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ambito 15
piana di arezzo e val di chiana
Comuni di: Arezzo (AR), Castiglion Fiorentino (AR), Cetona (SI), Chianciano Terme (SI), Chiusi (SI), Civitella in Val di Chiana (AR),
Cortona (AR), Foiano della Chiana (AR), Lucignano (AR), Marciano della Chiana (AR), Monte San Savino (AR), Montepulciano (SI), San
Casciano dei Bagni (SI), Sateano (SI), Sinalunga (SI), Torrita di Siena (SI)
profilo dell’ambito 1.
descrizione interpretativa 2.
invarianti strutturali 3.
interpretazione di sintesi 4.
disciplina d’uso 5.
informazioni relative al piano
piano paesaggistico
logo REGIONE TOSCANA
livello d’ambito
Profilo dell’ambito
1
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piana di arezzo e val di chiana
Profilo dell’ambito
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piano paesaggistico
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livello d’ambito
L’ambito Piana di Arezzo e Val di Chiana , strutturato sulla Val di Chiana e sul territorio della bonifica leopoldina (straordinario sistema di organizzazione
idraulica, agricola e insediativa ancora oggi leggibile), è circondato - a ovest, da una compagine collinare con vigneti e oliveti, all’estremo sud, dalla catena Rapolano-Monte Cetona
- condivisa con l’ambito della Val d’Orcia e caratterizzata dalla predominanza del manto forestale (querceti di roverella, cerrete, latifoglie, castagneti), a est, dai ripidi rilievi
montani dell’Alpe di Poti, con un breve tratto di collina dove prevalgono oliveti con sistemazioni a traverso (spesso terrazzate) di grande importanza paesaggistica e scenica. A nord,
la piana d’Arezzo collegata alla Val di Chiana dal sistema insediativo e dalla rete idraulica centrata sull’asse del Canale Maestro. Al denso reticolo idrografico della Valdichiana è
associata la presenza di numerose aree umide, naturali e artificiali, alcune delle quali di elevato interesse conservazionistico e paesaggistico (Lago di Montepulciano, Lago di Chiusi).
Il sistema insediativo dell’ambito è organizzato attorno ad una rete radiocentrica che fa capo ad Arezzo (nodo strategico del sistema di comunicazioni stradali, ferroviarie e fluviali),
mentre lungo la Val di Chiana è strutturato su tre direttrici in direzione nord-sud: due pedecollinari “geologicamente” favorevoli agli insediamenti e all’agricoltura (in particolare,
alle colture arboree e permanenti) e una di fondovalle, parallela al Canale Maestro. Lungo le due strade pedecollinari si trovano le maggiori criticità conseguenti ad un’urbanizza-
Profilo dell’ambito
zione tendenzialmente continua che si irradia verso la viabilità ortogonale, intensificandosi attorno ai centri principali (Castiglion Fiorentino e Camucia a est, Sinalunga, Bettolle
e Torrita di Siena a sud-ovest). Negli insediamenti collinari (Montepulciano, Chianciano Terme, Sarteano, Cetona, ecc.) le espansioni intorno ai centri maggiori e alle frazioni hanno
dimensioni spesso prevalenti rispetto ai nuclei storici, con fenomeni di dispersione urbana. I processi di espansione da una parte, le dinamiche di abbandono dei suoli agricoli (so-
prattutto nelle aree a maggiore pendenza o terrazzate) dall’altra, tendono a mettere in crisi il rapporto strutturale e di lunga durata fra i centri abitati e il loro intorno rurale.
L’intero ambito si differenzia, infine, per una marcata dipendenza ambientale e funzionale dalla risorsa acqua, sia per le potenziali criticità del reticolo idraulico e del sistema di
bonifica, sia per la vulnerabilità degli acquiferi sottostanti.
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piana di arezzo e val di chiana
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piano paesaggistico
REGIONE TOSCANA ambito 15
livello d’ambito piana di arezzo e val di chiana
Descrizione interpretativa 2
piana di arezzo e val di chiana
del paleo - Arno verso nord-ovest e al riempimento del baci-
2.1 Strutturazione geologica e no di Arezzo; la riduzione di portata idrica ed il forte appor-
geomorfologica to di sedimenti dai torrenti minori portano alla progressiva
estinzione del lago, con la presumibile eccezione della parte
più profonda, corrispondente all’attuale Lago Trasimeno.
La riorganizzazione dell’idrografia procede con l’instaurarsi
del moderno Arno che, per erosione e subsidenza, si abbas-
sa rispetto alla Val di Chiana, con l’incisione dei depositi del
bacino di Arezzo. L’alto tasso di sedimentazione nella Val
di Chiana e la soglia di Chiani mantengono la valle sospe-
sa rispetto al Valdarno, mentre la sua relativa subsidenza
ostacola lo sviluppo di un reticolo diretto verso il Tevere. Gli
criteri metodologici (LINK)
elevati deflussi idrici nel bacino della Val di Chiana determi-
nano vaste aree paludose, come testimoniate in particolare
Il territorio dell’ambito è costituito dal sistema di pianura
nella documentazione relativa al’alto Medioevo, e rimane in
intermontana di Arezzo e della Val di Chiana, fino a com-
questa condizione fino allo sviluppo del metodo di bonifica
prendere la dorsale di Rapolano-Monte Cetona.
per colmata e alla scelta definitiva di invertire l’idrografia,
Durante l’orogenesi dell’Appennino si formano i due alti
facendo defluire il grosso delle acque verso l’Arno, alla fine
strutturali, corrispondenti ad anticlinali, che delimitano il
del XVIII secolo.
bacino: la dorsale Alpe di Poti - M. Murlo – Pratomagno, a
est, e che continua fino ai rilievi di Cortona (Monte Castel
Giudeo e Alta S.Egidio), ed i Monti del Chianti, a ovest, e Di
Rapolano-Cetona a sud ovest. Gli elementi strutturali che
Descrizione interpretativa
Descrizione interpretativa
dell’Ambra e nella valle dell’Ombrone. Alcuni manufatti sono getto, Grotta Lattaia, Grotta di San Francesco) sia ad uso
stati rinvenuti anche sul Monte Cetona e nei pressi di Mon- abitativo che funerario.
tepulciano, ma le testimonianze più numerose e affidabili Durante l’Età del Bronzo si registra la massima occupazio-
ne del comprensorio e in particolare nella zona del Monte
a figura umana e animale. lenza sacra riconosciuta alle acque termali è accresciuta dai
Sui due colli della futura Arezzo non sembra percepibile una caratteri ambientali e topografici della vallata: la presenza
presenza umana organizzata in termini urbani fino alla metà di boschi, monti o panorami capaci di suscitare forti emo-
del VI secolo a.C.: i reperti sono modesti, ma sono distri- zioni accentua il senso religioso del luogo; anche per questo
Processi storici di territorializzazione
buiti a segnare l’area che sarà propria della città etrusco- forse, tali culti sono solitamente caratterizzati dall’assenza
romana. Insediamenti strutturati attorno a precisi nuclei di di strutture costruite, quasi a voler preservare la sacralità
potere sono già presenti lungo la direttrice Val di Chiana dell’ambiente naturale, ma la loro frequentazione è testimo-
- Casentino: dapprima e più consistenti a sud, con i tumuli niata dal ritrovamento di ex-voto di varia natura.
del Sodo, di Camucia, di Farneta, del Melone (Castiglion
Fiorentino) e con il ricco apparato di sculture funerarie di Periodo romano
Marciano. Con la colonizzazione Romana, documentata fin dal II seco-
Possiamo supporre che Arezzo e i centri della piana nascano lo a.C., la Valdichiana beneficia di importanti infrastrutture
come conseguenza di quella evoluzione politico-economica stradali, in primis la via consolare Cassia, e di infrastrutture
che in Etruria sancisce il definitivo trapasso tra la società fluviali per favorire la navigazione del fiume Clanis, organiz-
orientalizzante e quella arcaica, epoca quest’ultima in cui zato con un funzionale sistema portuale. Vengono altresì
emergono nuovi ceti sociali, legati al commercio, a nuove effettuate opere di trattenuta delle acque che favoriscono il
forme di sfruttamento del territorio, all’artigianato, legati commercio dei prodotti chianini, convogliati fino al porto di
cioè alla produzione di reddito più che ai ruoli e alle ricchez- Pagliano, presso la confluenza del fiume Tevere, dal quale
ze acquisite dai diritti di sangue o di appartenenza. poteva facilmente raggiungere Roma.
Molto importante per tutto il periodo etrusco è Cortona, Anche le numerose sorgenti di acque minero-termali, al pari
sede di una lucumonia e compresa nella Dodecapoli etrusca; delle altre risorse naturali, iniziano ad essere intensivamen-
questo centro deve molta della sua fortuna alla posizione te sfruttate dai Romani. A partire già dalla metà del II seco-
strategica, ben difendibile e a controllo, anche e soprattutto lo a.C. due sorgenti del territorio di Chianciano cominciano
commerciale, della piana antistante. Particolarmente signi- ad essere utilizzate sia come luoghi di culto sia come centri
ficativa è la cinta muraria, costruita alla fine del V secolo e termali veri e propri: si tratta della grande struttura situata
ancora oggi parzialmente visibile, che cinge la città per un in località Mezzomiglio e del celebre santuario dei Fucoli.
perimetro di circa 3 km. Altra città-stato compresa nella Do- Dai dintorni di quest’ultimo sono emersi numerosi frammen-
decapoli è Chiusi, il cui controllo si estende su un vasto ter- ti di statue che componevano la decorazione di un tempio
Rappresentazione della rete insediativa di periodo etrusco sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comu- ritorio e la cui importanza è strettamente legata alla fertilità e che raffiguravano soggetti marini come putti su delfini e
nicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione del bacino della Chiana dell’area e alla viabilità, sia terrestre (in particolare come nereidi su mostri marini. Il geografo greco Strabone, vis-
p. 10 (campitura azzurra). Scala 1: 290.000.
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livello d’ambito
Descrizione interpretativa
dividuate sorgono in zone molto fertili, nelle vicinanze dei cura la Cassia, favorendo invece la strada che da Lucca, an-
principali tracciati stradali e in alcuni casi derivano dal ria- ziché passare a Firenze, Arezzo e Chiusi, segue la Val d’Elsa,
dattamento di fattorie preesistenti; questi centri producono la Val d’Arbia e la Val d’Orcia, per giungere infine nei pressi
olio, vino e cereali, tra i quali il celebre far clusinum (farro dell’abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata, dalla quale
linari, come documenterà più tardi (inizio XVI secolo) Leo- Medici e dei suoi figli (nuovo palazzo con logge costruito in
nardo da Vinci. La grande palude rappresenta comunque Piazza Grande in sostituzione del palazzo del Popolo, nuova
uno stimolo per la promozione di un’economia fondata pro- fortezza in luogo dell’antica).
prio sullo sfruttamento delle nuove risorse (pesca e raccolta I processi di territorializzazione più incisivi dell’età moderna
Processi storici di territorializzazione
della vegetazione palustre). Vengono ridefiniti i collegamen- riguardarono la bonifica e colonizzazione della Val di Chiana.
ti terrestri (modifica della precedente viabilità con transito Ancora nella prima metà del XVI secolo – come evidenzia la
lungo i versanti sopraelevati e guadi delle acque su ponti cartografia di Leonardo da Vinci (1502-03) – la pianura, per
mobili provvisori o fissi situati nelle strettoie della valle) e la sua scarsa pendenza a nord verso l’Arno e a sud verso il
nascono veri e propri porti, come quelli attestati a Cignano Tevere, era quasi tutta ricoperta dall’acquitrino. La bonifica
e Farneta (nel cortonese), a Bettolle e a Cesa. La presenza prese avvio alla metà del secolo ad opera di Cosimo I, che
del vasto acquitrino è ancora oggi testimoniata da una ricca nel 1555-57 acquisì lo Stato di Siena, unificando l’intera Val
e specifica toponomastica (nel solo comune di Castiglion di Chiana toscana sotto il suo dominio. Tra 1525 e 1598, le
Fiorentino: Rivaio, Spiaggina, Nave e Melmone). comunità furono obbligate a cedere ai Medici i vasti beni
La crescita demografica continua nei secoli bassomedievali, collettivi del fondovalle e dei ripiani fluvio-lacustri e marini,
quando si assiste anche ad un graduale inurbamento da ove le popolazioni esercitavano diritti vitali per la loro esi-
parte delle aristocrazie che si sono progressivamente eleva- stenza: pascolo, legnatico, caccia, pesca, piccola navigazio-
te all’interno dei castelli. È ovviamente Arezzo a esercitare ne in acquitrini e corsi d’acqua. Fece eccezione la striscia di
la maggior capacità attrattiva, seguita tuttavia da altri centri terre ai lati del Canale Maestro, le Comunanze della Chiana
in grande espansione come Cortona (che ottiene il titolo di (quasi 550 ha), rimaste di proprietà collettiva fino agli anni
città ad inizio Trecento) o come i maggiori castelli (Mon- ’70-’80 del XVIII secolo, ad uso dei bestiami.
tepulciano, Castiglion Fiorentino, Monte San Savino, Sina- Cosimo I non trascurò interventi di riqualificazione delle
lunga, Foiano, Lucignano e Marciano) che tra il XII e il XIV principali terre murate, soprattutto Cortona, Montepulciano,
secolo conoscono una forte crescita urbana e per questo si Monte San Savino, Castiglion Fiorentino, con costruzione di
dotano col tempo di rocche, casseri e nuovi circuiti murari, strutture pubbliche, commerciali e religiose; e lavori a vie e
allo scopo di includere entro la cerchia difensiva i borghi piazze e soprattutto fortificazioni (Foiano, Cortona, Monte-
formatisi attorno al nucleo più antico. Alla base del loro svi- pulciano, Lucignano).
luppo sono la fertilità dei terreni collinari e la posizione stra- Contemporaneamente, Cosimo I istituì la contea di Monte
tegica a controllo dei territori e delle vie di comunicazione, San Savino (1550-1749) e il marchesato di Cetona (ai Vitelli
Rappresentazione della rete insediativa di periodo medievale sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e nonché dei ponti e porti sull’area lacustre. La crescita dei fra 1558 e 1598); la Contea di Cesa del vescovo di Arezzo
comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione del bacino della castelli più ricchi e popolati sfocia nella nascita di liberi co- rimase in vita fino al 1777.
p. 12 Chiana (campitura azzurra). Scala 1: 290.000.
