noterete quattro pic- zioni stabilite nella finestra delle Opzioni del documento;
cole caselle numerate, accanto ai pulsanti per la navigazione lungo le pagine del documento: dovrete
semplicemente fare clic sul numero di livello che vi interessa (fig. 12.15 A); • ora portate nuovamente il cursore all'inizio della prima battuta, e risalite al livello 1;

• nella versione per MacOS, sempre nell'angolo in basso a sinistra, troverete un menu a tendina, conte- • premete il tasto "R" per trasformare in una pausa il Do iniziale: come da impostazioni, la pausa ottenu-
nente le quattro voci in questione (fig. 12.15 B); ta si troverà più in alto rispetto alla collocazione ordinaria, precisamente di 6 posizioni.
• Qualora voleste riportare la pausa alla sua altezza standard (in un caso come questo, infatti, non si ve-
rificherà alcuna sovrapposizione), non dovrete necessariamente modificare le Opzioni del ­documento:
sarà sufficiente situare il cursore esattamente sopra la pausa e premere il tasto "*" (asterisco) sul ta-
stierino numerico.
Fig. 12.15 - I controlli per la scelta dei livelli nella versione per Windows e in quella per MacOS • Il suddetto tasto, quindi, assume una funzione assai diversa a seconda che lo si applichi a una nota o
a una pausa (cfr. pag. 133); purtroppo, per questo specifico utilizzo non esiste un simbolo (o lettera)
I due sistemi operativi prevedono anche l'utilizzo di specifiche combinazioni di tasti per il passaggio rapido da corrispondente nella tastiera principale, quindi in questo caso la disponibilità del tastierino è fonda-
un livello all'altro: mentale. Se non ne siete in possesso, comunque, potete pur sempre spostare le pause trascinandole
con il mouse; non dimenticate questa possibilità, poiché in molti casi essa costituirà l'unico metodo
• in Windows, tenete abbassati i tasti ALT+SHIFT, indi premete sulla tastiera principale (non sul tastieri-
efficace per evitare sovrapposizioni fra gli eventi della battuta.
no numerico) i tasti da 1 a 4 a seconda del livello desiderato. Questa scorciatoia funziona anche senza
cliccare preventivamente su una battuta per attivare la Cornice dell'Inserimento rapido;
La tecnica dei livelli, come affermato in precedenza, funziona come una serie di fogli trasparenti sovrapposti; se
• in MacOS, invece, dovrete dapprima cliccare in una battuta, indi potrete usare la combinazione si desidera visualizzare solo uno di questi fogli, ovvero un unico livello fra quelli inseriti, Finale offre la possibilità
­SHIFT+Freccia giù per passare al livello seguente, SHIFT+Freccia su per passare al livello precedente; di nascondere temporaneamente tutti gli altri: a tal fine si dovrà accedere al menu Documento e selezionare
Controllate sempre l'effetto dei vostri interventi sulle quatto caselle (o sul menu a tendina) in basso, onde evi- la voce Mostra solo il livello attivo. Così facendo, spostandosi fra i vari livelli, si renderà visibile esclusivamente
tare di inserire gli eventi sul livello sbagliato. quello disposto in primo piano.
Questa opzione è davvero interessante quando si debba lavorare con più livelli di una certa complessità, per evi-
A questo punto è opportuno svolgere un breve esercizio per fare un po' di pratica con la scrittura polifonica; tare di farsi distrarre dagli elementi presenti nei livelli già creati; naturalmente, il predetto controllo deve essere
­realizzeremo l'incipit del notissimo brano popolare Fra Martino sul livello 1, aggiungendo un piccolo controcanto disattivato alla fine dell'inserimento, per poter verificare il risultato complessivo del lavoro svolto.
sul livello 2:

• aprite un nuovo documento predefinito e fate clic sulla prima misura per attivare la Cornice dell'Inseri- Uno degli inconvenienti più frequenti in cui ci si imbatte lavorando a più voci consiste nell'inserimento acciden-
mento rapido; tale del materiale su un livello sbagliato; in altri casi meno "sfortunati" e più consapevoli, può essere invece
opportuno copiare il materiale di un livello e incollarlo in un altro (soluzione utilissima in caso di temporanei
• verificate, osservando i numerini o il menu a tendina in basso a sinistra, che sia correntemente selezio-
passaggi all'unisono delle voci).
nato il livello 1: in caso contrario, attivatelo con le procedure sopra descritte;
Per gestire entrambe le situazioni, Finale dispone di un prezioso comando: aprendo il menu Modifica, si nota al
• copiate le due battute riportate qui sotto (fig. 12.16); centro la voce Sposta / Copia Livelli, che diviene attiva cliccando preventivamente nell'area interessata con lo
strumento Selezione. La piccola finestra collegata alla funzione (fig. 12.18) ha un utilizzo molto intuitivo:

• i due pulsanti di opzione in alto (A) consentono di scegliere il tipo di operazione da compiere (sposta-
mento o copia);

• le quattro caselle di controllo che seguono (B), unitamente ai relativi menu a tendina, servono invece
Fig. 12.16 - Incipit del brano Fra Martino (note da scrivere sul livello 1) a determinare - nelle varie combinazioni possibili - quali saranno i livelli coinvolti dalla modifica.

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 141 142 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo Per riunire due note separate, la procedura è esattamente la stessa (slash o tasto "B"); ricordate
comunque di collocare sempre il cursore sulla seconda nota del gruppo.

• Infine, si può intervenire anche sull'inclinazione delle barre di raggruppamento. Partendo dal presup-
posto che Finale imprime automaticamente un'angolazione a queste barre assecondando la direzione
melodica delle note, se si desidera che le barre siano perfettamente orizzontali, si dovrà collocare il
cursore su una nota qualsiasi del gruppo e premere il tasto "M".
Anche questa scorciatoia può avere una doppia finalità, perciò una successiva pressione del tasto "M"
riporterà le linee del gruppo all'inclinazione originale.

Per concludere la lezione, possiamo finalmente occuparci della seconda modalità di immissione degli eventi,
ossia quella che prevede l'utilizzo congiunto della tastiera del computer e di un dispositivo esterno.
Fig. 12.18 - La finestra Sposta / Copia i livelli della musica Per rendere operativo questo metodo, dovete in primo luogo accedere al menu speciale Inserimento rapido
e apporre la spunta alla voce Usa un dispositivo MIDI per l'inserimento; così facendo, comunicherete a Finale
Facciamo un esempio basato su una situazione estremamente comune: qualora una linea melodica sia stata che state per utilizzare uno strumento collegato via MIDI, come ad esempio un sintetizzatore o una master
inserita erroneamente nel livello 2 anziché nel livello 1, dapprima si dovrà cliccare sull'opzione Sposta, quindi si ­keyboard.
apporrà la spunta al secondo pulsante checkbox, il cui menu a tendina prevede già per default l'impostazione
Ora, ricorderete che anche con lo strumento Inserimento semplice è possibile servirsi di questa tecnica mista per
desiderata.
velocizzare le operazioni; tuttavia, se nell'Inserimento semplice è necessario dapprima impostare il valore e poi
Confermando infine con il pulsante OK, il materiale verrà immediatamente "trasferito" sul livello richiesto.
suonare il tasto corrispondente all'altezza desiderata, nell'Inserimento rapido accade esattamente il contrario,
ovvero prima si suona il tasto e poi si digita il valore desiderato sulla tastiera del computer.
Proseguendo in questa lunga e articolata analisi dello strumento Inserimento rapido, senza dubbio uno dei più
importanti del programma, elenchiamo ora qualche altra scorciatoia mirata ad ottenere soluzioni interessanti Sostanzialmente, quindi, i due processi sono del tutto analoghi, e ciascun utente potrà scegliere liberamen-
durante l'immissione degli eventi: te di utilizzare l'uno o l'altro; tuttavia, in una ipotetica "sfida ai punti", risulta ancora preferibile optare per
l'Inserimento rapido, non tanto per l'immissione delle note, quanto per i maggiori vantaggi offerti da questo
• per nascondere una nota o una pausa, subito dopo l'inserimento premete il tasto "O" oppure il tasto
strumento, a cominciare dalle numerose opzioni della cornice di inserimento, fondamentali in caso di scritture
"H", e l'elemento sparirà dalla partitura.
polifoniche o ricche di gruppi irregolari.
Questa operazione può essere molto utile, ad esempio, per creare un segnaposto invisibile quando si
debba iniziare a scrivere su un nuovo livello partendo da un movimento successivo al primo. Poiché Per prendere confidenza con questa ulteriore tecnica, è opportuno effettuare un altro esercizio; in questo caso
infatti i livelli devono sempre cominciare all'inizio di ogni battuta, se un livello dovesse partire dal terzo scriveremo le prime due battute dell'Invenzione a tre voci in Do maggiore BWV 787 di Johann Sebastian Bach (fig.
movimento sarebbe necessario scrivere una o più pause sui primi due movimenti: in tali casi, quindi, 12.19).
può essere interessante nascondere le pause in modo tale da simulare la "comparsa" del nuovo livello
esattamente nel punto desiderato.
Ricordate comunque che una nota o una pausa nascoste sono tali solamente dal punto di vista grafico,
e non vengono rimosse dalla partitura: perciò, se avviate la riproduzione in playback del vostro brano
le sentirete regolarmente.
Inoltre, l'occultamento di una nota o di una pausa non implica che vengano ugualmente nascoste le
eventuali sillabe di testo o i simboli accordali associati ad esse; verranno invece nascosti tutti gli altri
tipi di elementi collegati, in particolare le articolazioni e i segni di espressione.

• Per invertire la direzione di un gambo, come già detto, si può utilizzare il tasto "L"; ciò vale naturalmen-
te anche per i gruppi di note unite fra loro (crome, semicrome, ecc.). In questi casi, tuttavia, si dovrà
posizionare il cursore sulla prima nota del gruppo, mentre la posizione del collimatore non è influente,
ed esso può trovarsi a qualsiasi altezza. Fig. 12.19 - Esercizio per l'inserimento rapido via MIDI (Johann Sebastian Bach, Invenzione a 3 voci BWV 787)

• Talvolta, per evitare sovrapposizioni tra gli elementi, può essere necessario rovesciare una legatura di • Create un nuovo documento e realizzate un layout per pianoforte (o clavicembalo) servendovi di tutte
valore: per effettuare questa operazione, si dovrà posizionare il cursore sulla prima nota della legatura le tecniche apprese fino a questo momento (cfr. in particolare le Lezioni nn. 2, 5, 7, 8, 10); mantenete
e successivamente premere la combinazione CTRL+F in Windows oppure CMD+F in MacOS. pure la tonalità predefinita di Do maggiore e inserite l'indicazione di tempo ordinario (c).
• Un'altra operazione molto frequente consiste nel separare o raggruppare le note di valore pari o • Disponete solo due misure nella prima accollatura. Il metodo, come ricorderete, è molto semplice:
­inferiore all'ottavo; spesso, infatti, i raggruppamenti automatici di Finale potrebbero non coincidere attivate lo strumento Selezione, quindi fate un clic singolo nella terza battuta (indifferentemente sul
con le nostre necessità. primo o sul secondo rigo) e infine premete il tasto "Freccia giù".
oo Per dividere due note (o - se preferite - per "spezzare" la loro linea di raggruppamento), è necessa- • Attivate ora lo strumento Inserimento rapido, quindi aprite il menu speciale Inserimento rapido e veri-
rio posizionare il cursore sulla seconda nota del gruppo e premere il tasto "/" (slash) sul tastierino ficate che siano regolarmente selezionate le voci Usa un dispositivo MIDI per l'inserimento e Salta alla
numerico; in assenza di questo dispositivo, si può utilizzare la lettera "B" della tastiera principale. misura successiva. Controllate inoltre che sia selezionato il livello 1 negli indicatori in basso a sinistra.

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 143 144 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• Se non è apparsa la Cornice dell'Inserimento rapido, richiamatela cliccando sulla prima misura della oo noterete che compare un piccolo "5" nell'angolo in basso a sinistra della cornice: ciò vi informa
mano destra. che abbassando un tasto del dispositivo MIDI otterrete una semiminima corrispondente all'altezza
eseguita.
• Ora potete inserire gli elementi del livello 1:
oo È interessante notare che quando state per inserire un gruppo irregolare, all'interno della cornice
oo come prima cosa, premete il tasto "3" (sul tastierino numerico o sulla tastiera principale) e subito avrete due numeri: uno in alto a destra (che definisce la natura del gruppo), e uno in basso a sinistra
otterrete la pausa di semicroma; (che stabilisce il valore delle note del gruppo stesso).
oo tenete abbassato sul vostro dispositivo MIDI il tasto del Sol 3 e contemporaneamente digitate an-
cora il "3" sul computer; • Nel secondo caso, si utilizzano i cosiddetti modificatori MIDI: si tratta di alcuni tasti del dispositivo
oo ora tenete abbassato il La 3 successivo e digitate nuovamente il "3"; esterno (tipicamente di una master keyboard) i quali - anziché svolgere la loro normale azione - posso-
no essere impostati come "interruttori" che attivano determinate funzioni.
oo continuate a utilizzare questa tecnica per inserire tutte le note fino al Fa S 4 di mis. 2;
Nello specifico, le funzioni attivabili in questo contesto sono piuttosto essenziali, e si limitano alla scel-
oo se fate qualche errore, potete utilizzare la scorciatoia CTRL+Z (in Windows) o CMD+Z (in MacOS) ta dei principali valori delle note e delle pause, agli spostamenti del cursore lungo le battute, e all'inse-
per annullare l'ultima immissione. rimento di accordi e legature di valore.
• Al termine, fate clic sulla prima battuta per riportare il cursore all'inizio del documento, quindi attivate In pratica, attivando i modificatori in questione, è possibile - entro certi limiti, ovviamente - abbando-
il livello 2. nare completamente la tastiera del computer e inserire tutti gli eventi con il solo dispositivo esterno.
Vediamo come funziona questo sistema:
• Digitate il tasto "7" sul computer per immettere la pausa di semibreve.
oo accedete al menu Inserimento rapido e selezionate la prima voce, Opzioni inserimento rapido: si
• Nella seconda misura, utilizzate la metodologia sopra descritta per inserire la pausa di semicroma e apre la finestra già descritta all'inizio della presente lezione e riprodotta nella fig. 12.2;
tutte le altre note del livello 2 fino al Do 4.
oo facendo clic sull'ultimo pulsante checkbox (Usa i tasti dei Modificatori MIDI in modalità input con la
• Adesso osservate le due pause di semicroma, e noterete che non si trovano all'altezza corretta rispetto tastiera MIDI), si apre subito una finestra accessoria (fig. 12.20);
all'esempio di fig. 12.19. Provvedete subito a sistemarle:
oo in primo luogo fate nuovamente clic sulla prima misura, quindi riattivate il livello 1;
oo ora tenete abbassato il tasto SHIFT e con il mouse trascinate la prima pausa nella giusta posizione;
oo fate clic sulla seconda misura e attivate il livello 2;
oo sempre tenendo abbassato il tasto SHIFT, sistemate con il mouse anche la seconda pausa.
• La mano destra è completa, quindi potete occuparvi del rigo della mano sinistra: fate clic a mis. 1 e
riattivate il livello 1. Procedete con l'inserimento:
oo iniziate abbassando sul dispositivo MIDI il tasto del Do 2 e contemporaneamente digitate il "5" sul
computer;
oo digitate ora direttamente il "4" per ottenere la pausa di croma;
oo sempre con questo meccanismo, inserite tutto il materiale rimanente.

Grazie a questo breve esercizio avete potuto verificare che l'immissione degli eventi può diventare davvero mol-
to rapida, purché ovviamente si prenda un po' di confidenza con il sistema. Chiaramente, qualora il materiale da
inserire sia molto più complesso, i tempi di realizzazione potranno allungarsi anche considerevolmente, al pun-
to che in alcuni casi sarà preferibile utilizzare la sola tastiera del computer e rinunciare all'ausilio del dispositivo
MIDI esterno: infatti, pur essendo un po' meno immediata, la tecnica di base offre in compenso un controllo più
Fig. 12.20 - La finestra Imposta i modificatori MIDI
diretto su tutti i parametri secondari della notazione.

Con il dispositivo esterno, tuttavia, vi sono altre due tecniche di Inserimento rapido che possono semplificare oo in questa finestra sono presenti tutti i valori musicali, il punto di valore, le due frecce relative alla
ulteriormente il procedimento: direzione del cursore, il simbolo del tasto INVIO e quello della legatura di valore; ogni simbolo è
associato ad una casella di testo (A) e ad un pulsante Ascolto (B);
• nel primo caso, vi è il cosiddetto metodo "a mano libera", che di fatto rovescia la procedura appena oo le caselle di testo devono contenere il numero MIDI delle note che verranno utilizzate come modifi-
analizzata e le rende sostanzialmente identica a quella descritta per l'Inserimento semplice. catori: poiché è improbabile che si ricordino a memoria i numeri MIDI corrispondenti a tutte le note
Se infatti premete il tasto BLOCCO MAIUSCOLE (Caps Lock), potrete dapprima impostare il valore e poi del pianoforte, è preferibile utilizzare direttamente i pulsanti per assegnare le funzioni desiderate.
suonare sullo strumento MIDI. Senza fare esempi particolari, osservate solo cosa succede nella Cornice
oo Facciamo un esempio con il secondo simbolo, quello della semibreve: cliccando sul pulsante ­Ascolto
­dell'Inserimento rapido quando utilizzate questo sistema:
a fianco, Finale attende che l'utente abbassi un tasto qualsiasi della master keyboard; quel tasto
oo cliccate su una battuta vuota, premete il Caps Lock (in alcune tastiere un piccolo led si accende per diventerà automaticamente l'interruttore che imposta il valore della semibreve.
confermare l'attivazione del blocco), e impostate ad esempio il valore della semiminima digitando Suonate, ad esempio, l'ultima nota del pianoforte (il Do 7): il valore viene acquisito e la casella ora
il numero "5"; riporta il numero "108", che effettivamente in termini MIDI corrisponde al Do 7.

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Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido | 145 146 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo Potete ripetere l'operazione per tutti i simboli necessari alla vostra realizzazione; ovviamente,
come si nota, il set di modificatori si compone di elementi molto basilari: manca, per esempio, la
possibilità di impostare gruppi irregolari, cambi di livello, abbellimenti, ecc. Tuttavia, per l'immissio-
ne di linee semplici e poco articolate gli elementi presenti sono più che sufficienti.
oo Non appena si siano definiti tutti i tasti da utilizzare in qualità di modificatori MIDI, si potrà asse-
gnare un nome al set tramite la stringa nella parte superiore della finestra (C), e salvarlo con il
pulsante OK in modo da renderlo disponibile per le occasioni future. È possibile creare un numero
illimitato di set personalizzati.
oo Quando si dispone di almeno un set di modificatori, il suo utilizzo si basa su un principio molto
semplice: i tasti della master keyboard, opportunamente configurati, potranno sostituire a tutti gli
effetti la tastiera del computer.
Per esempio, se avete assegnato all'ultimo tasto del vostro pianoforte digitale la figura della
­semibreve, quel tasto potrà d'ora in avanti essere utilizzato in luogo del tasto "7" sul computer
(ossia quello con cui, di norma, si ottiene la semibreve medesima).
I tasti del computer, in ogni caso, continueranno a funzionare regolarmente, quindi possiamo af-
fermare che i modificatori MIDI costituiscano una tecnica parallela e non sostitutiva rispetto a quella
tradizionale.
oo Naturalmente, per la mappatura di un set di modificatori è opportuno scegliere una zona della
master keyboard poco utilizzata, in genere la prima o l'ultima ottava, così da evitare eventuali coin-
cidenze fra gli eventi da inserire e i modificatori stessi. L'illustrazione che segue (fig. 12.21) rappre-
senta un possibile esempio di mappatura efficace:

Fig. 12.21 - Esempio di mappatura dei modificatori MIDI


nell'ultima ottava di una master keyboard

In conclusione, come avete potuto notare, i metodi per scrivere il contenuto di una partitura con lo strumento
Inserimento rapido sono davvero numerosi; naturalmente, ciascun utente svilupperà nel tempo una preferenza
per una modalità in particolare, benché probabilmente la disponibilità di uno strumento MIDI collegato al com-
puter faccia propendere per le tecniche descritte nell'ultima parte della lezione.
Poiché, tuttavia, non sempre esiste questa possibilità, soprattutto durante un viaggio o comunque in contesti
diversi dalla propria postazione abituale, è bene imparare a utilizzare al meglio tutti i sistemi, affinché la perso-
nale esperienza d'uso di Finale garantisca la massima produttività in ogni situazione.

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148 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

L'attivazione dello strumento HyperScribe, come in altri casi, fa apparire un menu speciale denominato come lo
strumento stesso; questo menu è molto importante, poiché dà accesso a tutte le finestre di dialogo necessarie
per comunicare a Finale le caratteristiche del materiale che si desidera inserire: infatti il programma, per poter
Lezione 13 funzionare correttamente, avrà bisogno di ricevere dall'utente molte informazioni, in particolare quelle relative
all'impostazione metronomica, alla quantizzazione degli eventi, al trattamento dei dati MIDI, ecc.

Lo strumento HyperScribe Per apprendere i fondamenti di questa tecnica, realizzeremo la trascrizione delle prime 15 battute della ­Sonatina
in Do maggiore op. 36 n. 1 di Muzio Clementi (fig. 13.2), un brano assai celebre che ci consentirà di analizzare in
modo semplice ed efficace tutti i parametri principali dello strumento HyperScribe.

Entrambi i metodi fin qui analizzati per l'immissione del materiale musicale in una partitura - Inserimento
semplice e Inserimento rapido - prevedono un modo di procedere che si potrebbe definire "step by step", in
quanto è necessario scrivere un evento alla volta, quale che sia la tecnica di input utilizzata (mouse, tastiera del
computer e/o dispositivo MIDI esterno); inoltre, nonostante le numerose scorciatoie e le indubbie facilitazioni
previste da Finale, questi sistemi richiedono un certo apprendistato prima di garantire una buona velocità ope-
rativa e risultati soddisfacenti.
Ovviamente, se non si dispone di una master keyboard (o altro strumento analogo), ci si dovrà "accontentare"
e procedere di conseguenza; ma qualora il dispositivo MIDI sia presente, esiste un terzo metodo che velociz-
za considerevolmente l'inserimento del materiale: si tratta dello strumento HyperScribe, che di fatto trascrive
istantaneamente sulla partitura ciò che viene suonato sul dispositivo esterno.
Come si può immaginare, i vantaggi che derivano da una prassi di questo tipo sono notevoli, soprattutto quan-
do si debbano inserire velocemente grandi quantità di eventi o realizzare partiture dall'organico molto ampio.
Va precisato, tuttavia, che lo strumento HyperScribe si dovrebbe utilizzare preferibilmente per la realizzazione
di pagine dal contenuto non troppo complesso, le cui figure melodico-ritmiche siano di facile esecuzione e non
si prestino a interpretazioni dubbie o equivoche da parte del programma: per quanto si possa essere abili e pre-
cisi, infatti, nel corso del processo di scrittura in tempo reale possono intervenire negativamente alcuni fattori,
in particolare la latenza (il lasso di tempo che intercorre fra l'esecuzione di una nota sul dispositivo MIDI e la sua
acquisizione da parte del sistema).
Come detto in precedenza, ogni utente esperto deve essere in grado di optare per una specifica modalità di inse-
rimento in base alla natura del materiale e in funzione delle peculiarità di ciascuna tecnica offerta dal ­software;
evidentemente, per realizzare gruppi irregolari complessi, sincopi, abbellimenti e altre figure particolari sarà Fig. 13.2 - Incipit della Sonatina in Do maggiore op. 36 n.1 di Muzio Clementi
sempre preferibile scegliere l'Inserimento semplice o l'Inserimento rapido, poiché in tali casi l'immissione con lo
strumento HyperScribe si rivelerebbe spesso frustrante e del tutto inefficace. Potete seguire le varie fasi di lavoro aprendo dalla cartella delle esercitazioni il file intitolato "Documento di
esempio 08.musx"1; la pagina appare già preimpostata per il pianoforte, con i titoli già inseriti, il tempo e la to-
Ciò premesso, vi sono come sempre due modi per attivare lo strumento:
nalità corretti, la necessaria quantità di battute.
1. selezionandolo sulla tavolozza degli strumenti principali, in cui è rappresentato dall'icona con un fram-
mento di tastiera e un microfono (fig. 13.1 A); • Iniziate cliccando sul menu speciale HyperScribe e portate il mouse sulla prima voce (Sorgente della
2. oppure aprendo il menu Strumenti e scegliendo la voce corrispondente (fig. 13.1 B). pulsazione); si apre un sottomenu con cui potete definire il tempo metronomico che guiderà la vostra
esecuzione, unitamente ad altri parametri affini (fig. 13.3).

Fig. 13.3 - Il menu Sorgente della pulsazione e le sue tre opzioni

1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 08.xml" seguendo le istru-
Fig. 13.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento HyperScribe zioni riportate nell'Appendice 1.

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Lezione 13. Lo strumento HyperScribe | 149 150 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• La prima voce del sottomenu, denominata Playback e/o Click, apre l'omonima finestra di dialogo • Proseguendo con l'analisi della finestra Playback e/o Click, al centro trovate una serie di pulsanti/icona
(fig. 13.4). relativi ai principali valori musicali (D): cliccando su uno di questi pulsanti, si imposterà la durata di una
singola pulsazione, in riferimento al valore definito nella casella precedente; perciò, dovendo fissare il
tempo metronomico a 130 semiminime al minuto, farete clic sul pulsante che raffigura la nota da 1/4.

• Sulla destra c'è anche una casella per impostare il valore in EDUs (E), nel caso la durata di cui necessita-
te non sia presente nella galleria di pulsanti sopra descritta. Per la trattazione approfondita sugli EDUs,
si rinvia alla Lezione n. 10 dedicata allo strumento Indicazione di tempo; in questa sede, limitiamoci a
ricordare che una semiminima corrisponde a "1024 EDUs".

• Il menu a tendina successivo (F) serve per comunicare a Finale il tipo di segnale con cui darete il via
alla vostra trascrizione. Aprendo il menu, potete scegliere fra:
oo Nessuno (registra immediatamente): la registrazione partirà non appena farete clic sulla battuta
prescelta;
oo Qualsiasi dato MIDI: la registrazione partirà inviando un qualsiasi messaggio MIDI, compreso l'azio-
namento di un controller;
oo Pedale Standard Sustain: la registrazione partirà azionando il controller n. 64, ossia il pedale di riso-
Fig. 13.4 - La finestra Playback e/o Click
nanza. Questa è l'opzione predefinita, e in effetti è la più consigliabile poiché consente di avere le
mani libere per iniziare subito a suonare.
• In alto, essa contiene due pulsanti di opzione:
oo Pedale Nonstandard Sustain: è un comando identico al precedente, ma fa riferimento al pedale
oo con il primo (A) si stabilisce che il tempo metronomico scandito durante la registrazione coincida disponibile a volte in alcune tastiere Yamaha, in cui risulta invertita la normale polarità "pedale su /
con quello riportato nella finestra del Playback (cfr. Lezione n. 29); pedale giù";
oo con il secondo (B), invece, si può digitare direttamente il valore desiderato nella casella di testo oo Suono attuale del metronomo; la registrazione partirà inviando il segnale scelto come click metro-
"Usa questo tempo". nomico.
oo Qualora abbiate in mente una certa velocità ma non ne conosciate il valore esatto corrispondente, oo Nella remota ipotesi che non vogliate utilizzare nessuna delle scelte precedenti, potete optare per
potete ottenerlo da Finale cliccando sul pulsante Ascolto (C): comparirà infatti una piccola sotto-­ un diverso tipo di evento tramite la voce Altro. Con quest'ultima opzione si aprirà una piccola fine-
finestra (fig. 13.5), che vi offre due possibilità: stra, denominata Evento MIDI (fig. 13.6), in cui potrete scrivere direttamente i parametri specifici di
un qualsiasi messaggio MIDI, in questo caso lo status byte e due diversi data bytes.

Fig. 13.6 - La finestra Evento MIDI

Naturalmente, non essendo questa la sede adatta all'elencazione di tutti i messaggi MIDI esistenti,
Fig. 13.5 - La finestra In ascolto dell'andamento di tempo a meno che non siate degli esperti programmatori MIDI potete ignorare queste caselle e premere
direttamente il pulsante Ascolto: così facendo, Finale attenderà da parte vostra l'esecuzione del
1. battere il tempo col pulsante sinistro del mouse direttamente sul pulsante "Click per impostare messaggio che intendete utilizzare.
il tempo"; Per fare un semplice esempio, ipotizzate di voler usare come impulso di avvio del metronomo l'ul-
2. b
attere il tempo usando un tasto qualsiasi della master keyboard (o un altro controller, come il timo tasto della master keyboard, quindi abbassatelo e vedrete che i tre campi della finestra Evento
pedale del sustain) a mo' di metronomo. MIDI si sono riempiti con i dati corretti ("$90 $6C $4A"). Se confermate con il pulsante OK, d'ora in
oo Fate una prova con entrambi i metodi sopra elencati: per quanto possiate essere precisi e regolari, avanti potrete avviare la registrazione semplicemente suonando il Do 7 sulla tastiera.
noterete che Finale riceve valori (quasi) sempre diversi, ma in linea di massima vi consente di indivi- oo In ogni caso, se state usando un sintetizzatore o una master keyboard dotata di pedale del sustain,
duare un "valore medio" da impostare come riferimento per l'esecuzione. Quando confermate con l'utilizzo di questo specifico controller è indubbiamente il metodo più semplice; pertanto, per svol-
OK, l'ultimo valore memorizzato dal programma viene automaticamente scritto nella casella "Usa gere l'esercizio scegliete questa voce del menu.
questo ­tempo" (cfr. fig. 13.4 B), in cui potrete - se necessario - arrotondarlo a vostro piacimento.
• L'ultima casella di controllo in basso, Suona i righi durante la registrazione (fig. 13.4 G), è particolarmen-
Per il presente esercizio scrivete direttamente il valore di "130 bpm"12.
te utile nel caso in cui si stia registrando uno strumento alla volta all'interno di una partitura destinata
ad almeno due esecutori: selezionando il checkbox, infatti, mentre suonate le note di uno strumento,
2. Beats Per Minute, acronimo che indica la quantità di pulsazioni in un minuto. Finale vi farà ascoltare in playback gli altri strumenti già registrati in precedenza.

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Lezione 13. Lo strumento HyperScribe | 151 152 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

La procedura è molto simile a quella che si utilizza negli studi di registrazione, quando si incide a turno Ricordate che questi valori fanno riferimento al protocollo MIDI, perciò in questo caso la
e il fonico invia in cuffia (tramite le mandate ausiliarie) le tracce già registrate dagli altri musicisti. Pro- ­velocity può assumere un valore da "0" (zero) a "127".
prio come in uno studio, anche registrando con Finale potrete scegliere quali strumenti volete ascolta- b. Se invece scegliete come sorgente del clic una nota, avrete quattro parametri per la prima
re e quali invece volete escludere. pulsazione e quattro per gli altri movimenti: l'intensità (velocity), la durata (espressa in valore
La scelta si effettua aprendo la finestra della Gestione Partitura (seguite il consueto percorso "Finestre percentuale rispetto all'unità di misura prescelta), il canale MIDI di trasmissione e il numero MIDI
> Gestione Partitura" oppure utilizzate la scorciatoia CTRL+K in Windows e CMD+K in MacOS); in que- della nota prescelta.
sta sede potete cliccare, per gli strumenti desiderati, in corrispondenza della colonna contrassegnata c. Infine, scegliendo come sorgente del click un altro tipo di messaggio, i parametri sono addirit-
dalla lettera "M": essa attiva la funzione Mute e "zittisce" le tracce che non si vogliono ascoltare. tura cinque: il canale di trasmissione, il valore dello status byte del messaggio, il valore del primo
Ovviamente, poiché in questo caso lavorerete solo con il pianoforte, la selezione del pulsante Suona i data byte, il valore del secondo data byte e la durata in percentuale.
righi durante la registrazione è del tutto ininfluente.
oo Chiariti tutti questi aspetti, per svolgere l'esercizio utilizzerete due battute di Countoff all'inizio,
• Infine, premendo il pulsante Click e conteggio a vuoto (H), andrete a definire i parametri del click me- da avere solo durante la registrazione, e ascolterete il click anche in questo caso solo in fase di re-
tronomico che vi accompagnerà durante l'esecuzione (fig. 13.7). gistrazione, perciò in entrambi i menu a tendina in alto (B e C) mantenete le opzioni predefinite.
oo Per il suono del metronomo utilizzate pure l'ottimo Click di Finale (menu D), e per l'intensità dei
battiti (area E) mantenete i valori preimpostati, cioè "127" e "100". Premete quindi il pulsante OK
per confermare le suddette scelte e uscire.
• Riassumendo, in questa prima finestra di opzioni dello strumento HyperScribe avete comunicato a
Finale le prime importanti informazioni:
oo i n primo luogo avete stabilito che il tempo metronomico della registrazione dovrà corrispondere a
"130 bpm";
oo in secondo luogo avete definito il valore dell'unità di misura per le pulsazioni (la semiminima);
oo quindi avete deciso quale sarà il tipo di segnale che darà il via alla registrazione (il pedale del sustain);
oo con l'apposita casella di controllo, avete determinato se gli altri strumenti della partitura devono
suonare in playback mentre registrate;
oo infine avete regolato i parametri relativi al tipo di click e alle eventuali battute vuote iniziali.
Fig. 13.7 - La finestra Click e battute a vuoto
Si tratta di dati molto importanti, che ovviamente devono essere comunicati al software prima di ef-
fettuare qualsiasi inserimento con lo strumento HyperScribe; potete quindi confermare tutto con il
oo In questa finestra, come prima cosa, dovete stabilire se vi saranno o meno delle battute vuote
pulsante OK e tornare al vostro documento.
prima dell'avvio della registrazione. Si tratta di una pratica assai comune (detta anche Countoff),
molto utile per assimilare il tempo prima di cominciare a suonare: per questa ragione è bene che
• Tornate ora al menu speciale HyperScribe (cfr. fig. 13.3) e osservate la seconda voce del sottomenu
vi siano sempre almeno due misure di questo tipo, come già suggerisce l'impostazione predefinita
­Sorgente della pulsazione, denominata Sincronizzazione MIDI esterna: la sua eventuale selezione è utile
nella casella a destra (A).
qualora si debba trascrivere musica eseguita da un sequencer esterno o da un altro computer abilitato
oo Con il menu a tendina che la precede (Battute a vuoto, B), deciderete invece se queste misure di a trasmettere un segnale di MIDI Sync.
preparazione devono essere eseguite solo in fase di registrazione, oppure solo in fase di riprodu- In questi casi, Finale attenderà un segnale di questo tipo da parte della sorgente prescelta: a quel pun-
zione, o in entrambi i casi (scegliendo "Sempre"), o in nessun caso (scegliendo ovviamente "Mai"). to il programma sarà automaticamente "sincronizzato" con tale dispositivo e trascriverà la musica da
oo La stessa azione si può impostare anche con il menu sottostante (Click, C), che presenta le me- esso prodotta a mano a mano che essa procede.
desime opzioni ma riguarda non tanto le battute di attesa, bensì il click vero e proprio durante Ovviamente in un caso come questo non è necessario premere (né tanto meno suonare) nulla: basterà
l'esecuzione. solo fare clic sulla battuta da cui si desidera far iniziare la trascrizione e avviare il sequencer esterno.
oo Spostandovi in basso, potete definire il suono del click metronomico, scegliendolo fra le tre diverse
opzioni del menu Sorgente (D): • La terza possibilità relativa alla sorgente della pulsazione (Tap) prevede che essa non venga prodot-
ta da Finale, ma che sia l'esecutore stesso a battere il tempo durante la registrazione, utilizzando un
a. il click predefinito di Finale, che riproduce in modo convincente quello di un metronomo mec- ­controller come il pedale del sustain o più semplicemente un tasto della master keyboard.
canico; Questo procedimento è molto conveniente nel caso in cui non si sia abituati a suonare con il metro-
b. una nota prodotta dal sintetizzatore o dalla master keyboard collegata via MIDI; nomo, o meglio quando non si riesca a seguire con precisione il click impartito dal metronomo stesso:
c. un suono generato da un messaggio MIDI di qualsiasi altro tipo. infatti, se sarà l'esecutore a "darsi il tempo" (per esempio battendo il piede sul pedale), non vi saranno
particolari problemi di trascrizione anche se si dovesse accelerare o rallentare durante l'esecuzione.
In tutti e tre i casi sopra elencati, nell'area E compaiono delle caselle che vi permettono di impo-
Inoltre, il presente metodo può rivelarsi vantaggioso anche per i musicisti esperti - abituati a suonare
stare ulteriori parametri:
senza problemi con il metronomo - nel caso in cui la musica da eseguire presenti alternativamente pas-
a. nel caso del click di Finale, trattandosi di un suono predefinito, potrete definire solo l'intensità saggi semplici e passaggi tecnicamente più complessi o rapidi; in questo caso, infatti, si potrà proce-
del click sulla prima pulsazione della battuta (di solito più forte e più acuto), e l'intensità del dere con una certa velocità nelle battute che contengono poche note, rallentando a piacimento nelle
click sugli altri movimenti (di solito più leggeri e gravi). battute più dense, in modo da poterle eseguire in modo sicuro e preciso.

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Lezione 13. Lo strumento HyperScribe | 153 154 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

• Selezionate dunque l'opzione Tap, e subito si aprirà una finestra denominata Sorgente del 'Tap'
(fig. 13.8).

Fig. 13.9 - La finestra Sorgente del Tap

oo le due piccole frecce in alto (A) servono a spostarsi da uno stato all'altro, in modo da poterli impo-
stare tutti e tre senza uscire dalla finestra;

oo con la prima casella di testo (Tap uguale a:, B) si comunica a Finale quale sarà la nuova unità di mi-
sura prescelta, inserendola direttamente in EDUs oppure - se non si ricorda il valore corrispondente
- scegliendola dalla galleria che si apre cliccando sul vicino pulsante Seleziona;

oo la casella di testo sottostante, Nota più breve (C), indicherà invece a Finale il valore più piccolo che
Fig. 13.8 - La finestra Sorgente del 'Tap' verrà suonato nel corso della registrazione, variando quindi a tutti gli effetti l'impostazione relativa
alla quantizzazione. Anche in questo caso è possibile scrivere direttamente il valore in EDUs all'in-
Nonostante l'apparenza complessa, in realtà il suo funzionamento è abbastanza intuitivo:
terno della casella, oppure sceglierlo tramite il pulsante Seleziona;
oo i quattro pulsanti di opzione in alto (A) definiscono la sorgente del battito; esso può essere pro-
oo infine, le tre caselle in basso (D) identificano il trigger, ossia - come detto - il controller che sceglie-
dotto da:
rete come "innesco" per l'attivazione della presente configurazione del Tap.
a. un pedale del sustain di tipo standard; Come in altri casi analoghi, a meno che non siate esperti di programmazione MIDI, è consigliabile
b. un pedale del sustain di tipo Nonstandard; cliccare sul pulsante Ascolto e delegare a Finale il compito di riconoscere e classificare il controller
c. una nota suonata sulla master keyboard; prescelto.
d. un qualsiasi altro controller. oo Poiché l'esercizio non prevede cambi di questo tipo, potete mantenere inalterate tutte le imposta-
oo La presenza del pulsante Ascolto (B) sul lato sinistro consente di evitare a priori la definizione ma- zioni e uscire dalla finestra cliccando sul pulsante Annulla.
nuale di qualsiasi parametro, ponendo Finale in attesa e facendogli selezionare automaticamente • Per concludere la prima fase della procedura di impostazione, fate ancora clic su Annulla e uscite dalla
l'opzione corretta in base alla sorgente prescelta. finestra Sorgente del 'Tap', in quanto vi affiderete al click automatico e preciso di Finale.
Per fare un esempio, premete il suddetto pulsante e quindi suonate il Do 7 (l'ultimo tasto) sulla
­master keyboard: Finale selezionerà automaticamente la terza opzione, riconoscendo la nota ese- • Potete quindi passare alla seconda fase, che consiste nella scelta della modalità di registrazione.
guita (il cui valore MIDI è "108") e il canale di trasmissione (che è il n. 1). Aprendo nuovamente il menu speciale HyperScribe, posizionate il mouse sulla seconda voce e otterre-
te un sottomenu con tre scelte possibili (fig. 13.10):
oo Passando alla galleria di valori sottostante (C), essa vi sarà già familiare in quanto identica a quel-
la della finestra Playback e/o Click (cfr. fig. 13.4). Anche in questo caso, dovrete semplicemente
comunicare a Finale quale sarà il valore corrispondente ad ogni battito da voi effettuato durante
l'esecuzione.
Nel caso della Sonatina di Clementi, userete naturalmente la semiminima come valore di riferimen-
to, quindi non modificate nulla in quanto tale valore è già selezionato.

oo La casella in basso (Stati del Tap) e il relativo pulsante (D) servono invece a stabilire gli eventuali
cambi di impulso o di valore del click all'interno di una singola esecuzione. Fig. 13.10 - Il menu Modalità di registrazione e le sue tre opzioni
Per chiarire meglio, ipotizzate che a un certo punto della registrazione sia necessario variare l'unità
di misura o la quantizzazione degli eventi: istintivamente si potrebbe decidere di effettuare due oo la prima opzione, Registra in un rigo, fa sì che il materiale venga trascritto su un unico pentagram-
registrazioni separate, impostando per ognuna di esse i relativi valori. ma (o altro tipo di sistema lineare); questo metodo è ovviamente il più indicato per la notazione di
La funzione Stati del Tap serve proprio per evitare questo doppio passaggio; essa infatti consente strumenti che utilizzano un solo rigo musicale (i fiati, gli archi, la chitarra, quasi tutte le percussioni
di definire preventivamente le variazioni, fino a un massimo di tre per ogni esecuzione, individuan- e molti altri).
do nel contempo i controller che dovranno fungere da "innesco" per l'attivazione delle variazioni Quando invece si debbano trascrivere strumenti che utilizzano due o più pentagrammi, come il
stesse. pianoforte o l'organo, questo metodo è comunque consigliato a chi non è pianista o organista,
Vediamone il funzionamento nel dettaglio, cliccando sul pulsante Seleziona (fig. 13.9): giacché si potrà inserire la musica registrando una mano alla volta.

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Lezione 13. Lo strumento HyperScribe | 155 156 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

oo L a seconda opzione, Suddividi in due righi, è stata invece concepita per trascrivere soprattutto • Con le impostazioni effettuate fino a questo momento, Finale ha già ricevuto la maggior parte delle
parti di pianoforte, di arpa o di organo (esclusa la pedaliera), in quanto ciò che si suona sarà di- informazioni necessarie. Tuttavia, prima di avviare la registrazione vera e propria, vi sono ancora alcuni
stribuito su due pentagrammi, proprio come accade nella normale notazione di questi strumenti. aspetti da definire, in primo luogo la quantizzazione da applicare al materiale che verrà eseguito.
Ovviamente questa sarà la scelta migliore per chi suona abitualmente uno strumento a tastiera. Tornate quindi al menu speciale HyperScribe e selezionate la terza voce (Opzioni HyperScribe); la fine-
L'unica precisazione di cui Finale ha bisogno in questo caso riguarda il cosiddetto punto di suddi- stra che si apre (fig. 13.12) contiene pochi ma fondamentali elementi:
visione (split): infatti si dovrà specificare quali altezze dovranno essere scritte sul pentagramma
superiore e quali sul pentagramma inferiore. Sarà necessario, pertanto, indicare al programma
un'altezza che farà da "spartiacque" fra i due pentagrammi; nella maggior parte dei casi un buon
riferimento può essere costituito dal Do centrale (Do 3), ma ovviamente - per effettuare una scelta
più consapevole ed evitare noiosi ritocchi successivi - è opportuno analizzare il materiale da esegui-
re e individuare il punto di suddivisione nel modo più preciso possibile.
Selezionando quindi questa voce del sottomenu, si apre una piccola finestra denominata Punto
fisso di suddivisione (fig. 13.11):

Fig. 13.12 - La finestra Opzioni HyperScribe

oo la prima casella di controllo sulla sinistra, Legature a cavallo battuta (A), è stata concepita per pre-
venire un errore piuttosto frequente in fase di esecuzione: se infatti, suonando l'ultima nota di una
battuta, non si rilascia il tasto con assoluta precisione all'inizio della battuta seguente, Finale - che
riceve i dati MIDI in modo acritico - prolungherà la nota, creando una legatura di valore a cavallo
fra le due misure.
Fig. 13.11 - La finestra Punto fisso di suddivisione
Togliendo la selezione al presente checkbox, quindi, il programma eviterà a priori di creare legature
Nell'unica casella di testo qui presente dovrete indicare non tanto l'altezza in termini convenziona- di questo tipo, troncando automaticamente gli eventi a fine battuta.
li, bensì il numero MIDI della nota; tenete presente che nel protocollo MIDI il Do centrale corrispon- Ovviamente, questa opzione va utilizzata con consapevolezza, poiché qualora il brano preveda
de al numero "60", quindi il Do S immediatamente seguente (Do S 3) sarà il numero "61", il Re 3 sarà una o più note realmente legate fra una battuta e l'altra, la mancata selezione della casella ne im-
il numero "62" e così via. pedirà forzatamente la trascrizione corretta.
Se non ricordate questi dati, fortunatamente avete sempre la possibilità di cliccare sul pulsante oo L'attivazione del secondo pulsante, Ridisegna lo schermo (B), mantiene attivo il refresh periodico
Ascolto per comunicare a Finale la nota che vi interessa, suonandola direttamente sulla master del display durante la registrazione. Mentre si suona, infatti, si nota spesso che nella partitura non
keyboard: sarà il programma stesso a convertire la nota eseguita nel corrispondente valore MIDI. compaiono subito le note eseguite, ma in loro vece appaiono dei grossi "bolli" neri: ciò significa che
Osservando quindi con attenzione l'ambito melodico della Sonatina di Clementi, noterete che la l'esecuzione è troppo rapida o comunque contiene troppe note perché il computer sia in grado di
nota più bassa eseguita dalla mano destra è il Fa S 3 di mis. 7, quindi potete impostare questa preci- disegnarle in tempo reale nei pentagrammi.
sa altezza come punto di suddivisione, inserendo nella casella il relativo numero MIDI, che è il "66". Benché questo generalmente non comprometta la qualità del risultato, in tali casi è bene dese-
lezionare questa opzione, sollevando il computer dal compito di ridisegnare lo schermo e convo-
Ora sapete che tutte le note dal Fa S 3 in su saranno trascritte sul pentagramma della mano destra,
gliando di conseguenza maggiori risorse sulle operazioni di trascrizione.
mentre tutte le note dal Fa 3 in giù saranno trascritte sul pentagramma della mano sinistra.
oo La terza casella di controllo, Mostra dialogo HyperScribe (C), attiverà o meno la comparsa della
oo Confermate con il pulsante OK, e tornate al sottomenu Modalità di registrazione per analizzare ­ nestra HyperScribe durante la fase di registrazione.
fi
l'ultima opzione proposta dal software, denominata Registrazione multitraccia. Sceglierete questa Si tratta di una sorta di piccolo monitor grafico (fig. 13.13), che contiene due riquadri: il primo si
modalità preferibilmente in due circostanze: riferisce agli impulsi metronomici (sia quelli forniti dal computer, sia quelli eventualmente prodotti
dall'utente con il metodo del Tap), il secondo - invece - riguarda le note eseguite.
a. q
uando dovete registrare tracce provenienti da canali MIDI differenti, trascrivendo il contenu-
to di ogni canale su un pentagramma specifico;
b. quando, in alternativa, desiderate che la vostra esecuzione venga trascritta contemporanea-
mente su più righi, eventualmente anche su livelli diversi.
In entrambi i casi, tutte le impostazioni della registrazione multitraccia si effettuano all'interno
della finestra Gestione Partitura, ove si possono abilitare o disabilitare i singoli strumenti, decidere i
canali da utilizzare, gli eventuali livelli diversi su cui intervenire per ogni rigo, nonché altri parametri
come il volume, il panorama stereo, ecc. Fig. 13.13 - La finestra HyperScribe
Ci occuperemo dettagliatamente di questi aspetti nella trattazione dedicata al playback e al MIDI
Se la finestra è attiva e si sta utilizzando un computer datato (oppure con poca memoria RAM in-
(cfr. Lezioni 29 e 30).
stallata), durante la registrazione si noterà che i due riquadri iniziano a riempirsi di quadratini neri,
oo Tralasciate quindi per il momento questa opzione; poiché l'obiettivo dell'esercizio è quello di regi- uno per ogni evento ricevuto dal sistema. Se invece si utilizza un computer recente, dotato di un
strare una parte per pianoforte suonando direttamente a due mani, mantenete la selezione sulla processore veloce e di una congrua quantità di RAM, non vi sarà alcun problema e i quadratini non
seconda delle tre modalità analizzate, ossia Suddividi in due righi. compariranno affatto o comunque non giungeranno mai a completare il riquadro che li contiene.

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Lezione 13. Lo strumento HyperScribe | 157 158 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Qualora, perciò, si stia lavorando su una macchina obsoleta, oppure si suonino simultaneamente Per quanto riguarda Finale, il concetto di quantizzazione che esso contempla è leggermente diver-
molte note e a grande velocità, può capitare che il computer fatichi a "tenere il passo" dell'esecu- so da quello dei sequencer MIDI; trattandosi infatti di un programma di scrittura con funzioni inte-
tore e i due riquadri (che rappresentano altrettanti buffer di memoria) si riempiano completamen- grate di riproduzione (e non viceversa), questo processo ha effetto più sull'aspetto delle note che
te di quadratini. In questi casi - per la verità piuttosto rari - Finale potrebbe omettere alcune battute sul loro playback. In effetti, benché si possa istruire Finale a eseguire la musica esattamente come
oppure, nella migliore delle ipotesi, non completarle correttamente. appare nella pagina, esso conserverà l'esecuzione musicale separatamente dalla sua rappresenta-
Lo scopo della finestra HyperScribe è dunque quello di mostrare all'utente il carico di lavoro soppor- zione. Torneremo ancora - e più dettagliatamente - su questi argomenti analizzando le funzioni di
tato dal processore e dalla RAM; ovviamente, essa si limita a segnalare lo stato delle cose e non playback del software (cfr. Lezione n. 29).
può porre alcun rimedio a eventuali sovraccarichi, ragion per cui di solito la si utilizza abbastanza
oo Osservate dunque la configurazione della finestra: in primo luogo, nella parte superiore è possibile
di rado.
scegliere il valore di risoluzione della quantizzazione; la galleria di icone (A), incontrata ormai più
oo Passando alla parte destra della finestra Opzioni HyperScribe, l'area Ricevi su (D) è contraddistinta volte durante la trattazione, consentirà di stabilire il valore di riferimento a cui gli eventi devono
da due pulsanti di opzione che consentono di stabilire - qualora si stia effettuando una trascrizione essere allineati. In altre parole, la scelta deve essere preferibilmente effettuata in base al valore più
da un sequencer esterno - se la ricezione deve provenire da tutti i canali MIDI oppure da un solo piccolo presente nell'esecuzione: per esempio, se la nota più breve prevista dal brano fosse una
canale (che in tal caso andrà specificato nella casella di testo a fianco). semicroma, dovreste cliccare sull'icona corrispondente.
In linea di principio, la scelta di ricevere da un unico canale facilita la trascrizione di un rigo per volta, Notate la costante presenza, ogni qualvolta compare la suddetta galleria dei valori musicali, di una
pratica che può rivelarsi più conveniente nel caso la sequenza di origine contenga molti strumenti casella che consente di inserire il quantitativo in EDUs nel caso in cui la galleria stessa non contenga
e molte note; è bene quindi selezionare l'opzione Tutti i canali quando la sequenza non sia molto la figura desiderata.
densa e contenga pochi strumenti, altrimenti si rischia di ottenere una trascrizione poco accurata. oo Spostandovi al centro della finestra, avete ora la possibilità di decidere come verranno interpretati
oo Per finire, fate clic sul pulsante in basso, Impostazioni Quantizzazione (E), che dà accesso a uno gli eventuali gruppi irregolari. Le opzioni offerte, come si nota, sono tre:
dei passaggi più importanti di questa fase preliminare per mezzo di un'ulteriore finestra di dialogo­ a. la prima (Nessun gruppo irregolare, B) esclude a priori la trascrizione dei gruppi irregolari, evi-
(fig. 13.14). tando perciò che l'eventuale esecuzione imprecisa di un normale gruppo di note venga inter-
pretata in tal senso;
b. la seconda (Ritmo misto, C) indurrà invece il programma a cercare di riprodurre nel modo più
fedele possibile ciò che viene eseguito, alternando se necessario gruppi regolari e gruppi irre-
golari;
c. la terza possibilità (Spaziatura uniforme nella pulsazione, D) effettuerà infine la distribuzione
automatica dei valori eseguiti all'interno della pulsazione di riferimento: per esempio, se suo-
nerete tre note all'interno di 1/4, esse verranno correttamente trascritte come una terzina di
crome anche se le avrete suonate in modo impreciso e diseguale.
Come in altre occasioni, spetta all'utente decidere quale delle tre opzioni sia preferibile utilizzare,
basandosi sulla tipologia e sullo stile della musica da registrare.
In linea di massima, effettuando con consapevolezza queste semplici scelte si può far trascrivere a
Finale una vastissima quantità di musica, purché - come detto in premessa - non troppo complessa
e articolata.
Volendo comunque provare a registrare materiali più evoluti dal punto di vista melodico e ritmico,
nella parte inferiore si trova un pulsante (Ulteriori impostazioni, E) con il quale si accede alla fine-
stra omonima (fig. 13.15, pag. 159) per definire numerose opzioni supplementari.

Fig. 13.14 - La finestra Impostazioni di quantizzazione


oo Osservate in prima istanza la sezione "Per note molto brevi" (A): essa è utilissima per eliminare con
un solo clic tutte le note indesiderate che spesso appaiono nella registrazione quando l'esecutore
Prima di analizzare i parametri disponibili, è bene ricordare che cos'è la quantizzazione: nei pro- sfiora accidentalmente uno o più tasti non previsti.
grammi di registrazione multitraccia, con questo termine si intende l'allineamento automatico del- Poiché queste note - nella maggior parte dei casi - sono brevissime, è possibile ordinare a Finale di
le note suonate dall'esecutore in relazione a un valore musicale di riferimento (semiminima, croma, cancellare automaticamente tutti gli eventi la cui durata sia inferiore al valore (in EDUs) specificato
ecc.). In pratica, se durante una registrazione gli eventi non sono stati suonati perfettamente a nella casella: nella maggior parte dei casi, questa impostazione risolverà completamente il proble-
tempo, il programma allinea tutto in base al valore di risoluzione che gli viene indicato, dando luo- ma.
go a un risultato tecnicamente perfetto.
oo Il predetto automatismo, tuttavia, potrebbe causare errori di trascrizione nel caso in cui il brano
La quantizzazione, quindi, è molto utilizzata per sistemare un'esecuzione imprecisa, anche se va da registrare preveda la presenza di acciaccature o altri rapidi abbellimenti; a questo proposito,
detto che questo procedimento toglie feeling alla performance, rendendola troppo meccanica ed risultano molto utili i tre pulsanti di opzione successivi (B), con i quali si può comunicare preventi-
impersonale. vamente al programma:
Per rimediare a questo problema, sono state nel tempo introdotte varie possibilità di "umanizza-
zione" del risultato, basate su specifici algoritmi e tendenti a ricreare differenti stili esecutivi, che di a. di consentire la trascrizione degli abbellimenti;
fatto introducono dei "margini artificiali di errore", ricreando così la sensazione di un'esecuzione b. di rimuovere del tutto gli abbellimenti;
fatta da una persona in carne ed ossa e non da un computer. c. di convertire gli abbellimenti in suoni reali.

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Lezione 13. Lo strumento HyperScribe | 159 160 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

Se questa soluzione non vi soddisfa, ma al contrario desiderate ottenere una pausa di semiminima
col punto, dovrete selezionare il secondo checkbox (fig. 13.15 D) se il brano è scritto in tempo sem-
plice, il terzo se il brano è in tempo composto (E).
oo Le impostazioni di quantizzazione si concludono con l'ultima sezione in basso, comprendente alcu-
ne interessanti caselle di controllo:
a. le prime due indicano a Finale di non limitarsi alla mera trascrizione degli eventi, ma di memo-
rizzare anche la precisa "interpretazione" dell'esecuzione, per riprodurla nell'eventuale suc-
cessiva fase di ascolto.
In particolare, con la prima opzione (F) verrà conservata la velocity, ossia l'intensità dinamica
con cui vengono abbassati i tasti della master keyboard, mentre con la seconda (G) verranno
conservate le piccole variazioni ritmiche rispetto alla pulsazione, come accade per esempio
quando si esegue un accordo arpeggiato.
b. La terza casella di controllo, Includi la Voce due (H), è importantissima qualora il materiale da
eseguire preveda polifonie interne in una stessa mano: ciò avviene, per esempio, quando un dito
rimane fermo su un tasto e le altre dita della mano suonano altre note, come accade spessissi-
mo nella musica pianistica di ogni epoca e genere.
Se il checkbox è selezionato, Finale interpreterà correttamente questo tipo di esecuzione, ri-
partendo le linee melodiche nelle due voci in cui può essere suddiviso ciascuno dei quattro
livelli di un pentagramma13.
c. Proseguendo, con la quarta casella di controllo (I) è possibile definire in quale modo devono
essere visualizzate le eventuali sincopi. L'esempio sottostante (fig. 13.18) mostra come si com-
Fig. 13.15 - La finestra Ulteriori impostazioni di quantizzazione porterà il programma a seconda che la casella sia selezionata o meno.

oo Anche per quanto riguarda le pause si possono verificare dei problemi, specialmente se il brano
prevede passaggi di note staccate: in questi casi, infatti, Finale potrebbe interpretare l'esecuzione
come una serie di note brevi intervallate da altrettante pause di pari valore, come si vede nell'e-
sempio sottostante (fig. 13.16).
Fig. 13.18 - Possibili interpretazioni delle sincopi da parte di HyperScribe

d. Infine, l'ultimo checkbox (J) imposta il livello di sensibilità della ricezione, riferendosi al valore
prescelto nel menu a tendina a lato, oppure alla casella che riporta l'indicazione in EDUs.
In pratica, è possibile agire su questi valori in modo tale che Finale adatti le durate inserite
al contesto temporale di riferimento: se per esempio si deve trascrivere un gruppo irregolare
come una settimina e si nota che il programma non restituisce i giusti valori, oppure dà luogo
a esiti scorretti (soprattutto acciaccature), potrebbe essere necessario reimpostare il livello di
sensibilità relativamente ai valori interessati.
Tenete presente che in linea di massima il valore predefinito (la semicroma) dà risultati soddi-
Fig. 13.16 - Trascrizione errata di semiminime staccate da parte di HyperScribe sfacenti nella maggior parte delle occasioni; in ogni caso, se la musica da registrare non pre-
vede situazioni di questo tipo, potete tranquillamente mantenere questa opzione disattivata,
A questo scopo si può utilizzare la sezione centrale della finestra: selezionando il primo checkbox
come appare all'apertura della finestra.
(fig. 13.15 C), Finale ridurrà il più possibile il numero delle pause, cercando di capire se l'esecutore
intende ottenere note staccate oppure pause vere e proprie.
• Chiudete ora tutte le finestre aperte - cliccando ripetutamente sul pulsante Annulla - e accedete un'ul-
oo I due pulsanti seguenti riguardano un'altra particolare situazione, ossia quella relativa alle pause tima volta al menu HyperScribe per selezionare la quarta opzione, Registra dati continui.
puntate. Il programma, infatti, tende sempre a scrivere le pause separatamente: per esempio, nel La relativa finestra di dialogo (fig. 13.19, pag. 161) contiene i controlli necessari per far sì che Finale rice-
caso vi sia una pausa da un quarto e mezzo, il programma trascriverà questo silenzio come una va, oltre alle altezze e alle durate, anche i dati relativi all'intensità, al timbro, all'utilizzo del pitch bend
pausa di semiminima seguita da una pausa di croma (fig. 13.17). e degli eventuali controller (pedale del sustain, modulation wheel, panpot, ecc.).
Vediamoli nel dettaglio:
oo il primo checkbox (A) è semplicemente un interruttore che abilita o disabilita l'acquisizione dei
dati continui: la sua eventuale deselezione, com'è ovvio, renderà inattivi tutti gli altri controlli della
finestra;

Fig. 13.17 - Interpretazione predefinita delle pause puntate da parte di HyperScribe 3. Per la descrizione dettagliata delle voci e dei livelli, si rinvia alla trattazione dedicata allo strumento Inserimento rapido (cfr. Lezione 12).

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Lezione 13. Lo strumento HyperScribe | 161 162 | L'inserimento degli eventi musicali in partitura

2. nella finestra Click e battute a vuoto (cfr. fig. 13.7) i due menu a tendina in alto devono essere impostati
su "Durante la registrazione" e devono essere impostate 2 misure per il pre-conteggio; la sorgente del
suono metronomico sarà il Click di Finale, con valori di dinamica pari a "127" e "100";
3. la Modalità di registrazione (cfr. fig. 13.10) deve essere impostata sulla voce "Suddividi in due righi", con
Punto fisso di suddivisione pari alla nota MIDI n. "66" (Fa S 3);
4. nella finestra delle Opzioni di HyperScribe (cfr. fig. 13.12) mantenete la selezione soltanto sul checkbox
"Ridisegna lo schermo", quindi consentite la ricezione su "Tutti i canali";
5. per quanto riguarda le Impostazioni di quantizzazione (cfr. fig. 13.14), individuate come valore della figu-
ra più breve la semicroma (pari a "256 EDUs"), e scegliete l'opzione "Nessun gruppo irregolare";
6. nella finestra delle Ulteriori impostazioni di quantizzazione (cfr. fig. 13.15), scegliete un valore di sicu-
rezza (da rimuovere in caso di pressione errata di uno o più tasti) pari a "50 EDUs", e abilitate l'opzione
"Converti in note reali" per gli abbellimenti, giacché il brano non contiene elementi di questo tipo; infi-
ne, dall'elenco dei checkbox selezionate soltanto:
oo "Minimizza il numero di pause" (poiché dovrete eseguire alcune semiminime staccate);
Fig. 13.19 - La finestra Registra dati continui oo "Mantieni le velocity";
oo "Mantieni le durate delle note".
oo il secondo checkbox (B) abilita l'acquisizione del valore di Channel pressure, detto anche ­Aftertouch
7. I nfine, nella finestra Registra dati continui (cfr. fig. 13.19) deselezionate pure il primo checkbox (e con
monofonico14;
esso tutti i successivi), in quanto per questo esercizio non utilizzerete il pedale del sustain né alcun
oo il terzo checkbox (C) si riferisce ai MIDI controller: essi possono essere abilitati globalmente (sce- altro controller.
gliendo l'opzione Tutti) o singolarmente (scegliendo l'opzione Solo e individuando fino a un massi-
mo di 4 controller tramite le caselle di testo e/o i relativi menu a tendina); È tutto: utilizzate quindi per la lettura il frammento di partitura presentato all'inizio della lezione (fig. 13.2) e per
iniziare fate clic sulla prima battuta; noterete che entrambi i pentagrammi vengono racchiusi in un riquadro si-
oo il quarto checkbox (D) attiva invece la ricezione degli eventuali cambi di timbro (Patch changes); mile alla Cornice dell'Inserimento rapido, il che indica semplicemente che il programma è pronto per trascrivere.
Poiché avete impostato il pedale del sustain come controller che avvia la registrazione, abbassatelo e subito si
oo infine, l'ultimo checkbox (E) abilita la ricezione delle variazioni di intonazione impresse alle note
avvierà il click relativo alle due battute vuote iniziali (Countoff); trascorse le suddette misure, potete partire con
tramite la leva (o ruota) del Pitch bend. l'esecuzione.
oo Notate inoltre il pulsante Ascolto in basso a destra (F): esso, come in altri casi, consente di comu- Qualche semplice consiglio per ottenere il miglior risultato possibile (da tenere presente in generale e non solo
nicare in modo più rapido a Finale i tipi di dati continui da abilitare per la registrazione, azionando per l'esempio qui proposto):
direttamente i relativi controlli sul dispositivo MIDI collegato. Per esempio, se premete il pedale
del sustain, si attiverà l'opzione "Solo" e nel primo menu a tendina comparirà il controller "64". 1. p
rima di registrare, esercitatevi adeguatamente in modo da eseguire il brano in modo esatto e regola-
Anche con questa modalità si possono individuare fino a un massimo di 4 tipologie di dati specifici; re;
se si azionano più di 4 controlli, verrà automaticamente selezionata l'opzione "Tutti".
2. se il brano prevede passaggi di media o elevata difficoltà, rallentate il tempo metronomico o registrate
oo Come riportato dalla breve nota in calce alla finestra (G), per poter ascoltare i dati continui regi- una mano alla volta;
strati tramite lo strumento HyperScribe dovrete precedentemente impostare la funzione di Human
3. se non siete abituati a suonare con il metronomo, utilizzate preferibilmente la modalità di registrazio-
Playback sull'opzione "Nessuno" (cfr. Lezione n. 29).
ne con il Tap e battetevi il tempo con il piede sul pedale del sustain.
Al termine della registrazione, potete fare clic in un qualsiasi punto esterno ai pentagrammi: poiché tutte le op-
Giunti a questo punto, siete in possesso di tutte le informazioni necessarie per la realizzazione di una soddisfa- zioni preliminari sono state impostate nel modo più conveniente (in relazione alla natura del brano prescelto),
cente trascrizione in tempo reale con lo strumento HyperScribe. È dunque il momento di fare un esercizio prati- se l'esecuzione sarà stata effettuata in modo corretto, la trascrizione che otterrete sarà praticamente perfetta.
co, trascrivendo come premesso l'incipit della Sonatina in Do maggiore op. 36 n. 1 di Muzio Clementi.
Per concludere, ribadiamo ancora una volta un concetto fondamentale: benché lo strumento HyperScribe sia
Rivediamo dunque in breve tutte le impostazioni da effettuare prima di dare il via alla registrazione (ricordate di
decisamente affascinante, non sempre esso costituirà la scelta migliore; tutto dipende, infatti, dalla natura del
confermare ogni passaggio con il pulsante OK):
materiale che si deve trascrivere, ragion per cui è davvero imprescindibile conoscere a fondo tutti i metodi per
1. nella finestra Playback e/o Click (cfr. fig. 13.4) verificate che il tempo metronomico sia impostato a l'inserimento offerti da Finale, utilizzandoli se necessario anche in modo combinato e decidendo sempre in
"130 bpm", che la pulsazione di riferimento sia la semiminima (pari a "1024 EDUs") e che il segnale inizia- modo consapevole e competente.
le per registrare sia il Pedale Standard Sustain;

4. L'aftertouch è un controllo di carattere espressivo, presente in molti sintetizzatori e tastiere elettroniche, che viene azionato eserci-
tando una pressione aggiuntiva su un tasto già abbassato; è molto utilizzato per la simulazione di effetti tipici degli strumenti acustici,
come il vibrato degli archi o lo sforzato degli ottoni.

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Parte quarta
Operazioni ausiliarie sugli eventi
musicali e sulle misure

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166 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

(con il consueto percorso File > Nuovo > Documento predefinito) per procedere all’analisi delle suddette carat-
teristiche.
Ora scrivete alcuni semplici gruppi di note, copiandoli dall’esempio sottostante (fig. 14.2); potete naturalmente

Lezione 14 utilizzare il metodo di inserimento preferito, anche in base all’eventuale disponibilità di un dispositivo MIDI
esterno.

Lo strumento Gruppi irregolari

Fig. 14.2 - Esempi di gruppi irregolari da utilizzare per l'esercitazione


Nelle prime tre parti del volume sono state analizzate tutte le procedure per impostare l’impianto tipografico
di una nuova partitura e per inserire gli eventi musicali, utilizzando a tal fine i tre fondamentali metodi offerti da Prima di procedere, è opportuno fare alcune brevi considerazioni sulla natura dei gruppi inseriti:
Finale (Inserimento semplice, Inserimento rapido o trascrizione in tempo reale con lo strumento HyperScribe).
• la terzina e la settimina, come si nota, sono contrassegnate unicamente dal numero in corsivo che
Ciò premesso, è ora necessario esaminare le numerose operazioni accessorie che di norma si effettuano nella
esprime la quantità di note costituenti il gruppo; invece la quintina, oltre al numero in corsivo, è identi-
fase successiva del percorso operativo, allo scopo di fornire all’esecutore le principali indicazioni tecniche ed
ficata anche da una parentesi quadra che racchiude le cinque note che la costituiscono.
espressive tramite varie tipologie di elementi grafici: i gruppi irregolari, la numerazione e l’aspetto delle battute,
Questa differenza è dovuta al fatto che Finale, come sempre, rispetta per impostazione predefinita le
i segni di ripetizione, di espressione, di articolazione e le cosiddette forme intelligenti.
regole della tradizione editoriale musicale: esse prevedono che - qualora le note di un gruppo irrego-
A ciascuna di queste categorie sarà dedicata una lezione specifica, e inizieremo occupandoci dello strumento
lare siano già collegate fra loro da una o più barre di raggruppamento (e quindi in pratica siano crome
che definisce tutte le caratteristiche funzionali e grafiche dei gruppi irregolari.
o valori più piccoli) - non sia necessario unirle ulteriormente per mezzo di un segno grafico (come una
Come per i casi precedenti, anche lo strumento Gruppi irregolari si può attivare in due modi: parentesi quadra, una linea curva o altro elemento simile), a meno che tale segno non sia volutamente
posizionato dalla parte della testa delle note, cosa che accade piuttosto raramente, soprattutto per
1. selezionandolo dalla tavolozza degli strumenti principali, in cui è rappresentato dal simbolo di una meri motivi di spazio.
terzina (fig. 14.1 A); Viceversa, se le note del gruppo hanno un valore pari o superiore alla semiminima, non essendovi in
2. oppure aprendo il menu Strumenti e scegliendo la voce corrispondente, in questo caso l’ultima in bas- tali casi alcun segno di raggruppamento, dovrà sempre essere aggiunta una parentesi o altro simbolo
so (fig. 14.1 B). analogo per aiutare l’esecutore a identificare più facilmente l'insieme delle note che formano il gruppo
stesso.
Partendo da queste semplici regole, ecco il motivo per cui la parentesi quadra compare solo nella
­quintina della seconda battuta; ricordate bene questa prassi, poiché - come si vedrà fra poco - Finale
consente all’occorrenza di non “rispettare le regole” e di visualizzare o meno questi segni in piena
libertà.

• Sempre in merito agli elementi di raggruppamento, osservate ancora l’unica linea di unione presente
nell'esempio (quella, appunto, della quintina), e considerate che per questo oggetto sarà possibile
variare tutti i principali parametri, ossia il suo aspetto generale (scegliendo fra una forma angolata o
una linea curva), il suo posizionamento (al di sopra o al di sotto) rispetto alle note del gruppo, l’am-
montare della sua angolazione, la lunghezza e la direzione degli uncini alle estremità, la sua estensione
­orizzontale, la sua eventuale sovrapponibilità con le linee del pentagramma, e infine il suo ipotetico
spostamento rispetto alle note ivi racchiuse.

Ciò premesso, attivate lo strumento Gruppi irregolari, quindi portatevi con il mouse sulla terzina di mis. 1 e fate
un clic singolo sulla prima nota del gruppo; dovete essere estremamente precisi in questa operazione, quindi
puntate con cura sulla testa della nota e non fate doppio clic, altrimenti Finale interpreterà il comando come la
creazione di un nuovo gruppo irregolare nidificato nel precedente e aprirà la finestra di opzioni ad esso relativa.
Se avete agito correttamente, non dovrà apparire alcuna finestra, ma accanto al numero identificativo del grup-
po dovrà essere visualizzata solamente una maniglia quadrata.

Fate ora doppio clic sulla suddetta maniglia, ed entrerete così nella finestra corretta (Impostazione del gruppo
irregolare), grazie alla quale potrete intervenire su tutti gli elementi grafici della figura in questione (fig. 14.3).
Fig. 14.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Gruppi irregolari
• Il primo elemento definibile nella parte superiore (A) è la quantità di note che costituiscono il gruppo,
Notate che lo strumento Gruppi irregolari, a differenza di altre risorse, non dispone di un proprio menu specia- unitamente al valore delle note stesse e al rapporto con la quantità regolare di eventi a cui il gruppo
le, poiché tutte le sue opzioni sono contenute in alcune finestre di dialogo oppure prevedono l’effettuazione si riferisce; per esempio, nel caso qui analizzato, il programma riconosce la presenza di “3 ottavi nello
di specifici interventi con il mouse direttamente in partitura; aprite dunque un nuovo documento predefinito spazio di 2 ottavi”.

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Lezione 14. Lo strumento Gruppi irregolari | 167 168 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Come si può immaginare, sarà possibile modificare in assoluta libertà questi dati per ottenere qualsiasi Se la casella non è selezionata - come da impostazione predefinita - verranno invece rispettate le
tipologia di gruppo, scegliendo note di qualunque durata. comuni convenzioni editoriali, che individuano sempre la nota superiore dell'accordo come punto
di riferimento.
• Nel riquadro a destra trovano posto gli elementi dedicati alla definizione dell'aspetto globale del
­gruppo:
oo con il primo menu a tendina (G) si possono stabilire cinque diverse modalità di visualizzazione del
numero:
1. Niente (per escludere del tutto la visualizzazione, opzione utile quando nel rigo vi sia una serie
di gruppi irregolari identici; in tali casi, di solito si inserisce il numero solo nelle prime due o tre
figure e poi lo si omette, aggiungendo eventualmente la dicitura "simile");
2. Numero (per mostrare il numero classico);
3. X : Y (per evidenziare il rapporto fra la quantità irregolare e quella regolare degli eventi del
gruppo: per esempio, in una terzina, verrà indicato "3 : 2");
4. X : Yq (per ottenere un risultato analogo al precedente, aggiungendo inoltre il valore effettivo
di riferimento degli eventi: in una terzina di crome verrà indicato "3 : 2 4");
5. Xq : Yq (offre un'ulteriore specificazione dei valori, applicata a entrambi i termini del rapporto,
utile in caso di gruppi non convenzionali o soggetti a interpretazione ambigua: per esempio,
nel caso di una settimina di crome nello spazio di 4 semiminime si otterrà "7 4 : 4 5 ").
• Prima di proseguire con la descrizione della finestra, uscite momentaneamente cliccando su Annulla
e portatevi alla quintina della seconda battuta; fate quindi un clic singolo sulla prima nota del gruppo
(Mi), e noterete che oltre alla maniglia quadrata sono comparse cinque maniglie romboidali lungo la
parentesi: come si può intuire, esse consentiranno la modifica manuale dell'oggetto, intervenendo su
tutti i suoi parametri principali.
Fig. 14.3 - La finestra Impostazione del gruppo irregolare
oo Per cominciare, tenendo premuto il tasto sinistro del mouse sulla maniglia quadrata, trascinate
a piacere: così facendo, sposterete tutto il gruppo nel suo insieme; notate però che è possibile
• La sezione successiva della finestra è dedicata invece al posizionamento degli elementi di raggruppa-
muovere la figura solo verticalmente e non orizzontalmente, a meno che non abbiate selezionato
mento:
l'opzione analizzata poc'anzi (cfr. fig. 14.3 E).
oo in primo luogo qui trovate un menu a tendina (B) composto da cinque opzioni, con le quali potete
oo Agendo invece sulla maniglia romboidale al centro, sposterete il numero identificativo del gruppo,
determinare la collocazione effettiva della figura grafica (composta dal numero e dall’eventuale
lasciando inalterata la posizione della parentesi.
parentesi): essa potrà essere situata sopra o sotto le note, dalla parte dei gambi o dalla parte delle
teste, oppure posizionata manualmente caso per caso; oo Con la seconda maniglia romboidale da sinistra, effettuerete esattamente l'operazione opposta,
ovvero sposterete la parentesi lasciando al suo posto il numero.
oo il sottostante checkbox (C) consente di creare delle figure intelligenti (dette “gruppi in stile
­incisore”), ossia forme grafiche che si adattano automaticamente alle eventuali variazioni della li- oo Con la quarta maniglia, poi, potrete variare l'angolazione della linea, operazione utile nel caso si
nea melodica; per esempio, se doveste effettuare un trasporto in seguito a un cambio di tonalità, le desideri assecondare con maggiore precisione la direzione melodica delle note appartenenti al
gruppo.
figure suddette adegueranno la propria posizione alla nuova altezza delle note nel pentagramma.
oo Infine, le maniglie romboidali poste alle estremità della linea consentono di allungare o accorciare
oo Il terzo pulsante (D), invece, impone a Finale di non sovrapporre mai la figura grafica alle linee del
gli uncini laterali; se gli uncini sono accoppiati, come da impostazione predefinita, sarà del tutto
rigo, indipendentemente dall’altezza delle note. Evidentemente tale opzione, come la preceden-
indifferente agire sulla maniglia sinistra o su quella destra. Notate che, all'occorrenza, la direzione
te, dovrebbe essere sempre selezionata per rispettare le convenzioni grafiche più comuni, infatti
degli uncini può anche essere rovesciata.
entrambi i pulsanti risultano già prescelti per impostazione predefinita: si consiglia quindi di non
modificarne lo stato, a meno che non sussistano giustificati motivi. • Come avete visto, quindi, è possibile intervenire sull'aspetto della linea di raggruppamento in modo
veramente dettagliato; in ogni caso, qualora desideriate ripristinare l'aspetto iniziale del suddetto ele-
oo Il penultimo checkbox (E) si occupa di consentire o meno il trascinamento orizzontale degli ele-
mento, dovrete semplicemente fare clic col tasto destro sulla maniglia principale quadrata, e nel menu
menti di raggruppamento rispetto alle note: in pratica, selezionando il pulsante potrete spostare la
contestuale selezionare la voce Riazzera.
figura anche verso destra o verso sinistra, e non solo verso l’alto o verso il basso. Contrariamente
ai casi precedenti, questa pratica non è molto comune, anzi il suo utilizzo è sconsigliabile, al fine di • Ritornate ora all'interno della finestra Impostazione del gruppo irregolare (cfr. fig. 14.3), cliccando due
non compromettere la leggibilità del gruppo in questione. volte sulla maniglia quadrata, e proseguite ad analizzare gli elementi in essa contenuti.
oo Infine, con il pulsante Usa la nota inferiore (F) si ordina a Finale - nel caso in cui il primo elemento oo Il menù a tendina Forma (H) permette di definire la tipologia di linea che sarà utilizzata per rag-
del gruppo irregolare non sia una nota singola ma un accordo - di contemplare la nota più grave gruppare le note; nel caso in questione, il termine Parentesi indica appunto la linea squadra-
dell’accordo stesso come riferimento per la collocazione della figura grafica di raggruppamento. ta, ma potete scegliere anche un'eventuale linea curva (Legatura), oppure di non visualizzare

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Lezione 14. Lo strumento Gruppi irregolari | 169 170 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

alcunché (Niente). Come in altri casi, non vi sono regole precise poiché tali scelte sono dettate a non sovrapporsi al pentagramma: perciò, anche scrivendo il valore "0" (zero) in entrambe le ca-
unicamente dal gusto personale o da precise indicazioni di una casa editrice o di qualsiasi altro selle, Finale aggiungerebbe comunque un po' di spazio artificiale proprio per rispettare la predetta
committente del proprio lavoro. condizione.
oo Con i quattro controlli successivi (una casella checkbox e tre pulsanti di opzione) potete stabilire oo La casella successiva (Centra il numero sulla base delle durate, N) fa sì che il numero identificativo
cosa accadrà a seconda che abbiate optato per la visualizzazione di una parentesi quadra o di una del gruppo irregolare non sia posizionato in modo equidistante tra la prima e l'ultima nota del
linea curva: gruppo, ma venga centrato in base alle durate presenti nel gruppo stesso (fig. 14.5).
1. nello specifico, il checkbox (I) determina se la forma prescelta dovrà o meno interrompersi in
corrispondenza del numero identificativo; vi sono infatti pubblicazioni in cui il numero viene
posto al di sopra o al di sotto di una linea continua (fig. 14.4), per cui anche in questo caso sce-
glierete di volta in volta come intervenire.

Fig. 14.5 - Numero del gruppo posizionato in base ai valori

oo La casella Ignora offset orizzontale del numero (O), invece, entra in gioco qualora nelle Opzioni del
Fig. 14.4 - Numero del gruppo all'interno della linea di raggruppamento
documento si sia impostato un valore aggiuntivo orizzontale per il numero del gruppo: selezionan-
2. I tre pulsanti di opzione, invece, stabiliscono la condizione necessaria affinché la linea stessa dola, tale valore verrà ignorato, limitatamente però al gruppo su cui si sta intervenendo.
appaia o meno, anche in base alla scelta effettuata nel menu a tendina Posizionamento (B). Questa impostazione, comunque, così come la precedente, si usa in rarissime occasioni, ragion per
Il primo pulsante, denominato Usa sempre la forma specificata (J), stabilisce che la forma pre- cui è bene mantenerle entrambe deselezionate.
scelta per il raggruppamento - sia essa una parentesi quadra o una linea curva - venga visualiz-
oo Con i successivi campi Forma (P) si imposta la posizione della sola linea di raggruppamento even-
zata sempre e comunque, anche quando le note abbiano un valore pari o inferiore all'ottavo e
tualmente visualizzata, sia essa una parentesi quadra o una linea curva. Modificando questi valori,
indipendentemente dal posizionamento prescelto.
verrà dunque spostato tutto il gruppo tranne il numero identificativo.
3. Il secondo pulsante (K) esclude del tutto le note che siano già raggruppate, e applica la paren- Anche in questo caso sarà possibile immettere un valore per la distanza orizzontale e uno per quel-
tesi quadra o la linea curva unicamente in caso di note pari o superiori alla semiminima (quindi la verticale: ciò corrisponde all'intervento manuale sulla seconda maniglia romboidale da sinistra.
non raggruppate), a prescindere dalla posizione prescelta nel menu a tendina B.
oo A integrazione dei due campi appena analizzati, vi sono ora tre checkbox:
4. Il terzo pulsante (L) costituisce una variabile del precedente, e fa sì che la linea venga visualiz-
zata solo se essa si trova dalla parte della testa delle note. Questo è il caso che più si avvicina agli 1. Sempre orizzontale (Q), che annulla di fatto l'angolazione automatica impressa da Finale alla
standard dell'editoria internazionale, e per tale ragione l'opzione è già selezionata per default. forma grafica per assecondare la direzione melodica delle note; l'impostazione azzera anche
l'eventuale angolazione aggiuntiva inserita nella casella a destra (Aggiustamento manuale
oo Tutte queste regolazioni, per quanto possano sembrare fin troppo minuziose, dovrebbero invece ­angolazione, X).
essere ben conosciute e applicate sistematicamente, non solo per assecondare le eventuali diretti-
ve di un editore o di un committente, ma anche e soprattutto perché spesso lo spazio a disposizio- 2. Parentesi sull'intera durata (R), che fa coincidere la lunghezza della linea di raggruppamento
ne è limitato, specialmente quando si scrivono partiture molto dense; di conseguenza vi capiterà con lo spazio "reale" occupato dal valore complessivo del gruppo. La fig. 14.6 illustra l'effetto
frequentemente di dover spostare o nascondere determinati elementi per evitare antiestetiche di questo comando rispetto alla soluzione normalmente applicata.
sovrapposizioni del materiale inserito.
• Venendo alla sezione inferiore della finestra, qui trovate una nutrita serie di caselle e pulsanti, il cui sco-
po è quello di applicare all'aspetto del gruppo irregolare le stesse modifiche che si possono effettuare
agendo con il mouse sulle maniglie romboidali.
Come in altri casi analoghi, il vantaggio nell'utilizzo di questi elementi rispetto all'uso del mouse con-
siste principalmente nell'ottenimento di una maggior precisione, poiché - come noto - il mouse da
Fig. 14.6 - Adeguamento della linea di raggruppamento
questo punto di vista è uno strumento molto limitato. Usando questi controlli, inoltre, sarà possibile
allo spazio "effettivo" occupato dal gruppo irregolare
rendere predefiniti i valori impostati, così che essi vengano applicati sistematicamente a tutti i gruppi
irregolari di una partitura.
Procediamo perciò con la descrizione, premettendo che tutti i valori dovrebbero essere preferibilmen- 3. Uncini simmetrici (S), che semplicemente accoppia gli uncini laterali della graffa quadrata, in
te visualizzati in EVPUs. Se necessario, rileggete la trattazione dedicata alle unità di misura (cfr. Lezione modo che agendo col mouse su una qualsiasi delle due maniglie romboidali esterne, gli uncini
n. 3) per conoscere i vantaggi derivati dalla scelta di questa specifica unità. si allungheranno o si accorceranno contemporaneamente, come descritto in precedenza.
Poiché di norma gli uncini dovrebbero avere sempre la stessa dimensione, si raccomanda di
oo Le prime due caselle (M) impostano la posizione del gruppo nel suo insieme, utilizzando un valore mantenere sempre attivo questo checkbox, a meno che non vi siano validi motivi per differen-
per la distanza orizzontale e uno per quella verticale; in pratica, è ciò che si ottiene trascinando ziare le lunghezze in questione.
manualmente la maniglia principale (quadrata) del gruppo.
Tenete presente, però, che il risultato di queste regolazioni è comunque influenzato dall'eventuale • Passando al lato destro, vi sono cinque ultime caselle, grazie alle quali si possono rispettivamente
selezione della summenzionata casella Evita il rigo (D), che obbliga gli elementi grafici del gruppo definire:

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Lezione 14. Lo strumento Gruppi irregolari | 171 172 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

oo la lunghezza dell'uncino sinistro (T); oo il posizionamento della linea rispetto alle note, nelle sue cinque differenti opzioni; ricordate ancora
una volta che la scelta da voi effettuata determinerà la comparsa o meno della linea di raggruppa-
oo la lunghezza dell'uncino destro (U) ; 1
mento, in base alle regole della tradizione editoriale;
oo l'eventuale estensione della linea di raggruppamento verso sinistra (V);
oo l'eventuale angolazione della linea (il comando Sempre orizzontale impedisce alla legatura o alla
oo l'eventuale estensione della linea di raggruppamento verso destra (W); parentesi quadra di assecondare la direzione melodica delle note);
oo l'eventuale valore aggiuntivo all'angolazione che Finale applica alla linea per assecondare la dire- oo la collocazione della figura rispetto al pentagramma (il comando Evita il rigo impedisce agli elementi
zione melodica delle note (X). Se in questa casella si inserisce un valore diverso da "0" (zero), ciò grafici di toccare il pentagramma, indipendentemente dall'altezza delle note inserite);
equivale allo spostamento manuale della penultima maniglia romboidale presente sulla graffa.
oo l'estensione della linea di raggruppamento (conformemente al mero spazio "grafico" occupato dal-
• Per concludere l'analisi di questa complessa finestra, che consente - come si è visto - di modificare e le note oppure all'intera durata da esse espressa);
migliorare in molti modi l'aspetto degli elementi grafici che definiscono i gruppi irregolari, notate che oo la centratura del numero identificativo (che anche in questo caso potrà riferirsi al solo spazio "gra-
all'estremità inferiore, oltre ai consueti pulsanti OK e Annulla, ve ne sono altri due, la cui funzione è fico" occupato dal gruppo irregolare oppure al suo valore complessivo);
molto importante:
oo la direzione attuale della figura, che può essere istantaneamente rovesciata;
oo cliccando su Imposta predefinito (Y), tutte le regolazioni qui effettuate diventeranno d'ora in poi
oo l'eventuale variazione dei parametri di default, che possono essere integralmente riportati alla con-
le impostazioni di default dello strumento. Ciò significa che ogni nuovo gruppo irregolare creato
dizione iniziale (comando molto utile per fare tabula rasa di ogni modifica apportata);
da qui in avanti sarà caratterizzato da tutti questi valori (non vi saranno perciò modifiche ai gruppi
eventualmente creati in precedenza). oo la visualizzazione effettiva degli elementi grafici del gruppo (ossia il numero e l'eventuale linea di rag-
Ricordate, comunque, che ciò vale solo per il documento su cui state intervenendo; se infatti ini- gruppamento); si noti che togliendo la selezione alla voce Mostra, l'intera figura apparirà in grigio:
zierete un nuovo lavoro, esso all'avvio presenterà i parametri salvati all'interno del documento ciò significa che essa, pur se effettivamente presente in partitura, non comparirà nella stampa del
predefinito. documento o nella sua conversione in PDF e negli altri formati previsti da Finale (cfr. Lezione n. 23).

oo L'altro pulsante, Azzera (Z), come si può intuire non farà altro che "resettare" completamente • Nell'ultima parte del menu contestuale vi sono due voci dalla dicitura simile, che appaiono disattivate
tutte le modifiche apportate ai pulsanti e alle caselle della finestra, ripristinando i parametri salvati se nel documento non sono previste - ed eventualmente già predisposte - le parti staccate. Questi
come impostazione predefinita. comandi hanno semplicemente la funzione di collegare o scollegare - solo dal punto di vista grafico,
naturalmente - il gruppo irregolare fra la partitura e le parti.
Lo strumento Gruppi irregolari, come si è visto, utilizza l'articolata finestra sopra descritta per l'effettuazione Per capire il senso di questa operazione, si deve considerare che nelle versioni più recenti di Finale è
di numerosi interventi relativi all'aspetto grafico dei gruppi stessi. Se desiderate accedere in modo più rapido stata introdotta la possibilità di far sì che la maggior parte degli oggetti grafici (espressioni, articolazio-
a tali operazioni (o quanto meno alle più comuni), potete cliccare con il tasto destro del mouse sulla maniglia ni, forme intelligenti e molto altro, fra cui anche i gruppi irregolari) possano essere gestiti congiunta-
quadrata di un gruppo 2. mente o separatamente nel rapporto fra partitura e parti staccate.
Si raccomanda di prestare attenzione, poiché in alcuni casi la maniglia potrebbe non essere facilmente indivi- In altre parole, se un oggetto è "collegato", la modifica del suo aspetto o della sua posizione in partitu-
duabile, in quanto nascosta parzialmente dalle barre di raggruppamento della figura o da altri elementi grafici ra si rifletterà tale e quale anche nelle parti; ma se quello stesso oggetto viene modificato direttamen-
(legature di frase, segni di articolazione, ecc.). te nella parte staccata, il collegamento viene - per così dire - spezzato, e non si rifletterà nella partitura,
poiché quest'ultima rimane sempre il riferimento principale.
Utilizzate pure, per la seguente spiegazione, un qualsiasi gruppo irregolare presente nel vostro documento; il Ecco dunque il senso di queste due voci del menu, che servono per l'appunto a "scollegare" o "ri-
clic col tasto destro, come in altri casi analoghi, farà aprire un menu contestuale: collegare" due istanze di uno stesso oggetto, cioè quella in partitura e quella nelle parti staccate di
• la prima voce in elenco conduce nuovamente alla finestra di Impostazione del gruppo irregolare, of- riferimento.
frendo di fatto un'alternativa (per la verità un po' macchinosa) al più intuitivo doppio clic sulla maniglia • In ultima posizione, il comando Elimina cancella completamente il gruppo irregolare.
quadrata; Si presti attenzione, poiché la selezione di questo comando ha una conseguenza diretta anche sulle
• le opzioni successive, invece, permettono di modificare velocemente i seguenti elementi: durate degli eventi: se ad esempio si rimuove lo status di gruppo irregolare da una terzina di crome, le
tre note torneranno ad occupare il loro valore effettivo di 3/8 e non più quello di un quarto.
oo il tipo di linea di raggruppamento, nelle tre possibilità previste (nessuna linea, legatura curva o pa-
rentesi quadra);
Per concludere la presente lezione, va ricordato che anche nel caso dei gruppi irregolari si possono utilizzare
con profitto alcuni specifici Metatool.
1. Evidentemente, se gli uncini risultano accoppiati con il comando Uncini simmetrici, sarà del tutto inutile inserire valori diversi in queste Evidentemente, se la vostra partitura non presenta alcun gruppo irregolare, o ne contiene un numero molto
due caselle, poiché essi verranno comunque uniformati. Si tenga altresì presente che il valore applicato alla "coppia" è sempre quello
scritto nella casella dell'uncino sinistro. limitato, non ha molto senso definire delle scorciatoie; tale operazione, invece, diventa utilissima nelle partiture
in cui i gruppi irregolari siano numerosi e di tipologie diverse.
2. Ricordate che per far comparire la maniglia quadrata dovete cliccare una sola volta con il tasto sinistro sulla prima nota del gruppo. Se
per errore fate doppio clic, oppure cliccate su una nota successiva alla prima, Finale penserà che vogliate creare un nuovo gruppo nidi- Ora, partendo dalla considerazione che Finale - a differenza dei casi precedentemente analizzati - non prevede
ficato nel precedente. Metatool predefiniti per questo strumento, si dovranno creare ex novo tutti quelli necessari.
Il segnale inequivocabile di un errore di questo tipo è la comparsa di una nuova finestra di Impostazione del gruppo irregolare, mentre se
agite correttamente dovrà comparire solo ed esclusivamente la maniglia quadrata, eventualmente corredata dalle maniglie romboidali Prima di procedere, selezionate uno strumento a scelta per l'immissione delle note, per esempio l'Inserimento
qualora il gruppo presenti una linea di unione. rapido, e copiate su tre battute libere la serie di crome sottostante (fig. 14.7).

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Lezione 14. Lo strumento Gruppi irregolari | 173 174 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Fig. 14.7 - Esempio da copiare per il test dei Metatool

Ora riprendete lo strumento Gruppi irregolari, e ipotizzate di voler creare alcuni Metatool facili da ricordare,
come ad esempio:
• il numero "3" per la terzina;
• il numero "5" per la quintina;
• il numero "7" per la settimina.
Eseguite le consuete operazioni per la creazione dei Metatool, quindi nel primo caso premete la combinazione
SHIFT+3 (sia in Windows che in MacOS). Comparirà la finestra Impostazione del gruppo irregolare, nella quale
inserirete le seguenti informazioni:
• nell'area iniziale (cfr. fig. 14.3 A) scrivete "3 ottavi nello spazio di 2 ottavi";
• nella sezione Aspetto, scegliete dal menu a tendina Numero (cfr. fig. 14.3 G) la voce Numero e dal menu
a tendina ­Forma (cfr. fig. 14.3 H) la voce Parentesi (entrambe le opzioni dovrebbero essere già selezio-
nate per default);
• selezionate il pulsante di opzione Usa sempre la forma specificata (cfr. fig. 14.3 J), per essere sicuri che
la parentesi compaia sempre, a prescindere dalla posizione delle note;
• mantenete tutto il resto inalterato e cliccate su OK.
Ora create il Metatool per la quintina, quindi premete la combinazione SHIFT+5 (sia in Windows che in MacOS):
nella finestra di lavoro ripetete tutti gli stessi passaggi, impostando come unica differenza "5 ottavi nello spazio
di 4 ottavi" (cfr. fig. 14.3 A).
Per finire, preparate il Metatool per la settimina, quindi premete la combinazione SHIFT+7 (sia in Windows che in
MacOS): nella finestra ripetete tutti gli stessi passaggi, impostando come unica differenza "7 ottavi nello spazio
di 4 ottavi" (cfr. fig. 14.3 A).
È tutto; per verificare immediatamente l'effetto del vostro lavoro, agite in questo modo:
• tenete premuto il tasto "3" e fate clic sulla prima nota della prima battuta, creando così al volo una
terzina;
• poi tenete premuto il tasto "5" e fate clic sulla prima nota della seconda battuta, per ottenere una
quintina;
• infine tenete premuto il tasto "7" e fate clic sulla prima nota della terza battuta, ottenendo una
­settimina.

Come potete immaginare, il pieno e graduale possesso di questa tecnica garantirà un deciso salto di qualità al
vostro flusso produttivo, soprattutto per quanto riguarda il risparmio di tempo.
Nella prossima lezione ci occuperemo dello strumento Misure, e vedremo come gestire in piena sicurezza le
caratteristiche tecniche delle battute, assicurando la massima professionalità al look dei vostri documenti.

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176 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Se invece avete la necessità di inserire nuove battute all'interno del documento, l'operazione comporterà due
fasi distinte: in primo luogo dovrete comunicare a Finale il punto esatto di inserimento, e solo allora potrete ef-
fettuare l'aggiunta vera e propria.

Lezione 15 Prima di esaminare la procedura nel dettaglio, è necessario introdurre un principio molto importante, che nella
logica di Finale sta alla base della manipolazione delle battute, ossia il concetto di blocco di misure verticale (in
inglese "stack").
La gestione delle battute Con questo termine, si intende la selezione di una o più battute complete (quindi non sono contemplate le sele-
zioni parziali) in tutti i righi di un'accollatura; per ottenere uno stack è necessario attivare lo strumento Selezione
e lo strumento Misure e fare doppio clic su una qualsiasi delle battute interessate.

Ovviamente, se la partitura contiene un solo rigo (come nel "Documento di esempio n. 9"), la selezione di una
battuta completa sarà sempre interpretata come uno stack; ciò si intuisce anche osservando l'area evidenziata,
che non si limita allo spazio effettivo del pentagramma, ma comprende un po' di spazio anche sopra e sotto il
Lo strumento Misure è un componente di Finale che si potrebbe definire "trasversale", in quanto lo si utilizza rigo stesso. Nella sottostante fig. 15.2 potete osservare alcuni tipici esempi di stack in accollature di varia am-
sia durante la preparazione del layout, sia in fase di immissione degli eventi musicali e di revisione del materiale piezza.
inserito.
Pur essendo rimasto sostanzialmente invariato fin dalle prime versioni del programma, lo strumento è stato
tuttavia rimodulato più volte, poiché alcune delle sue funzioni principali sono state nel tempo trasferite ad altri
strumenti, o meglio ad altri menu; in particolare, alcune fra le operazioni più tipiche - come l'aggiunta, l'inseri-
mento e la cancellazione delle misure, la creazione delle battute d'aspetto e altro ancora - si effettuano ora di-
rettamente dal menu Modifica. Sono invece rimaste di esclusiva pertinenza dello strumento altre funzioni, quali
la determinazione degli attributi delle misure e la loro numerazione in partitura.

In questa lezione si vedrà dunque come agire per ottenere la completa gestione di tutti questi aspetti, e si
apprenderanno le tecniche per effettuare altre importantissime operazioni quali la spaziatura omogenea della
musica, la divisione delle battute su più righi, la determinazione della quantità di misure per ogni rigo, lo sposta-
mento delle battute da un rigo all'altro, la predisposizione di una misura iniziale in levare e la creazione di una
cadenza solistica.

Procedendo con ordine, aprite dalla cartella "Documenti di esempio ed esercitazioni" allegata al manuale il file
intitolato "Documento di esempio 09.musx"1.
Nella pagina qui predisposta, potete notare un'impostazione molto semplice costituita da 16 battute, disposte
su 4 linee diverse in numero di 4 per ciascun rigo. Fig. 15.2 - Blocco di misure verticale (stack) su sistemi di 1, 2 e 4 righi

Ora, prima di accedere allo strumento Misure vero e proprio, è bene apprendere come si eseguono alcune Chiarito questo concetto, potete ora inserire le nuove battute.
operazioni di base come l'aggiunta, l'inserimento e la cancellazione delle battute. Queste funzioni, come detto Per visualizzare meglio gli effetti dell'operazione, riferitevi alle note già presenti in partitura; ipotizzando infatti
in precedenza, appartenevano un tempo allo strumento Misure, ma oggi si effettuano direttamente dal menu di voler creare due nuove battute vuote esattamente fra le mis. 6 e 7, agite in questo modo:
Modifica.
1. selezionate uno stack nella battuta successiva al punto individuato per l'inserimento (quindi fate doppio
Aprite dunque il suddetto menu e selezionate - nella parte bassa - la voce Aggiungere misure; in modo molto
clic a battuta 7);
semplice, una piccola finestra (fig. 15.1) chiede quante battute si desiderano aggiungere al brano. Scrivete, per
esempio, il numero "3", quindi confermate e otterrete l'effettiva comparsa di 3 nuove misure: notate che con 2. aprite il menu Modifica, e nella parte bassa scegliete la voce Inserimento blocco misure verticale;
questa operazione le battute vengono sempre aggiunte in coda al documento. 3. la selezione origina una piccola finestra (fig. 15.3), del tutto simile a quella incontrata poc'anzi; in que-
sto caso scrivete il numero "2" e confermate con OK.
Come testimonia lo slittamento le note, le due nuove misure sono state create esattamente prima del
punto indicato.

Fig. 15.1 - La finestra Aggiungere battute

1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 09.xml" seguendo le istru-
zioni riportate nell'Appendice 1. Fig. 15.3 - La finestra Inserimento misure

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 177 178 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Oltre all'aggiunta e all'inserimento, un'altra operazione molto comune consiste nella cancellazione delle battute Tornate dunque al documento attualmente aperto, e immaginate di voler trasformare le prime 4 misure in
indesiderate. ­un'unica battuta d'aspetto. La procedura per la sua creazione è molto semplice:
Anche in questo caso, Finale utilizza il concetto di stack; supponendo, ad esempio, di voler eliminare le due mi-
sure appena inserite, eseguite questi semplici passaggi: 1. selezionate le misure in questione (tracciandovi attorno un rettangolo con il mouse, o in alternativa
cliccando sulla prima e sulla quarta mentre tenete abbassato il tasto SHIFT);
1. fate doppio clic sulla battuta 7, quindi tenete abbassato il tasto maiuscole (SHIFT) e fate un clic singolo
sulla misura seguente12; 2. ora aprite il menu Modifica e posizionate il cursore sulla voce Battute d'aspetto; si aprirà un sottomenu
2. ora aprite nuovamente il menu Modifica e questa volta scegliete la voce Elimina blocco misure verticale. dal quale sceglierete l'opzione Crea.
Notate che per questa operazione esiste anche una scorciatoia da tastiera, che sarà molto semplice- Come vedete, viene generata istantaneamente una battuta d'aspetto in luogo delle 4 misure originali; i simboli
mente il tasto CANCEL in Windows o il tasto BACKSPACE in MacOS.
che la caratterizzano sono conformi a quelli delle pubblicazioni più comuni, ossia un segmento piuttosto spes-
Le tre fondamentali azioni appena descritte (aggiunta, inserimento e cancellazione di battute) si possono com- so con due uncini laterali, identificato dal numero "4" (scritto con il carattere predefinito per la musica, cioè
piere in modo ancora più rapido utilizzando il menu contestuale collegato alle misure stesse. ­Maestro a 24 punti). A breve analizzeremo le tecniche per modificare entrambi gli elementi.
Questo menu compare, come sempre, utilizzando il tasto destro del mouse, sia quando è attivo lo strumento
Misure, sia quando è attivo lo strumento Selezione; cliccando su una battuta qualsiasi, vedrete infatti che le tre Con la stessa semplicità con cui è stata creata, una battuta d'aspetto può anche essere "spezzata", ripristinando
voci in questione si trovano una dopo l'altra poco dopo la metà del menu (fig. 15.4). le misure originali:

1. fate un clic singolo su di essa;

2. ora aprite nuovamente il menu Modifica e posizionate ancora il cursore sulla voce Battute d'aspetto;
nel sottomenu scegliete stavolta l'opzione Interrompi.

Per modificare graficamente una battuta d'aspetto, Finale offre all'utente - come in altre occasioni - ampia liber-
tà d'azione. Vediamo come accedere agli strumenti necessari:

1. annullate l'ultima operazione effettuata (potete aprire il menu Modifica e cliccare sulla prima voce,
oppure - più rapidamente - potete utilizzare la combinazione CTRL+Z in Windows o CMD+Z in MacOS);

2. fate nuovamente clic sulla battuta d'aspetto, indi aprite ancora una volta il menu Modifica e nel
­sottomenu Battute d'aspetto scegliete la voce Modifica.

3. Questa operazione apre una nuova finestra, denominata Misure indicanti le battute d'aspetto, legger-
mente più complessa di quelle incontrate fino a questo momento (fig. 15.5).

Fig. 15.4 - Il menu contestuale collegato alle misure

Un altro intervento che riguarda le misure e che si effettua molto spesso lavorando su partiture d'orchestra (da
cui andranno poi estratte le parti staccate) è la preparazione delle cosiddette battute d'aspetto.
Come noto, le battute d'aspetto sono espressioni simboliche di una pagina musicale che segnalano all'esecu-
tore di attendere per un certo numero di misure prima di riprendere a suonare; normalmente, tali indicazioni si
trovano perlopiù nelle parti degli strumenti d'orchestra, e hanno la precisa funzione di risparmiare spazio, oltre
che facilitare il conteggio delle battute vuote da parte dell'esecutore stesso.
Ora, quando si estraggono le parti, Finale per impostazione predefinita origina automaticamente le battute
­d'aspetto quando rileva almeno due misure vuote consecutive (cfr. lezione n. 31). Se ci si "accontenta" dell'a- Fig. 15.5 - La finestra Misure indicanti le battute d'aspetto
spetto e della modalità di impaginazione di default, non sono necessarie spiegazioni ulteriori; qualora, invece, si
desideri personalizzare questi simboli e le loro caratteristiche grafiche, è necessario conoscere le modalità per • La prima sezione è dedicata alla forma principale della battuta (il segmento): cliccando sul pulsante
la loro creazione e modifica. Seleziona (A), si accede a un elemento già descritto nella trattazione dedicata allo strumento Chiave
(cfr. lezione n. 8), ossia lo Strumento Disegno.
2. In alternativa, potete anche tracciare con il mouse un rettangolo ideale attorno alle due battute, partendo dall'esterno e cercando di Come ricorderete, si tratta di un piccolo editor grafico con il quale è possibile manipolare liberamente
racchiudere con precisione solo l'area che vi interessa. l'aspetto dei vari simboli che si incontrano durante l'utilizzo del programma (fig. 15.6).

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 179 180 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

• In ultima analisi, la sezione Simboli consente di definire il "modo" in cui saranno rappresentate le bat-
tute d'attesa che l'esecutore deve rispettare prima di riprendere a suonare. Per capire meglio questo
aspetto, esaminate la fig. 15.7:

Fig. 15.6 - Lo Strumento Disegno nel contesto della modifica di una battuta d'aspetto

Anche la spessa linea delle battute d'aspetto, pertanto, può essere modificata a piacimento servendosi
dei vari pulsanti presenti in questa finestra (A) e dei menu Modifica e Shape Designer situati sotto la
barra del titolo (B)13.
Se lo desiderate, effettuate alcuni esperimenti in piena libertà, allo scopo di familiarizzare con le nu-
merose possibilità offerte dall'editor, poi cliccate su Annulla per tornare alla schermata precedente.

• Nel caso vogliate utilizzare, in luogo del segmento tradizionale, uno dei simboli preformattati contenu-
ti nella finestra Selezione della forma disegnata (cfr. lezione n. 8), potete indicarne il numero identifica- Fig. 15.7 - Estratto dalla parte dei Timpani della Sinfonia n. 8 in Si minore D. 759 di Franz Schubert
tivo nella casella appositamente predisposta, situata accanto al pulsante Seleziona (fig. 15.5 B). Come
Osservando come si presentano le battute d'aspetto (tutte evidenziate in giallo), noterete che in alcu-
si vede, il segmento standard è contrassegnato dal numero "1".
ni casi vi è il classico segmento "uncinato", ma in altri frangenti (come nell'esempio evidenziato dalla
• Le due caselle successive, come suggerito dalle relative etichette, consentono di variare la posizione lettera A), viene indicato semplicemente un quantitativo di pause corrispondente alla somma delle
del punto d'inizio (C) e del punto conclusivo (D) della forma prescelta. battute vuote.
Ricordate che i valori positivi spostano il punto d'aggancio verso destra, mentre i valori negativi lo In tali occasioni, peraltro, si utilizza anche la pausa della longa, ossia un valore non più in uso nella pra-
spostano verso sinistra. tica comune che corrisponde a 4 semibrevi, cioè a 4 battute vuote.
In verità l'utilizzo di queste opzioni è piuttosto raro, ma esse potranno talvolta rivelarsi utili, per esem- Particolarmente interessante è il caso che si trova a metà dell'ultima riga (B), comprendente 9 battute
pio nel caso in cui la battuta d'aspetto contenga un'indicazione di cortesia relativa a un cambio di d'attesa indicate da due pause di longa e una di semibreve.
­chiave, tempo o tonalità, elementi che potrebbero sovrapporsi alla forma stessa.
• Poiché, dunque, si potrebbe verificare la necessità di utilizzare entrambe le modalità di indicazione (so-
• Nella parte destra, la sezione Opzioni contiene in primo luogo due caselle (E) con cui si può modificare prattutto nella copia "fedele" di un documento preesistente), è indispensabile poter ordinare a Finale
la posizione del numero sovrastante il segmento. in quali casi utilizzare l'uno o l'altro sistema.
In questo caso si dispone di un valore orizzontale, che generalmente deve essere mantenuto a "0" Per rendere operativo questo "duplice" comportamento, fate clic sul checkbox in basso (fig. 15.5 H);
(zero) per garantire la centratura perfetta del numero, e di un valore verticale che regola la distanza nella prima delle due caselle (I) scriverete l'ammontare massimo di battute entro cui verrà applicato il
del numero dal segmento stesso. sistema delle pause individuali, e nella seconda casella (J) imposterete la distanza fra le pause stesse.
In altre parole, mantenendo per esempio l'impostazione corrente (Usa i simboli per le pause con meno
• Il campo seguente (F) permette di stabilire il numero di battute vuote consecutive necessarie affinché
di 9 misure), Finale restituirà le pause individuali se le battute d'aspetto sono da un minimo di 2 a un
Finale crei automaticamente una battuta d'aspetto. Come detto in precedenza, il valore impostato per
massimo di 8, ma dalla nona battuta in poi utilizzerà il segmento riassuntivo tradizionale.
default è pari a "2", ma ovviamente è possibile modificarlo in assoluta libertà.
• A seguire, si può impostare un valore "minimo" di ampiezza per la battuta d'aspetto risultante (G); L'unico elemento delle battute d'aspetto non contemplato dalla finestra testè esaminata è costituito dall'even-
il programma cercherà sempre di rispettare il numero qui indicato, adattandolo tuttavia per eccesso tuale modifica del carattere utilizzato per il numero.
qualora il numero complessivo di battute presenti nell'accollatura lo consenta. Poiché tale elemento non è altro che un glifo appartenente a un font specifico, la sua modifica - come in tutti i
casi analoghi - deve essere effettuata utilizzando le Opzioni del documento. Cliccate quindi su Annulla e richia-
3. Come già detto, nella versione di Finale per MacOS questi due menu non si trovano all'interno dello Strumento Disegno, ma compaiono mate la suddetta finestra con la consueta scorciatoia (ALT+CTRL+A in Windows oppure ALT+CMD+A in MacOS);
temporaneamente nella parte superiore dello schermo, nell'area destinata ai menu principali. ora dall'elenco a sinistra selezionate la voce Font (Caratteri).

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 181 182 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Nell'area centrale vi sono 4 menu a tendina: in questo caso dovrete espandere il terzo, ossia quello relativo alla
Notazione, e tra le varie voci che lo compongono sceglierete naturalmente "Misura d'aspetto", cliccando infine
sul pulsante Carattere alla sua destra (fig. 15.8).

Fig. 15.9 - La finestra Misura in levare


4. notate che il programma esclude dalle scelte possibili tutti i valori che siano pari o superiori al tempo
generale d'impianto del vostro brano, disattivando i relativi pulsanti. Si tratta di un comportamento più
che legittimo, poiché tali valori non darebbero ovviamente luogo ad alcuna anacrusi;
5. se il valore che dovete inserire non compare fra i pulsanti, potete servirvi della casella EDUs (A), espri-
mendo il valore corrispondente per mezzo di questa speciale unità di misura. Ad esempio, se l'anacrusi
fosse pari a 7/16, in questo campo dovreste scrivere "1792" (per una descrizione dettagliata degli EDUs
cfr. lezione n. 10);
6. il pulsante Azzera (B), invece, vi consente di ripristinare lo stato iniziale della finestra; è utile anche per
eliminare dal brano una battuta in levare eventualmente già presente.
Fig. 15.8 - L'accesso alla sezione delle Misure d'aspetto nelle Opzioni del documento
7. Quando avrete impostato il valore corretto, potrete come sempre uscire dalla finestra confermando
La tipica finestra di impostazione del carattere vi comunica subito qual è il font attualmente in uso per l'ele- con il pulsante OK.
mento in questione, ossia Maestro a 24 punti, in stile Normale; per fare un esempio con un altro carattere molto 
comune e sempre presente in tutti i computer, provate a sostituire Maestro con Times New Roman, mantenendo
inalterati la dimensione e lo stile. Tutte le funzioni fin qui descritte, pur riferendosi alla gestione delle battute, non appartengono propriamente
Confermate ora il tutto cliccando su OK in entrambe le finestre: noterete immediatamente il nuovo carattere allo strumento Misure, in quanto sono collocate in aree diverse del programma.
Per analizzare finalmente il suddetto elemento, portatevi alla tavolozza degli strumenti principali e cliccate
nella battuta d'aspetto, e d'ora in poi tutte le nuove misure di questo tipo eventualmente create avranno questa
sull'icona che rappresenta una battuta con pausa di intero (fig. 15.10 A); in alternativa, potete aprire il menu
impostazione. Strumenti e scegliere la voce corrispondente (fig. 15.10 B).
Per concludere la trattazione relativa a questo argomento, ricordate che anche le battute d'aspetto possono es-
sere gestite attraverso un comodo menu contestuale. Come sempre sarà sufficiente cliccare con il tasto destro
sulle misure interessate, localizzando in terza posizione la voce Battuta d'aspetto e il relativo sottomenu, con cui
si accede rapidamente alle tre opzioni di creazione, interruzione e modifica.

Un'altra situazione estremamente comune nelle partiture musicali di ogni genere consiste nella presenza di una
misura iniziale in levare. Questo particolare avvio del brano (detto anche ritmo anacrusico o più semplicemente
anacrusi) è costituito da una battuta incompleta rispetto al tempo d'impianto, al cui interno si trovano una o più
note, poste generalmente sull'ultimo tempo debole della misura.
Il suo scopo è quello di dare maggiore slancio all'inizio di una composizione, e quasi sempre la misura in levare
viene "compensata" dalla battuta finale del brano, che risulta mancante di una quantità di valori esattamente
pari a quelli contenuti nella battuta d'avvio (per esempio, se in un tempo di 4/4 l'anacrusi è costituita da una
semiminima, la misura conclusiva conterrà solo 3/4).

