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Stato e Diritto Nel Giovane Hegel

Studio sulla genesi illuministica della filosofia giuridica e politica di Hegel

Padova: Pubblicazioni della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Padova - 1958


a mia madre

Proprheta letteraria riservata

@ ~ Copyright 1958 by CEDAM - Padova

« Nella inia formazione scienti[lca che è partita dai bisogni


subordinati dell'uo1no, io ho dovuto esser sospinto verso la
Scienza, ed il 1nio ideale giovanile ha poi dovuto prendere
fonna riflessiva, vale a dire 1nutarsi in Sisten1a; 1ni chiedo
ora, nzentre sono ancora ilnpegnato in questo lavoro, quale
sia la via per tornare ad influire sulla vita degli uo111ini )).
(G. W. F. f-IEGEL, Brief an Schelling, 2-11-1800)
Stampato in Italia - Pr'ttnted in Italy

TIPOGRAFIA S.A.G.A. - PADOVA - VIA CARLO CASSAN, 5 A


INDICE

lNTRODUZIOJ\.1E
Pag.

CAPITOLO PRIMO - L'an1biente illuministico.

1. Caratteristiche generali
Pag. 17
2. Il problema del giusnaturalismo tedesco
3. Il significato dello Sturm und Drang
» 23
» 29
4. L'ideale neoclassico e la concezione umanistica dello stato
» 34
5. L'evolversi della coscienza st0rica e il concetto di stato popolare
6. L'epoca del tardo diritto naturale
» 39
7. Conclusione » 46
» 56

CAPITOLO SECONDO - La formazione hegeliana nel periodo di Stuttgart e


Tii.bingen: il te1na «libertà e amore».

1. A contatto con la cultura illuministica


Pag. 59
2. Carattere e metodo dcl giovane Hegel
» 65
3, Il problema dcl circolo di Tubinga
» 68
4. Significato e limiti dell'influenza religiosa, in particolare pietistica » 76
5. Centralità della considerazione dell'entusiasmo hegeliano per la ri-
voluzione francese nello studio della sua evoluzione giovanile » 85
6. Il ripensamento della filosofia kantiana ed il nuovo concetto di uomo » 93
7. La nozione di spirito popolare e la volontà generale nel concetto
hegeliano di società
8. Il Tilbinger Fragment
» 101
» 110
9. Conclusione: spunti metodici e sostanziali dell'opera hegeliana di
Tubinga .
» 117

CAPITOLO TERZO - Il definirsi dell'originalità speculativa hegeliana e il radi-


calismo democratico nel periodo di precettorato bernese. Libertà e
alienazione.

1. La situazione ambientale
Pag. 123
2. Il problema dell'alienazione
» 127
VIII INDICE

, ·
3. I concetti di re1ig1one e d'I s t a t o popolare come ideali operativi:
la positività nel mondo cristiano Pag, 134
4. I concetti di religione e di stato popolare come ideali operativi:
la positività nella storia universale . . » 146
s. Hegel e Schclling. L'autonomia del pensiero hegeliano » 156
6. Critica del 111 ondo gcr1nanico contemporaneo nel pensiero di He-
gel e di Schelling . · · · · · V l » 168
7. Il tentativo teorico di ricostruzione dello stato popolare. a ore e
limiti dcl procedimento hcgeliano . :. . _ _ "' » 173
8. Conclusione. La crisi del radicalismo politico nel periodo bcrnesv . 181
INTRODUZIONE

CAPITOLO QUARTO _ Dialettica u 1nanistica e dialettica rnetafisica nel pe~­


siero giuridico e politico di Hegel nel periodo di Francoforte. Li- Tre sono le principali direzioni in cui si è svolta l'interpreta-
bertà e destino.
zione del pensiero politico e giuridico dello Hegel (1 ), La prima
1 La nuova situazione culturale: la polemica èont:o la rivoluzione di queste, - prin1a in ordine storico, per q11anto orn1ai si pre-
. francese e la rivendicazione dei diritti della storia . Pag, 189 senti come una costante nell'ambito degli studi hegeliani -, può
2. La nuova situazione culturale: la crisi .d.el!'individualismo nello svi-
luppo della filosofia del diritto del criticismo . » 197 essere qualificata come interpretazione << di destra »: essa spazia
3, e on tinuità della problen1 atica hegeliana nel passaggio da Berna a nella cultura tedesca per piu di un secolo, da quando Karl
Francorte . · · · . ' . '1 . r . IÌ• e. » 204
4. Riepilogo dell'esper~cnza bernese nel commento 1ege iano a op -
Rosenkranz pubblicò la sua apologia di Hegel nazionalista e
ra di J ean J acques Cart . . · · · · .· ,. » 207 prussiano fino, agli ultimi epigoni nazisti (2), Certo, lo stesso
5 L, f dimento del metodo storico e la rielaborazione dell ideale perdurare di tale interpretazione sta a dimostrare che alla sua
. appro on . . d 1 w·· ttemberg 212
di stato popolare nello scritto sulla cost1tuzio~e e. ur . · »
6 Eticità e legalità: separazione kantiana e un1ficaz1one hegeha?a · » 220 base sono esigenze culturali e politiche di non scarso rilievo, e
1: La rivalutazione della positività attraverso l'analisi dell'esperienza infatti l'intera storia della formazione dottrinale del nazionalismo
giuridica e dell'esperienza economica » 229
8. L'idea di destino e lo schema generale di reintegrazione della po-
sitività . · · · · » 237
9. La collcezione metafisica della dialettica nel pensiero hegeliano di (1) Si veda la recente Bibliographie zur politischen Theorie flegels, (di 307 nu-
Francoforte » 248 1neri), a cura di K. GRUNDEn, in appendice (pp. 81-113) a P. RITTE!~, Hegel und die
10. Conclusione. L'ideale di stato popoIare e Ome fondamento della franzOsischen Revolution, in «Arbcitgcmeinschaft fi.ir Forschung des Landes Nord-
concezione um::1nistica della dialettica » 258 rhein-Wcstfalen;>, H. 63, Colonia e Opladen, 1957. Questa bibliografia comprende le
opere apparse tra il 1905 (da cui data, con il lavoro di Dilthey, il rinnovamento
degli studi hegcliani) a tutto il maggio 1957; alla letteratura è aggiunta una nota
sulle edizioni degli scritti politici dello Hegel. Come tutte le bibliografie settoriali,
CONSIDERAZIONI FINALI Pag. 268 anche questa presenta il fianco a notevoli critiche, tuttavia ci sembra molto utile,
soprattutto per chi voglia affrontare ricerche sui temi: hegelismo-nazismo e hege-
Iismo-marxismo (da questo punto di vista la bibliografia seinbra esauriente).
2
( ) L'interpretazione nazionalis1ica del pensiero politico dello Hegcl ha una
INDICE DEI N0~1T . Pag, 281
storia quanto mai complessa, che spazia nella cultura tedesca per un secolo: dal-
l'opera di RosENKRANZ a quella di KosTLIN (del 1870), all'Einfiihrung in Hegels Rechts-
philosophie, di J. BINDER, M. BUSSE e K. LARENZ del 1931 (Berlino), alle rivendica-
zioni di Hegel al nazismo: cfr. G. DULCKEIT, Hegel und der preussische Staat, in
«Zeitschrift fUr deutsche Kulturphilosophie», II, 1936, pp. 63-77; Rechtsbegriff uhd
Rechtsgestalt, Untersuchungen zu Hegels Philosophie des Rechts und ihrer Gegen-
wartsbedeutung, Berlino, 1936; T. I-IAERING, Hegels Lehre van Staat und Recht. Ihre
Entivicklung und ihre Bedeutung fiir die Gegenwart, Stoccarda, 1940; K, LARTINZ,
flegelianis11n1s und preussische Staatsidee, Amburgo, 1940, cui si rimanda per ul-
teriore bibliografia sulle opere di BT!\TDER, SCHMITT, I-IDBI:m, ecc.

1. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


_ILQ

INTRODUZIONE INTRODUZIONE
2 3

bbe considerarsi filtrata nei termini problematici tuarsi quando, per quella sorta di nemesi che è stata propria dei
tedesco potre . . e el si disse, in generale concede, con
delle scuole hegeliane '. H_ ~ al'1 tato determina per esso nuovi nazionalismi occidentali del secolo scorso, le giuste rivendicazioni
· nuova d1gmta o s ' d nazionali cominciarono a dilatarsi ed il nazionalismo assunse, man
la sua teona, 1 tradizione atomistica e
. . funzioni interrompe a mano che si consolidava all'interno, le minacciose sembianze del-
comp1t1 e nuove . ' . del liberalismo, per fissare
individualistica del gmsnatur~lismod'e . one una potente idealità l'imperialismo all'esterno. In queste circostanze, all'inizio del se-
. . d' . d . fine determmato i az1 ' colo, la filosofia hegeliana riapparve sulla scena e cominciarono a
agli m ivi m un . . . mana da compiere al
d . na specifica rn1ss1one u configurarsi i precisi contorni dell'interpretazione di destra, come
storica a servire, u 11 . part1'colare poi si aggiunse,
't' 1 e 0 stato· in ' noi ora la riconosciamo. Da profeta dell'unità tedesca Hegel si tra-
servizio della comum a I . ' . della Prussia, ha sentito
1h mpreso la vocaz10ne stonca d sformò in profeta della missione universale del popolo tedesco,
Hege a co rgenza il . probl e1na d e ll'unità nazionale tedesca e ,
da interprete dell'esigenza di uno stato forte per sostenere e ren-
con estrema u . . h lo un forte stato puo
. t" i suoi co1npatr1ot1 e e so dere possibile l'unificazione divenne l'assertore della politica di
ha reso coscien 1 . l' . d ll'unificazione della Ger-
'ne il compito po itico e potenza nei rapporti internazionali; e se anche di Hegel si potrebbe
condurre a termi. . . l' lteriore compito, questa volta
. uò quindi assumersi u , ripetere quanto il Meinecke scrisse dell'opera di Bismarck - che
marna e P . . 1 coscienza nazionale. E non puo
di carattere etico, di umficare a . nel!' opera di cioè la sua sintesi risolutiva e unificatrice era pericolosamente ca-
. h r . di turno riconoscessero
stupire eh~ gli e.ge rn~i della concezione storico universale di
rica di termini equivoci - , p11re in q11esta innovazione dell'inter-
Bismarck il compimen o pretazione del suo pensiero si trascorse oltre ogni limite, e nel
nuovo ambiente culturale, nell'ansia di rispondere ai nuovi biso-
Hegel. . t . la vicenda del!' unificazione,
Era inevitabil~ che, compm :::ero hegeliano subisse per un gni, persino il fondamento idealistico della dottrina hegeliana andò
l'interpretazione di destra ~e! ped" t esse nell'opinione culturale curiosamente assumendo tinte positivistiche, organicistiche e la con-
. orta di fless10ne m er
trenten1110 t1na 5 . he in essa si era cezione etica dello stato venne a sostenere le più recenti aberra-
t t . fatti la conness10ne c zioni razziste dello stato totalitario nazista.
tedesca : tale era s a a m . . · le che l' adem-
·1 di u111ficaz10ne naz10na ' A questo processo, piuttosto esteriore, corrispose il parallelo
voluta vedere con I processo b ovare l'esaurimento della
d. l· mpito sem rava ora pr sviluppo dell'analisi del pensiero hegeliano nei suoi presupposti
pimento i que co . . Il fil fia E paradossalmente si
. l't' . d ologica di que a oso . propriamente teoretici. Ed in particolare fu oggetto di indagine il
potenzia i a i e . f d 11 filosofia hegeliana sia
bb d' he la successiva ortuna e a problema del rapporto dialettico tra individuo e totalità, vale a
potre e ire c . . ll"nterno dello stato unificato te-
in fondo dipesa da~ :rn~panl:;· : \ociali e culturali difficilmente dire il problema dialettico come tale, che, nei termini interpreta-
d di contraddiz10111 po i ic e, 1 d t tivi della destra, può anche dirsi il problema della manifestazione
esco, . . . . do che si offri l'occasione per rin11ovare e o -
compomb1li, di .mo. . d' t no alle strutture totalitarie del dell'Assoluto nelle singole posizioni storiche. Con questa definizione
trine hegeliane m funz10ne i sos eg . t he già nel Ri- abbiamo d'altronde già definito l'angolo visuale di tali interpre-
Reich. Un insigne s.toric~ tfedescuonah~ergigc;::ios;~~v:l~nza dei nuovi tazioni: il rapporto triadico di opposizione che si conclude nella
· tern1an1co v1 u « ·
sorgimen sintesi logica veniva cioè inteso come processo di rivelazione di
. a·o g . .
e d1 naz1011e}} e c1e
l tale pericoloso nazionali-
concetti i potenza . e venne oltremodo accentuato, appena un contenuto metafisico e la sintesi, - o, meglio, l'assoluta sin-
smo, allora solamente m nucl '. ·1· . prussiano le cui « indub- tesi - , assumeva in tutto il procedimento una precisa primalità
. d 1 d · · 0 de mi itansmo '
più tardi, a pre omi.m d ltresi « tutti i mali impulsi logica. Conseguentemente tra il polo dell'individualità e quello
b . alte qualità morali ,, nascon evano a t
ie . . (3) . e queste · l't'
potenzia ' a no n potevano non a - della totalità entro cui si determina la relazione dialettica, l'accen-
e le maIe pass1on1 » ,
to cadeva decisamente sul secondo: al totalitarismo politico se-
(3) F. MEINECKE, Die deutsche l(atastrophe, Wiesbaden, 1946, p. 25 e p. 27. guiva il totalitarismo metafisico, e come lo stato, nuovo Leviatano,
INTRODUZIONE INTRODUZIONE 5
4

si spostava oltre l'orizzonte del potere dei soggetti, cosi l'Assoluto sposta dal rapporto dialettico che lega diritto e stato ad un rap-
metafisico si situava oltre i termini dello stesso procedimento lo- porto di identità. Lo stato, si sostiene, non nasce dalla connessione
gico. La qualifica di irrazionalismo veniva a tal punto, coerente- che si stende «i.nter homines» ma invece si organizza «in interiore
mente, attribuita alla speculazione hegeliana ed ovviamente alla homine»: esiste perciò la possibilità di dedurre gli aspetti eteronomi
sua origine si rintracciava110 motivi mistici e teologici (4). del diritto dall'interiorità dell'atto spirituale, e conseguentemente
Ma forse la piu lucida teorizzazione di questa prospettiva in- il diritto rappresenta nella sfera dell'attività pratica la manifesta-
terpretativa è stata offerta, piu che dai teorici tedeschi, prigionieri zione oggettiva di un'unitaria volontà etica, quella stessa che, nel
dell'equivoco Jdealrealismus romantico, in Italia da Giovanni Gen- suo momento assoluto, costituisce lo stato. In tale prospettiva la
tile. Qui l'accostamento del motivo mistico spiritualistico e di quello statualità del diritto è dogma indiscutibile, lo stato esplica una
politico totalitario, la riduzione del procedimento dialettico ad una funzione metafisica che garantisce in assoluto la validità del diritto
radice metafisica unitaria sono condotte fino alle estreme conse- positivo: e se il valore etico dello stato comprova il valore etico
guenze, valendo perciò ad esplicitare nella più intima natura an- del diritto, la distinzione tra le due sfere non è che un dato effimero,
che le intuizioni della teoria germanica. Non a caso si è voluto ve- seppur necessario, oltre cui l'aristocratica coscienza dell'interprete
dere nella filosofia gentiliana, da parte di non benevoli ma acuti della destra sa mettere in risalto l'unità originaria. Inoltre il di-
critici, la più coerente riduzione all'assurdo dello stesso immanen- ritto soggettivo non ha piu alcuna garanzia di autonoma sussisten-
tismo hegeliano (5) ; non si può negare tuttavia che proprio questa za: lo stato non lo tutela ma lo fonda, intendendolo non come mo-
distruzione del panlogismo hegeliano contenga altresi un motivo del mento in sé, ma come funzione della sua volontà. Insomma la ri-
tutto positivo, consistente nel recupero dell'attivismo romantico duzione all'unità è spinta fino alle sue ultime conseguenze logiche:
ed esprime, nella prospettiva storica dello sviluppo della filosofia individuo, diritto, stato non sono che espressioni diverse di uno
idealistica, un suggestivo ritorno al primato kantiano e fichtiano stesso contenuto unitario, di una totalità onnicomprensiva che la
della ragion pratica. dialettica non costituisce ma rivela.
Quanto al diritto, caratteristica di questa interpretazione è la L'interpretazione della destra non si sviluppò senza provocare
precisa relazione stabilita tra diritto e stato, tra legalità ed eticità. forti reazioni. Già al Rosenkranz si opponeva Rudolf Haym con
Che ciò fosse già in Hegel palese, non è discutibile; è tuttavia ri- quel famoso pamphlet, in cui si denunciava il carattere reazionario
levabile che nel caso dell'interpretazione della destra l'accento si dell'interpretazione di destra e si faceva risalire allo Hegel la re-
sponsabilità della direzione assunta dalla scuola (6 ). La polemica si
trascinò quindi per anni tra «vecchi>} e «giovani» liberali, cioè tra
(4) « Hegel ist ohne Zweifel der grOsste Irrationalist, den die Geschichte der i nazionalisti sostenitori della politica di Bismarck e le pallide
Philosophie kennt », R. l(RONER, Van I<.ant bis Hegel, vol. II, Tubinga, 1924, p. 271. Le
altre due fondamentali opere che ressero l'interpretazione irrazionalistica di Hegel
furono: M. B. FosTER, Die Geschichte als Schicksal des Geistes in der Hegelschen (6) Non si può infatti negare che l'insegnamento berlinese dello !{egei fosse quan-
Philosophie, Tubinga, 1929, e H. GLOCKNER, Iiegel, I val.: Die Voraussetzungen der to mai equivoco: famoso è a questo proposito il caso della pubblicazione, a Ber-
Hegelschen Philosophie, Stoccarda, 1929, II vol.: Entwicldung und Schicksal der lino nel 1829, del Grundbegriff Preussischer Staats- und Rechtsgeschichte di F. SITZE,
Hegelschen Phi!osophie, ibid., 1940. In genere sugli sviluppi del Neuhegelianisn1us, un hegeliano che deduce la storia prussiana secondo schemi triadici: Austria, Prussia
cfr. W. MooG, Hegel und die hegelsche Schule, Monaco, 1931, e R. KRONEl~, Hegel. Zu1n e paesi slavi son la trinità, l'Impero tedesco la coscienza dell'Europa e la Prussia
lUU. Todestag, Tubinga, 1932. l'autocoscienza, ecc. Eppure Hegel non sentiva il bisogno di intervenire a dissipare
(5) Cosi soprattutto da parte di U. SPIRITO, soprattutto nelle Note sul pensiero gli equivoci, neppure quando tali idee erano anche a lui attribuite: cfr. P. RITTER,
di Giovanni Gentile, Firenze, 1954, e da parte dei critici neoscolastici (in partico- op. cit., p. 49. Si veda poi F. EPHRAIM (Untersuchungen iiber den Freiheitsbegriff in
lare dal BoNTADJNI); quanto all'interpretazione romantica dcl pensiero di Gentile seiner Jugendarbeiten, Berlino, 1929) che ha segnato con molta accuratezza (a p.
essa fu soprattutto espressa da A. TlLGHER (La pole1nica Croce - Gentile, in « Rasse- 112) i luoghi dei testi hegeliani in cui gli storici della filosofia hanno riconosciuto
gna contemporanea», 1914, pp. 327-331). l'inesistenza di un concetto di libertà individuale.
6 INTRODUZIONE
INTRODUZIONE 7

schiere di intellettuali avversari, senza grande fortuna per questi al flusso della storicità. Ma malgrado tale attenzione alla demeta-
ultimi se è vero che la figurazione dello Hegel nazionalista venne fisicizzazione della concezione dialettica, - o meglio in forza di
canonizzata nel nuovo Reich. Perché il problema dell'esistenza e ciò - , il dialettismo crociano veniva a svolgersi su due piani di-
della consistenza dell'idea di libertà nella filosofia hegeliana si ri- versi e da un lato si configurava come sviluppo storico di positività
proponesse, fu necessario attendere il rinnovarsi dell'interesse sto- autonome, dall'altro emergeva come linea ideale di svolgimento tra
riografico per lo Hegel, databile, come s'è detto, dall'inizio del no- valore e disvalore. Storia e storia eterna, umanesimo e teleologia
stro secolo. La Hegelsrenaissance, cioè lo sforzo di ricostruzione erano cosi posti in rapporto antinomico e l'estremo sforzo per
storica dcl pensiero hegeliano fuori dai triti termini della polemica eliminare i presupposti metafisici della concezione hegeliana si ri-
della scuola, si intrecciò allora con le elaborazioni teoriche dei neo- solveva nella contraddizione (S).
hegeliani, e da parte di alcuni si fece centro, nel corso della rein- L'antinomia sopra rivelata, riguardante la concezione dialettica,
terpretazione, sull'idea di libertà. Convinti che il carattere totali- si rispecchia altresi nella speculazione sul diritto e sullo stato. Per
tario che Hegel attribuisce allo stato rappresenti una contraddi- quanto atteneva al problema dello stato infatti, il pensiero cro-
zione nella dottrina dello spirito etico, e che non nello stato, ma ciano subi, nella sua evoluzione, vicende alterne: da una primitiva
nella società civile debbasi vedere la pienezza del processo dialettico, rèlativizzazione dell'idea di stato - in piena coerenza con la tra-
questi interpreti considerano elemento peculiare della concezione dizione liberale - , egli passò man mano ad una visione pili positiva,
politica e giuridica dello Hegel l'espressione della libertà dei sog- laddove lo stato era considerato garante dello sviluppo della libertà
getti nella società civile; ma tale concezione, essi aggiungevano, dei soggetti. Ne seguiva, in un primo momento, l'assoluta distin-
risulterebbe affatto falsata, qualora si accettasse quel rigido statua- zione del diritto dallo stato, mentre, nel secondo momento, il di-
lismo che sembra successivamente qualificare la teoria hegeliana e ritto veniva vieppiu avvicinato alla politica, attraverso la media-
che necessariamente conclude nella negazione della stessa libertà. zione dell'idealità morale; in primo tempo insomma il diritto era
Questi interpreti si propongono quindi un paziente lavoro di rico- inteso nei ter1nini di una concezione societaria definita dalla cate-
1

struzione, partendo ·dall'idea di libertà, attenti a contenere la raf- goria economica, mentre in secondo tempo poteva sembrare accen-
figurazione del processo dialettico nei limiti della tradizione del tuata una certa attenzione alla tutela che sul diritto lo stato deve
pensiero individualistico e liberale ( 7 ). esercitare (9 ).
La posizione assunta da Benedetto Croce nell'ambito dell'in- È chiaro dunque che anche alla base della interpretazione
terpretazione liberale del pensiero di Hegel è particolarmente si- liberale del pensiero di Hegel stanno dei motivi ermeneutici e delle
gnificativa. Egli dimostra di intendere il procedimento dialettico condizioni storiche ben determinate : in particolare una rielabora-
essenzialmente come strumento logico, escludendo, nei limiti del zione della concezione dialettica in funzione essenzialmente meto-
suo storicismo, ogni implicazione metafisica; allo Hegel rimprovera dica, - ed è questo motivo che rivela una prospettiva individua-
appunto di aver materializzato, di aver racchiuso in astratte for- listica e quindi una considerazione relativistica della realtà dello
mule sociologiche il circolo ideale dell'attuazione della libertà; alla stato - , mentre d'altro lato, certo in relazione a particolari con-
dialettica materializzata e rigida della filosofia della storia egli vuo- dizioni storiche e, per quanto riguarda Croce, alle esigenze di lotta
le dunque sostituire una concezione dialettica quanto mai aderente
8
( ) Soprattutto S. ZEPPI (Studi crociani, Trieste, 1956) ha posto chiaramente in
luce l'emergenza di queste due «aniine» nella concezione crociana.
(7) Per tutti si rimanda alle argomentazioni di B. CROCE, in particolare nelle 9
( ) Ancora S. ZEPPI ha chiarito ncll'op. cit. questo tema, ma con troppa insi-
pagine dedicate al concetto di stato etico in Hegel, negli Elen1enti di politica, Bari, stenza, come ha ben rilevato N. BoBBIO nella recensione del lavoro sulla «Rivista
1925, pp. 72 sgg. di filosofia)>, XLVIII, 1957, I, pp. 92-95.
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE 9
8

realtà e forze storiche, in particolare economiche. In questo qua-


contro il fascismo, riemerge una posizione metafisica, quando si
dro i problemi riguardanti lo stato e il diritto vengono prospettati
proclama ]'assolutezza dell'idea di libertà. Il blocco monolitico del-
dal punto di vista della genesi sociale dell'uno e dell'altro: cade
la filosofia hegeliana, raffigurata nell'interpretazione di destra, viene
perciò lo statualismo della destra, minato da un fondamentale re-
cosi frantumato : se la dialettica si svolgeva infatti tra i due poli
lativismo storico, mentre si accede a quella concezione societaria
dell'individualità e della totalità, nel caso dell'interpretazione di
che è propria anche dell'interpretazione liberale, ma permane l'iden-
destra, è la totalità che trionfa, nell'interpretazione liberale, seb-
tificazione del diritto e dello stato, poiché il diritto non è che
bene con notevoli contraddizioni, è l'individualità.
Ma c'era ancora una possibilità, quella di sviluppare l'inter- espressione dei gruppi dominanti: esso è insomma sovrastruttura
tendenzialmente quindi alienazione, in ogni caso strumento dl
pretazione dell'hegelismo in una prospettiva senz'altro umanistica,
ed in questa direzione procedette fin dall'inizio la critica marxistica. classe. Ma ciò, a parere degli interpreti marxisti, solo fino a quando
la separazione dello stato dalla società civile è una realtà, e quindi
È interessante i1otare che q11esta i11terpretazione, pur essendo im-
mediatamente sollecitata da interessi politici, piu delle altre tra- un presupposto assoluto della raffigurazione del mondo politico,
scura la considerazione del pensiero propriamente politico dello come avviene nella teoria hegelia11a: st1peratasi, nel nlovimento ri-
voluzionario del proletariato, questa frattura, l'idea della giustizia
Hegel. Infatti per gli interpreti della sinistra non c'è dubbio che
il contenuto ideologico del pensiero hegeliano sia essenzialmente si concretizza nella nuova struttura dello stato, la società civile
viene reintrodotta nello stato, o, meglio, lo stato calato nella realtà
reazionario: non tanto su di esso occorre far centro per puntua-
lizzare il significato dell'opera di Hegel, quanto invece sul suo me- economica, culturale e politica della classe sociale; e se il diritto,
come lo stato, nell'ultimo stadio evolutivo del movimento proleta-
todo, sulla dialettica, che, malgrado tutto, rappresenta un effettivo
contributo nel processo di formazione del pensiero progressista. Si rio si annullano, permane tuttavia la giustizia, non piu idea astratta
tratterà poi di decantare i temi metodologici dal contenuto ideologi- per cui combattere ma forma costitutiva dei rapporti sociali.
co, che assumono nella sistematica hegeliana, di rovesciare infine la Al relativismo della polemica rivoluzionaria e della realistica
dialettica, di rimetterla in piedi, epurandola cioè dei motivi mistici critica storica del marxismo si accompagna quindi u11 preciso con-
10
reazionari che nell'originale redazione la caratterizzavano ( ). cetto di giustizia: e se individualità e totalità, vale a dire i due
V'è dunque ali' interno della critica di sinistra la pretesa di poli attorno a cui si erano radicalizzate l'interpretazione liberale e
distinguere un elemento positivo nell'ambito della dialettica hege- q11ella reazionaria, risultano n11ovamente congiunte, pure l'umane-
liana, di escludere quelli negativi e di rielaborare il primo in una simo marxista rinnova nella dialettica materialista quella con-
concreta intuizione della storia, di intendere in definitiva la storia traddizione tra volontà e razionalità, tra libertà e necessità, che
come dialettica tra reazione e progresso: i contenuti del processo già Hegel pretendeva qualificasse il processo storico (H).
dialettico non sono essenze metafisiche o idee astratte, ma concrete

(1o) Cosi, a partire da K. MARX (cfr. Opere filosofiche giovanili, Roma, 1950, pp. Di fronte a cosi diverse interpretazioni e di fronte agli sviluppi
13 sgg.; su cui soprattutto G. CAPOGRASSI, Le glosse di Marx a Flegel, in «Studi anche pratici che sul piano della problematica giuridica e politica
filosofico-giuridici dedicati a G. Del Vecchio)}, vol. I, Modena, 1930, pp. 54-71), la
critica marxista, almeno la pili aperta: G. LUKACS, Der j'unge Hegel, Zurigo e Vien-
della società contemporanea esse hanno avuto, si impongono al-
na, 1948; E. BLOCH, Subjekt-Objekt. Erliiuterungen zu Hegel, Berlino, 1951; F.BBHRENS,
Hegels Okono1nische Auflassungen und Aschauungen, Lipsia, 1952-1953. In genere
sul rapporto tra filosofia marxista e filosofia hegeliana si possono vedere utilment~ (
11
) Si cfr. a questo proposito l'art. cit. di G. CAPOGRASSt e anche E. OPOCHER
gli articoli pubblicati in '«Deutsche Zeitschrift filr Philosophie1), dal 1954 in poi, Il prob~en1a del.la giusti:-ia nel materialismo dialettico, estratto dagli «Atti del Con~
nonché soprattutto J. HYPPOLITE, Etudes sur Marx et Iiegel, Parigi, 1955, in partico.: gresso 1nternaz1onale di filosofia1), Roma, 1947.
]aie pp. 82-105 e 120-141.
INTRODUZIONE INTRODUZIONE 11

cune constatazioni di non scarso rilievo per la comprensione del- nello svolgimento del suo pensiero: Hegel infatti non applica al
l'intera personalità del grande filosofo. diritto ed alla filosofia politica uno schema metafisico 0 rnetodieo
Anzitutto si deve far risaltare la centralità che la filosofia del prefigurato; anzi, la sua metodologia ed in genere tutta la sua filo-
diritto e dello stato ha nel pensiero hegeliano. Questa centralità sofia vengono elaborandosi all'interno dell'analisi dei terni concre-
dipende, da un lato, dallo sviluppo sistematico del procedimento t~mente proposti dall'esperienza. Cosi la filosofia politica e giuri-

dialettico all'interno della problematica dello Hegel, dall'altro, dalla dica dello Hegel costituisce quasi lo specchio della continuità pro-
generale tendenza del suo mondo culturale, in particolare del ro- blematica di illuminismo e di romanticismo.
manticismo, a superare l'individualismo illuministico e a concen- Tenendo ferma la constatazione della centralità della filosofia
trare la sua attenzione sull'oggettività storica, anche se questi mo- del diritto nel pensiero di Hegel, non può stupire allora che le varie
tivi genetici non sono separabili con un taglio netto, poiché il pro- linee interpretative abbiano trovato in essa il punto da cui muo-
cedimento della filosofia hegeliana vive appunto dell'interazione con- vere nella rielaborazione ermeneutica e parimenti il punto discri-
tin11a di essi: sforzo sistematico e condizionamento storico costitui- minante delle diverse valutazioni. Chi infatti insisteva sull' ele-
scono infatti due forze convergenti nel processo formativo dello He- mento della totalità come motivo fondamentale che vale a chia-
gel. La filosofia hegeliana, costruendosi nella pili piena aderenza alla rir'." fa concezione dialettica, teorizzava lo stato totalitario c12);
problematica del tempo, tendeva quindi decisamente all'oggettività chi mvece vedeva nello storicismo e nel polo individualistico
e infatti attraverso la dialettica Hegel cercava la mediazione di della dialettica il tratto caratteristico del procedimento, conclude-
individualità e razionalità, cercava di calare nella particolarità va nell'accettazione dell'ideologia liberale; ed infine chi della dia-
storica l'universalità logica: ma se a questo scopo era rivolta l'in- lettica assumeva la forma logica per svolgerla nei termini di una
dagine, non era proprio il mondo storico del diritto e dello stato nuova i11tuizione storica e per risolvere l'antinoinia tra progresso
che rappresentava la sfera pili adeguata per una tale sintesi? Qui e reazione, poneva perciò stesso il presupposto della dottrina
individualità e totalità si ponevano necessariamente in rapporto dia- socialistica (13).
lettico, e la volontà assumeva forma oggettiva; qui la razionalità
su c11i tanto l ill11minismo aveva insistito, si determinava concre-
1

tamente in un rapporto attivo con le individualità che la sostene- .(") .N ~n s1. con~an? naturalmente le opere indirizzate a respingere il carattere
na~i~nahstico, e poi d1 p~eludio al nazismo, che si è voluto attribuire al pensiero
vano. Il pensiero politico e giuridico doveva cosi permettere allo politico dello Hegel: particolarmente vigorose sono le polemiche di E. TROELTSCH
Hegel di precisare la stessa fondamentale istanza della sua filosofia, Natur;echt.und Htl1nanitii.t in der Weltpolitik, Berlino, 1923; di J. LOwnNSTEIN, He~
gels Staatst~ee; lhr IJ_oppelgesicht und ihre Einfluss iJn XIX Jahrhundert, Berlino,
e raffigurava il momento centrale della speculazione, quasi la sua 1_927, nonche a· z z
1 appassionata opera di R · TRI!VES , La filosofi a t H ege e e nuO've
. .
verifica sperimentale. concezioni
. . tedesche del_ diritto e dello stato , Messr·na , 1935 (su cui· anch e Ia recen-
sione d1 F. LoPEZ DE ONATE, in ((Rivista internazionale di filosofia del diritto)) XVI
La filosofia hegeliana del diritto e dello stato sembra perciò, 19~6, pp. 318-320). Nella più recente letteratura, particolarmente preoccupati 'di re~
da questo punto di vista, raffigurabile come il tentativo di dare spingere. la . grossolana accusa rivolta al pensiero hegeliano di essere progenitore
d.el 1otahta;r1smo moderno sono H. MARCUSE, Reason and Revolution. Hegel and the
risposta sistematica ai problemi suscitati dall'antinomia di indivi- rise of soctal theory, Oxford, 1941 (cfr. II ed. aumentata, Nc\vYork 1954 VII)· E
dualità e razionalità che si era rivelata nel pensiero illuministico WEIL, H_ege_l et l'.Et~t, Pari.gi, 1950, pp. 7 sgg.; ed ora W. KAUFMANN,' Heg~r· Lei:;;nd~
und Wzrklichkeit, __in «Ze1tschrift fiir philosophischc Forschung», x, 1956, 2, pp.
ed il rapporto del giovane Hegel con la cultura dell' illuminismo
191~~26, c~c polc~1zza aspr~mente c~ntro K. POPPER, autore del famoso pamphlet
rappresenta il punto di inserzione antinomico della sua filosofia ant1hegehano The open soctety and its ene1nies Princeton 1950 (ma I · .d
è del 1945). ' ,, a prima e .
con la cultura del tempo. Ed è necessario insistere su questa ori- 13
Ph .. ( ) A questo proposito si veda W. R. BEYER, in un recente lavoro (Zwischen
gine determinata del problema della filosofia hegeliana, poiché ciò anomenologie und Logik. flegel als Redakteur der_ Bamberger Zeitung, Fran-
viene a confermare la centralità della tematica politico giuridica coforte M., 1955, soprattutto pp. 271-276), in cui egli ha affrontato a fondo il
INTRODUZIONE 13
12 INTRODUZIONE

Cosi, malgrado le divergenze, ognuna delle tre interpretazioni tica speculativa, il nucleo del suo inquadramento sistematico, la
scaturigine insomma di tutta la successiva speculazione. E non a
ha serie ragioni per richiamarsi a qualche motivo del pensiero he-
caso, da quando gli scritti giovanili di Hegel furono riportati alla
geliano. Ma nello stesso momento in cui procedono alla sua inno-
luce dal Dilthey e in parte pubblicati da Nohl, son divenuti «il
vazione, tali interpretazioni, radicalizzando i termini entro cui si
cavallo di battaglia» di tutte le interpretazioni hegeliane ( 11 ).
svolse quanto mai fluidamente e vivacemente la filosofia hegeliana
Tuttavia la ricerca si è sviluppata anch'essa seguendo prospet-
del diritto, prevengono ad un punto in cui perdono di vista quello
tive divergenti, di modo che la «querelle,, sull'interpretazione del
che si può ritenere il principale carattere della speculazione hege-
pensiero hegeliano della maturità si è rinnovata a livello dell'indagi-
liana sul diritto e lo stato, vale a dire appunto la ricchezza di mo-
ne sul pensiero giovanile e vale ricordare che ciò è provocato dal
tivi diversi, la sua intuizione della complessità della vita storica,
riflettersi delle diverse posizioni ideologiche sui metodi messi in
la sua apertura alle diverse esigenze che storicamente si manife-
opera per organizzare quei materiali cosi fluidi ed indeterminati
stavano nell'an1bito dello stato moderno. Hegel non chiude mai il che costituiscono la base documentaria della «Jugendgeschichte» di
suo orizzonte teoretico, ma apre e lascia aperto un problema poi- Hegel. In tal modo all'interpretazione storico culturale del Dilthey,
ché, con scrupolo di fenomenologo, non può concludere laddove particolarmente incline a risolvere la figura del giovane Hegel nel
l'esperienza storica gli presentava istanze, problemi, gli tracciava contesto della cultura dell'epoca e su cui d'altronde pesano gra-
compiti, ma non gli offriva alcuna verità definitiva. E qui ritorna, vemente i generali convincimenti filosofici dell'autore ( 15 ), si è op-
a lato dell'indagine storiografica, la consapevolezza che la filosofia posta l'interpretazione dello Haering che ha fatto centro sugli aspet-
del diritto e dello stato di Hegel esprime un problema impostato ti esteriori dell'evoluzione filosofica dello Hegel e ne ha tentato
in termini antinomici, non risolubili, il problema cioè della media- la ricostruzione seguendo criteri meramente filologici ( 16 ); ali' in-
zione di individualità e di razionalità che, come vedremo, è terpretazione di tipo esistenzialistico, che ha riproposto proble-
emerso nel momento in cui l'illun1inis1no entrava in crisi per aprire
il romanticismo.
(1 4 ) Cosi molto bene N. BoBBIO nella Rassegna di studi hegeliani, in <(Belfagon),
V, 1950, pp. 67-80 e 201-222. Come è noto i Theologìsche Jugendschriften di HEGEL
furono pubblicati da H. NoHL nel 1907 (Tubinga}: da allora la pubblicazione degli
Ciò posto, appare evidente la grande importanza che viene ad scritti hegeliani giovanili è andata completandosi soprattutto ad opera di J. HoFF·
avere, per un'esatta interpretazione della filosofia del diritto e dello MEISTER, editore nel 1936 dei Dokun1ente zu Hegels Entwiclclung (Stoccarda} e nel
1952 del I vol. delle Briefe van und an Flegel, 1785-1812 (Amburgo). Sulle edizioni di
stato di Hegel, - come d'altronde per tutto il suo pensiero - , lo
J. Hoffmeister cfr. il recente Zuni Gediichtnis (Gedenkschrift fUr J. Hoffmeìster),
studio della sua «Jugendgeschichte». In essa infatti è possibile co- a cura degli scolari F. NICOLJN e O. POGGELEI~ (Amburgo, 1956), con una bibliografia di
gliere, oltre che l'enuclearsi di problemi prevalentemente svolti 59 numeri. Quanto allo stato dell'edizione delle opere di Hegel cfr. F. NICOLIN, Pro-
Cleme und Stand del' Hegel~Edition, in «Zeitschrift fiir philosophische Forschung>>,
nel periodo della maturità, anche il senso generale di quella tema- XI, 1957, 1, pp. l.16-129, Vi è tuttavia ancora chi nega ogni valore alla Jugendfor-
schung: per es. I. ILJJN, Die Philosophie Hegels als kontemplative Gotteslehre, Ber-
na, 1946, p. 386. A sostegno della nostra tesi cfr. le opere di F. RoSENZWEIG, Hegel und
der Staat, voll. 2, 1\1onaco e Berlino, 1920, tuttora insostituibile, e quelle citate di
problema dell'interpretazione marxista del pensiero hegelian.o, negand? .1~ ,po~sibili­ H. MARCUSE, P. RITTER, E. Wnu, (sul cui carattere si può vedere util1nente F. VALENTTNI,
tà di una duplicazione dell'indagine e sostenendo al contrario la poss1b1hta ~1 qua~ La filosofia francese contemporanea, Milano, 1958, pp. 301~343}.
lificare anche il contenuto della filosofia giovanile di Hegel come progressista. E ( 15) W. DILTI-IEY, Die Jugendgeschichte Hegels (1905}, ora in «Ges. Schr.)), vol.
chiaro che egli si oppone soprattutto a quelle correnti positivistiche che allignano IV, a cura di H. Nonr., Lipsia e Berlino, 1925.
nell'ambito della filosofia marxista, da Engels a Stalin, che ritengono di poter int_e-
(1 6 ) T. L. I-IAERING, Hegel, .sein Wollen und sein Werk, Lipsia, voi., I, 1929, voi.
gralmente liquidare il pensiero hegeliano come idealistico: ultimo insigne esempio
II, 1938. In Italia si è mosso sulla base deila metodologia haeringhiana E. DE NE~
di questo « vulgar Marxisn1us )) è la recente introduzione di L. Col.ETTI alla trad.
GRI, in particolare nella pur ottima Interpretazione di Hegel, Firenze, 1943.
it. dci Quaderni filosofi.ci di V. I. LENIN, Milano, 1958.
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE 15
14
rare intendiamo l'accedere ad un'interpretazione rigorosamente
maticamente i temi già rilevati da Dilthey, in particolare il motivo
storica che prescinda, per quanto possibile, da ogni aprioristico
teologico, insistendo tuttavia sui caratteri formali piuttosto che
condizionamento ideologico; per integrare intendiamo lo spostare,
sui contenuti della speculazione giovanile hegeliana (17 ), si è oppo-
pili decisamente che mai, l'accento sul tema giuridico e politico.
sta la corrente marxista che ha ripreso l'impostazione storico cul-
Il lavoro che segue, vorrebbe appunto costituire un contributo
turale del Dilthey, sviluppandola in chiave economicistica (18 ). E
alla comprensione del pensiero di Hegel, osservando da un lato
come alla base dell'interpretazione diltheyana c' era l'intuizione
questi requisiti metodologici, cercando dall'altro di provare l'ipotesi
vitalistica, ed alla base di quella dello Haering una concezione so-
interpretativa che in questa introduzione è stata enucleata.
stanzialmente irrazionalistica, - perciò l'unico appiglio consistente
offerto all'ermeneutica diviene, in questo infido terreno, la strut-
tura linguistica esterna - , cosi all'origine dell'indagine esistenzia-
listica c'è l'ansia di evidenziare i motivi della polemica hegeliana
contro l'alienazione e della rivendicazione spiritualistica dell'auten-
ticità, ed all'origine di quella marxista l'intenzione di determinare
le circostanze genetiche del procedimento dialettico.
Si ha dunque l'impressione che sui pur importanti contributi
offerti dagli interpreti del pensiero giovanile di Hegel gravi, in
maniera piuttosto consistente, il peso di un'impostazione critica
«costruita a parte». E tale impressione risulta accentuata qualora
si consideri il problema del diritto e dello stato, centrale nel pen-
siero del giovane Hegel, che, laddove non sia stato alquanto trascu-
rato, come dalla maggior parte degli interpreti della destra e di
quelli liberali; s'è inteso in una prospettiva pesantemente ideologica,
come è accaduto alla maggior parte degli interpreti della sinistra:
ed in questo caso ancora si perde di vista l'originalità del procedi-
mento hegeliano, della sua genesi e dei problemi che apre per inten-
dere Hegel solamente come progenitore di una particolare dottrina.
Riconoscendo ciò, non intendia1no certo sminuire l'importanza che
la «Jugendforschung» ebbe ed ha nel campo degli studi hegeliani,
e passar sotto silenzio il valore delle indagini particolari da essa
svolte, di cui anzi ci varremo largamente, ma solamente avvertire
che l'accettazione d'essa porta con sé, a nostro avviso, la necessità
di integrarne e depurarne le prospettive metodologiche. E per depu-

(17) Cfr. J. WAHL, Le nialheur de la conscience dans la philosophie de Hegel,


II ed., Parigi, 1951; I-I. NJEL, De la 1-nediation dans la philosophie de Hegel, Parigi,
1945; e su queste opere cfr. i già cit. BOBBIO e VALENTINI, nonché M. MER.LEAU-PONTY,
L'existentialisme chez Hegel, in <'Les Temps modernes>>, 1946, I, pp. 1311-1319.
( 1 8) Cfr. le già cit. opere di G. LUKACS, E. BLOCII, F. BEHRENS,
CAPITOLO PRIMO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

SOMMARIO: 1. Caratteristiche generali. - 2. Il problema del giusnaturalismo tedeM


sco. - 3. Il significato dello Sturnz und Drang, - 4. L'ideale neoclassico e la con-
cezione umanistica dello stato. - 5. L'evolversi della coscienza storica e il concetto
di stato popolare. - 6. L'epoca del tardo diritto naturale. - 7. Conclusione.

1. -Nei momenti di pili vivace polemica non si è potuto


negare al pensiero dell'Illuminismo il carattere di filosofia pub-
blica: eppure si è preferito dimenticare quell'elemento peculiare
e valutare il pensiero dei Philosophes solamente nella sua forma
tecnica, povera davvero, soprattutto quando il termine di parago-
ne tenuto costantemente presente fosse la doviziosa tematica della
metafisica idealistica e del romanticismo. Cosi, fissando in un
determinato sistema il paradigma della filosofia in generale e
rifiutando lo sforzo di un'analisi interna della cultura dell'età dei
lumi, si è ritenuto di aver liquidata, o, nel migliore dei casi, risolta
nel procedimento dialettico, una filosofia il cui significato poteva
rintracciarsi non tanto nell'apporto di acquisizioni strettamente
tecniche o di nuovi concetti metafisici, quanto nell' aderenza ai
problemi della vita in cui si era instancabilmente svolta. « C'è un
fatto non irrilevante che riguarda i Filosofi, il quale va, per usar
loro giustizia, notato ... : i Filosofi non erano filosofi » ( 1 ). Non lo
erano propriamente, vale a dire in senso professionale, non erano
«chierici», poiché l'Illuminismo stesso si definisce in opposizione
a ciò: esso è non solo un movimento scientifico ma soprattutto

(1) BECKER, C. C., La città celeste dei filosofi settecenteschi, trad. it., Napoli,
1946, p. 28.

2, A. Negri - Stato e diritto net giovane Hegel.


CAPITOLO PRUvlO L'AMBIIlNTE ILLUMINISTICO 19
18

l' espressione pm avanzata e conseguente di quel movimento di nalistico


. non risulta perc10
" immo
· b i 1izzato in una nozione univoca
emancipazione della cultura laica e mondana dal pensiero teologico ma
~
riversato . nel rapporto che costituisce il diritto.
. .
esso enn~~
, 1
dominante le scuole, che si era iniziato con la Rinascenza; si esten- d ~ecessa~1~':1ente richiama l'altro, quello cioè dell'individualità
de a tutti i campi del sapere e dell'agire, ponendo le basi del e e a storic1ta. La dottrina profana del diritto naturale ha alla
pensiero e dell'azione rivoluzionaria che concluderà il secolo ; ed s~~ base l~ convinzione del fondamento razionale ed umano del
al tempo stesso porta al limite estremo le contraddizioni del pen- diritto, ed e appunto in questa convinzione del valore dell'uomo
a~ermata' polemicamente da un lato contro la dommatica teolo'.
2
siero umanistico che costituiva la sua matrice storica ed ideale ( ).
È dunque la «philosophia in plateis» che trionfa nell'Illumi- gica,
I' dal! altro contro l'assolutismo politico ' che s1· e' pouaco-
t t
nismo, un pensiero che si accompagna sempre alla tensione morale g ie~e u'.1a nuo~a forma di religiosità che coagula i singoli elementi
della critica e all'ottimistica certezza della sua forza di realizza- cost1tut1v1 ed imprime al diritto n a t ura1e pro f ano un carattere
zione ; e la filosofia, come nella polis greca, si risolve interamente affatto unitario (4 ).
in fatto culturale. Distruzione del mito, polemica contro la rive- . Infatti solo tale elemento religioso, o almeno entusiastico
lazione, ricerca di un ordine puramente razionale del mondo, e di ritrovato nella tematica giusnaturalistica poteva da un 1 t . '
conseguenza una visione generalmente immanentistica, - anche g enerare l'e flì cacia· 1'deo1ogica e rivoluzionar
' a o· m-
1'a di' que1 pensiero
d' 1 1
se non coerente e talvolta neppure espressa - , cui corrispondeva e a tro ato coprire la contraddizione teorica che la eone . '
d 1 d' · ez10ne
l'affermazione del primato della ragion pratica sulla teoretica, - e . iritto naturale. recava
. , in sé.
' poich, 'l h
e I rapporto e e s1 de- .
anche se tale primato solo nell'ultimo e più grande illuminista termma tra raz10nahta ed individualità nell'ambito d 1 .
t J' , d' . . , e gmsna-
doveva trovare un'adeguata teorizzazione. E accanto a questi mo- ura ismo e ant1tes1 e 1 emancipazione dell'individualità si af-
tivi, che costituiscono la tonalità generale della cultura illumini- ferma attraverso la posizione del diritto astratto, che pure si con-
stica, un contenuto di specifiche conquiste tecniche, nella politica,
nel diritto, nella storiografia, e nell'estetica, nella psicologia, nella
Weltanschauung und Analyse des Menschen seit Re .
fenomenologia religiosa, nel!' etica, nella scienza dei costumi. La Abhandlungen zur Geschichte der Ph'l h' naissance und Reforination,
l osop te und Religi
dc1 <:Gesam~elte Sc~riftenl), Lipsia e Berlino, 1914.

on, contenuta nel val. II
scienza dev'essere usata a fini di utilità sociale, la teoria verificata
( ) Sugh elementi un1anistici ha insistito E C
nella prassi, cosicché tra scienza e storia si stabilisce un nesso di des Naturrechts, in <(Zeitschrift flir Rechts h'1 . h~ss~RTIR, Vo111 Wesen und Werden
1934, pp, 1-27, in particolare pp. 5-6. sugli ~l~;_:~~i ie ;.n _Le?re und Praxis)), VI, 1932-
continuità, innervato dalla fede nel progresso indefinito dell'uma- religiosità rappresentata dal dr'rr'tt'o t 1 re 1g1os1 e sulla nuova forma di
na ura e profano E TROE D .
chrtstltche Naturrecht und da~· in 0 d f · ~ ' ·
• • e
nità mediante la ragione. . · erne pro ane Naturrecht in «G
'LTSCI-I, as stoisch-
S h
Il concetto di Ragione è il perno dell'intera cultura illumini- Iv , c1t., pp. 166-191 in part pp 188 _ , es. e r,)), voi.
A. PASSERIN n'ENnilivEs, Il ~onc~tto ;ig~i~i;u quest'opera _l'i~portantc commento di
stica e costituisce il motore di tutto il suo sviluppo: concetto di condo E. Troeltsch, in «Atti della R- A dto 1:1-aturale cr.istiano. e la sua storia se-
ragione che tuttavia non è inteso come astratta nozione ma che, 1926 (30 maggio) PJ) 664 70' r'n . t'. clca em1a delle Scienze d1 Torino)), val. LVI
' · - .,., par 1co are p 696 sag I H '
das Naturrecht, in « Vortragc und S h . d. D "" " e anc le .. MITTEIS, Ueber
attraverso la mediazione dell'umanesimo rinascimentale e stoico, . e rt 11en er eutschen Al d · d ·
zu Berhn1J, fase. 26, 1948. Sull'elemcnt . _. . . ~a. em1c . W1ssensch.
si risolve nel concetto di diritto razionale (3 ). L'assolutismo razio- ne~la loro bellissima opera Dialekt~kn1~~~0 :~;J~~ns1ero illu~1n1sti~o hanno insistito
Frtedrich Pollock zuni 50 Geburtsta A d ' rung (Phtlosophische Frag1nente.
N_o: pur non conilividendo lo spirf~o :~:;al~md:!i~7) M .. HoRI~HEIMER e T. W. AD0R-
(2) Cfr. DILTIIEY, W., Die Achtzehnte Jahrhundert und die geschichtliche Welt,
r1portarne alcuni passi: «Wie die Mythen schon ~.dag1ne ci .sembra opportuno
AufklEirung mit jedcm ihrer Scl1r'tt t' f . h ~ufklarung vo.1lz1ehen, so verstrickt
in «Gcsammclte Schriften)J, vol. III, Berlino, 1927, pp. 209-268; TROELTSCH, E., Die Auf" . I e Ie ·er SIC 1n Mythol . ( 22 .
zip der Immanenz der Erklar . d G Ogiel> P. · ), <( Das Pr1n-
kliirung, in «Gesammelte Schriften)), vol. IV, Tuhinga, 1925, pp. 338-374, in particolare .. ' ung JC en eschehens als w· d l 1 .
pp. 338-340; CASSIREH, E., Die Philosophie der Aufkliirung, Tubinga, 1932; WUNDT, MAX, Aufklarung wider die mythische E" b'l l 1c er10 ung, das die
sclber » (p. 23), (( AufkHi.rung ist die ~:d:l e t:ngs craf; - vertritt, . ist das des Mythos
1
Die deutsche Philosophie ini Zeitalter der Aufkliirung, in « Zeitschrift fi.i.r dcutschc
Im_manenz des Positivismus ihr letztcs p~~~u~~w·o~ e~~ myth1schc Ang~t. Di~ reine
I<ulturphilosophie1>, II, 1936, pp. 225-250. un1versales Tabu >> (p. 27) etc. ' lS nic ts andcres als ein gle1chsam
(3) Questo concetto è il leit-n1otiv della fonda1nentalc opera di WILHELM DILTHEY,
20 CAPITOLO PRIMO L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
21
trappone alla storicità e la nega (5 );
in altri termini, quell'assolu- a~che il sentimento nazionale si manifestasse, nel mi [' d . .
tezza razionale che si rapporta all'individualità nel momento della c10 rivelava un atteggiamento di protesta nei riguar~/';:ila e~ ca~I
fondazione del diritto, riacquista autonomia ed univocità quando nante cultura francese (7) . omI-
venga situata nella prospettiva della considerazione teorica, e tra- nella proclamazione di " ~n
t . d. .
o::,:;:o
~i m~ssI·m·o poteva consistere
pr111cipI astratti senza con
scendenza qualora sia comparata all'indefinito sviluppo della sto- enuto 111 1v1duale '" di una " teoria dell . . nazionale
'.
. . . a sovran1ta con--
ria. Il paradosso della volontà che sostiene il pensiero rivoluzio- cepI. ta 111 mamera affatto formalistica ,, (B) Ten t
f d · . · u a presente tale
nario, si trasformava nell' antinomia teoretica non risolvibile e P ro on a ant111omrn che percorreva il ensi !' .
drammatica di pensiero riflesso e di storicità. accentuata dall'incapacità di o P . ero .po It1co tedesco,
. . p rre una quals1vogha mediazione tra
Quando poi la dialettica storica non fosse radicalizzata dal
~=:~~~~i~e s:~ria,. tra razionalità ed individualità, risultava altresi
prepotente avanzarsi della borghesia e dall'ostinata resistenza del-
nomici fi e. SI pr~cedesse ~Ila radicalizzazione dei termini anti-
l'ancien régime, ma uno spirito di paternalistico riformismo per- n qm consideratI: c1 troviamo cosi di f t d .
corresse le strutture sociali come avveniva in Germania; qt1ando che trag d 11' 1 b ron e a auton
gono. h a .e a orazione del concetto d'I 111 . d'IVI'dua1·Ita. le pre-
la borghesia nazionale fosse ben poco sviluppata, non del tutto messe teoric e dI una dottrina lib era1e d e1 tutto negativa . m
cosciente dei suoi interessi di classe ed incapace di proporsi e di soprattutto ~d altri che nel razionalismo trovano la giustifica~ion:
nutrire l'azione rivoluzionaria, allora quell'antinomia teoretica, che della concez10ne paternalistica ed ottimistica del dispotismo I'll
sopra abbiamo definito, lungi dal risolversi, almeno in modo transi- m111ato (9) '· c oncez10ne
· questa complicata d li u-
torio, in volontà rivoluzionaria, si riproponeva a tutti i livelli
1'influenza di . . . ' . . a a permanenza e dal-
. . mot1vI propri alla tradiz10ne luterana e dall'effettiva
della vita sociale e degenerava in dramma individuale fino a sco- e.s1ste.nza . d1 una struttura sociale di tipo gerarchico medievale
prirsi come lacerazione ideologica e culturale e a porre impedi- 1Obrilgkeztsstaat, cui la religiosità luterana conferiva un suggello'
menti insormontabili al progressivo sviluppo della società. sacra e (IO).
Nell'impero germanico particolarismo principesco e cosmopo- In Germania il problema della mediazione dell'antinom· .
litismo, liberalismo e dispotismo erano i termini entro cui si con- velata dal. pensiero ill~ministico resta fin d'ora al centro di It:t::
figurava l'antinomia generale del pensiero illuministico. Solamente la successiva speculaz10ne. Mancando la forza dI' 1 .
individualità ed umanità, si diceva, sono oggetto di una conside- dica
' l e e rivoluz10naria
· · ~w~=
ra
1 . del contrasto ' I. te . .
rm1111 permangono nella
razione razionale, ed è assurdo cercare una mediazione, co1ne quel- oro ant1nomicità; e poiché l'esigenza dI' un superamento e• pro-
la espressa dal concetto di nazionalità, che risulterebbe meschina
e contingente. " Garanzia dell'equilibrio europeo, !'impotenza della
(
7
) Ivi, p. 7.
nazione tedesca appariva ad una generazione nutrita di cosmopo- (B) F. MEINECKE, Cos1nopolitisn10 e t . .
Venezia, 1930, p. 32. s ato nazionale, trad, 1t., vol. I, Perugia
litismo come un beneficio e non come uno scandalo » ( 6 ). E quando
(9) Cfr. H. TRESCHI!R Montesquiet1.s E'1 fl
losophie bis zu Anfan~ des 19. lahrhu~~· uss ~uf die Geschichts~ und Staatsphi~
setzgebung, Verwaltung und V . erts'. In <(Schmollers Jahrbuch fi.ir Ge-
( 5 ) La contraddizione inerente alla concezione del diritto naturale è stata posta 267-304, in particolare il paragra~~~:~~~~~~~. im deutschen ReicheJ>, 42, 1918, pp.
in luce da G. SOLARI, L'idea individuale e l'idea sociale nel diritto privato, vol. I: (10) Tale tesi, cui aderiamo, è sostenuta so . . .
L'idea individuale, Torino, 1911, pp. 9 sgg., e soprattutto da E. OPOCHER, G. A. Fichte cese: cfr. in particolare J. DRoz op c't 26 2~rattutto da stonc1 d1 scuola fran~
e il proble111a dell'individualità, Padova, 1944, p. 16: (( L'illuminismo rappresenta né poraine, vol. I Parigi 1952 pp, 128.14'1 "cpp. - . ; E. VERMEIL, L'Allemagne contem~
pili né 1neno che il centro della cultura moderna. E' l'epoca in cui la premessa ' ' • · - ontrar1 a t I ·
la maggior parte degli storici tede 1". . a e. interpretazione sono invece
umanistica di questa cultura si dispiega compiutamente fino ad esasperare l'anti~ . ti. h se 11 . per tutti vedi F MEINE L h
e h ns lC es Gen1eini,vesen uncl chrr'stl.teh en 5 taat in H' t· · h CKE,. ut . er ii ber
nomia tra razionalismo ed individualità che in essa era implicita >>. 1920, p. 1 sgg. Molto vicino alle tesi f . . ., << is ~nsc e Ze1tschr1ft», 121,
(6) J. DROZ, L'Allemagne et la révolution française, Parigi, 1949, p. 8: cfr. anche der christlichen Kirchen und Gruppenra~ces1Se h1nvece E. TROELTSCH, Die Soziallehre
cfr. anche IDEM Ges Schr voi IV , e2s0. e r., vol. I, Tubinga, 1919, pp. 512-605.
pp. 5-8. ' · " · • pp. 2-254 e 254-261. '
CAPITOLO PRIMO
22 L'AMBIENlE ILLUMINISTICO
23

p orzionale alla Profon dità della lacerazione ideologica e tale supe- t del tardo diritto naturale tale processo trovi modi di iniziarsi ef-
1·1 omplesso delle ragioni accennate, a - fettivamente, ed infine, per esteso, come il giovane Hegel, rivivendo
rarnento non può, per . c. . h .. gli ultimi illuministi
. lle strutture sociali, la via e e gra ' il problema tra Illuminismo e romanticismo, lo affronti portando
tuars1 ne . d , · lla del! eva-
. h la filosofia romantica npren era, e que innanzi una prospettiva risolutiva.
in d re eranno e . l d nella siste-
. j' iosa e delle fantasie mistiche che SI eone U e . .
s10ne re rg l l . o (11) La continuità di Illurmmsmo
matica teologica de pan og1sm .. fermata dal prolungarsi 2. - La recezione del diritto naturale in Germania ebbe fin
e romanticismo è perciò in Germania con . . . . . ni risolu- dall'inizio un carattere del tutto particolare ( 13 ). Nata altrove e
della Cr isi illuministica attraverso un segmto dr mtud1z10 . rr· costruita sistematicamente nell'Europa occidentale per rispondere
· ffi · f e eversive -
:~=tt~h:l~:n~::~:~~= ~~i r~;~~::o c~:~re;:e: ~elle particolari
alle esigenze delle grandi monarchie assolutistiche, era ovvio che,
trasferendosi in Germania, la concezione del diritto naturale su-
situazioni storiche ( 12 ). ,. • • d bisse profonde modificazioni, dovendo qui rispondere ad esigenze
. a l 1·1m1•t e dell'Illuminismo e all 1mz10
Vi è tuttavia, . . . e1 roman- sociali sostanzialmente diverse. La radice individualistica, volonta-
un momento f e1ice . 1n. cui il pensiero illumm1st1co scopre
t. . .. , rista e razionalistica da cui muovevano le costruzioni occidentali,
rc1smo, . d. filosofia impegnata nella stonc1ta
pienamente rl suo carattere I I . d 1 sviluppate secondo una piena consequenzialità logica fino alle estre-
ed autentica nello sforzo rivoluzionario e ~e~a c~s:ru~~;~l r:- me conseguenze, rimane estranea ai teorici tedeschi e parallela-
nuovo stato borghese le sue conquiste te.oretrc e; e :. omo ed deontologico del giusnaturalismo si elide qui,
nticismo viene elaborando un pili solido con~etto . I u .
::a .
metodologia dialettica pili adeguata alla
di dissolversi nella nuova mitologia dello spmto ass
sp1eg~z.10ne s:~~='.
:
mano a mano, nel moralismo e nell'eudemonismo, piuttosto che
trasformarsi in programma d'azione rinnovatrice. È un fatto che
la metafisica sociale del luteranesimo media la recezione germanica
pnma . t dall'incontro di due processi eterogenei, ciel diritto naturale, smussandone ogni istanza radicale e lo co-
momento precario, na o l . .fi f in
' l !mine l' altro in nuce, eppure mo to s1gm ca rvo stringe entro le maglie della società gerarchico-assolutista che essa
I uno a cu : a volta ci si trova dinnanzi al cosciente tenta- consacrava, La soluzione dell'antinomia di individualità e razio-
quanto per la pnm . . · della antinomia illu-
tivo di stabilire una mediazione tra I terrnrm d nalità che il giusnaturalismo recava in sé veniva in tale situazione
. . aturalismo e Sturm un ricercata non in una nuova prospettiva, sia pure pratica e rivolu-
ministica. Vedremo, per cenm, come gmsn I . . ed il movi-
. .
Drang falliscano la me d raz10ne, come il neoc ass1c1smo ·1 zionaria, ma nell'adeguazione della nuova teoria alle vecchie strut-
d · del!' Aufkliirung maturo propongano 1 ture, in una prospettiva perciò essenzialmente conservatrice. Al-
mento stortico1·np;er:'!~!1c:uovi come nella scuola giuridica tedesca l'atomismo metafisico, psicologico e giuridico dei sistemi occiden-
superamen o '
tali del diritto naturale seguiva in Germania una mediazione del
'.ftutto formale al servizio della dottrina del dispotismo illuminato ( 14 ).
Revolution Hegel and the tise of social
( 11) Cfr. H. MARCUSE, Reason and 54 che sot~olinea l'arretratezza del sistem~
theory, II ed. aumentata, New York. 19 , d . I· la debolezza delle classi
. » tt 0 quello francese e ing ese, .
economico tedesciM l Jspe .a . . le ed annota che di conseguenza « wh1le 1
medie la scarsezza dello sviluppo industna , t the realiy of freedom, German ( a) Cfr. P. HONIGSHEIM, La doctrine allemande du Droit naturel aux XVI/e et
' . h d 1 ady begun to asser --_XVI/le siècles, in i<Archives de Philosophie du Droitl>, 1939, 1-2, pp. 216-237.
the French revolutlon a a re . h .d f . Thc concrete historical efforts
· 1·tself WJth t e 1 ea o 11· . 14
) Non cosi H. VoLTELINI (Die naturrechtlichen Lehren und die Refonnen des
idealism was only occupaying . h e transposcd to the philosoph1ca1 (
. · 1 f m of soc1ety wcre er - )8. Jahrhunderts, in «Historische Zeitschrift>>, 105, 1910, pp. 65-104) che per primo a
to estabhsh a ratlona or b t the notion of reason » (p. 4).
d eared ìn thc efforts to e1a ora e . . . nostra conoscenza, tra gli storici, ha tracciato il quadro di maniera del giusnatura-
plane an app .· . _, di illuminismo e ron1antlc1smo in Ger-
(12) Cfr. sul problema della contlnuita d h v H MuLERT Berlino e lismo al servizio del dispotismo illuminato. Il Voltelini sostiene la tesi dell'originali-
L b Schleiermachers, I Ban , ersg. · · .' . . _ -:tà, dell'autonomia e della produttività del Naturrecht tedesco nel periodo dell'asso.
, lùtismo illuminato, facendo centro soprattutto sull'idea del Wohlfahrtsstaat teoriz~
mania W. DILTHEY,
. t
e en "
9. E TROEL1SCH, ei ntz L 'b . und dieJ Anfi:inge des Piet1sn1us, in
Lipsia, 1922, in par. P; , .488-531 e Der deutsche Idealisn1us, ivi, pp. 532-587.
«Ges. Schr.1>, vol. IV, c1t., pp. , :- Zata dai teorici prussiani e austriaci devoti a Federico il Grande e a Giuseppe II.
L'AMBIENTE JLLUMINISTICO 25
CAPITOLO PRIMO
24
15 gra~di monarchie occidentali, simile a quelle ed aggravata da un so-
Se consideriamo ad esempio la teoria che Christian Wolf ( )
porifero riformismo che le è essenziale (19).
elabora sulla base della metodologia cartesiana rinnovata dal
. In .questo quadro lo specifico contributo tedesco alla conce-
Weigel e delle intuizioni metafisiche del Leibniz, tocchiamo con
z10ne grnsnaturalistica è la dottrina per cui il diritto d'agire se-
mano quella soluzione del problema giusnaturalistico che si può
condo la ragion di stato è considerato connaturale allo stato
dire atomistica e formale. Il concetto di giustizia, che nella sua
nozione questa che era estranea ad ogni precedente teoria del
assertoria ed umanistica definizione costituisce il centro propul- diritto naturale (2°). Nell' ambito della concezione paternalistica
sore della teoria giusnaturalistica, è svuotato di significato, reso tuttavia il sacrificio del diritto alla ragion dr' stat o appariva· grn-
·
opaco attraverso l'immersione in un sistema di tipo matematico stificabile, particolarmente quando la ragion di stato fosse ato-
deduttivo; il concetto viene in tal modo definito attraverso le sue misticamente intesa non tanto in termini di potenza ma eudemo-
costanti formali, mentre il metodo è preso per la sostanza, l'ac- nistici C2 1 ): in tal caso essa era riferita al fine stesso del contratto
cessorio per il fondamentale, la parte per il tutto ( 16 ). L'eguaglianza sociale, cioè l'assicurazione del maggior grado di felicità alla to-
dei diritti e la libertà dei soggetti è concepita astrattamente e talità del corpo sociale. Ci troviamo difronte ad un'immagine dello
l'unica mediazione possibile oltre tale disgregazione atomistica del stato ambigua e cervellotica in cui l'individuo è subordinato alla
contesto sociale consiste nell'ideale di benessere, che lo stato im- totalità senza riserve ed il drammatico contrasto della felicità in-
persona ( 17). Il dispotismo illuminato risulta cosi giustificato sul dividuale e dell'utilità dello stato si placa in una specie di astratto
primitivo atomismo e formalismo e mediato dall'idea dello stato calcolo, in una fantastica armonia prestabilita (22); ma è evidente
di benessere (JS). E uno stato paterno, illuminato appunto, e volto che la contraddizione iniziale del giusnaturalismo non veniva ri-
al benessere dei sudditi, ma che in nome di un'astratta concezione solta da tali superficiali ed opportunistiche mediazioni.
egalitaria, sprovvista di qualsiasi contenuto individuale e di ogni
impulso attivo, nega ai cittadini ogni iniziativa politica; è lo stato , ( 19 ) ~fr. ~lLTH~Y, W., Ges. Schr., vol. I.II, cit., p. 145, pp. 158-170. In genere sul-
poliziesco che si arroga tale funzione in nome della sua missione 1 assolutismo 1llum1nato cfr. I(, KASEI~, L'età dell'assolutisn1 o trad it p·ren 1925

educativa, la fioritura statuale germanica del mercantilismo euro-


PP: !3-3~ 3.15-34~; L~CKY
e HARPOLE, W. E., History of the ri;e ~nel i~flu~nc:e~f th~
spirit of
tened Desrationalts1n
t L in Europe, Watts ' 1910 '· JonNSON , A· H ., Th e age oI t h e enltgh-
·
peo, sbocciata col ritardo di un secolo rispetto allo sviluppo delle po' ondra, 1925; H. l(RABBE, L'idèe 1noderne de l'Etat Parigi 1927• e
MoRANDI, La politica dell'età dell'assolutisino Pavia 1930 ' ' ' ·
. (•)CT
~ r. P .. HONl.GSHEIM, op. cit., p .. 233 e' 236. FR.
' .
MEINECKE (L'idea della ragion
di stato, .trad. 1t., Firenze, 1942, vol. I, p. 185) affer1na: « Nella letteratura tedesca
(15) Cfr. LANDSBERG, Geschichte der Deutschen Rechtsvvissenschaft, Monaco e n~n trov~amo un nuovo ed in1po.rta~te patrimonio di idee da contrapporre a quello
Lipsia, 1898, voi. III, parte I, Testo, pp. 198~206. gra os~e1vato nel.la lette~atura italiana. Si sentiva a priori nella ragion di stato
(113) CASSIRER, E., op, cit., pp. 1-5: lo stesso Cassirer esclude tuttavia che tale una p1ant.a straniera, latina, una teoria al cui peso era impossibile sottrarsi· si
conclusione sia quella del Leibniz. Anche LANDSBERG, op. cit., p. 198, insiste sull'ecces- cercava dr ad~ttarla alle..cs.igcnze tedesche nla la si avvicinava ad un tempo con 'ctif~
sivo peso che nella sistematica wolfiana assume la rigidità del metodo. f~denza e pa1na ». Ma g1a 1n Pufendorf Meinecke trova la ragion di stato presente

(17) LANDSBERG, op. cit., p. 203; VOLTELINI, op. cit., pp. 103 sg.; CHR. WOLFF, Vernìinf- s1a pure «soffocata» dall'astrattismo giusnaturalistico (voi . II , pp . 3157)
- e1n
· p eer1co
d ·
tige Gedanken van der Menschen Thun und Lassen zur BefOrderung ihrer Glilck.- a ff atto operante (vol. II, pp. 155-195).
( 21 } E' ciò che lamenta FR. MEINECKE nei l. c.
seligkeit, Halle, 1720; HAZARD, P., La pcnsée européenne au XV/Ile siècle de Montes-
quieu à Lessing, Parigi, 1946, vol. I, pp. 17-33, e vol. III, pp. 20-24 (quest'ultima ope- .<~ 2 ) Cfr. a~ ~s. CH. GARVE, Abhandlung iiber die Verbindung der Mora! init der

ra è però da usarsi con molta cautela: cfr. recensione di D. CANTIMORI: Società, Polttik oder ~inige Betrac.htungen' ~iber die Frage, in wiefern es inOglich sei, die
Mora~ d:s Pnvatl~bens bei der Regierung der Staaten zu beobachten, Breslau 1788
1947, pp. 287-292). trad. 1t. t1n appendice a l(ANT, Scritti politici ' Torino ' 1956 pp 575-668 I n questo ' testo'
(1B) P. HoNIGSHEIM, op. cit., pp. 222-223, nota che questa teoria del benessere nella · 'b'I 1 • •

ed appun
· o poss1 1 e vedere come
. la concezione dellla rag1' on d'1 s t a t o venga costn1en-
prospettiva del dispotismo era molto popolare prima di essere teorizzata da T110- os1 sulla base clell'eudemon1smo ato1nistico e di una casistica storica di' ti'po
MASIO (Drei Biicher der gOttlichen Rechtsge!ehrsa1nkeit, III, 2, parg. 163, p. 498) e mat· S G d' I . pram-
, reo. u. arve ve 1 a nota bibliografi.ca, a pp. 571-574 dell'cd. it. cit. del suo
soprattutto dai partigiani dello stato poliziesco (JELL1NEK, G., Allge1neine Staatslehre,
scritto, ed inoltre, LEROUX, G. d. Flu1nboldt, Parigi, 1932, pp. 367-370.
Berlino, 1900, Il, 8; II, 1, a.).
CAPITOJ.O PRIMO L'AMBIENTE ILLUMINISTICO 27
26

