"(...) Avendo io ho insistito sull infecondità e sulla pericolosità del ragionamento d
eduttivo, proclamando essere il ragionamento induttivo «veramente razionale», M.S. m i denuncia in contraddizione con me stesso quando affermo necessario all'anarchi smo il diventare irrazionalista: «Da un lato ci rimprovera di adottare il ragionam ento deduttivo che non è abbastanza razionale; dall'altro rimprovera all'anarchism o di non essere abbastanza irrazionale». Io non considero il ragionamento deduttivo non abbastanza razionale bensì irrazion ale e non rimprovero all'anarchismo di non essere abbastanza irrazionale bensì di non essere irrazionalista. Essere irrazionalista, sia detto ad uso di M.S. e dei lettori dell'Adunata che n on sono al corrente della terminologia filosofica, non vuol dire essere un soste nitore dell'irrazionale bensì essere un diffidente nei riguardi delle verità di ragi one. La fiducia eccessiva nella ragione è irrazionale per un irrazionalista. Nel 1849, il Taine scriveva, in una sua lettera: «Con la mia adorazione per le verità di ragio ne, e la fiducia assoluta che ho nel potere dell'intelligenza, io assomiglio ad un cattolico che non sa parlare che della Chiesa e della fede». E questo misticismo razionalista che considero incompatibile con l'anarchismo, sì che vorrei che il m aggior numero di anarchici si familiarizzassero con l'arte di dissociare le idee , arte nella quale eccelse una delle intelligenze più anarchiche dei tempi nostri: quella, magnifica, di Remy de Gourmount. L'infatuazione anarchica per Haeckel, per Feuerbach, per Flammarion, per Buchner , ecc. è spiegabile non soltanto mediante lo scientificismo dei semicolti bensì medi ante il positivismo razionalista caro a Kropotkin. Il positivismo spenceriano av eva avuto il grande merito di affermare l'inconoscibile, mentre l Ardigò, che aveva avuto una formazione mentale teologica, fu un razionalista-naturista. Gli anarch ici, in generale, furono influenzati dal positivismo scientificista, che era, in fondo, un compromesso tra l'idealismo e il naturalismo, compromesso a colorazio ne illuminista. L ignorabimus del Du Bois Reymond ebbe contro di sé i materialisti: che erano i preti della Chiesa naturalista. La convinzione di poter saper tutto condusse all'ateismo e ad altri assolutismi mentali. Il positivismo, per grandis sima parte scettico, diventò così superbo da dare risposta su qualsiasi problema: da quello dell'essenza della materia e della forza a quello della nascita della vi ta, da quello dell'origine del pensiero e del linguaggio a quello del procedere finalisticamente o a caso della natura. Si avverò nel campo del naturalismo quell as solutismo che si era avverato nel campo dell'idealismo, perché si dimenticò il monit o di Goethe: «Concetti universali e grande arroganza sono sempre in procinto di pr odurre terribili disavventure». Allontanandosi dallo scetticismo positivista, l'anarchismo, divenuto inconsapevo le dell'irrazionalità del reale, credette capire, volle persuadersi ed ebbe la pre sunzione di dimostrare le proprie verità. L'idea non fu più una visione ideale bensì u na essenza della ragione e della scienza. La giustificazione dell'anarchismo era in lui stesso, ed egli, invece, andò a cercarla tra le formiche, negli alveari, t ra i castori, tra gli Eschimesi; quando non delirò in riconoscimenti astronomici o biologici". "L'errore iniziale, fecondo come reazione ad opposte deduzioni fallaci, del natu ralismo solidarista di Kropotkin fu pantografato dal semplicismo dei semi-colti, alcuni dei quali caddero in idolatrie scientificiste di una commovente ingenuità. Ancora oggi permane come caratteristica della stampa anarchica l'argomentazione per analogie naturaliste, sì che Tizio combatterà la famiglia monogamica basandosi sulla poligamia australiana, mentre Caio si entusiasmerà sui benefici della steril izzazione, senza curarsi