Per realizzare una battuta iniziale in levare con Finale, dovete eseguire poche semplici operazioni:

1. aprite il menu Documento e scegliete la terzultima voce, Misura in levare;

2. si aprirà una finestra di dialogo, contenente tutti i valori musicali normali e puntati (fig. 15.9);

3. scegliete il valore complessivo che sarà contenuto dalla battuta in levare (per esempio, se il vostro
­brano inizia con due crome scegliete la semiminima); Fig. 15.10 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Misure

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 183 184 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Osservando la partitura, potete notare che l'attivazione dello strumento fa apparire sulla stanghetta di ogni bat- Con questo fondamentale strumento potrete effettuare molte importanti operazioni sull'aspetto e il comporta-
tuta una maniglia quadrata; queste maniglie servono principalmente per modificare la larghezza delle ­battute mento delle battute del vostro brano (ad esempio definire il tipo di stanghetta sinistra o destra, l'ampiezza della
stesse, semplicemente effettuando un trascinamento con il tasto sinistro del mouse; tenete conto che ogni misura, la presenza di un'eventuale spazio aggiuntivo, la modalità di visualizzazione delle chiavi, dell'indicazione
maniglia si riferisce alla battuta che sta alla sua sinistra, quindi se per esempio voleste ridimensionare la battuta di tempo, dell'armatura di chiave - siano esse reali o di cortesia -, la possibilità di suddivisione su più righe, ecc.).
6, dovreste agire sulla stanghetta che separa le misure 6 e 7.
• Procedendo con ordine, osservate la prima casella in alto (A): potete spostarvi di battuta in battuta
L'operazione di trascinamento manuale, per quanto pratica e immediata, ha il grave difetto - come la maggior tramite le due piccole frecce a lato (oppure scrivendo direttamente il numero desiderato); questo vi
parte degli interventi che si effettuano direttamente con il mouse - di essere fortemente imprecisa, ragion per consente di effettuare tutte le operazioni qui contemplate senza dover continuamente uscire e rien-
cui è bene utilizzarla solo in rarissime occasioni, ad esempio quando si devono effettuare piccoli ritocchi che non trare nella finestra. In prima istanza, la casella in questione riporta automaticamente il numero della
rischiano di compromettere l'aspetto generale del documento. battuta su cui avete cliccato.
In tutti gli altri casi, il ridimensionamento delle battute va effettuato tramite le opzioni di Spaziatura della musica
• Nel caso si acceda a questa finestra dopo aver selezionato un gruppo di almeno due battute, la casella
(che analizzeremo dettagliatamente nella lezione n. 27), oppure inserendo la dimensione esatta che si desidera
successiva (Cambia ogni … misura/e, B) permetterà di effettuare le operazioni richieste solo in alcune
ottenere nella specifica casella della finestra degli Attributi della misura.
di queste misure: per esempio, scrivendo "2" l'effetto delle modifiche avverrà alternativamente (una
La suddetta finestra rappresenta senza dubbio l'elemento più importante di tutto lo strumento Misure. Ad essa battuta sì e una no), scrivendo "3" l'effetto si avrà ogni tre battute, e così via.
si può accedere in vari modi: • Le due file di simboli sottostanti (C) rappresentano il tipo di stanghetta che si può assegnare alle mi-
1. selezionando con un clic singolo la maniglia di riferimento della battuta che vi interessa, quindi aprendo sure: la prima fila si riferisce alla stanghetta destra di chiusura delle singole battute, mentre la seconda
il menu Modifica e scegliendo la quartultima voce (Modifica gli attributi della misura); fila determina la stanghetta iniziale di ogni accollatura (impostabile anche individualmente a seconda
dell'ambito di sistemi selezionato).
2. cliccando con il tasto destro del mouse sulla maniglia stessa, e nel menu contestuale scegliere la In quest'ultimo caso, naturalmente, si otterrà un risultato effettivamente visibile solo se l'accollatura
­medesima voce (che si trova in prima posizione); prevede almeno due righi (altrimenti il programma non inserirà alcuna stanghetta iniziale).
3. facendo doppio clic sulla maniglia o direttamente all'interno della battuta di cui volete modificare gli Quale che sia la fila prescelta, per ottenere una specifica stanghetta dovrete cliccare sull'icona che la
attributi. In quest'ultimo caso, si raccomanda di cliccare con cura dentro le linee del rigo, evitando gli rappresenta e confermare con il pulsante OK.
eventuali elementi musicali già presenti. Nelle due gallerie di icone sono presenti tutti i casi più comuni, dalla stanghetta semplice a quella
L'ultimo sistema è senza dubbio il più rapido, quindi si consiglia di adottarlo come metodo preferenziale. Fate doppia, dalla stanghetta finale a quella singola spessa, da quella tratteggiata a quella invisibile (utile in
quindi doppio clic a batt. 6, ed ecco la grande e complessa finestra denominata Attributi della misura (fig. 15.11). moltissime situazioni), fino al trattino utilizzato nella notazione gregoriana.
Qualora necessitiate di soluzioni particolari, cliccando sull'ultimo pulsante a forma di punto interroga-
tivo (o anche sul pulsante Seleziona a destra) accederete alla finestra Selezione della forma disegnata,
già incontrata in un paio di occasioni, con la quale potrete eventualmente creare la vostra stanghetta
personalizzata.
• Significativa è anche la presenza del pulsante Prioritaria rispetto alla stanghetta del gruppo di righi
(D): poiché, infatti, durante la procedura di creazione di un gruppo di righi è possibile assegnare una
stanghetta "alternativa" ai pentagrammi contemplati dal gruppo stesso (cfr. lezione n. 5), il suddetto
checkbox farà sì che venga temporaneamente ignorata tale impostazione, dando la precedenza al tipo
di stanghetta scelta in questa sede.
• Ora prendete in esame l'ampia sezione in basso a sinistra, denominata Aspetto. Come suggerisce la
denominazione, in quest'area potrete definire ciò che deve essere effettivamente visualizzato nella
battuta su cui state lavorando, oltre naturalmente alle sue caratteristiche.
oo Il primo parametro che si può gestire è l'ampiezza della misura stessa (E).
Su questo valore è necessario fare un'importante considerazione: la cifra preimpostata ("600")
rappresenta l'ampiezza di default che Finale assegna a tutte le battute ogni qualvolta si apre un
nuovo documento. Naturalmente tale valore è espresso in EVPUs, e ancora una volta si deve ribadi-
re l'opportunità di impostare sempre questo tipo di unità di misura: infatti se - per fare un esempio -
utilizzaste centimetri o pollici, vi trovereste a dover gestire cifre complicatissime, con grandi quan-
tità di decimali. Gli EVPUs, invece, vi consentono di lavorare con il comodissimo valore di "600".
Perché Finale utilizza proprio questa cifra? Molto semplicemente perché si tratta di un numero
sufficientemente grande e soprattutto divisibile per una grande quantità di altri valori (2, 3, 4, 5, 6,
8, 10, 12, 15, 20, 24, 25, 30, 40, 50, 60, 75, 100, 120, 150, 200, 300).
Questa abbondante possibilità di suddivisione fa sì che la ripartizione spaziale delle battute lungo la
partitura possa essere gestita in maniera assolutamente scientifica, dando luogo sempre a risultati
Fig. 15.11 - La finestra Attributi della misura molto convincenti dal punto di vista dell'impaginazione e dell'aspetto finale del documento.

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 185 186 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Ciò premesso, bisogna ora precisare che il valore di "600 EVPUs" assegnato alle battute non è una oo Vi sono poi due menu a tendina, dal contenuto assolutamente identico, che determinano la visua-
grandezza assoluta, ma è sempre una grandezza relativa rispetto al valore globale di ogni a­ ccollatura. lizzazione dell'armatura di chiave (H) e dell'indicazione di tempo (I).
Infatti, proprio perché la versatilità di questa cifra possa manifestarsi al meglio, Finale calcola la Come detto nelle lezioni precedenti, in alcuni casi potrà essere necessario che i suddetti elementi
larghezza di un sistema moltiplicando per 600 il numero delle battute in esso comprese. - pur essendo effettivamente presenti - non vengano mostrati in partitura, o al contrario vengano
Ad esempio, ipotizzando che in due sistemi adiacenti vi siano rispettivamente 8 e 5 battute, la loro visualizzati più volte (in contrasto con le normali regole della notazione).
ampiezza teorica complessiva corrisponderà a 4.800 e 3.000 EVPUs; ciò nonostante, i due sistemi Per soddisfare queste necessità, invero più frequenti di quanto si possa pensare, i due menu offro-
in partitura appariranno assolutamente di identica larghezza (fig. 15.12): ecco perché si tratta di no le seguenti opzioni:
grandezze relative. 1. Nessun cambiamento, che mantiene la situazione corrente senza apportare modifiche di alcun
Ciò che conta, nella logica di Finale, è il fatto che all'interno di ogni accollatura si possa effettuare tipo;
qualunque tipo di ridimensionamento "ragionato" delle battute operando sempre con fattori nu-
merici comodi da rapportare l'un l'altro, ed eventualmente da memorizzare. 2. Mostra se necessario, ossia la modalità predefinita, che ordina a Finale di attenersi alle norme
comuni, rendendo visibile l'elemento in questione solo quando serve (ad esempio all'inizio di
un'accollatura o in corrispondenza di un cambiamento interno di tempo o di tonalità);
3. Mostra sempre, che comporta la visualizzazione forzata dell'elemento anche nei casi in cui ciò
non sia previsto dalle regole di base;
4. Nascondi sempre, che invece effettua l'operazione opposta, cioè occulta forzatamente l'ele-
mento anche quando le norme teoriche ne prevedano la normale visualizzazione.

oo Il funzionamento del checkbox successivo (J) è sostanzialmente analogo, e regola la visualizzazio-


ne o meno dei cosiddetti elementi "precauzionali" o "di cortesia", riferendosi in questo caso - oltre
che alle alterazioni e all'indicazione di tempo, anche all'eventuale cambio di chiave.
La comparsa degli elementi di cortesia, come noto, si verifica generalmente alla fine di un'accolla-
tura, quando un cambiamento di chiave, tempo o tonalità avviene all'inizio del sistema successivo;
Fig. 15.12 - Esempio di applicazione dell'ampiezza teorica globale in due diverse accollature
se si desidera - per qualunque motivo - nascondere i suddetti elementi lungo tutta la partitura e
oo Con il pulsante successivo della sezione Aspetto (Aggiungi ... all'ampiezza, F), Finale consente di non solo in una specifica battuta, sarà più conveniente impartire un comando generale attraverso
stabilire un valore di larghezza aggiuntivo per la battuta (o le battute) selezionate. le Opzioni del documento (cfr. lezioni nn. 8, 9, 10).
Questo parametro è utile soprattutto quando si debbano impostare rapporti di ampiezza fra le
battute di un'accollatura utilizzando un dividendo non compatibile con il valore "600" impostato oo Il menu a tendina in basso, denominato Posizionamento delle note (K), riguarda le modalità con cui
per default. Si deve infatti considerare che il valore inserito in questa casella non coinvolgerà solo gli eventi (note e pause) presenti in una battuta verranno distribuiti nello spazio all'interno della
la battuta (o le battute) selezionate, ma andrà ad aumentare il valore complessivo dell'intera accol- battuta stessa:
latura, rendendolo così divisibile per cifre diverse. 1. scegliendo la prima opzione (Sulla base dell'indicazione di tempo), che è l'impostazione predefi-
A titolo di esempio, osservate ancora la fig. 15.12: in una battuta qualsiasi della seconda accollatura nita, Finale organizzerà gli eventi in modo proporzionale all'interno della battuta: per esempio,
ipotizzate di aggiungere - tramite la presente casella - "80 EVPUs"; così facendo, non solo quella una semibreve occuperà lo stesso spazio di 4 semiminime o di 8 crome.
misura diverrà pari a "680 EVPUs", ma anche l'ampiezza complessiva del sistema passerà a "3080 Come noto, però, di norma le case editrici utilizzano una spaziatura di tipo non proporzionale,
EVPUs"; ciò cambia completamente le possibilità in gioco, in quanto il numero 3080 è divisibile per in cui le note lunghe occupano solo lo spazio effettivo di cui hanno bisogno, caratteristica che
7, per 14, per 35, per 70 e altri valori che di norma non sarebbero contemplati. dà al documento un aspetto sicuramente più compatto e professionale.
Tenete dunque presente questa possibilità ogni qualvolta dobbiate regolare i rapporti di larghezza Per tale motivo è opportuno - dopo aver inserito tutte le note e le pause - assegnare global-
fra le battute e non possiate utilizzare i normali dividendi. mente all'intera partitura una spaziatura non proporzionale: nella lezione n. 27 vedremo come
si procede in tal senso.
oo Le due caselle che seguono (G) hanno invece la funzione di creare uno spazio vuoto "artificiale"
all'inizio e/o alla fine delle battute selezionate. 2. La seconda opzione del menu a tendina, Manualmente (trascinando), consente di effettuare il
Tale funzione non va confusa con quella gestita tramite le due caselle precedenti: infatti, laddove posizionamento individuale di ciascun evento della battuta.
i suddetti controlli intervengono sull'ampiezza globale della battuta, in questo caso non viene mo- Scegliendo questa possibilità, tutti gli eventi verranno collocati (o meglio sovrapposti) all'inizio
dificato affatto questo parametro, ma viene creato uno spazio (per l'appunto artificiale) all'interno della battuta: si potrà allora attivare lo strumento Inserimento rapido e - come descritto nella
della battuta stessa, che non potrà essere riempito con note o pause. lezione n. 12 - trascinare gli eventi uno ad uno con il mouse nella posizione desiderata.
Questa opzione non si usa molto spesso, ma talvolta si rivela efficace per disporre di uno spazio A prescindere dalla notevole scomodità di tale operazione, l'utilizzo del mouse per il posiziona-
vuoto prima o dopo gli eventi di una battuta, da riempire con eventuali elementi grafici o testuali mento degli oggetti - come si è detto più volte - costituisce una pratica lenta ed estremamente
(fig. 15.13). imprecisa, ragion per cui questo secondo metodo non è consigliabile se non in situazioni molto
particolari.
3. La terza opzione, infine, consente all'utente di spaziare gli eventi in base alla cosiddetta mappa
dei tempi (in inglese Beat-Chart).
Selezionando questa voce e confermando con OK, si nota che sulla stanghetta destra della bat-
tuta interessata viene aggiunta una seconda maniglia quadrata (al di sotto di quella principale).
Fig. 15.13 - Esempio di utilizzo dello spazio extra (iniziale e finale) di una battuta Facendo clic su di essa, appare proprio la mappa dei tempi (fig. 15.14).

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Inoltre, uscendo dalla Cornice dell'inserimento rapido, il programma segnalerà - com'è logico -
la presenza di un numero eccessivo di note nella battuta: scegliete ovviamente l'opzione per
lasciare la misura nello stato attuale (per un ripasso delle suddette procedure, cfr. la lezione
n. 12).
6. Come vedete, poiché le note inserite superano abbondantemente la quantità massima di even-
ti assegnabili alla battuta, il programma le ha letteralmente "proiettate" al di fuori di essa (e
addirittura al di fuori della pagina).
Fig. 15.14 - Distribuzione del materiale secondo la mappa dei tempi (Beat-Chart) Ecco quindi che entra in gioco il pulsante descritto poc'anzi all'interno della finestra Attributi
della misura (cfr. fig. 15.11 L): attivate nuovamente lo strumento Misure e fate doppio clic a
Il sistema consiste in due file di maniglie, unite a coppie in corrispondenza di ogni pulsazione
batt. 17, poi selezionate il suddetto checkbox (Posiziona le note in modo uniforme all'interno del-
della battuta: i quadrati della fila superiore rappresentano la posizione delle pulsazioni stesse la battuta) e confermate il tutto con OK. Finalmente tutte le note sono state accolte all'interno
secondo una distribuzione omogenea, e non possono essere spostati in quanto fungono esclu- della misura.
sivamente da punto di riferimento; i quadrati della fila inferiore, invece, possono essere trasci-
nati liberamente e ciascuno di essi sposta tutti gli eventi (note e/o pause) associati a quella 7. In aggiunta, poiché di norma le note di una cadenza si scrivono più in piccolo rispetto alle altre
pulsazione specifica, in tutti i righi dell'accollatura. note del brano, ne approfittiamo per vedere come si modifica la dimensione di un'intera se-
La funzione è molto comoda quando in una battuta si deve muovere orizzontalmente una nota quenza di eventi:
o una pausa (di solito per aggiustare qualche problema di sovrapposizione), poiché garantisce 33 attivate lo strumento Selezione e fate clic sulla battuta della cadenza;
che lo spostamento avvenga simultaneamente in tutti i righi e venga così mantenuta in modo
33 aprite il menu Utilità, portando il mouse sulla voce Cambia (la penultima dell'elenco), quindi
corretto la corrispondenza verticale degli eventi stessi.
nel sottomenu che si apre selezionate l'opzione Dimensione delle note;
oo Per quanto riguarda il pulsante checkbox che conclude la sezione (L), esso obbliga Finale a posizio- 33 nella piccola finestra che appare impostate il valore al "75%", poi confermate con OK e final-
nare in modo equidistante tutti gli elementi contenuti nella battuta. mente la cadenza è pronta.
Questo comando si rivela utilissimo quando si deve scrivere una cadenza solistica vocale o stru-
mentale; come noto, infatti, questo particolare tipo di episodio musicale prevede una sorta di • Giunti a questo punto, è tempo di analizzare l'ultima sezione della finestra Attributi della misura, quindi
­"sospensione" del tempo, e dal punto di vista grafico viene realizzato inserendo tutte le note che attivate ancora una volta lo strumento Misure e in questo caso fate doppio clic sulla battuta 7.
lo compongono in un'unica grande battuta ideale.
L'area in basso a destra, denominata Caratteristiche, presenta in prima istanza il pulsante Inizia un
Poiché la realizzazione di una cadenza prevede una serie piuttosto articolata di passaggi, svolgere- ­nuovo rigo di accollatura (cfr. fig. 15.11 M); selezionando l'opzione, si comunica a Finale che la battuta in
mo ora un esercizio pratico per familiarizzare con la procedura: questione dovrà essere collocata all'inizio di una nuova accollatura (o di un nuovo rigo musicale sulla
1. rimanete all'interno della finestra Attributi della misura, e in primo luogo utilizzate la prima ca- pagina).
sella in alto (o le due vicine frecce di spostamento) per portarvi a batt. 17; Tenete presente, però, che forzando in questo modo la posizione delle misure potrebbero verificarsi
2. impostate per la suddetta battuta un'ampiezza pari a "1800 EVPUs"; spaziature anomale nelle battute precedenti; osservate infatti cosa succede selezionando il suddetto
checkbox, confermando con OK e aggiornando il layout di pagina: la battuta 7 si è spostata (come
3. portatevi a batt. 18 e assegnatele un'ampiezza di "300 EVPUs", poi fate altrettanto con la ­richiesto) all'inizio della riga successiva, ma di conseguenza gli eventi compresi in questa stessa misura
batt. 19. Confermate con OK per uscire dalla finestra di dialogo, quindi aggiornate subito il e nella precedente si sono allargati in modo eccessivo. Utilizzate perciò questa funzione con la giusta
layout di pagina con la combinazione CTRL+U (in Windows) oppure CMD+U (in MacOS). consapevolezza.
Come potete vedere, la terzultima battuta del brano è stata allargata a sufficienza per contene-
re una cadenza di media lunghezza. • Annullate quindi l'operazione, e rientrate nella finestra Attributi della misura, stavolta cliccando sulla
battuta 17, dove avete scritto la cadenza.
4. Attivate lo strumento Inserimento rapido e fate clic a batt. 18; verificate che nel menu omonimo Il pulsante Mostra i nomi del rigo e del gruppo (N) è molto interessante, in quanto visualizza "forza-
non sia selezionata la voce "Salta alla misura successiva", quindi copiate (tutte nella stessa bat- tamente" il nome completo di un rigo (o di un gruppo di righi) anche quando esso, trovandosi in una
tuta) le note riportate nella sottostante fig. 15.15: posizione successiva alla prima, dovrebbe presentare il proprio nome in forma abbreviata o non mo-
strarlo affatto (a seconda delle impostazioni da voi effettuate nella finestra Gestione Partitura).
L'opzione si rivela utilissima qualora il vostro brano sia suddiviso in più movimenti o sezioni: quando si
inizia un nuovo movimento, infatti, è buona norma scrivere il nome degli strumenti (o voci) sempre per
esteso, riprendendo la forma abbreviata solo a partire dall'accollatura successiva.
Selezionando il presente checkbox, noterete che viene spuntato anche il pulsante precedente: ciò è
ovvio, in quanto l'operazione ha senso solo nel caso in cui la battuta in questione si trovi all'inizio di
un'accollatura. Confermate quindi con il pulsante OK, e vedrete che ora la dicitura "Violino" compare
Fig. 15.15 - Esempio di cadenza concentrata in una sola misura
per esteso.
5. Naturalmente, poiché il tempo attualmente impostato è pari a 4/4, solo le prime 16 ­semicrome • Accedete ancora una volta alla finestra Attributi della misura, questa volta facendo doppio clic a
verranno collegate a gruppi di 4, mentre le altre resteranno tutte sciolte; per ottenere un ri- batt. 12.
sultato identico a quello sopra illustrato, utilizzate opportunamente il tasto "B" della tastiera Il terzo pulsante dell'area Caratteristiche è denominato Interrompi la battuta d'aspetto (O), e riveste
principale. una certa importanza solo nel caso in cui si debbano ricavare - da una partitura - le parti staccate. Per

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impostazione predefinita, infatti, quando Finale rileva un gruppo di misure vuote consecutive (come Utilizzando questo metodo è possibile definire un numero a piacere di punti di suddivisione; ogni pun-
nel caso qui presente), nella parte estratta le trasforma automaticamente in un'unica battuta ­d'aspetto. to, inoltre, può essere facilmente cancellato selezionando la relativa maniglia con il mouse e successi-
Se si desidera, per qualunque motivo, che il programma realizzi due o più battute d'aspetto separate, vamente premendo CANCEL in Windows o BACKSPACE in MacOS.
si dovrà selezionare questo checkbox in corrispondenza del punto di cesura; il risultato sarà simile a
quello che vedete nella sottostante fig. 15.16. Con quest'ultima funzione, si conclude dunque l'analisi della complessa finestra relativa agli Attributi della
­misura. Come si è visto, le operazioni che si possono effettuare in questa sede sono veramente numerose e
quasi tutte molto utili, quindi si consiglia di memorizzarne bene il funzionamento, poiché la si dovrà richiamare
molto spesso.

Fig. 15.16 - Ottenere due o più battute d'aspetto separate Lo strumento Misure, come molti altri, fa apparire anche un proprio menu speciale nella parte alta dello scher-
mo (fig. 15.18); nelle prime versioni di Finale, e fino a pochi anni orsono, esso dava accesso alla maggior parte
• Rimanendo all'interno della finestra, osservate ora il pulsante successivo, denominato Interrompi le delle operazioni analizzate in questa lezione. In seguito, gli sviluppatori del software considerarono opportu-
linee di estensione intelligenti (P): esso impone a Finale di terminare anzitempo l'eventuale linea di namente che molte di quelle funzioni fossero più pertinenti ad altre categorie operative, e così le spostarono
estensione associata alla sillaba conclusiva di una parola cantata. nelle sedi attuali.
Questa opzione è utile soprattutto quando si crea un ritornello basato su "finale primo e secondo", Nelle versioni più recenti del programma, quindi, il menu Misure è stato praticamente "decimato", e allo stato
perciò ne capirete l'efficacia leggendo i capitoli dedicati agli strumenti Ripetizione e Testo cantato (cfr. attuale contiene solo i comandi per la gestione della numerazione delle battute e poco altro.
lezioni nn. 16 e 22).
• A seguire, il pulsante Includi nella numerazione delle battute (Q), sempre selezionato per default, fa sì
che la misura in questione venga effettivamente compresa nella numerazione delle battute. Toglien-
do la spunta, essa verrà quindi esclusa dal conteggio, il quale riprenderà a tutti gli effetti dalla misura
successiva.
Evidentemente, tale funzione è utile qualora una battuta debba essere per qualsiasi motivo omessa
dalla numerazione ufficiale, come ad esempio quando la si utilizza come separatore (eventualmente
rendendola invisibile), o come contenitore per un oggetto grafico o testuale.
Fig. 15.18 - Il menu speciale Misure
• Per descrivere la funzione dell'ultimo pulsante, uscite momentaneamente dalla finestra Attributi della
misura e rientratevi cliccando sulla battuta contenente la cadenza.
• La prima voce (Modifica le regioni dei numeri di battuta) è senza dubbio la più importante e dà accesso
Il checkbox in questione (R), come suggerisce la sua lunga etichetta, consente l'inserimento di uno o
a una complessa finestra di dialogo, ricca di menu e pulsanti inizialmente quasi tutti inattivi: infatti, nel
più punti di suddivisione della misura, così da dare all'utente la facoltà di interrompere la misura stessa
documento attualmente aperto non è stata ancora impostata alcuna numerazione.
e farla continuare sulla riga successiva.
Sarà tuttavia sufficiente cliccare sul pulsante Aggiungi, situato in alto a destra, e tutta la finestra pren-
Tale funzione, ovviamente, si rivela utilissima qualora in una partitura vi siano battute molto lunghe,
derà vita rendendo attive le proprie componenti (fig. 15.19 pag. 191, A).
e soprattutto quando esse contengano una grande quantità di note, proprio come accade in genere
con le cadenze. • Prima di procedere all'analisi dei vari elementi, è opportuno precisare che Finale, nella sua filosofia
Selezionate dunque il pulsante, premete OK e vedrete che a battuta 17, in corrispondenza della operativa, imposta il conteggio delle battute suddividendolo in regioni, ossia singoli ambiti di misure:
­stanghetta destra, è comparsa una seconda maniglia. Se in questa battuta fosse stata impostata la in ciascuna regione la numerazione sarà accomunata dai medesimi parametri.
spaziatura secondo la mappa dei tempi, i quadratini sarebbero addirittura tre. In ogni caso, la maniglia La logica che sta alla base di questa strutturazione è molto semplice; si pensi, per esempio, a un docu-
che attiva la suddivisione sarà sempre la più bassa: fate al suo interno un clic singolo con il mouse, e mento suddiviso in più movimenti o sezioni, in cui la numerazione deve cominciare ogni volta da capo,
vedrete apparire sopra la battuta un rettangolo lungo e stretto (fig. 15.17). ed eventualmente presentare alcune varianti grafiche: in questi casi Finale potrà creare un distinto
ambito di battute per ogni movimento della partitura, in cui sarà possibile personalizzare e rendere
univoco ogni aspetto.
Ovviamente, se un documento non è suddiviso in sezioni, sarà sufficiente la creazione di un'unica re-
gione globale.
oo Il pulsante Aggiungi serve dunque a creare nuove regioni di battute nella partitura; di conseguenza,
i pulsanti Elimina (B) e Ordina (C) sono utili rispettivamente per cancellare una regione (selezio-
nandola dall'elenco a sinistra D), e per ordinare tutto in base alla successione effettiva delle battu-
Fig. 15.17 - Il rettangolo per l'inserimento di punti di suddivisione nella misura te, nel caso in cui le regioni siano state create in ordine sparso.
Ora, per impostare un punto di suddivisione, dovete fare doppio clic dentro il rettangolo: comparirà oo Per impostazione predefinita, quando si crea la prima regione di misure, essa comprende le battu-
l'ennesima maniglia quadrata, che potrete spostare a piacimento sopra il punto esatto in cui deside- te da "1" a "999"; ciò non significa, ovviamente, che il brano dovrà contenere tutte quelle misure:
rate che si verifichi la separazione della misura. Una volta collocata la maniglia e aggiornato il layout, il "999" è una cifra ipotetica, considerata teoricamente sufficiente per numerare il documento in
Finale valuterà se trasferire o meno la seconda parte della battuta in una nuova riga, in base alla spa- tutta la sua estensione.
ziatura ottimale degli elementi; se vorrete "forzare" la suddivisione, potrete farlo spostando manual- Nei rarissimi casi in cui una regione contenga più di 999 battute, la cifra potrà essere aumentata in
mente la porzione di misura che vi interessa, come si vedrà nei paragrafi successivi. piena libertà, intervenendo nelle caselle sottostanti (E).

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 191 192 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

3. Con le due caselle successive (I), invece, potete impostare un eventuale prefisso e/o suffisso
per ciascun elemento della numerazione. Ad esempio, scegliendo come prefisso il pi greco e
come suffisso l'omega, i numeri si presenterebbero in questo modo:
π1ω
π2ω
π3ω
ecc.

oo L'area successiva della finestra, come si nota, è introdotta da due TABs (elementi simili alle lin-
guette di uno schedario), il primo dei quali (J) conduce alle regolazioni che saranno visibili nella
­partitura, il secondo invece (K) a quelle che si vedranno nelle eventuali parti staccate.
Cliccando momentaneamente sul secondo TAB, osserverete che la finestra rimane sostanzialmen-
te uguale, ma in apertura compare un pulsante checkbox che - se attivato - renderà le imposta-
zioni della partitura assolutamente identiche anche nelle parti: in tal caso, quindi, tutti i controlli
­appaiono inattivi in quanto non è necessario effettuare alcun intervento ulteriore.
Se invece disattivate il pulsante, tutti i controlli diventano attivi: ciò significa che potrete impostare
per le parti staccate dei parametri completamente diversi da quelli della partitura.

oo Cliccate nuovamente sul TAB Partitura, e osservate il primo gruppo di controlli, composto da tre
checkbox (L): qualora la vostra pagina preveda due o più righi riuniti in un'accollatura, tramite
questi pulsanti potrete decidere in quali righi dovrà essere visualizzata la numerazione:
1. le opzioni Rigo superiore e Rigo inferiore stabiliscono che i numeri siano sempre presenti nel
primo e/o nell'ultimo rigo del gruppo;
2. il pulsante Escludi gli altri righi, che si attiva solo selezionando almeno una delle opzioni descrit-
te al precedente punto 1, fa sì che in nessun caso la numerazione compaia nei righi "interni"
Fig. 15.19 - La finestra Numerazione delle misure dell'accollatura.
Tenete conto che le predette impostazioni, la cui presenza potrebbe sembrare quasi superflua,
oo Con il menu a tendina sulla destra (F) si può stabilire in quali modalità di visualizzazione del docu- sono invece molto interessanti poiché non si riferiscono a strumenti precisi della partitura, ma han-
mento debba effettivamente essere presente la numerazione: no un valore - per così dire - assoluto in relazione alla posizione che gli strumenti stessi potrebbero
1. T
utte le visualizzazioni, che è l'impostazione predefinita, contemplerà le tre tipologie previste occupare nell'accollatura a seconda dei casi14.
da Finale (Pagina, Lineare e Studio - cfr. lezione n. 4);
oo Nella sotto-area seguente è possibile definire l'aspetto e il posizionamento dei numeri di battuta:
2. con la seconda opzione, i numeri di battuta saranno visibili solo in modalità Pagina;
1. con il primo pulsante checkbox (M) si comanda a Finale di mostrare sempre i numeri all'inizio
3. con la terza scelta, infine, essi saranno visibili solo nelle due altre modalità (Lineare e Studio);
di ogni nuova accollatura, indipendentemente dalla quantità di misure presenti in ciascuna di
poiché tali formati sono disponibili solamente a video, ricordate che in questo caso la numera-
zione non potrà essere stampata. esse;
2. stabilita questa regola, si può quindi creare un'eventuale cornice intorno ai numeri della re-
oo I quattro elementi che seguono sono molto importanti: gione in questione (N): tramite il menu a tendina a lato, Finale propone le principali forme
1. c on la prima casella (Numero iniziale, G) potete stabilire quale sarà la cifra effettiva da cui pren- geometriche, e grazie al pulsante Modifica si potrà intervenire sull'aspetto di ciascuna forma,
derà avvio la numerazione; in pratica, se per qualsiasi motivo vorrete far partire il conteggio modificandone lo spessore, la dimensione, la centratura e altri parametri su cui sarà possibile
con un numero diverso da "1", dovrete semplicemente scrivere la cifra desiderata in questo sperimentare in piena libertà, tenendo conto che ovviamente essi saranno in qualche modo
spazio. condizionati dal tipo e dalla dimensione del carattere scelto per i numeri di battuta.
2. Di seguito, con il menu a tendina Stile (H) potete decidere la modalità con cui saranno presen- 3. Il checkbox successivo (O), come si legge nella relativa etichetta, impone a Finale di non
tati i numeri di battuta; chiunque abbia una certa familiarità con gli elenchi numerati di un editor ­visualizzare il numero sulla prima battuta della regione; quando infatti l'ambito di misure inizia
di testi, troverà in questa sede le opzioni più comuni (sequenze numeriche, lettere maiuscole normalmente con il numero "1", la prassi editoriale più diffusa prevede che esso non appaia in
o minuscole, ecc.). partitura, essendo un valore sostanzialmente ovvio. L'opzione, quindi, risulta selezionata per
Una citazione particolare va riservata all'opzione Tempo, in quanto essa costituisce una pecu- default e non dovrebbe essere disattivata se non in casi assai specifici e motivati.
liarità degli score editor come Finale: scegliendo infatti questa voce, le battute saranno con-
trassegnate dall'indicazione del tempo trascorso dall'inizio del brano. Ovviamente, per calcolare
4. Un tipico problema dovuto ad un'errata gestione di questi pulsanti si verifica spesso nelle partiture orchestrali o cameristiche, qualora
tale parametro il programma tiene conto di due fattori fondamentali: la velocità metronomica il primo strumento dell'accollatura (di solito il flauto o l'ottavino) rimanga in pausa per molte battute, e conseguentemente si decida
impostata dall'utente (per default pari a "120 bpm") e l'indicazione di tempo, comprese le even- - per ottimizzare lo spazio editoriale - di "nascondere" il rigo in questione. In tali circostanze, se l'opzione "Rigo superiore" non fosse
tuali variazioni interne. selezionata, si otterrebbero alcune accollature prive di numerazione.

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 193 194 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

4. La sotto-area termina con due pulsanti (P), necessari per impostare il tipo di carattere che • Ora potete occuparvi della cornice rotonda: rimanendo in questa sotto-area, cliccate dapprima sul
sarà utilizzato per la numerazione e la posizione delle cifre rispetto alla stanghetta iniziale delle pulsante Cornice, quindi dal menu a tendina selezionate Cerchio;
battute.
• per configurare e adattare al meglio le cornici circolari ai numeri di battuta, cliccate a lato sul pulsante
In entrambi i casi, le finestre di dialogo sono molto intuitive, e rispecchiano la configurazione
Modifica; si aprirà la finestra Impostazione della cornice (fig. 15.21), nella quale potrete agire come se-
e il funzionamento di quelle già descritte per altri strumenti del programma (cfr. in particolare
gue:
la lezione n. 5).

oo Il settore successivo deve essere utilizzato nel caso in cui si decida di non mostrare i numeri ­all'inizio
di ogni accollatura, bensì con una cadenza regolare, ad esempio ogni 5 o 10 battute.
Si noti, tuttavia, che questa scelta non esclude necessariamente la precedente, poiché Finale con-
sente di far coesistere entrambi i tipi di numerazione.
La sotto-area appare quindi molto simile, ma in questo caso vi sono in più due caselle introduttive
(Q) nelle quali si dovrà specificare con precisione:
1. ogni quante battute si desidera che venga mostrato il numero;
2. da quale battuta la visualizzazione stessa deve iniziare.
oo C'è inoltre un checkbox aggiuntivo (R), la cui selezione obbliga il programma a interrompere le
eventuali battute d'aspetto ogni qualvolta ricada al loro interno, in base alle impostazioni effettua-
te, un numero di battuta; la fig. 15.20 esemplifica una situazione di questo tipo.

Fig. 15.21 - La finestra Impostazione della cornice

Fig. 15.20 - Separazione forzata delle battute d'aspetto 1. impostate nella casella A uno spessore pari a "5", così da rendere il perimetro un po' più marcato;
2. per l'altezza e la larghezza (B) scrivete in entrambi i campi il valore "40", così da ampliare a suffi-
oo Anche l'ultima sezione in basso è dedicata all'eventuale presenza di battute d'aspetto nella pagina:
cienza la figura attorno ai numeri;
1. con il primo dei due pulsanti (S), infatti, si potranno mostrare i numeri del conteggio anche su
queste misure particolari (senza separarle, come spiegato poc'anzi); 3. infine, per collocare adeguatamente i numeri di battuta a cifra singola così come quelli a cifra dop-
pia o tripla, dovrete spostare un po' verso sinistra la centratura orizzontale (C): impostatela quindi
2. con il secondo pulsante (T), in aggiunta, si potrà visualizzare l'ambito di misure rappresentate
sul valore "2".
dalle indicazioni stesse; in tal caso, grazie alle due caselle a lato (U) si avrà anche la facoltà di
scegliere i due simboli (sinistro e destro) che racchiuderanno l'indicazione del range di misu- 4. Confermate con OK e tornate alla finestra principale.
re: si possono quindi inserire delle parentesi tonde, oppure quadre, o un qualsiasi altro segno
grafico, servendosi eventualmente dei due ultimi pulsanti in basso per la scelta del carattere e • Per quanto riguarda il font tipografico dei numeri, cliccate sul pulsante Carattere e scegliete "Arial,
della posizione. Corsivo, 11 punti";

• Confermate ancora con OK, indi cliccate sul pulsante Posizione: si apre una nuova finestra di dialogo
Dopo aver analizzato dettagliatamente l'importante finestra per la Numerazione delle misure, è opportuno ef- (fig. 15.22), nella quale noterete facilmente che - mantenendo i valori attuali - il numero risulterebbe
fettuare un breve esercizio, utile a familiarizzare con i numerosi controlli disponibili. troppo vicino al pentagramma.
• Per iniziare, uscite momentaneamente dalla finestra con il pulsante Annulla, quindi azzerate tutte le
eventuali modifiche riportando il "Documento di esempio 09.musx" allo stato iniziale: la via più sem-
plice consiste nell'accedere al menu File e scegliere la voce Versione precedente, confermando poi la
richiesta di ripristino da parte del programma;
• ora aprite il menu Misure e scegliete nuovamente la prima voce (Modifica le regioni dei numeri di
­battuta): lo scopo dell'esercizio è quello di creare una singola regione, comprendente tutte le battute
del brano, in cui la numerazione dovrà apparire ogni 5 misure ed essere racchiusa in un cerchio;
• fate clic su Aggiungi per creare la regione, e nella prima sezione della finestra conservate tutte le impo-
stazioni, in quanto le informazioni necessarie sono già presenti;
• deselezionate ora il pulsante Mostra i numeri di battuta all'inizio di ogni rigo o accollatura, andando
invece ad attivare la sezione successiva (Mostra su ogni...), in cui comunicherete a Finale (tramite le
opportune caselle di testo) che i numeri devono essere mostrati ogni 5 misure, iniziando proprio da
battuta 5. Fig. 15.22 - La finestra Posizionamento del numero di battuta

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 195 196 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

• Aumentate perciò il valore verticale della Distanza dal rigo (A), portandola a "75". Non dimenticate di battuta da spostare - in modo da selezionarla - e premere il pulsante Freccia giù sulla tastiera del
premere il tasto TAB sulla tastiera del computer per aggiornare l'anteprima in base alle vostre modifi- computer.
che, quindi uscite premendo il pulsante OK. Naturalmente, Finale adatterà automaticamente la larghezza delle battute nei righi coinvolti dallo
spostamento, quindi le tre battute del secondo pentagramma saranno adesso molto più larghe e
• Poiché nel documento non vi sono battute d'aspetto su cui effettuare eventuali impostazioni speciali, quelle del terzo saranno un po' più strette.
potete tralasciare l'ultima sotto-area della finestra, dare un'ultima conferma con OK e osservare final-
mente il risultato. oo Potete ovviamente effettuare anche l'operazione inversa (cioè spostare una misura verso l'alto),
effettuando sempre la selezione della battuta che vi interessa (provate ancora con la mis. 8) e pre-
• Notate che accanto ad ogni numero è comparsa una maniglia quadrata: essa consente non solo di mendo il pulsante Freccia su sulla tastiera del computer.
effettuare eventuali "ritocchi" manuali alla posizione di ciascun elemento (utilizzando il mouse o - pre-
feribilmente - i tasti freccia della tastiera), ma anche di modificare le sue opzioni di visualizzazione; se oo Se dovete trasferire due o più misure, non è necessario spostarne una alla volta, ma - a seconda dei
infatti fate un clic singolo sulla maniglia di un numero qualsiasi - ad esempio il "10" - e poi aprite il menu casi - dovete agire in questo modo:
Misure, vedrete che si sono attivate tutte le voci che in precedenza erano disabilitate. a. se il gruppo di battute va spostato verso il basso, farete clic sulla prima misura del gruppo (ad
• Tralasciando il primo comando, la cui funzione è stata già ampiamente descritta, qui trovate: esempio, per muovere le battute 7 e 8, selezionate solo la 7), e poi premete il tasto Freccia giù;
b. viceversa, se il gruppo di battute va spostato verso l'alto, farete clic sull'ultima misura del
oo Aggiungi le cornici ai numeri di battuta, che consente di applicare in un secondo momento un'even-
­gruppo (quindi in questo caso, per riportare su le battute 7 e 8, selezionate la 8), e poi premete
tuale cornice alla numerazione, qualora non si sia già provveduto in tal senso durante la creazione
il tasto Freccia su.
di una regione.
oo Mostra i numeri di battuta e Nascondi i numeri di battuta, due funzioni contrapposte che potranno oo La procedura - come avete visto - è molto semplice, ma comunque si consiglia di prendere un po'
essere utili in varie occasioni: in particolare, se per motivi di spazio o di sovrapposizione con altri di confidenza con questa tecnica, che diverrà presto familiare e garantirà un controllo davvero
elementi della pagina doveste aver bisogno di nascondere uno o più numeri dalla sequenza com- efficace sulla gestione dello spazio nella partitura.
pleta, potrete riferirvi direttamente all'apposita opzione.
• La seconda operazione consiste nella distribuzione globale delle misure; questa prassi è molto utilizza-
Come già visto in altre occasioni, quando si nasconde un qualsiasi elemento (in questo caso un nu-
ta quando, ad esempio, si desidera che una partitura contenga la stessa quantità di battute in tutte
mero di battuta), esso apparirà in grigio: ciò significa che l'oggetto rimane comunque "presente"
le ­accollature, oppure quando è necessario concentrare in un'unica accollatura un certo numero di
in partitura, ma non apparirà nella stampa o nella conversione del documento in PDF e altri formati
­misure che si trovano distribuite su più righe.
grafici.
oo Per effettuare queste operazioni, dovete in primo luogo selezionare le battute che saranno coin-
oo Con il penultimo comando del menu, qualora abbiate apportato delle modifiche direttamente sulla
volte dallo spostamento15, e successivamente accedere al menu Utilità, dal quale sceglierete la voce
pagina (per esempio uno o più spostamenti manuali) e vogliate ritornare all'aspetto e alla posizio-
Adatta le misure.
ne originale dei numeri di battuta, potrete ripristinare velocemente le impostazioni definite nella
Notate che questo importante comando dispone anche di una scorciatoia da tastiera, ovvero
finestra di dialogo Numerazione delle misure.
­CTRL+M in Windows e SHIFT+CMD+M in MacOS.
oo L'ultima voce del menu, Mostra le maniglie della spaziatura nelle misure, non riguarda propriamente
i numeri di battuta ma le misure più in generale. oo La selezione fa apparire una finestra di dialogo (fig. 15.23), il cui utilizzo è piuttosto semplice; nella
Selezionandola, noterete che nella parte bassa di ogni battuta compaiono due ulteriori maniglie parte alta sono descritte le tre azioni possibili:
quadrate: ora, se ripensate al contenuto della finestra di dialogo Attributi della misura (cfr. pag. 183
e seguenti), ricorderete che - fra le numerose opzioni in essa presenti - è possibile aggiungere una
certa quantità di spazio all'inizio o alla fine di ogni battuta, per consentire l'eventuale inserimento
di oggetti grafici o testuali (cfr. fig. 15.11 G); ciò premesso, la funzione delle due maniglie in basso
consiste nella possibilità di regolare manualmente tali spazi.
Come sempre, però, tenete presente che il trascinamento manuale costituisce un'operazione alta-
mente imprecisa, ragion per cui anche in questo caso sarebbe preferibile impostare i suddetti spazi
"interni" attraverso l'immissione di valori esatti negli appositi campi della finestra.

Per concludere questa importante lezione, è necessario ora descrivere alcuni fondamentali operazioni che ri-
guardano non tanto le misure in se stesse, ma la loro relazione con la pagina musicale nel suo insieme. Questi
interventi, semplicissimi e molto rapidi, sono assolutamente indispensabili per "distribuire" le battute nelle va-
rie accollature, in modo da garantire ad ogni pagina un aspetto chiaro e professionale, soprattutto quando il Fig. 15.23 - La finestra Adatta le misure
materiale musicale è molto denso e tende ad accavallarsi.
1. con il primo pulsante (A), ordinerete a Finale di distribuire le battute in modo regolare, scriven-
• La prima operazione riguarda lo spostamento di una o più misure da un'accollatura all'altra: do nell'apposita casella la quantità di misure che dovranno essere contenute da ogni riga.
oo ipotizzate, ad esempio, di voler trasferire la battuta n. 8 in basso, in modo da ottenere tre misure
nella seconda riga e cinque nella terza: sarà sufficiente, dopo aver verificato che sia regolarmente 5. Qualora vogliate selezionare tutte le battute del documento, potete aprire il menu Modifica e scegliere Seleziona tutto (in alternativa
attivato lo strumento Misure (o in alternativa lo strumento Selezione), fare un clic singolo sulla utilizzate la scorciatoia CTRL+A in Windows oppure CMD+A in MacOS).

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Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure | 197 198 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Notate che il programma usa la dicitura "Blocca la configurazione", poiché di fatto questa ope-
razione "congela" la quantità di battute impostata e la mantiene anche se successivamente
venisse effettuato un aggiornamento del layout di pagina.
Osservate inoltre il checkbox sottostante (B), che impone a Finale di trattare le eventuali
­battute d'aspetto come se fossero una battuta sola, opzione che di norma è bene mantenere
attiva.
2. Con il secondo pulsante (C), costringerete tutte le battute selezionate a stare in un unica riga:
l'opzione è molto utile soprattutto quando vi sono molte note lunghe (per esempio una serie
di semibrevi) che occupano complessivamente poco spazio e possono facilmente essere "com-
presse" in una sola accollatura.
3. Infine, se le misure sono state precedentemente "congelate" in una determinata configurazio-
ne tramite una delle prime due opzioni, con il terzo pulsante (D) potrete rimuovere i blocchi;
come conseguenza, Finale effettuerà una ridistribuzione automatica delle battute stesse lungo
la partitura, cercando di ottenere una spaziatura ideale del materiale.
oo Nella parte bassa della finestra (E), come in molti altri casi, potete specificare l'ambito di battute
su cui dovranno avere effetto gli interventi programmati con i tre pulsanti in alto, nonché stabilire
se le modifiche dovranno interessare la sola partitura o anche le eventuali parti staccate.
• In ultima analisi, avrete notato che l'ultima battuta, come di norma accade in ogni partitura, è contrad-
distinta dalla doppia stanghetta finale di chiusura. Tuttavia, se fate doppio clic sulla battuta suddetta,
accedendo così alla finestra Attributi della misura, vi accorgerete che in realtà risulta selezionata una
stanghetta normale (primo simbolo della galleria), non quella conclusiva (terzo simbolo); ciò significa,
evidentemente, che il programma inserisce automaticamente la doppia stanghetta finale nell'ultima
battuta del brano, a prescindere dalle impostazioni assegnate alla misura stessa.
Come fare allora se fosse necessario sostituirla con una stanghetta diversa? Poiché si tratta di un'im-
postazione predefinita, dovrete ancora una volta accedere alle Opzioni del documento (ALT+CTRL+A in
Windows oppure ALT+CMD+A in MacOS). Una volta aperte le Opzioni, agite come segue:
oo selezionate Stanghette di battuta dall'elenco sulla sinistra;
oo nell'area centrale, notate la selezione sul quarto checkbox (Stanghetta finale a fine brano), che per
l'appunto è "responsabile" dell'inserimento automatico di cui sopra: togliete allora la spunta, con-
fermate con OK e vedrete che nell'ultima battuta c'è ora una stanghetta normale, che potrete
sostituire in qualsiasi modo utilizzando la finestra degli Attributi della misura.

Si conclude così questa lunga e articolata trattazione dedicata alla gestione delle battute da parte di Finale;
per quanto esse siano apparentemente dei semplici "contenitori" di eventi, dispongono - come avete visto - di
­numerosissime opzioni e di ampie possibilità di manipolazione.
L'adeguata capacità di intervenire in vari modi sull'aspetto e le caratteristiche delle misure, quindi, costituisce
un requisito imprescindibile per ogni utente che desideri ottenere partiture chiare, ordinate e dall'aspetto pro-
fessionale; per questo motivo si consiglia di esercitarsi con costanza, applicando con cura le impostazioni qui
descritte e sperimentando varie soluzioni al fine di conseguire sempre il miglior risultato possibile.

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200 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Lezione 16
Lo strumento Ripetizione

Lo strumento Ripetizione, che costituisce un'altra importante funzione accessoria di Finale, consente di creare
e modificare non solo i comuni segni di ritornello, ma anche alcune tra le più tipiche indicazioni testuali (come
"dal Segno al Fine" e simili) che appaiono frequentemente in una pagina musicale.

Queste ripetizioni, inoltre, possono essere configurate per influenzare il playback: Finale infatti - riproducendo
le partiture - le rispetterà alla lettera, proprio come farebbe un vero esecutore. Fig. 16.2 - La finestra Selezione della ripetizione
Per iniziare l'analisi, aprite nella cartella delle esercitazioni il file intitolato "Documento di esempio 10.musx"1, Nella parte superiore della finestra (A) sono riprodotti i quattro tipi più comuni di indicazione grafica per il
quindi attivate lo strumento Ripetizione partendo dalla tavolozza degli strumenti principali, in cui esso è rap- ritornello (In avanti, All'indietro, All'indietro con parentesi di fine sezione e il cosiddetto "Finale multiplo"); per
presentato da un classico segno di ritornello (fig. 16.1 A), oppure accedendo al menu Strumenti e scegliendo la adottare una di queste soluzioni dovete cliccare sull'icona corrispondente e successivamente confermare con
voce opportuna (fig. 16.1 B). il pulsante Seleziona (B).
Fate una prova scegliendo il primo simbolo, e nel vostro documento vedrete comparire la ripetizione in avanti
all'inizio della misura, accompagnata da una maniglia quadrata su ogni rigo dell'accollatura: cliccando con il ta-
sto destro su una maniglia qualsiasi, si aprirà un menu contestuale in riferimento al segno inserito.
In questo caso, poiché avete utilizzato l'indicazione di ritornello più semplice - che non necessita di alcuna
regolazione particolare per funzionare correttamente - noterete che il menu è ridottissimo e contiene solo il
­comando Elimina per l'eventuale cancellazione del simbolo; naturalmente, poiché gli altri tipi di ripetizione pre-
vedono opzioni più articolate, anche il loro menu contestuale sarà più ricco di voci.
Portatevi ora a mis. 4, e fate nuovamente doppio clic per rientrare nella finestra Selezione della ripetizione; que-
sta volta scegliete il secondo simbolo del gruppo A (Ritornello all'indietro), quindi confermate cliccando su
­Seleziona.
Poiché questo tipo di ripetizione può avere effetto anche sul playback della partitura, la selezione effettuata
farà comparire un'altra finestra, denominata Assegnazioni per le stanghette di ritornello all'indietro (fig. 16.3), il
cui titolo sarà accompagnato sempre dal numero di battuta su cui si sta intervenendo.

Fig. 16.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Ripetizione

Il principio generale di funzionamento prevede, molto semplicemente, di effettuare un doppio clic sulla battuta
in cui si desidera far apparire (o iniziare) il segno di ritornello; a titolo di esempio, agite sulla prima misura e su-
bito si aprirà la finestra "Selezione della ripetizione" (fig. 16.2).

1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 10.xml" seguendo le istru-
zioni riportate nell'Appendice 1. Fig. 16.3 - La finestra Assegnazioni per le stanghette di ritornello all'indietro

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Lezione 16. Lo strumento Ripetizione | 201 202 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

È opportuno precisare che quando si sceglie la ripetizione all'indietro semplice, come in questo caso, sarà atti- 2. nel menu Destinazione (E) definite il target vero e proprio, scegliendo la seconda voce e scrivendo "3"
va solo la parte superiore della finestra; la parte inferiore verrà resa disponibile solo scegliendo la ripetizione nella casella a fianco;
­all'indietro con parentesi, come si vedrà in seguito. Ciò premesso, notate che Finale vi propone varie possibilità
relative all'azione che dovrà essere innescata dal segno di ritornello: 3. nella parte inferiore, cliccate sulla seconda opzione (G), affinché la parentesi compaia solo sul primo
rigo;
• la prima opzione (A) stabilisce la quantità complessiva di volte in cui la sezione dovrà essere eseguita;
poiché il caso più tipico prevede due ripetizioni, tale è il numero proposto per default nella casella, ma 4. confermate con OK, e in partitura comparirà il vostro segno di ritornello; in base alle indicazioni da voi
naturalmente potrete modificarlo a piacere. impartite, avviando il playback sentirete dapprima le misure 1-4, poi saranno ripetute le misure 3-4, e
infine l'esecuzione procederà da misura 5 alla fine.
• La seconda opzione (B) vi permette di impostare il playback in modo che dopo un certo numero di
ripetizioni (da scrivere nella casella a lato) la riproduzione salti ad un punto specifico, che si dovrà indi- 5. Come potete notare, alla parentesi sono state associate due maniglie, con le quali potrete eventual-
care utilizzando il menu a tendina sottostante (Destinazione, E). mente modificare l'altezza e la lunghezza del segno; osservate inoltre che le maniglie compaiono anche
sugli altri righi, a testimonianza della presenza delle parentesi stesse e del loro effetto nel playback,
• Notate anche il pulsante Azzera l'azione di ripetizione (C), grazie al quale - nel momento in cui saranno benché abbiate scelto di non visualizzarle in partitura.
state effettuate tutte le ripetizioni richieste - il contatore interno verrà resettato in vista di un even-
tuale nuovo conteggio dei passaggi totali; questa opzione può essere molto utile quando create dei Per esaminare l'ultima tipologia di ritornello grafico, ossia il cosiddetto Finale multiplo, entrate ancora una volta
ritornelli "nidificati" e desiderate che la sezione "interna" venga ripetuta in modo corretto ad ogni
nella finestra Selezione della ripetizione cliccando a battuta 8; evidenziate quindi la quarta icona nella parte su-
passaggio di quella "esterna".
periore (cfr. fig. 16.2 A), e come negli altri casi confermate con il pulsante Selezione.
• La terza opzione (D), infine, indica al programma di saltare sempre al punto specificato nel menu La finestra che vi appare - denominata Creazione finali dei ritornelli (fig. 16.4) - è un po' diversa dalle precedenti,
­Destinazione (E) ogni qualvolta la riproduzione raggiunga il segno di ritornello: in altre parole, questo in quanto consente anche di aggiungere un numero o del testo sotto la parentesi.
pulsante attiva un vero e proprio loop della sezione interessata, che si interromperà solo arrestando il
playback.
Per la precisione, come si vedrà, la finestra delle Opzioni del documento consente di impostare un
numero massimo di passaggi, ma in linea di principio lo scopo di questo pulsante è proprio quello di
creare una ripetizione "ad anello".
• Il menu Destinazione, come detto, ha lo scopo di stabilire con esattezza il punto verso cui dovrà diri-
gersi il playback quando incontrerà il segno di ripetizione che si sta impostando; vi sono tre possibilità:
1. con la prima opzione si tornerà al più vicino segno di ritornello in avanti (e questa, essendo la prassi
più comune, costituisce la scelta predefinita);
2. con la seconda opzione si punterà ad una misura specifica, da indicare nella casella a lato;
3. con la terza opzione, infine, si tornerà indietro di un numero prestabilito di misure, da indicare anche
in questo caso nella casella a fianco.

Uscite ora dalla finestra con il tasto Annulla e fate nuovamente doppio clic a battuta 4, per esaminare i parametri
del terzo simbolo; cliccate perciò sull'icona Indietro con finale (cfr. fig. 16.2 A), e premete il pulsante Seleziona.
La finestra che si apre è uguale a quella appena descritta, ma in questo caso sono attive anche le opzioni della
parte inferiore, poiché esse si riferiscono in modo specifico alla parentesi quadra associata a questo segno di
ritornello. I relativi pulsanti stabiliscono perciò che la parentesi venga visualizzata: Fig. 16.4 - La finestra Creazione finali dei ritornelli
• su tutti i righi dell'accollatura (cfr. fig. 16.3 F);
La situazione più comune, come noto, consiste nella creazione di un "Finale primo / Finale secondo": ipotizzando
• solo sul rigo superiore (G, la scelta più comune e perciò predefinita); di voler realizzare questa soluzione nelle battute 8 e 9 del documento, procedete in questo modo:
• su un elenco specifico di righi (H), che potrete configurare premendo il pulsante Modifica situato a 1. rimanete nella corrente finestra (relativa, come ricorda il titolo, alla misura 8), e mantenete nel primo
destra. campo in alto (A) il valore "1";
• Con il checkbox in basso (I), inoltre, potrete far sì - qualora abbiate scelto di visualizzare la parentesi 2. confermate subito con OK e fate doppio clic a battuta 9;
su più di un rigo dell'accollatura - che sia possibile muovere o modificare individualmente ogni istanza
delle parentesi stesse; nel caso il pulsante non sia selezionato, ogni spostamento o modifica avrà effet- 3. cliccate nuovamente sul quarto pulsante (cfr. fig. 16.2 A) e confermate con Seleziona per accedere
to contemporaneamente su tutte le linee presenti. ancora alla finestra di fig. 16.4;

Per prendere maggior confidenza con le possibilità offerte da questa finestra, svolgete questo breve esercizio: 4. qui mantenete nel primo campo in alto (A) il valore "2", che il programma già vi propone, e deselezio-
nate il pulsante Crea la stanghetta di ritornello all'indietro (F), situato al centro della finestra;
1. nella parte superiore, cliccate sulla seconda opzione (B) e mantenete il numero "1" nella casella, cosic-
ché dopo un unico passaggio la riproduzione proceda subito verso il punto indicato successivamente; 5. confermate ancora con OK e otterrete così il Finale multiplo.

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Lezione 16. Lo strumento Ripetizione | 203 204 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Con la finestra Creazione finali dei ritornelli si possono programmare anche soluzioni più complesse:

• ad esempio, se la prima sezione si ripete per tre volte, scriverete nel campo in alto (cfr. fig. 16.4 A) le
cifre "1" "2" e "3" s­ eparate da virgole, oppure indicherete direttamente l'ambito al programma scri-
vendo "1–3"; concluderete poi la procedura assegnando il numero "4" alla seconda misura del finale.

• In alternativa, se al posto dei numeri voleste visualizzare del testo, potrete inserirlo direttamente nel
secondo campo della finestra (Testo alternativo del finale, B); non preoccupatevi, in questo caso, di
cancellare gli eventuali numeri presenti nel primo campo, in quanto la seconda stringa prevale sempre
sulla prima.

• Proseguendo nell'analisi della finestra, anche in questo caso è presente il menu a tendina Destinazione
(C), che regola il target della ripetizione, ossia il punto a cui dovranno mirare i controlli del playback
nell'esecuzione dei ritornelli.

• I tre pulsanti checkbox che seguono sono utili in molti contesti:


oo nel primo caso (Salta il finale se stai ignorando le ripetizioni, D) si parte dal presupposto che nelle
opzioni del playback - come si vedrà nella lezione n. 29 - si può decidere di far "ignorare" al pro-
gramma i segni di ritornello durante la riproduzione del brano; in tale situazione, qualora la partitu-
Fig. 16.5 - Le opzioni testuali e simboliche della finestra Selezione della ripetizione
ra presenti uno o più Finali multipli, non ha alcun senso che essi vengano eseguiti uno dopo l'altro
come se si trattasse di battute normali. La selezione del pulsante, dunque, farà sì che durante il Così come le ripetizioni grafiche, anche quelle testuali possono indirizzare il playback verso punti ben precisi
playback vengano saltate automaticamente le battute d'apertura dei Finali multipli, garantendo della partitura, e le modalità per impostare questi percorsi sono molto simili a quelle appena descritte.
così un senso all'esecuzione. Scegliete ad esempio la prima opzione del riquadro ("D.C. al Fine"), e cliccate su Seleziona. Si apre una finestra,
oo Il secondo checkbox (E) ha la medesima funzione di quello già incontrato nella finestra Assegna- denominata Assegnazioni per la ripetizione testuale (fig. 16.6), che contiene molti elementi già noti:
zioni per le stanghette di ritornello all'indietro (cfr. fig. 16.3), e anche in questo caso esso abilita la
modifica o lo spostamento individuale delle parentesi.
oo Infine, il terzo checkbox (F) crea automaticamente - nel contesto del Finale multiplo - una doppia
stanghetta di ritornello all'indietro per la prima battuta del finale stesso, come vuole la tradizione
editoriale. Naturalmente siete liberi, se necessario, di deselezionare il pulsante, visualizzando così
soltanto la parentesi con il numero o con il testo.

• Nella sezione inferiore della finestra (G), come per i normali ritornelli all'indietro, potete indicare con
precisione i righi in cui si dovranno vedere le parentesi; le opzioni possibili, perciò, sono le stesse ana-
lizzate in precedenza.

Ricordate che la creazione dei Finali multipli prevede anche un sistema più rapido, che consiste nell'utilizzo dei
menu contestuali: cliccando, per esempio, con il tasto destro a battuta 6, si aprirà un elenco di opzioni che con-
tiene tutti i tipi di ritornello fin qui descritti; scegliete la seconda opzione e avrete immediatamente il risultato
desiderato.


Fig. 16.6 - La finestra Assegnazioni per la ripetizione testuale

Fino a questo momento ci siamo occupati solo della "forma grafica" dei ritornelli. Come noto, però, la ripeti- • nella sezione a sinistra trovate tutte le soluzioni per dire a Finale come dovrà comportarsi quando
zione in musica può essere indicata anche con molti altri sistemi, fra cui le indicazioni testuali, le abbreviazioni e incontrerà l'indicazione in questione. Rispetto ai casi precedenti (cfr. pagg. 200-201), vi sono due pos-
l'uso di altri simboli particolari. sibilità aggiuntive:

Per esaminare queste possibilità, riportate dapprima il documento allo stato iniziale con il consueto sistema oo la prima opzione (Non saltare mai, A) non sortisce alcun effetto sulla riproduzione, ma fa sì che l'in-
(File > Versione precedente), quindi fate doppio clic su una battuta qualsiasi. dicazione testuale o il simbolo prescelto si comportino come semplici marcatori, totalmente inerti
Nella parte bassa della finestra Selezione della ripetizione, come vedete, vi sono proprio le indicazioni appena dal punto di vista del playback;
citate (fig. 16.5 - riquadro rosso): il tipico "D.C. al Fine" (con tutte le sue principali varianti), i simboli usati per oo la quinta opzione (Stop dopo il passaggio B), ordina invece al programma di interrompere la ripro-
indicare la Coda e il Segno, fino all'indicazione generica di rinvio ad una battuta specifica. duzione dopo un certo numero di passaggi, la cui quantità va specificata nella casella a fianco;

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Lezione 16. Lo strumento Ripetizione | 205 206 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

oo il checkbox che conclude la sezione (Salta anche se stai ignorando le ripetizioni, C) serve invece per
attuare l'azione prescelta anche nel caso in cui il playback sia stato impostato per non eseguire i
ritornelli.
È un'opzione molto utile, poiché queste indicazioni di testo in genere non possono essere igno-
rate, a differenza dei ritornelli grafici, che a volte non vengono rispettati per una precisa scelta
dell'esecutore (di solito per abbreviare la durata complessiva del brano).

oo Il menu a tendina sul lato destro (D), come già nelle finestre precedenti, permette di definire la
battuta o l'elemento a cui punterà il playback quando raggiungerà l'indicazione in questione.
oo Selezionando il checkbox ad esso collegato (Aggiorna automaticamente la destinazione, E) farete
in modo che Finale tenga conto dell'eventuale aggiunta, inserimento o cancellazione di battute
nella vostra partitura (cfr. lezione n. 15), aggiornando se necessario il valore della precedente ca-
sella.
oo Più in basso, trovate il "solito" pulsante che autorizza il posizionamento individuale - rigo per rigo
- dell'elemento prescelto (F), consentendo in questo caso di specificare anche il valore di offset Fig. 16.7 - La finestra Configurazione della ripetizione
orizzontale e verticale dell'oggetto (G) rispetto alla stanghetta di battuta e alla linea superiore del
pentagramma12. oo Nel campo di testo in alto (A), se non volete mantenere la dicitura predefinita ("To Coda"), potete
modificarla a piacimento: per esempio, traducetela in italiano scrivendo "Vai alla Coda", facendo
oo La finestra termina, ancora una volta, con i tre pulsanti di opzione (H) per determinare su quali
righi dovrà essere visualizzata l'indicazione (cfr. i paragrafi precedenti). però attenzione a preservare il cancelletto.
oo Cliccate ora sul pulsante Carattere (B), che prevedibilmente conduce alla consueta finestra di na-
Potete fare anche per questa procedura un piccolo esercizio, inserendo un'indicazione di utilizzo abbastanza vigazione dei caratteri installati nel vostro sistema, e qui scegliete il font Arial, dimensione 12 punti,
frequente come "Vai alla Coda": stile Grassetto corsivo.
1. uscite da ogni eventuale finestra aperta e fate doppio clic a battuta 7; oo Confermate il nuovo font, e osservate adesso il menu a tendina successivo (C), con il quale defini-
2. il simbolo che identifica la Coda si trova, di norma, in settima posizione nel riquadro centrale; a secon- rete ciò che comparirà al posto del cancelletto. Vi sono tre possibilità:
da della versione di Finale che state utilizzando, esso potrebbe trovarsi in una posizione diversa, ma è 1. il "numero di volte" in cui la sezione verrà eseguita, opzione che ovviamente si utilizza in altri
comunque facile riconoscerlo per la sua forma particolare che ricorda un mirino (0): evidenziatelo con contesti e quindi non è adatta al presente esempio;
un clic e premete Seleziona.
2. il valore identificativo "ID" della ripetizione testuale utilizzata come destinazione;
3. In questo caso specifico, il simbolo non dovrà innescare alcuna azione specifica da parte del playback
(avendo solo funzione di target), quindi nella prima sezione della finestra potete scegliere la prima 3. il numero della battuta di destinazione.
opzione (A), che comunica al programma di interpretarlo come un semplice marcatore. Per il presente esercizio scegliete la seconda opzione, quindi proseguite osservando gli altri con-
4. Ora posizionate il segno con cura (con le caselle dell'area G), allineandolo perfettamente alla stan- trolli della finestra.
ghetta sinistra della battuta (inserite un valore di offset orizzontale pari a "zero"), e distanziandolo dal oo Il pulsante Usa il suo font (D), quando selezionato, prevede che l'intera indicazione testuale sulla
rigo quanto basta per non rischiare sovrapposizioni con le note (utilizzate un valore di offset verticale quale state lavorando appaia con il carattere da voi precedentemente selezionato (nel nostro caso
pari a "75"). Arial, 12 punti, Grassetto corsivo).
5. Concludete questa prima fase comunicando a Finale, con l'apposita opzione in basso a destra (H), che Così facendo, però, perdereste il simbolo della Coda, che invece va impostato nel font musicale
il simbolo dovrà essere visualizzato solo sul rigo superiore, quindi confermate con OK e l'indicazione predefinito (Maestro, 24 punti), ragion per cui in questa occasione non dovete assolutamente clic-
apparirà in partitura. care sull'opzione.
6. Ora portatevi a misura 4, per collocare l'indicazione testuale che invierà il playback al simbolo appena oo Più in basso, come per i numeri di battuta, potete decidere che l'indicazione su cui state lavorando
inserito. Fate doppio clic per accedere alla consueta finestra di dialogo, e dal riquadro centrale sce- sia racchiusa in una forma geometrica (E). Il funzionamento è del tutto analogo a quello analizzato
gliete la quinta opzione, ovvero "To Coda"; come potete notare, essa è accompagnata dal simbolo "#" nella lezione n. 15, quindi scegliete dal menu a tendina - a titolo di prova - un rettangolo.
(cancelletto), che rappresenta un segnaposto per un'indicazione supplementare.
oo Infine, con i tre pulsanti di opzione in basso (F) potete impostare la giustificazione spaziale del
7. Per definire la suddetta indicazione e altri parametri, osservate i pulsanti sul lato destro della finestra vostro oggetto rispetto alla misura su cui dovrà apparire.
di dialogo; essi, come ricorderete, coincidono con quelli della finestra Selezione della forma disegnata Poiché questo tipo di indicazioni di solito viene allineato a destra, mantenete pure l'opzione pre-
nello strumento Chiave e nello strumento Misure (cfr. lezioni nn. 8 e 15). definita e cliccate su OK.
Fate clic sul pulsante Modifica e subito si aprirà una nuova finestra, denominata Configurazione della
ripetizione (fig. 16.7). I parametri che essa contiene sono abbastanza semplici: 8. L'azione vi riconduce alla finestra iniziale (cfr. fig. 16.5), in cui la vostra indicazione ("Vai alla Coda")
appare già modificata secondo le impostazioni appena effettuate.
2. Come sempre, è bene che l'unità di misura generale del programma sia impostata in base agli EVPUs, onde evitare di visualizzare nelle Premete come negli altri casi il pulsante Seleziona, e nella finestra che si apre di conseguenza (cfr.
due caselle valori con molti decimali e di difficile memorizzazione. fig. 16.6) agite come segue:

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Lezione 16. Lo strumento Ripetizione | 207 208 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

oo scegliete l'opzione Salta dopo il passaggio, mantenendo il valore "1" nella casella, affinché il playback
venga reindirizzato alla Coda dopo un unico passaggio nella sezione;
oo per quanto concerne la destinazione, scegliete la prima voce del menu a tendina ("ID testo ripeti-
zione"), così da rispettare le indicazioni da voi definite nella finestra precedente, e nella casella a
lato scrivete "7", che è appunto il valore "ID" del simbolo della Coda;
oo ora posizionate l'oggetto, tenendo conto che esso è stato allineato a destra: assegnate quindi un
valore di offset orizzontale pari a "0" (zero) e un valore di offset verticale pari a "75" (sempre per
evitare eventuali conflitti con altri oggetti presenti nella pagina);
oo infine, con i tre pulsanti in basso, ordinate a Finale di mostrare l'indicazione testuale solo sul penta-
gramma superiore dell'accollatura.
9. Confermando con OK, la vostra indicazione apparirà correttamente sulla pagina, e inoltre farà si che il Fig. 16.8 - La finestra Finali dei ritornelli nelle Opzioni del documento
playback - una volta eseguita questa battuta - salti direttamente al simbolo della Coda, ossia a misura 7.
oo lo spessore di tutte le linee costituenti le parentesi (quindi le linee orizzontali e gli uncini, D);

 oo l'eventuale valore di offset iniziale e finale relativo ad ogni simbolo (E ed F).
oo Sul lato destro, invece, vi sono i valori di collocazione del testo all'interno delle parentesi (G): si
noti che il termine "testo" si riferisce non solo alle espressioni testuali vere e proprie, ma anche e
Nei paragrafi precedenti avete potuto constatare che il modo più rapido per collocare un segno di ritornello o soprattutto al tipico numero d'ordine (1, 2, ecc.) che di norma contrassegna i finali con parentesi.
un'indicazione testuale di rinvio consiste nell'effettuare un doppio clic direttamente sulle battute interessate,
oppure nell'utilizzo dei menu contestuali. oo Il pulsante Azzera (H), infine, riporta tutti i valori delle caselle allo stato iniziale.
Tuttavia, lo strumento Ripetizione - come molti altri - dispone anche di un proprio menu speciale, situato come
• Tornando quindi alla voce Riazzera la posizione delle parentesi del menu speciale Ripetizione, ora sarà
di consueto nella parte alta dello schermo (in terzultima posizione), che vi permetterà di ottenere i medesimi
sicuramente più chiaro il suo scopo: qualora l'utente abbia modificato in quasiasi modo la posizione e
risultati. le dimensioni delle parentesi nei ritornelli, l'utilizzo dell'opzione riporterà tutti i valori allo status pre-
Fate un clic singolo su una battuta qualsiasi e aprite il menu suddetto: noterete che le prime 5 voci corrispondo- definito nella finestra Finali dei ritornelli sopra illustrata. Si ricordi, comunque, che tale operazione avrà
no perfettamente a quanto illustrato in precedenza. In aggiunta, però, vi sono altre opzioni che vale la pena di effetto solo per le battute precedentemente selezionate.
analizzare brevemente: • Proseguendo con ordine, il comando Elimina non ha bisogno di molte spiegazioni, in quanto - come si
• il comando Allinea le parentesi è utile qualora abbiate inserito più di un ritornello con parentesi lungo intuisce - esso cancellerà tutte le indicazioni di ritornello presenti nella regione selezionata.
la vostra partitura; se infatti avrete ritoccato la posizione di una o più linee, il comando farà sì che tutti • Risulta invece molto interessante la successiva opzione, denominata Verifica le ripetizioni: essa illustra
gli elementi modificati vengano riallineati a quello che avete inserito per primo. il "percorso" che il playback effettuerà seguendo la traccia di tutti i ritornelli collocati lungo la partitura,
Si tratta di un'opzione che dovrebbe essere applicata sistematicamente, al fine di rendere omogeneo tenendo ovviamente conto delle specifiche impostazioni di ciascuno di essi.
l'aspetto dei propri lavori, sempre che - ovviamente - non vi siano valide ragioni per diversificare le Selezionando la voce, si apre la finestra omonima (fig. 16.9), che informa l'utente relativamente
parentesi stesse. ­all'ordine di esecuzione delle varie battute.
• La voce successiva, Riazzera la posizione delle parentesi (anch'essa relativa ai ritornelli di questo tipo),
va descritta con una certa attenzione poiché la sua denominazione potrebbe trarre in inganno: l'ope-
razione di ripristino cui si fa riferimento, infatti, non si limita alla sola posizione delle parentesi (rispetto
alle proprie battute di riferimento), ma anche alle loro dimensioni (altezza e larghezza).
Come abbiamo ormai osservato in molte occasioni, le caratteristiche predefinite dei principali elemen-
ti (grafici o tecnici) utilizzati dal software vengono "riunite" quasi integralmente nella vasta finestra
delle Opzioni del documento; i segni di ritornello, naturalmente, non fanno eccezione, e anche ad essi
la suddetta finestra riserva un'articolata area di lavoro. Per accedervi, dopo aver aperto la schermata
generale con le modalità più volte descritte, farete clic nell'elenco a sinistra sulla voce Ripetizioni.
Nella parte centrale, come sempre, troverete molte possibilità di intervento, relative a ogni più piccolo
dettaglio dei simboli di ripetizione: stile e spessore delle linee, distanza rispetto agli altri elementi del
rigo, carattere e spaziatura dei punti, ecc.
Ciò che in questa sede ci interessa particolarmente è il pulsante che si trova in basso a destra, contras-
segnato dalla dicitura Finali dei ritornelli; prevedibilmente, esso dà accesso a un'ulteriore finestra dallo
stesso titolo (fig. 16.8, pag. 208), cui si riferisce il menu speciale sopra descritto.
Fig. 16.9 - La finestra Verifica le ripetizioni
oo Sul lato sinistro sono raccolte le informazioni di default relative alle parentesi vere e proprie:
­l'altezza - o più propriamente la distanza - rispetto alla linea superiore del rigo (A);
La presenza di questo utile strumento, perciò, evita la necessità di ascoltare molte volte il brano al fine
oo la lunghezza - o più propriamente l'altezza degli uncini anteriori e posteriori (B e C); di scoprire eventuali errori di impostazione dei ritornelli: qualora, infatti, vengano individuati già in

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Lezione 16. Lo strumento Ripetizione | 209 210 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

questa sede dei problemi, sarà molto più rapido intervenire per correggerli. 1. attivate nuovamente lo strumento Ripetizione, quindi selezionate l'intera partitura (utilizzando la
scorciatoia CTRL+A in Windows oppure CMD+A in MacOS);
• L'ultima voce del menu, Opzioni delle ripetizioni, conduce direttamente alla sezione dedicata ai ritor-
nelli nella finestra delle Opzioni del documento, di cui ci siamo ampiamente occupati nelle pagine pre- 2. aprite il menu Ripetizione e scegliete la voce Elimina per cancellare tutti i ritornelli fin qui inseriti e
cedenti. fare chiarezza nella pagina;
3. deselezionate tutto cliccando in un punto vuoto qualsiasi all'esterno dell'area evidenziata;
Lo strumento Ripetizione, come tutti i componenti principali di Finale, prevede anche alcune funzioni rapide, la
4. a questo punto, è necessario decidere in quale misura sarà collocato il ritornello interno: ipotizzate
cui conoscenza e applicazione vi permetterà di ottimizzare il vostro lavoro, risparmiando tempo prezioso.
di inserirlo fra il terzo e il quarto movimento di batt. 3, quindi tracciate con precisione un rettango-
• In primo luogo potete utilizzare i Metatool, ossia quelle speciali combinazioni di tasti e clic del mouse lo immaginario intorno alle prime tre semiminime per effettuare una selezione parziale relativa ai
- incontrate più volte nelle lezioni precedenti - che consentono di ottenere immediatamente i risultati primi tre movimenti. Per evitare di selezionare la battuta intera, si raccomanda di iniziare il tracciato
richiesti senza passare attraverso alcuna finestra di dialogo. da un punto esterno alle linee del pentagramma (fig. 16.10);

• La procedura per la creazione di un Metatool nelle ripetizioni è uguale a quella utilizzata dagli altri
strumenti del programma; per fare un semplice esempio, impostate una scorciatoia per il ­Ritornello in
avanti (contrassegnata dal Metatool "1") e una per il Ritornello all'indietro (contrassegnata dal ­Metatool
"2"):
1. uscite da tutte le finestre eventualmente ancora aperte;
2. verificate che sia correntemente selezionato lo strumento Ripetizione;
3. tenete abbassato il tasto SHIFT (maiuscole), quindi premete il tasto "1" della tastiera principale; Fig. 16.10 - Selezione dei primi tre movimenti di una misura.
Il tratteggio in rosso indica il rettangolo "ideale" da tracciare con il mouse intorno alle note,
4. si apre subito la finestra Selezione della ripetizione (cfr. fig. 16.2), nella quale cliccherete sulla prima e la lettera A indica approssimativamente il punto da cui partire col trascinamento.
icona del gruppo superiore (Ritornello in avanti), confermando poi con il pulsante Seleziona;
5. aprite il menu Plug-in nella parte alta dello schermo, quindi osservate le varie categorie disponibili e
5. ora tenete nuovamente abbassato il tasto SHIFT, quindi premete il tasto "2" della tastiera princi-
portatevi alla voce Misure, quindi dal relativo sottomenu scegliete Ripetizione in mezzo alla misura;
pale;
6. dopo una breve elaborazione, subito apparirà la stanghetta di ritornello interna nel punto richie-
6. questa volta, nella finestra cliccherete sulla seconda icona del gruppo superiore (Ritornello
sto.
­all'indietro), confermando ancora il tutto con il pulsante Seleziona;
7. C'è tuttavia un inconveniente, come si vede, in quanto il plug-in crea automaticamente anche un
7. i vostri due Metatool sono pronti: d'ora in avanti sarà sufficiente tenere premuti i tasti "1" o "2" e
ritornello in avanti all'inizio della battuta; fortunatamente si tratta di un problema di poco conto,
fare clic sulle battute che vi interessano per ottenere velocemente i segni di ripetizione prescelti.
in quanto sarà sufficiente attivare nuovamente lo strumento Ripetizione, indi cliccare sulla mani-
• Un'altra operazione di utilizzo piuttosto frequente consiste nell'interruzione delle stanghette del ritor- glia del ritornello indesiderato ed eliminarlo con il tasto CANCEL (in Windows) o BACKSPACE (in
nello fra un rigo e l'altro - ovviamente solo nel caso in cui la partitura preveda più strumenti riuniti in MacOS).
un'accollatura. 8. Per aggiustare il tutto, effettuate infine un aggiornamento della disposizione della musica (con la
Anche in questo caso potete eseguire un facile esercizio, utilizzando il documento di esempio attual- scorciatoia CTRL+U in Windows oppure CMD+U in MacOS), e osservate il risultato definitivo.
mente aperto; l'obiettivo è quello di "spezzare" le doppie stanghette di ripetizione fra il secondo e il
terzo pentagramma:
1. s elezionate lo strumento Rigo musicale, quindi fate doppio clic su una battuta qualsiasi del rigo
successivo all'interruzione (perciò, in questo caso, sul terzo pentagramma partendo dall'alto);
2. si apre la finestra Attributi del rigo (cfr. lezione n. 5), nella quale assegnerete la spunta al pulsante
Interrompi le stanghette di ritornello tra i righi (il terzo della prima colonna);
3. confermate con OK, e noterete che ora le linee del ritornello si interrompono in corrispondenza del
punto richiesto.
• In ultima analisi, Finale consente di collocare una doppia stanghetta di ritornello all'interno di una
­battuta. Accade sovente, infatti, che una sezione del brano - anziché concludersi regolarmente alla fine
della misura - preveda un segno di ripetizione situato su un movimento interno, specialmente quando
il brano inizia con una misura in levare (cfr. lezione n. 15).
In questo caso, benché il suddetto obiettivo possa essere raggiunto anche "manualmente" per mez-
zo di una complessa serie di operazioni, il programma dispone di un rapido ed efficientissimo plug-in
espressamente dedicato a tale procedura13:

3. I plug-in sono speciali estensioni del programma, spesso realizzate da altre aziende o singoli sviluppatori indipendenti, che saranno
trattate dettagliatamente nella lezione n. 28.

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212 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Anche per seguire questa lezione ed eseguire i relativi esercizi, potete servirvi di un file appositamente predi-
sposto: accedete quindi alla cartella delle esercitazioni e - al suo interno - aprite il file intitolato "Documento di
esempio 11.musx"1, in cui troverete un'elaborazione del celebre canto popolare "Fra Martino".

Lezione 17 Il sistema più semplice e diretto per l'inserimento di un'espressione consiste nel fare doppio clic su un elemento
della pagina, con esiti diversi a seconda dei casi:
• se il doppio clic viene fatto su una nota o su una pausa, l'espressione prescelta verrà assegnata diretta-
Lo strumento Espressione mente alla nota o alla pausa d'origine;
• se il doppio clic viene fatto su una battuta vuota o su una zona libera di una battuta contenente eventi,
l'espressione sarà assegnata all'intera battuta.
In ogni caso, le suddette assegnazioni non sono definitive in quanto, come si vedrà, esse possono essere ridefi-
nite in qualsiasi momento tramite una specifica finestra di dialogo.
Nelle partiture musicali, come noto, gli eventi veri e propri - note e pause - sono in genere corredati da una certa
quantità di simboli indicanti le intensità dinamiche, le indicazioni e variazioni di andamento, le caratterizzazioni Iniziate allora facendo doppio clic sulla prima nota della linea vocale, e subito si aprirà la finestra Selezione
espressive, e così via. ­dell'espressione (fig. 17.2), che vi consentirà - come suggerisce il suo nome - di scegliere il simbolo che vi interes-
Tutti questi elementi, in Finale, possono essere creati e gestiti attraverso un unico importantissimo ­componente, sa.
lo strumento Espressione.

L'attivazione dello strumento avviene, come sempre, dalla tavolozza principale (in cui esso è rappresentato
dal simbolo del Mezzoforte, fig. 17.1 A), oppure dal menu Strumenti, ove esso appare fra le prime posizioni
(fig. 17.1 B).

Fig. 17.2 - La finestra Selezione dell'espressione

A titolo di esempio, selezionate dalla griglia il simbolo del Forte (il n. 4) e cliccate sul pulsante Assegna in basso:
il segno dinamico compare immediatamente sotto la nota, corredato da una maniglia quadrata come tutti gli
oggetti di Finale.
Ogni nuovo simbolo, come il Forte appena inserito, appare inizialmente in una posizione predefinita, che potrà
essere ovviamente modificata in seguito; poiché in questo caso - come si vede - il segno si è sovrapposto alla
prima sillaba del testo cantato, dovrete necessariamente trascinarlo con la maniglia in un punto più adatto: col-
locatelo perciò al di sopra della nota, come si fa di norma con le espressioni assegnate alle parti vocali (fig. 17.3).
Fig. 17.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Espressione

Prima di procedere all'analisi delle varie funzioni, è necessario precisare - per una miglior comprensione dell'ar-
gomento - che Finale distingue fra due tipi di espressione:

1. l'espressione testuale, che comprende tutti i segni dinamici, le indicazioni agogiche e quelle di variazione
temporale, tecnica ed espressiva, nonché i cosiddetti "simboli di sezione";
2. l'espressione grafica, che contempla qualsiasi altro simbolo - non compreso nell'elenco suddetto - che Fig. 17.3 - Collocazione corretta di un segno dinamico in una parte vocale
si voglia utilizzare con finalità espressive. Questa seconda categoria, perciò, può includere forme geo-
metriche, oggetti grafici e moltissimi altri elementi, per la gestione dei quali si usa il già noto Strumento 1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 11.xml" seguendo le istruzioni
Disegno. riportate nell'Appendice 1.

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Lezione 17. Lo strumento Espressione | 213 214 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Dopo aver aggiustato la posizione, osservate un altro importante particolare: una piccola linea tratteggiata, In una situazione come questa, originata evidentemente da un'assegnazione imprecisa dei segni dinamici, dopo
partendo dalla maniglia del Forte, va ad agganciarsi alla linea superiore del pentagramma, in corrispondenza l'estrazione delle parti l'ottavino non presenterà alcun Forte, mentre il flauto ne avrà due (uno sopra e uno sot-
della nota di riferimento (fig. 17.4). to il rigo), nonostante in partitura le dinamiche appaiano correttamente collocate. L'attenta assegnazione dei
segni di espressione costituisce perciò un aspetto che non va assolutamente trascurato.
Ricordate, inoltre, che se un simbolo viene associato all'intera battuta (anziché a una nota o a una pausa), esso
rimarrà nella sua posizione iniziale a prescindere da qualunque modifica venga apportata al contenuto musicale
della battuta stessa; di conseguenza, è bene collegare alla misura solo alcuni elementi specifici, come l'indicazio-
ne di andamento, certi testi di carattere espressivo e i simboli di sezione.

Fig. 17.4 - La linea tratteggiata che collega Tornando al documento di esempio, osservate la comparsa - sul lato sinistro del primo pentagramma - di quattro
il segno di espressione al suo elemento di origine piccoli triangoli affiancati (fig. 17.7).

Questa linea, che indica appunto l'appartenenza del simbolo ad un elemento specifico, si può agganciare a qual-
siasi altra nota (o pausa) della battuta, semplicemente spostando la maniglia in senso orizzontale: se fate una
prova trascinando lentamente il Forte verso destra, noterete che il punto d'aggancio cambia a mano a mano
che vi muovete lungo il pentagramma. Una volta raggiunta l'ultima nota, se continuate a spostare la maniglia
vedrete che essa va ad agganciarsi a un punto vuoto, vicinissimo alla stanghetta destra: ciò significa che in que-
sto momento il Forte non è collegato ad una nota, ma all'intera misura (fig. 17.5).

Fig. 17.7 - I triangoli per la gestione della linea di base delle espressioni
Fig. 17.5 - Associazione del segno di espressione all'intera misura
Questi elementi servono per spostare verticalmente la linea virtuale di base su cui poggiano i simboli collocati
in partitura con lo strumento Espressione12. Il loro principio di funzionamento si può assimilare a quello di una
Le suddette attribuzioni sono molto importanti, poiché i segni di espressione (così come le articolazioni e altri
matrioska, poiché partono da uno spostamento generale degli elementi per arrivare progressivamente al par-
elementi che vedremo in seguito) possono variare il proprio aspetto e la propria posizione a seconda degli even-
ticolare:
tuali cambiamenti subiti dall'elemento a cui sono collegati: ad esempio, spostando una nota in senso orizzontale,
anche l'eventuale simbolo ad essa associato verrà spostato in egual misura. • muovendo verticalmente il triangolo più a sinistra, la linea d'appoggio verrà spostata globalmente in
In particolare, se si effettua l'estrazione delle parti, i segni di espressione (così come le articolazioni, le forme tutta la ­partitura (quindi i segni di espressione si sposteranno uniformemente in tutti i righi e in tutte
intelligenti, ecc.) saranno presenti nelle parti staccate solo se in partitura sono stati correttamente collegati alle le accollature del brano);
relative note o pause. • muovendo il secondo triangolo, si scende un po' più nel dettaglio, poiché ora la linea d'appoggio verrà
Un tipico caso di estrazione con errori si può verificare qualora la partitura sia molto fitta e i righi molto rav- spostata in tutta la partitura, ma limitatamente al rigo su cui si sta intervenendo (in questo caso, quindi,
vicinati: nell'esempio riportato a fig. 17.6, il primo Forte non è assegnato all'ottavino, ma al primo flauto, così i segni di espressione si sposteranno in tutte le accollature ma solo nel rigo della voce);
come il secondo Forte; ciò è confermato dalle linee tratteggiate di collegamento, entrambe dirette al secondo
pentagramma. • muovendo il terzo triangolo, l'intervento si fa ancora più preciso, in quanto la linea d'appoggio ver-
rà spostata solo nell'accollatura e nel rigo su cui si sta intervenendo (in questo caso, quindi, i segni di
espressione si sposteranno solo nel primo sistema e solo nel rigo della voce);
• muovendo infine l'ultimo triangolo, si attua una funzione - per così dire - preventiva: il triangolo dovrà
essere spostato prima di inserire un nuovo segno di espressione, e il segno stesso, una volta collocato,
apparirà esattamente nella posizione preimpostata.
Nell'ambito dello strumento Espressione, le occasioni per utilizzare questi piccoli strumenti sono piuttosto spo-
radiche, poiché per gestire il posizionamento di questa categoria di simboli è preferibile intervenire direttamen-
te sulle ­maniglie quadrate: le dinamiche e le agogiche, infatti, necessitano quasi sempre di una collocazione
individuale a seconda dell'altezza degli eventi a cui sono associate; i triangoli saranno invece utilissimi per il
posizionamento del testo cantato, la cui stesura è molto più uniforme (cfr. Lezione 22).
Tenete comunque conto di questa opportunità anche per le espressioni, soprattutto nel caso in cui dobbiate
gestire simultaneamente il posizionamento di grandi quantità di simboli.

2. I quattro triangoli compaiono anche negli strumenti Accordi e Testo cantato, in cui rivestono la medesima funzione (cfr. Lezioni nn. 20
Fig. 17.6 - Errata associazione del segno di espressione e 22).

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Lezione 17. Lo strumento Espressione | 215 216 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Tornate ora ad osservare il segno del Forte inserito nella prima battuta: come detto, trascinando orizzontalmen- • Con i due menu a tendina che seguono potrete decidere rispettivamente - in caso di scrittura polifonica
te un'espressione con il mouse, si cambia progressivamente il suo punto d'aggancio. - se il segno in questione dovrà essere associato a tutti i livelli o ad un livello specifico fra quelli utilizzati
È possibile però intervenire in modo molto più raffinato sul posizionamento di ogni simbolo, tenendo abbassato (E), e in quale configurazione del documento il simbolo stesso dovrà essere visibile (partitura e parti,
il tasto SHIFT e facendo doppio clic sulla sua maniglia. Questa operazione dà accesso a una finestra denominata solo partitura, solo parti - F).
Assegnazione dell'espressione (fig. 17.8), come sempre ricca di funzioni e controlli:
• La sezione inferiore della finestra riguarda invece l'effetto del simbolo sul playback: premesso che
nella finestra di creazione (o modifica) delle espressioni dovrete aver preventivamente impostato
­l'esecuzione di un'azione specifica da parte del segno prescelto (cfr. i paragrafi seguenti), con il menu
a tendina (G) direte a Finale se tale azione dovrà avere effetto sul livello corrente, o su un altro livello
a scelta, o ancora sull'eventuale simbolo accordale o espressione aggiuntiva associata alla nota.

• Gli ultimi tre pulsanti di opzione (H) consentono di impostare precisamente il momento in cui sarà pos-
sibile udire l'effetto del simbolo nel playback: l'istante di avvio, perciò, potrà coincidere rispettivamente
con il punto di allineamento specificato nella prima casella in alto, oppure con l'inizio della battuta, o
infine con l'esatta posizione del segno all'interno della misura stessa.

Come si vede, quindi, anche per i segni di espressione Finale consente di intervenire con una cura e una minuzio-
sità di particolari assolutamente straordinaria.

Uscite ora dalla corrente finestra di dialogo cliccando su Annulla, e accedete nuovamente alla finestra Selezione
dell'espressione (cfr. fig. 17.2) per continuare ad analizzarne le caratteristiche. Fate perciò doppio clic su un'altra
nota, per esempio sul Do iniziale del violino.
Notate che Finale suddivide i segni di espressione in alcune categorie fondamentali, elencate sul lato sinistro
della finestra; dopo una prima voce di carattere riassuntivo (Mostra tutto), nell'ordine compaiono:
1. le Dinamiche;

Fig. 17.8 - La finestra Assegnazione dell'espressione


2. le Indicazioni di tempo (o di andamento);
3. le Alterazioni del tempo (ovvero le indicazioni di variazione della velocità di esecuzione come "accele-
• la prima casella (A) definisce il punto di allineamento del simbolo, distinguendo - tramite il menu a ten- rando", "ritardando", ecc.);
dina sulla destra - fra le pulsazioni presenti nella battuta e un'eventuale collocazione basata sugli EDUs.
4. il Testo espressivo (indicazioni come "dolce", "agitato", ecc.);
Poiché, come si è visto più volte, gli EDUs consentono una misurazione precisissima delle durate (cfr.
lezione n. 10), selezionando tale opzione si potrà ottenere un posizionamento estremamente raffina- 5. il Testo di tecnica (segni che indicano particolari modalità esecutive, come "ottava alta", "ottava ­bassa",
to, collocando il simbolo su uno qualsiasi dei 4096 punti di suddivisione della battuta. "pizzicato", ecc.);
Nel caso qui analizzato, la casella vi informa che il forte si trova sulla quinta pulsazione: poiché i movi- 6. gli Indicatori di sezione (ossia le lettere o numeri di riferimento atti a coordinare gli esecutori durante
menti sono in tutto 4, è evidente che tale indicazione rappresenta simbolicamente l'assegnazione del le prove);
simbolo alla misura intera.
7. altre indicazioni varie (voce generica che raccoglie tutto ciò che non è ascrivibile alle categorie prece-
• La casella sottostante (B) è utile solo nel caso in cui il segno di espressione debba essere collocato su denti).
un'acciaccatura. Se tale abbellimento è costituito da una sola nota, ovviamente scriverete nel campo
di testo il numero "1"; qualora invece l'acciaccatura sia multipla, immetterete il numero d'ordine esatto, Ora, benché dal punto di vista meramente formale la collocazione di un simbolo in una classe o in un'altra sia
procedendo da sinistra verso destra, della notina di abbellimento su cui volete che il vostro simbolo sostanzialmente ininfluente, nella pratica la corretta ubicazione riveste un'importanza notevole, poiché ogni
compaia. categoria può essere connotata da numerose caratteristiche, peculiari ad essa soltanto.
Per fare un esempio, le Indicazioni di andamento dovranno essere automaticamente associate alle misure e non
• Con i due campi successivi (C) è invece possibile regolare con precisione il posizionamento alle singole note, laddove per altri simboli (come l'ottava alta o il pizzicato) vale ovviamente l'esatto contrario.
­dell'espressione, impostando un valore di offset orizzontale e verticale rispetto al punto di a­ llineamento
specificato nella prima casella della finestra. Ciò detto, per definire le caratteristiche e il comportamento delle singole classi, esattamente sotto l'elenco
delle stesse si trova il pulsante Modifica categorie, che introduce ad un'ampia finestra denominata Impostazione
• La sezione centrale della finestra è introdotta da un pulsante checkbox (D), il quale - come recita la sua delle categorie (fig. 17.9).
etichetta - fa sì che la dimensione del segno di espressione dipenda o meno da un eventuale ridimen-
sionamento della nota (o pausa) a cui esso è stato associato. Anche in questo caso è possibile spostarsi da una classe all'altra tramite l'elenco a sinistra (A), e con i tre p
­ ulsanti
In altre parole, se il pulsante è selezionato, ingrandendo o rimpicciolendo la nota (o pausa) con lo sottostanti (B) è possibile duplicare, rinominare o cancellare le singole categorie.
strumento Ridimensiona (cfr. Lezione n. 6), verrà ingrandito o rimpicciolito di conseguenza anche il Notate, comunque, che le sei classi predefinite qui presenti possono essere soltanto modificate o duplicate, ma
simbolo ad essa collegato. non rinominate né tantomeno cancellate: è una forma di cautela assolutamente necessaria, poiché in altre aree
Naturalmente l'opzione non avrà alcun effetto qualora - come in questo caso - l'espressione sia stata del programma si fa spesso riferimento ad esse, quindi la loro cancellazione o anche solo la modifica del nome
assegnata all'intera battuta. potrebbero causare anomalie nel comportamento di Finale.

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in cui le espressioni devono in genere assumere posizioni o comportamenti diversi a seconda delle variazioni del
contesto. Pertanto, un'accurata conoscenza e pianificazione preventiva delle categorie consentirà di ottenere
risultati sempre soddisfacenti, evitando di perdere tempo prezioso nel continuo aggiustamento degli elementi
sulla partitura.
Tenete presente, tuttavia, che non è strettamente necessario accedere a questa finestra prima di iniziare l'in-
serimento dei segni di espressione; la prassi più efficace consiste, piuttosto, nel collocare inizialmente alcuni
simboli, stabilire grazie ad essi i parametri medi ideali, e in base a ciò rendere predefinite le impostazioni tramite
la modifica delle relative categorie.
Naturalmente ciascun utente potrà, nel tempo, definire il proprio metodo ideale di lavoro, ma va comunque sot-
tolineato che ogni modifica effettuata a una categoria in questa finestra avrà effetto immediato su tutti i simboli
appartenenti alla categoria stessa, compresi quelli eventualmente già collocati in partitura; ricordate perciò di
effettuare un accurato controllo su tutte le pagine del vostro documento, per verificare che tali modifiche non
abbiano originato spostamenti anomali o addirittura collisioni e sovrapposizioni fra i segni di espressione e gli
altri elementi della partitura.

Uscire ora con il pulsante Annulla per tornare ad analizzare gli altri elementi della finestra Selezione dell'espres-
sione (cfr. ancora fig. 17.2).
Cliccate su un qualsiasi simbolo della griglia, per esempio il primo ( î ), quindi premete il pulsante Modifica: esso
vi introduce allo strumento Impostazione delle espressioni (fig. 17.10), quasi un "programma nel programma"
con cui potrete definire la tipologia, l'aspetto e la posizione di qualunque simbolo, nonché determinare quale
tipo di evento sarà innescato dal segno in questione durante la riproduzione del brano in playback.
Fig. 17.9 - La finestra Impostazione delle categorie

Scegliete dunque la prima categoria (Dinamiche), e osservate la parte principale della finestra:
• la prima sotto-area in alto a sinistra (C) riguarda la definizione dei caratteri (font) con cui saranno
inizialmente visualizzati tutti i simboli creati all'interno di questo gruppo; le due linguette (TABs) nella
parte superiore si riferiscono al font utilizzato rispettivamente per il testo vero e proprio e per gli ele-
menti musicali compresi nel simbolo13.
Con i vari menu e pulsanti della sotto-area, potrete poi specificare la formattazione di ogni segno da
voi creato.
• Sulla destra, un'area bianca (D) mostra in anteprima l'esito di ciò che si sta preparando, così da avere
un'idea dell'aspetto dei simboli senza necessariamente collocarli in partitura.
• Nella parte bassa della finestra (E), infine, si definisce il posizionamento predefinito delle espressioni
nella pagina. Per ogni categoria, quindi, potrete impostare:
oo la giustificazione globale;
oo l'allineamento orizzontale dei simboli rispetto a un elemento che si può scegliere dal relativo menu
a tendina;
oo l'eventuale valore aggiuntivo di offset orizzontale rispetto al posizionamento indicato dal suddetto
menu;
oo l'allineamento verticale dei simboli, anche in questo caso rispetto a un elemento che si può sceglie-
re dal relativo menu a tendina;
oo l'eventuale valore aggiuntivo di offset verticale rispetto alla linea virtuale di base;
oo l'eventuale valore aggiuntivo di offset verticale rispetto alle figure musicali cui saranno associati i
segni di espressione. Fig. 17.10 - La finestra Impostazione delle espressioni

La finestra Impostazione delle categorie, benché sia poco familiare agli utenti occasionali o inesperti, si rivela Nella parte superiore, subito sotto il titolo, vi sono tre TABs (Principale, Playback e Posizionamento - A) che dan-
invece utilissima in molte situazioni; in particolare è bene tenerne conto quando si lavora su grandi partiture, no adito a tre diverse aree di lavoro.
All'apertura della finestra è sempre visualizzata per default l'area Principale, che si suddivide in due zone identi-
3. Scegliendo la categoria Indicazioni di tempo compare anche un terzo TAB, destinato alla definizione del font con cui si indicherà, se il ficate dai pulsanti di opzione Testo (B) e Forma (C): come si può immaginare, scegliendo il primo o il secondo
brano lo richiede, la velocità metronomica. pulsante, si stabilirà se l'espressione dovrà essere di tipo testuale o grafico.

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Lezione 17. Lo strumento Espressione | 219 220 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

• Partendo dalla prima opzione (Testo), potete in prima istanza assegnare una libera descrizione al ­segno segni dinamici, una nota con il simbolo del Forte potrà suonare effettivamente con un'intensità maggiore rispet-
tramite il campo D, così da distinguerlo eventualmente da altri elementi simili ma con funzioni diverse. to a una nota contrassegnata da un Piano; allo stesso modo, un'indicazione di crescendo o di accelerando potrà
realmente dare luogo a un effetto di questo tipo durante la riproduzione.
• Nella sottostante area bianca (E) dovete quindi inserire il testo vero e proprio che costituirà il simbolo;
Come si può immaginare, l'assegnazione di un comportamento specifico ai segni di espressione non è utile solo
nel caso dei segni dinamici, ovviamente, sarà necessario richiamare il glifo del font musicale corrispon-
per godere in maniera più realistica dell'ascolto di una partitura, ma diventa importantissima nel caso in cui il
dente all'intensità che volete rappresentare: per esempio, volendo sostituire questo î con un sem-
documento debba essere trasformato in un file MIDI, che quindi potrà contenere non solo le note del brano, ma
plice f, basterà selezionarlo e digitare la lettera "F" sulla tastiera.
anche tutte le sue componenti dinamiche ed espressive.
Com'è logico, per operare rapidamente in situazioni come queste dovrete avere ben chiara la configu-
razione del font musicale da voi scelto (sia esso "Maestro", "Engraver", "Broadway" o qualunque altro) Per dare vita a queste azioni, dovete cliccare sul secondo TAB della finestra (cfr. fig. 17.10 A), denominato ap-
e la corrispondenza dei vari glifi con la tastiera del computer. A tale proposito si rinvia all'Appendice 3, punto "Playback". La schermata che vi appare contiene pochi ma importanti elementi (fig. 17.11):
contenente la mappatura dei principali caratteri musicali utilizzati da Finale.
• Il pulsante checkbox che segue (F) ha la funzione di applicare al simbolo in questione la formattazio-
ne definita nella finestra Impostazione delle categorie (cfr. fig. 17.9). Di conseguenza, se il pulsante è
selezionato verrà assegnato automaticamente alla vostra espressione il font (o la sequenza di font)
prescelto in quella sede; viceversa, togliendo la spunta al checkbox, compariranno immediatamente
tutti gli elementi necessari per accedere all'intera dotazione di caratteri installati nel vostro sistema.
Ogni simbolo, perciò, pur continuando ad appartenere a una categoria specifica, può essere reso total-
mente indipendente dalle impostazioni generali della sua stessa classe.
Ricordate che per la modifica del carattere potete accedere anche al menu Testo (posizionato sotto
la barra del titolo della finestra nei sistemi Windows, oppure nella parte alta dello schermo nei sistemi
MacOS), il quale - oltre alle voci per la formattazione - contiene molte altre opzioni interessanti relative
alla spaziatura, all'interlinea, ecc.
• In ultima analisi, notate - come per i numeri di battuta - che anche le espressioni testuali possono es- Fig. 17.11 - I controlli dell'area Playback nella finestra Impostazione delle espressioni
sere facoltativamente racchiuse in una forma geometrica. Per il funzionamento di questa opzione si
rinvia alla lezione n. 15, dedicata allo strumento Misure. • in primo luogo, il menu a tendina Tipo (A) contiene tutte le tipologie di eventi che possono essere atti-
vati dal simbolo su cui state lavorando; le opzioni disponibili sono numerose, dal tempo metronomico
• Scegliendo in alternativa l'opzione Forma (pulsante di opzione C), escluderete totalmente gli elementi all'attivazione di un controller MIDI, dall'intensità dinamica (Key velocity) al trasporto, dal cambio del
della parte superiore, e potrete intervenire sul vostro simbolo grafico in tre modi: canale di trasmissione MIDI alla modifica del timbro (Patch), e così via.
1. trasformandolo con il pulsante Modifica (G), che si attiva solo se state lavorando su un simbolo Ciascuna di queste voci, quando selezionata, modificherà l'aspetto della finestra facendo - se neces-
precedentemente creato; sario - apparire tutti i parametri utili per la corretta definizione dell'evento. Per esempio, poiché state
lavorando su un segno dinamico, scegliete la voce Key Velocity: in questo caso non sono necessarie
2. scegliendo un oggetto dalla libreria interna di simboli tramite il pulsante Seleziona (H): notate che
particolari caselle o pulsanti aggiuntivi, quindi sarà sufficiente cliccare sull'opzione Imposta sul ­valore
esso apre la finestra Selezione della forma disegnata, già descritta in varie occasioni;
(B) e scrivere nella casella a fianco l'intensità prescelta.
3. realizzando un simbolo completamente nuovo grazie al pulsante Crea (I), con cui accederete allo Tenendo presente che nel protocollo MIDI la dinamica di un evento può andare da un minimo di "0"
Strumento disegno, anch'esso già incontrato più volte. (zero) a un massimo di "127", per ottenere un Forte potreste impostare un valore pari a circa "90".
Così facendo, in riproduzione e nell'eventuale salvataggio di un MIDI file, sarete sicuri che Finale ese-
In sostanza, grazie a quest'area del programma è possibile ottenere una varietà praticamente illimitata
guirà la nota con l'intensità dinamica qui assegnata.
di simboli testuali o grafici, che possono essere trasferiti in partitura e assegnati a una qualsiasi nota,
pausa o battuta, per descrivere qualunque tipo di comportamento o effetto da parte dell'esecutore. • Facciamo qualche altro esempio:
• La finestra si conclude con due pulsanti checkbox: a. ipotizzate che il vostro segno di espressione sia un'indicazione di andamento (Allegro molto,
1. il primo (J) consente che il simbolo prescelto possa essere adattato automaticamente (in senso ­Vivace, ecc.) e che essa debba impostare il tempo del metronomo a una velocità pari a "120 bpm",
orizzontale) alle eventuali variazioni della larghezza delle battute; è utile selezionare questa opzio- utilizzando la minima come valore di riferimento.
ne se l'espressione disegnata "segue" la linea melodica, come nel caso delle forcelle di crescendo o In questo caso, dal menu a tendina A scegliete la voce Tempo; immediatamente a fianco si origina
diminuendo, delle linee di glissando e altri simili elementi14. un altro menu che vi consente di selezionare l'unità musicale di riferimento. Cliccate quindi sulla
voce Minima e infine scrivete "120" nella casella Imposta sul valore (B).
2. Il secondo checkbox (K), come in altri casi, permette di nascondere il simbolo nella stampa del Così facendo, in riproduzione (e nell'eventuale salvataggio di un MIDI file) Finale effettuerà in cor-
documento (o nell'esportazione in formati grafici come PDF, JPG e simili); il segno stesso rimarrà rispondenza del vostro simbolo un cambio di andamento pari a 120 minime al minuto.
comunque presente sulla pagina, ma apparirà in grigio chiaro.
b. Ponete ora che il vostro simbolo (ad esempio un qualsiasi testo o forma grafica nascosta) debba
Come detto poc'anzi, i segni di espressione - oltre ad apparire come oggetti "inanimati" sulla partitura - pos- comportarsi come un trigger che attiva un cambio di timbro nel rigo selezionato, passando per
sono innescare vari tipi di eventi nel corso della riproduzione del brano in playback. Per esempio, nel caso dei esempio dal violino alla tromba.
Scegliete allora dal menu A la voce Patch, che attiva una serie di nuovi elementi: nel menu a
tendina GM, che enumera tutti i suoni della specifica standard General MIDI, selezionate la
4. Per questi simboli è di norma preferibile utilizzare lo strumento Forme intelligenti (cfr. lezione n. 19), ma in alcuni casi particolari può ­tromba, corrispondente al numero "57"; appena effettuata la selezione, notate che la casella
essere più conveniente realizzarli con lo strumento Espressione. Program ­Change si imposta automaticamente sul valore "57": ciò significa che se già conoscete il

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Lezione 17. Lo strumento Espressione | 221 222 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

numero di posizione dello strumento che vi interessa all'interno della specifica General MIDI, potre-
te scriverlo direttamente in questa sede.

c. Facciamo infine un esempio un po' più complesso, che contempli la variazione progressiva di un
parametro nel tempo: Finale infatti, se impostato correttamente, è in grado di eseguire alla perfe-
zione effetti quali il crescendo, il diminuendo, l'accelerando e il ritardando.
Ipotizzate quindi di voler ottenere un accelerando che incrementi il valore metronomico "da 120 a
170 bpm nello spazio di una battuta da 4/4":
1. dovendo partire dalla velocità iniziale di "120 semiminime al minuto", in primo luogo scegliete
dal menu a tendina A il parametro Tempo e impostate il Quarto come unità di misura;
2. ora, nella parte centrale della finestra, cliccate sul secondo pulsante di opzione (C): esso, come Fig. 17.13 - La finestra Impostazioni per l'esecuzione delle forme disegnate
il nome suggerisce, attiva una delle cosiddette "forme eseguibili": si tratta di elementi grafici,
6. Finalmente siete giunti all'ultimo livello della procedura, ossia all'interno dello Strumento
tipicamente porzioni di linea retta (segmenti), che non compaiono in partitura, ma più sem-
­Disegno che ormai ben conoscete; in questo caso, però, dovrete utilizzarlo in modo più sofi-
plicemente descrivono una determinata azione, rappresentandone graficamente l'entità e la
sticato: iniziate aprendo il menu ShapeDesigner15, dal quale sceglierete l'ultima voce in basso,
durata nel tempo, come un diagramma basato sugli assi cartesiani. Righelli e griglia.
Per creare l'effetto di accelerando, quindi, dovrete associare una di queste forme a un qualsiasi
simbolo creato con lo strumento Espressione, eseguendo una serie molto precisa di passaggi. 7. La piccola finestra di opzioni (fig. 17.14) vi consente di scegliere un'unità di misura specifica da
utilizzare per la creazione del vostro oggetto.
3. P
remete il pulsante Seleziona a destra, e si aprirà la finestra Selezione della forma eseguibile
(fig. 17.12): come detto, essa presenta una serie di segmenti, ciascuno dei quali imprimerà un
diverso effetto al simbolo collegato.

Fig. 17.14 - La finestra Righelli e griglia

8. Poiché dovete creare una forma che rappresenta una variabile nel tempo, notate che fra le v­ arie
unità è possibile scegliere anche dei valori musicali, cioè le crome; tale opzione è perfetta in
questo contesto, quindi cliccate sul relativo pulsante (A).
9. A questo punto, nella casella sottostante (B) potete chiedere a Finale di mostrare una linea
(o più propriamente un nodo) della griglia ogni "n" crome, quindi - poiché l'effetto di acceleran-
do deve svolgersi nello spazio di una battuta da 4/4 - scrivete il numero "8", indicante le crome
necessarie per completare una misura. In questo modo, sapete che ciascun nodo della griglia
rappresenterà una misura intera.
10. Confermate con OK, poi aprite ancora il menu ShapeDesigner e la voce Mostra, selezionando
Griglia nel sottomenu.
11. Nell'area centrale dello Strumento Disegno viene ora presentata la griglia, in base alle impo-
stazioni appena assegnate; a tale proposito è molto importante capire la logica del software:
Fig. 17.12 - La finestra Selezione della forma eseguibile
immaginate che in questa finestra vi sia un ideale asse cartesiano orizzontale indicante la durata
dell'effetto, e un asse verticale indicante la sua intensità, o meglio il suo ammontare.
4. Poiché al momento non conoscete i parametri di queste forme predefinite, procedete a realiz- Scegliete quindi, fra gli strumentini disponibili per il disegno, la linea retta, ricordando che il no-
zare un segmento personalizzato cliccando sul pulsante Crea in basso a sinistra. stro obiettivo è creare un effetto di accelerando che nello spazio di una battuta (4/4) incrementi
5. Come in un gioco di scatole cinesi (e secondo uno schema frequente in molti procedimen- il tempo metronomico di 50 unità (da 120 a 170 bpm).
ti di ­Finale) siete ora entrati nella finestra Impostazioni per l'esecuzione delle forme disegnate
(fig. 17.13); per realizzare il nuovo segmento, fate clic sul pulsante ID della forma (A), e ancora 5. Come in altri casi simili, il menu si trova all'interno della finestra stessa nella versione di Finale per Windows, oppure nella parte alta
- nella finestra successiva - sul pulsante Crea. dello schermo nella versione per MacOS.

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Lezione 17. Lo strumento Espressione | 223 224 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Considerato che l'origine (cioè il pallino bianco al centro) rappresenta il punto "zero", ossia 17. Richiamate infine i Controlli per il Playback dal menu Finestre (a meno che non siano già presenti
il punto di partenza del segno, posizionate il puntatore su di essa e trascinate fino al primo sullo schermo) e disattivate qualsiasi tipo di "umanizzazione" dell'esecuzione16.
nodo della griglia sulla destra, che rappresenta - come detto - una battuta intera: così facendo 18. Fate clic sul pulsante Play e sentirete chiaramente l'accelerazione improvvisa impressa dal vo-
avete tracciato la forma e contemporaneamente impostato la durata complessiva dell'azione stro simbolo a partire dalla terza battuta. Il metodo, quindi, funziona perfettamente - anche se
(fig. 17.15). è decisamente complesso e richiede molta pratica al fine di adattarlo a tutte le esigenze.
Ricordate che le cosiddette forme eseguibili, cioè i segmenti appena descritti, sono teorica-
mente utilizzabili con qualunque tipo di azione MIDI, anche se ovviamente la loro applicazio-
ne più tipica sarà quella relativa ad eventi come il crescendo, il diminuendo, l'accelerando e il
­ritardando.