Inevitabile dunque il fatto che la teoria wolfiana del diritto sia tarie nello stato civile, si ammette una societas naturalis, sebbene
stata interpretata in direzioni divergenti ( 23 ), poiché l'accostamento con attributi puramente negativi, fondata su un quasi-contratto,
di motivi atomistici e di tesi assolutistiche è affatto meccanico e metafora che sta ad indicare una figura mediana tra la concezione
la mediazione è in teoria puramente verbale mentre in pratica organicistica e quella volontaristica ( 28 ). Quando poi, analizzando
risulta essere un obolo offerto al sistema del dispotismo illu- i rapporti intercorrenti tra popolo, costituitosi in personalità au-
minato ( 24 ).
tonoma con il pactum unionis, e sovrano, si ritiene « valida l'am-
Intrecciato alla scuola wolfiana si svolge in Germania un altro missione di un rapporto obbligatorio tra il titolare del potere sta-
indirizzo di pensiero giusnaturalistico, che pone attenzione alle tale e la collettività soggetta come tale » e non come molteplicità
strutture intermedie del corpo sociale ed elabora una sorta dì di individui ( 29 ), la teoria dell'assolutismo sembra del tutto supe-
pluralismo giuridico, tendenzialmente antiassolutistico ( 25 ). La me- rata e si può credere altresi raggiunta la mediazione nella costi-
diazione tra esigenze individuali e contenuto razionale del diritto tuzione intermedia di un corpo sociale. Infatti dalla premessa
è tentata approfondendo l'analisi del contratto e fondando quella della conservazione del patto d'unione anche nel rapporto di sog-
teoria della molteplicità dei contratti sociali che è un'altra carat- gezione e quindi di " una personalità particolare del popolo ac-
teristica della scuola tedesca del diritto naturale: la mediazione canto a quella dello stato >>, si deduce che il sovrano non può in
viene perciò posta e, per cosi dire, diluita in una successione, lo- alcun caso rompere i termini del contratto: esso è supremo ma-
gica e cronologica, di atti di volontà. gistrato, in nessun caso despota, poiché il patto di soggezione non
Tale concezione, già accennata dall'Althusius (26 ), e perfezio- è che la garanzia di quello di associazione. Ed altresi il nesso di
nata dal Pufendorf (27), è ulteriormente approfondita attraverso la individualità ed assolutezza, lungi dal radicalizzarsi ai poli dell'an-
recezione della concezione ottimistica del diritto naturale e della titesi, si placa nel concetto di società. Attraverso la teoria della
tradizionale dottrina aristotelico - cristiana della socievolezza del- pluralità dei contratti sociali si faceva strada la concezione libe-
l'uomo naturale: cosicché oltre alla pluralità di associazioni volon- rale (30 ).
Achenwall (31 ) e Schliizer (32 ) portano questa dottrina alle
conseguenze pili estreme che siano note nell'ambiente dell'Illumi-
(23) Si vedano le opere citate da G. GuRVITCH, L'idée du droit socia!, Parigi, 1932,
nismo tedesco. Per entrambi il «pactum unionis civilis» è sufficiente
p. 215.
(24) WOLFF CHR., Jus naturae n1ethodo scientifico pertractatum, Francoforte e a determinare un ordinamento giuridico autonomo della società
Lipsia, 1740, VIII, parg. 4 sgg.
(25) P. 1-IONIGSHilIM, op. cit., pp. 228-229 e G. GURVITCH, op. cit., pp. 171 sgg. e 215
sgg. hanno molto insistito su questo contributo originale della dottrina germanica, ( 28 ) Cosi G. GURVITCH, op. cit., pp. 217 sg.
ma talvolta estendendo troppo il significato dei testi alla luce della teoria del di-
( 2 9) O. GIBRKE, op, cit., p. 89 (trad. it. Torino, 1943, p. 86).
ritto sociale. ( 30 ) Cfr. A. BERNEY, August Ludwig van SchlOzers Staatsauffassung, in <~IIisto­
(26) O. GlERKE, Johannes Althusius, 4 ed., Breslau, 1929, pp. 21 sgg. e pp. 99 sgg.:
rische Zeitschriftl>, 132, 1925, p. 57.
ma a nostro parere la teoria altusiana della ((consociatio)) non significa ancora pie-
( 31 ) Su Achenwall, cfr. LANDSBERG, op. cit., III, I, Tcxt, p. 354.
namente teoria della molteplicità dei contratti in tern1ini giusnaturalistici, poiché in
( 32 ) Su Schli::izer oltre a BERNEY, A., op, cit., pp. 43-67, G. GURVITCH, op. cit., pp.
Althusius il c~rporativismo ha ancora un valore predominante.
(27) Su Samuel Pufendorf su veda P. MEYER, Samuel Pufendorf, Corhnna, 1895;
234-235; G. A. WALZ, Die Staatsidee des Rationalismus und der Ro1nantiJç und die
H. WELZEL, Die Naturrechtslehre S. Pufendorfs, Heidelberg, 1930; IDEM, Die kulturR Staatsphilosophie Fichtes, Berlino, 1928, pp. 172-176; F. FURST, A. L. SchliJzer, ein
philosophischen Grundlagen der Naturrechtslehre S. Pufendorfs, in <(Deutsche Vier- deutscher Aufkliirer ùn 18. Jahrhundert, Heidelberg, 1928; O. GIERKE, op. cit., p. 200;
teljahrschrift fiir Literaturwissenschaft und Geistesgeschichtc)), IX, 1931; E. WoLF, LANDSBERG, op. cit., III, I, Text, p. 425. L'originalità del pensiero di Schli::izer è stata
Grosse Rechtsdenker der deutschen Geistesgeschichte, Tubinga, 1939, pp. 245-303; N. sostenuta da GURVITt1I e BERNEY contro JELLINEK, op. cit., p. 88 e A. V. UNRUH,
Bomno, Leibniz e Pufendorf, in <{Rivista di Filosofia», 1947, pp. 118-129. Sulla teoria Dog1nenhistorische Untersuchungen ilber den Gegensatz van Staat und Gesellschaft
della molteplicità dei contratti cfr. De jure naturae et gentium libri octo, L. III e vor Hegel, Lucka im Thi.ir., 1928, p. III («Der Begriff der Gesellschaft sei modern
L. VII, c. 2. Cfr. anche CHR. WoLF, Jnstitutiones juris naturae et gentium, Halac. von SchlOzer zuerst in Deutschland, von Ferguson oder seinem Vorlaufern in England
eingefilhrt wordenl>).
1754, § 979 sgg.
----
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28 CAPITOLO PRIMO L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

civile (33 ), che lo stato può al massimo perfezionare come deposi- 3. - Lo Sturm und Drang si inquadra nella cultura dell'Illu-
tario dell'«imperium» ( 34 ); ma la fonte di tutti i diritti risiede in minismo, non tanto come movimento d'opposizione, quanto invece
ogni caso nel popolo, la sovranità non è che il «medium ex pacto come coerente prosecutore di alcune sue fondamentali istanze: il
tum unionis tum subjectionis» ( 35 ); e lo stato viene man mano ri- problema è suscitato dalla scissione tra scienza e storia ed il pro-
dotto ad un ente artificiale, ad una «macchina» posta a garantire posito è quello di riconquistare la totalità, approfondendo l'espe-
dall'esterno, mediante l'«imperium», il regolare sviluppo dell'ordi- rienza della vita e dell'individualità. In ciò appunto gli Stiirmer
namento giuridico sociale ( 36). sono illuministi, poiché si sono proposti il problema dell'Illumini-
Era davvero superata in tal modo l'iniziale antinomia giusna- smo e poiché la via percorsa nell'affrontarlo, radicalizzando in
turalistica di individualità ed assolutezza? O invece da tale tenta- astratto un polo del rapporto ed esasperandone la considerazione
tivo di mediazione pluralistica non usciva esasperata la prospetti- con procedimento razionalistico, è illuminista. La differenza con-
va individualistica della dottrina del diritto naturale? Vera ci sem- siste nel fatto che lo Sturm and Drang è un movimento pessimi-
bra questa seconda ipotesi : non bastava infatti spostare I' atten- stico, il quale oppone alle imperanti dottrine dell'assolutismo ra-
zione dal contratto di soggezione, dall'idea di benessere e dalla zionalistico, fondate su una visione del mondo ottimistica e tal-
struttura dello stato al contratto di unione, all'idea della volontà volta idilliaca, un'intuizione tragica dell'universo, un'analisi disin-
generale ed alla struttura della società, per risolvere !'antinomia: cantata e drammatica delle contraddizioni della vita. Ma, all'ori-
in tal caso all'assolutizzazione del termine razionale che le teorie gine, la tensione razionalistica è la medesima e si potrebbe dire
del dispotismo attuavano, si contrapponeva l'assolutizzazione libe- che l'abito tragico nasca dalla coerenza delle deduzioni della ra-
rale del termine individuale, ma l'antinomia non era risolta, piut- gione che si trova poi coinvolta nelle contraddizioni vitali che
tosto recisa, ed il rapporto in cui consiste l'idea di diritto veniva essa stessa, in tale moto, genera. Perciò lo Sturm non è solo un
a mancare, salvo poi riapparire surrettiziamente in ognuno dei con· episodio della cultura tedesca ma un indice generale dell'evolu-
tratti intermedi e prolungare la contraddizione a tutti i livelli del- zione della cultura europea oltre i limiti del razionalismo illumi·
l'ordinamento. Invece di radicalizzare i termini era sull'idea stessa nistico, sia pure nella tematica ed attraverso i metodi da quello
di contratto che si doveva operare, rompendo definitivamente con proposti (38 ).
l'atomismo individualistico, e con l'eudemonismo che lo seguiva, Non vogliamo con questo trascurare o sminuire le peculiarità
rielaborando il concetto di volontà generale, individualizzando in- dello Sturm tedesco. Infatti il movimento europeo (3") si esprimeva
somma e storicizzando la definizione e la considerazione del va-
lore giuridico (37 ). Il giusnaturalismo tedesco dunque nelle due (
88
) La bibliografia dello «Sturm und Drangl> può esser consultata in un qual-

specifiche teorie che enuclea, quella del dispotismo illuminato e siasi manuale universitario di storia della filosofia. Abbiamo tenuto presente le
opere fondamentali di E. CASSIRER (Idee und Gestalt, Berlino, 1921) e di H. A.
quella della pluralità dei contratti, non trova alcuna adeguata so- KoRFF (Geist der Goethezeit, vol. I: Sturin und Drang, Berlino, 1924) e inoltre E.
luzione al suo problema, ma anzi lo aggrava sospingendolo in di- GELPCKil, Fichte und die Gedanlcenwelt des Sturin und Drang, Lipsia, 1928, soprat-
tutto il cap. I.: Begriff, Ursprung und Wesen des Sturin und Drang, pp. 9-32. Ma
rezioni divergenti e contraddittorie. il canovaccio della nostra interpretazione è ricavato da R. PASCAL, La poetica dello
Sturnt und Drang, trad. it., Milano, 1957. Per le interpretazioni di tipo religioso,
qui non prese in considerazione, cfr. R. UNGER, Ha111ann und die deutsche Auf-
(33) AcnENWALL, Jus naturae pars posterior, parg. 98; GURVITCH, op. cit., p. 234. ldiirung, 2 voll., Jena, 1911.
(34) GURVITCH, op. cit., p. 235. (
39
) Si sono moltiplicati nei tempi recenti gli studi che insistono sull'apparire
(35) AcHENWALL, l. c. della visione tragica della vita nella cultura seicentesca e settecentesca: si veda
(36) A. BERNEY, op. cit., pp. 49-51; GIERKE afferma che Sch15zer considera lo la bibliografia di P. HAZARD, op. cit., voi. III, cap. I e passini, e inoltre B. GROE-
stato come « kilnstliche ilberaus zusammengesetzte Maschine >> (l. c.). THUYSEN, Philosophie de la révolution française, Parigi, 4.a ed., 1956, soprattutto
(37) Su questa esigenza insiste particolarmente, per quanto riferendosi talvol~ pp. 83-95; L. GotDMANN, Le Dieu caché- Etude sur la vision tragique dans les' Pen-
ta ad un equivoco ideale faustiano, G. A. WALZ, l. c. sées de Pascal et dans le théatre dc Racine, Parigi, 1955.
L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
30 CAPITOLO PRIMO 31

in Germania con intensità particolare, dovuta ancora una volta neare che agli Stiirmer interessa il contrasto per se stesso, piut-
alle generali condizioni di arretratezza della società tedesca (40 ). tosto della decisione politica qualificata e dell'opzione ideologica
Qui l'antinomia illuministica non poteva risolversi in un'azione che la spinta rivoluzionaria si esaurisce in una protesta merament~
di rinnovamento e la contraddizione rimaneva inalterata: inevita- formale e si giustifica nell'appello alla supposta natura demoniaca
bile quindi che pur rivelando la profonda crisi della società, la del genio, ma pur sempre tale estrema coerenza ha un significato
protesta degli autori dello Sturm und Drang risultasse infine iso- di rottura e chiarificazione (43 ). Se analizziamo le opere goethiane
lata, che le apologie della rivoluzione, le imprecazioni e gli inni di questo periodo dal Gotz all'Egmont, dal Prometeo a Clavigo,
repubblicani non avessero dal punto di vista politico alcun signi- Stella e al Werther possiamo appunto osservare come il tema
ficato (41). Di fronte ad una situazione che sembra irrimediabile e fondamentale, quello dell'opposizione tra individuo e società, ab-
di cui essi stessi sono il prodotto, gli anarchici fuggono nella poe- bia divergenti soluzioni: nel Gotz, il Volksrecht si oppone al diritto
tica del grido ed accettano la rousseauiana figurazione dell'uomo statuale e giustifica la rivoluzione, nell'Egmont invece l'eroe si
primigenio da opporre alle leggi sociali. L'isolamento tematico di- oppone allo stato in nome di un diritto popolare inteso in senso
viene a sua volta causa di isolamento sociale, e la poetica del genio conservatore (14 ). Del contrasto tra individuo e società al poeta
viene ben presto considerata poetica della pazzia. Ne segue che interessa cogliere le risonanze soggettive, l'attenzione è posta uni-
« lo Sturm und Drang mai raggiunse una vera diffusione negli strati camente sull'eroe, tutto il resto è pretesto, rivoluzione e conserva-
essenziali della società - che pure erano stati permeati dal razio- zione si equivalgono. E non è neppur detto che l'eroe debba essere
nalismo e dall'Aufkliirung ,, (•2 ). rivolto all'esterno, in tensione con le strutture oggettive della so-
Anarchico, individualista, esasperato, lo Sturm und Drang cietà: il giovane Werther ricrea tale tensione in se stesso, passi-
ha però il valore di raffigurare in termini adeguati il problema della vamente, nel proprio animo (45 ). Gli Stiirmer insomma si muovono
disgregazione sociale della Germania. I drammi sturmiani sono tra l'esigenza dell'azione nel mondo e le contraddizioni di una
intessuti del contrasto di leggi e convenzioni, di passato e presente, società disgregata che la impediscono : allora proiettano il con-
del diritto degli individui e di quello dello stato. Si può sottoli- trasto nel dramma individuale e concludono la tensione morale
della ricerca in una concezione univoca e solitaria dell'individualità.
Anche il fallimento di una prospettiva assume tuttavia valore
(40) Sulla pos1z1one dell'intellettuale nella società tedesca dell'Illuminismo, cfr.
W. DILTHTIY, Das Erlebnis und die Dichtung, Lessing - Goethe - Novalis - HOlderlin. nel complesso discorso di una cultura unitaria poiché esclude al-
3.a ed. amentata, Lipsia, 1910, soprattutto pp. 23-38; K. BoRRIES, Kant als Politìker, cune possibilità ed allude ad altre: si ricercano nuove vie oltre
Lipsia, 1928, pp. 7-9.
(11) Generale è l'accordo sul fatto che le dottrine dello Sturn1 und Drang non
l'insolubile dilemma di individualità ed assolutezza. È interessante
abbiano uno specifico significato dal punto di vista politico: J. DRoz, op. cit., pp. notare che già nell'ambiente dello Sturm und Drang si riproponga
13 sgg.; V. BASCH, Les doctrines politiques des philosophes classiques de l'Alle-
ad esempio il problema della nazionalità tedesca. Herder insiste
inagne, Parigi, 1927, pp. 15 sgg.; A. KossELECK, Persdnlichkeit und Staatsauffassung
in der deutsche Geniezeit, (<Historische Viertcljahrschrift1>, 24, 1927; R. PASCAL, op. nella prima raccolta dei Frammenti sulla letteratura tedesca del
cit., p. 340 e passim. Interessante è in ogni caso la tesi di R. PASCAL che sostiene 1767 sul carattere unitario e sulla perfezione della lingua tede-
che lo Strum und Drang sia espressione di ceti borghesi, contro la generale inter-
pretazione che lo considera espressione delle classi aristocratiche: per tutti cfr.
F. KRENNBAUER, Goethe und der Staat. Die Staatsidee des Unpolitischen, Vienna, 1949,
p. 3. Non perciò si può considerare lo « Strum und Drang» movimento puramente ( 43 ) Cfr. KHENNBAUER, op. cit., pp. 4-5,
letterario: contro tale interpretazione protesta giustamente E. GELPCKE, op. cit., 11
( Cfr. E. WOHLHAUPTER, Dichterjuristen, voi. I, Tubinga, 1953, p. 304 sgg. Lo
)
pp. IO sgg., 19. stesso (Werke, III, p. 534) ha riconosciuto la stretta parentela del Gdtz del
GOETHE
(42) A. GERBI, La politica del rotnanticismo. Le origini, Bari, 1932, p. 174. Ma ve-
1773 (~erke, II, p. 574 sgg,) e deil'Eg111ont, iniziato nel 1775 e coinpletato tra il
di anche ivi, pp. 162-177, una gustosa raffigurazione dei costumi degli autori dello
1782 e 111787 (Werke, II, p. 1139 sgg.): è quindi lecito il raffronto delle due opere.
Sturm und Drang, ed anche IDEM, La politica del settecento, Bari, 1928, pp. 307-329. 15
( ) Cfr. E. WonLHAUPTER, op. cit., pp. 312-313.
Cfr. inoltre F. KRTINNBAUER, op. cit., pp. 2 sgg.
32 CAPITOLO PRIMO
L'AMBIDNTE ILLUMINISTICO
33
sca ("'); in tntto il Gotz van Berlichingen di Goethe è presente la la «Stimmung escatologica» che Kroner ha potuto indicare come
tradizione e la nostalgia della deutsche Gemeinfreiheit (47 ). La essenziale alla cultura tedesca della fine del secolo XVIII: " per-
totalità cosmopolitica comincia ad essere scomposta nei suoi mem- corre l'epoca qualcosa di quell'alito di speranze escatologiche che
bri, nasce l'amore per le comunità popolari, il concetto di umanità è del tempo delle origini del cristianesimo : ora o mai deve spun-
è tolto dall'iperuranio razionalistico per essere riferito alla vita tare il giorno della verità, esso è vicino e noi siamo chiamati a
individuale delle nazioni (48 ). Ed anche il concetto di individualità 50
crearlo » ( ). Tutti i filosofi dell'epoca si sentono investiti di que-
esce rafforzato dalla crisi dello Sturm, attraverso la rivalutazione sta missione e la filosofia si appresta a quella funzione sacrale che
del sentimento e della natura. Gli Stiirmer divulgano in Germania l'idealismo romantico le attribuirà ( 51 ). Ma non tanto alla forma
correnti di pensiero illuministico già affermate altrove, in parti- religiosa del movimento dobbiamo por mente quanto al suo nucleo
colare Hume e Shaftesbury, sulle cui teorie appoggiano la loro filosofico: fin d'ora infatti lo scopo intravvisto è quello di proce-
concezione dell'individualità, rinnovata dall'assunzione di tecniche dere oltre l'antitesi di individualità ed assolutezza razionalistica,
psicologiche. E poi Shakespeare offre loro il suo solido concetto di trovare nuove formule risolutive che non permettano di rica-
di uomo e Rousseau comunica loro la fede nella natura: a poco a dere nel vecchio dilemma, ma invece ne comprendano i termini
poco il prometeismo sturmiano, quello dei grandi almeno, quello nella totalità. Questo « movimento di inquietudine e di orgoglio ,,
di Goethe, sembra riallacciarsi alla tradizione dell'umanesimo ri- che costituisce il tramite dalla crisi dell'Illuminismo alle origini
nascimentale (49 ). del romanticismo ( 52 ) porta con sé la certezza che la rinascita filo-
Ma non è tanto in queste nebulose intuizioni che dobbiamo sofica è possibile solamente attraverso una Aufhebung; né tale
ricercare il valore dello Sturm, quanto nel clima generale da esso superamento sarà solo filosofico ma sociale, politico, giuridico, in-
generato, nell'asia di rottura e nell'aspirazione al rinnovamento,
somma pienamente inserito nella vita storica. La rivoluzione fran-
introdotte nel garbato ambiente dell'Illuminismo tedesco; lo
cese che influisce largamente sul pensiero filosofico tedesco, con-
Sturm sgombera il terreno di molti idoli, non permette ulteriori
forterà tale convinzione e solo quando l'entusiasmo rivoluzionario
resipiscenze, imprime ad un'intera cultura una nuova tensione. :E.
sarà attenuato e la reazione avrà nuovamente imposto le pesanti
bardature assolutistiche alla società germanica, allora la filosofia
(46) Frag 1nente zur deutschen Literatur, in JOJ-IANN GoTTFRTED VON HERDER's, tedesca sarà nuovamente coinvolta nella crisi che già lo Sturm
Siinunliche Werke, Zur schtinen Literatur und Kunst, t. 1-2, a cura di HEYNE, Stoc-
carda e Tubinga, 1827, pp. 61 sgg., pp. 127 sgg.
u'nd Drang aveva drammaticamente sofferto, e strappata dalla ter-
("7) Cfr. P. HAGENBRlNG, Goethes GOtz van Berlichingen, Halle, 1911, in parti-
colare cap. I, lletd'er und die ro1nantischen und nationalen Str01nungen in der
deutschen Literatur des 18. Jahrhunderts. (
50
) R. KRONER, Van J(ant bis Hegel, Tubinga, 1925, vol. I, pp. 1-2; cfr. anche
("8) Cfr. V. BASCH, O]J. cit., pp. 16 sg.; E. GELPCKil, op. cit., p. 29; R .. J. SCHMJDT, W. DJLTHEY, Leben Schleiermachers, cit., pp. XXVII - XXVIII.
Cultura! nationalisn1 in Herder, in «Journal of History of Ideas)>, XVII, 1956, pp. (
51
) Sulla ((Stimmung escatologica)) dell'epoca e sulla fede nella filosofia come
407417. forza risolutrice della crisi, cfr. I(. L. REINHOLD, Briefe iiber die Kantische Philo-
(49) Sulla diffusione di Hume e Shaftesbury, cfr. FR. MEINECKE, Le origini dello so~hie, 1788, cit. da J. HoFFA!lEISTER, Einleitung, a Hegels Phiinonienologie des
storicis1no, trad. it., Firenze, 1954; sulla diffusione di Shakespeare, R. PASCAL, Getstes, 4 ed., 1937, pp. XX sgg.: E. REINHOLD, J(arl Leonhard Reinhold's Leben und
Shakespeare in Gennany, 1740-1815, Can1bridge, 1937; F. GUNDOLF, Shakespeare und litterarisches Wirken, Jena, 1825, pp. 72 sgg.; SCHILLER, Briefe Uber die aesthetische
der deutsche Geist, Berlino, 1914, nonché, il «Saggio in prosa. Per il giorno ono- Erziehung des Menschen, 1794-1795, Erst. Brief; HOLDERLIN, S. W., Il, p. 379, lettera
mastico di Shakespeare)) di GOETHE (in Opere, vol. I, trad. it., Firenze, 1946, pp. a~ f~'atello del 13-X-1796, c~t. da J. HoFFMEISTER, HOlderlin und die Philosophie,
543-548). Per l'umanesimo del concetto goethiano di individualità, cfr. G. SrMMEL, L1ps1a, 1942, p. 29; ~IEGEL, in J. 1-IoFFMEISTEl~, Dokuniente zu Hegels Entwicklung,
Goethes Jndividualisinus, in ((Logos)>, III, 1912, pp. 251-274, ma soprattutto R. PA- Stoccarda, 1936, p. 3::i2, Aus der Jeneser Dozenten-Zeit: ({ Wir stehen in einer wicht-
SCAL La poetica dello Sturm und Drang, cit., pp. 338 sgg. Per la diffusione del pen- igen Zeitepoche ... Es bereitet sich ein neucr Hervorgang des Geistes .. )) ; I(NITTER~
sier~ rousseauiano cfr. FESTER, R., Rousseau und die Deutsche Geistesphilosophìe, MEYER, H., Schellìng und die roniantische Schule, Monaco, 1929, p. 15 e passitn.
52
Stoccarda, 1890. Cfr. infra. ( )A. GERBI, La politica del ronzanticisnio, cit., p. 10.

3. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


34 CAPITOLO PRIMO
L'AMB.IBNTE ILLUMINISTICO
35
ra, dall'impegno storico sarà ancora obbligata a sintesi astratte,
puramente metafisiche, formali ed equivoche, alla scissione tra plificazione ideale della civiltà antica vale in funzione risolutiva
dell'antinomia dell'Illuminismo.
scienza e storia che è tradizione del pensiero tedesco.
Come poteva la civiltà antica, greca in particolare, rappresen-
tar~ la n~rma ~ella bellezza, e in genere della cultura? Come con-
4. - Winckelmann, Lessing e Herder sono generalmente con- c:p1sce l umamsta la civiltà greca? Non possiamo evidentemente
siderati i fondatori del movimento neoumanistico nella Germania n~ercorrere i. vari episodi della lunga «querelle» che oppose anti-
del secolo diciottesimo. Attraverso la loro opera il rinverdito ideale chi e moderm, entro cui venne elaborandosi l'ideale ellenico. ·
della Grecità assume un valore centrale nella vita culturale del- b t" .d ' Cl
.as I cons1 erare come l'immagine della grecità, propria agli auto-
!'epoca (53 ). r'. che studiamo, sia profondamente connessa alla generale tema-
Come lo Sturm und Drang cosi il movimento classicista fa da tica dell'Illuminismo. L'antichità classica ci offre il quadro dram-
tran1ite tra l'Illuminismo e il romanticismo, poiché affonda le sue n_iatico dello sviluppo della primigenia umanità in lotta contro il
radici nel settecento mentre i suoi concetti sono elaborati e rifusi cieco destmo, la bellezza delle immortali opere greche scaturisce
nella dottrina romantica. Illuministico è l'ideale di umanità dalla dalla vit;.oria d~lla vita sul destino, della ragione sulla sensibilità,
cui meditazione muovono Herder e Lessing, illuministico è il ca- - tale 11mmagme settecentesca della cultura ellenica. Razionalità
rattere normativo cui la nozione di classicità viene assunta da ed individuali!~ sembrano ancora una volta senz'altro opposte, ter-
Winckelmann (54 ); tuttavia l'ideale di umanità non è pili un'astra- m_m~ contraddittori in una lotta in cui un contendente dev'essere
zione ma una visione unitaria dell'universo, intrecciata al senti~ eh.mmato: ma i concetti hanno subìto una profonda rielaborazione
mento dell'individualità, né la funzione normativa si applica se- e il contrasto si placa in nuove categorie. L'individualità, innanzi-
condo schemi astratti ed esteriori ma attraverso l'intuizione, nella tu:t~, dopo la crisi dello Sturm, è sempre piu intesa come forza
vita vissuta (55 ). L'ideale di umanità, che assume un nuovo e speci- ongmale, come attività e movimento (5G); e la razionalità non è
fico significato dall'essere strettamente connesso all'ideale della ci- definita in termini formali astratti ma proiettata nell'ideale, filtrata
viltà greca, vale dunque a risolvere l'antinomia illuministica di attraverso le individualità, ripensata alla luce del platonismo. r
individualità e ·razionalità: infatti esso è per definizione conside- due concetti, profondamente intrecciati, si congiungono nella nuo-
rato mediazione storica di universalità razionale e di individualità, va categoria della totalità, che è perfetta simbiosi di vita e idea.
momento teoretico ed insieme criterio pratico valutativo. L'esem- La civiltà classica raffigura tale totalità raggiunta nella storia. la
città ce~este dei filosofi settecenteschi si determina in un paradig-
ma storico, lo stato di natura della dottrina ottimistica si riconosce
(53) In generale sul movimento neoclassico si veda: H. A. KoRFF, op. cit., vol.
II, Das Klassik; E. ARON, Die deutsche Enveckung des Griechentu111s durch Winckel- nella polis greca. Come lo stato di natura era un concetto ad un
niann und Herder, Heidelberg, 1929; G. FRICKE, Das I:Iunianitiitsideal der klassischen t:m~o. reale ed ideale, cosi la nozione di classicità è parimente
deutschen Dichtung und die deutsche Gegenvvart, in «Zeitschrift ftir Deutsch-
kunde», XLVIII (1934), pp. 673-690; C. EPHRAIM, Wandel des Griechenbildes ùn nfenbde ad un evento storico e conclusa in una forma ideale con
XVIII Jahrhundert (Winckelmann, Lessing, Herder), Berna e Lipsia, 1936; STE- attributi deontologici: è un fatto e un simbolo, un essere e un
FANSKY, G., Das hellenisch-deutsche Weltbild. Einleitung in Lebensgeschichte Schell- dover essere (57).
ings, Bonn, 1925; MEINECKE, FR., Le origini dello storicis1no, cit., passùn; LEROUX,
op. cit., pp. 367-420.
(54) Sull'ambiguità e la duplicità delle concezioni teoriche dei neoclassici si
( ~) Si vedano le pagine di W. DILTHEY, su Winckel111ann in «Ges Schr
5
vedano le annotazioni di FI~. MEINECKE, op. cit., pp. 236 sgg., 241 sgg., e C. ANIONI~ l
La lotta contro la ragione, Firenze, 1942, pp, 45 sgg. III, c1t., pp. 257-261, in particolare p. 258. ' · .», vo ·

). ~I termi~e <{~lassicis1?-o)},. oltre al riferimento ad un'epoca storica che gli


57
(55) Si cfr. R. LEHMANN, Herders Humanitlitsbegriff, in {<Kantstudien)), XXIV, 1919, , • (
pp. 242-60, in particolare pp. 250-252. e _1m~hcito, ha in se un cr1ter10 deontologico che ne inficia talvolta il valore
sc1cntifico ma che ne assicura anche Ia portata ideologica: si confr. l'accurata
36 CAPITOLO PRIMO L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
37

Per questa duplicità che gli è caratteristica, il concetto della siero han visto l'individuo svolgersi senza residui nella totalità
totalità classica non è solamente una categoria del pensiero ri- - in ciò egli sarebbe un precursore della Weltanschauung romanti'.
flesso ma anche un criterio interpretativo: come tale è assorbito ca ( 61 ) - , han colto nel segno: il suo problema è infatti quello del
nella nozione di cultura. La civiltà greca è perciò, secondo lo sche- superamento dell'antinomia illuministica e la mediazione è tentata
ma, un crescere organico di tutte le forze che la compongono, dal in una sfera intermedia, laddove individualità e totalità si inte-
reale all'ideale (58) e conseguentemente la categoria della totalità è grano nella libertà ("2).
rifratta nei singoli membri. L'individualità è essenziale alla tota- Chi ha seguito analiticamente l'evoluzione giovanile di Hum-
lità come il reale è essenziale all'ideale; anzi la totalità si costi- boldt, dallo scritto Sulla Religione alle I dee su un tentativo di fis-
'
tuisce solamente nel continuo apporto di significato che le attri- sare i limiti dell'azione dello Stato, ha potuto determinare le varie
buiscono le libere energie individuali: fuori di questo rapporto la fasi dello svolgersi di questa prospettiva. A noi interessa solo co-
totalità è solo meccanica, la comunità disgregata e l'individualità gliere la costante dello sviluppo humboldtiano che ci sembra con-
schiacciata. La libertà dell'individuo è quindi la pietra angolare sistere nel concetto di uomo, non entità astratta, «ato1110 inter-
del sistema: ancora una nozione storica - la libertà del cittadino scambiabile», ma Mittelwesen tra natura e spirito, singolarità, si-
della polis - trasformata in concetto filosofico ( 59 ). nolo di ragione e sentimento. Quando Humboldt si oppone all'in-
Il concetto filosofico, a sua volta, come s'è visto, assume una vadenza dello stato nella vita individuale, sia che si tratti della
funzione etico-politica. Infatti nell'ambito della polemica contro confusione di moralità e religione rivelata, vale a dire chiesa, sia
il dispotismo illuminato il mito neoclassico, nel portare seco l'im- che entri in causa il sistema poliziesco dello stato dispotico, lo fa
magine di una libertà che non si dissolve nell'anarchismo ma si in nome del suo concetto dell'individualità come unicità e crea-
consolida nella totalità culturale, riesce a formulare un'alternativa tività, e in nome di un'idea di progresso che non è la meccanica
ideologica e a determinare una nuova concezione dello stato, tale attuazione di un astratto contenuto di principi normativi, ma lo
che in esso singolarità e totalità concrescano nella libertà: il spontaneo perfezionamento culturale dell'individuo, cioè l'idea
Kulturstaat. stessa de!Ia libertà. "L'originalità (di Humboldt) sta nel correg-
Wilhelm von Humboldt è l'autore che meglio ha tracciato tale gere il "neminem laedere " del diritto naturale aggiungendovi
concezione. Ed è chiaro, da quanto fin qui detto, che né gli inter- "rendi colto te stesso", ed è questa massima che dà alla sua teo-
preti che fan di lui un estremo assertore dell'individualismo, sulle ria dello stato il suo carattere peculiare "(63). Individualità e to-
orme dell'insegnamento kantiano (60 ), né coloro che nel suo pen-
61
( ) Per 1' interpretazione romantica del pensiero di I-Iu1nboldt cfr. S. A.
analisi che ne fa W. WEISBACH, Die klassische Ideologie, in ((Deutsche Vierteljahr- KAEIILER, Hu111boldt und der Staat, Oldenburg, 1927, e G. A. WALZ, op. cit., pp. 230 sgg.
schrift fi.ir Literaturwissenschaft und Geistesgeschichte», XI, 1933, pp. 565 sgg., e 62
( ) << Der wahre Zweck des Menschen, nicht der, wclchen die wcchselnde
inoltre W. TATARKIE\'JJCZ, Les quatre significations du 1not ((classique1>, in {<Revue
internationalc du Philosophie)>, 43, 1958, pp. 5-23 (fascicolo interamente dedicato Neigung, sondern wclchen clic ewig unverlinderlichc Vernunft ihm vorschreibt _
alla Notion du Classicis1ne). ist die hOchstc und proportionierlichste Bildung seincr Krlifte zu einem Ganzen.
(5B) W. DJLTHEY, op. cit., p. 260. Zu dieser Bildung ist Freiheit die erste und unerHi.ssliche Bedingung », W. v.
HUMBOLDT, ldeen zu_ einem Versuch die Grenzen der Wirksamkeit des Staats zu
(!>9) Cfr. c. ANIONI, op. cit., p. 114; FR. MEINECKE, op. cit., pp. 238 sgg.
(GO) Si confronti a questo proposito l'opera <( classica» di R. HAYM, W. v.
besth111nen, edizione della «Deutsche Bibliothck in Berlin», s. d., p. 25. Abbiamo
flumboldt. Lebensbìld und CharaJcteristik, Berlino, 1856, e soprattutto gli scritti riportato questo brano perché ci sembra molto indicativo dell'istanza fondamen-
di E. SPRANGER, U.'. v. Hu1nboldt und Kant, in «K.antstudien)1, XIII (1908), pp. 57-129; t~le di Humboldt.: un'interpretazione sostanzialmente adeguata ci sembra quella
lV. v. Hu1nboldt und die Hu111anitiitsidee, Berlino, 1909 (in cui è rifuso l'art. pre- di R. LEROUX, Guillau111e de Ilun1boldt, Parigi, 1932. Malgrado sia incompiuto si
cedentemente citato); W. v. Hu111boldt und die Refonn des Bindungswesens (Die v~da anche il bel saggio di G. SOLARI, Guglieln10 Hu111boldt e il suo pensiero poli-
Grosse Erzieher, hrg. v. R. LEHMANN, voi. IV), Berlino, 1911. Cfr. inoltre R. ARIS, t1co, ora in <(Studi storici di filosofia del diritto>), Torino, 1949, pp. 315-342.
History of politica! Thought in Gern1any fro111 1789 to 1815, Londra, 1936, pp. 136-165. ( 63 ) R. LEROUX, op. cit., p. 353.
38 CAPITOLO PRIMO
L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
39

talità non sono quindi che due aspetti parimenti essenziali dell'idea tuazione idealistica della prospettiva risolutiva: la drammatica
di cultura, la cultura realizza infatti l' armonioso sviluppo della antitesi sturmiana è «superata>> in un'armoniosa immagine idea~
individualità nella libertà, e tale sviluppo è del tutto immanente le, in una conciliazione di tipo platonico. In ciò consiste il limite
all'individualità. della speculazione classicista e qui si rivela la sua origine pro-
Nelle Idee sulla costituzione dello stato, in occasione della nuo- fondamente aristocratica e l'inadeguatezza delle soluzioni propo-
va costituzione francese (61 ), che è l'opera se non pili impegnativa ste alle esigenze della società tedesca. C'è da sospettare che i neo-
e fortunata, certo la meno carica di pretesti polemici di questo classici, in fondo, non vogliano la libertà che per gli uomini liberi
periodo ("5), tali principi chiaramente risaltano. Ai costituenti e non intendano costruire, fuori dal mito, altra «repubblica dello
francesi Humboldt rivolge il rimprovero di aver voluto innalzare spirito,, che non sia la comunità di Weimar, il distaccato circolo
il nuovo stato " meramente secondo gli assiomi della Ragione " (66 ). degli olimpici, dei Goethe e degli Schiller. Né può sfuggire il ca-
" Ma non si possono dar delle lezioni di anatomia su un corpo vi- rattere illusorio della mediazione: l'idea del Kulturstaat è cosi
vente,,_ egli obbietta: " ciò che deve svilupparsi nell'uomo, deve generica da risolversi in mera declamazione letteraria o, nel mi-
scaturire dal suo interno, non essergli imposto dall'esterno; e che gliore dei casi, in un vago concetto di società (69). La concezione
cos'è uno stato se non una somma di forze umane, attive e passi- storica dello stato cui sembravano essersi avvicinati elaborando
ve?» (67). L'individualismo humboldtiano non nega perciò lo stato un più completo concetto di uomo e togliendo la concezione dello
ma lo ricostruisce nelle sue componenti individuali e riferisce il suo stato primigenio dell'umanità da una figurazione naturalistica, si
grado di perfezione al grado di perfezionamento attinto dai sog- scioglie in definitiva nell'utopica affermazione del diritto dell'ari-
getti. Anche quando, nelle Idee su un tentativo di fissare i limiti stocrazia elettiva della cultura (70).
dell'azione dello Stato, Humboldt sembra toccare l'estremo limite Ma oltre questi limiti è necessario cogliere quanto c'è di
nella polemica individualistica contro lo stato dispotico, e la fun- positivo nel pensiero neoclassico. Ciò consiste in particolare nel-
zione dello stato pare ridotta " alla cura per il bene negativo dei l'insistenza con cui han delineato il concetto di uomo come ente
sudditi, per la loro sicurezza" (68 ), pure permane il pensiero fon- attivo ed intermedio tra idealità e storicità: il diritto naturale
damentale che la vita sociale è condizione della vita individuale, che esce da tale ricerca non è pili definito come orda ordinatus
che la cultura è fenomeno collettivo, anche se non può non esser ma come orda ordinans (71 ), progresso e cultura divengono sino-
vivificata dall'energia creativa delle singole personalità. nimi e la libertà è il più alto attributo dell'uomo. La crisi dell'Il-
È chiaro che la mediazione dell'antinomia illuministica at- luminismo era ormai entrata nella fase definitiva.
tuata dagli autori del neoumanesimo è resa possibile dall'accen-
5. - L'Illuminismo ha, nella sua ultima fase, portato a ma-
(64) Jdeen Uber Staatsverfassung, durch die neue franzOsische Constitution
turazione la coscienza storica. Questo sviluppo è stato ormai di-
veranlasst, pubblicato la prima volta in «Berlinische Monatsschrift)), di BIESTER, scusso dalla contemporanea storia della filosofia in maniera da
1792, fase. I, pp, 84-98. Citiamo dall'ed. curata da L. B. FORSTER, W. V. HUMBOLDT,
Abhandlungen Uber Geschichte und Politik, Berlino, 1869, pp. 14-19.
(135) Lo hanno soprattutto notato GoocI-I, Germany and the French Revolution, 69
( ) Cfr. FR. MEINECKE, Cos1nopolitis1no e stato nazionale, cit., voi. I, pp. 41-43;
Londra, 1920, p. 108 e G. SOLARI, op. cit., p. 326. Un'importante documentazione sul- G. A. WALz, op. cit., passim.
la vita di Humboldt e le sue osservazioni sulla rivoluzione francese ci sono offer- 70
) Il carattere aristocratico della concezione umanistica è stato chiarito a
ti dai suoi diari: cfr. w. V. HUMBOLDT, Tagebilcher, a cura di A. LEITZMANN, I voi., (

sufficienza da II. FREYER, Die Beivertung der TVirtschaft im philosophischen Denken


1788-1798, nuova ed. aumentata, in <cGes. Schr.1> voL XIV, Berlino, 1922.
1
des 19. Jahrhunderts, 2. ed. riveduta, Lipsia, 1939, pp. 23-35.
(66) Ideen ilber Staatsverfassung, ed. cit., p. 14. 71
( ) Prendian10 l'espressione da E. CASSIRER, Vo1n Wesen und Werden des Na-
(67) Ivi, pp. 15-16.
turrechts, cit., p. 8. Sulla graduale trasformazione del concetto di ragione che
(68) [deen zu einem Versuch, die Grenzen ... , ed. cit., p. 58-61. risulta sempre pili attivizzata cfr. inoltre P. EIAZARD, op. cit., voi. I, pp. 34-57.
40 CAPITOLO PRIMO L'AMBIENTE ILLUMINISTICO 41

non dover essere ulteriormente illustrato ( 72 ): a noi interessa sol- lizzante, più che essere inteso come acosmico sistema dell'identi-
tanto vedere come la maturazione della coscienza storica e la tà, era perciò reinterpretato alla luce della concezione del divenire:
conseguente enucleazione di nuovi temi metafisici abbiano con- i gradi dello sviluppo dell'essere divengono le tappe del suo pro-
tribuito a mutare i termini entro cui dibattere il problema susci- cesso genetico.
tato dall'antinomia del pensiero illuministico. Da Leibniz a Herder dunque, nell'Illuminismo tedesco, il pro-
Strettamente connesso a quello dell' antitesi tra assolutezza blema della teodicea si trasforma profondamente e la soluzione
razionale e individualità, era nell'Illuminismo il problema della dapprima posta in una prospettiva teologica e chiusa in sé, è in-
teodicea, vale a dire della giustificazione logica e metafisica della fine aperta alla storicità. Il tal senso spinozismo e coscienza sto-
funzione individuale nel quadro dell'equilibrio razionale dell'uni- rica si intrecciavano, proponendo nuove soluzione del problema
verso. In termini più o meno teologici, a seconda dei presupposti illuministico ('• ).
dai quali si muoveva, molti erano stati i tentativi di soluzione, In questo quadro la primitiva naturalistica formulazione della
ma il problema aveva trovato una sistemazione solo nel pensiero dottrina razionalistica risultava se11z'altro rovesciata. La «ragione»
leibniziano: l'armonia prestabilita delle monadi doveva appunto non è tanto un'astratta potenza il cui contenuto normativo precede
rappresentare l'adeguata mediazione di assolutezza e individua- e regge tutto il successivo sviluppo, quasi raffigurato, a sua volta,
lità. Ma il tentativo di Leibniz portava anche all'estremo la ten- come un rigido sillogismo in cui l'universalità della premessa e
sione tra i termini considerati, poiché paradossalmente postulava l'analiticità della deduzione non ammettono alcuna conclusione
la concordia sulla più completa disgregazione individualistica del originale, - ma invece è assunta ad ideale termine dello sviluppo,
contesto metafisico; non stupisce quindi che alla miracolistica e la sua attuazione deve essere mediata dall'individualità.
mediazione leibniziana si opponesse sempre di più, nella linea evo- L'ideale storico-pedagogico, quale è descritto dal Lessing nel-
lutiva del pensiero laico, lo sforzo di riconquistare l'unità e l'equi-
librio dell'universo dall'interno, passando attraverso le individua-
Spinozismus in Deutschland, Berlino, 1895; M. GRUNDWALD, Spinoza in Deutschland,
lità, che dovevano rompere il circolo incantato della monade ed Berlino, 1897 (POLLOCK, E., Spinoza, Londra, II ed. 1899, nelle prime pagine, con-
in sé trovare l'energia della conciliazione, senza attendere la so- sidera questo lavoro esauriente); R. E. HERING, Spinoza in1 jungen Goethe, Lipsia,
luzione da un'ipotetica e poco convincente folgorazione divina. Te- 1897; F. BLANDENSPERGER, Klopstock et les én1igrés française à Ha111bourg, in «Revue
d'histoire littéraire de la France)), 1913; IDEM, Le mouve111ent des Idées dans l'émi-
nuti presenti tali presupposti, s'intende come la rinascita dello spi- gration française, Parigi, 1924; W. DILTHEY, Del periodo degli studi spinoziani di
nozismo avvenisse in funzione di alternativa immanentistica alla Goethe (art. del 1894, poi in <{Ges. Schr.1> voi. II, 1914), in L'analisi dell'uon10 e la
intuizione della natura ... , trad. it. cit., pp. 180-210; TH. v. STOCKUlvi, Spinoza, Jacobi,
prospettiva leibniziana: di fatto Spinoza è, per cosi dire, «tradot- Lessing, Berlino, 1916; D. BAUMGARD'l', Spinoza und der deutsche Spinozis111us, ·in
to» da Leibniz, nel senso che, fin dal primo apparire in Germania, «Kantstudien1), XXXII, 1927, pp. 182-192; P. HAZARD, La crise de la conscience euro-
péenne, Parigi, 1935, vol. III, Note, pp. 65 sgg.; H. HOLTERS, Der spinozistische
alcune fondamentali istanze del suo sistema son situate entro i li- Gottesbegriff bei Mendelsohn und Jacobi und der Gottesbegrifl Spinozas, Emsdet-
miti della tematica leibniziana e debbon contribuire a risolvere ten, 1938. Si veda inoltre, naturalmente, l'edizione dc' Die Hauptschriften zum
quei problemi che Leibniz aveva sollevato, mentre d'altro lato si Pantheis111usstreit zwischen Jacobi und Mendelsohn, di I-I. ScnoLz, Neuedrucke
seltener philosophischer Werke, hrsg. v. der «Kantsgesellschaft», vol. VI, Berlino,
tengono fisse altre istanze d'origine leibniziana come quella indi- 1916, ed in particolare, per quanto riguarda la nostra indagine, Ie pagine intro-
vidualistica ( 73 ). Lo spinozismo, filtrato dal nuovo spirito individua- duttive dì H. Scnm.z, IX-CXXVIII. In generale può poi esser utile anche la consul-
tazione di J. H. LoBWE, Die Philosophie Fichte's nach Gesa1nn1.tergebnisse ihrer
Ent1vickelung und in ihre1n Verhliltnisse zu Kant und Spinoza, Stoccarda, 1~62,
particolarmente pp. 247-261 e 271-286, nonché C. GEBHARDT, Spinozisnnts und Tra-
72
( ) Rimandia1no ai fondamentali contributi di W. DILTHEY, Die Achzehnte scendentalphilosophie, in «Chronicon Spinozanum)), II, l'Aja, 1922, pp. 118-129.
Jahrhundert .. ., cit., e di E. CASSIRER, Die Philosophie der Aufkliirung, cit. (
74
) Cfr. J. KREMER, Das Problen1 der Theodicee in der Philosophie und Lite--
73
( ) Sullo spinozismo in Germania non esiste, a nostra conoscenza, alcun la- ratur des 18 . .Tahrhunderts n1it besonderer Rilcksicht auf [(ani und Schiller,
voro recente: si vedano tuttavia le opere di M. I(RAKAUER, Zur Geschichte des in «Kantstudien>), Erglinzungshelft, 13, Berlino, 1909, in particolare pp. 142-155.
42 CAPITOLO PRIMO
L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
43
!'Educazione del genere umano (75 ), risponde appunto a tale nuova
dello sviluppo storico('"), ma fino a quando non si procedesse pm
tematica filosofica. " L'educazione è la rivelazione che opera nel
conseguentemente da queste all'analisi minuta dei fenomeni sto-
singolo uomo; e la rivelazione è l'educazione che ha operato e tut-
rici e sociali, non sembrava possibile che il pensiero illuministico
tavia opera sul genere umano ,, (76 ). Affinché la ragione si riveli, è
riuscisse a superare l'ostacolo creato dall'alternativa di idealità e
quindi necessario che essa si attui progressivamente nelle indivi-
storicità, della proclamazione dell'utopico Kulturstaat e della ras-
dualità, che cioè le individualità la rendano operante nel processo
segnata constatazione dell'esistenza del Notstaat. Si doveva proce-
storico, dall'uomo al genere umano. Che tale concezione sia ancora
dere pili a fondo nella determinazione dell'individualità dei feno-
piuttosto esteriore e meccanica, non si può mettere in dubbio: il
meni storici, e questo fu il merito di Justus Miiser ( 80 ).
contenuto normativo dell'ideale che pure assume una luce messiani-
Non stupisca, sulla base degli schemi correnti, l'accostanrnnto
ca, appesantisce nel complesso la visione lessinghiana e determina
del Miiser al Lessing, perché nulla è pili lontano dal vero dell'imma-
finalità astratte dello sviluppo storico (77 ). Tale conseguenza risalta
gine romantica data della sua personalità: il suo problema è tuttora
ancor pili chiaramente qualora si passi dalla considerazione storico-
quello illuministico della differenziazione nell'unità, e la polemica
metafisica a quella storico-politica. Qui l'ideale pedagogico oppone
che egli conduce contro il razionalismo egalitario è strettamente
allo stato storico una specie del tutto astratta di stato umanistico,
connessa allo stato della scienza giuridica e delle strutture della
una sorta di massoneria ideale il cui scopo è l'integrale attuazione
società illuministica ( 81 ). Se vi è una differenza, - che è certo es-
delle finalità della ragione: non interessa tanto l'uomo quanto
senziale, ma che non traduce, perciò soltanto, la problematica mo-
l'Uomo, Nathan il saggio, l'unità della natura oltre tutte le diffe-
seriana in quella romantica ( 82 ) - , essa consiste nel fatto che l'ac-
renze stabilite dalle circostanze, dalle convenzioni e dai costumi,
cento è posto sulle differenze piuttosto che sull'unità: ma tale in-
dalla storia insomma (78 ). Quanto allo stato storico, esso è ridotto
dirizzo metodico era comune alla storiografia dell'epoca ed assu-
a fatto contingente, stato di necessità finché esistano le differen-
me, svolgendosi, alcuni caratteri della visione prammatica. Para-
ziazioni, ma destinato a risolversi, o meglio, a scomparire nella
dossalmente si può dire. che proprio l'intensità polemica del pro-
comunità ideale. Lessing aveva posto le basi di un ripensamento
cedimento individualizzante lega Miiser all'Illuminismo, poiché fa
della sua scienza storica un'arma contro il dispotismo, del suo rea-
(75) Die Erziehung des Menschengeschlechts, del 1779; cfr. nella traduzione
lismo lo strumento per la rivendicazione dei diritti individuali corl-
italiana di F. CANFORA, Bari, 1951. L'interpretazione metafisica del pensiero di Les~
sig è stata soprattutto sostenuta da I-I. LEISEGANG, Lessings Weltanschauung, Lipsia, tro il giusnaturalismo dottrinario: ma l'un termine non può sussi-
1913, che è tuttora l'opera più esauriente. Si veda inoltre W. DILTHBY, in «Ges. stere senza l'altro, l'individualità e la razionalità si debbono conti-
Schr.)), voi. III, cit., pp. 172 sgg.
(76) Die Erziehung des Menschengeschlechts, paragrafo 2. nuamente rapportare a livello storico, la scienza consiste appunto
( 77) FR. MEINECKE, Le origini dello storicisnio, cit., p. 235, insiste molto sul-
l'insufficienza dello storicismo lessinghiano, polemizzando contro W. DILTHEY, Er-
79
lebnis und Dichtung, cit., p. 129 che ritiene sostanzialmente valido il principio ( ) Si vedano ancora le belle pagine di Meinecke, sia pure con qualche cautela.
evolutivo di Lessing. Per Mcineckc, « la strada iniziata da Lessing poteva forse 80
( ) Di Jus1us M6SER si vedano soprattutto le Patrlotische Phantaslen in
portare ad I-Iegel ma non a Goethe o a Ranke»: da parte sua HEGEL (Lezioni sul- «Stimmtlichc Werke>>, Berlino, 1842, voll. I-I\T; molto buona è anche l'antologia di
la filosofia della storia, trad. it., f'irenze, 1947, vol. I, p. 152) sostiene che l'idea K. BRAl\.'DI, J. M6SER, Gesellschaft und Staat, Monaco, 1921.
«geniale)) di Lcssing è in pieno contrasto con la sua idea di progresso poiché 81
( ) Sebbene con molta antipatia per la figura di MOser, C. ANIONI, La lotta
quella si muove su un piano solo quantitativo - (( niente altro che comparativi )>
contro la ragione, cit., pp. 94 sgg., ha posto in giusto rilievo tale concetto.
- mentre la propria si verifica in mutamenti qualitativi essenziali. Pur ammetten- 82
( ) Interpretazioni romantiche della figura di MOser sono quelle di FR. MEI-
do l'insufficienza del principio evolutivo lessinghiano ci sembrano tuttavia estre-
man1ente ingiusti e polemici i rilievi di Hegel e Meinecke. NECKI:!, op. cit., pp. 247 sgg.; w. DILTHEY, Ges. Schr., val. III, pp. 247-257; H. BARON,
7 l. Mdser Indlvidualitiitsgedanke in seiner geistesgeschichtlichen Bedeutung, in «Hi-
( 8) Si confronti soprattutto il saggio Ernst und Valk, visto da noi nelle
storischc Zeitschrift)), 130, 1924, fase. 1, pp. 31-57. Quanto al lavoro di H. V.
Taschenausgabe der Philosophischen Bibliothek, H. V., Lipsia, s. d., tradotto col
titolo Dialoghi 111assonici nell'«Acacia Massonicaii, 1948, nn. 5 e 7. SCUPIN, Volk und Recht bei I. MOser, in «Zeitschrift des Offentlichen Rechts», XIX,
1939, pp. 561-639, esso ha il tipico carattere dell'apologetica storica nazista.
44 CAPITOLO PRUvIO
L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
,lI
in questo nesso realistico posto tra teoria e storia, e non v'è alcuna ·1,
sorgente metafisica che condizioni e sostenga lo sviluppo antino- Con Herder giunge a conclusione nell'ambito dell'Illumini-
smo il processo di storicizzazione fin qui descritto ( 8 '). Egli muove
lj'
;<
mico dei termini, - e solo una tale impostazione meriterebbe l'at-
tributo di romantica ( 83 ). Mi:iser insomma storicizza il nesso tra dal kantismo che, pur da un punto di vista particolare, radicalizza
individualità e razionalità che Lessing aveva già rintracciato nel- il dualismo illuministico, e soffre con grande intensità quel pro-
l'immanenza, e, in questo suo originale contributo all'evoluzione blema sul piano teoretico come su quello pratico : perciò " la sua
della problematica illuministica, le istanze più diverse del pensiero storia non nascerà da un vivo e concreto problema politico e pra-
storico e politico del settecento si intrecciano profondamente. tico ma da un ondeggiamento tra politica e visione storica, na-
Nelle Fantasie Patriottiche Mi:iser enuclea la nozione di popolo, scerà da un bisogno pratico insoddisfatto, non da una esigenza di
definito come il complesso originale cli tutte le manifestazioni ine- luce che si inserisca su un'azione immediata. Nascerà filosofia della
renti alla sua vita; lingua, costituzione, religione, costume, diritto storia, non vera e propria storia "( 88), Contro lo stato dispotico
non sono che espressioni diverse di uno stesso nucleo vitale : il che è retaggio del dominio del conquistatore sul vinto, contro lo
montesquieuiano spirito delle leggi trova in Mi:iser una definizione stato macchinoso e poliziesco è dunque rivolta la polemica herde-
organica. Tuttavia tale atteggiamento profondamente conservatore riana; e di converso egli cerca di definire lo stato popolare, orga-
in senso politico ed insieme innovatore sul piano teoretico non ha nico, che nasce dai più immediati bisogni degli uomini e si affina
nulla in comune con quel «morboso romanticismo che amerà giu- nelle istituzioni popolari ( 89 ). La duplicità della concezione herde-
stificare perfino gli abusi in nome della loro antichità "( 84 ). Miiser riana è conseguenza della sua disincantata analisi della situazione
si muove nell'ambito della società germanica del tempo e pole- della Germania: la Germania non ha pubblico, non ha un'opinione
mizza contro lo stato assolutistico in nome dell'ordinamento ge-
pubblica letteraria, lamenta l'uomo di cultura, ma subito dopo ap-
rarchico e patrimoniale dei Liinder imperiali; " questa forma mi-
profondendo l'analisi scopre che non ha cultura perché non è po-
sta di dottrina progressiva e reazionaria ... è la spia del dilemma
polo, non è patria. Oggetto di ironica commiserazione da parte
politico che tormentava la Germania di quel tempo " e non vale
degli stranieri, disgregato, rotto in classi, ceti, stati, con interessi
inveire contro di essa poiché, se la consideriamo in quell'ambien-
te, " essa sembrava l'unica che avesse preso atto della disgrega-
zione politica del Sacro Romano Impero e che proponesse coe- X, Zurigo, 1950, pp. 702-703, e inoltre G. HEMPEL, J. MOser Wirkung auf seine
rentemente una riforma sociale conveniente all'angustia territo- Zeitgenossen, Mitt. des Vereins fiir Geschichte, Osnabri.ick, vol. 54, 1933, e R.
PASCAL, /. c.
riale dei piccoli stati tedeschi "( 85 ). Ad ogni modo, fosse autentica 7
(8 ) Su Herder, oltre alla fondamentale opera di R. HAYM, Herder nach seineni
o meno l'ansia di libertà del Mi:iser, certo è che il suo metodo Leben und seinen Werken dargestellt, nuova edizione, Berlino, 1954 (su cui W.
contribui ad approfondire ulteriormente la prospettiva risolutiva HARICH, R. Flay1n und sein Herderbuch, Berlino, 1955), si vedano le recenti opere
di W. DoBBEK, Herders Hunzanitii.tsidee als Ausdruck seines Weltbildes und seiner
dell'antinomia tra individualità e razionalità ( 86). Persdnlichkeit, Braunschweig, 1949; R. T. CLARK, Herder, his life and thought,
Berkeley e Los Angeles, 1955; D. W. JONs, Begriff und Problem der historischen
Zeit bei J. G. Herder, in «Acta Universitatis Gothoburgensis)), LXII, n. 5, Gi:iteborg,
83 1956; V. VERRA, Dopo Kant, Torino, 1957, pp. 153-241.
( ) Non a caso W. DILTHEY, l. c., va alla ricerca di ipotetiche {{forze oscure» 8
che Mi::iser considererebbe alla base del processo; molto pili guardingo H. BARON, ( 8) F. VENTURI, Introduzione alla trad. it. di J. G. HERDER, Ancora una filosofia
art. cit., pp. 35 sgg. non esclude forti residui illuministici. della storia per l'educazione dell'u1nanità, Torino, 1951, p. XI. Cfr. anche R. T.
(84) J. DROZ, op. cit., pp. 343-344. CLARK, op. cit., pp. 194-196. Su questa linea è anche l'interpretazione di M. RoucHE,
85
( ) R. PASCAL, La poetica dello Sturni und Drang, cit., p. 60. Approfondendo
la philosophie de l'histoire de Herder, Strasburgo, 1940. Si veda anche il sempre
l'analisi Pascal trova anche nei giacobini dell'epoca simili testimonianze. importante studio di R. STADELMANN, Der historische Sinn bei H erder, Halle, 1928.
86 8
( n) Vedi J. G. HERDER, Jdeen zur Geschichte der Menschheit, Parte II, 1785,
( ) Sull'influenza del pensiero di Mi:iser sui suoi contemporanei si veda in-
nanzitutto la testimonianza di GOETHE, Dichtung und Wahrheit, 15, in <<Werke)), vol. Libro IX, 4, in « Si:in1mtliche Werke, Zur Philosophie und Geschichte», a cura di
JOHANN v. MtiLLER, vol. V, Stoccarda e Tubinga, 1827, pp. 210-223.
46 CAPITOLO PRIMO L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
47

divergenti e contraddittori, tale è l'immagine del suo popolo (9°). ticismo. Ciò vale anche per lo svolgimento delle dottrine del di-
Anche l'azione di rinnovamento trova in tale situazione rilevanti ritto naturale (95 ) che, alla fine del secolo diciottesimo, pur presen-
difficoltà oggettive; egli sente che il Volkstaat che teorizza (91), ri- tando forme invecchiate ed un insopportabile tono scolastico che
schia di restare indefinitamente un ideale. Eppure l'unica possibile in parte giustificano la reazione polemica dei romantici, d'altro
soluzione è quella di stabilire un nesso dialettico tra la totalità lato erano venute maturandosi in prospettive metodiche~ e sostan-
empirica delle individualità - la Menschheit -, e la totalità ideale ziali del tutto nuove sulle quali si fonderanno le successive intui-
cui deve tendere lo sviluppo storico - la Humanitiit: soluzione zioni della scuola storica (9B).
che non consiste nel rilevamento teorico di tale dialettica, ma nella Tale continuità ha un senso preciso ed univoco, definibile
possibilità di rendere attivo il rapporto in ogni individuo, in ogni come tendenza alla sempre pili piena storicizzazione del diritto,
istituzione, in ogni formazione sociale (92), attraverso l'emancipazione del diritto positivo dalle premesse gius-
L'idealismo lessinghiano ed il realismo moseriano, protesi alla naturalistiche, la definizione della sua autonomia e, conseguen-
soluzione del problema teorico dell'Illuminismo e con questo del temente, una nuova metodologia che esigeva continua attenzione
problema storico della società tedesca, si ritrovano in Herder co- al rapporto intercorrente tra dottrina, giurispmdenza e contesto
me potenze reciproche in una stessa filosofia della storia e nel suo storico. Miiser e Herder contribuiscono alla formazione di questa
ideale di Volkstaat. La via risolutiva era stata definitivamente im- prospettiva, e particolarmente Herder, la cui filosofia della sto-
boccata, anzi cominciava ad essere percorsa. Ma molte erano le ria, reggentesi sul ritmo alterno di teoria e prassi, doveva offrire
mete a cui tale tracciato poteva portare: poteva essere, data la pro- profonde suggestioni ad una ricerca che, come quella giuridica,
fonda ambiguità della premessa ideai-naturalistica, una forma nuo- viveva di tale rapporto; inoltre Herder aveva compiutamente de-
va di individualismo, esasperata dalla «deduzione privatistica delle finito il nesso tra diritto e cultura e scoperto quelle categorie del-
pubbliche istituzioni» come pareva avvenire al Miiser ("3), o un l'individualità e dello sviluppo che potevano sorreggere la ricerca
atteggiamento immobilistico e assurdamente conservatore come rivolta a cogliere tale nesso (97).
quello del vecchio Miiser (94 ), o ancora un programma riformistico, In tal modo la crisi individualistica che travaglia il diritto
storicamente confortato, quale Lessing ed Herder auspicavano. Ma naturale si avviava a soluzione mediante il ricorso alla storicità.
oltre queste difficoltà era l'affermazione dell'immanenza dell'indi- Non bisogna quindi farsi ingannare dalle apparenze e ritenere tale
viduo nel processo storico e sociale. Quando il concetto di
Volkstaat fosse stato ripensato, fuori dell'ambiguo naturalismo che (
95
) Ci siamo valsi nella stesura di questo paragrafo particolarmente del fonda-
lo caratterizzava all'origine, come processo senz'altro t1rnanistico, mentale articolo di H. THIBME, Die Zeit des spiiten N aturrechts. Bine privatge.J,
schichtliche Studie I, in <(Zeitschrift der Savigny-Stiftung fiir Rechtsgeschichte», LVI,
si sarebbe potuta considerare risolta l'antinomia illuministica.
1936, Genn. Abt., pp. 202-263. In generale sulla transizione dalla scuola illun1inistica
a quella storica si vedano anche H. \'ON VoLTELINI, art. cit., e F. BEYERLE, Der andere
6. - Crediamo che nel corso della precedente esposizione Zugang zu1n Naturrecht, in ''Deutsche Rechtswissenschaft,,, IV, 1939, pp. 1-24.
913
( ) H. THIEME, op. cit., pp. 202-208. L'A. fa riferimento ai testi di Dilthey e
sia stata dimostrata, almeno per sommi capi, la continuità dello Troeltsch più sopra da noi citati (cfr. p. 18, n. 2). L'esposizione del Thie1ne, soprat-
sviluppo filosofico e culturale dall'Illuminismo tedesco al roman- tutto per quanto riguarda la polen1ica sulla codificazione e la posizione della scuola
storica dcl diritto, è integrata dal secondo art. dei suoi studi: Die preussische [(o-
di[lkation, nello <(Zcitschrift der Savigny-Stiftung» cit., Gerni. Abt., LVII, 1937,
(90) Vedi J. G. HERDER, Briefe zur BefOrderung der Hu111anitiit, 57, in «Samm. pp. 355428.
W.Jl, cit., vol. 14, 1829, pp. 101-111. 97
( ) Si cfr. soprattutto Tn. WORTENBERGER, J. G. Herders Bedeutung fiir die
(9 1) IDEEN, cit., libro VIII, in ~<Sii1nm. W.l>, cit., val. V, 1827, pp, 105-173. Rechtsgeschichle, in «Juristenzeitung», 1957, fase. 5-6, pp. 137-141, ma particolarn1en-
(92) Cfr. R. T. CLARK, op. cit., pp. 314 sgg. te p. 138; IDEM, Volk, Recht und Gesetz bei J. G. Herder, in «Zeitschrift der Akade-
(93) Vedi c. ANTONI, op. cit., p. 94. mie fiir Dcutschcs Recht», XI, 1944, pp. 140 sgg.; V. EHRENBERG, Herders Bedeutung
(9·1) Cfr. R. PASCAL, op. cit., l. c. fiir die Rechts1t1.1issenschaft, discorso comn1emorativo, Gottinga, 1903.
48 CAPITOLO PRIMO L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
49
processo solo rappresentato dal Savigny e dalla sua scuola: la Ma è soprattutto la scuola «prammatica» che esplicita questi
scuola storica raccoglie invece l'eredità di una lenta e faticosa ela- nuovi metodi: i suoi maestri portano a livello strettamente giuri-
borazione giuridica e storiografica, che bensi avveniva a livello dico le intuizioni politico-giuridiche di Montesquieu e ne rielabo-
teorico e programmatico con Herder e gli altri di cui sopra abbia- rano la metodologia in riferimento ad esigenze pratiche (10'). Con
mo segnalato il contributo, ma anche e. soprattutto a contatto con ciò l'ideale giusnaturalistica risulta man mano trasformato in fun-
i problemi pratici, nell'uso dei vecchi dommi giusnaturalistici che zione interpretativa e la stessa filosofia comincia ad essere conce-
venivano adattati alle nuove esigenze, rielaborati, trasformati: è pita più che come procedimento aprioristico e astratto, come cri-
un processo sotterraneo, umile, che tuttavia percorre vivacemente terio di valutazione della realtà empirica. Tale concezione, carat-
le trame del tardo diritto naturale; e nell'approfondimento anali- terizzata come «uso del metodo deduttivo nel mondo dell'empi-
102
tico della ricerca si aprono anche nuove prospettive teoriche (98), ria» ( ), era stata enucleata nell'ambito della scuola di Gottinga:
Quali erano le caratteristiche della scienza giuridica in Ger- Gesner, Heyne, Michaelis avevano posto le basi della metodologia
mania in quell'epoca? Colpisce innanzitutto, ad una considerazione prammatica liberando la storiografia da ogni presupposto teolo-
esterna, la sua estrema diffusione, ma ciò diviene plausibile quando gico ed accettando il principio della individualità ed unità delle
si pensa a quanto era utile ai governi dei piccoli stati principeschi culture, mentre la seconda generazione della scuola, con Gatterer,
dell'Impero servirsi del parere e del sostegno di eruditi e valenti Achenwall e Sch!Ozer aveva studiato il metodo delle scienze appli-
giuristi: si dovevano difendere i diritti dei Reichstiinde e si tentava cate, come la geografia politica e la statistica. Qui il metodo cau-
di razionalizzare quel coacervo di consuetudini, di leggende e di sale veniva applicato all'analisi dei rapporti tra gli individui, e
decreti imperiali su cui essi si reggevano. Era inevitabile poi che le forze storiche erano considerate nel quadro di una costellazione
proprio per il compito che loro spettava ed il particolare materiale di nessi razionali. Non che in tal modo gli schemi del razionalismo
su cui operavano, questi giuristi facessero ricorso al metodo sto- settecentesco fossero superati, ma certo erano rielaborati profon-
rico pili che a quello formale di tipo matematico (99 ). Molto spesso damente, immersi appunto nella realtà empirica e, per quanto
questi storici e giuristi non erano altro che compilatori di flo- imperfettamente, lo sforzo per attingere la mediazione aveva avu-
rilegi, raccoglitori di massime, o, nel miglior dei casi, topi to senza dubbio inizio ( 103 ). Ne seguiva una concezione realistica
d'archivio preoccupati solamente di dotte dispute sull'autenticità della storia ed il progresso, di cui tanto si parlava, non era pili
dei titoli sovrani dei principi: tuttavia anche attraverso questo concepito in una sfera astratta ma si riteneva dovesse attuarsi
tipo di indagine, ·che si è chiamata «elegante» o «erudita>>, s'anda- nella progressiva trasformazione delle istituzioni. La coscienza
vano elaborando nuovi metodi ( 100 ). scientifica si intrecciava alla coscienza politica e la polemica illu-
ministica prospettava obbiettivi concreti di riforma (104).
(9 8) Sia THIEìvlE negli artt. cit., che SOLARI, Storicisnio e diritto privato, Torino,
1940, p. 4, insistono sull'importanza dell'indagine strettamente giuridica tra i fattori 210, nota che la corrente elegante riduce la storia ad un puro «Arscnal von einzelnen '
fonda1nentali che hanno contribuito al superamento dcl gilisnaturalismo. Contra trockenen gelehrten Notizen»: cosi anche C. ANTONI, op, cit., pp. 54 sgg.
vedi invece il cit. VOLTELINI. 101
( ) Cfr. ~· TRESC~IEI~, Montesquieus Einfluss, cìt.; H. THIEME, art. cit., p. 211:
(99) Cfr. in particolare C. ANIONI, La lotta contro la ragione, cit., p. 53. i~ questo periodo, egli afferma, la torn1ula «spirito delle leggh} ebbe tanta diffu-
1
( 00) La distinzione delle correnti <(elegante», «prammatica)) e filosofica è stata sione quanta due generazioni più tardi il termine «Volksgcistl>.
1
posta da LANDSBERG (op. cit., III, 1, Text, pp. 150 sgg., 228 sgg.) jn 1naniera incontra- ( 02) H. TI-IIEJ\tlE, art. cit., p. 215.

) Lo ~i~onoscc lo stesso HUGo, Lehrbuch des Naturrechts, als einer Philo-


stata: essa ha tuttavia numerosi precedenti, tra cui P. J. ANSELM FEUERBACI-I, Ueber 103
. (
Philosophie und E1npirie in ihreni 1/erhiiltnisse zur positiven Rechtswissenschaft, ph1e ~es p~sitiven Reclzts (1797), III cd. au1nentata, Bcrljno, 1809, che considera J.
Landshut, 1804, p. 1 sgg. Si veda inoltre H. WEHER, Gustav Hugo, Vo1n Naturrecht D. M1c.haehs <(dcr dnzige Schriftstcller, welcher ein positives Recht philosophisch
zur historischen Schule, Ein Beitrag zur Geschichte der deutschen Rechtswissen- bearbe1tcte)) (p. 27}.
schaft, Gottinga, 1935, pp. 7-17. H. THIEME, Die Zeit des spiiten Naturrechts, cit., p. 104
( } Per queste notizie ed il tono generale dell'esposizione dcl prograinma della

4. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


so CAPITOLO PRIMO
L'AMBIENTE ILLUMINISTICO 51
I frutti di questa impostazione metodica non tardano a farsi
sentire ( 105 ). La stessa metodologia wolfiana, quando fosse con- moderna: Io stato federiciano del cui spirito I' Allgemeine Land-
siderata dal nuovo punto di vista, poteva influire positivamente recht è espressione, era riuscito a mobilitare le forze nazionali e
sul processo evolutivo del tardo pensiero giusnaturalistico. Un ad inserirle attivamente, sebbene in maniera burocratica nella vi·
'
presupposto essenziale della dottrina razionalistica era infatti la ta dello stato ed era pensiero comune, confermato dalla tradizio-
finitezza e l'armonia dell'ordinamento giuridico, ed al di fuori di ne protestante, che la pili valida salvaguardia del diritto e dello
questo presupposto la deduzione di tipo matematico non era nep- stato risiedesse nella coscienza dei cittadini. Il riformatore Klein
pure pensabile; mutato ora l'angolo della visuale, e riagganciato ritiene che solo la Volkstumlichkeit sia il criterio atto alla deter-
il diritto alla storia ed alla vita del popolo, restava pur sempre minazione della forma e del contenuto delle leggi (108) e Suarez
l'esigenza sistematica che fu tramite del passaggio dalla dottrina sente con tale intensità quest'esigenza da pubblicare una Istru-
alla codificazione ( 106 ). Non bisogna infatti considerare il movi- zione alle leggi per il popolo dalle cui pagine risalta pienamente
mento per la codificazione, e quello prussiano in particolare, so- il concetto della funzione popolare del diritto (10"). Tuttavia pro-
lamente come la conclusione logica dalle premesse astratte del prio questo testo chiarisce anche in che consista, nel metodo e
razionalismo illuministico o il frutto dell'esigenza dello stato as- nella sostanza, l'insufficienza dell'opera di codificazione. Il limite
solutistico di porre in maniera incontrastata la sua sovranità at- risiede ancora una volta nella non adeguata sutura di generalità
traverso la pianificazione del diritto; il movimento per la codifi- ed individualità, nello squilibrio formale tra deduzioni apriori-
cazione ha anche un senso inverso, vale a dire che ad esso è impli- stiche e considerazione delle istanze popolari, di modo che un at-
cita la volontà di rispondere attraverso l'unità e la semplicità del- teggian1ento aristocratico e pedagogico diviene paradossalmente
!'ordinamento - che sono poi unificazione e semplificazione - il veicolo del rapporto educativo; e poi la mediazione tra cittadini
ai bisogni del popolo. Per i riformatori prussiani il diritto è fun- e stato è ancora una volta fondata sul principio del benessere e
zione della sovranità popolare, e continua è la loro sollecitudine della sicurezza, che, come abbiamo altrove osservato, rivela una
nel far posto nel codice ai diritti individuali ed alle esigenze delle sfiduciata concezione atomistica ed individualistica del corpo so-
classi e di tutte le strutture sociali intermedie. L'immagine del ciale ed offre il pretesto per il trasferimento dei diritti sovrani alla
Volksstaat è viva nella mente dei codificatori e con essa l'intento persona del principe assoluto. Con la giustificazione dell'assoluti-
di attivizzare il popolo nello stato, di estendere il diritto oltre i smo risultava infine pregiudicata quella compenetrazione di diritto
tribunali e gli organi amministrativi dello stato fino a radicarlo e storia che pure era sembrata verificarsi ( 110 ). Si era fatto un no-
nella eticità popolare ( 107 ). Né questa figurazione sembri troppo tevole passo sostituendo al diritto astratto quello relativo, alla si-
stematica razionalistica quella dell'ordinamento positivo, al diritto

scuola di Gottinga ci siamo valsi delle pagine di W. DILTI-IEY, in « Gesammclte


Schriften», voi. III, cit., pp. 261-268.
zione di Dilthey, aderisce alle tesi generali (Die preussische Kodifikation, cit., pp. 416-
(1° 5) H. THIEMTI, nell'art. cit., p. 221, sembra opporre le direzioni di evoluzione
metodica a queJle di sviluppo sostanziale. Tale procedimento ci sembra pericoloso: 417). Si veda inoltre, sulle vicende della composizione del codice, H. TI-IIEME, art. cit.,
per utilità espositiva si potrà al massimo distinguere l'una dall'altra. pp. 361-403 e 417 sgg., e H. BRANDT, Das preussische Volksgesetzbuch, in «Zeitschrift
f. d. ges. Staatswissenschaft)), 100, 1940, pp. 337-352.
( 1 06) Cfr. H. THIEME, art. cit., p. 225 e 228.
108
1 7 ( ) Cfr. H. TI-IIEME, Die Zeit des spiiten Naturrechts, cit., p. 259. Su Klein si
G. SOLARI, L'idea individuale cit., pp. 59 sgg, e soprattutto p. 82 ha messo
( 0 )
veda anche LEROUX, G. d. Hu111boldt, cit., pp. 121-129.
nella giusta luce l'iinpegno pratico dci riformatori prussiani; la n1igliorc esposizione 109
( ) C. G. SUAREZ, Unterricht filr das Volle ilber die Gesetze (1793), a cura di E.
che conosciamo ed alla quale abbiamo larga1ncnte attinto è tuttavia quella di W.
DILTHRY, Das allge1neine Landrecht, in «Ges. Schr.)) val. XII, Lipsia Berlino, 1936, WOLF, Francoforte s. M., 1948. Cfr. inoltre H. THIEME, Die preussische Kodifikation,
cit., pp. 403-416.
pp. 131-204. H. THIEME, da parte sua, pur correggendo alcuni punti dell'interpreta-
( 11 0) Cfr. C. G. SUAREZ, op. cit., pp. 5-9.
r-.. ·-· ·
52 CAPITOLO PRIMO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
puro l'applicato, all'assoluto l'ipotetico, ma il procedimento era 53
inficiato da una sostanza assolutistica che finiva inevitabilmente fico piti profondo, poiché non bastava ricondurre le leggi naturali
per situare il diritto in una prospettiva statica. . , . alle leggi del comportamento umano ma si doveva altresf muovere
Tuttavia il processo che non poteva concludersi nell ordma: da una nuova co11cezio11e dell'uomo, come ente attivo, creativo.
mento dello stato prussiano, trovava tra i teorici e i liberi giuristi Abbiamo visto altrove come attraverso lo Sturm e il movimento
dell'epoca un ulteriore approfondimento. Il diritto naturale era umanistico la nuova concezione fosse venuta formandosi: paralle-
ormai concepito come idea e sostanza dello spirito popolare e lamente nel campo degli studi giuridici il richiamo a Rousseau as-
Troeltsch ha giustamente riconosciuto in esso non piti un dogma sunse un analogo significato. Se Montesquieu «segnò la via», si
ma uno schema interpretativo della realtà giuridica: egli parla disse, è Rousseau che l'ha approfondita, spostando l'interesse dal-
dell'«inizio di una nuova moderna concezione della sociologia» eh~ l'analisi dei nessi meccanici tra leggi e contesto storico all'indagine
sarebbe inerente al diritto naturale ( 111 ). Di fatto il nesso tra di- sul nesso attivo di volontà e leggi ( 1 t<). Insomma solo quando si
ritto e storia era concepito in maniera attiva, quasi, diremmo, fosse fatta viva la convinzione di un rapporto creativo tra vita po-
riempiendosi di un contenuto storico lo schema costitutivo del polare e diritto, solo allora diritto e storia potevano dirsi ricon-
diritto naturale. Un profondo relativismo permetteva dr desostan- dotti ad una esperienza unitaria.
zializzare fino a tal punto l'antica e gloriosa tradizione giusnat~­ Questo processo investe la scienza giuridica dell' epoca : da
ralistica : ed anche in questo campo si può notare come lo. scetti- ogni parte vengono portati contributi alla costruzione della nuova
cismo adempia ad una funzione maieutica, nel romp~r~ gh sch~­ teoria mentre le precedenti dottrine entrano in crisi. Particolar-
mi dommatici ed aprire le porte ad una ricerca emp1nca. e. posi- mente significativa è la crisi del diritto romano, che fino ad allora
tiva dei cui molteplici possibili sviluppi era solo preved1b1le al aveva rappresentato il paradigma cui costantemente si riferivano
momento la spinta al rinnovamento. le concezioni del diritto naturale: gli si oppone il diritto germa-
Tipico è il posto che occupa in questo qu~dro, l'em~'.rismo nico come espressione vivente della comunità germanica e sola
eclettico e relativizzante di Feder: egli approfondisce 1 anahs1 delle adeguata risposta alle sigenze di quella società. Ricostruito stori-
strutture giuridiche riconducendo positivisticamente la conoscenza camente, rielaborato nella sua applicazione al diritto privato, il
delle leggi naturali alla descrizione dei comportamenti umani (ll2). diritto germanico contribuisce potentemente a consolidare la nuo-
va coscienza giuridica (115).
Lo stesso Hugo, di solito cosi poco riconoscente ai propri prede-
cessori, gli attribuisce il merito di aver in tal modo defi~i:o quel In questo ambiente si forma anche la scuola storica del di-
procedimento innovatore che egli chiama «filosofia del diritto po- ritto. Se in Hugo non si son potute non riconoscere profondissime
sitivo» ( 113 ). • .

La spinta decisiva doveva tuttavia venire da un motivo filoso-


(Il") Cfr. HuGo, op. cit., pp. 23-26; G. SOLARI, Storicis1110 e diritto privato, cit., p.24,
n1et1e in guardia, giustainente a nostro avviso, dal pericolo di considerare in ma-
niera meccanica il rapporto intercorrente tra Montesquieu e la scuola storica: Mon-
c111) E. TROELTSCH, Ges. Se h r. vo I. Iv , p. 188 . ·, H · THIEME
. , ,Die Zeit
. des spiiten
_ tesquieu è rivissuto attraverso la mediazione di Rousseau, attraverso l'attiviz?:azio-
Naturrec ht s, c1·1 ., pp . 232-235 ,· IDEl\1
" , Die preusstsche J(odi-fikation,
. c1t., pp.
. 357 361. ne del concetto di «spirito del popolo». Cfr. anche TTUEME, Die preussische Kodi-
fikation, cit., p. 359.
(1L2) T G H FEDER Grundlehren zur Kenntnis des nienschllchen Wtllens und
der natU~Ùch~n Gesetze' des Recht1'erhaltens, II ed., Gottinga, 1785; com~ espres-
1 5
( Le opere fondamentali che presiedettero alla rinascita dcl diritto germa-
1 )

sive dell'eclettismo di Fcder si vedano qui le pagine dedicate ~Ila Geschichte d~ nico furono di J, S. PVTTER, Elementa juris Gennanici privati hodierni, Gottinga,
praktischen Philosophie, pp. 195-206. Su Feder, LANDSBERG, op. czt., III, 1, pp. 43 - 1754, la cui ottava edizione del 1770 porta il titolo Istitutiones juris publici ger111a-
437 del testo e note pp. 279 sgg. nici: l'ultima ed. apparve nel 1802 (su Piitter si veda, LANDSIJRRG, op. cit., III, 1, Text,
(113) HUGO, op. cit., p. 28. pp. 331-353); di J. FH. RuNDE, Grundsiitze des ge1neinen deutschen Privatrechts, Got-
tinga, 1791; e la Geschichte des deutschen Handelns, di F. C. J. FISCHER, I-Iannover,
1785-1792.
54 CAPITOLO PRIMO
L'AMBIENTE ILLUMINISTICO
55
influenze illuministiche, - e d'altro lato egli stesso è cosciente del
colta di esempi, ma l'unico mezzo per attingere una vera cono-
suo legame con la tematica culturale del!' epoca in cui si è for-
scenza della nostra situazione " ( 119 ) - ; solo piu tardi infatti, nel
mato ( 116 ) - , non è capitato lo stesso per quanto riguarda Savigny.
clima della restaurazione europea, la scuola storica del diritto farà
Ossequiosi alla fable convénue dell'opposizione di Illuminismo e
propri, dal circolo romantico di Heidelberg sotto linfluenza di
storicismo, gli studiosi hanno preferito incidere nel vivo della con-
Schelling, motivi organicistici, naturalisti e irrazionalisti (12°).
tinuità storica e raffigurarsi una nicchia isolata entro cui collocare
l'immagine del teorico della scuola storica. Recenti ricerche han Ma torniamo alle dottrine del tardo diritto naturale e cer-
chiamo di vedere come nel superamento del giusnaturalismo attra-
tuttavia ridimensionato la sua figura e rintracciato nel suo inse-
verso l'approfondimento metodico si rivelino anche nuovi motivi
gnamento analogie ed influssi della scuola del tardo diritto natu-
sostanziali: il nesso tra diritto e spirito popolare non indica in-
rale. Il problema del giovane Savigny è quello illuministico della
fatti solamente una forma di produzione del diritto ma ne deter-
compenetrazione di diritto e storia ( 117 ) ed i concetti che egli usa
mina anche il contenuto. All'immagine del Rechtstaat che era pro-
sono anch'essi illuministici: la nozione di Volk non allude ad al-
pria delle correnti razionalistiche e dei codificatori prussiani si op-
cun principio naturalistico o biologico, ma è descritta come nucleo
pone l'idea del Volkstaat, e sebbene questa nozione sia di rado teo-
individuale di una comunità fondata su elementi culturali; e ciò
rizzata del tutto coerentemente, pure ne vengono notevoli conse-
vale anche per il concetto di sviluppo; né la polemica contro la
guenze. Particolarmente importante, nel quadro della successiva
codificazione è fine a se stessa, ché non è rivolta contro la codifi-
evoluzione del pensiero filosofico giuridico tedesco è il progressivo
cazione in generale, - infatti la codificazione giustineanea è valu-
abbandono della distinzione di diritto e morale propria dei teorici
tata positivamente - , ma solo contro quelle codificazioni che non
del Rechtstaat dal Tomasio al Kant a Hufeland: qui invece diritto
si reggevano su un reale travaglio storico ( 118 ). Se vi è una diffe-
e morale son ricondotti alla sfera dell'eticità popolare ed in essa
renza rilevabile, essa consiste nel definitivo superamento del me-
si rapportano come momenti diversi di un medesimo processo che
todo prammatico - " perché la storia non è piu una semplice rac-
è di libertà. È su questa base che si sostiene il diritto del popolo
alla rivoluzione, cosi come si lotta contro !a servitù della gleba ed
(110) Su Hugo, oltre al cit. H. WrmER, si veda G. SOLARI, op. cit., pp, 12-28, nonché
il sistema chiuso delle classi (1 21 ): la libertà infatti è intesa come
F. ErCHENGRUN, Die Rechtsphilosophie Gustav Hugos, ein geistesgeschichtlicher Beitrag svolgentesi in un ritmo storico alterno di limitazioni e spinte, è un
zu111 Proble1n von Naturrecht und Rechtspositivismus, L'Aia, 1935. In tutte queste
opere si mette in luce il carattere duplice della «filosofia del diritto positivo)) di
Hugo, da una parte solidamente radicato nell'ambiente giuridico, e soprattutto sto-
riografico, dell'Illuminismo, dall'altro aperto ad esigenze di positività che si faran- (119) FR. c. V. SAVIGNY, op. cit., p. 15.
120
no particolarmente acute in periodo romantico: a con1prova vedi Huco, op. cit., ( H. THIEMil, Der junge Savigny, cit., pp. 60 sgg.; ma si cfr. anche Ja fonda-
)
p. 3 e 45. mentale opera di A. STOLL, Franz Karl van Savigny. Ein Bild seines Lebens 1nit
(117) Si cfr. un altro importante articolo di H. TI-IIBME, Der junge Savigny, in einer Samnilung seiner Briefe, voll. 4, Berlino, 1927-1939.
121
«Deutschc Rechtswissenschaft. Vierteljahrschrift der Akademie filr Deutsches Recht>}, ( ) La rivendicP.zione del diritto del popolo alla rivoluzione e la polemica con-
7, 1942, 2, pp. 53-64, ma soprattutto a questo proposito pp. 53-54. Si veda in ogni caso tro il sistema della scrvitll vanno di pari passo soprattutto in Prussia dove tale pro-
F. C. VON SAVIGNY, Grandgedanken der Historischen Rechtsschule, (raccolta anto- blema era senlito con molta intensità. Si vedano in particolare le opere di CH. J.
logica a cura di E. WOLF), Francoforte, 1948, in particolare pp. 3-7 e 14-21. KRAUS, il collega_ economista di Kant all'università di KOnigsberg, su cui si possono
(118) Cosi F. W1EACKER, Friedrich Carl van Savigny, in «Zeitschrift der Savigny~ utilmente vedere le pagine dedicategli da FR. MEINECKE, Leben des General-Feld-
Stiftung>}, Roni. Abt., LXXII, 1955, pp. 1-38, ma in particolare pp. 6-8: è questo, Marschalls Hennann van Boyen, ve.Il. 2, Stoccarda, 1896-99 e FR. Mn.KowsKr, Die
a nostra conoscenza, il pili fortunato e utile articolo espressivo dell'odierna rivalu~ Bedeutung van Chr. [(raus filr die Geschichte der Volkswirtschaftslehre, in <(Schmol-
tazione di Savigny. Un'attenta analisi del pensiero di Savigny nell'ambito della pro- lers Jahrbuch flir Gesetzgebung)> L (1926), oltre naturalmente a CHR. J. KRAus, Werke,
blematica illuministica è anche dato da W. TAGETl-IOFF, [(ant und Savigny, Der Einfluss vcll. 8, KOnigsberg, 1808-1819. Molto vivace la polemica di THEODOR SCHMALZ, altro
des deutschen ldealis111us, insbesondere l(ants auf Friedrich Carl van Savigny, diss., collega di Kant alla facoltà di KOnigsbcrg, di cui si veda Das Recht der Natur, in 4
Francoforte s. M., 1952. libri, (I ed. KOnigsberg, 1791) II ed., da cui cit., !(Onigsberg, 1795, I libro . pp. 13-
14, 97, Il libro, pp, .14 sgg,, 48, 108, 114-120, IV libro, pp. 39 sgg.; ed inoltre Erkltirung
56 CAPITOLO PRIMO L'AMBIENTE ILLUMINISTICO 57

progresso positivo ma faticoso in cui le forze popolari si muovono diritto naturale si definisce un ambito di mediazione a contatto
l
'

e fondano il loro diritto. L'apologia del diavolo e Sul diritto del della storicità.
popolo ad una rivoluzione - due operette di J ohann Benjamin Tuttavia mancava ancora un elemento ideologico tanto pro-
Ehrard, apparse nell'ultimo decennio del secolo diciottesimo ( 122 ) fondamente penetrato nelle coscienze da permettere il coagulo delle 1
'
- possono essere considerate l'indice di questa nuova tematica. In disparate tendenze e la formazione di un movimento originalmente
entrambe lo sviluppo storico è descritto come collisione di forze caratterizzato. La «rivolt1zione copernicana» risponderà a quest'esi-
ed in tale quadro il Rechtstaat dimostra la sua inadeguatezza nel genza, non tanto per quello che essa effettivamente esprimeva nel-
rispondere alle esigenze storiche: il diritto di un popolo alla rivo- la scolastica formulazione kantiana, quanto per il modo in cui fu
luzione interviene allora ad innervare la concezione del progresso. intesa dai pensatori che elaborarono il tema. Essa significò una
In queste affermazioni ci sembra sia possibile cogliere l'elemento nuova immagine della vita, la liberazione del mondo interiore, la
pili profondo dell'esperienza culturale degli autori di quest'epoca, potenza dell'uomo nell'universo (123 ); e poi, dal punto di vista so-
nella tend_enza cioè a dialettizzare in t1na visione drammatica ma ciale e politico, rappresentò l'istanza di comprendere universo e
creativa della storia tutte quelle coppie di termini antinomici che comunità in un insieme in cui l'autonomia delle parti, attraverso
un rapporto creativo, si conciliasse nella categoria della totalità (1 24 ).
l'Illuminismo non aveva saputo risolvere in unità, razionalità ed
L'antinomia illuministica si avviava dunque ad essere trattata nel-
individualità, diritto e storia, moralità ed eticità, filosofia e storia.
l'ambiente culturale del romanticismo quando già una via di me-
diazione era stata colta e si era cominciato ad approfondirla. Non
7. - Elemento peculiare dell'Illuminismo tedesco è quindi si darà più la possibilità di drammatiche rotture, di radicalizzare
l'aver ritracciata ed indicata alla cultura romantica la via per la l'antinomia: il pensiero tedesco potrà guardare dietro di sé la me-
soluzione dell'antinomia inerente al pensiero illuministico. Oltre diazione raggiunta ed attuare il titanico tentativo di concludere la
!"esasperazione. dei termini individuali e razionali che giusnatura· storia del mondo nel sistema.
lismo e Sturm und Drang avevano attuato, attraverso il ripensa- Ma non possiamo non chiederci se la certezza dell'unità at-
mento degli autori dell'Aufkliirung maturo e della scuola del tardo tinta, se quest'olimpica saggezza nel contemplare lo sviluppo sto-
rico, non sia ancora una volta frutto di una lacerazione dell'espe-
rienza vitale, il pretesto per annegare nel!' assoluto la nostalgia
der Rechte des Menschen und des Biirgers. Ein Com1nentar Uber das rein.e Natur- dell'azione nel mondo del relativo in cui l'uomo deve vivere.
und natiirliche Staatsrecht, KOnigsberg, 1798, capp. 20-22. Si veda inoltre I(. MAN- È la stessa domanda che si pone il giovane Hegel. Cerchere-
GELSDORF, Rede t•on der natilrlichen und biirgerlichen Freiheit, KOnigsberg, 1793.
(122) J. B. EHRARD, Apologie des Teufels, 1795, in «Philosophisches Journat}, I, pp.
mo di vedere, seguendo passo passo la sua evoluzione, come l'an-
105-140 (da noi consultato nella traduzione curata da B. CROCE, Bari, l'J43) e Veber tinomia di razionalità ed individualità si riproponga in lui in forma
das Rechl des l-'olks zu einer Revolution, Jena e Lipsia, 1795, soprattutto pp. 142
sgg. Su Ehrard si veda A. RAVÀ, Filosofia del diavolo, in «Rivista moderna», I, 1921, tanto intensa quanto poteva esserlo in un pensatore isolato, ancora
fase. 2 C' le note di CROCE alla trad. cit., pp. 1-6 e 61-85: entra1nbi gli articoli hanno strettamente legato ai moduli del pensiero illuministico. L'origi-
però un significato parziale e unilaterale. Cfr. anche la breve nota di X. LPO"f, Fichte
cit., I, pp. 484-485. Nello stesso circolo di idee è stato anche concepito I'Anti-Elobbes,
oder Uber die Grenzen der hiichsten Gewalt und das Zivangsrecht der Bii.rger gegen
( 123 ) Cfr. W. DILTHEY, Leben Schleierinachers, cit., pp. XXVI sg.
,Jen (Jberherrn, Erfurt, 1798 di P. J. A. FEUERBACH, di cui vedi pp. 49-53 e 26-1-282. Su
124
quest'opera e i suoi precedenti si possono utilmente consultare i lavori. di O. D01nNG, ( Questa è la tesi fondamentale del lavoro di L. GoLDI\1ANN, La conununauté
)

Feuerbachs Straftheorie und ihr Verhìiltnis zur Kantischen Philosophie, Berlino, hu1naine et l'univers chez Kant, Parigi, 1948, in part. pp. 31-37: ci siamo valsi di que-
1907, Ergdnzungsheft der Kantgesellschaft, n. 3, pp. 16-24 e G. RADBRUCH, P. J. A. sto lavoro larga1nente, e lo riteniamo uno dei pili centrati per quanto riguarda la
Feuerbach, Ein Juristcnleben, Vienna, 1934, pp. 24 sgg. e 44 sgg. (di quest'opera vi è interpretazione del pensiero politico giuridico di Kant ed il suo significato nell'am-
anche una seconda ed. curata da E. WOLF, Gottinga, 1957). biente della filosofia dell'idealismo tedesco.
58 CAPITOLO PRIMO

nalità della risposta hegeliana consiste essenzialmente nel fatto


che in nessun momento della sua esperienza giovanile egli dimen-
tica l'uno o l'altro dei termini in questione. Hegel riporta l'anti-
nomia nel suo dramma interiore, nel suo metodo, nella storiogra-
fia, nei saggi speculativi e politici e sempre commisura la possi-
bilità di una soluzione alla realtà antinomica del problema. Solo
quando avrà creduto di aver trovato la formula risolutiva di questo
dramma, allora avrà posto le basi del sistema della maturità. CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA
NEL PERIODO DI STUTTGART E TUBINGEN:
IL TEMA " LIBERTÀ E AMORE,,

SOMMARIO: 1. A contatto con la cultura illuministica. - 2. Carattere e metodo del


giovane Hcgel. - 3. Il problema dcl circolo di Tubinga. - 4. Significato e limiti del-
l'influenza religiosa, in particolare pietistica. - s. Centralità della considerazione
dell'entusiasmo hegeliano per la rivoluzione francese nello studio della sua evolu-
zione giovanile. - 6. Il ripensamento della filosofia kantiana ed il nuovo concetto
di uon10. - 7. La nozione di spirito popolare e la volontà generale nel concetto
hegeliano di società. - 8. Il Tiibinger Frag1nent. - 9. Conclusione: spunti meto-
dici e sostanziali dell'opera hegeliana di Tubinga.

