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Religione

Che rapporti avevano i Greci col sacro? I riti pubblici e le credenze popolari, i dubbi dei filosofi e i vantaggi del politeismo Pregare
alla greca
e i buoi, i cavalli e i leoni potes- Statuetta di
“ S sero disegnare, il cavallo rap-
presenterebbe gli dèi simili al ca-
vallo, il bue simili ai buoi, il leo-
ne simili ai leoni” ragionava il filosofo Se-
nòfane di Colofone nel V secolo a. C. E
giovane in
preghiera. Prima
di invocare la
divinità levando
verso l’alto (o
verso il mare) le
Aristotele, con molta logica, aggiungeva: mani, bisognava
“Quanto agli dèi, se tutti gli uomini afferma- purificarsi.
no che sono sottoposti a re, è perché anch’es-
si, ora o in passato, furono governati da re”.
Niente di strano dunque – per un greco di
2.500 anni fa – che le divinità fossero così
umane nell’aspetto, nel carattere e nella loro
organizzazione: erano lo specchio del suo
mondo ed erano vissute come una realtà in-
confutabile della vita quotidiana.
L’Olimpo dell’età classica ospitava 12 di-
vinità principali, ma il politeismo greco com-
prendeva decine di altri dèi, incarnazioni di
fenomeni naturali o qualità umane. Ognuno
era il protettore di qualche aspetto della vi-
ta comune (v. disegno a pag. 34). Estia, per
esempio, garantiva la prosperità della casa.
Quando in famiglia nasceva un bebè, veniva
presentato ufficialmente alla dea facendo-
gli fare un giro intorno al focolare.
Senza dogmi. Il politeismo olimpico era
il frutto di un’evoluzione millenaria. «Deri-
vato dal mondo miceneo, era una proiezione
della società greca, che nel frattempo aveva
adottato il modello democratico» sottolinea
Paolo Scarpi, docente di Religioni del mon-
do classico all’Università di Padova. Zeus,
infatti, è più un capoclan che un sovrano as-
soluto. Come tutti gli altri dèi era sottoposto
al fato e la sua autorità veniva talvolta messa
in discussione. «Lo storico Erodoto dice che
furono i poeti (Omero, Esiodo, Orfeo e Mu-
seo) ad attribuire nomi, caratteristiche e fun- Dove c’è
zioni agli dèi, descrivendone anche l’aspet- fumo...
to». Un po’ narratori, un po’ sciamani, erano Ricostruzione
loro i “teologi” dell’antichità. Non esisteva

Affari divini
di un sacrificio.
però niente di simile a un catechismo, né al- Lo sgozzamento
cun dogma. «In seguito» continua Scarpi «la rituale avveniva
diffusione delle statue ispirate a quelle de- davanti al
scrizioni contribuì a fissare l’aspetto umano tempio: poi le
ossa venivano
degli dèi».A differenza del dio delle religio- bruciate, e le
ni monoteiste, gli dèi olimpici non avevano carni mangiate.
creato l’universo (nella cosmogonia greca, le
forze primigenie appartengono alle genera-
zioni divine precedenti, quelle di Urano, di identità». Come accade oggi tra gli immi- dèi olimpici si accontentavano di buoi, capre, Pilo (costa sud-occidentale del Peloponneso) La bestia da immolare veniva agghindata greco significa “cento buoi” e che si
Crono e dei Titani, v. Focus Extra n° 17) ed grati stranieri, la religione era il collante del- maiali e polli. «Le principali forme di sacri- 30 chilogrammi di “sacri avanzi”. Studi re- con ghirlande di fiori, condotta in corteo al- riferiva in origine all’immola-
erano più simili a superuomini e superdonne, la comunità. ficio erano due: la thysía e l’enághisma (o centi dell’Università di Cincinnati (Usa) han- l’altare e infine sgozzata con un coltello, op- zione di altrettanti bovini in
più sovrumani che soprannaturali. A tavola! La religione della pòlis era do- olocausto)» spiega Scarpi. «La thysía preve- no dimostrato che sono la prova più antica di pure abbattuta con un’ascia. Nelle occasioni onore di Zeus o di Apollo. Ma si fa-
Anche se i “magnifici 12” dell’Olimpo era- minata dal senso pratico. Si basava infatti su deva l’uccisione e la spartizione dell’anima- sacrifici animali in Grecia: risalgono a oltre 3 più importanti il rito culminava, letteral- cevano anche offerte meno cruente: frutti,
no venerati da tutti i Greci, ogni città – indi- un contratto quasi paritario tra uomini e dèi: le (sempre di manto chiaro) tra gli dèi e gli mila anni fa. mente, in un’ecatombe. Una parola che in orzo, focacce.