Per concludere la descrizione della finestra Selezione dell'espressione, rimane un'ultima area da analizzare. A tale
proposito, fate doppio clic su una nota qualsiasi nella seconda misura della Voce, così da accedere nuovamente
al suddetto strumento di lavoro.
Selezionate il simbolo del Forte (il n. 4 della griglia) e cliccate sul pulsante Modifica, per aprire ancora la fi-
nestra Impostazione delle espressioni (cfr. fig. 17.10); in questo caso, però, scegliete il terzo TAB denominato
­Posizionamento (nell'area A).
Come potete notare, la configurazione della schermata ricorda molto da vicino quella già incontrata per la de-
finizione delle categorie (cfr. fig. 17.9); tuttavia, se in quella sede si imposta il posizionamento generale degli
oggetti, qui si potrà invece intervenire sulla collocazione del simbolo prescelto in modo individuale.
Per agire in tal senso, dovete delesezionare il pulsante Usa le impostazioni di posizionamento della Categoria xxx
(il nome della categoria cambierà ovviamente in base al simbolo che state modificando), così da attivare tutti i
controlli disponibili.
Se desiderate, per esempio, che il segno del Forte appaia sopra il pentagramma, come avviene di norma per le
parti vocali, portatevi nella parte destra della finestra e - dal menu a tendina relativo al Punto di allineamento
verticale - scegliete Sopra la linea di base del rigo.
Fig. 17.15 - Impostazione di una forma eseguibile della durata di 4/4 Se volete aumentare la distanza del simbolo rispetto al pentagramma, potete eventualmente immettere un
valore positivo nella casella Offset aggiuntivo alla linea base; per ora, comunque, conservate la distanza predefi-
12. Ora è necessario determinare l'ammontare dell'effetto; selezionate l'intero segmento (CTRL+A nita, quindi fate clic su OK e infine su Assegna.
in Windows oppure CMD+A in MacOS), quindi cliccate sulla maniglia destra per renderla attiva, Notate che il Forte è stato automaticamente collocato sopra il rigo, così come il Forte della battuta precedente,
e infine nella casella "V" (A) digitate il valore "50". poiché era stato creato con lo stesso simbolo e le modifiche hanno effetto retroattivo.
Premete il tasto TAB sulla tastiera del computer per vedere l'effetto, ed ecco un segmento La procedura appena descritta si riferisce quindi alla modifica individuale dei parametri di posizionamento; tutta-
molto inclinato che di fatto rappresenta graficamente il vostro accelerando. via, appare evidente che se la vostra partitura contiene numerosi segni di espressione, non è affatto convenien-
te modificare i parametri individuali di ogni simbolo, ma sarà più opportuno intervenire sull'intera categoria di
13. Finalmente la vostra forma eseguibile è pronta, quindi dovrete dare una serie di conferme con- appartenenza; inoltre, se i simboli che dovete utilizzare appartengono a classi diverse, potrà essere utile creare
secutive in tutte le finestre aperte (cliccate su OK o Seleziona a seconda dei casi), fino a tornare una nuova categoria e spostare in essa tutti i simboli che vi servono.
alla finestra Impostazione delle espressioni. In sostanza, le possibilità sono molto varie, perciò è molto importante - come sempre - conoscere bene gli stru-
Una volta giunti a questo punto, cliccate sul TAB Principale (cfr. fig. 17.10 A) per visualizzare il menti disponibili e decidere caso per caso come procedere.
simbolo che state creando.

14. Poiché avete predisposto una forma eseguibile di accelerando, il glifo del Forte ( f ) non è certa- Passiamo ora ad un caso che si presenta frequentemente quando si lavora con le espressioni, cioè la necessità
mente indicato per questo tipo di effetto; sarà quindi più opportuno scrivere un testo vero e di attribuire un certo simbolo a tutti i righi di un'accollatura, oppure solo ad alcuni di essi, opportunamente sele-
proprio, perciò selezionate il simbolo stesso, indi richiamate tramite il menu Testo i controlli per zionati.
la selezione dei font, e impostate a titolo di esempio il carattere "Arial 14 corsivo", sostituendo Un tempo questa procedura era piuttosto complessa, ma con le ultime versioni del software essa è stata resa
veramente molto semplice; per esaminarla, fate doppio clic sul Mi della Voce nella seconda battuta.
infine la "F" con la parola "accelerando".
Scegliete un simbolo qualsiasi, per esempio il Piano (n. 7 della griglia), e notate che accanto al pulsante Assegna
15. Date le ultime conferme, cliccando rispettivamente su OK e su Assegna, ed ecco in partitura la (cfr. fig. 17.2 in basso) c'è un piccolo menu a tendina con una freccia; aprendolo, esso mostra tre opzioni:
vostra indicazione di accelerando che imprimerà al playback un effettivo aumento della ­velocità.
• l'assegnazione del simbolo al solo rigo su cui avete cliccato (ossia la scelta predefinita, che si applica in
16. Per verificare il buon esito di tutta l'operazione, spostate dapprima il simbolo in un punto diver- automatico se non si utilizza questo menu);
so, per esempio all'inizio di battuta 3; ora cliccate sulla maniglia con il tasto destro, e richiamate
la finestra Assegnazione dell'espressione (cfr. fig. 17.8).
6. Se utilizzate Finale per Windows, ciò si ottiene premendo il pulsante a forma di altoparlante (Playback settings) e scegliendo dal menu
Qui comunicherete a Finale che l'effetto dovrà verificarsi esattamente all'inizio della misura, per a tendina Stile Human Playback la voce Nessuno.
cui selezionate il penultimo pulsante di opzione in basso, e confermate con OK. Se invece utilizzate Finale per MacOS, accederete ai medesimi comandi cliccando sulla piccola freccia in basso a sinistra.

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Lezione 17. Lo strumento Espressione | 225 226 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

• l'assegnazione del simbolo a tutti i righi dell'accollatura; • la cancellazione dell'elemento dalla griglia di selezione (A) e la sua sostituzione in partitura con un
• l'assegnazione del simbolo ad alcuni righi preselezionati. altro simbolo, che si potrà scegliere con il pulsante a fianco (B);

Scegliendo la prima o la seconda opzione, non sarà nemmeno necessario premere Assegna, in quanto Finale vi • la cancellazione effettiva dell'oggetto sia nella tavolozza di selezione sia nella partitura (C).
riporterà direttamente alla partitura, in cui il simbolo sarà stato associato - rispettivamente - al primo oppure a Come vedete, quindi, tutti gli aspetti della gestione delle espressioni sono contemplati e sempre perfettamente
tutti e quattro i righi del sistema. sotto controllo.
Selezionando invece l'ultima opzione del menu, comparirà una nuova finestra (fig. 17.16) denominata Assegna
ai righi. Uscite dunque premendo due volte il tasto Annulla, e per concludere occupiamoci del menu speciale ­Espressioni,
che come in altri casi è comparso nella parte alta dello schermo selezionando lo strumento ad esso collegato.
Il menu è piuttosto essenziale (fig. 17.18) e comprende alcune specifiche operazioni, che riassumiamo in breve:

Fig. 17.18 - Il menu speciale Espressioni

• Le prime due voci consentono di preimpostare la collocazione della linea virtuale di base su cui poggia-
no i segni di espressione. L'utilità di queste opzioni si manifesta particolarmente in relazione ai quattro
triangoli sulla sinistra descritti in precedenza (cfr. fig. 17.7): essi, infatti, si posizioneranno sopra o sotto
il pentagramma a seconda della scelta effettuata.
Dovrete quindi intervenire in questa sede soltanto se deciderete di posizionare manualmente gli og-
Fig. 17.16 - La finestra Assegna ai righi getti con i triangoli, a seconda che le impostazioni dei vari simboli o delle loro categorie ne prevedano
la collocazione al di sopra o al di sotto del rigo.
• Agendo sui selettori (A) a sinistra dell'elenco che riassume l'organico del brano, potete scegliere se far • La voce successiva, Preferisci l'assegnazione al Livello attivo, come suggerisce il suo nome, riguarda i
comparire l­'espressione su tutti i righi o solo su alcuni di essi; livelli della scrittura polifonica. Se nella battuta in questione ci sono due o più livelli diversi, sceglierete
• una volta effettuata la scelta, è possibile assegnare un nome a piacere al gruppo di righi appena crea- questo comando per dire a Finale di assegnare il simbolo solo al livello attivo.
to, scrivendolo nel campo B. Notate come il menu a tendina C si modifichi in tempo reale, rendendo Per questo controllo è prevista anche una scorciatoia da tastiera, ossia CTRL+L in Windows e CMD+L
disponibile il suddetto gruppo anche per eventuali occasioni successive; in MacOS.
• Con i pulsanti Nuovo (D) e Rimuovi (E) potete infine creare o cancellare un numero illimitato di gruppi, • Le quattro voci seguenti si attivano solo selezionando la maniglia di un simbolo qualsiasi. La loro fun-
che saranno immediatamente disponibili ogni qualvolta dovrete inserire un qualsiasi segno di espres- zione è simile a quella descritta nella pagina precedente - relativamente all'assegnazione dei simboli
sione nella vostra partitura. solo nei pentagrammi specificati - ma velocizza ulteriormente le operazioni, soprattutto se avrete la
pazienza di memorizzare le scorciatoie da tastiera:
Tornate ora un'ultima volta all'interno della finestra Selezione dell'espressione partendo da una nota qualsiasi,
e selezionate uno dei simboli già collocati in partitura, per esempio il Forte (n. 4). Se agite sul pulsante Elimina oo la prima opzione copia l'espressione selezionata sul rigo immediatamente superiore (la sua scorcia-
per cancellarlo, Finale rileva che il simbolo è stato precedentemente usato nel documento, e apre una nuova toia è CTRL+Freccia su in Windows oppure ALT+Freccia su in MacOS);
finestra (fig. 17.17) con la quale propone due possibilità: oo la seconda opzione copia l'espressione selezionata sul rigo immediatamente inferiore (la scorciatoia
è CTRL+Freccia giù in Windows oppure ALT+Freccia giù in MacOS);
oo la terza opzione copia l'espressione selezionata su tutti i righi che si trovano al di sopra di quello
­interessato (scorciatoie: CTRL+HOME [a volte denominato INIZIO] in Windows oppure ­ALT+HOME
in MacOS);
oo infine, la quarta opzione copia l'espressione selezionata su tutti i righi che si trovano al di sotto di
quello interessato (scorciatoie: CTRL+END [a volte denominato FINE] in Windows oppure ­ALT+END
in MacOS).
• L'ultima voce del menu, Modifica e prova la sequenza degli Indicatori, si riferisce ai cosiddetti "simboli
di sezione", cioè a quelle grandi lettere o numeri - di solito racchiusi in un quadrato - che servono al di-
Fig. 17.17 - La finestra Cancellazione di un elemento rettore d'orchestra durante le prove per indicare agli esecutori un punto da cui cominciare a suonare.

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Lezione 17. Lo strumento Espressione | 227 228 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Finale può assegnare a questi simboli una numerazione automatica: basterà infatti collocare più volte
lo stesso simbolo lungo la partitura per ottenere una progressione regolare (A, B, C, ecc.).
Ovviamente, la presente voce del menu si attiverà solo dopo aver cliccato su uno di questi simboli, e
consentirà di accedere alla relativa finestra di definizione dei parametri della progressione stessa, pro-
prio come accade per gli elenchi puntati e numerati nei programmi di videoscrittura testuale.

In conclusione, si ricorda che anche con lo strumento Espressione è possibile assegnare un Metatool ad ogni sim-
bolo; non ci soffermiamo a dare spiegazioni particolari, in quanto la gestione delle suddette scorciatoie speciali
è stata più volte trattata nelle lezioni precedenti.
Ovviamente, bisogna sottolineare che ogni segno di espressione inserito in partitura attraverso un Metatool
porterà con sé tutti i propri parametri, ossia l'aspetto, il posizionamento e l'eventuale effetto sulla riproduzione
in playback, così da ottimizzare e velocizzare sempre più la realizzazione di ogni nuovo lavoro.

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230 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Si tratta di uno degli strumenti meno complessi di Finale: a differenza di molti altri, esso non dispone di una
propria tavolozza, né di un menu speciale. Di conseguenza, tutte le funzioni si ottengono tramite il mouse, la
modifica di poche finestre e alcune semplici scorciatoie da tastiera, essenzialmente in forma di Metatool.

Lezione 18 Per assegnare un'articolazione, quindi, dovrete semplicemente individuare la nota di destinazione (per esempio
scegliete il Si croma della mano destra a battuta 5) e fare un clic singolo su di essa.
Subito si apre la finestra denominata Selezione dell'articolazione (fig. 18.2), che nella struttura ricorda molto da
Lo strumento Articolazioni vicino quella per la selezione dei simboli di espressione.

Continuando nel nostro percorso alla scoperta degli strumenti di Finale dedicati alle operazioni ausiliarie, dob-
biamo ora occuparci dei segni di articolazione. Si tratta, come noto, di speciali simboli grafici - collocati general-
mente sopra o sotto le note - che condizionano il modo in cui esse devono essere eseguite.
Ogni strumento musicale (compresa la voce) ha una propria tecnica per realizzarli, e inoltre vi sono articolazioni
peculiari solo di certi strumenti, come ad esempio il Flatterzunge (frullato) in alcuni strumenti a fiato.
Dal punto di vista della notazione, un'articolazione è un segno costituito da un unico glifo - appartenente a un
font specifico - che influisce (anche a livello di playback) su una singola nota.

Collocare le articolazioni con Finale è molto semplice; per cominciare, accedete alla cartella delle esercitazioni
e aprite il file denominato "Documento di esempio 12.musx"1. Come vedete, si tratta del celebre Rondò alla turca
dalla Sonata n. 11 in La maggiore K 331 di Wolfgang Amadeus Mozart, che ben si presta alla nostra dimostrazione.
Ora attivate lo strumento Articolazioni, che nella tavolozza degli strumenti principali è rappresentato da una
semibreve accentata (fig. 18.1 A), e in alternativa si trova al primo posto nel menu Strumenti 2 (fig. 18.1 B).

Fig. 18.2 - La finestra Selezione dell'articolazione

Come nel caso sopra citato, dalla grande griglia al centro (A) sceglierete il simbolo che vi interessa, scorrendo
eventualmente con la barra verticale a destra per visualizzare tutti i segni predefiniti, e con la serie di pulsanti
in basso (B) potrete effettuare le consuete operazioni di routine come creare, modificare, duplicare, cancellare
o spostare i simboli della griglia stessa.

Per il momento fate la cosa più semplice, quindi selezionate il primo simbolo, ossia il punto di staccato, e cliccate
sul pulsante Seleziona. Notate che sulla nota è comparso il vostro punto, anche se - mentre è selezionato - risulta
quasi completamente coperto dalla propria maniglia.

Ora, quando un segno di articolazione è selezionato, come in questo caso, è possibile trascinarlo con il mouse
(o in modo più preciso con i tasti freccia) in un'altra posizione; in alternativa lo si può cancellare - in caso di inse-
rimento errato - premendo il consueto tasto CANCEL in Windows o BACKSPACE in MacOS.

Qualora invece dobbiate modificarlo, farete doppio clic sulla sua maniglia, accedendo così alla finestra
­Configurazione dell'articolazione (fig. 18.3). Si tratta dell'area di lavoro più ricca di controlli all'interno dello stru-
mento Articolazioni, quindi va esaminata dettagliatamente:

• con le due piccole frecce della sezione A potete scegliere il segno su cui effettuare le modifiche; il
Fig. 18.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Articolazioni
numero che si trova a fianco rappresenta l'ordine di comparsa del simbolo stesso nella griglia della
finestra di selezione.
1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 12.xml" seguendo le istruzio- Il sistema è molto comodo, poiché consente di lavorare su tutti i segni desiderati, uscendo dalla fine-
ni riportate nell'Appendice 1.
stra solo a modifiche ultimate; non è peraltro necessario ricordare a memoria la corrispondenza fra
2. Nel menu della versione di Finale per Windows è preceduto dalla voce Strumenti avanzati, il cui sottomenu dà accesso agli strumenti i numeri e i simboli della griglia, in quanto questi ultimi vengono raffigurati - uno dopo l'altro - nelle
presenti nella tavolozza secondaria (Grafica, Sposta note, Ossia, ecc.). anteprime della sezione sottostante (C).

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Lezione 18. Lo strumento Articolazioni | 231 232 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

per cui uscite cliccando due volte su Annulla, fino a tornare alla finestra di Configurazione dell'articola-
zione.
Una volta appresa la procedura per creare o modificare i segni di articolazione principali, ricordate di
ripetere gli stessi passaggi anche per la sezione dei segni rovesciati, realizzando - quando necessario -
un simbolo "speculare" rispetto al precedente.

• Per quanto riguarda il pulsante Carattere sul lato destro (D), esso sarà ovviamente utile solo se il segno
di articolazione su cui state lavorando è un carattere tipografico e non una forma.
Grazie a questo pulsante, infatti, potrete modificare il font predefinito che Finale utilizza all'interno
della relativa finestra di selezione. Evidentemente, ciò amplia moltissimo le possibilità operative, poi-
ché potrete accedere a tutti i font installati nel vostro sistema, utilizzando un qualsiasi glifo di ciascuno
di essi.

• Successivamente si incontrano due menu a tendina (E), che raffinano ulteriormente le opzioni di de-
terminazione degli stati del simbolo; in pratica, agendo su di essi potrete stabilire il modo in cui l'arti-
colazione deve essere visualizzata (diritta o rovesciata) a seconda della sua posizione rispetto alla nota.
Per certi versi, questa può sembrare una ridondanza dei comandi descritti nella sezione C, ma eviden-
temente Finale ne ha bisogno per una corretta collocazione delle articolazioni, quindi dovrete impo-
starla sempre, anche quando il simbolo rimane uguale indipendentemente dalla sua posizione (sopra
o sotto la nota), come nel caso del punto di staccato.
Fig. 18.3 - La finestra Configurazione dell'articolazione
• Il pulsante Copia il simbolo principale (F) offre una possibilità molto interessante: vi sono infatti alcuni
• Il pulsante checkbox a destra (B) consente di rendere nascosto il simbolo, o meglio di visualizzarlo solo segni di articolazione che possono essere "iterati" orizzontalmente o verticalmente, in modo da adat-
a video e non nella stampa (o conversione grafica) del documento. È un'opzione che può essere utile tarsi alla lunghezza di una nota o all'altezza di un intervallo armonico.
nel caso in cui si voglia applicare un particolare effetto al playback per mezzo di un segno di articola- Il caso più tipico è la linea di ­estensione del trillo, che di norma viene prolungata dopo il simbolo " T "
zione, senza che quest'ultimo venga "rivelato" a livello di stampa. per tutta la durata dell'abbellimento. Un altro caso frequente riguarda la linea ondulata di un accordo
arpeggiato, che deve svilupparsi in verticale dalla nota più bassa a quella più alta o viceversa.
• Passando alla sezione Simboli (C), si nota subito la presenza di due blocchi di controlli praticamente In questi particolari segni di articolazione, per poter allungare il simbolo è dunque necessario aver pre-
identici, differenziati soltanto dai pulsanti introduttivi, che recano la dicitura Principale e Rovesciato. Il ventivamente selezionato questo pulsante. Così facendo, l'articolazione in partitura presenterà due
senso di questa "struttura doppia" è presto spiegato: vi sono alcuni segni di articolazione particolari,
maniglie, una per lo spostamento globale del segno e una per la sua estensione.
come il punto coronato, che si presentano in un certo modo quando sono posizionati sopra la nota, e
Facciamo un esempio pratico:
appaiono invece rovesciati quando si trovano sotto la nota: proprio per questo Finale prevede la defi-
nizione di due possibili stati del simbolo. 1. uscite per ora dalla finestra aperta premendo il pulsante Annulla, poi spostatevi in basso a battuta
Naturalmente, quando un segno rimane uguale a se stesso indipendentemente dalla posizione (come 24, dove in effetti Mozart ha previsto un trillo per il Si puntato;
accade nella maggior parte dei casi), nelle due aree andrà impostata la medesima istanza del simbolo 2. fate clic sulla nota suddetta, e nella finestra di selezione evidenziate il simbolo "T " (che è il n. 11
stesso. della griglia), quindi premete il pulsante Seleziona per applicare l'articolazione;
Si notino anche i due pulsanti di opzione accanto a ciascuna anteprima: come per i segni di espressione 3. a questo punto cliccate ancora sul Si puntato, e stavolta scegliete la linea di estensione (il simbolo
(cfr. Lezione n. 17), potrete decidere se il simbolo su cui state lavorando corrisponderà a un ­carattere n. 15), una forma già configurata per essere "estensibile";
­tipografico o a una particolare forma grafica. Ovviamente, le due diverse scelte modificheranno in
modo sostanziale la modalità stessa di creazione del simbolo. 4. affiancatela con precisione al segno precedentemente inserito, quindi trascinate la sua seconda
maniglia verso destra fino a raggiungere le due biscrome di risoluzione.
Mantenete per ora l'opzione Carattere, e fate clic sul pulsante Principale, con cui potete definire lo
status "di base" della vostra articolazione. Come si è visto nella schermata precedente (cfr. fig. 18.2), Ricordate che l'opzione di "estensibilità" del segno deve essere impostata in fase di creazione del sim-
la casella n. 1 della griglia contiene il punto di staccato; per questo motivo nella finestra di Selezione del bolo stesso, applicando la spunta al checkbox F testè analizzato.
simbolo che vi appare è attualmente selezionato il glifo n. 46, che nel font Maestro corrisponde proprio
al punto. Se desiderate modificare l'aspetto del vostro segno, avete quindi la possibilità di scegliere un • Riportatevi ora in cima alla pagina, e fate nuovamente doppio clic sul punto di staccato inserito a batt.
altro glifo qualsiasi. Per il momento, tuttavia, non cambiate niente e uscite cliccando su Annulla. 5, per proseguire nell'analisi della finestra di editing (cfr. sempre fig. 18.3).
Scegliete adesso l'opzione Disegno (sempre nella parte sinistra della sezione C), e tornate a cliccare • La sezione G, come il suo titolo suggerisce, è dedicata alle opzioni per il playback. Come detto in pre-
sul pulsante Principale. In questo caso, al posto della griglia di selezione del font Maestro, compare messa, anche i segni di articolazione (analogamente ai simboli di espressione analizzati nella lezione
una finestra che vi dovrebbe essere ormai familiare, in quanto l'abbiamo già incontrata varie volte ana- precedente), possono influenzare la riproduzione del brano, applicando un certo effetto alla modalità
lizzando gli altri strumenti di Finale: si tratta della finestra Selezione della forma disegnata, che funge di produzione del suono, come se la parte fosse eseguita da un vero interprete.
come sempre da "anticamera" allo Strumento Disegno, al quale accederete cliccando sul pulsante Crea. Con i quattro controlli qui presenti, perciò, potrete definire il modo in cui ogni articolazione interverrà
Lo Strumento Disegno, come si è visto, è il principale strumento grafico di Finale, e con i suoi numerosi sulle note a cui viene applicata. Va detto, tuttavia, che rispetto ai segni di espressione le opzioni per il
controlli è possibile realizzare le più disparate forme geometriche e altri oggetti di varia natura. playback sono in questo caso molto meno sofisticate: ciò è dovuto alla natura stessa di questi simboli,
Anche in questo caso, non è necessario analizzare nuovamente le possibilità offerte dal programma, per i quali è sufficiente un numero piuttosto limitato di parametri.

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Lezione 18. Lo strumento Articolazioni | 233 234 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

oo Il menu a tendina in apertura determina il tipo di modifica da applicare, che può riferirsi rispettiva- oo L'ultima casella di controllo, infine, prevede che in presenza di una legatura di portamento o di
mente: ­frase concomitante all'articolazione, quest'ultima debba sempre essere posizionata all'interno del-
1. alla durata del suono; la ­legatura, evitando perciò di sovrapporsi ad essa.
2. al suo momento d'attacco; • Spostandosi nell'area inferiore destra della finestra, si incontra un altro menu a tendina (I), molto
3. alla sua intensità dinamica (velocity). simile a quello incontrato per il posizionamento dei gruppi irregolari (cfr. Lezione n. 14).
Come in quel caso, con le opzioni presenti, potrete stabilire se l'articolazione debba essere collocata
oo Con le due caselle sottostanti deciderete poi l'ammontare della variazione. sopra o sotto le note, oppure dalla parte dei gambi o delle teste, oppure posizionata manualmente
Le caselle sono due per impostare correttamente l'effetto nel caso in cui l'articolazione sia applica- caso per caso.
ta a un accordo; scrivendo valori diversi nei due campi (uno per la nota più bassa e uno per la nota
più alta), Finale applicherà una variazione distinta per tali note. Se l'accordo è composto da tre o • Una volta decisa la collocazione generale del segno rispetto alla nota, dovrete poi impostare nella ca-
più note, la variazione avverrà progressivamente da un estremo all'altro dell'accordo stesso. sella Posizione predefinita verticale (J) la distanza del simbolo dalla nota stessa.
È evidente che qualora il simbolo vada applicato su una nota singola, dovrete scrivere il medesimo Tenete conto che questa indicazione potrebbe non essere sempre correttamente rispettata dal pro-
valore nelle due caselle, laddove è utile scrivere valori diversi quando si programmano articolazioni gramma, per una questione di coerenza con le scelte da voi effettuate attraverso i 5 checkbox del lato
per situazioni particolari, come per esempio una dinamica crescente in un accordo arpeggiato. sinistro (H): per esempio, se per il punto di staccato mantenete la corrente distanza pari a "16 EVPUs",
Nel caso specifico del punto di staccato, il programma applica per impostazione predefinita una ma contemporaneamente stabilite (con il secondo pulsante dell'area H) che il punto stesso non deb-
riduzione al 40% del valore complessivo della nota. Se voleste ottenere uno staccato più morbido, ba mai toccare il pentagramma, è evidente che la suddetta distanza sarà in molti casi aumentata per
evidentemente dovreste aumentare questo valore. poter rispettare la regola primaria.

oo Notate infine il checkbox che chiude la sezione: esso determina se i valori delle due precedenti ca- • In ultima analisi, il pulsante Posizionamento delle maniglie (K) serve per gestire un aspetto molto par-
selle devono essere espressi in percentuale o in valori assoluti. ticolare. Partiamo dal presupposto che i simboli musicali utilizzati da Finale per le articolazioni, sono
Ricordate che se scegliete di utilizzare i valori assoluti (togliendo la selezione al pulsante), essi in realtà semplici glifi appartenenti a un particolare font (Maestro, Jazz, ecc.); ora, di norma il compu-
saranno espressi in EDUs, le minutissime unità di durata che abbiamo ampiamente descritto a pro- ter colloca questi elementi sullo schermo mediante una maniglia invisibile situata nell'angolo inferiore
posito dello strumento Indicazione di tempo (cfr. Lezione n. 10). Gli EDUs vengono applicati se il ­sinistro di ciascuno di essi. Ciò premesso, Finale vi permette di aggiustare la collocazione delle sud-
menu a tendina nella parte superiore è impostato per modificare il momento di attacco o la durata, dette maniglie invisibili, in modo che tutte le impostazioni di posizionamento da voi effettuate nella
mentre se si modifica l'intensità dinamica i numeri delle due caselle rappresenteranno la velocity finestra Configurazione dell'articolazione funzionino correttamente.
espressa in valori MIDI, che come noto possono andare da 0 ("zero", che rappresenta il silenzio) a A questo proposito, se cliccate sul pulsante accederete alla finestra omonima (fig. 18.4), in cui potrete
127 (che è l'intensità massima). impostare nelle 4 caselle le distanze aggiuntive orizzontali e verticali - per il simbolo principale e quello
rovesciato - rispetto alla collocazione predefinita della maniglia del glifo.
oo Per capire meglio il funzionamento di questa sezione e dei suoi controlli, si consiglia di osservare
attentamente come sono regolate le impostazioni predefinite di tutti i segni di articolazione pre-
senti nella griglia di base; si vedrà allora, caso per caso, quale opzione è stata utilizzata nel menu a
tendina e l'ammontare dei valori scritti nelle caselle per ottenere un determinato effetto.

• Passate infine alla parte bassa della finestra, che regola il posizionamento di ogni articolazione.
In primo luogo, sulla sinistra, trovano posto 5 caselle di controllo (H), con le quali si daranno a Finale
le istruzioni relative alla collocazione generale del simbolo:

oo il primo checkbox obbliga il segno di articolazione a evitare sempre le linee del rigo; ciò significa che
esso potrà essere posizionato solo negli spazi interni oppure all'esterno del rigo stesso; è un'opzio-
ne utile soprattutto quando il simbolo, a causa del suo aspetto, potrebbe sovrapporsi o confonder-
si con le linee del rigo, come nel caso del trattino per le note appoggiate (–).

oo Il secondo checkbox impone un obbligo ancora più radicale, ovvero esclude del tutto la possibilità Fig. 18.4 - La finestra Posizionamento della maniglia
che il segno di articolazione possa toccare il pentagramma. Le più note case editrici musicali ap-
plicano questa regola per moltissimi segni, dal punto coronato agli accenti, dal simbolo del trillo In linea di massima, comunque, non dovrete servirvi quasi mai di questi controlli, a meno che non stia-
a quello del mordente, e così via: perciò anche Finale - per la maggior parte delle articolazioni - si te utilizzando simboli insolitamente larghi, o glifi particolari contenuti in font inusuali.
adegua alla prassi comune.
La finestra Configurazione dell'articolazione, per quanto complessa, costituisce in pratica l'unico importante ele-
oo Il terzo pulsante, che sarà disponibile solo per le articolazioni "allungabili", fa sì che - qualora vi sia mento di controllo relativo a questi segni; per concludere la trattazione sull'argomento, analizziamo - come di
un accordo - il simbolo in questione venga associato alla nota superiore dell'accordo stesso. consueto - alcune modalità per la velocizzazione del lavoro.
oo Con il quarto checkbox, invece, si regola il posizionamento orizzontale, e nello specifico si chiede a Una delle principali aspettative dell'utente, quando lavora su partiture che richiedano l'inserimento di un gran
Finale di centrare il simbolo rispetto alla testa della nota. Questa opzione, come si intuisce, dovreb- numero di articolazioni, è quella di poter applicare a molte note i simboli di uno stesso tipo, effettuando un'uni-
be essere selezionata per la maggior parte dei segni di articolazione, fermo restando che - una ca operazione. Finale soddisfa perfettamente questa esigenza, e per descrivere la procedura applicativa faremo
volta inserito in partitura - ogni segno potrà essere spostato a piacere trascinandone la maniglia. un esempio utilizzando ancora il Rondò alla turca di Mozart.

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Coloro che conoscono questa composizione, sanno che la sua esecuzione prevede - detto molto sommariamen- oo I due pulsanti successivi della finestra (D) influenzano il comportamento del programma in presen-
te - che le semicrome vengano legate e le crome siano invece staccate; assegneremo dunque il punto di staccato a za di eventuali legature di valore.
tutti gli ottavi della mano destra, fino al primo segno di ritornello. Vi sono infatti alcuni segni di articolazione che in tali casi seguono determinate regole: per esem-
pio, come si vede nella fig. 18.6, non si collocherà di norma un punto coronato sulla prima nota di
1. Uscite da tutte le eventuali finestre aperte e - per lavorare più comodamente - attivate in primo luogo una legatura, ma piuttosto sulla seconda; analogamente, un segno di accento non si porrà sulla
la modalità di Visualizzazione ­Lineare (come spiegato nella lezione n. 4, potete utilizzare la scorciatoia seconda nota, bensì sulla prima.
CTRL+E in Windows o CMD+E in MacOS per passare alternativamente dalla Visualizzazone Pagina a
quella Lineare e viceversa);
2. impostate una percentuale di zoom adeguata, che vi consenta di vedere sullo schermo le prime 8 misu-
re (rileggete anche in questo caso, se necessario, la lezione n. 4);
3. effettuate la selezione dell'area che vi interessa (le suddette 8 misure), trascinando il mouse attorno
all'intera regione;
4. al termine della selezione, Finale emette una nuova finestra, denominata Applicare l'articolazione
(fig. 18.5). Al suo interno comunicherete al programma quale articolazione vi serve, e su quali tipi di
note volete collocarla:

Fig. 18.6 - Esempi di assegnazione (corretta e scorretta)


di un segno di articolazione su note legate

Naturalmente vi sono casi particolari in cui è necessario - per varie ragioni - derogare alle suddette
consuetudini, perciò i due pulsanti consentono di decidere se l'articolazione dovrà essere applicata
o meno alle note legate, e in caso affermativo, in quali contesti dovrà comparire.
Nel nostro esempio non vi sono legature di valore, quindi la selezione o meno dei predetti checkbox
è del tutto ininfluente.
oo In chiusura, le due caselle di testo (E) permettono di fissare un'eventuale distanza aggiuntiva fra il
simbolo prescelto e le note; tale impostazione si aggiunge, ovviamente, a quella specificata nella
finestra di creazione delle articolazioni descritta nei paragrafi precedenti (cfr. fig. 18.3).
Nel presente caso potete mantenere questi valori sullo 0 ("zero"), quindi confermate finalmente il
tutto con il pulsante OK e vedrete che - con un'unica operazione - il punto di staccato è stato appli-
cato a tutte le crome della regione selezionata.
Fig. 18.5 - La finestra Applicare l'articolazione La suddetta procedura di assegnazione, come si è visto, è davvero efficiente e fa risparmiare molto tempo pre-
zioso. Ricordate che, all'occorrenza, la finestra Applicare l'articolazione può essere richiamata anche dal menu
oo nella prima casella (A), se conoscete il numero identificativo del simbolo da inserire (in base al Utilità, ma in questo caso sarà prima necessario evidenziare l'area interessata con lo strumento Selezione.
suo ordine di comparsa nella griglia di fig. 18.2), potete scriverlo direttamente. Nel caso in esame, Questa prassi alternativa è utile soprattutto se dovete coinvolgere nel procedimento un grande numero di bat-
sapendo che il punto di staccato è proprio il primo segno, potete mantenere il numero "1"; se non tute o addirittura molte pagine, eventualità che renderebbe assai scomoda - se non impossibile - la selezione
si ricorda la sequenza, comunque, è possibile cliccare sul pulsante Seleziona a destra e scegliere dell'area interessata con il semplice trascinamento del mouse.
l'articolazione direttamente dalla galleria proposta.
In aggiunta, si ricorda che anche per inserire le articolazioni è possibile servirsi dei comodissimi Metatool; se
oo L'area successiva è decisamente la più importante, in quanto determina in modo molto preciso su infatti osservate ancora la finestra di fig. 18.2, noterete nell'angolo superiore destro di ogni casella una lettera o
quali note dovrà essere collocato il simbolo prescelto. un numero corrispondenti al tasto da utilizzare. Naturalmente, l'impostazione e il funzionamento delle suddet-
Con il primo pulsante di opzione (B), esso verrà assegnato indistintamente a tutte le note dell'area te scorciatoie coincidono con quanto già ampiamente descritto nelle lezioni precedenti.
selezionata. Nel caso delle articolazioni, infine, è davvero interessante la facoltà di utilizzare in modo "combinato" i Metatool
Con il secondo pulsante (C), invece, verranno attivate le due file di valori sottostanti, in cui dovrete e l'assegnazione multipla dei simboli. Per fare un semplice esempio, sapendo che il Metatool del punto di stacca-
specificare l'ambito preciso di posizionamento. to corrisponde alla lettera "S", basterà tenere premuto il tasto "S" e trascinare il mouse lungo l'area ­interessata.
Se per esempio fosse necessario porre l'articolazione su tutte le crome e le semiminime, dovreste Potete sperimentare la procedura sulle crome di accompagnamento delle prime 4 battute, e vedrete che tutte
fare clic esattamente sui valori corrispondenti; prestate attenzione, poiché in tali casi è necessario le note saranno immediatamente corredate del punto.
selezionare i valori dal più piccolo al più grande, altrimenti la procedura non avrà alcun effetto. Si tratta, evidentemente, di un ottimo sistema per bypassare completamente la finestra di applicazione delle
Osservando l'esempio mozartiano, l'unico valore su cui va applicato il punto di staccato è la croma, articolazioni ma - come si può intuire - esso sarà utile solo nel caso in cui si debba assegnare un simbolo a tutte
quindi cliccate sul relativo simbolo in entrambe le file. Notate altresì che il valore può essere spe- le note indistintamente: operando in questo modo, infatti, non si potrà specificare l'ambito di valori, né alcun
cificato anche in EDUs, opzione molto utile nel caso in cui i valori desiderati non compaiano fra le altro parametro applicativo.
figure disponibili.

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238 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Quale che sia scelta effettuata, sullo schermo compare una tavolozza espressamente dedicata allo strumento,
contenente tutti i simboli che - grazie ad esso - si possono collocare in partitura (fig. 19.2).

Lezione 19
Lo strumento Forme intelligenti

Uno degli strumenti più affascinanti di Finale è costituito dalle cosiddette Forme Intelligenti, un nome forse un
po' ambizioso che identifica tutti quei segni (legature, forcelle di crescendo e diminuendo, parentesi di ottava
alta e bassa, ecc.) in grado di ridimensionarsi e - in alcuni casi - adattarsi automaticamente alla natura del mate-
riale musicale cui si riferiscono.
Per attivare lo strumento è necessario richiamarlo dalla tavolozza degli strumenti principali, in cui è rappresen-
tato da una forcella di crescendo sormontata da una legatura (fig. 19.1 A), oppure aprire il menu Strumenti e
selezionare la relativa voce, collocata fra le ultime posizioni.
Notate che se si opta per la seconda soluzione, come già si è visto per lo strumento Inserimento semplice (cfr.
Lezione n. 11), l'opzione si espande in un menu secondario dal quale è possibile scegliere direttamente la forma Fig. 19.2 - La tavolozza specifica dello strumento Forme intelligenti
specifica che si vuole utilizzare (fig. 19.1 B).
Nell'ordine troviamo:
• la legatura di frase (A), che non va assolutamente confusa con la legatura di valore, la quale - come
ricorderete - si ottiene esclusivamente per mezzo degli strumenti di inserimento delle note (cfr. lezioni
nn. 11 e 12).
• il medesimo simbolo (B), ma in versione tratteggiata;
• le forcelle di diminuendo (C) e di crescendo (D);
• Il simbolo del trillo (E) e la sua linea di estensione (F);
• i simboli di ottava (G) e quindicesima (H), che potranno essere "alte" o "basse": in seguito vedremo
come differenziarle;
• la linea a uncino doppio (I) e la sua variante tratteggiata (J);
• la linea a uncino singolo (K) e la sua variante tratteggiata (L);
• la linea retta continua (M) e la sua variante tratteggiata (N);
• il simbolo del glissando (O);
• il bending generico (P): è un segno simile al glissando, indicante però l'assenza di una precisa "nota
d'arrivo", benché in genere la variazione dell'intonazione si limiti a un intervallo piuttosto ridotto (dal
semitono alla terza minore), che può essere specificato tramite un'apposita indicazione testuale;
• il bending specifico (Q), detto anche bending hat per la sua forma "a cappello": a differenza del prece-
dente, questo simbolo indica una variazione progressiva dell'intonazione fino a una nota d'arrivo ben
precisa (che andrà specificata in partitura) e il successivo ritorno alla nota di partenza.
Come per il bending generico, di norma il segno si riferisce a un intervallo medio-piccolo: per un effetto
di bending hat su intervalli più ampi è più corretto inserire un doppio segno di glissando o di strisciato
(cfr. il punto successivo);
• il simbolo dello strisciato (R), che costituisce un'alternativa al classico simbolo del glissando e viene
utilizzato perlopiù nella notazione per strumenti a corda, in particolare per la chitarra;
• un'altra istanza della legatura di frase in versione tratteggiata (S): a differenza della forma standard
Fig. 19.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Forme intelligenti (B), che presenta una certa "bombatura" (è più sottile alle estremità e più spessa al centro), questa

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Lezione 19. Lo strumento Forme intelligenti | 239 240 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

legatura appare più omogenea e i trattini che la compongono hanno tutti il medesimo spessore; In tutte le principali edizioni della Sonata K 331, la parte dell'accompagnamento nel Rondò - come molti pianisti
• il simbolo indicante la linea personalizzata (T), ovvero una forma completamente configurabile dall'u- ben sanno - prevede che in alcune battute della mano sinistra le prime due crome vengano legate e le altre due
tente; in seguito vedremo come realizzare questi oggetti speciali e come utilizzarli proficuamente in siano staccate (fig. 19.3):
una partitura.
L'utilizzo professionale di questo strumento è piuttosto complesso poiché, come in altre situazioni, Finale offre
all'utente la possibilità di specificare i dettagli più minuziosi per ogni forma intelligente; non dimenticate, infatti,
che dal punto di vista puramente grafico questi elementi presentano spesso problemi di inserimento, poiché
più di tutti gli altri simboli accessori rischiano di collidere o di sovrapporsi alle note, al testo e ad altri oggetti
presenti nella pagina: è quindi indispensabile conoscere in modo approfondito le tecniche per gestirli dal punto
di vista del posizionamento e dell'estensione lungo il materiale a cui si riferiscono.
Per effettuare tutte le prove e gli esempi proposti in questa lezione, aprite nuovamente il file già utilizzato per
lo strumento Articolazioni (cfr. Lezione n. 18) e denominato "Documento di esempio 12.musx"1.
Fig. 19.3 - Fraseggio della mano sinistra nella Sonata K 331 di W.A. Mozart (Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1878)
La nostra analisi inizia dall'operazione primaria, ovvero la collocazione delle forme in partitura: essa richiede una
certa attenzione poiché si serve della cosiddetta tecnica del "clic e mezzo", una modalità alternativa di utilizzo
in casi come questi, ovvero quando si debbano legare solo due note, non è necessario utilizzare la tecnica del
del mouse già incontrata brevemente nella trattazione dedicata all'Inserimento rapido (cfr. Lezione n. 12).
"clic e mezzo": sarà sufficiente effettuare un "normale" doppio clic sulla prima delle due note da legare, e Finale
Il metodo prevede pochi ma rigorosi passaggi:
inserirà automaticamente la forma senza necessitare del trascinamento.
1. si seleziona dalla tavolozza speciale dello strumento (cfr. fig. 19.2) la forma desiderata; Potete quindi completare l'esercizio inserendo tutte le legature che vedete nell'edizione sopra illustrata.
2. si posiziona il puntatore approssimativamente nel punto in cui dovrà iniziare la forma stessa; Venendo alle maniglie che compaiono su ogni forma subito dopo la sua immissione, esse avranno - come per i
3. si effettuano due clic col tasto sinistro in rapida successione, ma la seconda volta non si deve rilasciare gruppi irregolari - la funzione di variare l'aspetto grafico predefinito della forma stessa; anche in questo caso,
il pulsante del mouse (per questo motivo denominiamo l'azione "clic e mezzo"); ciascun elemento ricopre un ruolo ben preciso (fig. 19.4):
4. a questo punto si può trascinare nella direzione necessaria: la forma intelligente diverrà visibile e potrà
essere estesa a piacere, fino a raggiungere la lunghezza desiderata;
5. quando l'elemento sarà stato correttamente tracciato, si potrà rilasciare il tasto sinistro del mouse: la
­forma verrà "ufficialmente" collocata sulla pagina e la procedura sarà conclusa.
Facciamo subito un esercizio con il Rondò alla turca di Mozart, unendo con una legatura di frase il primo inciso
della mano destra:
1. selezionate nella tavolozza l'icona della legatura di frase (cfr. fig. 19.2 A);
2. posizionate con cura il puntatore sulla prima nota del brano (Si semicroma) ed effettuate su di essa il
primo "clic e mezzo";
3. prima di trascinare, notate che la nota è stata evidenziata tramite un riquadro nero: ciò significa che
Finale ha avviato la procedura e attende di sapere quale sarà l'ultima nota del gruppo; Fig. 19.4 - I punti di controllo delle legature di frase
4. senza rilasciare il pulsante del mouse, trascinate perciò verso destra e fermatevi sulla quinta nota (Do
croma), in modo che venga selezionata anch'essa; • la maniglia quadrata al centro (A) serve per spostare l'intera forma in qualsiasi altro punto della pagina,
senza modificarne in alcun modo l'aspetto generale.
5. ora potete rilasciare il tasto, così la legatura di frase verrà correttamente collocata su tutto l'inciso. Muovendo una qualunque legatura, notate che essa rimane comunque associata al gruppo di note su
6. Osservate come il programma determini autonomamente su quale lato del rigo situare la legatura, in cui è stata tracciata, come testimonia l'immediata comparsa della selezione sulla prima e sull'ultima
base ovviamente alle altezze delle note coinvolte e all'estensione orizzontale dell'intero gruppo. nota del gruppo stesso; questa caratteristica è utile per tenere sempre traccia delle corrette assegna-
Anche la curvatura e l'ampiezza della forma sono state regolate in automatico in base ai predetti para- zioni, specialmente quando si effettuano numerosi spostamenti del materiale in partiture di elevata
metri: ecco perché gli oggetti di questo tipo vengono definiti "forme intelligenti", proprio per la loro complessità.
capacità di adattarsi perfettamente al contesto musicale cui si riferiscono. • La prima maniglia romboidale a sinistra (B) determina la posizione del punto iniziale della legatura; è
7. Notate inoltre, proprio come accade per le forme associate ai gruppi irregolari (cfr. Lezione n. 14), che possibile variarne a piacere la distanza dalla nota, ma anche trascinare la maniglia sopra una nota di-
ogni legatura - subito dopo essere stata tracciata - viene corredata da una maniglia quadrata e 5 mani- versa, che diventerà il nuovo punto d'aggancio della forma.
glie romboidali, della cui funzione ci occuperemo nei paragrafi successivi. Osservate sempre la capacità, peculiare di queste forme, di "rimodellarsi" automaticamente in modo
ottimale ogni qualvolta venga variato il punto d'aggancio.
8. Per prendere confidenza con il metodo, potete inserire altre legature in tutti i punti necessari.
• La seconda e la quarta maniglia romboidale (C) servono per modificare la curvatura delle parti interne
1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 12.xml" seguendo le istruzio- della ­forma; agendo su di esse, si possono ottenere risultati assai curiosi e addirittura impostare una
ni riportate nell'Appendice 1. ­"legatura a forma di S", elemento che si incontra in molte partiture moderne e contemporanee.

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Lezione 19. Lo strumento Forme intelligenti | 241 242 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

• La maniglia romboidale al centro (D) permette di variare l'ampiezza generale della legatura, consenten- A titolo di esempio, cliccate sul segno completo e applicatelo a battuta 24, nel punto previsto dall'autore
do se necessario di rovesciare completamente la figura. (fig. 19.6). Vedete che il trillo presenta una struttura ancora più semplice e prevede - oltre alla maniglia centrale
obbligatoria (A), che servirà come sempre per lo spostamento generale della forma - solo due manigliette rom-
• Infine, l'ultima maniglia romboidale a destra (E) è antitetica alla prima, pertanto determina la posizione
boidali, una per l'estensione verso destra (B) e una per l'estensione verso sinistra (C).
del punto terminale della legatura, consentendo altresì di cambiare la nota su cui si conclude la forma
Anche in questo caso vi sono i due indicatori (nei cerchi verdi) relativi ai punti d'aggancio (iniziale e finale) della
stessa.
forma.
Ricordate che in qualsiasi momento potrete annullare tutte le modifiche apportate alla figura di partenza, clic-
cando sulla maniglia quadrata principale con il tasto destro del mouse: si aprirà un menu contestuale, dal quale
sceglierete la voce Rimuovi gli aggiustamenti manuali delle legature.
Impartendo questo utile comando, gli unici elementi che non torneranno alla condizione iniziale sono i punti
d'aggancio (sinistro e destro) della legatura, poiché essi vengono considerati dati fondamentali della figura, per-
tanto possono essere modificati solo manualmente.

Aggiungiamo che la disposizione automatica delle legature di frase da parte di Finale è più che soddisfacente
nella maggior parte dei casi, ma spesso si dovrà effettuare qualche piccolo correttivo per i motivi più diversi,
ragion per cui la conoscenza e l'utilizzo consapevole di questi punti di controllo è assolutamente indispensabile.

Proseguendo nell'analisi, va specificato che le modalità di inserimento e modifica analizzate per la ­legatura di
­frase possono essere applicate - in linea di principio - anche a tutti gli altri simboli presenti nella tavolozza dello Fig. 19.6 - I punti di controllo del trillo completo
strumento Forme intelligenti; tuttavia, poiché ciascun elemento possiede caratteristiche grafiche ben precise, vi Facciamo un ulteriore esempio relativo ai segni sensibili al contesto; selezionate perciò l'icona dell'ottava (cfr.
sono alcune varianti più o meno consistenti rispetto al modello. fig. 19.2 G) e portatevi in un punto qualsiasi del brano, per esempio all'inizio dell'ultima accollatura.
Provate a selezionare, per esempio, la forcella di diminuendo (cfr. fig. 19.2 C), che collocherete tra le battute 7 e Per determinare se la forma inserita dovrà indicare l'ottava alta o l'ottava bassa, Finale si riferisce al lato del rigo
8 con il metodo del "clic e mezzo". La forcella, come si vede, presenta una maniglia quadrata centrale e soltanto scelto d­ all'utente per iniziare il trascinamento. Osservate infatti la forma del puntatore:
tre maniglie romboidali (fig. 19.5): a. se vi posizionate sopra il rigo, esso assume la forma di una croce con una piccola freccia rivolta verso
il basso (fig. 19.7 A); trascinando con la tecnica del "clic e mezzo", otterrete il classico segno di ottava
alta, come testimonia l'uncino all'estremità della linea tratteggiata, che appare rivolto verso il basso
(B);

Fig. 19.5 - I punti di controllo delle forcelle di diminuendo (validi anche per il crescendo)

• la maniglia quadrata centrale (A), prevedibilmente, ha la stessa funzione descritta per le legature di
­frase, perciò sposta l'intera forma in qualsiasi altro punto della pagina, senza modificarne in alcun Fig. 19.7 - Elementi per la tracciatura del segno di ottava alta
modo l'aspetto generale.
b. se invece vi posizionate sotto il rigo, la freccia del puntatore sarà rivolta verso l'alto (fig. 19.8 A);
• con la maniglia romboidale al vertice della forcella (B) potrete variare la lunghezza della figura esten- ­trascinando, quindi, otterrete il segno di ottava bassa, come testimoniano la dicitura "8 " e l'uncino
dendola verso destra, mentre con la maniglia opposta (C) la estenderete verso sinistra; all'estremità, che stavolta appare rivolto verso l'alto (B).
• con la terza maniglia romboidale, collocata sul braccio superiore della forcella (D), modificherete
­l'ampiezza della forma stessa;
• vi sono poi due altri indicatori (E e F) che corrispondono ai punti d'aggancio (iniziale e finale) della
forma esaminati per le legature di frase: a differenza di questi, però, essi non possono essere spostati
direttamente ma la loro posizione varia conseguentemente al trascinamento delle maniglie B e C.

Passiamo ora al simbolo del trillo (cfr. fig. 19.2 E e F); per questo tipo di forma, come detto, vi sono due distinti
elementi nella tavolozza: il primo è contrassegnato dal tipico simbolo "T ", il secondo dalla linea di estensione.
La differenza sta nel fatto che scegliendo il primo segno otterrete un trillo completo, comprendente sia il segno
" T " sia la linea ondulata, mentre con il secondo otterrete la solamente la linea. Fig. 19.8 - Elementi per la tracciatura del segno di ottava bassa

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Lezione 19. Lo strumento Forme intelligenti | 243 244 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Notate che anche le indicazioni di ottava e quindicesima (alte o basse che siano), come abbiamo visto per la La struttura della suddetta finestra è analoga a quella di tutte le schermate di selezione incontrate fino a questo
forma del trillo, dispongono solo di una maniglia principale quadrata (fig. 19.9 A) e due secondarie romboidali, momento analizzando i vari strumenti; è possibile, infatti, visualizzare tutti i simboli predefiniti nella sezione
atte ad estendere la figura verso destra (B) o verso sinistra (C), oltre ai consueti indicatori dei punti d'aggancio centrale (A), eventualmente scorrendo in verticale con la barra sulla destra, mentre nella parte inferiore vi sono
evidenziati nei cerchi verdi. i consueti pulsanti per la creazione, modifica, duplicazione, cancellazione o spostamento degli elementi sopra
raffigurati (B).
La funzione più interessante, come sempre, è quella finalizzata alla realizzazione di un simbolo completamente
nuovo, a cui accederete facendo clic sul pulsante Crea.
Il comando apre un'altra grande finestra di dialogo, denominata in questo caso Stile delle linee intelligenti (fig.
19.11) e ricca di controlli che ora descrivemo sommariamente, creando nel contempo un esempio da collocare
in partitura.

Fig. 19.9 - I punti di controllo dei segni di ottava e quindicesima

Ora, dato per inteso che il meccanismo per l'inserimento delle forme intelligenti funziona sempre allo stesso
modo per tutti gli elementi della tavolozza (con qualche piccola differenza relativamente al numero e al signi-
ficato delle maniglie), portate l'attenzione all'ultimo simbolo in basso, quello relativo alla creazione delle linee
personalizzate (cfr. fig. 19.2 T).
Questo segno rinvia sempre ad una forma ben precisa: per verificarne l'aspetto dovrete cliccare sul simbolo
stesso tenendo premuto il tasto CTRL se lavorate in Windows, oppure il tasto ALT se siete su MacOS.
Il clic sull'icona dà accesso a una finestra denominata Selezione della linea intelligente (fig. 19.10) in cui - per
impostazione predefinita - appare evidenziata la retta che talvolta si utilizza per indicare la pedalizzazione nel
pianoforte.

Fig. 19.11 - La finestra Stile delle linee intelligenti

• La prima sezione in alto a sinistra si riferisce allo stile della linea: il menu a tendina (A) stabilisce se essa
sarà costituita da un segno continuo, o da un tratteggio, oppure se sarà basata sulla ripetizione ciclica
di un determinato glifo tipografico.
• Il checkbox al suo fianco (B), quando selezionato, imporrà alla linea una direzione sempre o­ rizzontale.
È molto conveniente, in certi casi, utilizzare questo controllo per evitare che un tracciamento impre-
ciso dia come risultato una linea non perfettamente diritta. È ovvio, altresì, che se la linea che state
configurando dovrà essere tracciata anche in diagonale, non dovrete assolutamente porre la selezione
al pulsante.
• La casella sottostante (C), che si attiva solo scegliendo la linea continua (detta anche solida) o quella
tratteggiata dal menu A, permette di fissarne lo spessore (ovviamente nell'unità di misura principale
predefinita, in questo caso gli EVPUs).
• Le due caselle seguenti (D), invece, saranno utilizzabili solo nel caso in cui abbiate selezionato la linea
­tratteggiata dal menu A, e vi consentiranno di regolare (sempre nell'unità predefinita) la lunghezza dei
Fig. 19.10 - La finestra Selezione della linea intelligente singoli trattini e l'esatta distanza fra essi.

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• Infine, i controlli in basso (E) si attivano solo se avete stabilito che la vostra linea sia costituita dalla • Rimane da analizzare solo l'ultima parte della finestra, nella quale si potranno definire uno o più
ripetizione costante di un glifo, come avviene per esempio per la linea ondulata del trillo. ­elementi testuali da aggiungere alla linea.
Potete quindi selezionare il carattere (font) di provenienza, il glifo specifico ad esso appartenente e Il testo può essere collocato in cinque punti differenti, ciascuno completamente personalizzabile per
persino la distanza verticale del segno rispetto alla propria linea virtuale di base. mezzo di una coppia di pulsanti, Modifica e Posizione13 :
oo la prima possibilità (K) riguarda il testo che eventualmente si colloca all'inizio della linea;
• Riassumendo ai fini dell'esempio da realizzare, nei controlli di questa prima area selezionate la linea
tratteggiata, indi apponete la spunta al pulsante Orizzontale e non modificate alcun altro parametro. oo la seconda possibilità (L), invece, è utile nei casi in cui la linea sia molto lunga e vada a capo sul rigo
Notate come l'anteprima in basso a destra (P) vi tenga regolarmente aggiornati in merito alla progres- successivo: il testo inserito in questa sede, perciò, comparirà nel punto in cui la linea riprende su
siva "evoluzione" della vostra linea. uno o più righi sottostanti;
oo con la terza coppia di pulsanti (M) definirete l'eventuale testo che si vedrà alla fine della linea.
• Passate ora alla sezione più a destra (F), nelle cui caselle è possibile specificare l'esatto posizionamen- Ricordate che se la linea si prolunga - come detto nel caso precedente - su due o più righi, questo
to della linea rispetto al punto in cui verrà tracciata in partitura. testo comparirà solo sull'ultimo di essi;
Potete quindi definire il punto d'inizio, quello di una eventuale continuazione in un rigo successivo, e
oo in penultima posizione (N), stabilirete i parametri dell'eventuale testo che si collocherà al centro
naturalmente il punto conclusivo; il senso di queste impostazioni apparirà chiaro qualora la linea sia
esatto della vostra linea.
­introdotta o conclusa da uno o più elementi testuali, poiché in questi casi essi tenderanno a sovrap-
porsi alla linea stessa. I tre checkbox a fianco, perciò, consentiranno di collocare i suddetti punti di oo Qualora il testo al centro sia molto lungo, e contestualmente venga tracciata in partitura una linea
posizionamento prima o dopo il testo, a seconda dei casi. più corta del testo stesso, esso non apparirà affatto; per prevenire questo eventuale problema,
Infine, l'ultima casella imposta la posizione verticale della linea, sempre rispetto al punto in cui farete potete utilizzare l'ultima coppia di pulsanti (O), finalizzata alla creazione di un eventuale testo
­centrale abbreviato, che Finale utilizzerà automaticamente ogni qualvolta si verifichi il caso sud-
clic per trascinare la forma.
detto.
Per quanto riguarda il corrente esempio, potete lasciare tutti questi valori impostati sullo "zero".
• Ai fini del nostro esempio, in questa sezione aggiungeremo un testo esclusivamente al centro della
• L'area centrale della finestra è invece completamente dedicata alla definizione delle estremità della linea; cliccate perciò sul pulsante Modifca in quarta posizione (N) e nella finestra di composizione del
linea che si sta creando. Questi controlli, quindi, saranno utili solo nei casi in cui la linea preveda un ­testo scrivete "Linea personalizzata".
certo elemento grafico, come ad esempio una freccia o un uncino, all'inizio ed eventualmente anche Tralasciate, per brevità, qualunque intervento sulla formattazione.
alla fine della sua estensione. • Confermate con il pulsante OK, e subito noterete nell'anteprima P che la scritta appare troppo vicina
La sezione si compone di due parti assolutamente identiche, una per configurare l'eventuale elemento alla linea tratteggiata; cliccate quindi sul pulsante Posizione (sempre nel gruppo N) e aumentate il va-
iniziale e una per quello finale; con i vari pulsanti di opzione potrete dare al programma quattro indica- lore verticale portandolo a "25 EVPUs".
zioni differenti per ciascuna estremità della linea:
• Cliccate ancora su OK e - una volta tornati alla finestra precedente - agite sul pulsante Modifica del
oo selezionando il primo pulsante (G) comunicherete semplicemente a Finale che non vi dovrà essere gruppo O per impostare la forma abbreviata del testo.
alcuna freccia o altro simbolo analogo; In questo caso scrivete semplicemente "Linea pers." e confermate.
oo con la seconda opzione (H) utilizzerete invece una freccia predefinita, il cui preciso aspetto potrete • Accedete anche in questo caso alle funzioni di Posizione del gruppo O per impostare un analogo valore
scegliere cliccando sul pulsante Seleziona posto a fianco; verticale di "25 EVPUs", e confermate sempre su OK.

oo se nessuna delle frecce proposte da Finale vi soddisfa, farete clic sulla terza opzione (I); agendo • Il simbolo è finalmente pronto: cliccate sul pulsante OK della finestra generale, e tornerete alla
anche in questo caso sul pulsante Seleziona, potrete creare una vostra estremità personalizzata, ­schermata di Selezione della linea intelligente (cfr. fig. 19.10), al cui interno ora troverete la forma ap-
pena ­creata.
che non sia necessariamente una freccia.
Verificate che essa sia evidenziata, quindi cliccate su Seleziona e sarete pronti per il suo inserimento in
In prima istanza troverete alcune figure alternative (perlopiù segni di pedalizzazione pianistica), ma
partitura con il consueto metodo del "clic e mezzo".
cliccando sul pulsante Crea entrerete per l'ennesima volta nella ben nota finestra dello Strumento
Disegno, in cui potrete tracciare un nuovo elemento a piacere12. • Mentre tracciate la linea, noterete che - non appena essa raggiunge un'estensione sufficiente - compa-
re dapprima il testo abbreviato ("Linea pers.") e, se continuate ad allungare, a un certo punto appare
oo La quarta opzione (J), infine, vi consentirà di utilizzare un uncino come estremità della linea. il testo completo ("Linea personalizzata"). Finale decide quindi in modo autonomo quale "variante"
In questo caso non è necessario accedere ad alcuna finestra aggiuntiva: sarà sufficiente indicare applicare, a seconda della lunghezza complessiva da voi impressa alla figura (fig. 19.12).
un preciso valore nella casella, che sarà positivo se si desidera che l'uncino sia rivolto verso l'alto,
negativo se invece lo si vuole direzionare verso il basso.
• Per l'esempio in corso, creerete proprio un uncino discendente all'estremità sinistra, inserendo nella
casella un valore pari a "–15 EVPUs", e un identico uncino discendente all'estremità destra, sempre im-
mettendo un valore di altezza pari a "–15 EVPUs".
Continuate nel frattempo ad osservare l'evoluzione della vostra linea personalizzata all'interno dell'an-
teprima P. Fig. 19.12 - Esempio di linea personalizzata con variazione automatica del testo centrale

2. Lo Strumento Disegno è stato più volte citato nelle lezioni precedenti; per una descrizione dettagliata delle sue funzioni, si rinvia in 3. L'aspetto e il funzionamento delle finestre che si aprono cliccando su questi due pulsanti sono - in tutto e per tutto - simili a quelli
particolare alla lezione n. 8 (Lo strumento Chiave, pag. 74 e seguenti). descritti per l'inserimento del nome dei righi (cfr. Lezione n. 5, in particolare le pagg. 36 e 40).

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Lezione 19. Lo strumento Forme intelligenti | 247 248 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

Nella maggior parte delle situazioni, una buona conoscenza delle tecniche descritte fino a questo momento vi oo a seguire vi può essere una legatura "ad arco lungo", con lunghezza massima di "864 EVPUs" e al-
consentirà di gestire tutte le forme intelligenti in modo più che soddisfacente. tezza predefinita di "72 EVPUs";
Come sempre, però, Finale vi permette - se necessario - di fare alcuni passi in più, al fine di ottenere un controllo
oo infine, la legatura può essere "ad arco extra-lungo", con estensione pari o superiore a "1152 EVPUs",
veramente completo e professionale dello strumento e di poter gestire anche gli eventuali "casi particolari";
per la quale Finale imposterà automaticamente un'altezza di "80 EVPUs".
a questo proposito analizzeremo ora il menu speciale Forme intelligenti che - come nei casi analoghi - compare
accanto ai menu fissi nella parte alta dello schermo (fig. 19.13). • Ogni qualvolta collocherete in pagina una legatura di frase, Finale ne verificherà dunque l'estensione e
automaticamente applicherà ad essa un'altezza, sulla base dei parametri sopra elencati.
Ovviamente, è possibile modificare in piena libertà le ampiezze predefinite per tutti e 4 i tipi di ­legatura,
variando il valore della casella Altezza (B).
• Con l'altra casella (Estremi, C) cambierete invece lo stile delle estremità laterali delle legature.
Tenete presente che più il valore di questo campo è basso, più gli estremi risulteranno arrotondati; via
via che si aumenta il valore, invece, essi assumeranno un aspetto sempre più spigoloso.
• Più a destra trovate una comoda anteprima (D), con cui potrete osservare in anticipo l'eventuale risul-
tato delle vostre modifiche, e in basso un altro menu a tendina (E) per variare l'unità di misura utiliz-
zata nella finestra, nel caso il vostro editore - o committente - vi chiedesse di osservare certe precise
misurazioni e ve le fornisse in valori diversi dagli EVPUs.

Fig. 19.13 - Il menu speciale Forme intelligenti Uscite ora dalla finestra cliccando su Annulla e aprite nuovamente il menu Forme intelligenti per esaminare la
seconda voce (Posizionamento delle forme), che richiama una nuova finestra (fig. 19.15) destinata proprio a de-
Le funzioni di questo menu riguardano in prima istanza le opzioni generali, ma conducono anche ad altre artico- finire i parametri di collocazione delle forme intelligenti sulle note.
late finestre di dialogo, in cui si potranno definire con grande accuratezza molti dettagli grafici.
Va precisato che le impostazioni qui previste non riguardano tutte le figure ottenibili con lo strumento ­Forme
Procedendo con ordine, la prima voce (Profilo delle legature) dà accesso alla finestra omonima (fig. 19.14), utile
­intelligenti, ma soltanto quelle che si agganciano automaticamente alle note, quindi le legature di frase, il
per definire i rapporti dimensionali che Finale assegnerà automaticamente a tutte le nuove legature create: ciò
­glissando, il bending e lo strisciato.
significa, evidentemente, che le forme di questo tipo già presenti in partitura non subiranno alcuna modifica.
A differenza della finestra precedente, inoltre, le eventuali modifiche qui apportate avranno effetto retroattivo,
quindi si applicheranno anche alle forme già inserite nelle pagine del vostro documento; se dunque dovete ap-
portare alcune variazioni solo a un limitato numero di oggetti, è più conveniente agire direttamente in partitura
per mezzo delle maniglie romboidali analizzate in precedenza.

Fig. 19.14 - La finestra Profilo delle legature

• Per capire il funzionamento della finestra, dobbiamo partire dal principio che ogni legatura possie-
de una sua estensione complessiva (che dipende dalla quantità di note in essa racchiuse), ma anche
una determinata altezza o - se preferite - ampiezza, il cui ammontare deriva in modo proporzionale
­dall'estensione ­stessa della figura. Finale prevede, perciò, 4 principali categorie di lunghezza e le racco-
glie nel menu a tendina iniziale (A): Fig. 19.15 - La finestra Posizionamento delle Forme intelligenti
oo in primo luogo una legatura può essere definita "ad arco breve", la cui estensione massima prevista
è pari a "36 EVPUs": a ciascuna di queste forme il programma assegnerà un'altezza predefinita di Ciò premesso, vediamo come funziona la finestra:
"16 EVPUs"; • In alto a sinistra trovate un menu a tendina (A) che porta in evidenza - caso per caso - i quattro tipi di
oo come seconda opzione, una legatura può essere definita "ad arco medio", ossia può estendersi fino figure qui contemplati; passando da una voce all'altra del menu, cambieranno di conseguenza le ante-
a un massimo di "288 EVPUs": in questi casi sarà assegnata un'altezza di default pari a "60 EVPUs"; prime e i controlli nelle altre sezioni della schermata.

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Lezione 19. Lo strumento Forme intelligenti | 249 250 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

• Per quanto riguarda lo scopo primario della finestra, ossia la collocazione delle forme, Finale assume Dopo aver selezionato uno qualsiasi tra questi elementi, con il pulsante Carattere a destra (B) sceglie-
alcune decisioni basate sul contesto per determinare la direzione di ogni figura e la sistemazione dei rete un font a piacere, e con il pulsante Seleziona (C) individuerete un particolare glifo per la vostra
suoi estremi, basandosi su alcuni elementi precisi (come la posizione dei gambi delle note), ma anche forma.
valutando le eventuali linee di raggruppamento e la presenza di livelli diversi in una scrittura polifonica. Notate che per le indicazioni di trasporto (ottava e quindicesima) è disponibile uno speciale checkbox
Le diverse possibilità di posizionamento delle forme mostrate nelle anteprime a sinistra (B) rappre- (D), la cui selezione farà sì che tali simboli appaiano in forma semplice, ossia utilizzando i soli numeri
sentano proprio le varie situazioni che potrebbero verificarsi in base alle regole che il programma se- "8" o "15" anziché la tipica indicazione delle partiture tradizionali ("9 " e ": ").
gue per impostazione predefinita.
• La seconda area (@) è invece dedicata alle forme costituite da linee, quindi aprendo l'apposito menu a
• Partendo da questo principio, con i controlli al centro della finestra (C) andrete a variare i due ­punti tendina (E) troverete il glissando, lo strisciato, le linee personalizzate e il bending.
d'aggancio di ogni forma, stabilendo la loro posizione orizzontale e verticale rispetto alle note di Per ciascuna di queste forme potrete scegliere uno stile di linea, cliccando sul pulsante Seleziona (F),
­riferimento. che vi condurrà alla già vista finestra Selezione della linea intelligente (cfr. fig. 19.10), in cui troverete
Come per altri casi analoghi, ricordate che è possibile utilizzare valori positivi o negativi a seconda della tutti i modelli più comuni e quelli da voi eventualmente creati.
direzione che si vuole imprimere allo spostamento.
• Passando alla sezione in basso a sinistra (#), essa contiene i controlli per le forcelle di crescendo e
• Selezionando le 4 forme possibili tramite il menu A, notate che per ciascuna di esse Finale propone ­diminuendo; sono disponibili quindi due caselle in cui potrete specificare l'ampiezza predefinita dell'a-
nell'area B tutte le circostanze che possono verificarsi a seconda del contesto melodico, e per ciascu- pertura (G) e lo spessore delle linee di ogni forcella (H).
no di questi casi sarà possibile assegnare impostazioni personalizzate, cliccando sull'anteprima di ogni In basso, inoltre, il checkbox I renderà sempre obbligatoria l'orizzontalità di questi elementi.
figurazione.
• Infine, l'area in basso a destra ($) contiene alcune opzioni aggiuntive riferite alle linee in generale; vi
• Eviteremo, in questa sede, di fare esempi specifici poiché - come si può intuire - le possibilità combina- sono quattro caselle, in cui potrete impostare rispettivamente lo spessore (J), la lunghezza dei trattini
torie di questi elementi sono davvero numerosissime; ci limitiamo ad osservare che anche in questa in caso di forme tratteggiate (K), la distanza fra i trattini stessi (L) e la lunghezza degli uncini (M), nel
finestra disponiamo di un'ampia area d'anteprima (D), assolutamente opportuna in considerazione caso le linee utilizzate li comprendano.
della precisione richiesta, e del menu a tendina Unità (E), con cui potrete se necessario variare i riferi-
• A chiusura della finestra di dialogo, il consueto menu a tendina (N) permette, se necessario, di modifi-
menti metrici utilizzati dal programma.
care l'unità di misura utilizzata per tutti i controlli qui disponibili.
Fate dunque clic su Annulla e passate alla terza voce del menu, Opzioni forme intelligenti; essa richiama una
Cliccate su Annulla per uscire e proseguite l'esplorazione del menu speciale, che in quarta posizione prevede la
­ uova finestra di dialogo (fig. 19.16) in cui potrete impostare le principali caratteristiche grafiche di tutte le for-
n voce Opzioni legature intelligenti, dedicata espressamente - come premesso - alle impostazioni specifiche delle
me contemplate dallo strumento, eccezion fatta per le legature di frase che dispongono di una propria finestra legature di frase.
separata. La finestra di dialogo che appare (fig. 19.17) è leggermente più complessa delle precedenti, in quanto le legature
Ricordate che anche in questo caso tutte le modifiche apportate ai controlli della finestra avranno effetto retro- sono forme piuttosto articolate che richiedono maggiori e più precisi elementi di controllo.
attivo, coinvolgendo tutte le forme dello stesso tipo eventualmente già presenti in partitura.

Fig. 19.16 - La finestra Opzioni per le forme disegnate intelligenti

Concettualmente, la finestra è suddivisa in quattro sezioni, ciascuna delle quali è dedicata ad una specifica
­categoria di forme:
Fig. 19.17 - La finestra Opzioni legature intelligenti
• La prima categoria (!), nella parte alta, riguarda le forme che utilizzano uno o più glifi tipografici, quindi
il menu a tendina Simboli (A) conterrà l'ottava alta e bassa, la quindicesima alta e bassa e il trillo - in • Tutta la parte sinistra della finestra è dedicata alle cosiddette legature "in stile incisore", denomina-
forma completa o solo con la linea di estensione. zione che rappresenta un chiaro riferimento e omaggio ai grandi stampatori musicali del passato

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Lezione 19. Lo strumento Forme intelligenti | 251 252 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

(da Ottaviano Petrucci in poi), che fecero della loro professione una vera e propria arte ancor oggi • con la prima opzione (A) ordinerete a Finale che il numero del tasto sul quale il bending deve essere
molto ammirata. rilasciato compaia tra parentesi;
Nella nomenclatura di Finale, le legature in stile incisore sono delle forme intelligenti che evitano auto-
• con il secondo checkbox (B), poiché spesso nella notazione per intavolatura la seconda nota di un
maticamente - nei limiti del possibile - di collidere con qualsiasi altro elemento presente nelle battute
­bending non si scrive, imporrete al programma di omettere il secondo numero di tasto a cui tende l'ef-
cui si riferiscono.
fetto;
Togliendo la selezione al checkbox introduttivo (A), si disattiveranno immediatamente tutti i controlli
della parte sinistra, affrancando quindi il programma dalla responabilità di gestire "in proprio" questo • con la terza opzione (C), chiederete a Finale di generare automaticamente il testo che riguarda la varia-
zione di intonazione ottenuta con il bending;
aspetto e demandando all'utente il compito di intervenire manualmente su ogni simbolo.
Appare ovvio che tale scelta dipenderà da situazioni e contesti molto particolari, ragion per cui è con- • p
roseguendo, il quarto checkbox (D) - accessibile solo se è stato selezionato il precedente - fa sì che
sigliabile mantenere sempre il pulsante attivo. Vediamo brevemente lo scopo dei vari controlli: un bending corrispondente a un grado intero della scala venga accompagnato dalla parola "full" anziché
dal numero "1", come capita sovente nelle parti di chitarra.
• Con le prime tre caselle (B), imposterete rispettivamente l'angolazione massima delle legature (espres-
sa in gradi), la loro percentuale di simmetria e lo spazio minimo che esse dovranno lasciare attorno agli • Per il resto, i pulsanti di selezione del font (E) si riferiscono alle varie particelle testuali che vengono as-
altri elementi delle battute per non sovrapporsi ad essi. sociate al simbolo del bending (numeri interi e frazioni); anche queste ultime scelte, comunque, risulte-
ranno disponibili solo se sarà stato selezionato il pulsante per la generazione automatica del testo (C).
• Per la gestione della distanza delle legature dalle alterazioni delle note, come si vede, c'è un'opzione
separata (C) che si può attivare o meno e configurare con un valore di distanza generalmente molto
Il menu Forme intelligenti si conclude con alcune altre voci di carattere generale, relative alla collocazione e
più piccolo rispetto a quello degli altri elementi.
­direzione predefinita delle figure:
• Più in basso, vi sono due opzioni, Stiramento e Spostamento ascendente (D), che si riferiscono ai me-
• per quanto riguarda il posizionamento, è possibile stabilire a priori se le forme andranno collegate
desimi parametri delle legature, intesi come valori iniziali.
rispettivamente alle misure, alle note o alle teste delle note, tenendo conto che le tre opzioni risulteran-
Si tratta di specifiche molto particolari e minuziose, che di norma vengono sempre mantenute ai valori
no attive o meno a seconda dell'elemento specifico selezionato nella tavolozza.
di default; potete comunque modificarle liberamente e osservare in partitura i risultati ottenuti, fino a
Ciò si giustifica in ragione della particolare struttura grafica e funzione di ciascuna forma: per esempio,
trovare una soluzione di vostro gradimento.
le legature di frase potranno essere associate solo alle misure o alle note, mentre l'opzione "Attacca
• Passando alla parte destra della schermata, si incontra una prima sezione destinata al trattamento del- alla testa delle note" sarà disponibile solo per forme quali il glissando, il bending e lo strisciato.
le legature particolarmente lunghe, che proseguono andando a capo su uno o più sistemi successivi.
Con i tre valori nelle caselle (E) imposterete l'ammontare della distanza minima del segno rispetto al • In aggiunta, con il comando seguente le forme possono anche essere agganciate alle pulsazioni, ren-
rigo e il suo eventuale spostamento orizzontale nel rigo di partenza e in quello d'arrivo. dendo perciò più semplici le operazioni di trascinamento, al fine di ottenere figure (specialmente le
forcelle di crescendo e diminuendo) la cui estensione coincida perfettamente con quella del materiale
• Proseguendo verso il basso, regolerete lo spessore delle legature, agendo su 4 diverse caselle (F) con cui si riferiscono.
cui potrete dare alle vostre forme un aspetto quasi "da manoscritto".
• In ultima analisi, la voce Direzione si attiva solo se si sceglie la legatura di frase o il bending hat, poiché
• L'ultima sezione, infine, riguarda gli apici delle legature (G), ossia le loro parti terminali, per determi- queste sono le uniche figure che possono essere capovolte.
narne l'ampiezza e la distanza predefinita affinché essi non tocchino le linee del rigo. Prendendo ad esempio le legature, grazie al sottomenu collegato alla voce si potrà stabilire in anticipo
• Notate che anche in questa finestra trova posto un menu a tendina (H) che vi permette, volendo, di se esse dovranno essere collocate sopra o sotto le note, lasciando eventualmente decidere a Finale
variare l'unità di misura utilizzata per i controlli. quale sia la direzione più opportuna se si sceglie l'opzione "Direzione automatica".
Il comando Inverti, posto a principio del sottomenu e richiamabile anche dalla semplice pressione del
Uscite anche da questa schermata e aprite ancora una volta il menu Forme intelligenti per accedere all'ultima tasto "F" sulla tastiera, ha effetto solo sulle legature già inserite e selezionate, rovesciando la direzione
area d'intervento; scegliete perciò la voce Opzioni per il bending di chitarra e vi si aprirà la finestra omonima attualmente impostata.
(fig. 19.18), che contiene ovviamente i controlli per la gestione grafica dell'effetto descritto a commento della
fig. 19.2 P e Q. Avviandoci alla conclusione della lezione, va ricordato che anche per le forme intelligenti Finale prevede la pos-
sibilità di utilizzare le speciali combinazioni di tasti alfanumerici e clic del mouse denominate Metatool, già ana-
lizzate per molti altri strumenti del programma.
La loro modalità di applicazione, tuttavia, è un po' particolare, come del resto è assai singolare la modalità di
inserimento di queste figure in partitura: per utilizzare un Metatool, quindi, dovrete tenere premuta la lettera o
il numero prescelto e trascinare il mouse nella direzione e lunghezza necessaria, sempre ovviamente con il me-
todo del "clic e mezzo".
Sostanzialmente, quindi, cambia soprattutto lo scopo di queste scorciatoie, che non consiste (come per gli al-
tri casi) nell'evitare il passaggio attraverso una o più finestre di dialogo, bensì nella possibilità di selezionare in
modo rapido uno specifico elemento dalla tavolozza delle forme.
Facciamo un semplice esempio: se nella tavolozza è selezionata la forcella del crescendo, trascinando il mouse
si otterrà ovviamente questa figura; ma se subito dopo si deve inserire una legatura, sarà necessario accedere
nuovamente alla tavolozza, cliccare sull'elemento legatura di frase e infine tracciare la nuova forma: in pratica si
dovranno effettuare tre azioni distinte.
Fig. 19.18 - La finestra Opzioni per il bending di chitarra Immaginate, perciò, quanto sia lungo e noioso effettuare l'inserimento delle forme intelligenti in grandi partiture

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Lezione 19. Lo strumento Forme intelligenti | 253 254 | Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure

dal vasto organico, soprattutto se constano di decine e decine di pagine.


Invece, proprio utilizzando i Metatool, basterà tenere premuta la lettera opportuna sulla tastiera e si potrà subi-
to trascinare, passando agevolmente da un elemento all'altro e lavorando in modo molto più rapido.
Finale contiene molti Metatool già pronti per l'uso: come sempre si potranno modificare le scorciatoie esistenti
o aggiungerne di nuove tramite la procedura già analizzata (tasto SHIFT + lettera chiave). In questo caso, però,
prima di impostare la combinazione desiderata si dovrà sempre selezionare la forma a cui la scorciatoia deve
condurre.
Concludiamo perciò la trattazione proponendo una tavola riassuntiva dei Metatool predefiniti per lo strumento
Forme intelligenti (fig. 19.19).

Metatool Forma intelligente corrispondente


S Legatura di frase
V Legatura di frase tratteggiata
< Crescendo
> Diminuendo
T Trillo
E Linea di estensione del trillo
8 Segno di ottava alta o bassa
1 Segno di quindicesima alta o bassa
O Linea a uncino doppio
K Linea a uncino singolo
L Linea retta continua
D Linea retta tratteggiata
B Bending generico
G Glissando
C Linea personalizzata
Fig. 19.19 - I Metatool predefiniti dello strumento Forme intelligenti

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256 | Accordi, testo e grafica

Parte quinta
Accordi, testo e grafica

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258 | Accordi, testo e grafica

Per seguire la trattazione, potete ancora una volta accedere alla cartella "Documenti di esempio ed esercitazioni"
allegata al manuale e aprire il file intitolato "Documento di esempio 13.musx"1: si tratta del celeberrimo brano
"A night in Tunisia" di Dizzy Gillespie, in una versione graficamente ispirata allo stile del Real Book2, un testo in

Lezione 20 cui le sigle degli accordi rivestono un ruolo particolarmente significativo.


L'attivazione dello strumento Accordi, come in molte altre occasioni, ha fatto apparire un menu speciale - ovvia-
mente denominato come lo strumento stesso - nella parte alta dello schermo; si tratta di un menu molto impor-
Lo strumento Accordi tante, le cui opzioni devono essere conosciute perfettamente per gestire questa difficile sezione del software
con sicurezza e professionalità.
Osservate, inoltre, che contestualmente sono comparsi sul lato sinistro dello schermo quattro piccoli triangoli
(fig. 20.2); qualora abbiate già studiato la lezione relativa allo strumento Espressioni, ricorderete che essi com-
paiono anche in quel contesto.
In questa nuova lezione ci occuperemo approfonditamente dello strumento Accordi, il quale gestisce non tanto
le strutture armoniche dal punto di vista notazionale - poiché esse, come noto, sono di pertinenza dei vari stru-
menti per l'inserimento - bensì i simboli (testuali o grafici) con cui gli accordi stessi vengono indicati facoltativa-
mente in una partitura, specialmente nel jazz e nella musica leggera.
I predetti simboli - e questo rappresenta l'aspetto più significativo - non si limitano ad una mera apparenza
grafica, ma sono musicalmente intelligenti; infatti, durante il playback essi possono eseguire l'accordo da essi
rappresentato, ma anche adattarsi autonomamente quando si effettuano cambi di tonalità, o persino essere
inseriti in automatico in partitura partendo dall'analisi del materiale presente nei righi.
Per iniziare, quindi, descriviamo le principali modalità di immissione dei simboli, che sono tre:
a. in primo luogo, essi possono essere digitati direttamente sopra le formazioni accordali interessate, per
mezzo di un metodo che ricorda quello per l'inserimento del testo cantato (cfr. Lezione n. 22);
b. in secondo luogo, possono essere scritti automaticamente da Finale ogni qualvolta l'utente esegua le Fig. 20.2 - I triangoli per la gestione della linea di base dei simboli accordali
relative strutture armoniche su una tastiera o altro dispositivo MIDI collegato;
Per riassumere brevemente, si tratta di riferimenti per lo spostamento della linea d'appoggio degli elementi. Essi
c. infine, il programma può analizzare verticalmente il materiale presente in partitura e tradurlo nei simboli sono molto utili quando, in fase di posizionamento delle sigle o dei diagrammi, sia necessario spostare gli oggetti
corrispondenti. tutti insieme in senso verticale, evitando così di dover agire - caso per caso - sulle maniglie individuali. Per il fun-
Attivate ora lo strumento Accordi, che nella tavolozza è rappresentato dalla sigla "Cm7" (Do minore ­settima, fig. zionamento specifico dei triangoli, si rinvia dunque alla lezione n. 17.
20.1 A), o in alternativa si trova nella parte superiore nel menu Strumenti (fig. 20.1 B).
Ai fini dell'inserimento dei simboli accordali, è opportuno ricordare la sintassi con cui in generale essi vengono
strutturati. Osservate a tale proposito la seguente fig. 20.3:

Fig. 20.3 - Esempio di forma accordale dissonante e relativa sigla

1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 13.xml" seguendo le istru-
zioni riportate nell'Appendice 1.

2. The Real Book è un'antologia di spartiti che raccoglie i più famosi standard della musica jazz; uscita in più edizioni e costantemente
aggiornata (attualmente viene pubblicata dall'editore Hal Leonard), essa rappresenta un fondamentale strumento di studio e lavoro per
Fig. 20.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Accordi i jazzisti di tutto il mondo.

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Lezione 20. Lo strumento Accordi | 259 260 | Accordi, testo e grafica

Nell'illustrazione è raffigurato un accordo dissonante, in una forma molto utilizzata soprattutto nel jazz, consi- • Giunti a battuta 11, il brano prevede sulla prima nota un accordo di Mi semidiminuito: per gli utenti poco
stente in una triade di Mi F maggiore con l'aggiunta della settima minore e dell'undicesima eccedente. avvezzi al linguaggio jazzistico, si tratta di una triade diminuita cui viene aggiunta la settima minore; nel
La sigla corrispondente è dunque quella che si legge sopra l'accordo [ E F7 (S 11) ]: caso in esame, quindi, avremo le note Mi, Sol, SiF, Re13.
• sintatticamente, la lettera "E" rappresenta la fondamentale (in questo caso la nota Mi); Un accordo di questo tipo si indica generalmente scrivendo dapprima la fondamentale, cui seguono il
simbolo "ø" e - facoltativamente - il numero "7"; all'interno di Finale, per ottenere il glifo "ø" è sufficien-
• il segno del bemolle accanto alla fondamentale è la sua alterazione; te digitare il segno della percentuale ("%").
• tutta la parte rimanente costituisce il suffisso, ovvero le eventuali alterazioni della triade di base e tutte
• A metà della stessa battuta (sopra la nota MiF) va inserito un accordo di La settima con la quinta abbas-
le note aggiuntive, anch'esse con le loro eventuali alterazioni;
sata; anche questa è una struttura armonica molto diffusa nel jazz, e va indicata con la sintassi oppor-
• spesso una parte del suffisso - per maggiore chiarezza - viene racchiusa in parentesi tonde, soprattutto tuna: scrivete dunque con esattezza la sigla "A7(b5)".
quando le note aggiunte sono più di una, come in questo caso.
• U
na volta collocati questi due accordi "particolari", a misura 12 potete chiudere il refrain con l'accordo
Ci sono diverse variabili - soprattutto nel jazz e nella musica leggera - a questa sintassi di base, ma in linea di mas- di tonica (D–), inserendolo anche nella battuta successiva che contiene il secondo finale. Per fare un
sima questa è la più diffusa. In ogni caso, ricordate che la fondamentale degli accordi dovrà sempre essere inserita buon lavoro anche dal punto di vista estetico, selezionate le maniglie degli ultimi due accordi e sposta-
in notazione anglosassone, anche se in seguito - come vedremo - sarà possibile visualizzarla con le denominazioni tele leggermente verso l'alto per evitare la collisione con le parentesi dei ritornelli (fig. 20.5).
italiane, oppure in numeri romani e in altri stili differenti.
Fatte queste necessarie premesse, potete aprire il menu Accordi e - se non è già presente - assegnate la spunta
alla prima voce, Inserimento manuale; come si può intuire, questa selezione comunica a Finale che le sigle degli
accordi saranno aggiunte direttamente da parte dell'utente:
• per collocare la prima sigla fate un clic singolo sulla prima nota, e subito vedrete comparire un cursore
lampeggiante, proprio come se foste all'interno di un qualsiasi editor di testi;
• ora, poiché nel brano di Gillespie il primo accordo da scrivere sulla linea di basso introduttiva è un Mi F 7,
­inseritelo rispettando la sintassi sopra descritta e senza alcuno spazio fra un elemento e l'altro (digitate Fig. 20.5 - Armonizzazione della conclusione del refrain
perciò esattamente la sequenza di lettere "Eb7", con la "E" maiuscola e la "b" minuscola);
Tornate ora al menu speciale Accordi per analizzare la seconda tecnica di inserimento, grazie alla quale è possi-
• mentre scrivete, notate che in fase di immissione gli elementi non appaiono subito con la giusta for- bile eseguire direttamente le armonie su una master keyboard o altro strumento MIDI.
mattazione: per esempio il bemolle appare temporaneamente come una "B" in maiuscoletto: ciò non Come si nota, la relativa voce del menu (Consenti input MIDI) non esclude la precedente, ma può facoltativa-
deve preoccupare, poiché dipende dalla diversità dei font che costituiscono una sigla nel suo comples- mente integrarsi ad essa: in questo modo, durante il lavoro l'utente potrà alternare a piacimento i due metodi
so, come si vedrà in seguito. L'importante è digitare tutto in modo corretto, e quando si confermerà principali di immissione.
l'immissione tutto verrà sistemato: premendo infatti la barra spaziatrice per passare alla nota successi-
va, la sigla assumerà la sua formattazione definitiva, e su di essa comparirà una maniglia quadrata che • Per sperimentare la nuova prassi, cliccate sulla prima nota della quarta accollatura e - quando il cursore
servirà - come sempre - per spostare l'elemento o accedere al relativo menu contestuale. sullo schermo lampeggia - eseguite un accordo di La semidiminuito in una zona qualsiasi della tastiera
• Per fare un po' di pratica con questo metodo, portatevi ora alla prima nota della seconda battuta, fate (La, Do, MiF, Sol): esso verrà correttamente riconosciuto e la sua sigla sarà aggiunta alla nota.
clic su di essa e scrivete la sigla dell'accordo di Re minore ("D –"); proseguite poi inserendo alternativa- • Come detto, è possibile suonare l'accordo a qualsiasi altezza dell'estensione disponibile sul proprio
mente accordi di Mi F 7 e Re minore fino a mis. 10, come prevede la composizione (fig. 20.4). ­dispositivo MIDI, eventualmente raddoppiando la fondamentale; l'unica condizione necessaria consi-
ste nel rispettare esattamente l'ordine degli intervalli previsto dallo stato fondamentale degli accordi:
non utilizzate quindi (almeno per ora) alcun rivolto, altrimenti il riconoscimento potrebbe non avveni-
re correttamente.
• Con il sistema sopra descritto, potete quindi inserire tutte le sigle necessarie fino all'inizio ­dell'Interludio
di batt. 23. Coloro che non conoscono A night in Tunisia potranno riferirsi alla seguente fig. 20.6, tenen-
do conto (per i meno esperti) delle seguenti indicazioni:
oo l'accordo a batt. 15 è una normale settima di dominante cui viene aggiunta la nona minore (eseguite
quindi simultaneamente le note Re, Fa S, La, Do, MiF);
oo per il Sol semidiminuito di batt. 18 utilizzate la consueta struttura, adattandola ovviamente alla
nuova fondamentale (eseguite Sol, SiF, ReF, Fa);
oo nella misura successiva, il Do nona minore è identico all'accordo di batt. 15 ma trasportato un tono
sotto (Do, Mi, Sol, SiF, ReF);

3. Questa struttura armonica si ottiene costruendo un accordo di quattro suoni sul settimo grado di una qualsiasi scala ­maggiore.
Vi sono molti esempi notevoli anche nella musica classica, a partire dal secondo Ottocento: tra questi, il celebre Tristan-Akkord di
Richard ­Wagner (oggetto ancor oggi delle più diverse interpretazioni) potrebbe essere definito "modernamente" un accordo
Fig. 20.4 - Armonizzazione della prima parte del documento di esempio ­semidiminuito, considerando in senso enarmonico le note che lo c­ ostituiscono.

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Lezione 20. Lo strumento Accordi | 261 262 | Accordi, testo e grafica

oo il Fa sesta di mis. 20 è una comune triade di Fa maggiore cui si aggiunge la sesta maggiore (suonate 1. iniziando dall'opzione centrale (A), cliccando su di essa concederete a Finale una sorta di
perciò le note Fa, La, Do, Re); ­"liberatoria", in quanto lo autorizzerete a decidere quale sigla inserire.
oo i due accordi di mis. 21 coincidono con quelli di mis. 11: riferitevi quindi ad essi per la struttura da Gli esiti di questa scelta sono in genere abbastanza convincenti, ma inevitabilmente può accadere
eseguire (cfr. pag. 260). che il programma stabilisca in modo arbitrario quale sia la fondamentale dell'accordo, stravolgen-
done completamente il senso originale.
Si ribadisce, comunque, che se i risultati non coincideranno con le vostre aspettative, sarete liberi
di effettuare qualsiasi modifica in ogni momento.
2. Il pulsante Annulla (B), invece, comporta la rinuncia all'utilizzo dell'analisi automatica, perciò in
questo caso ­l'accordo dovrà essere classificato con uno degli altri due sistemi descritti nelle pagine
precedenti.
3. Infine, il pulsante Lo creo io (C) comunica a Finale che - preso atto della sua indecisione - vi
­"arrangerete" da soli, creando un suffisso ad hoc per il vostro accordo.
Il vantaggio di quest'ultima scelta, rispetto alla semplice uscita con il tasto Annulla, consiste nel
fatto che - una volta definito il suffisso da utilizzare - Finale lo avrà "appreso" e lo applicherà ad ogni
altra eventuale ricorrenza dello stesso accordo.
Fig. 20.6 - Armonizzazione della progressione centrale
• Vediamo quindi che cosa succede nel caso specifico del tritono di mis. 1, utilizzando i pulsanti A e C.
Questo secondo metodo è senza dubbio più rapido del precedente, ma ovviamente risulta un po' limitato dalla Con l'opzione Lo faccia Finale il programma sceglierà una via abbastanza "diplomatica", valutando il
necessità di avere a disposizione uno strumento MIDI. Sol come fondamentale e il ReF come quinto grado abbassato. Naturalmente, se si considera l'armonia
Esiste infine una terza prassi, molto interessante soprattutto per gli utenti meno esperti nella classificazione di questa pulsazione nel suo complesso, la soluzione di Finale è inesatta (in quanto sappiamo che la
degli accordi, specialmente quando ci si imbatte in forme o concatenazioni armoniche molto complesse. Il sud- fondamentale è il Mi F, presente solo nei righi inferiori) e perciò avremmo dovuto ottenere una sigla
detto sistema consiste nel far analizzare direttamente a Finale il materiale musicale inserito in partitura, delegan- relativa a un accordo di settima.
do al programma stesso il compito di decidere quali sigle sovrapporre alle note; il tutto, naturalmente, senza
dimenticare che all'occorrenza vi sarà sempre e comunque la possibilità di intervenire per eventuali modifiche. • Annullate l'operazione (applicando due volte la scorciatoia CTRL+Z in Windows o CMD+Z in MacOS)
e fate di nuovo clic sul bicordo per poter scegliere l'opzione C e creare voi stessi il suffisso mancante.
Per sperimentare il suddetto metodo, aprite - sempre dalla cartella delle esercitazioni - il file "Documento di Con questa azione accederete per la prima volta alla finestra principale dello strumento, intitolata
esempio 13b.musx"14, che contiene un estratto del medesimo brano di Gillespie in una versione per Trio: avrete ­Definizione dell'accordo (fig. 20.8); per il momento ne analizzeremo solo una piccola area, strettamen-
infatti bisogno di una partitura con almeno due righi per poter sfruttare tutte le possibilità. te collegata alle necessità dell'operazione in atto, ma nelle prossime pagine procederemo ad una de-
Accedete dunque al menu Accordi e in questo caso selezionate la terza opzione (Analisi su un rigo); è evidente, scrizione completa.
come il titolo suggerisce, che questa funzione effettuerà l'analisi del materiale contenuto in un solo rigo ­musicale.
• Provate, per esempio, a fare clic sull'accordo della mano destra del pianoforte a mis. 2: come vedete ,
Finale riconosce immediatamente che si tratta di un accordo di Re minore in primo rivolto, e inserisce
la relativa sigla.
• Le cose si complicano se cliccate, sempre nella mano destra del pianoforte, sul bicordo della prima
battuta. Poiché si tratta di una struttura piuttosto ambigua, formata di due sole note (peraltro a di-
stanza di tritono), Finale non può individuare una fondamentale, e conseguentemente non è in grado
di prendere una decisione autonoma; perciò si apre una finestra di dialogo (fig. 20.7) in cui il program-
ma propone tre diverse possibilità:

Fig. 20.7 - La finestra Suffisso dell'accordo sconosciuto

4. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 13b.xml" seguendo le istru-
zioni riportate nell'Appendice 1. Fig. 20.8 - La finestra Definizione dell'accordo

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Lezione 20. Lo strumento Accordi | 263 264 | Accordi, testo e grafica

oo Nella prima casella in alto (A) potete scrivere direttamente la sigla nella forma desiderata, come preferirebbero senza dubbio disporre di tali simbologie e abbreviazioni nella propria lingua. Va detto, inoltre,
se doveste inserirla direttamente in partitura: sostituite quindi la lettera "G" indicante il Sol con la che in alcuni casi la classificazione degli accordi deve rispondere a determinate esigenze, al di là della mera
"vera" fondamentale (digitate "Eb" per indicare il Mi F ); espressione sintetica degli intervalli costitutivi.
oo aggiungete poi il numero "7" per specificare la nota aggiunta alla triade di base; Per rispondere a queste necessità, Finale offre ben otto stili diversi che si possono applicare alle strutture armo-
oo infine dovrete segnalare il fatto che al basso non c'è la fondamentale ma il terzo grado; sarà quindi niche per determinarne le modalità di rappresentazione; all'elenco degli stili si accede ancora una volta tramite
necessario indicare un rivolto, la cui prassi consiste nell'apporre uno "slash" seguito dalla nota che il menu speciale Accordi, nello specifico con il sottomenu Stile degli accordi situato subito dopo le varie opzioni
si trova al basso: in questo caso digitate "/G" (sempre senza aggiungere spazi); di inserimento (fig. 20.9).
oo la stringa di testo definitiva dovrà quindi essere la seguente: "Eb7/G".
oo onfermate con il pulsante OK e la sigla verrà regolarmente inserita sopra l'accordo; in più - come
C
detto - Finale ora "conoscerà" l'accordo stesso, perciò se cliccate sull'identica figura che si trova a
mis. 3, il programma non vi chiederà più nulla e aggiungerà direttamente la sigla corretta.

Ritornate ora al menu Accordi, e selezionate l'opzione successiva (Analisi su due righi): in questo caso Finale
dispone di un maggior numero di elementi per determinare la natura dell'accordo, quindi accade più raramente
che venga proposta la finestra Suffisso dell'accordo sconosciuto (cfr. fig. 20.7). Questa opzione è stata evidente-
mente pensata per lavorare con le parti pianistiche, ma può essere utile anche in molti altri casi.
Facciamo quindi un ulteriore esempio:
• portatevi alla seconda accollatura, in cui a mis. 5 cliccherete sempre sulla mano destra del pianoforte,
tenendo presente che ora sarà valutato anche ciò che succede nella mano sinistra;
• c ome previsto, Finale non manifesterà alcun dubbio e riconoscerà correttamente l'accordo suddiviso
nei due pentagrammi;
• a nalogamente, se cliccate sull'accordo della battuta successiva, noterete che ora il programma
­restituirà la sigla relativa al Re minore allo stato fondamentale e non più in primo rivolto, poiché viene Fig. 20.9 - Il sottomenu Stile degli accordi
incluso nell'analisi anche il Re che si trova nel rigo della sinistra.
• Il primo stile (Standard) è quello che Finale utilizza per default, ed è in uso normalmente nei ­paesi
Concludiamo con l'ultima modalità di inserimento delle sigle, quindi aprite ancora il menu Accordi e selezionate di ­lingua inglese; come noto, esso prevede le prime 7 lettere dell'alfabeto (dalla "A" alla "G") per
la voce Analisi su tutti i righi, che effettuerà il riconoscimento basandosi su tutti i pentagrammi dell'accollatura. ­enunciare le note - i­niziando dal La e terminando al Sol) e pone le alterazioni sempre dopo la nota
(fig. 20.10).
• Spostatevi in fondo alla pagina, precisamente a mis. 9, e cliccate su una nota qualsiasi del primo movi-
mento: come vedete, anche in questo caso l'analisi viene effettuata senza problemi, poiché la disposi-
zione delle note dal basso verso l'alto coincide molto chiaramente con l'accordo di Mi F 7.
• Cliccando a mis. 10, però, le cose non andranno altrettanto bene e Finale non riconoscerà l'accordo.
In questo caso, evidentemente, la presenza della nota Sol S nel rigo della tromba "confonde le idee" al
programma, che non comprende la reale valenza della nota, consistente in una semplice appoggiatura
del La successivo.
• Sarà dunque necessario "istruire" il programma: nella finestra Suffisso dell'accordo sconosciuto (cfr. fig. Fig. 20.10 - Lo stile di accordi Standard
20.7) scegliete l'opzione Lo creo io (C) e nella succesiva schermata per la Definizione dell'accordo (cfr.
fig. 20.8) digitate nel primo campo il valore "D–" per assegnare all'intera struttura armonica la sigla di • Il secondo stile (Europeo) è in tutto e per tutto identico allo stile Standard, con l'unica differenza che
Re minore. mostra sempre il bequadro vicino al Si naturale (fig. 20.11).



Fino a questo momento abbiamo analizzato solo qualche semplice situazione, sufficiente a comprendere il fun-
zionamento generale dello strumento Accordi. Quest'ultimo, tuttavia, dispone di molte altre opzioni con cui
l'utente può gestire al meglio le numerose variabili che possono presentarsi durante l'inserimento dei simboli.
In primo luogo va sviluppata - come ricorderete - la questione relativa alla lingua di inserimento delle sigle, poi- Fig. 20.11 - Lo stile di accordi Europeo
ché Finale esprime sempre, per impostazione predefinita, le fondamentali e alcune parti dei suffissi in notazione
anglosassone. • Lo stile Tedesco, diffuso nei paesi di lingua germanica, usa a sua volta le prime 7 lettere dell'alfabeto.
Questa caratteristica può risultare assai disagevole per gli utenti di altre provenienze linguistiche, spes- Esso è tuttavia molto singolare, in quanto per indicare le a­ lterazioni si serve di suffissi particolari ("es"
so poco avvezzi a siffatta "omologazione": si tratta di una percentuale non trascurabile di utilizzatori, che per i bemolli e "is" per i diesis); questa regola presenta alcune importanti eccezioni, dovute in parte

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Lezione 20. Lo strumento Accordi | 265 266 | Accordi, testo e grafica

a ragioni storiche, in parte a ragioni fonetiche: pertanto il Mi F diventerà "Es" e il La F diventerà "As";
inoltre, per differenziare il Si F dal Sin si usano le lettere "B" e "H" (fig. 20.12)15.

Fig. 20.15 - Lo stile di accordi Nashville B

• A seguire si trova il cosiddetto stile Solfeggio, detto anche Tonic Sol-Fa o Sistema del Do mobile.
Fig. 20.12 - Lo stile di accordi Tedesco
Si tratta di un particolarissimo modo di denominare i suoni, ideato nel 1845 dall'insegnante di musica
inglese Sarah Ann Glover, poi reso popolare da John Curwen, Zoltán Kodály e in Italia da Roberto
• Per quanto riguarda lo stile Romanico, esso utilizza esclusivamente numeri romani, maiuscoli o ­minu- ­Goitre.
scoli a seconda che l'accordo costruito sulla fondamentale risulti maggiore o minore. Le alterazioni, Lo scopo del sistema è soprattutto pedagogico, e intende favorire lo sviluppo della lettura a prima
inoltre, si mettono sempre prima del numero romano (fig. 20.13). vista: in pratica, le sillabe previste dal metodo (per quanto possano ricordare la denominazione
Questo stile, a differenza dei precedenti, non indica altezze precise (cioè non identifica il Do, il Re, ecc.), ­italiana delle note) non indicano altezze precise e nemmeno gradi, ma posizioni di riferimento dei suoni
bensì il grado specifico della scala in base alla tonalità di riferimento. Per esempio, se il brano è in Do il ­all'interno di una scala (fig. 20.16). Quindi la tonica si chiamerà sempre Do, anche se il brano fosse - per
numero romano "IV" indicherà l'accordo costruito sul Fa, mentre se la composizione è in Re esso indi- esempio - in Sol F maggiore, tanto per citare una tonalità molto lontana; ecco perché questa tecnica
cherà l'accordo costruito sul Sol, e così via. viene anche definita "Sistema del Do mobile".
Per questo motivo lo stile Romanico si utilizza moltissimo nel campo dell'analisi musicale, essendo
­ideale per indicare i rapporti funzionali esistenti fra le concatenazioni armoniche.

Fig. 20.16 - Lo stile di accordi Sol-Fa (Solfeggio)

• Per finire, lo stile Scandinavo - utilizzato particolarmente nei paesi del Nord Europa - è sostanzialmente
identico allo stile Standard, con l'unica differenza che il Sin viene indicato dalla lettera "H" (come nello
stile Tedesco) ma il Si S diventa "H S", il che costituisce un caso unico fra tutti gli stili offerti dal program-
ma (fig. 20.17).

Fig. 20.13 - Lo stile di accordi Romanico

• A seguire, il menu presenta due stili "gemelli" (Nashville A e Nashville B) che prevedono la trasposizione Fig. 20.17 - Lo stile di accordi Scandinavo
in cifre arabe del sistema Romanico: anche in questi casi, perciò, non vengono indicate altezze asso-
lute, bensì i gradi della scala. L'unica differenza fra i due stili consiste nel fatto che nel Nashville A (fig.
20.14) le alterazioni della fondamentale vengono scritte prima della nota, mentre nel Nashville B (fig.
Ancora una volta, come avete visto, Finale propone un'abbondante varietà di soluzioni per ogni necessità; tut-
20.15) esse si trovano dopo la nota, il che lo rende un po' più facile da leggere.
tavia, nel caso specifico delle sigle accordali si nota un'assenza decisamente "illustre", ovvero quella relativa a
uno stile che utilizzi i nomi delle fondamentali in italiano.
In attesa che Makemusic provveda - in una delle prossime versioni - ad aggiungere l'opzione, l'unica alternativa
attualmente possibile consiste nell'utilizzo di un font appositamente predisposto, che sostituisca i caratteri tra-
dizionali usati dal programma per visualizzare le sigle. A tale proposito, coloro che acquistano la localizzazione
italiana del software troveranno - nella cartella iniziale del pacchetto di installazione - un font denominato Italy
Music, accuratamente realizzato da MidiMusic (distributore ufficiale di Finale per l'Italia).
Fig. 20.14 - Lo stile di accordi Nashville A
Vediamo come procedere per fruire di questa soluzione preziosa, tenendo conto che il metodo qui esposto
potrà essere utilizzato per qualunque altro carattere tipografico:
5. Come noto, nella grande musica del passato i compositori si divertivano spesso a utilizzare il proprio nome - o altri testi - traslitteran-
doli in note per ottenere soggetti di fuga o altri temi musicali. Il caso più celebre è sicuramente quello di Johann Sebastian Bach, le cui 1. installate nel vostro sistema il font Italy Music, scegliendolo dall'opportuna cartella in base al sistema
lettere del cognome formano la sequenza Si F - La - Do - Sin, utilizzata dallo stesso Bach e da moltissimi altri autori fino ai nostri giorni. operativo da voi utilizzato (Windows o MacOS);

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Lezione 20. Lo strumento Accordi | 267 268 | Accordi, testo e grafica

2. aprite un documento di Finale in cui dovrete inserire le sigle degli accordi;


3. accedete alle Opzioni del documento tramite il menu Documento o la consueta scorciatoia ­(ALT+CTRL+A
in Windows oppure ALT+CMD+A in MacOS);

4. selezionate dall'elenco a sinistra la voce Font (Caratteri), quindi nell'area centrale verificate che il menu
a tendina Accordi sia impostato sull'opzione Simbolo;

5. fate clic sul pulsante Carattere accanto al suddetto menu, e nella finestra di dialogo che appare sceglie-
te il font Italy Music (con stile e dimensione a piacere, in base all'aspetto che vorrete dare alle vostre
sigle);

6. confermate tutto fino a tornare al documento iniziale;

7. selezionate lo strumento Accordi, e dall'omonimo menu speciale aprite il sottomenu Stile degli accordi
per attivare - se necessario - l'opzione Standard. D'ora in avanti, inserendo le sigle - con uno qualsiasi
dei metodi descritti all'inizio della presente lezione - otterrete sempre l'indicazione delle fondamentali
(e degli eventuali rivolti) in notazione italiana.

oo Nota bene 1: Ricordate che - a prescindere dal font che deciderete di utilizzare - quando effettuate
l'inserimento manuale dovrete sempre digitare le lettere della notazione anglosassone, per di più in
carattere maiuscolo!

oo Nota bene 2: Come ribadito più volte fin dalle prime pagine di questo manuale, ciò che si modifica nelle
Opzioni del documento avrà effetto solo ed esclusivamente nel file correntemente aperto; se desiderate
Fig. 20.18 - La finestra Definizione dell'accordo (controlli avanzati)
rendere definitive le vostre variazioni (e pertanto già disponibili in ogni nuovo brano), dovrete effet-
tuare l'intera procedura agendo direttamente sul Documento predefinito e sovrascrivendolo al termine • In questa parte mediana, denominata Mostra, vi sono una serie di checkbox il cui obiettivo è indicare a
delle operazioni (cfr. Lezione n. 2). Finale quali parti della vostra sigla dovranno essere visibili: troverete perciò un pulsante per ciascuna
delle componenti, ovvero la fondamentale (C, eventualmente minuscola), il suffisso (D), il diagramma
Per quanto riguarda gli utenti che dispongono di una versione di Finale in inglese (o altra localizzazione), pur- (E) e il rivolto (F).
troppo essi non troveranno il font Italy Music nel pacchetto di installazione; a questo proposito, coloro che ne
avessero bisogno possono contattare MidiMusic per farsi inviare il suddetto carattere. • Se mettete la spunta al checkbox del rivolto si attiveranno altri due controlli, ovvero un pulsante per
utilizzare anche in questo caso l'eventuale lettera minuscola (G) e un menu a tendina (H) per stabilire
Come soluzione alternativa ho predisposto - a titolo di omaggio per i lettori del presente manuale - due font la posizione del rivolto stesso all'interno della sigla e rispetto alla fondamentale.
­analoghi, atti a sostituire rispettivamente il Times New Roman e il Jazz Text, ovvero i due caratteri più frequente-
mente utilizzati nel processo di creazione delle sigle accordali. • Il suddetto menu offre tre diverse possibilità:

Troverete i suddetti elementi nella cartella Font speciali per gli accordi allegata al tutorial, con la denominazione 1. Dopo la fondamentale, che rappresenta la forma più comune, in cui il rivolto viene scritto di seguito
alla fondamentale stessa e al suo eventuale suffisso, separato da uno "slash" (fig. 20.19);
"TimesIT.ttf" e "JazzIT.ttf"; essi possono essere installati indifferentemente in Windows o in MacOS, e per il loro
utilizzo dovrete seguire esattamente gli stessi passaggi descritti nei paragrafi precedenti.



Proseguiamo ora la trattazione di questo complesso strumento continuando ad analizzare la finestra ­Definizione
dell'accordo (cfr. fig. 20.18 a ­pagina seguente), che contiene altri controlli molto importanti per la gestione delle
Fig. 20.19 - Esempio di sigla con rivolto dopo la fondamentale
sigle; per accedervi rapidamente, aprite nuovamente il "Documento di esempio 13.musx" e fate doppio clic sulla
prima nota dell'Interludio (mis. 23). 2. Sotto la fondamentale, un'altra modalità molto utilizzata, che prevede la disposizione della sigla
come una frazione, in cui il rivolto si posiziona nella parte inferiore (fig. 20.20);
• In primo luogo, notate che nella casella Simbolo dell'accordo (A) Finale propone già una ­fondamentale,
in genere coincidente con quella dell'ultimo accordo collocato in partitura; ovviamente, se state crean-
do una nuova sigla, tale aspetto è del tutto ininfluente.
Poiché nella battuta in questione il brano prevede un accordo di Mi semidiminuito, scrivete la lettera
"E" nella casella.

• L'area successiva della finestra (B) è riservata ai diagrammi per la chitarra e altri strumenti a corda; ci
occuperemo in modo specifico di questo aspetto nell'ultima parte della lezione, per cui passate diret-
tamente alla sezione centrale. Fig. 20.20 - Esempio di sigla con rivolto sotto la fondamentale

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Lezione 20. Lo strumento Accordi | 269 270 | Accordi, testo e grafica

3. Sotto il testo, una forma più rara utilizzata solo da alcune case editrici; in questo caso il rivolto viene
posizionato come pedice della fondamentale, sempre separato da uno "slash" (fig. 20.21).

Fig. 20.21 - Esempio di sigla con rivolto sotto il testo

• Sul lato destro della finestra s'incontra la sezione Suona (I), contenente altri 4 checkbox che determi-
nano quali elementi della sigla dovranno essere riprodotti durante il playback.
Come detto in premessa, i simboli accordali non costituiscono solo oggetti testuali aggiunti alla parti-
tura, ma possono anche suonare insieme al materiale musicale vero e proprio presente nelle p ­ agine;
per questo motivo, a volte può essere conveniente escludere dalla riproduzione qualche elemento,
per non distogliere l'attenzione dall'ascolto degli eventi principali.
• Nella parte bassa, infine, trovano posto le cosiddette opzioni di Definizione numerica, che si possono
nascondere - quando non siano necessarie - con il pulsante in alto Nascondi avanzate (J).
Fig. 20.22 - La finestra Selezione del suffisso dell'accordo
• La prima fila contiene tre controlli destinati all'individuazione e classificazione della fondamentale:
1. con la prima casella (K) si potrà stabilire la posizione di questa nota rispetto alla tonica ­d'impianto; oo Il simbolo in questione si trova al n. 9 della griglia, quindi potete evidenziarlo con un clic e confer-
per riferirci all'esempio corrente, poiché il brano è in Re minore, la nota Mi che state utilizzando mare con il pulsante Seleziona; al ritorno nella finestra precedente, noterete che nella casella "ID"
come fondamentale dell'accordo rappresenta il secondo grado della scala, perciò scriverete il nu- sarà comparso proprio il valore "9".
mero "2". oo Le cose, purtroppo, si fanno più complesse quando il suffisso necessario non è presente nella libre-
2. Se la fondamentale si trova allo stato naturale, come in questo caso, è possibile mantenere il va- ria predefinita di Finale.
lore "0" (zero) nella casella Alterazione (L); altrimenti, come in altri casi simili, scriverete "1" per Faremo perciò un esempio, immaginando di dover inserire una sigla piuttosto elaborata come
indicare un'alterazione di semitono ascendente, "2" per un tono ascendente, "–1" per un semitono "E13( F 9 )". In un caso come questo le strade possibili sono due: prendere spunto da un ­suffisso
discendente e "–2" per un tono discendente16. simile a quello che si sta cercando (e lavorando ovviamente su un duplicato dell'originale), oppure
3. Infine, se non si conoscono con precisione i dati e si possiede un dispositivo MIDI collegato al com- creare il suffisso completamente da zero.
puter, sarà possibile cliccare sul pulsante Ascolto (M) e suonare la nota corrispondente, consenten- Naturalmente la prima soluzione - quando praticabile - è più comoda, poiché consente di ridurre
do così che tutte le informazioni necessarie vengano "catturate" e inserite da Finale. al minimo gli interventi richiesti dalla procedura; in questo caso, tuttavia, sceglieremo la seconda
strada, così sarà possibile analizzare adeguatamente gli strumenti necessari.
• La seconda fila di controlli (N) è del tutto identica alla precedente, ma riguarda l'eventuale nota di
oo Per cominciare, accedete nuovamente alla finestra di fig. 20.22, quindi fate clic sul pulsante Crea; si
­rivolto; per la sua definizione, potete quindi seguire le istruzioni previste per la fondamentale.
aprirà una piccola ma densa finestra denominata Impostazione del suffisso dell'accordo (fig. 20.23);
• Infine, la sezione più interessante - ma al tempo stesso la più complessa - è quella dedicata alla confi-
gurazione del suffisso.
Nel celebre esempio jazzistico utilizzato per questa lezione, avete notato come il suffisso di una sigla
accordale possa essere semplicissimo (come la comune indicazione di modo minore) ma anche molto
articolato, soprattutto quando l'accordo stesso si compone di molte note fra loro dissonanti.
Ciò premesso, vediamo come funzionano i controlli in questione:
oo La prima casella, contrassegnata dall'etichetta "ID" (O), contiene il numero identificativo del
­suffisso da utilizzare, in modo da poterlo richiamare velocemente e senza passare per altre finestre
di dialogo.
oo Poiché al momento non conoscete il valore del suffisso che vi occorre - cioè quello relativo all'ac-
cordo semidiminuito - fate clic sul pulsante Seleziona (P): si aprirà la finestra Selezione del suffis-
so dell'accordo (fig. 20.22), molto simile a quella dedicata alla scelta dei segni di espressione (cfr.
­Lezione n. 17).

