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Riassunto - libro "manuale di geografia del turismo.

dal grand
tour ai sistemi turistici"

GEOGRAFIA DEL TURISMO (Università degli Studi di Milano-Bicocca)


1. Turismo
urismo e geog
geogra
rafa
fa

1.1.Geografa del turismo: una branca della geografa


1.2. La tradizione disciplinare in Italia

Geografa non è Geografa del turismo.

Le prime pubblicazioni di geografa che anno rierimento a temache turische risalgono al 1936 in Italia:
lo scrio più importante è una monografa di Toschi sulla località di Taormina e aveva un indirizzo
idiografco, cioè meeva in evidenza un preciso parcolare.
A parre dal Secondo Dopoguerra l’aenzione si sposta su schemi monoteci, che si basano sulla ricerca di
regole comuni. Il primo ad ulizzare questo po di approccio è, di nuovo, Toschi che aronta a livello
metodologico il enomeno turisco approondendo
approondendo gli aspe umani e disnguendo due regioni turische:

● Regione di OUTGOING: di partenza, di turismo avo, di uga;


● Regione di INCOMING: di arrivo, di turismo passivo, di desnazione.

Toschi defniva queste due regioni entrambe importan ma, ancora oggi esistono mol studi sulle regioni di
incoming e molto pochi sulle regioni di outgoing.

L’entrata uciale della geografa del turismo negli studi geografci risale al 1957, anno del XVII Congresso
Geografco Italiano a Bari. Si disnsero poi cinque
c inque branche collegate alla geografa del turismo:

● Geografa economica: ussi di denaro che vengono traseri grazie al turismo


● Geografa polica
● Geografa ambientale: inuenza del turismo sull’ambiente
sull’ambiente
● Geografa umana: inuenza del turismo sulle civiltà industriali
● Geografa perceva: il turismo è inteso come immagine soggeva di chi la percepisce (visita) e di
chi la presenta (vende)

1.3 Defnizioni

Geografa, Ruocco 1968 (pag.8) Geografa  studia la diversa distribuzione e combinazione sulla superfcie
terrestre dei enomeni che ne modifcano i caraeri fsionomici e inuiscono sulla vita operosa dell’uomo,
dell’uomo,
esamina le associazioni di ogge e enomeni che ne costuiscono i paesaggi, ne descrive le unità organiche
e analizza gli insiemi territoriali

● Studia la distribuzione e combinazione dei enomeni che modifcano gli aspe fsionomici della
superfcie terrestre e inuenzano la vita operosa dell’uomo ( interazione
interazione tra società e ambiente);
● Non considera tali enomeni in sé, ma li considera per la loro combinazione e distribuzione che si
maniestano
maniestano ai nostri sensi;
● Quindi, i paesaggi sono interazione
interazione tra società e ambiente .
● Regioni sono par della superfcie terrestre dotate
dotate di una spiccata individualità, organicità ed
elevato livello di organizzazione.

Turismo,
Turismo, Zaneo 1996 (pag. 8) laddove un consumatore si reca per tornare sui suoi passi dopo un certo
periodo, breve abbastanza
abbastanza per non costringerlo a provvedersi di una casa, ma lungo sì da imporgli di
richiedere i servizi ondamentali. Vi si trovano i segni di una costruzione territoriale spiegabile, solo con i
● Spostamento non permanente di persone che richiede però struure fsiche (e non) nelle regioni di
outgoing, incoming e, in misura minore nelle regioni di transito (modifcate dal comportamento dei
turis).
● In ognuno di ques spazi l’uomo, inteso come homo turiscus, risente nel suo comportamento del
turismo, sia quale operatore turisco (ormatore nelle regioni di outgoing e acilitatore nelle regioni
di incoming) sai quale ruitore di servizi.
● Diverso da tempo libero e ricreazione poiché sono perlopiù avità intra-regionali,
intra-regionali, quindi NON
BASIC ACTIVITY
● È una BASIC ACTIVITY

Regione turisca, Corna Pellegrini 1968 (pag.9) è un lembo di territorio capace di ararre ussi costan o
periodici e tendenzialmente cosmopoli, di persone che vi trascorrono parte del loro tempo libero dal lavoro
e spendono in luogo reddi percepi altrove; l’entà
l’entà e la pologia dei consumi, l’organizzazione
l’organizzazione dei servizi,
risultano qualitavamente
qualitavamente diversi e quantavamente
quantavamente superiore a quanto richiederebbe la popolazione
locale

● Territorio capace di ararre ussi turisci grazie alla presenza di elemen fsici e umani
caraerisci;
● Genera un usso di denaro (reddi dei turis che percepiscono nelle regioni di outgoing);
● Sviluppa l’avità economia organizzando servizi qualitavamente
qualitavamente e quantavamente
quantavamente superiori
alle richieste della popolazione locale.

