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1) Ellisse: insieme dei punti del piano la cui somma delle distanze da due punti F1 e F2 ,
detti fuochi, è costante. Il caso F1 = F2 corrisponde alla circonferenza.
L’ellisse ha un centro di simmetria che è il punto medio del segmento F1 F2 e (se non
è una circonferenza) due assi di simmetria: la retta per F1 e F2 (asse focale) e la retta
ortogonale all’asse focale nel centro (asse trasverso). Le 4 intersezioni dell’ellisse con i suoi
assi si dicono vertici. Nel caso della circonferenza tutte le rette per il centro sono assi di
simmetria.
2) Iperbole: insieme dei punti del piano la cui differenza delle distanze da due punti F1 e
F2 detti fuochi, è costante.
L’iperbole ha un centro di simmetria che è il punto medio del segmento F1 F2 e due assi di
simmetria: la retta per F1 e F2 (asse focale) e la retta ortogonale all’asse focale nel centro
(asse trasverso). Le 2 intersezioni dell’iperbole con i suoi assi si dicono vertici.
3) Parabola: insieme dei punti dei punti equidistanti da una retta d, detta direttrice e da
un punto F , F ∈
/ d, detto fuoco.
La parabola non ha centri di simmetria e ha come asse di simmetria la retta ortogonale a
d passante per F . L’unica intersezione della parabola con l’asse si dice vertice.
Sia C una conica. Scegliamo un sistema di riferimento Oxy nel piano in modo che:
1) se C è una ellisse o una iperbole, allora F1 = (c, 0) e F2 = (−c, 0) con c ≥ 0;
2) se C è una parabola, F = (0, c) e d : y = −c con c > 0.
Nei sistemi di riferimento del tipo descritto le coniche sono rappresentate da equazioni
cartesiane di forma particolamente semplice. Si dice in tal caso che le coniche sono in
forma canonica.
1
x2 y2
+ =1
a2 b2
√
dove a ≥ b > 0 sono i semiassi e c = a2 − b2 .
Per a = b C è la circonferenza di raggio a e centro O.
C ha come centro di simmetria l’origine, come asse focale l’asse della ascisse e come asse
trasverso l’asse delle ordinatedi simmetria.
I vertici di C sono i punti V1 = (a, 0), V2 = (−a, 0), V3 = (0, b), V4 = (0, −b).
x2 y2
− =1
a2 b2
√
dove a > 0, b > 0 sono i semiassi e c = a2 + b2 .
Per a = b C è una iperbole equilatera.
C ha come centro di simmetria l’origine, come asse focale l’asse della ascisse e come asse
trasverso l’asse delle ordinate.
I vertici di C sono i punti V1 = (a, 0), V2 = (−a, 0). Le rette bx ± ay = 0 sono gli asintoti
di C.
y = ax2
Abbiamo visto che le coniche si possono rappresentare come luoghi di zeri di particolari
polinomi di secondo grado in due variabili.
Invertendo tale procedimento, studieremo i luoghi di zeri dei generici polinomi di secondo
grado in due variabili. Chiameremo tali luoghi di zeri coniche algebriche.
2
Il generico polinomio di grado 2 in due variabili a coefficienti reali ha forma
2 - Riduzione e riconoscimento
3
Poiché le coniche non degeneri sono definite da condizioni metriche, se C e C 0 sono isomet-
riche tramite f allora C e C 0 sono dello stesso tipo e i fuochi, gli assi, i vertici, eventuali
centro e asintoti di C 0 sono trasformati da f in quelli di C, mentre eventuali semiassi e
concavità restano invariati.
Proveremo che ogni conica C è isometrica a una conica C 0 in forma canonica tramite una
isometria f detta riduzione di C a C 0 .
Poiché C 0 può essere inserita in uno degli 8 tipi di coniche individuati (tra non degeneri e
degeneri), otteniamo un procedimento di classificazione di C detto riconoscimento di C.
1 - Matrice associata
C :t XAX + 2t BX + c = 0.
4
4 −2 x x
C : (x, y) + 2(3, −1) + 2 = 0.