6. Per un ripasso delle modalità di indicazione delle alterazioni nelle finestre di dialogo, si consiglia la rilettura della lezione n. 9, dedicata
allo strumento Tonalità. Fig. 20.23 - La finestra Impostazione del suffisso dell'accordo

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Lezione 20. Lo strumento Accordi | 271 272 | Accordi, testo e grafica

oo In questo strumento di dialogo, la casella in alto a destra (A) consente di inserire - uno dopo l'altro oo A conclusione della procedura, non vi resta che cliccare per l'ultima volta sul pulsante Successivo
- i vari elementi che compongono il suffisso (numeri, segni di alterazione, parentesi, ecc.). (F) e digitare la parentesi tonda di chiusura, che posizionerete opportunamente scrivendo nelle ca-
Se si vuole utilizzare un font diverso da quello impostato per default (che in questo caso, come si selle G il valore orizzontale "105" e il valore verticale "22". Nell'anteprima potete finalmente vedere
legge, è "JazzCord 16 normale"), è possibile sceglierlo con il pulsante Carattere in basso (B), il cui il vostro simbolo completo.
funzionamento è stato più volte descritto in questo manuale. oo Prima di chiudere la finestra, rimane un'ultima interessante opzione da analizzare, cui si accede
oo Il pulsante Simbolo (C), invece, è molto utile se si deve inserire un glifo particolare nel suffisso e non grazie al pulsante Suono (J).
si conosce il tasto corrispondente sulla tastiera del computer: cliccando su di esso, infatti, si acce- Per capirne la funzione, dobbiamo ricordare ancora una volta che le sigle degli accordi - se l'utente
derà al set completo del carattere preimpostato, da cui si potrà selezionare il segno che interessa. lo desidera - possono anche essere "eseguite" durante il playback del brano; è vero altresì che le
note corrispondenti al suffisso - fermo restando che la fondamentale o l'eventuale nota di rivolto
oo A questo punto è importante precisare che la casella di inserimento A accetta per impostazione
occuperanno sempre la posizione più bassa nell'accordo - possono essere disposte in vari modi,
predefinita solo un carattere alla volta. Se quindi si dovrà aggiungere al suffisso un numero compo- originando interessanti variabili inerenti alla sonorità dell'accordo nel suo insieme.
sto da più di una cifra (proprio come il "13" previsto in questo esempio), sarà necessario cliccare Facciamo un esempio partendo dalla struttura armonica che stiamo realizzando ["E13( F 9 )"]: la se-
sul ­pulsante Numero (D): solo così facendo sarà possibile inserire il valore completo in un unico guente fig. 20.24 illustra alcune soluzioni ottenibili variando l'ordine delle note indicate dal suffisso.
passaggio.
Apponete dunque la spunta al suddetto checkbox, scrivete poi nella casella il numero "13" e note-
rete che esso compare nell'anteprima a sinistra.
oo Osservando meglio la suddetta area d'anteprima, potete notare che gli elementi aggiunti al ­suffisso
vengono corredati - come spesso accade - da una maniglia quadrata deputata al trascinamento
manuale con il mouse. Poiché frequentemente la suddetta maniglia copre (anche solo parzialmen-
te) la visualizzazione degli oggetti, è possibile nasconderla deselezionando il pulsante Mostra le
maniglie (E).
oo Il numero 13 appena inserito costituisce dunque il primo elemento del suffisso in fase di creazio-
ne; per scrivere il secondo elemento, cioè la parentesi tonda di apertura, cliccate sul pulsante
­Successivo (F) e digitate il predetto simbolo nella casella A. Fig. 20.24 - Alcune varianti dell'accordo "E13( F 9 )"

oo La parentesi, come si nota nell'anteprima, risulta troppo bassa rispetto al numero "13", quindi nei
oo Il pulsante Suono, quindi, è stato pensato per definire con precisione la suddetta disposizione delle
casi come questi si dovrà intervenire sulle caselle di posizionamento orizzontale e verticale (G) per
altezze; cliccando su di esso, si apre la finestra Intervalli delle note del suffisso (fig. 20.25), il cui fun-
allineare gli oggetti fra loro. zionamento è molto semplice:
Aumentate allora la distanza orizzontale, fissandola al valore "35", e soprattutto incrementate la
distanza verticale, portandola al valore "22": con questi semplici interventi, la posizione della pa-
rentesi apparirà decisamente migliorata.
oo Come detto poc'anzi, gli spostamenti delle varie parti del suffisso si possono fare anche manual-
mente, utilizzando il mouse; oggettivamente, questo metodo risulta sempre molto scomodo e
impreciso, ragion per cui è sempre preferibile digitare un valore esatto nelle caselle.
Se comunque deciderete di utilizzare lo spostamento manuale, ricordatevi di rendere visibili le
maniglie degli elementi, attivando il pulsante Mostra le maniglie (E). È consigliabile, inoltre, atti-
vare anche l'opzione Aggiorna (H): essa consentirà di visualizzare la posizione degli oggetti anche Fig. 20.25 - La finestra Intervalli delle note del suffisso
durante il trascinamento; viceversa, se il checkbox non è selezionato, la nuova collocazione dei
simboli si potrà vedere solo al termine dello spostamento. • le caselle dell'area A ospitano le note vere e proprie, definite in base ai semitoni di distanza
oo Proseguendo con la creazione del suffisso, cliccate ancora sul pulsante Successivo (F) per aggiun- rispetto alla fondamentale (ad esempio, volendo ottenere il primo caso di fig. 20.24 i valori do-
gere l'indicazione dell'intervallo di nona minore. vrebbero corrispondere a "10", "13", "17" e "21");
In un caso come questo, onde evitare di effettuare due diversi passaggi per immettere il segno del • se il suffisso rappresenta più di 4 note, con i pulsanti laterali (B) si potrà aggiungere una quan-
bemolle e la cifra "9", è opportuno selezionare il pulsante Prefisso con (I); come si nota, esso attiva tità a piacere di suoni, scorrendo verso destra o verso sinistra per visualizzarli nelle caselle
4 pulsanti di opzione, ciascuno dei quali rappresenta un prefisso che sarà collocato automatica- centrali;
mente davanti all'elemento che si deve inserire.
• il pulsante Cancella (C), come in altre occasioni, avrà lo scopo di "azzerare" tutti i valori;
È possibile scegliere fra il bemolle, il diesis, il segno "meno" e il segno "più". Ovviamente per il
vostro esempio utilizzerete l'opzione del bemolle, dopodiché potrete scrivere il numero "9" nella • infine, per sempificare tutto il processo, il pulsante Ascolto (D) permette di eseguire il suffisso
consueta casella A, affinché i due elementi siano aggiunti contemporaneamente al vostro suffisso. su un eventuale dispositivo MIDI collegato al computer, "catturando" automaticamente le al-
tezze e inserendole nelle caselle dell'area A.
oo Anche in questo caso, come vedete, dovrete "ritoccare" il posizionamento, perciò scrivete il valore
"60" nella casella della distanza orizzontale (G) per distanziare un po' meglio i simboli dalla paren- oo Venendo nuovamente alla finestra Impostazione del suffisso dell'accordo (cfr. fig. 20.23), poiché
tesi. tutta la sequenza di operazioni è stata completata potete finalmente cliccare sul pulsante OK per

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Lezione 20. Lo strumento Accordi | 273 274 | Accordi, testo e grafica

tornare alla schermata precedente (Selezione del suffisso dell'accordo, cfr. fig. 20.22), in cui La sezione Diagramma per chitarra, che in precedenza avevamo temporaneamente omesso, contiene i principali
­l'elemento da voi creato sarà disponibile per la scelta e il conseguente inserimento sulla nota di controlli per la gestione di questi simboli specifici:
partenza.
• in particolare, la casella A contiene il numero identificativo ("ID") dell'elemento e - come l'analoga
oo Come avete visto, dunque, utilizzando la finestra Definizione dell'accordo potrete creare qualunque casella dei suffissi - riporta il valore con cui il diagramma viene contrassegnato all'interno dell'apposita
sigla, anche la più complessa, nel caso in cui Finale non la contenga nelle proprie librerie o non sia finestra di selezione;
in grado di riconoscere l'accordo automaticamente.
• il pulsante posizionato a lato (B) ha proprio lo scopo di mostrare la galleria completa dei simboli dispo-
 nibili, nel caso frequente in cui non si conosca a memoria l'aspetto e il valore "ID" di ciascun ­oggetto.
La conseguente finestra denominata Selezione del diagramma (fig. 20.27), a differenza di altre scherma-
Passiamo infine all'altro versante dello strumento Accordi, ossia la creazione e gestione dei diagrammi per la te simili incontrate fino a questo momento, contiene ben pochi elementi, in questo caso due soltanto:
chitarra e gli altri strumenti della sua famiglia.
Prima di iniziare la trattazione dell'argomento, aprite un'altra variante del brano di Dizzy Gillespie, accedendo
sempre alla cartella delle esercitazioni e scegliendo il file intitolato "Documento di esempio 13c.musx"17.
I diagrammi, per chi non li conoscesse, sono simboli grafici che riproducono una porzione del manico di uno
strumento a corda, indicando con precisione quali corde (in quella stessa porzione) devono essere premute per
ottenere un certo accordo.
Essi forniscono anche altre importanti informazioni, relative per esempio alle corde che devono essere suonate
a vuoto, a quelle che non devono essere suonate affatto, alla posizione degli eventuali barrè, e così via.
Normalmente i diagrammi (che in inglese vengono denominati fretboards) si posizionano sopra il rigo - esatta-
mente come le sigle - e possono coesistere con queste ultime; in una partitura, quindi, potranno comparire solo
le sigle, solo i diagrammi, oppure entrambi i simboli.
Da questo punto di vista, Finale consente di scegliere facilmente gli elementi da visualizzare: se ricordate, in-
fatti, nella finestra Definizione dell'accordo (cfr. fig. 20.18) i vari checkbox della sezione Mostra sono destinati
proprio a questo scopo.
Analogamente, è possibile decidere se includere o meno i diagrammi in un documento tramite il menu speciale
Accordi, agendo in questo caso sulla voce Mostra i diagrammi per chitarra.
Attivate dunque la suddetta opzione nel vostro brano, e subito comparirà un diagramma per ogni sigla presen-
te; ciò significa che potrete collocare facilmente in una partitura questi simboli anche senza conoscere la chi-
tarra e il suo funzionamento: basterà infatti inserire le sigle, e Finale aggiungerà automaticamente i diagrammi
corretti, richiamandoli dalle proprie librerie interne.
Ovviamente, anche i diagrammi - come le sigle - si comportano in modo intelligente: infatti essi possono essere Fig. 20.27 - La finestra Selezione del diagramma
eseguiti durante il playback e si modificano automaticamente in caso di modulazione.
• Se osservate la barra del titolo, noterete che accanto alla dicitura principale viene indicato (vedi il
Per approfondire, ultimiamo dunque l'analisi della finestra Definizione dell'accordo: accedetevi facendo doppio ­cerchio rosso nell'illustrazione) anche il nome dell'accordo su cui si sta lavorando, in questo caso
clic su una maniglia qualsiasi di una sigla o di un diagramma, ad esempio sulla prima nota del brano (fig. 20.26). "Mi F 7": ciò significa che la finestra contiene solo i principali diagrammi con cui si ottiene questo speci-
fico accordo sulla ­chitarra; ovviamente gli esecutori esperti conoscono altre posizioni per ottenere un
accordo di "Mi F 7", ma Finale riporta solo quelle di norma più utilizzate.
Ciò non toglie, come vedremo a breve, che si possano aggiungere alla griglia altri diagrammi comple-
tamente personalizzati.

• Osservate poi il pulsante in alto, Seleziona il suffisso (A), con cui si possono importare nella finestra i
diagrammi relativi ad altre forme accordali, che potrebbero rivelarsi utili come basi per eventuali mo-
difiche.
Cliccando sul pulsante, accederete a un'ulteriore finestra contenente tutti i suffissi presenti nella libre-
ria del documento; scegliete, a titolo di esempio, il suffisso n. 11 (minore settima): tornando alla finestra
iniziale, noterete che due nuovi diagrammi si sono aggiunti alla griglia, pronti per essere eventualmen-
te cambiati con il pulsante Modifica (B) al fine di ottenere due varianti dell'accordo di partenza.

• Per quanto riguarda la creazione di un diagramma personalizzato, evidentemente si ricorrerà a questa


Fig. 20.26 - La finestra Definizione dell'accordo (sezione Diagramma per chitarra) procedura solo se l'accordo dovrà essere eseguito in posizioni diverse da quelle canoniche, magari per
ottenere sonorità particolari, o se si sta scrivendo per uno strumento diverso dalla chitarra a 6 corde.
7. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 13c.xml" seguendo le istru- Cliccando dunque sul pulsante Crea (C), si accede alla complessa finestra denominata Editor del
zioni riportate nell'Appendice 1. ­diagramma per chitarra (fig. 20.28).

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• In questo caso mantenete l'opzione deselezionata e passate alla casella successiva (E), che consente
di variare il numero dei tasti visualizzati nel diagramma.
A titolo di esempio, se scrivete in questo campo il valore "5" noterete che la porzione di manico rap-
presentata nell'anteprima si "allunga" per far vedere un tasto aggiuntivo.
• Conservate pure il valore iniziale di "4 tasti", e portatevi alla sezione immediatamente inferiore, relati-
va al numero del tasto iniziale (F). Essa risulta utile nei casi in cui la porzione di manico da rappresen-
tare non parta dal primo tasto della chitarra, ma da un qualsiasi tasto successivo: in questi casi, dovrà
obbligatoriamente essere specificato il tasto di partenza.
Ponete, ad esempio, che il tasto iniziale della porzione raffigurata sia il quarto: in tal caso apporrete la
spunta al checkbox e scriverete il valore "4" nella relativa casella; come vedete, appare immediatamen-
te l'indicazione "4 fr." (abbreviazione del termine inglese fret) e nel contempo la linea superiore del
diagramma si "assottiglia", poiché non rappresenta più il capotasto.
Prima di procedere, riportate il diagramma alla situazione iniziale deselezionando il pulsante M ­ ostra.
• Tutte le operazioni fin qui effettuate, come premesso, riguardano la "struttura di base" del diagramma,
e devono essere applicate a qualsiasi simbolo prima di iniziare ad agire sugli elementi più importanti,
con cui si definirà la "natura" dell'accordo da rappresentare e lo strumento che dovrà eseguirlo.
• Passando dunque alla fase operativa vera e propria, osservate in primo luogo la parte superiore della
finestra, in cui si potrà assegnare un nome al gruppo di diagrammi (G); Finale, infatti, è in grado di
creare e archiviare vere e proprie collezioni di simboli, a disposizione in qualsiasi momento per i nostri
documenti. Lo scopo più tipico di un gruppo di diagrammi è quello di formare un set di posizioni simili
valevoli per tutti i gradi della scala cromatica; in aggiunta, il programma potrà generare un'intera colle-
zione di 12 diagrammi partendo da un'unica posizione predefinita.
Fig. 20.28 - La finestra Editor del diagramma per chitarra A breve vedremo nel dettaglio le procedure necessarie; per il momento, assegnate semplicemente un
nome al vostro gruppo, ad esempio "Gillespie", e passate al controllo sottostante.
Ad un primo sguardo, questa schermata può ricordare lo Strumento Disegno, in cui ci siamo imbattuti parec-
• Il menu a tendina Strumento (H) presenta una nutrita lista comprendente i principali strumenti che ap-
chie volte nelle lezioni precedenti; mentre, però, il suddetto strumento consente di creare simboli e forme di partengono alla famiglia della chitarra, in tutte le varianti più diffuse: troverete quindi il banjo, il basso
molteplice natura e utilizzo, in questo caso i controlli sono tutti orientati alla creazione di un'unica forma molto elettrico, il dulcimer, il liuto, il sitar, ecc.
specifica, ossia un diagramma per chitarra o altro strumento della famiglia. Se in questo elenco scegliete uno strumento diverso dalla tradizionale chitarra a 6 corde, ad esempio
Analizziamo, come di consueto, ogni aspetto nel dettaglio: il mandolino, vedrete che subito la struttura di base del diagramma si modifica, presentando solo 4
corde, così come accade in tutte le anteprime del gruppo nella parte bassa (I).
• al centro della finestra si colloca l'anteprima del simbolo che si sta creando (A), presentata nel suo
"scheletro" di base: avremo quindi la rappresentazione dei primi 4 tasti del manico della chitarra (dall'al- • Qualora abbiate la necessità di modificare un elemento di questa lista, o di crearne uno completamen-
to verso il basso), con il capotasto evidenziato da una linea più spessa. te nuovo, potete cliccare sul pulsante Modifica strumento (J). Esso conduce a una nuova finestra,
denominata Definizione del diagramma per lo strumento (fig. 20.29), che consente all'utente di configu-
• In questa struttura elementare è già possibile effettuare alcuni importanti interventi: in primo luogo si rare qualsiasi strumento a corda con manico a tasti, definendone tutte le caratteristiche.
possono cambiare le dimensioni di visualizzazione del diagramma grazie al menu a tendina Percentuale
(B), le cui opzioni vanno dal "25%" all'"800%".
Tenete presente che le suddette grandezze - come in tutti i casi analoghi - non rappresentano valori di
stampa, ma solo percentuali di zoom all'interno dell'anteprima A; si consiglia di impostare un valore
pari al 300%, con cui si potrà lavorare in modo adeguato senza affaticare la vista.

• Subito al di sotto si trova un altro menu a tendina, Stile (C), con cui si definirà l'aspetto grafico gene-
rale del d
­ iagramma, scegliendolo da un elenco che comprende 6 interessanti possibilità; a differen-
za del menu precedente, la scelta qui effettuata avrà riscontro anche in partitura e nella stampa del
­documento.
Di norma, è preferibile utilizzare lo stile Jazz per tutti i brani scritti a imitazione del Real Book (come
in questo caso), oppure lo stile Seville per le partiture di impostazione ­classica; è interessante anche
l'opzione Wide, che rende il diagramma un po' più largo e si adatta bene a qualsiasi tipo di lavoro.

• Sempre in relazione all'aspetto di base della figura, con il pulsante Più elementi per corda (D) autoriz-
zerete l'eventuale inserimento di più di un simbolo grafico su ogni corda del diagramma.
L'opzione si utilizza in casi particolari, specialmente quando il diagramma stesso dovrà rappresentare
non tanto un accordo, bensì la diteggiatura di una scala. Fig. 20.29 - La finestra Definizione del diagramma per lo strumento

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oo Per ben comprendere il funzionamento di questo ulteriore gruppo di controlli, aggiungeremo a. scrivere in ciascuna casella della sezione inferiore (G) il numero MIDI della nota corrispondente
uno strumento non presente in elenco, ossia la chitarra a 10 corde: poiché per questo affascinante alla corda;
cordofono si utilizzano diverse accordature, riprodurremo quella sperimentata con successo da
b. cliccare all'interno di ogni casella e per ciascuna di esse premere il pulsante Ascolto della corda
­Narciso Yepes, uno dei più grandi chitarristi del Novecento (fig. 20.30).
(H), eseguendo poi - caso per caso - la nota corrispondente su un dispositivo MIDI.

Scegliete liberamente il metodo che preferite, tenendo conto che la seconda tecnica è indubbia-
mente più semplice; nel caso non disponiate di una master keyboard e dobbiate giocoforza orien-
tarvi verso il primo sistema, potete copiare i numeri MIDI dalla fig. 20.30.

oo Al termine delle operazioni, Finale può farvi ascoltare il suono delle 10 corde a vuoto - che saranno
eseguite in successione dalla più bassa alla più alta - premendo il pulsante Suona tutto (I).

Fig. 20.30 - Accordatura della chitarra decacorde utilizzata da Narciso Yepes oo Una menzione particolare merita il pulsante Chiave inserimento rapido (J), ennesima dimostrazio-
(accando al nome delle note, tra parentesi, il relativo numero MIDI) ne della cura estrema con cui i programmatori di Finale hanno pensato a tutte le situazioni possibili.
Questo controllo ha una sua utilità nel caso in cui lo strumento che si sta configurando debba es-
oo Cliccate dunque sul pulsante Nuovo in alto a destra (cfr. fig. 20.29 A), e nel campo a sinistra (B) sere scritto in intavolatura anziché su un normale rigo musicale; poiché, in tali casi, nella cornice
assegnate un nome allo strumento, per esempio "10 String Guitar"; dello strumento Inserimento rapido (cfr. Lezione n. 12) le note verranno comunque scritte usando
la notazione standard, il suddetto controllo darà accesso a una finestra accessoria, in cui stabilirete
oo subito dopo va indicato il numero delle corde, perciò nel relativo campo (C) scrivete il valore "10". quale chiave dovrà essere utilizzata durante l'immissione delle note.
Non appena premete il tasto TAB per confermare l'immissione, notate come si aggiungano imme-
diatamente 4 corde alle 6 già presenti nell'anteprima in basso; oo In ultima analisi, i tre pulsanti della sezione K consentono - rispettivamente - di duplicare uno stru-
mento (così da effettuare eventuali modifiche su una copia anziché sull'originale), di cancellarlo nel
oo efinite poi il numero complessivo dei tasti presenti sul manico, utilizzando la casella D: qui potete
d caso non sia più necessario, o di impostarlo come strumento predefinito nella finestra di editing dei
mantenere il valore "20", poiché in genere questa chitarra presenta gli stessi tasti di una normale ­diagrammi (cfr. fig. 20.28).
chitarra a 6 corde;
oo Poiché tutte le fasi della procedura sono state ultimate e la vostra chitarra a 10 corde è stata oppor-
oo Il checkbox sottostante, Diatonico (E), ha una funzione particolare: vi sono infatti alcuni ­strumenti, tunamente configurata, potete cliccare sul pulsante OK e subito, tornando alla suddetta finestra,
come il dulcimer, che vengono definiti diatonici poiché in essi i tasti del manico non presentano noterete che tutte le anteprime (sia quella grande al centro, sia le 12 piccole in basso) avranno
esclusivamente incrementi di semitono, ma compiono anche salti di tono intero basandosi su una cambiato aspetto in base alle vostre modifiche.
determinata scala (come ad esempio la scala maggiore).
In tali casi, ovviamente, anche la struttura dei diagrammi dovrà tenere conto della particolare suc-
• Abbiamo fatto questa lunga digressione per dimostrare, una volta di più, le immense possibilità offerte
cessione di toni e semitoni prevista dallo strumento, e questa dovrà essere "segnalata" a Finale da un programma come Finale: anche nello strumento Accordi, quindi, si può godere di un'elasticità e
cliccando sul pulsante Definisci (F), che dà accesso alla piccola finestra Definizione diatonica dello di un controllo sugli oggetti praticamente assoluto. Ovviamente, per padroneggiare tanta abbondan-
strumento (fig. 20.31). za è necessario affrontare un paziente apprendistato, ma state certi che la fatica fatta sarà ampiamen-
te ripagata nel tempo, soprattutto se il vostro lavoro prevede un utilizzo intenso della videoscrittura
musicale.

• Ciò detto, possiamo ricondurre la descrizione dei diagrammi a una situazione più "tradizionale", cioè
all'accordo iniziale di "MiF 7" eseguito da una comune chitarra a 6 corde.
Nella finestra Editor del diagramma per chitarra (cfr. fig. 20.28), selezionate nuovamente dal menu a
tendina H lo strumento Chitarra standard, e passate ad analizzare la tavolozza degli strumenti per il
disegno dei diagrammi (K); per comodità di lettura, ne riportiamo qui sotto un'immagine ingrandita
(fig. 20.32).

Fig. 20.31 - La finestra Definizione diatonica dello strumento

oo La modalità di indicazione degli intervalli è chiaramente spiegata dalle istruzioni presenti all'inter-
no della finestra stessa: basterà ricostruire "virtualmente" il manico dello strumento, scrivendo il
valore "1" per indicare un salto di semitono e "2" per indicare un salto di tono intero, separando
ogni elemento con virgole.
Nel caso in questione, il manico della chitarra a 10 corde prevede una regolare successione di
­semitoni, quindi potete premere Annulla e mantenere deselezionato il pulsante Diatonico (E).

oo Siamo giunti così alla parte più interessante, poiché ora si dovrà comunicare a Finale l'intonazione
di tutte le corde dello strumento, partendo dalla più acuta fino alla più grave. Per definire queste
altezze vi sono due modalità: Fig. 20.32 - Dettaglio degli strumenti per il disegno dei diagrammi

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oo Il primo elemento disponibile è la "manina" in alto a sinistra (A), che sposterà l'immagine del subito comparirebbe nell'anteprima centrale l'ossatura del nuovo diagramma, pronta per essere cor-
­ iagramma all'interno dell'anteprima; come avrete notato, esso coincide - per forma e funzione -
d redata dei simboli necessari.
con l'analogo oggetto nella tavolozza degli strumenti di navigazione.
• L'esito più interessante, tuttavia, si ottiene consentendo a Finale di generare automaticamente nuovi
oo Proseguendo lungo la colonna sinistra, s'incontrano nell'ordine lo strumento Gomma (B), neces- diagrammi simili a quelli già inseriti, intervenendo su una o più delle strutture attualmente vuote.
sario per cancellare eventuali simboli sbagliati, il Pallino bianco (C, per indicare le corde ­vuote), il La piccola icona raffigurante un lucchetto, affiancata a ciascun simbolo, determina se il simbolo stesso
Pallino nero (D, per indicare le corde premute), la "X" (E, per contrassegnare le corde che non dovrà essere compreso o meno nel processo di generazione automatica dei diagrammi; è bene quindi
devono suonare) e infine il Rombo (F, per indicare i suoni armonici). assicurarsi che i simboli già preparati presentino il lucchetto chiuso e siano così al sicuro da ogni even-
tuale modifica accidentale.
oo Sulla colonna destra, nel gruppo G trovano posto i simboli per la diteggiatura (compresa la lettera
"T" indicante il pollice), e il simbolo per il barrè (H). • Facciamo subito un esempio, mantenendo aperti i lucchetti solo in corrispondenza dei diagrammi an-
cora vuoti, e cliccando poi sul pulsante Genera (cfr. fig. 20.28 M): in una frazione di secondo, tutte le
oo Tutti i simboli sopra descritti (tranne ovviamente la manina e la gomma) possono essere posiziona- caselle "aperte" verranno completate con accordi di settima, impostati con una sequenza intervallare
ti su una corda qualsiasi e su qualunque tasto. Normalmente, i simboli per la corda vuota e per la identica a quella del diagramma di origine (fig. 20.34).
­corda muta vanno collocati al di fuori del diagramma, esattamente sopra la corda interessata, ma
Finale consente di posizionarli anche all'interno della figura.

oo Va inoltre ricordato che - di norma - su una stessa corda non si dovrebbero mai collocare due sim-
boli dello stesso tipo, e tanto meno due simboli in contraddizione fra loro (per es. il pallino bianco
insieme al pallino nero). Tuttavia, selezionando il pulsante Più elementi per corda (cfr. fig. 20.28 D)
sarà possibile bypassare queste limitazioni, purché ovviamente si sia certi di fare una cosa sensata.
• Ora, avendo finalmente analizzato tutti gli elementi atti alla creazione di un nuovo diagramma, potete Fig. 20.34 - Generazione automatica di un gruppo di diagrammi (accordi di settima)
svolgere un piccolo esercizio; poichè, come si è visto, Finale propone soltanto due posizioni per l'ac-
cordo di "Mi F 7", ne creerete una nuova che inizierà dal IV tasto della chitarra: • Si ricorda che i simboli ottenuti si riferiscono ad un preciso suffisso accordale - in questo caso la ­settima -
perciò d'ora in avanti, ogni qualvolta vorrete collocare un diagramma sopra un accordo di settima
1. in primo luogo apponete la spunta al pulsante Mostra nella sezione Numero del tasto (cfr. fig.
­(partendo da qualsiasi nota fondamentale) troverete fra i simboli disponibili anche quelli appartenenti
20.28 F), quindi digitate il valore "4" nella relativa casella;
al gruppo "Gillespie".
2. poiché la prima e la sesta corda saranno mute, selezionate la "X" dal gruppo degli strumentini
e collocatela su di esse (fuori dal diagramma, esattamente sopra le corde interessate); • Completate dunque il processo facendo clic sul diagramma relativo al "Mi F " e confermate con il pul-
sante OK. L'operazione vi riconduce alla finestra Selezione del diagramma (cfr. fig. 20.27), nella quale
3. ora passate alle corde da premere, perciò selezionate il pallino nero e collocatelo rispettiva- ora troverete anche il diagramma appena creato. Esso risulta già selezionato, quindi confermatelo
mente: con il pulsante Seleziona e tornerete (richiudendo così la Matrioska) alla finestra iniziale di Definizione
• sul 6° tasto della V corda; dell'accordo (cfr. fig. 20.18).
• sul 5° tasto della IV corda; Notate in particolare che ora, sotto i controlli per la selezione del diagramma, si legge il nome del grup-
• sul 6° tasto della III corda; po selezionato ("Gillespie"), e lo strumento per il quale esso è stato impostato ("Chitarra standard").
Confermate un'ultima volta con OK, e finalmente il vostro diagramma alternativo per l'accordo di Mi F
• sul 4° tasto della II corda. verrà collocato in partitura.
• Il vostro semplice diagramma è pronto (fig. 20.33), e potete ascoltarne le note in sequenza premendo
il pulsante Suona (cfr. fig. 20.28 L). 

Per avviarci alla conclusione, esaminiamo le funzioni accessorie dello strumento Accordi, con cui si possono
gestire alcune situazioni particolari.
Un tipico problema si verifica - purtroppo abbastanza frequentemente - quando Finale, in fase di riconoscimen-
to automatico di un accordo, assegna ad esso una sigla non corrispondente alle nostre aspettative.
L'esempio probabilmente più comune è costituito dalla triade maggiore con l'aggiunta dell'intervallo di sesta
(per esempio il "Do6"), che il programma interpreta erroneamente come un accordo di La minore settima in
Fig. 20.33 - Diagramma alternativo per ottenere l'accordo di "Mi F 7"
primo rivolto.
In situazioni come questa, Finale va "rieducato" in maniera tale che, incontrando un accordo di questo tipo,
• A questo punto potete osservare che il nuovo diagramma appare, più in piccolo, anche nel gruppo in
possa associare ad esso la sigla corretta.
basso (cfr. fig. 20.28 I), occupando proprio la sede riservata al Mi F (o Re S, giacché in quest'area i dia-
grammi sono considerati equivalenti dal punto di vista enarmonico). Per "addestrare" il programma relativamente a qualsiasi nuova struttura armonica, è necessario aprire il menu
Infatti, come detto in precedenza, Finale vi consente di creare un numero a piacere di gruppi formati Accordi, e scegliere nella parte bassa la voce Modifica gli accordi appresi.
da diagrammi collegati fra loro dallo stesso suffisso. Se per esempio voleste creare - per questo gruppo La finestra che si apre (fig. 20.35) ha una triplice funzione: può insegnare nuovi accordi al software, modificare
denominato "Gillespie" e che contiene accordi di settima - il diagramma relativo a un'altra nota della gli accordi già presenti in libreria, o infine cancellare gli accordi appresi, facendoli praticamente "dimenticare" a
scala cromatica, dovreste semplicemente cliccare sulla piccola anteprima collegata alla nota stessa, e Finale.

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Fig. 20.35 - La finestra Modifica gli accordi appresi

• Cliccando sul pulsante Apprendi (A), apparirà una finestra di "ascolto", in cui verrà chiesto all'uten-
te di suonare (su un dispositivo MIDI collegato) l'accordo che il programma dovrà acquisire; dopo
­l'esecuzione, si vedrà ancora una volta la finestra Definizione dell'accordo (cfr. fig. 20.18), con la quale si Fig. 20.36 - La finestra Cambia il carattere del suffisso dell'accordo
comunicheranno i dettagli necessari. Al termine di questa fase, Finale avrà dunque "imparato" il nuovo
accordo e potrà proporre la sigla corretta in ogni successiva occorrenza della medesima struttura. oo Nella parte alta (A) potete scegliere quale font del suffisso dovrà essere sostituito, specificandone
anche in modo distinto la dimensione e lo stile;
• È necessario precisare, tuttavia, che gli accordi appresi si riferiranno sempre al contesto tonale di pro-
oo successivamente, nella sezione inferiore (B) indicherete quale dovrà essere il nuovo font, preci-
venienza: in altre parole, se insegnate al programma l'accordo di Do6 all'interno di un brano in Do sando anche in questo caso la dimensione e lo stile;
­maggiore, esso sarà associato esclusivamente al primo grado della scala; di conseguenza, inserendo
lo stesso accordo in un'altra tonalità - per esempio Sol maggiore - esso non sarebbe riconosciuto cor- oo agendo inoltre sui due checkbox in basso, potete delegare a Finale il compito di aggiustare automa-
rettamente, poiché in quel caso si troverebbe sul quarto grado. Per tale motivo, ogni qualvolta si farà ticamente la spaziatura dei suffissi (C) e la posizione della linea di base (D), in modo da assicurare al
apprendere a Finale un nuovo accordo, sarà opportuno utilizzare anche il pulsante Tonalità (B), che nuovo carattere un aspetto corretto ed equilibrato.
consentirà di contestualizzare adeguatamente la sigla nel proprio ambito di riferimento.
• Con l'ultima voce del menu è possibile stabilire se i simboli inseriti in partitura (sigle, diagrammi o en-
Questo aspetto può indubbiamente sembrare scomodo, ma dal punto di vista "grammaticale" è corret- trambi gli elementi) debbano essere riprodotti o meno durante il playback.
to, in quanto una stessa struttura accordale riveste "ruoli" diversi a seconda della tonalità ­d'impianto Tenete presente che lo strumento utilizzato da Finale per far "suonare" i simboli corrisponderà per
in cui viene utilizzata o in occasione di modulazioni all'interno del brano. ­default a quello da voi precedentemente assegnato al rigo. Se desiderate diversificare i timbri, aprite lo
strumento Gestione Partitura (cfr. Lezione n. 5, fig. 5.7); al suo interno, se osservate la colonna "Nome",
• Per quanto riguarda gli altri controlli della finestra, con il pulsante Trova (C) o la coppia Precedente /
potete espandere la piccola freccia che precede il nome di ogni rigo: così facendo, sarà possibile impo-
Successivo (D) si potrà localizzare con rapidità una sigla precedentemente "insegnata" a Finale, al fine stare patch diverse per ciascuno dei 4 eventuali livelli di polifonia, per gli accordi e le espressioni.
di modificarne gli attributi (E) o eliminarla dalla lista (F).
Terminiamo la trattazione ricordando che anche con lo strumento Accordi si possono utilizzare i Metatool, le
Il menu speciale Accordi contiene altre funzioni interessanti, che descriviamo brevemente: comodissime scorciatoie incontrate in molte altre aree di lavoro di Finale.
Nel caso specifico, ogni Metatool creato richiamerà un particolare simbolo accordale (sigla o diagramma), le
• La voce Semplifica la grafia ha uno scopo molto chiaro: quando selezionata, indica a Finale di interpre-
cui caratteristiche saranno state impostate in precedenza attraveso la finestra Definizione dell'accordo (cfr. fig.
tare - ove necessario - gli accordi in senso enarmonico; ad esempio, una triade costruita sul Mi S verrà 20.18).
automaticamente identificata come una triade di Fa. La procedura per la creazione di un Metatool coincide con quella analizzata per gli altri strumenti del program-
Se invece si desidera che il programma rispetti la denominazione "autentica" dell'accordo, basterà ma, e si avvia sempre premendo contemporaneamente il tasto SHIFT e quello da definire come scorciatoia.
deselezionare la voce nel menu. Naturalmente, l'uso dei Metatool è fortemente consigliato nel caso in cui in una partitura compaiano molte vol-
te gli stessi elementi, che così potranno essere facilmente inseriti con pochi clic del mouse.
• A seguire, l'opzione Sostituisci i simboli renderà predefinite le indicazioni "abbreviate" per l'accordo
diminuito e semidiminuito, utilizzando in questi casi il tipico pallino (o) e il pallino tagliato (ø). Lo strumento Accordi, dunque, offre moltissime possibilità, specialmente se si considerano le sue opzioni di
I font musicali che Finale utilizza di norma (Maestro, Jazz e Broadway Copyist) contengono questi due riconoscimento e adattamento automatico, oltre alle minuziose funzioni di personalizzazione dei simboli.
simboli: se dunque state applicando manualmente le sigle accordali, potrete inserirli in modo rapido Ciò nonostante, numerosi utenti - per collocare le sigle in partitura - utilizzano abitualmente lo strumento Testo
digitando rispettivamente la lettera "o" e il simbolo della percentuale ("%"). o lo strumento Espressione; certamente non vi potrebbe essere scelta più sbagliata, poiché così facendo essi
rinunciano alle numerose facilitazioni consentite da questo strumento, senza dubbio uno dei più interessanti e
Conseguentemente, se l'opzione del menu non è selezionata, la pressione dei suddetti tasti non atti-
completi dell'intero programma.
verà alcuna scorciatoia e non vi sarà alcuna sostituzione dei caratteri originali.

• La voce Cambia i caratteri del suffisso apre invece la finestra omonima (fig. 20.36), pensata per effettua-
re una sostituzione rapida e globale dei font utilizzati per le sigle.

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284 | Accordi, testo e grafica

Ciò premesso, va detto in primo luogo che lo strumento Testo crea e gestisce i propri elementi collocandoli sem-
pre all'interno di una cornice, che potrà essere reale (cioè apparire effettivamente nella stampa o conversione
grafica del documento) o virtuale (utile, in questo caso, solo come riferimento visivo durante il lavoro).

Lezione 21 La presenza di una cornice consente a Finale di stabilire i confini dei singoli oggetti e di definire con estrema
precisione la loro posizione all'interno delle pagine, indipendentemente dalla formattazione applicata.
Il programma, inoltre, effettua un'ulteriore distinzione fra cornice standard (ossia una cornice di forma sempre
Lo strumento Testo rettangolare, che circonda il testo e sulla quale si può intervenire relativamente ad alcuni parametri generali),
e ­cornice personalizzata, la cui forma può essere liberamente tracciata e modificata con lo Strumento Disegno e
tutti i suoi controlli.
Per fare subito alcune dimostrazioni pratiche, aprite un nuovo documento predefinito (rileggete, se necessario,
la ­Lezione n. 2):
In tutte le pubblicazioni musicali, oltre alla notazione, ai segni di espressione, alle articolazioni e alle forme
­intelligenti, vi sono altri elementi che costituiscono parte integrante del contenuto editoriale: fra questi, un • come vedete, ogni nuovo documento presenta alcuni elementi di testo già predisposti, che per ora
­ruolo non secondario va attribuito ai cosiddetti blocchi di testo (titolo, autore, numero di pagina, copyright, potete ignorare; fate invece doppio clic in una qualsiasi zona libera della pagina e vedrete comparire
ecc.), che forniscono all'esecutore tutta una serie di informazioni relative alla composizione. una piccola cornice tratteggiata, al cui interno si trova un cursore lampeggiante.

Finale, naturalmente, riserva anche a questo aspetto la necessaria attenzione, e a tale proposito contiene uno • Il suddetto cursore funziona come in un qualunque programma di elaborazione testuale: digitate quin-
specifico strumento di lavoro, denominato semplicemente Testo; esso si attiva cliccando sulla lettera "T" maiu- di un testo a piacere (ad esempio "Sonata prima"): la cornice si adatterà automaticamente - in senso
scola della tavolozza principale (fig. 21.1 A), o in alternativa scegliendo la terzultima voce del menu Strumenti orizzontale - alle parole inserite.
(fig. 21.1 B).
• Se ora premete il tasto INVIO e andate a capo, scrivendo per esempio "Op. 1", noterete che l'adatta-
mento automatico si realizza anche in senso verticale. Per confermare l'inserimento, fate clic in un
qualsiasi punto esterno alla cornice (fig. 21.2).

Fig. 21.2 - Creazione di un semplice blocco di testo

• Nel caso vogliate che la cornice abbia una dimensione predefinita, dovrete come prima cosa creare la
cornice stessa, trascinando il mouse con la tecnica del "clic e mezzo" ampiamente descritta a proposito
dello strumento Forme intelligenti (cfr. Lezione n. 19): così facendo, potrete creare un "contenitore"
della grandezza desiderata. Dopo il rilascio del mouse, apparirà il cursore lampeggiante e potrete ini-
ziare a scrivere il vostro testo.
• Quando tracciate la cornice con questa tecnica, il suo perimetro sarà costituito da un doppio tratteggio
(fig. 21.3). La differenza con la precedente modalità di inserimento consiste nel fatto che il testo, una
volta raggiunto il limite orizzontale della cornice, andrà automaticamente a capo; tuttavia, se si oltre-
passa il margine inferiore, le parole in eccedenza non saranno visualizzate.

Fig. 21.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Testo

Prima di avviare la descrizione dello strumento e delle sue caratteristiche, è necessario fare un'importante pre-
messa: poiché anche lo strumento Espressione - come senz'altro ricorderete (cfr. Lezione n. 17) - consente di
­creare elementi testuali, l'utente inesperto potrebbe scegliere di utilizzare il suddetto strumento per realizzare
anche i titoli, i numeri di pagina e altri oggetti simili; al contrario, è più che opportuno distinguere - caso per caso
e con consapevolezza - quando sia più conveniente preferire un componente o l'altro.
In linea di principio, possiamo affermare che lo strumento Testo, grazie ad alcune sue caratteristiche uniche Fig. 21.3 - Creazione di un blocco di testo con dimensione predefinita
(come la possibilità di assegnare un blocco a più pagine contemporaneamente, oppure di auto-aggiornare le
istanze testuali ad ogni nuova apertura del documento), gode di una sua completa autonomia, e l'opportunità • Naturalmente, la grandezza iniziale della cornice non è immutabile: se infatti vi posizionate con il
della sua netta distinzione dallo strumento Espressione sarà più chiara dopo averne esaminato compiutamente ­mouse su uno qualsiasi del bordi (o degli angoli), il puntatore si trasformerà in una doppia freccia e
le peculiarità. trascinando potrete ridimensionare a piacimento l'area di scrittura.

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Lezione 21. Lo strumento Testo | 285 286 | Accordi, testo e grafica

Proseguendo, notate la presenza - accanto a ogni blocco di testo collocato nella pagina - di una maniglia quadra-
ta, che servirà come sempre per selezionare o spostare il rispettivo blocco di appartenenza.
Fate dunque un clic singolo su una maniglia qualsiasi e accedete, nella parte superiore dello schermo, al menu
Testo: esso rappresenta uno dei numerosi menu speciali di Finale e viene visualizzato solo contestualmente
all'attivazione del relativo strumento.

Nella parte centrale del menu trovano posto due voci simili: Cornice standard e Cornice personalizzata: con que-
ste opzioni potrete intervenire in modo più approfondito sull'aspetto delle cornici, indipendentemente dal
modo con cui le avete tracciate in partitura.
Scegliete dunque la prima delle due voci, che può essere richiamata anche più velocemente con la scorciatoia
CTRL+M in Windows oppure CMD+M in MacOS; apparirà una finestra dal medesimo titolo (fig. 21.4), deputata
alla definizione dei parametri di una cornice di forma sempre rettangolare.

Fig. 21.6 - La finestra Cornice personalizzata

• In primo luogo, poiché il programma offre sempre una visualizzazione iniziale dell'anteprima pari
al "50%", quindi molto piccola, è opportuno ingrandirla almeno al "200%" tramite il menu a tendina
Zoom (A).
• A seguire, cliccando sul pulsante Seleziona (B) si accede alla ben nota finestra di scelta delle forme
Fig. 21.4 - La finestra Cornice standard
grafiche (Selezione della forma disegnata), nella quale si potrà eventualmente individuare un elemento
già predisposto e adatto alle proprie esigenze.
• Con il primo checkbox (A) stabilirete se il bordo della cornice dovrà essere visualizzato o meno;
Qualora, invece, si debba creare una cornice dalla forma totalmente personalizzata, nella suddetta
• con il secondo pulsante (B), ordinerete alla cornice di espandersi automaticamente in senso orizzon- finestra il pulsante Crea consentirà di accedere allo Strumento Disegno, le cui numerose funzioni con-
tale qualora il testo raggiunga il limite destro dell'area di scrittura. Come ricorderete, questa stessa sentiranno di ottenere l'esito desiderato1.
­opzione si attiva automaticamente creando un blocco di testo tramite un doppio clic;
• P
roseguendo verso il basso, si incontrano tre pulsanti checkbox (C) utili per visualizzare o meno gli
• con il terzo checkbox (C), invece, comanderete alla cornice di espandersi automaticamente in senso ­elementi che compongono l'anteprima del blocco di testo, ossia la maniglia, la forma prescelta per il
verticale quando il testo raggiunga il limite inferiore dell'area di scrittura; anche questa opzione si atti- bordo della cornice e il testo vero e proprio.
va automaticamente creando un nuovo blocco con il doppio clic. Tenete presente, però, che nascondendo il bordo della cornice (secondo pulsante), esso sparirà anche
• Con la prima delle due caselle in basso (D) definirete lo spessore del bordo della cornice; ovviamente, dalla partitura, mentre deselezionando gli altri due checkbox non vi sarà alcuna conseguenza sulla pa-
la compilazione di questa casella ha senso solo nel caso in cui sia stato attivato il pulsante A; gina, in quanto per ovvi motivi le maniglie e i contenuti testuali non possono essere nascosti.
• infine, l'ultima casella (E) determinerà l'ammontare di un eventuale rientro (inteso come spazio inter- • Infine, le caselle in basso quantificano rispettivamente la distanza (orizzontale e verticale) del testo
no) fra il margine della cornice e il testo in essa contenuto. rispetto alla maniglia (D) e l'eventuale spazio bianco (rientro) inserito artificialmente fra il bordo della
Se si visualizza il bordo, è buona norma impostare un valore di rientro pari ad almeno 5 o 6 EVPUs, in cornice e il testo in essa contenuto (E).
modo che il testo non collida con la cornice stessa, a tutto vantaggio della leggibilità.
Uscite ora dalla finestra, cliccando su Annulla, per procedere ad un esame più dettagliato del menu speciale
• Per fare un esempio, attivate tutti i checkbox, poi impostate uno spessore di "3 EVPUs" per il bordo e
Testo, che di fatto rappresenta l'elemento principale con cui operare in questa sezione del programma.
un rientro pari a "15 EVPUs". Confermando con il pulsante OK, la cornice diverrà visibile e - se necessario
- si rimodellerà automaticamente secondo le vostre indicazioni (fig. 21.5). • Le prime tre voci del menu (Carattere, Dimensione e Stile) riguardano la formattazione generale del
testo contenuto nella cornice selezionata: con queste opzioni potrete gestire l'aspetto degli oggetti
testuali come se vi trovaste all'interno di un comune text editor.
Se il blocco su cui state intervenendo è racchiuso in una cornice standard, ricordate che essa potrà
adattarsi automaticamente alle variazioni da voi apportate, purché siano stati attivati gli opportuni
checkbox nella relativa finestra di dialogo (cfr. fig. 21.4 B e C).

Fig. 21.5 - Esempio di configurazione di una cornice standard


1. La finestra Selezione della forma disegnata si incontra in numerose occasioni durante l'utilizzo di Finale: ne abbiamo parlato dettagliata-
mente descrivendo gli strumenti Chiave (cfr. Lezione n. 8), Espressione (cfr. Lezione n. 17) e Articolazione (cfr. Lezione n. 18); analogamen-
Per quanto riguarda la seconda opzione (Cornice personalizzata), il menu conduce a una nuova finestra di dia-
te, lo Strumento Disegno costituisce una componente fondamentale per diverse aree operative del programma, fra cui i tre strumenti
logo (fig. 21.6), attivabile anche in questo caso con una scorciatoia da tastiera: CTRL+SHIFT+M in Windows, sopra citati e lo strumento Forme intelligenti (cfr. Lezione n. 19).
oppure CMD+SHIFT+M in MacOS. Si rinvia dunque alla lettura di tutte le suddette lezioni per gli eventuali approfondimenti.

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Lezione 21. Lo strumento Testo | 287 288 | Accordi, testo e grafica

• Di seguito, la voce Spostamento linea base consente di fissare un'eventuale distanza aggiuntiva della
linea d'appoggio dell'intero blocco, in modo indipendente dall'interlinea e dalla cornice (fig. 21.7).

Fig. 21.7 - La finestra Spostamento linea base

L'opzione può rivelarsi utile quando si debba regolare la posizione verticale di un testo all'interno
della cornice, senza dover modificare quest'ultima attraverso la finestra Cornice personalizzata (cfr.
fig. 21.6); come in altre occasioni, l'esperienza personale di ciascun utente potrà individuare molti altri
utilizzi pratici.

• La voce Apice/Pedice non ha bisogno di molte spiegazioni poiché, com'è ovvio, riguarda l'eventuale
trasformazione del testo (o in genere di una sua specifica porzione) in base a questi due speciali stili di
formattazione. Cliccando sull'opzione, si apre un'altra piccola finestra (fig. 21.8) in cui potrete immet-
tere un unico valore, che sarà positivo se dovete posizionare il testo in apice, negativo se invece dovete Fig. 21.10 - La finestra Impostazioni dei caratteri
collocarlo in pedice.
Poiché il suo funzionamento è ben noto, in questa occasione ci soffermeremo solo su due controlli assai parti-
colari, generalmente poco utilizzati malgrado la loro indubbia efficacia:
• il pulsante Dimensione fissa (A) rende la dimensione del carattere assoluta, o meglio indipendente da
qualsiasi eventuale variazione della percentuale di pagina.
Per fare un semplice esempio, immaginate di impostare il titolo della composizione a "18 punti"; se
in seguito applicate una riduzione del 30% all'intera pagina (tramite lo strumento ­Ridimensiona - cfr.
Lezione n. 6), il vostro titolo sarà coinvolto nella variazione e non verrà stampato a "18 punti", ma a
"12,6 punti" (ossia una riduzione del 30% rispetto alla dimensione originale); se invece desiderate -
Fig. 21.8 - La finestra Apice/Pedice come accade molto spesso - che venga ridotto tutto il materiale presente in partitura eccetto i titoli
dell'intestazione, ecco che il pulsante Dimensione fissa diviene utilissimo, poiché "protegge" i testi pre-
• Con la voce Spaziatura caratteri, invece, si regola la distanza orizzontale (tracking) fra le singole lettere scelti da qualsiasi variazione generale applicata al documento.
che compongono le parole di un blocco di testo (fig. 21.9).
• Il pulsante Nascosto (B), invece, ha lo scopo di rendere "invisibile" il testo su cui state lavorando; lo
­status di invisibilità riguarda però solo la stampa del documento, poiché il testo rimarrà perfettamente
leggibile sullo schermo del computer, benché in colore grigio chiaro.
Il fatto di occultare un blocco di testo si rivela molto utile allorché si debbano inserire in una pagina
­certe "indicazioni di servizio", ovvero parole o frasi che possono essere lette solo da colui che sta
lavorando sul file (o da chi ne effettuerà la revisione), ma non dovranno assolutamente comparire
nell'edizione definitiva del documento.

Chiudete ora la finestra e, prima di proseguire con l'esplorazione del menu Testo, create una nuova cornice di
Fig. 21.9 - La finestra Spaziatura caratteri inserimento facendo doppio clic in una zona libera della pagina.
Si tratta di un'opzione molto utile quando sia necessario migliorare la leggibilità di certi testi, in modo Senza scrivere nulla nella cornice, accedete al suddetto menu e posizionate il puntatore sulla voce Inserimenti:
particolare se si utilizzano font il cui tracking originale è molto ravvicinato. l'azione conduce a un vasto sottomenu contenente una serie di elementi predefiniti che si possono aggiungere
a un blocco di testo. Procediamo dunque all'analisi dettagliata:
• Grazie a queste prime sei opzioni del menu speciale è dunque possibile intervenire in modo molto • le prime cinque voci dell'elenco inseriscono tutti i tipi di alterazione: diesis, bemolle, doppio diesis,
dettagliato sull'aspetto dei blocchi di testo; se però si desidera effettuare le varie operazioni senza ­doppio ­bemolle e bequadro. Spesso questi simboli devono apparire nei titoli o in altre immissioni simili
dover aprire tutte queste piccole finestre, si potrà - fortunatamente - scegliere la settima opzione
(per es. "Sonata in Fa S maggiore op. 78"), perciò il menu consente di collocarli immediatamente con la
­(Impostazioni dei caratteri) per accedere alla tipica schermata che condensa l'insieme dei controlli in
giusta formattazione e senza dover memorizzare i tasti corrispondenti.
un'unica area globale (fig. 21.10).
Come ricorderete, la suddetta finestra (o più spesso una sua variante semplificata) appare ogni qual- • Le due voci successive sono molto importanti, poiché riguardano la gestione dei numeri di pagina
volta si debba interagire con elementi testuali di qualsiasi natura: nomi completi e abbreviati dei righi, in un documento. In particolare, la prima opzione consente di automatizzare il conteggio a livello
numeri di battuta, espressioni, sigle accordali, ecc. ­globale: impostando i parametri adeguati - come vedremo in seguito - si potrà assegnare un blocco di

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Lezione 21. Lo strumento Testo | 289 290 | Accordi, testo e grafica

testo a tutte le pagine del documento, ed esso si aggiornerà dinamicamente indicando sempre i nume-
ri corretti, anche nel caso in cui certe pagine vengano inserite o rimosse dalla partitura.
• Per quanto riguarda le 10 opzioni nella sezione centrale del menu (Titolo, Sottotitolo, Compositore,
ecc.), esse sono strettamente collegate alla schermata delle Informazioni sul file presente nello stru-
mento Gestione Partitura (cfr. Lezione n. 5); infatti, ciò che inserirete nei blocchi di testo per mezzo di
queste opzioni verrà automaticamente copiato nei relativi campi della suddetta finestra, e viceversa.
Fate a tal proposito un breve esercizio esplicativo:
Fig. 21.11 - La finestra HyperLink
1. create un nuovo blocco di testo facendo doppio clic in un punto libero della pagina;
2. aprite il menu Testo e seguite il percorso Inserimenti > Sottotitolo; oo nel campo superiore (A) si dovrà digitare il testo da visualizzare sulla pagina;
3. nella cornice tratteggiata del blocco di testo apparirà la scritta "Sottotitolo", già evidenziata per oo nel campo inferiore (B), invece, andrà inserito l'indirizzo esatto cui deve puntare il collegamento;
essere sostituita da una nuova indicazione: scrivete quindi "Dedicato alla Contessa Pia Serbelloni in questo caso è possibile omettere il prefisso "http://", poiché se necessario esso verrà aggiunto
Mazzanti Vien dal Mare" o un altro testo di fantasia; automaticamente da Finale.
4. cliccate in un punto esterno per confermare l'immissione, quindi attivate lo strumento Gestione oo Qualora il link debba puntare a un indirizzo di posta elettronica, andrà utilizzata la sintassi comune-
Partitura con la consueta scorciatoia (CTRL+K in Windows oppure CMD+K in MacOS); mente prevista dal linguaggio HTML, anteponendo all'indirizzo stesso l'istruzione "mailto:".
5. se necessario, fate clic sul TAB Info sul file (situato sotto la barra del titolo): accederete così a tutte Ad esempio, per inviare un messaggio al sito ufficiale di Finale si scriverà con precisione la stringa
le informazioni collegate al menu che stiamo analizzando; potete vedere, in effetti, che la "dedica" ­"mailto:info@finalemusic.com", il tutto rigorosamente senza spazi.
da voi inserita compare regolarmente nel campo "Sottotitolo". oo Una volta assegnate le suddette istruzioni, potete confermare con il pulsante OK e cliccare in un
6. Ovviamente potete effettuare il procedimento inverso: se infatti - rimanendo all'interno di questa punto esterno alla cornice: per verificare il corretto funzionamento del link, fate clic sulla maniglia
schermata - apportate qualsiasi modifica al contenuto del campo "Sottotitolo", essa si rifletterà del blocco di testo tenendo abbassato il tasto CTRL se lavorate in Windows, oppure ALT se siete su
immediatamente nel blocco di testo da voi creato sulla pagina. MacOS.
In sostanza, quando create le intestazioni di una partitura potete scegliere se gestire tutti gli elementi oo Infine, nel caso in cui desideriate eliminare un collegamento inserito in precedenza, dovrete acce-
attraverso un'unica sede (l'area Info sul file dello strumento Gestione Partitura), o piuttosto intervenire dere nuovamente alla finestra e cliccare sul pulsante Rimuovi Link (C).
- voce per voce - utilizzando le opzioni del menu speciale Testo.
La prima soluzione è certamente più comoda (e pertanto preferibile nella maggior parte dei casi), ma • Proseguendo, la voce Offset di pagina - che si attiva solo se sono stati inseriti in partitura i numeri di pa-
poiché spesso dovrete agire sui singoli elementi per modificarne la formattazione o altri aspetti, ricor- gina (cfr. pag. 288-289) - è importantissima quando si lavora su un brano diviso in due o più movimenti,
date che potete accedere velocemente ad essi tramite il suddetto menu. come una sonata o un quartetto.
Se infatti realizzerete i vari movimenti in altrettanti file separati, dovrete valutare il fatto che la stampa
• C
hiudete ora lo strumento Gestione Partitura e aprite nuovamente il sottomenu Inserimenti, in cui re- sarà costituita da un documento unico, perciò le pagine dovranno essere numerate consecutivamente,
stano da analizzare le ultime cinque voci attive. senza ricominciare ogni volta dal n. 1.
• Nome del file è un'opzione che include in un blocco di testo il titolo assegnato al file sul quale si sta la- A tale scopo, la presente funzione aggiunge un valore predefinito al numero di pagina contenuto in un
vorando. In questo caso ci si riferisce proprio al nome, seguito dall'estensione ".musx", con cui il file è blocco di testo: per esempio, se il secondo movimento di un brano inizia a pagina 6, in questa finestra
stato salvato sull'hard disk (o altro dispositivo di archiviazione): esso, quindi, non va confuso col titolo (fig. 21.12) scriverete un "valore di offset" pari a "5", cosicché tutta la numerazione del documento
scritto nell'intestazione della partitura - anche se ovviamente potrà coincidere con esso. venga "spostata" in avanti di cinque unità.
Tenete conto che fino a quando non salverete il brano per la prima volta (attribuendo ad esso un nome
specifico), nel blocco di testo apparirà l'indicazione generica "[Nome del file]".
• Con le tre voci successive, invece, potrete creare blocchi di testo contenenti la data corrente, la data di
creazione del file e l'ora attualmente impostata nel sistema.
Per quanto riguarda la data e l'ora corrente, ricordate che Finale "preleva" questi elementi dall'orolo-
gio interno del vostro computer, perciò se esso non è regolato correttamente anche il contenuto dei
vostri blocchi di testo risulterà errato.
Fig. 21.12 - La finestra Offset di pagina
• Infine, l'opzione Simbolo serve per collocare nel blocco un qualsiasi glifo appartenente al font attual-
mente impostato per l'immissione; potete servirvi di questa utile funzione per aggiungere in partitura • Per quanto riguarda le cornici, ne abbiamo già definito il trattamento in precedenza, quindi per prose-
elementi testuali di ogni genere (simboli di valuta, indicazioni di copyright, lettere speciali di alfabeti guire analizziamo le due opzioni di Giustificazione e Allineamento:
stranieri, ecc.).
oo i due termini sono simili e a volte possono essere confusi, ma va ricordato che l'allineamento riguar-
Dopo il ricco e utile elenco degli Inserimenti, il menu speciale Testo contiene altre interessanti opzioni: da la posizione dell'intero blocco rispetto alla pagina, mentre la giustificazione riguarda le varie linee
di testo all'interno di un singolo blocco;
• Hyperlink è un controllo che servirà - come il suo nome suggerisce - a introdurre in un blocco di testo
un collegamento a una qualsiasi pagina web o indirizzo di posta elettronica. La sua selezione farà com- oo chiarita questa differenza, potete utilizzare i due sottomenu per stabilire con precisione in quale
parire una semplice finestra di dialogo (fig. 21.11): punto preciso e in quale modo dovrà disporsi ogni blocco di testo aggiunto alla vostra partitura.

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Lezione 21. Lo strumento Testo | 291 292 | Accordi, testo e grafica

• La questione del posizionamento viene riproposta anche dalla funzione successiva, Attributi della • Uscite da quest'ultima finestra premendo il pulsante Annulla, e tornate ancora una volta al menu Testo
­cornice, attivabile con la scorciatoia CTRL+SHIFT+T in Windows, oppure CMD+SHIFT+T in MacOS. per selezionare la voce successiva, denominata Interlinea.
La finestra di dialogo che appare (fig. 21.13) riprende e sviluppa la possibilità di assegnare uno specifi- Con questo termine, come noto, si indica in editoria la distanza predefinita fra le varie righe che com-
co blocco di testo (perciò non solo la numerazione) a un numero prestabilito di pagine, definendone pongono un paragrafo: anche nei blocchi di testo di Finale, come in un qualsiasi text editor, è dunque
altresì la collocazione precisa e altri utili parametri. possibile controllare questo valore.
Naturalmente va precisato che la relativa finestra di dialogo (fig. 21.14) risulta interessante solo nel
caso in cui il blocco di testo in questione sia costituito da due o più righe, altrimenti non avrà alcuna
utilità.

Fig. 21.14 - La finestra Interlinea

oo L'interlinea può essere impostata in modo automatico, scegliendo un valore in percentuale dall'ap-
posito menu a tendina (A) o scrivendolo direttamente nella casella a fianco (B);

oo in alternativa, essa può essere definita in modo assoluto tramite il secondo pulsante di opzione (C),
avvalendosi eventualmente dei controlli specifici per la scelta di una precisa unità di misura.

Fig. 21.13 - La finestra Attributi della cornice di testo oo Come in altri casi simili, è bene effettuare sempre alcune prove prima di decidere il valore definitivo
da assegnare a questo parametro.
oo La prima sezione (A) è molto importante, poiché determina se il blocco in questione dovrà essere
associato ad una o più pagine, oppure a una misura specifica all'interno di un rigo da precisare. • L'opzione successiva, A capo automatico, autorizza Finale ad applicare una distribuzione verticale e
Tale indicazione è imprescindibile se si prevede di estrarre le parti staccate al termine del lavoro: in coerente del testo nelle cornici standard.
questo caso, dovete ricordare che i blocchi assegnati alla pagina (l'esempio più tipico è c­ ostituito Se deselezionate la voce, le parole andranno comunque a capo quando raggiungono il limite destro
dal ­titolo del brano) compariranno regolarmente in tutte le parti, mentre quelli associati a una della cornice, ma in questo caso verranno "spezzate" arbitrariamente e senza alcuna sillabazione.
singola misura saranno visibili solo nella parte specifica dello strumento cui appartiene la battuta Nella seguente fig. 21.15 potete osservare l'aspetto risultante di uno stesso blocco di testo in base alla
­stessa. diversa scelta e
­ ffettuata.

oo Se dunque scegliete l'assegnazione alla pagina, con un apposito menu a tendina (B) indicherete
a Finale se il blocco di testo dovrà essere collegato a un'unica pagina (da specificare nella casella a
fianco), oppure a tutte le pagine del documento, a un ambito specifico, alle sole pagine sinistre o
infine alle sole pagine destre.

oo Selezionando la suddetta opzione, inoltre, si attiveranno tutti i controlli nella parte bassa della
finestra: potrete quindi determinare l'allineamento orizzontale e verticale del blocco rispetto alla
pagina (C), specificando poi con il menu successivo (D) se i parametri sopra indicati devono rife-
rirsi al margine interno della pagina stessa ovvero al suo bordo esterno.

oo Le caselle a destra (E) mostrano l'eventuale offset rispetto al posizionamento di base, e il pulsante
Fig. 21.15 - Esempio di blocco di testo con l'opzione
F stabilisce che i valori prescelti siano calcolati in riferimento alla cornice del testo, e non al testo "A capo automatico" attivata (A) o disattivata (B)
stesso.

oo Infine, se desiderate che un blocco di testo da voi assegnato a tutte le pagine si collochi in modo • La voce Modifica il testo ha uno scopo molto semplice: partendo dal contenuto di un blocco di te-
diverso nelle pagine sinistre rispetto a quelle destre (esigenza piuttosto comune quando si inse- sto selezionato, essa conduce a una finestra di editing praticamente identica ad altre schermate di
riscono intestazioni e piè di pagina), selezionerete il pulsante Usa il posizionamento nella pagina analoga finalità incontrate in diverse aree del programma (cfr. per esempio la fig. 5.8 a pag. 36).
destra (G), che attiverà i relativi controlli differenziati. All'interno dell'anteprima potrete dunque lavorare sul materiale già inserito, modificando o aggiun-
In tal caso, ovviamente, tutti i parametri della sezione precedente saranno riferiti solamente alle gendo nuovi testi a piacere, e il tutto potrà essere formattato in qualsiasi modo per mezzo dei consueti
pagine sinistre. strumenti di controllo.

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Lezione 21. Lo strumento Testo | 293 294 | Accordi, testo e grafica

• Per finire, il menu speciale presenta due ultime opzioni: Assegna il nuovo testo alla misura e Assegna il • Con i due larghi pulsanti in basso, potrete poi applicare la formattazione a tutti i simboli contempora-
nuovo testo alla pagina. neamente (C), risparmiando quindi parecchio tempo nelle fasi di preparazione, oppure potrete impar-
Se ripensate alla finestra Attributi della cornice di testo (cfr. fig. 21.13), certamente riconoscerete un'e- tire un reset generale (D), riportando tutti i simboli alle impostazioni predefinite.
vidente analogia con i controlli presenti nella parte superiore (sezione A). Nel presente caso, tuttavia,
• L'area dei controlli viene conclusa da un pulsante checkbox (E) che offre la possibilità di visualizzare
questi comandi non hanno effetto sul materiale già inserito, ma su ogni blocco di testo che sarà creato anche i secondi nell'eventuale rappresentazione dell'ora, e da un menu a tendina (F) con cui potrete
successivamente. impostare il formato della data in base alle due visualizzazioni più comuni.
Di fatto, perciò, essi rendono predefinita l'una o l'altra impostazione, fermo restando che sarà sempre
possibile - grazie alla suddetta finestra degli Attributi - modificare l'assegnazione di ogni singolo ele- In conclusione lo strumento Testo, pur essendo uno dei meno complessi del programma, rappresenta comun-
mento. que un componente molto interessante: le sue funzioni, infatti, consentono di intervenire in modo assai accu-
rato su ogni aspetto relativo agli inserti testuali, offrendo numerose opzioni che nulla hanno da invidiare ai più
Prima di concludere, dobbiamo ricordare che anche le Opzioni del d ­ ocumento contengono alcune importanti diffusi e completi text editor presenti sul mercato.
funzioni dedicate alla gestione del testo. Aprite perciò la suddetta finestra utilizzando la "solita" scorciatoia Ciò dimostra ancora una volta come Finale sia stato realizzato, fin dalle sue prime versioni, cercando di rispon-
(CTRL+ALT+A in Windows oppure CMD+ALT+A in MacOS), quindi selezionate dal vasto elenco a sinistra proprio dere a tutte le esigenze possibili in materia di editoria musicale, riservando sempre grande attenzione anche agli
la voce Testo. aspetti apparentemente meno significativi.
Come di consueto, l'area centrale si popola immediatamente di nuove opzioni (fig. 21.16):

Fig. 21.16 - L'area dedicata al Testo nelle Opzioni del documento

• La prima casella in alto (A) determina l'ammontare delle tabulazioni, ossia la quantità di spazi che
verranno saltati ogni qualvolta premerete il tasto TAB per spostarvi all'interno di un blocco di testo.
Ricordate bene che questa impostazione è retroattiva, perciò se ne modificate il valore andrete a cam-
biare l'ampiezza delle eventuali tabulazioni in tutti i blocchi già presenti in partitura.

• Più in basso troviamo una sezione dedicata alla formattazione dei simboli usati per le alterazioni all'in-
terno dei blocchi di testo (B). Non dovete ovviamente confondere queste alterazioni con quelle pre-
senti nei righi accanto alle note musicali, il cui aspetto e comportamento - come ormai ben sapete - va
definito all'interno di aree completamente diverse del programma.

• Per ogni alterazione, che può essere selezionata attraverso il menu a tendina iniziale, è possibile de-
terminare il glifo da utilizzare e il font di provenienza; inoltre, con le 4 caselle sottostanti ne stabilirete
l'eventuale ingrandimento o riduzione in percentuale, lo spostamento della linea di base e la spaziatu-
ra orizzontale (tracking) rispetto agli altri caratteri affiancati12.

2. Si noti che il valore di queste due caselle è espresso in "ems"; si tratta di un'unità di misura molto particolare, non presente fra le sei
unità predefinite di Finale (cfr. Lezione n. 3): a differenza di queste, essa rappresenta una grandezza relativa, poiché la sua dimensione è
variabile e dipende dal tipo di carattere utilizzato. Il suo nome deriva dalla lettera "M" maiuscola, che nei font basati sugli alfabeti occi-
dentali costituisce in genere il glifo più largo e viene perciò utilizzata come misura di riferimento per tutti gli altri glifi del font.

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296 | Accordi, testo e grafica

Con l'attivazione dello strumento si verificano due eventi molto importanti:


• in primo luogo, nella parte alta dello schermo compaiono due nuovi menu speciali, dedicati rispettiva-
mente ai controlli principali (fig. 22.2 A) e alla formattazione del testo (fig. 22.2 B);
Lezione 22
Lo strumento Testo cantato

Nella lezione precedente abbiamo analizzato le modalità di creazione e gestione dei blocchi di testo attraverso
lo strumento ad essi dedicato; come noto, però, nelle partiture musicali accade spesso di dover interagire con
un altro tipo di testo, ossia quello che si posiziona al di sotto delle note ogni qualvolta la composizione preveda
la presenza del canto o della voce in generale.
Poiché il trattamento di questo materiale, pur partendo dalle stesse basi, differisce notevolmente da quello dei
blocchi di testo, Finale vi riserva uno strumento specifico, denominato Testo cantato.
Per seguire le dimostrazioni e gli esempi qui proposti, potete aprire - nella consueta cartella delle esercitazioni -
il file denominato "Documento di esempio 14.musx"1.
Come vedete, si tratta della celebre filastrocca "Fra Martino", più volte citata nel volume: in questo caso essa si
presenta in una delle sue forme più diffuse (canone a 4 voci), e in tale disposizione sarà molto utile per capire il
Fig. 22.2 - I menu speciali dello strumento Testo cantato
funzionamento di questa sezione del programma.
Attivate dunque lo strumento Testo cantato, che nella tavolozza principale è rappresentato da una penna d'oca • i n secondo luogo, nell'area di lavoro compare una speciale finestra, denominata proprio Testo cantato
con calamaio (fig. 22.1 A), o in alternativa si può richiamare - come sempre - dal menu Strumenti (fig. 22.1 B). (fig. 22.3), con la quale si potranno effettuare le operazioni fondamentali intervenendo direttamente
sulla ­partitura.

Fig. 22.3 - La finestra di servizio del Testo cantato

• Qualora, attivando lo strumento Testo cantato, la suddetta finestra non dovesse apparire sullo scher-
mo, potete richiamarla aprendo il menu Canto e selezionando la prima voce; in alternativa potete uti-
lizzare la comoda scorciatoia CTRL+L in Windows oppure CMD+L in MacOS.
Si consiglia di posizionare questo elemento in una zona dell'area di lavoro in cui non disturbi la visua-
lizzazione, poiché sarà necessario tenerla sempre aperta durante le operazioni.
Analizziamone dunque la configurazione:
Fig. 22.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Testo cantato oo il menu a tendina Testo (A) consente di operare su tre diversi livelli di inserimento: la strofa (o
­verso, se preferite), il ritornello (o chorus, o refrain), e la sezione. Queste suddivisioni sono molto
1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 14.xml" seguendo le istru- utilizzate nella musica leggera o nel jazz, ma possono tornare utili anche in partiture di musica clas-
zioni riportate nell'Appendice 1. sica, se si vuole differenziare la formattazione del testo nelle varie parti della composizione.

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Lezione 22. Lo strumento Testo cantato | 297 298 | Accordi, testo e grafica

oo La casella a fianco (B), in base alla selezione effettuata nel menu precedente, consente di deter- • spostando il terzo triangolo, si raffinerà ulteriormente l'intervento, in quanto sarà spostato solo il testo
minare il numero della sezione su cui si intende lavorare; si potrà poi passare da un'unità all'altra presente nella corrente accollatura e solo nel rigo su cui si sta lavorando;
utilizzando le due piccole frecce a lato. • infine, l'ultimo triangolo ha la consueta funzione preventiva, ovvero dovrà essere spostato prima di
oo Sulla destra si trovano i sei pulsanti (C) che costituiscono il cuore dello strumento, e che a breve inserire una sillaba, e la sillaba stessa - una volta scritta - apparirà esattamente nella posizione preim-
analizzeremo nel dettaglio. postata.
oo Infine, l'area bianca sottostante (D) è il contenitore vero e proprio del testo che sarà inserito sotto Ciò detto, per iniziare a scrivere fate clic sulla prima nota del primo pentagramma: sotto la nota apparirà un
le note del brano. cursore lampeggiante. Ora la prassi è molto semplice:
Sopra ad essa, come vedete, viene indicato il font attualmente predefinito per la stesura del te- • digitate la prima sillaba della filastrocca ("Fra"); poiché si tratta di un monosillabo (quindi la parola è
sto, con la sua dimensione e il suo stile (in questo caso "Times 12 normale"); se desiderate modifi- conclusa), premete la barra spaziatrice e Finale salterà alla nota successiva.
care questa impostazione, dovete aprire la finestra delle Opzioni del documento (CTRL+ALT+A in
­Windows oppure CMD+ALT+A in MacOS), quindi selezionare la voce Font (caratteri) dall'elenco • sotto il Re scrivete "Mar" (prima sillaba di "Martino"); in questo caso, trattandosi di una parola più lun-
a sinistra e infine intervenire sulla prima coppia di controlli dell'area centrale, dedicati proprio al ga da dividere in tre parti, per collegarla alla sillaba seguente dovrete digitare il trattino (o se preferite
testo cantato. il segno meno) sulla tastiera del computer. Anche stavolta il cursore salterà alla nota successiva, unen-
dola però alla precedente con il trattino stesso.
oo In questa lezione utilizzeremo il font Arial, molto diffuso e generalmente preinstallato in tutti i Ricordate che la punteggiatura va assegnata sempre all'ultima sillaba della parola cui si riferisce, quindi
computer: a tale scopo, definite in "Arial 11 normale" tutte le istanze di inserimento (strofa, ritor- - se il meccanismo è chiaro - potete procedere ad inserire tutta la prima strofa del canone (fig. 22.5)12.
nello e sezione).
Al termine delle operazioni, uscite dalle Opzioni del documento e noterete che nella finestra di ser-
vizio Testo cantato viene ora indicato il nuovo carattere da voi prescelto.

A questo punto siete pronti per iniziare a collocare il testo sotto le note del brano.
La modalità più semplice, e per questo anche la più utilizzata, consiste nel digitare il testo direttamente sulla
pagina. Per attivare questa prima tecnica, vi sono due possibilità:
1. aprire il menu speciale Canto e selezionare la voce Digita in partitura (cfr. fig. 22.2 A);
2. cliccare sul primo dei sei pulsanti contenuti nella sezione C della finestra di servizio Testo cantato (cfr.
fig. 22.3).
Fig. 22.5 - La prima strofa del brano "Fra Martino"
Selezionando la suddetta modalità di scrittura, notate la comparsa di quattro piccoli triangoli sul lato sinistro
dello schermo (fig. 22.4).
• Quando avrete concluso, dovrete confermare il tutto cliccando in un qualsiasi punto esterno; scrivere
Come ricorderete, abbiamo incontrato i suddetti elementi in altre due aree di Finale, precisamente nello stru-
il testo in questo modo, dunque, è veramente molto semplice.
mento Espressione (cfr. Lezione n. 17) e nello strumento Accordi (cfr. Lezione n. 20); anche in questa occasione i
Notate, inoltre, che tutto il testo da voi digitato verrà aggiunto anche all'interno della finestra Testo
triangoli hanno il medesimo scopo, ossia spostare verticalmente la linea di base su cui poggia l'elemento in que-
cantato, con la sua esatta suddivisione in sillabe: qualora dobbiate apportare qualche modifica, potrete
stione, nel nostro caso proprio il testo cantato.
agire direttamente nell'area di anteprima, ottenendo un riscontro immediato nella partitura.
• Il brano scelto per il nostro esempio, come noto, è di natura interamente sillabica, ossia prevede una
diversa particella di testo per ogni nota della melodia; nel caso in cui si debba invece assegnare una
sillaba a due o più note (per ottenere quello che viene definito melisma o vocalizzo), sarà necessario
scrivere la sillaba in questione sulla prima nota del melisma e premere più volte la barra spaziatrice o il
trattino (a seconda che si tratti di una sillaba conclusiva o interna alla parola) fino a raggiungere l'ulti-
ma nota interessata.
Finale, in questo caso, evidenzierà automaticamente il vocalizzo per mezzo di una serie di trattini (fig.
22.6 A) o, qualora ci si trovi alla fine della parola completa, con una linea di estensione (fig. 22.6 B).

Fig. 22.4 - I triangoli per la gestione della linea di base del testo cantato

Riassumiamo brevemente la funzione di ogni triangolo, ricordando che - come sempre - si parte da un interven-
to di carattere generale per scendere progressivamente nel particolare:
• trascinando il primo triangolo a sinistra, verrà spostata la linea di base del testo in tutta la partitura: Fig. 22.6 - Esempio di rappresentazione di un melisma all'interno o alla fine di una parola
quindi le liriche si muoveranno in tutti i righi e in tutte le accollature del brano;
• trascinando il secondo triangolo, il testo verrà spostato in tutte le accollature, ma limitatamente al rigo 2. In alcuni sistemi il trattino che collega le sillabe potrebbe non essere visualizzato immediatamente; si tratta di un problema tempora-
su cui state lavorando; neo legato al ridisegno dello schermo, che si risolverà automaticamente procedendo con l'inserimento del testo.

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Lezione 22. Lo strumento Testo cantato | 299 300 | Accordi, testo e grafica

La seconda tipologia di inserimento del testo cantato è costituita dalla cosiddetta Assegnazione con il clic, che si sulla freccia superiore, e subito si potrà iniziare l'inserimento scegliendo il metodo preferito.
attiva - anche in questo caso - in due modi: Il carattere tipografico e la sua formattazione risulteranno già impostati correttamente, purché siano stati pre-
1. aprendo il menu speciale Canto e selezionando la voce in questione (cfr. fig. 22.2 A); definiti nella finestra di Opzioni del documento; se necessario, ovviamente, questi parametri potranno essere
modificati attraverso le opzioni del menu speciale Testo (cfr. fig. 22.2 B).
2. cliccando sul secondo dei sei pulsanti contenuti nella sezione C della finestra di servizio Testo cantato
(cfr. fig. 22.3). Facciamo in proposito un breve esercizio:

Il principio su cui si basa questo metodo prevede essenzialmente due fasi: dapprima si scrive tutto il testo all'in- • per sfruttare le possibilità offerte dall'assegnazione con il clic, copiate nell'area bianca della finestra di
terno della finestra sopra citata, dividendolo già in sillabe, successivamente si clicca sulle note desiderate per servizio il testo seguente, suddividendolo come indicato (senza spazi fra una sillaba e l'altra); potete
posizionare individualmente le sillabe stesse. omettere gli "a capo", in quanto non sono utili alla procedura:

Facciamo subito un esercizio, approfittando del fatto che il testo della prima strofa di "Fra Martino" è già presen- Un con-cer-to di cam-pa-ne
te nella finestra, nonché correttamente suddiviso: ciò costituisce un notevole vantaggio, poiché non dovrete suo-na tu, suo-na tu!
digitarlo nuovamente. Il rin-toc-co squil-la, il rin-toc-co squil-la:
• Prima di tutto, ricordate che è necessario indicare a Finale quale sillaba - fra quelle contenute nell'an- Din! Don! Dan! Din! Don! Dan!
teprima - dovrà essere inserita per prima in partitura: questa precisazione è obbligatoria poiché il pro-
gramma vi consente, qualora ne abbiate la necessità, di avviare l'assegnazione da un punto qualsiasi • Nella medesima area bianca, fate clic sulla prima sillaba della strofa ("Un"); ora posizionate il curso-
del testo. re sulla prima nota della voce 1, quindi tenete abbassato il tasto CTRL (in ­Windows) oppure ALT (in
• Cliccate quindi con precisione sulla sillaba iniziale ("Fra"), indi passate alla partitura e fate clic sulla pri- ­MacOS) e cliccate.
ma nota della seconda voce (mis. 3): la sillaba sarà correttamente collocata, e nel contempo all'interno • I l risultato è ottimo, tuttavia la seconda strofa appare un po' troppo vicina alla prima; questo ci offre
della finestra Testo cantato verrà evidenziata la sillaba successiva ("Mar-"), ad indicare che essa sarà l'occasione per utilizzare i triangoli sulla sinistra, al fine di spostare la linea d'appoggio del testo (cfr.
inserita con il prossimo clic del mouse su una qualsiasi nota da voi prescelta. fig. 22.4).
• P
er completare l'operazione, continuate a cliccare su tutte le note della Voce 2, una dopo l'altra, fino a Qualora essi non siano visibili, selezionate la modalità Digita in partitura (cfr. fig. 22.3 C, primo pulsan-
mis. 8. te); ora, poiché state lavorando solo sul primo pentagramma in tutte le accollature, agite sul secondo
triangolo trascinandolo leggermente verso il basso.
Questo sistema di inserimento del testo, oltre ad essere facile e divertente, presenta tre vantaggi non trascu-
rabili: Per aggiungere altre strofe, ovviamente farete ancora clic sulla freccia superiore della finestra di servizio, ripe-
tendo i passaggi sopra descritti. Quando avrete terminato l'inserimento di tutte le strofe, potrete usare entram-
1. in primo luogo, come detto, quando si lavora su partiture di questo genere (ovvero brani corali in cui
be le frecce per spostarvi da un'istanza all'altra ed effettuare, se necessario, le eventuali modifiche.
tutte le voci cantano lo stesso testo) non sarà necessario digitare più volte il materiale, ma basterà
Se dovete differenziare il testo in strofe, ritornelli e sezioni, tenete conto del menu a tendina appositamente de-
scriverlo per la prima voce e in seguito "riciclarlo" per tutte le altre;
dicato (cfr. fig. 22.3 A): ciascuna di queste parti potrà essere costituita da un numero a piacere di linee di testo
2. in secondo luogo, è possibile inserire più velocemente gli eventuali melismi, poiché si può cliccare indipendenti.
direttamente sulle note coinvolte da un cambio di sillaba, senza dover premere più volte la barra spa-
ziatrice o il trattino; Il secondo caso particolare e assai frequente è costituito dalla necessità di collegare due sillabe poste sotto una
3. infine, se il brano vocale è di natura sillabica (cioè, come in questo caso, non presenta alcun melisma), stessa nota, quando si verifichi il fenomeno linguistico della sinalefe; nella metrica italiana, tale evento è dato
l'assegnazione con il clic dispone di una comodissima funzione accessoria, che permette di collocare dalla fusione in un'unica sillaba della vocale (o dittongo) finale di una parola con la vocale (o dittongo) iniziale
tutte le sillabe in un unico intervento, senza dover fare clic su tutte le note. della successiva.
Per sperimentare l'opzione, indicate dapprima a Finale la sillaba iniziale (cliccate perciò ancora su "Fra" Come avrete osservato in molte pubblicazioni di musica vocale, la sinalefe viene resa generalmente unendo le
nella finestra Testo cantato); ora tenete premuto il tasto CTRL (in Windows) oppure ALT (in ­MacOS) e sillabe interessate con una piccola linea curva in posizione di pedice (fig. 22.7):
fate clic sulla prima nota della voce 3.
Questa procedura, inoltre, è in grado di riconoscere le eventuali pause presenti nelle battute interes-
sate e di saltarle automaticamente durante la collocazione del testo.



Dopo aver analizzato i due metodi principali previsti da Finale per l'inserimento del testo cantato, iniziamo ad
approfondire l'argomento occupandoci di due esigenze assai comuni che ogni utente si troverà ad affrontare Fig. 22.7 - Esempi di sinalefe in un celebre incipit pucciniano
lavorando con questo strumento.
Per ottenere questo simbolo, Finale prevede una procedura leggermente macchinosa, che purtroppo risulta
Il primo caso è costituito dalla necessità di inserire due o più strofe di testo sotto i righi musicali; vi sono moltissi-
essere - al momento - l'unica "ufficialmente" indicata da Makemusic:
mi esempi di questo tipo, nella musica classica come in quella leggera (basti pensare al Lied r­ omantico o alla can-
zone pop), e anche in questa occasione il programma offre una soluzione semplice e di rapido apprendimento. • in primo luogo, dopo aver scritto la prima delle due sillabe da unire, si digita - senza aggiungere alcuno
spazio - la lettera "I" maiuscola;
Come ricorderete, descrivendo la finestra di servizio Testo cantato abbiamo evidenziato la presenza di una ca-
sella affiancata da due frecce (cfr. fig. 22.3 B); per scrivere una seconda strofa di testo sarà sufficiente cliccare • a seguire, si completa il gruppo aggiungendo la seconda sillaba, sempre senza spazi;

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Lezione 22. Lo strumento Testo cantato | 301 302 | Accordi, testo e grafica

• a questo punto si seleziona con cura la "I" maiuscola appena scritta, quindi si apre il menu speciale
Testo scegliendo la prima voce (Carattere);
• nella finestra di dialogo che appare, si seleziona il carattere Engraver Font Set, senza modificare lo stile
e la dimensione; confermando con OK, la legatura apparirà correttamente tra le due sillabe.
Per rendere questa operazione un po' più semplice, è possibile "aggirare" la prassi ufficiale utilizzando un font
che comprenda, oltre ai normali segni alfanumerici e di punteggiatura, anche il glifo corrispondente alla sinalefe,
possibilmente connesso ad un simbolo facilmente identificabile sulla tastiera del computer.
A questo proposito, aprendo la cartella "Font per il testo cantato" allegata al manuale troverete in omaggio il
carattere TimesLyrics.ttf (nelle tre varianti normale, grassetto e corsivo); si tratta di una copia del ben noto Times
New Roman, in cui il simbolo della percentuale è stato sostituito proprio dalla linea curva in questione.
Installando il suddetto font nel vostro sistema e impostandolo come carattere predefinito per la stesura del
testo cantato, potrete ottenere facilmente il segno della sinalefe digitando il simbolo "%", senza effettuare alcun
altro passaggio.



La tipologia del testo inserito e la formattazione del carattere prescelto possono creare, a volte, situazioni Fig. 22.8 - La finestra Linee di estensione
particolari o specifici problemi da risolvere: a questi casi sono dedicati i pulsanti della finestra Testo cantato non
ancora analizzati (cfr. fig. 22.3 C). oo Il pulsante iniziale (A), quando selezionato, attiva le cosiddette linee di estensione intelligenti.
Esse vengono definite in questo modo (similmente alle Forme trattate nella Lezione n. 19) poiché
• Il pulsante Modifica le linee di estensione consente di agire sui segmenti che Finale crea automatica- si formano automaticamente quando il programma riconosce la presenza di un melisma sull'ultima
mente dopo la sillaba conclusiva di una parola, qualora essa si prolunghi su una o più note successive sillaba di una parola.
(cfr. fig. 22.6 B). Lo scopo di questi elementi è quello di aiutare "graficamente" la percezione, da parte Disattivando il checkbox, Finale non creerà alcuna linea automatica, ma si limiterà a mostrare le
dell'esecutore, di un vocalizzo e della sua durata effettiva. maniglie per consentire all'utente di tracciare personalmente i segmenti nei punti desiderati.
Per comprenderne le modalità di gestione, fate ancora riferimento al Documento di esempio attual-
mente aperto ed eseguite quanto segue: oo Il secondo pulsante (B), attivabile in seguito alla selezione del precedente, consente l'intervento
automatico del software, ma lo limita ai soli casi in cui l'utente aggiunge alle sillabe un "trattino
1. portatevi a mis. 7, sulla prima nota della Voce 4; basso" ( _ ), detto anche underscore; l'opzione offre dunque un buon compromesso, utile soprat-
2. ora selezionate la modalità Digita in partitura, quindi cliccate sulla nota suddetta e scrivete la sillaba tutto quando la partitura è molto densa e non sempre c'è spazio per inserire le linee di estensione.
"Fra"; oo Nella casella sottostante (C), invece, è possibile indicare una lunghezza minima della linea: in pra-
3. fate clic in un punto esterno per creare una lunga linea di estensione e uscire dall'inserimento; tica, Finale verificherà il valore qui impostato e traccerà l'estensione solo se vi è spazio sufficiente
per ottenere una linea di lunghezza pari o superiore al valore stesso, altrimenti non la creerà affatto.
4. attivate infine la funzione Modifica le linee di estensione, cliccando sul pulsante sopra descritto o - in
Si consiglia di mantenere la misura predefinita ("38 EVPUs"), che funziona bene nella maggior parte
alternativa - aprendo il menu speciale Canto e selezionando la voce omonima.
dei casi.
• Come vedete, accanto alle sillabe conclusive di ogni parola (perciò anche al termine di ogni monosilla- oo A seguire, la finestra contiene tre aree deputate al controllo del comportamento delle estensioni
bo) è comparsa una maniglia; nel caso dell'unica linea di estensione da voi creata, il quadratino si trova in relazione ai loro possibili contesti applicativi.
alla fine della linea stessa. Nello specifico, la prima area (D) risulta utile qualora vi siano linee che proseguono a capo in un'al-
La presenza di questi elementi indica la possibilità di tracciare una linea partendo da qualsiasi sillaba tra accollatura: in tali casi, nelle due caselle si potrà definire la distanza (iniziale e finale) degli estre-
conclusiva, anche quando non vi sia un vocalizzo sulle note seguenti: tale facoltà, apparentemente mi del segmento rispetto al margine delle accollature interessate.
assurda, è in realtà molto utile nei casi in cui le note siano molto distanziate fra loro, poiché ricorda Anche in questo caso è bene mantenere il valore predefinito, fatte salve specifiche indicazioni edi-
all'esecutore (soprattutto nelle pubblicazioni di natura didattica) di mantenere l'emissione per tutta la toriali.
durata effettiva dei suoni.
oo La seconda area, situata sul lato destro (E), contiene due pulsanti di opzione - integrati da alcune
• Rivolgete ora l'attenzione alla linea già esistente, e trascinate la maniglia verso destra o verso sinistra: caselle - che disciplinano le modalità di conclusione delle linee rispetto all'ultima nota del vocalizzo.
così facendo, potete variarne la lunghezza a piacimento.
• Nello specifico, la prima opzione fa sì che la linea termini esattamente in coincidenza con la
• Se dovete eliminare l'intera linea, dopo esservi assicurati che la sua maniglia sia selezionata, premete nota suddetta (fig. 22.9 A); nelle due caselle è possibile impostare un eventuale valore aggiun-
il tasto CANCEL in Windows oppure BACKSPACE in MacOS. La predetta operazione cancella la linea tivo, a seconda che la nota stessa contenga o meno il punto di valore.
ma non la sua maniglia, in quanto si potrà - se necessario - trascinarla per far comparire nuovamente il • La seconda opzione, invece, fa sì che il segmento si prolunghi per tutta la durata dell'ultima
tratto di estensione. nota (fig. 22.9 B); la casella a fianco, anche in questo caso, potrà contenere un eventuale valore
• Le caratteristiche grafiche di questi segmenti possono essere modificate a piacere: Finale contiene (positivo o negativo) di offset.
infatti una finestra dedicata proprio a questo aspetto (fig. 22.8), che si raggiunge dapprima aprendo Per queste impostazioni non si possono dare consigli specifici, in quanto è davvero questione di
le ­Opzioni del documento, quindi scegliendo la voce Testo cantato dall'elenco sulla sinistra e infine clic- gusto personale; nel caso il lavoro debba essere pubblicato, sarà opportuno consultare la casa
cando sul pulsante Linee di estensione situato in basso a destra. editrice per allinearsi alle sue precise indicazioni.

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Lezione 22. Lo strumento Testo cantato | 303 304 | Accordi, testo e grafica

variare qualsiasi parametro. Inizialmente, la sillaba è allineata e giustificata in base alle impostazioni
predefinite nelle opzioni del testo cantato, cioè al centro (come confermano i due segni di spunta).
oo Cambiate l'allineamento, posizionandolo a destra: subito entrambe le sillabe si sposteranno in base
all'istruzione ricevuta.
È interessante rilevare che le sillabe si muovono insieme, anche se l'operazione è stata effettuata
solo sulla maniglia superiore: l'esito medesimo, prevedibilmente, si otterrà agendo sulla sillaba
inferiore. Finale, infatti, consente di gestire in modo indipendente lo spostamento manuale, ma
quando si effettua uno spostamento automatizzato coinvolge tutte le sillabe pertinenti alla nota.
oo Ora le note sono allineate a destra, ma risultano ancora giustificate al centro; modificate perciò an-
che questo parametro, cliccando sempre col tasto destro su una delle due maniglie e selezionando
Fig. 22.9 - Le due possibili modalità di conclusione di una linea di estensione - nella parte bassa del menu contestuale - l'opzione "Giustificazione a sinistra".
oo La terza area, collocata nella parte bassa della finestra (F), contiene due caselle atte a determinare oo Come si evince da questo semplice esempio, combinando opportunamente l'allineamento e la
la collocazione della linea rispetto alla propria sillaba di riferimento: ­giustificazione si possono ottenere i risultati più vari; qualora dobbiate effettuare regolazioni ag-
giuntive o di precisione, potrete comunque utilizzare il mouse o le 4 frecce direzionali sulla tastiera.
• nella prima casella si imposta la posizione verticale del segmento: naturalmente, esso verrà
alzato o abbassato a seconda che si inseriscano valori positivi o negativi;
• Reimpostate adesso la percentuale di zoom sul vostro valore abituale e passate al pulsante successivo
• nella seconda casella, invece, si stabilisce l'ammontare della distanza fra la sillaba e l'inizio della (il penultimo), denominato Sposta il testo cantato.
linea; anche in questo caso, inserendo valori positivi o negativi si otterrano risultati opposti. Questo controllo, come il nome suggerisce, vi consente di far letteralmente "slittare" il testo (o una
oo Per finire, sul lato destro trova posto un'ultima casella (G) destinata a definire lo spessore delle parte di esso) in avanti o all'indietro, cambiandone i punti di assegnazione. A seconda delle necessità,
linee di e­ stensione. Finale offre vari modi per effettuare l'operazione, riassunti in una piccola finestra che appare non ap-
Per quest'ultimo valore, così come per i due precedenti, si suggerisce di mantenere le impostazioni pena si clicca sul pulsante (fig. 22.11).
predefinite; eventualmente potrete aumentare leggermente lo spessore nel caso in cui dobbiate
stampare pagine in notazione molto piccola e con una stampante economica, poiché in questi casi
le linee potrebbero non essere visualizzate correttamente.

Torneremo ad analizzare con cura le Opzioni del documento nell'ultima parte della lezione; per il momento usci-
te da entrambe le schermate e proseguiamo la descrizione dei controlli della finestra Testo cantato (cfr. sempre
fig. 22.3 C).
• Il pulsante Aggiusta le sillabe (il quarto da sinistra) fa comparire una maniglia accanto a tutte le sillabe
del testo inserito; come in altri casi, le maniglie potranno essere trascinate in qualunque direzione,
consentendo di regolare il posizionamento individuale delle singole particelle di testo.
In generale sarà necessario effettuare solo ritocchi di lieve entità (al fine di evitare la collisione delle
sillabe con altri elementi delle misure), perciò il metodo migliore consiste nel selezionare le maniglie Fig. 22.11 - La finestra Spostamento del testo cantato
interessate e muoverle per mezzo dei tasti freccia sulla tastiera del computer, così da spostare gli og-
getti di un singolo EVPU alla volta. oo Prima di descrivere le singole opzioni, ricordate che questa funzione prevede una prassi "rove-
• Il suddetto controllo, oltre che per riposizionare manualmente le sillabe, è utile anche per allinearle ri- sciata" rispetto alla norma: infatti, prima si dovranno definire i dettagli operativi nella finestra di
spetto alla nota cui si riferiscono o per regolarne la giustificazione rispetto alle sillabe delle altre strofe. dialogo, poi si indicherà al programma il punto (o meglio la nota) su cui applicarli.
Per fare un esempio pratico, portatevi a mis. 3, sulla prima nota della voce 1; impostate inoltre la visua- oo Ciò premesso, il menu a tendina in alto (A) stabilisce la direzione (destra o sinistra) verso cui ten-
lizzazione al 400%, così da lavorare con maggior precisione: derà lo spostamento.
oo in primo luogo, osservate che le due sillabe appaiono perfettamente centrate rispetto alla nota, oo Dopo aver comunicato al programma questa fondamentale informazione, con il primo pulsante
nonché giustificate al centro fra loro (fig. 22.10); dell'area centrale (B) potete spostare tutte le sillabe di una posizione: l'ambito d'intervento inizia
dalla nota su cui fate clic e termina con la nota recante l'ultima sillaba, tenendo conto anche della
presenza interna di eventuali melismi (e rispettandone la configurazione).
L'opzione è utilissima nei casi in cui ci si accorga di aver omesso accidentalmente una o più sillabe
durante la digitazione, poiché crea di fatto uno o più spazi vuoti per aggiungere il testo mancante.

oo Con il secondo pulsante (C) si parte dal medesimo principio, ma in questo caso l'ambito d'inter-
Fig. 22.10 - Centratura generale delle sillabe
vento inizia dalla nota su cui si clicca e termina sulla prima nota priva di sillabe (quindi la procedura
si arresta in presenza di un eventuale melisma).
oo fate ora clic col tasto destro sulla maniglia della sillaba superiore; apparirà un menu contestuale Questa opzione è utile proprio per muovere il testo "a blocchi", modificando manualmente la du-
che fornisce tutte le informazioni relative alla posizione corrente, e al tempo stesso consente di rata dei vocalizzi nei punti necessari.

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Lezione 22. Lo strumento Testo cantato | 305 306 | Accordi, testo e grafica

oo La terza e ultima opzione (D) si utilizza molto raramente: come si legge accanto al pulsante, essa
fa in un certo senso "ruotare" le sillabe, poiché sostituisce la sillaba di ogni nota - sempre iniziando
dal punto in cui si clicca - con quella che sta alla sua destra o alla sua sinistra (a seconda della sele-
zione effettuata nel menu a tendina A).
È importante sottolineare che Finale rispetterà comunque i punti di assegnazione originali, evitan-
do di aggiungere sillabe in corrispondenza di eventuali melismi.
Questa funzione vi potrà essere utile qualora abbiate scritto accidentalmente una quantità di sil-
labe superiore al numero complessivo delle note: applicando il comando, le sillabe in eccesso ver-
ranno nascoste dalla partitura (ma non eliminate dalla finestra di servizio) e rimpiazzate da quelle
giuste.

• Il sesto e ultimo pulsante è denominato Duplica il testo cantato, e anche in questo caso il titolo sugge-
risce chiaramente la funzione: esso consente, infatti, di copiare il testo presente in una o più battute
d'origine e replicarlo fedelmente in una o più battute di destinazione.
Il meccanismo è davvero molto semplice, e potete sperimentarlo con un brevissimo esercizio:
oo attivate il pulsante Duplica il testo cantato con un clic, oppure aprite il menu speciale Canto e sele-
zionate la voce omonima;
oo selezionate le prime due battute del brano (senza cambiare strumento) e trascinate la selezione
sulle ultime due misure della voce 4, così da assegnare le sillabe ancora mancanti alla vostra pagina.
• Quando utilizzerete questa comoda funzione, tenete presente un'aspetto molto importante: affinché
il risultato sia soddisfacente, le battute di destinazione dovranno avere la stessa suddivisione ritmica
delle battute d'origine (come nell'esercizio appena effettuato). Infatti Finale, clonando il testo cantato, Fig. 22.12 - La sezione Testo cantato nelle Opzioni del documento
non terrà conto delle altezze o dei valori, ma solo della posizione delle sillabe rispetto alle pulsazioni, e
la replicherà fedelmente nelle battute da voi indicate. • Per ciascuna di queste categorie, il programma consente di assegnare un allineamento e una giustifica-
Se non verificate questa condizione prima di agire, potreste ottenere esiti indesiderati, (sillabe poste zione differenti: si tratta di una caratteristica piuttosto utile, poiché vi sono determinate convenzioni
sotto le pause, melismi in frasi di natura sillabica, ecc.). editoriali che ogni utente è tenuto a rispettare - come ad esempio la prima sillaba di un corale, che
generalmente va allineata a sinistra.
 Agendo quindi nei modi più vari su questi checkbox e sui relativi menu a tendina, potrete ottenere qual-
siasi tipo di combinazione; naturalmente, la scelta sarà spesso dettata - oltre che da precise indicazioni
Per completare adeguatamente l'analisi dello strumento Testo cantato, descriviamo ora - come anticipato - altri editoriali o dal gusto personale - anche dalla natura del materiale musicale e del testo che deve esservi
interessanti controlli presenti nell'apposita area delle Opzioni del documento; concluderemo poi la lezione esa-
sottoposto.
minando alcune funzioni particolari contenute nei due menu speciali Canto e Testo.
• L'allineamento delle sillabe può essere anche influenzato dalla punteggiatura (area B), che - per quan-
Aprite quindi ancora una volta le Opzioni, utilizzando il menu Documento o preferibilmente la consueta scorcia-
to poco - occupa pur sempre uno spazio grafico; se dunque volete escludere questi elementi dal cal-
toia; la voce Testo cantato dovrebbe essere già selezionata nell'elenco a sinistra, in caso contrario fate clic su di
colo che Finale effettua per allineare le sillabe, dovrete selezionare il presente checkbox; nel campo di
essa.
testo a fianco potrete addirittura specificare quali specifici segni dovranno essere ignorati.
Osservando ora l'area centrale (fig. 22.12 a pagina seguente), noterete che questa è probabilmente la schermata
• La parte centrale della finestra (C) è completamente dedicata ai trattini di congiunzione fra le sillabe.
più "densa" di controlli tra tutte quelle finora incontrate all'interno delle Opzioni; ciò nonostante, lo scopo di
Anche questi segni, come le legature di frase o le linee di estensione, possono essere "intelligenti",
ogni elemento è relativamente semplice e viene suggerito in modo chiaro dalla relativa etichetta.
ovvero adattarsi alla distanza fra una sillaba e l'altra; in particolare, il loro aspetto e la loro dimensione
• La prima area (A) definisce a livello globale l'allineamento e la giustificazione delle sillabe rispetto alle saranno coerenti con quelli del carattere prescelto per il testo cantato.
note. Come ricorderete, il pulsante Aggiusta le sillabe nella finestra di servizio Testo cantato (cfr. pag.
303-304) dispone di un menu contestuale che presenta le medesime funzioni, riferendosi però alle sin- • Quando la funzione è attiva, i tre pulsanti di opzione (D) definiscono il comportamento dei trattini nel
gole istanze sillabiche in vista di possibili operazioni di rifinitura; in questo caso, invece, le impostazioni caso in cui una parola divisa in sillabe vada a capo su una nuova accollatura (fig. 22.13):
prescelte saranno applicate per default a ogni nuova sillaba posizionata in partitura, fermo restando oo con la prima opzione (esempio A ) si stabilisce che il trattino venga visualizzato sempre, collocan-
che sarà sempre possibile intervenire ex post. dolo subito prima della sillaba con cui inizia la nuova accollatura;
• Finale, allo scopo, distingue fra 4 categorie di sillabe: oo con il secondo pulsante (esempio B ) si prevede che il trattino venga visualizzato solo se la prima
oo quelle contenenti una linea di estensione; sillaba della nuova accollatura non si trova sulla prima nota, ma sulla seconda o più in avanti: que-
sta è la scelta più comune nella maggior parte delle pubblicazioni, e pertanto appare selezionata
oo le sillabe iniziali del testo in generale (o, se preferite, di ogni rigo destinato alla voce); per default;
oo le sillabe iniziali di ogni accollatura; oo infine, con la terza opzione (esempio C ) si ordina a Finale di non visualizzare il trattino di "a capo"
oo tutte le altre sillabe, riunite genericamente nella categoria "Altro". in nessun caso.

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Lezione 22. Lo strumento Testo cantato | 307 308 | Accordi, testo e grafica

• Saltate ora a piè pari le nove opzioni seguenti (tutte riferite a funzioni già descritte), e scegliete la
voce Regola la linea base: essa rappresenta un'importante alternativa all'utilizzo dei quattro triangoli
di ­posizionamento descritti all'inizio della presente lezione (cfr. fig. 22.4); poiché - come abbiamo più
­volte affermato - l'utilizzo del mouse per il trascinamento degli oggetti costituisce sempre una soluzio-
ne imprecisa e assolutamente inadatta agli spostamenti di precisione, anche in questo caso il program-
ma offre una finestra ben congegnata per gestire il tutto in modo più raffinato (fig. 22.14).

Fig. 22.13 - Le possibili visualizzazioni del trattino di "a capo" all'inizio di un'accollatura
Fig. 22.14 - La finestra Regola la linea base del testo cantato
• Anche il glifo utilizzato per il trattino può essere scelto dall'utente: il pulsante E condurrà, come in altri
casi analoghi, alla consueta galleria di tutti i simboli contenuti nel font predefinito; volendo, quindi, si oo Nella prima area (A) si potrà scegliere la categoria testuale interessata dallo spostamento (strofa,
potrà sostituire il comune trattino con un altro segno a piacere. ritornello o sezione), indicando nella casella sottostante il relativo numero d'ordine.
Inoltre, cliccando sul pulsante F potrete usare un carattere alternativo (in luogo del più diffuso "Arial
11 normale"): in questo modo accederete a tutti i font installati nel vostro sistema, ampliando in modo oo Le tre caselle al centro (B) rappresentano invece i primi tre triangoli del gruppo; il quarto non viene
esponenziale le scelte possibili. contemplato in questa sede poiché, come ricorderete, ha una funzione preventiva e perciò non
avrebbe senso impostarlo come valore costante.
• Sul lato destro della sezione trova posto un altro checkbox (G) con cui potrete determinare la spazia- La cifra indicata in ciascuna casella rappresenta il valore di offset, ossia la distanza della linea di ba-
tura massima fra i trattini; Finale, infatti, tende a distanziarli eccessivamente (notate che il valore di se in questione rispetto alla linea mediana del pentagramma, ed è sempre costituita da un numero
default corrisponde a ben "144 EVPUs"): con questa impostazione, se due sillabe sono molto lontane negativo.
fra loro, si vedranno in partitura solo uno o due trattini di separazione, laddove esteticamente sarebbe Di norma, il valore predefinito per il primo triangolo è pari a "–144 EVPUs", ovvero mezzo pollice;
preferibile visualizzarne una quantità maggiore. naturalmente il contenuto delle caselle dipende da molti fattori, in primis la percentuale di stampa
In tali casi è dunque preferibile ridurre la distanza predefinita, cosicché i trattini appaiano più frequenti della pagina, ma anche il tipo di carattere utilizzato, la quantità di strofe da scrivere, la distanza fra
e ravvicinati. i pentagrammi e fra le accollature, ecc.
• La schermata per le opzioni del testo cantato si conclude con un'area dedicata alla numerazione delle Non è possibile, quindi, suggerire alcuna cifra di riferimento assoluto, poiché per i motivi suddetti
sezioni (H). essa non avrebbe alcun valore pratico. Diamo tuttavia due suggerimenti:
Come vedremo a breve, le sezioni (strofe, ritornelli, ecc.) possono essere numerate automaticamente 1. ricordate sempre che le tre caselle (così come i corrispondenti triangoli sullo schermo) sono
da Finale; in questi casi, si possono verificare alcune situazioni particolari, come nell'esempio riprodot- strutturate a mo' di matrioska, quindi la prima si riferisce alla distanza globale in tutta la partitu-
to nelle due piccole anteprime, in cui la prima strofa inizia con ritmo anacrusico (in levare) e la seconda ra, la seconda a un singolo rigo in tutte le accollature, la terza a un singolo rigo in una specifica
con ritmo tetico (in battere): accollatura;
oo scegliendo perciò la prima opzione, il numero d'ordine delle sezioni sarà associato sempre alla ­prima 2. tenete sempre sotto controllo il valore automatico indicato nell'area C, ovvero l'offset totale,
nota della melodia, a prescindere dal ritmo iniziale; poiché esso non deve mai superare il valore della distanza fra le accollature; in caso contrario, il
vostro testo andrebbe sicuramente a sovrapporsi all'accollatura successiva, costringendovi a
oo scegliendo la seconda opzione, invece, il numero d'ordine delle sezioni sarà collocato sempre vicino
ulteriori interventi correttivi.
alla prima sillaba del testo, differenziando quindi l'allineamento in base al ritmo iniziale.
oo I pulsanti Precedente e Successivo (D), riferiti alla seconda e alla terza casella, consentono di "navi-
Per quanto riguarda i due menu speciali dello strumento, avrete notato che essi contengono le medesime op- gare" fra le regolazioni di ogni rigo e accollatura del brano senza dover accedere più volte a questa
zioni della finestra di servizio Testo cantato; vi sono però altre funzioni aggiuntive, attivabili solo in questa sede, finestra di dialogo.
che ora analizzeremo brevemente: oo Infine, il lungo pulsante in basso (E) indica a Finale di impostare automaticamente tutti i valori
globali della finestra, riferendosi al tipo e alla dimensione del font predefinito per il testo cantato.
• iniziando dal menu Canto, in seconda posizione si trova la voce Opzioni finestra testo cantato; da qui
Questa funzione consente spesso di risparmiare molto tempo nella regolazione dei singoli parame-
potrete gestire il comportamento del programma nel caso in cui si cancelli o si inserisca una sillaba
tri, ma non sempre produce risultati soddisfacenti.
all'interno dell'anteprima testuale.
Se non vi sono ragioni particolari, è bene mantenere le impostazioni predefinite, corrispondenti come • A seguire, la voce Esportazione del testo cantato consente di salvare in un file di testo indipendente
sempre alle situazioni più comuni. tutto il materiale inserito sotto le note. Questa operazione, oltre che fungere da backup in caso di

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Lezione 22. Lo strumento Testo cantato | 309 310 | Accordi, testo e grafica

problemi, può essere utile per effettuare un controllo ortografico e grammaticale, oppure per inviare Un utilizzo "creativo" della presente opzione può essere fatto per inserire una numerazione delle
le liriche a un collaboratore in vista di eventuali revisioni o traduzioni. strofe ­alternativa a quella proposta automaticamente da Finale; il programma, infatti, utilizza a tal
Effettuando la selezione, si apre una finestra dotata di pochi e semplici controlli (fig. 22.15): fine esclusivamente le cifre arabe: se voleste sostituirle con numeri romani (oppure lettere, o qual-
siasi altro simbolo), dovreste necessariamente rinunciare alla numerazione automatica e inserire
tutto manualmente. In questo caso, la "forzatura" dello spazio si rivelerà utilissima per separare il
vostro carattere personalizzato dalla prima sillaba del testo cantato.
oo Con la penultima opzione si ottiene un esito del tutto analogo al caso precedente, ma in questo
caso il carattere inserito "forzatamente" sarà il trattino di sillabazione.
oo L'ultima voce del menu consente, infine, di inserire nel testo cantato un qualsiasi glifo appartenen-
te al font predefinito nelle Opzioni del documento o nella finestra di servizio.
La funzione risulta utile soprattutto agli utenti Windows, nei casi in cui essi debbano utilizzare
vocali maiuscole accentate (in modo particolare il verbo "È" all'inizio di una frase) o lettere ap-
partenenti a lingue straniere: questi simboli, infatti, richiedono generalmente una prassi alquanto
macchinosa - non solo in Finale, ma in qualsiasi altro software - consistente nella digitazione di
scomode combinazioni del tasto ALT con i codici ASCII.
Utilizzando invece questa funzione di Finale (analoga al comando "Inserisci simbolo" di Microsoft
Word), si potranno ottenere velocemente non solo le suddette vocali, ma qualsiasi altro simbolo
speciale senza ricorrere a continui esercizi mnemonici.
Naturalmente anche gli utenti Mac potranno utilizzare proficuamente l'opzione, benché il loro si-
stema operativo preveda - per la maggior parte dei glifi più comuni - molte scorciatoie di più age-
vole memorizzazione.
Fig. 22.15 - La finestra Esportazione del testo cantato

oo il menu a tendina d'apertura (A) consente di scegliere separatamente le varie parti del testo (o di
raccoglierle tutte insieme), indicandone l'eventuale numero d'ordine nella casella a lato;
oo spuntando il checkbox seguente (B) potrete eliminare (ovviamente solo dal testo esportato e non
dalla partitura) tutti i trattini di sillabazione e gli eventuali trattini bassi inseriti per creare le linee di
estensione;
oo per quanto riguarda l'anteprima (C), ricordate che in questo caso essa non costituisce un'area di
sola lettura, ma è liberamente modificabile: potrete perciò aggiungere o rimuovere qualsiasi ele-
mento testuale a piacere;
oo nella parte bassa, infine, sono situati i due controlli più importanti: il pulsante per copiare il conte-
nuto dell'anteprima nella clipboard del computer (D) e quello per il salvataggio (E), che avverrà in
formato "TXT", quindi sarà del tutto privo di formattazione.
• Accedendo un'ultima volta al menu Canto, portate il puntatore sulla voce Numerazione automatica: si
aprirà un ­sottomenu con le consuete categorie testuali (strofe, ritornelli o sezioni), alle quali il program-
ma potrà assegnare un valore progressivo.
La numerazione delle strofe è assai comune nella musica leggera, ma talvolta viene utilizzata anche
nella musica vocale da camera (in particolare nei Lieder).
Naturalmente, il numero assegnato ad ogni strofa assumerà la stessa formattazione del testo vero
e proprio, mentre il suo posizionamento - come ricorderete - dovrà essere definito nelle Opzioni del
documento (cfr. fig. 22.12 H).

• Per quanto concerne il menu speciale Testo, vi sono poche osservazioni di rilievo: aprendolo, potete
infatti notare che le prime tre opzioni si riferiscono alla formattazione generale (definibile anche con
gli altri metodi sopra descritti); le tre opzioni successive, invece, consentono di inserire alcuni caratteri
particolari durante la digitazione.
oo Nel primo caso è possibile "forzare" la visualizzazione di uno spazio all'interno di un'unica istanza
testuale (o più semplicemente inserire due sillabe disgiunte sotto una stessa nota, senza alcun se-
gno di sinalefe); benché tale necessità si verifichi in rare occasioni, il "carattere spazio" potrà essere
inserito solo con questa procedura, altrimenti - come ben sapete - abbassando normalmente la
barra spaziatrice il programma salterà sempre alla nota successiva.

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312 | Accordi, testo e grafica

Per seguire la trattazione e gli esercizi proposti in questa lezione, accedete alla consueta cartella e aprite il file
­"Documento di esempio 15.musx"12.

Come molte altre risorse di Finale, anche lo strumento Grafica è coadiuvato da un menu speciale, di identica
Lezione 23 denominazione, con cui si effettuano tutte le operazioni previste: non vi sono infatti tavolozze d'appoggio, né
altri elementi specifici. Esploriamo dunque le opzioni del menu:

Lo strumento Grafica • la prima voce (Esporta la selezione), inizialmente inattiva, consente di archiviare in formato grafico una
qualsiasi porzione di pagina opportunamente selezionata; per verificarne l'effetto dovrete uscire dal
menu e ricorrere alla cosiddetta tecnica del "clic e mezzo", già sperimentata lavorando con altri stru-
menti (fig. 23.2).