pendente politicamente e quindi anche reli- onori e cure in cambio di pace e prosperità. uomini. Ai primi erano destinati il grasso e
giosamente – aveva i suoi protettori: il nome La forma di culto principale era l’offerta di gli ossi bruciati sull’altare, ai secondi la carne
di Atene, per esempio, ricorda che la città cibo, con cui i mortali rinnovavano il loro dell’animale ucciso, che di solito si consu-
era posta sotto la tutela di Atena, figlia di patto. «Gli dèi greci erano concittadini degli mava in un banchetto. L’enághisma era in-
Zeus. «Quella greca era una religione “cit- uomini» continua Scarpi. «Fino a che questi vece il sacrificio di purificazione destinato
tadina”: si onoravano certi dèi se si era Ate- ultimi tributavano loro le offerte corretta- alle divinità degli ìnferi (Ade e Persèfone),
niesi, altri se si era Spartani» aggiunge Scar- mente e costantemente, non invadevano lo agli eroi e ai defunti. In questo caso la vittima
pi. «E praticando quei culti si ribadiva l’ap- spazio umano, garantendo la prosperità». veniva bruciata per intero».
partenenza a una certa città. Anche così i Anche se in epoca arcaica, secondo alcuni Nel 1996 archeologi americani hanno sco- Un funerale del VI secolo a. C.: i piedi
Greci avevano sviluppato la coscienza di una studiosi, furono sacrificati esseri umani, gli vato, dimenticati nei magazzini del Museo di del morto erano rivolti verso la porta.

Focus Storia 32
P er i Greci gli dèi erano parte
della natura. Ognuno aveva
un suo “habitat”, legato a
specifiche sfere d’influenza.
Dal monte Olimpo, Zeus (1) go-
vernava i fenomeni atmosferici,
mentre Era (2), sua sposa,
proteggeva le mogli. La vergine
Estia (3) era il nume tutelare
del focolare e Atena (4) difen-
deva la città di Atene, la ragio-
ne e la sapienza. Apollo (5),
identificato col Sole, era anche

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9
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7 (in rosso le 12 divinità principali)

il dio della musica, e Demetra


(6) la dea del grano, mentre
sua figlia Persèfone (7), rapita
da Ade (8), regnava con lui sui
Un’isola morti; a decidere il momento
per culla del trapasso, però, erano le tre
L’isola di Delo. Moire (9). La sfera dell’amore
Secondo il mito, era dominio di Afrodite (10), dea
Apollo (a lato, della bellezza e della fertilità, e
in una statua in di suo figlio Eros (11); ma anche
bronzo del 480 di Diòniso (12), dio del vino e
a. C. ripescata dell’esaltazione orgiastica, e di
nel Tirreno) era Pan (13), divinità dei boschi e
nato qui, sotto del sesso. Sui mari regnava Po-
un albero. seidone (14), sui campi di bat-
taglia Ares (15) e sugli animali
Artèmide (16). Efesto (17) era
il dio del fuoco ed Ermes (18) il
messaggero degli dèi. Il gigante GLI DÈI GRECI E I LORO REGNI
Atlante (19) reggeva il cielo.

I Greci avevano più parole per indicare il “rito religioso”: órghia, hierourghía (da hierós, “sacro”) e drama (“azione”, anche teatrale)
Gli dèi si manifestavano sotto forma di stori di anime, forse perché i Greci potevano

