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Via ferrata a Punta Penìa

Marmolada
segnalataci da Maurizio Tintori;luglio 2003

PERCORSO STRADALE
Accesso: da Canazei-Tn in Val di Fassa percorrere la strada asfaltata fino al Passo e al lago
Fedaia.Attraversare il lago sulla diga e parcheggiare l’auto nei pressi della partenza della cabinovia
per Pian dei Fiacconi.Il lago Fedaia è raggiungibile dal lato orientale salendo da malga Ciapela.
AVVICINAMENTO
Appena scesi dalla cabinovia,prendere la traccia in direzione ovest.Il percorso si snoda lungo rocce
montonate,attraverso dossi dalla chiara fisiografia glaciale.Seguire gli ometti in pietra e le tracce di
vernice (segnavia 606) fino ad aggirare uno sperone roccioso che,perdendo circa 150mt di
quota,porta in 1h alla base del Ghiacciaio del Vernel.Indossati i ramponi si sale agevolmente il
ghiacciaio sino alla piccola crepaccia terminale,che si supera facilmente,dove si incontrano le prime
corde fisse.
LA FERRATA
Spogliati i ramponi e indossato il kit da ferrata seguire il cavo di acciaio sino alla vicina Forcella della
Marmolada.Negli anni di buon innevamento è possibile superare questo tratto stando a sinistra del
cavo metallico,salendo con i ramponi e la piccozza il breve scivolo nevoso che porta alla forcella.Da
quest’ultima si gode di un suggestivo scorcio panoramico sulla Val Contrin e l’omonimo rifugio.In
caso di maltempo è possibile scendere al rifugio lungo l’impervio canale attrezzato in circa 1h.Dalla
Forcella della Marmolada la ferrata sale lungo ripide e levigate placche di roccia.File di staffe si
alternano a brevi traversate a volte molto esposte e tratti con corrimano che seguono il filo della
cresta.Anche in piena estate è facile che le staffe e il cavo,quando questo corre aderente alla roccia,
possano essere completamente foderati di ghiaccio.In questo caso valutare attentamente la
situazione in quanto potreste trovarvi in qualche punto esposto senza adeguate protezioni.Più in
alto,si raggiunge la cresta ovest della Marmolada.A destra si apre il baratro della sud,novecento
metri di placche lisce e strapiombanti che precipitano nel vuoto.Potrete in questo punto
comprendere quanto coraggio e abilità occorra per arrampicarsi fin quassù dalla parete sud.Non è
un caso se su questi strapiombi gialli si sono cimentati solo i più forti alpinisti di ogni epoca.La via
"Ideale" di Aste o la famosa "Attraverso il pesce" con le sue placche lisce e strapiombanti.Enormi
cornici nevose, nonostante la stagione avanzata,si proiettano nel vuoto di alcuni metri.Meglio
tenerne conto e camminare un po’ più a sinistra.In questo punto il filo della cresta piega
decisamente a sinistra e,dopo aver aggirato un orrido imbuto di ghiaccio e rocce rotte, termina
sull’ampio nevaio terminale.Per tracce di sentiero sulla neve o sulle rocce in caso di scarso
innevamento si raggiunge la cima,dove si trova la caratteristica Capanna Punta Penìa. Poco più in
alto la croce di vetta, posta a 3343 mt,sul tetto delle Dolomiti.Se avete la fortuna di imbattervi in una
giornata serena, il panorama spazia a 360 gradi su tutte le Dolomiti.Purtroppo l’occhio cadrà pure
sulla orrenda, assurda ed inutile funivia di Punta Rocca.Chiudete gli occhi e fate finta di niente,forse
un giorno l’abbatteranno.Prendete un tè alla capanna Marmolada in compagnia dei gracchi,che
aspettano come sempre la loro spettanza di cibo,quindi calzate i ramponi e non spogliatevi
l’imbrago.
DISCESA
Legati in cordata e piccozza alla mano si scende lungo la facile cresta della Schena de Mul fino alla
dorsale rocciosa.Quest’ultima scende per 150 mt con facili passaggi di I° grado direttamente sul
ghiacciaio sottostante.I passaggi possono presentare qualche insidia in caso di neve o ghiaccio,nel
qual caso potrete fare assicurazione sfruttando i numerosi spuntoni di roccia e alcuni pioli metallici
già in loco.Il passaggio è spesso affollato nei due sensi, quindi prestate attenzione a non smuovere
sassi (casco!).Questo tratto,per chi non ha confidenza con la roccia, può essere considerato il più
impegnativo dell'intero giro.Le rocce terminano su una zona di rocce rotte.Un cavo fissato in alto
facilita l'attraversamento di questo tratto che si può anche superare traversando a destra e aggirando
a monte questa zona.Attenzione al superamento della crepaccia terminale che, in anni con apporti