1. - Figlio di un funzionario ducale e di madre proveniente


da una famiglia dell'aristocrazia territoriale del Wiirttemberg,
Georg Wilhelm Friedrich Hegel crebbe fin dall'infanzia in un am-
biente saturo della tradizione sveva ( 1 ). Nel «Gymnasium Illustre»
di Stoccarda che frequentò, l'educazione era a sua volta fondata
su schemi affatto tradizionali, in particolare sull'apprendimento
delle lingue antiche e sullo studio della teologia (2 ).
Ma in tali schemi erano ormai penetrati motivi della cultura

(1) Cfr. G. AsPELIN, Hegels Tiibinger Fragment. Bine psychologisch-ideenge-


schichtliche Untersuchung, Lund, 1933, pp. 6-7: « Altlutherischc Ortodoxie, modiHzicrt
durch pictistische Gcfiihlsreligion, btirgeliche Kultur im bcwussten Gcgensatz zur
Hofkultur, chauvinis1isches Entzticken tiber alle einheitnischen Verhtiltnisse und
Unwille iiber auslandische lmpulse, so erscheincn die wichtigsten Charakterztige
Wiirttembcrgs um 1780 >1,
2
( ) Si vedano le note di J. HoFFMEISTER all'edizione dei Dolcuniente zu Hegels
Entwickung, Stoccarda, 1936, pp, 392-400 (d'ora in poi citeremo quest'opera con la
sola indicazione Dokiunente).
60 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PilRIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN
61
illuministica e soprattutto agiva fortemente l'influenza del movi- geliano che riguarda la nozione di storia prammatica("). La defi-
mento neoclassico. Perciò l'educazione umanistica ivi i1npartita n1Z1one che Hegel ne dà è stata senza dubbio sollecitata dalla let-
non si riduceva alla semplice preparazione grammaticale e filolo- tura della Weltgeschichte di Schrockh che andava facendo in quei
gica ma tendeva a ricostruire nei discenti i valori della civiltà giorni e riteneva la migliore fin' allora letta (7), opera su cui Vol-
classica (3 ). Quanto all'educazione teologica ricevuta, essa appare taire e Hume avevano influito direttamente e a cui Montesquieu
fin d'ora in Hegel qualcosa di esteriore: la tradizione cristiana, e Gibbon non erano estranei. Hegel fa sua l'istanza di considerare
e pietistica in particolare, è certamente viva nell'ambiente, ma la la storia non come pura collezione di fatti ma come un tutto:
polemica illuministica e del neoumanesimo cominciava ad agire gli usi e i costumi nazionali sono elementi costitutivi di un com-
su di essa, in modo da diminuire l'interesse per gli aspetti so- plesso originale e individuo, le individualità si integrano nella
vrannatt1rali e misterici del cristianesimo, 1nentre i11vece fa atte11ti totalità. Da questo punto di vista molti motivi illuministici veni-
ai motivi umani e culturali del fenomeno religioso in generale ('l). vano riconsiderati. Si veda per esempio quanto risulti mutata la
Hegel viene quindi a contatto con l'Illuminismo fin dalla sua considerazione del mito di Socrate: gli illuministi ne avevano
prima esperienza culturale, ed è il suo un contatto intensamente fatto 11n eroe dei lumi in lotta contro l'oscurantismo mentre
vissuto e d'altronde quasi inevitabile, data la sua ingenuità cul- Hegel, riprendendo il mito, va a considerarne un aspett~ minore
turale e la sollecitudine della nuova cultura nel farsi sentire ma proprio laddove risalta un fatto di costume. Perché Socrate
ovunque, ma pur sempre problematico. Nel Tagebuch e negli ha fatto sacrificare prima della morte un gallo ad Esculapio?
excerpta di questo periodo ( 5 ) i temi pili noti dell'Illuminismo ri- Perché, risponde Hegel, questo voleva la tradizione popolare cui
corrono con frequenza ed Hegel si compiace di un settecentesco il saggio si inchina ( 8 ). Questo apologo Hegel aveva letto nel Fe-
tono moralistico, al punto di riuscire insopportabile. Forse ciò done di Mendelsohn (9 ), ma ci sembra di poter insistere sull'ori-
dipende dall'incompatibilità che innegabilmente esiste tra l'atteg- ginalità hegeliana poiché nel rapporto che nella leggenda si sta-
giamento moralistico ed il solido carattere di Hegel, quale già qui bilisce tra saggezza e costume, egli pone l'accento su quest'ultimo
si rivela: egli recita la lezione appresa con convinzione ma senza piuttosto che sulla prima: Hegel rende omaggio alla saggezza di
adesione, e si ·riprende solo quando affronta qualche argomento Socrate in quanto il filosofo si inchina al costume, non solamente
che gli è consentaneo, come quelli riguardanti la storia o la pe- in quanto Socrate è saggio; anzi quell'atto è necessariamente ine-
dagogia. Hegel insomma parla il linguaggio illuministico ma lo
riempie dei suoi sentimenti e del suo interesse speculativo uni- 6
) Cfr. Dokun1ente, pp. 9-10: « Eine pragmatische Geschichte ist glaub ich
camente quando può muoversi nell'ambito di quelle correnti che (
\Venn ma~ nicht blos Facta erztihlt, sondern auch den Charakter eine~ berilhmte~
ponendo l'accento sulla storia o sulla pedagogia ne fanno il mezzo Manncs, e1ner ganzen Nation, ihre Sitten, Gebrliuche, Religion, etc .... >>,
7
di un possibile superamento dell'astrattismo illuministico. ) Cfr. Dokumente, p. 7. 11 titolo completo dell'opera di J. M. SCHR0CKH è
(

C'è una pagina estremamente significativa del «giornale» he- Lehrbuch der al~ge111einen 1'Veltgeschichte zu1n Gebrauche bei dein ersten Unterricht
~er lugend, Berhno e Stettino, 1777. Si vedano in ogni caso le note di J. I-IOFFMEISTER
1n Dolaunente, p. 401.
8
3 ) Dokun1ente, p .. 10, ma si veda anche sul medesitno argomento pp. 86-87 e H.
(
( ) Cosi soprattutto R. HAYM, Hegel und seine Zeit, Berlino 1857, pp. 24-26, che NoHL, Hegels theologische Jugendschriften Tubinga 1907 p 11 (d'or · · 't
tuttavia insiste troppo sull'eccellenza del sisten1a scolastico del Wi.ittembcrg, n1en- , ' , . a 1n por c1 e-
remo quest opera con la sola indicazione Jugendschriften).
tre a nostro avviso vanno tenute presenti le riserve dcll'Aspclin.
) ~· MENDELSOII~, Phiidon, Augusta, 1776, p. 190: Hegel andava leggendo que-
9
1 , (
( ) Questa è la conclusione dell'accurata analisi di P. AsVELD, La pensée reli- st opera in quc~to. periodo: ba~ti vedere gli accenni ad un discorso sul «carattere di
gieuse du jeune Flegel, Lovanio 1952, pp. 22-28. Anche G. ASPELIN, op. cit., p. 15, ri- Socrate J> nel,.d1ano del 1.5 lugho 1785 (Dokurnente, p. 15) su cui MENDELSOHN, op. cit.,
tiene l'interesse del giovane Hegel per i fatti religiosi puramente intellettuale.
3
pp. 3-52: Sull 1nfluenza d1 Mendelsohn si veda infra. Sul mito di Socrate nel sette-
( ) Il Tagebuch hegeliano del periodo di Stuttgart è pubblicato nei Doktunente, cento s1 veda ..N. AccOLTI Gr~ VITALE, La giovinezza di Hainann, Varese 1956, pp,
pp. 6-41; gli Excerpta nei Doku1nente, pp, 54-166. 113-169, e B. BoHM, Sokrates nn achtzehnten Jahrhundert, Lipsia 1929.

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.
.
62 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIOÒO DI STUTTGART E TtiBINGEN:
63
rente alla sua saggezza, non è un pretesto qualsiasi per far risal- stico che gli è estraneo e di svolgerlo nei termini della concezione
tare la virtli socratica come avveniva presso molti altri illuministi. prammatica in modo che anche le astratte figurazioni della mito-
Coscientemente o no, Hegel cominciava ad approfondire la con- logia illuministica assumano una certa concretezza umana e sto-
cezione pragmatica che esigeva una considerazione storica dello rica ( 12 ).
spirito umano in una visione attenta ai fenomeni collettivi del- L'approfondimento in senso storico della tematica illumini-
la storia. stica si fa pili forte negli scritti successivi. Due anni pili tardi
Intanto Hegel impara a prescindere nella complessa tematica Hegel scriveva alcune pagine sulla religione dei greci e dei ro-
13
dell'Illuminismo e si accosta soprattutto al movimento neoclas- mani ( ). Si tratta di una esercitazione di tipo illuministico, cosi
sico. Qui infatti un episodio storico, la civiltà antica, è assunto logicamente articolata: dato che il monoteismo è affatto naturale
a criterio di valutazione di ogni possibile fatto culturale, e que- si debbono studiare quegli elementi che contribuirono a falsare l~
st'episodio non è frutto di individualità geniali ma solitarie, è coscienza degli antichi e di conseguenza determinarono la nascita
invece prodotto dallo sviluppo delle individualità in una totalità del pantheon pagano. Ignoranza, dispotismo, clericalismo ed altri
armonica: la concezione umanistica tipicizza, e in qualche modo idoli della polemica illuministica vengono considerati la causa di
avvicina alla storia, la concezione prammatica. Possediamo alcuni quella falsificazione della coscienza naturale. Ma il punto centrale
scritti hegeliani del periodo di Stuttgart che si muovono in questo sta nella seconda fase dell'indagine, quando Hegel nota che l'origi-
spirito. Il primo è un abbozzo drammatico, un dialogo tra Antonio, ne del pantheon pagano è strettamente legata alla costituzione del
Lepido e Ottaviano, steso il trenta maggio del 1785 ( 10 ). Dopo la mondo greco e romano, vale a dire che il pantheon non è che l'e-
morte di Cesare i triumviri preparano la riscossa del loro partito : spressione religiosa di un sincretismo di popoli (14). Quest'afferma-
nel dialogo la saggezza di Ottaviano si scontra con la brutalità e zione, presaga di ulteriori vasti sviluppi, getta una luce profonda
la sete di vendetta di Antonio, - questo è l'argomento. Si è sul carattere dell'intuizione storica del giovane Hegel: infatti la
voluta vedere in questo dialogo una certa originalità di accenti e storiografia prammatica sembra già essersi mutata in un'attenta
si è insistito sull'influenza shakespeariana sulla descrizione dei ca- considerazione della positività come tale. L'elemento valutativo,
ratteri (11 ). Ma non è necessario andar cosi lontani nella ricerca inerente al giudizio storico illuministico, si elide di fronte al giudi-
dei motivi ispiratori, poiché è la tipologia della storiografia pram- zio di fatto su cui posa l'accento Hegel. Anche l'esortazione finale,
matica che sta alla base della caratterizzazione hegeliana, ed Otta- di tipo illuministico - «non odieremo né giudicheremo senza cari-
viano raffig11ra il -sovrano pensoso e saggio, mentre Anto11io non è tà colui che pensa diversamente da noi» - assume un significato
che il sanguinario tiranno: da un lato l'ideale del dispotismo illu- più pregnante: in favore della tolleranza, non si fa appello alla po-
minato, dall'altro il suo oggetto polemico. L'originalità hegeliana tenza della ragione, all'orgogliosa comprensione o alla commise-
sembra consistere nel tono della descrizione, nella radicalità del-
l'antitesi proposta e nel fatto che attraverso tale sua intensa par- 12
( ) ,F. RoSENZWETG, llegel und der Staat, voL I, Oldenburg, 1920, afferma che i
tecipazione, Hegel cerca di muovere da quel moralismo illumini- caratteri sono, nel linguag?io dell';8~gel maturo, ((hintergrundlos)> {pp. 12-13), e G.
DELLA VOLPE'. He.gel ro11:antico e 1nistzco, Firenze, 1929, p. 2, riprende l'annotazione:
ma e~tramb1 gli autori errano, a nostro parere, l'interpretazione del brano proprio
perche partono dalla co.nsiderazione dellTìegcl maturo, e cosf sfugge loro l'impor-
( 10)
Unterrcdung zwischen Dreien, in Doku111ente, pp. 3-6. tanza dello sforzo hegehano nell'emanciparsi dalla tematica illuministica.
11 13
( Cosi I<. RoSENKRANZ, G. W. F. Hegel's Leben, Berlino 1844, pp. 17-18 e J. 1-loFF·
) ( ) Ueber die Religion der Griechen und R01ner, in Dokun1 ente, pp. 4348
MEISTER in nota ai Dokun1ente, p. 13 e pp. 400401. Dal canto suo G. AsPELIN trova datato 10 ottobre 1787. '
in questo scritto un molto discutibile « interesse per le con1binazioni politiche i> 11
( ) Hanno sottolineato l'importanza di questo passo F. RosENZWEIG, op. cit.,
ed Ottaviano sarebbe qui il Machtmensch che il futuro filosofo della storia teoriz- voL I, pp, 15-17; G. ASPELIN, op, cit,, p. 15 sg.; G. DELLA VOLPE, Op, cit., pp, 4-5;
zerà (op, cit., p. 8): ma queste sono solo fantasie. AsvELD, P., op. cit., p. 23 sg.
64 CAPITOLO SECONDO
LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TDBINGEf\i.
65
razione del saggio, ma si insiste sulle differenze reali che l'espe-
rienza di per sé offre e giustifica. alla centralità della nozione di Volkgeist, l'amara polemica del
Nel 1788, al termine del periodo di studio in Stuttgart, tutti i giovane Hegel contro la civiltà a lui contemporanea e l'approfon-
motivi dapprima solo accennati giungono alla loro più matura dimento dell'indagine sull'antichità è la pietra di paragone della
espressione in uno scritto dedicato alla «querelle des anciens et sua critica: infatti la mediazione dell'antinomia illuministica di
des modernes ,, allora ripresa in Germania, particolarmente da razionalità ed individualità, raggiunta attraverso il concetto di
quando l'opera di Winckel:mann aveva cominciato ad imporsi ( 15 ): Volkgeist e la mitizzazione della civiltà antica, apriva la strada
Qui l'adesione ai motivi del classicismo permette allo Hegel dr alla critica del mondo presente in cui tale antinomia trionfava
ancora nella cultura e nelle istituzioni.
tracciare un quadro della civiltà greca con particolare attenzione
all'intreccio di cultura, religione e politica che in essa si attua,
sostenuto dal vivace sentimento della libertà e dal fervido spirito 2. - Hegel non era ancora preparato alla polemica contro il
nazionale. Il concetto di Volkgeist sorregge questa raffigurazione suo mondo. Pili che pei temi sostanziali affrontati la sua origi-
della civiltà antica ed esso è, oltre che uno strumento di analisi nalità va perciò rilevata negli spunti metodici che cominciavano
a risaltare nei suoi scritti.
scientifica anche un criterio deontologico: la civiltà greca è un
tutto perf~tto, il trionfo della libertà dei singoli individui nell'uni- Innanzitutto ci sembra utile sottolineare alcuni elementi del
tà di una cultura e di uno stato, la religione della bellezza, è in- carattere di Hegel. È un giovane di una serietà inusitata, freddo,
somma la giovinezza dello spirito umano che si esprime nell'or- lontano da ogni posizione pur vagamente sentimentale: non a
dine armonioso della totalità con una felicità e semplicità che caso pochi anni pili tardi i suoi colleghi dello Stift Io chiameranno
richiama il concetto schilleriano della Naivitiit (16 ). Di fronte alla «alt Mann» e Hiilderlin «ruhige Verstandesmensch» ( 18). Stupisce,
aiovinezza della civiltà antica la vecchiezza della moderna che si scorrendo le pagine del Tagebuch, la mancanza di qualsiasi ac-
~anifesta nella complessità della sua vita e nell'isolamento con- cenno alla sua vita interiore, il tono compassato e disimpegnato:
seguente degli individui (17). Comincia qui a delinearsi, assieme inizia dicendo di scrivere «exercendi stili et roboris acquirendi
19
causa» ( ) e, altrove, "deficiente alia quadam materia» si pro-
pone di narrare «Adrasti calamitates paucis», continuando poi
(15) Ueber einige charakteristische Unterschiede der alten Dichter. (von de~
per tre giorni, malgrado il «paucis», ad intrattenersi su quel mi-
neueren), in Dokun1ente, pp. 48-51, datato 7 agosto 17~8: ~· 1-!oF:"MEISTER, in n?ta a1
Dokuinente, pp. 407-414, ha cercato di chiarire le ong1n1 b1b1Iografich~ ed I~ ge- to (2°). Ma quando si impegna speculativamente, allora risalta un
nere culturali di qucSto scritto: particolare importanza avrebbe un articolo d1 Cn. altro elemento caratteristico del suo metodo, l'analiticità. Attento
GARVE, apparso nel 1770 e raccolto in una San11nlung di scritti dello stesso n~l 177~,
ma qui intervengono elementi ben pili vasti, tutta una cultura e una polemica vi- alle classificazioni delle scienze, ne riporta alcuni estratti (21 ); e
vacissima. Sono invece troppo generici i riferimc_nti fatti da G. DELLA VOLPE, op. si interessa anche di classificazioni psicologiche dei sentimenti e
cit., p. 5. . , , . 22
(lll) Cosf G. AsPELIN, op. cit., pp. 9-10: ma questa analogia e pu:amente te~r1ca, degli affetti ( ). Ovunque insomma fa mostra di quell'oggettività
e lo ammette lo stesso Aspelin, poiché non si può pensare ad un'1nfluenza .diretta
di Schiller su Hegel in questo periodo, mentre v'è l'influenza del movnnento 18
( ) Cfr. W. BETZEND0RFim, HOlderlins Studienjahre iln Tii.binger Stift, Heilbronn,
neoumanistico. Che questo scritto hegeliano denoti un senso dell'~ntic~1ità più. ma-
1922, pp, 99-101 (sembra tuttavia che Hegel non disdegnasse di frequentare le
turo di quelli precedenti, non si può mettere in d~bbi~: 11~11. s1 puo tuttavia a
Weinstube e di giocare a tarocchi); R. HAYM, op. cit., p, 22; H. NIBL, De la niediation
nostro avviso vedervi ormai anche un atteggiamento irraz1onahstJco, corr:e vor:'ebbe -(1,ans la philosophie de Hegel, Parigi, 1945, p. 19 sg.
G. AsPELIN, op. cit., p. 12. Cosi Aspclìn pretende di opporre questo scritto a~ pre- (19) Dolcu1nente, p. 18.
cedenti di tono affatto razionalistico, mentre a noi questo sembra un proccd1n1en-
(20) Dolcu1nente, p. 19 sgg.
to troppo azzardato. 21
(17) Il paragone tra vita umana e vita dei popoli è orn~ai co1n~ne alla fine del ( ) Dokuniente, pp, 109-115 (dal [(urzer Begriff alter Wissenschaften und andern

secolo diciottesimo: vedi in ogni caso infra. Come fonte diretta di Hegel va forse Teile der Gelehrsamkeit, 2. ed., Lipsia, 1758, di SULZER, Hegel trae soprattutto la
ricordato FERGUSON, An Essay on the history of civil society, Basilea, 1757. classificazione delle sezioni del diritto naturale) e p, 137.
(22) I:olaunente, pp. 101-104, 115-136, 138.

5. A. Negri ~ Stato e diritto nel giovane Hegel,


66 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E T-0BINGEN 67

di considerazione che riteneva precipua virtu degli antichi e che delle forze politiche, principe e borghesia (26 ), e se pure vi era qual-
in lui si compendia in un pieno equilibrio di interiorità e di este- che nascosto stimolo al rinnovamento non era certo il figlio del
riorità. Ed anche l'attenzione che portava alle teorie pedagogiche funzionario che poteva notarlo. Dalla lettura delle riviste dell'Illu-
e agli ordinamenti scolastici stranieri (23 ), oltre che per essere minismo berlinese che andava facendo in quel periodo (27), Hegel
un motivo molto diffuso nella cultura illuministica, ci sembra deve aver inoltre tratto convincimenti politici propri del dispo-
rientri nella sfera degli interessi di questo spirito analitico ed og- tismo illuminato. Mendelsohn e Nicolai, dai cui articoli Hegel
gettivo in conformità all'esigenza che egli sentiva di valutare l'effi- ha tratto excerpta, teorizzavano il pacifico e continuo progresso
cacia e la perfezione dell'ordinamento scolastico in cui era inserito. del popolo verso lo stato di cultura attraverso la mediaziont'1
Risulta evidente che tutti questi motivi lo portassero a fare dello stato illuminato. Che Hegel sia convinto di tali teorie, ci
della storia un oggetto predominante della sua indagine, e cosi sen1bra evidente e non c'è alcuna sua pagina che possa far so-
che la varietà dell'informazione culturale che dimostrava, lo indu- spettare il contrario ( 28 ). Tuttavia la metodologia che ormai di-
cesse a contemplare ogni fenomeno storico da molteplici punti di mostrava di possedere gli offriva la chiave per intendere pili pro-
vista. Si è parlato della propensione hegeliana per una "concezione fondamente il mondo in cui viveva: i problemi sociali assumeva-
sociologica complessiva dei problemi culturali» ( 24 ), ed abbiamo no infatti in essa una rilevanza fondamentale e ciò poteva indurlo
infatti visto come Hegel nell'analizzare attentamente i fenomeni ad una analisi che concludesse al rilevamento di contraddizioni
culturali del mondo classico tenesse presenti i vari elementi par- difficilmente pacificabili. Hegel non ha ancora una tale coerenza,
ticolari per poi ricondurli all'unità del fenomeno generale. A que- aderisce alla situazione senza dialettizzarla, - per usare la sua
sto approfondimento della concezione prammatica, Hegel era por- terminologia matura - , ed alla morte di Johann Jakob Moser,
tato spontaneamente per il carattere enciclopedico dei suoi studi: che pure aveva denunciato la crisi delle istituzioni sveve (29), non
e non crediamo che in ciò si possa vedere l'influenza del movimento
neospinoziano, delle cui polemiche Hegel era al corrente (2 5 ) e che (2 6) F. RosENZVVEIG, op. cit., vol. I, p. 10.
agi in senso analogo su altri pensatori di quest'epoca come Lessing (
27
Hegel fa estratti di articoli contenuti nella Allgemeine Deutsche Bibliothek
)

e Herder, ma non poteva rendere operante 11na sua secondaria di NICOLAI (Dokun1ente, p. 29, 40) e inoltre dello stesso NICOLA!, Beschreibung einer
Reise durch Deutschland und Schweiz, voi. V, 1785 (Dokumente, pp. 145-147; sul
conseguenza in un giovane studioso che non ne aveva profonda- pensiero politico di Nicolai, cfr. E. ENGTILS, Fr. Nicolais Allgemeine Deutsche Bi-
mente meditata la problematica. bliothek, Diss., Bonn 1936); di un articolo sul concetto di Aufklarung di M. MEN-
DELSOHN sul Berlinische Monatschrift (Dolctunente, pp. 140-145; su questa rivista
Hegel porta l'atteggiamento che abbiamo descritto anche nella cfr. J. HAY, Staat, Volk und Weltbiirgertu111 in der Berlinischen Monatschrift van
vita quotidiana. Per la religione tradizionale non ha che un inte- F. Gedike und Biester, 1784-1796, Diss. Berlino 1913); e infine dall'Allgemeine Lìte-
resse intellettuale ed osserva gli eventi pubblici della sua città con ratur Zeitung (leneser) (Dokun1ente, pp. 147-166). Gli excerpta da quest'ultima ri-
vista riguardano articoli di kantiani: con ciò tuttavia non si può minimamente
il medesimo spirito. D'altro lato non vi erano stimoli nella situa- sostenere che Hegel già a Stoccarda conoscesse sufficientemente la filosofia kan-
tiana.
zione politica che sollecitassero un suo impegno o un suo giudizio: 28
( ) Ma a ciò non segue la narrazione di maniera che Fu. BtiLOW, Die Entwick-
nel Wi.irttemberg si era in quel periodo creato un certo equilibrio lung der Hegelschen Sozialphilosophie, Lipsia 1920, pp. 7-9, si sente in diritto di
dare: già nella sfera familiare Hegel avrebbe ricevuto il profondo senso (altprote-
stantich) dello stato che dimostra nelle opere mature. Ma il problema non è di
(2:-1) Dolaunente, pp. 54-55 (l'estratto deriva da un articolo apparso sulle sapere che cosa possa aver ricevuto dal filisteo ambiente familiare, ma di come
SchZOzers Staatsanzeigen, Gottinga, VII, 1785, 25, 4, sull'organizzazione della scuo- Hegel Io ha rimeditato, ed allora quanto dice Biilow è assolutamente inesatto.
le normali in Russia) e pp. 55"81 (dal libro di J. G. H. FTIDER, Der neue En1il oder Anche W. DrLTHEY (Die Jugendgeschichte Hegels, in «Gesammelte SchriftenJ>, voi. IV,
van der Erziehung nach bevvlihrten Grundsiitzen, 1774-1775, che voleva opporsi a cura di H. Noi-IL, Lipsia e Berlino, 1925) è a questo proposito molto ambiguo
alle tesi rousseauiane in nome della tradizione cristiana). (pp. 5-8).
(21) G. ASPELIN, op. cit., p. 11. (
29
) Jusrus JAKOB MOSER (1701--1785). Su di lui cfr. LANDSBERG, op. cit., III, 1,
(25) Dokun1ente, pp. 156-166; P. AsVELD, op. cit., pp. 26-27. Text, pp. 315-330 e M. FROLICI-I, !. J. Moser in seinen1 Verhiiltnis zun1 Rationalisn1us
68 CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN:


sa dedicargli altro che questa retorica ed insincera annotazione, 69
degna di un aulico epitaffio forse ma non di un diario: «mortuus filosofica che doveva durare a lungo. Quale fosse il problema co-
est eodem temporis spatio celeberrimus ille, decus maximum pa- mune e soprattutto quali gli stati d'animo e le assunzioni teoretiche
triae nostrae, Moser, qui tot, quot perlegere humana non sufficit che essi condividevano, questa è la domanda che subito dobbiamo
aetas, perscripsit libros, qui tot tamque variis (casibus) jactatus porci.
vitam egit " (30 ). È bene ricordare che essi provenivano dallo stesso ceto sociale,
Non vale tuttavia scandalizzarsi di questo suo atteggiamento. - i loro padri erano funzionari dello stato o ministri del culto,
È più importante porre l'accento sulla positività del carattere e professioni che nel cesaropapismo luterano si equivalgono - , che
del metodo del giovane Hegel: vive in un ambiente tradizional- avevano pressoché la stessa età, ed avevano ricevuta la stessa edu-
mente religioso e saturo di istanze pietistiche, ma non si lascia cazione di base, protestante con influenze pietistiche ed illumini-
andare ad alcun isterismo mistico; si forma a contatto con lo stiche, e che infine erano stati destinati alla medesima carriera, a
Sturm und Drang, ma rigetta ogni tentazione soggettivistica; ade- divenire cioè ministri di culto (31 ). Nello Stift avrebbero dovuto
risce al giusnaturalismo ed alle teorie del dispotismo illuminato, trovare un'educazione ed un ambiente capaci di trasformare la
ma non perciò si permette una concezione della storia ottimi- decisione della famiglia in vocazione personale; lo Stift non seppe
stica ed unilaterale, ché anzi procede in senso analitico all'analisi invece assecondare tale premuroso desiderio e la maturazione dei
delle strutture culturali; rivela insomma, con una precisa infor- tre giovani avvenne in modo del tutto diverso. Tubinga fu bensi
mazione una serena fiducia nei propri mezzi culturali e ciò so- un periodo di transizione dalla giovinezza alla maturità e quindi
stiene l~ sua concezione enciclopedica ed oggettiva, con premi- il momento della ricerca della propria vocazione, ma, lo ricorda
nenti interessi sociologici. Proprio questo pieno possesso della cul- Holderlin, col rappresentare il passaggio " dagli affetti alla ragione,
tura illuministica gli permetterà di maturare, silenziosamente ma dal regno della fantasia a quello della verità e della libertà '" si-
decisamente, la risoluzione del suo superamento, senza nulla la- gnificò anche la rottura con tutto il vecchio mondo (32 ). Entro le
sciare che fosse ormai attribuito allo spirito umano, in quella ma- vacillanti strutture della società gerarchica non v'era abbastanza
niera globale ed organica che dà ad un tempo misura dell'impor- spazio per chi aveva conquistato un nuovo senso dell'individuali-
tanza della sua funzione storica e della sua originalità filosofica. tà: era un dramma che, localizzato, poteva assumere i toni del
conflitto di generazioni ma che aveva un valore specifico per chi,
3. - Dal 1788 al 1793 Hegel fu ospite del seminario teologico come Holderlin, Hegel, Schelling, credeva nell'avvento di un pros-
di Tubinga. Holderlin gli fu collega nel medesimo periodo, men- simo regno di libertà e verità. L'importanza del periodo di Tu-
tre Schelling entrava nello Stift due anni più tardi. I tre giovani binga consiste appunto in tale decisione qualificata di rottura,
strinsero amicizia ed insieme posero le basi di una collaborazione in cui si configura umanamente il problema teorico e storico del
superamento dell'Illuminismo.
und Pietismus, Vienna 1925. Autore di un Teutsches Staatsrecht, Niirberg 1737-1753,
in numerosi volumi, per cui fu considerato il padre del diritto tedesco dello
La concezione ellenofila favori l'amicizia e la costituzione del
33
stato fu a lungo Landaschaftskonsulent dcl Wiirttemberg e venuto a contrasto circolo ( ). L'immagine della Grecia antica, della libertà del citta-
con Ù principe meritò il carcere dal 1759 al 1764. Dev: considerars~ ~no stren1~0
difensore delle tradizionali istituzioni sveve contro il potere pr1nc1pesco (cfr.
J. DHoz, op, cit., p. 112 sgg.) (e infra). . . 1
(3 ) Su queste analogie ha giustamente insistito anche J. HOFFMEISTER nel capi-
(BO) Dokumente, p. 24. Dall'edizione dell'HOFFMEISTER se.1nbra d1 r1Ieva_re. che tolo dedicato a HOlderlin (pp. 211-270) in Die Fleùnkehr des Geistes. Studien zur
il passo riferito a Moser nella pagina hegeliana di necrol.°g1 debba esser hm1tato Dichtung und Philosophie der Goethezeìt, Hameln 1946, in part. pp. 214-216.
a quanto sopra riportato (contra K. ROSENKRANZ, op,. ctt., ~· 440, e ~· .LASSON, (32) Passo citato da J. HOFFMEISTER, HOlderlin und Hegel, Tubinga 1931, p
Einleitung a Hegels Schriften zur Politik und Rechtsphtlosophte, 2 ed., L1ps1a 1923, 5. Cfr. anche, ivi, p. 11 sg.
pag. Xl).
(33) Si veda J. HYPPOLITE, lntroduction à la philosophie de l'histoire de Hegel,
Parigi 1948, p. 17 sg. Questo libretto, oltre a contenere la pili vivace e succosa espo-
70 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TDBINGEN
71

dina della polis, della spontaneità e felicità di quella vita risplen- neoumanistiche (37 ); inoltre alcuni professori rappresentavano le
deva dinnanzi a questi giovani come in un sogno e si sostanziava correnti pili scientificamente progredite dell' Illuminismo, come
in un ideale di rinnovamento. Il peculiare ed originale motivo che Christian Friedrich Ri:isler il cui insegnamento storico era al cor-
qui risalta, è infatti la trasformazione della concezione classica rente dei metodi di Achenwall e Schi:ickh ( 38 ), 0 August Friedrich
da criterio metodologico in criterio deontologico, del concetto di Bi:ick che si faceva portavoce dell' eclettismo giusnaturalistica di
39
libertà da oggetto contemplato in soggetto, in pathos costruttivo, Feder ( ), o ancora Johann Friedrich Flatt che nel semestre estivo
in esigenza di liberazione (31 ). del ~ 790 tiene un corso sui" potiora kantianae criticae capita,, (40);
Eppure l'ambiente, in cui vivevano a Tubinga, non offriva, ma il tono generale della cultura impartita nello Stift era in sostan-
di certo, conforto a questa volontà. La vita dei giovani nel Tubin- za tradizionalistico e pedantesco.
ger Stift, i programmi scolastici, le personalità dei loro insegnanti, I giovani quindi si isolano e nell'indagine personale cercano
tutto è stato minuziosamente indagato ( 35 ) e nessuno studioso ha s~steg~o alle prime intuizioni. Le lettere di Jacobi su Spinoza, il
fin qui rilevato elementi che potessero favorire un rinnovamento snnpos10 platonico, Sofocle e Euripide, le lettere filosofiche di
tanto radicale. Sembra pili verosimile pensare che l'ambiente ab- Schiller e i suoi drammi stiirmer, Herder e Kant, Winckelmann e
bia esercitato una funzione dialettica sui giovani, costringendoli, Lessing, e soprattutto l'Emilio e le Confessioni di Rousseau(•'):
volentes nolentes, a ricercare con autonomo sforzo quello che né da questo insieme caotico ma vitale di letture vien fuori rafforzata
l'organizzazione degli studi né la sensibilità dei loro docenti po- la concezione umanistica, e ciò risulta particolarmente evidente
teva loro dare. Non che nello Stift non fossero presenti delle in- quando si tenga conto che l'ansia culturale era sorretta e sospinta
dividualità interessanti e culturalmente aggiornate: il neoclassi- dai motivi pratici cui prima abbiamo accennato, che perciò in tut-
cismo era ad esempio entrato nelle vecchie mura del chiostro ago- ti questi autori si ricercavano non mere prospettive sistematiche
stiniano e i Repetenten Conz (36 ), Bardili, Staudlin costituivano ma conferme della propria vocazione vitale.
appunto un circolo vivace, portatore del gusto e delle esigenze Il primo documento dell'attività hegeliana a Tiibingen è l'eser-
citazione Su un vantaggio, che la lettura degli autori classici anti-
chi greci e romani ci offre, del dicembre 1788 (42). Ritorna qui la
sizione del pensiero giovanile di Hegel che ci sia nota, offre anche alcuni spunti tesi, già espressa a Stoccarda, della perfezione e della totalità
interpretativi molto interessanti.
(3") Cosi F. EPHRAIM, Untersuchungen iiber der Freiheitsbegrifl Hegels in seinen 37

Jugendarbeiten, I parte (ma la seconda non è uscita), Berlino 1928, in part. pp.
.<. ) •. Cfr. H. HERM_ELINK, .?P· cit.; e TH. L, HAEIUNG, Schelling und Jfegel, in
«Stl(ftskopfe» a cura di E. MuLLER, J-Ieilbronn 1939, p. 213 sgg.
35-36. Il lavoro di Ephraim, sotto taluni aspetti ottimo, va tuttavia usato con cau- 38 ) BETZENDtiRFER, W., op. cit., pp. 4142.
tela: l' A. infatti non rispetta il tipo di discorso di Hegel, per quanto sia attentissimo ('") Ivi, pp. 4041.
alla sostanza: la sua ipotesi di lavoro, verificare in Hegel il concetto esistenziale 4
( :) lvi,. pp, 4344 .. Cfr. anche A. HoLLERBACH, Der Rechtsgedanke bei Schelling.
di «Freiheit-in-der-Weltl>, lo induce a radicalizzare le alternative hegeliane, per es.
Quellenstudien zu sezner Rechts- un.d Staatsphilosophie Francoforte s M 195~7
individualità-totalità, e con ciò egli rjesce ad ottenere un'immagine tanto affasci- pp. 19-20. ' . " .
nante quanto pericolosa del giovane Hegel. 41
(_ )_ In relazione agli. interessi particolari che muovevano le loro ricerche gli
(35) Cfr, K. ROSENKRANZ, op. cit.; J. KLAIBER, HOlderlin, Hegel und Schelling in stud1os1 hanno acce~tuato l'influenza di uno o dell'altro di questi autori: cosi
ihren schwii.bischen Jugendjahren, Stoccarda, 1877; W. BETZENDtiRFER, op. cit. (nel F. RosENZWEIG, op. Clf., vo!· ~, pp. 17-2~ insiste su Rousseau, H. ZELTNER, Schellin~,
Vorwort egli dichiara espressamente di voler integrare l'invecchiato Klaiber); J. Stoccarda 1~54, P~·. 17-18, insiste sul Simposio platonico, W. BETZENDtiRFER, op. cit.
HoFFMEISTER in nota ai Dokumente, pp. 428439; H. HERMELINK, Geschichte der evan- pp. 60-63. sui _tragici, Rousseau e Kant {per quanto riguarda Kant si ricordi che
1

gelischen Kirche in WUrtternberg von der Reforn1ation bis zur Gegenivart. Das nello Stift v1 era un Repetent, C. J, Diez, definito <(kantsche enragé») L s
Reich Gottes in Wirtemberg, Stoccarda e Tubinga, 1949, pp. 273-278. SALZBERG, 110lderlin~ l'ale -New Haven, 1952, p. 9 su Schiller: A. HOLLERBACH (,op ..cit.:
( 36 ) Cari Philip Conz, Repetent nello Stift dal 1788 al 1791, drammaturgo e poeta, p, 20. sg.) crede,. . d1 poter
. provare la lettura , da parte di Schc!I 1'ng , cte I D e JUre
·
fu vicino a HOlderlin particolarn1ente nel periodo rivoluzionario, condividendo 11 eli t ac pac1s d1 Groz10. Cfr. inoltre infra.
Ueber ein.~ge. l1 orteìle, welche uns die LektUre der alten !dassischen
2
con lui l'entusiasmo: è certamente la personalità che pili si avvicina al circolo. • (" }
Cfr. W. BETZEND(iRFER, op, cit., pp, 23, 27-28. gnechischen und ronnschen Schriftsteller gewii.hrt, in Dokumente, pp. 170-172.

Ll
.
72 CAPITOLO SECONDO
LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E T-0BINGEN
73
della cultura antica. Gli interpreti non sono concordi nel giudizio
su questo scritto : per alcuni esso non è che una nuova edizione Di Holderlin ci resta uno scritto sui Paralleli tra i Proverbi
della declamazione scolastica di Stoccarda ( 43 ), per altri al vecchio di Salomone e le Opere e i Giorni di Esiodo (47b;'). L'assunto è
si aggiunge il nuovo, consistente non nella sostanza della tratta- neoclassico ed il metodo ha un fondamento tipicamente razionali-
zione ma nel tono di aspra polemica contro la teologia e la reli- stico: il mito infatti è interpretato come rappresentazione pram-
gione rivelata che qui apparirebbe ( 44 ). Ma più che espressa que- matica di verità nascoste, e come tale è espressione della cultura
sta polemica è, a nostro avviso, sottesa all'articolo hegeliano: si dell'epoca considerata (48 ). Nella dissertazione del 1792, Antiquis-
J,egge tra le righe, quando si collochi lo scritto nel quadro dell'evo- simi de prima malorum humanorum origine philosophematis Genes.
luzione del giovane in questi anni. Sta di fatto che fin dall'inizio III explicandi tentamen criticum et philosophicum (49), Schelling..
usa lo stesso metodo. Ma questo scritto, molto importante al fine
del ]1eriodo di Tubinga l'ideale classico è ripreso e con esso l'in-
sistenza sui motivi etici della vita della polis. In un estratto, dì di intendere le concezioni giuridiche e politiche del circolo di Tu-
alcuni anni più tardi ma nello stesso ciclo di idee, Hegel riprende binga, esige un esame approfondito. Per Schelling, il capitolo terzo
del Genesi, in cui è narrata la cacciata dell'uomo dal paradiso
anche il mito di Socrate: il problema morale, ci dice, è centrale
sia in Socrate che in Platone, ma quanto più grande il primo che terrestre, non è altro che un filosofema, espresso in termini giu-
bada al miglio~arnento dei suoi contemporanei, piuttosto dell'al- daici ma già enucleato nella mitologia egizia e forse ripreso da
50
quella tradizione ( ). Tale antichissimo monumento dell'umanità
tro che svolge astrattamente, solo su un piano teoretico, le sue
descrive « horninum a primitiva sen1plicitate discesst1m, primam a
intuizioni! ( 45 ). A parte l'ingenuità e la discutibile validità di tale
argomentazione, si deve notare che, come già a Stoccarda, la con- felici naturae ipsius imperio defectionem, transitum ex aureo se-
culo atque hinc primas malorum humanorum origines ,, (51 ). I] pri-
siderazione del mito illuministico tende a mettere in evidenza un
atteggiamento socratico pertinente il costume, positivo. La civiltà mo originale elemento che deve essere sottolineato consiste nel
antica raffigura quindi l'ideale, poiché in essa la libertà dei sin- fatto che tutte le proposizioni bibliche vengono spiegate solo in
riferimento a fatti storici, in nessun caso alla supposta origine
goli si esplica sul piano etico e si fa cultura, garantendo in tal
modo l'integrazione delle individualità nella totalità. divina del documento. La cacciata dal paradiso terrestre e la sco-
perta della contingenza, adombrata dalla vergogna delle nudità,
Anche le testimonianze dell'attività nel seminario di Tubinga
immagine che in un animo religioso solleva timore e tremore,
lasciate da Hiilderlin (46 ) e Schelling (47 ) rivelano la stessa impo-
stazione neoclassica e le medesime preoccupazioni culturali. ispira a Schelling solo un apprezzamento letterario: " !Ila certe
hominis jam prirnum a natura discendentis infirmitas et inopia,
(4a) Cosi RosENKRANZ e J. HoPFl\1EISTER, in nota ai Dokumente, p. 440; nel pro- conjuncta cum rerum altiorum cupiditate, in ipsius natura fon-
seguire l'analisi in riferimento alle fonti del pensiero hegeliano Hoffmeister, data, non video, quanam potuerit aptiore, quam nuditatis pudo-
pp. 440-445, annota alcuni spunti originali.
(44) G. AsPELIN, op. cit., pp. 24-25.
risque imagine, depingi "( 52 ). Attraverso tale progressiva laicizza-
(45) Dokuniente, p. 174: si tratta di un excerptum da una recensione di
M. W, G. TANNEMANN, Lehren und Meineungen der Sokratiker Uber Unsterblich~
keit, Iena 1791, apparsa in «Allg. Lit. Zeit.)), 117, 1792. Cfr. inoltre G. SCIIMEEBIJRGER, F. W. 1. von Schelling, Bine Bibliographie Berna 1954
6 con l'importante supplemento contenuto nella recensione di II. FuHRMAN, i~
(1 ) Per HiiLDERLlN le citazioni sono tratte dalle Siin1tliche Werke, historisch-
<<Zcitschrift fiir philosophische Forschung)), IX, 1955, pp. 145-149.
kritische Ausgabe, begannen durch N. v. llELLINGRATH, fortgefilhrt· durch F. SEEDASS 47
und L. v. PIGENOT, Monaco e Lipsia, voi. I, 2 ed. 1923, vol. II, 1923, vol. III, 1922, (
48
'bis) Parallele z1vischen Salomon SprUchvvOrten und llesiods Werke und Tagen.
vol. Iv· 2. ed., 1923, ~rol. V, 1923, voi. VI, 1923. Cfr. inoltre FIOlderlin-Bibliographie, (
10
)Cfr. L. S. Si\LZDERG, op. cit., p. 9 e 15; W. BETZENDèiRFER, op. cit., p. 46 .sgg.
a cura di M. l(cll-ILEI~ e di A. l(ELLBTAT, VerOtfentlichungen des H6lderlins-Archiv, ( ) Pro su1nn1is in philosophiae honoribus rite consequendis scripsit F. Q. J.
Stoccarda, 1938-1950-1953. Schelling,
50
Tubingae Mense Sept. MDCCXCII, in «S. W.)), I Abt., I vol., pp. 1-40.
7 ( ) lvi, pp, 3-12.
(4 ) Per SCHELLING le citazioni sono tratte dalle Si:bntliche Werke, a cura di 51
( ) lvi, p. 17.
K. F A. ScHELLING, I Abtlg. voll.1-10, II Abtlg. voi. 1-4, Stoccarda e Augusta 1856-1861. (
52
) lvi, p. 26.

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I
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74 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN 75

zione della raffigurazione biblica, il problema che acquista un si- sta intuizione è particolarmente importante poiché, da un lato,
gnificato centrale, viene ad essere quello giusnaturalistico del pas- contiene un giudizio sulla positività delle istituzioni storiche che
saggio dallo stato naturale allo stato civile: il paragrafo settimo non è assolutamente negativo ma ne prevede il progressivo riscatto
della dissertazione è dedicato appunto a quella analisi (53 ). Secondo attraverso lo sviluppo della perfettibilità razionale che ad esse è
Schelling, labbandono dello stato naturale mena alla «discor- immanente ( 59 ), dall' altro, reintroduce l'ideale umanistico per cui
dia» alla lotta tra l'uomo sensibile e l'uomo razionale ( 54 ) : la spon- l'età dell'oro non è un passato irrecuperabile, sperdentesi nella neb-
'
tanea socialità che caratterizzava l'uomo nell'epoca dell'oro viene bia del mito, ma una realtà che la civiltà classica reincarnò, e quin-
infranta ed ogni individuo si pone contro l'altro, tendendo a far di un ideale da ricostruire, un'istanza di liberazione, in cui nuo-
trionfare i suoi fi11i particolari. « ...societas, antea arbitraria, nuncJ vamente si sente il pathos del circolo di Tubinga (6°).
quoniarn alter altero egebat, necessaria, ex hac libertatis singulo- Torniamo perciò a porre attenzione al problema di quei gio-
rurn dirninutio et dominatio ... » (55 ). Ma questa «dorninatio» non è vani. Una preparazione umanistica li sostiene, un atteggiamento
intesa in termini di potenza: essa è unita alla «facultas judicandi» polemico innerva la loro indagine e il pathos della libertà la di-
che è la vera chiave di volta atta alla comprensione di tutte le isti- rige; il loro problema nasce dalla protesta ma si svolge in un im-
tuzioni. La facoltà razionale, che nel suo aspetto pratico è «phila- pegno di costruzione; al conflitto interiore di vecchio e di nuovo
tropia», determina il fine della società umana nella convivenza risponde l'esigenza di istaurare l'ideale umanistico ( 61 ). E come le
razionale degli individui, « ad suprernurn solius rationis dorni- virtu antiche erano rapppresentate in termini mitologici, cosi una
nium », << sola duce et auspice ratione » ( 56 ). nuova mitologia deve essere plasmata al fine di sostenere il mo-
Come si vede, la dissertazione è impostata su uno schema il- derno processo di rinnovamento. Nello schema di una predica di
luminista e ad ogni riga appaiono, con I' ottimismo moralistico, Hegel del l 793 appare il motivo dell'attuazione del «regno di Dio»
motivi razionalistici. Si debbono tuttavia anche notare notevoli che ritorna sovente negli anni successivi ("2 ), negli scritti di questo
variazioni sul terna principale, ispirate dalla concezione umani- periodo di Hi:ilderlin si configura l'ideale della «missione del poe-
stica. Innanzitutto nel quadro dipinto esiste innegabilmente la ta» ( 63 ) e nel circolo si nutrono quelle speranze escatologiche che
tendenza ad una moderna raffigurazione storica: costumi, lingua,
diritto sono considerati come aspetti diversi di una stessa totalità
engeschichte, apparsi rispettivamente nel '' Berlinischer Monatschrift J> dell'aprile
culturale (57); inoltre nell'immagine dell'età dell'oro Schelling si- 1792 e del gennaio 1786: Schelling cita entrambi gli articoli.
tua un concetto sociale di uomo, sebbene solo con la nascita della (
59
) Evidente richiamo alla citata Erziehung des Menschengeschlechts di LES!)ING.
60
( ) Forte è l'influenza su questa dissertazione di J. J. ROUSSEAU di cui è ci-
società civile i rapporti interurnani risultino qualifièati; la loro tato il discorso Sur l'origine et les f.onda1nents de l'inégalité parmi les honunes.
prima qualificazione, la stessa che impone l'esistenza dello stato, Sullo scritto schellinghiano si veda l'ottimo commento di A. HoLLERBACI-1, op. cit.,
è la necessità: necessità, e stato di necessità, che tuttavia sono su- pp. 83-85, da noi seguito, e parzialmente, sulla concezione del mito, ma con troppa
insistenza sugli elementi razionalistici, A. ALL\VOI-IN, Der Mythos bei Schelling, in
bito dialettizzati con il progresso razionale dell'umanità ( 58 ). Que- «Kantstudien», Erglinzungsheft 61, Berlino 1927, p. 9-18.
61
( ) Cfr. H. NIEL, op. cit., pp. 23-25, e soprattutto G. LUKACS, Der junge Hegel
(Ueber die Beziehungen van Dialetktik und Oekonomie), Zurigo e Vienna 1948, p. 29.
('53) Ivi, pp, 32~39. (
62
) In part. Dokumente, pp. 182-184. J. HoFFMEISTER, ivi, pp. 446-447, annota:
(") Ivi, pp. 32-33. « Erwiihnt sei nur en Predigt 3 dic 'Losung-Reich Gottes ' in HOlderlins Brief an
(") Ivi. p. 35. I-Iegel von 10 Juli 1794 und Nohl, S. 86, 99, 114, 120, 149 und 325 ff. ». Cfr. anche
(5") Ivi, pp. 36-39 e sgg. . . R. GEIS, Die Tii.binger Freundeslosungen ci en kai pan>> und ,, Reich Gottes ». Ein
(57) Lo HERDER di Von1 Geist der ebriiischen Poesie e delle Ideen zur Philosophie Beìtrag zur Frilhgeschichte des Deutschen Idealisnius, diss. Monaco, 1950, che
der Geschichte der Menschheit, - che Schelling espressamente cita -, è qui molto ci augurian10 di veder presto rielaborata in un volume.
63
influente. . ( ) Cfr. L. S. SALZBERG, op. cit., pp. 6-7; e inoltre il mediocre cap., sulla nuo-
(58) Tali idee si richiamano a quelle espresse da I. ~ANT, Ueber das radicale va mitologia, di E. ToNNELAT, L'oeuvre poétique et la pensèe religieuse de Hdlderlin,
BOse in der menschlichen Natur e, soprattutto, Muthmassllcher Anfang der Mensch- Parigi 1950, pp. 57-74.
76 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE 1-IEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TÙBINGEN
77

abbiamo visto altrove essere una caratteristica della cultura del- no della ~losofia :edesca, lo stesso protestantesimo il suo pecca-
l'epoca ( 64 ). Con ciò la funzione pragmatica del mito umanista di- tu'!' .~rigmale ...' S1 deve solo pronunciare la parola " Tiibinger
viene cosciente nei giovani dello Stift ed il razionalismo risulta St1ft per cogliere che cosa sia al fondo la filosofia tedesca: un'in-
esasperato, vicino al limite della crisi. E bensi vero che nello scrit- s~di~sa teologia "( 67 ). Cosi Nietzsche, e la quasi totalità degli stu-
to Sui miti e le favole storiche e i filosofemi del mondo antico (del d10s1 ha confermato, in termini piu o meno enfatici, l'esistenza di
1793) di Schelling ( 65 ) il mito è ancora riguardato in una prospet- prof~ndi legami tra filosofia idealistica e protestantesimo (BS);
tiva di razionalità astratta e che nello stesso Systemprogramm (del ~art1colarmente il pensiero hegeliano rappresenta il piu impegna-
1796) si afferma che la nuova mitologia " deve stare al servizio tivo sforzo compiuto per razionalizzare il contenuto dommatico
delle idee, essa deve divenire una mitologia della ragione ,, (66); del cristianesimo. Ma, a questo punto, alla constatazione si aggiun-
ma il processo di evoluzione era ormai iniziato: quanto più il mito ge la valutazione, e conseguentemente nasce il problema: da un
è dialettizzato alla verità ed un'istanza di carattere pratico ne co- lato coloro che insistono sull'influenza positiva, costruttiva del
lora la concezione, tanto più esso è avvicinato alla realtà, vi è in- p.rotestantesimo sull'idealismo tedesco e sull'evoluzione di Hegel,
serito, usato come chiave razionale di comprensione, e di trasfor- nconducendo tale tesi all'idea, d'origine hegeliana, della missione
mazione, del mondo storico. del pensiero tedesca che consisterebbe nella interiorizzazione del
A Tubinga, nel circolo di Hegel, Hi:ilderlin, Schelling, comin- concetto di divinità (69 ); d'altro canto coloro che in tale influenza
cia dunque ad intravvedersi, nello sforzo di comprensione storica scorgono il momento negativo del pensiero germanico, la remora
esercitato e nell'approfondimento dell' analisi del significato del al pieno sviluppo del procedimento dialettico, la cui scoperta sa-
mito classicistico, la via di soluzione dell'antinomia illuministica rebbe stato il precipuo contributo di quella filosofia e dello Hegel
di individualità storica e universalità razionale. Tale intuizione era in particolare (7°). In tal modo il giudizio sull'influenze religiose
tuttavia quanto mai ambigua, intuita appunto piuttosto che logi- nell'evoluzione della filosofia di Hegel si è complicato al punto di
camente articolata: in essa erano impliciti due tendenze parimenti sottintenderne uno complessivo sul suo pensiero.
forti, l'una capace di condurre all'esasperazione dei motivi entu- Questo procedimento ci sembra da evitare accuratamente: esso
siastici ed irrazionali, l'altra metodologica rivolta all'immanente e infatti riconduce la ricerca sulla filosofia di Hegel negli sdrusciti
positiva indagine del concreto. termini della polemica sul significato del neohegelismo e sostan-
Dovremo vedere, qui di seguito, come influenze di tipo religio- zialmente rinnova le interpretazioni della destra e della sinistra (71 ).
so e altresi la crisi provocata dalla notizia dei fatti rivoluzionari Si deve recidere il nodo di questa tematica e ritornare, per cosi
di Francia offrano nuovi spunti problematici.
e::) NIETZSCHE, F., Der Antichrist, I, n. 10, w. W, IX, Taschenausgabe, p. 367.
4. - « Quando dico tedesca, si intende subito che la filosofia ( . ) Il .q~adro generale del problema si veda in J. HERRNKIND, Christlicher Glaube
sia guastata col sangue dei teologi. Il pastore protestante è il non- und tdealistrsches Denken als theologisches Problem, diss., Gottinga 1951.
~ ) Cfr. R. ~RONER,, op, cit., val. I, pp. 10-13; M. B. POSTER, Die Geschichte als
69

Schtcks_al des ?e.istes in der Hegelschen Philosophie, Tubinga 1929; E. Dri NEGRI,
(
64
) Cfr. supra, pp. 32 - 34, in part. note 50- 51- 52. Cfr. anche J. HoFFMEISTER, Teologia e stonczsnio, Introduzione a I principi di Hegel, Firenze 1949.
10
HOlderlin und die Philosophie, Lipsia 1942, pp, 26-28, 31-32. • ( ) L'avvio a questa interpretazione è nella frase di V. L LENIN, «Idealisn us
1
(
65
) Ueber Mithen, historische Sagen und Philosophe1ne der iiltesten Welt, I~t Pfaffentum»: le più conseguenti e serie opere in questa linea sono quella citata
in «S. W.n, Abt. !, voi. I, pp, 41-83. Si veda anche H. KNITTERMEYER, Sc-helling d1 ~· LUKACS, .e quella di ERNST BLOCH, Subjekt-Objekt. Erliiuterungen zu Hegel,
und die romantische Schule, Monaco 1929, p, 43 sg., nonché il sempre utile G. Be~hno 1~51.. S1 veda anche H. H. lioLz, Protestantische Theologie und bUrgerliche
STEFANSKY, Das ellenisch-deutsche Weltbild. Einleitung in die Lebensgeschichte Phtlosophie, 1n {<Deutsche Zeitschrift filr Philosophie>>, IV, 1956, pp. 606-626.
~ _) Lo ha chiarito efficacemente N. Bonnro nella sua Rassegna di studi hege-
71
Schellings, Bonn, 1925. •
(
66
) Dokuniente, p. 221. Sul «Systemprogramm)), cfr. infra. Vedi inoltre Jugend- lzanz,. in «Belfagor>~, V, 1950, pp. 67-80, 201-222. Per tutte le implicazioni del proble-
schriften, p. 53. ma s1 veda ad ogni modo la nostra introduzione.
78 CAPITOLO SECONDO
LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART Il TUB!NGEN:
79
dire, all'origine, ad indagare cioè, nel rispetto dei fatti, in quale
misura influenze vi siano state sull'evoluzione hegeliana, e di che SlZioni dottrinali e l'implicita disattenzione che è loro propria per
tipo, e con quale significato ( 72 ). gli aspetti dornrnatici, l'atteggiamento protestatario passasse in
Quando si ponga l'accento sulla situazione religiosa del Wiirt- prima linea, assumendo una vivace preminenza come costante della
propaganda settaria.
temberg nel settecento, il fenomeno che subito balza all'occhio è
il predominio che le correnti pietistiche hanno avuto all'interno Il pietismo svevo si differenzia, nell'ambito del movimento ger-
della chiesa luterana sveva (73 ). In generale, il significato del pie- manico, poiché unisce al motivo sentimentale elementi filosofico-
tismo consistette nel rappresentare in Germania il movimento eu- speculativi e mistico-gnostici, con tendenze apocalittiche e profeti-
ropeo di interiorizzazione della vita religiosa, in polemica con il che. Su di esso esercitano una profondissima influenza Johann Al-
74
razionalismo imperante, ed il pietismo ha infatti analoghi nel gian- brecht Bengel ( ) e Friedrich Christoph Oetinger ( 75), comunemente
senismo cattolico, nel!' indipendentismo, nel!' arminianesimo e nel chiamato « mago del Sud " con riferimento al " mago del Nord ,,
labadismo. Gli elementi comuni a tutto il pietismo germanico sono, Hamann. Oetinger elaborò una teosofia misterica e una barocca
filosofia della natura (76).
una concezione sentimentale del cristianesimo, il biblicismo, il pre-
cisismo, che implica il criterio della perfettibilità della vita reli- Dinnanzi alle personalità dei riformatori pietistici del Wiirt-
aiosa e un riguardoso atteggiamento nei confronti della vita inte- temberg qui ricordate, il giudizio sul movimento pietistico dello
;iore, ed infine un accentuato carattere pedagogico che richiama specialista Hermelink sembra, a prima vista, almeno ottimistico;
quello di alcuni ordini cattolici sorti nello stesso periodo. egli infatti dice: « razionalismo e pietismo si debbono porre as-
Fin qui dunque, il pietismo sembra qualificarsi essenzial- sieme, poiché non muovono l'un contro l'altro come nella storio-
mente come movimento di protesta nei confronti dell'esteriorizza- grafia pietistica si usa affermare. Essi sono due lati di un mede-
zione e della stratificazione gerarchica della struttura ecclesiastica, simo processo e le loro evoluzioni sono reciprocamente confluen-
7
e rappresentare uno dei momenti, caratteristici alla vita del cri- ti " (7 ). Tale giudizio ha tuttavia una certa validità. In che senso
stianesimo, di interiorizzazione e di rinnovamento. Le analogie che si può parlare di razionalismo pietistico? Innanzitutto ricordando
esso presenta con altri movimenti, operanti anche in diverse con- la funzione polemica che i due contemporanei movimenti esercita-
fessioni, come la cattolica, l'anglicana e la calvinistica, l'accentua-
zione dei motivi sentimentali piuttosto che dommatici dell' espe- (
)
71
Le opere fondamentali di BENGEL sono: Erkliirte Otfenbarung Johannis,
rienza religiosa, anzi la sua originaria povertà dottrinale, sembra- Stoccarda 1740 e Orda Ten1poru111, Ulma 1741. Sul suo pensiero cfr. H. HERME-
LINK, op. cit., pp. 208-230.
no dimostrare l'essenzialità dell'aspetto protestatario. Detto ciò, si 75
) Le opere fondamentali di OETINGER, sono: Jnquisitio in sensum comniu-
(
può forse aggiungere che gli altri caratteri non sono che assunzioni neni et ratione1n, Tubingae 1753, e Theologia ex idea vitae deducta, fleilbronn 1765.
Sul suo pensiero cfr. C. A. AUBERLEN, Die Theosophie F. C. Oetingers, Tubinga 1847;
subordinate, quasi funzione secondaria dell'atteggiamento fonda-
E. ZINN, Die Theologie des F. C. Oetinger, Giitersloh, 1932; H. HERMELINK, op, cit.,
mentale? Non crediamo di poter rispondere affermativamente a pp.231-243; W. A. SCHULZE, Oetinger contra Leibniz, in {{Zeitschrift fi.ir philosophische
Forschungi), I, 1957, 4, pp. 607-617.
questo quesito; tuttavia possiamo ritenere che con la caratteristica 16
( ) Poiché piU avanti ci sarà utile conoscere alcuni concetti di Oetinger, ripor-
noncuranza che i mistici" e gli illuminati dimostrano per le propo- tiamo qui un breve sunto del suo pensiero dall'opera di HERMELINK (p. 237). Rial-
lacciandosi a Jakob BOhme (su cui si veda la recente ed aggiornata bibliografica-
mente opera di H. GRUNSKY, J. BOh111e, Stoccarda 1956) ed allo svedese Swedenborg,
Oetinger ritiene « il concetto di vita (secondo Giovanni, 6, 68) il punto unitario del
(72) Anche la storiografia 1narxista potrebbe avviarsi in questa direzione se si sistema dogmatico. Oetinger quindi tratta: 1. di Dio come la fonte deila vita; 2.
desse seguito alle resipiscenti annotazioni di E. BLOCH, op, cit., pp. 44-47. dell'uomo come il conservatore dell'ordine della vita; 3. del peccato co1ne aliena-
(73) Cfr. I-I. HERMELINK, op. cit., pp. 151-260 (di cui ci siamo soprattutto giova- zione dalla vita di Dio; 4. della fede o della comunicazione della nuova vita; 5. del-
ti); E. HIRSCI-I, Geschichte der neueren evangelischen Theologie, Giitcrsloh, voli. la Chiesa come la società nella quale agisce lo spirito della vita; 6. delle ultiine
I-IV, 1949-1952, soprattutto val. II, pp. 91-317 e vol. IV, p, 176 sgg. cose, cioè della fine e dell'uscita dalla vita >).
(7 7) I-I. I-IERJ\1ELINK, op. cit., p. 155.
80 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TDBINGEN
81

rono l'uno sull'altro; in secondo luogo tenendo presente un proce- elementi meramente intellettuali, quindi di non facile recezione
dimento consueto all'esperienza mistica, che consiste nell'esaspe- da parte di chi fosse continuamente preoccupato di polemizzare
rare il razionalismo fino ad un certo limite oltre il quale trionfa, contro qualsiasi forma dottrinale. Può darsi che il motivo stori-
in contrasto al primitivo sforzo e con la compiacenza di averlo cistico dell'intuizione escatologica del Bengel abbia avuto qualche
dimostrato vano, il pili incontrollato irrazionalismo; infine nel sen- effetto ( 80 ): ma non azzardiamoci oltre (81 ).
so chiarito dalle ricerche sugli effetti sociologici dei movimenti set-
tari, da cui è dimostrato come essi diano impulso ad una organiz-
80
) Nel pietismo si è voluta infatti trovare una delle origini della VVeltan-
zazione razionale e sistematicamente ordinata della vita ( 78 ). Nep- (
schauung storicistica (cfr. F. MEINECKE, Le origini dello storicisnio, cit., pp. 30-37;
pure questo motivo razionalistico si può naturalmente considerare E. SEEBERG, Gottfried Arnold, die Wissenschaft und die Mystik seiner Zeit, 1V1erane
in modo esclusivo, tuttavia si può ritenere che esso costituisca una i/S., 1929) è probabile che anche il pensiero storico di Bengel possa aver influito
in questo senso.
costante storica particolarmente efficace dell'influenza del pietismo. 81
( ) Soprattutto nel senso in cui è preceduta la famigerata «Heimatsphilosophiei>.
Questa lunga disgressione era necessaria per puntualizzare il Fiorita in periodo hitleriano, essa cerca di dimostrare la continuità di naturale e
significato dell'influenza religiosa subita dal giovane Hegel. Egli è spirituale, di razza e pensiero degli autori che studia. I-Iegel è stato uno degli og-
getti prediletti di questi autori. Ha cominciato I-I. O. BuRGilR (Die Gedankenwelt der
certamente venuto a contatto con personalità del movimento pie- grossen Schwaben, Tubinga e Stoccarda 1951, ma l'opera apparve in prima ed. nel
tistico (79 ), ma, dato il suo silenzio in proposito, non possiamo sta- 1932) considerando Oetinger il perfetto sistematore della Weltanschauung sveva (p,
152 sgg.) i cui leit-motiv sarebbero ((unità)) e <{totalità)), strettamente dialettizzati.
bilire in che maniera ne sia stato colpito. È difficile tuttavia pen- Seguendo l'opera di Burger in1pariamo a conoscere uno Schiller chiliasta (p. 184
sare che un'influenza specifica si sia potuta dare, poiché l'interesse sgg.), uno Schelling ripetitore di Oetinger (195-216), e cosi via per HOlderlin (216-
225) e Hegel (225-241). Ma soprattutto R. ScHNEIDER (Schellings und Hegels schiviibische
meramente intellettuale nei riguardi della religione, che Hegel ave-
Geistesahnen, Wiirzburg Aumiihle, 1938) ha portato a livello scientifico ( !) tali in-
va già dimostrato a Stoccarda, non è mutato a Tubinga. L'unico tuizioni. Comincia dichiarando che il metodo della <1 I-Ieimatsphilosophie» si in-
tramite possibile all'influenza pietistica sul giovane Hegel è quello quadra perfettamente nella mistica nazista (pp. 1-3), e fin qui nulla da obiettare;
prosegue polemizzando contro i Dokumente di I-Ioffmeister che non terrebbero
ambientale, un rapporto quindi del tutto passivo. In tal caso, non conto dell'influenza della mistica sveva su Hegel (pp. 16-17): ma che colpa ha Hoff-
abbiamo alcuna difficoltà a credere che il motivo della protesta meister se nei documenti non c'è traccia di ciò! La nota che anche noi abbiamo
riportato di Hegel sulla morte di J. J. Moser gli sembra dimostrativa della forte
contro l'ortodOssia e l'orga11izzazione chiesastica, cosi come il ge- influenza del « Volkstum» svevo sul giovane (sic!), ma soprattutto gli è insopportabile
nerico razionalismo, propri del pietismo, siano stati assunti da He- il richiamo a Herder per quanto riguarda i rapporti cultura-spirito popolare: è
Oetinger che c'è dietro, per chi non l'avesse ancora capito. Si avventura poi nel-
gel. Quanto ai contributi specifici elaborati dal pietismo svevo, l'analisi della cultura dell'Illuminismo tedesco, accumulando un grosso numero di
non si può, per quel che riguarda una mutuazione dello Hegel, an- banalità, ecc. ecc. Il suo capolavoro sono le cento pagine che dedica a ricercare
çon minuziosa indagine in Hegel e Schelling le analogie con la Theologia ex
dare al di là delle ipotesi, ricordando tuttavia che si trattava di
vita deducta (pp, 51-149). Anche T. L. I-IAERING, affrontando questo argomento, è
incorso in una certa ambiguità, in particolare nell'articolo Schwaben in der
Wissenschaft, in «Festgabe fiir I(. Bohnenberg)), Tubinga 1938, pp. 209-224: è vero
che Haering polemizza contro coloro che parlano di scienza ,, sveva)> - mentre
( 78 ) Cfr. E. TROELTSCH, Die Soziallehren der christlichen [(irchen und Gruppen, in
invece si deve parlare di «svevi)> o <{bavaresi» o <<brandeburghesi)> «nella scien-
«Gesammelte Schrifteni>, voi. I, Tubinga 1919, in part. pp. 794-848; IDEM, Epochen
za)) (p. 209) - ma ciò che si rifiuta di fare a livello naturalistico finisce poi per
und Typen der Sozialphilosophie des Christenturn, in «Ges. Schr.)), voi. IV, Tubinga,
farlo a livello vitalistico: non naturalizzare il pensiero ma vitalizzare, spiritua-
1925, pp. 149-156; M. WEBER, Gesam111elte Aufsdtze zur Religionssoziologie, Tubinga,
lizzare la natura, proprio come fa Er:itler! (p. 223). Ma in fondo tutto ciò avrebbe
voi. I, 3 ed., 1934, pp. 128-145, 207-236. poco valore se la metodologia della «Heimatsphilosophie)) si limitasse a costi-
(79) Cfr. F. EPI-IIMIM, op. cit., pp. 129-131: Hegel deve aver conosciuto tra i pie- tuire un passato, il mascheramento pseudoscientifico di quelle «Al1nenforschungen))
tisti Pfaff, Weissmann, Reuss, B. Haug. Inoltre forse aveva letto le opere di Bengel che servivano a mandare in ca1npo di concentramento qualsiasi persona avesse tra
e Oetinger: sappiamo, p. es., che la Offenbarung di BENGEL era contenuta nella bi- gli avi un ebreo: la cosa pili preoccupante è che un tale metodo di ricerca è stato
blioteca personale di HOlderlin (L. S. SALZBERG, op. cit., pp. 9-10). Si veda inoltre G. ripreso or ora. In occasione del centenario schellinghiano (1954) tra i 1nolti contri-
LAssoN, Einleitung, in G .W. F. tIEGEL, Jeneser Logik, Metaphysik und Naturphilo- buti notevoli si sono intrufolate anche ricerche di questo tipo. Cosi, richiamandosi
sophie, Lipsia 1923, pp. XVI-XVII: IDEM, Einleitung, in G. W. F. HEGEL, Phiino111e- a Schne!der, E. BENZ, Schellings theologische Geistesahnen, in <(StHtHa Philoso-
nologie des Geistes, 3 ed., Lipsia, 1928. pp. XIX-XXXIX. phica)), XVI, 1954, pp. 179-201 (e anche Wiesbaden 1955), e Schelling, Werden und

6. A, Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


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I
82 CAPITOLO SECONDO
LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TUBINGEN
83
Atteggiamento di protesta contro l'ortodossia, generico razio-
que quello dell'Illuminismo religioso tedesco e le influenze pieti-
nalismo, esigenze storiche: ma questi erano anche gli elementi stiche vi avevano posto nella misura in cui si i11crociavano e si I
fondamentali della polemica religiosa dell'Illuminismo tedesco, che accordavano con quelle illuministiche.
Hegel già a Stoccarda aveva pienamente abbracciato. Pietismo e
Anche l'influenza religiosa è stata tuttavia mediata dall'ideale
razionalismo si intrecciano ancora una volta. Vale infatti ricordare della classicità. La religione è un aspetto della cultura e della vita
che gli autori dell'Illuminismo tedesco si opponevano generalmen- della città, e conseguentemente il problema hegeliano non si con-
te all'ortodossia nel tentativo di salvaguardare il sentimento re- figura in termini individualistici ma sociali: fin dall'inizio Hegel
ligioso dai corrosivi effetti del grossolano Illuminismo che veniva
non è un mistico ma un riformatore ( 85 ). Né si consideri questa
di Francia (82). Lessing polemizzava sia contro l'ortodossia letterale
mediazione umanistica dell'inflùenza di movimenti specificamente
che contro il mero scetticismo mascherato dalle dottrine dei-
religiosi alcunché di esteriore, di sostanzialmente estraneo: essa
stiche francesi, e lo stesso Fichte alla Critica di ogni rivelazione
invece rivelava a Hegel uno dei pili centrali elementi di una tema-
aveva fatto precedere alcuni scritti favorevoli all'editto Wi:illner,
tica antica quanto il cristianesimo, quello dei rapporti tra chiesa
preoccupato appunto dell'invadenza delle teorie irreligiose ed e stato.
illudendosi sulle intenzioni del ministro prussiano ( 83 ). Tale è
Tornando al problema da cui siamo partiti, alla valutazione
anche lo spirito delle logge massoniche, altro frutto della cultura dell'influenza religiosa sul giovane Hegel, possiamo ora trarre al-
illuminista, pullulanti nella Germania dell'epoca, che, al pili con- cune conclusioni, limitatamente al periodo di Tubinga. Dobbiamo
seguente e polemico laicismo, accompagnavano l'intransigente di- innanzitutto notare che tale influenza è molto complessa, risultan-
fesa del sentimento religioso ( 84 ). Il problema dello Hegel era dun- do dalla compenetrazione di motivi pietistici, illuministici, neo-
classici e tradizionali. In secondo luogo possiamo assumere per cer-
lVirken seines Denkens, Zurigo Stoccarda, 1955, - per quanto la <(heimatsphiloso- to che l'atteggiamento intellettuale di Hegel nei riguardi della re-
phische Forschung)) sia moderata da un certo rigore scientifico -, e sop~·attut~o ligione non proviene da un presupposto irreligioso né, tanto meno,
w. A. ScnutzE, Zuni Verstiindnis der Stuttgarter Privatvorlesunge11 Sche!llngs, 111
«Zeitschrift filr philosophische Forschung1), XI, 1957, 4, pp. 575-593, nel cui pastone ateo (86 ): egli è ostile all'ateismo come alla rigida ortodossia, e mu-
di citazioni da OeÙnger entra anche - orribile dictu - l'ebraica Kabbala. Non
aveva tuttl i torti Georgy Lukacs a chiamare simili interpretazioni «leggende rea-
zionariei> ! n1it der allgemeinen Geistesgeschichte von rein wissenschaftlichen Methode bis
(82) Sull'Illuminismo religioso francese abbiamo :isto ~· BoRNHAUSEN'. Das re- jetz gentigend ausgenutz ist. Sollte es nicht der Fall sein, so geben diese Be-
ligiOse Problem wii.hrend der franzOsischen Vorrevolution bei Bayle'. V ~ltaire, ~o~s­ merkungen vielleicht den Anstoss dazu 1>. Né v'è da porre in dubbio che profon-
seau in «Historische Zeitschrift», 105, 1910, pp. 496-514; M. LEROY, llistoire des tdees dissime influenze vi siano state: basti ricordare I'Ernst und Valk di LESSING, o i
soci~les en France, Parigi, 1946, pp. 194-220. Meister's Lehrjahre di GoIJTHE, o i Trii.u1ne eines Geistersehers di KANT, o l'opera
(83) Sulla filosofia religiosa di Lessing si possono utiln?ente vedere .L. Z~cHAR­ di riforma della loggia berlinese di Fichte, ed infine, crediamo, anche l'ideale del
NACK, Lessing und Sen1.ler. Ein Beitrag zur Entstehungsg:schtch.te des Rattonal1s1nus «Reich Gottcs» di fiegel, Hi:ilderlin e Schelling. Si veda in ogni caso l'Allgemeines
und der kritischen Theologie, Giessen, 1905; X. LEON, Ftchte c1t., vol. I, pp. 38-48 e Handbuch der Freitnauerei, I voi., Lipsia 1900, in part. gli articoli Deutschland,
52-53· K BARTH Die protestantische Theologie iin 19. Jahrhundert, Zurigo 1947, pp. llluminaten, Hiimanitiit; F. J. ScHNEIDER, Die Freimauerei und ihr Einfluss au~
208-236;E. HIR;CH, op. cit., voi. IV, pp. 120-165. Gli scritti cui accennian10 ~i Fi~hte die geistige [(ultur in Deutschland ani Ende des 18 Jahrhunderts, Praga 1909; R.
LE FORESTIER, Les illu1ninés de Bavière et la Franc-n1.açonnerie allemande, Pa-
sono stati editi da X. LEON, op. cit., vol. I, pp. 159-165. In generale sulla s1tuaz1one rigi, 1914.
religiosa dell'Illuminismo tedesco si possono vedere utili indicazioni anche in A. 85
( ) Con particolare vigore ha posto in luce ciò, P. ASVELD, op. cit., pp. 36-39
BANFI, La filosofia della religione in Hegel, in <(Rivista di Filosofia>>, XXII, 1931,
in part. pp. 348-359, e in J. DRoz, op. cit., pp. 393458. (per quanto riguarda il periodo di Tubinga): ma si veda anche IDEM, Hegel réfor-
mateur religieux (1793-1796) (poi rifuso nell'op. cit.), in <{ Universitas Cath. Lova~
(84) Manca, a nostra conoscenza, un lavoro aggiornato e. mo~ler?-o sulle in~lu:n­
niensis, Sylloge Excertorum e dissertationibusi>, 25, 1, 1952.
ze del pensiero massonico sullo sviluppo della filosofia degli ult1m1 due sec?h. Ep.· 86
( ) La tesi dell'ateismo è sostenuta da G. LUKACS, op. cit., pp. 36-43 per il periodo
pure già nel 1905 H. VAIHINGER (Ein Frei1naurerliederbuch als Quelle des Letdes an
di Tubinga, e in genere da KOJÈVE, A., Introduction à la lecture de Hegel, Parigi:
die Freunde?, in <cKantstudieni>, X, 1905, Schillersheft, Sonderabdruck, p. 141) notava:
1947. Contro tale interpretazione, le giuste obiezioni di N. BonBro, art. cit., p.
ci Ich weiss nicht, ob dicsc ganze Frcimaurerliteratur in ihrem Zusammenhange 220 sgg.
I
.Kv
84 CAPITOLO SECONDO
LA FORMAZIONE I-IEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN
85
tua dal pietismo e dall'Illuminismo tedesco il tema della sogget-
ciato ad enucleare negli anni precedenti ed il problerna del rap-
tività dell'esperienza religiosa e di conseguenza i moduli della po-
porto tra chiesa e stato, nella sua dimensione storica, teorica e
lemica contro la struttura ecclesiastica. Ma non aspettiamoci per
politica, diverrà il tema centrale della sua meditazione. Ma prima
questo un Hegel preromantico, in preda a contorcimenti interiori
di scendere a tale analisi, dobbiamo vedere come l'entusiasmo he-
e ad isterismi mistici: egli affronta il problema dell'esistenza po-
geliano per la rivoluzione francese giovi a puntualizzare ulterior-
sitiva del cristianesimo, e il suo soggettivismo non si confonde
mente il suo interesse scientifico.
coll'individualismo ma si integra, secondo l'intuizione neoclassica,
nella concezione della religione pubblica. Il Tubinger Fragment,
5. - Esiste senza alcun dubbio una profonda analogia tra l'ani-
che analizzeremo pili tardi, cercherà appunto di dare una risposta
sistematica a queste esigenze, ma basta porre attenzione ad un mus rivoluzionario e quello giovanile: in entrambi la stessa assoluta
dedizione all'oggetto, oltre ogni quietistico conformismo, ed il me-
breve schema, che servi alla preparazione di quello studio ( 37 ), per
cogliere i motivi fin qui accennati. Hegel lamenta che il protestan- desimo sentimento dell'urgenza, dell'imprescindibilità di un mu-
tesimo abbia perduto nel corso della sua evoluzione quel carattere tamento, cl1e danno all'azione t1n tono entusiastico, qt1asi religioso.
Avevamo colto questo carattere, potenzialmente rivoluzionario, nel-
soggettivo che, nascendo, aveva rivendicato al cristianesimo: es~o
ha disperso e mutilato in una nuova dommatica le fresche energie la cultura dell'Illuminismo, ora lo ritroviamo, attuale, nel pensie-
ro rivoluzionario e nei giovani che in esso si rico11oscono, come
allora risvegliate. Ne è seguita l'alleanza di chiesa e di stato dispo-
Hegel, Holderlin, Schelling. Per quanto ci riguarda, si tratta di ve-
tico, che è effetto e causa dell'impoverimento dell'impulso religio-
dere se, a causa di tale mediazione giovanile dell'atteggiamento ri-
so, ed in genere vitale, dei singoli. Tale giudizio storico sull'attuale
voluzionario dei nostri autori, si debba parlare soltanto di "studen-
situazione del sentimento religioso riconduce Hegel all'ideale clas-
tischer Rausch», cioè di uno spontaneo ed irriflesso entusiasmo go-
sico: l'integrazione di religione e vita pubblica in Atene e in Roma
gliardico (90 ), o se invece in ciò non si riveli un'adesione in qualche
non si risolveva nella stagnazione dello spirito ma era il prodotto
modo definitiva ai motivi ed ai temi della rivoluzione, un'esperien-
della libera e spontanea attività di tutti i cittadini. La protesta -
za che andrà sempre pili approfondendosi fino a divenire essenziale
« la religione cristiana ha generato molti martiri, eroi nel soffrire,
alla comprensione del loro pensiero (91 ).
ma nessun eroe nell'agire ,, (SS) - è rivolta contro la chiesa, con-
tro l'ortodossia che subordina le coscienze ad una mitologia del-
l'esteriorità e favorisce l'alienazione dei soggetti dalla vita attiva, (90) In queste parole è espresso il giudizio sull'influenza della rivoluzione
francese sul giovane I-Iegel, di R. HAYM, op. cit., p. 33. Haym tuttavia considera
non contro la religione che nel suo aspetto soggettivo è ancora la posizione hegeliana del tutto analoga a quella dell'intellighentia tedesca, che
considerata la fonte di ogni energia vitale. si abbandonò ad un atteggiamento vagan1ente riformistico piuttosto che far pro~
pri gli stitnoli che provenivano dalla Francia e trasformarli in azione: in ciò egli
Procedendo in questa direzione Hegel potrà applicare all'inda- riconosce l'origine della tragedia politica tedesca. Ritengono <( effimero e senza
gine religiosa il metodo di tipo sociologico ( 89 ) che aveva comin- radici >J l'entusiasmo liberale di Schelling, J. DRoz, op. cit., p. 461, e HoLLERBACH, A.,
op. cit., pp. 23-24. Cfr. infra la discussione di queste interpretazioni.
1
(9 ) Questa tesi hanno soprattutto sostenuto A. STERN, flegel et les idées de
1789, in ((Revue philosophique)), 1939, 64, pp. 353-363, in particolare p. 355 sg. e J.
(87) Jugendschriften, pp. 355-359, ma soprattutto, per quanto qui detto, pp. RITTER nel recente l-Jegel und die franzOsische Revolution, in ((Arbeitgc1neinschaft
356-357. filr Forschung des Landes Nordrhein-Westfalen>>, H. 63, Colonia e Opladen, 1957 (in
(88) Ivi, p. 357. particolare p. 15: (( es gibt keine zweitc Philosophie die so schr und bis in ihre
(Bfl) Dobbiamo avvertire, a scanso di equivoci, che quando si usa il termine innersten Antriebe hinein Philosophie der Revolution ist wie die Hegels ))), Le
<(sociologicon, attribuendolo al metodo o al pensiero di Hegel, non si fa alcun interpretazioni generali del pensiero politico hegeliano che sottostano a questa
riferimento a dottrine sociologiche rnoderne o passate. Il significato del termine considerazione dell'influenza della rivoluzione francese sul pensiero di Hegel so-
dovrebbe esser chiarito volta per volta dal contesto del discorso. no quelle di E. WEIL1 Hegel et l'état, Parigi 1950 e di H. MARCUSE, Reason and
Revolution, cit.
86 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TUBINGEN: 87