Geografa del turismo, Ruocco 1976 (pag. 10) la geografa considera il turismo come espressione e misura
della capacità degli uomini di organizzare lo spazio, per meerlo meglio al suo servizio rispeando la natura
negli elemen essenziali, lo considera come aore
aore di sviluppo regionale ed esamina i nodi e le regioni
turische per valutarne il grado di maturità e loro prospeve

1.4 Riessioni post-moderne

La geografa auale è una geografa crica. Il conceo base della geografa è il LUOGO: oggeo
og geo
soggevamente complesso defnibile quale costruzione mentale. La stessa porzione di territorio può essere
percepita in tante maniere diverse da individui e società diversi.

Ne consegue che:

● La regione turisca passiva (defnibile oggevamente)


oggevamente) non esiste più: esistono tan luoghi turisci
quan sono i sogge che percepiscono turiscamente la località. Quindi la località turisca per
essere percepita come luogo deve portare a conoscenza l’opinione
l’opinione pubblica del luogo, tramite
media e pubblicità che si impongono, e ar percepire il luogo come luogo turisco.
Esempio: Monte Washington, USA (pag. 11-12)
 Liguria (pag. 12):
● turismo invernale nella Belle Epoque
● turismo balneare esvo nel dopoguerra
● buen riro alternavo nel periodo post ordista
● soddisa svariate esigenze turische oggi
● La regione turisca ava non esiste: ne esistono tante quante sono le persone che abbandonano la
loro abituale residenza(vanno in vacanza).
Durante la ase del boom del turismo di massa si defnivano alcune regioni di turismo avo. Oggi
all’interno di una regione turisca ava la domanda è più diversifcata.
Esempio: Liguria (pag. 13)

Tra le regioni di outgoing e di incoming Deert nel 1968 ha disnto 4 diverse relazioni ra bacini di domanda
e bacini di desnazione dei turis:

1. Oerta e domanda concentrate in due poli ( Milano e Liguria pag 13, - St. Moritz, Val Gardena e
Marbella pag.14)
2. Domanda concentrata e oerta dispersa
3. Domanda dispersa e oerta concentrata (St. Moritz pag. 14)
4. Oerta e domanda diuse ( più diusa al giorno d’oggi).

Ne consegue che:

Tuo il mondo è una regione di incoming, ina non esiste lembo della superfcie terrestre
in cui il turista non abbia messo piede.
Tuo il mondo è una regione di outgoing, poiché tu siamo turis.

Quindi:

nasce una concorrenza orte e aggressiva (o compezione) tra desnazioni turische tramite
pubblicità, markeng che sponsorizzano l’IMMAGINE. L’immagine è l’intermediario
necessario creato dalla cultura turisca dominante che crea un dialogo tra regioni di
incoming e di outgoing. Ina l’immagine turisca viene creata nelle regioni di outgoing,
dove viene imposta e pubblicizzata, e si soddisa nelle regioni di incoming.
L’immagine è intermediario tra turis e adde al turismo e viene “reifcata”, cioè viene
ridoa ad oggeo.
Esempio: Timbuctù pag. 15

La geograf a crica del turismo deve suggerire connessioni, quindi rendere il dato territoriale una “rete”.Le
re che si concrezzano ra le diverse par del mondo diventano importan, soprauo quelle ra le
persone.

1.5 Brevi cenni di storia del turismo

Anchi Egizi I pellegrini si recavano via terra in località sacre e


ammiravano i si monumentali .

Anca Grecia Viaggio a fni culturali o di svago via terra:


pellegrinaggi a santuari e oracoli, turismo termale,
giochi olimpici.

Impero Romano Grazie alla diusione del lano e della pax romana,
termale, turismo marimo, giochi gladiatori e visita
ai monumen.

Medioevo I pellegrini pernoavano in abazie o monasteri. I


luoghi di pellegrinaggio erano per i mussulmani La
Mecca e per i crisani Roma, Gerusalemme e
Sanago de Compostela.

Anno Mille Traco turisco culturale di studen e docen


universitari.

Cinquecento Scompaiono i pellegrinaggi. Con il progresso dei


mezzi di trasporto terres e marimi si diondono i
viaggi in zone extra-europee. Inizia a diondersi il
Grand Tour.

Seicento Grand Tour: viaggio intrapreso da ragazzi dai 16 ai


22 anni appartenen all’aristocrazia inglese,
accompagna da preceori che curavano la
ormazione umanisca. Durata di 3 anni. Funzione
ormava, ma anche iniziaca (sessuale). I ragazzi
tenevano un diario oppure il loro rientro era
pubblicato. Toccavano Parigi e la Francia, Genova,
Milano, Venezia, Firenze, Roma, Svizzera, Germania,
Paesi Bassi.