Nel corso della trattazione abbiamo incontrato in varie occasioni una speciale schermata di lavoro, denominata
Strumento Disegno, i cui numerosi controlli sono orientati alla creazione di simboli e forme personalizzate. Come
ricorderete, una tra le funzioni più interessanti dello strumento è dedicata alla grafica, e consente di importare
in partitura qualsiasi immagine salvata nei formati più diffusi: in altre parole, le illustrazioni vengono inserite con
una procedura analoga a quella utilizzata per i segni di espressione (cfr. Lezione n. 17).
Ora, se il suddetto metodo assicura ottimi risultati nell'importazione di immagini medio-piccole (facilmente as-
segnabili a una battuta o a una singola nota), non altrettanto accade quando si lavora con figure più grandi,
Fig. 23.2 - La tecnica di trascinamento del "clic e mezzo"
da associare alla pagina intera, soprattutto quando si debbano effettuare eventuali modifiche per adattare le
illustrazioni al contesto.
• Utilizzando questo sistema, "circondate" la prima accollatura del documento: attorno ad essa si for-
A tale scopo, nelle versioni più recenti di Finale è stato introdotto lo strumento Grafica, che non si limita a merà una cornice tratteggiata, dotata di 8 maniglie con le quali potrete ridimensionare a piacimento
­rispondere alle suddette esigenze, ma dispone di altre funzioni molto interessanti: esso si può attivare cliccan- l'area individuata.
do sull'apposita icona nella tavolozza degli Strumenti avanzati, in cui è rappresentato da tre figure geometri- Dopo aver sagomato adeguatamente la cornice, rientrate nel menu Grafica: ora la prima voce sarà at-
che sovrapposte (fig. 23.1 A), oppure seguendo dai menu il percorso Strumenti > Strumenti avanzati > Grafica tiva e potrete sceglierla, accedendo così alla finestra Esporta la selezione (fig. 23.3):
(fig. 23.1 B)1.

Fig. 23.3 - La finestra Esporta la selezione

oo il menu a tendina in apertura (A) consente di selezionare il formato di output della selezione, che
diventerà a tutti gli effetti un file grafico indipendente; sono disponibili tutti i principali tipi di esten-
sione, compreso il PDF (introdotto a partire da Finale 2012).
Fig. 23.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Grafica Per la corrente esercitazione, selezionate il formato EPS (Encapsulated PostScript).

1. Come precisato nella Lezione n. 4 (nota n. 1, pag. 23), Finale per MacOS prevede un'unica tavolozza che raccoglie tutti gli strumenti
del programma; gli utenti di questi sistemi troveranno quindi l'icona dello strumento Grafica insieme a tutte le altre; allo stesso modo, 2. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 15.xml" seguendo le istru-
il menu Strumenti contiene direttamente l'opzione interessata (in quinta posizione), senza richiedere l'apertura di alcun sottomenu. zioni riportate nell'Appendice 1.

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Lezione 23. Lo strumento Grafica | 313 314 | Accordi, testo e grafica

oo La sottostante sezione B (Pagine) non è attiva poiché è riservata a una finestra gemella - di cui ci indicato nella fig. 23.3 D) verrà sostituito automaticamente dal numero della (o delle) pagine esporta-
occuperemo nei prossimi paragrafi - deputata all'esportazione di intere pagine o di tutto il docu- te, generando per ciascuna di esse un file indipendente.
mento. • La terza voce del menu (Inserisci immagine) agisce in modo esattamente opposto rispetto alle due
oo L'area Nomi dei file, invece, riguarda l'intitolazione del file che sarà creato con la procedura, e con- precedenti, poiché importa all'interno di Finale documenti grafici esterni.
tiene due opzioni: Il suo funzionamento è semplicissimo; scegliendo l'opzione, il programma emetterà la tipica finestra di
navigazione nelle risorse del computer: quando avrete individuato l'immagine che vi interessa, dovre-
• nel primo caso (pulsante C), il documento verrà denominato esattamente come il testo che te cliccare sul pulsante Seleziona (in Windows) o Apri (in MacOS), situato in basso a destra.
scriverete nel campo a fianco; per impostazione predefinita, Finale inserisce sempre il nome
del file di provenienza, accompagnato naturalmente dall'estensione prescelta attraverso il • La suddetta finestra contiene anche un utile pulsante (Concatena al file) che consente di collegare la
menu A: in questo caso, infatti, la stringa riporta il titolo "Documento di esempio 15.eps", pre- grafica al documento di F­ inale senza effettivamente importarla in esso.
ceduto dal relativo percorso di archiviazione. Si tratta di una possibilità molto interessante, poiché permette di alleggerire notevolmente il "peso"
Per quanto riguarda il simbolo del cancelletto (D) collocato subito prima dell'estensione, la del file nel caso in cui l'immagine sia di notevoli dimensioni; tuttavia, nel caso dobbiate successivamen-
sua presenza sarà più chiara in seguito, quando descriveremo le opzioni della finestra gemella. te inviare il vostro lavoro ad altri destinatari, ricordate di allegare anche il file dell'immagine stessa,
altrimenti essa non sarà visualizzata in partitura.
• Scegliendo invece il secondo pulsante (E), il programma chiederà - volta per volta - di assegna-
re un nome al file di immagine che si sta creando, emettendo la consueta finestra di sistema per • Non tutti i formati grafici possono essere gestiti da Finale: alcuni di essi possono essere sia importati
il salvataggio dei documenti. che esportati, altri invece sono destinati ad un solo tipo di operazione, come riportato nella seguente
fig. 23.4:
oo Proseguendo verso il basso, si incontrano tre checkbox, disponibili solo scegliendo il formato EPS;
grazie ad essi potrete impostare le opzioni PostScript per i file che volete esportare: Formato Importazione Esportazione
BMP 
• selezionando il primo pulsante (F), includerete nel file un'anteprima che consenta di visualiz-
zarne il contenuto quando esso viene importato da un altro programma, anche nel caso in cui EPS  
tale programma non sia in grado di interpretare direttamente il PostScript; GIF 
JPEG  
• con il secondo checkbox (G), ordinerete a Finale di incorporare i caratteri musicali usati nel
documento all'interno del file EPS che state esportando (opzione utilissima se dovete inviare PDF  
l'immagine a un corrispondente che non possieda i suddetti font); PNG  
• con l'ultima opzione (H), infine, creerete un file EPS con sfondo trasparente. SVG 
TIFF  
oo La finestra si conclude con un menu a tendina (I) deputato a impostare la risoluzione del file che si WMF 
otterrà in seguito all'esportazione; il predetto menu si attiva solo scegliendo dal menu A i formati
JPEG, PNG e TIFF, e Finale salva questi documenti con una risoluzione massima di 3500 dpi. Fig. 23.4 - I formati grafici gestiti da Finale
Ricordate, in qualsiasi caso, di impostare il valore in base alla risoluzione massima consentita dalla
• Per sperimentare la procedura, selezionate dunque l'opzione Inserisci immagine, poi navigate fino alla
vostra stampante, o da quella degli eventuali destinatari del file: in linea di principio, i documenti
cartella delle esercitazioni e scegliete il file "Nozze di Cana.jpg".
destinati alla stampa professionale richiedono una risoluzione minima di "300 dpi", che aumenterà
Dopo aver confermato ed essere tornati alla partitura, noterete che il puntatore ha assunto una forma
a "600 dpi" qualora nei documenti siano presenti una o più immagini. particolare, indicante l'angolo superiore sinistro dell'immagine che state per inserire: spostatevi quindi
oo Dopo aver fornito a Finale tutte le indicazioni necessarie, potrete cliccare su OK ed esso salverà nella parte bassa della pagina (in cui è stato appositamente riservato uno spazio bianco) e fate clic.
direttamente il file se ne avrete specificato in precedenza il nome e la destinazione, altrimenti vi • Osservando l'immagine importata, noterete che le sue dimensioni sono eccessive rispetto allo spazio
chiederà questi stessi dati attraverso un'apposita finestra di dialogo. disponibile; poiché essa risulta già selezionata (come testimoniano le 8 maniglie disposte lungo il peri-
metro), potete rimediare al problema in due modi:
oo Ricordate che l'esportazione in formato grafico di aree specifiche del vostro documento rappre-
senta un'ottima soluzione per realizzare esempi musicali da integrare in documenti di testo o in a. utilizzando le maniglie stesse per ridimensionare la figura;
presentazioni basate su slide: eviterete così di dover ricorrere alle funzioni di cattura dello schermo b. aprendo la finestra degli attributi dell'immagine e lavorando con precisione sui parametri che la
integrate nel computer - i cui esiti sono piuttosto rudimentali e in bassa risoluzione - o all'acquisto caratterizzano.
di costosi programmi espressamente dedicati a questa funzione.
• Nel primo caso dovrete prestare molta attenzione, poiché Finale effettua un ricalcolo delle dimensioni
• Tornate ora al menu speciale Grafica per scegliere la seconda opzione (Esporta le pagine). senza tener conto delle proporzioni, perciò l'immagine potrebbe apparire deformata in senso orizzon-
La finestra che si apre, come anticipato, rappresenta la copia "gemella" di quella appena analizzata, tale o verticale. Se volete evitare questo problema, dovrete tenere abbassato il tasto SHIFT e trasci-
con un'unica differenza: in questo caso non verranno esportate "porzioni" di pagina, ma pagine com- nare agendo su una qualsiasi delle maniglie d'angolo: in questo modo "bloccherete" le proporzioni,
plete o addirittura interi documenti. ottenendo un risultato perfetto.
Potete infatti notare che la sezione Pagine, che appariva disattivata nella finestra di fig. 23.3, è ora per- • Quando la vostra immagine avrà le dimensioni adatte per non sovrapporsi agli altri elementi della
fettamente agibile, e vi consente di specificare a Finale se desiderate salvare tutto il documento (con pagina, sarà opportuno posizionarla centralmente rispetto alla musica, nonché definire meglio la sua
la prima opzione) o solo uno specifico ambito di pagine (utilizzando la seconda opzione e le relative collocazione verticale; per agire in tal senso, aprite ancora il menu speciale Grafica e selezionate la voce
caselle di testo). In quest'ultimo caso, il cancelletto presente nel percorso di salvataggio del file (come Allineamento.

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Lezione 23. Lo strumento Grafica | 315 316 | Accordi, testo e grafica

• Nel sottomenu che si apre (fig. 23.5) troverete tutte le possibilità: l'immagine, quindi, potrà essere oo A seguire, la sezione C è dedicata al posizionamento della figura all'interno della pagina; vi trovere-
­allineata orizzontalmente e/o verticalmente nelle tre posizioni fondamentali, e questi parametri po- te perciò gli stessi controlli del sottomenu Allineamento (cfr. la pagina precedente), ma in aggiunta
tranno essere riferiti al bordo della pagina oppure al suo margine interno, il quale ovviamente coinci- vi sono due caselle che consentono di aggiungere un valore di offset orizzontale o verticale alla
derà con quello da voi impostato durante la configurazione iniziale della partitura. collocazione prescelta.
oo L'area denominata Scala (D) permette di modificare le dimensioni dell'immagine secondo un va-
lore in percentuale rispetto alla grandezza originale: essa risulta quindi di notevole aiuto per adat-
tare con precisione gli elementi allo spazio disponibile, senza correre il rischio di deformarne le
proporzioni.
Va evidenziato inoltre il pulsante Percentuale fissa, il cui scopo ricorda chiaramente quello del pul-
sante Dimensione fissa, più volte incontrato nelle finestre dedicate all'impostazione dei font (cfr.
in particolare la Lezione n. 21, pag. 288): in pratica, la sua selezione rende l'immagine del tutto in-
dipendente dalle eventuali variazioni apportate alla pagina con lo strumento Ridimensiona (cfr. in
proposito anche la Lezione n. 6).
oo Per finire, anche la sezione E riconduce a un'impostazione già analizzata per lo strumento Testo:
infatti, come per gli attributi della cornice, potrete definire valori di posizionamento distinti per
Fig. 23.5 - Il sottomenu Allineamento relativo alle immagini le sole pagine destre della partitura (cfr. Lezione n. 21, pag. 291). Ovviamente, nel momento in cui
selezionerete il presente c­ heckbox, tutti i controlli della soprastante sezione C verranno applicati
• Se desiderate intervenire in modo più preciso sull'allineamento delle figure, agendo nel contempo alle sole pagine sinistre.
anche su altri interessanti parametri, aprite ancora una volta il menu Grafica e selezionate la voce
­Attributi. Subito comparirà una nuova e articolata finestra (fig. 23.6): • Continuando l'esplorazione del menu speciale, in terz'ultima posizione trovate l'opzione Verifica i
­grafici; essa conduce a uno strumento di controllo generale (fig. 23.7), grazie al quale si potrà visualiz-
zare l'elenco di tutte le immagini presenti nel documento, insieme ai relativi percorsi di archiviazione e
alle pagine specifiche in cui esse sono state inserite.

Fig. 23.6 - La finestra Attributi dell'immagine grafica Fig. 23.7 - La finestra Verifica i file di grafica

oo La prima sezione (A) fornisce le informazioni generali, cioè il formato del file (in questo caso JPEG), oo I controlli nella parte inferiore possono essere utilizzati per gestire i singoli elementi della lista, e
le sue dimensioni in pixel e il percorso di archiviazione all'interno del disco rigido. rinviano sostanzialmente alle stesse opzioni analizzate in altre aree dello strumento.
Inoltre, con il pulsante Seleziona grafico potrete sostituire l'immagine corrente con un'altra (che In primo luogo, il pulsante Collega al file (A) attiva il consueto link alle immagini originali, al fine di
verrà collocata esattamente nella stessa posizione), e con la casella di controllo Collega al file non "appesantire" il documento;
creerete un link diretto alla figura originale senza importarla nel documento (come spiegato in
oo il pulsante Seleziona file di grafica (B) consente una veloce sostituzione delle immagini, collocando
precedenza).
ogni nuovo elemento nella stessa posizione del precedente;
oo Nella seconda sezione (B) si inizia a intervenire in modo più diretto: i controlli qui presenti consen-
oo il pulsante Attributi (C) riconduce alla finestra di fig. 23.6, per definire i parametri di ogni singola
tono di stabilire se l'immagine dovrà essere assegnata a una pagina specifica, a un ambito di pagine
illustrazione in modo più preciso;
o a una singola battuta (similmente ai blocchi di testo descritti nella Lezione n. 21).
Qualora l'elemento sia associato alla misura, potrete anche precisare anche il rigo di riferimento oo infine, il pulsante Incorpora tutti i grafici (D) ha lo scopo di includere nel documento tutte le imma-
all'interno dell'organico generale. gini connesse al file tramite semplici collegamenti e non ancora effettivamente importate.

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Lezione 23. Lo strumento Grafica | 317 318 | Accordi, testo e grafica

L'utilizzo di questa funzione non è consigliabile nei casi in cui la partitura contenga un'elevata
quantità di illustrazioni (specialmente se in alta risoluzione), poiché il file potrebbe risultare troppo
pesante in vista di un eventuale invio tramite posta elettronica.
oo Più in generale, appare evidente che l'accesso a questa finestra di dialogo sarà utile solo nei casi
in cui le partiture contengano molti oggetti grafici, poiché sarà possibile gestirne le impostazioni
lavorando in un'unica sede; qualora vi sia una sola immagine, come nel corrente documento di
esempio, l'opzione appare del tutto superflua.

• Cliccate dunque su Annulla e aprite nuovamente il menu Grafica per osservare le ultime due opzioni
in basso: la loro funzione - come si intuisce chiaramente - consiste nell'assegnazione preventiva delle
immagini a battute individuali o all'intera pagina.
La scelta effettuata produrrà un esito specifico a seconda delle situazioni: per esempio, eseguendo un
aggiornamento del layout le immagini assegnate alla pagina rimarranno nella loro posizione iniziale,
mentre quelle associate alle battute si adegueranno all'eventuale spostamento delle misure stesse.
Facendo un altro esempio, se il lavoro prevede l'estrazione finale delle parti, le immagini assegnate alla
pagina compariranno anche in tutte le parti staccate, mentre quelle associate alle battute compariran-
no solo nella parte che contiene quelle stesse misure.
Ricordate, come premesso, che questi controlli agiscono a livello preventivo, perciò saranno applicati
solo alle immagini importate successivamente; non vi sarà quindi alcuna modifica ai parametri di asse-
gnazione degli elementi già presenti in partitura.

Con l'analisi dello strumento Grafica si conclude la quinta parte del presente manuale; dopo aver imparato - in
tutte le precedenti lezioni - a impaginare un documento, a predisporne le impostazioni di base (chiave, tempo,
tonalità, ecc.) e ad inserire ogni tipo di evento (musicale, testuale e grafico), siete ormai in grado di realizzare
ogni tipo di prodotto, dal semplice layout per uso personale fino alla grande partitura d'orchestra.
Nella sesta parte imparerete a lavorare in maniera sempre più raffinata, conoscendo altri splendidi strumenti
ausiliari di Finale, e scoprirete come si possono automatizzare le principali funzioni del programma per mezzo
dei plug-ins.

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320 | Perfezionare il lavoro

Parte sesta
Perfezionare il lavoro

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322 | Perfezionare il lavoro

La selezione degli Strumenti speciali dà luogo a due eventi:


a. la comparsa di un nuovo menu nella parte alta dello schermo, ovviamente denominato come lo stru-
mento cui si riferisce e in questo caso composto di due sole opzioni;
Lezione 24 b. la visualizzazione di una tavolozza ausiliaria, composta da ben 18 pulsanti deputati all'attivazione di al-
trettante funzioni (fig. 24.2)13; qualora essa non dovesse apparire, potete facilmente richiamarla apren-
do il menu Finestre e selezionando la voce Tavolozza Strumenti speciali.
Gli Strumenti speciali Ricordate, inoltre, che i singoli componenti possono essere richiamati anche per mezzo del sottomenu
­Strumenti speciali (cfr. fig. 24.1 B).

Il grande poeta latino Orazio, nella sua Ars poetica, parlava di labor limae per indicare il lavoro di "limatura" che
ogni artista compie dopo aver impostato la propria opera.
Come noto, il processo di stesura di una partitura informatizzata prevede essenzialmente tre fasi: dapprima si
predispongono il layout e l'impianto generale, successivamente si inseriscono gli eventi e i loro elementi acces-
sori (espressioni, articolazioni, testo, ecc.), infine si effettua un'accurata rifinitura, allo scopo di perfezionare
l'aspetto del materiale e di dare alla partitura finita un aspetto il più elegante e professionale possibile.
Gli Strumenti speciali di Finale sono stati progettati proprio per la gestione di quest'ultima parte del lavoro:
grazie ad essi, è possibile intervenire in maniera quasi "microscopica" su ogni elemento, anche il più piccolo,
all'interno delle proprie elaborazioni.
Per seguire l'analisi dettagliata di questi magnifici strumenti, potete accedere alla consueta cartella delle eserci-
tazioni e aprire il file denominato "Documento di esempio 16.musx"1.
L'attivazione, come per tutte le altre risorse, può avvenire in due modi: cliccando sull'apposita icona nella tavo-
lozza degli Strumenti avanzati, in cui è raffigurata una chiave inglese (fig. 24.1 A), oppure seguendo dai menu il
percorso Strumenti > Strumenti avanzati > Strumenti speciali (fig. 24.1 B)2. Fig. 24.2 - La tavolozza degli Strumenti speciali

Prima di analizzare dettagliatamente ogni elemento, vanno sottolineati tre aspetti molto importanti:
1. per la loro natura, gli Strumenti speciali agiscono esclusivamente all'interno di battute singole: non è
quindi possibile applicarne le funzioni su gruppi di due o più misure (benché - come vedremo nella Le-
zione n. 27 - alcune operazioni possano essere effettuate anche a livello globale grazie al menu Utilità);
2. prima di utilizzare ogni Strumento speciale si dovrà sempre effettuare un clic singolo sulla battuta che
contiene il materiale da ritoccare; questa azione farà apparire una o più maniglie quadrate, funzionali
alle operazioni previste dallo strumento selezionato;
3. infine, gli Strumenti speciali agiscono separatamente su ogni eventuale livello di polifonia; per questo
motivo, qualora cliccando su una battuta non vediate apparire alcuna maniglia, è molto probabile che
gli eventi di quella misura siano stati inseriti utilizzando un livello diverso da quello correntemente
attivo. Per visualizzare le maniglie, e quindi poter sfruttare lo strumento prescelto, dovrete portare in
primo piano il livello corretto, utilizzando i controlli situati in basso a sinistra (cfr. fig. 12.15, pag. 139).

Strumento Posizione note (fig. 24.2 A)


• Selezionate lo strumento in questione, quindi - come prevede la prassi - fate un clic singolo sulla prima
misura del documento di esempio: subito vedrete comparire sopra il pentagramma quattro maniglie
(una per ogni nota o pausa), e trascinando orizzontalmente ciascun quadratino potrete spostare a
Fig. 24.1 - Le due modalità per l'attivazione degli Strumenti speciali piacere l'evento ad esso collegato.

1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 16.xml" seguendo le istru- 3. Nella versione di Finale per Windows, la tavolozza si trova inizialmente agganciata al lato superiore della finestra; potete tenerla in
zioni riportate nell'Appendice 1. quella sede ma anche eventualmente "sganciarla", cliccando sul bordo sinistro e trascinando verso l'interno della pagina, così da collo-
carla nel punto che risulti a voi più comodo e non copra (o riduca) l'area di lavoro.
2. Come precisato nella Lezione n. 4 (nota n. 1, pag. 23), Finale per MacOS prevede un'unica tavolozza che raccoglie tutte le risorse del Dopo aver sbloccato la tavolozza, se portate il puntatore sopra il suo angolo inferiore destro, esso si trasformerà in una doppia freccia,
programma; gli utenti di questi sistemi troveranno quindi l'icona degli Strumenti speciali insieme a tutte le altre; allo stesso modo, il menu e vi sarà possibile "sagomare" la tavolozza stessa mediante trascinamento, disponendo le icone secondo un ordine personalizzato di
Strumenti contiene direttamente l'opzione interessata, senza richiedere l'apertura di alcun sottomenu. file e colonne.

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Lezione 24. Gli Strumenti speciali | 323 324 | Perfezionare il lavoro

• Questa funzione risulta utilissima in presenza di partiture molto dense, in cui gli elementi collidono e per il Do un valore orizzontale pari a "–28 EVPUs"). Ripetete l'operazione applicando i medesimi valori
fra loro e non si possono ottenere risultati convincenti nemmeno utilizzando la spaziatura ­automatica di offset al Sol e al La del secondo accordo.
(cfr. Lezione n. 27). In questi casi, poiché dovrete spesso effettuare spostamenti di alta precisione, è
• L'utilizzo di base dello strumento, quindi, è davvero molto semplice; inoltre, effettuando un doppio clic
consigliabile cliccare all'interno delle maniglie per selezionarle, e successivamente agire sui tasti Frec-
su una maniglia qualsiasi accederete a una finestra di dialogo (fig. 24.4) contenente alcune interessanti
cia destra o Freccia sinistra.
opzioni aggiuntive.
• Ora, se ripensate alle numerose possibilità offerte dallo strumento Inserimento rapido (cfr. Lezione
n. 12), ricorderete che anche all'interno della relativa Cornice di inserimento è possibile effettuare lo
spostamento orizzontale con il mouse, quindi la presente funzione potrebbe sembrare un inutile
­duplicato. In realtà ci sono vari motivi che ne giustificano la presenza tra gli Strumenti speciali:
oo in primo luogo, se per l'immissione degli eventi non utilizzate abitualmente l'Inserimento rapido,
bensì l'Inserimento semplice o lo strumento HyperScribe, ovviamente non potrete disporre della
suddetta opzione di trascinamento;
oo in secondo luogo, nella Cornice dell'Inserimento rapido è possibile spostare solo un evento alla vol-
ta, mentre in questo caso si possono selezionare due o più maniglie (tenendo abbassato il tasto
SHIFT) e muoverle contemporaneamente;
oo inoltre, utilizzando lo strumento Posizione note si potrà controllare in tempo reale l'ammontare
dello spostamento: se infatti trascinate un qualsiasi evento, noterete che la barra dei messaggi (col-
locata nella parte inferiore dello schermo) fornisce il valore di offset dell'evento stesso rispetto alla
sua posizione originale (fig. 24.3).
Fig. 24.4 - La finestra Impostazioni per la testa della nota

oo La prima casella (A) regola con precisione la posizione orizzontale della testa, perciò produce lo
stesso effetto ottenibile con il trascinamento delle maniglie; è opportuno utilizzare questa funzio-
ne quando si conosce in anticipo il valore desiderato, poiché si agirà più rapidamente.
Notate che il dato in questione, così come il successivo, viene espresso nell'unità di misura prede-
finita dall'utente, in questo caso gli EVPUs.

oo In alcuni casi può essere utile spostare leggermente la testa di una nota anche in senso verticale
Fig. 24.3 - Monitoraggio del valore di offset durante lo spostamento di un evento
(senza ovviamente compromettere la leggibilità dell'altezza); si tratta di una necessità alquanto
I due valori espressi nella barra corrispondono rispettivamente all'offset orizzontale e all'offset ver- rara, ma come sempre Finale è in grado di soddisfare qualunque esigenza: potete quindi inserire un
ticale: in questo caso, ovviamente, il secondo parametro corrisponderà sempre a "0" (zero); nota- valore di offset nella seconda casella (B), che si attiverà selezionando preventivamente il checkbox
te inoltre come le cifre cambiano in tempo reale mentre trascinate l'oggetto. in basso (C).
Ovviamente, il monitoraggio dei suddetti valori vi consentirà di lavorare con precisione estrema, oo Con la casella a destra (D) potete eventualmente ingrandire o rimpicciolire la testa della nota,
soprattutto se dovete effettuare degli spostamenti su due o più righi di un'accollatura e desiderate ­opzione prevista - come ricorderete - anche dallo strumento Ridimensiona (cfr. Lezione n. 6); il va-
che l'incolonnamento degli eventi sia perfetto. lore sarà espresso in percentuale rispetto alla dimensione del font musicale predefinito.
• Per finire, ricordate che muovendo una nota o una pausa con lo strumento Posizione note, sposterete oo La sezione inferiore della finestra è dedicata proprio al carattere utilizzato per la testa della nota:
anche tutti gli eventuali elementi collegati all'evento (segni di articolazione, dinamiche, sillabe di testo se desiderate personalizzare questo elemento, dapprima toglierete la selezione al checkbox (E),
cantato, ecc.). quindi sceglierete un nuovo font tramite il pulsante in basso (F).

Strumento Posizione teste delle note (fig. 24.2 B) oo Infine, all'interno del carattere stesso - quale che sia la scelta effettuata nell'area precedente -
­definirete il glifo da utilizzare per la testa della nota; anche in questo caso, dopo aver tolto la spunta
• A differenza del caso precedente, che prevede lo spostamento delle note intere (comprensive della al checkbox (G), potrete individuare un simbolo personalizzato grazie al pulsante in basso (H).
testa e dell'eventuale gambo), con questo strumento verrano riposizionate solo le teste delle note.
La sua utilità si rivela soprattutto in presenza di accordi molto densi (come nella seconda misura del • La presente finestra, come avrete notato, non si limita a gestire il semplice posizionamento delle teste
documento di esempio): in queste circostanze, infatti, potreste aver bisogno di spostare le teste a delle note, ma consente di effettuare su di esse ogni tipo di operazione: gli Strumenti speciali richiedo-
sinistra o a destra del gambo, per evitare l'eventuale collisione delle stesse con altri elementi presenti no perciò una conoscenza approfondita, poiché le loro opzioni sono ben più numerose di quanto la
nelle battute. semplice denominazione sembra suggerire.
• Cliccando sulla misura in questione, le maniglie compariranno direttamente sulla testa di ogni nota; per • Terminiamo l'analisi ricordando che questo strumento, a differenza del precedente, non prevede che
sperimentarne l'effetto, invertite la posizione del Si e del Do nel primo accordo (potete riferirvi anche lo spostamento di una testa della nota coinvolga anche gli elementi accessori; perciò le eventuali arti-
in questo caso alla barra dei messaggi, impostando per il Si un valore orizzontale pari a "28 EVPUs" colazioni, espressioni, sillabe di testo, ecc. rimarranno nella posizione originale.

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Lezione 24. Gli Strumenti speciali | 325 326 | Perfezionare il lavoro

Strumento Forma teste delle note (fig. 24.2 C) Strumento Spostamento alterazioni (fig. 24.2 D)

• Descrivendo la finestra delle Impostazioni per la testa della nota, abbiamo incontrato - tra le varie fun- • Il quarto Strumento speciale ha lo scopo di spostare orizzontalmente le alterazioni, mantenendo al loro
zioni - la possibilità di sostituire con un simbolo alternativo il glifo standard utilizzato per le teste (cfr. posto le note cui esse si riferiscono. L'utilità della funzione si manifesta appieno in molte occasioni,
fig. 24.4 H); ­poiché, tuttavia, la suddetta procedura consente di intervenire su un'unica nota per volta, specialmente quando in partitura figurano accordi "a grappolo", con molte note alterate (fig. 24.6): in
Finale offre uno Strumento speciale dedicato in modo esclusivo a questa operazione, con cui potrete tali casi Finale potrebbe disporre gli accidenti in modo arbitrario, o anche distanziarli eccessivamente,
modificare più elementi contemporaneamente. causando la collisione con altri eventi.

• Ciò premesso, il funzionamento è molto semplice e osserva la consueta regola di base: cliccando nella
battuta che vi interessa, vedrete apparire una maniglia accanto ad ogni testa.
Per fare un esempio pratico, ponete di dover sostituire nel documento di esempio tutti i glifi della terza
battuta:
oo tracciate con il mouse un rettangolo ideale intorno alle note, in modo che ogni maniglia risulti se-
Fig. 24.6 - Esempio di disposizione "larga" delle alterazioni
lezionata;
oo ora fate doppio clic in una maniglia qualsiasi, e accederete alla finestra Selezione del simbolo (fig. • Dopo aver selezionato lo strumento, se cliccate nell'apposita battuta del documento di esempio note-
24.5), nella quale potrete scegliere il nuovo glifo; rete che le maniglie compaiono direttamente sulle alterazioni; sarà quindi sufficiente trascinare gli ele-
menti più "problematici" con pochi movimenti del mouse, ottenendo una disposizione più compatta e
meno soggetta a sovrapposizioni con gli eventi vicini (fig. 24.7).

Fig. 24.7 - Ipotesi di "compattazione" delle alterazioni

• Questo strumento dispone, come i due precedenti, di una propria finestra di dialogo (fig. 24.8), alla
quale si accede effettuando un doppio clic su una maniglia qualsiasi.

Fig. 24.5 - La finestra Selezione del simbolo

oo cliccate sulla forma a "X" (simbolo n. 192), quindi premete il pulsante Seleziona: immediatamente,
tutte le teste delle note nella battuta verranno trasformate in base alla vostra indicazione.

• Ora, per quanto questo strumento possa gestire un maggior numero di eventi, la sua azione è limitata
all'ambito massimo di una battuta: infatti, come specificato all'inizio della lezione, il principio operativo
su cui si basano gli Strumenti speciali non consiste nell'effettuazione di interventi su larga scala, ma in
piccoli ritocchi e perfezionamenti da compiere nella fase finale del lavoro. Fig. 24.8 - La finestra Impostazioni dell'alterazione
Qualora abbiate la necessità di modificare le teste delle note nell'ambito di due o più battute (o addi-
rittura di un intero brano), dovrete seguire una procedura completamente diversa, che descriveremo oo Come potete notare, l'aspetto è assolutamente identico a quello della finestra Impostazioni per la
adeguatamente nella Lezione n. 27. testa della nota (cfr. fig. 24.4), con l'ovvia differenza che - in questo caso - tutte le regolazioni effet-
tuate si riferiranno all'alterazione selezionata.
• In ogni caso, tenete conto che anche lavorando con questo strumento potrete richiamare la finestra
delle Impostazioni per la testa della nota, allo scopo di apportare modifiche di precisione su eventi in- oo Poiché tutti i controlli sono già stati descritti a commento dell'illustrazione sopra citata, potete
dividuali: in questo caso, dovrete posizionare il puntatore sulla maniglia della nota stessa, indi cliccare svolgere qualche esercizio a piacere, cliccando in seguito sul pulsante Annulla per passare all'analisi
col tasto destro e scegliere la voce Modifica dal relativo menu contestuale. dello strumento successivo.

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Lezione 24. Gli Strumenti speciali | 327 328 | Perfezionare il lavoro

Strumento Lunghezza dei gambi (fig. 24.2 E) soprattutto quando si utilizzano le cediglie per imprimere una particolare accentuazione a una figura
ritmica. L'esecutore, infatti, si comporterà in modo diverso (dal punto di vista degli accenti) se una
• Come indica chiaramente la sua icona, lo scopo del quinto Strumento speciale è quello di allungare o stessa figurazione si presenta in un modo o nell'altro (fig. 24.10).
accorciare il gambo delle note; ovviamente il suo utilizzo non sortirà alcun effetto sulle note prive di
gambo (brevi e semibrevi), ma esso potrà essere impiegato efficacemente su tutti gli altri valori.

• Dal punto di vista grafico, la possibilità di variare la lunghezza dei gambi si rivela spesso di grande
efficacia: nella quinta misura del documento di esempio è rappresentato un caso piuttosto comune,
in cui l'acciaccatura risulta assai lontana dalla nota reale; in tali occasioni, è bene che il gambo dell'ab-
bellimento raggiunga almeno il pentagramma, al fine di associarsi alla nota in modo più convincente.

• Per sperimentare la funzione, cliccate sulla battuta e subito vedrete apparire alcune maniglie (precisa-
mente due per ogni nota non raggruppata); qualunque sia l'evento prescelto, dovrete selezionare la
maniglia inferiore se il gambo è rivolto verso il basso, oppure la maniglia superiore se il gambo è rivolto
verso l'alto.
Nel caso dell'acciaccatura iniziale, selezionate perciò la maniglia superiore, quindi agite sul tasto ­Freccia
su, premendolo più volte o tenendolo abbassato fino a raggiungere la lunghezza desiderata per il Fig. 24.10 - Influenza delle cediglie sull'accentuazione di una stessa figura ritmica
gambo (fig. 24.9): un valore efficace, in questo caso, potrebbe corrispondere a "76 EVPUs" (verificate
sempre i dati che compaiono in tempo reale nella barra dei messaggi). • Selezionate quindi lo strumento e cliccate sulla sesta battuta del documento di esempio: vedrete com-
parire due maniglie (una sopra e una sotto) in corrispondenza di ogni cediglia.
In questo caso, la maniglia superiore sposta la cediglia verso sinistra, mentre la maniglia inferiore la
sposta verso destra. Potete fare qualche prova spostando tutte le cediglie della battuta.

Strumento Direzione dei gambi (fig. 24.2 G)

• Il settimo strumento consente di eseguire un'operazione semplicissima, ossia invertire la direzione del
gambo, sia per le note singole che per le note raggruppate.
Fig. 24.9 - Allungamento del gambo di un'acciaccatura L'effetto, tuttavia, non si limita al mero rovesciamento del gambo, ma "blocca" il suddetto elemento
in una direzione predefinita, cosicché esso non possa capovolgersi automaticamente in caso di varia-
• N
aturalmente l'operazione si potrebbe effettuare anche trascinando la maniglia con il mouse, ma si zione dell'altezza delle note interessate.
tratta di un metodo fortemente sconsigliato: questo strumento, infatti, consente non solo di variare la
• Se cliccate sulla settima battuta del documento, come sempre compariranno alcune maniglie; anche
lunghezza verticale del gambo, ma anche di spostarlo orizzontalmente rispetto alla testa della nota.
in questo caso ve ne sono due per nota (una sopra e una sotto): come potete intuire, agendo sulla
Ora, poiché l'utilizzo del mouse - come abbiamo affermato più volte - non garantisce quasi mai la ne-
maniglia superiore bloccherete il gambo verso l'alto, mentre intervenendo su quella inferiore lo bloc-
cessaria precisione, agendo in questo modo si correrebbe il rischio di spostare inavvertitamente il
cherete verso il basso.
gambo anche verso sinistra o verso destra; utilizzando invece i tasti freccia, la suddetta eventualità
sarà completamente scongiurata. • In virtù dell'effetto sopra descritto, potete cliccare anche nella direzione già esistente (per esempio
sulla maniglia superiore della prima nota, il cui gambo è già rivolto verso l'alto): benché al momento
• Per maggiore sicurezza, comunque, tenete sempre sotto controllo i valori espressi nella barra dei non vi sia alcun esito visibile, sarete in realtà consapevoli che se l'altezza della nota verrà in seguito mo-
­messaggi: in condizioni normali, il primo dato (corrispondente all'offset orizzontale) dovrà essere sem- dificata (per esempio alzandola di un'ottava), il suo gambo rimarrà comunque orientato verso l'alto.
pre pari a "0" (zero). Nel caso in cui il vostro brano utilizzi notazioni inusuali (come spesso accade nella
• Per quanto riguarda le note raggruppate, è evidente che - per ragioni grafiche - il rovesciamento di
musica contemporanea), è possibile che dobbiate effettivamente "staccare" il gambo dalla nota, ma
una nota qualsiasi comporterà il conseguente capovolgimento di tutte le altre: provate, ad esempio,
anche in questo caso sarà sempre preferibile agire sui tasti Freccia destra o Freccia sinistra piuttosto
a cliccare sulla prima maniglia del gruppo di crome (o sulla terza maniglia del gruppo di semicrome) e
che trascinare orizzontalmente le maniglie con il mouse.
potrete constatare l'immediata inversione di tutto il gruppo.
• In ultima analisi, ricordate che lo strumento Lunghezza dei gambi funziona solo su note singole (o meglio S'intende, inoltre, che il rovesciamento di una nota qualsiasi di un gruppo avrà l'effetto di "bloccare" il
non raggruppate): notate infatti che non è stata associata alcuna maniglia alla quartina di s­ emicrome gruppo intero in quella direzione: ricordatevi perciò di questo aspetto nel caso in cui dobbiate effettua-
in coda alla battuta. Per agire sui gambi delle note raggruppate, Finale prevede uno strumento a sé re il trasporto ad un'altra tonalità, con la conseguente modifica delle altezze nei pentagrammi.
stante, che descriveremo a breve. • Ricordate, infine, che l'inversione dei gambi si può effettuare anche durante l'immissione degli eventi
con l'Inserimento semplice e con l'Inserimento rapido, posizionandosi sulla nota interessata e premen-
Strumento Cediglie (fig. 24.2 F) do il tasto "L" sulla tastiera.
• Con il termine cediglia si definisce, in musica, la piccola porzione di raggruppamento che rappresenta -
Strumento Raddoppia / dividi i gambi (fig. 24.2 H)
in alcune figurazioni ritmiche - un valore pari o inferiore alla semicroma.
Tra le molte "curiose" operazioni previste dagli Strumenti speciali, è possibile anche decidere la • Questo strumento è molto particolare, e consente l'effettuazione di due operazioni: il raddoppio e la
­direzione (sinistra o destra) di questi frammenti lineari; come in altri casi, la predetta funzione po- separazione dei gambi delle note.
trebbe sembrare di rarissimo utilizzo, ma in realtà potrà essere sfruttata in situazioni ben precise, Cliccando a battuta 8, in primo luogo appariranno le consuete maniglie, che in questo caso saranno

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Lezione 24. Gli Strumenti speciali | 329 330 | Perfezionare il lavoro

così distribuite: una al di sopra e una al di sotto di ogni evento, nonché una per ogni testa delle note Strumento Gambo personalizzato (fig. 24.2 J)
(quindi l'accordo sul terzo movimento avrà 4 maniglie centrali). Ora, come premesso, vi sono due
possibilità: • Nelle pagine precedenti abbiamo descritto la possibilità di sostituire, grazie a un apposito Strumento
speciale, la forma standard della testa di una nota con un altro glifo qualsiasi, scelto da un qualunque
a. se si interviene su una nota singola, come il Si all'inizio della misura, cliccando in direzione opposta carattere installato nel sistema.
rispetto alla corrente posizione del gambo, quest'ultimo verrà immediatamente duplicato.
La funzione è utile nel caso in cui due note, scritte su livelli diversi di polifonia, convergano tempo- • Con il decimo strumento della tavolozza potrete effettuare un'operazione analoga, relativamente
raneamente alla stessa altezza e non si voglia, per qualunque motivo, utilizzare livelli distinti. però al gambo delle note. Anche questo tipo di intervento, a una prima impressione, potrebbe sem-
brare quanto meno bizzarro, ma vi sono situazioni in cui potrà rivelarsi davvero utile; uno di questi casi
b. Se si interviene su un accordo, invece, le possibilità si fanno più interessanti: cliccando dapprima
è riprodotto nel documento di esempio (mis. 10 all'inizio della seconda pagina), in cui potete vedere un
in direzione opposta rispetto al gambo, otterrete ancora il raddoppio di questo elemento, ma in
piccolo cluster ottenuto dalla sovrapposizione di tre possibili stati di alterazione di una nota: bemolle,
questo caso entreranno in gioco anche le maniglie sulle teste delle note; agendo opportunamente
naturale e diesis.
su di esse, potrete stabilire quali note dell'accordo debbano essere assegnate al gambo superiore
e quali al gambo inferiore, creando così una sorta di polifonia accordale. • Ora, se al suddetto accordo viene attribuito un unico gambo centrale (come si vede nell'esempio), l'e-
Per fare un semplice esempio, fate clic sulle maniglie delle due note più acute (Do e Mi) ed esse ver- secutore potrebbe non percepire correttamente la simultaneità degli eventi, interpretandoli piuttosto
ranno attribuite al gambo superiore, mentre le altre due rimarranno associate al gambo inferiore come tre note in successione. Se invece si personalizza il gambo, ramificandolo in modo che vada a
(fig. 24.11). collegarsi a tutte le note del cluster, la natura di questo elemento sarà sicuramente più chiara.
Procedete quindi in tal senso, svolgendo un piccolo esercizio:
1. fate clic nella battuta e subito, presso l'estremità superiore del gambo, comparirà una delle "­ solite"
maniglie;
2. fate doppio clic su di essa e accederete alla ben nota finestra Selezione della forma disegnata;
3. nella casella n. 4 troverete la forma necessaria, una sorta di "alberello" che dovrete evidenziare
Fig. 24.11 - Realizzazione di una polifonia accordale all'interno di un unico livello con un clic, premendo poi il pulsante Seleziona per trasferirlo in partitura;

• Le occasioni per effettuare questo tipo di intervento sono più frequenti di quanto si immagini, perciò 4. la forma compare sulla pagina con la propria maniglia già selezionata, quindi dovrete solo posizio-
tenete bene a mente l'esistenza di questo Strumento speciale per ogni eventuale necessità. narla al posto giusto per ottenere il risultato richiesto (fig. 24.13).

Strumento Gambo invertito (fig. 24.2 I)


• L'obiettivo del nono strumento consiste nell'invertire la posizione del gambo in senso orizzontale, sem-
pre in riferimento alla testa della nota; tale pratica, che di primo acchito potrebbe sembrare assurda, è
invece preziosissima per ottenere determinati effetti grafici.
Facciamo a tale proposito un breve esercizio: Fig. 24.13 - Esempio di personalizzazione del gambo di un accordo

1. fate clic nella battuta n. 9 del documento di esempio, e come sempre ogni evento verrà corredato • Tenete presente che la forma "ad albero" qui utilizzata non compare nel documento predefinito di
di alcune maniglie (in questo caso una in alto e una in basso); ­Finale, ed è stata creata ad hoc per consentirvi di effettuare il presente esercizio. Nella vostra espe-
2. ora agite sulla maniglia inferiore della prima nota: immediatamente, e senza alcuna scomoda ope- rienza personale potreste aver bisogno di personalizzare i gambi in mille modi diversi, perciò ancora
razione aggiuntiva, otterrete una forma grafica estremamente diffusa, detta "figura a N" o "figura una volta lo Strumento Disegno vi consentirà di realizzare qualunque tipo di forma, così da ottenere gli
a Z rovesciata". effetti grafici più svariati.
Questo tipo di disposizione si può applicare - come nel caso qui presentato - su un rigo singolo, ma
il suo utilizzo più significativo si riscontra nella musica pianistica, qualora le note vadano "a cavallo" Strumento Angolazione linee di raggruppamento (fig. 24.2 K)
fra il rigo della mano destra e quello della sinistra, o viceversa (fig. 24.12).
• La funzione di questo nuovo strumento appare chiara anche solo osservando l'icona che lo rappresen-
ta; tuttavia va precisato che esso non si limita a regolare l'angolazione delle barre (o linee) di raggruppa-
mento, ma viene utilizzato anche per definire la distanza generale delle barre stesse rispetto alle note.

• Fate clic a mis. 11, e noterete che in questo caso compaiono due maniglie sulla barra delle crome, una
per ogni estremità:
oo l a maniglia sinistra serve per allontanare o avvicinare la barra, allungando o accorciando di conse-
guenza tutti i gambi delle note e mantenendo invariata l'angolazione generale della figura;
oo l a maniglia destra, al contrario, interviene sull'angolazione, che così potrà - in base ai vostri gusti
ed esigenze - assecondare o meno la direzione melodica degli eventi; in questo caso, com'è ov-
vio, la lunghezza dei gambi cambierà proporzionalmente all'ammontare della variazione impressa
Fig. 24.12 - Esempio di efficace utilizzo dell'inversione orizzontale dei gambi ­all'angolo.

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Lezione 24. Gli Strumenti speciali | 331 332 | Perfezionare il lavoro

Strumento Interruzione linee di raggruppamento secondarie (fig. 24.2 L) oo La finestra riprodotta nella fig. 24.15 contiene anche una seconda opzione (Interrompi solo) con
la quale si possono ottenere risultati assai curiosi: fate doppio clic, per esempio, sulla maniglia as-
• La denominazione di questo strumento è tanto lunga quanto, al contrario, è semplice e intuitiva la sua sociata alla penultima nota; ora scegliete la suddetta opzione e cliccate sul checkbox relativo ai
funzione. sedicesimi. Confermando con OK avrete un effetto molto particolare (fig. 24.16), a dimostrazione
Se osservate la mis. 12 del documento di esempio, noterete che vi sono 12 biscrome tutte unite fra loro; del fatto che Finale offre sempre la possibilità di bypassare le regole, delegando all'utente la legit-
come sapete, questo non è - di norma - il modo convenzionale per collegare gli eventi di sì breve du- timità delle proprie scelte.
rata, in quanto si usa di preferenza "spezzare" la continuità delle linee (iniziando dai sedicesimi), onde
aiutare l'esecutore a percepire le pulsazioni in cui è suddivisa la battuta (fig. 24.14).

Fig. 24.16 - Interruzione della sola linea di raggruppamento delle semicrome

Fig. 24.14 - Interruzione delle linee secondo gli standard editoriali


Strumento Estensione linee di raggruppamento (fig. 24.2 M)
• Lo strumento in questione, quindi, vi consente di ottenere esattamente questo risultato. Fate clic nella • Con questo ulteriore strumento si possono allungare le barre di raggruppamento, in modo da collegare
battuta e osservate la seguente procedura: due o più gruppi di note attraverso le stanghette di battuta. Si tratta di un espediente di natura pura-
mente estetica, che non ha alcuna conseguenza sull'esecuzione ma può essere utile per indicare una
oo prima di tutto notate le maniglie che - come sempre - compaiono sugli eventi della misura; in que-
continuità fraseologica fra le misure.
sto caso ogni nota ne presenta soltanto una, nella parte superiore, con cui si comunicherà a Finale
il punto esatto in cui si dovrà verificare l'eventuale interruzione. • Per apprenderne il funzionamento, davvero molto semplice, potete ancora una volta utilizzare il docu-
mento di esempio, concentrandovi sulle misure n. 13 e 14:
oo Per creare una cesura dovrete agire sulla maniglia successiva al punto di interruzione: se dunque il
primo "stacco" deve essere applicato fra la quarta e la quinta nota, farete doppio clic sulla maniglia oo inizialmente qui vedete due quartine di semicrome, collocate su battute distinte; dopo aver sele-
della quinta. zionato lo strumento in oggetto, fate clic nella prima battuta e subito appariranno due maniglie,
situate alle estremità della linea relativa alle crome.
oo L'operazione fa apparire una piccola finestra di dialogo (fig. 24.15), contenente due pulsanti di
opzione e numerosi checkbox, uno per ciascun valore a partire dai sedicesimi: si inizia da queste oo L'operazione più semplice e intuitiva consiste nel trascinare orizzontalmente la maniglia destra
durate poiché la barra delle semicrome, secondo le comuni norme editoriali, è la prima che può fino a raggiungere il gruppo successivo (fig. 24.17).
essere interrotta.

Fig. 24.17 - Estensione della linea delle crome

oo Qualora abbiate la necessità di estendere entrambe le linee di raggruppamento, farete doppio clic
sulla maniglia destra: l'azione darà accesso all'ennesima finestra (fig. 24.18), denominata come lo
strumento, il cui aspetto è molto simile a quello della schermata di fig. 24.15, ma in questo caso non
vi saranno interconnessioni fra i valori rappresentati:
Fig. 24.15 - La finestra Interruzione linee di raggruppamento secondarie

oo Ora, poiché la figura su cui state lavorando contiene valori fino ai trentaduesimi, tutti i checkbox a
partire da quello dei sessantaquattresimi risultano - in questo caso - teoricamente inutili; tuttavia,
quando cliccate sul pulsante delle semicrome si selezioneranno automaticamente anche tutti i va-
lori più piccoli. Questa opzione, impostata per default, indica che l'interruzione delle linee - come
avviene normalmente nelle edizioni musicali - coinvolgerà non solo la durata prescelta, ma anche
tutti i valori ad essa inferiori, mantenendo unite solo le linee corrispondenti ai valori più grandi.
Confermando dunque con il pulsante OK, otterrete il risultato illustrato nella fig. 24.14.
oo Ripetete adesso l'operazione, al fine di interrompere le barre fra l'ottava e la nona nota, quindi fate Fig. 24.18 - La finestra Estensioni linee di raggruppamento
doppio clic sulla maniglia associata a quest'ultima, rientrando nella finestra di dialogo.
In questo caso, per diversificare l'intervento, separerete solo i trentaduesimi, lasciando perciò visi- oo come si intuisce, per allungare anche la linea dei sedicesimi dovrete selezionare il relativo checkbox
bile la barra delle semicrome (oltre a quella obbligatoria delle crome). e tornare in partitura per effettuare il trascinamento manuale; se - per assurdo - aveste la necessità

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di allungare solo quest'ultima barra, dovreste togliere la spunta al pulsante degli ottavi, ottenendo Strumento Legature di valore (fig. 24.2 O)
il bizzarro esito illustrato nella sottostante fig. 24.19.
• Nella trattazione relativa allo strumento Forme intelligenti (cfr. Lezione n. 19), abbiamo esaminato mol-
te possibilità di intervento sull'aspetto delle legature di frase, ma non abbiamo incontrato nulla che si
riferisse in modo analogo alle legature di valore; ebbene, per modificare questi ultimi elementi dovrete
utilizzare il presente Strumento speciale.

• Cliccando sulla battuta n. 16 appariranno tre maniglie, una per ogni punto fondamentale della lega-
Fig. 24.19 - Estensione della sola linea delle semicrome tura: l'inizio a sinistra, la curvatura centrale e la conclusione a destra; se inoltre fate doppio clic sulla
maniglia centrale, verrà mostrato un ulteriore quadratino, che vi permetterà di ottenere due distinte
oo Negli esempi sopra illustrati ci siamo riferiti all'estensione verso destra delle linee, finalizzata al possibilità di variazione dell'ampiezza: così facendo, la struttura diverrà notevolmente simile a quella
collegamento con il gruppo successivo; evidentemente, se avrete bisogno di connettervi al gruppo prevista per le legature di frase, che dispongono - come ricorderete - di ben cinque diverse maniglie.
precedente, agirete sulla prima delle due maniglie e trascinerete verso sinistra.
• Ciò detto, la prassi per modificare la forma delle legature di valore è - in tutto e per tutto - simile a quella
descritta per le analoghe forme intelligenti. Fate quindi alcuni esperimenti in piena libertà, ricordando
Strumento Angolazione linee di raggruppamento secondarie (fig. 24.2 N)
che in qualsiasi momento potrete ripristinare l'aspetto iniziale del segno: basterà cliccare con il tasto
• Ancora una volta l'icona suggerisce chiaramente la funzione dello strumento, consistente nella modifi- destro su una delle maniglie e scegliere dal menu contestuale la voce Rimuovi aggiustamenti m ­ anuali.
ca dell'angolazione delle sole barre secondarie (ossia dalla linea delle semicrome in poi).
Questa funzione risulterà molto utile nella copiatura di partiture di musica contemporanea, poiché Strumento Punto di valore (fig. 24.2 P)
molti compositori (soprattutto nel secondo Novecento) erano soliti rappresentare graficamente gli
effetti di accelerando o rallentando anziché utilizzare le normali indicazioni testuali. Volendo riprodurre • Con il terz'ultimo Strumento speciale si potrà intervenire sulla posizione del punto di valore (singolo o
queste singolari figure, dovrete realizzare una progressiva dilatazione o compressione delle barre di multiplo) rispetto alla nota (o pausa) di riferimento. La funzione risulta utile prevalentemente in due
raggruppamento, ottenendo così un effetto "a ventaglio" molto originale ma anche assai efficace per circostanze:
l'esecutore.
a. nei casi in cui il punto si sovrapponga a una linea del rigo e risulti poco visibile;
• Analizziamo dunque la procedura, creando nello specifico la rappresentazione di un accelerando (per
b. nei casi in cui il materiale della battuta sia molto fitto e il punto (soprattutto se multiplo) risulti
il rallentando dovrete ovviamente agire in direzione opposta):
troppo vicino all'evento seguente.
oo fate clic sulla battuta n. 15 del documento di esempio, e subito alle estremità delle barre - esclusa
naturalmente quella delle crome - compariranno le maniglie di spostamento; • Nella prima ipotesi, come potete immaginare, sarà necessario modificare la posizione verticale dell'ele-
mento, al fine di allontanarlo leggermente dalla linea e portarlo all'interno di uno spazio; nella seconda
oo a questo punto è molto importante osservare la barra dei messaggi in basso, poiché - conoscendo
eventualità, si dovrà invece avvicinare il punto alla nota (o pausa), oppure - se i punti sono due o più
a priori i valori più adatti - otterrete il vostro risultato molto più velocemente;
- ridurre lo spazio che li separa.
oo si consiglia di iniziare sempre dalle maniglie nella parte destra, poiché ciò consente un migliore
controllo degli spostamenti generali: trascinate dunque la maniglia delle biscrome a una distanza • Cliccando nella battuta interessata (in questo caso la mis. 17), compariranno le consuete maniglie: te-
di "52 EVPUs" e quella delle semicrome a "26 EVPUs"; nete presente che i quadratini saranno sempre due, poiché il loro numero non dipende dalla quantità
di punti associati alla nota; infatti i punti di valore multipli non possono essere spostati individualmen-
oo ora agite sulle maniglie della parte sinistra e abbassate la barra delle semicrome a "–18 EVPUs" e
quella delle biscrome a "–36 EVPUs". te, ma solo avvicinati o distanziati in modo uniforme.

oo Il risultato del vostro intervento dovrà corrispondere a quello illustrato nella seguente fig. 24.20: • A questo proposito, la maniglia sinistra sposterà l'intero gruppo di punti in una direzione qualsiasi,
mentre la maniglia destra modificherà la spaziatura fra un punto e l'altro.
Naturalmente il punto di valore, inteso come entità grafica, dispone di una serie di impostazioni di de-
fault che vengono sistematicamente applicate ad ogni battuta; se tuttavia volete gestire in modo più
accurato le modifiche da apportare nei casi di intervento individuale, farete doppio clic in una delle due
maniglie, accedendo alla piccola finestra Offset del punto di valore (fig. 24.21):

Fig. 24.20 - Effetto di accelerando grafico

• I valori utilizzati in questa esercitazione saranno efficaci nella maggior parte dei casi; comunque
­ricordate - in linea di principio - di alzare di "26 EVPUs" alla volta le linee del lato destro e abbassare di
"18 EVPUs" alla volta quelle del lato sinistro (per ottenere un rallentando grafico, come detto, agirete
esattamente al c­ ontrario).
• Ovviamente, la partitura che dovete realizzare (o copiare) potrà richiedere impostazioni leggermente
diverse, ma una volta appreso il funzionamento generale dello strumento sarà possibile adattarsi sen-
za problemi alle situazioni più varie. Fig. 24.21 - La finestra Offset del punto di valore

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oo con la prima casella (A) potrete regolare la distanza orizzontale del punto (o del gruppo di punti) • Questo stile di raggruppamento, detto "alla francese", si può ottenere con pochi e semplici passaggi:
rispetto all'evento collegato, mentre con la seconda casella (B) gestirete la posizione verticale oo fate clic nell'ultima battuta del documento di esempio, e subito compariranno due maniglie per
degli elementi; nota (una sopra e una sotto);
oo la terza casella (C), invece, stabiilisce in modo preciso la distanza fra i punti (perciò risulta utile solo oo come in altre occasioni, la scelta della maniglia da selezionare dipende dallo specifico orientamen-
se gli elementi sono almeno due); to dei gambi; in questo caso, quindi, agirete sulle maniglie superiori, limitandovi alle due note in-
oo il pulsante Azzera (D), infine, ripristina le impostazioni predefinite, posizionando gli elementi in terne (La e Si);
base ai dati contenuti nelle Opzioni del documento. oo trascinate infine le due maniglie verso il basso, fino a raggiungere la linea delle biscrome.
oo Ricordate che tutti i valori sono rappresentati nell'unità di misura predefinita, perciò ancora una oo ome detto a proposito dello strumento Lunghezza dei gambi (cfr. pag. 327), si consiglia di effet-
C
volta si raccomanda di utilizzare gli EVPUs, che garantiscono di intervenire con la massima precisio- tuare l'operazione utilizzando i tasti freccia in luogo del mouse, poiché anche in questo caso è
ne utilizzando sempre numeri interi. consentito l'eventuale spostamento orizzontale; trascinando "a mano", quindi, si rischierebbe di
"staccare" inavvertitamente i gambi - anche se in modo impercettibile - dalle teste delle note. La
Strumento Ampiezza linee di raggruppamento (fig. 24.2 Q) barra dei messaggi, come sempre, fungerà da riferimento per effettuare il tutto in modo ineccepi-
• Avviandoci alla conclusione di questa lunga carrellata, analizziamo ora il penultimo strumento della bile.
tavolozza, dedicato ancora una volta alle barre di raggruppamento: in questo caso si interviene esclu-
sivamente sullo spessore dei suddetti elementi. Prima di concludere, possiamo brevemente occuparci del menu Strumenti speciali, cui abbiamo accennato
­all'inizio della lezione. A differenza degli altri menu di questo tipo, che in genere contengono la maggior parte
• Facendo clic a mis. 18, sulla linea di unione delle crome verranno mostrate due nuove maniglie, dal delle funzioni, esso riveste un ruolo puramente accessorio, poiché tutte le operazioni più importanti si effettua-
funzionamento assolutamente identico: trascinando verso l'alto, esse renderanno le linee progressi- no con i vari strumenti della tavolozza. Il tutto, quindi, si riduce a due sole opzioni:
vamente più sottili, fino a ridurle a zero (o invisibili - se preferite); trascinando verso il basso, invece,
aumenteranno lo spessore fino a "fondere" le linee tra loro. • la prima stabilisce se le maniglie quadrate - onnipresenti e importantissime in ogni Strumento speciale
- debbano essere visibili o meno sulla pagina.
• È opportuno rammentare, ancora una volta, che gli Strumenti speciali non dovrebbero mai essere uti- Ora, poiché è sostanzialmente impossibile effettuare qualunque intervento se non si utilizzano le ma-
lizzati per interventi di ampio respiro (in molte battute o addirittura in un intero brano); essi, infatti, niglie, ci si potrebbe chiedere quale sia il senso di una siffatta funzione: ebbene, l'unico scopo è quello
sono stati concepiti per effettuare operazioni occasionali, perlopiù concentrate in singole misure che di nascondere temporaneamente le maniglie stesse, al fine di controllare in modo "pulito" gli esiti dei
presentino esigenze o problemi specifici. vari interventi effettuati; a volte, infatti, le maniglie sono molto numerose (specialmente quando una
Per tale motivo, qualora l'editore (o il committente) vi chieda di variare lo spessore delle linee in tutta battuta contiene molti eventi) e rischiano di coprire le note e i loro attributi, quindi può essere utile
la partitura, agirete direttamente nella finestra delle Opzioni del documento, che vi consentirà di inter- nasconderle provvisoriamente per visualizzare meglio il lavoro.
venire in modo globale e con pochissimi passaggi.
• Per occultare le maniglie, in realtà, si può usare una comoda soluzione alternativa, onde evitare di
• A prescindere dalla portata del suo utilizzo, lo strumento in oggetto può generare comunque esiti portare ripetutamente il mouse in cima allo schermo: si dovrà semplicemente richiamare con una scor-
interessanti, come ad esempio la realizzazione di un'unica linea molto spessa, efficace per suggerire ciatoia lo strumento Mano, appartenente ai cosiddetti Strumenti di navigazione. La procedura è molto
modalità esecutive particolari o come elemento di rinforzo per alcune indicazioni testuali (fig. 24.22). semplice:
oo se utilizzate Finale per Windows, terrete premuto il pulsante destro del mouse;
oo se lavorate su un Mac, abbasserete i tasti ALT e CMD, tenendo contemporaneamente premuto il
pulsante sinistro del mouse.
Entrambi i metodi faranno sparire temporaneamente le maniglie, consentendovi di osservare la vostra
partitura in modo chiaro e libero da elementi di disturbo.
Fig. 24.22 - Esempio di variazione dello spessore delle linee di raggruppamento • La seconda opzione (Direzione delle legature di valore) dà invece accesso a un sottomenu, le cui voci si
attivano solo quando state lavorando su elementi di questo tipo.
Strumento Gambi nei raggruppamenti (fig. 24.2 R) In questo modo potrete evitare di utilizzare le maniglie di trascinamento, eseguendo più rapidamente
le principali operazioni relative all'aspetto delle legature (inversione, posizionamento automatico in
• L'ultimo strumento della serie, d'uso piuttosto raro, permette di modificare la lunghezza dei gambi "in-
base alle altezze, collocazione forzata sopra o sotto le note).
terni" nei raggruppamenti; in alcune edizioni, infatti, i suddetti gambi non attraversano completamen-
te i raggruppamenti stessi, ma si interrompono non appena incontrano la linea più vicina (fig. 24.23).

Fig. 24.23 - Figurazioni con gambi interni che attraversano (A)


o non attraversano (B) i raggruppamenti

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338 | Perfezionare il lavoro

Come in molti altri casi, lo strumento Sposta-Note dispone di un proprio menu speciale, di identica denomina-
zione e situato in cima allo schermo (fig. 25.2); esso va posto in particolare evidenza, poiché tutte le operazioni
previste dallo strumento si effettuano partendo dalle opzioni qui contenute.

Lezione 25
Lo strumento Sposta-Note

Lo strumento Sposta-Note rappresenta una delle risorse meno conosciute dagli utenti amatoriali di Finale, no-
nostante esso possa rivelarsi assai prezioso per la realizzazione di determinate figure melodico-ritmiche o per Fig. 25.2 - Il menu speciale Sposta-Note
facilitare lo svolgimento di molti interventi di routine.
La sua funzione principale - come si deduce dal suo stesso nome - prevede lo spostamento delle note da una • Lo scopo della prima opzione, Copia e sostituisci (A), consiste nel duplicare una o più note da una battu-
misura all'altra oppure all'interno di una stessa battuta; in aggiunta, esso consente di effettuare con semplicità ta a un'altra, sostituendo il materiale eventualmente presente nella misura di destinazione.
alcune operazioni di ricerca e modifica intelligenti, offrendo opzioni assai più sofisticate di quelle normalmente
previste dai programmi di videoscrittura. oo Selezionate dunque la voce, indi portate il mouse sulla prima battuta del documento di esempio
e fate un clic singolo sul rigo superiore dell'accollatura: tutte le note presenti saranno associate a
Anche in questa lezione potete seguire in modo efficace la descrizione servendovi di un file d'appoggio, che una maniglia quadrata;
­troverete - come sempre - nella cartella "Documenti di esempio ed esercitazioni" con il titolo "Documento di
esempio 17.musx"1. oo ora evidenziate tutte le maniglie tracciandovi attorno un rettangolo, e trascinate sulla battuta suc-
Selezionate dunque lo strumento, cliccando sulla tavolozza degli Strumenti avanzati (in cui è rappresentato da cessiva, afferrando una maniglia qualsiasi. Non è importante rilasciare il mouse in un punto preciso:
una coppia di crome sovrapposte a una freccia - fig. 25.1 A), oppure accedendo ai menu e seguendo il percorso potrete fermarvi in qualunque posizione, purché rimaniate dentro le linee del pentagramma;
Strumenti > Strumenti avanzati > Sposta-Note (fig. 25.1 B)2. oo come vedete, le note della seconda misura sono state completamente rimpiazzate da quelle della
prima.
• La procedura sopra descritta rappresenta l'utilizzo più semplice della funzione Copia e sostituisci; vi è
inoltre una tecnica più raffinata, che consiste nella duplicazione di una sola parte del materiale presente
nella battuta d'origine. In questo caso, ricordate che Finale incollerà il materiale rispettando la posizio-
ne da esso occupata nella battuta di provenienza.
Al tempo stesso, trattandosi di un'operazione sostitutiva, verranno cancellate (o meglio trasformate
in pause) tutte le altre note presenti nella misura di destinazione. Facciamo un esempio:
oo portatevi sul rigo inferiore della prima battuta, quindi fate ancora un clic singolo per far apparire le
maniglie e selezionate solo il quadratino relativo alla quinta nota (Sol);
oo trascinate la suddetta maniglia nella misura seguente, e vedrete che il Sol sarà duplicato esatta-
mente nella sua posizione originaria (ossia all'inizio del terzo movimento), mentre tutto il resto
della battuta verrà sostituito con pause.
• Tornate ora al menu speciale Sposta-Note e selezionate la seconda voce, Copia e incorpora (B).
Questa funzione è molto simile alla precedente, ma in questo caso il materiale contenuto nella battuta
di destinazione non verrà sostituito, bensì sommato a quello di provenienza; nella maggior parte dei
casi, come si può immaginare, questo sistema darà luogo alla formazione di accordi.
Facciamo a tale proposito un paio di esempi:
oo cliccate sul pentagramma superiore della mis. 4, quindi selezionate tutte le maniglie (con il consue-
to "metodo del rettangolo") e trascinate sulla misura successiva;
Fig. 25.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Sposta-Note
oo come vedete, le note di entrambe le misure si "fondono" tra loro, sempre rispettando la posizione
che le "nuove" note occupavano all'interno della battuta di origine.
1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 17.xml" seguendo le istru-
zioni riportate nell'Appendice 1. oo Ora passate al pentagramma inferiore, selezionando solo la quinta e la sesta nota (Sol-La);

2. Come precisato nella Lezione n. 4 (nota n. 1, pag. 23), Finale per MacOS prevede un'unica tavolozza che raccoglie tutte le risorse del
oo trascinate sulla battuta successiva, e vedrete che in quinta posizione non vi sarà alcun risultato visi-
programma; gli utenti di questi sistemi troveranno quindi l'icona dello strumento Sposta-Note insieme a tutte le altre; allo stesso modo, bile (poiché l'altezza della nota di origine coincide con quella di destinazione); la sesta nota, invece,
il menu Strumenti contiene direttamente l'opzione interessata, senza richiedere l'apertura di alcun sottomenu. si fonderà regolarmente con quella della nuova battuta.

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Lezione 25. Lo strumento Sposta-Note | 339 340 | Perfezionare il lavoro

• Anche la terza opzione del menu (Cancella dopo la sostituzione, cfr. fig. 25.2 C) agisce in modo simile 1. in primo luogo, le note collocate "a cavallo dei righi" rimangono a tutti gli effetti appartenenti
alla prima, ma in questo caso - come la denominazione suggerisce - il materiale copiato in una nuova al proprio pentagramma di origine, perciò - a differenza degli altri casi analizzati - non saranno
battuta verrà contestualmente cancellato dalla misura di provenienza. spostate realmente su un rigo diverso, poiché ciò avviene solo a livello grafico;
oo Portatevi quindi al rigo superiore di mis. 7 e - dopo aver cliccato - selezionate tutte le maniglie; 2. conseguentemente, avviando il playback queste note verranno riprodotte sul canale MIDI del
oo trascinate sulla battuta successiva e subito la sostituzione verrà effettuata, "svuotando" comple- rigo di origine, e questo vale anche per gli eventuali segni di espressione presenti nella battuta
tamente la misura d'origine. di provenienza;
oo Fate un secondo esercizio, per osservare come agisce lo strumento selezionando solo una parte 3. infine, qualora abbiate bisogno di modificare i suddetti eventi con lo strumento Inserimento
del materiale. Portatevi allora sul rigo inferiore di mis. 7, cliccate per far apparire le maniglie e sele- rapido, dovrete ricordarvi di cliccare sul rigo di origine e non su quello di destinazione: le note,
zionate solo la quinta nota (Sol); in tali casi, saranno normalmente contenute all'interno della cornice di inserimento, anche se
oo trascinate sulla misura seguente e otterrete un risultato assai particolare, poiché la nota d'origine ovviamente presenteranno molti tagli addizionali e la loro lettura potrà risultare faticosa.
verrà cancellata e sostituita con una pausa di pari valore. • Ciò detto, fate un esempio pratico, cliccando proprio a mis. 13 sul rigo della mano sinistra:
• La quarta opzione del menu completa, in un certo senso, un "pacchetto" di interventi molto simili fra oo assicuratevi che la funzione "A cavallo dei righi" sia selezionata nel menu, quindi evidenziate le
loro: in questo caso l'operazione è denominata Cancella dopo l'incorporazione (cfr. fig. 25.2 D) e "fon- ultime 4 maniglie;
de" il materiale delle due battute, eliminando al tempo stesso quello della misura d'origine.
oo afferrate una maniglia a piacere (tra quelle selezionate) e trascinate il tutto nel rigo superiore; ri-
La suddetta azione può risultare molto utile per correggere un tipico problema conseguente all'inse- cordate sempre che il punto esatto di rilascio del mouse non ha alcuna importanza: ciò che conta
rimento degli eventi con lo strumento HyperScribe (cfr. Lezione n. 13): effettuando la registrazione su è raggiungere con il puntatore l'interno del rigo di destinazione.
due righi (ovvero suonando a due mani su una tastiera MIDI), può infatti accadere che alcuni eventi
eseguiti dalla mano destra vengano erroneamente scritti sul rigo della sinistra, e viceversa. oo A questo punto potete notare che le note sono state trasferite sul rigo superiore, mantenendo
Nelle mis. 10-12 del documento di esempio potete vedere un passo della Sonatina in Do maggiore ovviamente l'altezza originale - espressa ora in chiave di Sol; anche la figura ritmica ha conservato
op. 36 n. 1 di Muzio Clementi, in cui un'imprecisa impostazione del punto di suddivisione fra le mani (cfr. la propria unitarietà, come dimostra la linea di ragruppamento in basso.
ancora la Lezione n. 13, pag. 155) ha causato l'erroneo inserimento di alcune note nel rigo della mano • A proposito della suddetta linea, descriviamo ora la tecnica per realizzare una forma grafica particolare
sinistra (fig. 25.3). ed estremamente diffusa quando le note si dispongono su più righi, ovvero la cosiddetta "figura a N" o
"a Z rovesciata" in cui la barra si colloca al centro fra due pentagrammi (fig. 25.4).

Fig. 25.3 - Esempio di trascrizione automatica di alcune note sul rigo sbagliato

L'opzione Cancella dopo l'incorporazione può dunque risolvere velocemente il problema: Fig. 25.4 - Esempio di "Figura a N" o "a Z rovesciata"
oo fate clic nel pentagramma inferiore di mis. 10, quindi selezionate le maniglie dei due Sol interessati;
• Per ottenere questa forma è necessario utilizzare in modo combinato varie risorse di Finale, ossia la
oo t rascinando il tutto sul rigo della mano destra, otterrete immediatamente il risultato più opportu-
funzione "A cavallo dei righi" appena descritta e due Strumenti speciali (cfr. Lezione n. 24):
no, in quanto le due note sono state "ricondotte" alla mano corretta e al tempo stesso eliminate
dalla battuta di provenienza; in seguito potrete ripetere l'operazione per sistemare il Sol di mis. 11. oo avendo già portato a termine la prima parte dell'operazione (il trasferimento delle note dal rigo in-
feriore a quello superiore), attivate subito lo strumento Gambo invertito (cfr. pag. 329); se Infatti la
• Naturalmente, quando si compie un errore come questo (ossia un settaggio ­improprio delle opzio-
linea di raggruppamento verrà collocata al centro dell'accollatura, le prime 4 note presenteranno
ni dello strumento HyperScribe), è necessario effettuare un controllo accurato di tutta la partitura,
il gambo a rovescio, perciò potete agire in via preventiva cliccando sulle prime 4 maniglie in basso.
­poiché ci potrebbero essere parecchie note collocate sul rigo sbagliato; come vedremo a breve, Finale
consente di automatizzare questo tipo di operazione, ma la verifica manuale resta sempre la soluzione oo Mentre fate clic sui vari elementi, notate che la barra inizia a spostarsi automaticamente verso
più opportuna. l'alto; per posizionarla all'altezza giusta, selezionate lo strumento Angolazione linee di raggruppa-
mento (cfr. pag. 330), quindi trascinate la maniglia sinistra fino a raggiungere orientativamente il
• Occupiamoci ora della funzione più interessante (e probabilmente più utilizzata) dello strumento centro del sistema. Ricordate che agendo sulla maniglia destra potrete eventualmente modificare
­Sposta-Note, ossia la disposizione "a cavallo dei righi" delle note appartenenti a una stessa figurazione anche l'angolazione della barra.
melodico-ritmica. Selezionate quindi l'omonima voce del menu speciale (cfr. fig. 25.2 E) e osservate la
mis. 13 del documento di esempio. • Proseguiamo ora con l'analisi delle opzioni contenute nel menu speciale Sposta-Note, quindi riattivate
In una situazione di questo tipo, come si vede, le ultime quattro note - trovandosi al di fuori del penta- lo strumento e scegliete la voce Inserisci prima (cfr. fig. 25.2 F).
gramma - potrebbero essere spostate sul rigo della mano destra, al fine di facilitare la lettura e l'esecu- La presente funzione, strettamente affine alla successiva, consente di integrare nuove note in una spe-
zione. Prima di effettuare l'operazione, è bene tenere conto di alcuni aspetti importanti: cifica battuta di destinazione.

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Lezione 25. Lo strumento Sposta-Note | 341 342 | Perfezionare il lavoro

oo Cliccate sulla mis. 14 del documento di esempio, e considerate che il materiale proveniente dalla
battuta d'origine sarà collocato all'inizio della battuta di destinazione, facendo "slittare" verso de-
stra le note (e/o pause) eventualmente già presenti.

oo titolo di esempio, selezionate le prime due maniglie del rigo superiore e trascinatele sulla secon-
A
da misura (rilasciando sempre il mouse in un punto qualsiasi all'interno del rigo): osservate come il
materiale si adatti di conseguenza.

oo Tenete presente che se trascinate uno o più eventi su una battuta già "completa" dal punto di vista
dei valori, saranno eliminati uno o più eventi in coda alla misura stessa, per un ammontare corri-
spondente alla somma delle durate aggiunte; potete effettuare qualche prova utilizzando ancora Fig. 25.5 - La finestra Cerca e sostituisci
le battute 14-15, limitatamente al rigo in chiave di Fa.
• il primo pulsante (A) consente di effettuare la ricerca delle ricorrenze su tutte le ottave di esten-
• L'opzione Aggiungi alla fine (cfr. fig. 25.2 G), come detto, integra a sua volta nuovi eventi in una battu- sione (limitatamente all'ambito contemplato dal protocollo MIDI, che va dal "Do­–2" al "Sol 8");
ta, ma in questo caso tutto il materiale spostato viene posizionato in coda alla misura di destinazione.
• il secondo pulsante (B), invece, limita la ricerca delle ricorrenze all'ottava in cui si trova l'inciso
oo Cliccate sul rigo superiore di batt. 16 e selezionate ancora le prime due maniglie; trascinando sulla selezionato;
battuta successiva, le note andranno a colmare il movimento mancante.
• il checkbox sottostante (C), infine, restringe la ricerca solo agli incisi in cui - oltre alle altezze -
Tenete ora presenti due aspetti:
corrispondano perfettamente anche le durate delle note;
1. in primo luogo, effettuando l'operazione su una battuta già "completa", non accadrà nulla in
• per il momento mantenete le opzioni più ampie possibili, quindi consentite la ricerca su tutte le
quanto Finale non individua alcuno spazio libero da riempire;
ottave e senza alcuna restrizione.
2. in secondo luogo, se si trascina sulla battuta un ammontare complessivo di durate superiore a
quello mancante, Finale effettuerà automaticamente una riduzione dei valori in modo da ade- oo Confermando con il pulsante OK, apparirà una nuova finestra di identiche dimensioni (fig. 25.6), in
guarli allo spazio disponibile. cui Finale dovrà essere istruito in merito agli interventi specifici (relativamente all'intonazione delle
Osservate a tale proposito la mis. 16, limitandovi al rigo in chiave di Fa: se trascinate la minima note) da effettuare sugli incisi che verranno trovati:
sulla battuta successiva (in cui manca solamente il valore di 1/4), la nota sarà effettivamente
inserita, ma il suo valore verrà dimezzato.

• Il menu ­Sposta-Note termina con un'ultima opzione, denominata Cerca e sostituisci (cfr. fig. 25.2 H),
che può rivelarsi di fondamentale importanza quando si lavora alla revisione di lunghe e complesse
partiture. Sovente, infatti, accade di dover apportare una stessa modifica a un frammento melodico
che ricorre più volte nel corso di una composizione; in queste situazioni, Finale consente di effettuare
- con un'unica sequenza di passaggi - le modifiche su tutte le occorrenze del frammento, senza dover
ripetere continuamente le medesime operazioni.

• La procedura agisce in modo molto simile alla funzione "Trova e sostituisci" presente in tutti i più im- Fig. 25.6 - La finestra Alterazioni per la nota
portanti text editor; nel caso di Finale, tuttavia, la prassi sarà leggermente più complessa, considerata
la particolare natura del materiale da trattare. Si potranno, quindi, individuare tutte le ricorrenze di • con la prima opzione (A) ordinerete al programma di non operare alcuna trasposizione, perciò
uno stesso inciso melodico, ma anche effettuare su di esse modifiche relative all'intonazione e alle vi limiterete alla semplice visualizzazione di tutte le ricorrenze;
equivalenze enarmoniche.
• con la seconda opzione (B) autorizzerete il trasporto di una o più note verso altezze diverse;
Quest'ultimo aspetto, in particolare, risulterà utilissimo in seguito all'inserimento degli eventi con lo
strumento HyperScribe: talvolta, infatti, in alcuni passaggi di carattere modulante il programma non • con la terza opzione (C), infine, potrete applicare un'equivalenza enarmonica.
interpreta correttamente le alterazioni, inserendo ad esempio un LaF al posto di un Sol S o viceversa. • Osservate anche la piccola dicitura in alto (D): essa indica che i parametri correntemente visua-
In tali casi, la procedura in questione permetterà di risparmiare molto tempo, applicando l'equivalenza lizzati si riferiscono alla prima nota dell'inciso; agendo sui pulsanti Precedente e Successiva (E),
enarmonica a tutte le note interessate. potrete portare "in primo piano" le altre note del frammento, modificandone individualmente
• Passate quindi alla seconda pagina del documento di esempio, in cui troverete un piccolo brano con- le impostazioni: se fosse necessario - per esempio - effettuare ­un'equivalenza enarmonica solo
tenente alcuni incisi melodici ricorrenti - anche in valori diversi - evidenziati da parentesi quadre oriz- sulla terza e quarta nota dell'inciso, ciò sarebbe possibile grazie a questa specifica opzione.
zontali. • Se desiderate che i parametri assegnati alla Nota 1 vengano applicati automaticamente a tutte
le note dell'inciso, farete semplicemente clic sul pulsante Tutte (F).
oo Per iniziare, fate clic sulla prima battuta - in cui l'inciso appare per la prima volta: come sempre
verrà visualizzata una maniglia su ogni nota; • Per il momento, mantenete inalterati tutti i controlli e confermate con OK.
oo ora selezionate le 4 maniglie dell'inciso e aprite il menu Sposta-Note, da cui sceglierete proprio la oo A questo punto, Finale ha ricevuto le istruzioni "di base", e propone nella parte alta dello schermo
voce Cerca e sostituisci; subito apparirà una piccola finestra di dialogo (fig. 25.5), dotata di pochi un ulteriore menu speciale denominato Cerca (fig. 25.7). Aprendolo, visualizzerete le quattro ope-
ma utili controlli: razioni principali che si possono effettuare sul materiale individuato:

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Lezione 25. Lo strumento Sposta-Note | 343 344 | Perfezionare il lavoro

3. nella seconda finestra cliccate due volte sul pulsante Successiva, in modo da applicare le modifiche
solo alla terza nota dell'inciso (Sol);
4. cliccate ora sul pulsante Trasponi e impostate i controlli per ottenere il trasporto della nota all'ot-
tava alta (diatonicamente);
5. confermate entrambe le finestre con OK, avendo cura di non premere il pulsante Tutte, quindi dal
Fig. 25.7 - Il menu speciale Cerca menu speciale Cerca scegliete l'opzione Sostituisci tutto.
6. Dopo una breve elaborazione, vedrete l'esito del vostro intervento: in tutte le ricorrenze dell'inci-
• la semplice ricerca della ricorrenza successiva; so, il Sol in terza posizione sarà stato trasportato all'ottava superiore.
• la modifica dell'inciso selezionato (in base a quanto preventivamente indicato nella finestra di Questi brevi esempi, per quanto molto semplici, consentono di intuire la grande utilità dello strumento
fig. 25.6); ­Sposta-Note, specialmente nei casi in cui le suddette operazioni vengano applicate a grandi e complesse partitu-
• la modifica dell'inciso selezionato e la conseguente ricerca della ricorrenza successiva; re: in caso di revisioni o modifiche su larga scala, il tempo risparmiato sarà davvero considerevole.

• la modifica globale e immediata di tutti gli incisi trovati.


• Con l'opzione Esci dalla ricerca, infine, chiuderete il menu e annullerete tutti i parametri di ricer-
ca e modifica precedentemente configurati.

• Per prendere confidenza con la procedura, svolgerete ora alcuni brevi esercizi, utilizzando il documen-
to di esempio correntemente aperto. Iniziate cercando tutte le ricorrenze dell'inciso:
1. scegliete dal menu Cerca la prima voce (­ Trova) e subito Finale individuerà l'istanza successiva a mis.
5 (nel vostro caso già evidenziata dalla parentesi quadra);
2. osservate che le quattro note sono state localizzate anche se il loro valore è doppio rispetto a quel-
le dell'inciso originale, poiché nelle impostazioni di ricerca non è stata applicata alcuna restrizione
relativa alle durate;
3. notate inoltre che le maniglie del frammento sono già selezionate, affinché possiate effettuare
qualsiasi modifica con le varie opzioni dello strumento Sposta-Note;
4. selezionando ancora la voce Trova, raggiungerete l'istanza successiva, e potrete continuare in que-
sto modo fino a localizzare tutte le occorrenze del frammento all'interno del brano.

• Nel secondo esercizio potrete sperimentare le opzioni di trasporto collegate alla ricerca:
1. selezionate nuovamente le maniglie del primo inciso, quindi aprite il menu Sposta-Note e riattivate
la funzione Cerca e sostituisci;
2. nella prima finestra di dialogo cliccate sul checkbox in basso per restringere la ricerca ai frammenti
con valori identici, quindi confermate con OK;
3. nella seconda finestra, cliccate sull'opzione Trasponi: abbassate il materiale di un'ottava (diatonica-
mente), selezionando i controlli necessari, quindi cliccate ancora su OK;
4. cliccate sul pulsante Tutte, per non dover ripetere quattro volte gli stessi passaggi, e confermate
un'ultima volta con OK;
5. a questo punto, aprite il menu speciale Cerca e selezionate Sostituisci quindi trova: Finale, rispettan-
do le vostre impostazioni, abbasserà di un'ottava il primo inciso e subito si posizionerà su quello
successivo (mis. 10), in attesa di ulteriori istruzioni. Notate inoltre come sia stato ignorato l'inciso
con valori doppi di mis. 5, poiché avete ristretto la ricerca alle sole durate coincidenti.
6. Completate le operazioni applicando l'opzione Sostituisci al nuovo inciso, che verrà subito abbas-
sato di un'ottava. Per concludere, annullate tutto con l'opzione Esci dalla ricerca.

• Nel terzo e ultimo esercizio applicherete il trasporto a una singola nota in tutti i frammenti ricorsivi:
1. iniziate sempre selezionando le maniglie del primo inciso, quindi aprite il menu Sposta-Note e riat-
tivate la funzione Cerca e sostituisci;
2. nella prima finestra mantenete tutti i valori di default e confermate con OK;

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346 | Perfezionare il lavoro

Prima di iniziare, aprite il file d'appoggio contenuto nella consueta cartella delle esercitazioni e denominato
"Documento di esempio 18.musx"12.
In esso potete vedere due tipici casi in cui l'utilizzo dello strumento potrebbe rivelarsi necessario, specialmente

Lezione 26 in una pubblicazione destinata a giovani esecutori: vi sono infatti un trillo e un gruppetto (fig. 26.2), per i quali
andrete a predisporre due battute esplicative.

Lo strumento Ossia

La funzione dello strumento Ossia è nota soprattutto a coloro che scrivono ed eseguono partiture di musica
classica. Le misure di ossia sono frammenti isolati di pentagramma, generalmente di dimensioni inferiori rispetto
ai righi principali, in cui viene spiegato all'esecutore il modo in cui può (o deve) realizzare un determinato pas-
saggio vocale o strumentale; queste speciali battute compaiono spesso nelle pubblicazioni di natura didattica,
in corrispondenza di cadenze o abbellimenti dall'interpretazione ambigua, ma si possono incontrare con una Fig. 26.2 - Gli abbellimenti da "descrivere" tramite le misure di ossia
certa frequenza anche nelle edizioni destinate all'utenza professionale.
Al fine di utilizzare correttamente lo strumento Ossia, è necessario comprendere la logica che sta alla base del
Lo strumento Ossia è l'unico "superstite" di un gruppo di risorse minori (comprendente in origine anche gli
suo funzionamento, riassumibile in alcuni principi generali:
strumenti ­Tempo e Copia speculare) eliminate dai programmatori in occasione dell'uscita di Finale 25: essi hanno
ritenuto - probabilmente a ragione - che si trattasse di elementi poco sfruttati dall'utenza, le cui funzioni princi- • esso crea una sorta di duplicato di una o più battute, attingendo da un rigo provvisorio che sarà utiliz-
pali potevano facilmente essere integrate in altre aree del software. zato esclusivamente in qualità di sorgente;
Ciò premesso, procedete all'attivazione, che potrà avvenire - come sempre - in due modi: • le copie ottenute costituiscono normali oggetti grafici, e in quanto tali possono essere ridimensionate
1. cliccando sull'apposita icona nella tavolozza degli Strumenti Avanzati, in cui lo strumento è rappresen- e spostate a piacimento lungo la partitura;
tato da alcuni piccoli gruppi di note (fig. 26.1 A); • proprio a causa della loro natura grafica, il contenuto musicale delle copie non può essere modificato di-
2. accedendo ai menu e seguendo il percorso Strumenti > Strumenti avanzati > Ossia (fig. 26.1 B)1. rettamente: qualora sia necessario variare gli eventi in una battuta di ossia, si dovrà sempre intervenire
sul rigo sorgente;

• per lo stesso motivo, le copie non possono essere riprodotte in playback;

• infine, lo strumento Ossia deve sempre essere utilizzato in combinazione con altri componenti del
programma, in particolare con lo strumento Rigo musicale e con un metodo a piacere per l'immissione
degli eventi (Inserimento semplice, Inserimento rapido o HyperScribe).

La prima e fondamentale operazione, dunque, consiste nella creazione del rigo sorgente; a questo proposito,
attivate lo strumento Rigo musicale e seguite la normale procedura appresa nella seconda parte del manuale
(cfr. Lezione n. 5):

• accedete al menu speciale Rigo musicale e selezionate la prima opzione (Nuovi righi vuoti);

• nella finestra che appare (fig. 26.3) confermate l'aggiunta di un solo rigo, mantenendo anche la distan-
za predefinita tra le linee superiori, quindi confermate con OK;

Fig. 26.1 - Le due modalità per l'attivazione dello strumento Ossia


Fig. 26.3 - La finestra per l'aggiunta di nuovi righi alla partitura
1. Come precisato nella Lezione n. 4 (nota n. 1, pag. 23), Finale per MacOS prevede un'unica tavolozza che raccoglie tutte le risorse del
programma; gli utenti di questi sistemi troveranno quindi l'icona dello strumento Ossia insieme a tutte le altre. Allo stesso modo, il menu 2. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 18.xml" seguendo le istru-
Strumenti contiene direttamente l'opzione interessata, senza richiedere l'apertura di alcun sottomenu. zioni riportate nell'Appendice 1.

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Lezione 26. Lo strumento Ossia | 347 348 | Perfezionare il lavoro

• ora avete ottenuto un'accollatura formata da due pentagrammi: nelle battute vuote del rigo inferiore • Utilizzando il menu a tendina (B) e la casella (C) sottostanti, potete confermare a Finale che il rigo e la
scriverete il materiale che sarà poi trasformato nelle misure di ossia; misura sorgente sono gli stessi su cui avete appena cliccato; in alternativa, con questi controlli potrete
attribuire il ruolo di origine a ­qualsiasi altro rigo (e battuta) del documento corrente senza dover uscire
• procedete attivando uno strumento d'immissione a piacere (per esempio l'Inserimento rapido), indi
dalla finestra.
copiate nelle suddette battute la realizzazione degli abbellimenti, basandovi sulla seguente fig. 26.4.
• A seguire, la schermata offre una nutrita serie di controlli relativi ai principali elementi costitutivi della
misura di ossia risultante. Nell'ordine potete impostare:
oo la parentesi sul lato sinistro (D): mantenendo il valore "0" (zero) nella casella, non sarà visualizzata
alcuna parentesi;
oo la stanghetta destra di chiusura (E), nelle consuete forme utilizzabili anche per le battute ordinarie
(normale, doppia, invisibile, ecc.);
oo la chiave iniziale (F), da scegliere all'interno della galleria di 18 elementi predefiniti: in questo caso,
ricordate che la selezione di una chiave diversa da quella della misura d'origine avrà una valenza
puramente grafica e non comporterà alcuno spostamento del materiale musicale nella misura di
ossia;
Fig. 26.4 - Gli abbellimenti scritti per esteso
oo la tonalità iniziale (G): diversamente dal caso precedente, la scelta di una ­tonalità diversa da quella
Ora il rigo sorgente è stato creato, perciò potete finalmente attivare lo strumento Ossia e dare avvio alla seconda della misura d'origine causerà la trasposizione del materiale musicale nella misura di ossia;
parte della procedura: oo l'indicazione di tempo (H): anche in questo caso, modificando il parametro vi sarà una conseguen-
• effettuate un doppio clic sulla prima battuta del secondo rigo (quella contenente la realizzazione del za nella disposizione del materiale risultante.
trillo): si aprirà un'ampia finestra (fig. 26.5), in cui definirete dettagliatamente le caratteristiche della • In basso a sinistra, una serie di checkbox (I) vi permette di stabilire quali elementi dovranno essere
misura esplicativa. visualizzati o meno nella misura di ossia: ciò vi consentirà di personalizzarla al meglio per qualsiasi
obiettivo e tipo di utilizzo.
• Infine, con le caselle in basso a destra (J) deciderete la percentuale di visualizzazione (dato molto
importante, poiché spesso le misure di ossia sono più piccole rispetto a quelle "ufficiali"), nonché i
principali valori di posizionamento della forma grafica risultante e del suo contenuto rispetto all'ideale
cornice che la racchiude.
• Nel caso qui analizzato, potete confermare tutti i valori già presenti, fatta eccezione per la stanghet-
ta destra di chiusura (scegliete la variante "Doppia") e la dimensione generale della forma (fissatela
all'85%), cosicché la misura di ossia abbia la stessa riduzione attualmente assegnata alla pagina.
• Confermate con OK, e subito apparirà una seconda finestra di dialogo (fig. 26.6):

Fig. 26.6 - La finestra Posizionamento per misure dell'ossia

• nelle prime due caselle (A) si "dovrebbe" indicare a Finale il posizionamento assoluto della misura di
ossia rispetto al margine superiore della pagina: usiamo il condizionale poiché è estremamente im-
Fig. 26.5 - La finestra Configurazione misure di Ossia
probabile che l'utente conosca preventivamente questi dati; di norma, infatti, sarà molto più pratico
creare la battuta e trascinarla con il mouse nel punto desiderato, eventualmente perfezionando in
• Con i due controlli in prima posizione (A) potete stabilire - come per un blocco di testo o un segno seguito la collocazione con i tasti freccia. Potete quindi ignorare entrambe le opzioni, mantenendo i
valori inalterati.
di espressione - se la misura di ossia dovrà essere assegnata alla battuta o all'intera pagina. La scelta
­influirà, ovviamente, sugli spostamenti della forma grafica in caso di modifiche del layout: assegnando • Quanto alla terza casella (B), che definisce la larghezza complessiva della misura di ossia, in questo caso
l'ossia alla battuta, esso ne seguirà gli eventuali cambiamenti di posizione, mentre assegnando l'ossia è utile ipotizzare un valore adatto, considerando che la battuta risultante conterrà molte note: poiché
alla pagina, esso rimarrà sempre nello stesso punto. In questo caso mantenete pure il collegamento il valore predefinito di "600 EVPUs" potrebbe non essere sufficiente e causare una compressione del
alla pagina. materiale, sarà opportuno aumentare la larghezza ad almeno "900 EVPUs".

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Lezione 26. Lo strumento Ossia | 349 350 | Perfezionare il lavoro

• Cliccando ancora una volta sul pulsante OK, la misura di ossia comparirà finalmente in partitura: essa
sara dotata, come una qualsiasi forma grafica, di una maniglia quadrata con cui potrete collocarla nella
posizione desiderata. Affiancatela quindi alla prima battuta del documento, perfezionando se neces-
sario l'operazione con qualche intervento sui tasti freccia (fig. 26.7).

Fig. 26.7 - La misura di ossia nella sua collocazione definitiva

Una volta appresa la procedura, potrete ripetere tutti i passaggi sopra descritti per creare la seconda misura
di ossia, relativa al gruppetto. In questo caso, imposterete la larghezza della battuta risultante a "700 EVPUs",
poiché la realizzazione di questo abbellimento richiede un numero di note decisamente inferiore.
Ricordate che le misure di ossia sono sempre strettamente collegate alle battute che le hanno generate, quindi
se modificherete in qualsiasi maniera il materiale nelle misure d'origine, vi sarà una conseguenza diretta nelle
battute esplicative.
Per completare il lavoro, dovete nascondere proprio le misure d'origine; si tratta di un'operazione semplicissi-
ma, consistente in pochi passaggi:
• attivate lo strumento Rigo musicale e fate un clic singolo sulla battuta contenente la realizzazione del
trillo, in modo da selezionarla;
• premete la lettera "H" sulla tastiera e la misura diverrà invisibile;
• ripetete il tutto sulla misura contenente la realizzazione del gruppetto.
Come in altri casi, l'esercitazione effettuata nel corso di questa lezione rappresenta solo un piccolo esempio
delle numerose possibilità di creazione e gestione degli oggetti all'interno di Finale; per quanto concerne - ­nello
specifico - le misure di ossia, esse potranno presentarsi in molti modi diversi ed essere collocate in qualsiasi
punto delle vostre partiture. L'opportuna conoscenza e la pratica dello strumento, quindi, vi garantiranno di
ottenere sempre risultati chiari, professionali ed efficaci.

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352 | Perfezionare il lavoro

Per sperimentare la funzione, selezionate le prime 4 misure del documento di esempio, quindi scegliete la pri-
ma voce del menu Utilità; la finestra di dialogo che appare (fig. 27.1) consente di definire le varie opzioni del
trasporto:

Lezione 27
Altre importanti operazioni con il menu Utilità

Osservando la struttura espositiva del presente manuale, avrete certamente notato che la maggior parte delle
lezioni - fino a questo momento - sono state dedicate all'analisi individuale degli strumenti che costituiscono
l'ossatura di Finale; nel corso dell'esposizione, inoltre, abbiamo più volte evidenziato la presenza di un gruppo
Fig. 27.1 - La finestra Trasposizione
di menu fissi (deputati alla gestione degli aspetti generali e delle principali operazioni di routine) e di un certo nu-
mero di menu speciali (a comparsa temporanea, strettamente collegati ai singoli strumenti e alle loro funzioni).
• la coppia iniziale di pulsanti (A) stabilisce la direzione della trasposizione (intervallo ascendente o
Ora, tra i dieci elementi fissi - sempre visibili nella parte alta dello schermo - il menu Utilità merita senza dubbio
­discendente);
una trattazione a sé stante: esso contiene, infatti, una quantità considerevole di opzioni - importantissime sia in
fase di preparazione, sia in fase di scrittura e revisione del materiale - e per tale motivo deve essere analizzato • una volta impostato questo fondamentale parametro, con la successiva coppia di opzioni potrete con-
con particolare cura e attenzione. figurare il tipo di trasporto:

Per poter svolgere gli esercizi qui proposti, accedete alla consueta cartella allegata al manuale e aprite il file oo se esso avverrà diatonicamente (B), il materiale musicale rimarrà nel medesimo ambito tonale,
denominato "Documento di esempio 19.musx"1. rispettando quindi le altezze previste dall'armatura di chiave. Le note, perciò, potrebbero essere
trasportate ad intervalli diversi, in base alla scala utilizzata nella composizione;
Prima di iniziare, ricordate che ogni tipo di operazione sulle battute e sul loro contenuto richiede sempre la
oo se invece il trasporto avverrà cromaticamente (C), le note verranno alzate o abbassate secondo un
preventiva selezione dell'area interessata; a tal fine, riassumiamo in breve le principali tecniche consentite dal
programma: intervallo costante, a prescindere dalle altezze previste dalla tonalità d'impianto.
• A seconda della scelta sopra effettuata, il menu a tendina Intervallo (D) conterrà opzioni diverse:
• per evidenziare una misura singola, fate un solo clic su di essa (agite con cura dentro le linee del rigo, evi-
tando qualsiasi altro elemento eventualmente presente: note, pause, articolazioni, espressioni, ecc.); oo nel primo caso, vi saranno solo gli intervalli diatonici dall'unisono all'ottava, seguiti dalla voce "Al-
tro", con cui potrete scegliere intervalli superiori all'ottava;
• per selezionare due o più misure in uno stesso rigo (o in una stessa accollatura), tracciate un rettangolo
ideale attorno alle battute tenendo premuto il tasto sinistro del mouse; in alternativa, cliccate sulla oo nel secondo caso, il menu conterrà tutti gli intervalli cromatici, partendo dall'unisono perfetto per
prima misura del gruppo, quindi tenete abbassato il tasto SHIFT e cliccate sull'ulltima battuta; arrivare all'ottava giusta; anche in questo caso la voce "Altro" consentirà di scegliere un intervallo
più ampio.
• per effettuare la selezione parziale di una misura, tracciate ancora un rettangolo ideale, cercando di
• La casella successiva (E) consente di aggiungere un numero a piacere di ottave all'intervallo di traspo-
delimitare con cura la sola area che vi interessa: in questo caso è fondamentale avviare la tracciatura
sizione specificato con i controlli precedenti: per fare un esempio, se voleste alzare di una decima do-
dall'esterno delle battute, altrimenti verrà selezionata la misura intera (cfr. fig. 16.10, pag. 210).
vreste scegliere l'intervallo di terza nel menu a tendina D, quindi scrivere il valore "1" nel presente
campo.
Opzione n. 1: Trasponi • In chiusura si trova un checkbox molto interessante (F) che consente - quando selezionato - di mante-
La prima funzione del menu si occupa di trasportare il materiale selezionato secondo un determinato intervallo nere dopo il trasporto anche i suoni originali; l'opzione rappresenta un mezzo molto semplice ed effica-
(ascendente o discendente). Come ricorderete, anche lo strumento Tonalità prevede un'operazione analoga ce per scrivere interi passaggi armonici ad intervallo costante (per esempio una serie di terze o di ottave
(cfr. Lezione n. 9, pag. 81 e seguenti); tuttavia, mentre in quel caso il trasporto avviene in diretta conseguenza parallele), senza dover inserire manualmente tutte le note.
di un cambio di tonalità del brano, nella presente circostanza si tratta di un'operazione indipendente all'interno
Svolgete ora alcuni esercizi, allo scopo di valutare le possibilità applicative di questa funzione:
di uno stesso contesto tonale.
1. iniziate dalle 4 misure già selezionate, effettuando un trasporto diatonico di quinta ascendente:
La trasposizione può essere utile in molte occasioni (ad esempio per adattare un brano a un registro vocale o ad
uno strumento diverso dall'originale), e normalmente si applica all'intera composizione, ma può essere utilizza- oo scegliete dal gruppo A il primo pulsante (Su);
ta su aree più ridotte per rispondere ad esigenze di qualunque tipo. oo nel secondo gruppo selezionate la trasposizione diatonica (B);
Qualunque sia l'obiettivo da conseguire, ricordate di verificare sempre che il trasporto non origini note "fuori
estensione" in relazione agli strumenti o ai registri vocali utilizzati. oo ora nel menu a tendina (D) attivate la corretta opzione intervallare (Quinta), e premete OK.
oo Come vedete, per effetto del movimento di natura diatonica tutte le note della sezione sono state
1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 19.xml" seguendo le istru- innalzate di una quinta giusta tranne il Si, alzato di una quinta diminuita per rispettare le altezze
zioni riportate nell'Appendice 1. della scala d'impianto (Do maggiore).

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Lezione 27. Altre importanti operazioni con il menu Utilità | 353 354 | Perfezionare il lavoro

2. Ora annullate tutto con la scorciatoia da tastiera (CTRL+Z in Windows oppure CMD+Z in MacOS), e Come si è visto, dunque, le funzioni di trasporto di Finale sono molto accurate e sono in grado di rispondere a
applicate alle stesse 4 misure un trasporto cromatico di quinta giusta ascendente: qualunque esigenza. Non dimenticate che anche lo strumento Tonalità incorpora potenti funzioni di trasposizio-
ne (cfr. Lezione n. 9): esso però agisce solo in occasione del passaggio da una tonalità all'altra, mentre in questo
oo richiamate la voce Trasponi dal menu Utilità;
caso il trasporto avviene restando sempre nel medesimo ambito tonale.
oo scegliete ora le opzioni "Su" (dal gruppo A), "Cromaticamente" (pulsante C), "Quinta giusta" (dal
menu D), e confermate con OK. Opzione n. 2: Trasponi le note delle percussioni
oo Come vedete, avete ottenuto un risultato analogo al precedente, ma in questo caso il Si è diventa-
Come tutti i programmi professionali di videoscrittura musicale, Finale consente di utilizzare una notazione spe-
to un Fa S, poiché tutte le note sono state innalzate utilizzando il medesimo intervallo.
ciale per gli strumenti a percussione, definendola nei più piccoli dettagli.
3. Selezionate adesso il secondo rigo (mis. 5-8) e richiamate ancora la voce Trasponi dal menu; in questo Questi strumenti, come noto, costituiscono una famiglia numerosissima, e di norma vengono classificati in due
caso effettuerete un trasporto più "ardito", salendo di una tredicesima eccedente: grandi categorie: a suono determinato e a suono indeterminato; all'interno di ciascuna categoria vi è poi un'ulte-
riore suddivisione in membranofoni e idiofoni, a seconda del materiale con cui gli strumenti stessi producono il
oo scegliete le opzioni "Su" (dal gruppo A) e "Cromaticamente" (pulsante C);
suono13.
oo prima di procedere, valutate attentamente l'ampiezza dell'intervallo da ottenere: la tredicesima L'arte della notazione musicale ha sviluppato nel tempo una serie di convenzioni, atte a stabilire il modo in cui gli
eccedente, per semplificare, è una normale sesta eccedente cui viene aggiunta un'ottava; ciò vi sarà strumenti di questa grande famiglia debbano essere scritti sul rigo musicale: mentre per le percussioni a suono
utile per eseguire in modo corretto i due passaggi successivi. determinato (timpani, vibrafono, marimba, ecc.) si usa in genere una notazione identica a quella degli altri stru-
oo Ciò premesso, nel menu D attivate l'opzione "Altro": apparirà una piccola finestra con due caselle, menti, per le percussioni a suono indeterminato vengono utilizzate teste delle note personalizzate per ciascuna
in cui scriverete rispettivamente i valori "6" e "1"1; 2 categoria, oltre all'assegnazione di una posizione specifica sul rigo musicale.
Finale, da questo punto di vista, offre la massima versatilità: oltre ad adeguarsi ai principali standard notazionali,
oo aggiungete quindi l'ottava al vostro intervallo di trasposizione, scrivendo il valore "1" nel campo E,
consente all'utente di creare dei set di percussioni completamente personalizzati, per i quali sarà possibile defini-
infine confermate con OK.
re ogni singola caratteristica.
4. Annullate con la scorciatoia da tastiera, ed effettuate un ultimo esercizio, volto a creare un'armonia di Nel quarto rigo del documento di esempio (mis. 13-16, fig. 27.2) è stato utilizzato uno speciale set per i piatti, in
terze parallele nella tonalità di Re maggiore attualmente impostata: cui ogni strumento (hi-hat, ride cymbal, ecc.) è rappresentato da simboli e posizioni differenti.
oo richiamate ancora la voce Trasponi dal menu;
oo ora scegliete le opzioni "Su" (dal gruppo A) e "Diatonicamente" (pulsante B);
oo nel menu a tendina D selezionate l'intervallo di terza;
oo riportate a "0" (zero) il valore della casella E, nel caso sia rimasta l'impostazione precedente, e
applicate la spunta al checkbox F.
Fig. 27.2 - Esempio di notazione speciale per le percussioni
oo Confermando finalmente con OK, otterrete un bel movimento di terze parallele dal sapore natali-
zio. Tornando al menu Utilità, ora può essere illustrato lo scopo della seconda opzione: essa agisce solamente nei
righi contenenti la notazione speciale delle percussioni, e consente di trasportare (o meglio "trasformare") un
Concludiamo l'analisi di questa prima opzione elencando alcuni piccoli "trucchi" che consentono di effettuare tipo di strumento in un altro, modificando di conseguenza la forma e la posizione dei simboli nel rigo.
rapidamente il trasporto senza passare attraverso alcuna finestra di dialogo; si tratta, a tutti gli effetti, di veri e Facciamo un esempio selezionando soltanto la prima battuta (mis. 13) e richiamando la suddetta voce del menu.
propri Metatool, ovvero scorciatoie da tastiera simili a quelle descritte per altri strumenti del programma (Chia- Si aprirà una finestra di dialogo molto semplice (fig. 27.3):
ve, Espressione, Articolazioni, ecc.).
Utilizzate in proposito la terza riga del documento di esempio, selezionando le mis. 9-12:

• il primo Metatool corrisponde al tasto "6", e funziona sia sulla tastiera principale che sul tastierino nu-
merico; il suo effetto consiste nell'abbassare le note di un intervallo diatonico di seconda.
Naturalmente, se volete ottenere intervalli più ampi, premerete il tasto "6" più volte, fino a raggiunge-
re l'altezza desiderata.
• Il tasto "7" sortisce l'effetto contrario, perciò innalza le note di un intervallo diatonico di seconda.
• Con il tasto "8", invece, la frase sarà abbassata di un'ottava; infine con il tasto "9" essa verrà innalzata
di un'ottava.

Ricordate con cura queste semplicissime scorciatoie, poiché velocizzano notevolmente i tempi operativi quan-
do si debbano effettuare piccoli interventi di trasporto diatonico del materiale.
Fig. 27.3 - La finestra Trasposizione dei tipi di note per le percussioni

2. Come evidenziato in altre occasioni, Finale utilizza un metodo particolare per indicare gli "stati di alterazione" di una nota (o di un
intervallo): il valore "0" (zero) corrisponde all'assenza di alterazione, il valore "1" all'alterazione ascendente e il valore "– 1" all'alterazione 3. Per approfondire, si consiglia la lettura del fondamentale lavoro di Guido Facchin, Le percussioni. Storia e tecnica esecutiva nella musica
discendente (cfr. in particolare la Lezione n. 9, pag. 89). classica, contemporanea, etnica e d'avanguardia, Varese, Zecchini 2014.

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Lezione 27. Altre importanti operazioni con il menu Utilità | 355 356 | Perfezionare il lavoro

• le due colonne A e B indicano rispettivamente lo strumento attualmente usato nella battuta e lo stru- Selezionate dunque le quattro battute e applicate l'opzione Riscrivi le note: Finale interpreterà perfettamente le
mento con cui lo si intende sostituire (naturalmente all'apertura della finestra le due indicazioni coinci- tonalità presenti, assegnando le giuste alterazioni a tutte le note interessate (fig. 27.5).
dono);
• s elezionate quindi lo strumento stesso, poi aprite il menu a tendina in basso (C) che vi farà accedere
all'elenco completo degli strumenti a percussione disponibili nelle librerie di Finale;
• a titolo di esempio, sostituite lo hi-hat con un piatto sospeso di tipo China (fig. 27.4);
Fig. 27.5 - L'aspetto delle frasi dopo l'operazione di riscrittura intelligente delle note

Opzione n. 4: Adatta le misure


La quarta voce del menu introduce un "pacchetto" di 5 opzioni dedicate all'organizzazione e distribuzione delle
battute all'interno della partitura; in questo primo caso, il controllo si occupa di determinare la quantità di misu-
re da collocare nelle singole accollature (agendo su aree specifiche o lungo tutto il documento).
Come ricorderete, questa funzione e la sua finestra di dialogo sono già state accuratamente analizzate nella
­Lezione n. 15, dedicata allo strumento Misure (cfr. pagg. 196-197); in questa sede, perciò, ci limiteremo a svolge-
re qualche piccolo esercizio per prendere confidenza con le varie possibilità.
• Iniziate selezionando le ultime 15 battute nella prima pagina del documento di esempio;
• a ccedete ora al menu Utilità e richiamate la voce Adatta le misure (ricordate che questa importante
operazione dispone anche di una scorciatoia da tastiera: CTRL+M in Windows oppure SHIFT+CMD+M
in MacOS);

Fig. 27.4 - Navigazione nei menu per la scelta delle percussioni


• utilizzate la prima opzione della finestra e "bloccate" la configurazione con 5 misure per rigo: confer-
mando con il pulsante OK, le battute verranno equamente distribuite sulle prime tre accollature: di
conseguenza "perderete" un sistema in fondo alla pagina.
• confermando con il pulsante OK, noterete che non solo le teste delle note sono state assimilate a quelle
del piatto China (confrontatele con quelle presenti nell'ultima battuta del rigo), ma hanno anche varia- • Mantenendo la selezione sulle 15 misure, invocate nuovamente la suddetta finestra di dialogo e - in
to la propria posizione, per assumere a tutti gli effetti la nuova identità. questo caso - scegliete la seconda opzione (Fai stare in un rigo le misure selezionate); confermando,
tutte le battute verranno "compresse" nella prima accollatura, e di conseguenza perderete altri due
Fate un altro esercizio selezionando la seconda battuta (mis. 14) e aprendo ancora la seconda voce del menu sistemi in fondo alla pagina. Ricordate che questa possibilità vi sarà molto utile quando il brano con-
Utilità: tiene molte note lunghe (per esempio una serie di semibrevi) che occupano poco spazio complessivo.
• nella finestra di dialogo cliccate sulla voce "Hi-hat open", quindi aprite il menu a tendina (C) per tra- • Conservando sempre la selezione, accedete ancora alla finestra e cliccate sulla terza opzione ­(Rimuovi
sformarlo in un piatto Ride suonato sulla campana (Ride bell); i blocchi dei righi); in questo caso, Finale eliminerà la "collocazione forzata" assegnata in precedenza,
e procederà ad una ridistribuzione delle misure, cercando di ottenere un risultato omogeneo e confor-
• confermate con OK, e anche in questo caso potete verificare la correttezza dell'operazione effettuata me al contenuto musicale delle battute stesse. In questo caso, non essendovi alcun evento nell'area
confrontando le nuove note con quelle presenti nell'ultima battuta del rigo. selezionata, il programma "propone" una ripartizione in due sistemi composti rispettivamente da 9 e
6 misure.
Opzione n. 3: Riscrivi le note L'applicazione di questa funzione coincide con il comando Aggiorna la disposizione della musica, nel
quale ci siamo già imbattuti e di cui torneremo ad occuparci a breve.
La terza voce del menu Utilità dà accesso a una funzione assai preziosa, che entra in gioco ogni qualvolta vi sia
• Aprite un'ultima volta la finestra Adatta le misure e osservate la sezione inferiore: come in altri conte-
la necessità di applicare a una regione di battute una grande quantità di equivalenze enarmoniche.
sti, qui potrete definire l'esatta area di intervento relativa alle opzioni della parte superiore; natural-
Questa situazione si verifica frequentemente quando si importa un file MIDI per trasformarlo in un documento mente, qualora abbiate effettuato la selezione preventiva delle misure (come in questo caso), l'ambito
di Finale; in tali occasioni, infatti, può accadere che il programma non restituisca correttamente le alterazioni di delle battute interessate verrà inserito automaticamente nelle caselle in basso. Prima di proseguire,
passaggio, quasi sempre a causa di un'errata compilazione dello stesso file MIDI: di conseguenza, la partitura ri- riportate il documento all'aspetto iniziale seguendo il percorso File > Versione precedente.
sultante presenterà molti errori di carattere enarmonico, dovuti al mancato rispetto delle alterazioni transitorie
previste dalla tonalità (per esempio, nei brani in La minore comparirà sempre il La F in luogo del Sol S). Opzioni nn. 5 e 6: Sposta nell'accollatura precedente / successiva
Ora, se l'inconveniente si limita a poche note, si potrà rimediare caso per caso (usando il tasto "9" nella Cornice Questi due comandi, come la denominazione suggerisce, servono per spostare una o più battute da un'accolla-
dell'Inserimento rapido); qualora, invece, gli errori siano numerosi e disseminati lungo tutta la partitura, sarà tura all'altra; anche in questo caso, l'argomento è stato già trattato nella Lezione n. 15 (cfr. pagg. 195-196), alla
preferibile affidarsi a questa eccellente opzione, che risolverà globalmente il problema in pochi clic. quale si rinvia per la descrizione dettagliata delle procedure.
Per fare un esempio, osservate la quinta riga del documento correntemente aperto: in base alle tonalità impo- Ricordate in particolare che le due opzioni prevedono l'utilizzo di specifiche scorciatoie da tastiera (CTRL+Frec-
state, le alterazioni presenti sono evidentemente sbagliate; nelle mis. 17-18 (in La minore) ci dovrebbero essere cia su/giù in Windows oppure CMD+Freccia su/giù in MacOS), ma funzionano perfettamente anche agendo sol-
diesis anziché bemolli, mentre nelle mis. 19-20 (in Fa minore) ci dovrebbero essere bemolli anziché diesis. tanto sui tasti freccia, senza combinarli con i relativi tasti funzione.