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Descrizione interpretativa
la Religione altre quattro fattorie, con poderi scorporati da
quelle esistenti: Creti, Tegoleto, Pozzo e Abbadia; durante
la dominazione napoleonica l’Ordine fu soppresso e le sue
fattorie passarono allo Stato. Alla fine del Settecento i pos-
Descrizione interpretativa
cordo-tangenziale, dove si localizzarono attività industriali che il turismo rurale e l’agriturismo – con larga presenza di
e commerciali. Il piano urbanistico del 1965-69 non riuscì stranieri – nei centri storici e nelle aziende agricole.
a controllare la crescita edilizia, tanto che il tessuto urbano Dagli anni ’70, la popolazione evidenzia un moderato accre-
è frammentario e costruito per parti separate. Pure il piano scimento (da 120.762 nel 1981 a 132.028 nel 2010), che
Descrizione interpretativa
Caratteri del paesaggio
2.3
p. 17
piana di arezzo e val di chiana
Il potere persino visionario che il paesaggio toscano e le nari. A ogni nuova svolta della strada, lo spettacolo cambia: portico e colombaia, che sintetizzano al meglio l’eleganza
2.4 Iconografia del paesaggio sue città giocano sull’immaginario straniero si deduce bene ecco la città, […] ecco soprattutto l’orizzonte che si dispiega toscana: un’eleganza sempre funzionale allo scopo per cui
da un passo dei taccuini giovanili di Albert Camus, che ci nello splendore del tramonto. I campi striati da mille pic- l’oggetto è stato costruito.
interessa per il punto di partenza e il mezzo di locomozione coli canali, da file di olmi simmetrici, fanno di questa ricca Un altro punto d’osservazione perfetto doveva essere Arez-
prescelto: “Ma alla fine dei miei giorni vorrei rifare a piedi, Valdichiana un’immensa scacchiera le cui linee si avvicina- zo, che ritroviamo tanto asciutta e turrita entro le mura
sacco in spalla, la strada da Monte San Savino a Siena, no fino a confondersi in lontananza e dove alcune fattorie quanto cinta da coltivatissimi campi nell’affresco di Benoz-
costeggiare quella campagna d’olive e d’uve, di cui risento sembrano dei cubi grigi”. In effetti molti tra gli stranieri di zo Gozzoli ben visibile a Montefalco: l’articolazione degli
l’odore, vedere allora sorgere Siena nel tramonto coi suoi passaggio per la valle ne annotavano la fertilità, tanto più se Appennini alla spalle con la vasta piana che si allarga ai
minareti, come una Costantinopoli di perfezione, arrivarci a conoscenza della magistrale opera di bonifica granducale piedi della città di pietra è un marchio da difendere, anche
di notte, senza denaro e solo, dormire vicino a una fontana “[i toscani] sono riusciti a contenere l’Arno, a prosciugare la quando lo sguardo ipermisurato di Francesco Fontani li-
ed essere il primo sulla piazza del Campo in forma di palma, Valdichiana e a fare della valle del Serchio un florido giardi- vellerà i monti a colli, esaltando la fertilità di una campagna
come una mano che offre ciò che l’uomo, dopo la Grecia, ha no”, scriveva ammirato Maurice Hewlett nel 1904). Ancora ‘da passeggio’. E un altro ancora, Montepulciano: “Nel corso
criteri metodologici (LINK)
fatto di più grande”. Se prima di entrare nel senese giriamo oggi puntellano la valle le case ‘leopoldine’, munite di loggia, dell’ascesa, a intervalli, l’occhio è affascinato dalle vedute
i tacchi verso Arezzo, da Monte San Savino ci s’inoltra nella
Val di Chiana, una vasta pianura alluvionale che di olio e
vino si vanta tutt’ora, e che si possiede con lo sguardo da
alcuni panoramici e celebri forti. Se la veduta del Trasime-
no con Castiglione del Lago sfora le odierne amministrative
divisioni, è pur difficile resistere a questa insolita visione
che il Beato Angelico concepì lì dove la visse, a Cortona,
e dove resta oggi la pala stupenda in cui la pose. René
Schneider, in visita a Cortona nel 1905, così descrive la sua
Descrizione interpretativa
p. 18 Beato Angelico, Visitazione, dalla predella dell’Annunciazione, 1430.ca, Cortona, Museo Diocesano, particolare Benozzo Gozzoli, San Francesco scaccia i demoni da Arezzo, 1452, Montefalco, Chiesa di San Francesco, Cappella del Coro
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livello d’ambito
Descrizione interpretativa
provengono da molto, molto lontano, da dove Arezzo giace
fra le pieghe di nude montagne. Laggiù ai nostri piedi scorre
il più copioso affluente del Tevere, la Chiana. E laggiù c’è il
Pittore toscano, Veduta di Montepulciano, inizio Seicento, Montepulciano,
Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio canale che unisce le loro sorgenti nella palude che Leonar- Mario Vellani Marchi, Colli di Montepulciano, 1937
do avrebbe voluto prosciugare. Monte Cetona è quell’altura
che leva l’ispida sagoma dai dintorni di Chiusi. E là si leva interesse è inoltre la ricerca del profilo inconfondibile della
Radicofani, nido rapace di una congrega di briganti. Più in là città nella sistemazione della massa costruita in controluce
il monte Amiata distende le lunghe linee dell’antico vulcano; rispetto al fondo. Un dato di stile, questo, che ci riporta ai
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REGIONE TOSCANA ambito 15
livello d’ambito piana di arezzo e val di chiana
Invarianti strutturali 3
piana di arezzo e val di chiana
Descrizione strutturale
3.1 I caratteri
idro-geo-morfologici La Val di Chiana
La Val di Chiana e il bacino di Arezzo sono due segmenti
dei bacini idrografici e dei intermedi di un lungo allineamento di depressioni tettoniche
sistemi morfogenetici ad andamento appenninico, che comprende il Mugello, il
Valdarno di Sopra, il Casentino e la Val di Paglia – Tevere.
I confini naturali sono rappresentati a ovest dall’estremi-
tà meridionale del Chianti e dall’antica catena Rapolano –
I caratteri idro-geo-morfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici
Invarianti strutturali
velo di sabbie plioceniche steso sulle Unità Toscane. En-
trambi i centri rappresentano dunque veri e propri luoghi
di confine della struttura profonda del territorio. Un tratto
significativo di Collina a versanti ripidi sulle Unità Liguri, at-
traversato da un passo ove sorge Civitella in Val di Chiana,
completa la parte collinare dell’ambito.
Dinamiche di trasformazione
La storia della Val di Chiana subisce un netto cambiamento
con la bonifica; tra gli altri effetti, questa ha restituito la
valle ad una funzione primaria nei sistemi di comunicazione,
facendola divenire la grande arteria nord-sud dell’Italia Cen-
I versanti orientali del Monte Cetona
trale. Questa nuova funzione ha profondamente mutato il (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena)
paesaggio dell’ambito, con processi che perdurano e che si
sono ripercossi anche nell’ambito Valdarno di Sopra. Le in-
fluenze dominanti sono la creazione di un nuovo paesaggio
agrario, “moderno” nel sistema specializzato di seminativi e
nell’infrastruttura tecnologica della bonifica, e la completa
riorganizzazione del sistema insediativo, ancora pienamente
in corso e accompagnata da grandi interventi infrastruttu-
rali. Il cambiamento in corso dei sistemi di comunicazione
ha causato importanti dinamiche di dispersione urbanistica,
3.1
particolarmente evidenti nel bacino di Arezzo, e un generale
elevato livello di consumo di suolo.
Una modifica recente dei paesaggi collinari è l’introduzione
Castello di Montecchio in Valdichiana tra margine inferiore, collina toscana morbida e montagna silicoclastica Il borgo di Sarteano sulla Collina su depositi neo-quaternari
della coltura viticola, legata a progressi tecnologici della col-
(photo © Andrea Barghi/VARDA a livelli resistenti (Foto A. Michael - Licenza CC BY-SA) p. 23
piana di arezzo e val di chiana
PIANURE e
Sistemi morfogenetici FONDOVALLE
Alta pianura (ALP)
Fondovalle (FON)
I caratteri idro-geo-morfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici
MARGINE
Pianura bonificata per
diversione e colmate (PBC)
Invarianti strutturali
COLLINA DEI BACINI Collina dei bacini neo- Collina calcarea (Cca)
NEO-QUATERNARI quaternari, sabbie Collina a versanti ripidi Collina a versanti ripidi
dominanti (CBSa) sulle Unità Liguri (CLVr) sulle Unità Toscane (CTVr) Montagna calcarea (MOC)
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piana di arezzo e val di chiana
tura e della vinificazione che hanno reso possibile la filiera Terme, la sorgente delle Canalette a Sarteano e quelle nu- di Collina dei bacini con forti produzioni di deflussi e cari-
in condizioni storicamente svantaggiate dal punto di vista merose nei dintorni di S. Casciano dei Bagni. La Collina e co solido, alle dinamiche specifiche del margine montano
climatico e sospinta dalla dinamiche di mercato. la Montagna calcarea sono interessate da intensi fenomeni orientale. Qui, i bassi tempi di corrivazione e la tendenza
di carsismo, sia epigeo che ipogeo. Le aree di maggior in- aggradante dei corsi d’acqua all’uscita dai sistemi montuosi,
Valori teresse sono quelle di Monte Follonico, dei Poggiardelli e di pure se permeabili, creano rischi idraulici concreti per l’area
L’ambito potrebbe essere descritto come un paesaggio d’ac- Poggio Bacherina, con le sue doline e grotte, ma quella che urbana di Arezzo e altre aree minori. La tendenza ad un for-
qua. Oltre alla bonifica che, per magnitudine, carattere in- manifesta fenomeni più evidenti è quella del Monte Cetona te grado di occupazione ed impermeabilizzazione del suolo
novativo e importanza storica è una delle grandi bonifiche con le sue 51 grotte, 40 doline e depressioni a trincea chi- aggrava tutti questi rischi, così come la densità delle opere
del mondo, esiste un altro piano idraulico, meno visibile ma lometriche. infrastrutturali, con i loro effetti idrologici.