di porsi il problema delle leggi dell ereditarietà: problem a insoluto e forse insolvibile. Il positivismo non può essere che fenomenismo, ossia dottrina che ritiene possibil e soltanto la conoscenza empirica dei fenomeni. Come positivista, respingerò, dunq ue, qualsiasi verità sulla materia. E fino a quando la materia rimarrà per me un mis tero, in quel mistero vi è posto per Dio. Non conosco Dio, non affermo Dio, ma non lo nego. Per affermarlo dovrei conoscere il suo modo di essere, ma nel negarlo dovrei conoscere la natura. Ora io non conosco che una foglia di questa immane f oresta: anzi non conosco che l'apparenza di una foglia. Tutti i ragionamenti dell'ateismo sono di una presunzione enorme e mi sembrano a ltrettanto assurdi dei ragionamenti del teismo. Irrazionalista, l'anarchismo non sarebbe ateo bensì agnostico. E sarebbe il solo modo di essere razionale. Diffide nza verso il si sa dello scienziato; nessuna concezione universale del mondo, ag nosticismo di fronte al problema religioso". "Questa è la posizione dell'irrazionalista, in sede filosofica. Dal lato politico- sociale, le cose si complicano. Che la realtà è infinitamente più vasta del pensiero, che non tutti i problemi sono solubili, è evidente e mi rassegno a questa evidenza ". "Ma non è il problema della razionalità del mondo che mi interessa bensì quello della razionalità della mia azione. Vi è un pericolo nell'irrazionalismo: lo scetticismo. La constatazione dell'insolu bilità dei problemi metafisici mi soddisfa poichè è una soluzione, ma non sono affatto disposto alla quiete dello scettico. Lo scetticismo è il riflesso pratico dell'ir razionalismo, ma non nel senso causale bensì nel senso correlativo. L'anarchico ir razionalista non può cadere nello scetticismo. Credere di possedere la verità o cons iderarla come inaccessibile è un bivio che non può esistere per l'anarchico irrazion alista. Appunto perché irrazionalista egli è premunito contro le deduzioni dello scetticismo . Quando lo scettico dice: perché affannarsi a cambiare, ché tanto il mondo è sempre, su per giù, lo stesso? L'anarchico irrazionalista domanda: come fai a dire che il mondo non può cambiare in meglio?". Lo scetticismo non è per gli anarchici e l'anarchico non è uno scettico: "Lo scettico non è che la caricatura o il cadavere vivente dell'irrazionalista. L'unità panellenica fu sostenuta da Protagora e da Gorgia perché essi videro l'assur dità delle fazioni. L'ironia verso il sentimento fazioso o della polis verso gli i deali attuali: ecco il trampolino per i grandi salti verso il futuro. L irrazionalista ha sete di futuro, è rerum novarum cupidus, ma non pretende che il suo ideale avvenirista sarà realizzato come egli lo vede realizzabile. Crede la st oria sia una spirale e non un circolo. Non è un pessimista, bensì irrazionalista. Or a, che cos'è lo scettico? È un irrazionalista pessimista, che finisce suicida come i l Pallante, od opportunista, come il Rensi. L'indifferentismo scettico è inferiore alla tolleranza e irrazionalista. Che cos'è l a verità? Zola non saprebbe rispondere, ma proclama che è in marcia. Anche la libertà, anche la giustizia sono in marcia. Perché l'uomo cammina. Cammina con giri vizios i e su sabbie mobili, ma cammina. L autoritario pretende guidarlo. Il razionalista pretende sapere quale sia la sua meta. L'irrazionalista non ha queste presunzio ni, ma è certo che l'uomo cammina verso una cima". "Che cosa importano i limiti del progresso? Se pensassi che Saturno sta perdendo i suoi anelli e inducessi che una catastrofe è prossima per il nostro mondo, cont inuerei questo articolo. Tutti i martiri, tutti gli eroismi, tutte le rivoluzion i: tutto questo potrà un giorno essere annientato. La nostra civiltà può diventare una città morta, un enorme necropoli silente, spersa in un paesaggio lunare. Che cosa i mporta? Gli uomini possono diventare, divenuti sani, degli