La rivoluzione francese ebbe in Germania una profonda eco, coglienza entusiastica. Tanto pili che i primi esperimenti francesi
soprattutto negli ambienti culturali (92 ). Ad un'informazione esau- per fondare una monarchia costituzionale solleticavano l'orgoglio
riente e precisa degli avvenimenti, si accompagnò un largo dibat- svevo per avere evitato, unico tra gli stati tedeschi, l'involuzione
tito, cui nessun intellettuale fu estraneo ( 93 ). Ed era inevitabile che settecentesca verso il dispotismo illuminato e per avere una co-
ciò avvenisse poiché la cultura tedesca aveva profondamente me- stituzione che, a ragione o a torto, era ritenuta liberale (96). Nello
ditato su quei temi, proposti dall'Illuminismo, che ora la rivo- Stift poi l'entusiasmo toccò i limiti dell'infatuazione. Sono noti gli
luzione francese sembrava riprendere per tradurre nelle istituzio- aneddoti che narrano di uno Schelling traduttore della Marsigliese,
ni; inoltre le lettere francesi rappresentavano da almeno un secolo di Hegel e Holderlin con lui membri di un Club rivoluzionario,
l'indice della cultura europea, il crogiuolo di quanto nel mondo dell'albero della libertà che gli amici si preoccuparono di impian-
culturale veniva elaborandosi (94 ). Alle prime notizie dei fatti di tare sulle ridenti sponde del Neckar, della dimostrazione contro
Francia, ogni intellettuale tedesco si sente cittadino del nuovo sta- gli emigrati francesi, e delle conseguenze che ciascuno di questi atti
to che i borghesi francesi vanno costruendo, solidale coi loro idea- portò con sé (97 ) : ma qui si riapre il problema, di vedere cioè
li, convinto soprattutto di presenziare ad una decisiva svolta nella se questi atteggiamenti giacobini rivelassero l'assunzione dei prin-
storia del mondo. Anche quando pili tardi i pareri cominceranno cipi rivoluzionari o se invece non si riducessero ad altro che ad
a distinguersi, ad assumere inflessioni polemiche, ed all'incondi- una provvisoria infatuazione.
zionato favore di dianzi corrisponderà talvolta un'altrettanta in- Per rispondere a tale quesito è necessario ricordare i caratteri
condizionata disapprovazione, pur sempre la rivoluzione francese dell'intuizione storica dello Hegel, quale era venuta fin qui confi-
costituirà, per la generazione che la vide, il fatto attorno a cui si gurandosi: il mito neoclassico gli offriva l'ideale di una comunità
cristallizzarono le scelte politiche e culturali (95 ). spontanea, in cui, contro ogni privilegio ed alienazione, gli indivi-
Anche nel Wlirttemberg la notizia della rivoluzione ebbe un'ac- dui ponevano la loro libertà e creavano strutture ad essa adeguate.
Ora, la rivoluzione francese confermava questo ideale: anch'essa
(92) Sulle risonanze tedesche della rivoluzione francese si hanno molte otti-
era un fatto storico che dava l'avvio alla costruzione di uno stato
n1e opere: Si vedano in particolare W. WENCK, Deutschland vor 100 Jahren, Lipsia in cui le individualità potessero affermare la propria libertà con-
1887; W. A. WAI-IL, Studien zur Vorgeschichte der franzOsischen Revolution, Tu- tro il privilegio su cui era fondato l'«ancien régime». Hegel mutua
binga 1911; L. LTIVY-BRUHL, L'Allenzagne depuìs Leibniz, Parigi 1907, pp. 231-254;
G. P. GoocH, Gernzany and the french Revolution, Londra 1920; A. STERN, Der quindi dall'ambiente l'entusiasmo per la rivoluzione ma lo riporta
Einfluss der franzOsischen Revolution auf das deutsche Geistesleben, Stoccarda
e Berlino 1928; A. GURVITSCH, Das Revolutionsproblem in der deutschen staats-
wissenschaftlichen Literatur, Berlino 1935; R. AR1s, History of political Thought 6
(9 ) Sulla situazione costituzionale del WUrtte1nberg si cfr. J. DRoz, op. cit.,
in Gennany, Londra 1936, pp. 21-62; N. MARCEAU, L'Allemagne et la révolution
française, Parigi 1939; I-I. BRUNSCHVIG, La crise de l'état prussien à la fin du pp. 111-134 e soprattutto E. HOLZLE, Das alte Recht und die Revolution. Bine poli-
XVI!Ie siècle et la genèse de la 1nentalité romantique, Parigi, 1947; nonché il tische Geschichte Wilrttembergs in der Revolutionszeit 1789-1805, Monaco e Berlino
con1plessivo ed ottimo lavoro cit. di J. DRoz. 1931. Per quanto la costituzione sveva passasse in Europa per liberale, si trattava
invece di un ordinamento oligarchico fondato sulla collaborazione del principe ter-
(03) Sulla diffusione delle notizie rivoluzionarie si veda l'ottima analisi di
ritoriale e dell'aristocrazia. Cfr. infra la nostra discussione sul progetto costitu-
J. DRoz, op, cit., pp. 32-38; sul carattere e le posizioni assunte dagli intellettuali zionale del giovane Hegel.
liberali tedeschi, cfr. infra. 97
( ) Sulle reazioni degli studenti dello Stift alla notizia della rivoluzione fran-
(94) Sull'influenza della cultura francese in Germania, si vedano ad es. le parole
cese si vedano soprattutto J. !-IOFFMEISTER, in Dokuniente, pp. 430 - 433; W.
che GOETHE fa pronunciare a Wilhelm Meister: « come si può essere nemici di una
BETZENDORFER, op. cit., p. 23, 27-28, 59-63, 111 sgg.; G. L. PLITT, Aus Schellings Leben,
lingua (la francese) a cui siamo debitori della pitl gran parte della nostra cultura in Briefen, voi. I, Lipsia 1869, pp. 31-34; nonché J. DRoz, op. cit., pp. 116-120; T. L.
e a cui ancor tanto dovremo prima di aver acquistato una nostra decisa perso-
HAERING, Hegel, sein Wollen und sein Werk, voi. I, Lipsia 1929, pp.35-38; H. ZELTNER,
nalità?» (W. Meister's Lehrjahre, trad. it., Opere, III, Firenze 1949, p. 639).
op. cit., p. 14 sgg. RosENKRANZ, a p. 14 dell'op. cit., ricopia alcuni passi dal Carnet
(05) Su ciò insiste bene J. DRoz, op. cit., p. 43; cfr. anche X. LEON, Fichte, cit., d'autografi dcl giovane Hegel, in questo periodo: vi si leggono invocazioni ed im-
voi. I, pp. 166-177. precazioni giacobine, invettive rousseauiane e schilleriane. .
88 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE I-IEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN 89

entro la propria problematica storica e politica, facendone un ele- tà fuori dello stato»? Null'altro che l'esigenza di rivendicare l'au-
mento autentico e distintivo del suo pensiero. Mentre l'ideale neo- tonomia dei soggetti nei confronti del dispotismo e dell'ortodos-
classico proponeva la soluzione dell'antinomia illuministica di li- sia religiosa; all'infuori di questo motivo polemico, la libertà è
bertà individuale ed universalità razionale in una prospettiva pu- affatto considerata da Hegel in riferimento alle strutture oggettive
ramente erudita e letteraria, l'azione rivoluzionaria recide il nodo della storia, allo stato ed alla chiesa: la libertà dev'essere garantita
del problema e risolve il dilemma teorico in cui era impaniato il ai soggetti dalla seconda, mentre la sua efficacia dipende dal pri-
pensiero, rinnovando l'ideale umanistico in forma attuale e giuri- mo. La rivoluzione francese, proponendo allo Hegel il concetto di
dica. Questo è il significato precipuo dell'influenza del pensiero ri- libertà in maniera cosi pienamente storica, gli pone anche il pro-
voluzionario su Hegel, lo stimolo cioè a passare da una considera- blema dell'integrazione di chiesa e stato in un unico ordinamento
zione storica di tipo letterario ad un'analisi di tipo giuridico, e la in cui si obbiettivi in forma giuridica la libertà stessa (100 ).
conseguente preoccupazione di considerare la filosofia non sotto il Hegel insomma accetta l'insegnmnento della rivoluzione fran-
profilo metafisico ma come interpretazione del presente. cese in tutta la radicalità dei suoi atteggiamenti e delle sue formule
L'influenza della rivoluzione francese non determina solo la di- programmatiche ( 101 ), distinguendosi con ciò fin d'ora dal contem-
rezione in cui si muoverà il pensiero hegeliano, ma ne qualifica poraneo pensiero liberale tedesco.
anche il contenuto. Innanzitutto infatti filosofia della storia e filo- L'entusiasmo dei pensatori politici del liberalismo tedesco per
sofia della libertà tenderanno a coincidere: la rivoluzione ha inse- la rivoluzione francese non era infatti mai andato oltre un primo
gnato che il processo storico è un susseguirsi di lotte per l'esten- approccio. Generalmente vicini alla Gironde essi considerarono la
sione della libertà e con ciò ha riposto nella comprensione del sconfitta di questo partito una sciagura irreparabile (102). Il liberali-
concetto di libertà il principio di ogni possibile intendere stori- smo tedesco è costituzionalistico, in nessun caso democratico, ed il
co (98). In secondo luogo il problema del rapporto tra chiesa e concetto fondamentale che esso aveva elaborato, quello di Rechts-
stato che già si era affacciato nella tematica hegeliana scoprirà staat, vale a dire l'idea che il cittadino doveva obbedire solo alle leg-
come sua principale sottospecie il problema della forma giuridica gi che si era liberamente imposto, non implicava affatto la parteci-
che la libertà deve assumere. A questo proposito si è voluta vedere pazione di tutti i cittadini alla vita politica: all'idea di stato di di-
nel giovane Hegel una singolare alternativa: da una parte l'affer- ritto era invece presupposta una immagine paternalistica dello
mazione della libertà fuori dello stato, dall'altra l'affermazione del- stato e su di essa influiva la nozione religiosa del necessario e pro-
la libertà nello stato(""). Ma che può significare per Hegel " liber- gressivo perfezionamento morale dei cittadini che, solo, avrebbe
permesso il graduale passaggio da un concetto formale ad uno so-
(98) Ciò ha posto in luce chiaramente J. RrrTER, op. cit., pp. 20-22 e 35 sgg., so-
stanziale di libertà ed uguaglianza. L'individualismo giusnaturali-
prattutto, a nostro parere, contro F. BULOW, op. cit., p.10, per cui la rivoluzione fran-
cese avrebbe suscitato un interesse ineramente psicologico, in ogni caso non qua- stico, la raffigurazione atomistica del contesto sociale e l'idea dello
lificato, in Hegcl. Anche H. NIEL, op. cit., p. 26 ha colto l'importanza dell'influenza stato di benesse non erano insomma superati. Ne derivava l'aprio-
del pensiero rivoluzionario sulla forn1azione della metodologia storiografica di Hegel.
(99) Cosi F. RosENZWEIG, op. cit., vol. I, p. 29, la cui tesi J. lìYPPOLITE ricalca in
La signiflcation de la révolution française dans la «Phenomenologie)) de Hegel, in
<(Revue philosophique11, 1939, 64, pp. 321-352, soprattutto fino a p. 327; libertà «nello» (
100
) La Chiesa dunque in quanto permetta lo svolgersi della libertà umana, ha
stato che raffigurerehbe la libertà del cittadino della polis, libertà «fuori» dello posto nell'intuizione hegeliana di questo periodo: ancora una volta tocchiamo qui
stato che sarebbe identificabile con quella del cristiano che si attua in rapporto di l'insufficienza della tesi «ateistica)>, e particolarmente di G. LUKACS, op. cit., pp. 3643.
trascendenza, in ogni caso oltre i limiti del mondo sociale. Ma llegel polemizza con-
tro questo secondo tipo di libertà, l'alternativa insomma non è indiscriminata nep- (1° 1 ) E' importante altresf sottolineare che Hegel ha anche modellato sul lin-
pure al principio ma sempre percorsa da un rigoroso criterio di scelta. (Lo studio guaggio rivoluzionario la sua terminologia: per la dimostrazione si veda G. AsrELIN,
op, cit., pp. 20-23.
citato di J. HYPPOLITE si può vedere ora anche in Etudes sur Marx et H e gel, Pa-
1 2
rigi 1955, pp. 45-81). ( 0 ) Cfr. J, DRoz, op. cit., p. 47 sgg., 50-51, 58-63, 74-75, 79 sgg,
90 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN 91

ristico rigetto della violenza come mezzo di trasformazione delle luzione ,, ( 105 ); eppure Kant non accede mai ad una concezione de-
strutture sociali ed un'ottimistica attesa del mutamento degli or- mocratica e la giustificazione della rivoluzione si accompagna, con-
dinamenti giuridici dalla riforma delle coscienze e dal «trionfo traddittoriamente, alla proclamazione dell' assolutezza della legge
dei lumi» ( 103 ). Se in un primo momento la rivoluzione era stata che misticismo protestante e lealismo prussiano gli impongono (106).
considerata ed apprezzata come l'attuazione francese del Rechts- E lo stesso Fichte, che vigorosamente rivendica il diritto del popolo
staat, appena il movimento rivoluzionario si evolve in direzione re- alla ribellione e che, per profonda consonanza spirituale, ricono-
pubblicana e democratica, i liberali tedeschi si ritraggono inorri- sce il valore universale della rivoluzione francese ( 107), pure con-
diti, rivelando in tal modo l'astrattezza delle premesse da cui muo- clude in una concezione del progresso storico come sviluppo imma-
vono e la loro insufficiente comprensione della situazione francese. nente alle coscienze e graduale interiorizzazione, che in realtà na-
Essi rispecchiavano d'altronde l'incapacità della borghesia tedesca, sconde in un religioso ed entusiastico ottimismo l'incapacità di af-
tenuta prigioniera negli angusti limiti dei piccoli stati territoriali frontare il problema della rivoluzione tedesca ( 108 ). Il liberalismo
dell'Impero, di concepire e condurre una rivoluzione sociale e na- tedesco è insomma prigioniero del moralismo e dell'arretrata si-
zionale, ed il tradizionale moralismo ed intimismo della dottrina tuazione sociale della Germania, incapace perciò di prospettare
luterana offriva loro l'alibi per trasformare liniziale entusiasmo un'azione rinnovatrice, ed il rapporto che stringe alla rivoluzione
rivoluzionario in un incolore atteggiamento riformistico. francese anche i st1oi pili co11seguenti esponenti non diviene in
Anche quando si ricordino le posizioni dei grandi pensatori nessun caso tramite da un generico entusiasmo, e talvolta da una
tedeschi di quest'epoca, si urta contro le medesime ambiguità ed sofferta partecipazione, alla volontà rivoluzionaria.
un sostanziale tono di compromesso. Esemplare è, a questo propo- Non cosi i giovani teologi dello Stift: la rivoluzione francese
sito, il caso di Kant: egli giustifica in tutti gli scritti del periodo offre dei motivi e degli atteggiamenti che essi riassumono piena-
la rivoluzione francese, ed in ogni sua fase, rifiutandosi di confon- mente nel loro pensiero, né per essi si stabilisce alcuna alternativa
dere il giudizio sul fatto storico con le valutazioni moralistiche tra azione rivoluzionaria e pensiero teoretico. Anzi, il travaglio teo-
dei pietosi reazionari che della rivoluzione riconoscevano solo gli retico ha solamente senso in vista della soluzione dei problemi pra-
eccessi ( 104 ), e d'àltro canto giustamente si è potuto vedere nello tici, del superamento della disgregata struttura sociale e territo-
spirito che anima la sua filosofia « la teoria germanica della rivo- riale della Germania: teoria e prassi risultano affatto dialettizzate.

(103) Jbideni, p. 78. 105


( ) Cosi chiamò la filosofia kantiana il giovane Marx: cit. da K. VoRLiiNDER,
(104) Il primo accenno alla rivoluzione francese è contenuto nella Kritk der
Kant und Marx, Tubinga 1911, p. 41.
Vrtheilskraft del 1790 (paragf. 63, nota), poi in Die Religion innerhalb die Grenzen 1 6
( 0 ) Su questa contraddizione insiste J. Dnoz, op. cit., pp. 169-171 ed anche W.
der reinen Vernunft del 1793 (4 St., 2 Abschn., paragf. 4), in Zum ewigen Frieden
del 1795 (St. II, Art. 12) dove comincia la distinzione tra la responsabilità morale HADNSEL, op. cit., pp. cit.; non crede invece si possa parlare di contraddizione G.
delle violenze rivoluzionarie e la legittimità del principio sostenuto dai rivoluzionari, SOLARI, in Studi storici di Filosofia del Diritto, Torino 1949, p. 232, 237 e passùn,
infine in Der Streit der Fakultiiten, del 1798 (Il, paragf. 6). Sui rapporti di Kant con che esclude la possibilità di poter considerare per qualsiasi verso democratica la
teoria politico-giuridica di Kant.
il pensiero rivoluzionario si veda in ogni modo: K. VoRLANDER, Kants Stellung zur
101
franzOsischen Revolution, in <(Philosophische Abhandlungcn H. Cohen zum 70. ( ) Cfr. la famosa lettera in Fichtes Briefwechsel, a cura di H. SCHULZ, voi.

Geburtstag dargebrachb>, Berlino 1912, p. 247 sgg.; HAENSEL, W., Kants Lehre van I, Lipsia 1925, pp. 449451, e X. LEON, Fichte, cit., II, 2, p. 288. Si veda inoltre
Widerstandsrecht, ein Beitrag zur Systematik der kantischen Rechtsphilosophie, in FrCHTE, Beitriige zur Berichtigung der Urtheile des Publilonus Uber die franziisische
({Kantstudien, Erglinzungsheft», 60, Berlino 1926, in particolare pag. 74 sgg; P. Revolution (1793) in {<Wcrke>>, val. VI, Berlino 1845, pp. 39-288, in particolare p,
ScHRECKER, [(ant et la revolution française, in <{Revue Philosophique», 64, 1939, pp. 394- 39 sgg., 91-102, 147-151.
425; J. Dnoz, op. cit., pp. 154-171; I-I. S. REISS, Kant and the right of rebellion, in (1° 8 ) Questa è la conclusione cui giunge anche M. GUEROULr, Fichte et la ré-
«Journal of the History of Ideas», XVII, 1956, p. 179 sgg. Si noti che Kant ebbe an- volution française, in ({Revue philosophique», 64, 1939, pp. 226-320, in part. p.
che dci rapporti diretti con il Comitato di Salute Pubblica (P. ScHRECKER, op. cit., pp. 229 e 233-234; ma confronta anche, sullo stesso piano, X. LEON, Fichte, cit., I,
408-413). pp. 167-176 dove si chiariscono i precedenti di tale soluzione.
92 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TilBINGEN 93

E ciò non vale solo per Hegel ( 109 ): anche Schelling, sulla cui coe- L'influenza della rivoluzione francese sulla formazione di He-
renza democratica sono state sollevate giustificate riserve, è tuttavia gel, Hiilderlin e Schelling non è dunque un fatto trascurabile, ma
mosso da una vigorosa sollecitazione morale e politica ( 110 ); e non una fonte continua di ispirazione tematica. L'intuizione classica
nascono dubbi di sorta per quanto riguarda Hiilderlin, il poeta della città libera perde di conseguenza i toni eruditi in cui era
giacobino, i cui canti sono rivolti alla comunità ed incitano alla configurata e si trasforma in un cosciente atteggiamento umani-
ribellione quando la sapienza «libera e potente» è intuita nella pie- stico di analisi del mondo presente e nella volontà di mutarlo.
nezza dei suoi attributi : Qualora si trascuri quest'intenzione, insie1ne pratica e teoretica,
risulta affatto incomprensibile la successiva evoluzione di questi
autori, ed in particolare dello Hegel, la cui indagine sarà sempre
" Kommt den Jubelsang mit uns zu singen,
rivolta a scoprire nella storia il processo di attuazione della liber-
Denen Liebe gab die Schiipferin !
tà, non in astratto, non in un'univoca e moralistica progressiva
Millionen, kommt emporzurigen
riforma delle coscienze, ma in concreto, nel ricambio continuo
Im Triumphe zu der Kiinigin !
delle istituzioni, nel mondo oggettivo in cui lo spirito afferma e
Erdengiitter, werft die Kronen nieder !
nega, in ogni caso lotta per la sua libertà.
Jubelt, Millionen, fern und nah !
Und ihr, Orione, hallt es wider:
6. - L'apriorismo della ragione teoretica, l'assolutezza della
Heilig, heilig ist Urania! ,, (ll1 ).
legge morale, il primato della ragione pratica, la polemica contro
la tradizione e l'autorità: su questi motivi si sosteneva la teoria
( 1 09) In una recentissima opera, .T. F'LtiGGE (Die sittlichen Grundlagen des Denkens.
tedesca della rivoluzione: con ciò Kant appariva come il pili con-
Hegels existentielle Erkenntnisgesinnung, Amburgo 1953) ha insistito sull'origine etico- seguente interprete del pensiero illuministico ed in questa pro-
esistenziale della filosofia hegeliana, ma con metodi del tutto fonnali, psicologistici, spettiva era inteso dai giovani dello Stift (112).
piuttosto che storici. E' giunto cosi ad alcuni brillanti risultati che hanno il merito
di appiattire la personalità hegeliana a livello di tutti i pensatori che sono esistiti Non v'è dubbio che Hegel conoscesse il pensiero di Kant, e
e che esisteranno, poiché infatti è impossibile escludere per qualsiasi filosofo un fors'anche profondamente. Del 1792 è un estratto in cui egli pren-
qualsiasi presupposto etico e psicologico dcll' indagine. Quando l'analisi del
Fltigge esca dalla genericità allora si ha la lieta sorpresa di leggere che !'{<espe- de in considerazione le forze rappresentative della coscienza se-
rienza di pensiero)) propria della n1etodologia hegeliana è da intendersi nel senso condo uno schema kantiano (113 ), e par certa l'avvenuta lettura
degli antichi misteri eleusini (che, si noti, non sappiamo neppure in che cosa pre-
cisamente consistessero) (p. 17), oppure che l'esperienza della creatività dell'atto
delle Critiche, oltre che degli scritti minori pertinenti la storia e
del pensare deriva ad Hegel da fonti misteriche (p. 24), ecc. il diritto ( 114 ); lo studio del pensiero kantiano è poi approfondito
(llo) Cfr. p. 85, n. 90. Gli interpreti del pensiero giovanHe di Schelling escludono
in genere che nel primo periodo dell'attività di Schelling siano presenti interessi
etico-politici: si veda per tutti E. BREHIER, Schelling, Parigi 1912, p. 296 e A. MAs- E __ voi, Orioni, _rieche~giate: I santa, santa è Urania!/)) (trad. di G. VIGOLO, in
SOLO, Schelling e l'idealismo tedesco, in «Rivista critica di storia della filosofial>, 1955, HoLDE~LJN, ..P~esie, Torino 19~8, p. 85). Quella riportata è l'ultima strofa dell'Hymne
p. 46. Contro tali interpretazioni e richiamandosi soprattutto alla tesi schellinghiana and. dte . Gott1n der Hannonie, del 1791 (cfr. HOLDERL'IN, S . W ., voi . I , p. 103 sgg. ) , su
del 1792 << Antiquissiini de prima malorum origine ... 11 (cfr. supra, p. 73 sgg.), si po- CUI ~I posso_no vedere ~: s. ?ALZBTIRG, op. cit., p. 12-20; E. TONNNTILAT, op. cit., pp.
ne opportunamente l'articolo di G. SEMERARI, L'etica di Schelling sino al «Sistema 2?-5~, J. HoFFlvIEISTER, Flolderlzn und die Philosophie, cit., pp. 44-58; a questi autori
dell'idealismo trascendentale)), in «Giornale critico della filosofia italiana>1, XXXV, SI :1manda anche in genere per la comprensione del pensiero di H. in questo
1955, pp. 490-531. Semerari sostiene che la sollecitazione morale è il motivo deci- periodo.
112
sivo del processo mentale schellinghiano (p. 491) e che sotto le diverse fasi della ( ) Cosi W. DILTHEY, Jugendgeschichte Hegels cit. p. 12· R }lAYM op ct't
filosofia schellinghiana che si sono volute vedere sta, fin dalla gioventU, la conti- pp. 34-36. • • • . • . "
113
nuità dell'interesse n1oralc. ( ) Dokumente, pp. 172-173: lestratto proviene da11' anonima recensione di
(111) ((Venite con noi a cantare il cantico di giubilo, / voi cui diede amore la M. C. CH. E. ScI-IMIDT, Empirischer Psychologie (Iena 1791), apparsa sull'<(Allg. Lit.
creatrice! / Milioni, venite a lottare per innalzarvi / nel trionfo verso la Regi- Zeit.>l, Jena 2 e 3 aprile 1792.
) Cfr. w. BETZENDORFER, op. cit., p. 62, 105.
111
na! ; Re della terra, buttate giU le corone! I Giubilate, milioni, vicino e lontano! / (
94 CAPITOLO SECONDO

dalla sicura conoscenza della Critica di ogni rivelazione di Fichte


e certamente favorita dal noto equivoco sulla paternità della
LA FORMAZIONE 1-IEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

opponeva la mediazione: non aveva dimostrato la rivoluzione che


teoria e prassi, ragione e sentimento potevano ricongit1ngersi in un
95
I
pubblicazione che verosimilmente deve avere indotto il giovane medesimo atto dello spirito? E quando Kant, tratteggiando lo svi-
Hegel ad approfondire l'analisi di quello scritto nel contesto del- luppo storico, ne sospingeva il termine in un processo indefinito
Hegel ne determinava invece il fine nella città, nella totalità orga'.
1' opera kantiana ( 115 ).
Ma a questo punto dobbiamo esplicitamente chiederci: in nica della civiltà classica e nell'ideale di quel laico e terreno «re-
che misura Hegel accetta il kantismo? Tra gli interpreti vi è stato gno di Dio" la cui realizzazione già la rivoluzione aveva fatto pre-
chi ha considerato l'opera hegeliana di Tubinga, ed anche quella sagire. Hegel accetta quindi il kantismo, ma solo dopo averlo pie-
di Berna, null'altro che la traduzione e la parziale reinterpretazione gato al proprio sentire: mentre infatti i dualismi esasperati della
del pensiero di Kant (11 6); ma l'ammissione di una siffatta passiva filosofia di Kant portavano al limite estremo le contraddizioni del
dipendenza non sembra accettabile alla maggior parte degli stu- pensiero illuministico ed esprimevano l'esigenza di una soluzione
diosi. Se infatti la terminologia che Hegel usa in questo periodo è teorica e pratica del problema, per lo Hegel la mediazione è un
genericamente modellata su quella della scolastica illuministica e fatto compiuto, raggiunto nel trionfo della rivoluzione, ed il com-
specificamente richiama Kant e Fichte, il contenuto degli scritti ri- pito della filosofia è ormai quello di contribuire alla costruzione di
sulta già in gran parte rinnovato. S'è visto come il nucleo fonda- un nuovo mondo. Il kantismo che Hegel fa proprio, sarà dunque'
mentale della tematica hegeliana fosse di origine umanistica, con- un kantismo applicato, metodologico, reinterpretato in vista di
nesso da un lato alla rinascenza del classicismo, dall'altro alla nuo- quei fini pratici che la nuova sitnazione suggeriva (117).
va prospettiva in cui quell'ideale era stato interpretato sotto l'in- Tale disinvoltura nel considerare la filosofia kantiana, Hegel
fluenza del pensiero rivoluzionario : ne doveva conseguire l'opposi- aveva in comune con la scuola teologica di Storr, il cui insegna-
zione al formalismo kantiano, all'astratta concezione della legge mento gli fu pure utile tramite di conoscenza del kantismo. Gottlob
morale, al dualismo di ragione e sensibilità, poiché l'intuizione he-
geliana, sebbene fin qui non esplicitamente teorizzata, pretendeva
~ 117 ) G., ASPELIN. ncll'op. c~t. ha posto c~iaramente in luce il carattere proble-
tuttavia il carattere della mediazione e della totalità, in conformità matico. dell accettazione hegehana del pensiero kantiano: secondo quest'autore si
alle esigenze espresse dal movimento umanistico. Mentre Kant dev~ ~Icordare e!'~ <( gli interessi di Hegel non sono teoretico-filosofici ma teologici
procedeva per distinzioni, Hegel per riduzioni, ed alle antinomie e dI .r1forrr_ia religiosa» (p. 36) e che perciò Hegel, pur riprendendo i moduli e la
tcrn11~olog1~ kantiana, la riempie di un nuovo contenuto, tipicamente rousseauiano;
Aspehn cosI conclude: <1 Hegcl akzeptiert Kant cthische Prinzipienlehrc - wie es
scheint ohne Reservation - Er denkt mit Kant, abcr er fi.ihlt mit Jean Jacques
(115) L'opera di Fichtc apparve a Ktinigsberg, per i tipi dell'editore Hartung, nel Roussea~; so V:tirde r:ian in ktirze die Situation bezeichnen kOnnen (p. 46). L'in-
)>

1792: ebbe subito recensioni benevole o polemiche sull'<<Allgemeinc Literatur Zei- terpretazione dI Aspehn, pur esatta nella sostanza, va tuttavia intesa con alcune
tungl>, sui «GOttingische Anzeigen)), sull'<iAllgemeine Deutsche Bibliothelo>. Hegel se- caut~le, soprat.tutto. per quanto riguarda il rousseauismo di Hegel: la recezione dcl
guiva abitualmente queste riviste culturali, e perciò possiamo supporre che fosse pe~s1ero del g:nevnno da parte di Hcgel è infatti qualificata, non puramente psico-
ben presto interessato alla lettura dell'opera. Sulla diffusione dell'opera cfr. a ogni l?g1ca: :regel Insomma accetta, e ciò è in consonanza con il suo carattere, il sen-
modo X. LEoN, Fichte, cit., val. I, pp. 141-152. G. ASPELIN, op. cit., pp. 37-38, crede di t1ment~hsmo rouss~aui~no non in quanto tale, ma solo in quanto espressivo di
poter determinare fin d'ora le seguenti analogie tra il pensiero hcgeliano e quello determinate e precise Istanze di carattere sociale e politico. L'analisi di Aspelin
kantiano-fichtiano della Kritik aller Offenbarung: a) il nesso di carattere pratico talv~lta ass~me u~ troppo ~sicologico, prezioso forse per cogliere certi aspetti di un
stabilito tra morale e religione; b) la postulazione della divinità su base pratica; pens1er? fluido e 1n formazione come quello hegeliano di questo periodo ma sem-
e) la distinzione delle forme di religiosità. Per quanto riguarda i due primi pro~ pre. per1colo~o. Otti.ma anche l'interpretazione di E. Dn NEGRI, La nascita' della dia-
blemi prospettati da Aspelin si deve subho dire che non è necessario pensare ad z:ttica hegeliana, F1rcnze 1930, p. 13 (« ... non siaino di fronte ad una violenta rea-
un'influenza kantiana: basti ricordare le posizioni di Storr e della sua scuola, z1on: contro Kai:it. ma ad una vasta reinterpretazione delle sue dottrine, onde il
su cui cfr. infra. k_an~1smo puro d1v1en~ un n1omento non centrale di un diverso organismo di pen-
(116) Cfr. W. DILTHEY, op. cit., p. 12, 14, 16 e passini: dopo Dilthey, e fors'anche s1er1, che n1:iove da interessi diversi ... i>), ma anch'essa da vedersi con una certa
cautela per Il carattere meramente letterale di talune analisi.
per la sua indiscussa autorità, questa tesi si è sovente riproposta.
96 CAPITOLO SECONDO
LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TDBINGEN 97

Christian Storr, docente a Tubinga ( 118 ), professava la teoria del quella filosofia, cioè l'accentuata attenzione alla netta frattura tra
«sovranaturalisrno biblico» co11 metodo «apologetico», vale a dire sensibilità e ragione, tra fenomeno e noumeno. Nella polemica con-
mirando ad affermare la veridicità dei testi sacri e a scoprire nella tro la distinzione kantiana sarà sempre presente il ricordo del dua-
religiosità biblica la forma piu compiuta di religione naturale. lismo di Storr, e talvolta ingiustamente, poiché l'intuizione stor-
Quanto alla validità del cristianesimo, essa era provata consideran- riana aveva radici molto diverse, pietistiche e mistiche, per quanto
dola un'esigenza pratica universale. Qui interveniva appunto l'inse- si ammantasse della terminologia kantiana (122).
gnamento kantiano, nel postulare il cristianesimo stabilendo una A Tubinga, insomma, Hegel vive in un ambiente saturo di kan-
relazione necessaria tra morale e religione. La teoria storriana vi- tismo. Possiamo supporre che, direttamente ed indirettamente, egli
veva contraddittoriamente sul compromesso tra antropocentrismo sia giunto ad una piena e profonda conoscenza del criticismo, che
illuministico ed ortodossia luterana; partendo dal presupposto an- lo spinse in maniera definitiva a superare la tematica dell'Illumi-
tropocentrico, molto piu coerentemente, Fichte subordinava la pos- nismo e a proporsi in termini autonomi il suo problema (123). Tale
sibilità di una rivelazione all'esistenza di esseri morali presso i superamento non è tuttavia indiscriminato: l'istanza di una filoso-
quali la legge fosse offuscata dalla natura sensibile, e ne riduceva fia illuministicamente impegnata nella trasformazione della real-
quindi il valore a quello di funzione meramente pedagogica. Lo tà è essenziale allo Hegel e a tal fine il suo kantismo si configura
sforzo di piegare la critica kantiana alle necessità dell'apologetica in funzione metodologica.
ortodossa si rivelava quindi fallito in partenza ed il compromesso Il primo tema kantiano che il giovane Hegel riprende per ri-
appariva, oltre che insostenibile, ingenuo e per nulla munito teore- vedere alla sua luce problemi del pensiero illuministico è quello
ticamente ( 119 ). del primato e dell'universalità della coscienza. L'anteriorità della
Sembra che Hegel abbia per breve tempo accettato tale teo- forma sintetica del pensiero rispetto al contenuto molteplice del-
ria c120), ma presto se ne emancipa: l impostazione neournanistica
1
la conoscenza costituisce il nucleo centrale di una nuova conce-
infatti radicalizzando l' antropocentrismo illuministico, sollecitava zione dell'uomo che il kantismo preparava: i successivi termini
'
in lui la piu vigorosa opposizione a tali posizioni compromisso- antinomici, entro cui il criticismo si svolgeva, impallidivano din-
rie ci21 ). Ma ci sembra che in ogni caso Hegel abbia tratto dalla nanzi all'affermazione della Bewusstsein uberhaupt. Nella vita del-
scuola di Storr, oltre alla tendenza a trattare il kantismo strumen- la coscienza l'individuale mediava la molteplicità empirica e qui
talmente, anche un .elemento specifico della sua interpretazione di cominciava a configurarsi quella totalità del concetto di uomo che
Hegel andava ricercando ( 124 ). Non stupisce che Hegel cogliesse
p1s) Su G. C. STORR (1746-1805), tra le cui opere si possono ricordare Doctrinae fin dall'inizio tale fondamentale tema del criticismo, poiché egli
christianae pars theoretica, e sacris litteris repetita, Stuttgardiae MDCCXCIII {le- conosceva le Lettere sulla filosofia kantiana di K.L. Reinhold, pub-
zioni seguite dallo Iìegel) e Annotationes quaeda1n theologicae ad philosophicant
blicati nel «Teusche Merkur» ( 125 ). L'opera di Reinhold inoltre
J(antii de religione doctrinant, Tubingac MDCCXCIII (tradotta in tedesco dall'al-
lievo StisKIND, Tubinga 1794, con un'appendice polemica contro la Kritik di Fichte),
si veda: Realenzyclopiidie fii.r protestantische Theologie und Kirche, art. Tii.binger-
1 2
Schule (alte), vol. XX, Lipsia 1908, cc. 149-159; W. DILTHEY, op. cit., p. 10 sgg.; K. ( 2 ) Cfr. soprattutto F. EPHRAIM, op. cit., p. 130.
AUER, Die Theologie der Lessingzeit, Balle 1929; H. HERMELINK, op. cit., pp. 301-310; (
123
) Cosi anche R. HAYM, op. cit., pp. 29-31.
P. AsVELD, op. cit., 32-34 e 67-75. Su «Friedrich Gottlieb SUsskind», cfr. W. BETZENDtiRFER, 24
(1 ) Su questo problema ha insistito molto efficacemente E. CASSIRER, Storia
op. cit., pp. 26-27. della filosofia nzoderna, trad. it., vol. III, Torino 1955, in particolare p. 367 sgg.,
(119) Cosi molto bene P. AsvELD, l. c. nelle poche ma dense pagine dedicate al pensiero dcl giovane Hegel.
c120} Cfr. J. W. SCHMIDT-JAPING, Die Bedeutung der Person Jesu ini Denken des 1 5
( 2 ) H. GLOCKNER, op. cit., pp. 15-16 ha provato la lettura di Hegel del T. M.
jungen Hegel, Gottinga 1924, pp. 6-7; H. GLOCKNER, Hegel, vol. II, Stoccarda 1940,
I-Iegcl conosceva del REINHOLD, oltre ai Briefe iiber lcantische Philosophie, anche Ueber
pp. 13-15.
das Fundament des philosophischen lVissens, Jena l.791, che citerà poco pili tardi.
(121} ASPELTN, G., op. cit., pp. 18-20.
Sull'importanza dell'opera del Reinhold nello sviluppo del criticismo si veda R.

7. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


98 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN 99

non aveva un carattere meramente sistematico, ma valeva come una compilazione eterogenea e molto varia di fonti prekantiane
denuncia della crisi del pensiero illuministico ed era percorsa da e di problemi pertinenti l'analisi delle forze psicologiche e rap-
quella «Stimmung escatologica» che abbiamo riconosciuta tanto presentative, cui Hegel giunse non da un punto di vista sistema-
vicina allo spirito di Hegel (1 26): il motivo teoretico si accompa- tico, ma seguendo il metodo, che gli è usuale, dell'estratto; ciò
gnava ad un'esigenza pratica di rinnovamento ed il concett~ ~i non toglie che dall'accostamento di temi e tesi derivanti da scuo-
coscienza, ra:ffigt1rato in questo rapporto, spontaneame11te s1 si- le diverse e diversi autori, egli tragga un quadro organico, anche
tuava nella problematica del giovane Hegel. Gli era anche nota se non molto originale. Il concetto fondamentale su cui insiste lo
]'opera di Schulze (127) ed infatti !'indagine di Hegel è fin d'ora Hegel è quello dell'unità delle forze spirituali, in cui ad un tempo
rivolta a rispondere alle esigenze da questi prospettate, a concre-
si sente l'influenza di Kant (130 ) e quella delle correnti empirico-
tare cioè e determinare il carattere ipotetico dell'immagine kan-
metafìsiche prekantiane (I:ll ). Ciò che allo Hegel interessa enuclea-
tiana della coscienza (123 ).
re è un concetto di uomo, rigorosamente unitario e comprensivo
Negli appunti hegeliani sui Materiali per una filosofia dello
di tutte le istanze razionali e psicologiche, tratteggiato insomma
Spirito soggettivo appaiono tutti questi motivi (129 ). Si tratta di
in una prospettiva realistica, come nesso organico di sensibilità,
di sentimenti e di ragione ( 132 ). Alla forza della ragione, che il cri-
KimNER, Van [(ant bis Hegel, cit., vol. I, p. 315 sgg.; H. LEoN, Fichte, cit., vol.1, pp. ticismo aveva posto in luce, deve connettersi la forza del senti-
219-226; V. Vrnuv1. 1 Dopo f(ant, Torino 1957, pp. 1-31.
mento, nozione che una ricca corrente di pensiero illuministico
(126) su questo aspetto dell'opera di Reinhold ha ii~sis_tito mo~to b~ne .~· VE~RA,
op, cit., in part. pp. 2-7, tiprendendo parzialmente le tesi d1 ~· _GUEROULr, L evolutron aveva studiato, come termini complementari di un'unica real-
et la structure de la Doctrine de la Science chez Fìchte, Pang1, 1930, I, PP· 8-18.
(127) Il cui titolo è Aeneside1nus, oder ilber di~ Fund~mente der. van dem.1:errn
Prof. Reinhold in lena gelieferten Ele1nentarphtlosophte, ~~bst elne Vert.eid~?~~ng
des Skepticis1nus gegen die Anniassungen der VernunftkrLtik, 1792. ~ul s1gn1f. . .alo chen Vorstellungen, 1786), giovane professore di psicologia nella Karlsschule di
,!'
e l'influsso dell'opera F. GUÉl~OULT, op. cit., I, p. 134 sgg.; X. LEON, op. ctt., pp ..~45- Stuttgart, su cui gli analisti inglesi e francesi, da Hobbes a Hartley, da Priestley
a Bonnet, avevano lasciato forti impronte. (Su Abel oltre ai Dokumente, p. 449
254; V. VERRA, op. cit., pp. 33-66. Che l'opera fosse nota ~Ilo Hegel non ~e dubbio:
egli infatti cita alclini passi nei «Materialen ... )) (cfr. infra), e pr~bab1lmente fu sgg., si può vedere utilmente H. V1\fHINGER, Zwei Quellenfunde zu Schillers philo~
discussa nell'ambiente di Tubinga: si noti che nel 1794 SCHELLING. dedica. al~.o Schulze phischer Entwicklung, I, Bine Disputation in der I<.arlsschule, in «Kantstudien)), X,
un accenno polemico in Ueber die MOglichkeit einer Fonn der Philosophte uberhaupt, 1905, Sonderabdruck, Schiller als Philosoplz, pp. 125-137, in cui si esamina una dis-
da vedersi in G. W., I, 1, pp. 87-89. sertazione di ABEL dcl 1776, De origine characteris animi. E' altresi'. interessante
(128) Cfr. V. VERRA, op. cit., pp. 65-66. . notare che Io Abel influf fortemente sullo Schiller che fu suo scolaro, e che ap- 4i'
punto in qualità di allievo compose la dissertazione Plzilosophie der Psychologie,
(129) Materialen zu einer Philosophie des subjektiven Geistes: Questa compila-
nel 1779: non occorre sottolineare che esiste una certa analogia tra la posizione
. h rana fu pubblicata per la priina volta da J. HoFPMEISTER in Logos, XX, 1931,
z1one egei . Ph'l h" d b'~ktiven schilleriana e quella hegeliana come rielaboratori della tematica abeliana). Te-
151-168 con il titolo Hegels erster Entwurf einer t osop te es su Je
~istes. I~troducendo il frammento Hoffmeister (pp. 141-151) lo datava «Berna nendo presenti 1utti questi clementi, appare giustificata l'analisi che noi facciamo
dei Materialen nel periodo di Tubinga per quanto il lavoro sia stato material-
1796>> rintracciando alcune analogie grafologiche tr~ questo testo ;- la poesia
mente redatto solo nel primo periodo di Berna.
Eleu;is. Il contenuto gli sembrava d'ispirazione kantiana e postkai;tiana ed . egli
vi vedeva il primo tentativo hegeliano per enucleare una «antropologia . metafisicai>. (130) In seguito alla reinterpretazione dei Materialen, la svalutazione dell'in-
All'Hoffmeister dava fede J. I-IYPPOLITE nella rassegna Trav~ux de Jeunesse de flusso di Kant su di essi è andata anche troppo lontano: HoFFMEISTER giunge ad
Iiegel d'apres les ouvrages recentes, in <'Revu~ de 1:1etaphy~1que et de ~orale>1 : affermare che essa non fu diretta ma solo mediata da Schulzc (Doku1nente, p.
1935, pp. 399-426 e 549-577, in part. 424-426. Ma ripubbhcando il testo ?egehano nei 451). Ci sembra, e speriamo di dimostrarlo in seguito, che l'influenza kantiana esi-
Dokumente, pp. 195-217, HOFFMEisrmi aveva cambiato còmpleta,i:iente 1dea. (pp. 448- sta, e direttamente, e che per quanto non sì possa certamente parlare di antropo-
453): la data della composizione era anticipata al 1793-1794, e I ~nterpretaz1one, mol: logia metafisica, pure in questo scritto è presente una forte intenzione di analisi
antropologica, d'ispirazione kantiana.
to piU verosimilmente, non pretendeva pili .di scoprire . un giovane !-l.e~el ormai
originale e teoricamente impegnato nell'ambito dello svlluppo del cr1tlc1smo, ma (131) In particolare si deve segnalare l'influenza, tra i prekantiani, oltre che
riallacciava lo scritto a fonti prekantiane. , . dell'Abel, di Tetens (Dokumente, 451 sg.). Cfr. anche A. BANFI 1 La filosofia della
Tra queste fonti oltre al citato SCHMIDT (cfr. supra p .. 93, n. 113) e part1cola~­ religione in Hegel, art. cit., p. 363.
mente importante l'influenza di ABEL (soprattutto Ueber dte Quellen der n1enschlt- (132) Dokun1ente, pp. 197-210.
100 CAPITOLO SECONDO
LA FOR.!VfAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN
101

t , (13'1). e l'uomo che egli cosi definiva, Mittelwesen, come gli latomismo individualistico che ne derivava, stabilendo, con il
a ' ' 'b"
tlmanisti avevano voluto, insieme compiuto di ragione e ~~n~~ i~ concetto unitario di uon10, un nuovo stru1nento di conoscenza e
lità, totalità sorretta da un'unica forma vitale, non era pm I im- la mediazione tra individualità e comunità.
maginetta cl1 e i razionalisti concepivano, ma una potenza che nel Occorre porre in evidenza, a questo punto, che il concetto
pensiero e nell'azione verificava la sua struttura .com~lessa. Dot- hegeliano di amore non è irrazionale ma superindividuale : esso
trina e vita non sono per Hegel termini lontam, faticosament~ abbraccia la totalità umana e sociale. Né stupisca l'avvicinamento
dialettizzabili, ma due lati strettamente congiunti di una medesi- che si è voluto stabilire tra le intuizioni del giovane Hegel e la
ma entità, il concetto e la realtà dell'uomo (13"). Da questo punto visione della vita del Pestalozzi: per l'uno e per I' altro infatti
d' vista il kantismo che Hegel aveva accettato viene approfondito l'amore vale come strumento di comunicazione, meglio si direbbe,
i~ un punto essenziale, e la Bewusstsein uberhaupt, lungi dall'es- di fratellanza sociale, e la generale concezione storico-politica con-
sere ridotta ad un espediente sistematico, si configura. co'.11e lo clude per entrambi nella visione di una città di esseri liberi e
sfondo del concetto di uomo, e perciò come la fonte umtana del- spontanei, in cui totalità ed individualità si integrano pienamen-
137
le sue diverse espressioni vitali. . te ( ). Il nuovo concetto di uomo era insomma definito da Hegel
L' amore è J' organon filosofico di questa nuova concez10ne in modo tale che la sua integrazione con la società diveniva es-
dell'uomo. Solo l'amore infatti per la sua struttura composit~ di senziale. Dovremo perciò vedere, qui di seguito, come sulle orme
lementi razionali ed emotivi può permettere la comprensione di Montesquieu, di Herder, di Lessing, di Schiller e soprattutto
edell'uomo e della sua vita, non in astratto ma 111 . concre t o (135)
. ; di Rousseau, il concetto di società, centrale al pensiero del gio-
M d . nte l'amore si intende l'uomo come realtà unitaria, pmche vane Hegel, venga formandosi.
e rn . I I'
esso è il prodotto di una tale totalità umana; ed 1110 tre am~~e
può superare i limiti dell'individualità ed abbracciare la comumta.
In un excerptum di quest'epoca Hegel trascrive un passo d'una 7. - Già a Stoccarda Hegel aveva fatto propria, con l'accet-
lettera di Jean-Jacques Rousseau a D'Alambert: l'amo~e ~ q~i raf- tare la metodologia della storia prammatica, la nozione di Vollc-
figurato come una forza sociale e costruttiva che toghe il smgol~ geist: le diverse espressioni della vita di un popolo erano ricon-
dall'isolamento per inserirlo nella comunità degli affetti e degli dotte ad una radice unitaria, da cui risultavano caratterizzate; a
'd 1· (136) . La percezione del vincolo unitario dell'esistenza, di ra- Tubinga poi, Hegel aveva cercato di emancipare la concezione del
i ra i ~
gione e di sentimento, diviene quindi, attraverso il concetto i Volkgeist dai limiti della dottrina prammatica, al fondo di tipo
amore il mezzo per definire la nozione sociale di uomo : Hegel meccanicistico e naturalistico: il nesso individuale proprio alla
muov~ ad un tempo contro il razionalismo illuministico e contro
137
( ) Per primo TH. L. HAERING, op, cit., voi. I, pp. 297-298, ha rintracciato tra
il giovane Hegel e il Pestalozzi le analogie cui accenniamo. Su di esse ha insistito
( 133 ) A tale sintesi Hegel era anche indotto dall'a~ali~i ~he egli andava facen~o
anche A. BANFI, art. cit., p. 363. Sul concetto di sentimento di Pestalozzi si veda
di se stesso: su questo punto interessanti annotaz1on1 in G. ASPELIN, op. ctt.,
F. DELEKAT, Pestalozzi, Lipsia 1927, p. 248 sgg., che tuttavia riallaccia troppo stretta-
pp. 28-30. . mente tale concetto a quello di sensazione mistica, e molto meglio (in una discus-
(131) Cfr. F. ROSENZWEIG, op. Ctt., val. I, pp. 20-2~. . cit
sione che naturalmente giunge ad abbracciare l'intera concezione pestalozziana
(135) Cosi molto bene J. I-IYPPOLITE, Travaux ... , c1t., p. 408, R. HAYM, op. .,
della religione) P. WERNLE, Pestalozzi und dìe Religion, Tubinga 1927, p. 131 sgg. e
p. 31. Da quanto sopra, consegue che né coloro che in ossequio al presunto kan-
W. BACH11ANN, Die antropologischen Grundlagen zu Pestalozzis Soziallehre, Berna
tismo del giovane Hegel tendono a considerare l'amore un puro «analogo d~~la
1947, p. 87 sg.: infine l'ottimo H. BARTH, Pestalozzis Philosophie der Politik, Zu~
ragione)) (DILTHEY, op. cii., p. 16; F. BtiLOW, op. cit., p. 14) né coloro eh~ cons1 e~
rigo e Stoccarda, 1954, soprattutto p. 107 sgg. (ma si veda anche a p. 70 sgg. la di-
rano l'amore come una forza puramente irrazionale (I-I. GLOCKNER, op. ctt., P· 17,
scussione sull'influenza del pensiero rivoluzionario francese dell'autore zurighese).
H. NTEL, op. cit., pp. 27-28) hanno colto nel segno.
E' a questa nuova interpretazione del pensiero del Pestalozzi, interpretazione uma-
('36) Doku111ente, pp. 174-175. nistica e positiva, che ci richiamiamo.
102 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN 103

vita di ciascun popolo era definito come nucleo affatto originale, esercitato a quel tempo grande influenza sulla cultura tedesca (140),
ed inoltre, attraverso l'influenza del movimento umanistico, po- di modo che non è necessario avere la prova di una diretta let-
sto in relazione con un elemento deontologico, una volta fissato tura per stabilire l'influenza del pensatore francese sul giovane
nella città greca un prototipo idealmente perfetto che valeva co- Hegel: in particolare Kant ( 141 ) ed Herder (142) avevano ripreso
me categoria di distinzione e di giudizio di ogni evento storico. concetti espressi nell'Esprit e sembrano esser stati i tramiti della
In tal modo il Volkgeist risultava situato in una prospettiva idea- recezione hegeliana della dottrina ( 143 ). Un'influenza ancor piu pro-
listica, non essendo solo un criterio ordinativo ma anche una for- fonda Hegel subi dal pensiero giacobino cui si era accostato nel-
za formativa, ed il diritto, la legge, lo spirito di un popolo si l'entusiasmo rivoluzionario di Tubinga ( 144 ). La rivoluzione fran-
configuravano come principi attivi, non tanto fatti quanto valori. cese, per quanto generalmente universalistica, s'era infatti natu-
Da Stoccarda a Tubinga dunque, il giovane Hegel passa da una ralmente alleata al movimento di opposizione contro le tendenze
concezione naturalistica del Volkgeist ad una idealistica, da un'ac- accentratrici e livellatrici dello stato dispotico, nutrendo con ciò
cettazione metodologica di quella nozione ad una reinterpretazio- le esigenze particolaristiche e nazionali, ed il pensiero democra-
ne deontologica: dobbiamo ora analizzare le premesse e le in- tico e giacobino tanto pili insisteva su questi concetti quanto piu
fluenze teoretiche che condizionano questo passaggio. radicalizzava i motivi polemici dell'insurrezione popolare. L'idea-
La nozione di spirito popolare aveva origini settecentesche e le giacobino della repubblica universale non era affermato con-
la piu famosa sua definizione era contenuta nell'Esprit des lois di tro la particolarità dei geni nazionali ma come integrazione di essi
Montesquieu, dove le molteplici discussioni illuministiche sul te- e la costruzione della totalità sarebbe dovuta derivare dal poten-
ma avevano trovato adeguata ed esauriente formulazione (138 ). È ziamento e dal concrescere delle individualità nella libertà. Tale
certo che Hegel né a Stoccarda né a Tubinga ha direttamente co- intuizione influì sul giovane Hegel, cosi come generalmente influì
nosciuto l'Esprit; solo a Berna, nella biblioteca della famiglia in sull'ideologia umanistica a cui era consona (145).
cui era precettore, ebbe la possibilità d'aver tra le mani e di stu-
diare accuratamente quell'opera, che di li a non molto giudiche- e H. TRESCIIER, Montesquieus Einfluss auf dìe philosophischen Grandlagen der
rà «immortale» (139 ). Tuttavia il pensiero di Montesquieu aveva Staatslehre Hegels, in <1Schmollers Jahrbuch .,,)), XLII, 1918, pp. 471-501, 907-944,
e part. p. 472.
( 140 ) Cfr. in particolare H. TRESCHER, Montsquieus Einfluss auf die Geschichts-
und Staatsphilosophie bis zu1n Anfang des 19. Jahrhunderts, in «Schmollers
(138) La bibliografia sull'opera di Montesquieu si trova in D. C. CABI!EN, Mon-
Jahrbuch ... », XLI[, 1918, pp, 267-304; ed anche le annotazioni di C. ANIONI, La
tesquieu: A bibliography, in <<Bullettin of New York Pubblic Library)), 51, poi in
lotta contro la ragione, cit., p. 43.
pubblicazione separata Ne\v York, 1947. Inoltre si veda del CABEEN, A supplemen- 141
( ) Cfr. di I. KANT, soprattutto Idee zu einer allgemeinen Geschichte in
tary Montesquieu bibliography, in {( Revue internationale de philosophie», IX, 1955,
nn. 33-34, pp. 409434. Questa rivista ha dedicato appunto i nn. 33-34 allo studio weltbii.rgerlicher Ansicht, (1784) che Hegel certamente conosceva.
del pensiero di Montesquieu: si vedano in particolare gli artt. di SHACKLETON (sulla (H 2 ) La definizione hederiana dcl Volkgeist sta nelle Idee zur Geschichte der
teoria del clima), di CHE\'ALLER, HENDEL e COTTA. Tra la bibliografia italiana sul- Meschheit, V e VII, 2-5.
113
l'argomento emerge l'opera di E. VIDAL, Saggio sul Montesquieu, con particolare ( ) Abbiamo già visto, nelle note precedenti, che le opere di Kant ed Herder

riguardo alla sua concezione dell'uo1no, del diritto e della politica, Milano 1950, in cui era enucleato e rielaborato il concetto di Volkgeist erano note al giovane
giudicata anche dal CABEEN, « the best study in Italian ... a most useful pubbli- Hegel. Si veda inoltre supra, p. 71 sgg. Sull'influenza di Herder si vedano inoltre
cation ... ». Sulle influenze della cultura illuministica sul concetto montesquieuiano S. BRIE, Der Volkgeist bei Hegel und in der hìstorischen Rechtsschule, in «Archiv
di spirito del popolo si cfr. in part. l'opera di DADIEU, Montesquieu, Parigi, 1913, fi.ir Rechts- und Wirtschaftsphilosophie)> II, 1909, pp. 1-10 e 179-202, in part. pp. 7-8;
p. 65 sgg.; nonché F. MEINECKE, Le origini dello storicismo, cit., pp. 96-111, e B. T. L. HAERING, op. cit., I, pp. 95-102'; F. RosENZWEIG, op. cit., I, pp. 22-25.
144
GROETHUYSEN, La philosophie de la revolution française, cit., pp. 11-77 e 115-125. ( ) Su questo tipo di influenze hanno insistito, e a ragione, G. LUKACS, op. cit.,

(139) Cosi in Flegel Schriften zur Politik und Rechtsphilosophie, vol. VII del-
passiln, e E. BLOCH, op. cit., p. 305 sgg.
1 5
l'ed. LASSON, p. 411. Sulla datazione della lettura hegeliana di Montesquieu, cfr. ( -i ) Particolarmente importante è la funzione che in tale ambiente esercita

H. STRAH.11.1, Aus Hegels Berner Zeit. Nach bisher unbekannten Dokumente, in GEORG FoRSTER, il giacobino tedesco (su cui in particolare, oltre ai Siùntliche Werke
«Archiv fiir Geschichte der Philosophiel>, 41 (1932), pp. 514-533 e in part. p. 527 sgg voli. 9, Lipsia 1843, si possono vedere P. ZINKE, G. Forsters Bildnis iln Wandel de;
104 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODo DI STUTTGART E TUBINGEN
105

Questa specie di cosmopolitismo ottimistico e comprensivo squieu, né i giacobini riuscivano quindi a mediare l'antinomia illu-
delle esigenze nazionali emergeva e si differenziava rispetto alla ministica di razionalità e di individualità, ed il concetto di Volk-
concezione del Volkgeist di Montesquieu o non ne era che una geist da essi enucleato si riduceva ad essere null'altro che un espe-
parziale reinterpretazione? Per Montesquieu « in generale la legge diente metodico, scientifico o rivoluzionario che fosse.
è la ragione umana in quanto governa tutti i popoli della terra; Hegel denuncia fin da principio i limiti della concezione del
e le leggi civili e politiche di ogni nazione non debbono esser Montesquieu. Rielaborando la concezione prammatica della sto-
altro che i casi particolari in cui questa ragione si applica ,, : la ria, definendo il concetto di uomo e di amore, egli era giunto in-
definizione di spirito delle leggi che segue, allude perciò ad una fatti ad una nozione di popolo e di spirito popolare come origina-
serie di condizioni storiche e naturali che valgono come elementi lità irriducibili, oltre ogni qualificazione meccanica o naturalisti-
distintivi ed individualizzanti di un originario contenuto unita- ca ( 140 ). Ciò gli era possibile poiché l'antinomia illuministica di in-
rio ed universale, la legge giusnaturalistica ( 146 ). Anche in Monte- dividualità e razionalità era mediata dal concetto hegeliano di ra-
squieu quindi esisteva una relazione tra universalità e partico- gione, che, come abbiamo visto, è riferito alla totalità umana ed
larità, tale che nel procedimento deduttivo della scienza ideali- in tale relazione considerato una forza individualizzante. Al proce-
smo giusnaturalistica e determinismo storico sembravano piena- dimento deduttivo di Montesquieu e dei giacobini egli poteva quin-
mente composti (147). Ma in realtà tale mediazione era insuffi- di opporre un'indagine analitica ed induttiva che dalle particolarità
ciente: lo spirito popolare, sia in Montesquieu che negli scrittori risaliva all'universalità: accettava bensi la tendenza ad integrare
giacobini, era definito in un rapporto meccanico di elementi par- universale e particolare, ma la rivedeva in nuova luce immanen-
'
ticolari, come la risultante di forze diverse, entità quantitativamen- tizzando, per cosi dire, la razionalità nell'individualità. La ragione
te pili che qualitativamente determinata, e l'integrazione di mo- era insomma per lui una potenza costruttiva, non pura attività
mento individuale ed universale, di nazione e repubblica cosmopo- contemplativa, e la comprensione dell'organismo sociale risultava
lita era solo formale, sostenuta da un vago atteggiamento ottimi- da ciò interamente mutata ( 150).
stico, venuto a mancare il quale il rapporto era rotto ed era possi-
bile radicalizzare univocamente uno dei termini ( 148 ). Né Monte-
in sè, secondo gli schemi del nazionalismo romantico. Sul pensiero di GtiRRES, nel
primo periodo, si cfr. Aus den Jakobinerschriften, in J. BAXA, Staat und Gesellschaft
hn Spiegel der deutschen Ron1antik, Jena 1927, pp. 268-270, e come denuncia della
Zeiten, Reichenberg 1925, e J. DRoz, op. cit., pp. 196-216), autore delle famo~issir::ie crisi, ivi, pp. 271-362, lo scritto Resultate 1neiner Sendung nach Paris ùn Bru-
Ansichten vo 111 Niederrhein, van Brabant, Flandern, Holland und Frankreich i111 niaire des achten Jahres, (1800). Sfr, poi. J. Duoz, op. cit., pp. 217-247.
April1 Mai und luni 1790, (Berlino 1791-1794, e trad. francese, Parigi, anno III), che 149
( ) J. HYPPOLITE, Introduction ... , cit., pp. 20-21, ha bene posto in luce questo
influi parimenti sul movimento umanistico e particolarmente sullo Humboldt
elemento della definizione hegeliana del Volkgeist che lo emancipa da ogni li-
(cfr. LEROUX, op. cit pp. 356-359 e passim) e sul giovane Hegel (cfr. Dolcu1nente, mite della concezione illuministica. Contro interpretazioni di questo tipo si è
pp. 217-219). invece pronunciato G. GIESE, Hegels Staatsidee und der Begriff der Staatserziehung,
(146) Citiamo da MoNTESQ.UJEU, Esprit des Lois, nella trad. it. di S. COTTA, To- flalle 1927, p. 84 sgg. e in part. p. 90, dove si sostiene che il concetto hegeliano di
rino 1952, libro I, cap. III, p. 63 sgg. Volkgeist non è ancora originale nel periodo di Tubinga e Berna: << Er wird noch
(147) Particolarmente importante è a questo proposito l'art. di G. LANSON, Le « erzeugt)) und « gebildet>), ist ganz wie bei Montesquieu Ergebnis; er ist nicht ctas
détern 1 inis 1ne historique et l'idéalisnte socia[ dans l'Esprit de Lois, in «Revue de Hervorbringende, sondcrn das Gewordenc, die Bliite dcr Nation }>, Hegel giungereb-
Metaphysique et de Morale)), 23, 1 bis, 1916, pp. 177-202, di cui non condividiamo be ad una definizione autonoma del concetto solo a Francoforte. Le affermazioni
le conclusioni ma che certamente puntualizza il problema. di Giese non sono tuttavia soddisfacenti, soprattutto quando si tenga presente il
(148) Esemplare è a questo proposito l'evoluzione di un altro famoso pensa- complesso delle esperienze hegelianc neJla sua giovinezza, ed è quello che Giese non
tore politico tedesco, Joseph GOrres: giacobino, riformatore, cosmopolita, non ap~ fa: se si rende unico il problema politico e si esaminano solo i passi in cui si pos-
pena il suo ottimisn10 rivoluzionario viene meno dinnanzi alla crisi di assesta~ sono avere espressi accenni a questo si può anche cadere in equivoco.
mento della repubblica francese e al terrorismo giacobino, egli può rielaborare 150
( ) Ancora una volta dobbian10 mettere in guardia dal pericolo di confondere
sulla base dello stesso meccanicismo cd utilitaris1no che sottostava al suo con- la concezione realistica dello I-Iegel con possibili posizioni irrazionalistiche: tendo-
cetto di spirito popolare, una nuova concezione della nazionalità, gretta e chiusa no infatti a considerare in maniera irrazionalistica la nozione hegeliana di Volk-
106 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGARI' E T0BINGBN 107

Tale reinterpretazione sollecitava la rev1s10ne delle soluzioni Kan~ e F~chte avevano inteso Rousseau e ne avevano divul ato .
date a due fondamentali problemi, vale a dire a quello del rappor- pensiero
. m ' Germania
. (155) ' a tal pun t o e h e s1. puo, pienamente
. il
g sot-
to tra natura e spirito popolare, e a quello della dialettica tra vita toscn~ere 1 affermaz10ne che Rosseau " abbia agito su quest'
come il ber . . epoca
storica e idealità. . r d 1gson.1sn:o su una generazione allevata nella severa di-
Il Volkgeist valeva da mediazione tra natura e storia : in Mon- sc1p ma e pos1t1v1smo ,, (156).
tesquieu la considerazione dei fatti naturali era essenziale alla de- ] Ad accettare da Rousseau la visione sent1"mentale ed antiintel-
finizione del concetto, e nella elaborazione herderiana, che più di- ettduallli'stica della natura, Hegel era preparato dalla sua concezio-
rettamente influì sullo Hegel, tale mediazione era ancor più accen- ne
e e. . uomo
, .e dell'amore·' ne consegue ch e il . rapporto tra natura
tuata ( 151 ). Ma già in Herder ad una visione meccanica della natura spinto e ncondotto all'immanenza della vita . d" "d 1 ed i"l
Volkgeist .. . . m IVI ua e
si era sostituita una concezione organica, di modo che il Volkgeist ' per~10 att1v1zzato e riferito a quegli ideali etici che
era visto scaturire dalla costellazione delle espressioni naturali e 1 uomo . concepisce
. . (157) . e osi,' ne ll a d"ra1ettrca
. tra natura e spirito
spirituali della vita del popolo non tanto come risultante quanto I a . stona
. s1 apnva. all'ideal"t' . . naturalistici dell'in-'
i a. I resi"dm. 1muti
come forma costitutiva. Anche per lo Hegel il Volkgeist ha un fon- tmz10ne rousseamana sono in tale prospettiva superati e lo stato
damento naturale ( 152 ), ma la natura è da lui raffigurata in maniera d1 natura è dallo Hegel trasfio:urato
~ nel!' i"deale della classicità,
completamente diversa, sotto l'influenza del pensiero rousseauiano.
Ogni tono meccanicistico o positivistico era bandito dall'intuizione (155) Sull'influenza di Rousseau in G .
il fondamentale anche se 1· I. ern1an1a alla fine dell'Illuminismo si veda
rousseauiana del ritorno alla natura ed esso significava in realtà ' - nvecc nato R FESTE R .
Geschichtsphilosophie (Ei"n B ., ' · R, ousseau und dte deutsche
ritorno all'<cuomo)) naturale, all'autocoscie11za: «in u11a parola: era ' ez rag zur Gesch· ht d d
Stoccarda 1890 nonché E BREHIER H' . te e es eutschen ldealismus),
necessario che l'uomo dipingesse se stesso, per indicarci l'uomo Parigi 1932, e l;incompleto ,e talvolt~ i~s~::t d~ lt philosophie,,.voI. II, 3, p. 768,
seau en Alleniagne, in «Annalcs de l'~co so. ·.. EVY-BBU~L, L influence de Rous-
primitivo » ( 153 ). In ciò consisteva il carattere radicalmente inno- gi 1887, pp. 325-358. Fcster insiste sulla me~~a~~b1e ldes. Sc1~nces Politiques)), Pari-
vatore dell'influenza rousseauiana, nel fatto che la natura era da desca del pensiero di Rousse ( . to~e essingh1ana della recezione te-
fluenza rousseauiana su Herde~u(4?p.<: ) sgg.~ s1. vedano anche le - pagine sull'in-
31
lui liberata da ogni tipo di considerazione intellettualistica, che Schiller (87 sgg) e sulla M . t -d.~gg.' ~u ant (68 sgg.), su Fichte (113 sgg.) su
in tal modo la mediazione tra natura e storia veniva ad essere . · ag1s er issertat1on d"1 s h Il" ( •
d1cate allo Hegel (2 sgg) s . . c e 1ng 162-164). Le pagine de-
67 . ono Invece partlcolarme t f G
situata nel foro interiore dell'individualità, laddove il sentimento tanza ha, a nostro avviso ancl1e !"art a· G G n e s .ocate. rande impor-
~ URVITCH Ka t d p· h
1~ te al: Rousseau-
' · I .
/ nterpreten, in «Kantstudien)), XXVII ' n un
diveniva il centro focale di tutta l'esperienza e la forza che colo- CASSIRER poi nell'art. cit.) che il tema'
1922
, pp. 138-164, dove SI sostiene (come
rava e sosteneva i nuovi ideali etici ( 154 ). Cosi almeno Lessing, accettato, è quello riguardante I
. .
cen:rale della filosofia del ginevrino, che è
a concezione assoluta del! ·
etico (1n part. p. 141 153 155 . )· ., ._ . a coscienza sul piano
. , , ccc .. c10 e ancora prt't I ·b ·i .
mediazione lessinghiana Una t . . P ausi I e quando s1 ricordi la
· es 11mon1anza poetica ma d d •. .
del Rousseau ci si faceva in Ge . , . . a eguata ell 1mmag1ne che
geist I-I. TRESCHER nell'art. cit. Montesquieus Einfluss auf ... Hegel, p. 501 (sulla base . . rman1a puo esserci inoltre 0 ff t d Il . .
LIN, d1 cui una espressamente ded"icat a a 1 g1nevr1no . . (Rousseer a · a se od1 d1 HoLDER-
delle indagini diltheyane) e T. L. HAERING, op. cit., I, p. 93 sgg. che insiste troppo sul
135 ; ma vedi anche Der Rhein s w IV 172
au, In · W., I, pp. 134-
concetto di Lebendigkeit del Volkgeist, ed in modo che non è possibile non sentirvi 156 . ' · ., ' p. sgg.).
l'influenza della moderna, irrazionalistica, filosofia della vita.
( ) G. ASPELlN, op. cii., p. 33.
(151) Cfr. J. HYPPOLITE, op. cit., p. 19 sgg.; H... HAYM, op. cit., pp. 36-39. ~1~7) Su questo rapporto, cosi come da no'1 .. . .
degli interpreti cfr. G. AsPELJN . qualificato, 1ns1stono gran parte
( 152 ) Lo ha chiarito bene E. VON SYDO\V (Die Bedeutung des <(Vollces)) iin System . ' op. cli., pp. 30-34· p ÀSVEID .
MEISTER, In Doku1nente p 430· T L ]'AB ' . . , 'op, czt., p. 35; J. HOFF-
llegels, in "Zeitschrift filr Rechtsphilosophie in Lehre und Praxisl>, I, 1914, pp. 188- ' · ' • · • RING op czt I 52 53
LITE, Travaux ... cit. p. 405 407 408 . I ) . :' ' pp. - e 97 sgg.; J. HYPPO-
200, in part. p. 190 sgg.) ma con un'intonazione positivistica che mal si adatta al . ' ' , , e 1n ntroduct1an ·t
cord1amo naturalmente con l'int t . . ... , ci ., P· 18 e 22. Non con-
tipo dell'indagine hegeliana. II, pp. 17-18: il sentimento 1"n Herplre az1ohne irrazionalistica del GLOCKNER, op. cit
( 1 53) E. CASSIRER, Vas Proble1n Jean Jacques Rousseau, jn <1Archiv flir Geschi- . . .ege non a una defi · · d .,
z1onahstica n 1a solo fenomeno] . nizione e una funzione irra-
chte der Philosophie)), XLI, 1932, p. 188 (e nella trad. it. di questo saggio a cura og1ca, come ha ben h" •t
quanto riguarda la Phtinomenologi_e d. G . c 1ar1 o, anche se solo per
di M. ALBANESE, Firenze 1956, pp. 24-25). «Zeitschrift f. Rechtsphil in Leh. cds pe1st:s, S. I(oRNFELD (Das Rechtsgefiihl in
( 154 ) E. CASSIRER, op. cit., p. 479 sgg. (trad. it. p. 67 sgg.), 488 sgg. (trad. it., p. · . · re un rax1s» II 1919 66 ) •
taz1on1 possono in parte essere estese a1 per10 . a'o g1ovan1le.
'. : p. sgg. le cui anno-
81 sgg.) e passitn.
108 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN
109

non piu perciò realtà indiscussa o postulato logico (1 58 ), ma dato della storia fosse in nuce sotto tale accettazione, ma, nel periodo
storico ed ideale ad un tempo, luogo in cui la necessità effettuale di Tubinga,. nessun testo lo prova: la preoccupazione politica e
della contemplazione storica e la possibilità del realizzarsi della l'ansia riformatrice del giovane Hegel sono le sole forze che so-
utopia si incrociano e si mediano. Lo stato di natura era storiciz- stengono il suo concetto di società. Con ciò la nozione di Volkgeist
zato, paradossalmente costruito dall'uomo, e l'idealità, lungi dal non risultava solo attivizzata ma anche profondamente politiciz-
confondersi nell'imprecisa intuizione di un passato irrecuperabile, zata. Se infatti, nella dottrina del Rousseau, da un lato la volontà
era immersa nella vita storica, e perciò appariva, al giovane He- generale allude al contenuto della coscienza sociale e perciò al
gel come già a Lessing e a Schiller, realizzabile : siamo di nuovo Volkgeist, dall'altro indica un modo di produzione della legge (160):
di fronte all'ideale del circolo di Tubinga, della rivoluzione inner- l'ideologia democratica, inerente ad entrambi i motivi, viene
vata da una nuova mitologia. espressa in termini di costituzione politica soprattutto dal secon-
Se attraverso la recezione del pensiero di Rousseau e dell'uma- do concetto. In questo periodo Hegel insiste sulla volontà generale
nesimo tedesco natura e storia risultavano interiorizzate, ne ve- come strumento produttivo della legge e la interpreta direttamente
niva che alla realtà collettiva del Volkgeist doveva corrispondere in funzione rivoluzionaria. Il Sollen dell'intellettualismo illumini-
in ogni uomo un adeguato fondamento psicologico; se cioè la stico che in Kant ha ancora un valore individualistico e negli al-
vita della comunità non era meramente predeterminata da forze tri autori dell'umanesimo un significato aristocratico, senza per-
fisiche e naturali, doveva essere sostenuta dalla volontà. Ancora dere quella trascendenza normativa che fonda il suo dinamismo,
una volta si sente qui l'influenza del Rousseau sullo Hegel. Né la tuttavia è immanentizzato al Volkgeist e quindi acquista nel giova-
volontà è interpretata in termini individualistici; già la concezio- ne Hegel un carattere essenzialmente superindividuale e demo-
ne hegeliana dell'amore come forza associativa aveva, come ab- cratico ( 161 ).
biamo visto, un significato superindividuale, e perciò allo Hegel Il giovane Hegel non accetta però la nozione di contratto so-
era lecito far propria con piena coerenza la dottrina rousseauiana ciale che nell'opera di Rousseau è implicita nel concetto di volontà
della volontà generale che presupponeva appunto l'emancipa- generale, inserendosi con ciò nel processo di revisione dei dogmi
zione dall'atomismo individualistico dell'Illuminismo e raffigura- giusnaturalistici in atto nel pensiero tedesco. In Kant e in Fichte
va in termini politici l'integrazione dell'individualità nella tota- il contratto era stato ridotto a «principio tecnico ausiliario» (162),
lità ( 15"). Può darsi che una concezione metafisica della volontà e ma Hegel non si serve più neppure della finzione, poiché la sua
concezione dello stato è interamente storica: può concedersi che

( 15 8) Sul concetto di contratto sociale rimandiamo in part. a G. SOLARI, L'idea


individuale, cit., e soprattutto, per quanto riguarda il significato dell'opera di si vedano gli autori citati alla n. 155 di p. 107, ed inoltre II. W. BRAUN, Rousseaus
Rousseau, p. 106 sgg. !Iinfluss auf die hegelsche Staatsphilosophie, in ihrer Entwicklung und Vollendung,
(L59) Cfr. J. J. ROUSSEAU, Contrat social, ed. BEAUVALON, 1. II, capp. 1-3. Sui ln «Schmollers Jahrbuch ... )>, SO, 2, 1926, pp. 121-146, e T. STEINBDCHEL, Das Grund-
precedenti storici dell'idea del contratto sociale si veda P. L. LÉON, L'idée de probleni der Hegelschen Philosophie, val. I (il solo uscito), Bonn 1933, p. 323 sgg.
volontè générale chez J. I. Rousseau et ses antécédents historiques, in <(Archi- Deve infine essere escluso che la dottrina della volontà generale abbia fin d'ora in
ves de Philosophie du Droit», 34, 1936, pp. 148-200 e in part, pp. 148-175. Non vale l-Iegel un carattere metafisico, come vorrebbe H. TRESCI-IER, op. cit., pp. 938-939.
naturalmente nascondersi i problemi che la concezione rousseauiana della volontà 160
( ) J.-J. ROUSSEAU, op. cit., I. II, cap. 4-6. Non a caso la formula {{volontà
generale solleva: tra i pili recenti contributi alla polemica si possono ricordare generalei) appare nelle costituzioni della rivoulzione francese, e in particolare: Co·
J. W. CI-IAPMANN, Rousseau - totalitarian or liberal?, New York 1956, e I-I. RtiI-IRS~ stituzione del 3 settembre 1791, art. 6; Atto costituzionale del 24 giugno 1793, art. 4;
J.-J. Rousseau. Vision und Wircklichkeit, Heidelberg 1957, nonché F. GLUM~ Progetto girondino del 1793, art. 3; Costituzione del 5 fruttidoro dell'anno III, nella
J. -J. Rousseau. Religion und Staat. Grundlegung einer demokratischen Staats- Dichiarazione dei diritti, art. 6 (cfr. A. S1\TTTA, Costituenti e costituzioni della Fran-
lehre, Stoccarda 1956, soprattutto le pp. 298411, contenente una bibliografia ra- cia moderna, Torino 1952, pp. 67, 118,130,152).
gionata di numerose recenti opere. In ogni caso la recezione hegeliana della ( 11H) Cosi particolarmente G. LUKACS, op. cit., pp. 43-45.
dottrina rousseauiana della volontà generale si basa su presupposti democratici: ( 162 ) G. GIESE, op. cit., p. 11.
110 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E T-0BINGEN
111

tale concezione non sia ancora perfettamente compiuta nel perio- sto periodo. Tutti i concetti che egli era venuto fin qui elaborando
do di Tubinga, ma in ogni caso appare ben chiaro che l'intenzione hanno modo di esprimersi nel saggio, malgrado il procedimento
che la regge è affatto storica ('63). faticoso, continuamente proteso alla definizione di un tumultuoso
Si può dunque concludere notando che la concezione hegelia- e vario contenuto vitale. Infatti, come spesso si è notato, il giovane
na della comunità e dello stato si regge sulla nozione di Volkgeist, Hegel articola strettamente teoria e prassi al servizio di un ideale
mutuata dal pensiero settecentesco ma trasformata dall'idea che di riforma, ed in questa connessione talvolta la dottrina non rie-
il Volkgeist si debba intrecciare al concetto rousseauiano di volon- sce a tenere il passo con la pratica e la mediazione speculativa con
tà generale. Il Volkgeist non è perciò raffigurato come un mero l'immediatezza dei sentimenti.
fatto o come uno strumento metodologico, ma come un compito, Il frammento affronta temi teologici, ma con spirito rivoluzio-
la vivente ed operante composizione della vita di un intero popo- nario. Il problema religioso, al quale un'educazione «ossessiva» (167)
lo (164); è perciò democratico l'abito che sostiene questa visione aveva costretto il giovane Hegel, costituiva infatti almeno il tra-
poiché la legge si istaura sull'ideale, ma prossima, politeia di mite ad una considerazione dei motivi pratici dell'esperienza, delle
cui i cittadini concorrono alla formazione (165 ). Questi concetti strutture storiche, la possibilità di affrontare temi, in senso lato,
non hanno ancora trovato una formulazione perfettamente coe- politici in un ambiente per nulla preparato alla loro trattazione.
rente, e d'altronde le reminiscenze letterarie si incrociano con le La teoria kantiana, in particolare, induceva a considerare la reli-
intuizioni personali dello Hegel, cosicché è impossibile misurare gione essenzialmente come fenomeno pratico. Ed è ciò che Hegel
a questo punto l'originalità del suo pensiero. Né Hegel applicherà nota all'inizio dello scritto: il problema religioso deve essere posto
per ora queste nozioni nello studio di problemi propriamenti po- in una prospettiva pratica, in quanto la religione è " un bisogno
litici, ma solamente a quelli della riforma religiosa: nell'elabora- naturale dello spirito mnano ,, (168 ). Definizione illuministica que-
zione di questi temi anche i concetti avranno un ulteriore appro- sta, ma differenziata dall'atteggiamento rousseauiano dello Hegel
fondimento e l'originalità hegeliana meglio si chiarirà sopra le per cui la concezione del «bisogno» è riferita polemicamente al ra-
influenze subite. zionalismo illuministico: nel bisogno naturale è presente la sensi-
bilità oltre alla razionalità, per esso si muove l'uomo con tutte le
8. - Lo scritto, pubblicato nei Theologische Jugendschriften sue facoltà. Hegel non dubita che «in astratto», in un sistema della
col titolo di «frammento di Tubinga» (166 ), ha un valore conclusivo moralità. la sensibilità debba essere sottomessa alla ragione, ma
per quanto riguarda l'esperienza culturale del giovane Hegel in que- constata che di fatto, nella storia, sensibilità e ragione sono affatto
connesse: esse sono legate come il cibo e il sale che gli dà sapore,
(163) StllINBtiCHEL, T., op. cit., p. 324 sgg.; H. W. BRAUN, op. cit., p. 126 sgg. con-
e le idee debbono vivificare " l'intero tessuto dei sentimenti ,, (169).
cordano nel ritenere che la concezione del contratto sociale non sia ripresa dallo
Hegel. Contraria è l'opinione di G. GIESE, op. cit., pp. 11-14; F. ROSBNZWEIG, op. cit.,
voi. I, pp. 34-39; F. BtiLow, op. cit., p. 21, che sostengono invece che Hegel si liberi considerato appunto preparatorio dello scritto pili impegnativo, pubblicato ivi, pp.
dell'idea del contratto solo nel periodo di Francoforte. E' vero che l'idea di Schick- 355-359. La datazione 1792-1793, stabilita dal NOHL in nota agli Jugendschriften (cfr.
sal elaborata a Francoforte svolgerà le funzioni affidate all'idea di contratto ma già p. 404), non è stata successivamente messa in dubbio: per stabilire tale datazione
a Tubinga e a Berna il contratto è sostituito dal concetto di Volkgeist. valgono, oltre a criteri grafologici, i numerosi riferiinenti all'opera di FICHTE, Kritik
( 1 6 4 ) Non si può ancora parlare di pensiero nazionale tuttavia, neppure in aller Offenbarung del 1792. Le pili importanti interpretazioni date al Ttibinger Fragment
nuce. Contra vedi RosENZWEIG, op. cit., I, p. 22 sgg, ci sembrano quelle di G. AsPELIN, op. cit., p. 47 sgg.; di F. EPHRAIM, op. cit., pp.
( 1 65) Oltremodo chiarificatrici anche a questo proposito sono le pagine che 16-38; di E. DE NEGRI, Interpretazione dello Hegel, Firenze 1943, pp. 7-24. jl