−2 4 y y
2 - Coniche traslate
αx2 + βy 2 − γ = 0
αx2 − γy = 0
5
t
(N X 0 + P )A(N X 0 + P ) + 2t B(N X 0 + P ) + c =t X 0 N AN X 0 + 2t N (AP + B)X 0 + p(P ) = 0.
C 0 :t XA0 X + 2t B 0 X + c0 = 0
C : x2 + 2y 2 + xy − 3x + y − 1 = 0, C 0 : 2x2 + y 2 + xy + x − 3y − 1 = 0
2 - Matrice di riduzione
6
1) se D(A) > 0, allora |α| ≤ |β|;
2) se D(A) < 0 e D(MC ) > 0, allora α > 0 e β < 0;
3) se D(A) < 0 e D(MC ) < 0, allora α < 0 e β > 0;
4) se D(A) = 0, allora α 6= 0 e β = 0.
Sezione 5 - Riduzione
2 - Coniche a centro
AX = −B
C 0 : αx2 + βy 2 − γ = 0.
3 - Parabole
7
Se f (X) = N X + P è un’isometria con P qualsiasi, e se C 0 = f −1 (C)
0 2 t x
C : αx + 2 N (AP + B) + p(P ) = 0
y
Allora si prova che esistono unici P e γ 6= 0 tali che p(P ) = 0 e t N (AP + B) = (0, −γ) =
−γe2 . Siccome N e2 = X0 , tali condizioni equivalgono al sistema (non lineare!) parametrico
t
XAX + 2t BX + c = 0
S: .
AX = −B − γX0
Si prova che esiste un solo γ 6= 0 per cui S ha soluzione P e che tale soluzione è unica
Scegliendo per definire f (X) = N X + P il punto P e il numero γ che soddisfano alle
equazioni di S otteniamo la conica in forma canonica
C 0 : αx2 − 2γy = 0.
4 - Teorema di Riduzione
Se C è una conica, allora esiste una riduzione di C a una conica in forma canonica C 0 .
Osserviamo che questo teorema assicura che le coniche possono essere riconosciute utiliz-
zando le coniche in forma canonica e permette di ottenere gli elementi fondamentali di
una conica C come trasformati degli elementi fondamentali di una sua forma canonica C 0
tramite la relativa riduzione f .
Sia C 6= ∅ una conica a centro e sia f (X) = N X + P una riduzione di C a una forma
canonica C 0 . Allora f trasforma l’origine e gli assi coordinati in centro e assi di simmetria.
Quindi
1) Se P è soluzione del sistema AX = −B, allora P è centro di simmetria di C.
2) Le rette passanti per P e con direzione gli autovettori di A sono assi di simmetria di C.
In particolare se D(A) 6= 0 vi è unico centro di simmetria, detto il centro di C; se inoltre
C non è una circonferenza, vi sono due assi di simmetria, detti gli assi di C.
8
Sia C è una parabola e sia f (X) = N X + P una riduzione di C a una forma canonica
C 0 . Allora f trasforma l’origine nel vertice e l’asse delle ordinate nell’asse di simmetria.
Quindi:
1) Se P ∈ C è soluzione di AX = −B − γX0 , con X0 autovettore di A relativo a 0 e
kX0 k = 1, allora P è il vertice di C.
2) L’asse di simmetria di C è la retta passante per P e con direzione X0 .
Sezione 6 - Invarianti
1 - Teorema di Invarianza
3 - Parabole
4 - Coniche a centro 1
9
1) Se tr(A)D(M ) < 0, γ ha lo stesso segno di α e β e C è un’ellisse;
2) Se tr(A)D(M ) > 0, γ ha segno opposto a α e β e C = ∅;
3) Se D(M ) = 0, γ = 0 e C è un punto (l’unica soluzione di AX = −B).
5 - Coniche a centro 2
Se D(A) = αβ = 0, α 6= 0 e β = 0 e D(M ) = 0.
1) Se r(M ) = 1, allora γ = 0 e C è una retta;
2) Se r(M ) = 2, allora γ 6= 0 e C è una coppia di rette parallele o il ∅ a seconda del segno
di α e γ.