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Opzioni nn. 7 e 8: Blocca / sblocca i righi Per maggiore chiarezza didattica, nell'esposizione seguiremo un ordine diverso rispetto a quello proposto da
Finale:
All'interno della finestra Adatta le misure, come detto poc'anzi, è possibile determinare con precisione la quan-
tità di battute che costituiscono le accollature, "bloccando" tale impostazione affinché non possa risentire di • iniziamo con la modalità Spazia in base al tempo, che interviene sul materiale basandosi su rapporti
eventuali variazioni apportate alla struttura del documento (come ad esempio l'eliminazione o l'aggiunta di proporzionali esatti fra la durata delle note e il relativo spazio occupato.
nuove misure). Il blocco delle accollature viene applicato automaticamente anche quando si effettua un aggior- Come detto poc'anzi, si tratta di un calcolo elementare in cui - per esempio - una minima copre un'e-
namento del layout di pagina, utilizzando la funzione che descriveremo a breve. stensione doppia rispetto a una semiminima, e rappresenta il metodo che Finale applica per ­default
quando si inserisce la notazione.
Ora, vi sono situazioni in cui l'utente - per i motivi più diversi - può avere la necessità di gestire manualmente il
Tuttavia, abbiamo anche affermato che la prassi editoriale tende ad evitare questo sistema: esso infat-
blocco dei sistemi: a tale scopo il menu Utilità presenta le due opzioni in oggetto, grazie alle quali si potrà appli-
ti, oltre ad impiegare molto spazio inutile, rende spesso poco chiara la leggibilità degli eventi. Se quindi
care o rimuovere il vincolo solo nelle accollature interessate.
la vostra partitura è destinata alla pubblicazione, dovrete preferibilmente utilizzare uno degli altri due
Prima di effettuare qualunque intervento, è necessario poter visualizzare la situazione relativa ai vari siste- metodi.
mi del documento, ragion per cui accederete al menu Visualizzazione e seguirete il percorso Mostra > Icone in
• La seconda modalità (Spazia in base alle figure) calcola la posizione precisa di ciascuna nota sulla base
­Configura-Pagina.
della sua durata e degli eventuali attributi ad essa collegati (alterazioni, articolazioni, legature, ecc.).
Attivando l'opzione, vedrete apparire dei lucchetti accanto ad alcuni righi della partitura (fig. 27.6): la presenza
o meno dei lucchetti, evidentemente, testimonierà lo status di "blocco" o "sblocco" delle accollature. Per sperimentarne l'effetto, selezionate le mis. 36-39 del documento di esempio e agite come segue:
oo assegnate l'opzione utilizzando il sottomenu o la scorciatoia da tastiera CTRL+5 (in Windows) op-
pure CMD+5 (in MacOS);
oo dopo l'applicazione, il materiale verrà letteralmente "proiettato" fuori dai margini di pagina: non
preoccupatevi e non agite d'impulso, poiché il programma ha semplicemente bisogno di ricalcola-
Fig. 27.6 - L'icona del lucchetto che indica il "blocco" di un rigo re l'impaginazione a seguito dell'intervento effettuato;
oo per sistemare il tutto, "blindate" dapprima l'accollatura con il comando Blocca i righi (cfr. la pagina
• Per bloccare un'accollatura priva di lucchetto dovrete cliccare su una misura qualsiasi del rigo, quindi
precedente), quindi selezionate - sempre dal menu Utilità - la voce Aggiorna la disposizione della
accedere al menu Utilità e selezionare l'opzione Blocca i righi; notate l'utile presenza della scorciatoia
musica (ci occuperemo più dettagliatamente di questo controllo nella pagina successiva).
da tastiera CTRL+L in Windows oppure CMD+L in MacOS;
• al contrario, per sbloccare un'accollatura recante il lucchetto farete clic su una misura qualsiasi del rigo, Ora l'aspetto del materiale è decisamente più leggibile, ma vi sono ancora alcune alterazioni che colli-
quindi aprirete il menu Utilità e selezionerete l'opzione Sblocca i righi; anche in questo caso potete uti- dono con le note (fig. 27.7): questo metodo, quindi, è sicuramente valido ma assicura i migliori risultati
lizzare in alternativa la scorciatoia CTRL+SHIFT+L in Windows oppure CMD+SHIFT+L in MacOS. quando viene applicato su battute non troppo dense, preferibilmente prive di alterazioni transitorie.

Opzione n. 9: Spaziatura della musica


La funzione di spaziatura della musica di Finale rappresenta una delle risorse più importanti del programma, e
il suo utilizzo è assolutamente indispensabile per garantire un aspetto equilibrato e professionale a qualunque
genere di partitura.
Per comprendere l'assoluta rilevanza di questa opzione (e delle sue varianti), potete osservare la seconda pagi- Fig. 27.7 - Effetto della Spaziatura in base alle figure
na del documento di esempio: nel primo pentagramma, infatti, il materiale è molto denso e dà luogo a collisioni (nei cerchi rossi i casi non risolti di collisione fra le note e le alterazioni transitorie)
e sovrapposizioni fra gli eventi contenuti nelle battute.
Ora, poiché le situazioni di questo tipo sono assai frequenti in fase di immissione della musica, i comandi di • La terza modalità (Spazia nelle pulsazioni) effettua invece un doppio intervento: dapprima calcola il
­spaziatura automatica sono stati strutturati per conseguire due obiettivi fondamentali: punto d'inizio di ogni pulsazione all'interno della battuta, in modo che le figure presenti possano tro-
a. variare opportunamente le distanze tra un evento e l'altro, senza "snaturare" la normale successione varvi un'adeguata collocazione; successivamente, applica una spaziatura di tipo proporzionale a tutti
dei simboli; gli eventi di ciascuna pulsazione.

b. rispettare, nel contempo, le principali convenzioni dell'editoria musicale, utilizzando - dove possibile Con questo metodo si ottiene in genere il risultato più soddisfacente; selezionate ancora le quattro
- una spaziatura non proporzionale: ad esempio, una semibreve non dovrà necessariamente occupare misure di esempio e agite come segue:
uno spazio quadruplo rispetto a una semiminima, ma un'estensione decisamente inferiore; oltre a mi-
oo assegnate l'opzione utilizzando il sottomenu o la scorciatoia da tastiera CTRL+4 (in Windows) op-
gliorare la compattezza del documento, ciò aiuterà l'esecutore offrendogli una lettura più agevole.
pure CMD+4 (in MacOS);
Partendo da questi presupposti, il programma offre tre modalità d'intervento, accessibili tramite il sottomenu
collegato all'opzione: oo ancora una volta il materiale verrà dilatato oltre i margini di pagina: assicuratevi dunque che l'ac-
collatura sia regolarmente bloccata e applicate il comando Aggiorna la disposizione della musica.
1. Spazia nelle pulsazioni;
Come vedete, finalmente il rigo si presenta in modo corretto, senza alcuna collisione fra gli elementi e
2. Spazia in base alle figure;
nel pieno rispetto delle convenzioni editoriali, che prevedono - dove possibile - l'utilizzo di una spazia-
3. Spazia in base al tempo. tura non lineare (fig. 27.8).

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Opzione n. 14: Esplodi la musica

Se non ci si lascia intimidire dalla denominazione vagamente... catastrofica, la funzione Esplodi la musica può
risultare piuttosto interessante. Essa prevede due fasi operative:
a. l'analisi del materiale contenuto in uno o più righi (solo se esso è costituito da accordi);
Fig. 27.8 - Effetto della Spaziatura in base alle pulsazioni b. la conseguente distribuzione delle singole note su un numero variabile di pentagrammi, ciascuno dei
quali potrà accogliere una quantità prestabilita di eventi.
Per concludere, l'ultima voce del sottomenu (Applica la spaziatura della musica...), stabilisce se il tipo di ope-
razione prescelta dovrà essere assegnato alla sola partitura o anche alle eventuali parti staccate ricavate dal Facciamo un esempio, immaginando di intervenire su una parte strumentale che debba essere rielaborata per
documento (per la trattazione relativa all'estrazione e gestione delle parti si rinvia alla Lezione n. 31). ensemble vocale (SATB), assegnando le note uniformemente alle quattro voci dell'organico:

• portatevi alle mis. 40-43 nella seconda pagina del documento di esempio, quindi selezionate tutto il
Opzione n. 10: Aggiorna la disposizione della musica primo rigo dell'accollatura;
Come la precedente, anche questa funzione è importantissima e contribuisce in maniera decisiva alla corretta • ora aprite il menu Utilità e scegliete l'opzione Esplodi la musica; si aprirà una finestra di dialogo (fig.
­sistemazione del materiale musicale nelle pagine. Infatti, alcune tipologie d'intervento (aggiunta di battute, 27.10) in cui devono essere definiti i criteri della distribuzione:
cambi di tempo o di tonalità, spaziatura automatica, ecc.) possono originare vistose anomalie nella disposizione
delle misure, che talvolta appaiono troppo compresse o - in altre occasioni - vengono addirittura "proiettate" al
di fuori dei margini; nella maggior parte dei casi, si tratta di un problema temporaneo dovuto alla necessità di
­"ricalcolo" dei parametri di layout da parte dell'applicazione (fig. 27.9).

Fig. 27.9 - Esempi di mancato ricalcolo del layout di pagina

La presente opzione, quindi, ha proprio lo scopo di aggiornare la disposizione della musica quando si verificano
situazioni di questo tipo: non dimenticatene mai, quindi, l'esistenza e la posizione nell'interfaccia, poiché dovre-
te farvi ricorso in moltissime occasioni. Fig. 27.10 - La finestra Esplodi la musica

Considerata l'importanza e la frequenza d'utilizzo della funzione, è consigliabile memorizzarne anche la como- oo nella prima casella (A) potete decidere la quantità di righi nei quali la musica verrà suddivisa, quindi
da scorciatoia da tastiera: CTRL+U in Windows oppure CMD+U in MacOS. ai fini del presente esercizio scrivete il valore "4";
oo selezionando il successivo checkbox (B), obbligherete Finale a collocare almeno una nota in ciascun
Opzione n. 11: Aggiorna linee di estensione e trattini di sillabazione
rigo di destinazione; se l'opzione viene disattivata, il programma potrebbe decidere, a seconda
In questo caso, l'oggetto dell'intervento è costituito dagli elementi accessori del testo cantato (trattini e linee di delle altezze e delle chiavi impostate nei righi, di destinare più note a uno stesso pentagramma; in
estensione), che possono subire lievi deformazioni quando si modifica la quantità o la disposizione delle battute questo caso, uno o più righi rimarrebbero vuoti, ragion per cui è generalmente opportuno mante-
lungo la partitura; nello specifico, la funzione agisce facendo riferimento a due precise aree di controllo: nere la spunta al pulsante.
a. la schermata "Viste" nelle Opzioni del programma (in cui si potrà stabilire se l'aggiornamento dei sud- oo Con il checkbox successivo (C), invece, si possono definire a priori le chiavi dei pentagrammi di de-
detti elementi dovrà avvenire automaticamente o manualmente); stinazione: i numeri nella casella a fianco coincidono con quelli della finestra Selezione della chiave
(cfr. Lezione n. 8), in cui per impostazione predefinita la chiave di violino è contrassegnata dal nu-
b. la finestra Linee di estensione nelle Opzioni del documento (che contiene tutti i parametri numerici di mero "zero", quella di contralto dal numero "1", quella di tenore dal numero "2", ecc.
queste forme, ed è stata accuratamente descritta nella Lezione n. 22). Ovviamente, se l'ordine di comparsa dei simboli è stato modificato nella finestra Impostazione ­delle
chiavi (cfr. fig. 8.10), dovrete riferivi alla nuova posizione degli elementi, altrimenti l'esito di tutta
Opzioni nn. 12 e 13: Ridistribuisci la musica / Cambia i raggruppamenti l'operazione sarà compromesso.
Questa coppia di funzioni si occupa di ricalcolare la distribuzione del materiale nelle battute e la disposizione delle Per il vostro esercizio, poiché l'accollatura è stata già predisposta con le chiavi corrette, potete
barre di raggruppamento, rispondendo ad alcune necessità che si verificano in situazioni particolari. mantenere il pulsante deselezionato.
La loro utilità potrà essere valutata in modo adeguato dopo aver analizzato alcune delle opzioni successive, oo A seguire, vi sono due pulsanti di opzione (D) con i quali si potrà impostare la... "direzione dell'e-
quindi rinviamo momentaneamente la descrizione e passiamo al controllo seguente. splosione". La scelta si rivela utile solo nel caso in cui gli accordi contengano una quantità di note

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Lezione 27. Altre importanti operazioni con il menu Utilità | 361 362 | Perfezionare il lavoro

inferiore rispetto al numero dei pentagrammi di destinazione; ponete, ad esempio, che vi sia un ac- essa rientra in gioco poiché contiene alcune opzioni che possono essere incluse nel processo di con-
cordo di tre note da distribuire su quattro righi: densazione, come ad esempio le impostazioni degli abbellimenti e la presenza o meno della seconda
voce nei vari livelli di polifonia. Naturalmente, se il vostro materiale di partenza non contiene questi
• scegliendo l'opzione Dall'alto in basso verranno utilizzati i primi tre pentagrammi e l'ultimo ri-
elementi, potrete tranquillamente ignorare la presenza del pulsante.
marrà vuoto;
• scegliendo invece l'opzione Dal basso in alto saranno utilizzati gli ultimi tre pentagrammi e la-
sciato vuoto il primo;
• purtroppo - come s'intuisce - il programma non consente di mantenere vuoto uno dei penta-
grammi intermedi a scelta dell'utente.
oo Per quanto riguarda la sezione Note in eccesso (E), essa si occupa di gestire il problema opposto,
ossia la distribuzione delle note in soprannumero rispetto alla quantità dei pentagrammi disponibili.
In questo caso Finale offre 4 diverse soluzioni:
• inviare tutte le note in eccesso al rigo superiore;
Fig. 27.11 - La finestra Implodi la musica
• assegnare tutte le note in eccesso al rigo inferiore;
• distribuire le suddette note, nell'ordine di comparsa, ai pentagrammi da indicare nella casella • Per il corrente esempio, scegliete la seconda opzione e confermate con OK: come vedete, l'operazione
a lato; ha sostanzialmente ripristinato la situazione iniziale, ma notate che la condensazione non cancella in
nessun caso il materiale preesistente, fatta eccezione per il primo rigo dell'accollatura (in cui ora figura-
• eliminare del tutto le note in eccesso. no gli accordi risultanti).
oo Infine, l'ultima area della finestra (F) è molto importante, poiché definisce la reale destinazione
Anche questo comando, come il precedente, può essere utile in moltissime situazioni; si nota ancora, tuttavia,
­delle note "esplose":
la mancanza di una caratteristica che lo renderebbe ben più prezioso, ovvero la possibilità di effettuare diret-
• con la prima opzione, Finale creerà nuovi righi al di sotto dell'accollatura interessata, lasciando tamente una riduzione pianistica partendo da una partitura per ensemble o per orchestra: infatti la funzione
inalterato il materiale già presente; Implodi la musica - come avete potuto constatare - può condensare il materiale in un solo rigo.
• con la seconda opzione, invece, le note saranno distribuite nei righi già esistenti, a partire da Per aggirare questa limitazione, fortunatamente, Finale offre un interessante plug-in che analizzeremo nella
quello indicato nel menu a tendina sulla destra. Lezione n. 28; in alternativa è possibile - dopo aver concentrato tutto in un unico pentagramma - effettuare
­l'esplosione della musica su due righi, confidando naturalmente nel fatto che il materiale venga suddiviso coe-
• Riassumendo ai fini dell'esercizio, potete ignorare le sezioni D ed E poiché le note degli accordi coin- rentemente fra il rigo della mano destra e quello della sinistra.
cidono esattamente con i pentagrammi disponibili; nella sezione F scegliete il secondo pulsante (man-
tenendo la voce "Rigo 1" nel menu a tendina) e cliccate finalmente su OK: come potete vedere, gli Opzione n. 16: Marker di SmartMusic ®
accordi iniziali sono stati omogeneamente distribuiti lungo l'accollatura, originando un perfetto quar-
tetto vocale. La voce successiva del menu Utilità si discosta momentaneamente dagli interventi "tecnici" sul materiale e fa
diretto riferimento all'applicazione SmartMusic ®.
Al di là del semplice esempio appena effettuato, le applicazioni di questa funzione sono teoricamente nume- Per chi non ne fosse a conoscenza, si tratta di un software (anch'esso prodotto da ­MakeMusic) dedicato alla
rosissime; tuttavia, esiste un'importante limitazione da tenere presente onde evitare inutili perdite di tempo: didattica musicale, con cui gli studenti possono - da soli o con la guida del proprio docente - apprendere ed ese-
il programma non consente di destinare a pentagrammi diversi gli eventuali livelli di polifonia presenti in uno guire brani musicali con accompagnamenti scelti da un'enorme banca dati, ricevendo in tempo reale da parte
stesso rigo. del programma una valutazione sulla qualità della propria esecuzione.
Questa restrizione ha un senso qualora si consideri che le coincidenze di due o più linee melodiche nel medesi-
Ora, poiché Finale è in grado di creare documenti destinati a SmartMusic ®, con questa opzione del menu si
mo pentagramma non costituiscono accordi in senso stretto, bensì normali sovrapposizioni di natura contrappun-
potranno aggiungere alla partitura i cosidetti marcatori, ossia speciali indicazioni relative agli elementi che si uti-
tistica, e in quanto tali non sono contemplate dall'opzione in oggetto.
lizzano nella creazione degli accompagnamenti (lettere di sezione, cadenze, cesure, segni di ripetizione, ecc.).
Opzione n. 15: Implodi la musica Per una conoscenza più dettagliata di questa interessante applicazione - di cui esiste anche una versione per
tablet - si consiglia di visitare il sito ufficiale (www.smartmusic.com).
Come si può intuire, questa funzione agisce in maniera diametralmente opposta alla precedente, partendo da
una certa quantità di pentagrammi per condensare tutto il materiale in un solo rigo.
Opzione n. 17: Aggiungi / rimuovi il capotasto mobile degli accordi
• Iniziate dunque dalla stessa accollatura su cui avete applicato il comando Esplodi la musica, seleziona-
tela per intero e attivate l'opzione Implodi la musica dal menu Utilità; Quando una partitura per chitarra, basso o altro strumento della famiglia contiene le sigle degli accordi (cfr. Le-
zione n. 20), può essere necessario inserire le indicazioni relative all'utilizzo di un capotasto mobile; la presente
• in questo caso, la finestra di dialogo che appare è molto più semplice (fig. 27.11): essa chiede solo se la
funzione, dunque, serve per gestire le opzioni di visualizzazione dei suddetti elementi.
condensazione dovrà essere effettuata in un nuovo rigo aggiunto al di sotto dell'accollatura, oppure
nel rigo superiore dell'accollatura stessa (A); • Portatevi alle mis. 44-46 del documento di esempio, in cui è stato predisposto un rigo con alcuni accor-
• nella parte inferiore, inoltre, vi è un pulsante che conduce alla finestra delle Impostazioni di quantiz- di di chitarra e i relativi simboli;
zazione (B); ricorderete che nella trattazione dedicata allo strumento HyperScribe (cfr. Lezione n. 13), • ipotizzate ora di voler ottenere gli accordi indicati posizionando il capotasto mobile sul secondo ­tasto:
abbiamo ampiamente descritto questa finestra e tutti i suoi controlli: con il comando Implodi la musica selezionate allora le tre battute e accedete al menu Utilità, da cui sceglierete l'opzione in oggetto;

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Lezione 27. Altre importanti operazioni con il menu Utilità | 363 364 | Perfezionare il lavoro

• come in altri casi, si aprirà una finestra di dialogo (fig. 27.12) contenente alcuni controlli specifici: In alternativa, se non ricordate alcun numero, potete cliccare sul vicino pulsante Seleziona e
­"catturare" direttamente il simbolo dalla finestra.
Per fare una dimostrazione basata sul documento corrente, scegliete dunque il punto di staccato.

Fig. 27.12 - La finestra Aggiungi / rimuovi accordi capotasto

oo nella prima casella (A) scriverete il tasto sul quale sarà collocato il capotasto mobile, perciò in que-
sto caso inserite il valore "2";
oo la seconda casella (B) conterrà l'indicazione della distanza fra le indicazioni del capotasto e le sigle
già presenti. Il valore appare in EVPUs poiché essi rappresentano l'unità di misura correntemente Fig. 27.13 - La finestra Applicare l'articolazione
impostata: potete mantenere il valore predefinito, pari a "64";
oo a seguire, selezionando il primo checkbox (C) potrete aggiungere un testo a piacere, che segnalerà oo Ora, se desiderate che il punto appaia su tutte le note della selezione, dovrete mantenere attivo il
all'esecutore l'applicazione del capotasto: per il corrente esempio, digitate "Capotasto al II"; pulsante di opzione B e cliccare direttamente su OK: l'articolazione verrà applicata globalmente, a
prescindere dal valore dei singoli eventi.
oo il secondo checkbox (D) sarà utile solo nel caso in cui abbiate scelto di visualizzare i diagrammi
degli accordi: in tal caso, Finale utilizzerà per questi simboli il font specificato nelle Opzioni del oo Selezionate la battuta successiva e rientrate nella finestra; per fare un esempio diverso, ponete
­documento. Poiché nel documento non vi sono diagrammi, potete ignorare il controllo; che il vostro obiettivo consista nell'assegnazione di un punto coronato all'accordo di semibrevi e
alla minima collocata in fondo alla misura: dovrete perciò indicare al programma i dati precisi.
oo infine, l'ultimo pulsante in basso (E) si utilizzerà esclusivamente per rimuovere le eventuali indi- In prima istanza scegliete il simbolo scrivendo il valore "10" nella casella A, quindi - poiché dovete
cazioni di capotasto già presenti in partitura; poiché state eseguendo l'operazione inversa (cioè coinvolgere nell'operazione solo le note da 2/4 e da 4/4, cliccate sull'opzione C e indicate esatta-
l'inserimento) potete lasciare deselezionato anche questo controllo.
mente il suddetto ambito di valori nella griglia sottostante (D). Confermando con OK, le corone
• Confermando con il pulsante OK, vedrete in partitura le indicazioni da voi programmate; esse appaio- appariranno solo sulle note prescelte.
no in corsivo e indicano le posizioni da utilizzare sul manico dello strumento, con il capotasto inserito, oo L'opzione può dar luogo a esiti ancora più mirati nel caso in cui le misure contengano legature di
al fine di ottenere gli accordi scritti nel pentagramma. valore: come precisato nella trattazione specifica (cfr. Lezione n. 18), alcuni segni di articolazione
dovrebbero essere assegnati - di norma - solo alle note su cui inizia una legatura, altri segni - invece
Opzione n. 18: Applica l'articolazione - solo alle note su cui prosegue o termina la legatura stessa.
Si tratta senza dubbio di una delle funzioni più utilizzate del programma, soprattutto da parte degli utenti esper- Per chiarire meglio il concetto, selezionate la prima battuta del rigo successivo (mis. 50) e richia-
ti; essa interviene nel caso - davvero molto frequente - in cui si debba assegnare uno stesso segno di artico-­ mate ancora la finestra. Scegliete il segno di accento (scrivendo il valore "3" nella casella A), quindi
lazione (per esempio il punto di staccato o l'accento) a un'elevata quantità di note; in tali situazioni, persino confermate la selezione dei controlli B ed E. Cliccando su OK, noterete che il programma avrà
l'utilizzo sistematico dei Metatool potrebbe costituire un'operazione lunga e noiosa. rispettato perfettamente le istruzioni, escludendo le crome dall'applicazione dei segni.
Con questo comando, invece, si potrà risolvere il problema in pochi clic, agendo su una quantità a piacere di oo Per sperimentare il caso opposto, selezionate la mis. 51 e richiamate un'ultima volta la finestra,
eventi o addirittura su un'intera partitura. immettendo il valore "10" nella casella A per ottenere il punto coronato. Ora togliete la spunta dal
checkbox E e applicatela al successivo controllo F: così facendo, ordinerete a Finale di applicare
• Passate quindi alla sezione successiva del documento di esempio, e selezionate le prime due misure
(nn. 47-48); l'articolazione solo alle note che continuano o concludono una legatura di valore. Cliccate su OK
e - come previsto - le corone appariranno solo sulle crome.
• accedete al menu Utilità e richiamate l'opzione Applica l'articolazione; si aprirà l'omonima finestra di
dialogo (fig. 27.13 a pagina seguente): oo In ultima analisi, quali che siano le impostazioni effettuate, con le due ultime caselle (G) potrete
imprimere ai simboli una distanza aggiuntiva (orizzontale e verticale) rispetto a quella predefinita
oo nella prima casella (A) indicherete il simbolo che vi interessa; se conoscete a priori il numero d'or- nella finestra di Configurazione delle articolazioni. Tale facoltà si rivelerà molto utile ogni qualvolta
dine con cui esso compare all'interno della finestra Selezione dell'articolazione (cfr. fig. 18.2, pag. lavorerete su pagine dall'organico molto ampio e dai righi molto ravvicinati.
230), potrete scriverlo direttamente in questo spazio.
Considerata la notevole frequenza d'uso della funzione, si consiglia di memorizzare almeno il valo- La funzione Applica l'articolazione, dunque, è davvero assai importante e per molti utenti rappresenta una risor-
re identificativo delle articolazioni più usate ("1" per il punto di staccato, "3" per l'accento, "7" per il sa irrinunciabile, poiché le operazioni sopra descritte sono frequentissime durante la realizzazione di qualunque
trattino di appoggiato, "10" per il punto coronato, ecc.). genere di partitura.

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Opzione n. 19: Controlla la notazione il trattamento di queste particolari battute quando si aprono documenti creati con le versioni prece-
denti del programma.
Lo scopo di questo controllo consiste nella verifica della correttezza e dell'integrità di numerosi elementi della
notazione: portando il mouse sulla relativa voce, si apre un sottomenu contenente ben 6 diverse possibilità • Lo scopo dell'opzione successiva (Riempi con le pause) può essere facilmente compreso osservando
operative. le mis. 55-56 del documento di esempio: qualora, infatti, una o più battute della partitura non siano
È bene premettere che si tratta di risorse dall'utilizzo piuttosto sporadico, ma per completezza didattica le ana- state compilate per intero, verrà aggiunta automaticamente la quantità di pause necessaria al loro
lizziamo brevemente: completamento.
Potete effettuare una rapida dimostrazione selezionando le suddette battute e richiamando la voce
• la prima opzione (Controlla il tempo trascorso) consente di conoscere - selezionando una regione di
battute - il tempo trascorso dall'inizio del brano fino all'area selezionata, nonché la durata dell'area stes- dal sottomenu: in un istante vedrete apparire le pause mancanti.
sa. Questi dati vengono ricavati da Finale in base alla velocità metronomica e all'indicazione di tempo • La quinta opzione è dedicata alle legature di frase.
segnata all'inizio della partitura; il programma tiene conto, ovviamente, anche degli eventuali cambi Durante l'analisi dello strumento Forme intelligenti (cfr. Lezione n. 19), avete appreso che le suddette
interni di tempo e di velocità. legature sono dotate di 5 punti di controllo che consentono di "sagomarle" nei modi più vari; ora, se os-
Per fare una prova, selezionate la battuta vuota del documento di esempio (mis. 52) e richiamate la servate l'inizio della terza pagina del file di esempio, vedrete 4 casi di modifica manuale delle legature:
funzione: subito apparirà una finestra contenente le informazioni richieste (fig. 27.14). Notate che i qualora desideriate azzerare tutte le variazioni e riportare le forme al loro aspetto predefinito, dovrete
valori sono espressi secondo gli standard del timecode SMPTE (ore, minuti, secondi, fotogrammi).
selezionare le 4 misure e utilizzare proprio questo comando.

• Per finire, la sesta voce del sottomenu (Riazzera tutti i gruppi e le parentesi) fa riferimento al
­raggruppamento dei righi in accollature, operazione che abbiamo descritto in relazione allo strumento
Rigo musicale (cfr. Lezione n. 5).
Poiché ogni accollatura può essere personalizzata anche dopo il raggruppamento, apportandovi mo-
difiche individuali, questo comando - molto semplicemente - annullerà tutte le eventuali variazioni,
riportando tutti i gruppi (e le relative parentesi) al loro aspetto iniziale.

Opzione n. 20: Direzione dei gambi

Questa funzione è in assoluto una delle più semplici di tutto il menu e, come si intuisce, determina l'orientamen-
Fig. 27.14 - La finestra Tempo trascorso (durata) to dei gambi di tutte le note contenute in una regione selezionata.
Fate un rapidissimo esercizio, selezionando dapprima le mis. 61-64 del documento di esempio:
Questa analisi può essere utile in vari contesti, ma il più tipico riguarda l'ambito delle colonne sonore o
della musica per la pubblicità: in questi casi, infatti, il compositore deve frequentemente adattarsi alla • posizionate il mouse sull'opzione, e si aprirà un sottomenu contenente tre scelte (Su, Giù e Usa la dire-
lunghezza del filmato, perciò avrà bisogno di controllare spesso la durata parziale della musica che sta zione predefinita);
scrivendo.
• le prime due voci non hanno ovviamente bisogno di spiegazioni; la terza possibilità, invece, prevede
• La seconda opzione, come si legge, fa riferimento alle legature di valore e serve per ovviare ad un che il gambo venga direzionato in base all'altezza delle note sul rigo. In questo caso, l'elemento di de-
problema ben preciso: quando la partitura è molto densa, durante il playback può accadere che Finale marcazione sarà la terza linea del pentagramma, perciò tutte le note alla pari o sopra di essa avranno il
non interpreti correttamente le suddette legature, ripetendo i suoni come se esse non fossero presen- gambo orientato verso il basso, mentre quelle collocate al di sotto della linea avranno il gambo orien-
ti. La funzione effettua quindi un controllo su tutti i segni di questo tipo, ripristinandone la corretta tato verso l'alto;
­riproduzione.
Un altro problema, tutt'altro che infrequente, riguarda un aspetto puramente grafico: quando una • provate ad applicare ciascuna voce alla regione selezionata, osservandone gli esiti.
­legatura di valore va a capo, come nell'esempio proposto, può accadere (sempre nel caso in cui la In linea di massima, non avrete quasi mai bisogno di ricorrere a questa opzione, poiché Finale orienta sempre
partitura sia molto vasta e piena di note) che la piccola porzione conclusiva della legatura non venga in modo corretto i gambi delle note; nel caso della scrittura polifonica con i livelli - come sapete - la direzione
visualizzata: il comando in questione, dunque, pone rimedio anche a questo problema. dei gambi viene predefinita nelle Opzioni del documento. Per questo motivo, accederete al menu solo in alcune
• La terza opzione del sottomenu è deputata alla conversione delle cosiddette copie speculari in normali occasioni "straordinarie", ad esempio per lasciare libera una zona del pentagramma al fine di inserirvi simboli o
misure indipendenti. Le copie speculari sono battute speciali - collegate dinamicamente ad altre misure altre indicazioni di natura tecnico-didattica.
della partitura - che "riflettono" in tempo reale qualunque modifica venga apportata al materiale d'o-
rigine. Per certi aspetti, il meccanismo che le governa è simile a quello descritto per le misure di ossia Opzione n. 21: Cambia
(cfr. Lezione n. 26), anche se queste ultime - come ricorderete - non sono battute vere e proprie ma
semplici oggetti grafici. Nella parte conclusiva del menu Utilità s'incontra uno dei controlli più importanti, con cui si potranno ­modificare
Sino a Finale 2014, le copie speculari si creavano per mezzo dello strumento omonimo: tuttavia, come numerose tipologie di elementi all'interno delle battute selezionate; alcune di queste operazioni sono contem-
spiegato nella lezione precedente, esso è stato eliminato con l'uscita di Finale 25 poiché - secondo le plate anche dagli Strumenti Speciali, ma questi ultimi - come precisato nella Lezione n. 24 - possono intervenire
statistiche raccolte da Makemusic nel corso degli anni - veniva usato in rarissime occasioni e la mag- solo su battute singole: l'opzione Cambia, invece, può agire su un numero a piacere di misure o addirittura lungo
gior parte degli utenti ne ignorava completamente la funzione. Ciò premesso, la presenza dell'op- tutta la partitura.
zione Converti le copie speculari potrebbe sembrare inutile, e costituire quasi una "dimenticanza" Procediamo quindi con ordine, utilizzando l'apposita sezione del documento di esempio e selezionando - caso
dei programmatori; al contrario, si tratta sicuramente di una scelta consapevole, mirata a consentire per caso - i gruppi di battute indicati nel testo.

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• Con la prima voce del sottomenu si interviene sui segni di articolazione, variandone il p­ osizionamento • Se avete ben compreso il funzionamento della prima opzione, potrete applicarne i principi a tutte le
o trasformandoli in simboli diversi. successive, ovviamente personalizzando caso per caso i singoli parametri.
In primo luogo selezionate le mis. 65-66 e richiamate l'opzione, che farà apparire una finestra di ­dialogo Selezionate quindi le due battute seguenti (mis. 71-72) e scegliete dal sottomenu Cambia la voce Accor-
(fig. 27.15): di: ancora una volta apparirà una finestra di dialogo, contenente nello specifico i controlli dei simboli
accordali, i quali potranno essere modificati in vari modi. Per la spiegazione dettagliata del significato
di tutte le terminologie qui presenti, si rinvia alla trattazione specifica sugli accordi e le loro sigle (cfr.
Lezione n. 20); in questa sede ci limiteremo a evidenziare che la presente finestra (fig. 27.16) si suddivi-
de essenzialmente in sei aree (o sezioni):

Fig. 27.15 - La finestra Cambiamento delle assegnazioni di un'articolazione

oo scegliendo il primo pulsante (A) potrete cambiare la collocazione di tutti i segni presenti nella
­regione; l'ammontare dello spostamento dovrà essere definito con il menu a tendina in basso (B)
e le sue relative caselle numeriche (C). Nello specifico, il menu vi consentirà di operare rispetto alla
posizione predefinita dei segni o rispetto a quella corrente (nel caso in cui abbiate già apportato una
o più modifiche manuali).
Poiché non avete ancora variato nulla, limitatevi ad aumentare la posizione verticale di tutti gli
accenti della battuta per un valore pari a "50 EVPUs", quindi confermate con OK: tutti i segni si spo-
steranno immediatamente verso il basso. Fig. 27.16 - La finestra Cambia le assegnazioni dell'accordo
Ricordate che nelle suddette caselle (C) potete inserire sia valori positivi che negativi, ma il loro ef-
fetto dipende dall'attuale collocazione dei segni rispetto alle note: in altre parole, se le articolazioni si oo la prima area, racchiusa nel riquadro in alto a sinistra (A), consente di decidere quali elementi delle
trovano al di sotto delle note (come in questo caso), l'immissione di un valore positivo le abbasserà sigle accordali dovranno essere visualizzati;
ulteriormente, mentre un valore negativo le innalzerà, portandole più vicino agli eventi; viceversa,
oo la seconda sezione, collocata nel riquadro in alto a destra (B), determina invece quali elementi
se i segni si trovano al di sopra delle note, l'inserimento di un valore positivo li innalzerà ulterior-
dovranno essere riprodotti durante il playback della partitura;
mente, mentre un valore negativo li abbasserà - avvicinandoli anche in questo caso agli eventi.
Inoltre, Finale tiene conto delle specifiche impostazioni di ciascun segno, definite nella finestra oo più in basso, trovate un'area (C) contenente le opzioni per la trasposizione delle sigle e per l'atti-
Configurazione dell'articolazione (cfr. Lezione n. 18): gli accenti, per esempio, devono collocarsi per vazione di un'eventuale indicazione di capotasto, con la relativa casella per segnalare il tasto su cui
default sempre fuori dal rigo, quindi se nel presente caso provaste ad avvicinarli alle note - con esso andrà applicato;
l'intento di farli "entrare" nel pentagramma, non otterreste alcun risultato poiché l'impostazione
oo la quarta sezione (D) contiene due checkbox con cui imposterete rispettivamente la modifica del-
di base ha sempre la precedenza.
la dimensione delle sigle (da indicare in percentuale rispetto al valore attuale) e la modifica della
oo Ora selezionate le due battute successive (mis. 67-68) e richiamate nuovamente la finestra, allo ­dimensione dei diagrammi per chitarra (sempre in percentuale);
scopo di spostare solo i simboli di un certo tipo: scegliete quindi il secondo pulsante (D), quindi clic-
cate sul pulsante Seleziona per comunicare a Finale che agirete solo sui punti di staccato. oo proseguendo, s'incontra un menu a tendina (E) - analogo a quello della finestra di fig. 27.15 - con
Aggiungete anche in questo caso un ammontare di "50 EVPUs" alla posizione verticale predefinita cui stabilirete un'eventuale spostamento delle sigle rispetto agli accordi a cui si riferiscono;
(sempre utilizzando i controlli B e C): confermando con OK noterete che si spostano soltanto i oo infine, nella parte bassa (F), potrete scegliere lo stile dei diagrammi e l'eventuale utilizzo del carat-
punti, mentre gli accenti rimangono nella posizione iniziale. tere predefinito per la loro visualizzazione in partitura.
oo Infine, selezionate le mis. 69-70 e rientrate un'ultima volta nella finestra, al fine di cambiare i sim- oo A titolo di esempio, fate un semplice test sulle due battute selezionate, abbassando la posizione
boli attualmente assegnati alle note: questa volta cliccate sul checkbox al centro (E) e scegliete il corrente delle sigle di un valore pari a "–30 EVPUs" (con il controllo E), e riducendo la loro dimen-
nuovo tipo di articolazione inserendo nella relativa casella il numero "10", che corrisponde al punto sione al "70%" (con il primo controllo dell'area D).
coronato. Ovviamente, se non ricordate a memoria la numerazione delle varie articolazioni, potete
premere il pulsante Seleziona e scegliere direttamente i simboli dalla griglia. oo Naturalmente, per prendere maggiore confidenza con questa finestra (la cui ricchezza è coerente
Confermate con OK, e tutti i trattini di appoggiato si trasformeranno immediatamente in punti con la nota complessità d'uso dello strumento Accordi), potrete sperimentare le soluzioni più varie
­coronati. direttamente nei vostri lavori.

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• Selezionate ora le due battute successive (mis. 73-74) e richiamate dal sottomenu la voce Espressioni;
la finestra collegata (fig. 27.17) è sostanzialmente identica a quella proposta per il cambio delle artico-
lazioni (cfr. fig. 27.15), in cui l'unica differenza è costituita dalle denominazioni dei vari controlli.

Fig. 27.18 - La finestra Cambio del tasto più basso

oo Scegliete proprio la seconda opzione, e in questo primo caso inserite il valore "2", confermando
successivamente con OK: i numeri nel rigo di intavolatura si modificheranno di conseguenza, quindi
l'esecutore non utilizzerà più le corde vuote, ma dovrà considerare il secondo tasto della chitarra
come il più basso possibile. Ne consegue che la melodia ottenuta suonando in questa posizione, pur
essendo identica a quella del primo rigo, avrà una sonorità differente.
Fig. 27.17 - La finestra Cambio assegnazioni per le espressioni
oo Infine selezionate il terzo rigo di intavolatura, richiamate ancora la funzione Tasto più basso e inseri-
oo Non essendo necessario effettuare ulteriori descrizioni, limitatevi a fare un semplice esercizio muo- te nella casella il valore "4". Confermando, vedrete una nuova numerazione che darà origine a una
vendo tutti i simboli verso l'alto per mezzo di un valore verticale pari a "250 EVPUs": l'operazione sonorità ancora diversa.
- come vedete confermando con il pulsante OK - sposta completamente le espressioni al di sopra
delle note, e può rivelarsi utile nella gestione delle parti vocali; come noto, in questi casi i segni • Chiudete ora il file di esempio appena utilizzato e ritornate al precedente, al fine di proseguire l'analisi
dinamici vanno sempre collocati sopra il pentagramma, poiché nella parte inferiore dovrà trovare del sottomenu Cambia: la voce successiva (Durate delle note) consentirà di modificare il valore degli
posto il testo cantato. eventi in una determinata regione della partitura.
Selezionate le mis. 75-82 - in cui viene riproposta la prima strofa del brano "Fra Martino" - e richiamate
• L'opzione successiva del sottomenu Cambia (denominata Tasto più basso) non è inizialmente attiva: dal menu l'opzione sopra citata; si aprirà l'ennesima finestra di dialogo (fig. 27.19):
essa viene resa disponibile solo quando si seleziona un rigo di intavolatura, che si può impostare con lo
strumento Gestione Partitura (cfr. Lezione n. 5).
Per ben comprendere il senso della funzione, aprite temporaneamente il file che trovate nella consue-
ta cartella con il nome "Documento di esempio 19b.musx"14.
oo Partiamo ora dalla considerazione - utile a coloro che non suonano la chitarra o altri strumenti del-
la stessa famiglia - che un rigo di intavolatura indica all'esecutore non solo le note da eseguire, ma
anche le posizioni da utilizzare per ottenerle. Infatti, negli strumenti di questo tipo una stessa nota
(o accordo) ottenuta in posizioni diverse acquista anche una diversa sonorità: questa prerogativa
viene ampiamente sfruttata da compositori ed esecutori per diversificare il timbro di un determi-
nato passaggio strumentale.
A tale proposito, è possibile automatizzare la suddetta prassi a livello notazionale, stabilendo un
tasto limite predefinito, che indicherà la posizione più bassa possibile da utilizzare nell'esecuzione:
esso viene quindi definito Tasto più basso.
oo Nel documento che avete aperto trovate un semplice arpeggio ripetuto su tre righi diversi: ora, Fig. 27.19 - La finestra Cambia la durata delle note
grazie alla funzione Tasto più basso, vedremo come ottenerlo utilizzando tre differenti posizioni,
indicanti come tasto limite rispettivamente lo "zero" (cioè una posizione che consente l'utilizzo di oo con il primo pulsante (A) si potrà modificare il valore di tutte le note della regione secondo una
corde vuote), il "2" e il "4". determinata percentuale (da scegliere nel menu a lato);

oo Mantenete dunque inalterato il primo rigo di intavolatura - che rappresenta, come detto, la posi- oo con il secondo pulsante (B), invece, si potrà variare solamente la durata di alcune note, indicandole
zione di base ("tasto zero") - e selezionate direttamente il secondo rigo, richiamando poi la voce opportunamente tramite la griglia al centro (C);
in questione dal menu Utilità. Nella finestra che appare (fig. 27.18) Finale vi chiederà, attraverso oo il primo checkbox in basso (D) consentirà di includere o meno nella variazione gli eventuali gruppi
due pulsanti di opzione, se il tasto limite dovrà coincidere con quello predefinito (ossia quello im- irregolari presenti;
postato con lo strumento Gestione Partitura), oppure se vorrete indicarne uno nuovo, scrivendolo
nell'apposita casella. oo il secondo checkbox (E), infine, effettuerà una ridistribuzione delle note lungo le battute, in modo
da adattare l'esito dell'operazione all'indicazione di tempo dell'area selezionata.

4. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 19b.xml" seguendo le istru- oo Come vedete, questi ultimi controlli risultano selezionati per impostazione predefinita, e in genere
zioni riportate nell'Appendice 1. dovrebbero essere mantenuti attivi, a meno che non vi siano esigenze specifiche.

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oo Fate dunque un esercizio molto semplice, mirato a dimezzare tutti i valori, quindi mantenete l'op- oo Con la seconda voce (Cambia i raggruppamenti in base al tempo) si possono ottenere esiti molto
zione iniziale e selezionate nel menu a tendina il valore "50%"; togliete inoltre la spunta all'ultimo interessanti, poiché le note potranno essere raggruppate secondo un'indicazione di tempo diversa
checkbox, per comprendere meglio il senso della sua presenza. da quella impostata nella regione.
oo Confermando il tutto, potrete riscontrare l'effettiva riduzione delle durate: le minime sono diven- Provate, a titolo di esempio, a configurare nella finestra di dialogo il tempo di 6/8: confermando
tate semiminime, le crome sono divenute semicrome, ecc. con OK, avrete il curioso risultato illustrato nella seguente fig. 27.21.
Tuttavia, come si vede, l'operazione ha dato luogo a due anomalie: in primo luogo i valori non sono
stati ridistribuiti lungo le battute (essendo stato disattivato il pulsante E), perciò ogni misura ap-
pare completa solo per metà; in secondo luogo, vi è una "disparità di trattamento" fra le crome e
le semicrome, in quanto solo queste ultime risultano raggruppate.

• Il risultato appena ottenuto ci offre l'occasione per "recuperare" le due opzioni tralasciate in prece-
denza (Ridistribuisci la musica e Cambia i raggruppamenti), che si prestano perfettamente alla regola-
rizzazione del presente materiale.
Riaprite dunque il menu Utilità e portatevi sulla prima delle due voci suddette, avendo cura di con-
servare la selezione delle mis. 75-82: si originerà un piccolo sottomenu contenente la funzione vera e
propria (Ridistribuisci la musica) e le Opzioni per la ridistribuzione, che dovranno essere configurate in Fig. 27.21 - Raggruppamento delle note in 6/8 all'interno di una regione impostata in 4/4
anticipo per mezzo della relativa finestra di dialogo (fig. 27.20):
oo Annullate con la scorciatoia CTRL+Z (in Windows) oppure CMD+Z (sul Mac) e osservate la ter-
za possibilità, senza dubbio la più utilizzata: essa, infatti, cambia i raggruppamenti in base al testo
­cantato.
Come noto, le convenzioni editoriali prevedono che ogni nota associata a una sillaba debba essere
separata dalle altre - qualunque sia il suo valore - e che i raggruppamenti vengano effettuati solo
in presenza dei melismi (cfr. Lezione n. 22); ciò premesso, questa funzione applicherà le suddette
regole in modo automatico, risparmiando all'utente l'obbligo di separare "a mano" - uno per uno - i
raggruppamenti in tutti i righi contenenti il testo cantato.
Attivate dunque l'opzione e confermate le impostazioni predefinite nella finestra che appare; tutte
le note della regione - comprese le semicrome - saranno ora separate, in quanto ciascuna di esse
risulta associata a una sillaba di testo.
Fig. 27.20 - La finestra Opzioni di ridistribuzione della musica
• Proseguiamo ora l'analisi del sottomenu Cambia passando alla sesta opzione (Dimensione delle note):
oo se in questa sede non selezionate alcun pulsante, Finale eseguirà l'operazione proseguendo - se in questo caso il funzionamento è davvero semplicissimo, poiché si limita a variare la grandezza degli
necessario - sino alla fine del brano, senza eccezioni; eventi (note e pause) in base a un determinato valore percentuale.
oo cliccando invece sui checkbox presenti (anche combinandoli tra loro), potrete ordinare al program- Potete effettuare un breve test selezionando le mis. 83-87 del documento di esempio e richiamando la
ma di interrompere il processo di ridistribuzione non appena incontra una delle situazioni indica- suddetta voce dal menu Utilità; nella piccola finestra di dialogo inserite il valore del "75%" e cliccate sul
te: la fine della regione selezionata (A), un cambio di tonalità (B), un cambio di tempo (C), una pulsante OK: tutte le note della regione verranno rimpicciolite secondo la percentuale indicata.
stanghetta "speciale" (D, ovvero una qualsiasi stanghetta diversa da quella singola "ordinaria", Ricordate che questa funzione modifica solo la dimensione degli eventi e non quella dei pentagrammi:
compresi i segni di ritornello all'indietro o in avanti), o infine una battuta vuota (E). qualora abbiate bisogno di ottenere un intero rigo più piccolo - come accade in molte partiture di mu-
oo Più in basso, il pulsante F offre la possibilità di associare all'operazione anche la funzione di rag- sica da camera con pianoforte - non dovrete rivolgervi al menu Utilità, bensì all'apposito strumento
gruppamento: per il momento togliete la spunta, poiché a breve ce ne occuperemo separata­- Ridimensiona, accuratamente descritto nella Lezione n. 6.
mente; mantenete solo la selezione al primo checkbox (già evidenziato per default) e confermate
con OK. • Sempre in relazione alla modifica degli eventi, la settima opzione si occuperà di variare l'aspetto delle
oo A questo punto, tornate al sottomenu e scegliete l'opzione Ridistribuisci la musica: subito tutte teste delle note.
le note contenute nella regione verranno ricollocate in modo da completare omogeneamente lo Analizzando gli Strumenti speciali, come ricorderete, abbiamo incontrato una funzione del tutto ana-
spazio ad esse necessario; naturalmente, poiché i valori sono stati dimezzati rispetto agli originali, loga, limitata però all'intervento su un'unica battuta (cfr. Lezione n. 24); qualora dobbiate cambiare le
gli eventi riempiranno solo le prime 4 battute. teste delle note in regioni di musica più ampie, potrete dunque ricorrere al menu Utilità.

• Ora potete finalmente accedere alla funzione Cambia i raggruppamenti, anch'essa dotata di un proprio oo Selezionate le mis. 88-89 del documento di esempio e richiamate l'opzione: si aprirà una nuova
sottomenu recante tre possibilità: finestra di dialogo, strutturata secondo il metodo "trova e sostituisci" - comune a molti programmi
di videoscrittura testuale (fig. 27.22);
oo con la prima voce (Raggruppa nuovamente la musica), tutte le note presenti verranno riunite - quan-
do necessario - in base alle norme comuni della notazione: le crome e le semicrome, perciò, saranno oo con i pulsanti della parte sinistra (A), quindi, comunicherete a Finale i "tipi di teste" da cambiare,
associate rispettivamente in gruppi di 2 o 4 note. Scegliete pure l'opzione e osservatene gli esiti mentre con i pulsanti dell'area destra (B) specificherete le nuove forme da utilizzare per la sosti-
nell'area selezionata. tuzione.

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Lezione 27. Altre importanti operazioni con il menu Utilità | 373 374 | Perfezionare il lavoro

Fig. 27.24 - La finestra Modifica le legature di valore


Fig. 27.22 - La finestra Cambia le teste delle note
oo Selezionate ora le 4 battute rimanenti del rigo (mis. 94-97) e accedete nuovamente alla finestra.
oo Per sperimentarne il funzionamento, fate un paio di semplici esercizi: oo on i due checkbox della sezione B potrete gestire la cesura delle legature in corrispondenza degli
C
• in primo luogo mantenete (a sinistra) la selezione sul pulsante Tutte le teste delle note; eventuali cambiamenti di tempo o di tonalità.
Come si vede nelle battute selezionate, le impostazioni di base di Finale prevedono che - in casi
• ora passate a destra e cliccate sull'ultima opzione (Teste selezionate), quindi agite sul pulsante come questi - le legature vengano automaticamente interrotte, per non sovrapporsi alle indicazio-
Seleziona per individuare la forma desiderata; ni di cambio; di norma non vi è alcuna ragione per modificare questa regola, ma - qualora ne abbia-
te davvero bisogno - potrete cliccare sui predetti pulsanti, scegliendo poi l'opzione ­"Disattivo" nei
• nella galleria di simboli, scegliete il segno di asterisco al numero 42 e confermate ancora con il
relativi menu a tendina.
pulsante Seleziona;
Provate ad applicare le modifiche appena descritte: alla conferma, le legature non verranno più
• cliccando su OK vedrete l'immediata sostituzione in base ai parametri richiesti. interrotte e risulteranno sovrapposte alle indicazioni di cambiamento del tempo e della tonalità.
oo Annullate con l'opportuna scorciatoia e rientrate un'ultima volta nella finestra.
• Ora selezionate le due battute seguenti (mis. 90-91) e richiamate nuovamente la finestra sopra
La sezione C riguarda il comportamento delle legature nei confronti delle cosiddette note esterne,
illustrata;
ovvero la nota più alta e la più bassa di ogni accordo; come noto, le legature posizionate su di esse
• in questo caso proverete a sostituire solo alcuni tipi di note, nello specifico quelle con la testa a sono generalmente un po' più lunghe rispetto a quelle interne, al fine di assecondare la disposizio-
forma di "X": cliccate perciò sulla quinta opzione dell'area sinistra; ne grafica dell'accordo stesso. Nel caso, ancora una volta, vogliate "contraddire" le impostazioni
di default, potrete cliccare sul checkbox e selezionare l'opzione "Disattivo" nel menu a tendina.
• ora passate al lato destro e scegliete ancora l'ultima opzione in basso, nonché il relativo pul-
sante Seleziona; oo Attivando il pulsante Evita le linee del rigo (D), le legature verranno tracciate in modo che la loro
"pancia" non tocchi mai le linee del pentagramma: come vedete, l'opzione appare già preselezio-
• nella galleria di simboli, individuate il rombo nero al numero 226; confermate tutto e otterrete il nata e non dovrebbe mai essere disattivata in assenza di un motivo ben preciso.
risultato illustrato nella seguente fig. 27.23.
oo Infine, selezionando il pulsante Rimuovi il posizionamento manuale (E) cancellerete tutte le mo-
difiche eventualmente apportate alle legature di valore per mezzo degli Strumenti speciali (cfr.
­Lezione n. 24).

• L'ottava e ultima opzione del sottomenu Cambia è dedicata ai gruppi irregolari.


Per seguire la descrizione, portatevi alla quarta pagina del documento di esempio e selezionate le mis.
Fig. 27.23 - Esempio di sostituzione delle teste delle note 98-101. Richiamando la voce dal menu, comparirà una nuova e ampia finestra, perfettamente identi-
ca alla schermata per l'Impostazione del gruppo irregolare analizzata nella Lezione n. 14 (cfr. fig. 14.3,
pag. 167); in questo caso, però, molti controlli si presentano in una sorta di stato "neutro", caratte-
• Con la penultima voce del sottomenu Cambia potrete modificare l'aspetto delle legature di valore; a rizzato dall'assenza di qualsiasi cifra nelle caselle o dalla dicitura "nessun cambiamento" nei menu a
differenza dei casi precedenti, questa funzione si utilizza molto raramente, in quanto le impostazioni tendina: poiché, infatti, i vari gruppi presenti nella regione selezionata potrebbero avere impostazioni
predefinite per le legature sono generalmente ottimali e non abbisognano di alcuna variazione. completamente diverse, ogni controllo dovrà assumere individualmente i propri valori.
Nel caso remoto in cui ne abbiate la necessità, è bene conoscere le caratteristiche dell'opzione; proce- Non essendo ovviamente necessario ripetere la descrizione di tutte le aree della finestra (per le quali
dete dunque selezionando le mis. 92-93 del documento di esempio. si rinvia alla lezione sopra citata), potete svolgere direttamente un breve esercizio utilizzando il mate-
oo Richiamando la voce nel sottomenu, si aprirà una finestra di dialogo (fig. 27.24 - pagina seguente) riale presente nel documento:
corredata - come di consueto - da una serie di controlli molto specifici; oo osservando le note e la posizione attuale delle indicazioni di gruppo irregolare, comanderete in pri-
oo la prima possibilità consiste nella modifica globale della direzione delle legature: se desiderate, ad mo luogo a Finale di posizionare tutte le parentesi nella parte alta del rigo: scegliete quindi la voce
esempio, che esse appaiano tutte orientate verso il basso, agirete nella sezione A cliccando rispet- Sopra nel menu Posizionamento;
tivamente sul checkbox iniziale e sul pulsante di opzione "In giù". oo in secondo luogo, applicate la parentesi a tutti i gruppi, compresi quelli in cui le note risultano già
Confermate sempre con OK per visualizzare l'esito della modifica. unite da una linea di raggruppamento (nello specifico, le crome dell'ultima battuta): passate quindi

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Lezione 27. Altre importanti operazioni con il menu Utilità | 375 376 | Perfezionare il lavoro

alla sezione Aspetto e cliccate sull'opzione Usa sempre la forma specificata; • Eseguite un aggiornamento del layout (CTRL+U in Windows oppure CMD+U in MacOS), poiché il pro-
gramma ha aggiunto le alterazioni di cortesia in fondo al rigo e deve ricalcolare le dimensioni delle
oo infine, per evitare deformazioni o spostamenti indesiderati dovuti all'estensione dei gruppi, toglie-
battute, dopodiché selezionate le prossime due misure - in cui farà il suo ingresso un Violoncello.
te la spunta ai pulsanti Centra il numero sulla base delle durate e Parentesi sull'intera durata.
oo Confermando con il pulsante OK, i vostri gruppi irregolari avranno assunto una nuova configurazio- • Ripetete quindi la stessa sequenza di operazioni, scegliendo proprio il Violoncello dalla famiglia degli
ne, come si vede nella sottostante fig. 27.25. Archi, e subito verranno attuate le modifiche necessarie (il passaggio alla chiave di basso e il relativo
spostamento delle note lungo il rigo).
• Per finire, selezionate le due ultime misure ed effettuate il nuovo cambio, introducendo un Corno in
Fa (dalla famiglia degli Ottoni); come conseguenza otterrete il ritorno alla chiave di violino, l'aggiorna-
mento dell'armatura di chiave e il conseguente trasporto delle note.

Con quest'ultima funzione si conclude la lunga e dettagliata analisi del menu Utilità; se avete seguito con at-
Fig. 27.25 - Esempio di modifica globale dei gruppi irregolari tenzione tutto il percorso, concorderete sicuramente sul fatto che si tratta di una delle risorse più importanti
dell'intero programma, poiché consente di intervenire profondamente sulle partiture durante tutte le fasi della
Opzione n. 22: Cambia strumento loro realizzazione.
In particolare, esso semplifica e automatizza varie procedure che - qualora fossero effettuate manualmente - ri-
La funzione che chiude il vasto e importantissimo menu Utilità è stata introdotta in tempi relativamente recenti chiederebbero una grande quantità di tempo: ogni utente, quindi, dovrebbe conoscerlo alla perfezione poiché
(precisamente a partire da Finale 2012): grazie ad essa è possibile modificare lo strumento assegnato a un rigo vi farà ricorso in moltissime occasioni, qualunque sia il livello della propria attività.
musicale, iniziando da una misura a scelta.
Dal punto di vista puramente grafico, l'opzione è utile soprattutto per realizzare parti in cui l'esecutore utilizzi -
all'interno dello stesso brano - vari strumenti della stessa famiglia (per esempio un flautista che inizi suonando
un normale Flauto in Do, poi passi all'Ottavino ed eventualmente termini con un Flauto in Sol): in questi casi,
Finale potrà cambiare automaticamente il nome del rigo, la chiave (se necessario) e l'armatura di chiave (qualora
vengano coinvolti gli strumenti traspositori).
Dal punto di vista del playback, l'opzione risulta ancora più efficace; infatti - come vedremo nella Lezione n. 29 - è
possibile assegnare uno specifico strumento MIDI a ciascun rigo della partitura, ascoltandone il timbro tramite i
suoni della scheda audio, o quelli di uno strumento virtuale, o ancora di un modulo sonoro esterno. Cambiando
strumento, quindi, anche le patch assegnate alla partitura verranno modificate di conseguenza.
• Fate qualche prova pratica, utilizzando le ultime 8 misure del documento di esempio.
Come vedete, abbiamo ipotizzato di iniziare con un Flauto, passando dopo 2 battute al Clarinetto in Si F.
Selezionate allora le due misure destinate a quest'ultimo strumento, aprite il menu Utilità e attivate
l'opzione in oggetto.
La finestra di dialogo che appare (fig. 27.26) ricorda chiaramente una delle schermate dell'Imposta-
zione guidata (cfr. Lezione n. 1), in cui si possono definire i righi da collocare in partitura attraverso un
elenco comprendente le varie famiglie vocali e strumentali.

Fig. 27.26 - La finestra Cambia strumento

• Cliccate quindi sul gruppo denominato Orchestra, quindi scegliete la famiglia dei Legni (a cui appar-
tiene il C­ larinetto in Si F) e infine lo strumento specifico. Confermando con OK, noterete che Finale ha
aggiunto due diesis all'inizio della regione (trattandosi di uno strumento traspositore in Si F) e natural-
mente ha anche trasportato le note già inserite, che comunque durante il playback "suoneranno" in
modo assolutamente corretto.

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378 | Perfezionare il lavoro

Accedendo alla directory dei plug-ins è possibile determinare il modo in cui essi appariranno nel relativo menu
all'interno di Finale: le varie categorie, infatti, possono essere rinominate a piacimento, creando eventuali nuo-
ve cartelle e sottocartelle, fino a ottenere la configurazione preferita.

Lezione 28 Notate inoltre la presenza della cartella "I miei Plug-ins preferiti", nella quale potrete situare i collegamenti alle
estensioni che utilizzate più spesso, al fine di accedervi rapidamente.
Venendo alla descrizione dei plug-ins veri e propri, premettiamo alcune osservazioni di carattere generale:
I Plug-ins di Finale 1. ciascuno di essi ha lo scopo di automatizzare una specifica procedura, consentendo all'utente di ottene-
re con pochi clic risultati che normalmente richiederebbero un'elevata quantità di passaggi;
2. la maggior parte dei plug-ins è dotata di una propria interfaccia, graficamente affine - come detto - a
quella delle finestre di dialogo dell'applicazione, e contenente tutti i controlli necessari all'ottenimen-
to di uno o più obiettivi specifici; si tratta generalmente di strutture molto semplici e intuitive, coerenti
Come la maggior parte delle applicazioni professionali appartenenti all'ambito produttivo grafico e musica-
con le logiche fondamentali di funzionamento del software, perciò - giunti a questo punto della tratta-
le, anche Finale dispone di una nutrita serie di plug-ins, dedicati alla gestione di una vasta gamma di opera-
zione - sarete in grado di interagire con esse senza alcun problema;
zioni molto interessanti. A beneficio degli utenti meno esperti, ricordiamo che i plug-ins sono veri e propri
"programmi in miniatura", finalizzati all'ampliamento delle funzionalità di un software: essi sono in grado di 3. allo scopo di alleggerire l'esposizione, ci limiteremo a presentare sommariamente tutti i plug-ins met-
integrarsi perfettamente con l'applicazione "ospite", della quale rispecchiano in genere l'interfaccia grafica e tendone in evidenza le finalità principali.
le principali tipologie di controlli.
Ciò premesso, le categorie di base in cui Finale suddivide i plug-ins (escludendo naturalmente i Preferiti) sono
Durante il processo di installazione di Finale, il sistema operativo colloca tutti i plug-ins in una directory predefi- otto, e si possono visualizzare aprendo il menu omonimo nella parte alta dello schermo (fig. 28.2):
nita, raggiungibile tramite i i seguenti percorsi:
• in Windows: C: \ Programmi \ Finale \ Plug-ins;
• in MacOS: Libreria \ Application Support \ MakeMusic \ Finale \ Plug-ins.
È possibile, volendo, stabilire un percorso differente accedendo all'area Cartelle nelle Opzioni del programma
(dette anche Preferenze); come specificato in altre occasioni, questa finestra (fig. 28.1) raccoglie una serie di
impostazioni di carattere generale, che avranno effetto su tutti i documenti prodotti dal software, a differenza
delle Opzioni del documento che - come il nome stesso suggerisce - influiscono solo sul file correntemente aperto.
Le Opzioni del programma si attivano in modo diverso, a seconda del sistema utilizzato:
Fig. 28.2 - Il menu Plug-in e le sue categorie
• in Windows, seguendo il percorso Modifica > Preferenze;
I CATEGORIA: ESPRESSIONI
• in MacOS, aprendo il menu dell'applicazione (Finale) e seguendo il percorso Preferenze > Opzioni del
programma. Contiene i plug-ins per automatizzare le operazioni che riguardano i segni di espressione (cfr. Lezione n. 17); allo
stato attuale, presenta un solo elemento:
• Posizionamento automatico della dinamica
Il suo scopo consiste nell'assegnazione automatica dei segni dinamici a una regione di musica scritta
utilizzando lo strumento HyperScribe (cfr. Lezione n. 13). Il plug-in riconoscerà l'intensità con cui sono
state suonate le note e le sue eventuali variazioni, in base a una scala di valori predefinita nell'interfac-
cia (fig. 28.3).

Fig. 28.1 - La finestra delle Opzioni del programma (sezione Cartelle) Fig. 28.3 - Il plug-in "Posizionamento automatico della dinamica"

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Lezione 28. I Plug-ins di Finale | 379 380 | Perfezionare il lavoro

II CATEGORIA: FINALE SCRIPT


La seconda categoria contiene a sua volta un unico plug-in - denominato FinaleScript - che per certi versi è il più
importante dell'intera collezione: esso consente di creare delle procedure automatizzate (definite macro o shell
script) per eseguire la maggior parte delle operazioni di Finale in modo semplice e rapido.
Nel mondo dell'informatica, la presenza delle suddette procedure è piuttosto comune: quasi tutti i più celebri
software per la grafica, il fotoritocco o la videoscrittura testuale ne dispongono fin dalle prime versioni (basti
pensare, per esempio, alle Macro di Microsoft Office o alle Azioni di Adobe Photoshop)1.
La conoscenza e il regolare utilizzo di FinaleScript, perciò, sono veramente molto importanti: ad esso soltanto
dedicheremo una descrizione dettagliata nella parte conclusiva della lezione.

III CATEGORIA: TESTO CANTATO


Presenta due plug-ins per effettuare alcuni utili interventi sul testo cantato (cfr. Lezione n. 22):
• Legature automatiche sui melismi
Nelle partiture di musica vocale vige la convenzione secondo cui ogni melisma (o vocalizzo) deve esse- Fig. 28.5 - Il plug-in "Creazione della Coda"
re accompagnato da una legatura di frase, al fine di rendere l'evento stesso maggiormente evidente
agli occhi dell'esecutore. Il presente plug-in, quindi, scansiona la regione selezionata e colloca una • Unificazione di due misure
legatura ogni qualvolta una sillaba non conclusiva si prolunghi su due o più note.
Notate che in questo caso non vi è alcuna interfaccia, poiché l'estensione svolge immediatamente il Il secondo plug-in di questa sezione "fonde" due battute in una sola entità; più specificamente, esso
proprio compito senza necessitare di altre istruzioni. effettua una giustapposizione degli eventi, creando un'unica misura la cui indicazione di tempo costi-
tuisce la somma delle indicazioni di provenienza (Fig. 28.6).
• Riazzera il posizionamento del testo cantato
La denominazione del secondo plug-in è più che eloquente, poiché esso ha il compito di riportare alla
posizione di default ogni sillaba eventualmente spostata dall'utente. La selezione attiva un'interfaccia
(fig. 28.4) in cui si potrà scegliere la categoria testuale su cui intervenire (strofa, ritornello o sezione) e il
tipo di spostamento da resettare (orizzontale o verticale).
Fig. 28.6 - Esempio di applicazione del plug-in "Unificazione di due misure"

L'operazione avviene istantaneamente, senza passare per alcuna interfaccia. Ricordate, però, che il
plug-in non consente di unificare battute che contengano indicazioni di tempo composite.

• Ripetizione in mezzo alla misura


In terza posizione, la categoria Misure presenta un'estensione molto utilizzata e apprezzata da parte
degli utenti di Finale: essa consente di ­creare le doppie stanghette di ritornello all'interno di una battuta
(esigenza piuttosto comune nel brani che iniziano in levare); per la sua descrizione dettagliata si rinvia
alla Lezione n. 16 (pag. 209-210).

Fig. 28.4 - Il plug-in "Riazzera il posizionamento del testo cantato" • Numera le misure ripetute
Si tratta di un plug-in piuttosto singolare, che effettua una scansione della regione selezionata e - qua-
lora incontri almeno tre o più battute uguali e consecutive - le contrassegna con numeri progressivi.
IV CATEGORIA: MISURE I suddetti numeri sono in realtà segni di espressione, e in quanto tali possono essere spostati e modifi-
In questo caso vi sono cinque interessanti plug-ins dedicati alla gestione delle battute e dei loro attributi (cfr. cati a piacere dopo l'inserimento automatico.
Lezione n. 15):
• Suddivisione della misura
• Creazione della "Coda" In alcune occasioni vi può essere la necessità di suddividere una battuta in due parti, soprattutto nei
L'estensione allinea due accollature su una stessa riga, allo scopo di creare la Coda di un brano musicale. casi in cui il materiale in essa contenuto sia molto abbondante e - ai fini della leggibilità - risulti opportu-
Prima dell'accollatura conclusiva verrà inserito uno spazio bianco artificiale, la cui ampiezza è definibile no far proseguire la misura nell'accollatura successiva; l'esempio applicativo più tipico (di cui ci siamo
dall'utente tramite l'interfaccia (fig. 28.5), con la quale si possono configurare anche le varie espressio- occupati nella Lezione n. 15) è quello di una cadenza solistica vocale o strumentale.
ni simboliche e testuali collegate alla Coda stessa. Per effettuare la separazione, come ricorderete, Finale prevede un controllo specifico all'interno della
finestra Attributi della misura (cfr. fig. 15.11, pag. 183), con il quale si possono inserire uno o più punti di
suddivisione orizzontale. In alternativa, il presente plug-in consente di velocizzare l'operazione, offren-
1. In alcune applicazioni le macro vengono create registrando - come in un vero e proprio filmato - la sequenza di operazioni effettuate
dall'utente, convertendo poi il tutto in un listato di istruzioni richiamabili attraverso una semplice scorciatoia da tastiera, anch'essa com- do altresì la possibilità di "visualizzare graficamente" la separazione con una stanghetta tratteggiata;
pletamente personalizzabile. tutte le impostazioni si gestiscono attraverso una semplice ma esaustiva interfaccia (fig. 28.7).

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Lezione 28. I Plug-ins di Finale | 381 382 | Perfezionare il lavoro

oo Raggruppamenti a cavallo di battuta


Il plug-in effettua in modo più rapido l'operazione che di norma si esegue con lo strumento speciale
Estensione linee di raggruppamento (cfr. Lezione n. 24); lo scopo - come ricorderete - è quello di
collegare le barre di unione fra due misure adiacenti.
La connessione delle linee (o la sua interruzione - a seconda della voce scelta nel sottomenu del
plug-in) avviene istantaneamente, senza passare attraverso alcuna finestra di d ­ ialogo.

oo Raggruppamenti "Patterson"
In questo caso, l'estensione mira a conseguire un miglioramento estetico dei raggruppamenti e dei
gambi delle note.
Fig. 28.7 - Il plug-in "Suddivisione della misura"
L'interfaccia grafica del plug-in, come si vede nella sottostante fig. 28.9, è piuttosto complessa e
ricorda un vero e proprio strumento di Finale; ci limitiamo a sottolineare che - regolando opportu-
V CATEGORIA: VARIE namente i numerosi controlli - si potranno visualizzare e posizionare i predetti elementi nel miglior
Questa categoria è stata creata con lo scopo di raccogliere tutti i plug-ins che - per via della loro specificità - sono modo possibile, coerentemente con la natura del materiale presente in partitura.
difficilmente riconducibili ad altri gruppi.
Sino a Finale 2014, in questa sezione figuravano tre estensioni; allo stato attuale, dopo la conversione del pro-
gramma a 64 bit, ne rimane una soltanto:

• Cambia i caratteri
Essa permette di modificare - utilizzando un'unica finestra di dialogo (fig. 28.8) - tutti i font utilizzati
nella partitura. È possibile, quindi, modificare i nomi dei righi e dei gruppi, i blocchi di testo e il testo can-
tato; per quest'ultimo elemento, inoltre, si può definire un carattere differente per le strofe, i ritornelli
e le sezioni.

Fig. 28.9 - Il plug-in "Raggruppamenti Patterson"

• AlphaNotes
In seconda posizione nel sottomenu s'incontra un curioso plug-in che converte le note della regione
selezionata in "AlfaNote", ossia eventi nella cui testa viene indicata la relativa altezza in notazione an-
Fig. 28.8 - Il plug-in "Cambia i caratteri" glosassone, comprese le eventuali alterazioni (fig. 28.10).

VI CATEGORIA: MODIFICA NOTE, RAGGRUPPAMENTI, PAUSE


Questo gruppo è sicuramente il più "affollato", e contiene un ragguardevole numero di plug-ins per la gestione e
l'effettuazione rapida di operazioni sugli eventi musicali in senso stretto (note, pause e linee di raggruppamento).

• Patterson Plug-ins Lite Fig. 28.10 - Esempio di applicazione del plug-in "AlphaNotes"
La categoria si apre con una raccolta di estensioni, molto popolari tra gli utenti di Finale, realizzate dal
compositore americano Robert G. Patterson. Si noti che il plug-in è disponibile in due varianti:
Il programma, in realtà, offre una versione assai ridotta della collezione (vi sono solamente due ­plug-ins
oo AlphaNotes, che non fa distinzione tra il Si e il Si F, utilizzando per entrambi la lettera "B";
su un totale di sedici); coloro che fossero interessati possono acquistare l'edizione completa diretta-
mente presso il sito web dell'autore (www.robertgpatterson.com). oo AlphaNotes - Nord Europa, che invece inserisce (alla maniera tedesca) la lettera "B" per il Si F e la
Descriviamo dunque in breve i due elementi disponibili: lettera "H" per il Sin.

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• Alterazioni di precauzione • Tagli addizionali (mostra) / Tagli addizionali (nascondi)


L'estensione effettua una complessa analisi della regione selezionata, applicando le alterazioni di cor- La successiva coppia di plug-ins è ancora più semplice, e si limita a nascondere tutti i tagli addizionali
tesia in base a un gran numero di parametri, definibili dall'utente tramite un'ampia finestra di dialogo nelle note della regione selezionata o, in alternativa, a renderli nuovamente visibili. Anche in questo
(fig. 28.11) che copre tutti i casi possibili. caso, l'operazione viene effettuata senza alcun passaggio intermedio.

• Ridimensionamento teste delle note


Questa estensione - come si intuisce chiaramente dal titolo - permette di modificare la grandezza delle
teste delle note, comprese quelle appartenenti agli accordi, per i quali è inoltre possibile effettuare una
raffinatissima selezione mirata (fig. 28.12).

Fig. 28.11 - Il plug-in "Alterazioni di precauzione"

• Cambia in pause di intero predefinite / Cambia in pause di intero reali


Descriviamo la successiva coppia di plug-ins invertendo il loro ordine, allo scopo di facilitarne la com-
prensione:
oo l'estensione Cambia in pause di intero reali parte dal presupposto che le pause di intero, qualora
vengano utilizzate per contrassegnare le battute vuote (a prescindere dall'indicazione di tempo),
non sono pause vere e proprie, ma figure convenzionali inserite automaticamente da Finale.
Fig. 28.12 - Il plug-in "Ridimensionamento teste delle note"
Esse, quindi, non si comportano come gli eventi musicali "autentici", la qual cosa rende impossibile
effettuare alcune operazioni molto comuni come l'assegnazione di un'espressione o di un'articola- Come sapete, questa procedura prevede un'alternativa "ufficiale", ossia l'utilizzo dello strumento
zione, o di qualunque altro elemento associabile a una "vera" pausa. ­Ridimensiona (cfr. Lezione n. 6); naturalmente, a seconda della natura dell'intervento e della quantità
Il plug-in, quindi, converte all'istante tutte le pause fittizie in pause reali, con tutte le conseguenze di eventi da modificare, ogni utente sceglierà - caso per caso - lo strumento più congeniale alle proprie
che questa operazione comporta. necessità.
Tenete presente che se utilizzate l'estensione in un'area il cui tempo non sia pari a "4/4" potreste
avere qualche inconveniente: infatti, cliccando su una battuta con lo strumento ­Inserimento rapi- • Suddivisioni ritmiche
do, Finale rileverà che la pausa è diventata troppo grande o troppo piccola in relazione alla misura Si tratta di un plug-in assai curioso e divertente, benché il suo utilizzo sia piuttosto sporadico: esso
stessa, quindi dovrete "aggiustare" la quantità complessiva dei valori presenti. consente di scegliere uno o più valori specifici all'interno di una regione selezionata, e di suddividerli
in una quantità predefinita di valori uguali. La configurazione dell'intervento avviene per mezzo di una
oo L'estensione Cambia in pause di intero predefinite, quindi, farà esattamente il contrario, converten- semplice interfaccia (fig. 28.13):
do le "vere" pause di semibreve in simboli neutri che riempiranno ogni battuta vuota.

• Verifica le durate nella regione


Il plug-in verifica se nell'area selezionata vi sono battute in cui i valori presenti siano insufficienti, oppu-
re eccedano il limite stabilito dall'indicazione di tempo; qualora venga individuata almeno una misura
con queste caratteristiche, si potrà intervenire con diverse opzioni per sistemare il problema.
Inutile dire che si tratta di uno strumento utilissimo per effettuare un controllo generale prima di ulti-
mare il lavoro, in quanto possono esservi alcuni errori commessi involontariamente durante la fase di
inserimento.

• Linee di raggruppamento orizzontali / Linee di raggruppamento orizzontali (rimuovi)


A seguire, s'incontra un'altra coppia di estensioni similari, atte rispettivamente a rendere orizzontali le
linee di raggruppamento in tutte le misure selezionate, oppure a riportare le linee stesse all'angolazio-
ne originale (qualora siano state modificate manualmente).
L'operazione avviene istantaneamente, senza passare attraverso alcuna finestra di dialogo. Fig. 28.13 - Il plug-in "Suddivisioni ritmiche"

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Per fare un semplice esempio, se dovete scrivere una serie di semicrome ribattute, potete inserire VII CATEGORIA: GESTIONE E IMPAGINAZIONE DELLA PARTITURA
­alcune minime e dividerle in 8 parti uguali con il plug-in (fig. 28.14).
Anche questo gruppo di plug-ins è piuttosto ricco, benché - rispetto alle versioni precedenti di Finale - sia stato
notevolmente ridimensionato a causa del passaggio all'architettura a 64 bit; le estensioni qui presenti hanno lo
scopo di facilitare il lavoro dell'utente nelle varie fasi di impaginazione e revisione del documento.
• Aggiungi le note guida
Le note guida ("cue notes" in inglese), per coloro che non ne fossero a conoscenza, sono note - soli-
Fig. 28.14 - Esempio di applicazione del plug-in "Suddivisioni ritmiche" tamente scritte in dimensione ridotta - che compaiono spesso nelle parti d'orchestra per "citare" il
materiale eseguito da un altro strumento dell'organico.
• Altezza unica Nell'esempio sotto riportato (fig. 28.17) potete vedere l'estratto di una parte di Oboe secondo che
Anche questa estensione è piuttosto singolare, poiché modifica l'intonazione di tutte le note selezio- contiene alcune note guida provenienti dall'Oboe primo, utili all'esecutore per riprendere a suonare al
nate, uniformandole ad un'unica altezza predefinita. momento giusto dopo una serie di battute d'aspetto.
Le occasioni per utilizzare il plug-in sono davvero molto rare; in ogni caso - qualora ne abbiate la ne-
cessità - ricordate che l'altezza da ottenere va indicata secondo la notazione anglosassone (fig. 28.15).

Fig. 28.17 - Esempio di note guida in una parte d'orchestra


Fig. 28.15 - Il plug-in "Altezza unica"
Questo plug-in, quindi, automatizza la creazione e l'inserimento delle note guida attraverso un'articola-
ta interfaccia (fig. 28.18), consentendo di predefinire alcuni aspetti fondamentali come la dimensione,
Inoltre, poiché Finale viene sviluppato negli Stati Uniti, tenete presente che in quel paese il Do centrale
il nome dello strumento, il livello di destinazione, ecc.
viene indicato come "C 4" e non come "C 3", contrariamente a quanto avviene in Italia e in molti altri
stati; questa differenza determina, ovviamente, la denominazione di tutte le altre altezze e va tenuta
ben presente durante l'utilizzo della funzione.

• Notine di abbellimento con il taglio / Notine di abbellimento con il taglio (rimuovi)


Verso la fine del sottomenu, trova posto un'altra coppia di plug-ins simili fra loro, dedicati alle notine di
abbellimento singole (acciaccature e appoggiature).
Partendo dal presupposto che la differenza grafica tra i suddetti elementi è data dalla presenza o
meno di un "taglio" sulla coda delle notine, le due estensioni in oggetto aggiungono o rimuovono il
segno su tutti gli abbellimenti di questo tipo presenti nella regione selezionata.
Per ovvie ragioni, questi plug-ins non sortiranno alcun effetto sulle acciaccature multiple, che di nor-
ma non presentano il taglio sulle linee di raggruppamento (fatta eccezione per le partiture di musica
contemporanea, che invece lo utilizzano spesso); qualora ne abbiate la necessità, dovrete giocoforza
creare una linea allungabile con lo Strumento Disegno o con le Forme intelligenti.
Fig. 28.18 - Il plug-in "Aggiungi le note guida"
• Spostamento Voce 2 nel livello
L'ultimo plug-in di questa categoria (fig. 28.16) esegue velocemente un'operazione molto utile in certe • Creazione canoni
situazioni: esso sposta tutte le note scritte utilizzando la "voce 2" di un livello sulla "voce 1" di un altro
La seconda estensione del menu (fig. 28.19) rappresenta un valido aiuto per la creazione di canoni e
livello a scelta (per la trattazione specifica di voci e livelli si rinvia alla Lezione n. 12).
altre composizioni di carattere imitativo.
Per fare un esempio, qualora abbiate realizzato una semplice polifonia utilizzando le due voci (V1 e V2)
del livello 1 e non siate soddisfatti del risultato (spesso a causa dell'errato posizionamento dei gambi),
con questo plug-in potrete rapidamente trasferire le note della "voce 2" in un altro livello (per esempio
il secondo), sistemando automaticamente il problema.

Fig. 28.16 - Il plug-in "Spostamento Voce 2 nel livello" Fig. 28.19 - Il plug-in "Creazione canoni"

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Lezione 28. I Plug-ins di Finale | 387 388 | Perfezionare il lavoro

Utilizzando i vari controlli dell'interfaccia, l'utente può ottenere velocemente tutte le possibili varia- Le sigle ottenute, naturalmente, sono simboli accordali a tutti gli effetti, e in quanto tali possono esse-
zioni di una melodia o di una successione accordale, ricorrendo alle forme più tipiche del canone: in- re successivamente spostati, modificati o rimossi con lo strumento Accordi.
verso, a specchio, retrogrado e retrogrado inverso. La melodia originale, inoltre, può essere trasportata
a qualsiasi intervallo di distanza.

• Verifica l'estensione
È uno strumento utilissimo per verificare se in partitura vi sono altezze fuori estensione, ovvero note
che gli strumenti dell'organico utilizzato non possono eseguire, a causa dei limiti imposti dalla loro
costruzione.
Il plug-in è progettato con molta cura (fig. 28.20), poiché permette di effettuare la ricerca tenendo con-
to anche del livello di abilità dell'esecutore (principiante, intermedio o avanzato): vi sono infatti alcuni
strumenti - specialmente a fiato - in cui certe note sovracute possono essere ottenute solo dopo aver
maturato una certa esperienza, perciò la suddetta indicazione contribuisce a raffinare ulteriormente
la scansione del materiale.
Ricordate - come detto per il plug-in "Altezza unica" (cfr. pag. 385) - che Finale classifica il Do centrale
come "C 4" e non come "C 3": ciò vi sarà utile per l'eventuale impostazione manuale delle estensioni.
Fig. 28.22 - Il plug-in "Analisi degli accordi"

• Drum Groove
Il plug-in aggiunge alla partitura un rigo di percussioni contenente un ritmo, detto per l'appunto "Drum
Groove", che si può scegliere da un nutrito elenco di metri e stili a disposizione dell'utente (fig. 28.23).
Tutti i Drum Grooves includono la notazione ritmica e la corrispondente mappa delle percussioni;
inoltre, è possibile aggiungere ulteriori stili creando appositi MIDI file e salvandoli nella cartella Drum
­Grooves, che si trova nelle librerie di Finale.

Fig. 28.20 - Il plug-in "Verifica l'estensione"

• Analisi degli accordi


Anche questo è uno strumento molto utile, che effettua l'analisi degli accordi contenuti in una regione
selezionata, applicandovi le relative sigle.
Come ricorderete, anche lo strumento Accordi è in grado di effettuare la medesima operazione, ma
può analizzare un solo accordo alla volta (cfr. Lezione n. 20); se quindi dovete assegnare le sigle a molti
accordi, o addirittura a un intero brano, l'utilizzo di questo plug-in costituisce sicuramente la scelta più
logica (fig. 28.21).
Fig. 28.23 - Il plug-in "Drum Groove"

• Trova l'estensione
In questo caso, lo scopo dello strumento consiste nell'individuare la nota più alta e la nota più bassa in
una specifica regione di musica (o in tutta la partitura); è un dato statistico utile in molte occasioni, che
viene spesso riportato nelle edizioni di musica vocale. Sfortunatamente, le note individuate dal plug-in
vengono identificate solo con il relativo numero MIDI, aspetto che ne rende problematico il riconosci-
mento da parte degli utenti poco pratici di questo protocollo e della sua nomenclatura.

• Attributi globali del rigo


Fig. 28.21 - Esempio di analisi accordale e conseguente applicazione delle sigle Si tratta di un plug-in molto importante, nato dall'esigenza di applicare su vasta scala le impostazioni
della finestra Attributi del rigo (cfr. fig. 5.14, pag. 39). Come ricorderete, in questa schermata - una
Attraverso la semplice interfaccia (fig. 28.22) potete far sì che l'analisi avvenga su tutti gli accordi, op- delle più importanti dell'intero programma - i controlli devono essere configurati rigo per rigo, co-
pure solo su quelli posti sui tempi forti, oppure solo all'inizio di ogni misura. stringendo l'utente a ripetere più volte le stesse operazioni; la presente estensione, dunque, supera

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questa limitazione e consente di agire contemporaneamente su tutti i righi desiderati. • Riduzione per pianoforte
La scelta degli elementi da modificare si può effettuare direttamente attraverso l'interfaccia del A seguire, il sottomenu presenta uno dei plug-ins più amati dagli utenti di Finale, che permette di otte-
plug-in (fig. 28.24), ed è anche possibile eseguire selezioni disgiunte, tenendo premuto il tasto ­CTRL (in nere una riduzione pianistica da una partitura di qualunque dimensione.
Windows) o CMD (in MacOS). Nella lezione precedente, descrivendo il controllo Implodi la musica del menu Utilità (cfr. pagg. 361-
362), abbiamo evidenziato un vistoso limite di questa funzione, ossia l'impossibilità di "condensare"
il materiale in due righi anziché in uno soltanto; grazie al presente plug-in, quindi, si potrà rimediare a
tale mancanza.
L'efficacia dell'estensione (fig. 28.26) è piuttosto soddisfacente, anche se non è sempre possibile in-
dividuare un punto di suddivisione che sia rigorosamente osservato in un'esecuzione pianistica: come
noto, infatti, la mano destra "invade" spesso la zona della mano sinistra e viceversa.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, per mezzo di alcuni piccoli aggiustamenti (da effettuare con lo
strumento Sposta-Note - cfr. Lezione n. 25) sarà possibile ottenere una parte di pianoforte equilibrata
e perfettamente eseguibile.

Fig. 28.26 - Il plug-in "Riduzione per pianoforte"

Fig. 28.24 - Il plug-in "Attributi globali del rigo" • Indicatore di divisione fra accollature
È un altro plug-in tanto utile quanto semplice da usare: esso aggiunge automaticamente alla partitura
• Percussioni latine l'indicatore di divisione delle accollature, ovvero il simbolo - costituito da due righe oblique piuttosto
È un plug-in molto simile al già visto Drum Groove: anch'esso, infatti, aggiunge alla partitura - in modo spesse - che si nota frequentemente nelle partiture orchestrali o per ensemble, il cui scopo consiste
molto semplice - una parte di percussioni in stile latino-americano. nell'aiutare il direttore dell'esecuzione a cogliere più facilmente la separazione fra i sistemi (fig. 28.27).
L'interfaccia dell'estensione (fig. 28.25) è chiaramente ispirata a quella dell'Impostazione guidata (cfr.
Lezione n. 1), e per ogni stile di accompagnamento si potranno individuare gli strumenti da utilizzare,
scegliendo all'interno di un gruppo predefinito.

Fig. 28.25 - Il plug-in "Percussioni latine" Fig. 28.27 - L'indicatore di divisione delle accollature

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L'estensione dispone di un'interfaccia grafica molto comprensibile (fig. 28.28), in cui si possono pre- • Spaziatura accollature
definire tutte le impostazioni necessarie per la corretta visualizzazione dei simboli (ambito di pagine, Il plug-in prende spunto dalle opzioni di spaziatura automatica delle accollature presenti nello strumen-
posizione, dimensione del carattere utilizzato, valori di offset, ecc.). to Configura Pagina (cfr. Lezione n. 7) e le amplia, offrendo controlli aggiuntivi e più dettagliati.
In questo caso, infatti, oltre alle funzioni già note sarà possibile agire sulle accollature singole, ag-
giungere eventuale spazio ai margini impostati e gestire in modo intelligente le interruzioni di pagina
(fig. 28.30).

Fig. 28.28 - Il plug-in "Indicatore di divisione fra accollature"

Fig. 28.30 - Il plug-in "Spaziatura accollature"


• Note guida intelligenti
Si tratta di una versione più evoluta del precedente plug-in "Aggiungi le note guida" (cfr. pag. 386). • Punto di suddivisione
Mentre quest'ultimo si limita ad aggiungere le guide in una regione prescelta dall'utente, "Note guida
intelligenti" si propone - invece - di individuare automaticamente le zone in cui si potrebbero inserire gli L'oggetto dell'intervento riguarda una funzione già descritta in altre occasioni, la quale si riferisce al
eventi di questo tipo; nel caso in cui l'utente "accetti i suggerimenti", l'estensione creerà le note guida punto di suddivisione dei righi in un'accollatura formata da due pentagrammi (tipicamente una parte
nel pentagramma prestabilito. pianistica).
Il plug-in, per quanto funzionale e ben congegnato (fig. 28.29), non consente di decidere a priori quale Quando si applica questo plug-in a una sezione contenente del materiale, esso verrà ridistribuito nei
strumento verrà utilizzato come sorgente per le note guida: esso, infatti, individua autonomamente lo due pentagrammi in base al punto di suddivisione indicato (fig. 28.31).
strumento più adatto in base al materiale presente in partitura, e non sempre tale decisione coincide
con le aspettative dell'utente.

Fig. 28.31 - Esempio di applicazione del plug-in "Punto di suddivisione"

L'interfaccia dell'estensione è semplicissima (fig. 28.32), e contiene solo i campi per l'indicazione
dell'altezza da identificare come "spartiacque" per la divisione del materiale; essa può essere espressa
con il numero MIDI della nota o con la notazione anglosassone.
Ricordate, anche in questo caso, che Finale classifica il Do centrale come "C4" - secondo lo standard
Fig. 28.29 - Il plug-in "Note guida intelligenti" americano - e non come "C3".

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È possibile specificare con precisione la distanza di questi oggetti rispetto alle note più vicine o più
lontane, tenendo conto che il plug-in - comunque - non sposterà mai un elemento dalla parte inferiore
del rigo a quella superiore (e viceversa), rispettando quindi la collocazione iniziale stabilita dall'utente
(fig. 28.34).

Fig. 28.32 - Il plug-in "Punto di suddivisione"

• Rimozione delle collisioni verticali


L'ultimo plug-in di questa categoria è uno strumento molto sofisticato, che ricalcola la posizione verti-
cale dei pentagrammi, delle accollature e degli eventuali gruppi di righi al fine di evitare le collisioni tra
note, articolazioni, forme intelligenti e altri elementi simili.
La funzione risulta particolarmente utile quando - dopo aver lavorato in modalità Visualizzazione
Lineare - si passa alla modalità Visualizzazione Pagina o Studio (cfr. Lezione n. 4): infatti, scrivendo in
Visualizzazione Lineare non si possono prevedere le possibili collisioni del materiale, le quali fatalmente
Fig. 28.34 - Il plug-in "Allinea / muovi le dinamiche"
appaiono solo passando ad una delle altre due modalità.
Il plug-in, quindi, cerca di sistemare nel miglior modo possibile gli eventuali problemi, offrendo un'arti-
colata interfaccia (fig. 28.33); naturalmente, la velocità di esecuzione della procedura e - soprattutto - • Crea mappa Handbells usate
la qualità del risultato dipendono dalla complessità della partitura, poiché Finale dovrà effettuare molti Il secondo plug-in è davvero molto particolare e riguarda un genere poco praticato in Italia, ma diffusis-
calcoli per determinare la posizione di ogni elemento presente nella sezione interessata. simo in Inghilterra e negli Stati Uniti: la musica per campanelli a mano (handbells).
Nei suddetti paesi esistono, specialmente in ambito universitario, vere e proprie orchestre di campa-
nelli che eseguono le composizioni più varie utilizzando esclusivamente questi speciali strumenti a
percussione, intonati in scale cromatiche da due fino a sei/sette ottave.
Questo genere si distingue per una singolare caratteristica: mentre un ensemble tradizionale è com-
posto da musicisti che suonano un certo numero di strumenti diversi (scritti su altrettanti righi indivi-
duali), in questo caso gli "orchestrali" suonano tutti lo stesso tipo di strumento - ovviamente intonato
su altezze diverse - e si "spartiscono" letteralmente le note del brano da eseguire, intervenendo solo
nel momento in cui devono essere suonate le note di loro pertinenza.
Dal punto di vista della notazione, la musica per campanelli a mano si scrive utilizzando di norma un solo
rigo, oppure - se l'estensione è particolarmente ampia - un doppio pentagramma con chiavi di violino
e basso, come nelle parti di pianoforte.
Lo scopo di questo curioso plug-in, dunque, consiste nella creazione di una mappa (da collocare in ge-
nere all'inizio della partitura) che rappresenta il numero di campanelli necessari per eseguire il brano in
questione, con il dettaglio delle altezze e l'eventuale numero di ottave complessive di estensione.
Lo strumento, quindi, analizza una regione di musica selezionata (o un intero brano), valuta tutte le
note presenti e crea conseguentemente la relativa mappa dei campanelli, detta in inglese "Handbells
Chart".
Nella sottostante fig. 28.35 potete vedere come il plug-in ha creato la mappa dei campanelli necessari
per eseguire l'incipit della Sonatina in Do maggiore op. 36 n. 1 di Muzio Clementi:
Fig. 28.33 - Il plug-in "Rimozione delle collisioni verticali"

VIII CATEGORIA: TG TOOLS


L'ultimo gruppo di plug-ins è costituito da un "pacchetto" di piccoli software, molto conosciuti e apprezzati
dalla comunità di utenti di Finale, denominati "TG Tools".
Il nome della raccolta deriva dalle iniziali dello sviluppatore, il compositore e informatico tedesco Tobias ­Giesen;
i suoi plug-ins sono davvero molto utili, e da parecchio tempo la versione light della collezione è stata aggiun-
ta a Finale. La versione completa si può acquistare direttamente dal sito dell'autore, collegandosi all'indirizzo
www.tobiasgiesen.de.

• Allinea / muovi le dinamiche


Fig. 28.35 - Esempio di applicazione del plug-in "Crea mappa Handbells usate"
La prima estensione del sottomenu permette di allineare facilmente tra loro alcuni elementi relativi
alla dinamica degli eventi, in particolare i segni di espressione (sia testuali che grafici) e le forcelle di L'interfaccia grafica dell'estensione - come in tutti i TG Tools - è piuttosto articolata, ma i controlli che
crescendo e diminuendo. la compongono sono facilmente comprensibili (fig. 28.36).

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Il funzionamento è molto semplice: dopo aver scritto i bicordi in notazione ordinaria, si applica il p
­ lug-in
ed esso - ogni qualvolta incontra l'intervallo prescelto - trasforma la nota superiore del bicordo nel cor-
rispondente simbolo romboidale del suono armonico.

• Inserimento tremoli
Il plug-in seguente, invece, serve per ottenere velocemente perfette indicazioni di tremolo fra due note
o due accordi.
Anche in questo caso, sarà sufficiente scrivere gli eventi sui quali deve essere applicato l'effetto, e
­l'estensione penserà a tutto il resto, generando il simbolo del tremolo e modificando le teste delle note
come previsto dalla prassi editoriale (fig. 28.39).

Fig. 28.36 - Il plug-in "Crea mappa Handbells usate"

• Notazione a cavallo di rigo


Con questo celebre plug-in si può ottenere rapidamente - e in un solo passaggio - la suddivisione delle Fig. 28.39 - Il plug-in "Inserimento tremoli"
figure "a cavallo dei righi" già descritta in relazione allo strumento Sposta-Note (cfr. Lezione n. 25).
Come ricorderete, se si utilizzano le risorse convenzionali di Finale è necessario ricorrere al suddetto
• Scorciatoie del menu
strumento, nonché a due Strumenti speciali (Gambo invertito e Angolazione linee di raggruppamento);
con questa comodissima estensione dei TG Tools, invece, si può ottenere la figura in questione passan- Si tratta di un plug-in semplicemente straordinario, irrinunciabile per tutti gli utenti (come l'autore
do attraverso un'unica finestra di dialogo (fig. 28.37). di questo manuale) che utilizzano massivamente le scorciatoie da tastiera per lavorare nel modo più
rapido possibile.
Lo scopo dello strumento consiste nel creare un numero a piacere di scorciatoie personalizzate, per
invocare all'istante qualsiasi funzione normalmente ottenibile con i menu del programma.
Come noto, molte operazioni dispongono già di una scorciatoia predefinita, ma ve ne sono molte altre
(anche di frequentissimo utilizzo) per le quali non è prevista alcuna via breve; grazie all'ottimo plug-in
di Tobias Geesen, quindi, ciascuno potrà facilmente creare le proprie combinazioni di tasti (fig. 28.40).
Naturalmente, si dovrà fare attenzione a non "duplicare" le scorciatoie già esistenti e riferite ad altre
funzioni: il plug-in, infatti, è molto potente ed è in grado di prevalere sui percorsi ufficiali dell'applica-
zione, che quindi verranno sostituiti da quelli di nuova creazione.

Fig. 28.37 - Il plug-in "Notazione a cavallo di rigo"

• Inserimento armonici
In questo caso, l'obiettivo è la creazione rapida di indicazioni di suono armonico per gli strumenti ad
arco: tenete presente, però, che questa versione "light" del plug-in supporta solo gli armonici prodotti
con gli intervalli di terza (maggiore e minore) e di quarta giusta (fig. 28.38).

Fig. 28.40 - Il plug-in "Scorciatoie del menu"

• Modifica pause
L'estensione si occupa della gestione completa e professionale delle pause.
Essa si divide in quattro sezioni (accessibili tramite linguette o TABs), con cui le pause possono essere
Fig. 28.38 - Il plug-in "Inserimento armonici" suddivise in parti uguali, eliminate, aggiunte o centrate all'interno delle misure selezionate.

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Le applicazioni di questo strumento (fig. 28.41) possono essere molto varie, ma lo si usa soprattutto • Punto di suddivisione intelligente
per correggere eventuali errori di immissione nelle trascrizioni effettuate in tempo reale con lo stru- A chiusura della raccolta, questo plug-in - come altre estensioni analizzate in questa lezione - risul-
mento H­ yperScribe. ta particolarmente utile dopo aver trascritto in tempo reale una parte pianistica con lo strumento
­HyperScribe.
In queste occasioni, spesso non è possibile individuare un unico punto di suddivisione fra le due
mani, poiché la destra "sconfina" frequentemente nell'area della sinistra e viceversa; il ­plug-in,
quindi, consentirà di correggere velocemente gli errori di collocazione delle note nei pentagram-
mi, riferendosi a un'ampia serie di parametri che l'utente può impostare per la regione selezionata
(fig. 28.44).

Fig. 28.41 - Il plug-in "Modifica pause"

• Processa le parti estratte


È un'estensione molto utile nei casi in cui si debbano estrarre le parti di strumenti accoppiati fra loro
in uno stesso rigo (per esempio Flauto I e Flauto II): l'applicazione del plug-in (fig. 28.42) consentirà di
estrapolare dal pentagramma in questione uno dei due strumenti a scelta, eliminando nel contempo
tutti gli eventi dell'altro.
Ricordate che l'estensione funziona solo su parti indipendenti, che non siano collegate dinamicamente
alla partitura (cfr. in proposito la Lezione n. 31). Fig. 28.44 - Il plug-in "Punto di suddivisione intelligente"



Per concludere, passiamo finalmente ad esaminare il plug-in "FinaleScript", lasciato temporaneamente in sospe-
so nella prima parte della lezione.
Come anticipato, si tratta di un vero e proprio "programma nel programma", che consente di creare automa-
zioni relative a qualsiasi tipo di procedura, salvandole per tutti gli utilizzi futuri. Questa possibilità, come si può
immaginare, risulta di importanza capitale quando si lavora frequentemente su partiture dello stesso tipo, che
condividono i medesimi problemi e - di conseguenza - prevedono la frequente ripetizione di una serie di opera-
zioni più o meno complesse.
Fig. 28.42 - Il plug-in "Processa le parti estratte"
Chiunque utilizzi regolarmente applicazioni come Adobe Photoshop, Adobe Illustrator e simili, conosce le co-
siddette Azioni, ovvero le sequenze operative (comprendenti il passaggio attraverso varie finestre di dialogo e
• Playback intelligente l'immissione di valori specifici nelle caselle) che possono essere avviate ed eseguite con un solo clic del mouse.
Il penultimo strumento di questa preziosa collezione (fig. 28.43) è utilissimo per applicare, durante FinaleScript parte dai medesimi presupposti e consente di operare nello stesso modo; l'unica differenza - che
la riproduzione del brano, un effetto "reale" a simboli quali il glissando, le forcelle di crescendo e dimi- purtroppo lo rende più ostico rispetto alle Azioni dei succitati programmi - consiste nella necessità di compilare
nuendo, i trilli e i tremoli. ­manualmente la sequenza delle operazioni, utilizzando un linguaggio convenzionale che cercheremo di descrive-
Di norma, infatti, per poter conseguire questi risultati bisogna utilizzare le funzioni di Human Playback, re nel modo più semplice possibile.
oppure si deve intervenire in modo abbastanza complesso sulle impostazioni MIDI della partitura (cfr.
Lezioni nn. 17, 29 e 30); con il plug-in "Playback intelligente", invece, si otterranno gli effetti desiderati • Iniziate aprendo il menu Plug-in e posizionando il mouse sulla voce FinaleScript, dal cui sottomenu sce-
con pochi clic e senza essere costretti ad effettuare operazioni tecniche di livello avanzato. glierete l'opzione Tavolozza FinaleScript. Come vedete, per raggiungere velocemente lo strumento si
può utilizzare una scorciatoia da tastiera: CTRL+SHIFT+ALT+R in Windows, oppure ­CMD+CTRL+ALT+R
in MacOS; questa combinazione, peraltro, può essere modificata a piacere nelle opzioni del plug-in che
si raggiungono con la voce successiva del sottomenu.
• La tavolozza di FinaleScript (fig. 28.45) presenta, nella parte superiore, una serie di pulsanti deputati
all'esecuzione delle funzioni principali:
oo avvio di uno script (A);
oo interruzione di uno script durante la sua esecuzione (B);
oo creazione di un nuovo script (C);
oo visualizzazione dei comandi di uno script precedentemente selezionato (D);
Fig. 28.43 - Il plug-in "Playback intelligente" oo duplicazione di uno script (E);

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Lezione 28. I Plug-ins di Finale | 399 400 | Perfezionare il lavoro

oo eliminazione di uno script (F); • Il "cuore" della finestra è costituito, ovviamente, dall'area centrale a fondo giallo (A), nella quale si
inseriscono le istruzioni vere e proprie. Queste ultime, a seconda della tipologia e dell'importanza,
oo creazione di una nuova cartella, che comparirà nell'elenco sottostante (G);
vengono visualizzate in colori diversi:
oo apertura di un report - se esistente - con la descrizione dell'esito (positivo o negativo) dell'ultimo
script utilizzato (H); oo in grigio chiaro appaiono i commenti dell'utente, ossia libere descrizioni che si possono interporre
ai comandi veri e propri e che non saranno processate dallo script.
oo apertura delle Opzioni di FinaleScript (I); Esse devono essere introdotte da un doppio slash ( // ) quando occupano una sola riga; se invece si
oo apertura della pagina web con le istruzioni per l'utilizzo del plug-in (J). prolungano su due o più righe - come vedete nel commento iniziale dello script - dovranno essere
aperte con la sequenza "slash + asterisco" ( /* ) e chiuse con la sequenza "asterisco + slash" ( */ );
oo in verde scuro appare il nome dei comandi primari (nell'esempio corrente, la parola "unit");
oo in viola vengono indicati gli attributi dei comandi stessi (nell'esempio corrente, la parola "evpus");
oo in blu scuro appaiono i valori numerici degli attributi;
oo in arancione sono visualizzate tutte le indicazioni che devono essere poste tra virgolette (per esem-
pio i valori espressi nelle caselle, le voci dei menu, i nomi dei pulsanti, ecc.);
oo in rosso appare il nome dei font da utilizzare nel documento, i quali devono essere scritti fra paren-
tesi quadre;
oo infine, in grigio scuro appariranno automaticamente tutti i comandi ignoti a FinaleScript, che quindi
saranno da esso ignorati: evidentemente, se un'istruzione da voi inserita assume questo colore,
con ogni probabilità essa contiene un errore di sintassi.
• Nell'esempio illustrato, lo script si apre con un commento, grazie al quale sappiamo che l'unità di misu-
Fig. 28.45 - La tavolozza di FinaleScript ra verrà impostata a livello globale tramite il comando "unit", ma potrà essere variata - caso per caso -
per mezzo delle singole linee di comando;
• Nell'area centrale della tavolozza (K) vi sono alcune cartelle (relative alle varie categorie), ciascuna
delle quali contiene uno o più script "preconfezionati". • le istruzioni effettive iniziano proprio con il comando "unit", che comunica a Finale di impostare l'unità
Facendo clic sul pulsantino a sinistra di ogni cartella, potrete espanderla per visualizzare tutti gli script di misura globale: quest'ultima viene precisata di seguito, per mezzo dell'attributo "evpus";
in essa contenuti.
• a seguire, viene impostato lo spessore delle linee del pentagramma tramite il comando "­thickness", l'at-
Inoltre, con il pulsante G - come detto - potrete aggiungere un numero a piacere di nuove cartelle,
tributo "staffline" e il valore "6" (che sarà espresso in EVPUs, come previsto dal comando precedente);
denominandole in qualsiasi modo.
• Le due successive aree grigie contengono - rispettivamente - il nome del documento attualmente • lo script continua individuando il formato di pagina, che sarà un normale "A 4": quindi l'istruzione recita
­aperto (L) e lo status dell'operazione in corso (M); se non vi è alcun processo in esecuzione, ovvia- "page format 21x29.7"; l'attributo "cm", inoltre, imposta per questa linea specifica la misurazione in
mente, in quest'area non comparirà nulla. centimetri (bypassando quindi l'indicazione globale in EVPUs, come ci viene ricordato dal commento
seguente);
• Infine, nella stringa di testo in basso (N) è possibile digitare qualsiasi comando di FinaleScript, applican-
dolo immediatamente al documento corrente. • in chiusura, viene configurato lo spessore delle linee di raggruppamento, impostandolo con il comando
"beam thickness" a "24 EVPUs".
Ora analizziamo un tipico elenco di istruzioni per la creazione di uno script: espandete dunque la cartella ­"Semplici
Script" e fate doppio clic su "Esempi di unità di misura"; subito si aprirà la finestra dello Script Editor (fig. 28.46), Come si può intuire da questo piccolo esempio, il funzionamento di questi script prevede una sintassi piuttosto
nella quale potrete visualizzare, inserire o modificare qualsiasi comando. semplice; la vera difficoltà, evidentemente, consiste nella memorizzazione del corposo numero di comandi e
­attributi disponibili nel plug-in (nonché nell'obbligo di utilizzare sempre la lingua inglese, che potrebbe costitui-
re un serio ostacolo per chi non la conosca a sufficienza).
A questo proposito, il manuale ufficiale di Finale (disponibile on line) riporta una nutrita serie di esempi relativi
a tutte le principali necessità: prima di iniziare a utilizzare il plug-in, perciò, è obbligatorio consultare questo
importante sussidio.
Ora chiudete lo script e aprite un nuovo documento predefinito: per prendere un po' di confidenza con l'esten-
sione, svolgerete un facile esercizio consistente nella creazione di un nuovo script personalizzato. La sequenza
di istruzioni da programmare è la seguente:
1. impostare la percentuale di pagina al 70%;
2. aggiungere 33 battute alle 31 di partenza (così da ottenere un totale di 64);
3. distribuire 8 battute per accollatura (in modo da ottenere 8 sistemi in tutto);
Fig. 28.46 - La finestra dello Script Editor 4. effettuare la spaziatura uniforme del materiale e concludere con l'aggiornamento del layout.

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Lezione 28. I Plug-ins di Finale | 401 402 | Perfezionare il lavoro

Per eseguire le suddette operazioni con le normali procedure, come ben sapete, dovreste passare attraverso un L'esempio appena realizzato, come avete visto, è abbastanza semplice e utilizza poche istruzioni fondamentali.
consistente numero di finestre e voci di menu: con il vostro script, invece, potrete ottenere lo stesso risultato Si ricorda ancora che nel manuale ufficiale di Finale (disponibile on line), cercando il capitolo dedicato a questo
con un solo clic, riutilizzando il metodo ogni qualvolta sia necessario. plug-in, potete trovare moltissimi altri esempi che vi aiuteranno a conoscere tutti i comandi e gli attributi utiliz-
zabili con FinaleScript.
• Per iniziare, aprite la tavolozza di FinaleScript (cfr. fig. 28.45); Con un po' di pazienza, imparerete a realizzare straordinarie automazioni che renderanno la vostra esperienza
• cliccate sul pulsante Nuovo Script (cfr. fig. 28.45 C) e nell'area centrale (K) apparirà un nuovo ele- con Finale sempre più facile e divertente.
mento, intitolato provvisoriamente "Script senza nome"; fate doppio clic su di esso per accedere alla
finestra di editing (cfr. fig. 28.46);
• nel campo di testo in alto (cfr. fig. 28.46 B) sostituite il titolo provvisorio con la dicitura "Test";
• ora selezionate il checkbox "Mostra nel menu" (C) per far sì che lo script venga aggiunto alle voci del
menu Plug-in; eventualmente potete definire anche una scorciatoia da tastiera personalizzata, cliccan-
do sul c­ heckbox a destra (D) e sul relativo pulsante Seleziona (E).
• Passate adesso all'area centrale (A), in cui definirete - con la giusta sintassi - tutte le operazioni che lo
script dovrà compiere. Ricordate di andare sempre a capo dopo ogni singola istruzione:
1. in primo luogo, inserite un commento per descrivere lo scopo dello script (prestate attenzione ai
simboli di apertura e chiusura della frase):
/* Questo script, partendo dal documento di default, crea una partitura di 64 battute, distribuite in 8
misure per riga. La riduzione di pagina è al 70%*/
2. per impostare la pagina al 70% scrivete il comando "resize page" seguito dal valore "70%";
3. per aggiungere le 33 battute procedete in questo modo:
oo ordinate a Finale di aprire la voce di menu che svolge questa funzione, perciò digitate il coman-
do "menu item" seguito dall'attributo "Aggiungere misure" (tra virgolette);
oo con questa operazione farete comparire proprio la finestra Aggiungere misure, in cui dovrà es-
sere inserito il valore "33", seguito dalla conferma sul pulsante OK: per ottenere l'automazione
di queste due operazioni, digitate il comando "type" e il valore "33", quindi andate a capo e
scrivete "press OK".
4. Ora, poiché le 64 battute vanno distribuite su 8 accollature di 8 misure ciascuna, digitate il c­ omando
"fit measures" e - a fianco - il valore "8";
5. impostate la spaziatura uniforme del materiale, digitando "music spacing";
6. infine, programmate l'aggiornamento della configurazione di pagina inserendo il comando ­"update
layout".
• Riassumiamo qui sotto per comodità (fig. 28.47) l'elenco completo dei comandi da immettere: control-
late bene che tutto sia stato scritto in modo esatto, altrimenti lo script non funzionerà correttamente.

Fig. 28.47 - Le istruzioni dello script "Test"

• A lavoro ultimato, cliccate sul pulsante Salva e chiudi posizionato nella parte inferiore, quindi chiudete
anche la tavolozza e aprite il menu Plug-in: scegliendo la voce FinaleScript, troverete anche lo script
appena creato ("Test").
Selezionate la voce, e in pochi istanti avverrà l'esecuzione automatica di tutte le operazioni program-
mate.

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404 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

Parte settima
L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

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406 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

oo la messa in pausa della riproduzione;


oo l'avvio della registrazione in tempo reale (con lo strumento HyperScribe);

Lezione 29
oo l'avanzamento veloce (con i clic singoli si procede di una misura alla volta, tenendo premuto il pul-
sante del mouse si scorre velocemente);
oo il posizionamento alla fine del brano.

Il Playback • Subito a fianco, si trova l'indicatore della posizione del cursore di riproduzione, ovvero - detto in modo
più semplice - il classico contatore (B), i cui valori sono espressi in misure, pulsazioni e EDUs12.
Le due piccole frecce a lato consentono di apportare incrementi o decrementi di una misura alla volta,
ma è anche possibile inserire direttamente nel contatore la posizione desiderata, separando i tre ele-
menti con barre verticali ("|").
Accanto alle funzioni primarie di videoscrittura, che costituiscono il cuore dell'applicazione e vengono costante- Nelle prossime pagine vedremo come determinare un punto predefinito per l'inizio del playback.
mente migliorate, Finale - come noto - riserva molta attenzione anche al playback; questa risorsa, infatti, è una • L'indicatore seguente (C) mostra - nel caso il brano preveda segni di ritornello - quale fra le ripetizioni
delle più utilizzate dagli operatori di qualsiasi livello, indipendentemente dal genere musicale di cui si occupano. previste è in corso di esecuzione. Agendo sulla piccola freccia a lato, è anche possibile definire una
Da molti anni, inoltre, il programma - lungi dal limitarsi alla mera riproduzione meccanica di quanto appare sulla ripetizione specifica da cui fare iniziare il playback.
partitura - dispone di avanzate funzioni di Human Playback, configurabili attraverso numerose possibilità e com-
binazioni, allo scopo di conferire all'esecuzione il maggior realismo possibile. • L'elemento successivo (D), a differenza del contatore delle battute, indica la posizione del cursore
esprimendola in ore, minuti, secondi e millisecondi.
In aggiunta, la possibilità di utilizzare - oltre ai timbri della scheda audio - anche i cosiddetti VST (Virtual
­Instruments) per le tracce dei brani, aumenta ulteriormente la qualità e l'efficacia della procedura; il pacchetto • Con i controlli della penultima sezione a destra (E) si potrà invece impostare il tempo metronomico
d'installazione di Finale contiene le celebri Librerie Garritan, ma naturalmente si potrà utilizzare qualsiasi altra dell'esecuzione, scegliendo l'unità di misura della pulsazione dall'apposito menu a tendina.
raccolta (gratuita o commerciale) di campionamenti o sintetizzatori software, per disporre di un repertorio Tenete presente che l'indicazione sarà ignorata da Finale qualora in partitura vi siano segni di espres-
sonoro teoricamente illimitato. sione a cui sia stato associato un messaggio MIDI per la variazione del tempo (cfr. Lezione n. 17);
Iniziamo dunque l'analisi di questa importante funzione, aprendo - dalla consueta cartella delle esercitazioni - il • Il pulsante all'estrema sinistra (F) permette di sincronizzare il file quando ­Finale opera come sorgente
file intitolato "Documento di esempio 20.musx"1; come vedete, si tratta del Rondò alla Turca di W.A. Mozart che audio in una DAW tramite il protocollo ReWire23 (fig. 29.2).
abbiamo già utilizzato in precedenza.
Visualizzate ora la tavolozza dei Controlli per il Playback (fig. 29.1), che si richiama aprendo il menu Finestre e
cliccando sulla voce omonima.