E. WOLF dedica al pensiero politico e giuridico di HOlderlin in Vo1n Wesen des 167
( ) Cosi, molto bene, P. AsvEJ..D, op. cit., p. 31, che dice inoltre Hegel «littéra-
Rechts in deutscher Dichtung, Francoforte s. M., 1946, pp. 9-59. lement obsédé)) dall'ortodossia luterana.
(166) Il <,TiJ.binger Frag111ent)> è incluso negli Jugendschriften hegeliani alle pp. (1 68) Jugendschriften, p. 4.
3-29. Ad esso va aggiunto l'Entiviirf 1, composto nellla stessa epoca e generalmente (169) Ivi.
112 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TUBINGEN
113

Il motivo pratico non è quindi estraneo alla definizione del fatto tenuto dornrnatico di una religione si differenzia in relazione allo
religioso, poiché non è mai estraneo ad alcuna esperienza umana, spirito ed ai bisogni delle singole nazioni in cui tale religione si
anzi, gli è intimamente connesso, e se esiste una riforma che è ne- evolve, ed è tipico a questo proposito l'esempio offerto dall'evolu-
cessario operare, essa deve avvenire nel senso di dar posto nuova- zione del cristianesimo. Tale principio, enucleato nell'indagine sto-
mente nella religione al motivo sensibile di contro al pensiero illu- rica, offre anche la base per la definizione della Volksreligion: «l'in-
ministico che tende a ridurre la religione ad un fantasma razio- tero assieme dei principi religiosi e dei sentimenti che ne derivano
nale (1 70 ). e particolarmente il grado di forza che essi possono imporre al
Determinato questo contesto generalmente filosofico, Hegel de- comportamento etico, questo è l'elemento essenziale di una reli-
finisce propriamente la religione e delinea l'argomento della tratta- gione popolare» ( 172 ). La religiosità soggettiva si integra in quella
zione. « E inere11te al concetto di religione, che essa non sia mera- collettiva che diviene a sua volta un soggetto: e chi può produrre
mente scienza di Dio ... né una pura conoscenza storica o razionale, in massimo grado originalità di spunti e efficacia della religione
ma che essa interessi il cuore, che abbia un'influenza sui nostri popolare è un popolo giovane, libero, che, come volevano Rousseau
sentimenti e sulla determinazione del nostro volere. Con ciò i no- e Herder, viva nella comunione della natura e non conosca le ca-
stri doveri e le leggi ricevono da un lato una piu vigorosa energia tene della servitu (173).
dal fatto che ci sono rappresentati come leggi di Dio, dall'altro la In quanto fin qui esposto sta l'intero argomento affrontato dal-
rappresentazione dell'elevazione e del ben volere di Dio nei nostri lo Hegel in questo scritto. Si tratta insomma di definire una forma
riguardi; con ciò si riempie il nostro cuore di ammirazione e di di religiosità tale che in essa il soggetto, senza rinchiudersi nella
sentimenti di umiltà e gratitudine » ... « Per gli uomini sensibili an- povertà di un'esperienza individualistica né disperdersi nella pura
che la religione è sensibile; e gli impulsi religiosi alla moralità deb- oggettività dornrnatica, si integri nella totalità popolare, in modo
bono essere sensibili, per poter agire sulla sensibilità» ... ( 171 ). Dopo infine che la religione abbia un'efficacia ad un tempo collettiva e
aver in tal modo analizzato la connessione che si stabilisce tra sen- liberatrice. Se teniamo poi presente la direzione attuale e giuridica
sibilità e ragione all'interno del fenomeno religioso ed aver con- che l'indagine hegeliana aveva assunto sotto l'influenza della rivo-
cluso alla definizione di religione del cuore, Hegel può fin d'ora luzione francese, non stupisce che questo problema si determini
accennare ai rapporti intercedenti tra religione soggettiva e reli- ulteriormente nella ricerca di un rapporto adeguato di Chiesa e
gione pubblica, passare cioè al terna centrale della sua indagine. stato, in cui la Chiesa nutra la perenne spontaneità delle espressioni
Sulla base della metodologia della storia prammatica e della elabo- religiose e lo stato ne garantisca l'efficacia pubblica. Non era certo
razione del concetto di Volkgeist, egli riconosce nella religione di questo il quadro che presentava la Chiesa luterana, succube e «con-
un popolo i caratteri fondamentali di quel popolo, enucleando cosi cubina» dello stato dispotico: come era possibile in questa situa-
la tesi che l'origine, la definizione e il soddisfacimento dei bisogni zione prospettare una riforma?
di un popolo sono legati all'evoluzione religiosa. In tal modo il con- Il problema del rapporto tra Chiesa e stato era stato affrontato
dal pensiero illuministico soprattutto in riferimento alla polemica
sulla tolleranza religiosa, e tra le opere dedicate al problema influì
( 17 0) G. AsPELIN (op. cit., p. 47) rintraccia nel frammento due motivi paralleli:
da un lato il proposito di portare la religione positiva alla piU alta unità possibile sullo Hegel soprattutto la Jerusalem di Moses Mendelsohn (174).
con la religione naturale, vale a dire un intento di riforma; in secondo luogo il
tentativo di analizzare i rapporti tra religiosità antica e moderna. Ma, a noi sembra,
i due problemi non sono che uno: infatti la religiosità antica è l'unica forma di re- (112) Ivi, p. 6.
ligiosità naturale che Hegel riconosce, come arriva ad affermare lo stesso Aspelin (1 73) Jbidern.
(p. 63 sgg.). (
174
) Il titolo preciso dell'opera è «lerusale1n oder iiber religìOse Macht und
(171) Jugendschriften, p. 5. Judentumn, pubblicata nel 1783. Sul Mendelsohn si possono vedere B. BERWIN,

8. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


.. -.-.--
--,,,-

114 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN


115

Questi sostiene il diritto degli ebrei all'emancipazione affermando zioni e l'urgenza di una riforma. Da questa fondamentale intenzione
che lo stato non può intervenire nella vita di quelle confessioni che Hegel procede alla definizione dei termini, tenendo presente la ter-
fan propri i dettami della religione naturale, vale a dire che am- minologia del criticismo (l7s).
mettono l'esistenza di Dio, l'immortalità e l'idea della provvidenza. È innanzittutto essenziale distinguere la religione soggettiva da
Da questo presupposto nasceva evidentemente un'intenzione di ri- quella oggettiva. " Religione oggettiva è fides quae creditur, la ra-
forma nei riguardi delle religioni positive, il cui contenuto dom- gione e la memoria sono le forze che in essa operano, indagando,
matico doveva essere ridotto al contenuto razionale della religione meditando e conservando le conoscenze ed anche credendo. Alla
naturale. Lessing aveva da parte sua teorizzato quest' ideale nel religione obbiettiva possono anche appartenere conoscenze prati-
Nathan, e si deve sottolineare che, sebbene questi autori partissero che, ma solo in quanto esse siano un capitale morto. La religione
dalla denuncia degli abusi dello stato qualora intervenisse negli af- obbiettiva si lascia ordinare nella testa, inserire in un sistema,
fari religiosi e dalla proclamazione dell'indipendenza della moralità esporre in un libro e riferire ad altri nel discorso. La religione sog-
dalla religione positiva ( 175 ), tuttavia concludevano nella speranza gettiva si esprime soltanto nei sentimenti e nelle azioni. Quando io
di una riforma della religione positiva e di una sua riduzione alla dico di un uomo : " egli ha religione ", ciò non significa che egli ab-
religione naturale, in modo che in questa nuova situazione fosse bia grande conoscenza di quella, ma che il suo cuore empia le
possibile reintegrare Chiesa e stato ; il movimento umanistico infi- azioni del miracolo e della vicinanza della divinità, che esso cono-
ne riteneva possibile questa integrazione nel Kulturstaat che dise- sca e veda Dio nella sua natura e nei destini degli uomini... ,, (179).
gnava per il futuro, cosi come la vedeva attuata nella città « Religione soggettiva è vivente attività nell'interiorità dell'essere
antica (176 ). ed attività verso l'esterno, è qualcosa di individuale, mentre l'og-
Allo Hegel non sfugge il carattere utopico di simili elocubra- gettiva è l'astrazione: quella è il vivente libro della natura ... que-
zioni. Lo denuncia come «fantastico» all'inizio del Frammento di sta il gabinetto del naturalista » (18°). La ragione non è sufficiente a
Tubinga (177) ed imposta una discussione che rivela il suo pieno sostenere la religione, e quindi a trasformarla. Si possono raccon-
superamento di questi schemi. L'oggetto dell'indagine hegeliana è tare le storie più edificanti, elaborare l'etica più perfetta ma ciò
infatti del ~utto detem1inato, è la positività dell'istituto ecclesiasti- non basterà mai a stabilire il tramite dal pensiero all'azione, a con-
co e statuale come tale, in una precisa situazione; tale positività cretare la moralità: « l'Aufklarung della ragione ci fa certo più
deve essere commisurata alla libertà dell'uomo nelle attuali condi- saggi ma non migliori» ( 181 ). Questa affermazione racchiude in sé il
zioni dell'evoluzione storica, laddove si manifestano le contraddi- superamento hegeliano dell'Illuminismo, il rigetto delle ottimisti-
che teorie che vedevano nel trionfo dei lumi realizzato lo stato per-
fetto dell'umanità. Gli illuministi, osserva Hegel, riducono tutta la
Moses Mendelsohn iln Urteil seiner Zeitgenossen, in «Kantstudien, Ergtinzungsheft))
n. 49, Berlino 1919; W. KINKEL, Moses Mendelsohn und I1nn1anuel l(ant, in positività a pregiudizio, e vi sostituiscono un mondo dedotto un'il-
«Kantstudien>>, XXXIV, 1929, pp. 391-409; E. CASSIRER, Die Idee der Religion bei luminazione della ragione che chiamano saggezza; " ma sa~gezza
Lessing und Mendelsohn, in « Festschrift der Akaden1ie fi.ir die Wissenschaft des
Judentum», Berlino 1929, p. 22 sgg. Hegel cita dall'opera di Mendelsohn in Jugend- è tutt'altro che illuminazione, che ragionamento, essa non è scien-
schriften, p. 355. Sui rapporti intercorrenti tra il giovane Hege1 e Mendelsohn, cfr.
soprattutto T. L. HARRING, op. cit., Vol. I, p. 150 sgg., e F. RosENZWEIG, op. cit., I,
p. 20 sgg. • (
178
) E' stretto soprattutto il legame dello Hegel con la terminologia fìchtiana:
(175) Sui precedenti illun1inistici della distinzione tra Chiesa e Stato, cfr, so-
st veda soprattutto, oltre a Jugendschriften, p. 355, la minuziosa indagine di F.
prattutto E. TROELTSCH, G. S., vol. IV, cit., pp. 488-531. EPHRAIM, op. cit., p. 17 e 114-116.
(176) Si veda a questo proposito l'opera di LlìROUX (op. cit.) che contiene alcune
( 179 ) Jugendschriften, p. 6.
interessanti annotazioni a pp. 160-62, oltre alla bibliografia generale ricordata nel
(1 80 ) lvi, p, 7.
cap. I del nostro lavoro.
181
(177) Jugendschriften, p. 4. ( ) Ivi, p. 12.
116 CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TilllINGEN


za. Saggezza è un'elevazione dell'anima ed essa parla dalla pienez- 117
za del cuore » ( 182 ). La saggezza non ha nulla a che fare con le sotti- rio, ideologico che Hegel attribuisce alla religione popolare, e ciò
gliezze del sillogismo Barbaro o Barocco, né con altri procedimenti non è spiegabile se non in relazione alla funzione rivoluzionaria in
deduttivi, ma vien su dal cuore, dall'esperienza, dalla sintesi di cui egli descrive il concetto. La religione popolare deve rispondere
sensibilità e ragione. Quando gli illuministi pretendono di fondare a tutti i bisogni della vita di un popolo ed innervare tutte le espres-
la religione sulla forza della ragione, essi vanno insomma incontro sioni della sua esistenza : « le feste popolari dei greci erano altresi
a due pericoli: da un lato a quello tradizionale a tutte le chiese di tutte feste religiose » ( 185 ) e cosi dovrebbe avvenire in Germania.
stratificare nell'oggettività di un contenuto dommatico la continua Ma perché ciò sia reso possibile deve crescere la libertà attraverso
vivente spontaneità dell'ispirazione religiosa; dall'altro a quello di la partecipazione di tutti alla vita pubblica: l'uomo religioso non
racchiudere nella vita privata l'esperienza religiosa, di negarle la deve accettare il ricatto di una religione che lo spoglia dei diritti
possibilità di sostenere l'azione, perché la ragione è fredda ed politici per farlo abitante del cielo, poiché la vera religione stringe
astratta, ed isola l'individuo. Sotto questa affermazione hegeliana interessi mondani e ultramondani in un solo cerchio. « Spirito del
senti la polemica del giovane rivoluzionario dello Stift contro la popolo, storia, religione, grado di libertà politica ... sono in un uni-
cultura dell'illuminismo tedesco che non aveva saputo nutrire un co nesso insieme legati » ... « il compito di costruire lo spirito di un
movirne11to rivoluzionario e nazionale, che non aveva voluto, in popolo è in parte della religione popolare, in parte delle istituzioni
omaggio ad un esile e pallido intellettualismo, creare la mitologia 186
politiche » ( ). E le ultime pagine mostrano un Hegel insolito, non
del rinnovamento civile della Germania. pili faticosamente alla ricerca di termini adeguati all'intensità dei
Ed è appunto alla creazione della nuova mitologia rivoluzio- suoi sentimenti, ma poetico cantore della religione popolare e
naria che è rivolta l'indagine del giovane Hegel. Attraverso la ri- della civiltà della città greca dove gli ideali, che egli andava rin-
forma religiosa egli progetta la riforma dello stato. Se infatti la verdendo per la Germania contemporanea, gli sembravano del
religione libera le energie soggettive, per il fatto che essa non è tutto attuati (187).
sorretta dalla ragione atomizzante ma dal cuore, tende anche ad
integrarle in una totalità etica. Come già abbiamo visto l'amore co- (1 85 ) Ivi, pp. 26-27.
stituisce la mediazione tra individualità e comunità, poiché esso ha (
186
Ivi, p. 27. Oltre alle influenze da noi già studiate nel capitolo. sul concet-
)

« qualche cosa di analogo con la ragione >>, vale a dire l'universali- to di,. Volkgeist, è certame~te viva sul concetto hegeliano di religione popolare an-
che I i~fluenza della concezione rousseauiana della religione civile: si veda a questo
tà (183): esso sta nel fondo di tutte le coscienze ed alla sua espres- proposito J. J. RoussEAU, Contrai socia!, ed. cit., I. IV, cap. 8. Su quest'influenza
sione corrisponde la comunione. Su di esso si fonda la religione hanno soprattutto insistito T. L. HAERING, op. cit., vol. I, p. 86; G. ASPELIN, op. cii.,
pp. 53-54; e J. HYPPOLITE, Travaux ... , cit., p. 409. L'Aspelin ha tuttavia sottolineato
popolare che fantasia e ragione, cuore e sensibilità debbono contri-
che il l.aicismo rousseauiano è molto ammorbidito nella concezione hegeliana.
buire a creare ( 184 ). Colpisce immediatamente il carattere totalita- E.' .dubb.10 che. si. poss~no poi .rintracciare influenze anche di Sen1ler, poiché l'in-
d1v1duahsn10 pietista SI oppone decisamente alla prospettiva sociologica dell'inda-
gine ~egeliana (cfr. lIAERING, op. cit., I, p. 77 e 85). Del tutto insufficiente è l'inter-
(
182
) Ivi, p. 15. Su questi aspetti della religione soggettiva insiste soprattutto, pretaz~one che de!la reli~ione popolare dà C. L. FuRCK in una recente indagine su
-con perfetta consonanza, H. NTEL, op. cit., pp. 28 sgg. Der. Btldungsb~grtff ~es 1ungen Hegel, nei «GOttinger Studien zur Piidagogiloi, n. 33,
1 3
( 8 ) Jugendschriften, p. 18. Questa frase di Hegel ha fatto sorgere una quan- Beltz 1953: allievo di H. Nohl l'autore risente dei limiti dell'interpretazione vitali-
tità di equivoci sul significato reale della concezione hegeliana dell'amore: ci sem- stica ~eI pensiero del giovan: Hege! e la ricerca si conclude nella ripetizione di
bra che tuttavia dal contesto in cui appare non possa per nulla giustificare le in- schemi generalmente superati dalla pili recente critica. Si veda ad ogni modo il
terpretazioni razionalistiche che si son volute su di essa fon1,are. Neppure giusti- cap. V ~l~sr.eligion ~ls Ziel ind~vidueller und gemeinschaftliche Bildung a pp. 7-23,
ficabile è alla luce di questa affermazione, quella posizione favorevole all'«interiori- dove s1 1ns1st~ sull 1nfluenza di Semler sul giovane Hegel (p. 10 sgg.) e la tesi ge-
tà privilegiata» che ASPELIN crede di intuire nella concezione hegeliana dell'amore nera.le:.«. con il suo concetto di educazione I-Iegel cerca di superare la separazione
e della religione soggettiva (op. cit., pp. 55-56). tra 1nd1v1duo e comunità, di Gebildeten e Ungebildeten e di conciliare il separato.
(184) Jugendschriften, p. 20. in una pili alta vivente unità» (p. 9).
181
( ) Sull'ideale classico dello Hcgel quale espresso in quest'opera si veda an-

cora G. ASPELIN, op. cit., pp. 61-79. I\1a nessuna interpretazione può eguagliare l'en-
118 CAPITOLO SECONDO LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN 119

9. - Se cerchiamo ora di valutare l'opera hegeliana di Tubinga dendo con ciò all'attenzione al particolare storico che egli dimo-
e di determinare il grado della sua originalità speculativa, dobbia- stra, al procedimenfo a posteriori che applica e all'unità di ele-
mo innanzitutto distinguere attentamente le considerazioni perti- menti pratici e teoretici che sempre presuppone. Esemplare ci
nenti il metodo ed i rilievi sulla sostanza. sembra a questo proposito il modo in cui il giovane Hegel procede
Il carattere essenziale che il metodo del giovane Hegel rivela alla definizione della religione popolare nel Tiibinger Fragment:
è l'analiticità, come criterio di distinzione e procedimento indutti- alla deduzione fichtiana che egli pure conosce, oppone l'induzione
vo; giustamente si è parlato di «empirismo» hegeliano ( 188 ), allu- dal particolare, realisticamente inquadrandola nella dialettica tra
individualità e razionalità, su dal contesto storico in un susseguirsi
di successive parziali sintesi. Opposizione e sintesi, per quanto solo
tusiasmo hegeliano che traspare da queste pagine, né minimamente farlo rivivere:
intuite come strumenti logici, inquadrate in un'impostazione spe-
e ci sembra utile dare la traduzione degli Jugendschriften, pp. 28-29: « Ah, dai gior-
ni lontani del passato irraggia dinnanzi all'anima il sentimento di tutte le bellezze cificamente storica, appaiono perciò fin d'ora caratteri fondamen-
e di tutte le umane grandezze, l'immagine del genio di un popolo, figlio della feli- tali del procedimento hegeliano: egli determina il concetto di re-
cità e della libertà, pargolo della bella fantasia. Il bronzeo legame dei bisogni Io
vincolava alla terra n1aterna n1a i suoi sentimenti, attraverso la fantasia, hanno a ligione soggettiva in opposizione a quella oggettiva, per negare poi
tal punto, con l'aiuto delle Grazie, lavorato, imbellito e circondati di rose questi la seconda e depurare la prima degli elementi individualistici che
legami, ch'esso ne gode come di opera propria, come di una parte di se stesso. Suoi
servitori erano la gioia, il piacere, la grazia; il suo animo è pieno della corisapevo- le sono inerenti, ed infine conclude nell'universalità sintetica della
lezza della propria forza e della propria libertà, i suoi seri esercizi sono amicizia religione popolare. Parallelamente dall'opposizione di sensibilità e
e amore ... Da suo padre, figlio della forza e favorito della felicità, esso ereditò la
fiducia nella propria stella e la fierezza dei suoi atti. L'indulgente madre, donna
ragione, su cui si fondano gli estremi della religione soggettiva ed
non stridula e severa, affidò l'educazione di suo figlio alla natura, né costrinse le oggettiva, risale alla sintesi nella religione pubblica in cui sensi-
sue membra delicate in alcun lega1ne, ma come buona madre segui il capriccio e la bilità e ragione sono affatto connesse ed interagenti ( 189 ). Insisten-
caduta del suo bimbo quasi controllasse se stessa. Di conseguenza, la sua nutrice,
la religione, non ebbe ad allevare il figlio della natura nel tin1ore della verga o di do su questi motivi non intendiamo affermare che il metodo dia-
uno spettro di tenebre, né con i pasticci agrodolci della mistica, che indeboliscono lettico sia già presente nello Hegel, che è in realtà ancora molto
lo stomaco, né con le dande, chè ciò l'avrebbe condannato ad un'eterna minorità;
no, ella gli fece bere il latte dei sentimenti pili puri; con l'ausilio della bella e li- lontano da quella concezione, ma solo osservare quanto esso fosse
bera fantasia, ella ornò di fiori il velo impenetrabile che nasconde al nostro sguar- adeguato all'istanza del giovane Hegel di muovere la ricerca dal
do la divinità ed ella popolò quel velo creando dietro a lui dell'immagini che van
oltre la vita, e su di esse traspose le grandi idee che riempivano il suo cuore. La
particolare per concluderlo in sintesi sempre pili vaste ed esau-
nutrice era tra i Greci una amica della casa ed ella restava amica del suo pargolo rienti, in polemica con l'intellettualismo illuministico che svalutava
per tutta la vita: la nutrice dcl nostro genio resta anch'essa sua amica. Gli recava tutta la positività che non fosse possibile comprendere nella dedu-
con la purezza del suo cuore il libero tributo della sua riconoscenza e dcl suo amo-
re. Amica socievole, condivideva i suoi piaceri e i suoi giochi e non Io turbava
nelle gioie poiché ainava il suo pargolo; ed obbediva ai capricci della sua fantasia,
ma gli insegnò altresi a rispettare la ferrea necessità, gli insegnò a seguire senza di Hegel, che in altre parole si può anche dire, con la cautela di escludere una
mormorare l'immutabile destino. Noi non conosciamo pill quel genio che per fama, interpretazione metafisica, feno1nenologico. A proposito del metodo dcl giovane
ci è soltanto accordato di contemplare, con a1nore ed ammirazione, certi suoi tratti Hegel e della sua caratterizzazione empiristica si possono anche vedere le pagine
nelle copie che ci restano della sua immagine; e questi tratti non possono che su- di E. CASSIRER, HOlderlin und der deutsche Jdealis1nus (in Logos, VII, 1917-1918,
scitare in noi un desiderio ardente e doloroso dell'originale. Egli è il giovinetto pp. 262-282; VIII, 1919-1920, pp. 30-49) in cui l'analisi del metodo del giovane I-IOldcrlin
che, bello, noi amian10 nella sua lievità con tutto il seguito delle Grazie e il soffio può offrire spunti interpretivi per quella dcl metodo del giovane Hegel. In questa
balsamico della natura, l'anima, che da essa è infusa, ed egli viene da ogni fiore prospettiva cfr. anche M. CORSSEN, L'idea della tragedia greca nel pensiero di
ed è espresso dalla terra)). H6lderlin, in <(Rivista di Filosofia», XLII, 1951, pp. 48-73.
( 188 ) Cosi soprattutto T. L. HATIRING, op. cit., voi. I, p, 30 e Der werdende Hegel, (189) G. AsPELIN (op. cit., p. 52) ha voluto vedere nella triade «religione oggetti-

in «Verhandlungen des zweiten Hegelkongresses ... 1931 in Berlin11, a cura di B. va, individuale e pubblica11 un'analogia con la triade sistematica «diritto, moralità,
WIGERSMA, Berlino e Harlem, 1932, pp. 19-39 e in particolare pp. 21-24. Cfr. anche eticità11. Senza dubbio c'è la possibilità di stabilire questa analogia, ma senza preten-
H. NIEL, op. cit., pp. 29-31. Naturalmente quando si parla di <iempirismo>1 hegeliano dere che il ricordo della definizione giovanile abbia influito sulla pill tarda siste-
non si fa riferimento ad alcun autore dell'empirismo moderno: «Geistesempirismus», mazione. Molto pili probabile è l'influenza della critica della Privatreligion sulla cri~
questa è la qualificazione pill precisa di questo particolare atteggiamento metodico tica della concezione kantiana della «Mora1ità1>, per cui vedi infra.
120 CAPITOLO SECONDO
LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E T0BINGEN
121
zione da princ1p1 universalissimi e d'altro canto proprio rispon-
immagini rarefatte di quello che è il reale rapporto degli uomm 1
dendo ad un'esigenza del pensiero illuministico, quella di applicare
nella società; quegli ideali aristocratici erano profondamente estra-
la teoria alla prassi per la trasformazione della realtà. Hegel a Tu-
nei al suo sentire giacobino, ed egli era troppo lontano da una
binga è un illuminista pili conseguente dei suoi maestri, un giaco-
concezione storica che affidasse lo sviluppo alla forza di individua-
bino che nell'isolamento dall'azione trae le conseguenze teoretiche
lità privilegiate e troppo sensibile alle creazioni spontanee ed irri-
della sua ansia di azione.
flesse del genio popolare : egli insomma concepisce il rapporto che
Questa considerazione permette di passare all'analisi dei mo-
stringe uomo ed uomo nella società in maniera assolutamente con-
tivi sostanziali dell'opera del giovane Hegel in questo periodo. Cer-
creta ed individuale ( 194 ). Alla teoria del Vernunftstaat che dell'an-
to, a questo proposito, l'originalità dello Hegel è molto meno evi-
tinomia illuministica di razionalità ed individualità assolutizzava il
dente che per quanto riguarda gli elementi metodici ( 190 ), ma tut-
primo termine, e a quella del Kulturstaat che introduceva la me-
tavia anche qui essa risalta. Abbiamo visto formarsi i concetti di
diazione ma per confonderla poi nella visione di un lieto fine della
uomo, di amore, di Volkgeist e di Volksreligion; dobbiamo ora ve-
storia, Hegel sostituisce l'ideale positivo del Volkstaat, in cui tota-
dere come tutte queste nozioni si colleghino ed armonizzino nel
lità ed individualità erano connesse e l'universalità individualizza-
Tubinger Fragment in una autonoma concezione dello stato. Tale
ta, avente forza ( 195 ). Quando perciò si dice che « Hegel si oppone
concezione è innanzitutto opposta al Notstaat di tradizione lutera-
alla Chiesa in nome dello stato " (1 96 ), si deve intendere che Hegel
na, cioè allo stato come male necessario con il compito puramente
si oppone alle utopie sociali caramellose, alle raffigurazioni di so-
negativo di preservare la società dalle forze antisociali (191 ). Socie-
cietà armoniose ma carenti di caratteri individuali, ed in partico-
tà e stato sono infatti per lo Hegel entità positive, in cui gli uomini
lare di quella forza, essenziale garanzia di efficacia della legge, che
spontaneamente si situano in un rapporto reciproco e creativo:
egli reputa necessaria allo stato (197).
quando si afferma che « Hegel si oppone allo stato in nome della
Ma non si può neppure affermare che in tale ideale di Volkstaat
Chiesa,, ( 192 ) non si può perciò intendere altro che l'opposizione
fosse ormai risolta l'antinomia illuministica di individualità e ra-
hegeliana a questo stato dispotico ed alienante, alla paralisi delle
zionalità. Questa concezione risentiva dell'influenza dell'utopia del
energie politiche dei singoli che esso provocava in nome della dot-
circolo di Tubinga, e la mediazione che si voleva attingere, sebbene
trina e della pratica del cesaropapismo luterano (193 ). Ma Hegel si
oppone, oltre che al pessimismo luterano, all'utopismo illuministi-
co: Vernunftstaat e Kulturstaat, le · due pili tipiche espressioni (
1111
) Sulla concretezza e l'individualità del nesso stabilito dal giovane flegel

tra singolarità e con1unità hanno insistito con particolare vigore T. STEINBOCHEL,


della filosofia politica dell'Illuminismo, gli sembrano essere solo
op. cit., pp. 127-135; J. ScI-I\VARZ, Die anthropologische Metaphysik des jungen Hegel,
Hildesheim 1931; T. L. HAERING, Genteinschaft und PersOnlichkeit in der Philosophie
Hegels, Berlino 1928.
95
(190) Tuttavia T. L. HAERING (op. cit., I, pp. 113-115), nel trarre le conclusioni (1 ) Si cfr. a questo proposito soprattutto le belle pagine di J. HYPPOLITE, Jntro-
sull'opera del giovane Hegel nel periodo di Tubinga ci sembra aver troppo svalu- duction ... , cit., pp. 22-23.
tato l'originalità che pur faticosamente appare: per l'insigne storico tubinghese il (Hl6) F. ROSENZWEIG, op. cit., I, p, 29.
giovane Hegcl si rivela infatti a Tubinga ancora una natura essenzialmente re- 97
(1 ) E. CASSIRTIR, nella Storia della filosofia, cit., III, p. 371, riconosce in que-
cettiva. sta posizione hegeliana un certo irrazionalismo, e cosi I-I. GLOCKNER, op, cit., II,
(191) Si conf. G. HoLSTEIN, Die Staatsphilosophie Schleiennachers, Bonn e Lipsia 24-25: questi due autori, che partono da due punti di vista dcl tutto opposti, si
1923, in part. pp. 7-20, sui caratteri della concezione luterana dello stato, nonché le accordano nella denuncia di un presunto irrazionalismo hegcliano proprio perché,
opere cit. nel cap. primo del nostro lavoro. in questo caso, preferiscono riprendere i loro schemi teoretici di valutazione piut-
(1112) F. RosTINZWEIG, op. cit., val. I, p. 29. tosto che considerare i fatti: per Cassirer l'irrazionalismo hegeliano nasce dalla sin-
1
( 93) Su questa opposizione hegeliana debbono naturalmente considerarsi le in-
tesi di teoria e prassi perché, sulla base dell'intellettualismo kantiano, tale sintesi
fluenze del pensiero giacobino e fors'anche la tradizione politica del Wilrttemberg, dev'essere necessariamente irrazionale; per Glockner l'irrazionalismo è la conse-
che I-:Iegel conosceva attraverso le opere dei Moser, padre e figlio (cfr. infra). guenza del vitalismo che domina da cima a fondo la sua interpretazione hegeliana
e la sua visione della vita.
122 CAPITOLO SECONDO

impostata realisticamente, si rivelava infine troppo compiuta e ta-


le da presupporre una situazione umana privilegiata; ed altresi
nel procedimento dialettico accennato la linea congiungente parti-
colarità ed universalità era ottimisticamente fondata. La contrad-
dizione risultava quindi inerente ai presupposti del pensiero hege-
liano, poiché l'ideale espresso dal motto «libertà e amore» preve-
deva un'ipotesi rousseat1iana sulla natura t1mana, ed anche, come
si è visto 1 una situazione umana perfetta, in cui le contraddizioni CAPITOLO TERZO
non fossero, come erano, consolidate nelle istituzioni. Era evidente
che, per quanto laicizzate, le istanze religiose che permeavano gran IL DEFINIRSI DELL'ORIGINALITA SPECULATIVA HEGELIANA
parte della cultura tedesca riaffioravano nella teoria hegeliana. ED IL RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO
«Libertà e amore»: mentre il primo concetto stimolava lo Hegel ad DI PRECETTORATO BERNESE - LIBERTA E ALIENAZIONE
approfondire l'indagine sul mondo storico, il secondo offriva la
possibilità di una mediazione mistica e religiosa del travaglio spi-
rituale; «una nuova mitologia»: questo progetto era molto ambi- So~M~Io: .1: La situ~zione ambientale. - 2. Il problema dell'alienazione._ 3. I con-
ce~t1. eh rehg1one e d1 stato popolare come ideali operativi: la positività nel mondo
guo e poteva nutrire sia il democraticismo hegeliano che il pane- cris·ti·a~~· - 4. I concetti di religione e di stato popolare co1ne ideali operativi: la
stetismo schellinghiano. Hegel viveva dunque nelle contraddizioni pos1t1v1ta nella storia universale. - 5. Hegel e ScheIIing J 'autonomi'a del
h I' . . · ~
·
pensiero
eg~ iano. ~ 6. Cr1t1ca del n1ondo germanico contemporaneo nel pensiero di Hegel
della sua cultura, e quando nel periodo di Tubinga tenta per la
e di Sc~e~l~ng. - 7. Il tentativo teorico di ricostruzione dello stato popolare. Va-
prima volta la mediazione, in essa si manifestano ancora prospet- lore e hm1ti del procedimento hegeliano. - 8. Conclusione. La crisi del radicalismo
tive divergenti. Qui si configura il dramma del giovane Hegel: so- politico del periodo bernese.

stenuto da una vigorosa istanza pratica, egli si riprova continua-


mente nella ricerca di una mediazione di individualità e razionalità, 1. - Al termine degli studi nel Tiibinger Stift, invece di
di passato e presente, di positività e rivoluzione; è un dramma che entrare nella carriera ecclesiastica cui la famiglia lo aveva indiriz-
non gli concede riposo ma che Hegel sempre piu consapevolmente zato, Hegel sceglie la professione di precettore ed emigra in
accetta. In ciò forse va ricercata l'originalità della sua filosofia Svizzera per assumere l'incarico dell'educazione dei figli di Carl
giovanile, nell'esser stata specchio del tempo e nel non aver mai Friedrich von Steiger, un aristocratico bernese (1). Egli entra cosi
accettato una pacificante rinuncia alla ricerca. a far parte di una famiglia dell'oligarchia di Berna, direttamente
impegnata nell'amministrazione e nel governo della città, e gli in-
numerevoli effetti della conoscenza di questo nuovo mondo non
tardano a palesarsi.

1
( ) Cfr. sopratt~tlo I-I. STRAHM, Aus Hegels Berner Zeit, cit., che pubblica (p.
~14 ~g·! le letter~ dt Hegel e degli intermediari della sua assunzione da parte della
famiglia van Ste1gcr: ora anche in Hegels Briefe, ed. J. I-IoFFMEISTER, Amburgo 1952
v~l. I, PP_. 4-6 e 26 {d'ora in poi citeremo da quest'ed. dell'epistolario hegcliano sem~
plrcement~ con l'indicazione Briefe). Il fatto che Hegel si trasferisca a Berna no
deve stupire ~oiché. l'emigrazione di studiosi svevi in Svizzera è tradizionale n~
sec. XVIII: .pn~na d1 Hegcl, anche Wieland e Schwab per es. percorsero quella via
come precettori; cfr. le note di J. HoFFMEISTER ai Dokumente p 447 e 1· B · f I
p. 433. ' , · n ne e, ,
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE 125
124 CAPITOLO TERZO

Queste ultime letture assumono man mano una certa preminenza


Si deve subito notare il relativo, ma psicologicamente acuto, e son esse a dar tono all'intera attività speculativa dello Hegel in
isolamento culturale in cui Hegel viene a trovarsi a Berna: lon- questo periodo. L'interesse politico infatti tanto piu si afferma
tano dai circoli letterari e filosofici piu evoluti e conseguentemente quanto piu Hegel sente il suo isolamento, ed è psicologicamente
nella difficoltà di tenersi aggiornato sulla piu recente produzione, motivato dall'esigenza di sostituire con stimoli pratici quegli im-
egli svilupperà un'intensa corrispondenza con IJ:i:ilderlin e Schelling pulsi teoretici che erano venuti a mancare. Non che l'interesse
allo scopo di ovviare a tale difficoltà, ma inevitabilmente si rinchiu- politico sia meramente sostitutivo, ma lo sono piuttosto l'immedia-
derà in una certa solitudine scientifica. L'originalità hegeliana che tezza e la radicalità delle prese di posizione dello Hegel; e d'al-
comincia a configurarsi in questi anni è certamente favorita da tronde l'influenza della rivoluzione francese, particolarmente vi-
questa situazione ambientale. L'isolamento scientifico dello Hegel vace nella vita politica svizzera di quegli anni, faceva si che egli
non si trasforma tuttavia in impoverimento tematico, poiché egli riprendesse gli ideali entusiastici del circolo di Tubinga e cercasse
ha modo di rimeditare i problemi già prospettati nel periodo di di adeguarsi alla nuova situazione (6 ).
Tubinga e di valersi a tale scopo della ricca biblioteca della fami- Inserito nella famiglia Steiger, Hegel ha inoltre la possibilità
glia Steiger (2 ). Dalle letture che qui va facendo risulta accentuato di studiare da vicino il mondo politico bernese ed in particolare
il carattere enciclopedico dell'indagine hegeliana, carattere che già l'azione dell'oligarchia. Le impressioni che trae da tale analisi sono
si era rivelato a Stoccarda ma che ora, per cosi dire, sostanzia la disastrose. Nel 1795 scrive a Schelling: « il ritardo con il quale ti
generale attenzione ai fatti culturali. Oltre all'originalità specula- rispondo è dovuto in parte a diverse occupazioni, in parte anche
tiva, l'isolamento bernese sembra dunque favorire quella simbiosi alle distrazioni provocate dalle feste politiche che qui si celebrano.
di teoria e cultura che diverrà un tratto caratteristico della sua Ogni anno il consiglio sovrano viene in questo periodo completato
opera. di circa novanta membri che se ne vanno. Non posso descriverti
Tra le letture hegeliane di Berna è possibile rintracciare alcune come tutto allora avvenga in maniera prosaica e come tutti gli
costanti di interesse. Egli studia soprattutto testi di storia e critica intrighi di nepotismo delle nostre corti principesche non siano
della religione (3), trattati sistematici illuministici e di scuola kan- nulla a confronto delle combinazioni politiche che qui si macchi-
tiana (4), e particolarmente affronta argomenti storico-politici (5 ). nano. Il padre nomina suo figlio o il genero che porta i beni piu
sostanziosi, e cosi via. Per imparare a conoscere una costitt1zione
(2) Sembra che una biblioteca paragonabile a quella raccolta dai no~ili von aristocratica si deve passare qui uno di quegli inverni, prima della
Steiger nel loro palazzo di Tschugg fosse difficile da trova:e, per quanto nguarda Pasqua, in cui si attua il rinnovamento ,, (7 ); e nel 1797, commen-
il materiale storico e fìlosofico, in Europa: cosi STRAHM, op. cit., p. 527. Ancora Strahm
ha insistito (p. 532) sul fatto che gran parte delle pubblicazioni ivi contenute
fossero francesi e inglesi, trovando ccln ciò conferma al fatto che l'influenza della di GIBBON, I'Examen du Prince de Machiavel, di FEDERICO IL GRANDE, le Ansichten
cultura francese e inglese su Berna era in quel tempo molto pili forte dell'influsso vo1n Niederrhein citate di FoRSTER e il capolavoro di GRozro.
tedesco. ( 6 ) Sulla situazione politica svizzera durante la rivoluzione francese si vedano
(3) Certa la lettura di JosÈPHE, Histoire juive, trad. A. d'Andilly, Parigi 167~; E. CI-IAPUISAT, La révolution française vue de Suisse, in « Revue d'histoire contem-
MosHEIM, Jnstitutiones historiae ecclesiasticae; KANT, Die Religion innerhalb dte poraine)), La Revolution française, N. S., 18, 1939, 2, pp. 209-226; R. FELLER, Geschi-
Grenzen der blossen Vernunft. chte der Schweiz i1n 17. und 18. Jahrhundert, in Geschichte der Schweiz von H.
(1) Oltre alle opere di Lessing e Mendelsohn, che Hegel conosceva già bene a NABHOLZ, ... , II, Zurigo, 1938; ed ora anche l'importante cap. V, della parte II di
Tubinga, sembra certa la lettura di Spinoza, Kant, Fichte, Schiller: cfr. soprattutto N. MATTEUCCI, Jacques Mallet-Du Pan, Napoli 1957, pp. 347-400. Che anche a Berna
RosENKIMNZ, op. cit., p. 48. T. L. HAERING (op. cit., I, pp. 210-214) ritiene tuttavia Hegel si interessasse direttamente della rivoluzione francese è provato da una
n1olto dubbia la lettura della Wissenschaftslehre di FICI-ITE, che Hegel conoscerebbe lettera del dicembre 1794 a Schelling: qui Hegel dice di aver letto nel Minerva
solo attraverso l'opera di Schelling: tuttavia nella lettera del 30-8-1795 Hegel af- di ÀRCI-IENHOLZ le Historische Briefe aus Paris ilber Begebenheiten in Frankreich di
fern1a di aver cominciata la lettura di Fichte (Briefe, I, p. 32). OELSNER (Briefe, I, pp. 11-12).
(5) Hegel legge certamente a Berna l'Esprit des Lois e Considerations sur les (7) Briefe I, p. 23.
causes de la grandeur ... di MONTESQUIEU, il Decline and Fall of the Roman Empire
126 CAPITOLO TERZO
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCR.\TICO NEL PERIODO BERNESE
127
tando lo scritto di Cart, annota a proposito dei metodi di elezione
del consiglio di Berna: « il padre sceglie il figlio, o due suoi figli, stica e tradizionale, cosi da Berna, Hegel protesta contro quella
o il fratello; se ha una figlia nomina il genero. In breve, tra i 92 cultura professorale che ad un tempo era prodotto della crisi, ma
membri che nell'anno 1795 sono stati eletti nel consiglio sovrano, che pure la aggravava. « ... come van110 le cose a Tubinga? », scrive
di uno solo si disse che i suoi servizi gli avevano meritato in qual- a Schelling dopo un anno di permanenza a Berna : « finché un
che modo l'elezione" (8 ). uomo del tipo di Reinhold o Fichte non vi occuperà una cattedra,
Sono questi contatti, uniti agli effetti dell'isolamento, che con- non ne uscirà niente di decente. In nessun altro luogo il vecchio
ducono inevitabilmente Hegel ad esasperare la sua posizione cri- sistema vegeta e si perpetua con tanta fedeltà, e quand'anche non
tica e ci pare che chi ha voluto vedere in ciò solo la ripresa del abbia pili influenza sulle migliori teste, trionfa tuttavia sulla mag-
radicalismo illuministico, non abbia inteso l'origine circonstanziata gior parte, nelle teste meccanicizzate; in questa situazione è molto
del travaglio hegeliano: se talvolta egli sembra accettare il razio- importante Io spirito ed il sistema dei professori, perché son quel-
nalismo illuministico, se il suo dramma politico sembra risolversi li soprattutto che mettono in circolazione e vi mantengono le
12
in un « atteggiamento di contemplazione del Sollen " (9 ), ciò è ef- idee " ( ). L'esigenza di un rinnovamento è sostenuta quindi dal-
fetto e non causa del radicalismo politico hegeliano. l'intuizione della profondità della crisi che percorre tutte le strut-
Non perciò Hegel abbandona il metodo analitico che presiede ture e la sua urgenza dalla percezione della gravità dei suoi ef-
alla sua indagine, anzi le analisi che conduce sulle strutture costi- fetti; né questi convincimenti sono puramente teoretici ma espres-
tuzionali di Berna, le minuziose indagini che dedica a problemi sione di una sofferta situazione umana, che insieme provoca il ra-
economici e giuridici, sono, per quanto riguarda il procedimento dicalismo politico dello Hegel e pone le condizioni della sua ori-
ginalità speculativa.
hegeliano, esemplari ( 10 ); e solo dopo che le ha concluse riappare
l'invettiva, la protesta violenta che innerva la volontà rivoluzionaria. Dovremo vedere di seguito come i temi di Tubinga, «libertà
Vi è dunque una situazione umana particolare all'origine del- e amore" e la necessità di una nuova mitologia, siano dapprima
l'esperienza hegeliana di Berna, e giustamente si è notato che negli ripresi, poi rielaborati, infine profondamente trasformati in rife-
scritti del periodo « si sente l'indignazione dello studente di teolo- rimento appunto a tale nuovo atteggiamento (13).
gia povero che vede, accanto a lui, dei giovani mal istruiti con-
quistare, senza colpo ferire, quello ch'egli non potrà mai ottenere 2. - A Berna l'oggetto della polemica hegeliana, sia lo stato
per sé ,, (" ). Eppure l'ansia rivoluzionaria del giovane Hegel non dispotico o il «vecchio sistema» o l'ortodossia ecclesiastica, è ri-
è per nulla moralistica, né solo psicologicamente motivata: essa condotto ad una radice unitaria ed a un unico concetto filosofico:
muove dalla denuncia della crisi delle strutture sociali e culturali l'alienazione. Tale nozione era sottintesa agli scritti di Tubinga e
ed è quindi storicamente confortata; e come già a Tubinga la po- in particolare aveva riferimento alle concezioni di uomo e di stato
lemica contro Io stato dispotico era estesa alla cultura illumini- colà elaborate. E alienante per lo Hegel ogni figurazione dell'uomo
che prescinda dalla totalità della sua esperienza storica, dall'unità
(8) Dokumente, p. 256. Cfr. inoltre F. RosENZWEIG, op. cit., pp. 47-54, e infra.
di ragione e sentimento, di teoria e prassi; è altresi alienante ogni
(9) Cosi J. HYPPOLITE, La signification de la revolution française ... , cit., p. 329. teoria dello stato che escluda la completa integrazione di indivi-
(10) Su ciò ha insistito particolarn1entc, malgrado i limiti interpretativi dell'ope- dualità e comunità, o determini, in astratto, una divisione di fun-
ra, T. L. HAERING, op. cit., vol. I, pp. 122-128.
(11) Cosi E. VERMEIL, La pensée politique de Hegel, in «Revue de metaphysique
et de morale>1, 1931, 38, 3, p.444. Si debbono tuttavia escludere amare esperienze
(12) Briefe, I, p. 12.
personali deIIo Hegel nei rapporti con la famiglia Steiger (cfr. SrRAHM, H., op.
cit., p. 524). 3
(1 ) In particolare nella nostra interpretazione ci rifacciamo alle tesi già espres-
se da R. HAYM (op. cit., p. 40 sgg., 5.5 sgg,) e da F. RosENZVo/EIG (op. cit., I, pp, 30-47).
128 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERrooo BERNESE
129

zioni e di diritti tra i cittadini, o distingua tra doveri civili e do- zione della libertà individuale, colta nell'adesione della coscienza
veri religiosi, tra cielo e terra. L'alienazione è la separazione del- con se stessa e la proclamazione dell'assolutezza del diritto sog-
l'uomo da se stesso, l'impoverimento o l'annullamento della sua gettivo. Infatti nello Hegel di Berna si è voluto vedere un asser-
potenza vitale, è l'opposto di ogni concezione antropocentrica, ed tore dei diritti dell'individualità sulla base delle premesse giusna-
in particolare l'alibi teologico, sostitutivo dell'ansia umanistica di turalistiche della dottrina kantiana: la stessa immagine del Volk-
trasformazione del mondo. Alla luce del giudizio storico, alienanti staat verrebbe quindi meno, il concetto di libertà si rivelerebbe
risultano dunque la tradizionale dottrina del pessimismo luterano non tanto costruttivo quanto restrittivo, e Hegel risulterebbe preoc-
e le teorie illuministiche che si fondano sull'atomismo individua- cupato di stabilire il limite dell'intervento dello stato e di deter-
listico. minare l'ambito della legalità muovendo dalle pretese della mora-
Il concetto di alienazione, fin qui piuttosto generico, si defi- lità (14 ). Ma con tali affermazioni si mina l'unità dello svolgimento
nisce ulteriormente a Berna ed a ciò contribuisce con una certa del pensiero hegeliano e si confondono gli effetti polemici con la
energia la peculiare motivazione politica dell'opera hegeliana di intenzione essenziale della sua opera. La rivendicazione hegeliana
questo periodo. Era inevitabile che all'accentuarsi del momento del diritto soggettivo non va mai contro la definizione di Volkstaat ·
polemico dell'indagine hegeliana, in riferimento a quel che s'è chia- e ciò che vi è di pili caratteristico nel giovane Hegel è appunto'
mato radicalismo democratico, corrispondesse l'insistenza sul pro- questa fiducia nella pili piena integrazione di soggettività ed og-
blema dell'alienazione e delle sue cause, un'istanza quindi d'analisi gettività, di moralità e legalità, in maniera che nessuno dei due
storica: infatti mentre l'immediatezza, la relativa imprecisione e termini abbia a scapitarne ma entrambi siano affatto conclusi nel-
la sommarietà degli scritti di Tubinga permettevano alla generosa la totalità. Neppure nei momenti di pili aspra polemica, Hegel cede
volontà rivoluzionaria e di programmazione mitologica di reggersi alla lusinga del contrattualismo, e dell'atomismo individualistico
in piedi malgrado ogni incoerenza, a Berna, dove la crisi e le con- che gli sta dietro, ed anche nelle affermazioni pili coerentemente
traddizioni si configurano in dimensione storica, latteggiamento e radicalmente soggettivistiche si sente presente la tesi comple-
utopico non aveva alcun senso. Il radicalismo democratico in- mentare dell'assolutezza e della totalità.
nerva quindi il metodo storico dello Hegel, e viceversa. In genere Ciò non toglie che nel primo periodo di Berna la polemica
il radicalismo rivoluzionario presuppone un certo pessimismo che assuma una funzione preminente. Sono ancora temi teologici quelli
colora le constatazioni storiche su cui si fonda; parallelamente il che Hegel affronta, ormai però in una prospettiva storiografica che
disincantato realismo delle analisi politiche e storiche dello Hegel va sempre meglio determinandosi. Nel primo frammento bernese
di Berna, che ha toni di disgusto e di indignazione e giunge fino sulla Volksreligion (15 ), Hegel cerca di definire il concetto di aliena-
al limite di un radicale pessimismo, sta alla base della sua pole- zione attraverso la critica del cristianesimo: procedendo ad una
mica contro le forze alienanti. analisi parallela delle figure di Cristo e Socrate, egli conclude nel-
L'alienazione è dunque la forza del dispotismo, la sua stessa l'affermazione che, mentre il secondo ha come solo scopo la rive-
possibilità di esistere e di perdurare nella negazione delle pili pro- lazione dell'uomo a se stesso, il primo è un «separato», vale a dire
fonde esigenze dell'uomo; inoltre tale potenza alienante dello separato da sé e dalla comunità, da una vita unisona di soggetti-
stato dispotico si oggettivizza, provocando meccanicamente effetti vità ed oggettività; sull'insegnamento di Gesti pesano lo spirito
spersonalizzanti ed eversivi. In questa situazione l'individuo non di intolleranza e di strettezza del giudaismo, e proprio su questi
è pili padrone della propria libertà, né la libertà dei singoli ha la
possibilità di integrarsi nella totalità dello stato. Ci si deve ora
( 11 ) Cosi soprattutto E. EPIH-IAI!l.1, op. cit., pp. 39-50, e soprattutto 42-43.
chiedere se all'origine di questa polemica non siano che l'esalta- 15
( ) Theologische Jugendschriften, pp. 30-35 e 359-360: è datato all'inizio del 1793.

9. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


130 CAPITOLO TERZO
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
131
caratteri è fondata la sua Chiesa; ed in ciò consiste il potere alie-
Da queste denunce allo studio delle condizioni di una reli-
nante esercitato dalla Chiesa, nella schiavitu del credente1 alle gione pubblica c'era solo un passo. Alla religione pubblica, dice
formule oggettive del dogma. Il frammento termina con un appas- Hegel, è essenziale l'identità con la moralità pubblica (22); e al-
sionato incitamento alla Chiesa affinché si liberi dalle catene e si 23
trove ( ), dopo aver analizzato le cause degenerative della religio-
faccia promotrice di quel progresso che I'Aufkliirung nutre ma da
sità moderna, egli insiste sul fatto che la religione deve esprimere
cui essa è stata finora trascinata ( 16 ). È evidente che l'ideale, enu-
lo spirito del tempo, essere a livello con lo spirito del mondo (24).
cleato nel Tiibinger Fragment, del Volkstaat e l'immagine della
La concezione cristiana ha invece una radice individualistica, esca-
felice città greca costituiscono lo sfondo di tutto questo scrit- tologica, moralistica che toglie all'uomo la gioia di vivere nel mon-
to (17); ma l'elemento distintivo, che qui risalta, consiste nel ten-
do e lo isola, l'idea della morte è metafisicizzata, l'eternità della
tativo di determinazione storica dell' alienazione, cioè della sua
pena terrorizza ed annulla le forze costruttici dell'uomo: quanto
causa - la " separazione ,, del Cristo e la tradizione giudaica più vicina ci è l'idea greca della morte che giunge all'uomo come
- e dei suoi effetti: l'oggettività delle strutture chiesastiche
alla fine di un banchetto ( 25 ) ! Con ciò l'indagine è ricondotta nuo-
e l'asservimento della Chiesa. Approfondendo lindagine in
vamente all'ideale della civiltà greca. In essa costituzione, legisla-
un altro brano di questo periodo ( 18 ), Hegel denuncia pili aper-
zione, religiosità, tutto era connesso in un unico vincolo di sensi-
tamente il carattere autoritario del cristianesimo che è il con- bilità e fantasia, di giovanile creatività (26).
trappeso naturale della passività dell'insegnamento di Gesu,
Che poi per lo Hegel l'antichità sia una rappresentazione at-
la conseguenza dell'istaurata sottomissione dell'uomo dinnanzi al-
tuale ed il suo rinnovamento un concreto impegno vitale, ce lo
la Provvidenza (19). Il concetto del Cristo storico è discoperto alla
confermano gli excerpa che egli in questo stesso periodo trae dal-
base di tutte le successive contraddizioni, poiché esso prevede la
le Ansichten del giacobino Forster: " in una repubblica vi è un'idea
radicalità della caduta originale dell'uomo e la gratuità della sal-
per cui l'uomo vive ... lo spirito di una grande repubblica connette
vazione; tali credenze, in quanto riferite ad un fatto storico, - la
tutte le forze psichiche e morali in un'idea e tutto il suo cerchio
predicazione del Cristo e la sua morte - , non sono fondate sulla vitale ha un'unità» (27 ); e segue ancora la polemica contro il «So-
ragione come esigenze imprescindibili (20 ), ma sull'autorità; per-
gnatore» cristiano ed è espresso il convincimento che la liberazione
ciò l'uomo risulta alienato in quanto né la moralità né la salva-
dell'uomo passa attraverso il lavoro e la sua partecipazione attiva
zione derivano dalle sue forze, ma dai meriti altrui (21 ); nel cri- alla vita politica.
stianesimo quindi l'uomo è prigioniero di un'autorità esteriore, e
un nesso di questo tipo è il medesimo su cui si fonda lo stato
(") Ivi, pp. 48-60.
moderno. 23
( ) Ivi, pp. 36-47. Questo frammento è datato 1793. Su di esso soprattutto H.
GLOCKNER, op. cit., vol. II, pp. 33-37.
( 21) Ivi, p. 39.
(16) Ivi, in particolare p. 360. Nel frammento risuonano, oltre a quest? della (") Ivi, pp. 4447.
fede nei «lumi>}, molti altri motivi illuministici come la leggenda d~l gallo ~1 Escu-
( ~) Ivi, pp. 36-39. Su questo passo influisc_e soprattutto Io Herder; ma in ogni
2

lapio offerto da Socrate (p. 34) o la polemica contro il numero degli apostoli (p. 32).
Si cfr. H. NIEL, op. cit., pp. 31-32. caso 11 paragone «vita umana-storia», che era ricondotto alla teoria delle età della
vita, è molto comune nel pensiero illuministico. Per quanto riguarda Herder si
(17} Bene a questo proposito H. GLOCKNER, op. cii., vol. II, p. 33.
(IB) Theologische Jugendschriften, pp. 48-69: il frammento è datato. 1793, o al
veda I'~~· cit., ~i CLAiiK, p. 150 sgg.; in generale invece F. MEINECKE, Le origini del-
lo stonc1sn10, clt., p. 237 e il fondamentale TRUDE BENZ Die Anthropologie in der
niassimo primi mesi del 1794. Su di esso in generale cfr. H. NIEL, op. cit. pp. 34-35 Geschichtsschreibung des 18. Jahrhunderts, 1932. '
e P. AsVELD, op. cit., pp. 46-48.
) I p~ssi dalle Ansichten cit. di FORSTER sono ora pubblicati nei Theologische
27
(
(19) Theologische Jugendschriften, pp. 60-69.
~~gendschnf~en, pp. 366-367 e in Dokun1ente, pp. 217-218. Sul carattere attuale del-
(2o) Ivi, p. 64.
lrct7eale classico nello Hegel di Tubinga, si vedano soprattutto G. LUKACS, op. cit.,
(") Ivi, pp, 68-69. p. 5 e E. DE NEGRI, La nascita della dialettica hegeliana, cit., p. 33.
132 CAPITOLO TERZO

ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE


133
Forse maggiore importanza ha un'altra conseguenza della po-
lemica. La denuncia del carattere paralizzante della religione cri- gava alla generica ansia escatologica propria di quel tempo, ep-
stiana induce lo Hegel alla considerazione accurata della vicenda pure in Hegel questa concezione è del tutto demetafisicizzata, in-
storica che portò alla caduta dell'impero romano ed all'analis'. tesa in una prospettiva sociologica (29 ). Ma l'originalità della con-
delle responsabilità del cristianesimo (28 ); per ora si tratta solo di cezione hegeliana risalta ancor pili quando la si paragoni con le
un accenno ma presto tale tema diverrà centrale nella specula- teorie della scuola del criticismo, ed in particolare del Fichte.
zione bernese, ed il problema dell'alienazione e della positività Che Hegel ne fosse al corrente non ci sembra dubitabile ("'0 ), ed
verrà svolto in una luce pienamente stòrica, caratterizzandosi cosi anzi supponiamo che la stessa insistenza sul concetto di alienazione
]'opera berne se rispetto a quella di Tubinga. . . . derivi dalla fichtiana Rivendicazione della libertà di pensiero, una
Se torniamo ora alla definizione del concetto d1 ahenaz10ne opera il cui spirito i giovani dello Stift dovevano ritenere partico-
possiamo osservare che esso si qualifica essenzialmente in una. pro- larmente consono col loro sentire. Eppure oltre alla generica con-
spettiva sociale. Il senso polemico che gli è sotteso non eqm~a:e sonanza sentimentale, ben pochi altri motivi del pensiero fichtiano
d u nque alla mera rivendicazione della moralità contro la legahta, sembrano qui aver influito sullo Hegel. All'individualismo ed al
.
della soggettività contro loggettività, ma piuttosto, costruttlv~- larvato contrattualismo del maestro di Jena egli opponeva una
mente, all'affermazione di una pubblica moralità, della necess~n~ concezione superindividuale, se non ancora organica, e mentre la
integrazione di individualità e razionalità nelle strutture sociali: definizione fichtiana dei diritti inalienabili concludeva, secondo lo
nozione in cui è anticipata la categoria della eticità. Il concetto di schema individualistico, in una visione affatto negativa dello stato
alienazione è quindi strettamente legato all'esigenza del suo supe- ed infine nell'ipotesi della sua sparizione (31 ), la concezione hege-
. ramento e definito in un rapporto dialettico; alla volontà di libe- liana di tali diritti presupponeva il loro necessario inserimento
nella vita dello stato; e la libertà che, quand'anche non fosse con-
= l'uomo dalle conseguenze paralizzanti dell'alternativa duali-
stica cristiana di cielo e terra si accompagna l'ansia di o~·· iett1- cepita dal Fichte in maniera anarchica, tuttavia era raffigurata in
vizzare la libertà dell'uomo. Una profonda istanza di immanen.za termini estremamente individualistici, dallo Hegel era invece in-
percorre fin ·d'ora il pensiero hegeliano, alla ricerca del.la m.e~ia­
zione dell'antinomia illuministica di individualità e raz10nahta. e (29) Anche EPHRAIM E., op. cit., in particolare pp. 69-70, ha cercato di intendere
concludentesi nella speranza della pacificazione del dramma m questo elemento sociologico della definizione hegeliana della « Beruhigung». Ma que-
un'entità sociale unitaria ed insieme comprensiva della libertà di st'originale procedimento hegeliano era in formazione e poco chiaro nella sua pe-
culiarità agli stessi più stretti amici di Hegel: HOlderlin ad ese1npio trova nel con-
tutti i suoi membri. cetto hegeliano di Vorsehung, che concludeva nella pacificazione, un perfetto paral-
Inutile nascondersi che tale idea di una pacificazione conclu- lelismo con la soluzione kantiana per cui il meccanicisn10 naturalistico era affatto
compreso nel regno dei fini (Briefe, I, p. 20, da una lettera del gennaio 1795).
siva del dramma sociale risentiva di influenze religiose e si colle- (30) Basti vedere a questo proposito Briefe, I, pp. 14-15 (da una lettera del gen-
naio 1795) in cui Schelling oltre a manifestare il suo entusiasmo per la filosofia
fichtiana in generale consiglia allo I-fegel la lettura della ZurUckforderung ... , e la
(28) Theologische Jugendschriften, pp. 364-366. Tale passo deriva diretta~ente già citata lettera di HOlderlin dello stesso periodo in cui il poeta parla entusiasti-
dalla lettura del Decline and Fall ... cit. di E. GIBBO~. _I-Iegel deve aver letto I oper~ camente della Wissenschaftslehre del 1794 e della Bestimniung des Gelehrten
nell'edizione originale, ma tuttavia esistevano ormai in tedesco ct71le bu~ne tradu (Briefe, I, pp. 19-20): e, si ricordi che questa corrispondenza serviva allo Hegel so-
zioni che fra l'altro rivelano la diffusione dell'opera:. si veda ~,11 partlco~are la prattutto per tenersi al corrente della contemporanea produzione scientifica.
trad. di G. I-Iuco, Eduard Gibbons historische Uebersi:ht des ro~tschen .~echts 1
(3 ) J. G. FICHTE, Zurilckforderung der Denkfreiheit van den Fiirsten Europens,
(44 [(ap. der Geschichte des Verfalls des r01nischen Retches), Gottlnga 1789, e su die sie bisher unterdruckten (1793), in Werken, voi. VI, Berlino 1845, pp. 3-35: cit.
questa traduzione cfr. G. GIAI~RIZZO, Edward Gibbon e la cultura europea del set- dalia traduzione italiana di L. PAREYSON, Torino 1945, in particolare alle pagine 83-86
tecento, Napoli 1954, pp. 416-417. Sull'influenza del Gibbon su Hegel si veda~o ad dove nel corso della definizione dei diritti inalienabili appare chiaramente la con-
ogni modo le pagine di T. L. HAERJNG, op. cit., vol. I, pp. 220-225, molto precise ed cezione contrattualistica e assolutamente individualistica di Fichte in quest'opera: in
equilibrate. queste pagine si preannuncia quella svalutazione dello stato espressa poi nello
stesso anno nei Beitrii.ge cit.
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
134 CAPITOLO TERZO 135

tesa come potenza organizzatrice di rapporti sociali e statuali (32 ). dell'alienazione, vale a dire dell'interpretazione degli aspetti sto-
Concludendo, nel primo periodo di Berna Hegel riprende il rici della crisi al fine della trasformazione del mondo, nello studio
concetto di Volkstaat e le nozioni che lo condizionavano, senza della vita del riformatore religioso Gesti e della formazione della
mutare di molto i moduli della sua indagine; ma un attento esa- dottrina e della chiesa cristiana; nella vita di Cristo Hegel vuole
me può fin d'ora rivelare che, dietro tale concetto, l'alienazione insomma indagare come ansia di liberazione e oggettività storica
era reinterpretata come criterio di comprensione storica e la po- si siano trovate di fronte e quindi come, venute a contrasto, l'in-
sitività era indagata nell'intero corso della storia universale. L'ori- segnamento di libertà del Cristo ne sia uscito soccombente ed ab-
ginalità del procedimento hegeliano andava perciò sempre me- bia originato la dommatica ecclesiastica.
glio definendosi. Ma prima di entrare nel vivo dell'analisi dell'opera hegeliana
è opportuno vedere come e in quale misura il pensiero kantiano,
3. -L'alienazione è il primo concetto dialettico che Hegel de- ed in particolare l'opera La Religione nei limiti della pura Ragione,
finisce : ad esso è essenziale da un lato il rapporto con il suo supe- abbia influito sul giovane Hegel. Non v'è interprete infatti che ab-
ramento, dall'altro la piena integrazione della valutazione teo- bia escluso tale influenza, quelli che non son chiari sono i limiti
retica e della volontà pratica. Ne conseguiva la necessità di im- d'essa. Ma d'altro lato non è neppure estremamente chiaro il signi-
manentizzare tale nozione nella storia e di ridurla cosi a criterio ficato dell'opera kantiana in questione, poiché, anche se general-
di interpretazione, poiché solo nella storia poteva attuarsi quel mente si ammette che i suoi effetti siano stati rilevanti sullo svol-
superamento che per lo Hegel significava profonda riforma di gimento dell'idealismo trascendentale, pure si riconosce ad essa
strutture sociali e politiche. Filtrato attraverso questo concetto, un carattere affatto illuministico (35 ) ; di conseguenza chi stabili-
l'empirismo hegeliano assume un carattere insieme rigorosamente sca una rigida frattura tra Illuminismo e romanticismo non può
teoretico e pratico ; ci troviamo dinnanzi ad un analista che studia certo intendere il significato dell'opera kantiana. Diviene perciò
la materia per definire la tecnica della sua trasformazione, ad un necessario ricorrere allo schema generale del rapporto tra questi
patologo che anatomizza il corpo morto della storia per studiare due movimenti culturali, rapporto non d'opposizione ma d'integra-
le condizioni della malattia letale e per stabilire i presupposti zione, ed insistere sul fatto che l'efficacia della teoria kantiana de-
della salute e della vita. L'ideale operativo che percorre l'indagine rivò soprattutto dall'aver egli ridotto la religione a mera potenza
hegeliana di questo periodo determinandone interessi e metodi, è morale, come tale svolgentesi costruttivamente nella storia, dal-
frutto del radicalismo dell'ideologia rivoluzionaria, per cui la li- l'aver cioè, attraverso l'analisi del fenomeno religioso, svolto l'an-
bertà è ansia di libérazione, ed il suo concetto deve essere conver- tropocentrismo illuministico fino al limite del creativismo roman-
tito nella realtà (33 ). tico; il nesso che Kant fissa tra religione e storia è ricondotto da
Il primo tentativo di dar corpo a tale impostazione critica un lato al profondo e vigoroso impulso unitario dato alla vita
si coglie ne La vita di Gesu, che lo Hegel compose a Berna nella della coscienza dal pensiero critico, dall'altro immanentizzato, raf-
primavera estate del 1795 (34 ). Hegel esemplifica qui il problema figurato in termini costruttivi, secondo l'intuizione lessinghiana (3").
Ora, se Hegel, come altrove si è visto, accetta alcuni risultati
(32) Sui caratteri degli scritti fichtiani della prima fase, cfr. X. LEON, op. cit., p.
166 sgg.; R. STRECKER, Die Anflinge von Fichtes Staatsphilosophie, Lipsia 1917; nonché
l'introduzione di PAREYSON alla trad. cit., pp. 7-62. 35
( ) Si cfr. in particolare R. _KtWNER, op. cit., vol. I, p. 215 sgg.; sugli agganci
(33) Cfr. in particolare E. EPHRAIM, op. cit., pp. 82-92 che ben chiarisce la cen-
della pro~lern_atica l~antiana con quella di Fichte, Schelling e llegel, ancora ivi,
tralità dello 1< Stellung zur Geschichtel> dello Hegel bernese.
(34) Das Leben Jesu è la prima opera conclusa, anche se non apprestata per la p. 223. Puo essere utile vedere anche la ampia introduzione che A. POGGI ha premes-
pubblicazione, dello I-Iegel; fu composta dal 9 maggio 1795 al 24 luglio 1795; ed è ora so alla sua traduzione italiana dell'opera kantiana (Modena 1941).
pubblicata negli Jugendschriften, pp. 75-136. ( 36 ) R. KRONER, op. cit., vol. I, p. 216 e 219.
136 CAPITOLO TERZO
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
137
del kantismo per introdurli in un diverso organismo di pensiero e sono dialettizzate e La vita di Gesu assume un valore di attualità
per piegarli alle proprie esigenze speculative che sono di carattere in riferimento all'esigenza di costruire anche nel mondo germanico
storico sociologico e politico, appare evidente che la problematica attuale una religione popolare (41 ).
della Religione nei limiti della mera Ragione, opera in cui d'al- Come s'è detto, Hegel muove da Kant e dalla conseguente
tronde Kant radicalizzava i motivi umanistici del pensiero illumi- riduzione dell'antropocentrismo illuministico di questo ad una nuo·
nistico e rivelava una inattesa sensibilità storica, gli dovesse esse- va concezione dell'uomo; il Gesu di Hegel sarà l'immagine che
re particolarmente consona; ma è altresi chiaro che né gli inter- esce da tale impostazione attivistica, ed a descriverla sono dedicate
preti che nella Vita di Gesu hanno visto una pura rielaborazione le prime pagine del saggio. « La pura ragione, sorpassando ogni li-
di temi kantiani (' 7 ), né coloro che considerano quest'opera come mite, è la stessa divinità. Secondo la ragione il piano del mondo è
un esercizio di documentazione storica sulla traccia kantiana (38 ), in generale ordinato. È la ragione che insegna all'uomo a conosce-
hanno colpito nel segno. Hegel riprende dunque in parte il rigori- re il suo destino, il fine assoluto della sua vita. Spesso, in realtà,
smo razionalistico di Kant e lo reinterpreta in relazione alle sue essa fu coperta di tenebre; ma essa non fu mai spenta completa-
esigenze, a quella concezione dell'uomo come ente costruttivo e del- mente. Anche nelle tenebre una debole luce si è sempre conservata.
l'alienazione come separazione dell'uomo dall'energia creativa del Tra i giudei fu Giovanni che fece ancora attenti gli uomini a quella
suo esistere che avevano entrambe centro in un concetto di vita loro dignità che non dovrebbero considerare estranea ma che do-
ricondotto alla storia, alla pregnanza e totalità delle espressioni vrebbero cercare in se stessi nel loro vero io. Non è dunque nel
umane in essa ("9). L'elemento distintivo dell'opera hegeliana con- loro lignaggio, né nella ricerca della felicità, né impegnandosi al
siste inoltre nell'intenzione sociologica che la regge: la vita di Gesu servizio di un uomo illustre, che essi debbono cercare la loro di-
è immersa nella storia della sua nazione, il suo insegnamento inte- gnità, ma nel crescere in sé quella scintilla divina che loro fu con-
so nella prospettiva della riforma delle strutture sociali e del co- cessa ... Lo sviluppo della ragione è la sola sorgente di verità e di
stume del suo popolo (40 ) ; in questo quadro libertà e alienazione pacificazione, sorgente che Giovanni non pretendeva di possedere
in modo esclusivo o come cosa rara, ma che tutti gli uomini pos-
sono far sgorgare in se stessi. Ed il Cristo si è acquistato ancor
(37) Cfr. W. DlLTHEY, op. cit., p. 19 sgg.; F. BULoW, op. cit., p. 15 sgg.: come poi
dalla concezione tubinghese dell'amore a quella freddamente intellettualistica di piu meriti per aver migliorato i principi corrotti degli uomini e per
Berna sia possibile passare non è spiegato da questi autori, per cui l'influenza aver fatto conoscere la vera moralità e l'illuminata adorazione di
esterna del pensiero kantiano sembra tutto giustificare. 42
Dio ,, ( ). La vera rivelazione è quindi quella dell'uomo a se stes-
(38) Questa speciosa interpretazione è stata data da T. L. HAERING, op. cit.,
vol. I, p. 169 sgg. e 186 sgg., e poi ripresa da J. HYPPOLITE, Travaux ... cit., p. 417 sgg.
La «vita di Gesù)} andrebbe intesa co1ne opera tratta da excerpta in preparazione
del Die Positivitat, e solo per caso vi si sarebbero intrufolati elen1enti originali. Hermokrates, ed infine entrambi si sacrificano per la saggezza. In IIOlderlin oltre
E' vero che quest'opera non può essere vista fuori della prospettiva della seguen- che in Fiegcl è fondamentale il problema della positività che nasce dal rapporto
te e che anche il metodo degli excerpta è piuttosto usuale allo Hegel, ma tuttavia individuo comunità.
41
l'opera hegeliana ci sembra avere un'intima unità tematica che non può essere ( ) Ottima è l'impostazione di P. AsVELD che qui riprendiamo: «Quel est le
casuale. gcnre litteraire dcl la Vie de Jésus? Il est certain que Hegel ne prétend pas nous
(39) Cfr. J. WAHL, Le malheur de la conscience dans la philosophie de Hegel, livrer une idéc exacte, historique de la vie de Jésus .... Est-ce un exposé «expurgé»
2 ed., Parigi 1951, pp. 48-51; J. HYPPOLITE, Jntroduction ... , cit., p. 37 sg.; E. DE NEGRI, de la vie de Jésus que Hegel vcut nous donncr, expurgé de tout ce qui n'aurait
La nascita della dialettica hegeliana, cit., p. 41 e 44. pas de valeur pour nous, pour ne garder que ce par quai Jésus presente un intérèt
actuel, ce en quai il peut encorc nous servir d'excmple? Pas exactement non plus,
(10) Cosi molto bene TI-I. STEINRtic1-mL, op, cit., p. 139. Ma si confrontino anche
car il est clair que Hegel a non seulment expurgé mais transformé, sciemment
le belle pagine dedicate dallo f-loFF,VJEJSTER al paragone tra Das Leben Jesu e l'En1-
transformé, le portrait de Jésus ... cn jeune réformateur il a esseyé de composer un
pedokles di HOLDEI~LIN (HOlderlin und Hegel, cit., pp. !J.1-43 e 49-50): corne Ge-
Vie de Jésus adaptéc aux besoins de la religion populaire dont il rève, de la
sù Empedocle costruisce una comunità cui si rivolge sempre il suo insegna- Volksreligion » (op. cit., p. 58).
mento, ca.me a Gesù si oppone il fariseismo cosf ad Empedocle si oppone (42) Jugendschriflen, p. 75.
138 CAPITOW TERZO
ORIGINALITÀ SPECULATIVA Il RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
139
so, nell'unità delle sue facoltà: " poiché la divinità ha tanto distin-
to l'uomo dalla restante natura che dotandolo di ragione lo ha ani- alienazione, non era altro che una sottospecie dell'antinomia illu-
mato di un riflesso della sua essenza - non è che per la fede, che ministica di individualità e razionalità; se la ragione doveva agire
l'uomo ha nella ragione, che esso può realizzare il suo destino - nella storia, non era possibile insomma che, individualizzandosi,
e la ragione non condanna gli impulsi naturali ma li dirige e li si trovasse di fronte una storicità irrimediabilmente scaduta nella
negatività; alla fine, oltre l'entusiasmo umanistico, tale radicali-
rende nobili "(4 3), Il culto della ragione e dell'umanità si svolge
in una prospettiva attivistica. Ecco il Cristo che prega: " Padre smo intellettualistico si risolveva nella paralisi della stessa azione
rivoluzionaria e nella chiusura della potenza della ragione entro i
degli uomini, cui son sottomessi tutti i cieli, Tu l'unico Santo, sii
l'immagine presente al nostro spirito, ciò a cui noi cerchiamo di limiti del pensiero utopico, contraddicendo in tal modo il presup-
posto dell'efficacia della moralità. Hegel intuisce il dramma della
avvicinarci! Possa un giorno venire il Tuo regno dove tutti gli es-
seri dotati di ragione faranno di essa sola la regola del loro agi- speculazione illuministica e lo esemplifica nel dramma del suo Ge-
re,, ( 44 ); o ammaestra gli apostoli: " agite secondo una massima su illuminista. La morn.lità è la sfera autonoma della libertà: che
tale che voi possiate desiderare che essa si applichi a voi stessi co- cos'è invece la positività? Qual'è il rapporto tra libertà ed etero-
nomia, tra moralità e legalità?
me legge generale tra gli uomini. Questa è la legge fondamentale
della moralità, il contenuto di tutte le legislazioni e di tutti i lihri Hege] distingue cattiva e buona positività. Polemizzando con-
sacri dei popoli. Entrate attraverso questa porta del Diritto, nel tro gli ordinamenti positivi che sono, per usare le parole del Ti1-
tempio della Virtu,, (45); in ogni caso la moralità è intesa come binger Fragment, " ein totes Kapital '" Gesu esclama: " se voi
una spinta ali' azione, un contributo alla costruzione del regno considerate gli statuti ecclesiastici e i comandamenti positivi come
di Dio. la legge suprema data all'uomo, voi disconoscete cosi la dignità
Tuttavia l'adesione ai moduli illuministici e lessinghiani, la dell'uomo ed il potere che è in lui di creare da se stesso la nozio-
considerazione della storia religiosa come storia dell'educazione ne della divinità e la conoscenza della Sua volontà. Chi non ri-
del genere umano attraverso la ragione e l'ottimistica speranza del spetta questo potere che è in lui, non rende onore alla Divinità.
trionfo dei · lumi ingeneravano contraddizione nel procedimento Ciò che l'uomo può chiamare suo Io, è ciò che al di sopra della
hegeliano; assumendo infatti la ragione come funzione moderatri- tomba e della decomposizione, ciò che per sé stabilirà la ricompen-
ce, regolatrice e deontologica dello sviluppo storico, si urtava con- sa meritata. L'Io si rivela come ragione che non dipende da alcuna
legislazione, e ad esso nessuna autorità della terra o del cielo sa-
tro il sorgere della positività. Era possibile a chi voleva vivere in-
teramente nel suo tempo per comprendere e trasformare la realtà, prebbe indicare altra misura di giudizio "( 46), La cattiva positivi-
ridurre, come avveniva nell'Illuminismo, tutta la positività a pre- tà è quindi l'alienazione, ciò che rende schiavo l'uomo del pregiu-
dizio, della strettezza egoistica, ciò che si oppone alla " legge in-
giudizio? Ed era lecito a chi concepiva l'uomo come totalità ed
aveva appreso a considerare l'individualità delle creazioni popo- teriore che è legge di libertà" (47). Gesu rivolgendosi ai giudei che
lari, svalutare quelle configurazioni storiche, consolidate nell'este- lo mettono a morte esalta la sua libertà, che non può essergli tolta
riorità, ma che pure erano espressione dell'uomo? Il problema del- in alcun modo: solo la cattiva positività, " il giogo di una legge
la positività, che s'andava definendo nella dialettica tra libertà ed che è imposta dal di fuori '" rende schiavi gli uomini e la vita in-
degna di essere vissuta (48 ). Ma, oltre alla positività dell'alienazio-

(43) Ivi, p. 80.