fenomeni naturali nel fitto dei boschi, in grot- commettere un unico (anche se gravissimo) Avvolti dalle nubi Le divinità greche facevano miracoli?
te oppure tra dirupi e montagne. In questi peccato. Si chiamava hybris (“insolenza, tra- Il monte Olimpo (2.917 metri) è il più
luoghi impervi sorsero i primi santuari (detti
hierón) presto trasformati in grandi com-
cotanza”): consisteva nell’esibizione violen-
ta e presuntuosa della propria superiorità
alto della Grecia. Forse per questo
era creduto la dimora degli dèi. Le pianse.
a statua di Atena
chiuse gli occhi
L’evento –
no cercato rifugio
nel recinto sacro del
tempio di Atena. Un
samente zampilla vino
durante una festa in
onore di Diòniso, la
plessi sacri.Verso quelli di Olimpia o di Del- sugli altri uomini e sugli dèi e veniva sconta- che non può non sacrilegio che la dea manifestazione (detta
fi, dove c’erano templi, teatri e persino al- to dall’intera comunità, con guerre e pesti- ricordare le presunte non ebbe cuore di “epifania”) di una
berghi, affluivano frotte di devoti per chie- lenze. Non serviva nemmeno un inferno: se lacrimazioni delle guardare, e che punì divinità, l’intervento
dere consiglio al dio interrogandone l’ora- c’era da espiare, lo si faceva su questa terra. nostre Madonne – con una pestilenza. salvifico nel corso
colo (v. riquadro a pag. 37). Il tempio vero e L’accesso alle Isole dei beati (luogo di delizie secondo fonti antiche Aiutino divino. «Il di una tempesta».
sarebbe avvenuto miracolo è una no- Grazie. Inoltre, i
proprio, invece, era la “casa” della divinità, eterne) era riservato agli eroi e ai semidei (la a metà del VI secolo zione sviluppata dal malati si rivolgevano
davanti alla quale si celebravano i sacrifici e generazione di eroi di natura sia umana che a. C. in Calabria, cristianesimo» avverte ad Asclepio (dio della
dove si conservava l’immagine del dio. divina precedente a quella dei mortali).Tut- allora Magna Grecia. però lo storico della medicina) in cerca di
Niente inferno. A officiare i riti non era- ti gli altri erano destinati a diventare pallide Gli eserciti coalizzati religione classica guarigione, lasciando
no i membri di una casta sacerdotale e spes- ombre nel regno di Ade. Solo gli iniziati ad di Sibari e di Crotone Paolo Scarpi. «In poi ex-voto di
so l’incaricato si estraeva a sorte. «Il sacer- alcuni culti misterici (v. a pag. 37) si aspetta- avevano appena raso Grecia esisteva invece terracotta, come le
dozio era una carica pubblica a termine, ra- vano nell’altro mondo cibo abbondante, vi- al suolo la colonia di il prodigio, che poteva mani, le braccia e le
ramente vitalizia» precisa Scarpi. «Così si no e sesso a volontà, oppure credevano, co- Siris, massacrando essere la fontana gambe rinvenute a
evitava che si accumulasse troppo potere me i seguaci di Pitagora, nella reincarnazio- 50 giovani che aveva- dalla quale improvvi- Corinto (nella foto).
nelle stesse mani». Non c’era bisogno di pa- ne. Con le sue molte varianti, insomma, la re-

Focus Storia 34 Focus Storia 35


I PRINCIPALI LUOGHI DI CULTO SANTUARIO
TEMPIO IMPORTANTE Visioni estatiche, banchetti, festini e Cerchi
nella notte
Ogni città
greca aveva
una divinità
verità rivelate: i culti misterici e i loro... Ricostruzione
ipotetica di una
iniziazione a un
tutelare, con culto misterico.

Riti nascosti
il relativo Il nuovo adepto
tempio. (al centro) è
I santuari, accompagnato
invece, erano dagli iniziati. La
spesso “fuori veste rossa era
porta”. comune a vari
riti, spesso
celebrati con la
luna piena.

Ècate, divinità arcaica, presiedeva alla magia.


I Greci le lasciavano offerte agli incroci delle strade
ligione sembrava soddisfare le Credevano anche, come Socrate, nell’esi- seguire il cerimoniale tradizionale della cit-
esigenze di tutti i Greci. O quasi. stenza del dàimon, un “dèmone” – tutt’al- tà». Questi “atei” criticavano cioè i riti e con
Il seme del dubbio. I filosofi tra cosa di quello cristiano – che aiutava a di- essi l’ordine costituito. Ed era casomai per
furono i primi a dubitare delle scernere tra bene e male. Bene che per lo questo che vennero condannati. n uomo avvolto in un mantello ros- vano affatto alle nostre sette segrete» chia-
verità della tradizione. “Gli dèi
non sono da temere” scrisse
Epicuro (341-270 a. C.) condan-
nando la superstizione (v. riqua-
dro a pag. 90). Tra le altre cose i
più doveva coincidere con il successo di una
città, e che solo i filosofi sentirono la neces-
sità di definire. Forse per questo Protàgora, il
sofista che aveva dichiarato che bene e male
erano soggettivi, fu esiliato in Sicilia. La stes-
Nuovo re, nuovo dio. Nemmeno gli in-
segnamenti di Senòfane – che teorizzò l’esi-
stenza di un “ente supremo” – intaccarono il
politeismo. Perché? «Il politeismo era ga-
ranzia di libertà» spiega Scarpi. «Per un gre-
U so è seduto in trono. Attorno a lui
si danza al ritmo ossessivo di tam-
buri e òboi. È l’ipotetica scena d’i-
niziazione a uno dei molti culti misterici pra-
ticati anticamente in Grecia. «Si trattava di
risce subito Angelo Bottini, sovrintendente ai
Beni archeologici di Roma e curatore della
mostra “Il rito segreto” (al Colosseo fino all’8
gennaio 2006).«I loro seguaci non avevano bi-
sogno di nascondersi. Era la visione estatica
Tempio di Apollo