Fig. 29.1 - La tavolozza dei Controlli per il Playback

Tenete presente che nella versione di Finale per Windows, se non sono state modificate le impostazioni iniziali, Fig. 29.2 - Il plug-in ReWire di Finale in una traccia di Pro Tools
i suddetti controlli sono già presenti sullo schermo, posizionati sotto i menu dell'applicazione; come per gli
• Infine, il pulsante all'estrema destra (G) dà accesso alla finestra delle Impostazioni per il Playback, che
strumenti principali (e per le altre palettes secondarie), è possibile eventualmente "sganciare" la tavolozza af-
analizzeremo a breve34.
ferrando con il mouse il suo bordo sinistro e trascinando nel punto desiderato.
Questi sono i comandi di base e - se non vi sono esigenze particolari, ma ci si "accontenta" di un ascolto generico
I Controlli per il Playback coincidono, sostanzialmente, con quelli della transport bar di una qualsiasi DAW (Digital della partitura - possono risultare più che sufficienti per la maggior parte degli utenti.
Audio Workstation): Un brano come il Rondò alla Turca, privo di qualunque variazione di ritmo o di andamento, può essere perciò
• a sinistra si trova il gruppo di pulsanti (A) per decretare, nell'ordine: eseguito in maniera soddisfacente grazie a questi semplici controlli; a tal fine, fate un piccolo test premendo il
pulsante Play.
oo il ritorno all'inizio del brano;
oo il riavvolgimento all'indietro (con i clic singoli si arretra di una misura alla volta, tenendo premuto il
2. Per la definizione degli EDUs e della loro funzione, cfr. Lezione n. 10.
pulsante del mouse si scorre velocemente);
3. ReWire è uno standard sviluppato dalle aziende Propellerhead e Steinberg, grazie al quale è possibile inviare il flusso dei dati audio di
oo l'arresto della riproduzione;
un'applicazione musicale (come Finale o qualsiasi altro software synth abilitato a questa tecnologia) direttamente a un altro programma
oo l'avvio della riproduzione; di audio editing, senza bisogno di utilizzare file intermedi o connessioni fisiche. Il programma "sorgente", dunque, funzionerà come un
qualsiasi plug-in audio inserito all'interno di una traccia dell'applicazione ospite.

1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 20.xml" seguendo le istru- 4. Nella versione di Finale per MacOS, il pulsante è sostituito da una piccola freccia posizionata in basso a sinistra; cliccando su di essa, la
zioni riportate nell'Appendice 1. palette si espanderà, rivelando i medesimi controlli nella parte bassa della tavolozza stessa, anziché in una finestra separata.

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Lezione 29. Il Playback | 407 408 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

Come potete sentire, il programma suona il brano in maniera corretta, ma l'esecuzione risulta piuttosto mec- L'opzione seguente (G), invece, farà partire il playback esattamente dal punto indicato nel contatore
canica; se desiderate apportare al playback una certa "umanizzazione", o se vi sono altre necessità specifiche, (cfr. fig. 29.1 B), il quale - come detto - può essere regolato manualmente per indicare una precisa po-
farete clic sul sopracitato pulsante G, aprendo la finestra delle Impostazioni per il Playback (fig. 29.3). sizione in termini di misure, pulsazioni e EDUs.
A chiusura della sezione, il checkbox H consente - quando si esporta il documento in formato MIDI o
audio - di limitare la conversione alla sola regione di battute definita con i suddetti controlli.
• Più in basso, una coppia di opzioni (I) permette di scegliere se il contatore dovrà visualizzare la posi-
zione del cursore in ore, minuti, secondi e millisecondi oppure in frames (rispettando quindi il timecode
SMPTE che rappresenta la posizione in ore, minuti, secondi e fotogrammi).
• La finestra si completa con due pulsanti molto importanti; il primo, Click e battute a vuoto (J), apre
la schermata omonima, presente anche nello strumento HyperScribe (cfr. Lezione n. 13): essa, come
ricorderete, serve a impostare il battito del metronomo e la quantità di battute vuote (Countoff) che
precede una registrazione.
La presenza di questo elemento anche tra i controlli del playback è senz'altro necessaria, poiché
­l'acquisizione in tempo reale può essere avviata anche dai pulsanti della transport bar (cfr. fig. 29.1 A).
• Il secondo pulsante, Opzioni Playback / Registrazione (K), dà accesso a un'ulteriore finestra (fig. 29.4)
contenente alcune impostazioni ausiliarie che il programma potrà applicare durante i relativi processi:

Fig. 29.3 - La finestra Impostazioni per il Playback

• La schermata si apre con un checkbox (A), denominato Scorrimento durante il playback, la cui selezio-
ne fa sì che un apposito cursore di colore verde segua la riproduzione del brano, visualizzando sempre
in primo piano la battuta in esecuzione. Naturalmente, se disattivate il pulsante, potrete ascoltare il
brano ma la partitura resterà immobile.
• Subito sotto, vi sono i controlli di base della funzione Human Playback (B), ovvero il menu a tendina
per la scelta dello stile e il pulsante delle preferenze. Per il momento ci limitiamo a questa descrizione Fig. 29.4 - La finestra Opzioni Playback / Registrazione
sommaria, poiché in seguito ci occuperemo della funzione in modo più approfondito.
oo nella sezione iniziale (A) vi sono quattro checkbox riferiti ad alcune categorie di dati MIDI che Fina-
• Con la casella Swing e il relativo menu a tendina (C) si determina il tipo e la quantità dell'omonimo le ­acquisisce quando si trascrive con lo strumento HyperScribe; questi elementi - invisibili in parti-
effetto da assegnare alla riproduzione. tura - possono essere riprodotti o meno grazie alle scelte qui effettuate. Nello specifico si possono
La cosiddetta "pronuncia swing", tipica della musica jazz, indica un modo particolare di eseguire le attivare o disattivare:
note con un andamento di terzina su ritmi binari; più si aumenta il valore nella casella, maggiore sarà
• le key velocities, ossia le intensità con cui i tasti sono stati suonati;
l'effetto impresso all'esecuzione, e con il menu a tendina si possono scegliere fino a quattro imposta-
zioni predefinite. • le durate dei singoli eventi;
A titolo di esempio, selezionate l'opzione "Standard", confermate con OK e provate a riascoltare il bra- • i dati continui, ovvero i messaggi generati dai MIDI controller (come il pedale di risonanza, la
no: subito noterete il particolare andamento "terzinato" che viene applicato a tutte le coppie di crome. modulation wheel, il panpot, ecc.);
• La successiva casella, denominata Velocity di base (D), si riferisce all'intensità dinamica generale che • i cambiamenti di tempo.
verrà assegnata a tutti gli eventi della partitura in fase di riproduzione. Potete utilizzare questo con-
oo I due checkbox a destra (B) si riferiscono, invece, ai segni di ripetizione:
trollo per gestire velocemente il volume dell'esecuzione, nel caso in cui risulti troppo basso o troppo
elevato; dal punto di vista tecnico, invece, il comando riveste un'importanza relativa, in quanto verrà • selezionando il primo pulsante, Finale ignorerà completamente qualsiasi indicazione di ritornel-
"scavalcato" da ogni eventuale segno di espressione collegato a un messaggio MIDI di variazione dell'in- lo presente in partitura;
tensità: in altre parole, da qualsiasi segno dinamico associato alle note.
• ponendo la spunta al secondo pulsante, il programma applicherà ex novo i ritornelli ogni qual-
• Nella sezione sottostante (E) è possibile definire la regione di musica che deve essere riprodotta, indi- volta si sospenderà la riproduzione, "azzerando" tutti gli eventuali passaggi effettuati dal cur-
cando un esatto ambito di battute e comprendendo o meno gli eventuali ritornelli. sore prima dell'interruzione.
In particolare, notate l'opzione Misura più a sinistra (F), che fa iniziare il playback dalla battuta che in oo L'area inferiore della finestra si apre con il menu a tendina Dinamiche ed espressioni (C); esso risul-
quel momento si trova in alto a sinistra nello schermo: si tratta di una funzione molto comoda per av- ta utile qualora non si avvii il playback dalla prima battuta, ma da un qualunque punto successivo,
viare l'ascolto dal punto che si sta effettivamente visualizzando. e contiene tre opzioni:

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Lezione 29. Il Playback | 409 410 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

• la prima (Azzera) non terrà conto in alcun modo dei simboli dinamici ed espressivi presenti Nell'ultima parte della lezione ci occuperemo di questa possibilità; per il momento aprite le opzioni generali del-
nelle battute che precedono il punto di avvio: Finale, perciò, utilizzerà il tempo metronomico lo Human Playback cliccando sul pulsante Preferenze HP situato accanto al menu: l'azione conduce ad una delle
e la velocity di base indicati nei controlli generali del playback fino a quando non incontrerà un finestre più grandi e complesse dell'intero programma (fig. 29.6).
eventuale nuovo segno di e ­ spressione;
• la seconda opzione (Usa le impostazioni correnti) ha effetto quando si riprende il playback dopo
una pausa: in questo caso, il programma utilizzerà le ultime impostazioni trovate, senza effet-
tuare una ricerca dall'inizio del brano;
• infine, la voce Ricerca dalla prima misura - ossia l'opzione predefinita - obbliga Finale a cerca-
re ogni espressione e dinamica dall'inizio del brano fino alla misura prescelta per l'avvio del
playback: così facendo, saranno contemplate tutte le modifiche eventualmente apportate al
tempo metronomico, alla velocity e ad altri parametri, impostando perciò la riproduzione in
modo corretto.
oo Proseguendo verso il basso, la casella Durata degli abbellimenti (D) si rivela importante se la par-
titura contiene delle acciaccature: qui, infatti, si potrà definire con precisione la durata di questi
eventi quando vengono riprodotti.
Il dato può essere espresso direttamente in EDUs, oppure può essere quantificato premendo il
vicino pulsante (Imposta durata) e scegliendo un valore dalla griglia.
oo Infine, selezionando l'ultimo checkbox (E), Finale ignorerà le impostazioni specifiche assegnate
alle ­patch scelte per il playback, utilizzando in loro vece quelle predefinite nello strumento Gestione
Partitura.
Si tratta - come s'intuisce - di una funzione di raro utilizzo, benché in alcuni casi possa essere utile
effettuare un bypass temporaneo dei settaggi manuali per ascoltare il brano filtrato da ogni tipo di
variazione o "coloratura" timbrica.

Uscendo dalla finestra con il pulsante Annulla, analizziamo ora in modo approfondito le opzioni di Human
Fig. 29.6 - L'interfaccia dello Human Playback nelle Opzioni del programma
Playback, che costituiscono il vero punto focale dell'argomento.
Lo Human Playback, come detto, è una funzione studiata per l'interpretazione "virtuale" dei caratteri espressivi
delle partiture, affinché il computer riesca a riprodurre i brani simulando il più possibile una "reale" esecuzione • La schermata può essere sostanzialmente suddivisa in tre settori principali:
umana. oo un gruppo di sette linguette (TABs), relative alle principali categorie di tecniche, dati ed effetti della
Ricordate, prima di tutto, che quando si utilizza lo Human Playback verranno temporaneamente ignorati i dati procedura (A);
MIDI già esistenti, in favore delle impostazioni di questa procedura: i dati originari saranno ripristinati non appe-
oo una zona centrale (B), che si modifica in base alle scelte effettuate con i TABs, e permette di inter-
na la riproduzione avrà termine.
venire in maniera estremamente precisa su tutti i parametri disponibili;
Nella finestra dei controlli, il menu a tendina dedicato alla funzione (cfr. fig. 29.3 B) contiene una serie di preset
utilizzabili a seconda dello stile di musica che si sta scrivendo: per fare un esempio, scegliendo il preset "Jazz" il oo un'area in basso che possiamo definire "gestionale" (C), in quanto contiene i controlli per l'ammi-
brano assumerà un carattere più marcatamente swing, così come lo stile "Barocco" farà sì che le articolazioni e nistrazione generale della procedura.
gli abbellimenti vengano eseguiti secondo la prassi dell'epoca.
• Iniziamo da quest'ultimo settore (fig. 29.7), osservando che le preferenze sono organizzate in specifici
Qualora nessuno degli stili disponibili risponda alle esigenze specifiche della composizione, si potrà scegliere la
set, ovvero gruppi di impostazioni a cui si può assegnare un nome identificativo: i set possono essere
voce "Personalizzato" in fondo al menu per creare un proprio stile in modo estremamente raffinato (fig. 29.5).
richiamati in qualsiasi momento all'interno di ogni documento di Finale, poiché vengono salvati nelle
Opzioni del programma.

Fig. 29.7 - L'area gestionale delle Preferenze di Human Playback

oo Il menu a tendina in apertura (A) contiene inizialmente solo il set predefinito di Finale: ogni nuovo
gruppo creato dall'utente sarà aggiunto e reso disponibile in questo stesso elenco;
oo per creare un nuovo set è necessario clonare un qualsiasi gruppo esistente utilizzando il pulsante
Fig. 29.5 - Gli stili predefiniti di Human Playback ­ uplica (B), assegnando in seguito un nome nel campo di testo in basso (C);
D

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Lezione 29. Il Playback | 411 412 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

oo agendo sui due pulsanti a destra, potrete invece cancellare un set dopo averlo portato in primo ǻǻ I l menu a tendina Strumento (A) contiene le categorie e i singoli strumenti per i quali sono
piano (D), o renderlo predefinito per tutti i documenti creati successivamente (E); disponibili le tecniche esecutive prescelte: in questo caso, osservate che per la tecnica del
oo se desiderate che il gruppo in fase di creazione sia disponibile solo nel file corrente e non venga ­legato è stata opportunamente selezionata la categoria generale indicante "qualsiasi stru-
salvato a livello globale per tutti i documenti futuri, farete clic sul pulsante in basso a sinistra (F); mento in grado di sostenere il suono";

oo cliccando invece sul pulsante successivo, Bloccato (G), saranno immediatamente disabilitati tutti ǻǻ il sottostante menu Tecnica (B), invece, si adatta automaticamente alla selezione effettuata
i controlli dell'area centrale, affinché non vengano apportate modifiche accidentali al set dopo il nel menu precedente, e contiene tutti i tipi di tecniche strumentali correlate a tale scelta.
suo completamento. ǻǻ Dopo aver configurato i primi due menu, si passa all'impostazione delle azioni vere e proprie:
per ogni tecnica è possibile aggiungere fino a tre diverse azioni (C), ciascuna delle quali (defi-
• Il settore superiore della finestra - come detto - mostra una fila di 7 linguette (o TABs), ciascuna delle
nita dallo status byte del messaggio MIDI) sarà affiancata - sul lato destro - dai controlli per la
quali si riferisce ad uno o più elementi ben precisi:
dichiarazione dei parametri (data byte) specifici.
oo la prima linguetta rende disponibili i controlli per la gestione delle tecniche e degli effetti relativi ai Nel caso in esame - il cui obiettivo è quello di ottenere il legato fra le note - l'unica azione
vari strumenti installati; nell'area sottostante (fig. 29.8) vengono presentate alcune directories che necessaria consiste nell'attivazione di un controller (status byte del messaggio), ovvero il n.
raggruppano gli elementi dello stesso tipo, e possono essere espanse per vederne il contenuto. "68" (primo data byte) impostato sul valore massimo possibile, pari a "127" (secondo data
byte); notate che i dati suddetti vengono riportati nella colonna Action dell'area di controllo
(cfr. fig. 29.8 B).
ǻǻ Infine è possibile - come detto - impostare un filtro per la tecnica in questione, ossia limitarne
l'applicazione a una specifica libreria di suoni (o MIDI channel, rigo musicale, patch, ecc.).
Questa vasta possibilità di scelta è garantita dal menu a tendina in basso (D), in cui - nel caso
specifico - è stata scelta l'opzione "Se il nome della periferica / libreria contiene...", indicando
"Garritan" nella casella di testo a fianco: il filtro, in poche parole, consentirà l'applicazione del
legato solo agli strumenti delle Librerie Garritan, che vengono installati nel computer insieme
a Finale.
Notate, anche in questa occasione, che la scelta effettuata viene riportata nell'area di con-
trollo, ovviamente all'interno della colonna Filter (cfr. fig. 29.8 C).
ǻǻ Come avete notato con questo esempio, la procedura per la definizione delle tecniche e de-
gli effetti strumentali è piuttosto articolata, ma - come in altri casi - con un po' di esercizio
imparerete a gestirla con sicurezza; appare evidente, tuttavia, che per poterne sfruttare al
meglio le potenzialità dovrete conoscere - almeno sommariamente - il protocollo MIDI e le sue
Fig. 29.8 - L'area di controllo delle tecniche strumentali nomenclature principali.

oo La seconda linguetta del settore superiore (cfr. fig. 29.6 A) rende disponibili i controlli riferiti all'in-
• Per ogni voce della lista vi sono tre colonne, indicanti rispettivamente il nome della tecnica o
tensità e al ­volume degli eventi (fig. 29.10): come si può intuire, in questa sede sarà definito il com-
dell'effetto (A), la descrizione delle azioni compiute (B) e gli eventuali filtri (C) con cui si posso-
no restringere le azioni solo ad alcuni contesti specifici; ogni elemento è inoltre accompagnato portamento dello Human Playback relativamente ai segni dinamici e ad alcune forme intelligenti
da un checkbox (D) che ne determina lo status (attivo o disattivo). come le forcelle di crescendo e diminuendo.

• Con i quattro pulsanti in basso a destra, potete effettuare le comuni operazioni di gestione:
ǻǻ creare una nuova directory (E);
ǻǻ creare una nuova tecnica all'interno della directory selezionata (F);
ǻǻ duplicare la directory o la tecnica selezionata (G);
ǻǻ eliminare la directory o la tecnica selezionata (H).

• Per fare un esempio pratico, espandete la prima directory (General controls) e cliccate sull'op-
zione "Legato": l'operazione rende attivi i controlli nella parte inferiore dell'area (fig. 29.9).

Fig. 29.10 - L'area di controllo della dinamica e del volume

• Il menu a tendina in apertura (A) si riferisce proprio alle suddette forcelle, determinando il tipo
Fig. 29.9 - I controlli per la configurazione specifica delle tecniche strumentali di dati da utilizzare per la loro esecuzione durante il playback; vi sono, a tal fine, tre possibilità:

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Lezione 29. Il Playback | 413 414 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

ǻǻ Automatico, che affida la scelta a Finale in base alla natura del materiale presente; oo La terza linguetta del gruppo superiore (cfr. fig. 29.6 A) permette di intervenire sulla combinazio-
ǻǻ Solo Key Velocity, che ottiene il crescendo o il diminuendo variando progressivamente la ne dei dati inseriti tramite lo strumento MIDI (di cui ci occuperemo nella prossima lezione) con le
funzioni di interpretazione dello Human Playback (fig. 29.11). In altre parole, qualora abbiate utiliz-
­velocity degli eventi, ovvero imitando ciò che accade nel pianoforte, negli strumenti a pizzico
zato lo strumento MIDI per apportare variazioni ai dati ­continui, alla velocity o ad altri elementi, po-
e a percussione;
tete scegliere se queste modifiche debbano essere "miscelate" o meno con le analoghe variazioni
ǻǻ Solo controlli continui, che invece ottiene la variazione dinamica modificando i dati continui prodotte dallo Human Playback.
relativi al volume, come avviene soprattutto negli strumenti a fiato e negli archi.
• Il secondo menu a tendina (B) stabilisce il tipo di curva dinamica da applicare alle variazioni
d'intensità: la curva può essere di tipo cubico, lineare, quadratico oppure impostata automati-
camente da Finale.
• Più in basso, il primo slider orizzontale (C) stabilisce l'enfasi (o più semplicemente l'ammon-
tare) della variazione dinamica apportata da una coppia di forcelle contrapposte: spostando il
cursore verso destra, si aumenterà l'effetto di incremento / decremento dell'intensità, mentre
spostando verso sinistra si ridurrà tale effetto, ottenendo un'interpretazione delle forcelle più
contenuta.
Fig. 29.11 - L'area di controllo dei dati MIDI
• Con il secondo slider (D), invece, si interviene sull'impatto globale dei segni di espressione
­(testuali o grafici) relativi alla dinamica. Anche in questo caso, muovendo il cursore nei due • I quattro menu a tendina della sezione sono tutti uguali fra loro (A), e ciascuno di essi presenta
sensi, si aumenterà o diminuirà l'enfasi dell'effetto prodotto dai simboli. tre opzioni:
• Il checkbox successivo (E) - se attivato - produce un effetto d'uso comune in molte ­esecuzioni ǻǻ HP (ignora i dati), per usare solo le impostazioni di Human Playback e ignorare quelle dello
(specialmente di musica classica), ossia un diminuendo automatico in corrispondenza delle strumento MIDI;
eventuali note lunghe alla fine del brano.
ǻǻ HP (incorpora i dati), per miscelare le impostazioni delle due sorgenti;
L'opzione appare selezionata per default, ma è necessario valutarne l'utilizzo in base agli stru-
menti presenti in partitura: ad esempio, in un brano organistico con l'ultimo accordo tenuto da ǻǻ Nessun effetto HP, per usare solo le impostazioni dello strumento MIDI e ignorare quelle di
una lunga corona, la funzione risulterebbe del tutto inopportuna. Human Playback.

• Proseguendo nella parte inferiore, vi sono alcuni controlli dedicati al comportamento - relati- Le citate possibilità si possono applicare alle quattro categorie di eventi indicati dalle etichette
vamente alla dinamica - degli strumenti in grado di sostenere il suono (in particolare gli archi e i dei menu: i dati continui, la velocity, il tempo di Start / Stop, e il tempo metronomico.
fiati). In questi casi, Human Playback utilizza un controller specifico, combinandolo con oppor- • Nella parte bassa, una casella di testo (B) consente di definire un eventuale valore di antici-
tune variazioni della key velocity: si possono perciò ottenere risultati molto diversi a seconda pazione dei dati continui, misurato in millisecondi. L'opzione risulta spesso necessaria poiché
del ­controller prescelto. ­alcuni VST - in particolare i virtual synth - accusano una certa latenza nell'invio a Finale di questi
Il menu a tendina (F) offre in proposito quattro possibilità: dati, specialmente nel caso del volume e del pitch bend; costringendo quindi i dispositivi a invia-
ǻǻ la scelta automatica, che Finale effettuerà in base al materiale presente; re i dati con un certo anticipo temporale, il problema potrà essere risolto15.
ǻǻ il controller n. 7, relativo al volume;
oo Il successivo TAB del gruppo rivela i controlli per la gestione del glissando e degli effetti di bending
ǻǻ il controller n. 1, relativo alla modulazione; per chitarra: le opzioni disponibili sono molto ridotte, e si limitano ad alcuni menu a tendina e un
ǻǻ il controller n. 11, relativo all'espressione. pulsante checkbox (fig. 29.12).
• Quando si utilizza il controller n. 1 - accoppiando quindi la modulation alla velocity - è opportuno
selezionare sempre il checkbox successivo (G), poiché la dinamica del transiente d'attacco dei
suoni assumerà un'ampiezza completamente diversa da quella prevista nello standard G ­ eneral
MIDI; l'attivazione di questo pulsante, quindi, fa sì che Finale ottimizzi al meglio la combinazio-
ne dei messaggi MIDI, limitatamente però agli strumenti delle Librerie Garritan.
• A tale proposito, anche la casella successiva (H) svolge un ruolo importante, poiché in essa si
può stabilire la velocity di base degli eventi che saranno modificati dal controller prescelto.
Il valore predefinito, come vedete, è pari a "80", corrispondente a una dinamica situata tra il Fig. 29.12 - L'area di controllo per il glissando e il bending
mezzoforte e il forte.
• Il menu iniziale (A) definisce, dal punto di vista dell'intonazione, la tipologia del collegamento
• La sezione si chiude con un altro slider orizzontale (I), deputato a bilanciare il volume fra uno delle altezze, offrendo quattro possibilità:
strumento solista e uno d'accompagnamento, oppure tra la destra e la sinistra nel pianoforte
(quando una delle due mani esegue evidenti figurazioni di accompagnamento, come il ­"basso
albertino"). 5. La latenza, in realtà, non è uguale in tutte le DAW e dipende da vari fattori, tra cui la qualità della scheda audio, il numero di plug-in
Spostando il cursore verso destra, si aumenterà il volume della parte solistica riducendo quello aperti e la velocità del disco rigido in scrittura e lettura; per questo motivo il presente controllo di Finale non può sempre garantire la
dell'accompagnamento, procedendo verso sinistra si otterrà naturalmente l'effetto opposto. totale eliminazione del ritardo.

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Lezione 29. Il Playback | 415 416 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

ǻǻ Automatico, una scelta prevista anche in altri casi che "delega" la decisione a Finale in base dei trilli che - anziché alternare il suono reale con un intervallo di semitono o di tono - utilizzano
agli strumenti presenti nella partitura; microintervalli o qualunque altra distanza ottenibile con il controllo del pitch bend, ovviamente
ǻǻ Pitch bend, che collega le altezze producendo tutti i microintervalli intermedi: come si può rimanendo entro i limiti del modulo sonoro utilizzato e della specifica patch prescelta.
immaginare, è bene riservare l'opzione agli strumenti che - nella realtà - sono effettivamente
in grado di glissare in tal modo, quindi non certo al pianoforte o all'organo; oo La sesta linguetta del gruppo dà accesso ai controlli per le variazioni di tempo (fig. 29.14).

ǻǻ Cromatico, che produrrà evidentemente un collegamento basato su una successione regola-


re di semitoni;
ǻǻ Diatonico, infine, che collegherà i suoni rispettando le altezze previste dall'armatura di chia-
ve: la scelta si rivela perfetta per gli strumenti come l'arpa o il dulcimer.
• Il secondo menu (B), come per le dinamiche, consente di indicare il tipo di curva da applicare
Fig. 29.14 - L'area di controllo per le variazioni di tempo
al glissando e al bending: anche in questo caso la curva può essere di tipo cubico, quadratico,
lineare, oppure essere scelta automaticamente da Finale.
• In particolare, nella prima casella (A) si potrà stabilire una "durata minima" per le corone, il cui
• Il terzo menu a tendina (C) definisce, invece, l'intervallo complessivo dell'escursione melodica valore predefinito è pari a "1,6 secondi"; si utilizza l'espressione "durata minima" poiché, come
prodotta dal Pitch bend, qualora si utilizzi questo tipo di effetto. Il valore è espresso in semitoni noto, la c­ orona non ha una lunghezza assoluta e di norma spetta all'esecutore (o al direttore
e la scelta possibile va da "0" (zero) a "24", cioè due ottave; il valore predefinito è "12", cioè d'orchestra) quantificare il prolungamento della nota, riferendosi al suo valore e all'andamen-
un'ottava. to generale del brano.
• Infine, il pulsante Ritarda quando possibile (D) si propone di "adeguare" l'elemento al contesto • Il seguente checkbox (B) produce un effetto particolare proprio in presenza di un punto coro-
musicale in cui esso viene applicato; ad esempio, se si inserisce un glissando per collegare due nato: se lo si attiva, Finale rallenterà leggermente il tempo subito prima di ogni corona, riprodu-
note piuttosto lunghe, Finale farà iniziare l'effetto con un po' di ritardo per far sentire meglio
cendo quindi l'atteggiamento di un vero esecutore, soprattutto in prossimità di una cadenza.
l'altezza della prima nota.
• Il pulsante conclusivo (C) si riferisce invece alle piccole variazioni casuali di tempo che lo ­Human
oo La quinta linguetta apre una piccola sezione dedicata agli abbellimenti e al tremolo (fig. 29.13); in Playback applica eseguendo due o più volte uno stesso passaggio (generalmente in presenza
breve, con questi controlli si può intervenire sulla quantità di note al secondo che lo Human Playback
di un segno di ritornello): mantenendo la casella deselezionata - come da impostazioni prede-
eseguirà incontrando i predetti simboli (escluse ovviamente le acciaccature multiple, la cui durata -
finite - si otterrà sempre la stessa applicazione del timing ad ogni riproduzione della partitura.
come ricorderete - viene definita nelle Opzioni del playback, cfr. fig. 29.4 D).
oo Per concludere, il settimo TAB è dedicato espressamente ai suoni della Garritan Personal Orchestra
(fig. 29.15). Non essendo necessario entrare nel dettaglio, ricordate semplicemente che l'attivazio-
ne di questi pulsanti - tutti già selezionati per default - consentirà a Finale di sfruttare al meglio le
funzioni avanzate di queste librerie, per una resa migliore di alcune tecniche e articolazioni speci-
fiche.

Fig. 29.13 - L'area di controllo per gli abbellimenti e il tremolo

• Le due caselle iniziali assegnano per default 13 note al secondo per i trilli e gli altri abbellimenti
(A), e 12 note al secondo per i tremoli (B); le predette impostazioni possono essere variate in
piena libertà, ma si consiglia di non aumentarle eccessivamente per non dare all'esecuzione
un'impronta troppo artificiale.
• Il successivo checkbox (C), quando selezionato, applica alcuni controller speciali all'esecuzio-
ne dei trilli e delle rullate negli strumenti a percussione (riferendosi specialmente ai timpani e Fig. 29.15 - L'area di controllo per le Librerie Garritan
agli altri strumenti a membrana), in modo da ottenere una performance il più vicina possibile a
quella di un autentico esecutore. 

• Per chiudere la sezione, un ultimo pulsante dalla lunga etichetta (D) fa sì che per i cosiddetti Per concludere la lezione, vediamo ora come si crea uno stile di Human Playback totalmente personalizzato,
jazz shakes vengano utilizzati i dati MIDI relativi al pitch bend in luogo delle normali altezze pre- qualora nessuno tra quelli predefiniti soddisfi le proprie esigenze.
viste. Per coloro che non "praticano" il jazz e le sue terminologie, gli shakes sono speciali trilli
eseguiti sugli strumenti a fiato, ottenuti sempre con il labbro anziché con le chiavi o con i pisto- Nella finestra delle Impostazioni per il Playback, come ricorderete, il menu a tendina dedicato alle funzioni di
ni; la distanza fra i suoni alternati varia a seconda dello strumento (mediamente dal semitono "umanizzazione" (cfr. fig. 29.5) contiene un elenco di preset corrispondenti a tutti i principali generi musicali;
alla terza minore, ma anche quarti di tono o altri intervalli non usuali). per avviare una nuova configurazione è sufficiente scegliere l'opzione in coda al menu (Personalizzato).
La presente funzione si rivela utile proprio in quest'ultimo caso, poiché consente di eseguire La selezione dà accesso a una finestra ricca di controlli e suddivisa in tre ampie sezioni (fig. 29.16):

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Lezione 29. Il Playback | 417 418 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

Notate - fra le varie opzioni - il pulsante Misure finali, che tiene conto della presenza di un'eventuale
doppia stanghetta conclusiva per eseguire prima di essa un effetto di ritardando; inoltre, se il documen-
to risulta suddiviso in più movimenti (ciascuno concluso da una doppia stanghetta), Finale effettuerà
una breve sospensione del playback tra un movimento e l'altro.

• Nella sezione inferiore della finestra s'incontra in primo luogo un altro slider orizzontale (F), dedicato
in questo caso al cosiddetto mood, ossia la lieve "imprecisione artificiale" nell'esecuzione degli eventi
che conferisce al brano un maggiore realismo: come per gli altri slider descritti in precedenza, la dire-
zione impressa al controllo influirà sulla quantità di effetto applicato al playback.

• A seguire, l'area si completa con un secondo, nutrito gruppo di checkbox (F), ciascuno dei quali - quan-
do selezionato - attiva una funzione ben precisa:
oo nel primo caso, con il pulsante Espressione automatica la riproduzione sarà caratterizzata da tre
aspetti:
• transienti d'attacco più morbidi sulle note recanti una dinamica medio-bassa (dal pianissimo al
mezzo­-piano);
• aumento dell'espressività delle note lunghe, grazie a una leggera fluttuazione del volume che
simula l'effetto del vibrato;
• ancora sulle note lunghe, enfatizzazione dei parametri d'inviluppo relativi al decadimento
­(decay) e rilascio ­(release) del suono, che conferiscono alle note stesse un'esecuzione più deli-
cata.
oo Con il secondo checkbox si attiva una funzione che rende Human Playback in grado di riconoscere
Fig. 29.16 - Il pannello di gestione dello stile personalizzato di Human Playback la presenza di uno strumento solista all'interno di una partitura, al fine di accrescerne il volume e
l'espressività, riducendo nel contempo tali parametri negli altri strumenti.
• La prima area si apre con un menu a tendina (A) dal quale potete scegliere uno degli stili predefiniti Inoltre, il programma potrà rilevare gli eventuali passaggi solistici temporanei all'interno di una pa-
di Human Playback, caricandone tutti i parametri e utilizzandoli come punto di partenza per la vostra gina orchestrale, ponendo sistematicamente in evidenza gli strumenti interessati.
elaborazione.
In qualunque fase della procedura si possono ripristinare le impostazioni iniziali di ogni stile, cliccando oo Il terzo pulsante è utile nelle partiture di musica barocca, poiché individua gli eventuali abbellimenti
sul pulsante a destra (B); tenete presente, ovviamente, che questa operazione cancellerà tutte le mo- e fa sì che Finale li interpreti secondo le prassi esecutive dell'epoca.
difiche effettuate fino a quel momento, perciò va utilizzata con consapevolezza (senza dimenticare di oo Nelle composizioni di carattere jazzistico, invece, potrà essere attivata l'opzione seguente, che
salvare preventivamente il documento). accentua notevolmente le pulsazioni in controtempo e le sincopi brevi, agendo direttamente sui
parametri della key velocity.
• Con i tre slider orizzontali che seguono (C) è possibile regolare l'umanizzazione ritmica del brano,
agendo rispettivamente: oo Se il brano ha un'indicazione di tempo pari a 3/4 (o 6/8) con andamento di valzer, la selezione del
quinto pulsante imprimerà un forte accento alla prima pulsazione di ogni misura, unitamente a un
oo sulla quantità di feel (ovvero sulle piccole e quasi impercettibili variazioni di andamento rispetto al
incremento generale dell'effetto rubato, conferendo così al brano la tipica cifra del valzer viennese
tempo metronomico di base, tipiche di ogni esecuzione "reale");
d'epoca straussiana.
oo sugli accenti ritmici (che sono, come noto, strettamente legati all'indicazione di tempo di ogni
oo Il sesto checkbox, invece, può essere utilizzato quando la partitura prevede strumenti a percussio-
­brano);
ne, e farà sì che le eventuali rullate di biscrome vengano eseguite in modo estremamente preciso,
oo sul cosiddetto "rubato" (ovvero l'applicazione mirata di effetti di accelerando e ritardando che ca- senza applicarvi alcuna interpretazione espressiva. La funzione potrebbe sembrare incoerente, in
ratterizza marcatamente alcuni stili di musica, specialmente d'epoca romantica). quanto collocata all'interno di uno strumento che - per la sua stessa denominazione - si occupa di
Come potete intuire, spostando individualmente gli slider verso destra aumenterete la quantità dell'ef- umanizzare l'esecuzione: vi sono, in realtà, casi in cui le rullate devono essere eseguite con asso-
fetto applicato, muovendoli verso sinistra ne diminuirete l'entità. luta precisione (in particolare nella musica per banda), perciò in tali contesti l'opzione acquista un
senso più logico.
• Il menu a tendina Swing (D) coincide con l'analogo controllo della finestra principale (cfr. fig. 29.3 C),
oo La prima fila di pulsanti si chiude con un controllo assai particolare e di utilizzo piuttosto raro: esso
e anche in questo caso sono disponibili alcune impostazioni predefinite per la quantificazione dell'ef-
riguarda i casi in cui vi sono terzine di crome al cui interno si presenta un ritmo puntato (fig. 29.17).
fetto.

• Passando alla sezione centrale (E), con gli otto checkbox qui presenti sceglierete gli elementi che
dovranno essere processati dal vostro stile di Human Playback durante l'esecuzione del brano; se la
partitura contiene segni di espressione o di articolazione, forme intelligenti e altri simboli analoghi, de-
ciderete nel dettaglio quali oggetti dovranno essere contemplati da Human Playback e quali, invece,
saranno esclusi dal trattamento. Fig. 29.17 - Figurazione di ritmo puntato in terzina

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Lezione 29. Il Playback | 419 420 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

In queste situazioni, si potrà selezionare il checkbox e fare clic su una delle due opzioni sottostanti
per agire sull'effetto rubato delle figurazioni, aumentando o riducendo la durata della semicroma.
oo La seconda fila di controlli si apre con il comando Addolcisci accompagnamento, la cui funzione
consiste nell'individuare le figurazioni di sostegno presenti in partitura (come il basso albertino,
gli arpeggi o altre strutture di carattere riempitivo), riducendone la key velocity in modo da dare
maggior risalto alla linea melodica.
oo Pedale del piano automatico è invece un controllo per l'applicazione del pedale di risonanza nel-
le parti di pianoforte. La funzione è molto sofisticata, in quanto effettua un'analisi armonica del
materiale e cerca di evitare, per quanto possibile, la sovrapposizione fra le note o gli accordi non
compatibili.
Ricordate che la pedalizzazione automatica verrà sospesa ogni qualvolta vi sia un segno di pedale
inserito manualmente con lo strumento Articolazioni.
oo Bilanciamento accordi è utile nelle successioni armoniche che accompagnano (o contengono al
loro interno) una linea melodica; il materiale viene opportunamente bilanciato dal punto di vista
della key velocity, in modo che gli accordi non "coprano" mai la percezione della melodia.
La funzione è molto simile a quella denominata Addolcisci accompagnamento, descritta poc'anzi,
ma si riferisce esclusivamente agli accordi e non ad altri tipi di figurazione.
oo Addolcisci i bassi, invece, nasce per risolvere un problema piuttosto frequente quando si utilizzano
alcuni moduli sonori o strumenti virtuali; talvolta, infatti, il suono del pianoforte o di altri strumenti
gravi presenta un'eccessiva enfatizzazione delle basse frequenze, sì da compromettere l'equilibrio
generale del timbro. Questa funzione, quindi, cerca di rimediare riducendo la key velocity delle
note più gravi.
oo La funzione Armonici delle corde si riferisce soprattutto agli archi, e consente di riprodurre i suoni
armonici negli strumenti di questa famiglia, ogni qualvolta ne compaia la notazione specifica (un
bicordo la cui nota superiore è di forma romboidale).
L'effetto può essere applicato anche all'arpa, in cui i suoni armonici devono essere rappresentati
da un pallino posizionato sulle note interessate.
oo Il checkbox successivo è invece dedicato agli accordi negli strumenti a corde pizzicate, come l'arpa
stessa, la chitarra e - volendo - anche il clavicembalo. Se il pulsante è selezionato, ogni qualvolta
Human Playback incontrerà un accordo nei righi dei suddetti strumenti, lo eseguirà in modo legger-
mente arpeggiato, così da simulare meglio l'interpretazione di un vero strumentista.
oo Infine, il pulsante Interpreta cadenze armoniche ha un ruolo veramente interessante se applicato a
una partitura di stile classico; esso analizza le successioni accordali e, qualora individui una cadenza
perfetta o sospesa, imprime all'esecuzione un leggero effetto di rallentando.

Con la descrizione di questa complessa ma interessantissima finestra si conclude la lezione dedicata al Playback
di Finale; come avete notato, esso rappresenta una delle risorse più evolute del programma, poiché non si limita
alla mera riproduzione della partitura, ma comprende numerose funzioni professionali per esaltare il realismo
dell'esecuzione e personalizzarlo secondo gli stili e le esigenze più varie.

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422 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

messaggi MIDI. Senza entrare in dettagli troppo tecnici, è sufficiente sapere che la musica scritta sul penta-
gramma (utilizzando i tradizionali simboli per le altezze, le durate, i segni dinamici, ecc.) sarà immediatamente
­"tradotta" da Finale nella forma opportuna, e come tale verrà trasmessa al modulo sonoro (o allo strumento

Lezione 30 virtuale) prescelto per il playback.


Naturalmente, il MIDI - pur essendo un protocollo relativamente semplice rispetto ad altri linguaggi informa-
tici molto più complessi - per essere utilizzato e compreso a fondo richiede comunque un certo apprendistato
Il MIDI e l'audio iniziale. Se siete interessati ad approfondire l'argomento, nelle librerie e nel web si trovano moltissime guide,
anche in lingua italiana, a costi molto accessibili o persino gratuite.
Dopo questa breve e necessaria introduzione, iniziamo ad occuparci delle modalità con cui Finale configura e
gestisce il protocollo MIDI. Fondamentalmente, vi sono due risorse del programma dedicate a questo aspetto:
• il menu MIDI/Audio, ossia uno dei dieci menu fissi sempre presenti nella parte alta dello schermo (fig.
Come tutti i programmi di notazione informatizzata, anche Finale utilizza il protocollo MIDI per dialogare con gli
30.2 A);
strumenti musicali elettronici collegati al computer e con gli strumenti virtuali.
Benché si possa presumere che la maggior parte dei lettori di questo manuale conosca già il MIDI e le sue carat- • lo strumento MIDI, che si trova nella tavolozza degli strumenti ed è rappresentato, non a caso, dall'im-
teristiche principali, dedichiamo qualche riga alla descrizione sommaria di questo protocollo, cosicché anche gli magine frontale di un tipico connettore pentapolare (fig. 30.2 B).
utenti inesperti possano acquisire qualche informazione di base.
Il termine MIDI rappresenta l'acronimo di Musical Instrument Digital Interface (Interfaccia Digitale per gli Stru-
menti Musicali). Pur essendo stato brevettato nei primi anni Ottanta del XX secolo, è rimasto sostanzialmente
inalterato fino ad oggi e - nonostante l'evoluzione della tecnologia abbia prodotto protocolli più moderni e
performanti - possiamo affermare che esso costituisca ancora e senza dubbio lo standard incontrastato per la
comunicazione fra gli strumenti elettronici.
Nella pratica, il MIDI - come detto - è un protocollo, ossia un insieme di regole che i dispositivi devono rispettare
per poter dialogare fra loro; dal punto di vista fisico, essi devono essere collegati tramite appositi cavi dotati alle
estremità di connettori DIN a 5 poli, come si vede nell'immagine sottostante (fig. 30.1).

Fig. 30.2 - Gli strumenti di Finale dedicate alla gestione del protocollo MIDI

Nella prima parte della lezione analizzeremo il menu MIDI/Audio: esso, come il suo nome suggerisce, non si oc-
cupa solo del protocollo MIDI ma anche della gestione del formato audio, ossia degli archivi che - a differenza
Fig. 30.1 - Cavo MIDI con connettori DIN a 5 poli dei messaggi MIDI - contengono veri e propri suoni digitalizzati e vengono salvati in formati molto comuni come
WAVE, AIFF, MP3, ecc.
È importante ricordare che i cavi MIDI non trasportano il segnale audio, ma solo ed esclusivamente i messaggi
relativi ai suoni da ottenere e a tutte le loro caratteristiche, oltre alle informazioni generali sul brano come il • Le prime due voci del menu consentono di scegliere la fonte dei suoni da utilizzare durante il playback:
tempo e le sue variazioni, l'assegnazione degli strumenti ai vari canali, ecc.
oo nella versione di Finale per Windows, l'utente potrà utilizzare i Virtual Instruments (VST), ovvero i
Per fare un esempio, una semplice sequenza di messaggi inviati da un programma come Finale a un sintetizza-
plug-ins realizzati secondo uno standard ideato dall'azienda tedesca Steinberg Media Technologies
tore o ad uno strumento virtuale potrebbe contenere le seguenti richieste:
nel 1997, o in alternativa avvalersi dei suoni di una periferica MIDI a scelta;
• seleziona il timbro del pianoforte;
oo nella versione per MacOS, invece, si potrà scegliere tra gli Audio Units, ovvero i plug-ins basati su
• suona il Do centrale; una speciale architettura fornita da Core Audio per il sistema operativo di Apple, e (anche in questo
• esegui la nota con dinamica f ; caso) tra i suoni di una periferica MIDI.

• mantieni il suono per un valore complessivo di 2/4. • Per impostazione predefinita, il programma propone la seconda opzione (Suona Finale tramite il MIDI):
in questo caso, la sorgente sonora di default sarà costituita da SmartMusic SoftSynth, un sintetizzatore
Naturalmente, le istruzioni qui elencate utilizzando la terminologia convenzionale, per essere interpretate in virtuale prodotto da MakeMusic che viene installato contestualmente a Finale; nei prossimi paragrafi
modo corretto dal dispositivo ricevente, dovranno essere formulate rispettando il linguaggio codificato dei vedremo come personalizzare questa configurazione di base.

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 423 424 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

• Scegliendo invece la prima opzione (Suona Finale tramite i VST o tramite gli Audio Units), sarà necessa- oo Nella parte centrale vi sono altri otto banchi (C) per il caricamento di effetti software come ­riverberi,
rio individuare e configurare i plug-ins desiderati; a tal fine, dovrete cliccare sulla terza voce del menu chorus, delay, distorsori e qualsiasi altro plug-in di questo genere sia installato nel sistema.
(Banchi ed effetti VST in Windows oppure Banchi ed effetti Audio Units in MacOS). Naturalmente, ciascun effetto agirà esclusivamente sul VST (o Audio Unit) indicato alla sua sinistra;
A prescindere dalla diversa denominazione, la finestra di dialogo appare pressoché identica nei due anche in questo caso vi sono i pulsanti per l'accesso all'interfaccia grafica (D), nonché una fila di
sistemi operativi (fig. 30.3): checkbox (E) per bypassare temporaneamente gli effetti durante la riproduzione o l'esportazione
del file.

oo Sul lato destro, invece, vi sono 8 slider per la regolazione del volume degli strumenti virtuali pre-
scelti (F), molto utili quando si utilizzano plug-in dai suoni molto saturi o eccessivamente delicati.
A questo proposito possono tornare utili anche gli indicatori Clip (G), che evidenziano eventuali
superamenti del livello standard da parte del segnale.

oo Infine, nella parte bassa della finestra compaiono altri tre menu a tendina e un ulteriore slider oriz-
zontale per la scelta di un massimo di tre effetti da applicare al master mix (H) e per la regolazione
del volume generale (I). Naturalmente, gli effetti e il volume impostati in questa sezione saranno
assegnati contemporaneamente a tutti i suoni prescelti nei banchi della parte superiore.

• Proseguendo con l'analisi del menu MIDI/Audio, s'incontra la possibilità di aggiungere, modificare o
cancellare una traccia audio nel documento corrente.
Il sottomenu collegato all'opzione presenta inizialmente un'unica scelta, Aggiungi traccia audio; clic-
cando su di essa, lo schermo passa immediatamente alla visualizzazione Studio (cfr. Lezione n. 4),
ovvero l'unica modalità in cui sono visibili (e gestibili) gli elementi di questo tipo.
La traccia viene collocata prima di tutti gli strumenti dell'accollatura, e rappresenta un semplice conte-
nitore vuoto; per inserire effettivamente al suo interno un file audio, aprite nuovamente il sottomenu:
Fig. 30.3 - La finestra Banchi ed effetti VST
ora sarà attiva anche la seconda opzione (Carica Audio), che andrà naturalmente selezionata per acce-
dere alle risorse archiviate nel sistema. Notate che - nel frattempo - la prima opzione è stata modifica-
oo Sul lato sinistro vi sono otto menu a tendina (A), relativi ad altrettanti banchi (slot) in cui si potran-
ta, offrendo ora la possibilità di cancellare la traccia appena creata.
no caricare i VST (o gli Audio Units) con cui "dare voce" agli strumenti della partitura; ogni banco
può trasmettere su 16 canali MIDI, per un totale di 128 canali disponibili. Potete effettuare una breve verifica importando il file "Test.wav" contenuto nella cartella delle eserci-
tazioni: subito dopo l'inserimento, all'interno della traccia si vedrà la forma d'onda del segnale; al tem-
oo Se i plug-in prescelti dispongono di un'interfaccia grafica, essa potrà essere visualizzata cliccando po stesso, si aprirà una finestra - denominata Attributi della clip audio (fig. 30.5) - in cui potrete leggere
sul relativo pulsante che raffigura una matita (B): grazie ai controlli specifici di ogni estensione, ed eventualmente modificare i principali parametri dell'elemento importato.
sarà possibile attivarne i preset o configurare con libertà i suoni desiderati (fig. 30.4).

Fig. 30.5 - La finestra Attributi della clip audio

oo In primo luogo viene rappresentato il percorso che conduce al file (A), accompagnato da un pul-
sante (B) per scegliere eventualmente un documento diverso;
oo seguono alcuni dati tecnici relativi al tipo di file (C), alla sua lunghezza (D, indicata in ore, minuti,
secondi e millisecondi) e al suo formato (E, comprensivo di frequenza e risoluzione del campiona-
Fig. 30.4 - Esempio di interfaccia grafica di un virtual synth (Audjoo Helix) mento);

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 425 426 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

oo nella parte inferiore della finestra potete definire il punto di collocazione della clip nella partitura • I l menu a tendina Driver audio (A), presente solo in Finale per Windows, gestisce la scelta del
(F, che inizialmente coincide con la prima misura del brano) e le sue eventuali ripetizioni (G); driver da utilizzare per l'acquisizione del segnale audio: si può scegliere fra ASIO, ­DirectSound e
oo nel caso la clip necessiti di modifiche, con i due campi successivi (H e I) è possibile indicare un WASAPI, a seconda della versione di sistema installata.
punto di inizio e fine del file: in pratica potete "tagliare" gli estremi dell'elemento come in un vero Nel caso si opti per il driver ASIO, diverrà attivo anche il pulsante a destra (B) per l'accesso al
e proprio programma di audio editing. Facendo clic sul pulsante Imposta sulla fine (J), il punto di relativo pannello di controllo1.
taglio finale sarà fatto automaticamente coincidere con la conclusione della partitura. • Sorgente Mic (C), come si può intuire, è un menu per la scelta del dispositivo d'ingresso del se-
oo Infine, i due pulsanti di opzione (K) servono per stabilire la modalità di visualizzazione dei dati so- gnale audio: è possibile utilizzare il microfono incorporato nel computer o un microfono ester-
pra elencati, in forma di tempo o di campioni. no, che dovrà essere collegato all'apposito ingresso della scheda audio o ad una porta USB.
Con il vicino pulsante Impostazioni (D) si accede, se necessario, ai controlli generali del volume
oo Ricordate che in una partitura è possibile aggiungere una sola traccia audio, e all'interno di quest'u- del proprio sistema operativo, mentre con il menu a tendina Canale (E) - anch'esso attivo solo
nica traccia potete importare un solo file (in formato WAVE, AIFF o MP3); se dunque avete bisogno quando si sceglie il driver ASIO - si seleziona la coppia di canali di ingresso (left / right) che il
di utilizzare più clip in sequenza, dovrete precedentemente unificarle con un qualsiasi programma driver stesso dovrà utilizzare.
di audio editing. Allo stesso modo, se la clip ha un formato diverso da quelli accettati da Finale (per
• Lo slider orizzontale seguente (F), invece, regola il livello di ingresso del segnale: se la fonte
esempio AC3, FLAC, WMA ecc.), dovrete prima convertirla - sempre utilizzando un programma
sonora da registrare è troppo intensa o troppo debole, si potrà spostare il cursore in modo da
adatto.
ottenere il livello più adatto.
• Prima di proseguire, chiudete ogni finestra aperta e - se necessario - ripristinate la modalità Visualizza- A tale proposito, per monitorare l'ampiezza del segnale la finestra dispone del tipico Input
zione Pagina. ­Meter (G), composto da barre colorate che vanno dal verde al rosso; quando regolate il livello
• Il menu MIDI/Audio, in quinta posizione, presenta la voce Human Playback: il sottomenu ad essa col- d'ingresso, dovete verificare che esso non raggiunga mai la "zona rossa", poiché ciò causereb-
legato elenca tutti gli stili di "umanizzazione" applicabili alla riproduzione del brano. In coda si trova be la distorsione del segnale stesso.
l'opzione per creare uno stile personalizzato, nonché l'accesso diretto alle preferenze della funzione. • Al centro della finestra, una casella di testo (H) consente di impostare un valore in millisecondi
Per la descrizione dettagliata di tutte queste risorse, si rinvia alla lezione precedente. per compensare l'eventuale latenza del segnale audio. Questa indicazione è molto utile quan-
• Il comando Riassegna i suoni per il playback ha il compito di ripristinare l'assegnazione iniziale dei timbri do si utilizza un microfono, poiché a volte l'informazione accumula un piccolo ritardo mentre
che Finale applica ai vari strumenti della partitura: la funzione può risultare utile dopo aver effettuato "viaggia" dal microfono stesso verso il computer, compromettendo la corretta acquisizione
alcune modifiche in via sperimentale, qualora si desideri ritornare velocemente alla configurazione di dei dati.
partenza. • Nella sezione inferiore, dedicata al segnale in uscita, potete scegliere in primo luogo il dispositi-
Tenete presente che il programma ricostruisce lo status iniziale basandosi sulla Priorità nella m ­ appatura vo da utilizzare per la diffusione del suono (I), optando tra gli altoparlanti interni del computer
dei suoni, ovvero la finestra che gestisce l'ordine di utilizzo delle librerie, come si vedrà in seguito. o le eventuali casse esterne collegate al sistema.
• A seguire, la voce Impostazione periferiche è una delle più importanti del menu, poiché grazie alle sue Come per il segnale in ingresso, potete accedere ai controlli del volume di sistema (J) e, qualo-
numerose opzioni si possono configurare tutti i dispositivi audio e MIDI (sia hardware che software) ra vi siate affidati al driver ASIO, selezionare una coppia di canali per l'output (K).
facenti parte del sistema in uso. Cliccando su di essa, si apre un sottomenu con cui si accede a un con- • A seguire, il pulsante Test uscita audio (L) fa emettere al computer un suono prolungato, per
sistente gruppo di schermate di dialogo e altri controlli: consentirvi di verificare che le casse prescelte funzionino correttamente.
oo la finestra Configurazione audio (fig. 30.6) consente di agire sulle impostazioni relative agli ingressi • Infine, il menu a tendina Dimensione Buffer (M) consente di stabilire l'ampiezza del buffer di
e alle uscite audio, compreso l'eventuale collegamento di un microfono esterno. memoria da utilizzare per il playback. Il valore è espresso in campioni (samples), e la scelta
di una quantità ridotta ha il vantaggio di minimizzare l'eventuale latenza del segnale, ma per
contro aumenta le possibilità di ottenere una riproduzione a scatti, o comunque discontinua;
viceversa, un buffer molto ampio riduce al minimo la discontinuità del playback, ma produce
una latenza maggiore.

oo Chiudete ora la finestra e tornate al sottomenu Impostazione periferiche per passare alla voce suc-
cessiva, Rianalizza i plug-in VST (in Windows) o Rianalizza i plug-in Audio Unit (in MacOS).
L'opzione risulta utile quando si installa un nuovo plug-in dopo l'apertura di Finale, poiché effettua
una "rilettura" della directory contenente le estensioni al fine di rendere subito disponibile il nuovo
elemento, senza richiedere il riavvio del programma.
oo L'opzione seguente, Gestione plug-in VST (in Windows) o Gestione plug-in Audio ­Units (in MacOS)
ha invece il compito di indicare a Finale il percorso (file path) di ­archiviazione di tutte le estensioni
che desiderate utilizzare nel documento corrente e in quelli futuri.
Di norma, ogni sistema operativo riserva una specifica directory per i plug-ins audio, ma alcuni

1. ASIO (Audio Stream Input Output) è una tecnologia sviluppata da Steinberg, grazie alla quale si possono gestire contemporaneamente
flussi audio in ingresso e in uscita su più canali, garantendo la latenza più bassa possibile sia in registrazione che in ascolto. I driver ASIO,
che mettono in comunicazione il sistema operativo e la scheda audio, sono in assoluto i più utilizzati dall'utenza che utilizza il computer
Fig. 30.6 - La finestra Configurazione audio per creare musica.

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 427 428 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

pacchetti di installazione scelgono destinazioni differenti, senza contare che l'utente stesso po- • Le caselle situate accanto agli slot dei dispositivi (D) indicano il canale MIDI di base relativo a
trebbe creare una o più cartelle personalizzate per raccogliere le proprie estensioni (eventualmen- ogni banco; il valore rappresentato indica il primo dei 16 canali disponibili (quindi l'indicazione
te classificandole in base alla tipologia o all'azienda produttrice). A tale scopo, Finale deve essere completa sarebbe "1-16", "17-32", "33-48", ecc.). Ricordate che Finale può gestire un massimo
istruito in merito all'effettiva collocazione degli elementi: nella semplice finestra di dialogo che di 128 canali MIDI attraverso driver MIDI differenti.
appare (fig. 30.7) potete dunque aggiungere (o rimuovere) un numero a piacere di percorsi, cui il • I pulsanti di opzione Sync Master / MIDI Sync (E, attivi solo nella configurazione manuale) con-
programma potrà fare riferimento. sentono al programma di inoltrare un messaggio di sincronizzazione ad uno o più dispositivi
esterni. I dati di sincronizzazione vengono ricevuti da Finale attraverso una delle periferiche
specificate a sinistra (slot C) e il suo rispettivo gruppo di canali (caselle D).
Ricordate che i segnali di MIDI Sync possono essere trasmessi da un solo dispositivo alla volta.
Per fare un esempio, supponete di aver collegato il computer via MIDI a una drum machine o
ad un sequencer abilitato alla ricezione di questo tipo di messaggi; lo strumento attenderà in
pausa fino a quando Finale inizierà a suonare, e da quel momento i due dispositivi eseguiranno
la propria parte in modo perfettamente sincrono.
• La casella Latenza MIDI In (F), nella parte inferiore, è utile quando Finale riceve qualsiasi tipolo-
gia di messaggi MIDI da un dispositivo esterno (ad esempio durante una trascrizione in tempo
Fig. 30.7 - La finestra Gestione dei plug-in VST reale con lo strumento HyperScribe). In questo caso, è possibile inserire un valore in millisecondi
nella casella per correggere - nei limiti del possibile - il leggero ritardo accumulato dai dati du-
oo Proseguendo, il sottomenu presenta la voce Impostazioni MIDI, con cui si accede alla vasta finestra rante il percorso effettuato.
deputata alla configurazione dell'interfaccia MIDI. • Passando al lato destro (che - come detto - gestisce i dati MIDI in uscita), trovate in primo luogo
Si noti che nella versione di Finale per MacOS l'opzione ha un titolo leggermente diverso (Impo- il gruppo delle periferiche per l'ascolto della riproduzione (G), anch'esse con l'indicazione del
stazioni MIDI / Altoparlante interno) e anche la relativa finestra di dialogo, pur presentando molti canale MIDI di base relativo a ogni banco (H).
controlli in comune, ha un aspetto differente. Per questo motivo le descriveremo separatamente, Notate che Finale, per impostazione predefinita, utilizza 8 diverse istanze di SmartMusic
iniziando dalla finestra della versione per Windows (fig. 30.8). ­SoftSynth, il virtual instrument che costituisce la sorgente di suoni General MIDI propria dell'ap-
plicazione. A tal fine, il pulsante Impostazioni SoftSynth (I) dà accesso ad alcuni controlli per la
configurazione del predetto strumento (fig. 30.9):

Fig. 30.9 - La finestra Impostazioni SoftSynth

ǻǻ uno slider verticale (A) per la regolazione del livello di uscita;


ǻǻ un pulsante (B) per la scelta di un eventuale SoundFont alternativo a quello predefinito12;
ǻǻ un menu a tendina (C) per la selezione della periferica di output;
Fig. 30.8 - La finestra Impostazioni MIDI (Finale per Windows)
ǻǻ due pulsanti (D) per l'accesso ai controlli del volume del sistema operativo.
• Possiamo idealmente dividere la schermata in due grandi settori: la parte sinistra, che contiene • Chiudete la suddetta finestra per tornare alle Impostazioni MIDI. Proseguendo nella descrizio-
le configurazioni per i dati MIDI in ingresso, e la parte destra, relativa invece ai dati MIDI in uscita; ne dei controlli sul lato destro, i pulsanti On/off allineato (J) si riferiscono a una sofisticata
i controlli completi vengono visualizzati cliccando sul pulsante Mostra avanzate (A). opzione, supportata solo da alcune periferiche di output, per la gestione delle eventuali note
di uguale altezza eseguite sullo stesso canale MIDI. Trattandosi di un concetto assai complesso,
• Nel settore sinistro, il checkbox Auto-ricerca dispositivi di ingresso (B) permette di individuare
automaticamente i dispositivi MIDI collegati, assegnandoli ai banchi sottostanti (C), che quindi
2. Un SoundFont è una collezione di campioni audio (raccolti in un unico file con estensione .SF2) che viene configurata come strumento
non potranno essere modificati; togliendo la spunta al pulsante, i banchi verranno resi disponi- MIDI da parte di un apposito editor, e come tale può essere letta da qualsiasi programma in grado di interpretare il protocollo MIDI, tra
bili e saranno configurabili manualmente. cui ovviamente anche Finale.

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 429 430 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

faremo un esempio riferito a una situazione piuttosto comune: immaginate di avere, in una bat-
tuta della partitura, due note della stessa altezza ma di durata diversa, eseguite in due differenti
livelli di polifonia (fig. 30.10);

Fig. 30.10 - Esempio di altezze coincidenti sullo stesso rigo

Come vedete, la nota A rappresenta un Do4 della durata di 4/4 e viene eseguita simultanea-
mente (sullo stesso canale MIDI) alla nota B, un altro Do4 avente però la durata di 2/4.
Quando si verifica una situazione di questo tipo, Finale invia alla periferica i seguenti messaggi
MIDI:
ǻǻ Note ON relativo all'evento A e collocato all'inizio della misura;
ǻǻ Note ON relativo all'evento B e collocato, anche in questo caso, all'inizio della misura;
ǻǻ Note OFF relativo all'evento A e collocato alla fine della battuta (o meglio all'inizio della mi-
Fig. 30.11 - La finestra Impostazioni MIDI (Finale per MacOS)
sura successiva);
ǻǻ Note OFF relativo all'evento B e collocato all'inizio del terzo quarto della misura. • Il menu a tendina Sistema MIDI (A) permette di selezionare il framework per la gestione del
Ora, l'istruzione di Note OFF relativa alla minima potrebbe influire sul messaggio di Note OFF protocollo MIDI all'interno di Finale; per impostazione predefinita, viene utilizzato il sistema
relativo alla semibreve, troncandola anzitempo: ciò accade quando la periferica di output non CoreMIDI, comune a tutte le più recenti versioni di MacOS.
supporta i messaggi di ON/OFF concomitanti.
• Il successivo menu Playback da (B) consente, invece, di scegliere il sistema sonoro da utilizzare
Se invece il vostro dispositivo può gestire questo tipo di informazione, la selezione dei pulsanti per la riproduzione delle vostre partiture. Vi sono tre opzioni:
di ON/OFF allineato (cfr. fig. 30.8 J) farà sì che vengano rispettati tutti gli accoppiamenti tra i
messaggi di Note ON e Note OFF, evitando di "accorciare" erroneamente le note di pari altezza ǻǻ MIDI System, che si riferirà al metodo specificato nel precedente menu A;
e durata diversa eseguite sul medesimo canale MIDI. ǻǻ QuickTime Playback, che utilizzerà i suoni del player QuickTime anziché quelli dello strumento
MIDI;
• La penultima fila di checkbox (K) ha una funzione analoga a quella dei pulsanti di opzione (E)
precedentemente descritti, ovvero l'invio di un messaggio di sincronizzazione ad uno o più ǻǻ SmartMusic SoftSynth, che eseguirà i brani attingendo al SoundFont del virtual synth predefi-
dispositivi esterni. La differenza con i controlli della sezione "MIDI In" consiste nel fatto che, nito di Finale.
in questo caso, i dati di MIDI Sync non vengono ricevuti (e successivamente inoltrati) da Finale
attraverso una periferica di input, ma sono generati direttamente dal software attraverso le • Il pulsante Abilita inter-applicazione delle porte (C) deve essere selezionato nel caso in cui
proprie funzioni di riproduzione (playback) delle partiture. si voglia far comunicare Finale con altre applicazioni MIDI, come per esempio un sequencer
­software. In questo caso, il programma creerà quattro porte virtuali di input / output che po-
• All'estrema destra, la fila di checkbox (L) svolge lo stesso ruolo dei controlli precedenti, ma si tranno essere utilizzate da tutte le applicazioni compatibili con questa tecnologia.
riferisce a eventuali periferiche in grado di decodificare i dati di sincronizzazione trasmessi nel
formato MIDI Time Code (MTC). • Mappa input percussioni (D) è un controllo molto importante quando si lavora con gli strumenti
a percussione.
• Per finire, il pulsante Azzera MIDI Out (M) ha lo scopo di inviare un messaggio di Note OFF a tutte Per comprenderne la funzione, è necessario partire dal presupposto che - nei vari set di per-
le note - e su tutti i canali utilizzati - quando termina il flusso dei dati inviati dal sistema. cussioni - i singoli strumenti potrebbero corrispondere a numeri di nota MIDI molto diversi: per
Tenete presente che alcune periferiche, ricevendo questo messaggio, possono entrare in con- esempio, al timbro del rullante potrebbe essere assegnata la nota n. 60 in un set e la nota n. 70
flitto con Finale e generare situazioni di "MIDI Buffer Overflow" o "MIDI Communication Error": in un altro set. Per gestire questa situazione assai frequente, di norma si utilizzano specifiche
in tali casi, l'opzione dovrà rimanere deselezionata. mappature, con cui l'utente può visualizzare l'assegnazione di ogni strumento del set alle varie
note MIDI.
oo Analizziamo ora, come premesso, la finestra Impostazioni MIDI / Altoparlante interno della versione Lo scopo di questo pulsante, quindi, è quello di aprire una finestra in cui si potrà scegliere una
di Finale per MacOS. precisa mappatura all'interno di ogni dispositivo o plug-in, intervenendo separatamente - se
L'aspetto della schermata (fig. 30.11) è molto simile, ma vi sono alcuni controlli aggiuntivi rispetto necessario - in tutti gli otto banchi disponibili.
all'analoga finestra di Windows; per contro, risulta assai semplificata la sezione relativa alla ricezio-
ne e all'invio dei messaggi di sincronizzazione e del MIDI Time Code. • L'ultimo pulsante in basso (E) apre le impostazioni per l'audio e il MIDI del MacOS, grazie alle
Fate dunque riferimento alla descrizione della fig. 30.8 per tutte le opzioni comuni, poiché nell'im- quali si possono configurare i dispositivi di ingresso e uscita utilizzati dal computer, come i mi-
magine che segue elencheremo soltanto i comandi propri della versione per MacOS. crofoni e le interfacce audio.

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 431 432 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

oo Chiudete ora tutte le eventuali finestre attive e tornate al sottomenu Impostazione periferiche, oo Chiudete ancora le finestre attive e tornate al sottomenu Impostazione periferiche, cliccando sulla
selezionando la voce MIDI Thru. voce Canali MIDI nell'intavolatura.
Nel protocollo MIDI, come noto, la porta denominata "Thru" viene utilizzata da uno strumento (o Come il suo nome suggerisce, l'opzione è utile quando si inseriscono gli eventi con lo strumento
dalla scheda audio di un personal computer) per inoltrare a un altro dispositivo i messaggi ricevuti HyperScribe in un rigo d'intavolatura, utilizzando - in luogo della consueta master keyboard - uno
attraverso la propria porta "In"; in base a questo principio, se desiderate ascoltare dalle casse del strumento a corde (per esempio una chitarra MIDI): in tal caso, si potrà assegnare un canale diverso
computer i timbri assegnati a un rigo mentre registrate con lo strumento HyperScribe o scrivete le a ciascuna corda dello strumento, e ciò consentirà a Finale di trascrivere sempre il numero di tasto
note con gli strumenti di inserimento, la presente opzione MIDI Thru dovrà sempre essere attivata. corretto.
Grazie ad essa, infatti, gli eventi introdotti tramite la master keyboard (o il mouse, o la tastiera del La finestra di dialogo dell'opzione (fig. 30.13) è piuttosto intuitiva, e consente di impostare i canali
computer) verranno inoltrati al dispositivo o al plug-in prescelto per l'output e quindi si potranno MIDI per strumenti costituiti da un massimo di 24 corde.
udire correttamente.
Ciò premesso, la selezione della voce nel menu dà accesso a una finestra (fig. 30.12) che definisce i
parametri operativi della funzione MIDI Thru quando si utilizza Finale:

Fig. 30.12 - La finestra MIDI Thru

• la prima opzione, Disattivato (A), blocca il passaggio del segnale attraverso la porta in questio-
ne; di fatto, quindi, la selezione del pulsante disattiva l'intera voce MIDI Thru dal sottomenu
Impostazione periferiche.
Fig. 30.13 - La finestra Canali MIDI per l'intavolatura
• Con la seconda opzione, Canale fisso (B), l'inoltro del segnale viene consentito, ma tutti i mes-
saggi in ingresso - anche se provenienti da canali diversi - verranno convogliati verso un canale Come per la mappatura del MIDI Thru sopra descritta, la configurazione di default prevede che ad
unico, da indicare nella casella a fianco. ogni canale d'ingresso corrisponda sempre il medesimo canale in uscita; ovviamente, si potranno
• La terza possibilità viene definita "Intelligente" (C) poiché in questo caso Finale controlla nella effettuare tutte le variazioni desiderate.
finestra dello strumento Gestione Partitura quale suono risulta assegnato al rigo che si sta uti- Il checkbox iniziale (A) serve per attivare o disattivare le corrispondenze individuali, mentre il pul-
lizzando, e indirizza tutti i messaggi in ingresso verso il canale impostato per quello strumento. sante Ascolto della corda (B) permette di effettuare l'assegnazione dei canali suonando diretta-
Si tratta, quindi, di una variante più raffinata del comando precedente, e di norma appare sele- mente sullo strumento MIDI: come accade in molte altre finestre del programma (­relativamente
zionata per default. all'utilizzo di una master keyboard), premendo il pulsante Finale si pone "in ascolto", e quando si
• Scegliendo invece l'opzione Diretto (D), Finale effettuerà un accoppiamento dei canali in uscita suona una corda esso registra nella casella prescelta le informazioni MIDI relative al canale.
con quelli utilizzati per l'ingresso del segnale; in pratica, ogni canale di output sarà identico al
corrispondente canale di input. oo Proseguendo lungo il sottomenu, l'opzione successiva (Modifica la mappa MIDI delle percussioni)
consente di creare o modificare la struttura dei set percussivi - di cui ci siamo occupati nelle pagine
• Infine, l'opzione Mappa (E), utilizzata in congiunzione con il pulsante Modifica (F), consente precedenti - assegnando ai singoli strumenti di ogni set uno specifico numero di nota MIDI, al fine di
di effettuare una configurazione personalizzata delle corrispondenze fra i canali in ingresso e impostare la loro posizione in una master keyboard o altro strumento MIDI.
quelli in uscita.
• La finestra di dialogo presenta, in prima istanza, un menu a tendina (fig. 30.14 A) con il quale
Cliccando sul pulsante, si apre infatti una grande finestra contenente 128 caselle, ciascuna af-
potrete scegliere il dispositivo (o il plug-in) da utilizzare come sorgente per i timbri del set; vi
fiancata da un'etichetta fissa e numerata progressivamente: in pratica, ogni etichetta indica
il canale in ingresso, e la casella alla sua destra consente di scegliere l'output specifico per il sono cinque opzioni predefinite:
segnale ricevuto da quel canale. ǻǻ Nessuno (General MIDI integrato);
Nella configurazione di default, potete notare che vi è una coincidenza perfetta fra i canali ǻǻ Garritan Instruments for Finale;
in ingresso e quelli in uscita, perciò questa situazione coincide con quella ottenibile tramite
ǻǻ General MIDI;
la precedente opzione Diretto (D). Tuttavia, variando opportunamente le corrispondenze, si
potrà ottenere un numero enorme di combinazioni possibili, gestendo il transito dei segnali in ǻǻ SmartMusic SoftSynth;
maniera estremamente raffinata. ǻǻ Tapspace Drumline for Finale.

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 433 434 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

oo Le due voci successive (Invia MIDI Sync e Invia MTC), anch'esse presenti solo nella versione di Finale
per Windows, sono strettamente connesse ai controlli di trasmissione presenti nella finestra Impo-
stazioni MIDI (cfr. fig. 30.8 K e L).
Come spiegato in quella sede, con le suddette file di checkbox si configura l'invio dei messaggi di
sincronizzazione (o del MIDI Time Code) ad uno o più dispositivi esterni, abilitando a tale scopo i vari
gruppi di canali. Ciò premesso, queste due opzioni - quando selezionate - attivano "ufficialmente"
la trasmissione dei messaggi ogni qualvolta venga avviato il playback; naturalmente, se esse non
risultano selezionate, i canali MIDI - benché configurati a tale scopo - non invieranno agli output
alcun messaggio di MIDI Sync o di MIDI Time Code.
oo L'opzione Trasponi su ingresso MIDI è utilissima quando si scrive per strumenti traspositori
­ tilizzando, per l'inserimento delle note, un dispositivo MIDI esterno (master keyboard o altro stru-
u
mento affine): se la funzione è attiva, infatti, Finale si occuperà di trascrivere il materiale traspor-
tandolo in tempo reale all'altezza necessaria, tenendo conto del tipo di strumento assegnato al
rigo e del relativo intervallo di trasposizione.
Facciamo un esempio pratico, immaginando di dover scrivere in un rigo di clarinetto in SiF la se-
guente melodia (fig. 30.15):

Fig. 30.14 - La finestra Editor della mappa MIDI delle percussioni

• Qualora possediate altri dispositivi o plug-ins di terze parti, potrete aggiungerli all'elenco clic- Fig. 30.15 - Melodia di clarinetto in SiF (suoni reali)
cando sul pulsante Nuovo (B);
• per iniziare, aprite un nuovo documento predefinito;
• una volta selezionata la sorgente, con il menu successivo (C) potrete decidere di modificare
una delle mappe predefinite disponibili, oppure di crearne una completamente nuova tramite • accedete al menu MIDI/Audio, cliccate sulla voce Impostazione periferiche e, nel sottomenu,
l'apposita opzione; a titolo di esempio, scegliete proprio la voce Nuova Mappa e nella stringa attivate l'opzione Trasponi su ingresso MIDI;
sottostante (D) denominatela "Test Map"; • ora entrate in Gestione ­Partitura (cfr. Lezione n. 5) e cliccate sul pulsante Aggiungi strumento,
• a questo punto passate all'area centrale della finestra; cliccando sul menu a tendina E, vedre- scegliendo dalla famiglia dei Legni il ­clarinetto in Si F : poiché questo strumento trasporta le note
te tutte le categorie di strumenti a percussione previste dal dispositivo selezionato nel primo un tono s­ otto, Finale aggiungerà due diesis all'armatura di chiave;
controllo della finestra (A); • a questo punto potete inserire via MIDI la melodia sopra illustrata, utilizzando il metodo pre-
ferito (Inserimento semplice, ­Inserimento rapido o HyperScribe); suonate esattamente le note
• in questa sede, selezionate - sempre a titolo di prova - una grancassa (Bass Drum) e cliccate sul
dell'esempio (in Do maggiore), senza preoccuparvi in alcun modo del trasporto.
pulsante Aggiungi tipo di nota (F) per inserirla come primo strumento della vostra "Test Map";
Il risultato corrisponderà all'immagine sottostante (fig. 30.16), ossia a ciò che dovrà risultare in
• ipotizzate di voler associare la grancassa al Do centrale della vostra master keyboard, quindi partitura affinché l'esecutore esegua il passaggio correttamente.
nella colonna Nota MIDI (G) scrivete il valore "60";
• provate ad aggiungere un altro strumento, ad esempio un rullante (Snare Drum), al quale asse-
gnerete il Do S 3, perciò indicate come numero di nota il valore "61".
• Potete continuare fino a quando avrete inserito tutti i timbri desiderati, cancellando gli even-
tuali errori con il pulsante Rimuovi tipo di nota (H), così da completare la vostra mappa perso- Fig. 30.16 - La melodia trasportata automaticamente da Finale
nalizzata.
• Il campo di testo in basso (I) si attiva nel caso in cui abbiate creato un nuovo suono all'interno oo Il sottomenu Impostazione periferiche si conclude con l'opzione Ripristina ReWire.
del set (utilizzando gli specifici controlli del modulo o del plug-in) e abbiate bisogno di assegnar- Nella precedente lezione, analizzando i controlli per il playback, abbiamo descritto la possibilità di
gli un nome per individuarlo nella lista. utilizzare Finale come sorgente audio in una Digital Audio Workstation tramite il protocollo ReWire
(cfr. pag. 406 e nota n. 3 a piè di pagina); nell'ambito di questa interconnessione, può accadere che
• A lavoro ultimato, cliccate su OK: la finestra si chiude, e d'ora in avanti la "Test Map" sarà dispo-
l'applicazione ospite si chiuda inaspettatamente, per problemi di latenza troppo elevata, incompa-
nibile per tutti i vostri lavori.
tibilità con i driver della scheda audio o altri motivi analoghi.
oo Nella versione di Finale per Windows, il sottomenu Impostazione periferiche prosegue con l'opzio- In questi casi, si può tentare di risolvere l'inconveniente tramite un ripristino del plug-in ReWire di
ne Mappa dell'input delle percussioni. Questo controllo ha la stessa funzione del pulsante analizza- ­Finale, attuabile in modo rapido e diretto attraverso la presente opzione; come spiegato da un'ap-
to all'interno della finestra Impostazioni MIDI della versione per MacOS (cfr. fig. 30.11 D), e natu- posita finestra di alert (fig. 30.17), l'operazione comporta la chiusura immediata del ­programma,
ralmente il suo utilizzo è strettamente collegato alle mappature personalizzate appena descritte. che dovrà essere riavviato manualmente.

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 435 436 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

• A seguire, la voce Opzioni MIDI File ha il compito di gestire l'importazione e l'esportazione dei documenti
in formato MIDI; entrambi gli eventi possono essere configurati in modo molto dettagliato, grazie a
due finestre di dialogo richiamabili tramite un sottomenu.

oo Il primo comando apre la schermata dedicata all'importazione (fig. 30.19): i controlli qui presenti
sono indispensabili per ottenere un buon risultato quando si trasforma un MIDI file in un documen-
to di Finale, poiché il programma deve essere istruito - prima dell'operazione - relativamente ad
alcuni parametri fondamentali.

Fig. 30.17 - La finestra di alert relativa all'opzione Ripristina ReWire

• Dopo aver concluso l'analisi del ricchissimo sottomenu Impostazione periferiche, possiamo continuare
la descrizione del menu MIDI/Audio occupandoci dell'opzione Imposta l'ordine di priorità delle mappe
dei suoni.
La funzione è collegata, come ricorderete, al comando Riassegna i suoni per il playback descritto in
precedenza (cfr. pag. 425), e consiste nell'assegnazione di una priorità alle librerie di suoni disponibili
nel sistema. Selezionando la voce, si apre una semplice finestra (fig. 30.18) che elenca le raccolte utiliz-
zabili da Finale per allocare i timbri dei vari strumenti all'interno delle partiture.

Fig. 30.19 - La finestra Opzioni di importazione del file MIDI

• In primo luogo, vi sono tre pulsanti di opzione: scegliendo il primo (A), Finale trascriverà il con-
tenuto di ogni traccia del file su un diverso rigo musicale, deducendo la chiave in base all'ambito
complessivo delle note; se l'estensione del materiale è molto ampia, il programma suddividerà
le note su due righi, uno con la chiave di violino e uno con la chiave di basso.
• Scegliendo il secondo pulsante (B), verrà invece trascritto nei righi il contenuto di ogni singolo
canale MIDI, indipendentemente dalla traccia in cui esso è stato registrato. Anche in questo
caso, Finale anteporrà ad ogni pentagramma la chiave più opportuna in base all'ambito com-
plessivo del materiale.
• Selezionando infine la terza opzione (C), ogni qualvolta si avvierà l'importazione di un MIDI file
Fig. 30.18 - La finestra Priorità nella mappatura dei suoni verrà proposta la finestra Mappatura da traccia / canale ai righi, in cui la destinazione in partitura
di ogni traccia o canale potrà essere impostata manualmente.
La libreria che appare in prima posizione verrà usata dal programma per impostazione predefinita, ma
l'ordine può essere facilmente modificato selezionando gli elementi e spostandoli per mezzo delle due • Nella parte inferiore della finestra, vi sono tre sezioni distinte: l'area Includi (D) contiene una
piccole frecce a destra. serie di checkbox per la selezione di alcuni elementi ausiliari del brano, che potranno essere
compresi nell'importazione. Nello specifico, si possono acquisire:
• I due comandi successivi (Avvia il Playback e Ferma il Playback) costituiscono l'equivalente degli analo-
ghi pulsanti nella barra dei Controlli per il Playback (cfr. Lezione n. 29); possono risultare utili quando ǻǻ i cambi di tempo (ritardando, accelerando e simili);
si lavora su monitor molto piccoli e - per evidente carenza di spazio - si decide di non visualizzare sullo ǻǻ i dati continui (cioè i messaggi generati da vari controller come il pedale di risonanza, la
schermo la suddetta palette. ­modulation wheel, ecc.);
ǻǻ gli eventuali marcatori di posizione del sequencer (Markers), che in questo caso verranno con-
• L'opzione Smorza tutte le note ha il compito di inviare a tutti i dispositivi (hardware e/o software) con-
nessi al sistema un messaggio di All notes off. vertiti in segnalibri di Finale;
Quando la partitura è molto densa e vengono utilizzati contemporaneamente molti plug-in o moduli ǻǻ l'eventuale nome degli strumenti, che verrà automaticamente inserito nella sezione Elenco
sonori esterni, il sistema può accusare un eccessivo carico di lavoro; talvolta ciò si traduce in un MIDI strumenti della Gestione Partitura; in tal caso è anche possibile - tramite l'apposito pulsante
Lock, ovvero un blocco operativo per il quale una o più note continuano a suonare anche dopo l'arre- - autorizzare Finale ad "adattare" queste informazioni alla nomenclatura ufficiale prevista
sto del playback. dalla specifica General MIDI.
Il messaggio All notes off, quindi, risolve il problema interrompendo forzatamente l'esecuzione di tutte • L'area Tonalità (E), invece, comprende quattro opzioni relative all'armatura di chiave del brano
le note su tutti i canali MIDI. da importare. A seconda del pulsante selezionato, è possibile:

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 437 438 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

ǻǻ mantenere l'indicazione originale del file di provenienza; • La finestra presenta inoltre una coppia di checkbox relativi a due semplici opzioni:
ǻǻ delegare a Finale la deduzione della tonalità mediante l'analisi del materiale melodico; ǻǻ con il primo pulsante (D) si chiede a Finale di trasformare gli eventuali segnalibri presenti
ǻǻ consentire ugualmente al programma di dedurre la tonalità, chiedendo però conferma all'u- nella partitura in "marcatori di posizione" (Markers), che potranno essere correttamente in-
tente prima di applicarla effettivamente alla partitura; terpretati dalle DAW che leggeranno il file;
ǻǻ affidare completamente all'operatore la scelta dell'armatura di chiave: in questo caso, prima ǻǻ con il secondo pulsante (E), invece, si indica al programma di non aprire automaticamente
dell'importazione Finale mostrerà la finestra Armatura di chiave (cfr. Lezione n. 9) per l'op- questa finestra di preferenze ogni qualvolta si esegua l'esportazione di un MIDI file.
portuna configurazione manuale.
• Proseguendo con l'analisi del menu MIDI/Audio, la voce Area appunti (memoria) MIDI gestisce l'impor-
• Per quanto riguarda la terza area (F), vi sono due opzioni per l'impostazione dell'indicazione tazione e l'esportazione dei dati MIDI nella clipboard, ossia la sezione di memoria del computer nor-
di tempo: malmente utilizzata per le funzioni di "taglia, copia e incolla".
ǻǻ con il primo checkbox si manterrà l'indicazione originale del file di provenienza; In un'applicazione come Finale, la clipboard è utile non soltanto per memorizzare le note, le pause e gli
altri elementi di carattere grafico, ma può rivelarsi molto importante nella manipolazione dei dati MIDI:
ǻǻ con il secondo checkbox la scelta verrà affidata all'utente, perciò durante l'importazione com-
il programma, infatti, può interagire con altri software - in particolare con i sequencer ­multitraccia - per
parirà la finestra Indicazione di tempo (cfr. Lezione n. 10) per il settaggio manuale. scambiare con essi questo tipo di informazioni.
• Nella sezione inferiore compaiono due ultimi controlli: Ponete, ad esempio, di dover realizzare un brano musicale scrivendo solamente le note con Finale
e affidando, invece, al ­sequencer la gestione dei controller, delle variazioni di tempo e di tutti gli altri
ǻǻ il pulsante Imposta quantizzazione (G), che dà accesso alle relative opzioni incontrate più
elementi simili: dopo aver inserito le note, selezionerete le battute interessate e cliccherete sulla voce
volte lungo il manuale (cfr. in particolare le lezioni nn. 13 e 27), utili anche nell'importazione
Esporta i dati MIDI negli Appunti; in seguito aprirete il vostro sequencer preferito, vi importerete i dati
di un MIDI file per consentire a Finale di trascrivere correttamente eventi particolari come gli memorizzati e li elaborerete a vostro piacimento.
abbellimenti, i gruppi irregolari, ecc.
Ovviamente si può effettuare anche il percorso inverso, dapprima memorizzando nella clipboard i dati
ǻǻ il checkbox (H) con cui si impone a Finale di non aprire automaticamente questa finestra di MIDI registrati con il sequencer, quindi scegliendo - in Finale - la voce Importa i dati MIDI dagli Appunti
preferenze ogni qualvolta si esegua l'importazione di un MIDI file. per trasferire i predetti elementi nella partitura.
oo Il secondo comando del sottomenu apre la finestra dedicata all'esportazione, ovvero alle opzioni • Il comando seguente (Invia il valore MIDI) dà accesso all'omonima finestra (fig. 30.21), con la quale è
per la trasformazione di una partitura di Finale in un MIDI file (fig. 30.20). possibile inviare istantaneamente qualsiasi tipo di dato MIDI a un dispositivo collegato. L'opzione può
essere utile, ad esempio, per cambiare un preset in un sintetizzatore, oppure per resettare un pedale,
la pitch wheel, ecc.

Fig. 30.20 - La finestra Opzioni di esportazione del file MIDI

• Come tutti i programmi di videoscrittura musicale, anche Finale può salvare i MIDI file in tre
diversi formati:
ǻǻ il "Formato 1" (A), in assoluto il più diffuso, in cui ogni strumento della partitura viene asse-
gnato a una traccia diversa: in questo tipo di esportazione sono compresi anche gli eventi
scritti polifonicamente sui 4 livelli e sulle 8 voci disponibili, nonché le sigle accordali eseguibili
e i parametri MIDI dei segni di espressione;
ǻǻ il "Formato 0 (zero)" (B), che invece condensa tutta la musica della partitura in un'unica trac-
cia: l'unica separazione che viene conservata si riferisce ai diversi canali MIDI associati agli Fig. 30.21 - La finestra Invia il valore MIDI
strumenti del documento originale;
ǻǻ il formato "Mappa del tempo" (C), con il quale si ottiene un particolare tipo di MIDI file che oo In primo luogo, con i due pulsanti in alto (A) dovete stabilire se il valore da inviare è destinato a tut-
non contiene note, pause, espressioni e altri eventi simili, ma solo una "traccia temporale" in ti i canali MIDI contemporaneamente o ad un solo canale, che va specificato nella casella a fianco.
cui vengono registrati esclusivamente gli accelerando, i ritardando e le altre eventuali varia- oo Nella sezione seguente, invece, potete indicare con precisione il tipo di dato da inviare.
zioni del tempo metronomico. I pulsanti Key Off e Key On (B) spediscono un messaggio relativo al rilascio o alla pressione di un

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 439 440 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

determinato tasto; nelle due caselle a fianco indicherete rispettivamente il numero MIDI del tasto debbano sistemare alcuni problemi, come ad esempio l'errata trascrizione degli abbellimenti o una
interessato (C) e la velocity (D) con cui deve essere premuto (nel caso del Key On) o rilasciato (se suddivisione ritmica non conforme al tempo d'impianto.
il vostro dispositivo supporta i dati di Key Off Velocity). Tenete presente, tuttavia, che l'applicazione di questo comando cancellerà alcuni elementi ausiliari
associati alle note, come i segni di articolazione o le forme intelligenti.
oo Con il pulsante successivo (E) potete inviare un dato a un controller MIDI, che va specificato in-
dicandone direttamente il numero nella prima casella (F), oppure - se non conoscete questo va- • Il menu MIDI/Audio termina con una coppia di comandi che richiamano due finestre di dialogo già ana-
lore - richiamandolo dal menu a tendina sulla destra (G); per esempio, se voleste mandare un lizzate nella lezione n. 13, dedicata allo strumento HyperScribe: Click e battute a vuoto (cfr. fig. 13.7, pag.
dato al pedale del sustain, dovreste scrivere il numero che lo identifica nella tabella dei controller 151) e Impostazioni di quantizzazione (cfr. fig. 13.14, pag. 157).
(ossia il "64"). La presenza dei suddetti controlli anche in questa sede è pienamente condivisibile, poiché lo strumen-
Con la seconda casella (H) preciserete il valore da inviare al controller prescelto (trattandosi di un to HyperScribe, fra le risorse dedicate all'inserimento della musica in partitura, è quella più strettamen-
data byte, potete immettere solo numeri da "0" a "127"). te connessa al protocollo MIDI e alla sua opportuna configurazione.
oo Proseguendo, con l'opzione Timbro (I) potete modificare la patch corrente. In questo caso, dap-
prima utilizzerete il menu a tendina (J) per indicare a Finale se intendete solamente cambiare il 
timbro o agire anche sui controller "0" e "32" per richiamare un banco specifico; dopodiché nelle
tre caselle sottostanti (K) scriverete il numero degli eventuali banchi e il valore di Program Change Come specificato all'inizio della lezione, oltre al menu MIDI/Audio testé analizzato, Finale offre un'altra risorsa
prescelto. per la gestione di questo protocollo, costituita dallo strumento MIDI vero e proprio (cfr. fig. 30.2 B).
Se non siete in grado - come spesso accade - di inserire manualmente questi valori, potete servirvi Se il menu - da un lato - si occupa delle impostazioni generali del programma e della configurazione delle peri-
del menu a tendina in basso (L), che consente di navigare fra tutti i timbri disponibili. feriche con cui esso interagisce per la stesura e l'ascolto delle partiture, lo strumento MIDI - dall'altro lato - con-
sente di intervenire sui dati introdotti contestualmente alla musica; grazie ad esso, quindi, si lavora direttamente
oo Il terzultimo pulsante (M), come si intuisce dalla sua etichetta, invia un valore di modifica della sulle battute (o meglio sul loro contenuto) per apportarvi numerosi tipi di modifiche e miglioramenti.
­Pitch Wheel (il controllo rotativo che cambia l'intonazione delle note). La penultima opzione (N),
invece, si riferisce al valore di Channel Pressure, ossia l'aftertouch monofonico. Prima di iniziare la descrizione di questo componente, accedete alla cartella delle esercitazioni e aprite il file
La casella a fianco, che si trova in mezzo ai due predetti controlli, può essere associata indifferen- denominato "Documento di esempio 21.musx"13.
temente ad entrambi per inserire il valore desiderato. Ora, notate che l'attivazione dello strumento MIDI rende disponibile un nuovo menu speciale, ugualmente de-
oo Infine, il comando Altro (O) serve per inviare un qualsiasi altro tipo di dato non contemplato dai nominato: esso non va confuso, ovviamente, con il menu MIDI/Audio che si trova poco più a sinistra.
controlli di questa finestra, come ad esempio un messaggio di sistema esclusivo. Nelle tre caselle Con queste opzioni è possibile aggiungere o modificare i dati MIDI relativi agli eventi scritti in partitura: per
dovrete definire con precisione il messaggio MIDI, indicando rispettivamente lo status byte e i due esempio, potete apportare variazioni alla key velocity o alla quadratura degli eventi (affinché essi rassomiglino
eventuali data byte del messaggio stesso. a un'esecuzione umana), introdurre pedali, pitch bend, cambi di timbro e molto altro.
Naturalmente, se non conoscete alla perfezione il protocollo MIDI probabilmente non utilizzerete Per agire su questi elementi, sono previsti due tipi di selezione:
mai quest'ultima funzione.
a. se l'intervento deve aver luogo su regioni di battute più o meno ampie, le selezionerete con le stesse
oo Prima di proseguire, notate che nella parte bassa della finestra non è presente il consueto pulsante modalità utilizzate per gli altri strumenti, e in seguito sceglierete dal menu Strumento-MIDI la funzione
"OK", poiché per trasmettere un qualsiasi dato utilizzerete il comando "Invia": esso non chiude la desiderata;
finestra, ma la mantiene aperta per l'eventuale comunicazione di ulteriori dati.
b. se invece dovete operare su una sola battuta, farete semplicemente doppio clic su di essa, e si aprirà
Dopo aver inoltrato tutte le informazioni desiderate, potete uscire premendo il pulsante "Fatto".
una finestra contenente tutti i controlli necessari.
• Avviandoci alla conclusione dell'analisi di questo importante menu, descriviamo ora i tre comandi che Dopo aver effettuato le opportune modifiche, uno degli aspetti più interessanti consiste nella possibilità di
seguono: ­copiare i dati MIDI da una battuta all'altra, esattamente come per le note, le pause e gli altri elementi grafici. La
oo C arica nuovamente il driver MIDI è una funzione che si utilizza molto raramente; essa si trova solo copia dei dati avviene, come si vedrà, scegliendo il tipo di informazioni desiderate e trascinando con il mouse.
nella versione di Finale per Windows e si limita a riavviare il driver MIDI del sistema operativo, in Ciò premesso, passiamo alla vera e propria analisi dello strumento, aprendo il menu speciale e osservando le
caso di errori di sistema o altri problemi che ne compromettano temporaneamente il corretto fun- voci che lo compongono.
zionamento.
• Nella prima sezione dovete anzitutto scegliere - fra le quattro opzioni disponibili - il tipo di dati su cui
oo Riazzera la panoramica stereofonica, invece, è un'opzione che riporta automaticamente alla condi- volete lavorare: Key Velocity, Durate delle note, Dati continui o Variazioni di tempo.
zione di default il valore di panpot in tutti gli strumenti della partitura. Per quanto riguarda i dati continui, poiché essi sono di molti tipi, la selezione di questa voce dà accesso
Finale è in grado, infatti, di assegnare agli strumenti una precisa collocazione nel campo uditivo in alla finestra Visualizzazione dei dati continui (fig. 30.22), nella quale potrete specificare la categoria che
base alla posizione che essi occupano normalmente in orchestra; il programma fa riferimento ad vi interessa:
alcune configurazioni specifiche, che vanno dallo strumento solista alla grande formazione sinfoni-
ca, e regola di conseguenza i controlli del panpot nel suo mixer integrato. oo qui trovate i Controller (A), il cui numero si può scrivere direttamente nella casella o richiamare dal
Ricordate che queste impostazioni possono essere influenzate anche dallo Human Playback, il qua- menu a tendina;
le - se attivato - ha sempre la priorità sulle opzioni generali della riproduzione. oo i Patch Changes, ossia i cambiamenti di timbro (B);
oo Ritrascrivi, infine, si attiva solo selezionando preventivamente una o più battute, e ordina a Fi-
nale di riscrivere la regione in base alle impostazioni di quantizzazione specificate nell'omonima 3. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 21.xml" seguendo le istru-
finestra dello strumento HyperScribe (cfr. Lezione n. 13). Il comando è molto utile nei casi in cui si zioni riportate nell'Appendice 1.

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oo il Channel Pressure, ovvero il controllo dell'aftertouch monofonico (C);


oo la Pitch Wheel (D) per la modifica dei dati continui relativi all'altezza dei suoni.
Notate anche la presenza - come in altre finestre simili - del pulsante Ascolto (E), che pone Finale in
attesa di ricevere direttamente l'informazione tramite la pressione di un tasto o l'azionamento di un
­controller da parte dell'utente.

Fig. 30.24 - La finestra Scala

• Questo metodo costituisce un'alternativa molto più semplice rispetto alla procedura analiz-
zata nell'ambito dello strumento Espressione (cfr. Lezione n. 17), a proposito delle cosiddette
"forme eseguibili".
• In questo caso, la progressione della velocity va impostata scrivendo nelle due caselle iniziali
(A) il valore di partenza e quello di arrivo.
Fig. 30.22 - La finestra Visualizzazione dei dati continui
• I due pulsanti di opzione servono per comunicare a Finale se i valori sopra indicati sono assoluti
(B), oppure se vanno calcolati in percentuale rispetto ai valori esistenti (C).
• Chiudete la suddetta finestra e selezionate le prime due battute del documento di esempio; aprendo
Per fare un esempio, se scrivete nelle caselle i valori "30" e "120", cliccando sulla prima op-
nuovamente il menu Strumento-MIDI, noterete che la voce Modifica Key Velocity viene proposta per
default. zione otterrete un crescendo che va da un reale valore "30" a un reale valore "120"; viceversa,
cliccando sulla seconda opzione, avrete un crescendo che va dal "30%" al "120%" della dinamica
• Se ora osservate la sezione centrale del menu, vedrete che sono state attivate tutte le operazioni ef- originale.
fettuabili sulla key velocity delle note presenti nella selezione (Imposta, Scala, Aggiungi, ecc.).
Come avrete intuito, dunque, il presente menu si comporta in modo dinamico: se infatti, anziché sce- oo La terza opzione (Aggiungi...) è semplicissima, e consiste nell'aggiunta di un valore a quello già
gliere la voce Modifica Key Velocity, attivate - per esempio - l'opzione Modifica durate delle note, i con- assegnato agli elementi delle battute selezionate (fig. 30.25).
trolli della sezione centrale avranno effetto non più sull'intensità delle note, ma sul loro valore. Ricor-
date che anche le etichette interne di tutte le finestre di dialogo si adatteranno, caso per caso, alla
tipologia di dati prescelta.
• Rimanendo, per ora, alle modifiche della key velocity, esaminiamo i dati su cui si può intervenire:
oo con la prima opzione (Imposta a...) si apre una piccola finestra (fig. 30.23) con cui si possono unifor-
mare tutte le dinamiche a uno stesso valore predefinito (da "0" a "127"): Fig. 30.25 - La finestra Aggiungi

• N
el caso della dinamica, se il valore delle note fosse pari a "50", scrivendo la cifra "40" nella
casella portereste il valore complessivo di ogni nota a "90".
• Quando effettuate queste operazioni, tenete sempre presente che il valore massimo di un dato
MIDI è pari a "127", quindi è sostanzialmente inutile inserire nella casella valori che ­diano luogo
a una somma superiore al limite consentito.

Fig. 30.23 - La finestra Imposta a • Ricordate, inoltre, che questa funzione non si limita al solo incremento dei valori, ma può anche
ridurli: per ottenere questo risultato dovrete semplicemente scrivere nella casella una cifra
• il primo checkbox (A) attiva l'assegnazione di un valore fisso di dinamica per il momento iniziale negativa.
delle note (Key On Velocity), da indicare nella relativa casella;
oo La quarta opzione (Alterazione percentuale) consente di effettuare un'operazione analoga alla pre-
• analogamente, il secondo checkbox (B) attiva l'assegnazione di un valore fisso di dinamica cedente, ma in questo caso - anziché scrivere un valore assoluto - dovrete indicare un incremento o
per il momento finale delle note (Key Off Velocity), ovviamente efficace solo se il dispositivo o il una riduzione in percentuale rispetto ai valori esistenti (fig. 30.26).
­plug-in che state utilizzando supporta questa funzione.
• Ricordate, comunque, che se nelle battute vi sono segni di espressione o di articolazione a cui sia
stata assegnata un'azione relativa alla dinamica, quest'ultima avrà il sopravvento sulle variazio-
ni effettuate in questa piccola finestra; le correzioni qui apportate, perciò, saranno udibili solo
per le note non interessate dai suddetti elementi.
oo Con la seconda opzione (Scala...), accederete a una finestra simile alla precedente (fig. 30.24),
con cui imposterete una variazione graduale delle intensità, ovvero un reale effetto di crescendo o
­diminuendo. Fig. 30.26 - La finestra Alterazione percentuale

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 443 444 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

oo A seguire, la voce Limitazione - come si può intuire - consente di porre dei limiti ben precisi • D
i norma, i valori che assicurano i risultati migliori vanno da "10" a "20", mentre con misure più
­all'escursione dinamica degli eventi (fig. 30.27): in pratica, si tratta di una sorta di "compressore alte si otterrà un range di variazioni più elevato, con esiti decisamente bizzarri.
MIDI", utilissimo quando si utilizzano strumenti virtuali dal timbro delicato, che possono essere -
• Un'applicazione interessante e meno convenzionale di questa funzione si può ottenere nei
per così dire - "sopraffatti" da altri timbri più aggressivi durante l'ascolto.
casi in cui il playback debba eseguire molte note contemporaneamente, indirizzandole ver-
In questi casi, sarà opportuno stabilire una soglia dinamica minima che consenta di udire senza pro-
so un unico dispositivo MIDI; in queste situazioni, a volte si verificano problemi di sincronia
blemi tali strumenti lungo tutto il brano.
nell'esecuzione, poiché il dispositivo non riesce a gestire in modo efficace la simultaneità degli
eventi: applicando perciò la Modifica casuale ai valori di Durata delle note e inserendo un piccolo
ammontare di accidentalità nella casella, i suddetti problemi verranno frequentemente risolti.

oo Selezionando l'ultima opzione di quest'area del menu (Azzera), non si aprirà alcuna finestra di dia-
logo, ma vi sarà un esito diretto: il suo scopo, infatti, consiste nella cancellazione istantanea di tutte
le modifiche eventualmente apportate alla dinamica degli eventi, i quali saranno tutti ricondotti al
valore di default (in questo caso pari a "64").

• Prima di proseguire con l'analisi, ricordate ancora che tutte le funzioni sopra descritte si adattano dina-
Fig. 30.27 - La finestra Limitazione
micamente alle quattro categorie di dati elencati all'inizio del menu.
Nelle situazioni proposte, abbiamo sempre preso come riferimento la key velocity, ma tutte le funzioni
oo La funzione Altera l'interpretazione rappresenta un'evoluzione più sofisticata delle precedenti
- ovviamente - possono essere applicate anche alle altre tre tipologie di dati MIDI, con alcune com-
­opzioni Aggiungi e Alterazione percentuale; mentre, infatti, con quei controlli viene modificata la
prensibili eccezioni: per esempio, lavorando sui dati relativi alle variazioni di tempo, saranno escluse le
dinamica per tutti gli eventi indistintamente, in questo caso si può intervenire sulle singole pulsazio-
ni delle battute. funzioni Altera l'interpretazione e Modifica casuale, che in tal caso non avrebbero alcun senso.
La denominazione della finestra di dialogo (fig. 30.28) prende dunque spunto da questa caratteri-
stica: variando la dinamica delle note interne di una battuta, sarà più accentuata la "sensazione" di Come ricorderete, introducendo il menu Strumento-MIDI abbiamo affermato che per la manipolazione dei dati
un'esecuzione umana anziché computerizzata. sono previsti due tipi di selezione: quella più ampia, che coinvolge due o più battute, e quella limitata a una sola
misura; in quest'ultimo caso, anziché intervenire a livello generale su tutti gli eventi dell'area evidenziata, si
potrà agire sulle singole note.

Fate quindi doppio clic sulla prima battuta del brano (in uno dei tre righi a scelta); l'azione produce un risultato
molto diverso, a seconda che stiate lavorando con la versione di Finale per Windows o con quella per MacOS:
• in Windows, la finestra del documento si divide in due parti (separate da una linea orizzontale trascina-
bile a piacere): i dati MIDI appaiono nell'area superiore, mentre la sezione inferiore conserva la visualiz-
zazione della partitura (fig. 30.30).

Fig. 30.28 - La finestra Altera l'interpretazione

• Per effettuare l'intervento vi sono prima di tutto tre caselle (A) che fanno riferimento rispet-
tivamente alle pulsazioni in battere, a quelle in levare e ai cosiddetti accenti deboli (ossia la se-
conda parte di ogni pulsazione nei tempi semplici e la seconda e terza parte di ogni pulsazione
nei tempi composti).
• A ciascuna di queste categorie potete assegnare un diverso valore dinamico: anche in questo
caso - servendovi dei due pulsanti di opzione in basso - specificherete se i dati sono assoluti (B)
o se essi vanno calcolati in percentuale (C) rispetto ai parametri esistenti.
oo Con l'opzione Modifica casuale è possibile impostare un certo "indice di imprevedibilità" delle di-
namiche, così da conferire all'esecuzione un carattere più umano e meno meccanico (fig. 30.29).

Fig. 30.29 - La finestra Modifica casuale Fig. 30.30 - Il pannello per l'intervento sui dati MIDI dei singoli eventi (Finale per Windows)

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• in MacOS, invece, si apre una finestra denominata Strumento MIDI (fig. 30.31) in cui potrete apportare oo il suo momento iniziale (B, da indicare in EDUs): modificate questo valore se desiderate che la nota
tutte le modifiche desiderate. venga riprodotta in ritardo (o in anticipo, usando una cifra negativa) rispetto alla sua posizione
"ufficiale" nella battuta;
oo il suo momento finale (C): contrariamente al caso precedente, la variazione di questo parametro
(sempre espressa in EDUs) farà sì che la nota termini in ritardo (o in anticipo) rispetto alla sua po-
sizione "ufficiale" nella battuta;
oo la sua velocity (D, naturalmente indicata con un valore da "0" a "127").
oo Questi dati - come abbiamo visto in precedenza - potrebbero essere impostati anche con altri me-
todi, ma la finestra offre il vantaggio di poter regolare tutto con una sola operazione, senza dover
accedere a diverse schermate ed effettuare numerosi passaggi.
oo Ricordate inoltre, quando lo strumento MIDI è attivo, che potete raggiungere queste opzioni fa-
cendo semplicemente doppio clic sulla maniglia prescelta.

Fig. 30.31 - La finestra per l'intervento sui


dati MIDI dei singoli eventi (Finale per MacOS)
Fig. 30.32 - La finestra Modifica la nota MIDI
• Rispetto alla visualizzazione di Windows (in cui viene mostrata solo l'accollatura prescelta e tutte le
operazioni sono delegate al menu), la schermata del Mac offre in aggiunta alcuni pulsanti per accedere • Uscite con il pulsante Annulla e - tornati al menu Strumento-MIDI - impostate la categoria Tempo: essa
alle varie categorie di dati MIDI (A) e un gruppo di frecce per spostare il centro focale della finestra nel- è necessaria per poter attivare la voce successiva, Adatta al tempo.
le quattro direzioni (B), navigando lungo la partitura; risulta utile anche il menu a tendina per spostarsi Si tratta di una funzione molto interessante, che adatta la durata complessiva di una regione di battute
attraverso i livelli (C), in caso di scrittura polifonica. (o dell'intero brano) alle indicazioni assegnate nell'apposita finestra di dialogo (fig. 30.33).

• Al di là di queste differenze puramente formali, che in realtà costituiscono un retaggio delle vecchie
versioni - e inspiegabilmente non sono state ancora uniformate - le operazioni che si possono compie-
re in questa sede sono sostanzialmente identiche in entrambe le piattaforme.

Qualunque sia la versione di Finale in vostro possesso, notate che nell'area di anteprima ogni nota è stata affian-
cata da una maniglia quadrata: facendo un clic singolo su una maniglia a scelta, la rappresentazione grafica del
relativo dato MIDI (una sottile linea verticale) verrà evidenziata in rosso nella parte superiore.
Come sempre, potete effettuare una selezione multipla delle maniglie, trascinando il mouse attorno ad esse o
facendo clic su ogni elemento mentre tenete premuto il tasto SHIFT.
Quando la nota (o le note) che vi interessano saranno state messe in evidenza, potrete tornare al menu
Fig. 30.33 - La finestra Adatta al tempo
­Strumento-MIDI e accedere a tutte le funzioni descritte nelle pagine precedenti, in relazione alla selezione mul-
tipla delle battute.
oo Nella parte superiore vi sono tre valori puramente informativi, che si riferiscono alla regione attual-
mente selezionata (in questo caso la mis. 1):
Concludiamo la lezione esaminando le ultime voci del menu Strumento-MIDI, che conducono ad alcune opera-
zioni ausiliarie da compiere durante (o dopo) la modifica dei dati relativi al materiale inserito; ai fini della spiega- • il primo valore (A) indica il tempo trascorso dall'avvio del brano fino all'inizio della battuta sele-
zione, mantenete attiva la duplicazione della finestra (in Windows, cfr. fig. 30.30) o la finestra Strumento MIDI zionata: il dato è espresso sia nel formato "battute | pulsazioni | EDUs", sia nel timecode SMPTE
(in MacOS, cfr. fig. 30.31). che prevede "ore : minuti : secondi : millesimi di secondo";
• il secondo valore (B) indica invece il tempo trascorso dall'avvio del brano sino alla fine della
• In primo luogo, selezionate l'opzione Modifica Key Velocity, quindi cliccate sulla maniglia di una nota
battuta selezionata: anche in questo caso, il dato viene espresso nei medesimi formati;
qualsiasi nel documento di esempio e aprite ancora il menu: la voce Modifica la nota MIDI, precedente-
mente inattiva, è ora disponibile. • il terzo valore (C) rappresenta la differenza tra i primi due: esso viene definito Tempo trascorso
Essa dà adito a una finestra (fig. 30.32 a pagina seguente) che informa l'utente in merito ai principali ed è indicato solo con il timecode SMPTE.
parametri della nota selezionata:
oo Dopo aver valutato le predette informazioni, potete intervenire nei campi di testo sottostanti: sce-
oo il suo numero MIDI (A): ricordate sempre, a titolo di riferimento, che il Do centrale del pianoforte gliendo l'opzione Nuovo tempo finale (D) e cambiando i dati della relativa casella, modificherete il
corrisponde al n. 60; valore indicato nella seconda stringa (B);

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Lezione 30. Il MIDI e l'audio | 447 448 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

oo viceversa, scegliendo l'opzione Nuovo tempo trascorso (E) e cambiando i dati della relativa casella,
modificherete il valore indicato nella terza stringa (C), ossia la durata dell'area selezionata.
oo Questa funzione, perciò, si può assimilare all'algoritmo di time stretching presente in molti pro-
grammi di audio editing, poiché - in base ai valori inseriti dall'utente - il tempo metronomico del
brano verrà dilatato o compresso, senza apportare alcuna variazione all'altezza dei suoni.

• Uscite con il pulsante Annulla e fate ancora doppio clic su una battuta qualsiasi, in modo da accede-
re alle funzioni di editing individuale; aprite il menu Strumento-MIDI e selezionate la prima categoria
(­Modifica Key Velocity), affinché compaiano anche le maniglie.
• Per quanto riguarda l'opzione Esegui, essa sostituisce - in quest'unica sede - il pulsante Play dei Controlli
per il Playback: l'attivazione del comando, infatti, consentirà di ascoltare esclusivamente la regione
selezionata mentre si lavora alla modifica dei dati MIDI in essa contenuti.
• La voce successiva (Mostra le note selezionate) rappresenta - invece - una sorta di "filtro grafico" che
viene applicato alla parte superiore della finestra: attivandola, in quest'area saranno visualizzati (sem-
pre in colore rosso) soltanto i dati MIDI relativi alle note su cui avete cliccato.
Come s'intuisce, la funzione può essere utile per "sfoltire" un po' il campo nel caso in cui l'area conten-
ga un grande numero di eventi; se infatti vi sono troppe barre nella parte superiore, la lettura dei dati
potrebbe diventare assai disagevole.
• Nella penultima sezione del menu vi sono due voci riferite alle funzioni di "copia e incolla" mediante
trascinamento, cui abbiamo accennato in precedenza (cfr. pag. 440). A questo proposito, avete due
possibilità:
oo scegliendo la prima opzione (Trascinando copia la musica), se spostate una regione contenente mu-
sica e informazioni MIDI su un'altra area della partitura, clonerete sia la musica (note, pause, ecc.)
che i relativi dati MIDI;
oo scegliendo invece la seconda opzione (Trascinando copia i Dati MIDI), con lo spostamento clonerete
esclusivamente le informazioni MIDI e non la musica: questa funzione, evidentemente, è molto utile
quando si desideri applicare una stessa sequenza di eventi MIDI (per esempio un crescendo, un
ritardando, una pedalizzazione pianistica, ecc.) a due o più battute dal contenuto musicale diverso.
• In ultima analisi, la voce Applica Human Playback assegnerà alla regione selezionata uno specifico stile
di "riproduzione umanizzata"; è possibile scegliere uno dei numerosi stili predefiniti, oppure optare
per uno stile personalizzato, configurando manualmente tutti i parametri.
Per la descrizione dettagliata dei suddetti argomenti, fate riferimento alla Lezione n. 29 e - in partico-
lare - alle fig. 29.5 (pag. 409) e 29.16 (pag. 417).

Per riassumere in breve, in questa lezione abbiamo esaminato approfonditamente le modalità con cui Finale ge-
stisce il MIDI e l'audio delle partiture. Si tratta senza dubbio di un argomento molto complesso, ma vale la pena
di conoscerlo adeguatamente, poiché la padronanza nell'utilizzo di queste funzioni vi consentirà di ottimizzare
al meglio la resa dei vostri dispositivi (siano essi hardware o software), di ottenere una soddisfacente e realistica
riproduzione in playback, nonché di esportare i vostri file MIDI o audio in modo tecnicamente ineccepibile.

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450 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

Ovviamente, se si tratta di un'indicazione riferita a un rigo specifico (e non a tutto l'organico), dovrete
fare esattamente il contrario, ovvero assegnare il blocco di testo alla misura e scegliere dal menu a
tendina lo strumento (o voce) che vi interessa.

Lezione 31 Nel caso del presente esempio mozartiano, gli elementi dell'intestazione dovranno ovviamente essere
presenti in tutte le parti, quindi mantenete l'assegnazione alla pagina.
• Un altro controllo importante va effettuato nella finestra degli Attributi del rigo (cfr. fig. 5.14, pag. 39):
L'estrazione delle parti per accedervi, attivate lo strumento Rigo musicale e fate doppio clic sulla battuta iniziale del Violino
primo.
La sezione Elementi da visualizzare, come vedete, contiene un nutrito gruppo di checkbox per determi-
nare gli oggetti da mostrare in partitura: in particolare, osservate il pulsante Nome del rigo nelle parti
(fig. 31.1).
L'ultima lezione di questo manuale è dedicata a un'operazione non sempre necessaria, ma comunque impor-
tantissima: l'estrazione delle parti.
Coloro che non praticano la cosiddetta "musica colta", probabilmente non dovranno mai utilizzare questa pro-
cedura, ma nella musica classica, nel jazz e nella contemporanea si tratta senza dubbio di una delle operazioni
più frequenti e indispensabili.