(44) Ivi, p. 85. (46) Jugendschriften, p. 89.
( 47 ) lvi, p. 98.
(1") Jugendschriften, p. 87. l\lla si cfr. anche p. 100 e 103, dove appaiono evidenti 48
i richiami a Lessing, dal cui Nathan der Weise Hegel cita con frequenza. ( ) Jugendschriften, p. 98. In generale sul problema della distinzione tra buona
e cattiva positività nella «vita di Gesù)) si vedano le preziose annotazioni di HYPPO-
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADfCALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE 141
140 CAPITOLO TERZO

ed alienazione in generale, tra Gesù e il giudaismo, nasce la fon-


ne v'è la positività buona, che è creazione della libertà e della ra-
gi~ne. Abbandonando i discepoli, alla vigilia della morte, cosi He- damentale domanda attorno a cui ruoterà il testo: " Come ci si
poteva aspettare che un tale Maestro che si dichiarò contrario non
gel parla loro: « non crediate che il piano della divinità si compia
tanto alla religione dominante quanto alle superstizioni morali-
in assembramenti tumultuosi o nelle comunità che giurano sul no-
stiche, secondo cui l'osservanza di certe pratiche bastava a soddi-
me e sulla fede di una persona. Il piano divino non è limitato ad
sfare le esigenze della legge morale, che esigeva non una virtu
un solo popolo né ad una sola fede,ma abbraccia d'amore impar-
fondata sull'autorità (cosa senza senso ed immediatamente con-
ziale il genere umano intero. Voi potrete riconoscere che il piano
traddittoria), ma su una libera virtu personale, - come aspettarsi
si sia compiuto quando non vi sarà piu culto dei nomi e delle pa-
dunque che un tale Maestro desse anch'egli origine ad una reli-
role, ma il servizio della ragione e della virtu, esercitato su tutta
gione positiva, vale a dire fondata sulla autorità e che non poneva
la faccia della terra. È la costante visione di quella speranza del-
né punto né poco il valore dell'uomo nella moralità? ,, (53 ). Donde
l'umanità e non la vana speranza nazionale dei giudei che vi con-
quindi la positività? Hegel precisa che la sua ricerca non tende a
serverà esenti dallo spirito di setta, sempre inflessibili e coraggio-
studiare l'intera storia della chiesa cristiana ma solo a determi-
si ,, (49). Il contrasto stabilito tra buona e cattiva positività si con-
nare quei motivi che permisero la trasformazione della reine Re-
figura quindi come rapporto dialettico di vita e di morte, qualora
ligion predicata da Gesù in religione positiva (54 ). La prima ragio-
la vita sia intesa, sebbene ancora piuttosto confusamente, quale
ne di tale trasformazione consiste nel fatto che lo stesso Gesù « fu
integrazione di razionalità ed individualità, libertà e storia, teo-
un ebreo, ed il principio della sua fede e del suo Vangelo fu la
ria e prassi.
volontà rivelata da Dio, quale la tradizione giudaica gli aveva con-
Nello scritto La Positività della religione cristiana, composto
servata ,, ( 55 ); in secondo luogo « Gesu fu obbligato a parlare mol-
a Berna nell'inverno del 1795 e nella primavera del 1796 (50 ), i te-
to della sua persona », per il fatto che tutte le leggi, - liturgiche
rni fin qui espressi assumono una maggiore chiarezza ed i limiti
politiche civili, i costumi e le tradizioni - , del suo popolo erano
intellettualistici ed illuministici del precedente scritto hegeliano
considerate comunicate da Dio stesso, e che perciò il nuovo ordi-
si avviano ad essere affatto superati. Die Positivitat si apre con la
namento avrebbe dovuto essere fondato su una pari autorità, al-
polemica contro la concezione ritualistica della religione giudaica,
trimenti Egli non sarebbe stato ascoltato (56 ). " Come può giun-
per cui le verità morali son ricondotte « a morte formule », « a
gere lontana la rinuncia degli uomini alla loro forza e libertà, per
morte macchine ,, « sotto una potenza straniera » ( 51 ). Contro tale
cui tanto volentieri si chinano sotto una eterna tutela e si attac-
formalistica pietà religiosa sorgono gli Esseni e Giovanni, ma è so-
cano alle catene che ne imprigionano la ragione, tanto piu quanto
prattutto Gesu che coglie nella sua predicazione l'eterno elemento
piu pesanti divengono - e di ciò ciascuno ha ogni giorno esempi
della vera religiosità, nell'affermazione della libertà dell'uo~o ~
dinnanzi. .. » ( 57 ). Il terzo elemento che contribui a fondare la po-
della sua autonomia morale (' 2 ). Posto cosi il contrasto tra hberta
sitività della religione cristiana fu l'aspettativa del Messia che do-
veva apparire con forza per restaurare lo stato giudaico: Gesu
LITE, J., Jntroduction .. , cit., pp. 33-38. Sui prec:den~i della polemica hegeliana c~e
qui comincia a configurarsi nei riguardi del g1uda1smo, cfr. C. L. FURCK, ?P· ctt.,
39-43 che traccia un quadro della polen1 ica illuministica a questo proposito (con
~~~ticol~re attenzione a Voltaire, Herde.r, Lessing, Mendelsohn ecc.). (53) Jugendschriften, p. 155. La trattazione di H. NITIL, op. cit., pp. 35-39, che
(1ll) Jugendschriften, p. 122; ma vech a~c~1e p. 126.. . . si riduce tutta alla chiarificazione di questo problema, è molto utile da vedersi.
(5o) Die Positiviti:it der christlichen Rel1gion, pubblicato 1n Ju~e~dschriften, pp. (51) Jugend8chriften, pp. 156-157.
152-213; fu composto a Berna tra jl 1795 e il 1796, restando tuttavia 1ncompleto. (") Ivi, p. 158.
(51) Jugendschriften, p. 153. . . . . (56) Ivi, pp. 158-159.
(52) Ivi, p. 154. Sulla dialettica di libertà ed ahe~az1one In questo scritto hege- (57) Ivi, p. 159.
li.ano si cfr. l'esauriente giudizio di P. ASVELD, op, cit., pp. 66-67.
142 CAPITOLO TERZO
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
143
non poteva deludere neppure questa aspettativa, gli bastò tra-
nozione di alienazione e di cattiva positività si definisce anche in
sportarla su un piano morale " e stabili l'occasione dell'apparire una prospettiva di socialità.
della sua grandezza nel tempo dopo la morte » ( 58 ). I discepoli ri-
Un altro elemento che contribui alla positivizzazione della re-
presero tutti questi motivi marginali ed occasionali dell'insegna-
ligione cristiana fu il fatto d'aver fissato il numero degli apostoli;
mento di Gesu e ne fecero il fondamento e la sostanza della dot-
Socrate invece non si curava del numero ed una volta ebbe sette
trina cristiana. Quarto elemento di positività fu il miracolo, pro-
discepoli, altre volte tre per tre, come capitava. Ed Hegel com-
va esteriore cui Gesu fu costretto per rompere la crosta di diffi-
menta: « È essenziale e necessario ad una costituzione politica de-
denza e grossolanità dei suoi contemporanei (59 ): ma la concezione
terminare il numero dei membri per la rappresentanza popolare e
miracolistica si rivelò forse piu pericolosa delle altre e di fatto
per i giudizi e di tenerlo fermo di poi - ma una religione della
contribui decisamente all'esteriorizzazione del pensiero cristiano:
virtù non può derivare tali forme dalla costituzione statale ... ,, (63).
l'aspetto formalistico, cerimoniale, liturgico della religione giudai-
Al!' alienazione religiosa corrisponde quindi lo svilupparsi di una
ca fu ripreso e la religione con ciò ridotta a puro Lippendienst,
mentalità statualistica e politica all'interno della chiesa, sostenuta
ad omaggio meramente verbale alla divinità (60 ). Invece di essere
appunto dalla pretesa di sostenere la fede nel Cristo non tanto su
fondata sulla libera adesione alla predicazione del Cristo che coin-
un libero imperativo della coscienza quanto sull'autorità che si
cide con l'imperativo della coscienza, la religione cristiana comin-
faceva derivare dalla persona storica del Cristo (64 ). La Chiesa in-
ciò a fare il suo centro nella persona storica di Gesu, e son so-
somma si fa succube dell'autorità, e svolge la dottrina in modo
prattutto gli immediati discepoli responsabili di ciò: essi furono
da farne lo strumento del dispotismo, il mezzo per giustificare la
uomini modesti che si attaccavano alla lettera del pensiero cri-
alienazione morale e politica del cittadino. In questa prospettiva,
stiano e vi portarono tutti i pregiudizi giudaici, « essi non cerca-
il diritto invece di sgorgare dal profondo del cuore insieme al sen-
rono verità e libertà per se stesse, ma attraverso un faticoso ap-
timento della virtu, risulta condizionato dalla frattura del mondo
prendimento giunsero solamente ad un oscuro sentimento e al-
morale e umano, dalla distinzione tra positività e libertà e cosi si
l'aspetto fo1male d'esse,, (61 ). Comincia qui un lungo paragone
riduce inevitabilmente ad essere un puro ordinamento di neces-
tra la scuola socratica e quella di Gesu: anche la prima si fondava sità (65 ).
sull'affascinante figura di un uomo, eppure non divenne religione
Queste osservazioni permettono allo Hegel di introdurre nella
positiva, poiché il terreno in cui si svolse era affatto diverso, era
parte conclusiva dello scritto la trattazione di un tema che gli è
la libera città greca. Gli amici di Socrate avevano fin da giovani
particolarmente caro, vale a dire quello del rapporto tra Chiesa e
sviluppato in molti modi la loro personalità, ed erano nutriti da
stato, e quindi della forma giuridica che la libertà deve assumere.
quello spirito repubblicano che ad un tempo potenzia l'indipenden-
Se cerchiamo di mettere un po' di ordine nel confuso sviluppo del
za individuale ma altresi integra le individualità nella vita pubbli-
pensiero hegeliano in questa fase, dobbiamo insistere particolar-
ca; essi cercavano la verità per farne uno strumento di azione
mente su questi punti: a) solo la libertà può qualificare in maniera
nella città e volevano essere qualchecosa di piu che inattivi filosofi,
unitaria e totale la vita dell'uomo, e la libertà si attua nella città:
e più che scolari di Socrate ( 62 ). Di fronte alla religione cristiana
il diritto è quindi il consolidamento oggettivo dell'energia morale
riemerge dunque l'ideale della antica polis, e conseguentemente la
soggettiva ( 66 ); b) la religione cristiana, positivizzandosi, ha alienato
(") Ivi, p, 160.
(59) Jbiden1. (63) Ivi, pp. 163-164.
(60) Ivi, p. 161. {fl 4 ) lvi, p. 165 sgg.
(1>1) Ivi, p. 162. ( 65 ) lvi, p. lìO.
(") Ivi, p. 163. ( 66 ) Ivi, p. 174.
144 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
145

la libertà dell'uomo ed il suo diritto, imponendogli come fine esclu- la già oppressiva autorità della chiesa moltiplica la sua forza usan-
sivo il cielo (67 ) ; e) di conseguenza la corruzione ecclesiastica della do gli strumenti del potere politico, e allora « non v'è piu pensiero
moralità non incide solo sulla vita dell'individuo ma soprattutto che non paghi diritti di dogana » ( 72 ), la moralità viene ridotta a
sulla vita della comunità ed il diritto è considerato in questa pro- casistica (73 ), l'alienazione trionfa senza alcuna opposizione.
spettiva come un puro ordinamento di necessità. Sviluppando que- Avvicinandoci alla conclusione e volendo enucleare un giudi-
st'ultimo argomento, Hegel approfondisce lo studio dei rapporti zio, dobbiamo ammettere che questi scritti sollevano piu problemi
che intercorrono tra stato e chiesa, soprattutto per quanto riguar- di quanti ne risolvano. Se infatti i concetti di libertà ed alienazio-
da leducazione. La Chiesa, quella cattolica in particolare, ma dopo ne sono definiti adeguatamente ed anche la mediazione di libertà
la sua gloriosa lotta rivoluzionaria anche la protestante, si arroga e positività è intravvista con st1fficiente chiarezza att11arsi nel rin~
il diritto dell'educazione dei giovani, diritto che le è concesso dal-
novamento dell'antica polis (74 ), ciò non va oltre lo studio della
lo stato. Quali possono essere gli effetti di una tale educazione se
vita di Gesù e dei primordi del Cristianesimo; quando tali nozioni
non quelli alienanti, spersonalizzanti che son già stati in generale
vengono applicate all'analisi del mondo attuale, allora si aprono
lamentati? Con una tale predicazione autoritaria non va la Chiesa
gravi difficoltà. Innanzitutto che significato ha lapplicazione delle
contro gli stessi diritti naturali del bambino, contro il diritto di
teorie contrattualistiche ali' analisi delle strutture ecclesiastiche?
sviluppare liberamente le proprie possibilità? (68 ). Per difendere i
In secondo luogo qual'è la precisa immagine che Hegel si fa dello
diritti fondamentali dell'individuo, Hegel giunge al punto di appli-
stato?
care all'analisi della chiesa la teoria del contratto sociale, seguen-
do in ciò il Mendelsohn (69), e cosi argomenta: la chiesa non può certo che, in generale, l'ideale del Volkstaat è sotteso a tutta
È

alienare i diritti fondamentali del cittadino, per esempio usando questa speculazione e che condiziona il procedimento hegeliano;
sanzioni civili contro i cittadini di religione diversa, perché la tuttavia, quando Hegel affronta l'indagine delle strutture storiche,
stessa società ecclesiastica è fondata su un contratto di unione ecclesiastiche o statuali che siano, esso sen1bra venire meno e
che preserva al singolo contraente la facoltà di reciderlo, ed in certo è immerso in una notevole ambiguità. Senza dubbio, ad esem-
ogni caso ad ogni contraente il diritto di libertà di pensiero ( 70 ). pio, le teorie contrattualistiche, apparendo inaspettatamente e pur
Quando i diritti fondamentali dell'uomo vengano schiacciati dalla avendo il carattere dell'espediente polemico, rivelano la contraddit-
Chiesa, allora lo Stato ha il diritto di intervenire in difesa del cit- torietà del procedimento hegeliano: la chiesa e la religione risul-
tadino : la difesa della libertà di religione è quindi un compito pre- tano definite in una prospettiva privatistica, in completa opposi-
ciso che lo stato deve assumersi (71). Ad Hegel insomma sembra zione perciò con la concezione della Volksreligion; ed anche lo
interessi affermare una pura forma di religiosità che dalla mora- stato che interviene con la forza per far rispettare i diritti inalie-
lità sia giustificata e sostenuta, e niente di piu; e ciò che egli teme nabili dei cittadini e dall'alto controlla la chiesa, si avvicina piu
soprattutto è la confusione della chiesa con lo stato, poiché tale all'immagine dello stato guardingo ed illuminato che i sostenitori
confusione genera infine il dispotismo piu gretto e piu pesante; del dispotismo settecentesco teorizzavano, che all'ideale dello sta-

{fi 7 ) Ivi, p. 177. (72) Ivi, p. 205.


(68) Ivi, pp. 183-189. 73
( lvi, p. 206. Le ultime pagine dell'opera hegcliana sulla positività contengono
)
(6\l) Ivi, p. 173. Cfr. anche le annotazioni precise di E. DE NEGRI, La nascita della un richiamo alla storia delle sette rnedievali che si batterono appunto per la libertà
dialettica hegeliana, cit., p. 44 sgg. religiosa, sebbene questo concetto non potesse trionfare in quell'età oscura (ivi,
(70) Jugendschriften, p. 190 sgg. pp. 212, 213). Sui precedenti cfr, G. DELLA VOLPE, op. cit., p. 57.
(71) Ivi, p. 198 e 202. (
71
) Su questo punto molto bene G. LUKACS, op. cit., pp. 46~61.

10. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


146 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BiìRNiìSE
147

to popolare (75), Queste contraddizioni derivano dal fatto che He- cristiana nel mondo antico e quindi delle responsabilità del cri-
gel non riesce ancora a dialettizzare, in questi scritti, la constata- stianesimo nel processo che condusse alla rovina dell'impero ro-
zione di ciò che è e la definizione di ciò che deve essere. Il suo mano. Tale problema, che era stato affrontato da Voltaire, Mon-
radicalismo politico era ancora troppo astratto, l'analisi storica, tesquieu e Gibbon e da questi autori divulgato nella cultura set-
che fin qui era andato compiendo, troppo approssimativa ed aprio- tecentesca ( 76 ), non rappresentava per lo Hegel null'altro che la tra-
ristica. Tale era in Hegel l'esigenza della perfetta adeguazione di duzione storiografica della dialettica di libertà ed alienazione l'in- 0
teoria e prassi, che solo una piena comprensione della storia uni- dice paradigmatico dell'opposizione di stato popolare e di stato
versale poteva permettergli di svolgere coerentemente il concetto di necessità; tuttavia la prospettiva storica in cui questa tema-
di religione e di stato popolare come ideali operativi. tica era reinterpratata, doveva permettere allo Hegel non solo
di approfondire la definizione della mediazione, ma anche di
4. - Nel tentativo, che Hegel opera nella seconda parte del meglio determinare le implicazioni giuridiche del concetto di
Die Positivitiit, di applicare alla storia contemporanea le nozioni di alienazione.
stato e di religione popolare, si era rivelata un'aporia, poiché alla Come s'è detto, Montesquieu e Gibbon avevano affrontato il
esigenza di individualizzare i concetti filosofici, di renderli cioè problema in opere famose; la metodologia messa in atto in esse e
strumenti di comprensione storica, si contrapponeva l'uso di teo- le tesi prospettate risentivano naturalmente dei caratteri e dei li-
rie contrattualistiche, non rispondenti allo scopo: per tali teorie miti della cultura illuministica di cui erano espressioni, ed in par-
infatti risultava radicalizzato il momento individuale dell'antino- ticolare di una fondamentale antinomia, quella tra determinismo
mia tra universalità e storicità e contraddetta perciò la fondamen- e psicologismo. In entrambi quegli autori infatti al rilevamento di
tale istanza di considerare religione e stato popolare come media- una cat1sa generale di carattere meccanico, - « un grande impero
zioni. Non è certo che Hegel fosse consapevole di tale aporia, ma, suppone un'autorità dispotica in colui che governa ,, (77), e perciò
consapevole o meno, sta di fatto ch'egli sembra convinto che il « la decadenza di Roma fu l'effetto naturale ed inevitabile di una
nesso tra ciò che è e ciò che deve essere non può essere colto in- smisurata grandezza» (78 ) - , s'aggiungeva, in maniera piuttosto
seguendo l'indefinita progressione storica prevista dal pensiero in- esteriore, la considerazione dell'impoverimento della «virtù civica»
dividualistico, quanto invece cercando di approfondire realistica- dei singoli, provocato dal dispotismo imperiale e dal cristianesi-
mente l'analisi del contesto storico. mo (79 ): ma solo di rado i due motivi erano dialettizzati e la con-
Mosso da questo proposito, Hegel si avvicina alla storiografia traddizione tra giusnaturalismo ed empirismo, tra razionalismo
illuministica, traendone suggerimenti soprattutto per quanto ri-
guardava il problema degli effetti dell'affermazione della religione
16
• ) Oltre alle citate Considérations ... di MONTESQUIEU e al Decline and Fall ...
(
dt GIBBON, è molto importante la funzione polemica assunta dalle tesi di VOLTAIRE
espresse nell'Essai sur les 1noeurs, c. 10. Sul complesso della polemica oltre a G,
(75) Non aderian10 tuttavia alla tesi di T. L. HAERING, op. cit. 1 vol. I, pp. 233-234, 1

GIARRIZZO, Edward Gibbon_ e la cilltura europea del settecento, cit., in part. p. 227
che sostiene (ripreso anche da G. DELLA VOLPE, op. cit., p. 54 sgg.) che Hegel giunge
sgg. e 301 sgg., cfr. W. KAEGI, Voltaire und der Zerfall des christlichen Geschichts-
qui a1la distinzione di moralità e di legalità, e che su questa distinzione considera lo
bildes, i~ Historische Meditationen, Zurigo 1942, I, pp. 222-248; e R. B. OAKE,
stato co1ne Zwangsanstalt. La concezione hegeliana si avvicina infatti a quelle
Montsqiueu's analysis of roman history, in «Journal of history of ideas» 16 1955
tradizionali, ma solatnentc per un momento, e con grande ambiguità: non si può gennaio, pp. 44-59. ' ' '
perciò stabilire in questa situazione transitoria e sfortunata del pensiero hegeliano 77
quasi una fase della sua evoluzione giovanile. Molto pili adeguata è la trattazione ( ) MONTESQUIEU, Esprit des lois, l. VIII, c. XIX
78
che E. DE NEGRI, op. cii., pp. 44-51 fa dell'argomento, sebbene anch'egli sia portato ( History of the decline and fall of the ro1nan Empire, Londra 1909-
) GIBBON,
a considerare la teoria dello stato di Hegel non transitoriamente decaduta nel 1914, IV, c. 38, p. 173. Su questo problema cfr. G. GIARizzo op cii p 231 d ·
contrattualismo ma ad esso consona: tuttavia il De Negri non affronta espressa- abbiamo tratto anche la citazione. · · ~ ' · " · ' a cui
7
mente il tema politico del pensiero dello Hegcl. ( fl) GIBBON, History ... , XV.
148 CAPITOLO TERZO

ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE


e realismo riusciva ad esser superata cso). Hegel recide qu.e~to di- 149

1emma: neI S u O Concetto di uomo come ente costruttivo· ns1edeva I ze e la sua vita al servizio della patria, per spirito di dovere, non
ormai la radice della determinazione del processo stonco e ta e riteneva tanto pesanti i suoi sacrifici da desiderarne una diminu-
concezione, d'origine pratica, era ben lungi per ora da'. decadere zione o un compenso; aveva lavorato per la sua idea, per il suo
sia nel pragmatismo illuministico, sia in una raffiguraz10ne met~­ dovere : che poteva richiedere in cambio? Si attendeva solamente,
fisica di tipo romantico; nell'uomo come costruttore . d~lla stona poiché era stato coraggioso, di vivere nell'Eliseo o nel Walhalla
attraverso la li. berta' era costituita la mediazione realistica d1 ·de- degli eroi... Che compenso poteva chiedere per le sue sofferenze
terminismo ed individualismo e questa visione del processo stonc~ non meritate un Edipo quando egli credeva di essere al servizio e
rinnovava la tradizione umanistica e faceva leva sull'antropocentn- sotto il dominio del fato? Certo, per adottare come massima l'ob-
kantiano al fine di spiegare la trasformazione delle strutture bedienza cieca ai volgari capricci d'uomini vili, ci voleva un popolo
smo
storiche cs1 ). Si può perc10 . I·1 me t o d o che Hegel usa nel-
.. de fi mre . giunto al piu alto grado di corruzione, annichilito dalla piu profon-
l'indagine sulla caduta dell'impero romano, come fenomenolog'.co da incapacità morale - per condurlo a tal punto, ci doveva es-
poiché esso prevede il rispecchiamento dell'intero dramma stonco
ser stata la lunghezza del tempo e la completa dimenticanza di
nella vita della coscienza (82). .
una situazione migliore. Un tale popolo, abbandonato a se stesso
d
In tln frammento 1 erna . B del 1794 (83) , Hegel descrive ancora • •

1
da tutti gli dei, conduce una vita privata, ed ha bisogno di segni e
una volta l'immagine della città antica e il dramma dell ahenaz10-
di miracoli, ha bisogno di ricevere dalla divinità l'assicurazione
della riappropriazione d e Il a 1uer ·1 t a,· ma ormai inserendolo
.
::ll: svil:1ppo della storia universale. Nel mondo della. t~rd~ ~n- di una vita futura, poiché non è piu capace di aver fede in se stes-
so. Ancora, esso non è capace di sorreggersi sull'idea della mora-
tichità classica, egli dice,. " Ia massa
. c.he. non hah piub' virtu c1v1ca
no d'altri lità e di costruire su di essa la sua fede - le idee si son disseccate,
. . o stato di oppressione e avvilimento, a isog .
e vive m un alla sua mise- son divenute delle chimere - perciò la sua fede si fissa su un in-
sostegni, d' altre consolazioni per trovare c~m~en_so ,. . -
dividuo, si appoggia su una persona capace di servirgli da modello,
ria che essa non può tuttavia tentare di d1mmmre. L mt1ma co~
' l ezza. della fede in Dio e nell'immortalità deve essere d'essere l'oggetto della sua ammirazione. Di qui l'aperta, voluta
sapevo · · ·sost1-
· d
. est~rne, dalla fede in uomini che son nusc1.t1 recezione della religione cristiana nell'epoca della sparizione della
tuita da garanzie v I Ib a
accreditare l'opinione che essi. 1a sanno Iun ga in merito.I I I fero virtu civica presso i romani e del tramonto della loro grandezza
repubblicano che nello spinto . . d e I suo popolo spendeva e sue or- esterna. Ma ecco anche perché molti secoli piu tardi l'umanità si
apre di nuovo alle idee ... Tutto ciò che vi è di bello nella natura
umana e che noi stessi abbiamo trasferito fuori di noi, nell'indi-
. -- . d o rattutto le annotazioni di F. MEINECKE,
(BO) Su questo problema s1 :e ~no s ~ sgg riprese da G. GIARRIZZO, viduo straniero, non ritenendo per noi che tutte le miserie di cui
Le origini dello storicis1110, trad. it. c1t., p. 9 sgg, e 185 .,
op, cit., p. 234 sg. . . ratica)> come criterio di comprcn-
essa è capace, noi nuovamente riconosciamo come opera i1ostra e
(81) Tale esigenza di. intendere la «lrnl giotn p r1'formato che I-legel fa proprio:
. . pio di que can 1smo
nuovamente ne prendiamo proprietà ... ,, (84).
1
sione stanca e un a tro csci:n . a er renderlo strumentale, cosa che a Kant,
accetta il primato della ragion pratic P d . ·i p 27 sarebbe sembrata Tutte le fasi del processo della libertà, riferite ad una situa-
.
come giustamente no1a· J · HYPPOLITE' [ntro uc 1ion ..., c1 ., · •
zione storica ed anzi ricavate dall'analisi di questa, sono qui de-
ripugnante. . . d ll'im ostazione gibboniana della
(8Z) Sull'originalità de1la reintcrpretazion~. e . ~ue:to saggio hanno soprat- scritte; ma è soprattutto in un altro importante frammento del
caduta dell'impero romano e del .metod~9 hege i~n~ I~ HAERING op.' cit., vol. I, p. medesimo periodo che il riferimento al problema della caduta del-
tutto insistito W. DILTIIEY, op. cit., p. sgg. · · '

sgg. Il fra1nmento e11e c1.,.ram o e' quello n · .5 della Volksreligion ... , redatto a Ber-
249 (83)
na nel 1794, ed ora pubblicato in Jugendschriften, pp. 70-72. 84
( ) lugendschriften, pp. 70-71. Su questo frammento cfr. inoltre H. NinL, op.
cit., pp. 34-35.

.........-"'1il
150 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECUIATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL
PERIODO BERNESE
151
85
]'impero romano è ancor più puntualmente attuato ( ). L'argo- a~evano d~ciso'. sacrificavano le loro proprietà, le loro passioni, of-
mentazione hegeliana muove, come al solito, da un motivo imme- frivano
. . mille vite per una causa che era proprio la Io ro ... ,. neII a
diatamente polemico: è cosa usuale ai cristiani, afferma Hegel, pa- vita privata come nella pubblica quell'uomo era libero e viveva
ragonare la loro felicità e la loro scienza all'infelicità ed alle tene- secondo le proprie leggi. L'idea della sua patria, del suo stato era
bre in cui vivevano gli antichi pagani. I cristiani però potrebbero l'invisibile, il più alto concetto per cui egli lavorava, che lo trascina-
risparmiarsi la loro pietà, innanzitutto, perché la ragion pratica ~~· tal: era i~ fin~... del suo mondo ... Dinnanzi a quest'idea spariva
moderna non può applicarsi correttamente ai bisogni di un'epoca I mdividuahta " ( ). La fine del paganesimo classico coincide dun-
tanto lontana e differente, in secondo luogo perché tali moralistiche que con la fine della libertà, di quella libertà che non è astratto
posizioni sono assolutamente insufficienti a render conto di un '.ib~r~ arbitrio ma «virtù» nel senso di Montesquieu, relazione di
grandioso rivolgimento storico: « Il fatto che la religione pagana r1:d1v1duo ~ con1unità, morale civica, connessione di vita privata e
sia stata soppiantata dalla cristiana è una delle meravigliose rivo- vita pubblica, no11 una <(cosa» ma una «realtà vivente» , un a<(rea- I
luzioni, delle cui cause si devono occupare gli storici. .. » ( 8G). Que- tà invisibile». La religiosità greco-romana è Volksreligion: " i loro
sto richiamo alla serietà dell'indagine scientifica contro l'apologe- dei regnavano nel regno della natura ,,, negli dei gli uomini si ri-
tica ecclesiastica, fa parte del bagaglio illuministico dello Hegel. con~s~evano; e. quand'anche la volontà umana collidesse con quel-
Ed egli continua: certo la distruzione di un pensiero religioso tra- la divma, con il destino, ciò avveniva nella piena libertà e nella
dizionale ed antichissimo e la sua sostituzione con qualche cosa ~onsapevolezza della legge: ritorna il mito di Antigone che sco re
di straniero, deve aver avuto profonde radici nello spirito del tem- m sé la legge invisibile che la sovrasta (9o). Il riconoscimento ~el
po; tale passaggio implica cioè un salto qualitativo che deve esser proprio dovere andava di pari passo con il rispetto della libertà
stato preparato da una lenta trasformazione della concezione della al~ru~ e a nessuno passava per la mente di imporre agli altri il pro-
vita. " Come ha potuto scomparire una religione che da secoli era prio ideale astratto di moralità (91 ).
connessa in maniera tanto stretta alla vita dello stato? » ( 87 ): con Ma il senso della libertà si perde quando « guerre fortunate
tale domanda siamo giunti al centro della problematica di questo l'accrescimento della ricchezza», il lusso e tutte le sue conseguenz~
saggio. La risposta che i cristiani danno al quesito, che cioè la re- crearono in Atene e in Roma «un'aristocrazia della guerra e della
ligione cristiana al suo apparire avrebbe reso consapevoli i pagani ricchezza» cui il popolo offri il potere, sicuro in ogni caso di po-
della povertà delle loro credenze e della primitività della loro mi- terlo rivendicare. Con ciò Io stato fondato sulla virtù popolare e
tologia, non convince Hegel: infatti « la religione di Grecia e di repubblicana viene a cadere, d'immagine dello stato come prodot-
Roma era una religione per popoli liberi '" non dunque qualche to della sua attività spari dall'animo del cittadino,, (9'). In tal
cosa di pri1nitivo e grossolano come l'apologetica cristiana aveva modo dunque lo stato si disintegra, alla volontà generale si sosti-
preteso, e solo " con la perdita della libertà dovette perciò spa- tuisce la volontà dei singoli, «ogni attività, ogni fine si rapporte-
rire il senso, la potenza di questa religione, il suo potere di adatta- ranno solo all'individuo; non c'è più attività per un tutto
mento alla vita umana ,, (88). " In quanto uomini liberi (gli antichi) '"d ("3) . . ' per
un i ea» . Invece di mtegrare la propria vita in quella della co-
obbedivano alle leggi che si erano dati, a quegli uomini che si era- munità, il cittadino ritorna in se stesso, pensa solamente alla pro-
no liberamente scelti come capi, conducevano le guerre che essi
(") Ivi, pp. 221-222.
(8") Il frammento redatto dopo Die Positivitii.t all'inizio del 1796 è pubblicato
( 90 ) lvi, p. 222.
in Jugendschriften, pp. 219-229.
(9 1 ) lbidein.
(86) lvi, p. 220.
( 92 ) Ivi, p. 223.
(87) Ivi, p. 220.
(93) lbideni.
("') Ivi, p. 221.
152 CAPITOLO TERZO
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BllRNESE
153
pria gioia; la ricchezza, la proprietà prendono il posto dell'idea ti e della novità degli interessi e del procedimento hegeliani, su
di stato. E sulla proprietà si fonda il mondo astratto del diritto. cui abbiamo all'inizio insistito, rispetto alla storiografia pramma-
Ma la ragione, senza più fede, senza più patria, ha pur sem- tica, ci è dunque definitivamente offerta dal!' analisi finora con-
pre bisogno dell'assoluto ( 94 ): non ritrovandolo nella realizzazione dotta. E specifican1ente, la più importante ed originale categoria
concreta dell'idealità morale, tende a ricercarlo nella trascendenza. qui enucleata sembra essere quella della vita privata, che permette
Cosi il cristianesimo diviene il suggello della passività dell'uomo. allo Hegel di estendere la dialettica tra libertà ed alienazione com-
« ... ai nostri giorni è riservato ora il compito di rive11dicare, alme- '
no in teoria, come proprietà dell'uomo, i tesori che sono stati di-
prendendovi una nuova coppia di opposti, lavoro e proprietà. Co- i
me s'è visto infatti, la libertà non è per Hegel mera capacità di '
spersi nel cielo, ma quale secolo avrà la forza di rendere valido opzione, ma operosità, costruttività, la sua definizione non è data
questo diritto?,, (95 ). È l'ansia di azione dello Hegel giacobino che sul piano dell'essere ma dell'esistere, il suo concetto non racchiu-
ancora appare, è la trepidazione che percorre queste pagine. Ma ri- so nell'individualità ma sviluppato nella storicità, essa non è una
tornando alla storiografia, Hegel sottolinea che la dottrina della sostanza ina una virtli, non <<cosa» ma «vita» ( 100 ); parimenti l'alie-
malvagità della natura umana è espressa necessariamente dall'uma- nazione non è un concetto metafisico ma sociologico, essa si 111ani-
nità decaduta ( 9 "); attraverso tale teoria la caduta, l'alienazione, la festa come conseguenza e causa di assopimento della virtù civica,
degradazione morale risultavano giustificate; e l'immagine di Dio, e conseguentemente come vita di singolarità staccate dall'unità
del tutto allontanata dal mondo dei viventi, non rifletteva più la della comunità. Cosi nasce la categoria della vita privata, nella dia-
eticità dell'uomo operoso nella storia ma soltanto una sostanza lettica tra volontà e la negazione della coesistenza. « Nella vita pri-
astratta, che al posto della libertà poneva l'imperio. In tal modo vata, insiste Hegel ( 101 ), l'amore della vita e delle sue comodità e
« in luogo di una patria, di un libero stato s'era imposta l'idea del-
del suo miglioramento costituiscono necessariamente il centro del
la Chiesa, da quello separata, e inoltre non si concedeva alcuno nostro interesse »; alla virtù civica si oppone quindi un sentimen-
spazio alla libertà " (97 ). « .. .il dispotismo degli imperatori romani to edonistico ed egoistico, che costituisce la forma della vita pri-
aveva scacciato dalla. terra lo spirito dell'uomo e la perdita della vata, come l'eroismo è la forma della vita pubblica; e parallela-
libertà lo aveva costretto a riporre il suo eterno, il suo assoluto mente, come il lavoro ( 102 ) è il contenuto della vita pubblica, cosi
nella divinità, -a cercare e ad aspettarsi la felicità in cielo. L'ob-
la proprietà e la ricchezza sono il contenuto della vita privata, la
biettivazione della divinità va di pari passo con la corruzione e la sostanza della privazione e dell'alienazione.
schiavitù dell'uomo, e quella è solo una rivelazione, soltanto una
manifestazione di questo spirito del tempo » ( 98 ); tale divinità non
100
solo era infinita ma affatto situata oltre i limiti del mondo umano, ( ) Sul concetto hegeliano di libertà e le polemiche che esso ha suscitato cfr.
la nostra introduzione. Tuttavia ci sembra utile sottolineare anche qui che tale
« in una legge dell'universo a noi del tutto straniera », e l'uomo concetto non può minin1a1nente esse.re confuso con la «vera» libertà predicata dal
era un non-io e la divinità un altro non-io (99 ). nazisn10: tanto più in questi scritti giovanili, in cui, come riconosce anche il non
benevolo P. ASVELD (op. cit., p. 103-104), <(quando Hegel parla di libertà, pensa alla
La prova decisiva dell'unità stilistica e tematica di questi scrit- rivoluzione francese e all'entusiasmo civico che essa propagava. Ed è anche il
figlio del funzionario, aggiunge Asveld, che parla, il figlio di un uomo per cui, per
la sua stessa professione, l'interesse pubblico si identifica con i suoi interessi pri-
vati e che è abituato a riflettere in termini di bene comune».
(94) lvi, p. 224.
(1ot) Jugendschriften, p. 71.
(!l5) Ivi, p. 225.
) Nel periodo bernese l'indagine hegeliana terrà sempre più conto della sto~
102
(96) Ibide1n. (

(97) Ivi,. p. 227. ria economica e consegucntcn1ente dcl lavoro come sua categoria fondamentale. Se
(98) Ivi, pp. 227-228.
ora tale concetto è ancora piuttosto imprecisato, e significa gcnerican1ente operosità
piuttosto che attività economica produttiva, presto sotto l'influenza della scuola
(99) Ivi, p. 228.
classica inglese, andrà precisandosi nella te1natica hcgeliana.
CAPITOLO TERZO
154 ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
155
A tale polemica contro proprietà e ricchez~a ~egei gi~nge d~ adeguata risposta alle esigenze di quella società; ed ancora si sen-
d = · d" "sta. 1·nnanzitutto da un punto d1 vista stanco, p01-
prmb l~ · . . . . .
ché l'indebolimento della virtli civile degli ant1ch1 gh se:nbra _Pr
~ te l'indignazione del giacobino che, avvicinandosi al pensiero na-
zionalistico, considera il diritto romano la garanzia del diritto pa-
vocata dalla sete di ricchezza e dalle conseguenze parahzza~b d~l trimoniale del principe ed in ciò scorge la causa determinante
1usso suIla Vl.ta rnorale c103) ' in secondo luogo muovendo dall anah-
. ' . d . . della disgregazione politica della Germania (107).
si filosofica che fissa nella ricchezza e nella propneta il_ . omm10 Su questi motivi dovremo tornare tra non molto, e rimandia-
dello statico sul dinamico, dell'astratto sul concreto, del d~ntto sul- mo perciò una discussione più approfondita che ci porterebbe lon-
la volontà ('M). Ricchezza e proprietà non s'oppongono qumd1 a po- tani dall'analisi dei testi fin qui esaminati. Resta da vedere come,
vertà ma a lavoro e a dovere sociale, né quella che Hegel cond~ce ancora una volta, il concetto di alienazione sia a tal punto inner-
è una polemica moralistica che faccia centro sulla purezza de~! u_o- vato dal procedimento dialettico da presupporre, immanente alla
mo non legato da interessi mondani e che SI conc~uda p~rc10 m sua stessa definizione, l'esigenza del suo superamento. Nei fram-
un ideale ascetico, ma è critica sociale che all'atom1sm_o gm~natu- menti analizzati c'erano brani in cui appariva la trepidazione hege-
all'individualismo borghese pone l'alternativa d1 una liana e l'ansia di procedere oltre la « coscienza infelice ,, : li abbia-
ralistico e . li' ·t' I questo
visione unitaria e progressiva della stona de uma~1 a. n mo trascritti senza separarli dal contesto perché ci sembrano ca-
. l'analisi storica del tramonto della civiltà antica conduce lo ratteristici del modo di procedere hegeliano. Gli è che religione e
senso . . d li' . · he con-
H ege1 a definire le implicanze giund1che e a.1ienaz10ne, r c
d I stato popolare sono ideali operativi, usati sia come strumenti in-
istono nel trionfo del diritto dei privati, del gmsnatura ismo e e terpretativi sia come strumenti rivoluzionari ed è quindi inerente
sdiritto ron1ano; vale a dire . d e1 d"ir1"tto eh e s1· regge su una . astratta. al procedimento l'interazione di considerazioni teoriche e valutati-
distinzione di «pubblicum» e «priva.tum»,. che ~as:e da~ rappo:t~ ve, alla definizione la conversione di teoria e prassi. Perciò ora,
. · li dei cittadini considerati al d1 fuon di ogm rappo dopo l'attenta denuncia della crisi, Hegel esprime la sua speranza
patnmoma d finizione
on la collettività, e conseguentemente presuppone una . e . illuministica : « .•. ora che le idee morali possono di nuovo trovar
cd 1 tt del civis come astratta individualità, man1festaz1~ne posto nell'uomo, tutti i beni (egoistici) perdono il loro valore e le
e sagge o, d · o ett1va
soggettiva di volontà, rigorosamente separato a ogm gg , costituzioni che non fanno che garantire la vita e la proprietà non
. (I05) In questa posizione hegeliana risuonava altres1
norma e t ica · . h sono pili considerate come le migliori. Tutto l'inquieto meccanismo,
I' del movimento per la rinascita del diritto germanico, c e, co- tutti gli ingeniosi sistemi di stimoli d'azione e di considerazioni
eco bb" sopra ricordato (1DG) dinnanzi al diritto romano era consolatrici in cui tante anime deboli hanno cercato il loro confor-
me a ramo ' . sola
proclamato vivente espressione della comunità germamca e to, divengono sempre pili superflui. (Di conseguenza) il sistema
religioso che ha sempre preso fin qui il tono dell'epoca e delle
r I 11' an fchità
istituzioni politiche, (quel sistema religioso) la cui virtù suprema
(103) Sulla storicità della considerazione hege tana e e I 't classica nei
419 sgg
f . 1 nte J HYPPOLITE Travaux ... , Cl •) p. . consisteva nell'umiltà e nella convinzione dell'impotenza morale, e
frammenti considerati, e -r. parhco anne . .. ' d J HYPPOLITE Intro-
"')
(' """ Q 1·
ues ·1 rnot1·v1· sono messi in luce ottimamente a . ,, che si aspettava tutto dall'esterno, ed anche in parte il male, (verrà
duction ... , cit., pp. 29-30. _ . elle concezioni gius- meno) - il sistema religioso conquisterà finalmente un significato
c105) Hegel sembra qui polen1izzare soprattutto contro qu . Jus
a· I e'bniz riducevano lo «Jus str1ctum» a ed un valore propri, veri, autonomi,, (' 08 ). Dalla lettura di passi
natur~list-~che eh~, I sul:e 51_orm~ ~ -S~LART; L'idea individuale ... , cit., p. 68 sgg. E'
<(

proprictatis)> scnz a tro · ve a · , ·. via nel processo di forma~

~:~: ~!~: :r{~~~~a c~:gej~~~~a Je~ ~~-~~:o :a~~u~;~~te~~a a 1stra_tto ~~~~e~!o i~l ~~~~~~
0 1

7
· · ·1 ente provenire da questa po em1ca, (1° ) Cfr. infra, per quanto riguarda l'influenza sullo Hegel nel pensiero dei
sembra in f atti veros1m1 m . t rt' dcl processo Moser.
hegeliano, pacificato, riesca a concludere l'astrattezza ne11 a to a i a ·
(100) Cfr. supra, p. 53. (10B) Jugendschriften, p. 71.
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NllL PERIODO BERNESE
156 CAPITOLO TERZO 157

come questo risalta chiaramente quanto Hegel. sia an~ora illumi- tiva, i motivi storico politici. Tale processo è favorito dalle circo-
nista, ma anche quanto egli sia andato innanzi ormai nella defi- stanze del soggiorno bernese, ma aIIche in generale dal carattere
nizione di un concreto ideale di riforma. . . . della formazione dello Hegel, del suo atteggiarsi di fronte alla
. , t d"
Non rno1to p1t1 ar I, all'inizio del 1796 ' il tono raz10nahstico realtà e dal tipo di analisi filosofica che egli riteneva a sé conso-
· lta già integrato da un pili consapevole richiamo alla natura no. In che direzione procedono invece gli amici di Tubinga, Hol-
nsu ali · derlin e Schelling, con i quali Hegel aveva elaborato la parola
comp1essa dell 'uomo , alla fantasia che assieme a rag10ne crea .
il mito e perciò muove gli uomini ( 10'). Le creazioni della fanta~ia, d'ordine «libertà e amore» ed aveva concepito l'esigenza di una
dice Hegel, " non vivono isolate, ma nella f~ntasia. d_ei po~oh "'. nuova mitologia? Tuttavia non è taIIto sull'evoluzione della poesia
e particolarmente dei popoli liberi; sono le immagmi degli eroi di Holderlin che qui dobbiaino porre l'accento, quanto sull'evolu-
tutelari, dei fondatori e dei riformatori dello stato, e nel ricordo zione filosofica di Schelling, proprio perché egli pili si distacca,
d Ile loro gesta v'è qualcosa di pubblico, una parte della cultura, genialmente, dalla tematica tubinghese che resta hegeliana e viene
costituzione, dello spirito stesso d ei· po~o rI.. Ogni
e perciò a costituire per lo Hegel il termine di paragone della pro-
della . . popolo ha.

la sua particolare fantasia, ed il suo patrimomo di miti_; ~nch~ gh pria maturazione speculativa. Inoltre, l'analisi parallela dell'evolu-
antichi Germani avevano il loro Walhalla: ma '.' il cristianesimo zione di Schelling e di Hegel in questo periodo può permettere di
spopolò il Walhalla, abbatté il bosco sacro, e distrusse la fanta- definire l'originalità e l'autonomia del pensiero del secondo rispet-
to al primo.
. del popolo come vergognosa superstizione,
sia · · co me peste .diabo-
n
lica '" e da allora " nell'immaginazione del nostro popolo vive ~ Nel gennaio del 1795 Schelling scrive a Hegel: " io vivo e mi
Davide vive un Salomone, mentre gli eroi della nostra patna muovo presentemente nella filosofia. La filosofia non è ancora
,,. (HO). giunta alla fine, Kant infatti ha enucleato i risultati ma le premes-
stanno ' nascosti. nei. li"br"I di storia dei dotti
. . .
Alla
. . .
robustezza
. . •
della cultura popolare tedesca si sono sostitmti i miti gmd~1c1, e i se mancano ancora. E chi può comprendere i risultati senza le
112
David e i Salomon hanno cosi impoverito la ~en~ fa~tast1ca de~ premesse?" ( ). Resta perciò inteso che il proposito di Schelling
o Ciò che Hegel vuole è ricostrmre il mito: non s1 era quello di approfondire l'analisi dell'appercezione trascenden-
popo Io t e desc . . . . r l' - tale dell'Io, inserendosi nel processo evolutivo del criticismo allo
tratta di rispolverare le vecchie immagmi come fe~e Gi~ iano ap~
t ta (111) ma di enucleare una mitologia della hberta, della reh- scopo di fondarlo metafisicamente. Nella breve introduzione pre-
sgione
a '
e dello ·
stato popolare che potrà trascmare i·1 popoIo tede- messa a Sulla possibilità di una forma della filosofia in gene-
113
sco ancora alla rivolta, fuori dell'alienazione, ad affermare un nuo- rale ( ), tale piano è espresso con sufficiente chiarezza, e, seb-
bene nell'opera in questione Seheiling sia generalmente ritenuto
vo ideale di stato.
solamente un discepolo fedele di Fiehte, " banditore pubblico del-
114
l'Io » ( ), pure non si può non rico11oscere in essa già una certa
5. _ A Berna Hegel non abbandona quindi ~li id~ali di :ru- novità di accenti. Questa originalità derivava soprattutto dal fatto
.
b mga, anzi ad essi ancor pili profondamente aderisce, m part1co-
- bi . I
lare radicalizzando' per quanto riguarda la pro ematica specu a- 112
( ) Briefe, I, p, 15. Da una lettera da Tubinga del 6 gennaio 1795 (Briefe,
I, pp, 13-15).
113
) SCHELLING, S. W., I, 1, pp. 87-89. L'Ueber die MOglichlceit einer Fornr. der
c1os) Frainmcnto del Die Positivitiit, pubblicato in Jugendschrif~en, PP- 214-'.?.l~. (
Philosophie ilberhaupt è stato redatto nel 1794 (il Nachschrift porta la data 9-10-
( "') Ivi p 21 5 Si noti la forte influenza del pensiero herder1ano su ques;o 1794): ora è contenuto nei S. W., I, 1, pp. 85-112.
se-ritto ed 'in ·particolare
· del saggio su « ursac hen des . gesunl<.enen
. Gesc 1iniac1ls 114
bei de~ verschiedenen VOlkern, da er geblUht», riconosciuta da T. L. I-IAERING, op. ( ) La frase riportata è del Baggescn in una lettera a Eberhard dcl 1797,

cit:, vol. I, pp. 249-250. citata da X. LEON, op. cit., I, p. 399. Si veda anche la lettera di Baggesen a Jacobi
(111) Jugendschriften, pp. 216-217. del 26-4-1797, in Aus J. Baggesens Briefwechsel mit K. L. Reinhold und F. Ii. Ja-
--------~----------

158 CAPITOLO TERZO


ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNI!SE
159
che una vigorosa istanza etica percorreva le pagine schellinghiane tologica del principio di identità ( 120 ); ma in seconda istanza ri-
e che si assumeva il criticismo in funzione della fondazione della sultava cosi radicalizzato anche l'assolutismo intellettualistico di
filosofia morale; quindi la distinzione kantiana di rappresentazio- modo che dinnanzi all'ipostatizzazione dell'identità riemergevano ]e
ne e volizione doveva essere superata e nell'Io si doveva ricono- esigenze individualistiche: infatti l'Io schellinghiano situa la co-
scere il principio unitario, creativo del conoscere e dell'agire ( 115 ). scienza empirica in un rapporto antinomico e quindi la nega, rias·
Era qui espresso, malgrado tutte le ambiguità dovute al carattere sumendolo in un processo necessario, determina, per usare la fra-
giovanile dell'opera, l'ideale di Tubinga, quello, per dirla con Bag- se di u11 recente interprete, «l'automatismo spirituale» non « l'au-
gesen, della «filosofia sansculottesca» ( 116 ); in più v'era la p~rfetta tonomia » individuale e quindi riduce la libertà ad essere « una li-
conoscenza del criticismo da Kant a Maimon a Schulze a Remhold bertà dell'intelligenza che opera sulle idee, non la libertà di una
e Fichte. volontà che operi sulle cose » ( 121 ). Assistiamo cosi ad uno di quei
Ma solo nel successivo Dell' Io come principio della Filoso- fenomeni, consueti nella storia del pensiero metafisico e definiti
fia (117) l'originalità dello Schelling si approfondisce al pu~to da come di «eteronomia dei fini», per cui all'assoluta proclamazione di
far prevedere il superamento della posizione fichtiana. L'esigenza un principio, in questo caso del concetto di individualità corri-
rivoluzionaria di considerare assolutamente integrati il conoscere '
sponde meccanicamente la sua negazione, in questo caso il radica-
e l'agire (11'), conduce infatti lo Schelling alla denuncia dell'insuf- lizzarsi del motivo intellettualistico: entrambe le posizioni sono
ficienza dell'Io nello stabilire l'unità incondizionata di soggetto ed strettamente congiunte in t1n i1nico processo logico caratterizzato
oggetto che la filosofia critica esige: da questo punto di vista l~ dall'assolutismo metafisico. Ciò che qualifica il procedimento schel-
prospettiva del criticismo viene perciò rovesciata e l~ ." prop~si- linghiano è dunque l'istanza metafisica; delle due vie che erano
ione fondamentale» della filosofia viene ad essere stabilita nell af- aperte alla rielaborazione dell' ideale rivoluzionario di Tubinga,
:ermazione del Soggetto assoluto, qualificato con gli attributi della quella entusiastico religiosa che concludeva nell'atteggiamento me-
sostanza spinoziana (11"). Quali sono le conseguenze. di que~~a '.~­ tafisico e quella analitico storica che doveva concludersi nell'uma-
postazione? Innanzitutto la radicalizzazione m~tafisi~a. dell mdivi- nesimo storicistico, Schelling sceglie decisamente la prima.
dualismo: l'Io diviene sostanza e l'antinomia di empina e assolu-
Anche la sua filosofia pratica e politica risente dell'intonazione
tezza, di storicità e razionalità si pretende risolta nell'ipostasi on- metafisica della speculazione di questo periodo, intonazione certo
predominante anche se sarebbe grave errore dimenticare i motivi
b i val II Lipsia 1831 p. 169-180, e particolarmente pp. 175-177. Sulla .relativa attivistici tuttora presenti in questa fase, in nessun senso definiti-
co, ·dell'opera
originalità ' '
schellinghiana, cfr. X. LEON, l · c., e RKoNER
· R , op.
c t., t l, p ·
535 sgg. e part. 538. .
120
(115) p. 100, n. t; 112. Sulla centralità de~ motivo ehco nell'opera in
s. w., I, 1, ( ) Sulla mediazione schellinghiana delle antinomie kantiane nell'ipostasi del-
questione ha insistito giustamente A. HoLLERBACH, op. cit., pp. 89-90. l'identità cfr. 1-I. KNITTERMEYER, Schelling ... , cit., pp. 49-57; oltre ai pili recenti G.
(116) Nel Briefwechsel cit., val. II, p. 175. . . SEMERARI, art. cit., pp. 496-499, e part. p. 488, e W. Szrusr, Schellings Anfii.nge und
(117)Vani Ich als Princip der Philosophie oder ùber d~s Unbedi_ngte un die Andeutung seines Anliegens, in ({Studia Philosophica)), cit., pp. 51-68, in part.
p. 53 dove si insiste .sull'ipostasi e p. 64 dove invece. si attenua il suo valore assoluto
1nenschlichen Wissen, con l'Einleitung datata 29 marzo 1795, Tub1nga. Ora 1n S. W
e lo si personalizza: l'Io schellinghiano non è mai un {(was)>, sempre un «Wer»
], !, pp, 149-244. '
(ma l'art. di Szilasi è da vedere con particolare cautela poiché risente di un'impo-
(118) Sull'influenza della rivoluzione francese su questo scritto cfr. soprattutto
stazione teoretica, piuttosto rigida, di scuola fenomenologica: lo ha notato anche
S. W., !, 1, pp, 242•244. . H. HEIMSOETI-I nella discussione, - cfr. «Studia Philosophica)), cit., pag. 85 -. In que-
(119) s. 1-\T., I, 1, p. 159 e passim; Briefe, I, p. 15 e 2~. In. generale, sul rO":csc1am~n­
sta prospettiva il momento drammatico dell'opposizione tra Io empirico e Io asso-
to della prospettiva criticista e sulla recezione dello sp1n~z1smo nell opera in ~uestio­ luto, che è cosi caratteristico dello Schelling giovane, tende ad esser ridotto alla
ne cfr. X. LTION, op, cit., I, pp. 415416; R. KRONTIR, op. ctt., .r' Pi::· ~50-555, e.1n p~rt. astratta distinzione di (<eidetico)) e di <iesistenziale>)).
p. 553; M. GuEROULT, La philosophie schellingienne de la ltberte, in «Studia Ph1lo- 121
( ) Cosi M. GUEROULT, art. cit., p. 152 e 157. In generale cfr. anche A. MASSOLO
sophica, Schellingshefti), XIV, 1954, pp. 146-161, in part. pp, 149-152. Il prì1no Schelling, Firenze 1953, pp. 19-23, e P. ASVELD, op. cit., pp. 84-93. '
CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DBMOCUATICO NEL PERIODO DERNESB 161
160

di Schelling, ancora troppo memore dell' entu- ritosi a Stoccarda e a Lipsia. Su molti motivi teoretici del pensiero
va, dell'ev_oluzione ]i"berta' (122), ma, di contro, sulla
b L'Io è bensi schellinghiano, oltre che sulla generale ispirazione pratica dei suoi
siasmo giaco mo. . f I' I ta necessità l'ansia teolo-
.bTt' tnon a asso u ' scritti, le attestazioni di accordo dello Hegel non mancano. Ed è
libertà come poss1 I I a d ma etico della coscienza
. fi . del concreto ram soprattutto sull'accettazione del kantismo, considerato come la teo-
gica della paCI cazwne d Ila norma dell'identità con
. . I I morale è espressa a ria germanica della rivoluzione, motivo già comune nel dialogo
emp1nca; a egge " fi to nel!' armonia dell'univer-
. (123) ed il suo fine è perc10 ssa . tubinghese, che entrambi insistono. Schelling polemizza da Tubin-
se stessi . (124 ) . d'altro lato, su questi pre-
ll'identità contro la stona ' ga contro Storr e Siiskind e tutti i «kantiani» dell'ora che hanno
so, ne . . . . . , d finita come conseguenza meramente nega- accettato alcuni aspetti esteriori del criticismo per usarlo, deus
suppost1, la socrnhta e .e . . . di cui è ancora predicabile
tiva della finitezza degh .Io ~7ip~:~~:~o e lo stato sono a loro volta
ex machina, nei loro calderoni teologici: " Kant ha tutto sbaraz-
l'attributo della possibihta, e . la possibilità empirica: zato, ma come se ne renderanno conto questi signori? » (126); essi
. · · t' h garantiscono si attaccano alla lettera ignorando e misconoscendo lo spirito;
definiti come gli istitu I c e , . . so il superamento del-
11, · ·t · dell'Io e m ogm ca " son persuaso che nella testa della maggior parte di loro la vec-
ma il fine de attivi a . 'd' alta' et1'ca la pacificazione
'bTt' n ica e re ' chia superstizione della religione, non solo positiva ma anche di
l'antinomia tra poss1 i I ·a gm d ·1 rattere utopico della conce-
' . . ll'assoluto Don e I ca . quella cosiddetta naturale, è già di nuovo combinata con la lettera
dell empirico ne . I" d le dello stato popolare m 27
. h' dello stato· i ea kantiana ,, (1 ). Il pensiero kantiano è dunque inteso come promo-
zione schelimg iana . . . . . . . da lui sviluppato in una
d . d l't' totahta si mtegnno e tore di una rivoluzione speculativa e generalmente ideologica, co-
cui in ivi ua I a e . . È d'ffi ile stabilire fino a che pun-
atmosfera di rarefatto idealismo. i. .c t' polemico di me affossatore dell'ortodossia; ma mentre Schelling sembra fin
. bb' li sua ongme un mo ivo d'ora porre in primo piano le conseguenze teoretiche di quella
to tale concez10ne a rn a a . d I d" tismo (125) certo è che,
. . li stato meccamco e ispo ' filosofia, - e cerca infatti di intendere il valore proprio della pro-
oppos1z10ne a o d I trascendentalismo tedesco,
. d il futuro percorso e
preannunc1an
.
° . .
.
ella della costruz10ne
di un'immagine me-
va morale dell'esistenza di Dio e conseguentemente della teleolo-
gia kantiana - , Hege] strumentalizza subito il kantismo nella po-
la via qui mtravv1sta e qu dere il carattere
. ine cl1e non sa nascon lemica politica: " dal sistema kantiano e dalla sua suprema con-
tafisica dello stato, immag d fì .. ne nell'ottimistica
ar tificiale e contraddittorio della . sua e 1mz10 clusione, scrive, mi aspetto una rivoluzione in Germania che par-
d li' niversale pacificaz10ne. I tirà dai principi che sono già approntati e che non hanno pili bi-
speranza e u . . . t' principali della specu a-
. sommi capi, g1I e1emen I . sogno che d'essere ancora elaborati ed applicati ad ogni sapere
Questi, .per. . cui He e! è perfettamente al corrente. Nei esistente » (1 28 ); ed in una pagina piena di vigore polemico ancora
zione schellmghrnna, di g . . pa infatti un intenso
. . . d I iorno bernese eg1I sv11up scrive: " da un po' di tempo ho ripreso lo studio della filosofia
pn1111 anm e sogg . . T"bingen poi trasfe-
carteggio con 1,amico' · dapprima nmasto a u ' kantiana al fine di applicarne gli importanti risultati a numerose
idee che corrono nel nostro ambiente e di rielaborare queste idee
secondo quei risultati. Quanto ai pili recenti tentativi per penetra-
chs ist Freiheit, d. h. es ist nicht ai:dercs
(122) S. W., I, 1, p. 179:
Das Wesen desllt
« Selbstmacht sich, nicht als irgend re le piu profonde profondità, io li conosco ancora poco, persino
denkbar, denn nur insofcrn es auch ab so u er
1 bl Jch setzt !>. quelli di Reinhold. Il fatto è che tutte queste speculazioni non han-
Etwas, sondern a s osses . 1 t identisch mit dir selbst )).
(123) S. W., I, 1, p. 199: <(Set abso u - no una reale importanza che per la ragion teoretica, mi sembra,
(124) s. w.,
I, 1, p. 240. . . A 'loLJERBACH op. cit., pp. 96-97 e non sono di grande utilità per i concetti pili propriamente pra-
· rt1colare r ·; '
Tale tesi ha sostenuto 1.n P. a
( 12;;) , ·. H ZELTNER Der Mensch
d · creto e invece . ,
con molta discrezione. Non altrettaSntod' isPh'Josophicai> cit. p. 211-224 e in part.
· h · h llings 1 (126) Briefe, I, p. 13.
S
in der Phtlosop te e e in
' . « tu ia
. f mente il soggett1v1smo d e J gi·o-
' ' · ·
p. 213 sg., che vorrebbe ~uahfica~e. un1an1s ica (127) Briefe, I, pp. 13-14.
128
vane Schelling, cosa affatto insosten1b1lc. ( ) Briefe, I, p. 23. Dalla lettera a Schelling del 16-4-1795 (Briefe, I, pp. 23-26).

11. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


162 CAPITOLO TERZO
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODo BERNESE

. . .. mi dici della direzione teologico kantiana -: si


tici. .. Cw che tu 1 fi T bi'nga (129) non mi stupisce Le due posizioni, quella precipuamente speculativa dello Schel-
dalla fi oso a a u '
Diis placet - pre.sa , . llabile fintantoché la sua profes- ling e quella pratico politica di Hegel, potevano tuttavia convivere
affatto. La teologia restera mero l' . troverà immischiata in pacificamente ed anzi integrarsi, finché l'ideale di una trasforma-
. 1 t a vantaggi tempora i e si
sione sara ega a C' no degli interessi troppo zione della Germania attraverso una nuova mitologia, che era in-
tutta l'organizzazione dello ~tata.' i ~o . cosi' in breve degli in- sieme una parola d'ordine politica, nutrita nel circolo di Tubinga,
, . · d· sti a rinunc1arv1 '
potenti perche si sia ispo 't la loro influenza anche quando esercitasse il suo effetto su entrambi. Lo ricorda Hegel: " ragione
. h · generale eserci ano .
teressi e e m t Finché questa situaz10ne e libertà restano la no»tra soluzione e il nostro punto di congiun-
ende perfettamente con o. . .
non ce s.e ne r . à dalla sua tutta la camarilla dei ripetitori zione è la Chiesa invisibile! "( 131 ). E la mitologia si sostanzia nella
P ermarra, la teologia avr . . t' di' ogni preoccu- filosofia dell'Io. Schelling illustra largamente il suo pensiero a
1' 1 . za idee sprovvis i
di preghiere e deg i ur o~i sen ' . gran numero. Supponi Hegel, gli invia puntualmente le sue opere ( 132 ), ed Hegel accetta
. ed essi son sempre m
pazione superiore, 1h che sia contrario alle sue la filosofia dell'Io (1 33 ). Ma ancora una volta il suo interesse è es-
'lla legga qua e ecosa
che questa caman 1 . l'onore di chia- senzialmente pratico: se si tratta di sostanziare filosoficamente la
. . . vuol fare al oro vociare
convinz10m - se pure si . . . t n po' di verità, allora mitologia, si chiede, non sarà il principio dell'Io troppo esoterico?
1 . tal odo ma m cm si sen e u d
Malgrado questo pericolo lo accetta tuttavia di buon grado, e ne
mar o m m - . . ddormentano sui loro ue
d . . ah i però è vero ; e poi si a .
icono. , s ' . . . ff' e lo servono ad altn co- trae interessanti conseguenze. Innanzitutto l'interpretazione uma-
. J' ll mattma si bevono i 1 ca e . .
guancia i, e a a 'al d . si adattano a qualsiasi nistica del principio : per esso infatti " i popoli apprenderanno a
ulla fosse avvenuto. D tron e essi . d'
me se n , r d' ·1 loro sistema meccamco i sentire la dignità dell'uomo e a non accontentarsi piu di reclamare
. loro offerta purche conso i i i b ·1 i loro diritti, ma a riprenderseli, - a riappropriarsene. Religione e
cosa sia bb davvero interessante distur are i
Vi. ta. Ma io penso che sare e . h . politica, egli continua, si son divertite sotto una medesima coperta;
., 'b'l nel loro ard ore di. formiche ' questi teologi. e e . SI.
pm passi I e, t . le critico per conso 1·i d a re i loro temph gotICI, la prima ha insegnato ciò che il dispotismo voleva, l'odio del ge-
d 1
servono e ma ena . 1· goli in cui si nascondono nere umano, la sua incapacità a qualsiasi bene, la sua incapacità
. 1. 1 i di frusta da tutti g I an .
cacciar i a co P . ., . bbligati a mostrare m ad essere qualcosa per se stesso. Diffondendo le idee che espri-
d trovmo pm e siano o
fino a quan o non ne . . materiali che continuamente mono come le cose debbono essere, si farà sparire quell'indolenza
pubblico la loro nudità. Tuttavia tra i . l'incendio della dom- che fa accettare le cose cosi come sono. La forza vivificante delle
i kantiano per prevemre
sottraggono a rogo < h' d' introdurvi dei carboni ar- idee .. ., dell'idea di patria per esempio, e della sua costituzione ecc.
. d rsi che non mane mo i
matica, p.uo .a. , 1 d'ffosione delle idee filosofiche (13D). solleverà i cuori ed insegnerà loro a sacrificarsi per essa, mentre
denti e dI facihtare cosI a i
ora lo spirito delle costituzioni cerca l'alleanza dell'egoismo e su
questo fonda il suo imperio ,, ( 134 ). Alla fantasia speculativa schel-
. Schellling da noi riportato, in Briefe, I, pp.13~14.
(129) I-Iegel allude al passo di '. . t della fine gennaio 1795
d 11" ortant1ss1ma 1e tera .
(130) Brtefe, I, pp. 15-17: ~ imp l S helling voleva ricorrere alla polemica (1a1) Briefe, I, p. 18. Per l'interpretazione approfondita di questo passo cfr.
(cfr. Briefe, I, PP: 15-18!. Tutt~v~a ancs~e iu~tifica: ({mi manca il tempo e _poi Dio infra.
« contro il disordine dei teologi >, ma g ta non sarebbe presa sul seno dalla 1 2
sa se, quando la satira fo~se stata con~lot , ., di brillare un po', pur modesta- ( 3 ) Cfr. Briefe, I, p. 20, 27, 36 dove si accusa ricevuta delle opere schellinghiane.
., 1 fosse valso I meri o . f I 21 · (133) Briefe, I, p. 24, 27 .
maggior parte e c10 non m . filosofico della Chiesa!>> (Brie e, , p. . ,
mente in gioventU, come un lum1nar~
4
5 in Briefe I pp. 20-23). Si tenga pre- Briefe, I, pp. 24-25. Trascrivendo questi passi P. AsvELD, op. cit., pp. 98-99
dall a lettera di Schelling del 4 febbraio ~ 79 , M
(13 )
1'955' p 283 in cui l'illustre crede di trovarsi dinnanzi al (( passaggio dalla religiosità dell'Aufkliirung a quella
. J Schelling onaco , · ' . .
sente l'annotazione di K. ASPERS, . H , 1 e Schelling hanno creato I <1topOll> dell'idealismo il; a noi sembra invece che qui ci si trovi di fronte non all'accetta~
autore sottolinea il f~tto che prop~~lla :~:ttiva)) polemica: se ne scopre la no- zione della religiosità romantica ma alla rinascita della religiosità umanistica della
della moderna polem1c~ filosofica, ·1 tono della polemica kantiana. tradizione classica e rinascimentale, giunta ad Hegel con la mediazione del pensiero
vità soprattutto se la s1 confronta con I giacobino.
164
CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE 16S

. h1"ana Hegel oppone dunque, sempre P iu coscientemente, l'abi-


1mg diversità degli interessi dei due autori. Hegel non si oppone alla
. d ll ua polemica umamst1ca. . ('3') . recezione dello spinozismo in quanto immanentismo ma alla di-
to pratico e a s. . 1 . metodico e genericamente del-
N . tuttavia solo su piano . . . rezione metafisico idealistica, e conseguentemente utopica, che da
on e I 11" Hegel assumono pos1z1om tale adesione viene impressa al pensiero; né sono residue credenze
!'atteggiamento vitale. che Sdc1e mg ;e meglio percepito, si riper-
. . hé tale d1saccor o' semp teologiche che Io inducono alla critica del panteismo ma proprio
diverse, po1c · . . f tti non sembra accettare
1 il suo generale atteggiamento immanentistico ed umanistico. Ciò
cuote anche a livello teoretico. H~e m a parere è una forma rin-
il panteismo schellinghiano (13"), c e a suo ·1 d bbio. al che non ha nulla a che fare con il pretesto ateismo del giovane Hegel:
. d . plicitamente I suo u . si tratta piuttosto di un atteggiamento metodico positivo del fi-
novata di teologia, e esprime es f . di spinozismo Il fon-
d un'aperta pro ess1one · losofo, che respinge il problema teologico oltre i limiti del suo in-
Schelling rispon e con fi può essere che l'Io, « l' A
<lamento incondizionato della filo~~ a !~on mette di esser divenuto
teresse attuale e non lo pone al centro della propria attenzione
speculativa, poiché essa vuole invece rispondere ad esigenze sto-
e !'Cl di ogni filosofia d".c1sd'); petrc1a~l:g;l::fia panteistica: solo che
. "t elsenso iaerene , riche immediate. Che Dio esista o non esista, che sia il tutto im-
spmoz1s a,. n . ·ana dell a d"iv1n1 . "t'a a!l'oggetto _ che e pro- 1 manente o trascendente, che cambia?, si chiede spregiudicatamente
alla riduz10ne spmoz1 . li sostituisce la riduzione del-
Hegel. Dio è quello che è, e, lasciando impregiudicato il problema,
pria della filosofia dommatI~a -:--· eg ia della filosofia critica (138).
Hegel polemizza invece contro la Chiesa che della divinità fa uno
la divinità al soggetto, - c e e. prop~b aspettato un tale dubbio
h 11 . nfessa che non s1 sare e strumento di potere temporale, di oppressione, e quindi di alie-
E Se e mg co .. . . ,, 1 ( 139 ). Si deve riconoscere
nazione. Il problema hegeliano non è dunque teologico specula-
da Hegel, « un fam1~iare d1 fLess1~;a ~resa su Hegel: in una let-
che l'ironia di Schellmg non a mo I' ff a tivo o metafisico, come quello schellinghiano, ma storico e poli-
111
. . mando sull'argomento, egli critica a erm .- tico ( ). Queste diverse impostazioni non tardano ad emergere
tera successiva, nto . l"t' dell'Io. sostanza ed acc1-
ll . h" della sostanzia I a · chiaramente, nel carteggio tra Schelling e Hegel, allora la corri-
zione sche mg rnna . . lativi e quindi non è lecito
. ff H gel sono term1m corre spondenza diviene sempre meno frequente fino ad essere inter-
denti, a erma e ' . . h . ssenzialmente inaccidenta- 2
t ialità a c10 c e e e rotta (l4 ). Di fatto ormai il dialogo sembrava intrattenuto da sor-
attribuire 1a sos anz . . . do con Schelling sullo spino-
bile (HO). Hegel dunque e m d1s~ccor.
di: essi avevano bensi molti presupposti comuni, ma quando, ol-
si deve notare che in tale
1 ente sul panteismo ' e 1 trepassandoli, si mettevano al lavoro per costruire, - ed era la
zismo e genera m 1 d" ·mpostazione metodica e a costruzione che ad entrambi interessava - , allora le· vie che essi
disaccordo si rivela ancora a iversa I
intendevano percorrere divergevano senza possibilità di incon-
. con H ege1 teini politici è.
tro ( 143 ).
. ff. ta nell'epistolar10
( "') Anche dove Schelhng a 1on t' h del dispotismo che agh
. 1· d alle conseguenze e ic e . 1797 d"
pili attento ai fattori mora I e . f es la lettera del 21 luglio 1
eventi propriamente politici del suo tempo. e r. p. . (141) Molto bene ha insistito su questa distinzione G. LuKAcs, op. cit., pp. 54-61.
Schelling, in Briefe, I, pp. 27-29. Si noti che anche le critiche che Hcgcl muove a questo punto contro la prova mo-
(136) Briefe, I, pp. 17-18. rale dell'esistenza di Dio che era formulata da Kant e da Fichte (cfr. in particolare
(137) Briefe, I, p. 22. Briefe, I, pp. 17-18, e il frammento del Die Positivitiit, pubblicato in Jugend-
(138) Briefe, I, pp. 22-23. schriften, pp. 233-239) hanno un'origine pratico politica: postulando il bisogno del-
l'individuo non si fa altro che postulare la sua alienazione, questo è il fondo del-
(139) Briefe, I, p. 21. di He el del 30 agosto 1795 (cfr. Briefe, I, ~P· l'argomentazione hegeliana che contribuisce a radicalizzare ulteriormente la tema-
( "") Briefe, I, p. 32: dalla lettera g . 11"st1"ca dell'Io W DILTI-!EY, op, cit,,
. . d li d _fi · - · onc sostanzia ' · . tica positività-libertà (cfr. anche l'Entwurf 3 in lugendschriften, pp. 361-362).
29 33) In questa cr1t1ca e a e nizi
- · . · -i della cr1.11ca . hegeli"ana del sistema sche11.in-
(142) Ci restano solo due lettere, piuttosto fredde, di Schelling a Hegel del
p. 37 ha voluto vedere il preannun~1ar~e1lo Spirito. Giustamente si sono opp?stI a
g hiano attuata nella Fenomenologta gennaio e del luglio 1796: tra l'una e l'altra si ritiene sia caduta la risposta hege-
·1 I 208 e P. AsVELD, op. ctt., pp,
· T L HABRING1 op. ci ., , P· ' . d 1 liana (cfr. Briefe, I, pp. 34-36 e 36-37; inoltre P. ASVTILD, op. cit., p. 96 sg.).
q.u esta avventata arra Iog1a · · ·- · . revedc infatti un'elaborazione e - 14
. . · · della Fenomeno1og1a P ( 3) Particolarmente suggestiva ci sembra l'ipotesi cli K. JASPERS, op. cit., p. 276,
94-96 La pos1z1one cntica ~ , erto prevedibile fin d'ora.
l'ini;iale atteggiamento hegeliano che non e e che cioè il circolo di Tubinga fosse stato possibile solo per la n1ediazione di Htil-
166 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE 167

A questo punto, cercando di concludere, possiamo accennare mente efficace fu poi la rivendicazione dell'autonomia dello Hegel
al problema generale del rapporto Schelling-Hegel, quale è stato rispetto agli altri pensatori dell'idealismo trascendentale, e so-
per lungo tempo tratteggiato nella storia della filosofia sulla base prattutto rispetto a Schelling. L'originalità hegeliana non è dun-
della tesi della filiazione Kant-Fichte-Schelling-Hegel. Primo a pro- que UJ1 effetto trascurabile delle circostanze vitali in cui il giovane
porre questo schema sistematico fu lo stesso Hegel, nel periodo di venne formandosi, ma un carattere essenziale del suo metodo e
Jena mentre né Fichte né Schelling l'avevano minimamente im- della sostanza del suo pensiero.
mag{nato ; e tale schema da sistematico divenne storico in conse- Se cerchiamo infine di puntualizzare la distinzione tra Schel-
guenza della sovrappposizione della teoria alla storiografia, attuata ling e Hegel per quanto riguarda l'intuizione politica dei due auto-
dallo Hegel maturo ('44). Quando poi le scuole dello Schelling e ri, - cosa che fondamentalme11te ci interessa - , possiamo osser~
dello Hegel si scontrarono nella polemica tra panestetismo e pan- vare che essa consiste nel fatto che, all'utopismo metafisico di
logismo (145), si ebbe il tentativo di stabilire le fondamentali diffe- Schelling, Hegel oppone un procedimento analitico e storicamen-
renze dei due sistemi (146), ma restò immutata la tesi della conti- te confortato; mentre il metodo dialettico di Schelling conclude
nuità della formazione filosofica dei due autori. Solo la pili re- nell'identità ontologica, per Hegel le opposizioni storiche sono ri-
cente Jugendforschung ha avuto il merito di insistere sulla distin- solte nella totalità vivente ed individuale, nel mondo storico cioè,
ta genesi del metodo e delle intuizioni di Schelling e dello Hegel, nello spirito popolare e nella volontà generale (148 ); né il proble-
e di chiarire che queste differenze non sono di poco conto ma ma della libertà si racchiude per lo Hegel entro i triti termini
determinanti dell'intero sviluppo dei due. sistemi ( 147 ); particolar- della sua definizione metafisica, ma si apre alla ricerca sulle for-
me giuridiche che la libertà deve assumere (149). Idealità e totalità
derlin: solo il poeta infatti era capace di tanta generosità da d~re alla vita in storica vengono quindi a coincidere ed entro la totalità si apre
comune dei tre amici un tono di purezza e di interezza che Schelhng 7 Hegel, en- la dialettica delle volontà rivoluzionarie, protese alla realizzazione
trambi pili interessati alla verità che all'amicizia, non sapevano nutrire. Qua~do
HOlderlin non può phi costituire il trait d'union allora l'amicizi~ si s:alda: Schelhng
dell'idea di libertà: questa è la direzione positiva dell'indagine
e Hegel nutrono_ un'amicizia che è solo interessata'. entr~mb1 « vivono nella co- del giovane Hegel, soprattutto nel periodo bernese, ed il segno de-
scienza di un mutamento cosmico spirituale, che essi stessi avrebbero ~d un tem- cisivo della sua piena autonomia speculativa (1 50 ).
po creato e guidato )), ognuno si sente riformator~ int~g:ale _e non ha bisogno del-
l'altro, ognuno è una monade che comprende gli altri 1n se, eppure non ha fine-
stre a loro rivolte.
(144) Cfr. R. KRONTIR (che pure è prigioniero della formula), op. cit., vo1. II, cit., I, p. 413 sgg.) I 'autonomia del pensiero giovanile hegeliano è stata definitiva-
p. 146. mente fissata: cfr. anche H. NIEL, p. 21; J. HYPPOLITE Jntroduction ... , cit., p. 7 (che
(14-5) La polemica tra le scuole aveva avuto la sua origine .dalla polemica dei si richiama anche all'art. di L. HERR, nella Grand Encyclopédie, t. XIX, Hegel).
maestri: cfr. Aus Schellings Leben, voi. II, e K. JASPERS, op. cit, pp, 300-313 Sull'autonomia del pensiero del giovane Hegel, rintracciata attraverso l'analisi
(1113) Che tali disHnzioni siano del tutto prive di pregiudiziali teoretiche, no~ delle sue intuizioni estetiche, cfr. ora il recentissimo art. di J. TAMINIAUX, La pensée
si può certo dire. In particolare è tuttora di moda l'opposizione dell'opera d1 esthétique du jeune Hegel, in «Revue philosophique de Louvain», 56, 1958, mai,
Sche11ing a quella di Hegel come l'esistenza al sistema, la volontà al pensiero, la pp. 222-250.
inito"lop.ia alla filosofia. Solo che all'esaltazione dello Schelling irrazionalista (cfr. <1 48 ) Su questo aspetto hanno posto opportunamente l'accento, T. L. HAERING,
E. v. HARfMANN, Schellings philosophisches Systeni, Lipsia 1897) si è sostituita 1. c., e conseguentemente J. HYPPOLITE, Travaux .. ., pp. 549-550.
quella dello Schelling esistenzialista (per. es. nel ~ecentc lav.oro d~. J(. JASPER~, 149
( } Cfr. in part. G. HoLSTETN e K. LARENZ, Staatsphilosophie, Monaco e Berlino,
op. cit., pp. 7-9, 116-123} (ed anche P. TILLICH, Schelling und die Anfrrnge des ex1.- 1933, p, 147, nonché P. RITTER, ov. cit.
stentialistiche11 Protestes, in {<Zeitschrift fi.ir philosophische Forscl1Lu1g)>, IX, 1955, 50
(1 ) Non teniamo naturalmente conto delle interpretazioni che pretendono
p. 197 sgg.}: ma queste distinzioni paradigmatiche trovano il temp~ che trovano. rintracciare analogie tra il pensiero schellinghiano e bcgeliano sulla base della co-
Sulla critica schellinghiana si possono trarre utili indicazioni anche 1n H. KNITTER- mune influenza esercitata su entrambi gli autori del pensiero religioso svevo e in
MEYEI~, Hundert Jahre nach Schellings Tod, in «Philosophische Rundschau», 4, 1956,
particolare dal movimento pietistico: vedi perciò supra, pp. 76-85. Tra le recenti
pp. 1-57. . pubblicazioni a questo proposito si può ancora vedere E. BENZ, Schelling, Werden
(147) Sebbene R. HAYM avesse già insistito sulla distinzione (op. crt., p. 44) nel
und Wirken seines Denkens, Zurigo e Stoccarda 1955, pp. 57-63. Quanto ad un art.
suo libro che risale alla inetà del secolo scorso, tuttavia solo con lo HAERING (op. piuttosto in1portante di T. L. HAERING (Fichte, Schelling, Hegel, estratto da Das
CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNBSE
168 169

6. - S'è ormai a pili riprese insistito sul tono umanistico della Le conseguenze pratiche di questa situazione generale sono
speculazione hegeliana di Berna, sull'ansia politica che guida la tragiche. Il tedesco vive una vita privata, meschina, filistea; chi
sua critica della positività nel cristianesimo e nella storia univer- non possiede, chi lavora per vivere, è perciò stesso oppresso, in-
sale : resta ora da vedere come questi motivi si rispecchino e si serito in un sistema alienante: l'uomo non è padrone di se stesso.
rinnovino nell'indagine che lo Hegel va compiendo sulle strutture Guardiamo per esempio la recente storia tedesca, osserviamo le
del mondo contemporaneo. Ed appunto in tale indagine critica vicende belliche, i p1incipi che lottano tra loro o contro le potenze
possiamo ancora cogliere l'intima ragione dell'autonomia del pen- straniere: ma che significato hanno queste lotte per i] cittadino
siero hegeliano, nel fatto cioè che la sua speculazione vuole ri- tedesco? " Le guerre che hanno divorato milioni di tedeschi, con-
spondere, prima che a qualsiasi esigenza sistematica, ad un imme- stata Hegel, erano guerre mosse dall'ambizione o dalla sete d'in-
diato bisogno di azione. dipendenza dei principi, la nazione era solo il mezzo, e sebbene
Nel mondo germanico, ci dice Hegel, trionfa l'alienazione; essa si combattesse con accanimento e furore, alla fine non si sapeva
deriva dalla sovrapposizione dell'estranea tradizione giudaica e rispondere alla domanda: perché? o che cosa abbiamo vinto?,, (154).
della positività della religione cristiana alla fantasia popolare te- Nel fare questa osservazione Hegel ha evidentemente dinnanzi agli
desca, fonte dell'unità culturale della nazione (151 ). Distrutta in tal occhi il quadro scandaloso del popolo tedesco che, oppresso dal
modo la collettività nazionale, ogni singolo ha cercato di recupe- dispotismo, pure combatte al servizio di quello gli eserciti della
rare nel!' esasperazione del!' interesse individuale, nell'«egoismo», rivoluzione francese : perché il popolo combatte, perché si lascia
quella totalità che sentiva necessaria alla vita, - ma questa nuova trascinare nella lotta contro l'ideologia della liberazione che viene
totalità era astratta, frutto della separazione, conseguenza del- di Francia? Ritorna allora l'indagine storica, la denuncia del carat-
l'alienazione. Sulla base infatti della separazione della coscienza tere alienante del cristianesimo a dar ragione dell'attuale travaglio
individuale da quella collettiva, della volontà del singolo dalla vo- storico, - infatti presente e passato, res gestae e historia rerum
lontà generale, si fonda l'astrazione dell'uomo privato e si reggo- gestarum sono per il giovane Hegel un tutt'uno ; e ritorna altresi
no quei rapporti giuridici che garantiscono la privatizzazione del la convinzione che la rivoluzione è necessaria e urgente, poiché
diritto: di conseguenza il basilare istituto giuridico di un tale or- l'alienazione rende assurdo lo sviluppo storico, radicalizzando l'op-
dinamento è la proprietà (152) e il diritto, fondato unicamente sui posizione di storia e ragione, di ciò che è e di ciò che deve essere,
rapporti patrimoniali, fuori da ogni integrazione sociale, è a- in modo che l'evoluzione progressiva è solo possibile attraverso il
stratto (153 ). rovesciamento delle attuali opposizioni, nel trionfo della libertà
sulla separazione dell'uomo da se stesso (155).
Deutsche in der deutschen Philosophie, Stoccarda e Berlino, 1941, in par~. P· 13), Con questo spirito Hegel affronta l'indagine sulle strutture
si deve notare che pur essendovi accettata la tesi revisionistica, vale a dire. de~l~
distinzione e dell'autonomia di questi autori, essa è poi affogata nella amb1gu1ta giuridiche del suo mondo ed in particolare la critica del concetto
dell'interpretazione religiosa e della I-feimatsphilosophie. . . di stato dispotico. In tale prospettiva è utile procedere all'analisi
(151) In questo periodo, all'inizio del 1796, Hegel dedica alcune pagine ancora
allo studio della positività: cfr. Jugendschriften, pp. 229-230 e 230-232: l'og~etto po..