I caratteri idro-geo-morfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici
altrettanto importante. Le modeste aree calcaree dei rilievi Nei sistemi di Collina dei bacini neo-quaternari, queste di-
occidentali rappresentano infatti solo la punta di un iceberg, Criticità namiche trovano l’inevitabile controparte nel rischio di ero-
rappresentato dalle grandi masse dei calcari toscani che, in La risorsa idrica dell’ambito è tanto notevole quanto vulne- sione del suolo, accentuato dall’intensità dell’agricoltura. I
Panorama della Val di Chiana dalle colline di Chianciano Terme
(Foto AndreaAngeli80 - Licenza CC BY-SA) questo ambito, si trovano poco sotto la superficie. Coperte rabile. La scarsa profondità dei corpi principali, le copertu- paesaggi più decisamente collinari e montani hanno visto
da sedimenti in buona parte permeabili, queste masse co- re permeabili, l’agricoltura intensiva e in corso di ulteriore invece importanti dinamiche di abbandono, accentuate dal-
stituiscono un acquifero di grande estensione, ancora poco intensificazione e l’espansione degli insediamenti rappre- la riorganizzazione del sistema insediativo. La gestione fo-
conosciuto e utilizzato ma sicuramente fondamentale per il sentano rischi concreti di impoverimento e, soprattutto, di restale nell’ambito è influenzata dall’elevata fertilità, ed è
futuro. Le acque di percolazione attraverso le coperture per- inquinamento. caratterizzata da un certo squilibrio verso la produzione, a
meabili sono sfruttate fin dall’epoca classica attraverso si- Il sistema delle acque superficiali è altrettanto critico, poi- scapito delle funzioni di difesa del territorio e del valore eco-
stemi di gallerie filtranti, pozzi, cisterne e acquedotti sotter- ché le aree di valore rappresentate dai laghi di Montepulcia- logico; le zone montane presentano condizioni favorevoli
ranei di cui abbiamo testimonianze presso Chiusi (“Labirinto no e Chiusi si trovano al “fondo” di un sistema di drenaggio per i castagneti, oggi in stato di abbandono.
di Porsenna” nel sottosuolo del centro storico) e Sinalunga artificiale che serve aree di agricoltura intensiva e di forte L’estrazione di inerti nella piana di Arezzo, e anche in Val di
(acquedotto sotterraneo di Sinalunga). dinamica insediativa. Ne risultano rischi presenti di interri- Chiana ha inciso molto sul paesaggio; sono presenti cave
Dal punto di vista visivo, l’ambito offre una notevole e strut- mento, inquinamento ed eutrofizzazione delle acque, che attive a sud di Castiglion Fiorentino e presso Chianciano
turata associazione di paesaggi di pianura, collinari e mon- possono compromettere la stabilità di questi valori. Varie terme e Chiusi. Nel territorio comunale di Chiusi è in atto
tani, che si articola lungo l’intero asse delle depressioni e aree presentano un concreto rischio idraulico, dovuto alla una tendenza alla riapertura di cave di pietrisco, soprattutto
La scarpata di travertino di Belverde
(Foto Archivio Geositi Provincia di Siena nei loro rapporti con i rilievi. Si tratta di uno dei paesaggi naturale marginalità del drenaggio, alla presenza di aree nelle aree archeologiche etrusche di Poggio Gaiella e della
Invarianti strutturali
Invarianti strutturali
3.1
La nuova Gora di raccolta delle acque termali di Sarteano (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena)
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piana di arezzo e val di chiana
Carta di sintesi dei valori idro-geo-morfologici Carta di sintesi delle criticità idro-geo-morfologiche
I caratteri idro-geo-morfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici
Invarianti strutturali
Supporto di paesaggi naturali, agrari e insediativi di Consumo di suolo con rischio di impoverimento e
Ricarica di acquiferi critici Alta produzione di deflussi, instabilità dei versanti
valore inquinamento degli acquiferi
Supporto di paesaggi naturali di valore e Alta produzione di deflussi, rischio di erosione del Rischio di impoverimento e/o contaminazione di
Alta produttività agricola
assorbimento di deflussi superficiali suolo e presenza di calanchi obliterati acquiferi sensibili
Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Rischio di deflussi inquinati verso le aree umide, Rischio di impoverimento e contaminazione di
Alta produttività agricola e ricarica di acquiferi critici
assorbimento di deflussi superficiali aggravato dal consumo di suolo acquiferi sensibili a causa dell’attività estrattiva
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livello d’ambito
REGIONE TOSCANA
piano paesaggistico
3.1
Invarianti strutturali
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Dinamiche di trasformazione
Per l’ambito le dinamiche di trasformazione più significative
sono legate ai processi di artificializzazione e di urbanizza-
zione della pianura di Arezzo e dell’alta Val di Chiana, e alla
presenza di una agricoltura intensiva e di monocolture cere-
Relittuali castagneti nei versanti settentrionali dei rilievi presso Civitella
Val di Chiana (foto L. Lombardi, archivio NEMO) alicole nella pianura alluvionale della Val di Chiana.
La parte settentrionale della Val di Chiana e la pianura cir-
costante Arezzo ha infatti visto un notevole sviluppo resi-
denziale e delle zone industriali/commerciali, con dinamiche
spesso legate allo sviluppo degli assi stradali in uscita radia-
le dal Capoluogo e con un complementare sviluppo di atti-
vità estrattive di materiale alluvionale (Piana di Quarata), in
parte poi abbandonate.
La forte vocazione agricola e zootecnica della pianura allu-
vionale ha visto l’affermarsi della monocoltura cerealicola e
dei frutteti specializzati (soprattutto nella zona di Tegoleto),
degli allevamenti suinicoli e avicoli, con una elevata densità
del reticolo idrografico minore e delle piccole aree umide
Colline di Sarteano, con caratteristici mosaici di aree forestali, seminativi e Boschi di sclerofille e latifoglie termofile nei versanti meridionali del Monte Lignano (matrice forestale ad elevata connettività), con fascia pedecollinare
p. 30 prati pascolo, nodo degli agroecosistemi (foto M. Giunti, archivio NEMO) legate a laghetti da caccia, a corpi d’acqua per usi irrigui caratterizzata da oliveti terrazzati; nodo degli agroecosistemi (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO)
piano paesaggistico
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livello d’ambito
Valori
Ecosistemi forestali
Gli ecosistemi forestali costituiscono la componente carat-
teristica dei rilievi che fanno da corona alla vasta pianura
alluvionale della Val di Chiana, con la netta prevalenza dei
boschi di latifoglie termofile (cerrete e querceti di roverel-
la), ma anche con importanti presenze di boschi mesofili
montani o planiziali. In particolare i boschi si estendono sui
rilievi a sud-est di Arezzo al confine con l’Umbria (versanti
dell’Alpe di Poti e dei Monti Dogana e Ginezzo), o a interes-
sare la lunga catena di bassi rilievi situati tra Civitella Val di
Chiana e il Monte Cetona, quale spartiacque con l’adiacente
Valdorcia.
In tale contesto le formazioni forestali più mature e mesofile
risultano interne ai nodi primari della rete ecologica, con
particolare riferimento all’Alpe di Poti e al sistema montuoso
Dogana-Ginezzo, ove sono presenti castagneti, boschi misti
mesofili e impianti di conifere. Relittuali, ma importanti bo-
Faggeta relitta di Pietraporciana, già Riserva Naturale e Patrimonio agrico- schi mesofili di faggio, sono presenti in un piccolo nucleo nel
lo e forestale regionale (La Foce-Cetona), quale nodo forestale seconda- Pianura agricola presso Vitiano, con seminativi e alberi camporili (Matrice agroecosistemica di pianura della rete ecologica)
versante settentrionale del Monte Cetona, ma soprattutto
Invarianti strutturali
nel versante settentrionale del Poggio di Pietraporciana, ove
si localizza un interessante e ben conservato bosco vetu- Canale Maestro della Chiana e del torrente Castro (a ovest
sto di faggio (matura fustaia su suolo calcareo), classificato di Arezzo), e ai numerosi torrenti quali Cerfone, Nestore,
come nodo forestale secondario della rete ecologica, e in- Niccone, Astrone, Rigo, Paglia, alto corso dell’Orcia e ai nu-
terno alla Riserva Naturale Provinciale “Pietraporciana” e al merosi torrenti e rii minori dei rilievi tra Civitella Val di Chia-
patrimonio agricolo-forestale “La Foce – Cetona”. na e Cetona, spesso caratterizzati da ontanete ripariali.
Tali formazioni risultano in gran parte attribuibili al target Boschi ripariali e palustri (quest’ultimi presenti anche nelle
regionale delle Foreste di latifoglie mesofile e abetine, as- anse del Lago di San Casciano) dell’ambito sono in gran
sieme ai piccoli nuclei di castagno presenti nei rilievi di Civi- parte attribuibili agli ulteriori due target forestali della Stra-
tella Val di Chiana, presso Palazzuolo e Trequanda. tegia regionale della biodiversità.
Gran parte delle superfici forestali dell’ambito sono attribu- I relittuali boschi planiziali sono in gran parte attribuiti agli
Pianura interna di Badia al Pino con agroecosistemi tradizionali ad elevata ite alla componente di matrice forestale ad elevata connet- elementi forestali isolati della rete ecologica, significativa-
presenza di siepi, filari alberati, boschetti e alberi camporili (grandi quer- Relittuali ambienti pascolivi di pianura e pedecollinari in loc. La Pievuccia,
ce), quale nodo della rete ecologica (foto L. Lombardi, archivio NEMO)
tività della rete ecologica, con prevalenza di cerrete, quer- mente ancora presenti, anche se spesso misti con rimbo- nella Valle del Bigurro (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO)
ceti di roverella e secondariamente di boschi di sclerofille e schimenti, nella pianura agricola tra Tegoleto e il torrente
rimboschimenti, in gran parte attribuibili al target regionale Esse, o tra Castiglion Fiorentino e Brolio.
delle Foreste e macchie alte a dominanza di sclerofille sem-
preverdi e latifoglie termofile. Ecosistemi agropastorali
Oltre ai boschi dei nodi primari emergono i boschi di tiglio Il paesaggio agricolo della Val di Chiana si caratterizza per la
e aceri del Monte Cetona, già fitocenosi “Acereti del Monte presenza di vaste pianure alluvionali interessate da coltiva-
Cetona”, i boschi planiziali a farnia dei versanti settentrionali zioni intensive di seminativi e colture arboree (in particolare
della Riserva Naturale “Ponte a Buriano e Penna”, il bosco
di rovere di Sargiano, presso Arezzo, già ANPIL, Sito Natura
frutteti specializzati), da versanti collinari a dominanza di
seminativi e vigneti e da una tipica fascia collinare e pede-
3.2
2000 e fitocenosi del Bosco di rovere del Convento di Sar- montana con oliveti terrazzati.
giano, i boschi palustri dei laghi di Chiusi e Montepulciano, Questa ultima componente, assieme ai mosaici di semina-
Arbusteti e lande post incendio (habitat di interesse comunitario) nei ver- e le caratteristiche formazioni ripariali arboree, con partico- tivi e prati pascolo della porzione meridionale dell’ambito, Poggio del Sarto, presso Civitella Val di Chiana, con arbusteti (ericeti, cal-
santi dei Poggi dominanti sul Santuario della Madonna del Bagno, presso luneti, ginepreti) di ricolonizzazione su ex pascoli e prati secondari, mosaici
lare riferimento al corso del Fiume Arno, al primo tratto del interna alla Valdorcia, costituiscono i nodi degli ecosistemi
Castiglion Fiorentino (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) con habitat di interesse comunitario (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 31
piana di arezzo e val di chiana
Densità delle specie di interesse Densità degli habitat di interesse
Aree protette e Sistema Natura 2000
conservazionistico conservazionistico
agropastorali di maggiore valore naturalistico. calcarei, come sul Monte Cetona, per le quali sono state (ANPIL e Sito Natura 2000), al limite meridionale dell’ambito, idrografico, con laghetti di caccia di interesse avifaunistico),
Al vasto nodo della Valdorcia, caratterizzato anche dalla ele- individuate le Fitocenosi rupestri calcicole del versante Sud che costituiscono alcune delle principali eccellenze regionali le zone umide situate tra il Lago di Chiusi e quello di Mon-
vata densità di biancane e crete (tra San Casciano dei Bagni del Monte Cetona. per gli ecosistemi lacustri e palustri. Entrambi ospitano vasti tepulciano (colmata Il Granocchiaio e adiacente canale), le
e il torrente Rigo), si uniscono in particolare i nodi costituiti specchi d’acqua, con estesi canneti, cariceti, prati umidi e ex cave allagate della pianura di Arezzo e le vasche dell’ ex
dalla fasce pedecollinari olivate e terrazzate tra Arezzo, Ca- Ecosistemi fluviali e aree umide boschetti igrofili, una elevata presenza di habitat dulcacqui- zuccherificio di Castiglione Fiorentino (zona umida derivante
stiglione Fiorentino e Cortona, e di Civitella Val di Chiana, La rete ecologica regionale individua il reticolo idrografico, gli coli di interesse comunitario, numerose specie vegetali igro- da ex invasi artificiali associati a stabilimenti industriali per
oltre a nuclei diffusi nelle matrici agricole nei rilievi tra Mon- ecosistemi fluviali, la vegetazione ripariale, come elementi file rare in toscana (ad esempio l’unica stazione in toscana la lavorazione della barbabietola da zucchero). Quest’ultima
te San Savino e Cetona e a nord di Arezzo. di una complessiva rete ecologica di elevato valore natura- di Hippuris vulgaris al Lago di Chiusi, oltre a Utricularia vul- area è interessata dalla presenza di specchi d’acqua e for-
I caratteri ecosistemici del paesaggio
Invarianti strutturali
I nodi degli agroecosistemi, assieme agli agroecosistemi listico e funzionale. A tale sistema è associato il target degli garis, Hottonia palustris, Vallisneria spiralis, Trapa natans, mazioni palustri erbacee e arboree quale importante sito di
frammentati attivi o in abbandono e agli altri elementi non ecosistemi fluviali presente nell’ambito con importanti valori Nymphoides peltata) e una importante fauna ittica. sosta per l’avifauna acquatica, ospitando numerose specie
agricoli mosaicati con essi (biancane e piccoli nuclei boscati) naturalistici, spesso legati al reticolo idrografico minore. I due laghi costituiscono un complesso unitario quale im- nidificanti, anche di interesse comunitario, e rappresentan-
costituiscono complessivamente le Aree agricole di alto va- Il corso del Fiume Arno, nella parte settentrionale dell’ambi- portante area di sosta, nidificazione e svernamento per do l’unico sito di nidificazione del Cavaliere d’Italia in Pro-
lore naturale (High Nature Value Farmland HNVF) quale im- to, ma soprattutto il Canale Maestro della Chiana e il denso numerose specie ornitiche legate agli specchi d’acqua e vincia di Arezzo.