1 - Parabola
10
Sia C : p(x, y) = x2 + y 2 + 2xy − 2x + 1 = 0. Allora
1 1 | −1
1 1 | 0
MC = M = , D(A) = 0, D(M ) = −1,
− − − −
−1 0 | 1
quindi C è una parabola.
L’autospazio di A relativo a 0 ha equazione x + y = 0. Se X0 = √1 (1, −1), il vertice è
2
soluzione di
2
(x + y) − 2x +1 1 = 0
p(X) = 0
S: cioè S : x + y = 1 − γ √2
AX = −B − γX0 x + y = γ √1
2
Quindi γ = √1 e S è equivalente a
2
(x + y)2 − 2x + 1 = 0
x + y = 12
da cui P = ( 58 , − 18 ).
√
Poiché α = tr(A) = 2, abbiamo la forma canonica C 0 : 2x2 − 2y = 0, quindi C 0 : y =
√ 2
2x . Xα è un versore ortogonale a X0 : sia Xα = √12 (1, 1). Allora una riduzione di C a
C 0 è
1 1 1 x 1 5
f ((x, y, )) = √ + .
2 1 −1 y 8 −1
1) L’asse di simmetria è la retta r : t(1, −1) + 18 (5, −1).
2) Il fuoco di C 0 è F 0 = (0, 4√
1
2
), quindi il fuoco di C è F = f (F 0 ) = ( 43 , − 14 ).
1
3) Poiché f ((0, − 4√ 2
)) = ( 21 , 0), la direttrice di C è la retta d : t(1, 1) + ( 21 , 0).
2 - Iperbole
1 2 | 3
2 1 | 0
MC = M = , D(A) = −3, D(M ) = 3,
− − − −
3 0 | −4
quindi C è una iperbole.
11
Gli autovalori di A sono α = 3 e β = −1 e γ = − D(M )
D(A) = 1, quindi abbiamo la forma
canonica C 0 : 3x2 − y 2 = 1, da cui
x2 y2
C0 : − =1
a2 b2
con a = √1 , b = 1.
3
Il centro P di C è l’unica soluzione di AX = −B: P = (1, −2).
Scegliendo gli autovettori Xα = √1 (1, 1) e Xβ = √1 (−1, 1) abbiamo la riduzione di C a
2 2
C 0:
1 1 −1 x 1
f ((x, y, )) = √ + .
2 1 1 y −2
Gli assi di simmetria di C sono le rette r1 : t(1, 1) + (1, −2) e r2 : t(−1, 1) + (1, −2).
√
I fuochi di C 0 sono F1,2
0
= (± a2 + b2 , 0) = (±2 √13 , 0), quindi i fuochi di C sono F1,2 =
q q
0
f (F1,2 ) = (± 3 + 1, ± 23 − 2).
2
√
Gli asintoti di C 0 sono le rette s01,2 : y = ± ab x = ± 3x, quindi gli asintoti di C sono le
rette
1 √ √
s1 = f (s01 ) : t √ (1 − 3, 1 + 3) + (1, −2),
2
1 √ √
s2 = f (s02 ) : t √ (1 + 3, 1 − 3) + (1, −2).
2
3 - Ellisse
2 1 | 3
1 2 | 0
MCk = Mk = , D(A) = 3, tr(A) = 4, D(Mk ) = 3k − 18,
− − − −
3 0 | k
quindi Ck è una ellisse per k < 6, un punto per k = 6 e il vuoto per k > 6.
Sia C = C5 : 2x2 + 2y 2 + 2xy + 6x + 5 = 0. Gli autovalori di A sono α = 1 e β = 3 e
γ = − D(M ) 0 2 2
D(A) = 1, quindi abbiamo la forma canonica C : x + 3y = 1, da cui
12
x2 y2
C0 : + =1
a2 b2
con a = 1, b = √1 .
3
Il centro P di C è P = (−2, 1). Scegliendo gli autovettori Xα = √1 (1, −1) e
2
Xβ = √1 (1, 1)
2
abbiamo la riduzione di C a C 0 :
1 1 1 x −2
f ((x, y, )) = √ + .