Prima dell'avvento della notazione musicale informatizzata, il compositore che realizzava un'opera per ­ensemble
- piccolo o grande che fosse - dopo aver steso la partitura doveva affrontare un noiosissimo lavoro di foto-
copiatura e ritaglio delle parti destinate ai singoli esecutori, talvolta essendo costretto addirittura a scriverle
­manualmente; per questo motivo, quando Finale e gli altri software di videoscrittura si affacciarono sul merca-
to, la possibilità - da essi offerta - di estrarre automaticamente le parti fu salutata da tutti gli addetti ai lavori con
grande entusiasmo.
Fig. 31.1 - Il pulsante per la visualizzazione del
Tuttavia, le prime versioni di questi programmi (Finale incluso) prevedevano una serie di passaggi piuttosto nome del rigo nelle parti staccate
macchinosi, generando spesso risultati al di sotto delle aspettative, al punto che le correzioni da effettuare per
Per impostazione predefinita questo controllo risulta sempre disattivato, perciò mantenendo tale
rendere accettabile il lavoro richiedevano più tempo del completo rifacimento delle parti stesse. Fortunata-
­status la parte staccata del Violino primo non riporterà il nome dello strumento davanti alla prima ac-
mente, tutti i software apportarono gradualmente alla procedura una serie continua di migliorie e correzioni,
collatura del brano. Vi sono molti illustri esempi in cui tale scelta viene effettuata consapevolmente,
cosicché oggi l'estrazione delle parti si può effettuare con soddisfazione, ottimi risultati ed enorme risparmio poiché - a seconda delle prassi adottate dalle varie case editrici - il nome del rigo può essere collocato
di tempo. in un altro punto della pagina; se invece desiderate che esso venga situato vicino al rigo (proprio come
In ogni caso, è necessario conoscere alla perfezione le tecniche per realizzarla, effettuando vari tentativi e an- accade nella partitura), il presente checkbox dovrà necessariamente essere selezionato.
notando le soluzioni più frequenti, poiché ogni partitura costituisce un unicum e perciò non si può redigere un
Per il Quartetto di Mozart seguite pure quest'ultima impostazione, avendo cura di ripetere la selezio-
"prontuario" di regole valide per tutte le occasioni. In questa lezione, quindi, vedremo come Finale gestisce
ne per tutti gli strumenti dell'organico; al fine di velocizzare l'operazione, potete utilizzare il plug-in
l'estrazione e analizzeremo - come sempre - tutti i passaggi e le finestre di dialogo previste dal p
­ rogramma.
­Attributi globali del rigo (cfr. Lezione n. 28, pag. 388).
A corredo della descrizione, utilizzeremo l'incipit del meraviglioso e celebre Quartetto in Sol maggiore K 387 di
• Un'ultima importante verifica va fatta in relazione alle scelte effettuate durante l'impaginazione ge-
W.A. Mozart; per seguire gli esempi sul vostro computer, accedete dunque alla consueta cartella delle esercita- nerale della partitura e la configurazione del layout: alcune tavolozze e finestre di dialogo, infatti, con-
zioni e aprite il file denominato "Documento di esempio 22.musx"1. tengono opzioni che possono essere riferite sia alla partitura che alle parti staccate. Ad esempio, le
Prima di iniziare, va premesso che - quando si estraggono le parti - vi sono alcune azioni preliminari comuni da tavolozze Modifica i margini di pagina e Modifica i margini dell'accollatura dello strumento Configura
effettuare sulla partitura: esse devono essere sempre applicate per non essere costretti ad apportare inutili Pagina (cfr. Lezione n. 7) consentono di applicare le proprie impostazioni a tutte le istanze, tramite il
aggiustamenti o inserzioni nei documenti risultanti: pulsante nella parte inferiore (fig. 31.2).

• in primo luogo, il titolo, l'autore, l'indicazione di andamento e tutti gli altri elementi testuali che compa-
riranno nelle parti staccate devono essere assegnati alla pagina e non a una battuta specifica: solo così
facendo essi saranno sicuramente presenti in tutti gli estratti, altrimenti Finale li inserirà soltanto nella
parte dello strumento (o voce) a cui sono stati originariamente attribuiti.
Questo controllo si può effettuare con facilità attivando lo strumento Testo (cfr. Lezione n. 21), indi
cliccando col tasto destro sulla maniglia di ogni blocco di testo e richiamando dal menu contestuale la
voce Attributi della cornice di testo: nella finestra che si apre (cfr. fig. 21.13, pag. 291) potrete verificare
velocemente (ed eventualmente rettificare) i parametri di assegnazione.

1. Se state utilizzando una versione di Finale precedente alla 2014, importerete il file "Documento di esempio 22.xml" seguendo le istruzio-
ni riportate nell’Appendice 1. Fig. 31.2 - Applicazione dei parametri di impaginazione alla partitura e alle parti

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Lezione 31. L'estrazione delle parti | 451 452 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

• Ricordate quindi, prima di avviare la procedura, di effettuare tutte le opportune verifiche affinché il oo In questa seconda schermata, riveste un'importanza particolare il pulsante Preferenze creazione
risultato sia il più possibile conforme alle vostre aspettative e non sia necessario - se non in minima parte (A): esso dà accesso a una terza finestra (fig. 31.5) contenente le opzioni più importanti della
parte - apportare correzioni o altre modifiche alle parti ottenute. procedura, che influiranno in modo consistente sull'aspetto dei documenti prodotti.
Ciò detto, tenete presente che Finale prevede tre diversi metodi per effettuare l'estrazione delle parti; potete
scegliere la modalità preferita in base alla natura e alla destinazione delle parti stesse.

PRIMO METODO
Rappresenta la soluzione più tradizionale, e prevede che le parti vengano estratte come documenti separati
rispetto al file di origine: come tali, esse saranno completamente indipendenti dalla partitura, sia in relazione alle
eventuali modifiche del layout e dei contenuti, sia riguardo al salvataggio e alla stampa.
• Accedete al menu File e selezionate Estrazione delle parti: si aprirà l'omonima finestra (fig. 31.3), nella
cui anteprima (A) - come si vede - appare solo un checkbox relativo alla partitura (Score), poiché non è
stata ancora generata alcuna parte.

Fig. 31.5 - La finestra Preferenze per la creazione delle parti

• Il checkbox iniziale (A), quando selezionato, autorizza Finale a creare automaticamente le bat-
tute d'aspetto ogni qualvolta le parti presentino un certo numero di misure vuote consecutive.
La foggia, la frequenza e le altre caratteristiche delle suddette battute si possono configurare
premendo sul vicino pulsante (B), con cui si accede ai parametri già ampiamente descritti du-
rante la trattazione dello strumento Misure (cfr. Lezione n. 15).
• Le quattro opzioni seguenti (C) si riferiscono alla spaziatura della musica contenuta nelle parti
staccate, e sono assolutamente indispensabili per assicurare la giusta uniformità alla distribu-
zione degli eventi.
Le prime tre possibilità coincidono con quelle offerte dal menu Utiità, di cui ci siamo occupati
nella Lezione n. 27 (cfr. Opzione n. 9, pag. 357-359); la quarta scelta, invece, rappresenta un'e-
Fig. 31.3 - La finestra Estrazione delle parti sclusiva del processo di estrazione e consente di copiare nelle parti staccate la stessa spaziatura
• Prima di dare il via all'estrazione vera e propria, è possibile predefinire alcuni aspetti importanti (dal utilizzata per la partitura, compresi tutti i parametri eventualmente personalizzati dall'utente.
formato delle pagine alla spaziatura della musica, dalla gestione delle battute d'aspetto alla creazione • Se desiderate intervenire in modo ancora più sofisticato sulla spaziatura, fate clic sul pulsante
di sotto-gruppi strumentali, ecc.): il tutto attraverso un'articolata struttura "a matrioska" comune ad successivo (D), che vi condurrà all'apposita schermata delle Opzioni del documento in cui po-
altre aree del programma. Cliccando dunque sul pulsante Gestione delle parti (B), si apre una seconda trete personalizzare ogni minimo dettaglio.
finestra (fig. 31.4) deputata all'elencazione delle parti predisposte e del relativo ordine di estrazione.
• Nella parte inferiore vi sono alcune proposte (E) mutuate direttamente dai principali strumen-
ti di gestione del layout: anche in questo caso si tratta di operazioni già analizzate nel corso del
volume, come la possibilità di stabilire il numero di battute per ogni accollatura, di conteggiare
le battute d'aspetto come una misura unica, e di spaziare uniformemente le accollature in sen-
so verticale.
Queste opzioni dovrebbero essere sempre utilizzate nel processo di estrazione, poiché aiutano
a conferire alle parti un aspetto più che soddisfacente, riducendo al minimo gli ­eventuali inter-
venti di aggiustamento.
• La finestra si chiude con il pulsante Formato pagina per le parti (F), grazie al quale si definisco-
no le impostazioni editoriali delle parti staccate (dimensione, orientamento e percentuale di
stampa dei documenti, marginatura delle pagine e delle accollature interne, ecc.).
La finestra di dialogo (fig. 31.6) rappresenta la perfetta "controparte" della schermata Formato
pagina della partitura, analizzata durante la trattazione dello strumento Configura Pagina (cfr.
Fig. 31.4 - La finestra Gestione delle parti fig. 7.10, pag. 62). Procedete dunque alla compilazione dei dati necessari:

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Lezione 31. L'estrazione delle parti | 453 454 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

Fig. 31.7 - La finestra Gestione delle parti (versione estesa)

Fig. 31.6 - La finestra Formato pagina delle parti staccate


• nella parte destra (A), quindi, scegliete lo strumento che vi interessa (per esempio il Violino
primo) e con il pulsante Aggiungere alla parte (B) trasferitelo nell'area centrale (C).
ǻǻ nella prima sezione (A) non modificate nulla, poiché il formato "A4" e l'orientamento "verti-
Notate che con questo metodo si possono creare anche estratti contenenti due o più strumen-
cale" sono già correttamente impostati; ti della partitura originale: ad esempio, selezionate anche la Viola e aggiungetela alla struttura
ǻǻ per quanto riguarda il ridimensionamento della pagina (B), potete fissare il valore a "85 %", del documento che state creando (sempre con il pulsante B); le possibilità che si producono,
poiché il materiale non è particolarmente denso; quindi, sono davvero molto interessanti, specialmente quando si lavora su partiture dal grande
organico.
ǻǻ la dimensione delle accollature (C) e i loro margini (D) possono rimanere inalterati, conside-
rando che vi servirete della spaziatura automatica; • A questo punto, assegnate una denominazione alla nuova parte per riconoscerla all'interno
dell'elenco: cliccate sul pulsante Modifica il nome della parte (D) e - nella consueta finestra
ǻǻ passando ai margini di pagina (E), potete utilizzare i valori sperimentati con successo in Modifica del testo - digitate "Primo + Viola"; confermando con OK, il nome della vostra "parte
altre occasioni, fatta eccezione per il margine sinistro che andrà leggermente aumentato, doppia" comparirà nella prima area a sinistra (E).
poiché i nomi degli strumenti sono piuttosto lunghi e saranno visualizzati accanto al primo
pentagramma: impostate quindi una distanza di "164 (EVPUs)" per il margine Alto, "300" per • Il pulsante Specifica disposizione delle voci (F) merita una citazione speciale: esso risulta utile
il ­Sinistro, "240" per il Destro e "164" per il Basso; qualora lo strumento da estrarre sia scritto polifonicamente e nella parte staccata si voglia far
confluire solo uno (o solo alcuni) dei livelli presenti. Pur non trattandosi di un caso molto fre-
ǻǻ infine, abbassate adeguatamente la prima accollatura (F), in modo che il titolo di ogni parte quente, è bene conoscere il funzionamento della relativa finestra di dialogo (fig. 31.8):
disponga di uno spazio adeguato: fissate perciò il valore Alto a "420 EVPUs";
ǻǻ le altre sezioni non richiedono alcun intervento per questa specifica estrazione (poiché i do-
cumenti risultanti consteranno di una sola pagina), quindi confermate con il pulsante OK sia
in questa finestra che nella precedente (cfr. fig. 31.5), così da concludere la fase di imposta-
zione del layout delle parti.

oo Con le due ultime conferme siete tornati alla finestra Gestione delle parti (cfr. fig. 31.4): ora, serven-
dovi degli altri controlli qui presenti, potete effettuare due distinte operazioni:
a. creare immediatamente gli estratti di tutti gli strumenti dell'organico, premendo il pulsante
Genera le parti (fig. 31.4 B);
b. creare solo una o più parti a vostra scelta, cliccando sul pulsante Nuova parte (C).

oo Ai fini dell'esercitazione, analizziamo prima la seconda possibilità: fate dunque clic su Nuova parte
e subito noterete che la schermata si allarga, mostrando numerose opzioni aggiuntive (fig. 31.7).
La nuova struttura ricorda senza dubbio la finestra dell'Impostazione guidata (cfr. fig. 1.3, pag. 5),
ugualmente composta da tre aree comunicanti, tuttavia in questo caso si procede a rovescio, ov-
vero da destra verso sinistra: Fig. 31.8 - La finestra Disposizione voci per il rigo

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Lezione 31. L'estrazione delle parti | 455 456 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

Sostanzialmente vi sono due possibilità: • In primo luogo cancellate la parte precedentemente creata, per fare maggior chiarezza: nella finestra
ǻǻ con la prima opzione (A) tutte le note della parte originale (quale che sia il numero dei livelli iniziale (cfr. fig. 31.3) cliccate sul pulsante Gestione delle parti (B), e nella relativa schermata (cfr. fig.
di polifonia) confluiranno in un unico livello, da specificare nel menu a tendina a lato; 31.7) assicuratevi che la voce "Primo + Viola" sia selezionata, quindi premete il pulsante Elimina parte.

ǻǻ con la seconda opzione (B), decisamente più complessa, si possono creare varie combina- • A questo punto entra in gioco il primo pulsante collocato sotto l'area sinistra (Genera le parti): preme-
zioni tra i livelli di origine e quelli di destinazione; in particolare, con i controlli secondari del- telo, e immediatamente le tre aree principali della finestra si riempiranno con i dati necessari (fig. 31.9).
la sezione sottostante (C) potrete addirittura scegliere - in caso di successioni armoniche -
quali note degli accordi debbano essere incluse nella parte staccata e quali debbano essere
­escluse.
Si tratta di un'opportunità interessante, nell'ipotesi che gli accordi contengano una melodia
implicita nelle note superiori o in una linea interna, e si voglia conservare solo questa melodia
nel processo di estrazione della parte.
ǻǻ Come detto, tuttavia, si tratta di eventualità piuttosto rare, quindi cliccate su Annulla e pro-
seguite.
• Avendo configurato opportunamente la finestra Gestione delle parti e tutte le sue derivazioni, potete
cliccare sul pulsante OK, che vi ricondurrà finalmente alla schermata iniziale: come vedete, nell'ante-
prima (fig. 31.3 A) è comparso un nuovo checkbox - già selezionato - per indicare che Finale è pronto
per l'estrazione.
Prima di dare l'ultima conferma e vedere finalmente l'esito della procedura, osserviamo gli altri con-
trolli di questa finestra:
oo selezionando il primo pulsante di opzione (C), nel campo di testo a lato potrete definire - con un'u-
nica operazione - il nome di tutti i file che dovranno essere estratti; per impostazione predefinita,
Finale propone il titolo della partitura originale (in questo caso "Documento di esempio 22"), al qua-
le potete aggiungere un'indicazione specifica - diversa per ogni documento estratto - definendola
tramite un "carattere jolly" da scegliere tra quelli elencati al di sotto: la scelta più logica, natural- Fig. 31.9 - Generazione automatica delle parti del Quartetto
mente, è quella proposta dal programma, ossia la scorciatoia "%p" (indicante il nome assegnato
alla parte stessa durante i passaggi preliminari). • Poiché tutte le altre impostazioni sono già state assegnate durante le precedenti fasi dell'esercitazio-
In pratica, se mantenete l'impostazione di default, i vostri file saranno così denominati: ne, potete cliccare su OK e tornare alla finestra iniziale: qui - come vedete - sono comparsi i quattro
checkbox corrispondenti agli strumenti del Quartetto, già selezionati e quindi pronti per l'estrazione
• "Documento di esempio 22 - Violino I.musx"
(fig. 31.10).
• "Documento di esempio 22 - Violino II.musx"
• "Documento di esempio 22 - Viola.musx"
• "Documento di esempio 22 - Violoncello.musx"
• "Documento di esempio 22 - Primo + Viola.musx"
• Et cetera
oo Il secondo pulsante di opzione (D), invece, consente di specificare individualmente il nome delle
parti, tramite le consuete finestre che il sistema operativo utilizza per il salvataggio dei ­documenti.
Nella sola versione per MacOS, inoltre, il pulsante "Salva in..." permette di predefinire una directory
specifica, che verrà sempre proposta come destinazione iniziale per l'archiviazione delle parti.
oo Infine, il checkbox nella parte inferiore (E) ordina semplicemente a Finale di aprire i file ottenuti,
non appena sia concluso il processo di estrazione.
• Mantenete pure quest'ultima selezione, indi confermate l'opzione C (che è la più rapida), e cliccate
finalmente sul pulsante OK.
Dopo una breve elaborazione, comparirà la parte staccata: in realtà, come si nota, è una parte "­ doppia"
contenente il Violino primo e la Viola, esattamente come richiesto durante la preparazione della pro-
cedura. Osservando con attenzione il risultato, vedrete che le impostazioni predisposte per il layout
hanno prodotto un buon risultato, in quanto la pagina risulta equilibrata e ben leggibile. Fig. 31.10 - Le parti predisposte per l'estrazione
• Ora chiudete il documento (senza salvarlo) e accedete al menu File per richiamare nuovamente la pro-
cedura di estrazione: dobbiamo infatti esaminare la seconda possibilità, ossia la creazione di una parte • Confermate l'opzione per la denominazione globale (A) e l'autorizzazione all'apertura automatica
individuale per ogni strumento, che costituisce sicuramente l'opzione più diffusa. (B), quindi cliccate un'ultima volta sul pulsante OK.

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Lezione 31. L'estrazione delle parti | 457 458 | L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti

• Dopo un'altra breve elaborazione, Finale apre quattro nuove finestre, contenenti le parti relative a oo confermate con il pulsante OK sia in questa finestra che in quella sottostante, così da tornare alla
tutti gli strumenti del Quartetto mozartiano. Esaminandole brevemente, noterete che le impostazio- Gestione delle parti; in questa sede, cliccate su Genera le parti e subito - nell'anteprima denominata
ni hanno prodotto ottimi risultati a livello generale; non dimenticate, inoltre, che questi documenti Parti collegate - appariranno i nomi dei quattro strumenti;
sono completamente indipendenti dalla partitura d'origine, perciò potrete apportarvi - se necessario
oo c onfermate ancora per uscire da quest'ultima schermata, quindi tornate al menu Documento; se
- ­qualsiasi modifica o miglioramento, servendovi di tutti gli strumenti del programma.
ora cliccate sulla seconda voce (Modifica la parte), si aprirà un sottomenu contenente proprio le
parti appena create: per visualizzarle, sarà sufficiente cliccare su ciascuna di esse.
SECONDO METODO Notate anche le scorciatoie per scorrere velocemente da una parte all'altra (che si consiglia ovvia-
Nelle versioni più recenti di Finale, l'estrazione delle parti può essere effettuata anche all'interno del documento mente di memorizzare):
principale, senza dare origine a file separati; con questo tipo di procedimento, le parti rimangono collegate alla
• CTRL+ALT+. (punto) in Windows oppure CMD+ALT+. (punto) in MacOS per passare alla parte
partitura in modo dinamico, perciò ogni qualvolta l'utente apporterà delle modifiche al documento di base, esse
successiva;
si rifletteranno automaticamente nelle parti interessate.
• CTRL+ALT+, (virgola) in Windows oppure CMD+ALT+, (virgola) in MacOS per passare alla parte
Si tratta di una possibilità molto interessante e utile soprattutto in caso di revisioni successive della partitura: se precedente;
infatti le parti sono collegate ad essa, non sarà necessario reimpostare l'impaginazione e il processo di estrazio-
ne, in quanto - al termine della rielaborazione - le parti saranno già sistemate e pronte per la stampa. • CTRL+ALT+/ (slash) in Windows oppure CMD+ALT+/ (slash) in MacOS per tornare alla partitura.

Prima di descrivere questa nuova tecnica, chiudete le quattro parti indipendenti create con il primo metodo e • Come avete potuto constatare, anche questo sistema - pur se in apparenza un po' elaborato - consen-
riportate il documento allo stato iniziale (File > Versione precedente...). te di ottenere buoni risultati in maniera relativamente rapida.
Inoltre, l'aspetto più interessante - come premesso - consiste nella capacità di auto-aggiornamento
• In primo luogo attivate il plug-in Attributi globali del rigo (cfr. fig. 28.24, pag. 389), selezionando tutti delle parti ogni qualvolta si effettui una modifica nella partitura di provenienza: potete fare qualsiasi
gli strumenti e spuntando il checkbox "Nome del rigo nelle parti"; al termine confermate e chiudete il prova, cambiando le altezze o i valori delle note, aggiungendo o cancellando segni di espressione o di
plug-in. articolazione, ecc. (con buona pace del sommo Mozart...), verificando in seguito nelle parti collegate
• Ora, anziché accedere al menu File - nel quale, come avete visto, si trova il comando per l'estrazione l'effettiva corrispondenza dei vostri interventi.
"tradizionale" - aprite il menu Documento: qui vi sono tutti i comandi necessari per realizzare questa
• T
enete presente che il processo funziona anche a rovescio, caratteristica che lo rende ancora più inte-
seconda modalità di intervento:
ressante: se infatti provate a effettuare alcune modifiche direttamente sulle parti, esse si rifletteranno
oo selezionate la voce Gestione delle parti, che corrisponde all'opzione analizzata in precedenza: si immediatamente nella partitura.
aprirà infatti la finestra per la configurazione del processo (cfr. fig. 31.4), nella quale farete clic sul
pulsante Preferenze creazione parte; • In conclusione, questo secondo metodo - per molti aspetti - è decisamente più conveniente rispetto
al primo, soprattutto se voi stessi vi occuperete della revisione e della stampa delle parti per tutti gli
oo in questa seconda schermata (cfr. fig. 31.5) mantenete tutti i valori predefiniti, ma cliccate sul pul-
esecutori; viceversa, quando dovrete inviare i singoli estratti per posta elettronica (o archiviare singo-
sante Formato pagina per le parti, poiché - avendo inizializzato il documento - dovrete impostare
larmente i documenti), potrete utilizzare il primo sistema.
nuovamente la dimensione della pagina e alcune marginature;
oo nella finestra dei settaggi inserite gli stessi valori già utilizzati (copiate dalla sottostante fig. 31.11): TERZO METODO
Accanto alle prime due modalità di estrazione, che rispondono alla maggior parte delle esigenze, esiste una
"terza via" di utilizzo più sporadico, benché non meno interessante, che consiste nell'estrazione temporanea di
una o più parti.
Con questo sistema, le pagine relative ai singoli strumenti (o voci) verranno visualizzate normalmente, ma non
saranno salvate all'interno del documento, né tantomeno archiviate come file separati.

• Aprite nuovamente il menu Documento e osservate che in quinta posizione si trova un'opzione, mo-
mentaneamente inattiva, denominata Estrazione speciale delle parti.
Per attivare la voce è necessario in primo luogo passare alla modalità Visualizzazione Lineare (cfr.
­Lezione n. 4), poiché questa funzione sfrutta le diverse possibilità di lettura del documento per il con-
trollo dei risultati.

• Ora selezionate lo strumento Rigo musicale, giacché dovrete indicare a Finale quale (o quali) parti do-
vranno essere estratte temporaneamente; ad esempio, fate clic sulla maniglia del pentagramma riser-
vato al Violino secondo (fig. 31.12).

Fig. 31.11 - Impostazioni per le parti staccate (nei riquadri rossi i valori da modificare) Fig. 31.12 - Selezione del rigo per l'estrazione temporanea

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• Ritornando al menu Documento, noterete che la voce Estrazione speciale delle parti è ora attiva; fate
clic su di essa e subito apparirà la finestra per la definizione delle battute d'aspetto (cfr. fig. 15.5,
pag. 178).
Questa è l'unica caratteristica, relativamente alla parte che state creando, su cui potete intervenire:
questa modalità, infatti, non consente di modificare né la spaziatura del materiale né il layout della
pagina, poiché tali aspetti vengono mutuati direttamente dalla partitura.
• Nel caso specifico, poiché la parte di Violino secondo non contiene battute d'aspetto, potete conferma-
re con OK senza variare alcun parametro. Apparentemente non è successo nulla, ma se ritornate alla
modalità Visualizzazione di pagina comparirà la parte staccata, pronta per subire eventuali modifiche o
per essere stampata.
• Come detto, tutti i parametri di spaziatura e di impaginazione coincidono con quelli della partitura,
perciò è come se si osservasse la partitura stessa utilizzando un filtro particolare. Tenete conto, quindi,
che se modificherete qualunque caratteristica nella parte "filtrata" (come, ad esempio, la quantità di
battute delle accollature), anche la partitura subirà tale cambiamento.
• Questa modalità di estrazione, quindi, è stata concepita proprio per un utilizzo temporaneo, con l'o-
biettivo di verificare in anteprima i possibili risultati dell'estrazione stessa.
Se mai, dunque, avrete bisogno di utilizzarla, limitatevi a un controllo puramente visivo, senza salvare
né modificare alcunché; per l'estrazione "ufficiale" servitevi sempre delle due modalità precedente-
mente analizzate.
• A verifica ultimata, per tornare alla partitura sarà sufficiente aprire ancora il menu Documento e dese-
lezionare la voce Estrazione speciale delle parti.

Con quest'ultimo argomento abbiamo concluso la trattazione dedicata alle parti staccate, e con essa l'intero
corso su Makemusic Finale.
Se avete seguito con ordine tutte le lezioni e vi siete esercitati con i documenti di esempio allegati (o altri mate-
riali di vostra scelta), dovreste aver acquisito una certa padronanza di questo programma sicuramente difficile,
ma al tempo stesso estremamente completo e professionale; l'esperienza diretta nella trascrizione di musiche
d'ogni genere e complessità vi consentirà, nel tempo, di realizzare qualsiasi partitura - dalla più semplice alla
più elaborata - garantendo al vostro prodotto sia la chiarezza di lettura, sia la qualità dell'impaginazione e della
stampa.
Buon lavoro!

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462 | Appendice 1

Appendice 1
Istruzioni per l'apertura dei
file di esercitazione in formato XML

Tutte le esercitazioni allegate al manuale possono essere scaricate collegandosi al seguente indirizzo:
www.giorgiobussolin.com/fss18/esercitazioni.zip
I documenti di Finale sono stati salvati nel formato proprietario del software, ossia "MUSX"; questo formato è
retrocompatibile e può essere letto da qualunque versione del programma a partire da Finale 2014.
Nel caso utilizziate una versione precedente a Finale 2014, per aprire gli esercizi seguite questi semplici passaggi:
1. avviate la vostra versione di Finale;
2. accedete al menu File e portate il mouse alla voce MusicXML;
3. si aprirà un sottomenu, dal quale sceglierete la voce Importa ("Import" se possedete una versione in
inglese);
4. navigate nelle risorse del computer fino a raggiungere la cartella delle esercitazioni scaricata dal web;
5. all'interno della suddetta cartella, individuate l'esercizio in formato MusicXML che volete aprire;
6. selezionate l'esercizio e cliccate su Apri (Open).
Notate che il file convertito potrebbe risultare mancante di alcuni elementi, o apparire leggermente diverso
dall’originale, ma in linea di massima la conversione assicura quasi sempre ottimi risultati.

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464 | Appendice 2

Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.


Documento predefinito Aprire un nuovo documento predefinito2 CTRL+N CMD+N 2 9
Modificare il documento predefinito 2 11

Appendice 2 a1
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Unità di misura Modificare l'unità di misura 3 15

Indice delle principali 3243


Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.

operazioni e funzioni di Finale Gestire e visualizzare lo


spazio di lavoro
Aggiungere battute in coda al documento
Passare alla modalità Visualizzazione lineare3 CTRL+E CMD+E
4
4
19
19
Portarsi ad una battuta specifica in modalità 4 20
Visualizzazione lineare
Passare alla modalità Visualizzazione pagina 4
CTRL+E CMD+E 4 20
Le seguenti tabelle riassumono tutte le operazioni e funzioni di Finale descritte nel presente manuale, suddivise Navigare lungo il documento in modalità 4 21
per argomenti e presentate in base all’ordine di esposizione: Visualizzazione pagina
Passare alla modalità Visualizzazione studio SHIFT+CTRL+E SHIFT+CMD+E 4 21
• nella prima colonna viene riportata l’area tematica o lo strumento oggetto della trattazione;1 Trascinare manualmente il documento (in Tenere premuto Tenere premuti i 4 22
tutte le modalità di visualizzazione) il tasto destro tasti CMD+ALT e
• nella seconda colonna viene descritta in sintesi l’operazione specifica; del mouse e trascinare
trascinare
• nella terza colonna si trova l’eventuale scorciatoia da utilizzare su Windows; Spostarsi alla pagina precedente/successiva CTRL+Pagina su CMD+Pagina su 4 22
(in modalità Visualizzazione pagina) CTRL+Pagina giù CMD+Pagina giù
• nella quarta colonna si trova l’eventuale scorciatoia da utilizzare su MacOS; Spostare la schermata leggermente v­ erso ALT+Pagina su ALT+Pagina su 4 22
l’alto o il basso (in tutte le modalità di ALT+Pagina giù ALT+Pagina giù
• nella quinta colonna viene citata la lezione in cui si parla dell’operazione; ­visualizzazione)
Spostare la schermata leggermente verso ALT+HOME ALT+HOME 4 22
• nella sesta colonna viene riportata la pagina specifica del manuale. sinistra o destra (in modalità Visualizzazione ALT+END ALT+END
pagina)
Spostarsi all’inizio o alla fine del documento CTRL+HOME CMD+HOME 4 23
(in tutte le modalità di visualizzazione) CTRL+END CMD+END
Parte I. Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento Aumentare la visualizzazione del documento CTRL + + CMD + + 4 23
del 25% (solo a video)
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Diminuire la visualizzazione del documento CTRL + – CMD + – 4 23
Impostazione guidata Aprire la Finestra di avvio SHIFT+CTRL+N SHIFT+CMD+N 1 3 del 25% (solo a video)
Aprire l'Impostazione guidata1 CTRL+N CMD+N 1 4 Adattare la larghezza della pagina a quella CTRL + ì ALT+CMD+ ] 4 24
Scegliere il formato della partitura e delle parti 1 4 della finestra (solo a video)
Adattare l’altezza della pagina a quella della CTRL + ' ALT+CMD+ [ 4 24
Scegliere l'orientamento della partitura e del- 1 4
finestra (solo a video)
le parti
Visualizzare il documento alla percentuale CTRL+1 CMD+1 4 24
Scegliere un ensemble predefinito 1 4
predefinita n. 1 (solo a video)
Scegliere uno stile di ensemble predefinito 1 4 Visualizzare il documento alla percentuale CTRL+2 CMD+2 4 24
Scegliere l’organico vocale/strumentale 1 5 predefinita n. 2 (solo a video)
Salvare un ensemble personalizzato 1 6 Visualizzare il documento alla percentuale CTRL+3 CMD+3 4 24
predefinita n. 3 (solo a video)
Inserire i blocchi di testo (autore, titolo, ecc.) 1 6
Visualizzare il documento ad una percentuale CTRL+0 (zero) CMD+0 (zero) 4 24
Inserire l’indicazione di tempo 1 7 libera (solo a video)
Stabilire la tonalità del brano 1 7 Visualizzare il documento all’ultima percen- 4 24
Inserire l’indicazione di andamento del brano 1 8 tuale impostata

Inserire l’indicazione metronomica 1 8


Stabilire l’inizio del brano in levare 1 8 2. La scorciatoia qui indicata può essere utilizzata in alternativa per aprire l’Impostazione guidata, a seconda delle impostazioni salvate
Stabilire il numero complessivo di battute del 1 8 nelle Opzioni del programma.
brano
3. La scorciatoia qui indicata funziona come uno switch e consente di passare alternativamente dalla Visualizzazione lineare alla
­Visualizzazione di pagina e viceversa.

1. La scorciatoia qui indicata può essere utilizzata in alternativa per aprire un nuovo documento predefinito, a seconda delle impostazio- 4. La scorciatoia qui indicata funziona come uno switch e consente di passare alternativamente dalla Visualizzazione lineare alla
ni salvate nelle Opzioni del programma. ­Visualizzazione di pagina e viceversa.

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 465 466 | Appendice 2

Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag. Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Uso della griglia Attivare la visualizzazione 4 25 Lo strumento Attivare lo strumento Ridimensiona 6 45
Impostare il colore 4 25 Ridimensiona Modificare la dimensione di tutti gli elementi 6 46
Allineare gli elementi 4 26 contenuti in un’intera pagina (o ambito di
pagine)
Impostare la distanza fra le linee 4 26
Modificare la dimensione di un’accollatura (o 6 47
Impostare la frequenza di visualizzazione del- 4 26 ambito di accollature) e di tutti gli elementi ivi
le linee contenuti
Modificare la dimensione di un rigo e di tutti 6 48
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag. gli elementi ivi contenuti
Uso delle guide Attivare la visualizzazione 4 27 Modificare la dimensione di una nota (intera) 6 50
Impostare il colore 4 27 Modificare la dimensione di una nota (solo 6 51
testa)
Allineare gli elementi 4 27
Impostare lo stile delle linee 4 27
Inserire una guida orizzontale 4 27 Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Inserire una guida verticale 4 27 Lo strumento Attivare lo strumento Configura Pagina 7 53
Cancellare una guida 4 27 Configura pagina Inserire pagine vuote in partitura 7 54
Visualizzare/nascondere i righelli CTRL+R CMD+R 4 28 Eliminare pagine vuote da una partitura 7 55
Inserire un’interruzione di pagina 7 55
Eliminare un’interruzione di pagina 7 56
Inserire nuove accollature in una pagina 7 56
Parte II. Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale
Cancellare una o più accollature da una 7 57
pagina
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Modificare i margini di pagina 7 57
Lo strumento Attivare lo strumento Rigo musicale 5 33
Rigo musicale Modificare i margini delle accollature 7 58
Aggiungere nuovi righi ad una accollatura 5 34
Spaziare uniformemente le accollature 7 59
Attivare lo strumento Gestione Partitura CTRL+K CMD+K 5 34 Ridefinire il formato di pagina della partitura 7 61
Inserire/modificare il nome completo 5 35 e delle parti
di un rigo
Impostare la formattazione per il nome CTRL+T ALT+CMD+T 5 35
­completo di un rigo
Parte III. L’inserimento degli eventi musicali in partitura
Copiare il nome di un rigo e la sua CTRL+C CMD+C 5 37
­formattazione
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Incollare il nome di un rigo e la sua CTRL+V CMD+V 5 37
­formattazione Lo strumento Chiave Definire la chiave iniziale di un rigo 8 67
Attivare lo strumento Chiave 8 68
Inserire/modificare il nome abbreviato 5 37
di un rigo Effettuare un cambio di chiave in una battuta 8 68
successiva alla prima
Impostare la formattazione per il nome CTRL+T ALT+CMD+T 5 37
­abbreviato di un rigo Modificare la dimensione della chiave di 8 69
cortesia
Impostare la chiave iniziale di un rigo 5 37
Aprire la finestra delle Opzioni del documento ALT+CTRL+A ALT+CMD+A 8 69
Impostare il numero di linee di un rigo 5 38
Modificare la distanza della chiave di cortesia 8 69
Impostare la distanza fra le linee di un rigo 5 38 rispetto alla stanghetta della battuta
Impostare la posizione predefinita delle 5 38 Posizionare la chiave di cortesia dopo la 8 70
pause in un rigo stanghetta della battuta
Impostare la posizione del nome (intero o 5 39 Effettuare un cambio di chiave all’interno di 8 70
abbreviato) di un rigo una battuta
Raggruppare i righi di un’accollatura 5 41 Metatool (definizione) 8 71
Assegnare una parentesi laterale 5 41 Metatool per lo strumento Chiave 8 71
ad un’accollatura Modifica di un Metatool 8 71
Impostare una spaziatura omogenea fra i 5 41 Creazione di una chiave personalizzata 8 72
righi di un’accollatura (utilizzo di un carattere tipografico)
Impostare una spaziatura differenziata fra i 5 42 Creazione di una chiave personalizzata 8 73
righi di un’accollatura (utilizzo di una forma grafica)

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 467 468 | Appendice 2

Lo strumento Chiave Strumento Disegno: impostare la percentuale 8 75 Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
(segue) di zoom dell’area di lavoro Lo strumento Attivare lo strumento Indicazione di tempo 10 99
Strumento Disegno: applicare un riempimento 8 75 Indicazione di tempo Definire l'indicazione di tempo iniziale di un 10 100
ad una forma geometrica brano
Strumento Disegno: variare lo spessore del 8 75 Inserire un'indicazione di tempo composito 10 100
contorno di una forma geometrica Effettuare un cambio di tempo con unità di 10 100
Impostare la posizione del Do centrale per 8 76 misura personalizzate (utilizzo degli EDUs)
una chiave Raggruppare un tempo composito con unità 10 101
Modificare la posizione verticale di una chiave 8 76 di misura comune
nel rigo Effettuare un cambio di tempo in una 10 104
battuta successiva alla prima
Ridistribuire i raggruppamenti delle note 10 104
dopo una modifica dell'indicazione di tempo
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Visualizzare / nascondere le indicazioni di 10 104
Lo strumento Tonalità Attivare lo strumento Tonalità 9 77 ­tempo di cortesia alla fine di un'accollatura
Impostare la tonalità iniziale di un brano 9 78 Visualizzare un'indicazione di tempo diversa 10 105
Inserire un cambio di tonalità 9 78 da quella impostata
all'interno di un brano Visualizzare l’indicazione abbreviata per il 10 105
Definire il modo (maggiore o minore) 9 78 tempo ordinario e il tempo tagliato
di una tonalità Definire indicazioni di tempo diverse 10 106
Impostare un documento senza tonalità 9 79 nei righi di una partitura
Visualizzare / nascondere le alterazioni 9 80 Effettuare un cambio di tempo rapido 10 107
di cortesia alla fine di un’accollatura utilizzando il menu contestuale
Modificare la tonalità trasportando le note 9 81 Metatool per lo strumento 10 107
già inserite Indicazione di tempo
Modificare la tonalità senza trasportare 9 82
le note già inserite
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Modificare la tonalità trasportando 9 82
il materiale in modo proporzionale Lo strumento Attivare lo strumento Inserimento semplice 11 109
Inserimento semplice Spostare e sagomare le tavolozze 11 110
Definire tonalità diverse nei righi di una 9 83
partitura (politonalità) dello strumento Inserimento semplice

Impostare i righi per gli strumenti traspositori 9 84 IMMISSIONE DEGLI EVENTI CON IL MOUSE

Aggiornare la disposizione della musica dopo CTRL+U CMD+U 9 85 Introduzione alla tecnica 11 110
un cambio di armatura di chiave Inserire una nota singola 11 111
Effettuare un cambio di tonalità rapido 9 86 Modificare l’altezza di una nota inserita Selezione Selezione 11 111
utilizzando il menu contestuale (per gradi congiunti) della nota + della nota +
Freccia su / giù Freccia su / giù
Metatool per lo strumento Tonalità 9 86
Scrivere una nota puntata 11 111
Tonalità non standard: definizione 9 88
Scrivere una pausa 11 111
Tonalità non standard: sistemi a formato 9 89
lineare Cancellare un evento 11 111
(nota singola, nota di un accordo, pausa)
Tonalità non standard: tonalità non lineare 9 89
Modificare l’altezza di una nota inserita 11 112
Tonalità non standard: definire il numero dei 9 90
(per salti)
gradi di una scala
Inserire le alterazioni 11 112
Tonalità non standard: stabilire l’ordine di 9 91
(singole, doppie o multiple)
comparsa e l’ammontare delle alterazioni
in chiave Inserire una legatura di valore 11 112
Tonalità non standard: definire un nuovo 9 92 Inserire una terzina 11 112
centro tonale Inserire un gruppo irregolare 11 112
Tonalità non standard: modificare l’ottava di 9 93 diverso dalla terzina
posizionamento delle alterazioni in chiave Inserire un'acciaccatura 11 113
Tonalità non standard: modificare il 9 94 Inserire un'appoggiatura 11 113
riferimento armonico
Inserire un accordo 11 114
Tonalità non standard: modificare il font 9 94
utilizzato per le alterazioni GESTIONE DELLE OPZIONI GENERALI

Tonalità non standard: impostare tonalità 9 95 Verificare le note in eccesso 11 115


basate su scale di micro-intervalli Creare automaticamente nuove misure 11 115

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 469 470 | Appendice 2

Lo strumento Completare automaticamente 11 115 Lo strumento Inserire un gruppo irregolare Valore + T9 + Valore + T9 + 11 121
Inserimento semplice le misure con pause Inserimento semplice diverso dalla terzina SHIFT + clic SHIFT + clic
(segue) Cambiare il livello all'interno della misura 11 115 (segue) nel rigo nel rigo

Ascoltare le note durante l'inserimento 11 115 Inserire una legatura di valore Selezione Selezione 11 121
della nota + T della nota + T
Attivare la visualizzazione dell'indicatore 11 116
di inserimento (caret) Inserire un'acciaccatura / appoggiatura Selezione Selezione 11 121
della nota + della nota +
Modificare le scorciatoie da tastiera 11 116 ALT + G ALT + G
IMMISSIONE DEGLI EVENTI CON LA TASTIERA DEL COMPUTER
Introduzione alla tecnica 11 117
Inserire una breve T8 5+INVIO T8 5+INVIO 11 117 Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Inserire una semibreve T7+INVIO T7+INVIO 11 117 Lo strumento Attivare lo strumento Inserimento rapido 12 123
Inserire una minima T6+INVIO T6+INVIO 11 117 Inserimento rapido Configurare la cornice dell'Inserimento rapido 12 124
Inserire una semiminima T5+INVIO T5+INVIO 11 117 Predefinire l'altezza delle note da inserire Freccia su / Freccia su / 12 125
Inserire una croma T4+INVIO T4+INVIO 11 117 Freccia giù Freccia giù
Inserire una semicroma T3+INVIO T3+INVIO 11 117 Saltare alla battuta vuota Freccia sinistra / Freccia sinistra / 12 125
precedente / successiva Freccia destra Freccia destra
Inserire una biscroma T2+INVIO T2+INVIO 11 117
Spostarsi sull'evento Freccia sinistra / Freccia sinistra / 12 125
Inserire una semibiscroma T1+INVIO T1+INVIO 11 117
precedente / successivo Freccia destra Freccia destra
Inserire una fusa ALT+T0+INVIO ALT+T0+INVIO 11 117
Saltare all'inizio della battuta CTRL + ALT + 12 126
Scrivere una nota puntata Valore + Valore + 11 118 (se ci sono eventi al suo interno) Freccia sinistra Freccia sinistra
. (punto) + . (punto) +
Saltare alla fine della battuta CTRL + ALT + 12 126
INVIO INVIO
(se ci sono eventi al suo interno) Freccia destra Freccia destra
Utilizzo del metodo alternativo Valore + Valore + 11 118
Saltare al rigo superiore dell'accollatura SHIFT + SHIFT+INVIO 12 126
(notazione anglosassone) altezza (A/G) altezza (A/G)
Freccia su
IMMISSIONE DEGLI EVENTI CON UN DISPOSITIVO MIDI ESTERNO E
Saltare al rigo inferiore dell'accollatura SHIFT + INVIO 12 126
SCORCIATOIE COMUNI AI TRE METODI
Freccia giù
Introduzione alla tecnica 11 119
IMMISSIONE DEGLI EVENTI CON LA SOLA TASTIERA DEL COMPUTER (PRIMO METODO)
Spostare l'indicatore di un'ottava SHIFT + SHIFT + 11 119
Inserire una breve T8 6 T8 6 12 127
Freccia su / giù Freccia su / giù
Inserire una semibreve T7 T7 12 127
Cancellare un evento Selezione Selezione 11 120
(nota singola, nota di un accordo, pausa) dell'evento + dell'evento + Inserire una minima T6 T6 12 127
CANCEL BACKSPACE Inserire una semiminima T5 T5 12 127
Aggiungere una o più alterazioni Selezione Selezione 11 120 Inserire una croma T4 T4 12 127
dell'evento + dell'evento +
Inserire una semicroma T3 T3 12 127
T+ / T– T+ / T–
Inserire una biscroma T2 T2 12 127
Annullare le alterazioni di una nota Selezione Selezione 11 120
dell'evento + N dell'evento + N Inserire una semibiscroma T1 T1 12 127
Inserire un'alterazione di cortesia Selezione Selezione 11 120 Inserire una fusa ALT+T0 ALT+T0 12 127
dell'evento + dell'evento + Confermare tutte le immissioni 0 (zero) 0 (zero) 12 127
CTRL+SHIFT+– CMD+SHIFT+'
Scrivere una nota puntata Valore + Valore + 12 128
Inserire un'alterazione fra parentesi Selezione Selezione 11 120 . (punto) . (punto)
dell'evento + P dell'evento + P
Inserire le pause CTRL+SHIFT ALT+SHIFT 12 128
Scrivere un accordo (primo metodo) Selezione della Selezione della 11 120 + valore (no + valore
nota grave + nota grave + tastierino)
SHIFT + note SHIFT + note
rimanenti in rimanenti in Convertire una nota in pausa Cursore Cursore 12 128
notazione notazione (del medesimo valore) sulla nota + sulla nota +
anglosassone anglosassone BACKSPACE o R CLEAR o R

Scrivere un accordo (secondo metodo) Selezione della Selezione della 11 120 Convertire una pausa in nota Cursore e colli- Cursore e colli- 12 128
nota grave + nota grave + (del medesimo valore) matore sulla matore sulla
note rimanenti note rimanenti nota + INVIO nota + INVIO
in base agli in base agli Cancellare una nota o pausa Cursore Cursore 12 128
intervalli intervalli sull'evento + sull'evento +
Inserire una terzina Valore + T9 + Valore + T9 + 11 121 CANCEL BACKSPACE
INVIO INVIO 61

a1

6. Nell'Inserimento rapido tutte le combinazioni per l'immissione dei valori funzionano utilizzando sia la tastiera principale sia il tastierino
5. Il prefisso "T" davanti al numero (o altro simbolo) indica una scorciatoia da utilizzare sul tastierino numerico. numerico, benché sia sempre preferibile utilizzare quest'ultimo.

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 471 472 | Appendice 2

Lo strumento Modificare il valore di una nota Cursore sulla Cursore sulla 12 129 Lo strumento Modificare enarmonicamente Collimatore sulla Collimatore sulla 12 134
Inserimento rapido nota + nuovo nota + nuovo Inserimento rapido una nota di un accordo nota + 9 nota + 9
(segue) valore valore (segue) Modificare enarmonicamente "Collimatore "Collimatore 12 134
Autorizzare / vietare i raggruppamenti 12 129 un intero accordo esterno" + esterno" +
automatici delle note CTRL+9 ALT+9
Spostare verticalmente un evento Trascinare in Trascinare in 12 129 Inserire un gruppo irregolare CTRL + ALT + 12 134
verticale verticale (fino a 8 note) numero di note numero di note
(+ SHIFT per (+ SHIFT per del gruppo del gruppo
bloccare oriz- bloccare oriz- Inserire un gruppo irregolare CTRL+1 ALT+1 12 134
zontalmente) zontalmente) (più di 8 note)
Spostare orizzontalmente un evento Trascinare in Trascinare in 12 129 Inserire gruppi irregolari "nidificati" 12 135
orizzontale orizzontale
(+ SHIFT per (+ SHIFT per Inserire un'acciaccatura / appoggiatura G G 12 136
bloccare verti- bloccare verti- Passare alla Voce 2 di un rigo ' (apostrofo) ' (apostrofo) 12 136
calmente) calmente) Lavorare in polifonia con i livelli (layer) 12 137
Gestire le durate in eccesso 12 130 Passare ad un livello specifico ALT+SHIFT+1/4 - 12 139
Attivare / disattivare l'inserimento di note o INSERT SHIFT+I 12 131 (no tastierino)
pause davanti ad altri eventi Passare al livello superiore / inferiore - SHIFT + 12 139
IMMISSIONE DEGLI EVENTI CON LA SOLA TASTIERA DEL COMPUTER (SECONDO METODO) Freccia su / giù
Attivare il metodo CAPS LOCK CAPS LOCK 12 132
Visualizzare solo il livello attivo 12 140
Descrizione della mappatura dei tasti 12 132
Spostare / copiare il materiale 12 140
SCORCIATOIE COMUNI A TUTTI I METODI da un livello all'altro
Aggiungere una o più alterazioni T+ / T– T+ / T– 12 132 Nascondere una nota o pausa H oppure O H oppure O 12 141
Aggiungere un diesis a una nota S S 12 132 Invertire la direzione del gambo L L 12 141
Aggiungere un bemolle a una nota F F 12 132 di una nota o gruppo
Aggiungere un doppio diesis a una nota X X 12 132 Rovesciare una legatura di valore CTRL+F CMD+F 12 141
Aggiungere un doppio bemolle a una nota V V 12 132 Separare / riunire i raggruppamenti delle note B oppure / B oppure / 12 141
(slash) (slash)
Annullare le alterazioni di una nota N N 12 133
Rendere orizzontali le linee di M M 12 142
Alterare tutte le note della stessa altezza in CTRL+SHIFT+ ALT+SHIFT+ 12 133
raggruppamento
una misura T+ / T– T+ / T–
IMMISSIONE DEGLI EVENTI CON UN DISPOSITIVO MIDI ESTERNO
Inserire un'alterazione di cortesia * oppure A * oppure A 12 133
Introduzione alla tecnica 12 142
Inserire un'alterazione fra parentesi P P 12 133
Utilizzare il "metodo a mano libera" CAPS LOCK CAPS LOCK 12 143
Trasformare una nota in senso enarmonico 9 9 12 133
Utilizzare i "Modificatori MIDI" 12 144
Scrivere un accordo Inserire la prima Inserire la prima 12 133
nota + collima- nota + collima-
tore sulle altre tore sulle altre
altezze + INVIO altezze + INVIO
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Aggiungere una nota a un accordo Collimatore Collimatore 12 133
all'altezza all'altezza Lo strumento HyperScribe Attivare lo strumento HyperScribe 13 147
richiesta + INVIO richiesta + INVIO Impostare la sorgente della pulsazione 13 148
Cancellare una nota da un accordo Collimatore Collimatore 12 133 ­metronomica
all'altezza all'altezza Impostare il tempo metronomico per 13 149
richiesta + richiesta + ­l'esecuzione
BACKSPACE CLEAR
Impostare la durata relativa alle pulsazioni 13 150
Cancellare un intero accordo Cursore Cursore 12 134 ­metronomiche
sull'accordo + sull'accordo +
Impostare il tipo di segnale per l'avvio della 13 150
CANCEL BACKSPACE
trascrizione
Modificare l'altezza di un intero accordo "Clic e mezzo" "Clic e mezzo" 12 134
Ascoltare durante la trascrizione le parti 13 150
sull'accordo e sull'accordo e
­precedentemente registrate
trascinare verti- trascinare verti-
calmente calmente Impostare le battute a vuoto (countoff) che 13 151
precedono l'avvio della trascrizione
Alterare tutte le note di un accordo "Collimatore "Collimatore 12 134
esterno" + tasti esterno" + tasti Definire le istanze di presenza del click 13 151
consueti per le consueti per le ­metronomico
alterazioni alterazioni Definire il suono del click metronomico 13 151
Aggiungere alterazioni di cortesia a tutte le "Collimatore "Collimatore 12 134 Sincronizzare la trascrizione con un 13 152
note di un accordo esterno" + * esterno" + * ­dispositivo MIDI esterno

Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)
Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 473 474 | Appendice 2

Lo strumento HyperScribe Utilizzare un controller per battere 13 152 Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
(segue) ­manualmente il tempo durante la trascrizione La gestione delle battute Aggiungere nuove misure in coda 15 175
(funzione tap) e lo strumento Misure al documento
Impostare eventuali cambi di tempo durante 13 153 Inserire nuove misure all'interno 15 176
il battito manuale (stati del tap)
del documento
Trascrivere il materiale in un solo rigo 13 154
Eliminare le battute indesiderate Selezione stack+ Selezione stack+ 15 177
Trascrivere il materiale suddividendolo 13 155 CANCEL BACKSPACE
in due righi
Creare le battute d'aspetto 15 177
Impostare il punto fisso di suddivisione (split) 13 155
Interrompere le battute d'aspetto 15 178
nella trascrizione su due righi
Modificare graficamente le battute d'aspetto 15 178
Trascrivere il materiale suddividendolo 13 155
in più di due righi (registrazione mutitraccia) Stabilire le condizioni per la creazione 15 179
automatica delle battute d'aspetto
Gestire le eventuali legature di valore a cavallo 13 156
di battuta Stabilire un'ampiezza minima per le 15 179
battute d'aspetto
Attivare / disattivare il ridisegno dello 13 156
­schermo durante la trascrizione Rappresentare le battute d'aspetto con 15 180
gruppi di pause
Effettuare il monitoraggio della memoria 13 156
utilizzata in fase di trascrizione Modificare il font utilizzato per il numero 15 180
nelle battute d'aspetto
Selezionare i canali MIDI di ricezione durante 13 157
una trascrizione da sequencer esterno Impostare una misura iniziale in levare 15 181
Impostare la quantizzazione da applicare 13 157 (anacrusi)
durante la trascrizione Attivare lo strumento Misure 15 182
Gestire i gruppi irregolari durante 13 158 Modificare l'ampiezza delle battute con il 15 183
la trascrizione trascinamento manuale
Gestire gli abbellimenti durante 13 158 Accedere agli Attributi delle misure 15 183
la trascrizione Modificare la stanghetta destra delle battute 15 184
Gestire altri eventi comuni (note staccate, 13 159 Modificare la stanghetta sinistra 15 184
pause puntate, sincopi) durante delle accollature
la trascrizione
Utilizzare una stanghetta alternativa rispetto 15 184
Includere nella trascrizione i dati continui 13 160 a quella predefinita per il gruppo di righi
(pitch bend, sustain e altri controller)
Modificare l'ampiezza delle battute 15 184
con valori numerici
Impostare un valore aggiuntivo per 15 185
Parte IV. Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure l'ampiezza delle battute
Creare spazi vuoti all'interno delle battute 15 185
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Visualizzare / nascondere l'armatura di chiave 15 186
Lo strumento Attivare lo strumento Gruppi irregolari 14 165 all'interno delle misure
Gruppi irregolari Visualizzare le maniglie di gestione dei gruppi 14 166 Visualizzare / nascondere l'indicazione di 15 186
Definire il valore e l'irregolarità dei gruppi 14 167 tempo all'interno delle misure
Definire la collocazione degli elementi di 14 167 Visualizzare / nascondere le alterazioni di 15 186
raggruppamento cortesia alla fine del rigo
Definire il comportamento degli elementi di 14 167 Visualizzare / nascondere l'indicazione di 15 186
raggruppamento in relazione al rigo e agli tempo di cortesia alla fine del rigo
altri elementi in esso contenuti Visualizzare / nascondere la chiave di cortesia 15 186
Deinire l'aspetto del numero in un gruppo 14 168 alla fine del rigo
Definire l'aspetto e la disposizione della 14 168 Posizionare gli eventi nelle misure sulla base 15 186
forma grafica in un gruppo dell'indicazione di tempo
Forzare la visualizzazione della forma grafica 14 169 Posizionare gli eventi nelle misure con il 15 186
Rendere la forma grafica sempre orizzontale 14 170 trascinamento manuale
Impostare la lunghezza e la simmetria 14 170 Posizionare gli eventi nelle misure in base alla 15 186
degli uncini laterali mappa dei tempi
Utilizzare il menu contestuale per gestire gli 14 171 Posizionare in modo equidistante tutti gli 15 187
elementi di raggruppamento eventi di una battuta
Gestire il collegamento dei gruppi irregolari 14 172 Realizzare una cadenza solistica 15 187
fra la partitura e le parti staccate Forzare la collocazione di una misura all'inizio 15 188
Metatool per lo strumento Gruppi irregolari 14 172 del rigo o di un gruppo

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 475 476 | Appendice 2

La gestione delle battute Forzare la visualizzazione del nome di un rigo 15 188 Lo strumento Ripetizione Stabilire i righi di assegnazione 16 201
e lo strumento Misure (o di un gruppo di righi) (segue) delle parentesi
(segue) Interrompere in una battuta le linee di 15 189 Inserire un finale multiplo 16 202
estensione delle ripetizioni o del testo cantato
Inserire un testo alternativo per il 16 203
Escludere una battuta dalla numerazione 15 189 finale multiplo
globale
Inserire un segno di ripetizione con il 16 203
Suddividere una battuta su due o più righi 15 189 menu contestuale
Aggiungere la numerazione delle battute 15 190 Inserire un'indicazione testuale con funzione 16 204
di ripetizione ("D.C. al Fine" e simili)
Definire il numero iniziale di una regione di 15 191
misure Inserire un marcatore di ripetizione 16 204
Definire lo stile dei numeri di battuta 15 191 Racchiudere il testo di ripetizione in una 16 206
cornice geometrica
Aggiungere un prefisso o un suffisso ai 15 192
numeri di battuta Allineare tutte le parentesi di ritornello 16 207
Applicare la numerazione delle battute alle 15 192 Impostare lo stile e lo spessore delle linee e 16 207
parti staccate delle parentesi di ripetizione
Visualizzare / nascondere i numeri di 15 192 Verificare il percorso generale del playback 16 208
battuta nei diversi righi di un'accollatura quando ci sono segni di ripetizione
Racchiudere i numeri di battuta in una cornice 15 192 Metatool per lo strumento Ripetizioni 16 209
geometrica Interrompere le stanghette di ritornello fra i 16 209
Nascondere il numero nella prima battuta di 15 192 righi delle accollature
una regione Inserire le stanghette di ritornello all'interno 16 209
Impostare la formattazione dei numeri di 15 193 di una battuta
battuta
Impostare la posizione dei numeri di battuta 15 193
rispetto ai righi
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Definire la frequenza di apparizione dei 15 193
numeri di battuta Lo strumento Espressione Attivare lo strumento Espressione 17 211
Visualizzare / nascondere la numerazione 15 193 Assegnare un'espressione a una nota 17 212
nelle battute d'aspetto (o pausa)
Visualizzare l'ambito di misure compreso 15 193 Assegnare un'espressione a un'intera battuta 17 212
dalle battute d'aspetto Inserire un segno dinamico 17 212
Spostare le misure da un'accollatura all'altra 15 195 Modificare il punto di assegnazione 17 213
Distribuire una stessa quantità di battute in CTRL+M CMD+SHIFT+M 15 196 dell'espressione
ogni rigo Spostare la linea d'appoggio delle espressioni 17 214
Condensare in un unico rigo una certa CTRL+M CMD+SHIFT+M 15 197 Assegnare un'espressione ai diversi livelli di 17 216
quantità di battute scrittura polifonica
Ridistribuire automaticamente le battute su CTRL+M CMD+SHIFT+M 15 197 Creare e gestire le diverse categorie 17 216
due o più righi di espressioni
Inserire / rimuovere la doppia stanghetta 15 197 Gestire i caratteri (font) utilizzati per le 17 217
finale automatica espressioni testuali
Impostare un posizionamento predefinito per 17 217
le espressioni (a livello globale)
Modificare un segno di espressione 17 218
preesistente
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Racchiudere un'espressione in una cornice 17 219
Lo strumento Ripetizione Attivare lo strumento Ripetizione 16 199
geometrica
Inserire un segno di ripetizione in avanti 16 200
Scegliere, creare o modificare un'espressione 17 219
Inserire un segno di ripetizione all'indietro 16 200 basata su una forma grafica
Stabilire la quantità di ripetizioni complessive 16 201 Nascondere un'espressione nella stampa del 17 219
documento
Impostare una misura target dopo 16 201
la ripetizione Collegare le espressioni ad azioni specifiche 17 220
nel playback del documento
Azzerare il contatore delle ripetizioni 16 201
Assegnare una velocity specifica ad un segno 17 220
Creare il loop di un gruppo di misure 16 201 dinamico
Inserire un segno di ripetizione all'indietro 16 201 Assegnare a un'indicazione di andamento 17 220
con parentesi la variazione del tempo metronomico

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 477 478 | Appendice 2

Lo strumento Espressione Assegnare a un'espressione la variazione di 17 220 Lo strumento Tracciare una forcella di crescendo 19 241
(segue) un timbro (patch) Forme intelligenti (segue) o diminuendo
Assegnare a un'espressione un effetto di 17 221 Modificare l'estensione e l'ampiezza delle 19 241
accelerando o ritardando forcelle
Impostare un posizionamento predefinito per 17 224 Tracciare e modificare la linea del trillo 19 242
le espressioni (a livello individuale) Tracciare e modificare i segni di 19 242
Assegnare un'espressione a tutti i righi 17 224 ottava alta e ottava bassa
di un'accollatura Creare una linea intelligente personalizzata 19 243
Assegnare un'espressione a un gruppo 17 225 Predefinire l'estensione e l'ampiezza delle 19 247
predefinito di righi legature di frase in base al contesto
Cancellare un'espressione dalla partitura (in 17 225 Predefinire i punti di collocazione delle 19 248
modo completo o selettivo) forme intelligenti rispetto alle note
Assegnare un'espressione solo al livello attivo CTRL+L CMD+L 17 226 Impostare le opzioni grafiche 19 249
Duplicare un'espressione sul rigo superiore CTRL + CMD + 17 226 delle forme intelligenti (escluse le legature)
dell'accollatura Freccia su Freccia su Impostare le opzioni grafiche 19 250
Duplicare un'espressione sul rigo inferiore CTRL + CMD + 17 226 delle legature intelligenti
dell'accollatura Freccia giù Freccia giù Impostare le opzioni grafiche 19 251
Duplicare un'espressione su tutti i righi CTRL+HOME ALT+HOME 17 226 del bending di chitarra
superiori dell'accollatura Definire la direzione e il rovesciamento 19 252
Duplicare un'espressione su tutti i righi CTRL+END ALT+END 17 226 delle legature di frase
inferiori dell'accollatura Metatool per lo strumento Forme intelligenti 19 252
Gestire la sequenza degli indicatori di sezione 17 226
Metatool per lo strumento Espressione 17 227
Parte V. Accordi, testo e grafica

Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.


Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Lo strumento Accordi Attivare lo strumento Accordi 20 257
Lo strumento Attivare lo strumento Articolazioni 18 229
Articolazioni Spostare la linea d'appoggio delle 20 258
Assegnare un'articolazione a una nota 18 230
sigle accordali
Spostare o cancellare un'articolazione 18 230
Comprendere la sintassi delle sigle accordali 20 258
Modificare un segno di articolazione 18 230
Inserire le sigle digitandole direttamente 20 259
Visualizzare un'articolazione solo a video 18 231 in partitura
(e non a stampa)
Inserire le sigle eseguendo gli accordi su una 20 260
Impostare i due stati di un'articolazione 18 231 master keyboard (o altro dispositivo MIDI)
(principale / rovesciato)
Inserire le sigle tramite l'analisi automatica 20 261
Utilizzare una forma grafica 18 231 degli accordi: analisi su un rigo
a mo' di articolazione
Inserire le sigle tramite l'analisi automatica 20 263
Iterare un'articolazione per ottenere segni 18 232 degli accordi: analisi su due righi
speciali (linea del trillo, linea d'arpeggio, ecc.)
Inserire le sigle tramite l'analisi automatica 20 263
Collegare le articolazioni ad azioni specifiche 18 232 degli accordi: analisi su tutti i righi
nel playback del documento
Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 264
Predefinire i criteri di posizionamento delle 18 233 stile Standard
articolazioni
Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 264
Applicare un segno di articolazione a più note 18 235 stile Europeo
(o su intere battute e regioni di musica)
Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 264
Metatool per lo strumento Articolazioni 18 236 stile Tedesco
Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 265
stile Romanico
Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 265
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag. stile Nashville A
Lo strumento Attivare lo strumento Forme intelligenti 19 237 Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 266
Forme intelligenti Collocare le forme in partitura: la tecnica del 19 239 stile Nashville B
"clic e mezzo" Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 266
Tracciare una legatura di frase 19 239 stile Solfeggio
Modificare la forma e l'ampiezza delle 19 240 Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 266
legature di frase stile Scandinavo

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 479 480 | Appendice 2

Lo strumento Accordi Scegliere lo stile delle sigle accordali: 20 266 Lo strumento Testo Inserire un hyperlink in un blocco di testo 21 289
(segue) stile Scandinavo (segue) Aggiungere un valore di offset 21 290
Utilizzare le sigle degli accordi in italiano 20 266 al numero di pagina
(uso del font Italy Music) Definire la giustificazione e 21 290
Utilizzare le sigle degli accordi in italiano 20 267 l'allineamento del testo
(uso dei font TimesIT e JazzIT) Assegnare un blocco di testo alle 21 291
Personalizzare le sigle accordali 20 267 pagine o alle misure
(nota fondamentale) Specificare la posizione e l'allineamento 21 291
Personalizzare le sigle accordali 20 268 del blocco di testo rispetto alla pagina
(nota di rivolto) Differenziare il posizionamento dei blocchi di 21 291
Personalizzare le sigle accordali (suffisso) 20 269 testo fra le pagine destre e sinistre
Visualizzare i diagrammi per chitarra 20 273 Specificare il valore di interlinea CTRL+SHIFT+L CMD+SHIFT+L 21 292
nei blocchi di testo
Creare diagrammi per chitarra personalizzati 20 274
Impostare la funzione di 21 292
Creare diagrammi per altri strumenti a corda 20 276
"a capo automatico" per il testo
Generare automaticamente diagrammi 20 280
Modificare il contenuto di un 21 292
alternativi a quelli proposti da Finale
blocco di testo preesistente
Addestrare Finale al riconoscimento 20 280
Determinare l'ammontare delle tabulazioni 21 293
di nuovi accordi
Definire la formattazione dei simboli per le 21 293
Semplificare la grafia enarmonica 20 281
alterazioni musicali in un blocco di testo
degli accordi
Includere i secondi nella visualizzazione 21 294
Predefinire i simboli per gli accordi 20 281
dell'ora corrente
diminuiti e semidiminuiti
Sostituire i font utilizzati per i 20 281
suffissi accordali
Abilitare / disabilitare il playback delle sigle 20 282
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Metatool per lo strumento Accordi 20 282
Lo strumento Attivare lo strumento Testo cantato 22 295
Testo cantato Attivare la finestra per l'inserimento 22 296
del testo cantato
Dividere il testo in strofe, ritornelli e sezioni 22 296
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Definire il font per il testo cantato 22 297
Lo strumento Testo Attivare lo strumento Testo 21 283
Digitare il testo cantato 22 297
Creare un blocco di testo semplice 21 284 direttamente in partitura
Creare un blocco di testo a cornice fissa 21 284 Spostare la linea d'appoggio 22 297
Ridimensionare la cornice di testo 21 284 del testo cantato
Definire i parametri della cornice standard CTRL+M CMD+M 21 285 Inserire un melisma (o vocalizzo) all'interno e 22 298
Definire i parametri della CTRL+SHIFT+M CMD+SHIFT+M 21 285 alla fine di una parola
cornice personalizzata Inserire il testo tramite assegnazione 22 299
Modificare la formattazione generale CTRL+T CMD+T 21 286 con il clic del mouse
del testo Inserire tutto il testo con un solo clic 22 299
Spostare la linea di base del testo 21 287 Inserire più strofe sotto una 22 299
Posizionare il testo in apice o in pedice 21 287 stessa linea melodica

Regolare la spaziatura tra i caratteri del testo 21 287 Unire due sillabe con il 22 300
simbolo speciale della sinalefe
Impostare un testo a dimensione fissa 21 288
Utilizzare il font speciale per la sinalefe 22 301
Visualizzare il testo solo a video 21 288
Modificare le linee di estensione delle sillabe 22 301
Inserire nel testo le alterazioni musicali 21 288
Eliminare le linee di estensione 22 301
Inserire i numeri di pagina della partitura CTRL+SHIFT+P CMD+SHIFT+P 21 288
Personalizzare le linee di estensione 22 301
Definire gli elementi dell'intestazione 21 289
delle partiture Regolare manualmente la 22 303
posizione delle sillabe
Inserire il nome del file corrente 21 289
in un blocco di testo Allineare le sillabe rispetto alle note 22 303

Inserire la data, l'ora e la data 21 289 Giustificare tra loro le sillabe delle varie strofe 22 303
di creazione del file Spostare il testo cantato 22 304
Inserire altri simboli nei blocchi di testo 21 289 in avanti o all'indietro
(valuta, copyright, lettere straniere, ecc.) Duplicare il testo cantato in altre posizioni 22 305

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 481 482 | Appendice 2

Lo strumento Allineare e giustificare le sillabe 22 305 Gli Strumenti speciali Modificare la dimensione 24 326
Testo cantato a livello globale (segue) e il font delle alterazioni
(segue) Personalizzare i trattini di sillabazione 22 306 Allungare / accorciare il gambo delle note 24 327
Regolare la linea d'appoggio del 22 308 Spostare orizzontalmente il gambo delle note 24 327
testo cantato con valori numerici Modificare la direzione delle cediglie 24 327
Esportare il testo cantato 22 308 Invertire la direzione verticale 24 328
in un file indipendente dei gambi delle note
Numerare automaticamente le strofe, 22 309 Bloccare la posizione dei gambi delle note 24 328
i ritornelli e le sezioni
Raddoppiare i gambi delle note 24 328
Inserire forzatamente il carattere "spazio" 22 309
Separare l'assegnazione dei gambi 24 329
Inserire forzatamente un 22 310 alle note di un accordo
trattino di sillabazione
Invertire la posizione orizzontale 24 329
Inserire nel testo cantato un simbolo 22 310 dei gambi delle note
(maiuscole accentate, lettere straniere,
segni speciali, ecc.) Personalizzare la forma 24 330
del gambo di una nota
Modificare l'angolazione delle 24 330
linee di raggruppamento
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag. Allontanare / avvicinare le linee di 24 330
raggruppamento rispetto alle note
Lo strumento Grafica Attivare lo strumento Grafica 23 311
Interrompere le linee di raggruppamento 24 331
Esportare in formato grafico una porzione 23 312 secondarie (metodo standard)
della partitura
Interrompere le linee di raggruppamento 24 332
Impostare la risoluzione del 23 313 secondarie (metodo selettivo)
file grafico esportato
Estendere le linee di raggruppamento 24 332
Esportare in formato grafico una o più 23 313 tra una battuta e l'altra
pagine intere del documento
Modificare l'angolazione delle 24 333
Inserire un'immagine esterna nella partitura 23 314 linee di raggruppamento secondarie
Collegare alla partitura 23 314 Ottenere un accelerando o 24 333
un'immagine esterna senza importarla un rallentando grafico
Ridimensionare un'immagine importata 23 314 Modificare l'ampiezza e l'estensione 24 334
Allineare un'immagine rispetto alla musica 23 314 delle legature di valore
Modificare gli attributi di un'immagine 23 315 Modificare la posizione dei punti di valore 24 334
Assegnare un'immagine alla pagina 23 315 Modificare la distanza tra i 24 335
o a una singola battuta punti di valore multipli
Assegnare all'immagine una dimensione fissa 23 316 Modificare lo spessore delle 24 335
Monitorare tutti i file grafici 23 316 linee di raggruppamento
presenti nel documento Modificare la lunghezza dei gambi interni ai 24 336
raggruppamenti (stile "alla francese")
Nascondere temporaneamente 24 336
le maniglie degli elementi
Parte VI. Perfezionare il lavoro Impostare la direzione automatica 24 336
delle legature di valore
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Gli Strumenti speciali Attivare gli Strumenti speciali 24 321
Visualizzare / nascondere la tavolozza 24 322 Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
ausiliaria degli Strumenti speciali Lo strumento Attivare lo strumento Sposta-Note 25 337
Spostare orizzontalmente 24 322 Sposta-Note Copiare tutto il materiale di una battuta e 25 338
gli eventi delle battute (note e pause) incollarlo in un'altra misura, sostituendo il
Monitorare il valore di offset 24 323 contenuto precedente
dello spostamento degli eventi Copiare solo una parte del materiale di una 25 338
Spostare orizzontalmente le teste delle note 24 323 battuta e incollarlo nella stessa posizione
Ridimensionare le teste delle note 24 324 in un'altra misura, sostituendo il contenuto
precedente
Modificare il font usato per le teste delle note 24 324
Copiare tutto il materiale di una battuta e 25 338
Modificare l'aspetto delle teste delle note 24 325 incollarlo in un'altra misura, fondendolo col
Spostare le alterazioni assegnate alle note 24 326 contenuto precedente

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 483 484 | Appendice 2

Lo strumento Copiare solo una parte del materiale di una 25 338 Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Sposta-Note battuta e incollarlo nella stessa posizione in Altre importanti Selezionare in modo mirato una regione di 27 351
(segue) un'altra misura, fondendolo col contenuto operazioni con il musica (selezione singola, multipla o parziale
precedente menu Utilità delle misure)
Copiare tutto il materiale di una battuta e 25 339 Effettuare il trasporto di una regione 27 351
incollarlo in un'altra misura, sostituendo il selezionata o di un intero brano
contenuto precedente e cancellando
il materiale d'origine Metatool per il trasporto della musica 27 353
Copiare solo una parte del materiale di una 25 339 Trasportare la notazione speciale per 27 354
battuta e incollarlo nella stessa posizione in gli strumenti a percussione
un'altra misura, sostituendo il contenuto Applicare le equivalenze enarmoniche alle 27 355
precedente e cancellando il materiale note di una regione
d'origine
Distribuire una stessa quantità di battute in CTRL+M CMD+SHIFT+M 27 356
Copiare tutto il materiale di una battuta e 25 339 ogni rigo
incollarlo in un'altra misura, fondendolo col
Condensare in un unico rigo una certa CTRL+M CMD+SHIFT+M 27 356
contenuto precedente e cancellando
quantità di battute
il materiale d'origine
Ridistribuire automaticamente le battute su CTRL+M CMD+SHIFT+M 27 356
Copiare solo una parte del materiale di una 25 339
due o più righi
battuta e incollarlo nella stessa posizione in
un'altra misura, fondendolo col contenuto Spostare una o più misure selezionate CTRL+Freccia su CMD+Freccia su 27 356
precedente e cancellando il materiale nell'accollatura precedente
d'origine Spostare una o più misure selezionate CTRL+Freccia giù CMD+Freccia giù 27 356
Spostare le note "a cavallo" tra un rigo e l'al- 25 339 nell'accollatura successiva
tro, mantenendo l'unità della figurazione Bloccare le accollature (in relazione CTRL+L CMD+L 27 357
Ottenere una "figura a N" con le note 25 340 all'aggiornamento del layout di pagina)
a cavallo dei righi Sbloccare le accollature (in relazione CTRL+SHIFT+L CMD+SHIFT+L 27 357
Spostare una o più note in un'altra misura, 25 340 all'aggiornamento del layout di pagina)
inserendole davanti al materiale preesistente Spaziare automaticamente la musica 27 358
Spostare una o più note in un'altra misura, 25 341 in base al tempo
inserendole dopo il materiale preesistente Spaziare automaticamente la musica CTRL+5 CMD+5 27 358
Cercare tutte le ricorrenze di uno stesso 25 341 in base alle figure
inciso melodico nel documento Spaziare automaticamente la musica CTRL+4 CMD+4 27 358
in base alle pulsazioni
Trasportare a un intervallo predefinito 25 342
il materiale trovato con la ricerca Aggiornare la disposizione della musica CTRL+U CMD+U 27 359
(layout di pagina)
Applicare un'equivalenza enarmonica al 25 342
materiale trovato con la ricerca Aggiornare la visualizzazione dei trattini di 27 359
sillabazione e delle linee di estensione
Distribuire verticalmente in altre misure il 27 360
materiale contenuto in una battuta
("esplodere la musica")
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Condensare in una sola misura il materiale 27 361
Lo strumento Ossia Attivare lo strumento Ossia 26 345 contenuto in due o più battute
Creazione di un rigo sorgente 26 346 ("implodere la musica")
per le misure di Ossia Aggiungere alla partitura i markers 27 362
Assegnare le misure di Ossia 26 347 di SmartMusic
alla pagina o a una singola battuta Aggiungere / rimuovere un'indicazione di 27 362
Definire gli elementi costitutivi delle 26 348 capotasto mobile per chitarra
misure di Ossia (parentesi, chiavi, Applicare un segno di articolazione alle 27 363
stanghette, tonalità, tempo) note di una regione selezionata
Visualizzare / nascondere gli elementi 26 348 Visualizzare (in riferimento a una 27 365
costitutivi delle misure di Ossia regione selezionata) il tempo trascorso
Stabilire la percentuale di 26 348 dall'inizio del brano
visualizzazione delle misure di Ossia Verificare la corretta visualizzazione 27 365
di tutte le legature di valore
Stabilire il posizionamento assoluto 26 348
delle misure di Ossia Convertire le copie speculari in normali 27 365
misure indipendenti
Stabilire la larghezza complessiva 26 348
delle misure di Ossia Completare automaticamente con pause gli 27 366
spazi vuoti delle misure
Nascondere il rigo sorgente dopo la 26 349
realizzazione delle misure di Ossia Resettare l'aspetto delle legature di frase 27 366

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 485 486 | Appendice 2

Altre importanti Resettare l'aspetto dei gruppi di righi e 27 366 I Plug-ins di Finale Modificare i font utilizzati nella partitura 28 381
operazioni con il delle relative parentesi (segue) (nomi dei righi e dei gruppi, blocchi di testo
menu Utilità Orientare tutti i gambi delle note 27 366 e testo cantato)
(segue) verso l'alto o verso il basso Estendere automaticamente le linee di 28 382
Cambiare la posizione e/o l'aspetto delle 27 367 raggruppamento fra una battuta e l'altra
articolazioni in una regione Migliorare esteticamente i 28 382
Cambiare la posizione, l'aspetto e/o 27 368 raggruppamenti e i gambi delle note
il comportamento delle sigle accordali (Raggruppamenti Patterson)
in una regione Convertire le note di una 28 382
Cambiare la posizione e/o l'aspetto delle 27 369 regione selezionata in "AlfaNote"
espressioni in una regione Applicare automaticamente le 28 383
Cambiare l'impostazione del tasto più basso 27 369 alterazioni di precauzione in una regione
in un rigo di intavolatura Cambiare le pause di intero predefinite in 28 383
Cambiare la durata delle note in una regione 27 370 pause di intero reali (e viceversa)
Ridistribuire il materiale musicale dopo un 27 371 Verificare l'eventuale presenza di valori 28 383
cambio di tempo o una modifica delle durate mancanti (o in eccesso) nelle battute
di una regione
Cambiare / riassegnare i raggruppamenti 27 371
delle note dopo un cambio di tempo o una Rendere orizzontali tutte le linee di 28 383
modifica delle durate raggruppamento in una regione
Cambiare i raggruppamenti delle note 27 372 Riportare le linee di raggruppamento 28 383
in base al testo cantato all'angolazione originale
Cambiare la dimensione degli eventi (note e 27 372 Mostrare / nascondere i tagli addizionali 28 384
pause) in una regione Ridimensionare le teste delle note 28 384
Cambiare l'aspetto delle teste delle note 27 372 Suddividere le note in una quantità 28 384
in una regione predefinita di valori uguali
Cambiare la direzione delle legature di valore 27 373 Uniformare tutte le note di una regione ad 28 385
in una regione un'unica altezza predefinita
Gestire l'interruzione delle 27 374
Aggiungere / rimuovere il taglio sulle 28 385
legature di valore in corrispondenza di
notine di abbellimento
cambi di tempo o tonalità
Spostare le note della Voce 2 in un altro livello 28 385
Cambiare le impostazioni di tutti i gruppi 27 374
irregolari in una regione Aggiungere le note guida in una parte 28 386
strumentale
Cambiare lo strumento assegnato a un rigo in 27 375
una battuta successiva alla prima Ottenere le possibili variazioni di una melodia 28 386
per realizzare canoni o fughe
Verificare la presenza di eventuali 28 386
note fuori estensione in una regione
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Effettuare l'analisi armonica di una regione 28 387
I Plug-ins di Finale Visualizzare e modificare il percorso di 28 377
archiviazione dei plug-ins Aggiungere alla partitura un rigo di 28 388
percussioni contenente un "Drum Groove"
Organizzare i plug-ins in categorie tramite 28 378
cartelle e sottocartelle personalizzate Individuare la nota più alta e la nota più bassa 28 388
(estensione) in una regione selezionata
Assegnazione automaticamente i segni 28 378
dinamici a una regione di musica scritta Applicare a livello globale le impostazioni 28 388
con lo strumento HyperScribe della finestra Attributi del rigo
Inserire automaticamente le legature di frase 28 379 Aggiungere alla partitura un rigo di 28 389
sui melismi (o vocalizzi) percussioni latine
Riportare alla posizione predefinita 28 379 Ottenere una riduzione pianistica da una 28 390
tutte le sillabe del testo cantato partitura di qualunque dimensione
Creare automaticamente una Coda 28 379 Aggiungere l'indicatore di divisione 28 390
alla fine del brano fra le accollature
Unificare due battute in una soltanto 28 380 Aggiungere le note guida individuando 28 391
Creare un segno di ritornello all'interno 28 380 automaticamente le zone adatte
di una battuta Spaziare uniformemente le accollature 28 392
Numerare automaticamente le eventuali 28 380 con opzioni avanzate
battute uguali e consecutive Ridistribuire la musica di un rigo su due 28 392
Suddividere un'unica battuta su 28 380 pentagrammi in base a un punto di
due o più righi successivi suddivisione indicato

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 487 488 | Appendice 2

I Plug-ins di Finale Rimuovere le collisioni verticali degli 28 393 Il Playback Human Playback: gestire le 29 411
(segue) elementi fra un rigo e l'altro (segue) tecniche e gli effetti strumentali
Allineare tra loro i segni dinamici e le 28 393 Human Playback: gestire 29 412
forcelle di crescendo e diminuendo l'intensità e il volume degli eventi
Creare la mappa degli strumenti necessari 28 394 Human Playback: gestire 29 414
nella musica per campanelli a mano l'interazione con i dati MIDI
Creare velocemente le figure 28 395 Human Playback: gestire l'esecuzione 29 414
a cavallo dei righi del glissando e del bending per chitarra
Creare le indicazioni di suoni armonici 28 395 Human Playback: gestire l'esecuzione 29 415
per gli strumenti ad arco degli abbellimenti e dei tremoli
Inserire i simboli per i tremoli 28 396 Human Playback: gestire 29 416
Creare scorciatoie da tastiera personalizzate 28 396 le variazioni di tempo
per qualsiasi opzione dei menu Human Playback: gestire l'interazione 29 416
Gestire le pause 28 396 con i suoni della Garritan Personal Orchestra
(suddividere, semplificare, spostare, ecc.) Creare uno stile di Human Playback 29 416
Estrarre da una parte per strumenti affini (es. 28 397 completamente personalizzato
Flauto I e II) il materiale di un solo strumento
Riprodurre efficacemente nel playback 28 397
le variazioni dinamiche, i glissando, i tremoli
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
e altri abbellimenti
Il MIDI e l'audio Attivare lo strumento MIDI 30 422
Individuare un punto di suddivisione 28 398
intelligente delle mani dopo una Presentazione del menu MIDI/Audio 30 422
trascrizione con HyperScribe Scegliere la fonte dei suoni per il playback 30 422
Creare una sequenza automatizzata di 28 398 (MIDI o VST/AU)
operazioni con FinaleScript Caricare i suoni e gli effetti VST/AU CTRL+ALT+I CMD+ALT+U 30 423
Regolare il volume in ingresso dei VST/AU 30 424
Caricare gli effetti per il master mix 30 424
Parte VII. L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti Regolare il volume del master mix 30 424
Aggiungere una traccia audio alla partitura 30 424
Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
Importare un file in una traccia audio 30 424
Il Playback Visualizzare i Controlli per il Playback 29 405
Tagliare i punti d'inizio e fine 30 425
Impostare il contatore delle battute 29 406 della clip audio
Impostare il tempo metronomico 29 406 Adattare automaticamente la lunghezza 30 425
dell'esecuzione della clip audio alla fine della traccia
Sincronizzare il file tramite il 29 406 Resettare le impostazioni iniziali delle patch 30 425
protocollo ReWire
Configurare gli ingressi e le 30 425
Abilitare lo scorrimento del cursore 29 407 uscite audio del sistema
durante il playback
Scegliere il driver audio 30 426
Impostare l'eventuale effetto swing 29 407
della riproduzione Regolare il livello d'ingresso del segnale 30 426

Assegnare una dinamica generale 29 407 Compensare la latenza del segnale in ingresso 30 426
di riproduzione a tutti gli eventi Modificare l'ampiezza del buffer di memoria 30 426
Definire l'ambito di riproduzione del brano 29 407 per il playback

Impostare il click metronomico e il countoff 29 408 Modificare il percorso di archiviazione 30 426


dei plug-ins audio
Definire le categorie di dati MIDI 29 408
da riprodurre Configurare l'interfaccia MIDI 30 427

Definire il comportamento del playback in 29 408 Ricercare automaticamente i dispositivi 30 427


caso di segni di ritornello d'ingresso collegati al sistema

Definire la durata esatta delle acciaccature 29 409 Assegnare i canali MIDI 30 427
nella riproduzione Inoltrare un messaggio di MIDI Sync 30 428
Gestire l'assegnazione delle patch al playback 29 409 ai dispositivi collegati

Attivare le funzioni di Human Playback 29 409 Configurare il plug-in SmartMusic SoftSynth 30 428

Scegliere uno stile predefinito 29 409 Gestire i messaggi di ON/OFF concomitanti 30 428
di Human Playback Inoltrare un messaggio di MIDI Time Code 30 429
Creare e organizzare i set di preferenze 29 410 ai dispositivi collegati
per Human Playback Inviare un messaggio di Note OFF al sistema 30 429

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Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale | 489 490 | Appendice 2

Il MIDI e l'audio Selezionare il MIDI Framework in MacOS 30 430 Il MIDI e l'audio Adattare la durata di una regione 30 446
(segue) (segue) ad un tempo predefinito
Selezionare il sistema sonoro per la 30 430
riproduzione in MacOS Filtrare la visualizzazione degli eventi MIDI 30 447
Scegliere una mappatura per 30 430 Copiare la musica e i dati MIDI da una 30 447
i set di percussioni misura all'altra mediante il trascinamento
Configurare le impostazioni 30 430 Applicare uno stile di Human Playback 30 447
audio e MIDI in MacOS a una specifica area selezionata
Definire il comportamento 30 431
delle funzioni di MIDI Thru
Assegnare i canali MIDI nei 30 432 Area tematica / strumento Operazione Win Mac Lezione Pag.
righi in initavolatura
L'estrazione delle parti Effettuare le verifiche preliminari 31 449
Configurare le mappature per 30 432 all'estrazione: gli elementi testuali
i set di percussioni
Effettuare le verifiche preliminari 31 450
Trasportare automaticamente la notazione 30 434 all'estrazione: gli attributi dei righi
degli strumenti traspositori inserita via MIDI
Effettuare le verifiche preliminari 31 450
Ripristinare il plug-in ReWire di Finale 30 434 all'estrazione: gli elementi di layout
Impostare l'ordine di priorità delle 30 435 Estrarre le parti come documenti separati 31 451
librerie di suoni utilizzate da Finale Gestire la creazione automatica 31 452
Avviare / arrestare il playback via menu 30 435 delle battute d'aspetto nelle parti
Inviare al sistema un messaggio 30 435 Gestire la spaziatura automatica 31 452
di All notes off della musica nelle parti
Configurare le opzioni di 30 436 Gestire il formato di pagina e altre 31 452
importazione dei MIDI file impostazioni editoriali delle parti
Configurare le opzioni di 30 437 Creare una parte staccata 31 454
esportazione dei MIDI file comprendente due o più strumenti
Gestire l'importazione e l'esportazione 30 438 Assegnare un nome alle parti staccate 31 454
dei dati MIDI nella clipboard Gestire la distribuzione delle voci e dei 31 454
Inviare un qualsiasi dato MIDI 30 438 livelli di polifonia nelle parti staccate
a un dispositivo collegato Predefinire la denominazione dei 31 455
Riavviare il driver MIDI del sistema operativo 30 439 file separati ricavati dalla partitura
Resettare il valore di panpot in tutti 30 439 Estrarre le parti all'interno 31 457
gli strumenti della partitura del documento principale
Ritrascrivere una regione di musica 30 439 Passare alla visualizzazione della CTRL+ALT+, CMD+ALT+, 31 458
in base alle impostazioni di quantizzazione parte precedente
Copiare e incollare i dati MIDI nelle battute 30 440 Passare alla visualizzazione della CTRL+ALT+. CMD+ALT+. 31 458
parte successiva
Uniformare tutte le dinamiche 30 441
a uno stesso valore predefinito Tornare alla visualizzazione della partitura CTRL+ALT+/ CMD+ALT+/ 31 458

Impostare un crescendo o 30 441 Estrarre temporaneamente le parti 31 458


un diminuendo via MIDI all'interno del documento

Aggiungere un valore fisso a tutte 30 442


le velocity o altri dati MIDI
Ridefinire i dati MIDI in base a un 30 442
valore percentuale
Fissare dei limiti all'escursione dei dati MIDI 30 443
Regolare la variazione dei dati MIDI nelle 30 443
singole pulsazioni delle battute
Rendere casuale la variazione dei 30 443
dati MIDI all'interno delle battute
Riportare tutti i dati MIDI ai valori di default 30 444
Agire sui parametri MIDI delle 30 444
singole note (Windows)
Agire sui parametri MIDI delle 30 445
singole note (Mac OS)
Modificare il momento di esecuzione e la 30 445
velocity di un singolo evento

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492 | Appendice 3

Categoria I: Notazione
Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz
Appendice 3 Ý ALT+0221
ALT+SHIFT+4
ALT+0221
ALT+SHIFT+4
ALT+0221
ALT+SHIFT+4

Mappatura dei principali font musicali W SHIFT+W SHIFT+W SHIFT+W

� ALT+0135
á
ALT+0135
á

w W W W

h
Le seguenti tabelle presentano tutti i simboli musicali contenuti nei principali font utilizzati da Finale (Maestro,
H H H
Broadway Copyist e Jazz).
I simboli sono divisi per categorie, e per ciascuno di essi viene riportata la combinazione di tasti necessaria per H SHIFT+H SHIFT+H SHIFT+H
ottenerli ­(rispettivamente in Windows e in MacOS); quando la suddetta combinazione coincide in entrambi i
sistemi o
­ perativi, viene riportata una sola volta.
Se un simbolo non è presente in un font, nella corrispondente casella viene riportato il segno "­— ". q Q Q Q

Per la corretta consultazione, potete riferirvi allo schema seguente: Q SHIFT+Q SHIFT+Q SHIFT+Q

e E E E

E SHIFT+E SHIFT+E SHIFT+E

x X X X

X SHIFT+X SHIFT+X SHIFT+X

© ALT+0169
ALT+G

ALT+0169
ALT+G
Indice delle categorie
í ALT+0237

ALT+0237
• Notazione Ì Ì

;
• Teste delle note
; — ;
• Codette
• Alterazioni : SHIFT+; — SHIFT+;
• Pause

É
• Segni dinamici
ALT+0201 ALT+0201 ALT+0201
• Segni di articolazione ALT+; ALT+; ALT+;
• Forme intelligenti
• Segni di ripetizione e notazione alternativa ò ALT+0242
ALT+SHIFT+;
— —
• Chiavi
• Indicazioni di tempo e numeri per le battute d'aspetto
• Simboli accordali e suoni armonici
• Notazione per le percussioni
• Altro

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Mappatura dei principali font musicali | 493 494 | Appendice 3

Categoria II: Teste delle note Categoria III: Codette


Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz
. . . . j J J J

ú ALT+0250
ALT+H
ALT+0250
ALT+H
ALT+0250
ALT+H
J SHIFT+J SHIFT+J SHIFT+J

Ï ALT+0207
ALT+Q
ALT+0207
ALT+Q
ALT+0207
ALT+Q
K SHIFT+K SHIFT+K SHIFT+K

L SHIFT+L SHIFT+L O ï ALT+0239 ALT+0239 ALT+0239


ALT+SHIFT+J ALT+SHIFT+J ALT+SHIFT+J

l­ L L — û ALT+0251
— —
ALT+K

ç­ ALT+0231 ALT+0231
— ð ALT+0240
— —
ALT+SHIFT+Y ALT+SHIFT+Y ALT+SHIFT+K

�­­ ­ ALT+0173 ALT+0173


— r R R R
ALT+= ALT+=

Ð ALT+0208 ALT+0208
— R SHIFT+R SHIFT+R SHIFT+R
ALT+– ALT+–

À ALT+0192 ALT+0192 ALT+0192


ALT+SHIFT+/ ALT+SHIFT+/ ALT+SHIFT+/

y Y Y Y

Ñ ALT+0209 ALT+0209

ALT+SHIFT+– ALT+SHIFT+–

Æ ALT+0198 ALT+0198

ALT+J ALT+J

à ALT+0224
ALT+SHIFT+7
ALT+0224
ALT+SHIFT+7

á ALT+0225 ALT+0225 ALT+0225


ALT+SHIFT+9 ALT+SHIFT+9 ALT+SHIFT+9

â ALT+0226 ALT+0226

ALT+SHIFT+0 ALT+SHIFT+0

 ALT+0194 ALT+0194

ALT+L ALT+L

´ ALT+0180

ALT+0180
ALT+Y ALT+Y

 —
ALT+0159
ü
ALT+0205
Õ

 —
ALT+0158
û
ALT+0204
Ã

 —
ALT+0157
ù
ALT+0203
À

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Mappatura dei principali font musicali | 495 496 | Appendice 3

Categoria IV: Alterazioni Categoria V: Pause


Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz
# SHIFT+3 SHIFT+3 SHIFT+3 ã ALT+0227 ALT+0227 ALT+0227
ALT+SHIFT+W ALT+SHIFT+W ALT+SHIFT+W

a A A A î ALT+0238
ALT+W
ALT+0238
ALT+W
ALT+0238
ALT+W

I SHIFT+I SHIFT+I SHIFT+I · ALT+0183


ALT+SHIFT+H
ALT+0183
ALT+SHIFT+H
ALT+0183
ALT+SHIFT+H

[ [ [ [ Î ALT+0206 ALT+0206 ALT+0206


ALT+SHIFT+Q ALT+SHIFT+Q ALT+SHIFT+Q

b B B B ä ALT+0228 ALT+0228 ALT+0228


ALT+SHIFT+R ALT+SHIFT+R ALT+SHIFT+R

A SHIFT+A SHIFT+A SHIFT+A Å ALT+0197 ALT+0197 ALT+0197


ALT+X ALT+X ALT+X

i I I I ¨ ALT+0168 ALT+0168 ALT+0168


ALT+R ALT+R ALT+R

{ SHIFT+[ SHIFT+[ SHIFT+[ ô ALT+0244


Ù
ALT+0244
Ù
ALT+0244
Ù

n N N N å ALT+0229 ALT+0229 ALT+0229


ALT+SHIFT+M ALT+SHIFT+M ALT+SHIFT+M

N SHIFT+N SHIFT+N SHIFT+N

é ALT+0233 ALT+0233 ALT+0233


È È È

Ò ALT+0210 ALT+0210 ALT+0210


ALT+[ ALT+[ ALT+[

º ALT+0186
ALT+B
ALT+0186
ALT+B
ALT+0186
ALT+B

� ALT+0140 ALT+0140 ALT+0140


ALT+A ALT+A ALT+A

Ó ALT+0211
ALT+SHIFT+[
ALT+0211
ALT+SHIFT+[
ALT+0211
ALT+SHIFT+[

Ü ALT+0220 ALT+0220 ALT+0220


ALT+SHIFT+3 ALT+SHIFT+3 ALT+SHIFT+3

 ALT+0129 ALT+0129 ALT+0129


ALT+SHIFT+A ALT+SHIFT+A ALT+SHIFT+A

] ] ] ]

õ ALT+0245 ALT+0245

ALT+SHIFT+B ALT+SHIFT+B

$ SHIFT+4 SHIFT+4 —

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Mappatura dei principali font musicali | 497 498 | Appendice 3

s
Categoria VI: Segni dinamici
S S S
Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz
¯ ALT+0175 ALT+0175 ALT+0175 z Z Z Z
ALT+SHIFT+O ALT+SHIFT+O ALT+SHIFT+O

¸ ALT+0184 ALT+0184 ALT+0184 Ì —


ALT+0204
Ã

ALT+SHIFT+P ALT+SHIFT+P ALT+SHIFT+P

¹ ALT+0185 ALT+0185 ALT+0185  — —


ALT+0133
ALT+P ALT+P ALT+P Ö

P SHIFT+P SHIFT+P SHIFT+P  — —


ALT+0135
á

p P P P G — — SHIFT+G

F SHIFT+F SHIFT+F SHIFT+F L — — SHIFT+L

f

F F F ALT+0131
— —
Ä
É


ALT+0196 ALT+0196 ALT+0196
ALT+F ALT+F ALT+F ALT+0132
— —
ì ALT+0236 ALT+0236 ALT+0236 Ñ
ALT+SHIFT+F ALT+SHIFT+F ALT+SHIFT+F

ë ALT+0235
ALT+SHIFT+D
ALT+0235
ALT+SHIFT+D
ALT+0235
ALT+SHIFT+D

ê ALT+0234
ALT+SHIFT+S
ALT+0234
ALT+SHIFT+S
ALT+0234
ALT+SHIFT+S

Z SHIFT+Z SHIFT+Z SHIFT+Z

¶ ALT+0182
ALT+D
ALT+0182
ALT+D
ALT+0182
ALT+D

� ALT+0130
ALT+SHIFT+C
ALT+0130
ALT+SHIFT+C
ALT+0130
ALT+SHIFT+C

§ ALT+0167
ALT+S
ALT+0167
ALT+S
ALT+0167
ALT+S

S SHIFT+S SHIFT+S SHIFT+S

 ALT+0141
ALT+C
ALT+0141
ALT+C
ALT+0141
ALT+C

½ ALT+0189
ALT+Z
ALT+0189
ALT+Z
ALT+0189
ALT+Z

� ALT+0150
ñ
— —

� ALT+0142
é
ALT+0142
é

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Mappatura dei principali font musicali | 499 500 | Appendice 3

M
Categoria VII: Segni di articolazione
SHIFT+M SHIFT+M SHIFT+M
Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz
. . . . m M M M

> SHIFT+. SHIFT+. SHIFT+. µ ALT+0181


ALT+M
ALT+0181
ALT+M
ALT+0181
ALT+M

ù ALT+0249 ALT+0249 ALT+0249 ² ALT+0178


ALT+,
ALT+0178
ALT+,

ALT+SHIFT+. ALT+SHIFT+. ALT+SHIFT+.

ß ALT+0223 ALT+0223 ALT+0223 ³ ALT+0179


ALT+.
ALT+0179
ALT+.
ALT+0179
ALT+.
ALT+SHIFT+6 ALT+SHIFT+6 ALT+SHIFT+6

^ SHIFT+6 SHIFT+6 SHIFT+6


T SHIFT+T SHIFT+T —

v V V V ¡ ALT+0161
ALT+SHIFT+8
ALT+0161
ALT+SHIFT+8
ALT+0161
ALT+SHIFT+8

Ø ALT+0216 ALT+0216
— * ALT+0042
SHIFT+8
ALT+0042
SHIFT+8
ALT+0042
SHIFT+8
ÿ ÿ

« ALT+0171 ALT+0171
— g G G G
ALT+SHIFT+E ALT+SHIFT+E

' ' ' — " ALT+0034


SHIFT+'
ALT+0034
SHIFT+'
ALT+0034
SHIFT+'

® ALT+0174 ALT+0174

´ ALT+0180 ALT+0180
SHIFT+O
ALT+SHIFT+' ALT+SHIFT+' ALT+Y ALT+Y

¬ ALT+0172 ALT+0172 ALT+0172 o O O O


ALT+SHIFT+U ALT+SHIFT+U ALT+SHIFT+U

è ALT+0232 ALT+0232 ALT+0232 + + + +


Ë Ë Ë

- - - -
, , , ,

< SHIFT+, SHIFT+, SHIFT+, � ALT+0133


Ö
ALT+0133
Ö

ø ALT+0248
ALT+SHIFT+,
ALT+0248
ALT+SHIFT+,
ALT+0248
ALT+SHIFT+,
! SHIFT+1 SHIFT+1 SHIFT+1

� ALT+0138
ä
ALT+0138
ä
ALT+146
í
@ ALT+0064
SHIFT+2
ALT+0064
SHIFT+2
ALT+0064
SHIFT+2

� ALT+0137
â
ALT+0137
â
ALT+252
ALT+SHIFT+Z
¾ ALT+0190
ALT+'
ALT+0190
ALT+'
ALT+0190
ALT+'

U SHIFT+U SHIFT+U SHIFT+U  — SHIFT+; SHIFT+T

u U U U d — D —

~ ALT+0126
SHIFT+`
ALT+0126
SHIFT+`
ALT+0126
SHIFT+`
 —
ALT+0145
ë

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Mappatura dei principali font musicali | 501 502 | Appendice 3

 —
ALT+0147
ì
—  — —
ALT+0158
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Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)
Mappatura dei principali font musicali | 503 504 | Appendice 3

Categoria VIII: Forme intelligenti



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Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz

\ — — \ � ALT+0131
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Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)
Mappatura dei principali font musicali | 505 506 | Appendice 3

Categoria IX: Segni di ripetizione e notazione alternativa Categoria X: Chiavi


Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz

% SHIFT+5 SHIFT+5 SHIFT+5


& SHIFT+6 SHIFT+6 SHIFT+6


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V SHIFT+V SHIFT+V SHIFT+V

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Mappatura dei principali font musicali | 507 508 | Appendice 3

Categoria XI: Indicazioni di tempo e numeri per le battute d'aspetto Categoria XII: Simboli accordali e suoni armonici
Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz
c C C D + ALT+0246
Ñ Ñ
ALT+SHIFT+I

C SHIFT+C SHIFT+C SHIFT+D ÷ ALT+0247 ALT+0247


O
ALT+SHIFT+N ALT+SHIFT+N
1 1 1 1 ¿ ALT+0191 ALT+0191 ALT+0191
ALT+O ALT+O ALT+O
2 2 2 2 ± ALT+0177
Y Y
ALT+SHIFT+=
3 3 3 3

4 4 4 4 Categoria XIII: Notazione per le percussioni

5 Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz


y
5 5 5

6
Y Y Y

Y
6 6 6

7
SHIFT+Y SHIFT+Y —
7 7 7

8 8 8 8

9 9 9 9

0 0 0 0

+ + + +

ö ALT+0246 ALT+0246

ALT+SHIFT+I ALT+SHIFT+I

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c — — C

C — — SHIFT+C

l — — L

 — —
ALT+0245
ALT+SHIFT+B

 — —
ALT+0246
ALT+SHIFT+I

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Mappatura dei principali font musicali | 509 510 | Appendice 3

Categoria XIV: Altro


Simbolo Maestro Broadway Copyist Jazz
\ \ — —

Á ALT+0193
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ALT+0193
ALT+1
ALT+0193
ALT+1 ñ
ALT+0241
ALT+SHIFT+L

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ALT+SHIFT+L

ª ALT+0170
ALT+2
ALT+0170
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ALT+0170
ALT+2
; — ;
ALT+0174
ALT+SHIFT+'

£ ALT+0163
ALT+3
ALT+0163
ALT+3
ALT+0163
ALT+3  — —
ALT+0242
ALT+SHIFT+;

¢ ALT+0162
ALT+4
ALT+0162
ALT+4
ALT+0162
ALT+4

° ALT+0176
ALT+5
ALT+0176
ALT+5
ALT+0176
ALT+5

¤ ALT+0164
ALT+6
ALT+0164
ALT+6
ALT+0164
ALT+6

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ALT+7
ALT+0166
ALT+7
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ALT+7

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ALT+0165
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ALT+0187
ALT+9

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ALT+0188
ALT+0

G SHIFT+G SHIFT+G —

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ALT+0136
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( SHIFT+8 SHIFT+8 SHIFT+8

) SHIFT+9 SHIFT+9 SHIFT+9

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ALT+0200
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ALT+0200
ALT+SHIFT+\

_ SHIFT+– SHIFT+– SHIFT+–

= = — =

Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)
512 | Bibliografia, sitografia e altri sussidi multimediali

• Walter Ratzek, Finale. Das Video-Tutorial, für Einsteiger und Anwender mit erweiterten Grundkenntnis-
sen, 2 DVD box set, Ziegenhagen, Klemm Music Technology, 2014.

Bibliografia, sitografia e Risorse su Finale e sulla videoscrittura musicale nel web


• Finale (www.finalemusic.com)
altri sussidi multimediali Il sito ufficiale dell'applicazione. Contiene i manuali online per Windows e Mac, un aggiornatissimo
blog e altre sezioni di utilità generale.

• Makemusic Finale Forum (http://forum.makemusic.com)


Il forum più frequentato dagli utenti di Finale di tutto il mondo, gestito direttamente da Makemusic.

• Finale Forum (www.finaleforum.com)


Un forum non ufficiale, ma ugualmente molto seguito, soprattutto dagli utenti anglofoni.
Pubblicazioni a stampa in lingua italiana
• Computerized Music Engraver's Directory (www.npcimaging.com/engraver/frameset.htm)
• Beppe Bornaghi, Finale 25. Guida pratica per un apprendimento facile e veloce (per Mac - Win), Salerno,
Setticlavio, 2017. Pagina del sito dell'azienda americana NPC Imaging, che offre gratuitamente ai copisti di musica
­digitalizzata uno spazio per pubblicizzare la propria attività.
• Claudio Riffero, Copista di musica digitalizzata. Vademecum, Milano, Volontè & Co., 2016.
• EngravingMusic (http://groups.yahoo.com/neo/groups/EngravingMusic/info)
• Beppe Bornaghi, Finale 2014. Guida pratica per un apprendimento facile e veloce di Finale 2014, Rovato, Mailing list del network Yahoo Groups dedicata all'arte dell'editoria musicale (informatizzata e non).
Aldebaran Editions, 2015.
• Music Engravers (www.musicengravers.com)
• Claudio Riffero, L'arte della notazione e della stampa "digitale", distribuz. MidiMusic (Torino), 2012.
Un'altro portale che offre spazio gratuito ai professionisti dell'editoria digitale per pubblicizzare la
• Giandomenico Piermarini, Nuovo Finale con brio. Capire ed imparare ad usare bene il più importante propria attività.
­programma di scrittura della musica col computer, Padova, Armelin, 2002.
• The Music Notation Project (http://musicnotation.org)
• Giandomenico Piermarini, Finale con brio. Capire ed imparare ad usare bene il più importante ­programma Un'associazione internazionale che discute e propone sistemi di scrittura musicale alternativi, finaliz-
di scrittura della musica col computer, Padova, Armelin, 1998. zati a migliorare la notazione tradizionale.
• Fabrizio Fanticini, La scrittura musicale, l'impaginazione e l'estrazione delle parti con Finale 3.0.1 per • Music Notation Links (www.music-notation.info)
­Macintosh. Guida pratica, Lari, Sistemi Audio di Memorizzazione, 1994.
Eccellente raccolta di collegamenti web relativi alla notazione. Vi sono link alle risorse più varie (con-
fronti tra i software di videoscrittura, musica in braille, intavolature, notazioni non occidentali, ecc.).
Pubblicazioni a stampa in lingua inglese
• The Finale Productivity Tips Site (www.finaletips.nu)
• Mavis Kallestad, Building successful Finale "chops" (with addendum for Finale v25), 3rd edition, Dallas,
Romeo Music, 2014. Il sito di Jari Williamson, violinista e compositore svedese, ricco di trucchi e consigli per aumentare al
massimo la produttività con Finale. Molto interessante la sezione dedicata al download, da cui si pos-
• Bill Purse, Finale Primer: 2014 edition. Mastering the art of music notation with Finale, Los Angeles, ­Alfred sono scaricare templates, font, tutorials, script e i famosissimi JW Plug-ins.
Press, 2014.
• Robert G. Patterson Home Page (www.robertgpatterson.com)
• Mark Johnson, Finale 2014. A trailblazer guide, Minneapolis, Penelope Press, 2013.
Il sito del compositore di Memphis (USA), che gli utenti di Finale conoscono soprattutto per essere
• Thomas E. Rudolph - Vincent A. Leonard jr., Finale: an easy guide to music notation, Boston, Berklee l’autore dei celebri Patterson Plug-ins: da qui si può acquistare la versione completa del pacchetto.
Press, 2012.
• Tobias Giesen Home Page (www.tobiasgiesen.de)
• Mark Johnson, Composing with Finale, Boston, Course Technology PTR, 2008. Il sito del compositore tedesco autore dei TG Tools, un altro famoso set di plug-ins; anche in questo
caso, è possibile acquistare il pacchetto completo ad un costo relativamente accessibile.
• Keith A. Bajura, Finale for composers: an illustrated guide to Finale, Pittsburgh, Phoebus Apollo Music,
2004. • Finale Mailing List (http://lists.shsu.edu/mailman/listinfo/Finale)
Probabilmente la più importante lista di distribuzione dedicata al programma, con migliaia di iscritti tra
Video tutorials cui gli stessi membri dello staff di Makemusic.
• Rick Schmunk, Finale 2014 Essential Training. Learn how to notate music in Finale and create professional • Movimento Finale (www.facebook.com/groups/movimentofinale)
lead sheets, tablature, or orchestral scores, Lynda.com Tutorials, 2017.
Gruppo Facebook italiano in cui i partecipanti pongono le domande più varie circa l’utilizzo del
• Giorgio Bussolin, Corso di videoscrittura musicale con Makemusic Finale. Video tutorial in 32 lezioni su software, e al tempo stesso commentano gli articoli dei siti e dei forum internazionali, le partiture
Finale 2012 per Mac e Windows, Venezia, G&C Multimedia, 2014. ­create dagli utenti, le novità delle ultime versioni, ecc.

Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)
514 | Indice generale

Lezione 18. Lo strumento Articolazioni ................................................................................................................. 229


Lezione 19. Lo strumento Forme intelligenti ......................................................................................................... 237

Indice generale Parte quinta. Accordi, testo e grafica


Lezione 20. Lo strumento Accordi ......................................................................................................................... 257
Lezione 21. Lo strumento Testo ............................................................................................................................. 283
Lezione 22. Lo strumento Testo cantato ............................................................................................................... 295
Lezione 23. Lo strumento Grafica ........................................................................................................................... 311

Parte sesta. Perfezionare il lavoro


Presentazione di Giovanni Acciai .............................................................................................................................. III
Lezione 24. Gli Strumenti speciali ............................................................................................................................ 321
Ringraziamenti ........................................................................................................................................................... V
Lezione 25. Lo strumento Sposta-Note .................................................................................................................. 337
Introduzione .............................................................................................................................................................. IX
Lezione 26. Lo strumento Ossia ............................................................................................................................. 345
Parte prima. Conoscere Finale. Le fasi iniziali di creazione di un documento Lezione 27. Altre importanti operazioni con il menu Utilità .................................................................................. 351
Lezione 1. Creare un nuovo documento con l'Impostazione guidata ....................................................................... 3 Lezione 28. I Plug-ins di Finale ................................................................................................................................ 377
Lezione 2. Il documento predefinito ........................................................................................................................... 9
Parte settima. L'ascolto. Finale e il MIDI. L'estrazione delle parti
Lezione 3. La scelta dell'unità di misura ................................................................................................................... 15
Lezione 29. Il Playback ............................................................................................................................................ 405
Lezione 4. L'ottimizzazione dello spazio di lavoro .................................................................................................. 19
Lezione 30. Il MIDI e l'audio .................................................................................................................................... 421
Parte seconda. Il layout di pagina. Impostare documenti dall'aspetto professionale Lezione 31. L'estrazione delle parti ...................................................................................................................... 449
Lezione 5. Lo strumento Rigo musicale .................................................................................................................... 31
Appendici
Lezione 6. Lo strumento Ridimensiona ................................................................................................................... 45
Appendice 1. Istruzioni per l'apertura dei file di esercitazione in formato XML .................................................. 461
Lezione 7. Lo strumento Configura pagina .............................................................................................................. 53
Appendice 2. Indice delle principali operazioni e funzioni di Finale ..................................................................... 463
Parte terza. L'inserimento degli eventi musicali in partitura Appendice 3. Mappatura dei principali font musicali ........................................................................................... 491
Lezione 8. Lo strumento Chiave ............................................................................................................................... 67 Bibliografia, sitografia e altri sussidi multimediali ................................................................................................. 511
Lezione 9. Lo strumento Tonalità ............................................................................................................................ 77
Lezione 10. Lo strumento Indicazione di tempo ..................................................................................................... 99
Lezione 11. Lo strumento Inserimento semplice .................................................................................................... 109
Lezione 12. Lo strumento Inserimento rapido ........................................................................................................ 123
Lezione 13. Lo strumento HyperScribe .................................................................................................................. 147

Parte quarta. Operazioni ausiliarie sugli eventi musicali e sulle misure


Lezione 14. Lo strumento Gruppi irregolari ........................................................................................................... 165
Lezione 15. La gestione delle battute e lo strumento Misure ................................................................................ 175
Lezione 16. Lo strumento Ripetizione .................................................................................................................... 199
Lezione 17. Lo strumento Espressione .................................................................................................................... 211

Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)
ANNOTAZIONI
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Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)
Makemusic Finale rappresenta da 30 anni il più autorevole e completo software per la notazione ­musicale
­informatizzata. Benché in questo arco di tempo siano comparsi altri validi strumenti, il p ­ rogramma
­rappresenta ancor oggi un riferimento insostituibile per coloro che scrivono musica a ­livello ­professionale;
questo si deve da un lato alla possibilità di intervenire in modo quasi maniacale fin nei dettagli più piccoli del
processo di stesura delle partiture, dall’altro ai costanti miglioramenti e al continuo impegno che lo staff di
Makemusic investe nella ricerca di soluzioni che semplifichino sempre più l’intervento degli utenti.
Ciò nonostante, Finale rimane un programma molto vasto e complesso, e richiede un certo ­apprendistato
per poterne apprezzare e sfruttare appieno le potenzialità: per questo motivo è nato Finale senza segreti,
­un manuale completo e ricco di esempi con cui ogni musicista imparerà in breve tempo a realizzare qualsiasi
partitura di cui abbia bisogno.
L’opera è destinata specificamente all’utenza italiana, poiché tutte le immagini dei menu e delle ­finestre di
dialogo sono state riprese dalla localizzazione effettuata con grande cura da MidiMusic, distributore ufficiale
di Finale per l’Italia.
Strutturato come un corso di natura accademica, il volume si suddivide in sette parti - corrispondenti alle
­varie fasi dell’apprendimento - e in 31 lezioni, ciascuna delle quali è dedicata a una specifica risorsa del
­programma o ad una precisa tecnica operativa.
Collegandosi al sito web dell’autore, sarà inoltre possibile scaricare numerose esercitazioni e file di ­esempio
collegati alla spiegazione, font speciali per gli accordi e il testo cantato, risorse video e altro materiale
­didattico.

Giorgio Bussolin, pianista, organista, compositore e musicologo, è


considerato uno dei massimi esperti italiani di notazione musicale
informatizzata.
Docente da molti anni di informatica e videoscrittura musicale
­presso Conservatori di Musica, Masterclass internazionali e altre
prestigiose istituzioni, utilizza Finale fin dal 1994, e con esso ha
pubblicato ­numerosi lavori per importanti case editrici, principal-
mente trascrizioni in notazione moderna di musiche rinascimen-
tali.

Attualmente vive a Venezia ed è titolare della cattedra di Informa-


tica Musicale presso il Conservatorio “Antonio Buzzolla” di Adria.
Negli ultimi 20 anni ha svelato i segreti di Finale a più di 1.500 allievi
di ogni nazionalità.

Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com) Copia personalizzata per Stefano Cipriani (cip91sk@gmail.com)

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