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Normalità e patologia

• NORMALITA’ è data da una capacità creativa di cambiamento


• NORMALITÀ va intesa in senso funzionale e dinamico, non certo
statistico e statico.
• NORMALITA’ non è per forza sinonimo di benessere, serenità,
tranquillità, ma, essendo il PASSAGGIO DALLA DIPENDENZA
ALL’AUTONOMIA, non è una LINEA RETTA MA AVVIENE
PER CRISI SUCCESSIVE. OGNI CRISI è UN PASSO VERSO LO
SVILUPPO.
Non sempre ciò è possibile, ecco perché parlare di continuum normalità - patologia

Diversi autori si sono occupati di tale questione, ed ognuno di essi ha cercato di fornire le linee
guida per capire cosa può essere definito “normale” e cosa “patologico” nello studio del
comportamento e delle motivazioni e dei meccanismi ad esso soggiacenti.

2 approcci di studio:

• modello qualitativo: secondo cui esistono differenze radicali e strutturali tra normalità e
patologia; il “malato” costituisce una categoria a parte.
• modello quantitativo: definisce la patologia come caratterizzata da uno squilibrio di tipo
quantitativo; in altre parole essa rappresenterebbe un’amplificazione o una diminuzione di
ciò che possiamo considerare normale.

PAZIENTE CON DISTURBI ORGANICI

Æ RELAZIONE DEPRESSIVA (in quanto la malattia è un cambiamento negativo)


Risposte: Æ REGRESSIONE
Æ NEGAZIONE

PAZIENTE CON DISTURBI PSICHICI

Caratteristiche: ÆUtilizza il sintomo per vantaggio secondario


ÆPatologia primaria (nevrotica, borderline o psicotica)

Concetto di salute e malattia

Nella Conferenza dell’OMS che si tenne ad Ottawa in Canada il 21 Novembre 1986


fu adottata una carta sulla promozione della salute. Nel documento finale, “La Carta di
Ottawa” ci fornisce una definizione più elaborato di promozione della salute: "La
promozione della salute è il processo che conferisce alle popolazioni i mezzi per
assicurare un maggior controllo sul loro livello di salute e migliorarlo. Questo modo di
procedere deriva da un concetto che definisce la salute come la misura in cui un gruppo o
un individuo possono, da un lato, realizzare le proprie ambizioni e soddisfare i propri
bisogni e dall’altro, evolversi con l’ambiente o adattarsi a questo. La salute è dunque
percepita come risorsa della vita quotidiana e non come il fine della vita: è un concetto
positivo che mette in valore le risorse sociali e individuali, come le capacità fisiche. Così, la
promozione della salute non è legata soltanto al settore sanitario: supera gli stili di vita per
mirare al benessere".

Viene suggerita una strategia articolata su cinque azioni:

• Costruire una politica per la salute

• Promuovere idee, dare mezzi (per attuarle), mediare (fra interessi conflittuali con quelli
della salute)

• Rinforzare l’azione comunitaria (partecipazione), sviluppo della capacità individuali

• Creare un ambiente favorevole

• Riorientare i servizi sanitari

Nel Glossario elaborato nel 1988 e pubblicato nel 1998, l’OMS definisce la
promozione della salute come “il processo che conferisce alle persone la capacità di
aumentare e migliorare il controllo sulla propria salute”; e specifica che rappresenta un
processo globale, sociale e politico,, non comprende solo le azioni dirette a rinforzare le
capacità degli individui, ma primariamente volta alle azioni che sono dirette a cambiare le
condizioni sociali, economiche, ambientali, in modo tale che si riduca l’impatto sulla salute,
pubblica e individuale, di tutto quanto è sfavorevole alla salute, e si incentivi quanto la
incrementa.
La definizione di salute prodotta dall'OMS nel Congresso internazionale sulla promozione della salute di Ottawa
(17-21 novembre 1986) riassume e sintetizza tutti questi orientamenti e rappresenta il frutto più maturo di
questa evoluzione concettuale, che ci permette oggi di individuare traguardi da raggiungere, strumenti da
adottare, operatività da realizzare.

Proprio l'approccio esteso al concetto di salute, precisato nella Carta di Ottawa afferma che per conseguire uno
stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, l'individuo o il gruppo devono essere in grado di
identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l'ambiente o di
adattarvisi.

