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Indice
1 Storia2 CCD in
3 astronomia
Note 4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7
Collegamenti esterni Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il CCD fu ideato alla divisione componenti semiconduttori dei Bell Laboratories
da Willard S. Boyle e George E. Smith nel 1969. L'anno seguente venne
realizzato un prototipo funzionante. Per questa invenzione Boyle e Smith hanno
ricevuto il Premio Nobel per la fisica nel 2009.
Nel 1975 fu realizzata la prima videocamera con CCD con una qualità
dell'immagine sufficiente per le riprese televisive.
Agli inizi degli anni '90 i CCD vennero usati come linee di ritardo nei televisori
PAL e SÉCAM abbattendo i costi dei sistemi acustici su base vetrosa e non
molti anni dopo il CCD sensore ottico è diventato il cuore delle moderne
fotocamere e videocamere digitali e anche dei fax e degli scanner e
successivamente nei telefoni cellulari. La scelta di una buona macchina passa
per la scelta di un buon sensore, caratterizzato dalla dimensione in pollici (1/2,
1/3, 2/3, ...) e dal numero di pixel che compongono l'immagine catturata. La
ricerca attuale è volta anche ad ottimizzare la forma del singolo pixel e la sua
posizione.
Nonostante le ottime caratteristiche dei sensori CCD essi concorrono con i
diffusi sensori CMOS.
CCD in astronomia[modifica | modifica wikitesto]
Sensore CCD sviluppato per applicazioni aerospaziali. Il sensore rileva la luce visibile e
l'ultravioletto
Sin dalla sua nascita il CCD ha avuto largo uso in campo astronomico,
dimostrando subito le enormi potenzialità rispetto alla fotografia tradizionale. Gli
osservatori astronomici si sono dotati di questo strumento anche per velocizzare
e rendere più precise le osservazioni astronomiche; anche l'immagine catturata
dallo specchio di 2,4 m di diametro del Telescopio Spaziale Hubble viene
focalizzata su un CCD di 8 MPx. Il telescopio Pan-STARRS sviluppato per
individuare i potenziali asteroidi in rotta di collisione con la Terra ha una serie di
60 CCD che generano 1,4 GPx e quindi ha il CCD con più alta risoluzione del
pianeta.[1]
L'abbattimento dei costi, inizialmente molto alti, ha permesso negli ultimi anni la
diffusione dei CCD anche in campo amatoriale. Sempre più astrofili si dotano di
un CCD per le riprese, consentendo risultati in passato impensabili per un non
professionista. Per ottenere le immagini desiderate, il dispositivo viene applicato
al fuoco del telescopio.
Il CCD per uso astronomico, contrariamente ai CCD utilizzati per le
videocamere, webcam, macchine fotografiche, deve avere, causa le lunghe
esposizioni, il minimo rumore di fondo e quindi ridurre la sua componente più
importante: il rumore termico. Per ottenere tale risultato è necessario utilizzare
CCD con elettronica progettata appositamente per tale scopo, con la possibilità
di potersi interfacciare ad un dispositivo di raffreddamento (normalmente è una
cella di Peltier), che consente di mantenere il dispositivo ad una temperatura
molto bassa. Quando il sensore CCD è mantenuto ad una temperatura più
bassa, la qualità delle immagini migliora, in quanto si riduce il rumore termico
generato all'interno del dispositivo stesso.
Negli ultimi anni si è venuta ad affermare un'altra tecnica di utilizzo del CCD in
astronomia per oggetti non troppo deboli, come la Luna ed i pianeti. Questa
tecnica prevede di eseguire una lunga serie di riprese del soggetto, e
successivamente, con appositi software, mediare tali riprese in modo che il
rumore di fondo vada a scomparire (in quanto casuale) e venga esaltata
l'immagine del corpo celeste ripreso. Questa tecnica ha di fatto permesso ai
modesti strumenti amatoriali di ottenere riprese di grande qualità, confrontabili,
qualche volta, con quelle prodotte dagli strumenti professionali.
Note[modifica | modifica wikitesto]
1 ^ Telescopio con fotocamera a 1,4 Gigapixel, Hardware Upgrade, 11 settembre 2007.
URL consultato il 23 settembre 2007.