portante target della Strategia regionale per la biodiversità. reticolo di canali di pianura caratterizza fortemente il pae- agli ambienti palustri. Tra queste sono da segnalare, ad
Nell’ambito della rete ecologica gli altri elementi del pae- saggio fluviale di fondovalle, anche se con ecosistemi fluviali esempio, la moretta tabaccata (Aythya nyroca) nidificante Ecosistemi arbustivi e macchie
saggio agricolo sono riconducibili alla matrice agroecosiste- spesso alterati, con la riduzione delle fasce ripariali e la non a Montepulciano, oltre all’importante presenza di garzaie in Relativamente al ruolo funzionale degli arbusteti e delle
mica collinare, alla matrice agroecosistemica di pianura e di ottimale qualità delle acque. entrambe le aree. macchie, queste tipologie sono state inserite nell’ambito
pianura urbanizzata, quest’ultima concentrata in particolare Ecosistemi fluviali di interesse naturalistico sono presenti Tra le principali aree umide dell’ambito emerge anche la della rete degli ecosistemi forestali (in particolare le mac-
nella pianura di Arezzo e tra questa e Badia al Pino. nel tratto di Fiume Arno interno alla Riserva Naturale e Sito vasta area palustre di Ponte a Buriano, situata alla con- chie quali stadi di degradazione forestale) e degli ecosiste-
Gli elementi agricoli a maggiore artificializzazione e minore Natura 2000 “Ponte a Buriano e Penna” e nel suo tratto a fluenza tra il fiume Arno e il Canale Maestro della Chiana, mi agropastorali (in particolare gli arbusteti quali stadi di
permeabilità ecologica sono rappresentati dagli agroecosi- monte, e nel tratto di Canale Maestro della Chiana tra la con vasti canneti, magnocariceti e boschi igrofili che, assie- ricolonizzazione di ex coltivi e pascoli). Ciò consente una
stemi intensivi, particolarmente presenti nell’ambito con i confluenza nell’Arno e l’abitato di Chiani. me allo specchio d’acqua, costituiscono un’area di elevato migliore lettura dei processi dinamici in atto nel paesaggio
frutteti (soprattutto nella pianura di Civitella Val di Chiana) Importanti ecosistemi fluviali sono presenti lungo i torrenti interesse naturalistico e area di sosta per numerose specie forestale e agropastorale, pur mantenendo la lettura del va-
e i vigneti specializzati. Cerfone e Nestore, tra l’Alpe di Poti e il Monte Dogana, negli di avifauna acquatica. Per il suo complessivo valore conser- lore naturalistico legato a tali formazioni, spesso presenti in
Gli Ambienti aperti montani e alto-collinari con praterie pri- alti corsi dei torrenti Lota, Leprone ed Esse (nei versan- vazionistico l’area è stata interessata dalla istituzione della mosaici con le aree aperte o quelle forestali.
marie e secondarie (target della strategia regionale per la ti di Civitella Val di Chiana), nei torrenti Foenna, Astrone Riserva Naturale provinciale Ponte a Buriano e Penna e di Tale ecosistema è inserito nel target regionale delle Mac-
biodiversità) sono presenti in modo relittuale nell’ambito, e Fossalto e nei corsi d’acqua della Val d’Orcia quali l’alto un Sito Natura 2000. chie basse, stadi di degradazione arbustiva, garighe e prati
con particolare riferimento alle ridotte superfici prative in corso del torrente Tresa, Rigo, Elvella, Paglia e l’alto corso La pianura alluvionale della Val di Chiana presenta inoltre xerici e temporanei. Si tratta in gran parte di formazioni
mosaico con le lande e brughiere dei rilievi situati a nord- dell’Orcia. numerosissime e piccole aree umide artificiali, quali laghetti secondarie di degradazione della vegetazione forestale di
est della Val di Chiana (Alpe di Poti, Monte Ginezzo e Monte Al denso reticolo idrografico della Valdichiana è associata la da caccia, ex siti estrattivi di materiale alluvionale o ex aree latifoglie o di ricolonizzazione di ex coltivi e pascoli, ampia-
Dogana) e alle praterie arbustate dei rilievi di Civitella Val presenza di numerose aree umide, naturali e artificiali, alcu- industriali, censite nell’ambito del Progetto “Carta della Na- mente presenti nei settori collinari e montani dell’ambito (in
di Chiana e della zona del Monte Cetona, anche con pre- ne delle quali di elevato interesse conservazionistico. tura” della Provincia di Arezzo. particolare nel settore nord orientale).
senza di habitat prativi di interesse comunitario. Tra queste Tra queste emergono in particolare i Laghi di Montepulciano Tra queste sono da evidenziare la Colmata di Brolio (pianu- Tra gli elementi di maggiore interesse naturalistico legati a
p. 32 sono in particolare interesse le formazioni prative su suoli (Riserva Naturale Provinciale e Sito Natura 2000) e di Chiusi ra di bonifica con vegetazione palustre nel denso reticolo tali ecosistemi emergono le formazioni arbustive (lande e
piano paesaggistico
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livello d’ambito
Invarianti strutturali
delle crete e biancane, assenti dalla Val di Chiana ma am-
piamente presenti nel settore dell’ambito interno alla Val
d’Orcia, a sud del Monte Cetona e tra San Casciano dei
Bagni e il torrente Rigo.
L’ambito presenta anche importanti risorse e habitat geo-
termali (ad esempio a Chiancianto Terme e a San Casciano
dei Bagni) e importanti ambienti carsici epigei ed ipogei (in
particolare nella zona del Monte Cetona).
p. 37
piana di arezzo e val di chiana
Estratto della carta dei morfotipi insediativi
3.3 Il carattere policentrico e
reticolare dei sistemi insediativi,
urbani e infrastrutturali
Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali
Invarianti strutturali
lati della piana umida che nel medioevo era coperta da un
lago paludoso: a est si sviluppa lungo l’asse storico pede-
collinare che costeggia l’arco orientale della Val di Chiana
da Chiusi ad Arezzo - antica via Cassia, oggi SR 71 Umbro-
Casentinese-Romagnola. Su di esso si collocano gli insedia-
menti storici principali di Castiglion Fiorentino e Cortona,
collocati in posizione sopraelevata su avamposti naturali a
dominio della piana e delle vallecole secondarie. La viabili-
tà storica è affiancata dalla linea ferroviaria lungo la quale
sono sorti gli scali dei centri pedecollinari (Il Pettine delle
testate di valle sulla via Cassia).
A ovest gli insediamenti si sviluppano lungo la direttrice
# Sistema a pettine delle
testate di valle sulla via longitudinale che costeggia il versante collinare occiden-
Cassia tale della Val di Chiana da Arezzo a Chiusi con numerose
1.5 Arezzo e Val di Chiana | figure componenti rocche, castelli e centri murati, che si collocano in posizio-
ne sopraelevata sulla piana bonificata (Monte San Savino,
Marciano, Lucignano, Foiano, Sinalunga, Bettolle, Torrita di
Siena, Montefollonico). Il fascio infrastrutturale pedecolli-
nare di strade storiche e ferrovia è costeggiato sulle colline
a occidente dalla viabilità storica di crinale, che intercetta i
centri fortificati di mezzacosta e di sommità (Montepulciano,
Chianciano), affacciati sulla piana e collegati ad essa tramite
3.3
un sistema di strade a pettine, e si chiude a sud con i cen-
tri di Chiusi, Sarteano, Cetona (Il Corridoio infrastrutturale
#Sistema radio centrico della
della Val di Chiana).
piana di Arezzo
La piana è attraversata da numerosi assi trasversali di col- p. 39
piana di arezzo e val di chiana
legamento tra i centri principali dei versanti opposti, tra cui La pianura presenta, rispetto alle parti collinari, una mag-
il tratto dell’antica via Lauretana che collegava Cortona al giore suscettività alla diffusione insediativa, per l’adiacenza
Tirreno e a Siena attraverso Montepulciano e la Valdorcia, o prossimità alle reti infrastrutturali, nonostante la presenza
con gli insediamenti strutturati in un sistema costituito dalla di rischio idraulico su vasti ambiti e alla semplificazione col-
maglia di vie e strade rurali cha collegano i borghi e le fatto- turale. Sono presenti in forme localizzate, ma anche disper-
rie granducali pedecollinari affacciate sul fondovalle del ca- se nel territorio rurale, insediamenti a carattere commer-
nale maestro ai numerosi poderi che punteggiano i terrazzi ciale e produttivo, alcuni dei quali in fase di riconversione,
alluvionali (Maglia poderale della Val di Chiana). e a carattere residenziale e misto. Si rileva la tendenza al
Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali
Montepulciano
fondovalle, ma anche in relazione allo sviluppo residenziale paesistica, e dalla corona di centri e frazioni circostan-
dei comuni limitrofi, che propongono alternative di qualità ti (Tregozzano, Chiassa, Ponte alla Chiassa, Campoluci,
alle residenze della città. Queste sinergie portano in pri- Quarata, Ponte Buriano, Indicatore, Pieve a Maiano, Pog-
mo piano le questioni legate alla mobilità ed al sistema del giola, Battifolle) connessi tramite il sistema a ventaglio
trasporto pubblico, complicate dallo sviluppo di processi in- di viabilità storica principale (SR 69 di Valdarno, SP 1 dei
sediativi lungo la viabilità di rango nazionale, regionale e Setteponti, SR 71 Umbro-Casentinese-Romagnola verso
di collegamento fra i sistemi locali (in particolare la S.R. nord e verso sud, SP 21 Pescaiola, SS 73 Senese-Are-
71 Umbro-Casentinese, alla E78, alla circonvallazione di 1954 tina) che , in uscita dal centro urbano, ne ha orientato
Arezzo). La diffusione insediativa, che contraddistingue le le espansioni moderne, con l’appendice a oriente del si-
aree pianeggianti con prevalenza di strutture lineari lungo stema vallivo di Palazzo del Pero nella valle del Ceffone,
le infrastrutture viarie principali ed in prossimità dei centri percorsa dalla SS 73 verso la Valtiberina, e con lo sfondo
urbani maggiori, determina inoltre caratteri di forte conflit- scenografico dei nuclei minori pedemontani e di mezza-
tualità e deficit qualitativi sia dal punto di vista morfologico costa che risalgono a est verso l’Alpe di Poti lungo l’antica
che ecologico e visivo. Le espansioni residenziali e/o pro- viabilità di crinale.
