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Data
3
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Pagina
Foglio 1
Q
sto a noi giunto in cui scrive in prima
Siracusa? Partì veramente
persona.Filippo Forcignanò ha cu-
tre volte per la Sicilia? Evi-
rato una nuova traduzione con greco
tiamo questioni filologi-
a fronte,chiara e circostanziata in-
che per ricordare che le fonti a no-
troduzione,utile commento.Un la-
stra disposizione parlano disue visi-
voro degno dilode che presenta a un
te in Egitto,a Cirene,a Megara,nel-
pubblico,non solo di specialisti,uno
l'Italia meridionale e, appunto, in
scritto considerato autentico dalla
Sicilia.Le odissee culturali sono par-
critica più autorevole.In esso si co-
te costituente delle biografie deifi-
glie la speranza che accompagnò
losofi antichi.Certo,c'è il silenzio di
Platone «di attuare i miei pensieri
Aristotele,dei suoi scritti a noi per-
sulle leggi e sul governo», perché
venuti; tuttavia, già nell'antichità
«quello era il momento di provare».
non furono messi in dubbio tali iti-
Il testo greco che Forcignanò ha
nerari. Anzi, come scrive Filippo
scelto è sostanzialmente quello di
Forcignanò, «la tendenza più pru- Moore-Blunt(Tebner),anche se ha
dente nella storiografia contempo- tenuto conto di Burnet(Oxford)e di
ranea è di ritenere sostanzialmente
Souilhé(Belles Lettres);comunque
affidabili le informazioni circa i
ha accolto anche altre lezioni,testi-
viaggi in Sicilia e plausibile quello
moniate dalla critica,e le ha elencate
che racconta la Settima lettera».
alle pagine 61 e 62.
Già,la Settima lettera: delle tredici
Il rumeno Vintila Horia scrisse nel
a noi pervenute sotto il nome di Pla-
1964 un romanzo intitolato La setti-
tone,è quella ricca di dati e la più fa-
ma lettera.In esso ripercorreva il so-
scinosa. Stando alle notizie perve- gno di Platone nel costruire la città
nuteci,ilfilosofo si recò la prima vol- ideale. Può essere utile per leggere
ta a Siracusa nel388 a.C.,quando ti- con più dolce prospettiva quanto è
ranno era Dionisio I. Il viaggio non stato accennato.Oppure è possibile
avrebbe avuto fini politici particola- intravedere la speranza che maipre-
ri, ma con buone probabilità il pen- seforma anche nelfinale dellibro IX
satore era interessato ai circoli pita- della Repubblica,dove Platone parla
gorici attivi a Taranto,cittàin cui co- di un «modello fissato nei cieli per
nobbe Archita(Eudemo da Rodirife- chiunque voglia vederlo».Che esso
risce che concepiva l'universo esista o no,è cosa priva d'importan-
infinito). Dionisio I e Platone s'in- za,poiché - asserisce - quello è il solo Caffascinante storia di «pi greco"
contrano, discutono e, stando a Stato nella politica di cui un vero fi-
quanto scrive Plutarco nelle Vite, losofo possa mai considerarsi parte.
parlano di virtù. RIPR^O[.)J21pNc. RISERVATA
Alla morte del tiranno, il potere
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