Oocento Turista romanco alla ricerca dell’orrido e del


sublime. Migliora la viabilità e la rete erroviaria.
Turismo climaco marino nei mesi invernali
(hinvernants da oobre a maggio). Turismo
montano esvo (da giugno a seembre). Turismo
termale di mezza stagione.

Anni Ven e Trenta del Novecento Da turismo dell’elite a turismo di massa interno in
America. Riconoscimento di erie retribuite ai
interconnentali e diusione del benessere.
Sviluppo del turismo invernale montano (sport
invernali) e turismo marimo esvo (abbronzatura
e bagni al mare)

Anni Cinquanta Da turismo d’elite a turismo di massa interno in


Europa.

 Diusione turismo internazionale in America.

Anni Sessanta Diusione turismo internazionale in Europa.

Anni Seanta Diusione del turismo interconnentale.

Dierenziazione di tre pi di turis:

● NUOVO TURISTA: esigente nella qualità del servizio e dell’oerta turisca, ha in genere mol soldi e
vuole essere protagonista dell’esperienza turisca. Target della nostra epoca turisca.
● POST TURISTA: poco sensibile all’autenco, vede l’esperienza turisca come un’esperienza ludica. “Il
mondo è un parco dei divermen”.
● TURISTA DI MASSA: ha un’oerta che soddisa la sua domanda.

Vengono defnizione nell’insieme dei turis TOUT-COURT, diuso in quest’epoca turisca.

2. Turismo e geografa economica


2.1 Rio de Janeiro: da “Cidade Maravilhosa” a “Cidade dos Eventos”

Il turismo dei grandi even è responsabile di transazioni non trascurabili di denaro verso la regione di
turismo passivo, ma anche di ussi di beni, servizi e manodopera.
Per questo movo le cià si meono in compezione ra loro per avere la possibilità di ospitare un grande
evento.
Esempio: Rio de Janeiro (pag. 23-24)

Turismo possiede oerta, che non può spostarsi traandosi di una località, domanda e il proprio mercato.
La geografa economica del turismo studia:

● Il comportamento economico legato al turismo della popolazione stanziata in una regione


(incoming e outgoing);
Non esistono culture totalmente pure o non intaccate da condizionamen esterni, ma mol turis cercano
nei loro viaggi una cultura autenca, genuina, indigena diversa dalla propria.

Cultura autenca

● Cultura com’era prima dell’arrivo del turismo, poiché le culture entrano in contao ra loro e si
arricchiscono.
● Cultura prima della scoperta da parte degli europei , prima dell’industrializzazione e della
terziarizzazione dell’economia.

L’autencità viene acceata e presentata quale unica realtà possibile nel mercato turisco. Tuo deve
rimanere inalterato nel tempo (beduino nella tenda, inuit nell’igloo, aricano nella capanna). Fenomeno
della museifcazione delle culture.
A volte, gli aspe culturali autenci vengono crea: un esempio è il sirtaki, una danza “tradizionale” greca
introdoa nel 1964 dal flm Zorba il greco.
Esempio: Cervinia p. 83

Un oggeo pico di una cultura può diventare souvenir, la prova di aver eeuato un viaggio. La storia dei
souvenir è anca quanto il turismo: i grandturis riportavano in patria i res archeologici di Roma. Il
souvenir è quindi un oggeo che precede il enomeno turisco ed è espressione della cultura originaria del
luogo. Ma spesso è anch’esso costruito ad hoc per venire incontro all’esigenza e al gusto del turista.
Lo stesso avviene con la cultura: il turismo può valorizzare la cultura di una popolazione, ma può causare la
sua mercifcazione o “prostuzione”.

4.4 Il turismo balneare ( e la deterritorializzazione del enomeno turisco)

Turismo eliotropico o bagno tropico: ricerca di pos soleggia dove poter are i bagni al mare.

Ma l’epoca in cui nelle classi privilegiate era di moda la pelle chiara non è lontana: la pelle scura era pica
delle working class che lavorava nei campi e la prolungata permanenza al sole era pica dei tubercoloci.
Tra le due guerre le vacanze al mare si svolgevano nel periodo invernale.
Dopo la seconda guerra mondiale la stagione del turismo marimo si sposta nei mesi esvi, grazie anche al
romanzo di F. S. Fztgerald del 1934 (Tender is the night) che promuoveva la moda del turismo sulle coste
mediterranee come segno di prosperità.
Oggi la vacanza esva per antonomasia è al mare ed è caraerizzata dalle 3 S (sea, sun and sand). La località
turisca deve averle per orza e le caraerische naturali delle coste sono il miglior biglieo da visita per i
turis. Ina, manies, depilant, cartoline e spot televisivi mostrano spiagge con mare azzurro e
trasparente.
Più tardi, alle 3 S se ne aggiungono 2: sex and spirit (sesso e alcool), servizi oer al turista, sinonimi di
evasione dalla realtà grigia di tu i giorni.
Viene aggiunta anche un’altra S: sport, come apportatore di benessere (dimagrimento, recupero della orma
fsica, cura di bellezza).