duttive possono compromettere l’equilibrato rapporto fra • “Il corridoio infrastrutturale della Val di Chiana”, costituito
insediamenti e contesto paesaggistico sia di collina che di dai centri pedecollinari allineati secondo la direttrice stra-
fondovalle. Il sistema infrastrutturale delle principali diret- dale e ferroviaria di fondovalle. Sui versanti delle colline
tici di fondovalle è interessato da interventi di modifica di che si innalzano verso il Chianti e le Crete Senesi, lungo la
tracciato spesso determinati dai processi di urbanizzazione direttrice longitudinale (ripresa in tempi moderni dall’Au-
lineare lungo i tracciati originari. tostrada del Sole) che collega Badia al Pino/Civitella Val
La struttura del paesaggio rurale, caratterizzata da edifici di Chiana con Monte San Savino, Lucignano, Sinalunga,
sparsi, è interrotta dalle grandi strutture commerciali che Torrita, Montepulciano (il fascio SS 73/SS 680, ferrovia
si inseriscono in particolare nel fondovalle dove si riscontra Arezzo-Sinalunga, SP 135), Chianciano Terme (SP 146),
anche la presenza impattante delle grandi infrastrutture per Sarteano (SP 19), Cetona, prolungandosi poi con la SP
la mobilità, realizzate in viadotto e rilevato, che costituisco- 2011 321 del Polacco, che passando da San Casciano dei Bagni
no fattori di frammentazione del paesaggio agrario. scavalca le colline fino ad innestarsi nella SR 2 Cassia al Castello di Gargonza - Monte San Savino
p. 40 Evoluzione dell’edificato
piano paesaggistico
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livello d’ambito
Invarianti strutturali
la Fattoria con la Colmata di Brolio, l’Allacciante dei Rii della Foce in Val di Chio), alla viabilità minore che segna (Margo10 – www.panoramio.com ) sviluppata linearmente, con un rilevante insediamen-
Castiglionesi, La Chiusa dei Monaci, i numerosi ponti in il paesaggio delle bonifiche, con il sistema degli argini uti- to produttivo nel fondovalle lungo il fascio ferrovia-SP
ferro ottocenteschi di tipo zorès, i caselli idraulici, i ma- lizzati come percorso elevato, la viabilità connessa con i 308-SP 321;
nufatti di immissione; principali approdi storici e le strade vicinali di collegamen- ◦◦ (iii) da Battifolle lungo la direttrice Raccordo Auto-
• il sistema delle strutture difensive, delle pievi e dei porti to villa-podere-mulino, fino alla viabilità storica collinare stradale-SP 21 si susseguono quasi senza soluzione di
della piana (le torri di Beccati Questo e Beccati Quello di crinale o mezzacosta, con i manufatti che ne costitui- continuità le frazioni di Viciomaggio-Tuori-Le Poggiole-
che si fronteggiano sull’antico confine fra Toscana e Stato scono annessi ed elementi di arredo, quali muri a retta e Badia al Pino-Pieve al Toppo, con le espansioni allun-
Pontificio, il castello di Valiano, il Ponte e Porto alla Nave, di cinta, ponti, cippi miliari, edicole votive, filari alberati. gate lungo la viabilità principale, secondo uno schema
il Podere Il Porto in loc. Chiesina con l’antica via del porto Nell’area inoltre esiste un’articolata rete ferroviaria, che si ripete più a sud nella conurbazione ad anello fra
che la collega con Torrita di Siena, ecc.) per l’attraversa- dall’attuale linea TAV alle prime ferrovie risalenti alla se- Monte San Savino-Bugiana-Ponte Esse-San Timoteo-
mento o lo sfruttamento degli antichi laghi; conda metà del secolo XIX, con valenza locale, regionale, Le Vertighe-Ponte Esse S. Antonio-Rialto; simili espan-
• la collocazione paesisticamente scenografica delle ville- nazionale, internazionale. sioni lineari con tendenza alla saldatura si riscontrano
fattoria di pianura o pedecollina, delle ville e delle pievi di anche fra Marciano e Pozzo della Chiana lungo le SP 17
crinale, che organizzavano il sistema insediativo di nuclei Criticità e SP 25, che originano sistemi lineari rispettivamente a
rurali, poderi e case coloniche; restano i segni della tra- • formazione di grandi conurbazioni lineari continue tra i sud verso Foiano e a ovest verso Lucignano;
dizione mezzadrile, in particolare riveste valore storico- centri di fondovalle: il fenomeno interessa fondamen- • degrado dei sistemi periurbani: urbanizzazioni perife-
culturale e paesistico il sistema insediativo delle ville, del- talmente lo sviluppo quasi continuo dei centri lungo le riche residenziali e produttive e infrastrutture stradali e
le fattorie e delle case coloniche leopoldine e dei sistemi principali direttrici di collegamento viario, a partire dalla ferroviarie fortemente impattanti, intorno ad Arezzo e ai
di poderi, quale per esempio il sistema Fila, nei Comu- piana di Arezzo, con la città che si espande lungo viabilità maggiori centri della Val di Chiana (Castiglion Fiorentino,
ni di Montepulciano e Torrita di Siena; presenti anche storica a inglobare i centri e le frazioni circostanti (lungo Chiusi Scalo, Bettolle-Sinalunga, Battifolle); le parti più
importanti parchi e giardini storici, come ad es. il Parco
Bologna Buonsignori in località Le Pietrose nel comune
la direttrice Raccordo Autostradale-SP 21 fino a Battifolle;
lungo la SS 69 fino a Pratantico-Indicatore; lungo la SP
densamente urbanizzate presentano aspetti problematici
connessi al carico di traffico in relazione al sistema in-
3.3
di Montepulciano, il Parco Terrosi Vagnoli nel comune di Setteponti fino a Quarata-Ponte a Buriano; a nord lungo frastrutturale inadeguato, che necessita di adeguamenti
Cetona e il Parco e villa Tosoni nel comune di Chiusi; la SR 71 fino a Giovi-Ponte alla Chiassa e lungo la SP della della viabilità esistente e di completamento della rete di
• il sistema di centri fortificati, castelli, complessi religiosi Catona fino a Chiassa-Tregozzano), e poi in Val di Chiana: livello locale;
e piccoli borghi elevati sui versanti , a dominare la valle ◦◦ (i) lungo la pedemontana SR 71 Umbro-Casentinese- Olmo – urbanizzazione Val diChiana • presenza di piattaforme produttive lungo i fasci infrastrut-
(Foto di Paolo Morci– www.panoramio.com ) p. 41
piana di arezzo e val di chiana
turali, in particolare: nel settore sud-occidentale dell’area nucleo antico, secondo uno schema che si ripete a Mon- Nella piana, è necessario altresì, salvaguardare la ricono- ni, Valiano, Castello di Gargonza a Monte San Savino o
urbana di Arezzo, lungo la direttrice del Raccordo Auto- tepulciano, Sarteano, Cetona e in numerosi centri minori scibilità del sistema insediativo storico-identitario, nonché della Fortezza Medicea a Lucignano),
stradale Arezzo-Battifolle; all’imbocco della Val di Chiana ad elevato valore e fragilità paesistici (Lucignano, Monte- la qualità e complessità delle relazioni funzionali, visive e • i borghi storici collinari (Montefollonico, Badia al Pino);
fra la Autostrada A1 e la SGC Grosseto-Fano/E78; nei follonico, San Casciano, dei Bagni, Celle sul Rigo, ecc.); simboliche che lo legano a quello rurale, sia alla scala delle • i parchi e giardini storici, (Parco Bologna Buonsignori in
pressi del raccordo A1-SS 326 a Bettolle e Sinalunga; al • mancata integrazione paesaggistica dei siti di escava- grandi città, sia a quella dei nuclei storici rurali, delle ville- località Le Pietrose nel comune di Montepulciano, il Parco
casello autostradale A1 di Montepulciano Stazione; com- zione (sia di quelli in attività che di quelli dismessi od fattoria e dell’edilizia colonica sparsa. In particolare, sal- Terrosi Vagnoli nel comune di Cetona e il Parco e villa
presa nel fascio ferrovia-SP 308-SP 321 a Chiusi Scalo. esauriti), delle zone per i servizi e la sosta di grandi auto- vaguardare la riconoscibilità e l’integrità visuale del profilo Tosoni nel comune di Chiusi);
Le rilevanti dimensioni delle aree a parcheggio a servi- mezzi e di movimentazione e stoccaggi delle merci . Nel urbano storico di Arezzo, caratterizzato dalla supremazia di • il sistema delle ville-fattoria;
Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali
zio delle attività produttive e commerciali rappresentano territorio comunale di Chiusi è in atto una precisa tenden- torri, campanili e cupole di edifici civili e religiosi. Salvaguar- • la rete delle pievi di crinale.
un elemento di criticità anche in relazione all’inserimento za al ripristino o alla riapertura di cave di pietrisco, con dare, inoltre, i contesti collinari e i relativi sistemi insediativi
paesaggistico, con compromissione delle visuali panora- conseguente notevole impatto sul paesaggio e sulle aree pedecollinari e di medio versante che costituiscono con la È necessario, inoltre, riqualificare la maglia e la struttura
miche percepibili dall’Autostrada; archeologiche in esso incluse e che anzi ne costituiscono città di Arezzo un’unità morfologico-percettiva e funziona- insediativa storica caratteristica del sistema della villa-fat-
• effetto barriera di forte impatto territoriale, ecologico e parte organica, in particolare nelle aree delle necropoli le storicamente ben caratterizzata e riconoscibile; evitando toria, e le relazioni funzionali e paesaggistiche fra edilizia
paesaggistico causato dal fascio viario-infrastrutturale e etrusche di Poggio Gaiella e della Pania. ulteriori processi di dispersione insediativa delle pendici col- rurale e sistemi produttivi agrari, evitando la separazione fra
dalle opere, impianti e piattaforme di servizio connessi, linari. edificio e fondo agricolo e privilegiandone il riuso in funzio-
con conseguente frammentazione dei sistemi insediativi Indirizzi per le politiche ne di attività connesse all’agricoltura.
locali. L’autostrada e la ferrovia hanno favorito lo svilup- Gli indirizzi per le politiche di questo ambito sono finalizza- Nella Val di Chiana, va salvaguardata la struttura agraria
po orizzontale degli insediamenti e lo spostamento dei ti prioritariamente ad evitare l’ulteriore consumo di suolo della bonifica leopoldina che si estende attorno al Canale
baricentri territoriali, in particolare con l’attrazione eser- nelle aree della piana di Arezzo e della Val di Chiana e ri- Maestro della Chiana; mantenendo l’orditura della maglia
citata sugli insediamenti industriali realizzati nelle fasce qualificare il carattere policentrico del sistema insediativo agraria storica, la struttura della viabilità poderale e la leg-
circostanti. Presenza del tracciato ferroviario della Di- storico, ricostituendo, ove compromessa, la riconoscibilità gibilità del sistema insediativo storico; nonché tutelando,
rettissima, del tracciato autostradale (A1), della S.G.C. delle relazioni territoriali tra la città di Arezzo e i sistemi recuperando e valorizzando il sistema delle ville granducali
E78, della SS.73. Il tracciato della linea ferroviaria ad alta agro-ambientali residuali, nonché quelle con i sistemi vallivi e l’antico sistema di manufatti ed edifici di grande valore
velocità (TAV) attraversa la Val di Chiana su un viadotto e collinari di riferimento (Val d’Arno superiore, Casentino, storico-architettonico e testimoniale legati alla regimazione
che segna una forte cesura visiva e nella struttura del pa- Val di Chiana, Catena Rapolano - Monte Cetona e massiccio idraulica quali: dighe, ponti, canali, approdi, argini rialzati,
esaggio. L’affiancamento del tracciato ferroviario ad alta dell’Alpe di Poti). bacini artificiali, mulini, pescaie, gore, caselli e chiuse.
Invarianti strutturali
3.3
Invarianti strutturali
p. 43
Territorio Urbanizzato
Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali
Invarianti strutturali
Invarianti strutturali
T.P.S.4 Tessuto a piattaforme residenziale e turistico-ricettiva
3.3
Invarianti strutturali
lore di questi tessuti è di tipo morfologico, estetico-percet- impianti di vigneti specializzati (morfotipi 11, 15 e, in parte,
tivo, storico-testimoniale e, in alcuni casi, ecologico come 18) può comportare banalizzazione e omogeneizzazione del
elementi di discontinuità all’interno del manto boschivo. paesaggio, semplificazione della biodiversità e delle reti di
Le colline dell’oliveto terrazzato (morfotipo 12), estese sia connettività ecologica, rimozione di elementi e parti della
sul versante dei Monti di Civitella e di Rapolano-Monte Ceto- viabilità poderale, del corredo vegetazionale non colturale
na che sull’arco che va da Arezzo a Cortona, rappresentano e della rete scolante. Di fondamentale importanza la con-
un paesaggio di grande pregio per l’intensità delle colture siderazione del rischio erosivo, particolarmente accentuato
tradizionali e la complessità dell’infrastruttura rurale, data sugli appezzamenti disposti a rittochino e più lunghi. Proble-
dalla rete della viabilità poderale e interpoderale e dai siste- mi analoghi riguardano le formazioni di Margine interessate
mi di contenimento dei versanti. Peculiare, per questa parte da questa dinamica di trasformazione (morfotipo 15 verso
di territorio, è la relazione tra tessuto agricolo e sistema Meliciano-Ponte a Buriano e Spoiano di Sotto). Sempre su
insediativo, organizzato attorno ai nodi principali di Corto- questo tipo di supporto geomorfologico si osservano consi-
na, Monte San Savino, Lucignano, Sinalunga, Civitella Val stenti espansioni insediative e alterazione dei rapporti con il
di Chiana e comprendente emergenze fortificate (come il tessuto dei coltivi. I rilevi più meridionali dell’ambito, posti
Castello di Montecchio-Vesponi) e insediamenti tipici dell’or- al confine con la Valdorcia, possono essere oggetto da un
ganizzazione mezzadrile (ville-fattoria tra le quali spiccano lato di processi di abbandono relativi soprattutto ai tessuti
quelle di epoca granducale, case coloniche, edifici di ser- a prevalenza di seminativo e prato-pascolo a campi chiusi
vizio). Nel paesaggio della viticoltura specializzata assume e ai pascoli nudi (morfotipi 9 e 2 ), dall’altro di dinamiche
particolare valore il mosaico agrario attorno a Montepulcia- di intensificazione delle monocolture cerealicole che produ-
no (morfotipo 18), che conserva caratteri di complessità cono rimozione di alcune peculiarità paesaggistiche come
paesaggistica ed ecologica. Il paesaggio a prevalenza di se-
minativi e prati-pascolo del settore meridionale dell’ambito
calanchi e biancane e allargamento della maglia agraria
(morfotipo 5).
3.4
presenta elementi di valore nei seminativi nudi tipici delle Le criticità maggiori riguardano i territori di pianura e fon-
“Crete” (morfotipo 5), negli oliveti che corredano alcuni nu- dovalle, in particolare la piana di Arezzo e la porzione set-
clei insediativi storici (morfotipo 16), nei tessuti a campi tentrionale della Val di Chiana, interessate da fenomeni di
chiusi (morfotipo 10) e nelle aree pascolive (morfotipo 2). espansione urbana a carattere sia residenziale che produt- Cortona immersa nel tessuto coltivato dell’oliveto terrazzato (photo © Andrea Barghi/VARDA) p. 47
piana di arezzo e val di chiana
04. morfotipo dei
morfotipi delle colture seminativi semplificati in
Morfotipi rurali erbacee aree a bassa pressione
insediativa
Il morfotipo è contraddistinto
dalla prevalenza di seminativi
a maglia semplificata in
contesti montani e collinari
periferici rispetto alle grandi
Si tratta di ambienti di trasformazioni insediative
montagna coperti da praterie e paesaggistiche. Nella
storicamente adibite al pascolo, maggioranza dei casi, siamo
uso talvolta ancora oggi in presenza di un’agricoltura
praticato, e in genere posti a ancora vitale tipica di certi
contatto con piccoli insediamenti contesti collinari in cui la
accentrati. Contribuiscono relativamente contenuta
in modo determinante alla semplificazione paesaggistica
diversificazione paesaggistica non si è associata, se non
ed ecologica dell’ambiente occasionalmente, a ingenti
montano costituendo superfici fenomeni di diffusione
di rilevante discontinuità rispetto insediativa ed erosione dello
alla copertura boschiva. spazio rurale.