"La salute" - leggiamo nel Documento del CNB dal titolo "Orientamenti bioetica per l'equità nella salute" del 25
maggio 2001 - "viene quindi vista come risorsa di vita quotidiana, in un'ottica che insiste sulle risorse sociali e
personali oltre che sulle capacità fisiche. La promozione della salute non è perciò responsabilità esclusiva del
settore sanitario.

I requisiti per la salute sono quindi visti in una luce intersettoriale che amplia le esigenze di intervento dei
governi. Le condizioni fondamentali per la salute sono considerate: la pace, un tetto, l'istruzione, il cibo, il
reddito, un ecosistema stabile ed equilibrato, la continuità delle risorse, la giustizia e l'equità sociale. La Carta di
Ottawa, inoltre, mentre lega ogni progresso sul piano della salute al conseguimento di questi requisiti, indica la
necessità di ridurre le differenze evidenti nell'attuale stratificazione sociale della salute, offrendo a tutti eguali
opportunità e risorse per conseguire il massimo potenziale di salute".

L'esistenza di un diritto alla salute va tuttavia valutato in termini di diritto alla prestazione sanitaria. Le variabili
individuali sono troppo accentuate - a partire da quelle genetiche - perché possa essere reclamato un generico
"diritto alla salute". L'espressione, nel suo insieme, si riferisce a un diritto all'equità nella distribuzione delle
risorse che consentono di mantenere e ristabilire la salute, in primo luogo quindi dei sistemi di prevenzione, di
assistenza e di cura. Questo è il senso del preambolo della costituzione dell'OMS e soprattutto della
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo in particolare nell'art. 25 "Ogni persona ha diritto ad un livello
adeguato che assicuri a lui e alla sua famiglia la salute e il benessere, l'alimentazione, il vestiario, la casa,
l'assistenza medica e i servizi sociali necessari". Da questo articolo emerge con chiarezza una concezione non
riduttiva dell'assistenza medica e di un'equa distribuzione delle risorse ad essa assegnate.

Sempre l'articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo "inquadra giustamente la salute in un
contesto di altri diritti, che sono al tempo stesso fattori primari del suo miglioramento. Influire su questi
significa introdurre misure di prevenzione le quali, unitamente a provvedimenti specifici rivolti a singole malattie
(per es. vaccinazioni) e all'assistenza terapeutica, possono agire in modo tale da mantenere, promuovere o
migliorare lo stato di 'salute possibile' della persona, che ovviamente sarà diversa da soggetto a soggetto.
Questa prospettiva è implicita del resto nel citato Preambolo dell'atto costitutivo dell'OMS, secondo il quale 'il
possesso del migliore stato di salute che ogni essere umano è capace di raggiungere, costituisce uno dei suoi
diritti fondamentali, quali che siano la sua razza, la sua religione, le sue opinioni politiche, la sua condizione
economica o sociale'. La nozione di "salute possibile" ha il pregio non solo di connettere l'assistenza medica con
una concezione non riduttiva della salute ma collega l'assistenza medica anche con la prevenzione, e introduce
quella che è una delle grandi questioni della giustizia sanitaria, ovvero l'impossibilità di decidere le questioni
distributive assegnando a tutti la stessa quota di risorse. Una soluzione del genere non terrebbe conto della
tensione introdotta nel campo della salute dalla diversa distribuzione naturale e sociale delle malattie e dei
deficit psicofisici, e quindi dei differenti gradi di intervento necessari per garantire la salute possibile" (Comitato
Nazionale per la Bioetica, Documento su "Orientamenti bioetica per l'equità nella salute" del 25 maggio 2001).

Continua sito: http://scienzaonline.org/etica/diritto-salute.html

G. Berlinguer, Etica della salute, Il Saggiatore, Milano, 1994, p. 30.


Mons. E. Sgreccia, Manuale di Bioetica, vol II, Vita & Pensiero, Milano, 1996.
3. T. Engelhardt Jr The Foundations of Bioethics (tr. it.
Manuale di bioetica, Il Saggiatore, Milano, 1991, p. 383).

Per la parte inerente l'educazione alla salute, il testo di riferimento è

Modolo MA: "Educazione Sanitaria e Promozione della Salute", Rosini Ed.,


Firenze

Autore:
Maria Giovanna Ficarra (Prof. Associato Educazione alla Salute)
Roberto Bucci (Ricercatore Confermato)
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Istituto di Igiene Università Cattolica del Sacro Cuore - Roma

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