Greci credevano che le ombre sa sorte toccò ad Anassàgora, accusato del co infatti non poteva esserci libertà dove riti notturni cui si accedeva individualmente, (indotta dalla suggestione, dal vino e da altri
dei morti potessero tendere crimine di empietà per aver sostenuto che il era uno solo a comandare. Inoltre il mono- ma i gruppi che li praticavano non somiglia- eccitanti) a rendere “indicibile” il momento


Zeus scaglia trabocchetti o far ammalare i Sole è una palla di fuoco. Platone se la prese teismo, un’innova-
la folgore vivi: per tenerli lontani cospar- invece con i racconti mitologici, in cui gli dèi zione relativamente Camera dell’oracolo
(bronzo del V gevano di pece gli stipiti delle
secolo a. C.). porte. Ma la paura della morte
passavano il tempo gozzovigliando: “Oc-
corre smetterla con simili favole” si preoccu-
recente all’epoca,
veniva associato ai
Ornitomanti, oracoli & Co: così si captavano i messaggi divini Sacerdote-interprete
non impedì ai ladri di profanare pava. “C’è pericolo che facciano sorgere nei barbari della Persia,
i recinti sacri di templi e santuari per impos-
sessarsi delle ricchezze che custodivano.
nostri giovani grande facilità a commettere
il male”.
dove era diffuso
nella forma dello
A Dodona lo stormire
delle foglie di una
quercia sacra a Zeus,
per estorcere denaro,
governanti, generali e
gente comune ogni volta
la Pizia. Chiusa nella sua
cripta sotto il tempio
(v. disegno) entrava in
dono profetico della Pizia
al pneuma (vapore) che
fuoriusciva da una fessu-
Nessun filosofo greco, però, negò fino in zoroastrismo. Non opportunamente che dovevano prendere trance pronunciando frasi ra della cripta. Si è a
fondo l’esistenza degli dèi. «Le fonti defini- fu dunque la filoso- “tradotto”, comunicava una decisione importante incomprensibili, che i lungo ritenuto che questa
la volontà del dio. Osser- ricorrevano a un oracolo. sacerdoti traducevano spiegazione fosse infon-
All’altro scono atei (“senza dio”) due sole figure: Dià- fia a mettere in crisi vando il volo degli uccelli Dice Apollo... Il più in un responso in versi, data e che la trance fos-
mondo gora di Melo e Teodoro di Cirene» spiega la religiosità greca, (ornitomanzia), frugando celebrato (e ricco) si in cambio di un’offerta. se simulata, indotta con
Particolare dalla Scarpi. «Ma il termine si riferisce al rifiuto di bensì la svolta poli- nelle viscere degli animali trovava a Delfi, dove Tali responsi erano spes- allucinogeni o col digiu-
“tomba del tica seguita all’asce- sacrificati o facendo Apollo Pizio (chiamato so ambigui, come quello no. Una ricerca conclusa
tuffatore”, a sa al potere nel IV estrarre a un bimbo così perché secondo dato a Creso, re di Lidia nel 2001 da un team di Sotto il tempio
secolo a. C. di Ales- tavolette di legno incise il mito aveva ucciso il (in Asia Minore), che geologi, chimici, archeo- si incrociavano
Paestum. Forse
rappresenta
SAPERNE DI PIÙ sandro Magno, con (le “sorti”) si leggeva il serpente Pitone) parlava stava per muovere guerra logi e tossicologi ha due faglie, il cui Pizia
il passaggio la fondazione di un futuro. Erano queste le per bocca di una veggen- ai Persiani: “Un grande invece confermato che sfregamento
nell’aldilà. Il cuore sacro del mondo greco regno universale e arti della divinazione (la te, chiamata anch’essa regno finirà distrutto” dal sottosuolo di Delfi si liberava dagli strati La risalita di
La religione greca, Walter Burkert (Jaca “màntica”), diffusissima Pizia. Qualunque donna, (senza specificare che sprigionava etilene, un bituminosi etilene acque calde
l’introduzione del- nell’antica Grecia. anche una contadina il regno... era il suo!). gas che a basse concen- sotterranee
Book). Un testo di riferimento per chi ama il l’idea di un re divi-
mondo classico. E anche se c’era chi purché vergine e nata a “Gasata”. Le fonti trazioni può provocare diffondeva
nizzato». ❏ vantava doti inesistenti Delfi, poteva diventare antiche attribuivano il lo stato di trance. poi i vapori
I Greci e gli dèi, Angelo Brelich (Liguori). Aldo Carioli di etilene
Nei misteri sesso e donne giocavano un culminante del rito, cioè il contatto mistico