Invarianti strutturali
link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB15-3IV_morfo.pdf
p. 48
piano paesaggistico
logo REGIONE TOSCANA
livello d’ambito
Invarianti strutturali
09. morfotipo dei campi
morfotipi complessi 17. morfotipo complesso 21. morfotipo del mosaico
07. morfotipo dei chiusi a seminativo e morfotipi specializzati delle associazioni del seminativo, oliveto e colturale e particellare
seminativi a maglia fitta di a prato di collina e di delle colture arboree colturali
vigneto di pianura e delle 19. morfotipo del mosaico complesso di assetto
pianura o fondovalle montagna prime pendici collinari colturale e boscato tradizionale di collina e di
montagna
15. morfotipo
11. morfotipo della dell’associazione tra
viticoltura seminativo e vigneto
Il morfotipo è caratterizzato Il morfotipo è dato dalla combi- Il morfotipo si trova in aree di Il morfotipo è caratterizzato da
dalla presenza quasi esclusiva nazione tra aree a seminativo e pianura o sulle prime pendi- una maglia paesaggistica fitta e Il morfotipo è costituito da isole
di colture erbacee e da una a prato-pascolo in cui è leggibi- ci collinari ed è caratterizzato frammentata nella quale il bo- di coltivi tradizionali disposte at-
maglia agraria regolare e fitta, le l’organizzazione della maglia dall’associazione tra oliveti, sco, in forma di lingue, macchie torno ai nuclei abitati e immerse
con appezzamenti di superficie a “campi chiusi” con filari, siepi, seminativi e vigneti. La maglia e isole, si insinua capillarmen- nel bosco in contesti montani o
contenuta di forma allungata boschi poderali e alberi isolati. Si tratta di zone specializzate a Il morfotipo è presente su agraria è medio-ampia o ampia, te e diffusamente nel tessuto alto-collinari. L’aspetto caratte-
e stretta e spesso orientati se- Può essere sia espressione di vigneto, nella quasi totalità dei morfologie collinari addolcite o con appezzamenti di dimensioni dei coltivi. Le colture presenti rizzante è la stretta connessio-
condo le giaciture storiche che una modalità di utilizzazione casi esito di recenti operazioni su superfici pianeggianti ed è consistenti di forma regolare e possono essere mosaici agrari ne tra nucleo storico insediato e
consentivano un efficace smalti- agricola del territorio conso- di ristrutturazione fondiaria e caratterizzato dall’associazione geometrica. I confini tra i campi complessi arborei ed erbacei intorno coltivato che appaiono
mento delle acque. Può trovarsi lidata, sia esito di fenomeni agricola. La maglia degli ap- tra colture a seminativo e a vi- appaiono piuttosto nettamente dati dall’intersezione di olive- reciprocamente dimensionati
associato ad assetti insediativi di rinaturalizzazione derivanti pezzamenti è ampia e, in certi gneto, esito di processi recenti definiti. Le colture specializzate ti, vigneti e seminativi, oppure e interrompono la continuità
3.4
poco trasformati o all’interno di dall’espansione di siepi ed ele- casi, equipaggiata da un cor- di ristrutturazione agricola e a oliveto e vigneto sono per lo prevalentemente seminativi del manto boschivo. La ma-
contesti caratterizzati da note- menti vegetazionali su terreni redo vegetale. Nei casi in cui paesaggistica. Le tessere colti- più di impianto recente, mentre semplici. glia agraria è fitta e articolata
vole diffusione insediativa. in stato di abbandono. l’infrastrutturazione ecologica è vate si alternano in una maglia quelle di impronta tradizionale e spesso equipaggiata di siste-
assente sono presenti notevoli di dimensione medio-ampia o sono fortemente residuali. mazioni idraulico-agrarie.
criticità dal punto di vista della ampia nella quale i vigneti sono link
biodiversità e della connettività sempre di impianto recente e abaco regionale dei morfo-
ecologica, oltre che degli aspet- hanno rimpiazzato le colture tipi rurali
ti morfologici e idrogeologici. tradizionali.
p. 49
piana di arezzo e val di chiana
Castello di Montecchio-Vesponi) e insediamenti tipici dell’or- Gli indirizzi per il paesaggio rurale di pianura e fondovalle
ganizzazione mezzadrile. È dunque indicato preservare l’in- consistono nell’arginare ulteriori fenomeni di espansione ur-
tegrità morfologica degli insediamenti storici, e mantenere bana a carattere sia residenziale che produttivo concentrati
almeno una fascia di oliveti o di altre colture d’impronta tra- lungo le strade principali e in particolare lungo la strada
dizionale nel loro intorno paesistico e lungo la viabilità di cri- statale 71, che corre alla base dei rilievi su cui sorgono Ca-
nale. Nei tessuti interessati invece da riconversioni colturali stiglion Fiorentino e Cortona e che presenta un’edificazione
in vigneti specializzati, situati attorno a Montepulciano, sui quasi ininterrotta ai suoi lati. Occorrerebbe inoltre limitare
rilievi che lo fronteggiano, e in corrispondenza delle forma- il più possibile effetti di frammentazione delle superfici agri-
zioni di Margine verso Meliciano-Ponte a Buriano e Spoiano cole causati da grandi fasci infrastrutturali e preservare, ove
di Sotto (morfotipi 11, 15 e in parte 18), è indicato equi- possibile, gli elementi strutturanti la maglia agraria ascri-
paggiare la maglia agraria di una rete di infrastrutturazione vibili alla bonifica leopoldina, salvaguardando gli elementi
paesaggistica articolata e continua, data dal sistema della vegetazionali non colturali presenti e piantando siepi e filari
I caratteri morfotipologici dei sistemi agro ambientali dei paesaggi rurali
viabilità di servizio e dal corredo vegetazionale, e interrom- arborati a corredo dei confini dei campi, della viabilità pode-
pere le pendenze più lunghe al fine di contenere i fenomeni rale, delle sistemazioni idraulico-agrarie di piano.
erosivi. Per le colline del settore meridionale (morfotipi 9 e
5) è indicato da un lato contrastare i processi di abbandono,
dall’altro quelli volti all’intensificazione della cerealicoltura.
Invarianti strutturali
p. 50 Piccole tessere di colture arboree si inframmettono tra i seminativi nella pianura bonificata (photo © Andrea Barghi/VARDA)
piano paesaggistico
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livello d’ambito
Invarianti strutturali
differenza di percentuale sulla superficie di ciascuna sezio- 3.4
ne catastale, per classi di coltura fra la copertura dell’uso
del suolo fra i dati del Catasto Generale della Toscana e
quelli della carta CNR/TCI
p. 51
piana di arezzo e val di chiana
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piano paesaggistico
REGIONE TOSCANA ambito 15
livello d’ambito piana di arezzo e val di chiana
Interpretazione di sintesi 4
piana di arezzo e val di chiana
da importanti ecosistemi fluviali, in cui emergono le carat- sotterraneo di Sinalunga). In generale via via che i suoli si A segnare il passaggio tra fascia collinare e pianura, lungo
4.1 Patrimonio territoriale teristiche emergenze geomorfologiche e naturalistiche delle fanno, da argillosi, più permeabili la maglia agraria diviene l’arco collinare si riscontrano formazioni di Margine occupa-
e paesaggistico biancane e delle crete. più fitta, cresce la presenza dell’olivo - qui in condizioni cli- te prevalentemente da mosaici colturali complessi a maglia
matiche ideali per la produzione – e gli insediamenti aumen- fitta e, in misura minore, da seminativi a maglia fitta o vi-
Il territorio montano dell’Alpe di Poti, è contraddistinto dalla tano di frequenza e importanza, fino ai grandi insediamenti gneti di nuovo impianto (anche associati a seminativi).
predominanza del manto forestale, al cui interno spiccano storici di Montepulciano, Chianciano, Foiano e Chiusi, posti Il contesto di pianura si caratterizza per una complessa
alcuni nodi primari della rete ecologica. La matrice foresta- sulla sommità delle colline. La media e alta Val di Chiana struttura paesaggistica, densamente insediata e infrastrut-
le, composta principalmente da querceti di roverella, cer- è circondata da rilievi che recano, nella loro strutturazione turata specialmente nella parte centro-settentrionale e se-
rete e, in misura subordinata, da latifoglie e castagneti, è paesistica, una chiara impronta mezzadrile. Il tessuto col- gnata dalla bonifica leopoldina, ancora oggi leggibile nella
interrotto sporadicamente da pascoli di media montagna e turale è caratterizzato dalla prevalenza di oliveti terrazzati scansione della maglia agraria e insediativa, nella perma-
da mosaici colturali e particellari complessi di assetto tradi- d’impronta tradizionale (talvolta aggregati a piccole aree a nenza di piantate e altri elementi vegetazionali d’impronta
zionale a prevalenza di oliveti terrazzati, concentrati attorno vigneto o a porzioni di coltura promiscua) che lambiscono tradizionale (posti a corredo di fossi e strade), nella pre-
criteri metodologici (LINK)
a piccoli nuclei rurali compatti. Nella fascia di transizione da un lato il massiccio dell’Alpe di Poti, dall’alto coprono i senza di un’articolata rete di manufatti idraulici per la regi-
con la collina, le colture si specializzano in oliveti terrazzati versanti collinari della Dorsale Rapolano-Monte Cetona. Si mazione delle acque e di un impianto insediativo e viario di
d’impianto tradizionale dall’elevato valore estetico-percet- tratta di un paesaggio di grande pregio per l’intensità delle valore storico-architettonico e testimoniale (di cui le fattorie
Il patrimonio territoriale e paesaggistico è dato dall’insieme tivo, storico-testimoniale e, in alcuni casi, ecologico come colture tradizionali, la complessità dell’infrastruttura rurale granducali e le case “leopoldine” costituiscono un esempio).
delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione elementi di discontinuità all’interno del manto boschivo. riconducibile alla fitta rete della viabilità poderale e interpo- Strutturano l’impianto insediativo di pianura e pedecolle i
fra ambiente naturale e insediamenti umani. L’individuazio- Notevoli gli aspetti di pregio legati alle componenti ecosi- derale e ai sistemi di contenimento dei versanti, e per il va- seguenti sistemi: la conurbazione radiocentrica di Arezzo
ne dei caratteri patrimoniali scaturisce dall’esame della con- stemiche e idro-geomorfologiche nell’ambiente montano. lore ecologico (notevole la presenza di nodi della rete degli con la raggiera di strade storiche che da essa si dipartono
sistenza e dei rapporti strutturali e paesaggistici intercor- Intensi fenomeni di carsismo, sia epigeo che ipogeo sono agroecosistemi). Peculiare la relazione tra paesaggio agrario verso le vallate circostanti di Valdarno, Casentino, Valtiberi-
renti fra le quattro invarianti: il sistema insediativo storico, il presenti in corrispondenza del Monte Follonico, di Poggiar- e sistema insediativo - organizzato attorno ai poli principali na e Valle della Chiana; la corona di centri e frazioni minori
supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio delli e di Poggio Bacherina. Sul Monte Cetona considerevole di Cortona, Monte San Savino, Lucignano, Sinalunga, Civi- originatisi da ville e aggregati rurali nella parte occidentale
agroforestale. Esito di questo processo è la “rappresentazio- è la presenza di grotte, doline e depressioni a trincea chilo- tella Val di Chiana -, alla rete di castelli e complessi religiosi della piana d’Arezzo (Tregozzano, Chiassa, Ponte alla Chias-
interpretazione di sintesi
ne valoriale” dell’ambito da cui emergono elementi e strut- metriche. Elementi di eccellenza e unicità sono riferibili ai di eccellenza storico-architettonica e paesistica (Castello di sa, Campoluci, Quarata, Ponte Buriano, Indicatore, Pieve a
ture complesse di particolare pregio, che svolgono un ruolo numerosi geositi, alle aree protette e ai siti di importanza Montecchio, Castello di Gargonza, Fortezza Medicea di Lu- Maiano, Poggiola, Battifolle); la rete di strutture difensive,
Patrimonio territoriale e paesaggistico
determinante per il mantenimento e la riproduzione dei ca- regionale. Nelle aree preappenniniche, tra i siti di maggior cignano, monasteri, eremi, abbazie e santuari), e agli inse- pievi, ville-fattoria e porti della piana (per l’attraversamento
ratteri fondativi del territorio. La descrizione del patrimonio interesse si segnalano quelli del Monte Dogana, delle Bru- diamenti tipici dell’organizzazione mezzadrile (ville-fattoria o lo sfruttamento degli antichi laghi); il sistema di manufatti
territoriale e paesaggistico dell’ambito mette a sistema gli ghiere dell’Alpe di Poti, del Bosco di Sargiano e del Monte di e case coloniche). legati alla navigazione fluviale, alle bonifiche e alla regima-
elementi strutturali e valoriali delle quattro invarianti. Ginezzo. Importanti ecosistemi fluviali si trovano lungo gli zione idraulica (dighe, ponti, canali, approdi, argini rialza-
alti corsi dei torrenti Cerfone e Nestore (tra l’Alpe di Poti e Spostandosi più a sud, verso i rilievi di Montepulciano e su ti, bacini artificiali, mulini, pescaie, gore, caselli e chiuse).
