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Corso di Laurea: SCIENZE DELL'ECONOMIA

Insegnamento: STORIA D'IMPRESA


Lezione n°: 17/S2
Titolo: Il contesto storico
Attività n°: 1

IL CONTESTO STORICO

- In questa sessione vengono riportate le slide utilizzate nelle


precedenti videolezioni

- Seconda rivoluzione industriale. Tecnologia e dimensione


delle imprese
- Stati Uniti, Inghilterra e Germania
- Il capitalismo manageriale
- L’impresa multidivisionale
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Attività n°: 1

NOTE BIOGRAFICHE

Alfred Chandler (1918-2007), a differenza di molti altri Autori che abbiamo


analizzato, non è un economista, ma uno storico. Come abbiamo già detto studiò alla
Harvard University , dove ha conseguito il Bachelor of Arts nel 1940; il Master of Arts
nel 1947, e il dottorato di ricerca nel 1952.

Nel 1950 Chandler iniziò a lavorare come ricercatore associato presso il prestigioso
Massachusetts Institute of Technology (MIT), dove vi rimase fino al 1963.

Nel 1978 venne premiato con il premio Pulitzer per la storia per aver pubblicato The
Visible Hand: The Managerial Revolution in American Business, di cui parleremo più
avanti
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IL RESEARCH CENTRE FOR ENTREPRENEURIAL HISTORY

Ad Harvard si stava tentando un approccio più dinamico alla teoria economica,


cercando di conferire ad essa maggiore spessore storico e analitico e di fondere
l'approccio micro con quello macroeconomico.

Il punto centrale di questo tipo di analisi era il processo di innovazione, considerato


l'anima del processo capitalistico.

Questa sfida, tuttavia, fu accolta più dagli storici d’impresa americani, che dagli
economisti, dando però slancio alla nascita della Storia d’impresa.
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LE PRINCIPALI OPERE

Ad Harvard, Chandler iniziò le sue riflessioni in tema di storia d’impresa e, sulla


tradizione dell’istituto fondato da Schumpeter mise l’innovazione al centro della
organizational synthesis, destinato a diventare il paradigma chandleriano, di cui abbiamo
già discusso.

Questo schema viene individuato e sviluppato nelle sue tre opere fondamentali:
Strategia e struttura (1962), La mano visibile (1976), Scale and scope (1990).
In Strategia e struttura Chandler espone nuovi concetti, e descrive le dinamiche del
cambiamento. In La mano visibile, possiamo scorgere un trattato storico sull’evoluzione
del sistema d’impresa americano, con particolare attenzione alle strategie di crescita e
alle trasformazioni degli schemi organizzativi delle imprese statunitensi. Con Scale and
scope, infine, viene introdotto un nuovo concetto, molto interessante, quella del first
mover.
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LA COSTRUZIONE TEORICA

Nell’interpretazione di Chandler, a metà tra l’analisi dinamica schumpeteriana e


l’indagine sociologica weberiana, l’innovazione resta il motore del cambiamento, ma
il regista di tale cambiamento, nell’impresa moderna di grandi dimensioni, non è più
l’imprenditore schumpeteriano, bensì la gerarchia manageriale: essa è in grado di
individuare e di applicare le strategie più adatte alla crescita delle imprese, nonché di
adeguare, allo stesso tempo, le strutture dell’azienda a strategie espansive.

Per questo, l’organizzazione dell’impresa evolve, dalla struttura monofunzionale,


prevalente nel primo capitalismo familiare, alle più complesse forme multifunzionale
e multidivisionale, ovvero
strutture gerarchico-organizzative, indispensabili all’affermazione della grande
impresa americana nel XX secolo.
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CONCETTI-CHIAVE: STRATEGIE E STRUTTURE

Il concetto chiave della costruzione analitica chandleriana è che le strutture


gerarchico-organizzative sono indispensabili all’affermazione della grande impresa
americana del Novecento:

esse individuano e applicano le strategie più adatte alla crescita delle imprese e,
quindi, del sistema economico nel suo complesso;
adeguano, inoltre, la struttura delle imprese a quelle stesse strategie espansive.
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La strategia è la pianificazione e lo sviluppo dell’impresa, ovvero la determinazione


delle mete fondamentali e degli obiettivi di lungo periodo, la scelta dei criteri di
azione, il tipo di allocazione delle risorse.