stupidi. Possono, raf finatisi, soffrire maggiormente. Forse, ma non lo so. Le malattie possono avere un proprio ruolo nell'economia de llo spirito, ma la salute umana è forse un economia di malattie. L'uomo può forse, olt repassando certi limiti del dolore, giungere ad uno stato euforico. Tutto mi par e possibile e niente certo. Io non pretendo fabbricare la giustizia perché non pre tendo possedere la verità: quindi sarò per la libertà, che è la giustizia in marcia. Leopardi intoni pure il suo Canto notturno: Di tanto adoprar, di tanti moti D ogni celeste, ogni terrena cosa, Girando senza posa, Per tornar sempre là donde son mosse; Uso alcun, alcun frutto Indovinar non so . Chi può affermare che l'umanità marci verso un domani che la riconduca al passato? L 'uomo è stazionario come gli animali: proclama Rensi, ed io, di rimando: che cosa prova che gli animali siano stazionari? «Il ragno tesse la sua tela come ai tempi di Platone» dice lo scettico. Io l investo: «Pessimista! Mostrami una tela tessuta tra il 429 e il 327 avanti Cristo!» Ogni volta che lo scettico vuole illustrare lo scetticismo diventa una razionali sta sentenzioso, sillogistico, aprioristico. Invece dei castori ti mostra i cont emporanei di Alcibiade; e ne parla come se ne fosse concittadino. L irrazionalista non cade in questi assurdi. Non nega il progresso bensì il fanatism o del progresso, che è la concezione unilaterale del benessere umano. Non nega la giustizia, bensì afferma che la giustizia è un farsi e non uno schema da imporre, un letto di Procuste sul quale sdraiare l'umanità! Il razionalista è il Ferrari, quand o formula così l'insegnamento scaturente dalle rivoluzioni d'Italia: «Uscite dal dubbio, e voi incontrate l'inevitabile fanatismo, la discussione cessa , la guerra comincia... Verità sacre verità profane, voi mi fate fremere: ora pazze, ora immorali, colla plebe chiedete dei pontefici, con i popoli dei settari»". Il razionalismo conduce all'utopismo autoritario, al giacobinismo, alla mistica i ndustrialista. Chi parla di verità proprie e di pregiudizi altrui è incline a soppri mere con la forza le "ragioni" divergenti. E siccome le ragioni pazze non si pos sono correggere, come diceva il Bruno, se non con togliergli via quel capo e pia ntargliene un altro, non essendo gli uomini come le bambole, coloro che son giud icati teste cattive finiscono raccorciati dalla ghigliottina giacobina o dall asci a hitleriana. La pretesa di possedere la verità conduce a tutti gli eccessi autori tari. Uno dei maggiori guai dell'umanità è costituito dal continuo sorgere di uomini , gruppi, partiti che vogliono farla felice di una determinata felicità: quella as cetica, quella epicurea, quella collettiva, quella comunista, ecc . "La Città del sole dei filantropi autoritari è una specie di enorme gabbia dorata ne lla quale questi maniaci vorrebbero far entrare l'intera umanità. Perché il panico è b en razionato, l'acqua spesso mutata e vi è un bello specchio non riescono a capire perché questi uccellacci caparbi non fanno ressa agli sportelli, e nella smania d i farli felici li abbrancano e li ficcano dentro in sì malo modo che i più ne restan o con una zampa storpiata o con un ala malconcia". "Per strappare all'inferno i peccatori, dei pietosi inquisitori, come il Cardina l Borromeo, li arrostirono vivi; per restaurare le repubblicane virtù, i piagnoni bastonavano i gaudenti e il Savonarola, se fosse rimasto duce in Firenze, avrebb e finito per fare da Calvino a qualche Servet. Da Robespierre a Stalin, i dittat ori rossi restaurano l'Inquisizione per il bene della nazione. L'emancipazione d el popolo condotta con criteri faraonici da Stalin è la pratica della concezione f ordista-leninista del socialismo, come la ghigliottina e il tribunale di Salute Pubblica fu la pratica del razionalismo dell'Enciclopedia e del socialismo «sparta no» degli Utopisti".