il Monte Dogana), negli alti corsi dei torrenti Lota, Leprone quelli prospicienti compresi tra il Canale Maestro della Chia- Di particolare interesse la rete viaria d’impianto storico, in
Il territorio dell’ambito presenta caratteri fisiografici e pae- ed Esse, nell’alto corso del torrente Tresa, Rigo, Elvella, Pa- na e il torrente Mucchia, si osserva un paesaggio originato parte correlata al sistema della bonifica: la struttura a ven-
saggistici estremamente differenziati e si sviluppa attorno glia e lungo l’alto corso dell’Orcia. Relittuali ma importanti da recenti dinamiche di riconversione di colture tradizionali taglio della viabilità storica (SR n. 69 di Valdarno, SP n. 1
al vasto sistema di pianura alluvionale della Val di Chiana boschi mesofili di faggio sono presenti in un piccolo nucleo in vigneti specializzati a maglia ampia in monocoltura, al- dei Setteponti, SR n. 71 Umbro-Casentinese-Romagnola, SP
orientato in direzione nord-sud e delimitato dal Lago di nel versante settentrionale del Monte Cetona e, soprattutto, ternati spesso a seminativi e talvolta a oliveti. Entro questo n. 21 Pescaiola, SS n. 73 Senese-Aretina); la direttrice SS
Penna a nord e dai Laghi di Chiusi e Montepulciano a sud. lungo il versante settentrionale del Poggio di Pietraporciana, contesto, assume particolare valore il mosaico agrario tra- n. 327 di Foiano-SS n. 326 Senese che, muovendosi paral-
Questo sistema territoriale, oggi intensamente urbanizzato ove si localizza un ben conservato bosco vetusto di faggio dizionale attorno a Montepulciano, che conserva caratteri di lelamente al Canale Maestro della Chiana, collega i centri
e infrastrutturato e storicamente improntato dai processi (interno alla Riserva Naturale Provinciale “Pietraporciana” e complessità paesaggistica e assetti colturali tradizionali. di Pieve al Toppo, Montagnano, Cesa, Foiano della Chiana,
di bonifica storica, ospita una matrice agricola intensiva a al patrimonio agricolo-forestale “La Foce – Cetona”). Scendendo verso la parte più meridionale dell’ambito, al Bettolle, Torrita di Siena, Abbadia, Acquaviva, Montallese,
prevalenza di colture cerealicole e appare caratterizzato da confine con la Val d’Orcia, il paesaggio collinare è carat- Chiusi; i percorsi trasversali storici in direzione est-ovest
numerosi fattori di criticità. I principali lineamenti che chiu- Una vasta compagine collinare - costituita dai Monti di Civi- terizzato da un’alternanza di seminativi nudi (talvolta con verso la valle del Tevere o le Colline del senese (Lauren-
dono la valle sono da un lato i rilievi dell’Alpe di Poti, che tella, dalla Dorsale Rapolano-Monte Cetona e dalle forma- la presenza di biancane e calanchi), aree pascolive, campi tana, Cassia, Passo della Cerventosa); le strade vicinali di
delimitano l’ambito sul confine nord-orientale e presenta- zioni di Margine che fungono da raccordo con il fondovalle chiusi a prato-pascolo e seminativo, e tessuti che associano collegamento villa-podere-mulino; l’articolata rete ferrovia-
no alcuni dei tratti tipici del paesaggio montano; dall’altro i – cinge la pianura per gran parte della sua estensione e mo- appezzamenti a oliveto e a seminativo (di solito posti in ria, in parte risalente alla seconda metà del secolo XIX; il
Monti di Civitella Val di Chiana e la Dorsale Rapolano-Monte stra una notevole articolazione interna. I rilievi occidentali prossimità degli insediamenti storici). Nei pressi di San Ca- “Sentiero della bonifica” (strada di origine granducale) fun-
Cetona, che comprendono paesaggi di grande valore este- serbano, in corrispondenza delle aree calcaree, un acquifero sciano dei Bagni questo mosaico agropastorale costituisce zionale alla manutenzione di argini e chiuse, che corre lun-
tico-percettivo, storico-testimoniale e naturalistico nei quali di grande estensione, ancora poco noto e utilizzato ma sicu- un nodo della rete degli agroecosistemi. Lungo i versanti go tutto il Canale Maestro della Chiana. Dal punto di vista
il sistema insediativo storico appare denso e ramificato e ramente di valore strategico. Le acque di percolazione sono collinari dell’area sud-ovest dell’ambito, si riscontra la pre- delle componenti naturali e idrogeomorfologiche, si segnala
forme di agricoltura tradizionale si alternano a vigneti di sfruttate fin dall’epoca classica attraverso sistemi di gallerie senza diffusa di sorgenti geotermali: Acqua Santa e Sillene la presenza di numerose aree umide (naturali e artificiali),
impianto recente e a mosaici di praterie e arbusteti. Nella filtranti, pozzi, cisterne e acquedotti sotterranei di cui re- a Chianciano Terme, Canalette a Sarteano, nei dintorni di S. alcune delle quali di elevato interesse conservazionistico: i
parte terminale dell’ambito confinante con la Valdorcia, pre- stano testimonianze presso Chiusi (“Labirinto di Porsenna” Casciano dei Bagni. Laghi di Montepulciano (Riserva Naturale Provinciale e Sito
vale un paesaggio agropastorale tradizionale, attraversato nel sottosuolo del centro storico) e Sinalunga (acquedotto Natura 2000) e di Chiusi (ANPIL e Sito Natura 2000), siste-
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interpretazione di sintesi
Patrimonio territoriale e paesaggistico
4.1
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piana di arezzo e val di chiana
link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB15-4I_patrim.pdf
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interpretazione di sintesi
Patrimonio territoriale e paesaggistico
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piana di arezzo e val di chiana
n. 21 fino a Battifolle; la SS n. 69 fino a Pratantico-Indicato- intensivi (suinicoli e avicoli), realtà per la gran parte altera- creando un aggregato in netta contrapposizione al nucleo
4.2 Criticità re; la SP Setteponti fino a Quarata-Ponte a Buriano; lungo ta da fenomeni di semplificazione della maglia e della rete antico. Tale schema si ritrova - con le stesse modalità e
la SR n. 71 fino a Giovi-Ponte alla Chiassa e la SP della idraulica della bonifica leopoldina. ripercussioni - presso i centri di Montepulciano, Sarteano,
Catona fino a Chiassa-Tregozzano; le SP n. 17 e SP n. 25, Cetona e in numerosi nuclei minori (Lucignano, Montefollo-
fra Marciano e Pozzo della Chiana; lungo la SS n. 327, fra Alla progressiva alterazione del patrimonio territoriale e pa- nico, San Casciano dei Bagni, Celle sul Rigo). A tali dinami-
Selluzza-Alberoro-Borgetto-Montagnano, fra Cesa e Foiano esaggistico dell’ambito ha contribuito, anche se in misura che si sommano - spesso - crescenti fenomeni di degrado,
della Chiana (con le varie frazioni intermedie) fino a Bettolle minore rispetto alla piana, l’insieme di criticità sviluppatosi deruralizzazione e di conversione residenziale delle ville/fat-
(con lo snodo autostradale e l’area industriale di Farniole). lungo la fascia collinare. Un complesso ed articolato siste- torie granducali (anche tramite trasformazioni edilizio-urba-
Meritano particolare attenzione, inoltre: gli intensi processi ma di paesaggi caratterizzato da agroecosistemi terrazzati nistiche) e delle case coloniche “leopoldine”. Quest’ultime,
di urbanizzazione nel triangolo “Badia al Pino - Tegoleto - (con predominante coltura dell’olivo), da superfici forestali specialmente se di grandi dimensioni, versano in condizioni
Pieve al Toppo”, tra Sinalunga, Bettolle e Torrite di Siena di sclerofille e latifoglie termofile, da estesi mosaici di prate- di degrado conseguente al loro abbandono e alla difficoltà
(con sviluppo lungo la SS n. 326 e la SP n. 37) e presso rie e arbusteti (di elevato interesse naturalistico). di una loro rifunzionalizzazione compatibile con i caratteri
criteri metodologici (LINK)
l’abitato di Chiusi Scalo. storico-architettonici che le contraddistinguono.
Le principali dinamiche di trasformazione degli ambiti col-
Le criticità sono intese come le dinamiche o le pressioni che All’alto tasso di artificializzazione e urbanizzazione fin qui linari convergono attorno a due fenomeni diametralmente Oltre alle componenti strutturali e valoriali della piana e del-
alterano le qualità e le relazioni del patrimonio territoria- evidenziato corrisponde un significativo effetto barriera opposti. la collina, le dinamiche di trasformazione hanno interessato
le pregiudicandone la riproducibilità. Individuate mediante (con relativo impatto territoriale, ecologico e paesaggisti- Da una parte, i frequenti processi di abbandono delle atti- gli assetti e gli equilibri del paesaggio montano.
l’esame dei rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro in- co) causato dal denso fascio viario-infrastrutturale e dalle vità pascolive e agricole, che contribuiscono ad alimentare La principale criticità riguarda l’intensificarsi di processi di
varianti in linea con la definizione di patrimonio territoriale, opere, impianti e piattaforme di servizio connessi (ferrovia situazioni di degrado, soprattutto di muretti a secco e ter- abbandono delle pratiche agricole e pascolive e delle tra-
sono formulate, generalmente, come relazioni tra il sistema “Direttissima”, autostrada A1, S.G.C. E78, SS. n. 73). Mar- razzamenti posti a sostegno dei versanti collinari. Particolar- dizionali attività di gestione della lande (ericeti, ginestreti
insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello cati processi di consumo di suolo, di frammentazione e di mente esposti a tale criticità, i tessuti a prevalenza di semi- e calluneti), fenomeni particolarmente rilevanti sull’Alpe di
ecologico e il territorio agroforestale. Le criticità dell’ambito accentuazione dell’effetto barriera si rivelano inoltre lungo nativo e prato-pascolo a campi chiusi e ai pascoli nudi dei Poti e sui rilievi dei Monti Ginezzo e Dogana. L’entità di tale
completano quelle contenute negli abachi, validi per tutto il gli assi stradali pedecollinari di collegamento tra Arezzo, Ca- rilevi collinari più meridionali dell’ambito (al confine con la dinamica è - come spesso accade - direttamente propor-
interpretazione di sintesi
territorio regionale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella stiglion Fiorentino e Cortona. Val d’Orcia). Dall’altra, il generarsi di fenomeni di intensifica- zionale al tasso di spopolamento dei territori montani e alla
scheda d’ambito, relativi a ciascuna invariante. zione delle attività agricole, con diffusione di vasti impianti scarsa redditività dei suoli, dovuta alla loro perifericità e
I processi fin qui descritti (cui si aggiungono criticità per di vigneti specializzati (colline di Montepulciano, Gracciano marginalità, alla difficile accessibilità. I rapidi e diffusi pro-
estrazione di inerti - con cave attive a sud di Castiglion e Petraia, sulle formazioni di Margine di Meliciano-Ponte a cessi di abbandono degli ambienti agro-silvopastorali (con
Il contesto della piana rappresenta, indubbiamente, la por- Fiorentino, presso Chianciano Terme e Chiusi) hanno for- Buriano e Spoiano di Sotto) e di monocolture cerealicole aumento dei livelli di naturalità - per ricolonizzazione della
zione dell’ambito dove si concentrano le maggiori criticità temente condizionato la qualità degli ecosistemi acquatici. (su colline plioceniche), cui seguono ripercussioni negative, vegetazione spontanea e del bosco, ma significativa perdita
(in particolare, nel tratto di pianura compreso tra Arezzo e il Ripercussioni negative si riscontrano tra le numerose aree quali: riduzione del livello di eterogeneità dell’ecomosaico di valore naturalistico) costituiscono la problematica di mag-
Canale Maestro della Chiana e nell’area circostante la città umide, sui relittuali habitat igrofili presenti nel reticolo idro- agricolo; semplificazione della biodiversità e delle reti di gior peso anche, e soprattutto, per il conseguente degrado
di Arezzo). grafico, sugli ecosistemi fluviali principali (anche per inqui- connettività ecologica; rimozione di elementi e parti della delle sistemazioni idraulico-agrarie (presenti nelle isole di
namento di origine civile e industriale), cui si associano pro- viabilità poderale, del corredo vegetazionale non colturale coltivi tradizionali), configurando situazioni di elevato rischio
Nel corso degli anni, vasti processi di artificializzazione e blematiche legate alla gestione dei livelli idrici (quest’ultima e della rete scolante; pressioni sulle risorse idriche superfi- idrogeologico.