La struttura è, invece, costituita dall’organizzazione progettata e messa in atto per


amministrare i settori di attività e le risorse dell’impresa stessa, ovvero lo schema di
organizzazione (uffici, funzioni, dipartimenti) attraverso il quale essa viene
amministrata.

Tale schema comprende:


a) i canali di autorità e comunicazione fra i diversi uffici amministrativi e i diversi
funzionari;
b) le informazioni e i dati che percorrono questi canali.
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LE CONCLUSIONI DI CHANDLER

La tesi fondamentale di Chandler è la seguente:


la struttura è una diretta conseguenza della strategia;
una struttura complessa, quindi, non può che essere il risultato della concatenazione
di diverse strategie, in particolare, quella d’integrazione verticale - ovvero di
assunzione di nuove funzioni a livello produttivo, commerciale, finanziario, ecc. - e di
diversificazione, ovvero di sviluppo di nuove linee di prodotto.
Ne consegue, dunque, che la crescita non accompagnata da adeguamenti strutturali
può portare soltanto all’inefficienza economica.
I costruttori di organizzazioni possono essere considerati i moderni imprenditori
schumpeteriani.
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LA MANO VISIBILE

La grande impresa manageriale ha trovato negli Stati Uniti le condizioni


socioeconomiche migliori per affermarsi.
Il paese era scarsamente popolato e aveva quindi una ridotta possibilità di
sfruttamento della forza lavoro ma godeva di una notevole offerta di risorse naturali
e di una relativa disponibilità di capitale.
Ciò contribuì allo sviluppo di tecnologie labour saving e al processo di
meccanizzazione mediante l’adozione della catena di montaggio.
Prese così avvio un processo di integrazione delle attività produttive dal quale
sarebbero ben presto emerse poche grandi imprese dominanti.
Questa concentrazione comportò che la «mano visibile» della grande impresa si
sostituisse progressivamente alla «mano invisibile» del mercato.
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LA MANO VISIBILE
Prese così avvio il “coordinamento manageriale” basato sull’organizzazione dei flussi
interni e sull’allocazione efficiente dei fattori di produzione. Si distinguevano 2 gruppi di
imprese:

1) tabacco, alimentare e meccanica leggera. Le imprese erano caratterizzate da un


processo di crescita interno, attuato attraverso strategie di integrazione a valle nel campo
della distribuzione e del marketing e nell’acquisizione di materie prime a monte e
facevano affidamento su risorse finanziarie proprie.

2) petrolio, chimica, l’elettromeccanica pesante, gomma e automobile. Le imprese


operando in settori a elevata intensità di capitale inizialmente erano cresciute attraverso
strategie di integrazione orizzontale per il controllo dei prezzi e della produzione, poi
attraverso fasi di ristrutturazione produttiva e organizzativa. L’elemento di differenziazione
con le imprese del primo gruppo è l’ampio ricorso al mercato dei capitali e l’appoggio di
fonti di finanziamento esterno.
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SCALE AND SCOPE

In ultima analisi, il quadro interpretativo chandleriano evolveva con l’introduzione di


altri concetti, soprattutto quello riferito alle imprese first movers: le imprese che per
prime seppero cogliere le opportunità di crescita collegate a quel cluster di
innovazioni comunemente associato alla seconda rivoluzione industriale, seppero,
altresì, competere in questi nuovi settori, grazie ad un’alta intensità di capitale e ai
grandi impianti, in grado di sfruttare economie di scala e di scopo.

Le imprese, in sostanza, che per prime effettuarono la triplice serie di investimenti


richiesti dalle nuove dinamiche dell’economia mondiale (nella produzione, nella
distribuzione, nella organizzazione) sarebbero riuscite a prevalere.

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