La deterritorializzazione del enomeno turisco ha coinvolto anche il turismo balneare: laghi, fumi e piscine
orono gli stessi servizi (stesse S) del mare. Le stesse località cosere si stanno deterritorializzando. Per
esempio, il mar Adriaco, a causa della prolierazione della mucillagine, è poco visto per i bagni di mare e
perciò si sono costrui parchi acquaci e piscine di grandi dimensioni a poca distanza dal mare.
Il turismo rurale era diuso anche nell’anca Roma e ha connuato a diondersi come semplice evasione
della cià calda e caoca dell’estate, soprauo nel periodo dell’industrializzazione dove era una vera e
propria via di uga.
Dal secondo dopoguerra diventa l’alternava della vacanza al mare o in montagna e coinvolge numerose
amiglie.
Tra gli anni Seanta e Oanta, con l’aermarsi del benessere economico e con il progresso dei mezzi di
trasporto, il turismo rurale arae meno.
Negli ulmi decenni questa praca è stata riscoperta soo il nome di “agriturismo”, per imitazione di
anglosassoni e nordeuropei e per la diminuita sicurezza nei viaggi a largo raggio.
Agriturismo: nasce in ambito agricolo e non turisco con la legge 5 dicembre 1985 n.730 che permeeva
alle aziende agricole di aancare alle avità agricole anche quella turisca. Ma, tu’ora, mol agriturismi,
sono streamente lega al turismo e non svolgono altre avità. Questo perché negli anni Oanta il
legislatore non poteva immaginare che da praca turisca alternava si sarebbe trasormata in praca
alternava di massa.

Vengono disn i turis d’élite e i turis di massa, i primi ina cercano di dierenziare la loro avità
turisca per allontanarsi dai secondi. È stata costruita una disnzione terminologica ra viaggiatori e turis: i
viaggiatori sono coloro che si disnguono dagli altri per l’elevato valore che aribuiscono al viaggio (élite), i
turis lasciano ai primi gli aspe più dannosi dell’esperienza turisca.
È stata aa anche un’altra disnzione proposta da Plog nel 1973:

▪ Turis allocentrici:
▪ preeriscono le aree non turische,
▪ apprezzano il sapore della scoperta e delle nuove esperienze,
▪  amano cambiare connuamente desnazione,
▪  intraprenden,
▪ preeriscono l’aereo,
▪ si rivolgono a struure turische non standardizzate,
▪ richiedono un minimo di conort,
▪ amano l’incontro con popoli e culture diverse,
▪ preeriscono un’organizzazione essibile e libera includendo al massimo
l’albergo e il trasporto.
▪ Turis psicocentrici:
▪ Scelgono desnazioni conosciute,
▪ Cercano avità rilassan legate ad avità sporve e balneari,
▪ Preeriscono l’automobile,
▪ Sono poco avi,
▪ Si rivolgono a struure standardizzate internazionali, a negozi turisci e
ristoran per amiglie,
▪ Non cercano novità, ma sicurezza,
▪ Scelgono pacche all inclusive con programmazione delle avità,
▪ Sono abitudinari,
▪ Ricercano atmosere amiliari e proteve.

Di conseguenza esistono località turische disnte per le due categorie di turis.