urbanizzazione (edilizia residenziale diffusa, piattaforme in- particolarmente rilevante per le vasche dell’ex zuccherificio ciali e profonde; incremento del rischio di erosione del suo-
dustriali, commerciali e artigianali, potenziamento delle in- di Castiglion Fiorentino - dopo la chiusura dello stabilimen- lo (particolarmente accentuato sugli appezzamenti disposti
frastrutture viarie - in viadotto o in rilevato) hanno profon- to, ma anche per gli ecosistemi lacustri e palustri della Ri- a ritocchino); riduzione/scomparsa di peculiari emergenze
Criticità
damente alterato, spesso irrimediabilmente, il patrimonio serva di Ponte a Buriano e Penna). Per gli ambienti umidi e geomorfologiche (quali calanchi e biancane).
territoriale e paesaggistico. Le ripercussioni negative che ne lacustri critica la presenza di specie vegetali e animali aliene Completano il quadro delle criticità, la diffusione di incendi
sono seguite, comprendono: la scomparsa, omogeneizza- (con alterazione dell’ittiofauna), oltre alla pressione dell’at- (rilievi di Cortona e Castiglion Fiorentino) e le consistenti
zione e semplificazione del caratteristico paesaggio agricolo tività venatoria presso il Lago di Chiusi e di Montepulciano espansioni insediative, con evidenti alterazioni dei rapporti
di pianura, la rimozione di forme di coltura promiscua e del (tra le eccellenze naturalistiche e paesaggistiche più rilevan- con il tessuto dei coltivi.
corredo vegetazionale non colturale, marcate conurbazioni ti, interne ad Aree Protette e a Siti Natura 2000).
prossime alla saldatura (soprattutto lungo le direttrici via- Le espansioni insediative interessano, in particolare, le pen-
rie), crescenti alterazioni e pressioni sul reticolo idrografico Un’importante dinamica di trasformazione (correlata alla dici collinari dove sorgono i principali nuclei: Montepulciano,
(corsi d’acqua e aree umide). forte vocazione agricola dell’ambito) riguarda l’affermarsi Chianciano Terme, Sarteano, Cetona. I nuovi agglomerati
di diffusi processi di intensificazione delle attività agricole urbani presentano, spesso, dimensioni che prevalgono ri-
I vasti processi di artificializzazione e consumo del suolo (fenomeno riscontrabile sia nella piana che in alcuni settori spetto ai borghi storici, con fenomeni di dispersione urbana
sono scaturiti anche, e soprattutto, dal formarsi di estese e collinari): un paesaggio dominato dalla monocoltura cere- a frammentare il sistema ambientale, riducendone i valori
continue conurbazioni lineari. Il fenomeno riguarda, fonda- alicola, da vasti frutteti specializzati (zona di Tegoleto), da di riconoscibilità e i caratteri identitari. Tra i casi più rilevan-
mentalmente, lo sviluppo dei centri lungo le più importanti colture industriali (legate al tabacco o alla barbabietola da ti, quello di Chianciano (importante luogo termale) la cui
infrastrutture viarie: la direttrice Raccordo Autostradale-SP zucchero) e dalla presenza di vasti allevamenti zootecnici espansione si è diffusa lungo la naturale linea di crinale,
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piano paesaggistico
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livello d’ambito
interpretazione di sintesi
Criticità
4.2
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piana di arezzo e val di chiana
Criticità
interpretazione di sintesi
Criticità
link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB15-4II_critic.pdf
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Criticità
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piana di arezzo e val di chiana
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piano paesaggistico
REGIONE TOSCANA ambito 15
livello d’ambito piana di arezzo e val di chiana
Disciplina d’uso 5
piana di arezzo e val di chiana
Chiusi Scalo, il Callone di Valiano, la Botte allo Strozzo, la 1.4 - evitare ulteriori processi di dispersione insediativa successioni secondarie sui terreni in stato di abbandono (in
5.1 Obiettivi di qualità Fattoria con la Colmata di Brolio, l’Allacciante dei Rii Ca- in territorio rurale anche attraverso la definizione e particolare sull’Alpe di Poti, sui Monti Ginezzo e Dogana, sul
e direttive stiglionesi, la Chiusa dei Monaci, i numerosi ponti in ferro riqualificazione dei margini urbani, la salvaguardia degli Monte Cetona o sui rilievi di Civitella V.di Chiana);
ottocenteschi di tipo zorès, i caselli idraulici, i manufatti spazi agricoli periurbani e la ricostituzione delle relazioni
di immissione; territoriali con i contesti contermini; 2.2 - contrastare la perdita dei paesaggi agricoli tradizionali
• mantenendo l’orditura della maglia agraria storica, la (zone agricole ricche di elementi vegetali lineari, aree di
struttura della viabilità poderale e la leggibilità del siste- 1.5 - tutelare gli edifici e i manufatti di valore storico e pascolo, oliveti e oliveti terrazzati) connessa ai processi
ma insediativo della bonifica; architettonico e salvaguardare la riconoscibilità e l’integrità di intensificazione delle attività agricole e alle espansioni
• seguendo nelle nuove riorganizzazioni della maglia agra- visuale del profilo urbano storico di Arezzo, caratterizzato della viticoltura intensiva, in particolare nel territorio di
ria principi di coerenza morfologica con il disegno gene- dalla supremazia di torri, campanili e cupole di edifici civili Montepulciano, Gracciano e Petraia (morfotipi 11, 15 e, in
rale e con le linee direttrici della pianura bonificata; e religiosi. parte,18) anche al fine di contenere il rischio di erosione
dei suoli;
criteri metodologici (LINK)
1.2 - guidare i processi di intensificazione delle attività 1.6 - incentivare progetti di recupero e riuso delle strutture
agricole all’interno della pianure alluvionali dominate dalla industriali dismesse; 2.3 - conservare i paesaggi agro-pastorali tradizionali,
Gli obiettivi di qualità, indicati di seguito, riguardano la tutela monocoltura cerealicola, da vasti frutteti specializzati (zona le biancane, i calanchi, le balze e le altre emergenze
e la riproduzione del patrimonio territoriale dell’ambito. Gli di Tegoleto), da colture industriali (tabacco, barbabietola da 1.7 - nella pianura di Quarata, razionalizzare le attività geomorfologiche per il significativo valore paesistico
obiettivi di ambito sono individuati mediante l’esame dei zucchero) e dalla presenza di vasti allevamenti zootecnici estrattive, migliorando i livelli di sostenibilità di quelle attive e naturalistico della parte della Val d’Orcia ricompresa
rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro invarianti, intensivi (suinicoli e avicoli), predisponendo elementi di e riqualificando quelle abbandonate; nell’ambito a sud del Monte Cetona e tra San Casciano
in linea con la definizione di patrimonio territoriale: sono, infrastrutturazione ecologica e paesaggistica; dei Bagni e il torrente Rigo, escludendo le attività di
perciò, formulati, generalmente, come relazioni tra il 1.8 - tutelare, riqualificare e valorizzare il corso del Fiume rimodellamento morfologico o di trasformazione in altra
sistema insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, 1.3 - evitare l’impermeabilizzazione, la frammentazione e il Arno, il denso reticolo idrografico della Valdichiana, con destinazione e promuovendo pratiche agricole conservative
quello ecologico e il territorio agroforestale; completano gli consumo di suolo agricolo delle vaste pianure alluvionali e particolare riferimento alle aree individuate come “corridoio dei caratteri dei suoli;
obiettivi contenuti negli abachi, validi per tutto il territorio delle aree pedecollinari connessi alla espansione insediativa ecologico fluviale da riqualificare” della Carta della Rete
regionale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella scheda, e allo sviluppo infrastrutturale, mantenere i varchi esistenti Ecologica, e ai corsi d’acqua del Rigo e del Paglia, a cui è 2.4 - favorire il riutilizzo del patrimonio abitativo e
relativi a ciascuna invariante. e riqualificare le “Direttrici di connettività” (individuate associata la presenza di significativi ecosistemi fluviali ,e di l’accessibilità alle zone rurali anche attraverso la tutela e la
nella carta della “Rete degli Ecosistemi”) con particolare numerose aree umide (naturali e artificiali) alcune delle quali valorizzazione della rete dei percorsi e delle infrastrutture
riferimento a: di elevato interesse conservazionistico (Ponte a Buriano storiche per la fruizione del territorio, con particolare
Obiettivo 1 • la pianura a nord di Arezzo e quella tra Arezzo e il Canale e Penna, Laghi di Montepulciano e di Chiusi, aree umide riferimento ai tracciati delle vie storiche Laurentana, Cassia
Salvaguardare le pianure di Arezzo e della
Obiettivi di qualità e direttive
Maestro della Chiana interessate da intense urbanizzazio- dell’ex zuccherificio di Castiglion Fiorentino) attraverso il e Cassia Nova, del Passo della Cerventosa e del passo della
Val di Chiana, qualificate dalla presenza dei ni (prevalentemente zone industriali) associate alla ele- miglioramento del grado di continuità ecologica trasversale Foce in Val di Chio e alla rete delle principali strade storiche
disciplina d’uso
paesaggi agrari della bonifica storica e da aree vata densità delle infrastrutture lineari, con tendenza alla e longitudinale e della gestione della vegetazione ripariale collinari di crinale o mezzacosta.
umide di interesse naturalistico, e tutelare saldatura dell’edificato in direzione di Battifolle; nonché attraverso la promozione di forme di fruizione delle
le relazioni funzionali ed ecosistemiche tra • la parte settentrionale della Val di Chiana caratterizzata vie d’acqua. Obiettivo 3
il territorio pianeggiante e le aree collinari da intensi processi di urbanizzazione, nel triangolo Badia Salvaguardare la riconoscibilità del sistema
e montane, nonché ricostituire le relazioni al Pino – Tegoleto – Pieve al Toppo (con tendenza alla insediativo storico collinare e montano,
tra il sistema insediativo e le aree agricole saldatura delle aree urbanizzate in direzione di San Zeno Obiettivo 2 e valorizzare gli ambienti agro-pastorali
circostanti e del Canale Maestro della Chiana); Salvaguardare i caratteri geomorfologici, tradizionali e i paesaggi forestali
• le residuali aree agricole comprese tra Sinalunga, Bettolle ecosistemici, culturali e identitari del
Direttive correlate e Torrita di Siena e lungo il torrente Foenna, individuate paesaggio alto collinare e montano Direttive correlate
Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della nella carta della “Rete degli Ecosistemi”come “Direttrice interessato da diffusi fenomeni di Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della
pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di connettività da ricostituire”; abbandono e dalla intensificazione delle pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani
di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: • la pianura del torrente Esse con nuove espansioni com- attività agricole di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:
merciali/industriali in loc. Farniole e Pieve Vecchia (“Di-
1.1 – Tutelare la struttura agraria della bonifica leopoldina, rettrice di connettività da riqualificare” individuata nella Direttive correlate 3.1 - Tutelare l’integrità percettiva dell’abitato di Montepul-
che si estende attorno al Canale Maestro della Chiana: carta della “Rete degli Ecosistemi”); Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della ciano, costituito da una ricca stratificazione insediativa di
• salvaguardando, recuperando e valorizzando l’antico si- • la zona di Chiusi Scalo, interessata dallo sviluppo di zone pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani matrice storica, e le relazioni funzionali tra l’insediamento e
stema di manufatti e gli edifici di grande valore stori- industriali/artigianali di pianura in corso di saldatura con di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: il contesto territoriale di appartenenza, caratterizzato da un
co-architettonico e testimoniale legati alla regimazione adiacenti aree urbanizzate extraregionali; sistema di appoderamento diffuso e dalla presenza di im-
idraulica quali: dighe, ponti, canali, approdi, argini rialza- • le aree pedecollinari lungo la strada di collegamento tra 2.1 - tutelare i caratteri strutturanti il paesaggio rurale portanti complessi religiosi (complesso architettonico della
ti, bacini artificiali, mulini, pescaie, gore, caselli e chiuse; Arezzo, Castiglion Fiorentino e Cortona con processi di montano e alto-collinare mediante una gestione forestale Madonna di San Biagio), conservandone i caratteri storici-
in particolare i resti del settecentesco Argine di Sepa- urbanizzazione che creano un effetto barriera tra la pia- che migliori il valore ecologico delle matrici forestali, preservi identitari tradizionali e contrastando lo sviluppo edilizio sui
razione fra i bacini del Tevere e dell’Arno nei pressi di nura e gli ambienti collinari e montani; i boschi di valore patrimoniale e contrasti l’espansione delle versanti collinari;
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piano paesaggistico
logo REGIONE TOSCANA
livello d’ambito
disciplina d’uso
come l’olivicoltura terrazzata (in particolare nella zona di
Cortona, Castiglion Fiorentino e Civitella Val di Chiana);
5.1
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disciplina d’uso
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Norme figurate (esemplificazioni con valore indicativo)
Beni paesaggistici
disciplina d’uso
Beni paesaggistici
5.3
link: SCHEDE DI VINCOLO REGIONALI
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