con il divino». La parola mistero deriva in-
fatti dal greco mýein, “chiudere la bocca”.
ruolo di primo piano. E gli oracoli più Acqua, orzo e menta. Il rito più impor-
tante era il Grande Mistero che si celebrava
importanti erano affidati a sacerdotesse in settembre a Eleusi (24 km a nordovest di
Atene) in onore di Demetra e di sua figlia
Persèfone. Era accessibile a chiunque par-
lasse greco (donne e schiavi compresi) pur-
ché fosse presentato da un “padrino”.Tutto
cominciava con un bagno purificatore in
compagnia di un maialino destinato a essere
mangiato. Seguivano 3 giorni di digiuno e
una processione da Atene al santuario di
Eleusi, accompagnata da inni e danze. «I mi-
steri eleusini erano eventi di massa: vi par-
tecipavano migliaia di adepti» sottolinea
Bottini. Il rito notturno, tra rintocchi di gong
e alla luce delle fiaccole, culminava nella sa-
la delle iniziazioni con una bevuta di ciceone
(un cocktail di acqua, orzo e menta) e una
rievocazione simbolica del mito di Persèfone,
rapita dal dio degli ìnferi Ade e libera di tor-
nare dalla madre solo per 6 mesi all’anno.
Anche i culti di Diòniso, dio orgiastico del
vino, erano aperti a tutti, persino a chi non
era greco. Esistevano associazioni di sue se-
guaci, le Mènadi (le Baccanti dei Romani) in
varie città.A inverni alterni questi gruppi di
donne si isolavano sulle montagne innevate
per celebrare riti a noi in gran parte ignoti. In
epoca ellenistica i riti dionisiaci culminavano
nell’esibizione di un grande fallo in pietra, in
un banchetto e in una grande bevuta. Sia i
misteri eleusini sia i riti dionisiaci erano le-
gati alla fertilità e ai cicli di morte e rinascita.
E dopo che cosa c’è? «Questi riti, che in
Grecia si affiancavano al culto degli altri dèi,
si diffusero con l’affermazione dell’indivi-
dualismo nella società» spiega Bottini. Quan-
do cioè filosofi e gente comune comincia-
rono a porsi una domanda cruciale:“Che ne
sarà di me dopo la morte?”. La stessa do-
manda cui cercava risposta chi sceglieva lo
stile di vita austero (e vegetariano) dell’orfi-
smo. Introdotto secondo la tradizione da Or-
feo, personaggio mitologico che aveva visi-
tato il regno dei morti facendone ritorno,
Oracolo era basato sulla dottrina della reincarnazio-
a vapore ne e della beatitudine eterna.
Un’elaborazione «In alcuni casi c’era una relazione fra con-
fotografica dizione sociale privilegiata e adesione a que-
ispirata alla sti culti salvifici» continua Bottini. I grandi
sola immagine tumuli di Sibari (Calabria) dove furono sco-
antica di una perte alcune laminette d’oro (dette “orfi-
Pizia a noi nota:
quella in cui che”) che descrivono il viaggio del defunto
Temis, la prima nell’aldilà, appartenevano probabilmente ai
Pizia, regge un notabili del luogo. E i seguaci di Diòniso nel-
ramo d’alloro la colonia greca di Cuma (Campania) verso
(sacro ad Apollo) il 475 a. C. avevano un cimitero separato
e una ciotola con da quello degli altri abitanti.
acqua di fonte Misteriosi misteri. «Ciò che
mentre è avvolta sappiamo di questi riti segreti, nel
dal vapore. complesso, è davvero poco» avverte però
Bottini. «E le probabilità di scoprire altre
testimonianze archeologiche non sono mol-
te». Qualche sorpresa potrebbe riservarla la
Tessaglia (Grecia centrale), ma soprattutto
l’Italia meridionale, dove i culti misterici era-
no particolarmente diffusi. ❏

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