Un’altra disnzione è stata aa da dell’Agnese, ma araverso un approccio soggevo (categorizzazione
soggeva, auto identà), cioè prendendo come schema d’indagine ciò che i turis pensano di loro stessi. Si
disnguono quindi:
▪ Turistoobi:
● Si defniscono viaggiatori,
● Preeriscono le aree che non ritengono turische (spazi pseudo-Robinson),
● Ritengono di poter scoprire nuove località e paesaggi o nuove stagioni per
vecchi paesaggi (mare d’inverno),
● Credono di essere intraprenden,
● Sono spericola
● Acceano (preeriscono) la scomodità,
● Credono di voler conoscere l’Altro,
● Non amano i viaggi organizza.
▪ Turistofli:
● Cercano località di tendenza,
● Preeriscono la olla vacanziera e l’alta stagione (Sardegna d’agosto, Corna
a Natale),
● Non vogliono scoprire nulla: se sono all’estero non escono dal villaggio
turisco,
● Seguono le mode sporve, l’abbronzatura e le avità rilassan,
● Non vogliono uscire dalla loro environmental bubble: struure riceve
standardizzate, ristoran all’italiana, sicurezza,
● Non voglio incontrare l’Altro,
● Amano i viaggi super organizza.
Anche in questo caso, le località turische si possono disnguere a seconda che siano presentate e
percepite in maniera più idonea ad arare gli uni o gli altri. Esempi: Cinque terre è per gli americani una
desnazione per turistoobi, il mar Adriaco per turistofli. Il turismo rurale, nonostante sia diventato un
turismo di massa, è percepito come alternavo di massa per soddisare la categoria di turis che si defnisce
turistooba. Schmidt di Friedberg diceva che non è importante che una località sia d’élite o di massa, ma
che venga percepita come tale.

4.6 Il turismo religioso (e le esperienze “virtuali” del turista)

È una prassi comune per tue le edi. Sono località di interrese storico culturale, come cià sante, sacrari e
tombe, o si naturali, come vee, fumi e sorgen. Il pellegrinaggio è un incontro con Dio, con i propri simili
e con se stessi. Il turismo religioso ha riassunto importanza grazie al rilancio del cammino di Sanago (anni
80) e il pellegrinaggio a Roma per il Giubileo del 2000.
Nei “luoghi dello spirito” vi si recano persone di ogni genere (giovani, anziani, lavoratori, studen..) e le
mete variano: da quelle classiche come Roma, Terra Santa, Sanago, Lourdes a inerari turisci classici
(Cinque Terre, Marocco, Slovenia, Cina e la via della Seta, Cile e l’isola di Pasqua) e ancora desnazioni
rivisitate dal punto di vista religioso (la Baviera di Benedeo XVI, l’Argenna di Papa Francesco).
In Italia, ogni anno 250.000 persone partecipano ad un’esperienza turisca religiosa, senza contare gli even
religiosi di grande portata come le giornate mondiali della gioventù.

Le desnazioni variano a seconda della religione (Benares per induis), ma alcune guide turische hanno
proposto inerari, come quello di Sanago, rivolgendole a turis di altre religioni e non creden
Nel rapporto tra società e ambiente vi è una quasi totale preponderanza della prima sul secondo.

Negli anni Sessanta e Seanta del XX secolo vi è la ase del grande sviluppo del turismo di massa.

4. L’incidente della nube di Seveso del 1976 è il punto di svolta che porta all’abbandono del paradigma
volontarista  ecocentrismo

Invoca un rapporto di rispeo con la natura da parte dell’essere umano.

Il ventennio che va dalla Dichiarazione di Stoccolma sull’ambiente umano, alla Conerenza delle Nazioni
Unite di Rio de Janeiro su ambiente e sviluppo araverso soprauo il rapporto di Brundtland vede nascere
e defnirsi il conceo di sviluppo sostenibile.

Nasce il conceo di turismo sostenibili, basato su:

Lo sviluppo del turismo deve essere basato sul criterio della sostenibilità, ciò signifca che deve essere
ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, ecamente e socialmente
equo nei riguardi delle comunità locali.

Limi dello sviluppo sostenibile:

- Ruocco nel 1999, trova un limite nella concezione di ambiente adoata dalla Dichiarazione di Rio:
dà al termine un signifcato ecocentrico, cioè troppo naturalisco, escludendo così la componente culturale
dell’ambiente; l’essere umano non va considerato solo come responsabile di degrado, ma anche come
modifcatore in meglio delle condizioni ambientali.

- Gagliardo nota che di ao è accaduto che il polo di interesse del pianeta si sia spostato dall’essere
umano alle risorse che egli consuma per vivere, quasi a voler signifcare l’inconsistenza o la subalternità
della persona al di uori di un sistema di nutrizione, dato, per se, piuosto ovvio.

- M.Schmidt di Friedberg dice che la sostenibilità acquista la valenza di un’ideologia conservatrice,


streamente legata al processo di globalizzazione e rivolta a giusfcare l’esistente da un punto di vista
sociale e polico: una ormula rivolta più a raccogliere i consensi piuosto che a are chiarezza sui problemi
da risolvere.

- Il paradigma della decrescita elice, che mee totalmente in discussione il meccanismo della
crescita economica come aore di benessere.

La messa in crisi del conceo di sviluppo sostenibile mee in discussione anche il conceo di turismo
sostenibile. Secondo Schmidt di Friedberg turismo e sostenibilità sono due conce inconciliabili.

Secondo il Rapporto di Brundtland il turismo sostenibile potrebbe essere per pochi o per chi rimane in casa,
ma è un aeggiamento snobisco e turistoobico.