del Systemprogramm des deutschen Jdealismus, redatto da Schel-
lemico in questi scritti piU forse che in qualsiasi altro è la trasce~~enza in ~uan­ ling e trascritto da Hegel nel luglio del 1796 (156). Questo impor-
to tale la fede ad un tempo alienante e materialmente fondata, c1oe su fatti sto-
rici e ~iracolosi. Senza dubbio si deve qui notare che la polemica umanistica di
l{egel è entrata in una fase di estren1a acutezza. . (1 54 ) Jugendschriften, p. 215.
(152) Che la polemica contro la proprietà in1plichi da part~ dello Hegel un n1e-
155
spresso atteggiamento comunistico, non si può sostenere: d1 fatto Hegel sembra ( ) Su questi mo:ivi hanno insistito molto bene G. LUKAcs, op. cit., p. 62 e 77
sgg., e P. RITTER, op. Clt., p. 30 e sgg,
lottare più contro gli abiti morali che il mercantilismo aveva provocato nella na-
156
zione tedesca, che in favore di qualsiasi ideale economico di società. ( ) Erstes Systen1progranun des deutschen ldealismus, ora in Dokuniente

(153) Su tutto questo si veda supra, p. 154 sgg. pp. 219-221. Fu ricopiato all'inizio dell'estate del 1796 dallo I-Iegel: l'attribuzione all~
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DE
CAPITOLO TERZO
MOCRATICO NEL PERIODO BERNESE 171
170
posto
. dalla libertà dei singoli e come mtroduzion. I .
tante scritto rappresenta il pili adeguato tentativo di programma- stico el Kulturstaat? (161) p . e a mito umani-
re l'esigenza, nutrita nel circolo di Tubinga, di una nuova mito- . . . er rispondere ade
57 st1 quesiti occorre seguire l' lt . guatarnente a que-
logia rivoluzionaria; lo percorre perciò un'istanza etico politica (1 ) u enore proced' t d
programm. " Dalla natura vengo f . imen o el System-
ed è proprio dallo sviluppo speculativo d'essa che si pone il tema f . uon come opera um .
erma e s1 deduce. il primato dell''d d' .
1 ea 1 umamtà (162). lì arra '" . af-
s1
teoretico su cui ogni parte del saggio è modellata, vale a dire la
que nu11a di nuovo ' e nepp ure quan d 0 p d ' , n qm dun-
esaltazione dell'idea di libertà: attraverso l'approfondimento della mezzi atti a sostenere quest . I . ' assan o ali analisi dei
dialettica di individualità e di eticità l'Idea è infatti scoperta e o nvo gimento . a· h'
biamo avere una nuova rnit I . , s1 ic iara: « noi dob-
definita come « rappresentazione dell'Io stesso in quanto essenza ° a·
ogia, ma questa mit 0 I · d
a 1 servizio delle Idee ' de ve iven1re una . ogrn eve stare
assolutamente libera ,, ( 158). Donde risulta configurata la successiva ·1 I .
ne "(163). A questo punto tuttav· 1 i_rii o ogrn della Ragio-
ipotesi di lavoro : come può esser creato un mondo adeguato a tale rn a concez10ne h li' h'
sume tratti specifici.. il cont enuto della r · se e. mg iana as-
essere morale? Ma prima di determinare i mezzi, è necessario qua:- fatti ridotto a quello del! . agrnne mitologica è in-
lificare pili propriamente l'oggetto polemico. Dinnanzi all'Io, come a rag10ne estetica L fil
spirito

è una filosofia estetica », e a·I conseguenza · " aI'" t osofia..
dello
suo opposto, sta lo stato dispotico: « mostrerò, afferma il pro-
tica è il pili alto strumento d'1 111 . d agme. del real m I mz10ne · poe-
gramma, che non si dà alcuna idea di stato, poiché lo stato è qual- « n1aestra dell' umanità » • .
cosa di meccanico, tanto meno che si dia un'idea di una macchina. . co1 suo porsi «non . d' . , al è la e, a poesia
fil osofia,
.
alcuna storia solo l'a t
'
.
r e poetica sopravviv , Il
s1 a pm cuna
Solo ciò che è oggetto di libertà, ciò è idea. Perciò dobbiamo an- scienze e a tutte le arti' (16<) D era a e restanti
dar oltre lo stato! Poiché ogni stato è obbligato a trattare l'uomo " a queste ]t'
confermato l'utopismo eh '. d u ime proposizioni è
libero come un ingranaggio meccanico, mentre non lo dovrebbe, e pres1e e alla specula . h
na ed anzi esso sembra consolidato dall' .z10ne se ellinghia-
perciò deve cessare ... Parimenti voglio qui porre i principi di una dell'arte ad assoluta orga I .
no og1a speculativa D
~ssunz10ne" della . 1
filosofia
storia dell'umanità e scoprire fin al capo tutta la miseranda opera vava l'introduzione per 1 . . a c10 mo tre cleri-
' a pnma volta n ]]' b'
politica dell'idealismo trascendent 1 d li' e .am ~to ~ella teoria
umana dello stato, della costituzione, del governo, della legisla-
zione ... ,, (159). Non v'è dubbio che la polemica sia diretta contro lo lità ed assolutezza sia p . a e, e antmomrn di individua-
stato dispotico, meccanico ed alienante (160 ); ma quali sono i limiti . ' ure reinterpretata in t . . . . .
razionali : in particolare la co t d' 1 . erm1m estet1c1 e ir-
di questa concezione? la cessazione dello stato, che è qui prevista, ncre a rn ettica dell 't d li
era frantumata
. dall'antinomi a d'1 m . a·IVI'duahsmo
. a v1 h'a e o stato .
ha valore solo in riferimento allo stato dispotico settecentesco, o solut1smo mistico (16•). anarc 1co e d1 as-
invece vale come protesta individualistica contro ogni ostacolo

(~61) Che sul Systemprogramm attr "


Schelling, per lungo tempo incerta \cfr. la polemica succeduta alla prima pubbli- molti concetti derivati dalla t f ' av~rs.o I influenza di tIOlderlin pesino
cazione del programma: F. RosENZWEIG, Das dlteste Syste1nprogra1nm des deutschen lezza e della soluzione utopicaedmela d1ca umanistica è indubitabile: l'idea d~lla b I
Idealisnius, in <1Sitzungsberichte der Heidelberger Akademie der Wissenschaften,
su questo problema si veda ad ramma . d
statu l d ·
a e enva certamente da Schille
e-
0
Philos.-hist. Klasse>}, 5, Heidelberg 1917; BOHM, W., HOlderlin als Verfasser des Geistes, cit., pp. 226-230. gn1 mo o J, HoPFMEISTER, Die Heirnkehr dr.
dltesten Systemprogra1n1n des deutschen Jdealis1nus, in «Deutsche Vierteljahrschrift ( 162 ) Dokun1ente, p. 219. es
fiir Literaturwissenschaft und Geistesgeschichte», 4, 1926, pp. 339-426; L. STRAUSS, ( 163 ) Ivi, p. 221.
HOlderlins Anteil an Schellings frUhen1 Systeniprogranun, ivi, 5, 1927, p. 679 sgg.) è (164) lvi, p. 220.
ormai divenuta definitiva: cosi HoFFivIEISTER nelle note ai Dokumente, p. 455 e cosi
.(165). .Del «Sy
. s t emprogramm» sono state inf t . .
conclude anche A. HoLLERBACH, op. cit., p. 85. Entrambi ammettono però che sulla co 1n~1v1dualistiche, sia utopico umanistiche ~ tt date Inter?retazioni sia anarchi-
composizione influi certan1ente e fortemente anche HOlderlin. vale ricordare soprattutto la posizione d' H . Z er quanto riguarda la prima tesi
(15 7 ) Cfr. A. HoLLERBACII, op. cit., pp. 86-87. des Me.r_ischen willen, um seiner Freiheiti wÙte:LTNER, Sche~ling, cit., p. 173: (( Um
(158) Dokuniente, p. 219.
- der 1unge Schelling ist iiberzeugten A h' soll es ketnen Staat mehr geben
nome della secon d a interpretazione
. ac narc. ist ... )} .' a qu es t a tesi. s1. oppone in
( 15 9) Ivi, pp. 219-220. cennata, soprattutto A. HOLLERBACI-I' op. Cl., , ·1
(160) Cfr. HOLLERIJACI-1, A., op. cit .. p. 87.

J
172 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATXCO NEL PER
!ODO BERNESE

Per Hegel tale problematica schellinghiana non ha alcun senso: con quella dello stato ( 160 ); ma ciò che pili importa sottolineare è
si è visto infatti come, sia pure talvolta del tutto inconsapevolmen- che la polemica hegeliana contro lo stato dispotico, parallela a
te, Hegel rifiuti di accettare i presupposti metafisici della dottrina quella contro l'utopismo, - essendo Hegel convinto della funzione
dello Schelling. Di conseguenza il Systemprogramm non deve esser mistificante di tale atteggiamento - , lo induce a chiarire a se
valso per lui che come schema di interpretazione del suo mondo. stesso ancor più la peculiarità del proprio metodo. Essere e dover
Nello scritto schellinghiano egli trova motivi che gli erano con- essere, realtà e idea non debbono generare tensioni divergenti che
sueti, vale a dire la denuncia del carattere meccanico dello stato si conciliano solo in un effetto alienante, ma integrarsi invece in
dispotico, l'affermazione della necessaria dialettizzazione di indi- uno strumento operativo: lo studio della possibilità effettuale del
vidualità e di eticità in un processo di realizzazione della libertà, realizzarsi dell'idea non può essere trascurato nella formulazione
la rivendicazione della storicità delle istituzioni: ma la recezione dell'idea stessa. Eccoci cosi di fronte al riproporsi nello Hegel di
hegeliana non poteva andar oltre questi elementi, poiché, essendo un atteggiamento eterno nella storia del pensiero: l'ansia dell'uomo
la direzione della sua indagine storico-politica e non mistico meta- che, nello stupore che l'apparire dell'oggettività dinnanzi a lui
fisica, alla cessazione dello stato egli opponeva la sua mediazione, suscita, si fa filosofo chiedendosene la causa, muove anche lo He-
all'aufhoren l'aufheben. D'altronde l'esperienza gli insegnava che gel; ma l'oggetto dell'osservazione problematica non è statico ma
la concezione del Notstaat, risultante delle teorie anarchico indi- storico, non creazione degli dei ma prodotto degli uomini: perciò
vidualistiche, apriva praticamente le porte all'Obrigkeitstaat: l'in- la positività è qualificata e come tale va considerata, alla presenza
dividualismo illuministico infatti doveva pur porre qualche media- di un criterio valutativo; perciò anche la morta positività è in qual-
zione dell'atomismo sociale per non negare affatto la realtà storica che senso fluida, mobile, poiché anch'essa è prodotto, sia pure ne-
degli istituti giuridici, ma l'ideale di benessere, a ciò assunto, non gativo, dell'attività dell'uomo; e la causa, di cui lo stupore solle-
era di fatto che il mezzo per giustificare ideologicamente la tradi- cita la ricerca nel filosofo, è anch'essa storica, quindi del tutto
zione luterana dello stato di autorità. Riconducendo il dover essere dipendente dall'attività dell'uomo che la pone e la trasforma (167).
all'eudemonismo si giungeva conseguentemente alla negazione stes- L'umanesimo moderno determina e qualifica il modo della soluzio-
sa del dover essere; ed era ciò che pili temeva uno Hegel ormai ad- ne hegeliana di un problema antico quanto è antica la filosofia.
destrato dalle ricerche storiche sull'alienazione e sulla positività a
cogliere e a denunciare le mistificazioni dell'idea di libertà.
7. - È dunque la mediazione quella che Hegel assiduamente
La critica hegeliana del mondo contemporaneo conclude per-
ricerca, tra individualità e razionalità, tra singolarità e comunità,
ciò nell'affermazione della mediazione tra le astrazioni estremistiche
tra reale e ideale ; ma non è certo rinnovando i termini problema-
dell'individualismo e dell'assolutismo, in una concezione dello sta-
tici e metodici del pensiero settecentesco che tale mediazione po-
to che prevede la nascita del potere dal consenso dei singoli e con-
trà essere attinta, poiché il procedimento astrattivo conduce alla
cepisce la volontà dei soggetti in composizione unitaria ed organica
radicalizzazione degli estremi, rendendo con ciò impossibile ogni

p. 88, che, respingendo l'accusa di anarchismo, nota ~~e, la concezio_ne schellin-


ghiana porta l'uomo oltre i limiti della concreta stor1c1ta: lo s~ato 1~ tale pro- C1 66 ) Cosi molto bene anche F. ROSENZWEIG, op. cit., vol. I, pp. 42-47.
7
spettiva risulta affetto da «Ideenlosigkeiti> e si afferro~ che << ~1cht d1e Vervoll- (1~ ) Sarebbe interessante, 1na non è nostro compito, analizzare qui come tale
kammnung des Staates, sondern seine Uebervvindung ist das Z1el », Ma entra~~ atteggiamento trovi una sua applicazione nel Tagebuch der Reise durclt die Berner
be le posizioni sono parziali: sia l'individualis1no che l'assolutismo sono tcrm1n1 Ober-Alpen, che ~ege~ :crisse nel luglio-agosto 1796 (ora in Doku1nente, pp. 221-244):
necessari dell'intuizione schellinghiana, effetti primari ed inevitabili della radica- I? stupore, ~uas1 _rellgroso, che Hegel prova di fronte alla maestosità delle Alpi,
lizzazione dell'ambiguo atteggiamento rivoluzionario che percorre tutto il saggio; si c~nverte 1nfatt1 nella tensione immanentistica dell'esaltazione di ciò che è:
e ciò ha posto perfettamente in luce K. JASPERS, Schelling, cit, pp. 56-58. «es ist so)) (p. 236).
174 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
175

conciliazione. La nu ova esigenza conduceva quindi lo. H. egei ad 1 alto amore è l'amor di patria" ( 171 ). È quanto vuole anche lo He-
enucleare nuovi strumenti filosofici atti a porre la mediaz~one: ~: gel. Fin dai frammenti sulla Volksreligion e poi in Die Positivitiit,
l'istanza di uno stato popolare corrisponde la parallela ricerca 1 l'amore era raffigurato come funzione risolutiva delle contraddi-
. ·nale ed adeguato strumento filosofico. zioni storiche e degli antagonismi sociali, per l'amore infatti na-
un ong1 h · t campo sce il consenso dei singoli nella comunità e libertà e ragione sem-
S'è visto come Schelling avesse dato anc e m ques o .
. L fil fi dell'Io dato il suo fondamento ontolog1co- brano strettamente sintetizzate, quindi l'antinomia pacificata; per-
l'esemp10. a oso a ' . t filo-
ciò l'amore pennette l'Aufhebung, il superamento delle contrad-
metafisico' richiedeva infatti la definizione .di ~n~ stru:::i:t~ica e
fico tale che per esso ragionamento ed mtmz1one, . . dizioni e la costn1zione della nuova integrale comunità umana (172).
so . (168) . e Schelling secondo tah es1gen- Quando si consideri questa concezione del giovane Hegel, non
fantasia risultassero congmnte ' . . . . f (1 )
69 si può nascondere una certa perplessità. Sembra infatti strano
determinava la natura e le funzioni dell'mtmz10ne este ica. . ,·
zQeuesto indirizzo non scaturiva tuttavia solamente dalla genl1l~hta che lo Hegel giacobino, il cui radicalismo democratico trova spes-
. so espressioni furenti di polemica o ricolme di entusiasmo co-
speculativa di Schelling, era pmttosto un e ]emento Icomune davvero
ne am-
iente filosofico in cui va formandosi la nuova cu tura, e struttivo, sia soddisfatto da una tanto idilliaca pacificazione di quei
bi uò dire che genesi del romanticismo e ricerca dello strum~nto contrasti sociali dei quali aveva misurato con realismo la gravità
~l<!:ofico di mediazione dell'antinomia rivelata dadi . pensie:~. I~:~ e la profondità; e sebbene si sia sempre segnalata l'ambiguità ine-
. . t' vadano di pari passo.L'«amore» è uno e1 conce I rente anche alle pili drastiche proposte risolutive del giovane He-
mm1s ico t · olti a rispon- gel, pure la sua concezione dell'amore sembra superare ogni otti-
subiscono un'accentuata rielaborazione in quan o nv I . i
. Già Federico Schlegel par a nei suo mistico limite. Dobbiamo quindi chiederci: che cosa significa in
dere alle nuove esigenze. . , fficace ed atta a re-
i' ] forza pm e realtà il concetto hegeliano di amore? Dall'applicazione di questo
scritti giovanili del amore, cl~me ae ha solo una funzione filosofica, concetto risulta davvero realizzato il tentativo di ricostruzione
I l"t' (170) · ne amor
cuperare a tota i. a ' . , tribuito in conseguenza teorica dell'ideale di stato popolare?
ché anzi questo particolare carattere gh e at , I t di
d I fatto d'essere una forza essenzia , Im ente pratica ' .e emen o I Per risolvere questo problema è opportuno ricordare quanto
e . ' , ·1 esso dell'uomo hbero e so o s'è detto sulla concezione dell'uomo che Hegel era venuto elabo-
coesione sociale: " I amore. e ~, pio ss d" to è l'amore e il pili
l'uomo ne è l'oggetto ,, ···" il pm a to go imen rando nel periodo di Tubinga; di quella impostazione a Berna ben
poco cambia, ed ancora l'amore rappresenta la forza coesiva delle
individualità nella società. V'è un momento positivo nel concetto
. ,. - sante lavoro di R. HABLtiTZEL, Dialektik
(1GB) Cfr. a questo proposito l 1n~eres h der ntenschlichen Erkenntnis, di amore, la possibilità di intenderlo in una prospettiva sociologi-
und Einbildungskraf_t, F. W. J. Schelltngs ~eKreJ:s~~RS Basilea 1954, dove la dupli- ca, di dialettizzarlo all'antico concetto di volontà generale: l'amore
in «Philosophische Fors~h_unge~J> a. cura d1l ~uovo or,gano dallo Schelling, in rife-
cità delle istanze conosc1tlve s1ntct1zzate ne lt costituisce la tonalità del rapporto e della concordanza dell'attività
. edenti storici è perfetta1nente co a. .
rimento ai loro prec ' . _ ) B. CROCE considera giusta- dei soggetti nello stato popolare ( 173 ). Senza dubbio perciò, da que-
343 352
(169) Nel Saggio sullo Hegel (Bari 19 i~:p~n'«esigenza inadempiuta» che dallo
13
mente la ricerca del nuovo strun1e?to l_og 1 grande esigenza fu quella di un
, 11 H l · d eglt scrive: « a ' .
Schelling passo a o ege ' e S h Il" g disegnò in modo provvisorio come 171
Ivi, p. 22 e 23. Cfr. anche la nota di J. BAXA, a p. 533 dell'op. cit.
nuovo organo della filosofia, che o re d~ 1~ cui non si perviene per via di prove,
1 ( )

intuizione intellettuale: un sapere _(eg1. ic~t . generale il cui obbietto non è in~ p1z) Cfr. E. EPHRAii\<f, op, cit., pp. 92-111. Tuttavia Ephraim insiste troppo su un
. "d · t . edie eppero un 1ntu1 o in ' . preteso atteggiamento giusnaturalistica e metafisico del giovane Hegel, e ciò deriva
argomenti e 1 ee 1n .erm ' . . Sch ll"ng falli nel suo tentativo in quanto
d. d t da esso J> (p 347) · ma tuttavia e I probabilmente dal fatto che egli ha analizzato nel suo lavoro solamente le prime
ipen en e . . . . 'a· 1 icità allo strumento cosi d~lineato.
chri ten zur griechischen Literatur, (1795~
settanta pagine degli Jugendschriften, prescindendo dallo sviluppo della problema-
non seppe attr1bu1re valore 1 og tica hegeliana.
c110) FRIEDRICH ScHLEGEdL, GAusll d%~1: ini ~piegel deutscher Ron1antiker, cit., pp. 17
1797), in J. BAXA, Staat un ese se ( 3) In ciò si sente ancora a Berna forte l'influenza del pensiero di Jean

22-26. Jacques Rousseau: vedi soprattutto a questo proposito K. LUKACS, op. cit., pp, 53-54,
176 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO
DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
177

sto punto di vista, l'amore assume una raffigurazione che non è per to più egli voleva vivere a contatto di essa Gl' , h .
nulla intimistica, né tanto meno mistica, venendo invece a costitui- rivoluzione non era passata e . , I' ." . I e e e m Germania là
percro esigenza di u d. I
re lo sfondo etico dei rapporti politici. C'è altresi da osservare che tamento non poteva venir meno. , ' . n ra ica e mu-
partendo da tale posizione lo Hegel sembra riprendere qui alcuni
midoriana diveniva fonte di co~1 I ades10ne all'ideologia ter-
b:
' am rgmta nel pensiero hegeliano
principi della dottrina montesquieuiana, che aveva decisamente supposto dell evolversi contraditto · d li ' pre-
no della concezione del!' . no e a sua tematica. All'inter-
superato nell'entusiasmo tubinghese, vale a dire che il concetto di amore si genera quind'
Volkgeist oltre ad essere inteso come forza creatrice, è anche con-
stico eversiva I i una tensione mi-
' para !eia al pathos costmtti ·' d ·
siderato una creazione, non solo come attività dunque, ma anche cità si manifesta pili come ad . vo gia escntto, e l'eti-
eguaz10ne ad una sit a . . .
come atto. Certo, Hegel non riprende alcuno dei motivi meccani- ma irrimediabile che come virt, . ·1 h . ~ z10ne cnt1ca
cisti inerenti alla concezione del Montesquieu, ma tuttavia, per cosi il consolidamento delle struttu~e c~~I e e e contnbmsce e sostiene
amore r I' . . I un nuovo mondo. «Libertà e
dire, retrocede rispetto alle dichiarazioni rousseauiane di Tubinga, "• ." e 1.g10ne e hbertà», questi erano gli ideali di Tubin .
e proprio nella direzione del Montesquieu; ed il civismo, che a He- e la reahzzaz10ne del "regno di D" I' . . ga'
. 'b' IO», attuazione della «Ch' ·
gel sembra la virtù indispensabile a sostenere l'integrazione dei v1s1 rie», questo era il fine (175).. 1"d ea1·1 d unque che n resa m-
singoli nella comunità, ha quindi origini rnontesquieuiane (174). Di espressione di sensibilità misticheggianti né d'altroo~aetrano. e.erto
conseguenza l'intera analisi dei rapporti etico-politici è sviluppata mente impl"1cavano I' a d es10ne . ai modul" ' d" 1· . o .rn1mrna-
,
trascendenza. . I I una re 1g10s1ta della
con un tono più pacato, la storia comincia a rivelarsi come costu- ll . ' ma ora, sviluppati univocamente ed ottimisticamen-
me ed eticità, consolidate, come buona positività. Cosi, proprio te ne a tragica s1 tuazione tedesca fini van.o
nell'insistenza sul concetto di amore riferito al tentativo di cogliere l'ansia escatologica, dall'utopisrn~ del t per des~ere ~ercorsi dal-
f · . ernpo, e 1rnpnrnevano ne
le forze costitutive dello stato popolare, si comincia ad intravve- assero . I nostri
. . autori coscienti o meno , una d'1rez1one . . ' al
evasiva
dere nel suo processo di formazione la categoria dell'eticità. pensiero, ISp1ravano una ricerca che concludeva n Il
sfera d Il · t · . e a vaga atrno-
Se cerchiamo ora di situare quest'evoluzione hegeliana nel e · e m mz10ni metafisiche (' 'G) · In tal mo d o ne 1 concetto di
quadro della storia della cultura dell'epoca, possiamo senza dub- amore ch e d aveva costituire il perno d e I tentativo . di ricostruzione
bio riscontrare una certa analogia con il processo di assestamento <l e, I V o1Kstaat
1
erano. pr t" d
esen 1 a un tempo entrambe le istanze che
che nel medesimo periodo stava attraversando il pensiero rivolu- m evano carattenzzato la cultura e gli ide I' d . . . " .
colo di Tubinga. a I er g10va111 gra nel CII'·
zionario, costretto dopo l'esasperazione delle sue possibilità creative
a ridimensionarsi di fronte ad una nuova situazione, ad accentuare i Si è detto che il processo interiore dell'evoluzione hegeliana
motivi etici e solidaristici per permettere una sollecita costruzione era strettamente collegato a quello esteriore della problematica
del nuovo stato, a rafforzare le virtù civiche per poter resistere vitto-
riosamente all'offensiva della reazione europea. Ma l'unità dell'evolu- (175) Cosi nella già citata lettera d' H
zione interiore del giovane Hegel e dell'adesione ai grandi terni del supra, p. 163), nonché in Doku111ente 11 egel. a Schelling (Briefe, I, p. 18; cfr.
Hegel del 10 luglio 1794. I h b.' p. 82. sgg., ed ora nella lettera di HO!derlin a
pensiero rivoluzionario è minata in partenza dall'effettiva situazione .«e increw1ss d d ·
gedachtest, seit wir mit der Lo 'R"' . ' _ass u 1ndessen zuweilen meincr
I, p. ). sung eich Gottes' voneinander schieden }) (Briefe,
tedesca che non poteva non condizionarne gli effetti, tanto più quan- 9
76
· · · ) I-I. ZELTNER (o p. ctt.,
(1 · p. 17 sgg.) ha voluto ved · · · . ,.
p1et1stica, ma questa interpretaz· I . ere in questi ideali I influenza
Id I R . . Ione su CUI anche E v S D
ea- ezchs in der idealistischen PI ·z h. . . YDO\V, er Gedan!ce des
, u osop te von [(a t b · H
e J. HYPPOLITE, Introduction ... , cit., p. 18. Ci sembra tuttavia che soprattutto il 1no~ e assolutamente sostenibile (cfr s·ip n ts egel, Lipsia 1914) non
tivo pedagogico dell'opera rousseauiana si presti a fornire il tramite dal concetto di
"z1on1 · a·I T. L. HAERING Schelling · d~ H.ra, PP I ..
76-85) Molt
.
· , acute le interpreta-
o p1u
an1orc alla sua raffigurazione sociologica: è il motivo su cui in particolare insiste
· '
H eimkehr des Geistes cit p 218 22 , h '
un ege c1t p
., · 216 s.gg. e a·I J. HOFFMEISTF.R, Die
· . ' ., p. - -, c e debbono . ·
HOlderlin, per es., nella lettera del 26 gennaio 1795 a Hcgcl (in part. Briefe, I, p. 20). In quanto il primo insiste sul _ essere reciprocamente integrate
(1 74 ) In part. cfr. F. BULow, op. cit., pp. 20-24. circolo di Tubinga, il secondo sp~~,s~pposto individua~istico delle affermazioni del
, u_ e emento escatologico che le percorre.

12 · A. Negri - Stato e diritto nel


giovane Hegel.
178 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEI. PERIODO BE-RNESE

rivoluzionaria: quello che si deve ora ulteriormente osservare è din_i? Attraverso l'educazione estetica, risponde Schiller. L'impe-
che oltre alla constatazione del ripiegamento della tensione rivolu- rativo categorico kantiano, il radicalismo libertario che ad esso
zionaria, - motivo cui il giacobino Hegel era particolarmente sen- talvolta si richiamava, sono incondizionati, privi di capacità di rap-
sibile - , nell'ambiente culturale tedesco si era precedentemente presentazione sensibile, e perciò non possono dar luogo ad una
rivelato un fenomeno di stanchezza e di delusione per la piega pre- reale riforma della totalità spirituale e sensibile dell'uomo. L'evo-
sa dalla rivoluzione, in particolare nel periodo del terrore ( 177 ); ne luzione dell'umanità è perciò un processo composito e continuo,
derivava la nostalgica ricerca della pacificazione sociale, costi quel un seguito di sintesi successive di natura e moralità, di sensibilità
che costi. Di fatto si verifica una quasi totale ripulsa dell'iniziale ed intelletto: nell'unità dell'educazione estetica che appunto ri-
entusiasmo rivoluzionario da parte degli intellettuali tedeschi, e, sponde a questi requisiti, si verifica quindi l'unità del progresso
accanto a correnti di pensiero realistiche e reazionarie, assistiamo umano, e solo al termine del progresso delle individualità solo
alla nascita di un revival utopistico. Lasciamo per il momento da allora sarà possibile la fondazione dello stato di ragione, anzi' dello
parte le prime correnti per porre la nostra attenzione sul secondo stato estetico che rappresenta la sua piu alta perfezione.
movimento. Hegel conosceva quest'opera e, soprattutto attraverso il dia-
Esemplare è a questo proposito la posizione di Schiller ( 178 ). logo con lo schilleriano Holderlin, aveva avuto modo di intenderne
All'ormai consueta critica del Notstaat, egli aggiunge la polemica la complessa tematica ( 179 ); in particolare doveva cogliere l'antino-
contro lo stato che vien fuori dalla rivoluzione francese, poiché in mia, risolta solo nella prospettiva utopica, di un'istanza umanisti-
esso la libertà sembra un dono gratuito che i cittadini non han~o ca e di una idealistica ( 180 ). Era dunque inerente alla stessa formu-
meritato, e inoltre essa è mediata dalla violenza: come po:rà m- lazione dell'ideale di stato di ragione la coesistenza di due tenden-
vece essere fondato uno stato di ragione che derivi dallo sviluppo ze, l'una umanistica, l'altra di carattere mistico, - di quel misti..
della totalità, un'eticità che si istauri nell'animo di tutti i citta- cismo che poteva concludere sia nell'estetismo, sia in formulazioni
metafisiche - , e all'antinomia corrispondeva il tentativo di risol-
verla in chiave utopica ( 181 ). Era, in altri termini, la stessa dialet-
(177) Che anche lo Ifegel fosse stato dolorosamente colpito _dal terrore ~i Fran-

cia ce lo dimostra fra l'altro un passo di una lettera a Schelhn~. ~el 1794. '.<_ D~ss
Carrier guillottiniert ist, werdet Ihr wissen. Lest Ihr . nocl~ fr~nzos~~che Pap1ere. - 179
( ) HOiderlin ebbe infatti l'occasione di seguire da presso l'elaborazione della
Wenn ich mich recht erinnere, hat man rnir gesagt, sie se1en I~ W~rttei:iberg ver-
problematica svolta nei Briefe di SCHILLER (cfr, J. HOFFMEISTER HOlderlin und die
boten Dicser Prozess ist sehr wichtig und hat die ganze Schandhchke1t der Ro-
Philosophie, cit., p. 156). Sulla funzione esercitata dalle lettere schilleriane sullo svi-
bespi~rroten enthiillt >i (Briefe, I, p. 12). Quanto alle reazioni della cultura tedesca
luppo dell'idealis1no trascendentale cfr. R. KRONER, op. cit., vol. I, pp. 45-52, e x.
in generale al terrorismo rivoluzionario, cfr. supra, PP· 85-93). LEON, Fichte, cit., I, p. 339-362.
(178) Qui si considerano le Briefe Uber die aestheti~che E.rziehung der Menschen, 180
( ) Sul carattere antinomico della dottrina schilleriana si cfr. soprattutto A.
del 1794-1795. In generale sul pensiero politico di Sch1lle1: ~1 posson~ vedere le se- MERKL, F. Schiller und der Staat, in «Zeitschrift fiir offentliches Rechtii, XVIII 1939
guenti opere: F. TONNJES, Schiller als Zeitbilrger und Polt_tiker, ~erhno 1905; Ka:zt- pp. 67-101, nonché gli articoli di F. A. SCHMIDT e di B. BAucrr nel numero speci~le cti
studien, voi. X, fase. 3, Sonderabdruck, cit.; K. BTIRGER, Schiller, ~etn Leben u:zd seine «I(antstudien>> cit., ed infine soprattutto il saggio, sia pure frammentario, di w.
Werk, 2 voll., 4.a cd., Monaco 1909; L. KTILLER, Schiller Stellu.ng in der ~ntwicklu~gs­ DILTHEY, Van deutscl1er Dichtung und Musik, Lipsia e Berlino, 1933, pp. 325-427.
geschichte der Iiu 1nanis 1nus, Breslau, 192~; H. ~ERLAND, Schiller und dte, Revolut~on, (
181
) Non solo Schiller ricorre ad un tentativo di soluzione utopica, ma anche il
in <{Archiv fiir Rechts- und Wirtschaftsphilosoph1e», XXVIII, 1934-1935, pp. 173-183.' R. grande KANT, il cui scritto Zum e1~Jigen Frieden è appunto del 1795. Non stupisca
LEROUX Schiller théoricien de l'Etat, in «Revue germanique>}, 1937; IDEM, Sch1'.ler, q:ies~o ~ccostam~nto di Schiller a Kant, che non vuole implicare alcun rapporto
Lettres' sur l'éducation ésthétique de l'hu1nanité, Parigi 1943; G. BAUMECKER, Schiller d1 fihaz1one tra 11 secondo e il prin10 (l'autonomia del pensiero schilleriano è stata
und die franzOsische Revolution, Berlino 1939; J. DRoz, op. cit., pp. 172-186; H. NoHL, da ultimo rivendicata in un beJl'art. di D. HENRICH, Der Begriff der SchOnheit in
F. Schiller, Francoforte s. M., 1.954; Schiller-Reden im Gedenkjahr 1955. !111 Auftrag Schillers Aesthetik, i1:- «Zeitschrift fiir philosophische Forschung)>, XI, 1957, 4, pp.
der Deutschen Schillersgesellschaft, a cura di B. ZELLER, Stoccarda 1955; A. ABUSCH, 527-547), m~ solo cons1derare entrambe le opere come espressione di uno stesso am-
Schiller, GrOsse und Tragik eines deutschen Genius, Bcrli~10 19~5; ~· Jo~N, ln~alt bie~:e .. S1:1Il'opera kantiana, da noi consultata nell'ottima trad. it. di KANT, Scritti
und Stellung des Kulturbegriff bei Schiller, in «Deutsche Ze1tschr1ft fur Pl11losoph1e 1>, polttici, c1t., pp. 283-336, si cfr. la bibliografia qui contenuta a pp. 73-74, nonché l'im-
IV, 1956, pp. 672-697. portante W. MooG, Kants Ansichten ii.ber Krieg und Frieden, Darmstadt, 1917 (in
180 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
181
·1
ncetto di amore, la cui prima formulazione 183
tica che percorreva 1 c~ .. 1 . •· ed esplicava l'immanenti- to con gli uomini" ( ), vale a dire nello stato popolare. L'ideale,
la problematica nvo uz10nana . . . a cosi fissato, è schilleriano, ma il poeta giacobino torna all'esperien-
implicava moduli della tradizione laica e umamst1ca, 1 .
smo metodico nei 1 f d1 za per confrontarla con l'ideale: e non trova negli uomini né com-
seconda poneva una tematica metafisica e svolgeva o s orzo prensione, né amore, né speranza; è ciò che lo getta nella tragedia,
mediazione utopica fino a confondere tutto nella dottrina e nel nel momento stesso in cui avvicina il luminoso ideale all'aliena-
· d 1 panteismo mistico. . zione, l'esigenza della rivoluzione alla constatazione della realtà,
sentire . e z utopia d"is1·11usio . n1· ' tragedia erano msom-
e nella vergogna di essere uomo « io temevo di alzare gli occhi
Esigenze, speran e, ' . mai fluida, di
. . . d" situazione problematica quanto dinnanzi agli uomini » ( 184 ). E quando il poeta nella sua ricerca si
ma 1 term1m .' un~ i esi e di antitesi, di contraddizioni lo-
un coinvolgersi reciproco d t . 1· . ostruire l'ideale di stato imbatte nell'ideale Melite ( 185 ), allora comincia a prospettarglisi la
. h qui il tentativo Cl ne soluzione mistica del suo dramma: non è la seconda via, quella
giche e stonc e, e d nnullarsi. Il Tha-
opo\are inevitabilmente sembrava stagnare e .a . , su estiva umanistica e rivol11zionaria che si può percorrere, ma la prima,
P_ t d" Hi:ilderlin rappresenta nella mamera pm g~ . quella del ritorno alla natura, dell'immersione nella sua semplicità
lta Fragmen 1 l' 1 zione del pensiero giacob1-
ed esauriente ~uest~ mome~1t~.::~i:v~e~erminando la contraddizio- perfetta, che si è costretti a percorrere. La via del superamento
no tedesco. Holderhn pren e . è coinvolta: " Si danno due delle contraddizioni veniva quindi indicata nella elaborazione del
ne in cui la cultura del suo tempo ili alta semplicità dove panteismo naturalistico e mistico. Ma come poteva questo proce-
ideali alla nostra esistenza: uno stalto dellta P_ e con le nostre forze dimento soddisfare le diverse esigenze che l'uomo pratico nutriva
. . . . ardano con oro s essi e soprattutto corrispondere a quegli ideali che l'uomo politico con-
i nostn b1sogm s1 ace . ttraverso la sola organizza-
llo che ci sta attorno, a cepiva? Non era forse una pseudo soluzione che pregiudicava il
e con tutto que . to. d'altro lato uno sta-
za il nostro interven , . tentativo di ricostruzione dello stato popolare, e sommessamente
zione della natura, sen rdo potrebe realizzarsi
to della pili alta cultura, dove l~ stesso. a~c~ nostri bisogni e delle denunciava anzi il fallimento non solo logico, ma vitale della ri-
Per l 'infinito moltiplicarsi e ra ·orzarsi e1 . di cerca? Ed infine il panteismo preannunciato non annegava l'indi-
' . . cl1e noi siamo capaci
nostre forze, attraverso 1orgamzzaz10ne cl 11 t t di' viduo nel!' assolutezza metafisica e ne impoveriva le già misere
. (182) È ' quindi necessario . a11'uomo muovere a o s a..o
energie operative, adombrando lo sfondo del processo storico di un
darci » · · f .
le verso la per-ez10ne e
cl lla cultura ' conqmstare
insanabile irrazionalismo?
innocenza nat ura · aie nell'«affratellamen-
la verità attraverso il miglioramento mor ' Hegel non poteva accettare questa concezione, contraria a tutti
i presupposti della sua ricerca, ma nello squilibrio teoretico inge-
. • recen1.I L · GoLDMANN, La co1n1nunauté nerato dallo scontro del radicalismo politico con il pessimismo
.) t I opere p1u ·
part. pp. 59-68, sui precedenti , e ra ~- . 948 e R. REDSLOB, Le problé1ne de la parx, della constatazione storica, si avvicina a tali posizionC rivivendole
hu1naine et l'univers chez f(ant, Pa11gi 11 , "tt fosse noto al giovane .H. egel non
. I III E Che o seri o . 11' d per abbatterle ( 186 ).
Basilea 1957, in part. cap. , . . . . . nfrontare alcuni passi (soprattutto, ne e .
mi seinbra cosa dubbia: basta infatti e? ntr·o lo stato -patrimoniale, e pp. 293-
l"t cr"t PP 284-28J, - con t enen t'l la polemica co d" · )
· ., · .
1 na ragione pop alare provocate dal ispo 1lsmo
294 sugli effetti delle guerre senza a cu . J gendschriften p. 215; cfr. supra, p. (I8a) HOLDERLTN, S. W., II, p. 55 e sgg.
' . · , d. d te (per es con u ' Il ·
per riscontrare ident1ta .1 ve u 1 . ll'utopia federalista di Kant e su a cri- (181) lvi, p. 55.
169) e di posizioni polemiche. In genera ~ su 1· sa lo }!egei si veda J. HoFF-
t portera contro e 1 es • 1 5
tica che pili tardi espressamen ~. d bei Kant und Hegel, Tubinga 193 4, in ( lvi, p. 58. Melite è il nome della figura fem1ninile che nelle successive
8 )
MEISTER, Die Probleniatik des. Volkerbun es redazioni dell'Hyperion sarà chia1nata Diotima.
. 1 · riassuntive 32-33. · .
particolare e pagine e " • F nt dell'Hyperion fu pubblicato (186) Da sempre è in nuce la polemica che lo Hegel condurrà contro la «Begeist-
( 182) HOLDERLIN, s. W .,
II 53 Il Thalta rag1ne .
h r
' p. di. SCHILLER 4' voI ., 5 ' Ljpsiae 1793. IfOlderhn segna 1Ia erung» nella Fenomenologia: l'entusiasmo poetico porta infatti all'esasperazione mi-
da HOLDTIRLIN nel «Neue T aia)),'

n:lla lettera del 26 gennaio 1795 (Briefe, , stica, e se è utile come strumento estetico è micidiale come organo filosofico (cfr.
la pubblicazione de1la sua loiera a. 1-I~~ce~iatamente lo scritto. a questo proposito G. VIGOLO, Introduzione a F. HOLDERLIN, Poesie, trad. it., cit.,
p. 19), e certamente I-Iege esse 1n1 pagina 15).
.-------------------------------

182 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
1'83
8. - Chi nutriva la pili integrale diffidenza nei confronti del rialismo francese con il nazionalismo tedesco (187) ,. 1·n 0 gn1· caso
pensiero astratto e d'altronde sentiva una violenta nostalgia della e~a lo stesso dissidio, i~1 cui le necessità obbiettive della rivoluzione
totalità, chi si opponeva allo stato autoritario del dispotismo set- s1 opponevan~ al sentimento di individualità dei singoli e dei po-
tecentesco e d'altro lato sognava il realizzarsi dell'antica libera poli. È plausibile che, in questa situazione caratterizzata dall'in-
città, sussunta ad immagine simbolica ed a indice delle giuste co- certezza e dalla fluidità degli eventi, Hegel fosse coinvolto nella
stituzioni in generale, era inevitabilmente portato a procedere dal- crisi: mentre il suo radicalismo politico sembra accentuarsi in
la cultura illuministica verso quella romantica, poiché in quest'ul- quanto ansia di azione (188 ), parallelamente si placa nella sostanza
politica che esprime, e il giovane Hegel si mostra pili attento alle
tima si sostanziava la Weltanschauung della giovane generazione,
modalità che ai fini dell'azione rivoluzionaria, alle forme giuridiche
l'ansia di rottura degli schemi atomistici entro cui si svolgeva il
di realizzazione dei principi piuttosto che alle mere declamazioni
pensiero giuridico razionalistico, la ricerca della mediazione se-
ideologiche. Ma prima di studiare come si esplica questo atteggia-
condo una concezione dell'individualità non astratta ma concreta, mento nell'opera del giovane Hegel, -ciò avverrà soprattutto dopo
ed insomma la speranza della costruzione di un nuovo mondo. La il suo trasferimento a Francoforte - , è necessario puntualizzare il
antinomia di individualità e razionalità era cosi trasferita in un momento decisivo della crisi che è pur sempre di continuità e non
nuovo universo ideologico allo scopo di essere mediata: ma di frattura, e che si verifica al termine del periodo di Berna. Sem-
la nuova impostazione problematica poteva davvero permette- bra anzi che tale stato d'animo determini lo stesso trasferimento
re il superamento dell'antinomia? Non si può sostenere. Infatti, e quest'osservazione ci assicura ulteriormente del fatto che nel gio-
pur essendo colto ed affrontato il tema sostanziale dell'antino- vane Hegel esperienza vitale ed esperienza teoretica sono stretta-
mente congiunte.
mia, si concludeva col riproporre lopposizione, sebbene in ter-
mini diversi, cioè in una prospettiva metafisica piuttosto che lo- Il documento principale della crisi dello Hegel è rappresentato
dalla poesia Eleusis che, nell'agosto 1796, egli invia a Hi:ilderlin (189).
gico astratta, ed alla coppia individualità-razionalità finiva col cor-
Era questo poemetto un omaggio a Hi:ilderlin, un'attestato di gra-
rispondere l'opposizione di singolarità ed assolutezza. Vale a dire
titudine poiché il poeta s'era dato da fare per trovare un posto di
che l'assolutezza in cui si voleva risolta l'antinomia inerente al
precettore a Francoforte per l'amico ( 190 ). Una situazione vitale co-
pensiero illuministico, diveniva a sua volta un polo del rapporto
e dinnanzi ad essa riemergeva il sentimento dell'individualità, po- (1
37
) Cfr. per es. la lettera d.cl 25 novembre 1795 di HOlderlin a Hegel (Briefe,

tenziato dal fatto che la nuova tensione antinomica non viveva a


!, pp. 33-34) dove appunto appaiono tali preoccupazioni e uno stato di dolorosa
incertezza; cfr. altresi la nota di J. HoFFMEISTER in Briefe, I, p. 440.
188
livello astratto ma era immersa nella concretezza del rapporto vi- ( ) ..Ma come esplicare quest'ansia di azione? Non certo tornando a Tubinga
o nel Wurttemberg, scrive HOlderlin a Hegel nella lettera citata, dove ti ridurresti
tale. Le successive mediazioni tentate dal romanticismo non hanno, a. fare .<dl risuscitatore di morti)), e aggiunge: «Ma d'altro lato i becchini di Tu·
da questo punto di vista, altro effetto che di riproporre ancora pili b1nga f~ranno del loro meglio contro di te. Ritenendo dunque che tu potresti la·
varare 1nvano, molto probabilmente, penso che volerti occupare di quella trista
drammaticamente le opposizioni già rivelate dal pensiero il- gente sarebbe renderti colpevole di tradimento verso te stesso)) (Briefe I p. 34)
) La poesia è pubblicata in Dokunzente, pp. 380-383, oltre che in a'ltr~ nurne~
189
luministico. (
rose opere.
Il giovane Hegel è partecipe del dramma del pensiero prero- 190
{ ) Sulle modalità del trasferimento di Hegel da Berna a Francoforte si veda

mantico; ma pur sempre egli coglie il crollo dell'antica tematica la lettera citata di HOlderlin del novembre 1795. Questa lettera prevede una prima
lettera, 1:erduta, ~elio Hegel che esprimesse lo scontento per la permanenza a Ber-
e il sorgere dei nuovi problemi nell'esperienza del mondo etico na_ e ch1.edesse l'interessamento di HOlderlin, il quale risponde promettendo nella
politico. Da un lato infatti l'antinomia illuministica gli si rivela lettera citata. Pili tardi HOiderlin (lettera perduta) comunica a Hegel di aver tro-
v.ato ui: post~ p~esso, la !amiglia Gogel per lui, e di rimando, Hegel, contento e
nella crisi cruenta del terrore, dall'altro nello scontro dell'impe- r1ngraz1ando 1 invia all amico Eleusis.
184 CAPITOLO TERZO
ORIGINALITÀ SPECULATIVA E R,\DtCALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
185
stituisce dunque il presupposto dello scritto; allo Hegel la vita a bra incapace di adeguarvisi; e dietro quest'osservazione sentì l'an-
Berna riusciva difficile, l'isolamento insostenibile, e quando riceve gosciosa domanda sul perché del terrore e l'incertezza del giacobi,
l'invito dell'amico a trasferirsi a Francoforte, ecco allora il giovane no, sollecitato dal pensiero rivoluzionario a pensare in termini
immaginare la pacificazione del dramma in cui era stato fin'allora nazionali, che ora in nome del nazionalismo deve opporsi alla stes-
compreso: se armate rivoluzionarie. Perciò al ricordo segue l'incertezza ed il
timore di 'soffrire ancora di un dramma insolubile, e col ;imore
" Attorno a me, in me c'è pace, - degli uomini affaccendati l'accento è posto sulla pacificazione, prima che si proponga qual-
dorme l'incessante ansia, mi co11cede libertà siasi altro motivo; la conversione tematica è cosa fatta, quando
e piacere - Grazie a Te, attraverso l'ansia della pacificazione si passa, nel ricordo e nel
o Notte liberatrice! - con bianca bruma presente, dal momento giacobino ad un momento mistico, ad una
la luna abbraccia gli incerti contorni pacificazione che, paurosa di confrontarsi realisticamente con le
delle lontane colline; gentilmente brilla e s'avvicina contraddizioni sociali, si realizza nell'esasperazione metafisica del
la luminosa scia del lago - rapporto individuo-assoluto. I successivi versi sono appunto signi-
dai fastidiosi rumori del giorno s'allontana il ricordo, ficativi della posizione mistica in cui Hegel sembra cadere:
come se lunghi anni separassero giorno e presente ... " ( 191 ).
" Il mio sguardo si eleva verso la volta dell'eterno cielo
È quindi contro l'assurdo muoversi degli individui in una so- verso di te, o lucente astro della notte, '
cietà caratterizzata dall'alienazione, contro quello che è il piccolo e di tutti i desideri, di tutte le speranze
ma esemplare mondo dominato dall'oligarchia bernese, che Hegel oblio fluisce dalla tua eternità,
protesta, tuttavia è senza dubbio sul tema della pacificazione che il sentire si perde nella visione,
egli soprattutto insiste. Ritorna allora il ricordo dell'esperienza quel che chiamo Io svanisce,
giacobina, poiché Hegel, riproponendosi il dramma, sembra voler- mi concedo all'incommensurabile,
ne rivivere gli sviluppi nel ricordo dell'intera propria esperienza: io sono in 11li, son tutto, non sono che lui.
qui, nella ricerca della mediazione riconosce la costante della sua Estraniato è il pensiero che ritorna,
evoluzione, dal periodo giacobino in poi, " nella fedeltà, come dice, impaurito dinnanzi all'infinito, sbalordito non comprende
al giuramento di vivere la libera verità soltanto, di non far mai, la profondità di questa visione.
mai la pace con il dogma che regola l'opinione e i sentimenti »( 192 ). La fa11tasia avvicina l'eterno al sentire,
L'ansia della pacificazione era proiettata nell'ideale rivoluzionario, lo avvolge di forme - Benvenuto a voi
nella polemica contro l'ortodossia, nell'idea di libertà, ma sempre sublimi spiriti, nobili ombre,
era la pacificazione quella che importava, l'uscire da una situa- la cui fronte raggia la perfezione! (193) "·
zione critica, ambigua, di rottura dell'uomo con se stesso.
A questo punto assistiamo ad una conversione tematica del
«Panteismo mistico», ha detto con ragione, commentando que~
giovane Hegel: quand'anche l'ideale giacobino fosse assolutamente
sti versi, il Dilthey ( 104 ), ed infatti essi vibrano della convinzione
puro, cosi egli ragiona, esso si distacca dalla realtà o almeno sem-

93
(1 ) Doku1nente, p. 381, vv. 26-40. Si noti che i vv. 30-38 furono cancellati nella
(191) Doku111ente, p. 380, vv. 1-9. redazione definitiva della poesia.
( 94) w. DILTJ-IEY, op. cii., p. 36 sg.
(19-2) Doku111ente, p. 381, vv. 19-21. 1
186 CAPITOLO TERZO ORIGINALITÀ SPECULATIVA E RADICA
LISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE
187
della presenza divina nel mondo e della partecipazione dell'uomo S'è detto che la raffigurazione del mondo . ,
alla vita del tutto ( 195 ); ma quando dalla definizione dello spirito mutata rispetto a quella de r . . antico e leggermente
g 1 scntt1 precedent· ·,
mistico che anima il poemetto si desume una caratterizzazione f·atto che la libertà tend d . I, e c10 consiste nel
. e a essere cons1derat f
generale del pensiero hegeliano in questo periodo (196 ), allora si nore piu che come forza aff tt . . a come orza inte-
. a o positiva e storie s·
attua un'ingiustificata estensione di un giusto apprezzamento e si d 1 accenni, ma certo tale ri ie . a. I tratta solo
rischia di tradire la specifica posizione dello Hegel ( 197 ). Se non luzione del criovane H I p gamento rispecchia un'effettiva evo-
<> ege e rappresenta la pr· . . .
si può infatti negare che il sentire mistico e panteistico percorra mondo greco come idealità bella eh ima mtmz1one del
questo scritto, tuttavia rimane certo che esso raffigura un momen- apparirà definitivmnente I . ' e nelle opere della maturità
· versi con c · · h' d
to di crisi nell'evoluzione hegeliana; insomma, il problema fonda- il suggello della visione d . lll s1 c m e la poesia sono
. rammat1ca che qui è
mentale del giovane Hegel è pur sempre quello della mediazione mcondizionatamente alla 'fi . espressa, protesa
pac1 caz10ne e perci,0
dell'individualità nella totalità popolare, non un problema metafi- mistiche, ma riferita ad , . . con accentuazioni
una rea1ta mt1mament
sico, e la descrizione di una pacificazione mistica vale come alter- tra interiorità ed esteriorità t . d' 'd . e sconnessa e rotta
' ra In IVI ual1tà e comunità:
nativa che in un momento di profondo scoramento, quando tutte
le contradittorie esigenze dell'esperienza bemese vengono al pet-
" Anche quest a notte t1· ebbi presente, santa Divinità
tine, Hegel, sull'esempio di Hi:ilderlin, cerca di proporsi. Non a
Tu c h e anche a me . . ·
caso, nell'ultima parte della poesia, Hegel descrive i misteri eleu- . . spesso nve1I la vita dei tuoi figli
198
sini e i miti greci come espressione di una comunità felice ( ): ci Tu d1. cm ho nozione come anima dei loro atti r •

troviamo ancora di fronte all'ideale classico, e se è vero che questo Tu sei nobile sentire, la fede vera .
ideale è raffigurato in termini leggermente diversi da quelli usuali, Divinità che nepp d '
' ure quan o tutto affonda vacilli ('"") »,
I

il fatto stesso che sia ripreso conferma che al fondo del pensiero
hegeliano permane l'ansia della mediazione delle contraddizioni Si deve quindi rilevare la com le . ,
del mondo storico politico e il desiderio di fondare la nuova co- Eleusis, non riducibile f .. . ~ ssita della tematica di
a ac11I UDIVOCI sche .
munità ideale. tutto il travaglio speculativo dello H :'11 ma espressiva di
crisi (200). docum t ., egei d1 Berna e della sua
. ' en o perc10 conclusivo in . . .. . .
(195) Né vale obbiettare allo scopo di negare un'interpretazione panteistica dello addotti a sostegno del]''d1 ea1e d e li o stato' p cm I motivi fin qm
scritto che i versi 30-38, su cui soprattutto si basava l'interpretazione del Dìlthey,
1
un punto cruciale e si d. . opo are pervengono ad
siano stati successivamente cancellati (co1ne fanno T. L. I-IAERING, op. cit., I, pp. . imostrano msostenib1T1 . , ·1
291-292, e J. HYPPOLITE, Travaux ... , cit., p. 551}: molto più centrate sono invece le giacobino poteva rive! . d . · ne 1 moralismo
arsi pro utt1vo né I .
interpretazioni di J. W. SCHMIDT-JAPING, Die Bedeutung ... , cit., p. 30 sgg. e di H. classicheggiante riuscire d I ' a concez10ne mitica
NIEL, op. cit., pp. 4042, che sottolineano che i vv. in questione sono stati scritti a a tro quando f
e che il fatto che siano stati cancellati non toglie alla poesia intera il suo senso
estreme conseguenze eh ' osse portata alle sue
. ' e a consacrare I'evas. d ,.
mistico panteistico, che la percorre tutta. Quanto all'interpretazione di I-I. GLocK- z10ne positiva della ricerca He e , . . . wne a un imposta-
NER, op. cit., II, pp. 81-83, non è assolutamente accettabile per il presupposto irra- tesi radicali eh . · g 1 e pngwmero della rigidità delle
zionalistico che gli fa travisare il significato del panteismo mistico hegeliano. ' e non nesce ad adeguare all 1,
(196) A ciò tende infatti il DILTHEY, a fare cioè del panteismo hegeliano null'al- a ricondurre il dramm d ll a rea ta; quindi tende
a a a struttura star· ·
tro che uno dei tanti aspetti della fondamentale tendenza mistico speculativa che soggettiva e ad enucleare sul i ,. '.ca. ~ggettiva a quella
a suo avviso è caratteristica del primo ro1nanticismo: vedi oltre al !. c., la sua
dialettiche che già P ano dell mtenonta quelle categorie
Leben Schleiennachers, cit., pp. 173-188. . aveva scoperto tratteggiando il rapporto di li-
(19 7) In genere sul carattere del panteismo hegeliano si può vedere la recente
opera di E. ScHi\1IDT, Hegels Lehre van Gott. Bine kritische Darstellung, in «Bei-
trlige zur FOrderung christ1icher Theologie)), 2, 52, GUtersloh, 1952, in part. pp.
185-194. (199) Doku1nente, p. 383, vv. 96-100.
(198) Doku111ente, pp. 381-383, vv. 41-100. 200
( ) Molto bene h a tns1st1to
· · · su questo punto R fl .
• AYM, op. c1t., pp. 55-61.
188 CAPITOLO TERZO

b erta, e po sitività c201 ). Cosi Hegel poteva illudersi di aver ·indicata


al' ,
la via di soluzione dell'antinomia di individualità e di :az10n Ita,
di storicità e di idealità; ma in realtà la crisi al termme del P~-
, d d' Berna lo conduceva solo a riproporre nella nuova termi-
no O I 'li '
nologia romantica l'opposizione che percorreva il .pensier~ 1. m:i1-
nistico certo in nttova luce n1a i termi11i erano I medes1m1, s1n-
golarit~ ed assolutezza, interiorità e re~ltà, mistica', . _
In Hegel era tuttavia viva la convmz10ne dell urgenza "d1 co CAPITOLO QUARTO
gliere una mediazione, logicamente valida ed istau:ata nell 1'.11ma-
nenza: lo strumento non, poteva. che .essere dia:ett~co, ma d1 una DIALETTICA UMANISTICA E DIALETTICA METAFISICA
dialettica umanistica o d1 una dialettica metafisica. NEL PENSIERO GIURIDICO E POLITICO DI HEGEL
NEL PERIODO DI FRANCOFORTE - LIBERTÀ E DESTINO

SOMMARIO: 1. La nuova situazione culturale: la polemica contro la rivoluzione


francese e la rivendicazione dei diritti della storia. - 2. La nuova situazione
culturale: la crisi dell'individualismo nello sviluppo della filosofia del diritto
del criticismo. - 3. Continuità della problematica hegeliana nel passaggio da Berna
a Francoforte. - 4. Riepilogo dell'esperienza bernese nel commento hegeliano al-
l'opera di Jean Jacques Cart. - 5. L'approfondimento del n1etodo storico e la
rielaborazione dell'ideale di stato popolare nello scritto sulla costituzione del
Wlirttemberg. - 6. Eticità e legalità: separazione kantiana e unificazione hegelia-
na. - 7. La rivalutazione della positività attraverso l'analisi dell'esperienza giuri-
dica e dell'esperienza economica. - 8. L'idea di destino e lo scherna generale di
reintegrazione della positività. - 9. La concezione metafisica della dialettica nel
pensiero hegeliano di Francoforte. - 10. Conclusione. L'ideale di stato popolare
come fondamento della concezione umanistica della dialettica.

L - Quando Hegel, uscendo dall'isolamento bernese, si tra-


sferisce a Francoforte, è senz'altro immesso in una situazione
culturale del tutto nuova, L'iniziale entusiasmo per la rivoluzione
che, attorno al 1790, aveva costituito la trama del pensiero te-
201 Concordiamo perciò, nelle valutazioni generali, con il giudi~~o dato su
desco, non solo politico e giuridico, è venuto meno e di contro altre
Berna ( dallo
) HABRING (op. et't ., I , PP· 299-300) e soprattutto su .quello. p1u elaborato
d
· 't
di P. ASVELD, op. Cl ., P· 111 · Quanto alla dialettica, sarebbe
. . qui interessante
d' ve
t erehe- correnti di pensiero stanno prendendo il sopravvento: l'evento
fi h to Io HOlderlin abbia influito sulla defin1z1one de1 proce 1men o rivoluzionario resta bensi al centro dell'interesse culturale, ma alla
no a e e pun . . . h
eliano. Ci è nota a questo proposito la d1scuss1on~ e e . ·. E s R . G F·s A n (D'Ignace de
. ,
Ioyola à Hegel par HOlderlin, Circularité des Exer~tces .svrritur:Zs et ctrcularrte du rivendicazione del diritto alla rivoluzione, al fervore giacobino si
S ·. Absolu in (<Archiv fUr Rechts- und Soz1alph1losoph1e)), XLII, 1956, PP: oppone il diritto della storia e, in nome di questa, si afferma la
avon
541-554) ,
ha iniziato sull'iscrizione iniziale del T h aia 1. F rag1nen t , {< ?-on coercer1
maximo contineri tamen a minimo, divinum est)), che d'altronde ritorna spesso polemica reazionaria. Risulta per noi essenziale cogliere i tratti
in altri' termini nello scritto (p. es. S. W., II, p. 53), riconoscendovi uno sch:ma caratteristici di tale situazione allo scopo di studiare successiva-
di procedimento dialettico: tentativo estremamente interessante e che .ha rnol~
tre il pregio di far uscire il dibattito sul rapporto Hegel-HOlderlin dal livello d1
mente, e di intendere rettamente, la problematica del giovane He-
genericità in cui è stato fin qui troppo sovente svolto. gel nel periodo di Francoforte,
190 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAPISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE
!9i

Proclamazione del diritto della storia e polemica controrivolu- revisione del pensiero tedesco sulla rivoluzione (3); di qui usci nel
zionaria, la seconda come conseguenza della prima, erano dunque 1793, a cura di Friedrich von Gentz, quella traduzione del famoso
i motivi centrali del dibattito culturale in corso. Quanto all'af- libello di Bur ke (') che doveva avere una larghissima risonanza in
fermazione del diritto della storia, s'è visto altrove (1) che tale tutta la Germania, - tanto che bene annota, paradossalmente, in
istanza era affiorata, non episodicamente, nell'ultima fase di svi- questi anni Novalis: « in occasione della rivoluzione sono stati
luppo del pensiero illuministico in Germania; si può ora aggiun- scritti molti libri antirivoluzionari. Ma Burke ha scritto contro la
gere che per essa si stabilisce il tramite dall'illuminismo al ro- rivoluzione un libro rivoluzionario ,, ( 5 ). Alla base della funzione as-
manticismo e che il pensiero tedesco era stato da tali precedenti, sunta dagli intellettuali di Giittingen, era l'adesione a quell'indi-
per cosi dire, immunizzato contro le influenze dell'ideologia fran- rizzo storiografico, là elaborato, che si è detto empiristico, e che
cese, di modo che, dopo un primo disorientamento o, meglio, dopo ora si voleva, a ragione o a torto, riscoprire nelle Refiections di
un morne11to di simpatetico interessamento, doveva apparire cosa Burke (6 ); in ogni caso quella traduzione cadeva in un momento
ovvia e spontanea che quei pensatori riprendessero le fila della
speculazione tradizionale e ne facessero il contenuto della pole-
3
( ) Cfr. J. DROZ, op. cit., pp. 349~353, nonché le pp. cit., di W. DILTHEY, in G.S.,
mica reazionaria. Se poi cerchiamo di definire la causa remota, ma voi. III. A Gottinga era infatti nutrita una tradizione culturale singolarmente antil-
determinante di tale resipiscenza che conduce, almeno esterior- luministica: si ricordi in particolare che proprio qui va sviluppandosi, fin da que-
sti anni il pensiero di Gustav Hugo.
mente, da un atteggiamento talvolta neutrale, talvolta di consenso 4
( ) Betrachtungen ii.ber die franzOsische Revolution, nach dem Englischen des
nei riguardi della rivoluzione, all'acerba polemica di questi anni, Herrn Burke neubearbeitet mit einer Einleitung, A111n1erkungen, politischen Abhand-
- oltrepassando cioè il riferimento allo choc provocato dal ter- lungen, und einen1 lcritischen Verzeichniss der in England i.i.ber diese Revolution
erschienenen Schriften, von FRIIìDRICI-I GENTZ, Zwei Theile, Hohenzollern 1794 (Neue
rore e dalle imprese imperialistiche dei sanscullottes, che ne è Auflage), con introduzione alla prima edizione datata «dice111bre 1792» (vol. I, p.
causa immediata, e non trascurabile - , si intende che essa risie- 46). Era tuttavia già apparsa, con molto minore risonanza, un'altra traduzione, ano-
deva nella struttura politica della Germania settecentesca ed alli- nima, con titolo: Be1nerkungen ii.ber die franzOsische Revolution, a Vienna nel 1791.
5
( ) Cosi nei Frag1nente 1798, editi da J. BAXA, Gesellschaft und Staat ... , cit.,
gnava nelle contraddizioni sociali e culturali del paese: l'intellet- p. 184. Sulla difiusione dcl pensiero di E. Burke in Germania si cfr. ad ogni modo
tuale tedesco, nella maggior parte dei casi, è coinvolto nella situa- F. BRAUNE, E. Burke in Deutschland, Heidelberg, 1917; J. BAXA, Einfilhrung in die
romantische Staatswissenschaft, Jena 1923, pp. 30-41 (« E. Burke's Schriften wurden
zione di alienazione da Hegel denunciata, si limita quindi ad essere
fiir die deutschen Romantiker geradezu ein politisches Evangelium J> - p. 41); E.
spettatore dell'azione principesca, «servo» di un <<padrone» e per~ 1 BARKER, Burke et la revolution française, in «Revue philosophique», 64, 1939, pp.
ciò è indotto a mistificare i valori di cui si fa portatore, almeno 129-160; I-I. BARTI-I, E. Burke und die deutsche Staatsphilosophie im Zeitaher der
Romantik, in <iSchweizer Beitrtige zur allgemeincn Gcschichtc>J, 31, 1945, p. 124
quando manchi quell'energia speculativa e morale che era propria sgg.; J. DROZ, op, cit., pp. 348-392; N. MATTEUCCI, op. cit., p. 286 sgg.
dei Kant e dei Fichte ( 2 ). 6
( ) Delle opere di Burke abbiamo sotton1ano I'ed. con il seguente frontespizio:
The Works of the right honourable Edmund Burke. With a portrait, and life of
L'università di Giittingen divenne il centro propulsore della
the Author. New Edition. Eight Volumes, Londra 1823. Quanto all'interpretazione
del pensiero di Burke, dopo che esso venne ritenuto decisamente antilluministico
(per es, nei pur sempre fondamentali lavori di C. E. VAUGI-IAN, Studies on the
(') Cfr. supra, pp. 39-46 e 85-93. History of politica! Philosophy before and after Rousseau, II voi., cap. I, Manchester,
(2) E non stupisca questo tono polemico, né si voglia riferirlo a particolari posi- 1925 e di A, CoLIJAN, Ed1nund Burke and the Revolt against the Eighteen Century
zioni metodologiche moderne: esso è invece assolutamente adeguato alle posizioni
assunte dai pii.i notevoli pensatori dell'epoca. In particolare, per quanto riguarda
Londra 1929) si con1inciò a reinterpretarlo in chiave giusnaturalistica: cosi 1'.
STRAuss1 Diritto naturale e storia, trad. it., Venezia 1957, pp. 285-311 (Burke tente-
la terminologia ~1servo-padrone» cfr. FICHTE, S. W., VI, p. 309 dalla (Bestilnmung rebbe un ritorno alla concezione premodcrna dcl diritto naturale) e C. PARKIN, The
des Gelehrten del 1794) e HEGEL, Das Schicksal des Christentu111s (che analizzeremo 1noral basis o/ Burke's politica[ Thought, Cambridge Londra 1956 (Burke non si op-
pill tardi); terminologia poi ripresa in particolare dalla sinistra hegeliana, e di pone al giusnaturalisn10 ed al contrattualismo, ma solo alla loro esasperazione).
cui si può avere un insigne esempio scorrendo le pagine di H. HEINB, per es. della Cfr. ancora P. J. STANLIS, Ed1nund Burke and the natural law, Chicago, 1958,
facilmente reperibile traduzione italiana di Per la storia della religione e della fi- nonchè la nota di C. B. MACPHERSON, Edmund Burke and the new conser-
sofia in Gennania, Milano 1945. vation, in «Science and Society1), XXII, 3, 1958, pp. 231-239. Ci sembra infine molto
192 CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E :i\iETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE
193
molto propizio, sia perché veniva a sostenere la pos1z10ne rigida-
biano: sembra infatti che il pensiero controrivoluzionario sia sta-
mente legittimistica assunta, sebbene con qualche ritardo, dalle
to esso pure investito, contemporaneamente al trionfo in Francia
monarchie tedesche (7), sia perché potenziava l'opposizione delle
della parte giacobina e al «terrore», dall'abito escatologico che per~
dottrine empiristiche e storiche alla scuola del diritto naturale,
correva l'epoca, ma in senso affatto inverso a quello fin qui consi-
caduta allora in grande discredito (8 ). Si deve sottolineare che, per
derato: nella rivoluzione francese si cominciava a vedere il rove-
uanto la recezione del pensiero di Burke non avesse sollevato. no-
sciamento di tutti i valori, il trionfo di Satana, dell'anarchia so-
qt li difficoltà in un primo tempo tuttavia l'empirismo burkiano
evo ' "d 1 · pra i principi e le consuetudini del vivere civile. Le opere di
era stato inteso pili in ft1nzione metodologica che 1 eo ~g1ca; ~
Mounier e di Mallet du Pan, presto tradotte (1°), non facevano che
quand'anche si tenessero in considerazione le implicanzc 1deol~g1-
confermare questo stato d'animo ed allora le Reflections divengono
che della sua opera, la si considerava generalmente espressiva
un libro sacro, il manuale religioso e politico della reazione tede-
della tradizione costituzionalista inglese (9 ). Ma presto le cose cam-
sca; ed ecco il relativamente moderato Brandes (1 '), Gentz (' 2 ) e
13
Rehberg ( ) giungere ai ben noti eccessi polemici contro la cosid-
,. · . ntemente data allo studio dell'opera di Burke da S. detta «metafisica politica» della rivoluzione.
importanteE!d1mposdta~1~;,~e I~~~ Frankreich in <<Arbeitgemeinschaft fiir Forschung
1nun ' soprattut Contro quali dottrine in particolare polemizzavano questi
des Landes Nordrhein-Westfalen», n. 60, Colonia e ~pladen, 19 , 1~ et ce~~~ del ri~
SKALWEIT 56 h

to di inquadrare storicamente l'opera di Burke e d1 collegarla a a ra iz1one autori controrivoluzionari? Essenzialmente contro il contrattuali-
formismo illuminato montesquieuiano. . . smo, contro la dottrina della volontà generale, e contro il raziona-
(7) Non sono rari i casi di dinasti tedeschi che videro con simpatia nei primi
tempi la rivoluzione francese: non si.~nificava .forse un indebolimento della potenza lismo giuridico: da queste teorie derivava, a loro avviso, ogni ma-
della Francia? Per es. il duca dcl Wurttembe1g, Karl Eugen, si reca a Parigi a ve- lefico effetto, esse percorrevano, sostenevano, giustificavano le pili
dere come vanno le cose. . estreme conseguenze pratiche della rivoluzione, e la loro conclu-
(8) Benissimo hanno sottolineato questo secondo motiv~ sia X. LEON, op, e~~-,
I 175 sgg., sia G. SOLARI, Storicis1no e dirit_to privato: c1~". ~· 11 .. Quanto a a
c~i~~a del diritto naturale ed alla denu~c~a ~ella stato d1 cr1s1 1n cu1 era eI1;tr~t~
per l'eccessivo uso cli strumenti metafis1c1, s1 veda: J. C. G. ScHAUMAN~, Wzssen ca, ed in generale lo scritto esprime giudizi molto sereni sulla rivoluzione: ciò che
·h ftl.ches Naturrecht zu Vorlesungen, Halle 1792, Einleitung, dove s1. afferma soprattutto se1nbra importante all'autore è il confronto tra la nuova costituzione
se
chea mail
1 o e s1· aggi·unge che
la filosofia del diritto aveva avuto tanto d'iscre d't . la e quella inglese, da lui già studiata in una Abhandlung iiber den politischen Geist
causa di tale discredito deve essere cercata nella rivoluzione frances~ che s1 pr~­ Englands, nel «Berlincr Monatschrifbl del 1786 (ma cfr. anche qui p. 151). Sul pri-
senta come conseguenza delle dottrine del diritto naturale, rr_i~ntre inve~e non : mo Brandes, cfr. J. DRoz, op. cit., pp. 353-358.
che conseguenza di una loro falsa determinazione; e ancora: p1u o meno in questi (1°) Entra1nbe da FRIEDlHCH VON GENTZ: MALLET DU PAN, Ueber die franzOsische
termini e con insistenza sulla necessità di restaurare la scienza, J. C. HOFFBAUER, Revolution und die Ursache ihrer Dauer, Berlino 1794, e MoUNIER, Entivicklung der
Naturrecht aus deni Begriffe des Rechts entwickelt, Ha!le 1793, Vorre~e, e .un Ursachen, welche Frankreich gehinclert haben, zur Freiheit zu gelangen, Berlino
ANONIMO (ma pare A. FEUERBACI-I) in Versuch iiber den Begriff des Rech~s, 1n «Ph1l?- 1795. Sul carattere apocalittico di queste opere cfr. N. MATTEUCCI, op. cit., p. 245 sgg.
sophisches Journal>}, II, 2, 1795, pp. 138-162, in part. ~· 140. ~uando ~01 entran.o 1~ 11
( ) In Ueber einige bisherige Folgen der franzOsischen Revolution auf Deutsch-
Germania le opere degli oppositori inglesi di Burke, 1n par~1cola~·e di PA:NE. (d~ c~1 land, pubblicata a 1--Iannover nel 1792.
bbianlo tra le mani una trad. anonima presentata alla M1chaehs M:sse. d1 L1ps1a 2
:el 1791) e di MACINTOSI-I, si ebbe ancor piti l'.i1:1pres.sio.n: di trovarsi di fronte a (1 ) Nelle note e art. che accompagnano le citate trad. cli Burke e di Mallet
du Pan.
teorie cli carattere metafisico piuttosto che politico giuridico. 13
( ) Di A. W. REHBERG si vedano le Untersuchungen Uber die franzOsische Re-
(O) Tipiche a questo proposito le reazioni che sollevò la traduzione, fo.~se di
REI-IBERG, di Das Recht der VOlker ihre Staatsverfassungen willldihrlich abzuan~ern volution, I--Iannover e Osnabruck, 1793, nonché il voi. II dei Siiniintliche Schriften,
geprilft van Burke, in «Der neue teutsche Merkur>> .~ovembre 1791,_ pp. 2.25-258. al- fiannover 1831. E' interessante notare, seguendo gli scritti pubblicati in questo
la polemica che verso la fine dello scritto Burke ln1z1a contro la r_1voluz1one fran- volume, che anche il Rehberg ebbe una evoluzione da un atteggiamento rifor-
e l'ed (forse WIELAND) pospone la seguente nota: « Schade, dass e1ne Betrachtung, mistico ad uno polemico e reazionario: in part. cfr. l'art. Deutschland vor eleni
ces · wahres und treffcndes enthlilt, sich mit einer so o ct···
die •so viel tosen DecIa~~fon1 Ausbruche cler franzOsischen Revolution des Jahrs 1789, che apre jJ volume. Sul
schlicssen soll! Dcr IJerausg. )} (p. 258, nota). D'altronde anche E. BRANDES, .Polttische Rehberg, la cui opera assume grande importanza per la polemica che Fichte
Betrachtungen iiber die franzOsische Revolution, J~na 1790, . qua~do cita Burk~ muoverà contro di lui, cfr. in ogni caso R. LESSING, Rehberg und die franzOsische
{nelle note a p. 42, 47e144) 1nostra cli intenderlo essenzialmente in ch1ave mctoclolog1- Revolution, Friburgo 1910; X. LEoN, op. cit., voi. I, p. 176 sgg.; J. DRoz, op. cit.,
p. 360 sgg.

13. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


194 CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE
195
sione sacrilega risiedeva nel motto: « né Re, né Dio '" Il contrat- di trasformare la struttura dello stato, quando invece lo stato era
tualismo infatti, quando fosse concepito in una prospettiva ottimi- una totalità organica e storica, una realtà armonica in cui si ri..
stica e giacobina, permetteva la sovversione violenta in nome dei specchiavano le diverse e determinate tradizioni etiche e culturali
pretesi diritti naturali di cui si riteneva depositario ogni cittadino; di un popolo. La rivoluzione era in definitiva qualcosa di inumano
in secondo luogo, la volontà generale che non rappresentava sola- poiché, col far violenza alla storia, faceva violenza all'uomo; orga'.
mente un modo di produzione della legge, ma alludeva anche ad nicismo, storicismo come sostanza e come metodo, teoria dello svi-
un contenuto deontologico, consistente nell'affermazione della li- luppo graduale delle istituzioni, proponevano di converso gli autori
bertà e dell'uguaglianza dei soggetti, offriva il mezzo per conser- co11trorivolt1zionari.
vare la sovversione, per renderla permanente, organizzandola, asso- Che in tali critiche reazionarie fossero presenti giuste esigenze
ciando in corpo legislativo i cittadini; mentre infine per il razio- di concretezza e di individualità, è indubitabile; ma è altrettanto
nalismo politico questi concetti risultavano assolutizzati e radica- certo che ne} complesso queste esigenze erano schiacciate da una
lizzati, e conseguentemente era innervata da essi la polemica con- specie di intellettualismo, diverso nella sostanza da quello ilhuni-
tro la storia, contro la tradizione, contro i diritti consolidati nel nistico, ma altrettanto radicale. La polemica controrivoluzionaria
costume. Ma tutto ciò, si replicava, non era che un'impostura, i dimostrava di muovere da posizioni forse pili astratte di quella ri-
pretesi diritti naturali null'altro che vuote formule che venivano voluzionaria, poiché essa stratificava il progresso storico e mitiz-
riempite delle passioni dei pochi a svantaggio di tutti, libertà e zava lo stato di fatto. Perché infatti non intendere gli stessi eventi
uguaglianza, demagogia bell'e buona, mero fiatus vocis. Questi rivoluzionari come eventi storici, anzi come fonte di nuova storia?
principi insomma esprimevano un content1to generalissimo che, se Mancava in fondo ai reazionari tedeschi il senso della fluidità, della
abbisognava di essere concretato, non poteva certo esserlo dalla perenne novità del processo evolutivo dell'uomo, la loro concezio-
rivoluzione che presupponeva la preliminare rottura con ogni strut- ne organica si svilt1ppava intensiva111ente e non esten.sivamente
tura storica; quanto poi alla volontà generale, essa non era altro vale a dire non nello sforzo di comprensione della continuità degl;
che una mistificazione ideologica, strumentale, efficace tuttavia a eventi storici, ma nel senso dell'esaltazione di ciò che è passato,
mascherare teoricamente quel pesante dispotismo che derivava dal quindi con accento di mera conservazione. La loro polemica e l'uni-
dominio della maggioranza sulla minoranza (14 ); ed il razionali- voca dottrina, che la sosteneva, dovevano, non casualmente, dare
smo, si argomentava per finire, non aveva nulla a che fare con il la stura a tutte le metafisicherie organicistiche e reazionarie dei
vero metodo della scienza politica e giuridica, non aveva alcuna filosofi romantici, e cosi allontanare la speculazione dalla storia
dignità teoretica, era piuttosto un mito proposto alle peggiori vivente, racchiudendola in posizioni contemplative e in teorie
passioni; eppure si pretendeva, col suo tramite, di comprendere e 1neccanicistiche.
Sta di fatto che, contraddittorio o meno, il radicale rovescia-
mento che si era verificato nella scienza politica, dall'ansia di un
(14) Interessante, a questo proposito, il tentativo che si fa da parte di GENTZ, di
distinguere la concezione rousseauiana da quella rivoluzionaria, in particolare affer- rinnovamento alla polemica controrivoluzionaria ed alla procla-
mando che il concetto di volontà generale non aveva nulla a che fare con il regime mazione del diritto della storia, non si limitò ad essa ma provocò
rappresentativo (cfr, le note al li vol. della trad. cit. di Burke, p. 146 e sgg.). Tale
posizione era anche stata assunta dal BRANDES nella sua opera del 1790 (cfr. p. 46 una profonda trasformazione del sentire in ogni ambiente cultu-
sgg.). Si poteva dunque essere rousseauiani senza essere rivoluzionari! rale. Goethe ha descritto in suggestive pagine di H ermann und Do-
[E' nostro dovere avvertire di aver preso spunto per alcune delle notizie riferite
nelle note 4, 8, 9, 13 e 14 di questo capitolo dalle schede dcl Prof. Adolfo Ravà, ora rothea quest'evoluzione dell'anima popolare tedesca ed ha qui ri-
conservate presso l'Istituto di filosofia del diritto dell'Università di Padova]. vendicato il valore della tradizione patriarcale contro le dottrine
196 CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE
197
razionalistiche ('5); e nei Wilhelm Meisier's Lehrjahre, documento
particolare per quanto. riguarda il pensiero filosofico giuridico. A
dell'epoca, ha raccontato il passaggio del suo eroe dall'impulsività
questo arg~mento dedicheremo le prossime pagine, prima di en-
radicale dello Sturm und Drag alla riflessione, facendone alla fine
trare nel vivo della tematica hegeliana e di considerare l'originale
u11 uomo conciliato con il suo mondo, con la società in cui vive,
posizione che Hegel, nel bel mezzo delle diverse tendenze, sa
e che sotto l'influenza di saggi, nobili amici apprende ad operare asst1mere.
in armonia con gli altri, mirando ad un illuminato progresso della
società ( 16 ). Rivendicazione del diritto della storia, teorizzazione
della libertà individuale come interiorità, come autolimitazione ed 2. - Inevitabilmente la filosofia critica che si svolgeva ]
. b ne
infine come rapporto con un destino sociale, concezione della real- d
me esimo am iente culturale, tutto pervaso dall'ansia di cono-
tà statale come totalità organica: questi i motivi ricorrenti nel- scenza storica, doveva risentire di quella nuova problematica
I , non
l'opera di Goethe ed egli molto contribuì a propagarli nell'ambiente so o a lunga scadenza, - infatti essa accompagna e condiziona la
culturale tedesco. E ancora un altro significativo esempio della tra- trasformazione della filosofia dell'Io nella filosofia romantica dello
sformazione del sentire possiamo rilevare nel passaggio che in que- assoluto - , ma anche immediatamente, e ciò per il fatto che è
sti anni lo Schiller opera dalla drammaturgia sturmiana a quel essenziale alla genesi ed al processo di autodefinizione dell'ideali-
nuovo genere storico, di cui la trilogia del Wallenstein è il pili smo trascendentale un atteggiamento di attenta considerazione de-
insigne esempio ('7). gli sviluppi pratici della dottrina: in particolare in Fichte e nel
Assistiamo quindi ad un profondo mutamento della coscien- primo Schelling, come altrove si è visto, ferma è la convinzione che
za tedesca ed a un ridimensionarsi della problematica culturale. la filosofia debba assolvere funzioni pubbliche.
Non è possibile intendere l'evoluzione hegeliana di Francoforte Ma d'altronde, in questo primo periodo, la filosofia idealistica
senza riferirsi puntualmente a questo processo in atto. Ma altret- di Fichte e di Schelling aveva fatto centro soprattutto sul concetto
tanto importante è, in questa prospettiva, l'analisi dell'evoluzione di Io, promuovendo quindi una ,concezione essenzialmente indi-
che nella nuova situazione culturale, subirà la filosofia critica, in vidualistica; vale a dire che tale speculazione era diretta in senso
affatto divergente rispetto a quello in cui si muovevano le nuove
scuole storicistiche, opponendosi la visione individualistica all'or-
(15) Quest'operetta Goethe compose nel 1797, ed essa ebbe ncl 1798 un immediato ganica, l'idealismo ad un certo intellettualismo empiristico. Tenuti
e vastissin10 successo popolare. L'abbiamo consultata nella trad. it. delle Opere, vol.
III, cit., pp. 1-65. Si vedano soprattutto nella trad. cit. le pp. 38-41 dove si riassun1e, presenti questi presupposti s'impone la domanda: come reagisce
nelle parole del giudice, tutta l'evoluzione degli atteggiamenti popolari nei con~ il criticismo all'iniziale spinta che viene da un ambiente saturo di
fronti della rivoluzione. Sul significato politico dell'opera cfr. in ogni caso H.
IJnLMERKING, Hcnnann und Dorothea, Zurigo 1948, nonché le opere cit. nella sua
interessi storici? Poteva verificarsi un incontro 0 non era possi-
bibliografia essenziale da E. Wou:E-IAUPTI:!R, J. W. Goethe, in Dichterjuristen, I, cit., bile che il violento cozzo delle due diverse impostazioni? ('B).
pp. 386-389. Sull'interpretazione della rivoluzione francese da parte di Goethe cfr.
L'effetto dell'incrociarsi delle diverse correnti di pensiero
altresi l'op. cit., di WoLLHAUPTER, p. 262 sgg. Altra narrazione degli effetti culturali del-
la rivoluzione francese in Gern1ania si può vedere in GOETHE, Conversazioni di enii-
grati tedeschi, (1795 sgg.) in part. alle pagg. 203-206 e 208-212 delle Opere, III.
18
( 16) L'opera è del 1796, ma preceduta da una laboriosissin1a composizione (su ( ) E scontro infatti, senza possibilità alcuna di intesa sembra quello t
cui cfr. E. WoLLHAUPTEI~, op. cit., I, pp. 342-343); nelle Opere tradotte è contenuta nel FICHTE (1?ei Beitrii.ge cit.) e REHBERG (nelle Untersuchungen cit'.). Sul carattere d~t
voi. III, pp. 319-892. Per l'interpretazione del significato storico politico dell'opera ci lat polem1ca
· B · ··
e sulle reazioni sollevate
. ' cfr. X. LEON' op · cit ., I , pp . 203-206 . M a neg l'1
siamo basati sull'opera di Wo1LI-TAUPTER (pp. 342-355) e sul saggio di G. RADBRUCH, s essi eitrage erano presenti, come vedremo pi-U. oltre, proposizioni che avreb-
Wilhel1n Meisters sozial-politische Sendung. Bine rechtsphilosophische Goethe-Studie, bero .potut<: far ~rc_de:e ~d un ~uperamento della prospettiva individualistica: sti
in «Logos», VIII, 1919-1920, pp. 152-162. 409 punti ha Ins1st1to. In particolare G· GURVITCI-I, L'Ide'e dii dro i't socia
questi · 1, c1t.,
·
(17) Il Wallenstein_'s Lager è del 1798, il Piccoloinini e Wallenstein's Tod del p. . s_gg'. Va~e. ad ogni modo vedere anche, sulle tesi del Gurvitch, le preziose
1799.
prec1saz1on1
,. cr1tlche
. .di E. OPOCHER • Il superamento fichti' an o d e11"in d'ivi·aual'1s1no
ne 11 interpretazione dz G. Gurvitch, Estratto, Milano 1940.
198 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 199

sembra sia stato soprattutto negativo, nel senso che ne risultò cità, idealismo contro empirismo, poteva passare una differenza
non tanto un accordo, quanto, nell'ambito della filosofia idea- di metodi; ma la conseguenza non trascurabile era che Fichte fal-
listica, l'accentuazione dello sforzo per uscire dalle antinomie, liva la mediazione dell'antinomia illuministica di individualità e
a base individualistica, inerenti alla tematica posta dalla Dot- razionalità, radicalizzando il primo termine, e la differenza meto-
trina nella scienza del 1794. La speculazione fichtiana era in- dologica rivelava allora la contraddizione sostanziale in cui era
fatti fondata sul paradossale tentativo di fare del " volontarismo coinvolto il pensiero critico.
etico, che per sua essenza è antisistematico, il principio del sistema, Tale antinomia individualistica, risolventesi nell'esasperazione