nevosi scarsi, può essere molto aperta.La discesa prosegue poi per traccia nevosa lungo il ghiacciaio
della Marmolada,fino a raggiungere il rifugio e gli impianti di Pian dei Fiacconi dove si conclude
questo splendido anello in quota.
CONSIDERAZIONI
In questo tratto bisogna prestare la massima attenzione ai crepacci.Sebbene non siano insidiosissimi
e numerosi,costituiscono sempre un serio pericolo.
Per rendere sicura questa breve traversata è sufficiente rispettare queste semplici norme:
1-Procedere legati in cordata e in fila indiana,con i ramponi ai piedi e la piccozza nella
mano.L’alpinista più esperto dovrebbe stare alla fine della cordata.
2-Non fate cordate con più di tre quattro persone,lasciate tre metri di corda tra un componente e
l’altro.
3-Si avanza in discesa col busto flesso in avanti,gambe leggermente divaricate e semiflesse e con le
punte leggermente divaricate.Appoggiare tutta la pianta del piede,non solo sulla punta o il tallone.Il
braccio deve essere disteso lungo il corpo e la piccozza impugnata per la testa,becca in avanti e
palmo della mano appoggiato sulla paletta.Il puntale deve piantarsi nella neve, perciò è indicata una
piccozza relativamente lunga muovendosi solo quando è ben piantata.Si procede piantando la
piccozza e muovendo due passi,quindi piantare di nuovo la piccozza e muovere ancora due passi,ecc.
4-Se la neve è molle,fate attenzione allo zoccolo di neve che facilmente si forma sotto ai
ramponi,impedendo agli stessi di fare presa.Ogni tre quattro passi abituatevi a staccarlo aiutandovi
con il manico della picca.
5-Per nessuna ragione deviate dalla traccia,specialmente per aggirare un crepaccio.
6-Se il crepaccio è stretto e i suoi bordi sono ben visibili è meglio saltarlo piuttosto che azzardare il
passaggio su ponti di neve.
7-Se il passaggio sui ponti di neve è necessario,fatelo uno alla volta e velocemente, mentre il
compagno vi assicura con la piccozza.Questa raccomandazione è tanto più valida, quanto più la
temperatura è elevata.
8-In caso di scivolata,se la corda tra un componente e l’altro è lasca,potreste acquistare velocità.Per
arrestarsi ci si deve girare pancia sotto con la faccia al monte e con l'altra mano impugnare il manico
della piccozza.Piantare la becca nella neve all'altezza dello sterno.Il peso la fa penetrare nella neve
rallentando la caduta; tenere le gambe divaricate e i piedi alzati per evitare ribaltamenti. Durante la
scivolata è importante mantenersi col capo in alto.
9-Non perdete la concentrazione e l’attenzione fino a che toccate la zona di rocce,a questo punto
potrete dire di essere fuori dai pericoli e solo ora potete togliervi imbrago e ramponi.
Indispensabile il casco,il set da ferrata,una corda da alpinismo,ramponi e piccozza.Portarsi inoltre
indumenti caldi, guanti pesanti,giacca impermeabile,bevande calde e scarponi che garantiscano una
buona tenuta alla neve.Se non avete esperienza su ghiacciaio e sull’uso di piccozza e ramponi,il
consiglio è quello di rivolgervi ad una guida alpina.In questi anni di scarso apporto nevoso,il tratto
finale su ghiacciaio è infatti diventato abbastanza insidioso,in quanto ricco di zone crepacciate.In
caso di nebbia e di scarsa conoscenza del percorso,può essere facile smarrire la traccia e perdersi tra
i crepacci.Vorrei inoltre segnalare una nota ad integrazione della ferrata “Punta Penia cresta ovest
Marmolada”, che si rende necessaria a causa dell’eccezionale situazione del ghiacciaio della
Marmolada.Ho percorso nell’Agosto 2003 il ghiacciaio fino alla vetta trovandolo estremamente
pericoloso.A causa del ridotto apporto nevoso degli ultimi anni e del caldo eccezionale di questa
estate,si sono aperti numerosi crepacci, molto larghi e profondi, specialmente nella zona mediana
del ghiacciaio.Questi obbligano a seguire un percorso ben preciso ma non sempre facile da
trovare,specialmente in salita o con scarsa visibilità.A questo va aggiunto che la crepaccia terminale,
sotto alle roccette,è molto aperta e si attraversa solo su di un ponte di neve.Si raccomanda pertanto
la massima attenzione nei tratti di ghiacciaio se non si è in compagnia di una guida alpina.In
alternativa è sempre possibile percorrere la ferrata della cresta Ovest sia in andata che al
ritorno,evitando cosi il ghiacciaio.Allego alcune foto a maggior chiarezza ed integrazione della
descrizione precedente.

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