Lo sviluppo sostenibile sarebbe un’utopia necessaria.

I geograf non vogliono ridurre l’essere umano ad una visione puramente ecologica, per essi l’ambiente è il
quadro di vita delle società umane, che ricade sui loro modi di ulizzo dello spazio, ma anche un quadro di
vita che esse a loro volta orgiano.
- Spazio visitato uno spazio semplicemente osservato da un turista che rimanga esterno rispeo
all’insieme territoriale oggeo di visita e che quindi non imprime nessuna impronta su di esso ; si deve
intendere se l’impao ambientale del enomeno turisco non ha modifcato proondamente l’ambiente
originario

- Spazio organizzato caraerizzato dalla risorsa struurale, coinvolge la volontà della comunità
locale o degli imprenditori turisci provenien dall’esterno di costruire uno spazio turisco. (es. Disneyland )

- Spazio consumato eroso o distruo dall’insediamento turisco, lo spazio turisco è una risorsa
non rinnovabile. Oppure è goduto o acquistato.

- Spazio gesto la cui immagine non è altro che un riesso abbellito.

Principali pressioni che il turismo esercita sull’ambiente delle regioni di turismo passivo ( OCSE 1980 ):

- Ee di inquinamento

- Perdita di terreni agricoli e della auna

- Degradazione del paesaggio e dei si arsci e monumentali

- Ee di congesone

- Ee di conio

- Ee di concorrenza

- Ecc.

Il turismo però non deve essere considerato solo come la causa di gravi danni all’ambiente, ma anche come
metodo di tutela dell’ambiente.

Turismo sulle zone di transito porta ad un sviluppo straordinario, prima quei si venivano solo araversa.
Oggi le zone di transito e i mezzi di trasporto riscoprono una loro importanza turisca in quanto vengono
arezza appositamente per indurrei turis a trascorrere parte del loro tempo e possibilmente a arlli
spendere diventando esempi di turismo o escursionismo di transito. ( es. duty-ree negli aeropor, orient
Express o sulla Transiberian ).

Il turista prima o poi torna al luogo di abituale residenza senza che la sua assenza abbia modifcato il
territorio di outgoing, se diamo al termine ambiente un signifcato soltanto ecologico; se invece con il
termine ambiente si considerano anche gli scambi economici, le relazioni sociali, il mondo culturale delle
persone ecc. si può immaginare che il turismo ha un grande impao ambientale anche sulla regione di
outgoing:

- Il turista va a spendere altrove il reddito percepito nel luogo abituale di residenza e quindi origina
un usso importante di denaro, sorao alla regione di partenza e direo altrove;

- Dà lavoro a tua una serie di fgure proessionali legate al turismo, situate nelle regioni di uga;

- Il turista ha accresciuto la sua cultura, acquisito nuove esigenze e nuovi smoli;


- Il turista ha costruito e costruisce connuamente il suo gusto turisco proprio nella sua cià o nel
suo paese di residenza.

Vi è stato un ribaltamento totale del rapporto lavoro/tempo libero, la vacanza non è più concepita come un
tempo ricreavo ma il lavoro stesso è concepito in unzione delle vacanze e del turismo, il quale ormai ha
assunto un posto elevato nella scala delle priorità di un individuo.

Il turismo, soprauo nelle dimensioni auali, può essere sia apportatore di danni sia di protezione
all’ambiente tanto nelle regioni di uga, quanto in quelle di transito o in quelle di arrivo, dipende tuo dal
modo di are turismo, e di essere turis.

Il territorio è una risorsa non rinnovabile, quindi consumabile o esauribile dalle diverse avità umane, ed è
quindi soggeo ad un ciclo di vita. Conneendo il territorio di una regione turisca alle diverse asi di un
mercato turisco si possono elaborare dei modelli secondo quali il territorio si trasorma passando da una
ase di nascita a una di morte araversando una ase di crescita e una di declino, rappresentabili con una
curva ad andamento gaussiano:

Plog
Prima ase: presenza del turista allocentrico ( nuove esperienze e il territorio risente poco la presenza)
Seconda ase: presenza del turista innovatore quasi-allocentrico (ama le novità ma richiede maggior
sicurezza, il territorio comincia a organizzarsi in unzione turisca)
Terza ase: presenza del turista mid-centrico ( intermedio rispeo agli allocentrico e psicocentrici, nasce la
regione turisca )
Quarta ase: presenza del turista tradizionalista psicocentrico ( contribuisce al declino ambientale )
Quinta ase: presena del turista psicocentrico ( viaggia per obbligo sociale o moda, il territorio perde la sua
arava peculiare e entra in crisi )