2 −1 1 y 1
1) Gli assi di simmetria di C sono le rette r1 : t(1, −1) + (−2, 1) e r2 : t(1, 1) + (−2, 1).
0 0
√ q
2) I fuochi di C sono F1,2 = (± a − b , 0) = (± 23 , 0), quindi i fuochi di C sono
2 2
4 - Coniche degeneri
1 1 | −1
1 1 | −1
MCk = Mk = , D(A) = D(M ) = 0,
− − − −
−1 −1 | k
quindi Ck è una retta per k = 1 (r(Mk ) = 1) mentre Ck è ∅ o una coppia di rette parallele
per k 6= 1. Poiché
1) C1 è la retta x + y − 1 = 0;
√
2) Ck è la coppia di rette parallele x + y = ± 1 − k per k < 1 mentre Ck = ∅ per k > 1.
Dallo studio precedente otteniamo che intersecando una conica C con una retta r del piano
abbiamo uno dei seguenti casi:
1) C ∩ r = ∅;
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2) C ∩ r è un punto;
3) C ∩ r sono due punti;
4) C ∩ r = r (solo se C è degenere).
Se C : p(X) =t XAX + 2t BX + c = 0 e r : P (t) = tL + P , si determina C ∩ r sostituendo
X = P (t) nell’equazione della conica.
Sia C : p(x, y, ) = 0 una conica non degenere e sia P ∈ C. Una retta r : P (t) passante per
P si dice tangente a C in P se l’equazione p(P (t)) = 0 è di secondo grado con due soluzioni
coincidenti.
Per ogni punto di C passa una e una sola retta tangente a C in P , che indichiamo con
tgP (C).
Se C : p(x, y) =t XAX + 2t BX + c = 0, P ∈ C e r : P (t) = tL + P , si verifica che
l’equazione p(P (t)) = 0 diventa
in quanto p(P ) = 0. Allora r = tgP (C) se e solo se t LAL 6= O e t (AP + B)L = (AP + B) ·
L = 0. Quindi tgP (C) è la retta per P di direzione ortogonale a AP + B. Poiché p(P ) = 0
implica −t P AP −t BP =t BP + c, abbiamo l’equazione:
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Se P = (x0 , y0 ), l’equazione della tangente si può scrivere in modo esplicito:
Sia C una conica non degenere e sia P un vertice di C. Per il Teorema di Riduzione
abbiamo:
1) Se C è una conica a centro, tgP (C) è la retta per P parallela all’asse di simmetria non
contenente P .
2) Se C è una parabola, tgP (C) è la retta per P parallela alla direttrice.
x2 y2 x y
Se C : a2 + b2 = 1, posto a = cosθ e b = senθ, abbiamo la parametrizzazione
x = acosθ
P (θ) = , θ ∈ [0, 2π].
y = bsenθ
x2 y2 x y
Se C : a2 − b2 = 1, posto a = cosh(t) e b = senh(t), abbiamo le parametrizzazioni
x = ±acosh(t)
P (t) = , t ∈ R.
y = bsenh(t)
L’iperbole è unione di due curve in forma parametrica, dette i rami di C.
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4 - Caso generale
Sia C una conica qualsiasi e sia f (X) = N X + P è una riduzione di C a una forma
canonica C 0 . Se Q(t) è una parametrizzazione di C 0 , allora P (t) = N Q(t) + P è una
parametrizzazione di C.
Esempio.
Sia C : 2x2 + 2y 2 + 2xy + 6x + 5 = 0. C è una ellisse e
0 2 2 1 1 1 x −2
C : x + 3y = 1, f ((x, y, )) = √ +
2 −1 1 y 1
sono rispettivamente una forma canonica di C e una riduzione di C a C 0 . Poiché C 0 :
Q(θ) = (cosθ, √13 senθ), abbiamo la parametrizzazione di C:
q
√1 cosθ 1
6 senθ − 2
x = +
2
P (θ) = f (Q(θ)) = q
y = − √1 cosθ + 1 senθ + 1
2 6
16