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ove si è introdotta la grandezza Iz, il momento di inerzia del corpo rispetto l’asse z di rotazione.
Tale quantità è calcolabile a partire dalla conoscenza della distribuzione spaziale delle masse
rispetto l’asse di rotazione stesso. Osserviamo che la relazione Lz=Izω mette in relazione la
misura della “quantità di moto rotazionale” (il momento angolare) con la velocità rotazionale
(angolare) tramite una misura dell’inerzia al moto rotazionale del sistema (il momento d’inerzia),
analogamente a come la quantità di moto (il momento lineare) è legato alla velocità tramite
l’inerzia al moto “traslazionale”, ossia la massa, nella relazione scalare p = mv.
Tre osservazioni sono a questo punto importanti:
(a) è necessario trovare un metodo per calcolare il momento di inerzia per corpi rigidi di forma e
dimensioni assegnate. Se il sistema è in realtà un corpo “continuo”, ossia con la massa
distribuita in tutto il volume occupato del corpo con una certa densità ρ, la somma che
definisce il momento d’inerzia viene sostituita da un’integrale (di volume, appunto) dato da
I = ∫R2ρ dV.
(b) il momento di inerzia non è una grandezza scalare, nel senso che in generale non è permesso
scrivere L=Iω: si può dimostrare, sempre a partire dalla definizione generale di momento
angolare e di velocità angolare rispetto un dato asse di rotazione, che le componenti vettoriali
di L dipendono da tutte le componenti vettoriali di ω (il momento di inerzia è un tensore).
Noi ci limiteremo a considerare quei casi in cui L ed ω sono paralleli, ossia quando I si
comporta come una grandezza scalare (casi di momenti di inerzia principali, ottenuti in
corrispondenza di rotazioni attorno ad assi di simmetria del corpo);
(c) è di assoluta rilevanza mettere in relazione il momento angolare lungo un asse di rotazione
con la causa della variazione di quantità di moto rotazionale, ossia il momento di una forza.