Miossec
Fase 0, pre-turisca: territorio visitato da pochi o araversato ( no presenza di vie di comunicazione o
insediamen a uso turisco; domanda non conosce il territorio; comunità locale ha aeggiamento incerto
nei conron del turismo)
Fase 1, pioniera:turismo si aaccia su una località isolata ( nuove o rinnovate vie di comunicazione, turis
iniziano ad avere percezione della regione, autoctoni si dividono in indieren, curiosi e sceci )
Fase 2, dell’imitazione: si molplicano le località turisca nella regione ( sviluppo inrastruure, turis
migliorano la percezione della regione, i locali collaborano con le autorità per la costruzione di struure
turische, di cui usuruiscono poco)
Fase 3, dell’organizzazione: il territorio inizia ad organizzarsi in stazioni specializzate situazioni
concorrenziali ( ogni stazione arezza il suo territorio con struure turische, i turis hanno possibilità di
scelta, la comunità locale imita i loro comportamen)
Fase 4, satura: totale gerarchizzazione e specializzazione delle stazioni nelle regioni ( ambiente
caraerizzato da struure urbane che il turista vuole evitare, riugge in un ambiente non più naturale,
comunità locale vive in crisi economica e sociale )

Butler
Fase 1, della scoperta: pochi turis vogliono are un’esperienza di compenetrazione con la vita locale in un
ambiente incontaminato e povero di servizi per l’ospitalità
Fase 2, iniziale: popolazione locale intravede potenzialità economiche nello sruamento turisco, organizza
Una carta turisca possiede una sua peculiarità quasi esclusivamente per quanto riguarda il suo simbolismo,
poiché è stata delineata con il preciso fne di dare inormazioni specifche di interesse turisco e non altre.
Alla base della abbricazione di una carta turisca vi è scelta di alcune caraerische che vengono
soolineate e di altre che invece vengono tralasciate. La carta ore agli occhi del pubblico solo quanto il
cartograo vuole mostrare.

Il potere di costruzione dell’immagine turisca adato allo strumento cartografco è dello stesso ordine di
grandezza di quello ricoperto dagli altri strumen, per cui risultano di primaria importanza le mappe
mentali che ogni turista si costruisce o si a costruire.

- Molto spesso le operazioni di promozione turisca sono accompagnate da azioni di flantropia


senz’altro meritevoli; il valore di tali iniziave risiede per gli operatori turisci nell’opportunità di poter così
dare all’oerta turisca locale una dimensione eca.

Oggi numerosi turis sentono la necessità che la loro praca turisca rivesta quasi il valore di una missione
umanitaria e non sia semplicemente ule a se stessi.

Turismo eco colui che non a fnta di non vedere le violazioni dei diri umani, ha il coraggio di
denunciarle e combaerle

Turismo consapevole  di sé e delle proprie azioni, delle realtà, delle possibilità di scegliere un modo
correo di are turismo

Turismo responsaile  scoraggia le avità turische dannose per la società ospite, nel rispeo della dignità
dei lavoratori in loco

Turismo solidalescoraggia le avità dannose e si a promotore di una tutela ava delle comunità locali

Turismo equoanché la ricaduta dei benefci economici venga distribuita equamente sulla comunità
locale e non sugli operatori turisci stranieri

Turismo ecologico  rispea e valorizza l’ambiente evitando l’inquinamento atmoserico, del suolo, delle
acque, sonoro e luminoso

Turisa amienale perlopiù applicato a prassi di turismo naturalisco

Ecourismo  modo di viaggiare in desnazioni ad alta valenza naturalisca; la comunità locale ospitante è
parte ava nello sviluppo mantenendo una larga parte dei benefci, mentre i turis posseggono e
accrescono la loro consapevolezza ambientale

Turismo leno turismo sostenibile e responsabile

Si sta ormando un nuovo ceto turisco caraerizzato dalle tre L LANDSCAPE,LEISURE,LEARNING, sono
turis alla ricerca di un paesaggio autenco, di un periodo di benessere polisensoriale, e di un’esperienza
dall’alto valore culturale ( nuovi turis ).

Questo ceto costuisce il target principale verso cui si orienta il turismo eco per:

1. Hanno una nuova coscienza ecologica molto più proonda e sono ben consci del ao che il loro
are turismo può portare gravi danni all’ambiente naturale
2. Hanno un più elevato livello di istruzione e cultura, e per questo sono più sensibili e rispeosi della
diversità culturale della comunità locale che desiderano venga tutelata e salvaguardata

3. Possiedono quella capacità fnanziaria in grado di assicurare un servizio di elevata qualità a loro
stessi, e suciente anché la comunità e l’ambiente locali possano godere di benefci

4. Il riposo e lo svago costuiscono quasi un illecito e svolgere una vacanza inormata da principi eci li
aiuta a tenere a bada cer sensi di colpa

5. Svolendo un turismo “eco” si disnguono dalla massa e soddisano la loro esigenza di senrsi
viaggiatori e non turis.

Il turismo eco è una moda turisca nuova alla quale è stata aa corrispondere un’oerta adeguata
fnalizzata a soddisarla.

Esistono purtroppo anche pi di turismo come il dark tourism, visita dei luoghi e si che hanno come
parcolarità quella di essere sta teatri di morte, reali o ricostrui, di personaggi no al vasto pubblico, che
va disnto in gesone del dark heritage, ossia si, arazioni e mostre dedicate alla morte e alla soerenza,
ponendo problemi di ordine morale ed eco, e quello più morboso; infne vi è anche il turismo sessuale.

- Evoluzione turisca della regione, ulizzando asi dei modelli di Miossec, Plog e Butler e correlando
ognuna con passi di leeratura di montagna o alpinisca:

1. Il turismo alpino non esiste fno a verso metà del Seecento. Le Alpi non sono considerate quali
luoghi turisci, ma una barriera da superare. È la ase pre-turisca di Miossec. ( de alpibus commentariu,
Simler ). I passi leera possono inuenzare la ormazione del gusto turisco alpino.

Le cose cambiano quando l’interesse scienfco dell’età dell’Illuminismo richiama sulle Alpi gli uomini di
scienza.

2. Seconda ase, della scoperta delle Alpi secondo Butler, compresa tra la salita al Monte Bianco nel
1786 e la conquista della Duour, la vea più elevata del Monte Rosa nel 1855. Agli interessi scienfci si
sovrappongono gli sta d’animo romanci dell’epoca, l’orrido e il sublime ( il sublime in Frankenstein di
M.Shelley ).

3. Raggiunta la vea del Rosa, il turismo sporvo nelle Alpi incomincia una nuova ase, che Butler
defnisce iniziale e Plog del turista innovatore quasi-allocentrico. Il suo termine è il 1882 , quando il Dente
del Gigante, nel massiccio del Monte Bianco, viene raggiunto da una cordata composta da alpinis. La moda
del turismo alpino è lanciata e le Alpi diventano il terreno di gioco dell’Europa ( The Playground o Europe, L.
Stephen ).

4. Negli ulmi decenni del secolo l’interesse degli alpinis si spostò anche verso le sezioni centrale e
orientale della catena, verso le Dolomi. È la ase dell’imitazione secondo Miossec e del decollo secondo
Butler, compresa tra il 1882 e la Prima Guerra Mondiale ( Storia di Gugliemo Rhedy, Giacosa ).

5. Dopo la Prima Guerra Mondiale, il turismo alpino entra in una ase del consolidamento secondo
Butler, dell’organizzazione secondo Miossec e del turista mid-centrico secondo Plog . L’arco alpino costuisce
una amosa regione turisca, necessita di una gesone oculata delle risorse turische, i turis sono
numerosi ma tendono a segregarsi dalla comunità locale la quale tende a imitare i loro comportamen
Nel periodo interbellico, l’aermarsi in Europa e in Italia di governi nazionalis connota la produzione
leeraria di un orte valore propagandisco. Anche la leeratura di montagna e alpinisca risente di tale
inuenza, per il regime il turismo alpino diventa strumento per allargare il consenso.

6. La fne della Seconda Guerra Mondiale causa la fne dei regimi totalitari sulle alpi e l’aermarsi di un
nuovo po di turismo, quello di massa. Negli anni Seanta e Oanta si verifca la ase della saturazione
secondo Butler e del turista tradizionalista psicocentrico per Plog: la comunità locale è conscia della soglia
del superamento della capacità di carico ( la vendea dei mi distru, Messner ). Nel momento clou
entrano in gioco i grandi operatori turisci che non si rassegnano a un declino inevitabile ma puntano sul
rilancio delle località turische. È il momento di una riscoperta della montagna come occasione per un
turismo ispirato alla sostenibilità, alla mobilità lenta, alla responsabilità per il territorio e all’elevata qualità
per sé e per gli altri: un modo di viaggiare pico del nuovo-turista.

La leeratura acquisisce un’altra unzione, essa è molto meno ule poiché altri strumen, nella nostra
società anno concorrenza alla sua unzione. Il turismo non a leeratura, non è deo però che la leeratura
non possa are turismo. Potrebbe essere ulizzata per dar vita a quei pi di avità alternave che non sono
ancora sta realizzate in aree alpine ( parchi leerari, inerari culturali e parchi culturali).

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