poiché ciò s'intende, quando la libertà sia pensata come assolu- dell'eticismo e, politicamente, del giacobismo, si manifesta in ma-
tezza " ( 19 ); e di qui derivava quella contraddizione tra razionali- niera ancor pili chiara qualora dal Fichte si passi ad esaminare il
smo sistematico ed eticismo individualistico che Fichte tentava pensiero dei suoi scolari. Ad esempio, sotto l'influenza del pensiero
di continuo di risolvere attraverso le deduzioni della dottrina del- fichtiano è elaborata la Ricerca sul principio del repubblicani-
la scienza. Ma si trattava di realtà incommensurabili e la media- smo di Friedrich Schlegel (23 ); qui Schlegel si prova a dedurre
zione risultava impossibile a livello teoretico, sia che dall'assolu- "a priori» il repubblicanismo ed una classificazione delle forme di
tezza dell'Io si muovesse alla determinazione degli do» empirici, stato (24 ). Dalla posizione dell'Io assoluto egli trae una determina-
sia che sugli "io» empirici si fondasse il processo di realizzazione zione del concetto espressa nella successiva proposizione : " deve
della Ragione : nel primo caso infatti la deduzione rischia di anne- darsi una comunità dell'umanità (nota bene: di tutti gli « io "
gare le individualità nell'assolutezza e, di fronte a questo pericolo, empirici), ovvero l'Io dev'essere partecipato » ( 25 ). Ma l'assolutezza
si assiste allora al tentativo di desostanzializzare l'Io assoluto e di non è tanto realtà ontologica quanto idealità morale, idea della
definirlo in una prospettiva ideale ( 20 ); nel secondo caso l'Assoluto, Libertà: la deduzione della società come partecipazione degli «io»
cui le individualità tendono, è già caratterizzato esigenzialmente, empirici alla realtà assoluta è quindi immediatamente convertita
come idealità non come realtà, ed in ciò ancora una volta l'indivi- nell'idea della partecipazione degli individui al processo di realiz-
dualismo sembra esasperato (21 ). Tale contraddizione risalta tanto zazione dell'idealità morale; il repubblicanismo non è altro che la
pili nelle opere in cui Fichte, affrontando temi filosofici giuridici, rinnovata proclamazione giacobina dei principi di libertà ed ugua-
tenta di dedurre l'esistenza del sociale come necessità logica ( 22 ), glianza, risultante dalla proiezione deontologica dell'individualità.
soprattutto quando la filosofia, che voleva kantianamente essere Perciò il passaggio dalla comunità etica alla comunità politica, dal-
critica della scienza, paragonava i suoi risultati a quelli delle scien- l'idea alla positività, dal volere alla forza non è, teoreticamente,
ze empiriche della società, alla scienza giuridica e a quella politica, neppure preso in considerazione come problema, ma utopistica-
che andavano accentuando nel medesimo periodo la caratterizza- mente è supposto risolto (26).
zione positiva e storica dei fenomeni studiati. Idealità contro stori-
( 23 ) Versuclz ilber den Begriff des Republikanismus. L'opera è del 1796, ed è ora

(19) R. KRONER, op. cit., I, p. 380. pubblicata da J. BAXA, in Gesellschaft und Staat i1n Spiegel deutscher Romantik,
( 20 ) Cfr. soprattutto E. OroCHER, G. A. Fichte e il proble1na dell'individualità, cit., pp. 27-49. Sulle influenze fichtiane sull'opera cfr. le note di J. BAXA, op. cit.,
Padova, 1944, p. 43 sgg.; di quest'opera ci siamo valsi generalmente per l'inter- p. 536-552, e X. LEON, op. cit., I, pp. 454-455.
pretazione del pensiero di Fichte. (21) Versuch ... ed. cit., p. 32.
( 21 ) Si veda, come espressiva di questa tesi, soprattutto la seconda lezione ( 25 ) Ivi, p. 33.
6
Ueber die Bestimn1ung des Gelehrten an sich, 5 Vorlesungen, 1794, in FrCI-ITE, S. (::: ) Con un notevole salto mortale tuttavia SCHLEGEL cerca di giustificare l'ap-
W., VI, pp. 301-311. Cfr. E. OroCI-IER, op. cit., p. 164 sgg. e G. SOLARI, Studi storici parire dell~ forza e della costrizione negli ordinamenti giuridici, in particolare a
cit., pp, 289-290. p. 38 e 47 della sua liersuch .. , dove insiste sul principio della 1naggioranza come
( 22 ) Oltre il brano cit. della Beszimmung, cfr. Beitriige cit., in FICI-ITE, S. W., <( Proximu1n des Allheit und Surrogat des allgemeinen Willens l>, principio che st

VI, pp. 46-76. può esprirnere come «Machb>.


200 CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 201

Tuttavia è soprattutto Schelling che porta alle estreme con- coesistenza, poiché essa, oltre alla limitazione, implica anche un
seguenze la concezione individualistica, e le antinomie che ne de- oggetto etico universale, che è la libertà. A questo punto Schelling
rivano, nell'ambito della filosofia del diritto, in particolare nell'ope- stabilisce la distinzione di eticità e diritto. A tale scopo egli di-
retta Nuova deduzione del Diritto naturale ( 27 ). Nelle opere pre- stingue tra forma e materia del volere, essendo forma la libertà,
cedenti, particolarmente nelle Lettere filosofiche sul dommatismo materia il contenuto del volere. A seconda che si affermi l'universa-
ed il criticismo (28 ), la nozione fichtiana dell'Io assoluto etico, la lità del volere secondo la materia o l'individualità del volere se-
cui dialettica determina lo sviluppo della deduzione, è affatto rove- condo la forma, si danno etica e diritto (32 ); e poiché la forma de-
sciata dal giovane discepolo. All'enfasi sull'incondizionato come termina il contenuto, tutto ciò che è praticamente possibile, quindi
principio ed alla sua qualificazione in termini spinoziani, corri- lecito, è giusto: l'imperativo del diritto è con ciò ricondotto alle
sponde la determinazione del momento pratico come rottura del- condizioni generali del potere (33 ). Ci si trova cosi di fronte ad un
l'assolutezza: la dialettica non si configura perciò come processo individualismo esasperato, in cui l'universalità formale del volere
dell'assoluto ma come trama di un rapporto drammatico tra la non può non porsi in contrasto con l'individualità materiale del
libertà individuale e l'assolutezza ontologica (29 ). L'attenzione spe- volere stesso: ma questo contrasto, secondo i presupposti generali
culativa si sposta cosi dall'unità del processo dell'Io assoluto alla della teoria schellinghiana, diviene la matrice delle successive di-
pluralità dei processi degli «io» empirici, dalla deduzione alla dia- stinzioni. Schelling si limita a dedurre dialetticamente i diritti ori-
lettica d'opposizione; e nella Nuova Deduzione assistiamo al para- ginari tradizionali: la libertà nasce dall'opposizione tra volere uni-
dossale tentativo di dedurre la sfera dei rapporti sociali, e di fon- versale etico e volere individuale, l'uguaglianza nel contrasto del-
darne l'autonomia e la necessità logica, muovendo dalla posizione l'uno e degli altri, la proprietà dal contrasto di volere e natura ( 34 ).
dell'io empirico, cioè dal problema della coesistenza delle volontà Ma gli ultimi paragrafi della Deduzione rivelano altresi l'intima
individuali. « Il mondo intero è la mia proprietà morale » (30 ): que- contraddittorietà di simili opposizioni all'interno di un'unità on-
sta è la prima conseguenza dell'incondizionatezza che è stata pre- tologicamente prefigurata: d'altronde si rivela anche l'impossi-
dicata del soggetto; l'io domina perciò la natura assolutamente. Ne bilità, da tale punto di vista, di dar ragione del «prepotere fisico»,
deriva che « dove la mia potenza morale trova resistenza, i1on vi della «costrizione», della «potenza», realtà che appaiono collegate
può pili essere natura. Io mi fermo rabbrividendo. Qui c'è umanità, strettamente alla vita del diritto. Schelling non trova di meglio che
mi si grida incontro, io non debbo andar oltre » ( 31 ). Il problema proclamare la necessità di distruggere il diritto in quanto la sua
della coesistenza viene quindi posto dalla limitazione della volontà conservazione è appunto affidata a quelle potenze impure e india-
morale, ma d'altro lato è solo la volontà morale che permette la lettizzabili ed annuncia a questo scopo una <<nuova scienza» (3').
Ma in realtà, con tale conf11so annuncio di una «n11ova scienza» ( 36),
(27) Neue Deduktion des Naturrechts, del 1796, i cui paragrafi 1-48 furono pub Schelling denunciava il fallimento della deduzione fin qui condot-
blicati sul «Philosophisches Journal» del 1796, n. 4, e i restanti, ivi, 1797, n. 4. Ora
in S. W., I, 1, pp. 245-280. Esiste anche una traduzione italiana dell'opera, traduzione
di cui ci sia1no valsi nelle citazioni, a cura di V, MA!<:CHI, Terni, 1914.
(32) lvi, paragf. 52.
c2s) Philosophische Briefe iiber Dog1natisn1us und Kriticisrnus, del 1796, ora in
S. W., I, 1, pp. 281-341. Sull'Io pratico cfr. la Neunter Brief, ivi, p, 326-335. (33) Ivi, pargrf. 88-89,
(2s) Studiando le Philosophische Briefe, A. MAssoLO, Il prùno Schelling, Firenze, (34) lvi, pargrf. 140.
1953, pp. 23-30, in part. p. 27, ha posto chiaramente in luce questo punto; cosi anche (35) lvi, pargf. 161-163.
H. KNITTERMEYBR, Schelling ... , cit., p, 63; e, sebbene con non molta chiarezza, G.
( 36 ) Quale sia la ((nuova scienza)) di cui si parla, è tuttora un grave cd insoluto
SEMERARI, art. cit., pp. 500-506.
problema: i più importanti interpreti hanno però cercato di collegare quest'esigen-
(30} Neue Deduktion 1 paragf. 5-7. Sui precedenti della composizione cfr. A.
za a quella della i<nuova mitologia)> espressa nel Syste1nprogram1n. Cfr. in part.
HOLLERBACH, op. cit., pp. 22-36 e 97-100; sulle influenze pp, 117-121.
E. RosENZWEIG, Das iilteste Syste1nprogra1nm ... , cit.; Jf, ZELTNER, op. cit., p. 173;
(31) Neue Deduktion, paragf. 13.
A. HOLLERBACI-1, op. cit., p. 117.
202 CAPlTOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 203

ta, l'impossibilità di spiegare !'esistenza della positività muoven- certamente solo qui l'esigenza viene chiaramente alla luce e si inten-
do da presupposti individualistici; e davvero questa «deduzione» dono tutte le implicazioni di un simile procedimento. Fichte muove
è piuttosto la "distruzione» del diritto che procede da istanze in- dalla distinzione tra diritto e morale come ipotesi di lavoro, per po-
dividualistiche, in fondo giusnaturalistiche (37 ). L'esasperazione del- lemizzare contro le distinzioni estrinseche, stabilite sulla base del
l'individualismo conduce l'autore a dichiararne la crisi e con ciò criterio dell'interiorità e dell'esteriorità: l'autonomia del diritto è
la necessità di superare il procedimento deduttivo di tipo indivi- invece un fatto essenziale poiché si fonda sulla necessità logica del-
dualistico e di porre attenzione all'emergenza della positività. Qui la società, necessità derivante dal rapporto di reciprocità dato
cogliamo indubbiamente gli effetti dell'influenza della nuova impo- tra individuo ed individui (41 ). L'individuo non è un ente isolato,
stazione storicistica cl1e andava affermandosi, influenza che con- può realizzare il fine pratico della sua esistenza solo nell'integra-
tribuisce a rendere Schelling consapevole dell'insufficienza della zione con gli altri individui: la necessità razionale dell'esistenza
prospettiva individualistica (3 8 ). . . • sociale è quindi in primo luogo inerente all'essenza dell'individuo
D'ora in poi l'esigenza del superamento della concezione md1- che è attività e libertà, in secondo luogo deriva dall'universalità
vidualistica assume una sempre maggiore urgenza. Si tratta di della ragione che postula, per il suo realizzarsi, l'integrazione delle
determinare la necessità razionale del sociale, di giustificare il con- energie individuali; la società è quindi il campo di realizzazione
cetto di diritto e le conseguenze istituzionali del concetto nella loro dell'individualità ed insieme è la realizzazione della Ragione, ed in
realtà storica; ed è soprattutti Fichte che si pone all'opera in questo quadro i tradizionali diritti di libertà, uguaglianza e pro-
questa direzione, in particolare nei Lineamenti del diritt~. naturale prietà vengono intesi e descritti come diritti sociali, la cui giu-
secondo i principi della dottrina della scienza (39 ). Con c10 no~ v~- stificazione, permissione e limitazione sono riferite appunto all'or-
1. =0 affermare che tale tentativo non avesse dei precedenti, sia dinamento sociale (42).
g , . '(W)
nell'opera di Fichte che in quella dei suoi contemporanei , ma Ma ecco che mentre l'idea individualistica del contratto sem-
bra incrociarsi con la concezione storica ed organica della socie-
( 37 ) Lo hanno soprattutto notato H. ZELTNER, op. cit., p. 174 e A. IIoLLERBACH, op.
tà ( 43 ), riemergono i limiti individualistici della concezione fichtia-
cit., p. 115. na. Infatti, quando si tenga presente che anche la morale è carat-
(SB) Questo scritto ha sollevato parecchie discussioni: esso. fu _certo elaborato terizzata dal Fichte in una prospettiva sociale, si intende che la
di getto ma il ritardo della pubblicazione della seconda parte diede 1nodo all~
Schelling di rivedere le sue posizioni, sopratt~tto all.a luce delle nuov~ opere :
società è mera condizione di un pili alto grado di associazione uma-
filosofia dcl diritto uscite nel frattempo, - ed 1n pa~t1c~lare _quella fìcht1ana -, . na; la struttura oggettiva della società è percorsa dai fini morali
modo che aggiunse alla seconda parte un Nachschnft in cui svalutava sos.tanz1al~ delle individualità, è subordinata, - in una prospettiva teorica e,
mente il suo lavoro. Alcuni interpreti presero questa ~ota alla lettera (e tra essi
R. HAYM, Die Romantische Schule, cit., p . S?O), m_a ~iustament~ H ..~~LTN~R e u~~
HoLLERBACH hanno reagito a questa svalutazione, 1ns1sten~o . sw ~o.tlv1, sia, P
paradossali, ma certamente validi, soprattutto ~al punto di ~Jsta cr1t1co, dell opera BAXA, Einfii.hrung ... , cit., pp. 20-25), certo molto discutibile. Insomma il procedi-
di Schelling. Quanto alla polemica sull'anarch1smo che uscirebbe da questa con- mento fichtiano non nasceva nel vuoto ma aveva dietro esigenze di mediazione
cezione, affermata da ZELTNER, op. cit., pp. 174-175, e negata da A. I:-IoLLERB~CH, op. e dì superamento dell'individualismo particolarmente forti: e a questo proposito si
cit., p. 114 e da G. SEMERARI, art. cit., p. 506 sgg., si veda supra. p. 171, e in part. può vedere oltre alla classificazione dei sistemi di filosofia del diritto ispirati dalla
n. 165, quanto detto a proposito dell'analogo problema suscitato dal System- filosofia di Kant che fa F. C. WEISE, in Die Grundwissenschaft des Rechts, Tubinga
progranun. 1797, l'opera di un modestissimo studioso, J. C. G. ScHAUMANN (Versuch eines neuen
(39) Grundlage des Naturrechts nach Principien der Wissenschaftslehre. Pub- System des natilrlichen Rechts, Hallc 1796) in cui tuttavia si attua una deduzione
del sociale che precede temporalmente quella fichtiana.
blicato a Jena nel 1796, ora in FICHTE, S. W., III, pp. 1-385.
(10) Oltre ai già cìt. passi dei Beitrii.ge e della Bestin1n1f..lng, si deve. vedere la
(") S. W., III, pp. 17-55.
polemica tra FICHTE e SCHMmT e la polemica tra FICHTE e MAIMON, su CUl ha posto (") Ivi, pp. 191-285.
43
l'accento X. LEON, op. cit., I, pp. 475-484. Inoltre anche nell'opera di F. ScHLEGEL, ( ) Cosi soprattutti J. BAXA, Einfii.hrung ... , cit., pp. 8-19 e X. LEoN, op. cit.,
Versuch ... , cit., s'è visto un precedente superamento dell'individualismo (cosi J. I, p. 498 sgg.
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 205
204 CAPITOLO QUARTO

spesso, anche storica, meglio, utopica - , all'idea di una comunità doloroso e sofferto, di un processo costante di evoluzione, un'espe-
etica. Perciò l'esistenza sociale non viene definita come organicità, rienza cruciale, gravida di conseguenze, ma pur sempre inserita
vale a dire come struttura che comprenda in sé ragione e fine, ma nella continuità dell'evolversi di un pensatore, allora possiamo an-
risulta dall'incontro, non diremmo casuale, quanto transitorio, del- che usare questo termine. Si tratta dunque di una crisi di cre-
l'energie individuali che ne sono la ragione, mentre il suo fine è scenza, determinata dalla nuova situazione vitale (4") e culturale
ricondotto al fine dell'attività individuale, al fine etico (44 ). Con in cui Hegel veniva a trovarsi: sempre infatti il pensiero hegeliano,
Fichte assistiamo dunque al tentativo di trasformare l'iniziale te- nella sua formazione, è percorso da un nesso problematico unita-
matica individualistica del criticismo e di superarne le antinomie, rio, dalle conseguenze di quella tematica di Tubinga che è conti-
rispondendo nel contempo alle nuove tendenze espresse nell'am- nuamente riproposta alla meditazione, dall'ansia di mediare indi-
biente culturale; ma è certo che, finché l'idealismo trascendentale vidualità e totalità in relazione al problema politico che è la molla
si muovesse nell'ambito del rapporto antinomico di assolutezza ed di tutta le speculazione del giovane Hegel (47).
individualità, non sarebbe stato possibile giungere ad alcuna solu- Eppure si continua da parte degli interpreti, in riferimento al
zione soddisfacente. Insomma, la scoperta di un criterio di media- travaglio francofortese del pensiero di Hegel, a parlare di crisi
zione, non incondizionato ed apodittico, come quello proposto dai come di rottura della continuità problematica: Dilthey ha visto
Fichte e dagli Schelling, ma dialettico, immerso nelle condizioni nel passaggio da Berna a Francoforte il passaggio dal razionali-
reali dell'evoluzione storica, era pregiudiziale ed appunto in que- smo morale al panteismo mistico (48 ), Rosenzweig il costruirsi di
st'ultima direzione opererà a Francoforte Hegel, del tutto consa- una metafisica etica (49 ), gli autori marxisti il passaggio dall'ogget-
pevole della crisi della prospettiva individualistica. tivismo al soggettivismo e Bloch dice appunto che " il periodo di
Francoforte, dopo il bernese, fu lo Sturm und Drang di Hegel ,, ( 50 ).
3. - Non esiste dubbio giustificato sul fatto che Hegel a Fran- Non vogliamo negare che qui si assista ad un'accentuarsi di motivi
coforte fosse al corrente sia dell'evoluzione del pensiero filosofico- soggettivistici, all'emergere, sempre equivoco, di istanze metafisi-
giuridico della scuola critica, sia della nuova impostazione che le che, e che lo stesso Hegel, ripensando a questa fase della sua sto-
scienze politiche avevano assunto; solo in questo quadro quindi è ria personale, l'abbia considerata il momento della «coscienza in-
possibile intendere il suo pensiero, come esigenza di riconquistare,
la positività, meglio, di rintracciare la buona positività, oltre l'esa- temeno che il passaggio dal razionalismo all'irrazionalismo. La crisi è tanto pro-
sperato individualismo degli uni e l'intellettualismo dommatico fonda da determinare quello che l'A. chiama i1 ,,Pantragismus» hegeliano. Ma cer-
to, a parte le difficoltà intrinseche di una tale interpretazione, su cui torneremo
degli altri. Né possono sostenersi le posizioni di quegli interpreti nel contesto, si deve notare che l'A. ha troppa fretta di portare alle estre1ne con-
che descrivono il periodo francofortese, come periodo di profonda seguenze quella scorretta ed aprioristica concezione del pensiero hegeliano, da cui
muove, senza molte preoccupazioni!
e sostanziale crisi. Se infatti per crisi intendiamo rottura di un (
46
) Sulle modalità dcl trasferimento da Berna a Francoforte e sull'ambiente
abito mentale precostituito, atteggiamento di sfiducia, stanchezza in cui Hegel comincia a vivere, sulle amicizie, - in particolare quella con HOld-
erlin -, e sulle letture, cfr. le note di J. HoFrMEISTER in Dokumente, pp. 455-456 e K.
intellettuale e vitale, - ed è questo il senso proprio della parola-, ROSENKRANZ, op. cit., p. 100 sgg.
dobbiamo ammettere che nulla di ciò tocca allo Hegel di Franco- (
47
) Insistono molto bene sull'unità problematica degli scritti di Berna e Fran-

forte (45 ); se invece per crisi intendiamo un momento, sia pure coforte: T. L. HATIIUNG, op. cit., voi. I, pp. 303-306, ed anche I-I. NIEL, op. cit., pp.
42-43 e P. AsVELD, op. cit., p. 123 sgg., per quanto questi due ultimi autori non insi-
stano a sufficienza, a nostro parere, sulla centralità del problema politico.
( 4 8) W. DILTIIEY, op. cit., p. 43 sgg.
E. OPOCIIER, op. cit., p. 167.
(41)
( 49 ) F. RosENZWEIG, op. cit., voi. I, pp. 63-65.
La più radicale delle interpretazioni che sostengono la crisi dello Hegcl
( 45 )
50
( ) Cosi E. BLOCH, op. cit., p. 41; ma si veda soprattutto anche G. LUKACS, OfJ.
è senza dubbio quella prospettata da H. GLOCKNER, op. cit., val. II, p. 84 ss.: que-
st'autore crede infatti di poter cogliere nel passaggio da Berna a Francoforte nien-
cit., pp. 131-147.
206 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE
207

felice» e l'abbia qualificata come «ipocondriaca» (51 ); ma quello giuridica, non abbia rotto con il passato, ma, più decisamente, ri-
che non ci si è chiesti è se, al di sotto di questo mutato atteggia- sponda agli stessi problemi (53).
mento, oltre la crisi psicologica, non permanesse immutato l'og- E non vale neppure, come si è tentato da alcuni, insistere
getto dell'ansia speculativa del giovane Hegel: si è cosi finito per sugli effetti che la rinnovata consuetudine francofortese con Hol-
prendere l'accessorio per il fondamentale, lo psicologico per il teo- derlin avrebbe provocato sullo Hegel, quasi che l'influenza del
retico, e per peccare, gli interpreti intendo, di soggettivismo sto- poeta determinasse una mutilazione della continuità del pensiero
rico. Al massimo, se di soggettivismo e di istanza metafisica si hegeliano. L'accostamento dei due autori non può infatti in nes-
vuol parlare, si abbia almeno la compiacenza di rilevare che tali sun caso esser ridotto a mero calcolo dell'influenza dell'uno sul-
spunti tematici convivono episodicamente e marginalmente con la l'altro: entrambi dotati di una profondissima originalità si muo-
ben più profonda direzione del pensiero del giovane Hegel, preoc- vono assieme, protesi tuttavia ciascuno nello sforzo di risolvere i]
cupato qui, come non mai, della positività e della ricerca degli proprio problema. L'unità di alcuni temi trattati, di certi con-
strumenti di attuazione dell'ideale di stato popolare. Solo proce- cetti enucleati non può far credere ad un'identità di vedute, ma
dendo in questo senso è possibile determinare i sostanziali pro- solo contribuisce a far penetrare il complesso carattere dell'ami-
gressi dello Hegel nella via di soluzione del problema della me- cizia di due forti personalità: se è certo che tra essi s'era stabilita
una continua sollecitazione, in nessun caso poteva determi 11arsi
diazione.
Ci troviamo infatti di fronte ad un nuovo apparato concettua- un'univoca influenza. Del rapporto tra Hegel ed Holderlin si deve
le, alla rielaborazione delle 11ozioni di <camore», «spirito» e «vita», perciò tener conto, senza concluderlo nell'affermazione di un'iden-
ed alla definizione delle originali categorie di «destino», «colpa» tità tematica, ma vedendolo in una prospettiva di reciproco
risalto (54).
e «conciliazione» (52); ed inoltre potremo osservare che l'attenzio-
ne si sposta sempre più dal problema meramente politico, o sto- Concludendo, sì può affermare che nulla induce a considerare
rico-politico, a quello politico-giuridico, allo studio cioè delle for- il passaggio da Berna a Francoforte come soluzione di continuità.
me di realizzazione giuridica della libertà. Ma ancora una volta è Vedremo qui di seguito, partitamente, quali originali sviluppi ab-
necessario sottolineare la continuità dell'interesse problematico bia la problematica hegeliana nel periodo di Francoforte.
del giovane Hegel : lelaborazione dei nuovi concetti, la lieve tra-
sformazione del metodo sono possibili, e per il grado di maturità 4. - Della continuità che esiste tra gli studi del periodo ber-
che le soluzioni proposte rivelano e per l'identità del caratteristico nese e l'attività scientifica del periodo di Francoforte ci offre un'ul-
problema che tendono a risolvere, qualora si ammetta che lo Hegcl, teriore conferma il fatto che Hegel, tra il 1797 e il 1798, curi la
ancora pienamente implicato nella polemica teologica, politica e traduzione tedesca ed il commento di un opuscolo polemico del ri-

(51) Questa annotazione appare già nelle lettere che Hegel scambia con una ('> 3) T. L. HAERING, p. 303 clell'op. cit., val. I.
giovane amica, Naneltc Endel, ncl 1797 e nel 1798: ora in Briefe, I, pp. 49-58 (si ve- .(
54
) ~roppo ci sembra abbia insistito sull'influenza di HOlderlin su Hegel nel
dano soprattutto le lettere datate 9-2-1797 e 2-7-1797; oltre alle note premesse da periodo trancofortes~, J. I:IYPPOLIIB, Introduction ... , cit., p. 40, mentre molto pili
G. LASSON alla prima edizione di queste lettere in Beitriige zur Hegelforschung, ~entrate sono le pagine che al problen1a dedica T. L. 1-IAEIHNG, HOlderlin und Hegel
fase 2, Berlino 1910, p. 6 sgg. e alle note di J. HoFFMEISTER, in Briefe, I, pp. 442-443); t1: Frankfurt. ~in Beitrag zur Beziehung van Dichtung und Philosophie, in HOlder-
viene poi ripresa in un frammento da vedere in HJJGJJL, Schriften zur Politik und lln-Gedenksc~rift zu1n 100 Todestag, 7 luni 1943, Tubinga 1943, pp. 174-202 (per quan-
Rechtsphilosophie, vol. VII dell'ed. LASSON, cit., p. 139, composto verso la fine del to la t~attaz1one del problema storico sia troppo diluita in tutto un contesto cli af-
secolo. fermaz1oni e disquisizioni teoriche, cli non grande valore, sui rapporti tra poesia e
("2) Cosi anche P. ASVELD, op. cit., p. 132 sg. c T. L. HAERING l. c. filosofia).
208 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 209

voluzionario svizzero Jean Jacques Cart (55 ). Questa traduzione com- e degli strumenti che usa per asservire le popolazioni del Le-
parve anonima nel 1798 a Francoforte e solo agli inizi del nostro mano (58 ).
secolo è stata studiata ed attribuita con certezza allo Hegel (56 ). È ciò che Hegel sottolinea, introducendo lo scritto: " Le let-
Si tratta, si è detto, di un pamphlet politico dell'avvocato Cart tere ... contengono in generale un'esposizione ben documentata dei
di Losanna contro l'oligarchia bernese che opprimeva il paese di diritti politici del paese di Vaud, - un confronto tra la situazione
Vaud : ora, quali sono le ragioni che indussero lo Hegel a tra- del Vaud, cosi come essa dovrebbe essere secondo il suo antico
durre e commentare lo scritto? Innanzitutto, dal punto di vista diritto, e la situazione in cui esso è stato ridotto dal dominio di
soggettivo, l'interesse nutrito per i problemi della rivoluzione ed Berna, - ed in particolare il racconto dell'effimera vittoria ripor-
il bisogno di esprimere un giudizio sugli eventi cui egli aveva as- tata dal governo nel 1791 sopra l'insurrezione del paese di Vaud
sistito o di cui aveva udito l'appassionato ricordo, come di cosa che voleva vedere la sua costituzione nuovamente restaurata, -
recente, durante la residenza bernese; insomma quasi la neces- di una vittoria che fu la fine di quei diritti che ancora sussisteva-
sità di giungere, per sé e per gli altri, al riepilogo della propria no, e che esacerbò gli animi contro gli oppressori e dal profondo
esperienza di pensatore giacobino. Nel commento all' opera di li indusse a cercar ancor più la libertà,, (59). Nell'estate del 1791
Cart ricompaiono infatti i motivi polemici già espressi negli infatti le popolazioni del Lemano erano insorte contro il dominio
scritti e nelle lettere da Berna, e tutte le componenti di quel ra- bernese, sorrette dall'entusiasmo per la rivoluzione francese, ed il
dicalismo politico che caratterizzava il pensiero hegeliano (57 ). E, governo era riuscito a placare la rivolta solo impiegando truppe
inoltre, oggettivamente, c'è la volontà di informare i tedeschi dei - di lingua tedesca - e procedendo ad una vasta e violenta opera
metodi con cui si regge il potere dispotico dell'oligarchia bernese di repressione ("0 ). Riferito a questi avvenimenti, del tutto preso !
dall'urgenza della protesta, il pamphlet di Cart aveva dunque un -l
carattere occasionale; ma Hegel, eliminando dalla sua traduzione
(55) Lettres de Jean Jacques CART à Bernard de MuRALT, trésorier du Pays de
Vaud, sur le droit public de ce Pays, et sur les événe1nens (sic) actuels, Paris, i passi che facevano diretto riferimento a vicende personali o costi-
chez les Directeurs de l'l1nprin1erie du Cercle Social, 1793. Su J. J. Cart (1741~ tuivano delle digressioni .dal tema principale, trasforma comple-
1813) si possono vedere A. DE MONTET, Dictionnaire biographique des Genevois
et des Vaudois, voi. I, pp. 128-129, Losanna 1877; J. CART, Jean-Jacques Cart, in
tamente il tono dello scritto. Gli è che quando Hegel scriveva, il
«Revue historique vaudoise)), 1897, V, pp. 364-381; IDI!M, Jean-Jacques Cart et les cantone di Vaud aveva riacquistato la sua indipendenza, la rivolu-
partisans des Bernois en 1790, in «Revue historique vaudois», 1899, VII, pp.
246-253; IDEM, Jean-Jacques Cart et le Directorie de la République Française en
1798, in «Revue historique vaudois», 1914, XXII, pp. 1-21; M. MoECKLr, La Révo-
lution française et les écrivains suisses-ro1nands. 1789 -1815, Parigi 1931; L. ( 58 ) Molto bene E. VERMEIL ha messo in luce (op. cit., pp. 441-445) sia il momen-

MoNGEON, Jean-Jacques Cart, Losanna (s. d. ma 1939). Si deve altresi notare che to soggettivo sia quello oggettivo che condussero a questo commento.
l'avvocato Cart non è 111orto in America, come ritiene Hegel nell'introduzione (59) Doku1nente, p. 247.
alla traduzione (cfr. Doku1nente, p. 247), - e come confern1a F. RosENZWEIG, (!i0) Sugli avvenimenti rivoluzionari nel catone di Vaud, si vedano, oltre alle
op. cit., vol. I, p. 47 -, nla nel Vaud in cui era tornato fin dal 1798 dopo l'esilio pagine di F. ROSENZWEIG, op. cit., I, pp. 48-49, le seguenti opere: P. MAILLERFER,
che trascorse in parte a Parigi, in parte, in missione diplomatica, nell'Ameri- Le Pays de Vaud de 1789 à 1791. Contribution d l'histoire de la Révolution liel-
ca del Nord. vètique, Losanna 1892; IDEM, Ilistoire du Canton de Vaud dès [es origines, Lo-
( 56 ) Il titolo della traduzione è: Vertraulichen Briefen iiber das vonnalige sanna, 1903, pp. 218-428; C. GILLIARD, Berne et le pays de Vaud, in Le Major Davel,
Staatsrechtliche Verhii.ltnis des Wadtlandes (Pays de Vaud) zur Stadt Bern. Bine 1670-1723, Losanna, 1923, pp. 1-28; M. PERRIN, Davel et la Révolution vaudois, ivi,
vOllige Aufdeckung der ehemaligen Oligarchie des Standes Bern. Aus de1n franzOsi- pp. 226-239 (art. importante); G.-A. CHEVALLAZ, Aspects de l'agriculture vaudoise
schen eines verstorbenen Schweizers iibersetzt und 1nit An111erkungen versehen, à la fin de l'ancien régilne, Losanna, 1949 (è certamente la fonte migliore sull'argo-
Francoforte s. M., In der Jii.gerschen Buchhandlung, 1798. L'opera fu riportata alla mento, benché particolare). Si vedano inoltre le pagine dedicate a questi avvenimenti
luce da H. FALKENHErM, nei «Prussischen JahrbUcher», Berlino 1909, pp. 193-210; ora nelle opere generali di J. D1ERAUER, Histoire de la Conféderation suisse, trad. frane.,
le note hegeliane sono ripubblicate nei Doku111ente, pp. 247-257. Losanna 1913, vol. IV, pp. 406-412 e 458-470; E. GAGLIARDI, Geschichte der Schweiz, vol.
7
(" ) Si cfr. in particolare Dokumente, p. 256 con la lettera a Schelling in Briefe, II, Zurigo, 1937, pp. 903-1033; H. NABHOLZ ... , Geschichte der Schweiz, cit., vol. II, pp.
I, p. 23 (cfr. supra p. 125). 217-225 e 267-312; E. FTSCI-IER, Histoire de la Suisse, Parigi 1946, p. 301 sgg.

14. A, Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


210 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 211

zione aveva trionfato : al suo apparire nella traduzione tedesca può parlare di radicalismo astratto quanto di un radicalismo ideo-
l'opera aveva perduto il significato polemico della prima edizione, logico integrato dalla volontà di muoversi a contatto della storia.
ed Hegel le attribuisce solamente la funzione di dimostrare che Giustamente si è osservato che è qui Montesquieu a dirigere il
malgrado la violenta opposizione dei regimi assolutistici, la rivolu- pensiero di Hegel, piuttosto di Rousseau (64 ): Hegel infatti tende
zione libertaria non poteva che trionfare. « Hegel non è solo il tra- ad ipostatizzare !"idea dell'antico diritto ed il dispotismo, cioè a
duttore ma anche il nuovo redattore dello scritto di Cart » ( 61 ), tipizzare il processo storico, sebbene egli poi definisca quelle ca-
proprio perché trasforma un'opera che era nata come testimonian- tegorie in modo assai determinato. Ancora una volta Hegel vuole
za di un particolare evento storico in documento tipico della lotta chiarire, analiticamente, tutte le possibili implicazioni della dialet-
tra progresso e reazione, in esemplare dimostrazione che l'ansia tica di dispotismo e di libertà e gli effetti dell'alienazione: esem-
di libertà non può assolutamente essere schiacciata, al massimo ne plari sono a questo proposito le pagine in cui egli analizza il com-
può essere differito il trionfo, ma a costo di azioni degradanti ed portamento del cittadino di fronte al pagamento delle imposte.
inumane. Il tono della rielaborazione hegeliana è perciò non tanto Nello stato dispotico, egli nota, lo stato si configura come una
storico-polemico quanto politico-pedagogico, e tutto lo scritto oscil- potenza estranea, nemica, e perciò il cittadino, indotto a riporre
la tra l'ottimistica certezza di una soluzione positiva del dramma nel bene privato ogni speranza di salvezza, rifiuta di sottostare alla
e l'invettiva per non veder attuati i principi della rivoluzione, con- tassazione; mentre negli stati liberi il cittadino sente il dovere
tro le forze che vi si oppongono (62 ). della contribuzione poiché sa che per essa garantisce la sua liber-
Ed ecco come Hegel riassume questa complessità di motivi : tà (65 ). E inoltre, se ricordiamo che già altrove Hegel era sceso
" Dal confronto del contenuto di queste Lettere con i nuovi avve- dalla considerazione del dispotismo e dell'alienazione etica a rin-
nimenti della terra di Vaud, dal contrasto dell'apparente pace con- tracciarne la causa nell'egoismo privatistico, nell'alie11azione eco~
seguita con la forza nell'anno 1792, del vanto del governo per la nomica, vale a dire nella categoria della proprietà, non stupisce che
sua vittoria - con la reale debolezza dello stesso in queste terre e anche qui Hegel metta in luce i vantaggi economici che Berna
la sua repentina cacciata da esse, - ci si offre un gran numero di traeva dalla dominazione del Lemano ( 66 ).
avvertimenti morali; infatti gli avvenimenti parlano di per sé ab- Concludendo quindi le nostre note a proposito di questa prima
bastanza chiaramente; ed è perciò possibile imparare a conoscerli pubblicazione dello Hegel, possiamo riconoscervi un documento
nella loro pienezza; essi proclamano sulla terra: Discite jusriciam espressivo dell'esperienza bernese, quasi un riepilogo d'essa, sotto-
monz·r1·.•• » (63) . lineando tuttavia che in essa scorrono già nuovi stimoli e originali
È quindi il radicalismo democratico che innerva la pos1z10ne direzioni di indagine storica. Questo scritto sembra perciò offrire
di Hegel, quell'atteggiamento per cui l'imprecazione moralistica e lo schema della successiva evoluzione francofortese dello Hegel:
la speranza utopica di un avvenire migliore si incontrano. Ma a approfondire l'indagine storica per scoprire il destino della li-
questa impostazione ne inerisce un'altra, che deriva allo Hegel dal-
l'abito della sua indagine, minuto, analitico, storico: perciò non si
(6'1) Cosi J. HOFFMEISTER, nelle note ai Dokun1ente, pp. 464-465.
( 135 ) Doku1nente, pp. 248-249. Tuttavia mentre per Cart (p. 71 della traduzione

F. RosENZWTIIG, op. cit., I, p. 51.


(61) tedesca) il popolo inglese è il pili perfetto esempio di tale atteggiamento nei con-
Quest'elemento è stato colto ln particolare da T. L. 1-IAERING, op. cit., voi. I,
(62) fronti della tassazione, per lo Hegel lo è il popolo americano: Hegcl infatti porta
pp. 292-298, ed anche da J. HYPPOLITE (La signification de la Révolution ... , cit., p. 327) nella polcn1ica la sua antipatia per Plitt e la silnpatia per il suo antagonista Fax,
che tuttavia non lo riferisce specificamente allo scritto sull'opera di Cart, ma lo con- e d'altronde, in perfetta coincidenza di temi con il pensiero giacobino, è indotto a
sidera una tonalità generale dell'opera politica hegelìana di Francoforte: è il tono valutare molto positivamente la rivoluzione americana.
66
del « quousquc tandem)>, ( ) Cfr. in particolare Dokumente, p. 249 e 256; su questo punto ha insistito
(63) Dokumente, p. 248. molto G. LUKACS, op. cit., pp. 149-152.
212 CAPITOLO QUARTO

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE


213
bertà, vale a dire il modo in cui dall'alienazione l'uomo passa,
nella positività, alla riappropriazione di se stesso. ta ansia dello spirito, cui anche il gioco delle carte deve Ja sua
diffusione, è ciò che caratterizza il nostro tempo ,, ("B). L'attento
5. - Rielaborazione dell'ideale di stato popolare e approfon- analista delle espressioni vitali risale dunque dall'individuale al-
dimento del metodo storico vanno di pari passo nel pensiero del I'univ_ersale, dal dato, non solo particolare, ma anche curioso, stra-
giovane Hegel; vale a dire che il metodo non è enucleato in una ~o, divertente, alla nozione concettuale, per poi verificare quest'ul-
sfera formale, neutrale ai giudizi di valore, ma viene affinato at- tima come indice di una situazione storica. La concezione dia-
traverso un'analisi che si muove ali' interno del rapporto con i lettica, per cui individualità e razionalità si integrano nello stesso
contenuti ideologici cui è applicato. Il metodo è condizione della momento in ctii si negano, è qui affatto palese, e si dimostra tan-
definizione dell'ideale, e viceversa; la dialettica, in cui si configura t~ matura da poter esser applicata a ogni benché minima espres-
tale rapporto di reciprocità, non si pone autonomamente come sione t1mana.
strumento logico astratto, né nasce da una speculazione mera- Ma ciò che pili interessa sottolineare è senza dubbio il riappa-
mente teoretica, ma è intesa come chiave interpretativa affatto rire dell'esigenza rivoluzionaria: !'«appassionata, inquieta ansia del-
adeguata alla realtà del movimento storico: il nesso soggetto-og- lo spirito» conduce ben oltre i limiti dell'analisi scientifica: è piut-
getto è perciò essenziale all'evolversi del procedimento dialettico, tosto la medesima tensione che induce l'uomo al capovolgimento
cosi come gli è essenziale l'interazione di individuale e razionale. della situazione in cui vive. Ma che vuole l'uomo? Qual'è la ragio-
Una curiosa, diremmo frivola, pagina che Hegel scrive in que- ne di questa continua, esasperata tensione? Certo il dinamismo del
sto periodo, Sul gioco delle carte (67 ), ci offre un esempio partico- rapporto tra la libertà e le sue negazioni.
larmente interessante di tale metodo, di cui evidentemente Hegel Perciò Hegel risponde al quesito propostosi con una serie di
si sentiva già padrone. Riferendosi alla concezione dell'uomo co- studi in cui ripercorre le fasi storiche dello svilupparsi della dia-
me «Mittelwesen» di natura e ragione, Hegel nota che appunto I~ttica tra libertà ed alienazione, riprendendo i motivi che nel pe-
il gioco delle carte rivela l'essenza umana : nel gioco passione ed nodo bernese aveva già tratteggiato: la civiltà orientale come ci-
intelletto si integrano e confrontano, ed il rapporto non è mec- viltà schiavista, la Grecia e il felice e spontaneo trionfo dell'ideale
canico ma dialettico, e l'essenza composita dell'uomo uscendo dal di stato popolare, l'alienazione cristiana, il tentativo moderno di
contrasto si conclude in una attiva tensione. Nell'azione quindi si riconquistare la positività ed il suo fallimento provocato dall'indi-
rivelano quelle che sono le pili caratteristiche proprietà dell'uo- vidualismo e dalla concezione privatistica che ne deriva ("9). Tut-
mo; ma d'altronde la ricerca non si limita a rilevare gli elementi
universali che sottostanno all'esperienza ludica, ma va ben oltre: ( 68 ) Dokumente, p. 278.
((;g) ~ulla ci~iltà orientale si veda il lungo frammento in Dokun1ente, pp. 257-
anche il gioco, come ogni altra espressione umana, dice Hegel, può 261, quasi esclus1va1nente espositivo; sulla civiltà greca i frammenti contenuti iv'
essere ricondotto ad una generale situazione di cui vale come do- pp. 261-263 (riflessioni sui caratteri dell'immaginativa greca: dio pensato e dolor~
cumento, e l'universalità delle componenti del comportamento si rensato. nella tragedia), p. 263 (frammento molto in1portante: comn1entando un
passo d1 Tucidide, Hegel insiste sul carattere integrativo di individualità e totalità
determina nell'individualità della circostanza storica. Si giunge co- ct:llo stato greco ~ sulla volontà generale che in esso trova modo di esprimersi
si alla fon.dan1entale proposizione: « q_uesta appassionata, inquie- pienamente; ma d altro lato sembra accettare le obbiezioni che generalmente ·
sol.levava~o nell'~m?,iente c?ntro la possibilità di applicare il principio della volon~~
generai: _i~ stati p1u estesi della polis), p. 264; sul cristianesimo ivi, pp. 264..265;
sull~ c1v11ta mod:rna pp. 268-279 (ed è qui importante, dal punto di vista della
( 67 ) Ueber das J(artenspiel, in Dokumente, pp. 277-278. Su questo scritto, com- st?r1ografi.a ~egcliana, la nota sulla nascita dell'individualismo moderno nel rina-
posto a Francoforte nel 1798 (cfr. K. RosENKRANZ, op. cit., p. 23 sg.), è senza dubbio sc1mento italiano). Senza dubbio si annunciano qui le lezioni che Hegel pi·' t d"
I · d Il . , , u ar 1,
presente l'influenza della scuola analitica della psicologia inglese, su cui cfr. E. ne pieno e a matur1ta, terra sulla storia universale· ma è certo del t tt · ·
'fi ·1 , · . , u o 1ng1u-
TROELTSCH, Ges. Schr., voi. IV, cit., pp. 374-429. s t l cato
. . 1 tentativo
. d1 l-1. GLOCKNER (op · cit ., II , pp . 84-95) d"1 ve d ere ]e s1ngo
' ]e pro-
porz1on1 stonografiche dello Hegel già legate da un nesso sistematico.
214 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 215

tavia caratterizza questi saggi un elemento nuovo, consistente nel fatti la povertà non era che il frutto negativo dell'egoismo indivi-
fatto che ]'attenzione al processo storico sembra vieppiu puntualiz- dualistico, se essa nasceva, nel corso dell'evoluzione economica
zarsi sullo studio degli istituti giuridici in cui si realizza la libertà come contrappeso dell'accentramento della ricchezza, non potev~
o si fissa l'alienazione (7°); l'analisi storica non risulta cosi senz'al- quindi ad essa porsi rimedio che incidendo sulla ricchezza stessa
'
tro riferita all'ideale, ma piuttosto alle sue manifestazioni concrete, cioè attraverso il controllo statale della proprietà e del suo uso.
e giuridiche in particolare. Né il rilevamento di questa posizione La reintegrazione dell'uomo nella sua dignità poteva avvenire solo
deve farci indulgere ad un'immagine di un giovane Hegel positivi- quando la comunità avesse agito in modo di eliminare le fonti
sta, poiché infatti reale ed ideale sono pur sempre strettamente dell'alienazione: l'intervento dello stato doveva sembrare allo He-
congiunti come materia e forma del processo dialettico; eppure gel lo strumento pili adatto allo scopo di riconquistare la pienezza
con ciò è avviata una revisione pili profonda, di cui misureremo, umana e con essa di attuare l'ideale dello stato popolare.
procedendo, il significato e i limiti: insomma nel periodo di Fran- È tuttavia solo nello scritto sulla costituzione del Wiirttem-
coforte assistiamo alla lenta e progressiva trasformazione della berg ( 71 ) che tutti i motivi metodici e sostanziali fin qui sottolineati
tematica hegeliana, senza rotture di sorta, e possiamo cogliere pun- giungono a maturazione e sono pienamente formulati. Per me-
tualmente le fasi del passaggio del nostro autore dalla problema- glio apprezzare l'originalità dello scritto hegeliano è necessario
tica giovanile a quella della maturità. studiarne la genesi e la situazione storica in cui fu composto.
Quanto questa trasformazione tematica sia legata ali' analisi Si deve innanzitutto ricordare che il Wiirttemberg era, tra gli
del concreto, all'interesse analitico e positivo del metodo, ci rive- stati tedeschi, l'unico che avesse evitato l'evoluzione verso il di-
lano ancora gli appunti hegeliani sui dibattiti parlamentari ingle- spotismo illt1minato; il sistema costituzionale ivi in vigore si reg-
si (71 ). Non ci è restato molto di questi scritti, ma quel che è suf- geva sulla collaborazione·· del principe territoriale con il Landtag
ficiente per star certi che Hegel seguiva con assiduità gli eventi degli Stiinde. Tale collaborazione però non era affatto pacifica: in-
parlamentari inglesi. Rosenkranz, che ebbe tra le mani gli appunti fatti nel Landtag, che era costituito da quattordici prelati nominati
originali, riferisce di numerosi estratti (72 ); a noi importa sopratut- dal principe, nonché dai rappresentanti delle città e delle corpo-
to seguire l'attenzione hegeliana per la discussione sulla tassa dei razioni, e da cui era espressa una commissione di otto membri cui
poveri (73). Si deve rilevare che tale interesse hegeliano non è tanto era affidato il controllo delle imposte, dell'esercito e della politica
estera, si nutrivano continuamente giustificati sospetti sulla vo-
sostenuto da motivi umanitari, quanto dall'esigenza di rispondere
lontà del principe ( 75 ). Si deve riconoscere che tale polemica, lar-
alla domanda sui mezzi legislativi che potevano essere messi in
opera per risoivere il problema dell'alienazione privatistica: se in-
74
( )Ueber die neuesten Verhiiltnisse Wiirttembergs, besonders iiber die Gebre-
chen der Magistratsverfassung, Francoforte 1798, ora in Schriften zur Rechts-
philosophie und Politik, ed. LAsSON, val. VII, pp. 150-154 (d'ora in poi citeremo
(70) Doku1nente, p. 273: sen1bra infatti che l'apprezzamento che 1-Iegel f~ il~
quest'opera solo con Schriften VII). In genere su questo scritto rimandia1no a R
questa pagina sulla storiografia di :f.Iume implichi appunto l'adesione a inoduh d1
ITAYM, op. cit., pp. 65-68 e 483-85, G. LUKACS, op. cit., pp. 177-187. Si può vedere inol~
storia giuridica, meglio, nella terminologia hegeliana, di storia della stato moderno.
tre il saggio che C. GoRETTI ha dedicato allo scritto hegeliano sulla costituzione
(71) Dolcurnente, pp. 278-279. Sul metodo, cfr. le annotazioni di T. L. HATIRING,
del Wtirtten1berg del 1817, dove tuttavia sono alcune annotazioni anche sullo scritto
op. cit., I, 590. giovanile: «Rivista di Filosofia», XXII, 1931, pp. 408-419.
(72) K. RoSTINKRANZ, op. cit., p. 86. (
75
) Sulla struttura costituzionale dcl Wtirttemberg si possono vedere i se-
(73) A proposito dei dibattiti sulla tassa dci poveri, K. RosENKRANZ, l. c., anno~ guenti lavori: FRICKER e GESSLER, Geschichte der Verfassung Wilrtteinberg's, 1869,
ta: « Mit grosser Spannung, wie seine Excerptc aus cnglischen Zeitungen bcweisen, pp. 121-136; A. WoHLWILL, Weltbilrgeriuni und Vaterlandsliebe der Schwaben, 1789-
folgte Hcgel den Parlamentsverhandlungen ii.ber die Armentaxe als das Almosen, 1815, Amburgo 1875; Herzog Karl Eugen von Wiirtteniberg und seine Zeit a cu~
mit welchem dic Adel- und Geld-Aristokratie den Ungcsttim der subsistenzlosen della Wiirttem~ergscheri Geschichts- und Altertumsverein, voll. 1 e 2, Ésslinge:
l\llenge zu bcschvvichtigen hoffte », 1907-.1909; E. HoLzLn, Das alte Recht und die Revolution. Bine politische Geschichte
216 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E lvIETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 217

vata o meno, che opponeva Landtag e principe, rivelava in fondo smo. Vengono pubblicati circa centocinquanta lavori sulla nuova
null'altro che le contraddizioni dell'ordinamento costituzionale: costituzione, ma solo pochissimi erano percorsi da sentimenti ri-
infatti la costituzione, fondata su base contrattuale e dualistica, voluzionari: generalmente si ritiene che i principi della rivoluzione
menava, come è stato giustamente notato (76 ), non tanto ad una francese non siano applicabili nel Wiirttemberg, e d'altro lato che
separazione legale di poteri quanto ad una ripartizione, d'altronde quel poco di buono che la costituzione francese aveva, era già da
molto confusa, dei diritti di sovranità. Quanto alla posizione del secoli contenuto nel «vecchio diritto» svevo (7s).
popolo, esso non era altro che oggetto di sovranità, spogliato di Non ci importa seguire piu a lungo la polemica costituzionale
ogni diritto; e sebbene la costituzione sveva passasse in Europa wiirttemburghese nei suoi aspetti generali: tutto ciò infatti deve
per analoga a quella inglese, in realtà ci si trovava di fronte ad solo servirci da sfondo per la considerazione della posizione assun-
un sistema oligarchico, e inoltre ambiguo e contradittorio. Sta di ta dal giovane Hegel, che, al ritorno da Berna, si ferma a Stoccarda
fatto che generalmente in terra sveva tali contraddizioni non erano nella casa dei genitori per alcuni mesi in attesa di assumere l'in-
avvertite, almeno dal punto di vista del diritto: era comune in- carico a Francoforte (79 ), avendo modo di conoscere da vicino e
vece il sentimento di orgoglio per quello che, affettuosamente, si direttamente la nuova situazione che si era creata e di meditare il
chiamava «das alte Recht», ed anche di fronte alla rivoluzione problema che sentiva da tutti dibattuto.
francese si pensa che in fondo le nuove esigenze non potevano Cosi nasce il suo scritto, dedicato « al popolo svevo ,, e con la
condurre che ad una costituzione analoga a quella wiirttembur- seguente intestazione: « i magistrati wiirttemburghesi debbono es-
ghese. Si deve solo adattare la costituzione ai nuovi bisogni, non sere eletti dal popolo " (80 ). È sufficiente leggere questo titolo per
mutarla radicalmente; in nessun momento la critica dell'ordina- intendere che lo scritto hegeliano si stacca decisamente dal tono
mento tradizionale supera limiti formali per accedere ad una po- riformistico degli altri : egli fa appello al popolo perché esso si
lemica sulla sostanza. E solo gli spiriti piu vivaci, piu impegnati scuota e imponga una costituzione democratica. « È tempo infine
nella problematica culturale contemporanea giungono, sparuta mi- che il popolo del Wi.\rttemberg, smettendola di vacillare tra il ti-
noranza, al fondo della polemica, e colgono l'insufficienza struttu- more e la speranza, di passare dall'attesa alla disillusione, da tale
rale: tra essi soprattutti Schelling ( 77 ) e Hegel. attesa venga fuori " ... « lasciando cadere le piccole ansie e fondan-
Quando nel 1795 il duca Friedrich Eugen succede al fratello do nella sua anima la passione per l'universale ,, (81): cosi esordisce
e suscita speranze liberali, quando poi nel 1797 il problema costi- lo scritto; e prosegue affermando che le strutture costituzionali
tuzionale viene portato dinnanzi al Landtag, l'atteggiamento piu sono marcite e non corrispondono piu allo spirito dei tempi: una
comune nell'opinione pubblica è certamente il tranquillo riformi- trasformazione radicale è assolutamente esigila. « Per gli uomini
dai migliori sentimenti, dal piu puro zelo sarebbe ormai tempo
di tener fisse dinnanzi alle loro indeterminate volontà quelle par-
Wilrtte1nbergs in der Revolutionszeit 1789-1805, Monaco e Berlino 1931 {fondamen-
tale); J. Dnoz, op. cit., pp. 111-134 (un ottimo compendio); E. R. HUBER, Deutsche
Verfassungsgeschichte seit 1789, I vol.: Refonn und Restauration, 1789 bis 1830,
( 78 ) Sul riformismo proprio del liberalismo svevo ha insistito molto bene, in~
Stoccarda 1957, pp. 329-334. Sull'opposizione del Landtag al principe basti ricordare
le vicende della vita ed il carattere degli. scritti dei Moser, padre e figlio, che ap- quadrandolo d'altro lato nella generale intonazione dcl liberalismo tedesco, J.
punto difendevano il diritto tradizionale contro le pretese principesche. DROZ, op. cit., p. 120 sgg.
(76) J. DROZ, p. 112 sg. dell'op. cit. ('i9) Cfr. F. ROSENZWEIG, op, cit., I, p. 54 sg.
( 80 ) Questo fu il titolo primitivo: poi la parola « Volk)> fu sostituita con
(77) Nella lettera del 21-7-1795 che Schelling scrive a Hegel (Briefe, I, pp. 27-29),
il primo accenna alle speranze che in lui suscitava la salita al trono di Friedrich «Blirgern)), infine cancellato e sostituito con l'intestazione riportata a p. 215, n. 74.
Eugen, principe di tendenze liberali: cd è in questa lettera che Schelling si scaglia Anche la dedica fu cancellata. Ma 1nalgrado questi ammorbidimenti esteriori Hegel
contro il dispotis1110 che vedeva dominare, all'opposto dci moderati svevi, la stessa rinunciò a pubblicare l'operetta su consiglio degli amici.
terra wilrttcmbcrghcse. (8 1 ) Schriften VII, p. 150.
218 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 219

ti della costituzione che sono fondate sull'ingiustizia e di indiriz- di una punizione » ( 84 ). Dunque, nella storia è radicata la necessità
zare la loro attività alla necessaria trasformazione di quelle e l'urgenza di una trasformazione, e di una trasformazione tale
parti » ( 82 ). per c11i non ci si limiti a riempire dei vecchi co11tenuti nuove
È dunque ancora il moralismo giacobino che dà tono a queste formule, ma si escogitino originali forme adeguate e comprensive
pagine? Non diremmo, poiché se è certamente con abito intellet- della nuova realtà storica.
tualistico che Hegel discrimina il giusto dall'ingiusto, il progresso E d'altronde la molla del progresso è scoperta all'interno del-
dalla reazione, egli d'altro canto determina un nesso tra idealità l'antinomia che rivela il pensiero rivoluzionario, tra l'individualità
e realtà, cogliendolo dapprima nella volontà politica in quanto ta- del volere e la razionalità del fine: essa consiste, per usare i ter-
le, poi, per superare i limiti dell'interpretazione volontaristica, ten- mini hegeliani, nella sintesi dell'«angoscia che deve» e del «corag-
tando un'analisi fenomenologica della dialettica storica, vale a dire gio che vuole»; la rivoluzione viene quindi allorché la necessità
discoprendo nella struttura del processo la ragione dello svilup- storica che si manifesta nell'angoscia dell'individuo si riversi nella
po ( 83 ). L'individualismo infatti, in tal modo argomenta Hegel nella sua ansia dell'universale. Vediamo cosi l'antinomia di razionalità
sua critica, p11ò al m.assimo indicare una via solitaria, essere « una e di individualità risolta dallo Hegel non solo mediando gli estre-
vertigine casuale e passeggiera », si1nile a un « parossismo di feb- mi in una sintesi conclusiva, ma reinterpretando, definendo origi-
bre, che termina con la morte » lo << sforzo di t1na forza non an-
1 nalmente gli estremi stessi: l'individuo non è un atomo, ma è co-
cora sana di cacciare fuori il male »; non basta perciò che « gene- stitutivamente inserito nella storia, né la razionalità è una realtà
rale e profondo sia il sentimento che la costituzione statale, cosi iperuranica ma è essenzial1nente congiunta all'espressione umana.
co1ne è, sia insostenibile >>; è necessario che la volontà rivoluzio- La contraddizione diviene il motore stesso della storia ed il rileva-
naria, la « volontà di praticare la giustizia » vada di pari passo col mento della contraddizione contiene in sé la ragione dell'azione
rilevamento oggettivo della crisi delle istituzioni. Qui la volontà degli individui; "lungi da ogni ipocrisia, ogni individuo, ogni ceto,
rivoluzionaria muove all'unisono con il sentimento del destino sto- prima di aver pretese sugli altri, prima di guardare alle cause del
rico, ed in ciò essa trova il suo sostegno. « Come sono ciechi co- male fuori di sé, cerchi in se stesso di considerare i suoi rapporti,
loro che credono che pili a lungo possano sostenersi ordinamenti, i suoi diritti, e qualora egli si trovi in possesso di un ingiusto di-
costituzioni, leggi che non sono pili in armonia con i costumi, i ritto, cosi tenda a porsi in equilibrio con il restante mondo» ( 85 ).
bisogni, l'opinione degli uomini, - istituzioni da cui è uscito lo Le conseguenze politiche e costituzionali di questa imposta-
spirito -- ; che vuote forme nelle quali intelletto ed esperienza non zione non tardano a rivelarsi e sono affatto espressive del vigoro-
ripongono alcun interesse, siano sufficientemente forti da vincolare so democraticismo hegeliano. Il cittadino, egli sostiene, deve avere
ancora a lungo la vita di un popolo! Tutte le concezioni, i rappor- in proprio potere di riformare e di revocare le riforme, conseguen-
ti, le ripartizioni di una costituzione da cui sia uscita la fiducia po- temente deve direttamente eleggere i propri magistrati (86 ). Questa
polare, nel tentativo di ricreare la fiducia attraverso delle abborac-
(8-1 ) Schriften, VII, p. 151.
ciate spacconate, di nascondere la morta sostanza con belle parole,
('°) Ivi, pp. 152-153.
non coprono soltanto di vergogna il loro fantastico ideatore, ma (8 6) Schriften VII, pp. 153-154. Non hanno quindi, a nostro parere, colto piena-

preparano altresi una molto giovevole rottura, nella quale l'ira mente il senso di questo scritto coloro che (co1ne BtiLOW, FR., op. cit., p. 36 sgg. e F.
RosENZWEIG, op. cit., I, p. 57 sgg.) hanno visto un atteggiamento riformistico: se
vendicativa si associa al bisogno della riforma e la folla, sempre infatti non fossero sufficienti le pagine introduttive a negarlo, col loro sdegno mo-
ingannata, sempre repressa, pone nella slealtà anche la necessità ralistico e con la problematica giacobina che dibattono, basterebbero quest'ultime
dove il sistema rappresentativo democratico è vigorosamente sostenuto. Ed altresi
parziale è l'interpretazione del VEI<:MEIL (art. cit., pp. 445448) che non intende quan-
( 82 ) Ivi. to il tono n1etodico hcgeliano sia qui mutato rispetto al radicalismo astratto
(8 3) Molto bene a questo proposito, G. LUKACS, op. cit., p. 180 sgg, di Berna.
220 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE
221

concezione non manifesta tuttavia alcuno dei presupposti contrat- . È innanzitutto importante
per noi ripercorrere, per sommi
tualistici di ct1i risentivano le correnti concezioni rivoluzionarie: capi, la concezione kantiana del diritto e dello stato, formulata
il razionalismo è qui profondamente, intimamente riformato, ap- nei Principi metafisici della dottrina del diritto del 1797 (88). La
punto dalla convinzione che la razionalità del fine sia mediata nel- dottrma centrale di quest'opera è senza dubbio quella del Rechts-
' 80
staat ( ), dottrina che presuppone la distinzione della morale dal
la libertà individuale, dalla necessità storica. Ma neppure si può
sostenere che perciò Hegel si avvicini alle concezioni organicistiche diritto, poiché l'affermazione dell'assoluta sovranità della legge non
che i reazionari stavano elaborando: il suo rigetto del giusnatura- può andar disgiunta, nella concezione liberale che Kant propugna,
lismo e dei dogmi che lo integrano, non vale a sminuire l'energico dalla preoccupazione di garantire la libertà individuale; in secondo
sentimento della giustizia che egli nutriva, né ad indurlo ad anne- luogo. poiché il diritto costituisce la norma assoluta della vita so-
gare l'individualità nella totalità etica o naturalistica in cui era cia!~, e ~oiché la sua sovranità è riferita all'assolutezza della legge
concepito lo stato nella nuova dottrina. Individualità e totalità d1 hberta, consegue che lo stesso stato è condizionato dal diritto
sono per Hegel complementari, congiunte nel nesso dialettico, e e dalla legge universale di libertà (90 ). Due sembrano perciò le
il nuovo metodo, le nuove esigenze non finiscono col dimenticare preoccupazioni che reggono la decisa proclamazione kantiana del-
l'idea di stato popolare ma solo col riaffermarla, e davvero in l'autonomia del diritto: da un lato l'esigenza di salvaguardare la
maniera pili efficace (87). libertà dell'individuo, dall'altro quella di non attribuire allo stato
alcun compito o alcun potere che possa indurlo al dispotismo.
6. - Posta la centralità della corlcezione dello stato popolare Kant riprende in tal modo la dottrina classica del liberalismo eu-
nella tematica del giovane Hegel come si configurava il rapporto ropeo, ed è evidente che il suo avversario non è solo il dispotismo
tra eticità e legalità? In altri termini, come risolve il giovane He- settecentesco, ma anche quello che egli riteneva nascere dalla dot-
gel il problema dell'autonomia del diritto? trina democratica: perciò egli rifiuta di dare veste giuridica alle
Risulta piuttosto evidente, da quanto fin qui esposto, che nel- ideologie politiche e morali, ed è attento all'esclusione della con-
l'ambito della tematica hegeliana non poteva essere sviluppata una siderazione dei fini dallo studio del diritto, poiché l'entusiasmo
rigida separazione della morale dal diritto, poiché la definizione etico, oltre ad ottenebrare la cristallina razionalità della scienza
dello stato popolare implicava una fondazione affatto sociale del- del diritto, gli sembra provocare inevitabilmente quelle ambiguità
la moralità; d'altro lato il diritto era dallo Hegel inteso come for- dispotiche che riconosceva nelle teorie democratiche di derivazio-
za costr11ttiva pili che come ordinamento tecnico o coercitivo, co- ne ro11sseat1iana (H1 ).
me nesso attivo di volontà meglio che come volontà obbiettivata Tuttavia, pur escludendo la compenetrazione di eticità e lega-
in quanto tale, e perciò anche da questo punto di vista era rife- lità a livello logico-critico, Kant la riproponeva a livello metafisico:
rito alle energie morali in movimento degli individui e della co- nel regno soprasensibile dei fini le due categorie si connettono
munità. L'iniziale domanda deve quindi, a nostro parere, esser tra- come espressione di un'unica legge di libertà e davvero qui si può
sformata nella seguente: come reagisce Hegel di fronte alle con-
temporanee teorie, soprattutto di scuola kantiana, che esigevano 88
( ) A1etaphysische Anfangsgriinde der Rechtslehre. Da noi consultati nella trad
una precisa e rigida distinzione tra moralità e legalità? e inoltre: it. di GIOVANNI VIDARJ, riprodotta in KANT, Scritti politici, cit. p. 377 sgg. .
quali nuovi stimoli ricava lo Hegel da tale concezione, che ripu- ( 89 ) Ivi, paragr. 43-62.

gnava al suo pensiero ma di cui tuttavia non poteva non ricono- . (SO) A~biamo tenuto presente a questo proposito soprattutto il fonda1nentale
articolo d1 G. SOLARI, Il liberalisn10 di J(ant e la sua concezione dello stato di di-
scere il rigore scientifico e le serie ragioni? ritto, in Studi storici ... , cit., pp. 231-250.
91
( ) Anc?ra alle ~'e.dute di G. SOL1\RI ci riferiamo ed in particolare all'art. Scien-
( 87 ) Cosi anche T. L. HABRING, op. cit., I, pp. 587-590. za e Metafisica del dtrttto in Kant, in Studi storici ... , cit., pp. 207-229.
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222 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E :METAFISICA NEL PERIODO DI l'RANCOFORTE 223

parlare di legalizzazione della morale e di moralizzazione del di- Qui Hegel protesta innanzitutto contro il dualismo di natura
ritto (9 2). Cosi l'esigenza giusnaturalistica della suprema giustizia e ragione che condizionava quello di legalità ed eticità, ed inoltre
ricompariva nella dottrina del diritto e proprio la sua trasparenza contro l'assolutezza in cui era raffigurato l'imperativo etico: tali
permetteva l'inserimento della particolare teoria nella totalità del teorie rivelava110, a suo avviso, un atteggiame11to astratto e for-
sistema: procedimento dunque affatto coerente, ma che presuppo- male d'indagine; nella vita, - egli opponeva - , l'unità di moralità
neva un complesso di specifiche condizioni, e soprattutto esigeva e legalità doveva essere fonda,ta, non si poteva accettare l'atout
un'impostazione di carattere dualistico, vale a dire il dualismo di dualistico kantiano, limitativo delle energie creative dell'uomo e ri-
sensibile e razionale e quello di reale ed ideale. Bastava infatti che producente le formule dell'alienazione teologica('"). In un brano,
tale dualismo fosse considerato decaduto, e che di conseguenza che ci è rimasto integro, nel quale Hegel prende in considerazione
l'idea fosse senza residui immersa nella storia, per stabilire che la la distinzione kantiana di stato e chiesa, rieccheggiante l'altra di
suprema giustizia non poteva pili situarsi in una sfera diversa da legalità e moralità, possiamo cogliere il determinato sviluppo del-
quella giuridica, ma doveva congiungersi strettamente a questa, e, la critica hegeliana. Hegel crede di poter rilevare una contraddi-
quand'anche una certa trascendenza le fosse concessa, era solo tra- zione inerente alla distinzione kantiana: malgrado le teorizzazio-
scendenza temporale, che si rivelava come indefinitività del pro- ni, egli dice, resta il fatto che, nella storia, chiesa e stato si arro-
cesso di realizzazione dell'idea (93 ). gano entrambi il carattere della totalità, ma logicamente si dà che
Contro tali concezioni Hegel muove decisamente. Sappiamo due totalità non possano convivere. " Quando agisce nello spirito
che nel periodo bernese egli aveva studiato a fondo la Critica della della Chiesa, l'uomo agisce come totalità non solo contro qualche
ragion pratica e che a partire dal 10 agosto 1798 si applica allo particolare legge dello Stato, ma contro tutto il loro spirito, con-
studio della Metafisica dei costumi (91 ); degli appunti ricavati da tro la loro totalità. Quando il cittadino riesce a vivere in pace con
questi studi ci restano alcuni fogli (95 ). entrambi (Chiesa e Stato), ciò avviene perché egli non prende sul
serio il suo rapporto o con lo Stato o con la Chiesa. I due estremi,
(ll2) La frase riportata è di F. BATTAGLIA, Linee di sviluppo del pensiero filosofico- Gesuiti e Quaccheri, hanno con tutta serietà cercato di congiun-
giuridico in J(ant e in Hegel, in <(Rivista internazionale di filosofia del diritto)), XI, gere le due forze, gli uni evitando di interessarsi ad alcunché nello
1931, pp. 610-622, ma a p. 614. Sul tema del «regno dci finii> che aprirebbe ulteriori
sviluppi alla teoria kantiana ed introdurrebbe al successivo sviluppo dell'idealismo
Stato che fosse in contraddizione con la Chiesa .. ., gli altri, mentre
trascendentale, oltre altri articoli cit. di SOLARI e BATTAGLIA, si cfr. T. LITI, Kant predicavano la sottomissione esteriore alle leggi dello Stato, cer-
und Herder als Deuter der geistigen Welt, I-Ieidelberg 1949, II ed. migliorata, in cando di frodarlo di ogni virtli civica, attraverso la dottrina del-
part. pp. 162-172 e 184 sgg.; tuttavia non bisogna esagerare la possibilità dello svi-
luppo né farne qualchecosa di meccanico: infatti, come ha ben precisato in un l'interiorità della libertà di coscienza '" Ma, conclude Hegel, la
ottimo ed ancor valido scritto K. BACHE, [(ants Prinzip der Autono1nie iin Ver- totalità che si arroga la Chiesa " è un frammento solamente, quan-
hiiltnis zur Idee des Reiches der Zwecke, «Kantstudien)), Erglinzungsheft 12, Berlino
1909, in part. pp. 14-24, i fini nella dottrina kantiana non sono solo compiti da at- do l'uomo totale sia polverizzato in privato cittadino e in uomo
tuare, idee, ma anche persone, quindi entità oggettiva1nente valide, ed è appunto di chiesa '" mentre, secondo il principio dello stato popolare, " lo
ciò che nel successivo sviluppo della filosofia idealistica è venuto meno.
(93) E' ciò che caratterizza particolarmente Das Systeni des Sittenlehre nach
stato è una totalità completa, e allora non è pili possibile distin-
Prinzipien der Wissenschaftslehre del 1798 di FICHTE; su cui in part. X. LEoN, op. zione "(97 ). In due direzioni si muove dunque la polemica hege-
cit., I, pp. 510-517 e R. CANTONI, Introduzione alla trad. it. dell'opera fichtiana, Fi-
renze 1957, p. IX sgg.
96
(9 4 ) La testimonianza è di K. ROSENKRANZ, op. cit., pp. 87-88; ma cfr. anche ( ) La pili recente critica kantiana sembra riprendere i moduli della critica

T. L. HAEIUNG, op. cit., I, pp. 592-595. D'altronde anche tra gli appunti di Berna hegeliana e tende ad avvicinare alcune formulazioni del filosofo di l(Onigsberg ad
raccolti da HoPPA1EISTER nei suoi Doku111ente è possibile trovare alcune note che origini teologiche: per tutti cfr. F. DELEKAT, Das Verhiiltnis van Sitte und Recht~
rivelano piena conoscenza del kantismo: soprattutto ivi, pp. 218-219, dove è un '
in Kants grosser <,Metaphysik der Sitten)) (1797), in <iZeitschrift ftir philosophische'
(<buon riassunto dell'etica kantiana». Forschung», XII 1958, 1, pp. 59-86 (ottimo articolo).
(9 5 ) Ora raccolti in Dokun1ente, pp. 280-282. (97) Dokumente, pp. 280-282.
224 CAPITOLO QUARTO DIALilTTICA U1vIANISTICA E 1\1ETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 225

liana: da un punto di vista umanistico, quando Hegel intende caduta in Egitto, la conduce nell'aperto deserto solitario della sua
l'uomo come totalità che non può assolutamente essere frantumata speculazione e porta dal monte sacro la legge efficace e rianima-
da forze diverse e come energia costruttiva che nello stato trova trice ,, ( 101 ). Ma oltre alla tonalità generale del tema speculativo,
la pienezza della sua esistenza (98 ); in secondo luogo procedendo idealistico e libertario, da Kant trapassa a Hegel anche un'altra
dal concetto di comunità, enucleato dal pensiero neoclassico, cui è esigenza, quella cioè sistematica. Ne viene la convinzione che la
essenziale la comprensione unitaria delle espressioni umane (99 ); proclamazione dell'ideale di stato popolare, l'idea della congiun-
ed alla base di ciascuna critica è infine il rigoroso immanentismo zione di morale e diritto debba essere giustificata nell'ambito di
che regge sia la concezione umanistica che quella comunitaria un sistema, insomma in termini logici fuori da ogni ulteriore esi-
dello Hegel : immanentismo metodico e fenomenologico, sempre genzialismo; la ricerca dell'unificazione comincia perciò a svol-
positivo, che rigetta ogni specie di dualismo, ed anche la modifi- gersi in termini logici, ed è sempre tenendo presenti le scissioni
cazione che esso aveva assunto nell'indefinitivismo fichtiano ( 100 ). kantiane ed anche il rigore del suo metodo, che Hegel si muove
Queste sono dunque le critiche che Hegel rivolge a Kant a ulteriormente nell'indagine, ed in questa prospettiva elabora le no-
proposito di un particolare problema, ma è evidente che esse pos- zioni di fede e di amore.
sono essere estese a tutto il procedimento kantiano. Tuttavia, seb- Innanzitutto, si chiede Hegel, quali sono gli effetti delle anti-
bene sia opportuno insistere sul differente stile del metodo dei due nomie stabilite da Kant? E risponde che esse concludono all'asso-
autori, e sulla profonda diversità del mondo ideologico che sta alla lutizzazione degli estremi del rapporto soggetto-oggetto : " le sin-
base delle due sistematiche, è certo altresi che le stesse critiche tesi teoretiche sono affatto oggettive, ed il soggetto è completamen-
hegeliane non sono neppure pensabili senza ammettere una pre- te opposto - l'attività pratica nega l'oggetto ed è affatto sogget-
cedente profonda adesione di Hegel ai motivi della rivoluzione co- tiva - soltanto nell'amore si è uno con l'oggetto, esso non domina
pernicana. Il giovane Hegel non è mai un ripetitore di Kant, ma e non è dominato ... Ciascuna riconciliazione si può dire riconci-
certamente è uno scolaro che svolge il suo insegnamento, ripren- liazione del soggetto con l'oggetto, della libertà e della natura, del
dendo le categorie trascendentali per inserirle nel mondo storico, reale e del possibile ,, ( 102 ). Insomma secondo la ragion teoretica
e facendo della libertà il motore dello sviluppo dell'umanità: e il rapporto tra soggetto e oggetto è ricondotto sotto la categoria
perciò anche Hegel poteva ancor qui, nel bel mezzo delle critiche, del pensato, negazione perciò del termine soggettivo e sua riassun-
ripetere le immaginose parole di HO!derlin: " Kant è il Mosè della zione nella dialettica della schiavitu e dell'alienazione; secondo la
nostra nazione, che traendola dallo stato di rilassamento in cui è ragion pratica invece è l'oggetto ad essere negato, in quanto l'in-
tero processo è ridotto alla categoria della soggettività : ed è qui
senza dubbio evidente la critica al titanismo e all'indefinitivismo
(98) Molto bene a questo proposito G. LuKAcs, op. cit., pp. 197-224, di cui re- fichtiano; solo l'amore attua la sintesi reale degli opposti, pur
stano discutibili tuttavia i diretti riferimenti al sostrato sociologico dell'opera he-
geliana. Cfr. inoltre su questo punto l'ultilno art. di J. HYPPOLlTE, La critique
/légélienne de. la réflexion kantienne, in «l(antstudien», 1953-1954, XLV, pp. 83-85. ( 101 ) Il passo è tratto da una lettera di HOLDERLIN al fratello del 1 gennaio 1799,
(99) Bene a questo proposito K. Ù\.RENZ, Die Bedeutung der vOlkischen Sitte in ed è citato e tradotto da V. VERRA, Dopo [(ant, cit., p. IX. Sul rovesciamento della
Hegels Staatsphilosophie, in <(Zeitschrift fiir clic gesa1nte Staatswissenschaft», 1938, prospettiva kantiana attuato da Hegel, rovesciamento che tuttavia prevede la pre-
98, pp. 109-150, ma in part. per quanto riguarda gli studi giovanili pp. 111-122: liminare accettazione della rivoluzione copernicana, cfr. in part. H. AMRHETN, Kants
ma le conseguenze che lo stesso antore trae successivan1ente fanno sospettare Lehre vom <<Bewusstsein ilberhaupt» und ihre Weiterbildung bis auf die Gegenwart,
che alla base dell'interpretazione indubitabihncnte centrata che egli dà degli «Kantstudicn», Ergdnzungsheft 10, Berlino 1909, p. 136, e A. PASSERIN o'ENTREVES, Il
scritti giovanili, vi siano notevoli ambiguità, che permettono il successivo uso irra- fondan1ento della filosofia giuridica di G. G. F. Hegel, Torino 1924, p. 31.
zionalistico dei concetti enucleati. ( 102 ) Theologische Jugendschriften, p. 376. Dal frammento che è stato composto

( 1 00) Cfr. ad es. su questa opposizione e sulle sue ragioni, S. MARCK, [(ant und tra il 1798 e il 1799 a Francoforte e che è stato intitolato dal NoI-IL, Moralitiit,
Hegel. Bine Gegenilberstellung ihrer Grundbegrifle, Tubinga 1917. Liebe, Religion.

15. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegei.


226 CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 227
presupponendo l'individualità delle opposizioni e non riducendole
In un frammento dello stesso ciclo (1° 7 ) il processo dell'unifi-
in nessun caso a specchialità, ad una mera eco della nostra
cazione attraverso l'amore è ben descritto nel quadro di una con-
essenza ( 103 ).
cezione storica e positiva della realtà. L'amore non è né intelletto,
Ma qual'è il preciso significato del concetto di amore? Ci tro-
né ragione, né sentimento singolo, è invece 11n intero, un conte-
viamo forse di fronte alla definizione di un organo conoscitivo di
nuto unitario di molti separati; ed inoltre è ad un tempo unifica-
carattere mistico ( 104 )? Nulla di tutto ciò, sia dal punto di vista
zione ed unità, parte e totalità, morte e vita. « Nell'amore è an-
di un'analisi esterna e letterale dei testi hegeliani, sia dal punto
cora il separato, ma non piu come separato: - come Unificato; e
di vista sostanziale. Hegel, - e crediamo che lesposizione fin qui
il vivente sente il vivente " ( 108 ): termini questi che senza dubbio
condotta abbia contribuito a confermarlo - , è quanto mai lon-
introducono alla terminologia matura, ma che tuttavia non hanno
tano da ogni concezione di tipo mistico; e l'amore infatti non è
qui ancora perduto quella tonalità fenomenologica che è caratte-
per lui un sentimento, ma " un tipo strutturale della spirituali-
ristica di tutta la primitiva esperienza teoretica dello Hegel. Ed
tà » ( 10s), anzi qualcosa di ancor pili positivame11te caratterizzato,
infatti il concetto di amore diviene lo strumento attraverso cui si
la forza sintetica di sensibilità e razionalità, di individualità e di
tenta di mediare la corporeità e la proprietà, vale a dire quella
totalità, la struttura appunto in cui si realizza la vita spirituale
che fin qui era stata considerata, nell'esasperazione dei motivi
piu piena, affatto inserita nella storia perciò. Non stupisca il nome
intellettualistici del radicalismo politico, morta positività; l'amore
di amore, né ci si lasci suggestionare dalle risonanze romantiche
quindi comincia a raffigurare la mediazione della positività, il ter-
del concetto: l'amore è tutto risolto dallo Hegel nella realtà posi-
mine di passaggio dalla cattiva alla buona positività, ed è nozione
tiva della vita ( 106 ).
affatto immersa nella storia, e, per quanto soprattutto ci interessa,
mezzo di congiunzione dialettica di eticità e legalità ( 109 ).
(1o3) Jugendschriften, p. 377.
(104) Cosi W. DILTHEY, op. cit., p. 160 e sulla sua scia numerosi altri autori, tra
Caratteristico, s'è detto, è appunto il tentativo di mediare la
cui F. B-ULO\V, op. cit., pp. 32-40; H. WACKER, Das Verhiiltnis des jungen Hegel zu nozione di proprietà con quella di amore. La proprietà infatti era
Kant, Berlino 1932; J. MAIER, On Hegel's Critique of Kant, New York 1939. la tipica fonte di alienazione, la categoria giuridica per cui risul-
(I05) Cosi T. L. lIAERING, op. cit., I, pp. 364-366: tesi tuttavia la sua, limitativa
della reale portata della concezione hegeliana dell'an1ore; I-18.ring insomma dà tava fissata l'astrazione dell'uomo privato, e da cui derivava la ne-
l'avvio ad una interpretazione che poi non porta a termine. gazione dell'ideale dello stato popolare; tentando ora di mediarla
c1ori) Molto bene, ancora una volta, ha intuito G. LUKACS il carattere del c~n­
cetto hegeliano di amore nell'op. cit., pp. 152-176; cfr. in part. p. 161 :« He5el 1st
si voleva risolvere, con il generale problema della positività, quello
auch in Frankfurt kein Romantiker gewescn », p. 162: « ... die Liebe eine dialek- della legalità. Hegel procede a questo modo : « se il possesso e la
tische Aufhebung der Stufe der Reflexion ist », p. 164 dove l'A. mette in luce il ca- proprietà costituiscono una parte cosi importante dell'uomo, delle
rattere illusorio che il concetto di amore ha tuttavia in ordine al problema della
riconciliazione. A co1nprovare ulteriormente le tesi da noi espresse si possono inol- sue preoccupazioni e dei suoi pensieri, neanche gli amanti pos-
tre vedere i fran1111enti segnati Entwilrfe 6 e 9 in Jugendschriften, p. 367 e 377-378: sono astenersi dal riflettere a questo lato delle loro relazioni; e se
quanto al primo, in cui Hegel riporta dall'opera cit. di Mosheim, alcuni brani del-
le proposizioni delle dottrine eretiche dei {< fratelli del libero spirito>>, è da pur l'uso è comune, resterebbe indeciso il diritto al possesso; il
collocarsi nella prospettiva della polemica hegeliana contro la religione positiva, pensiero del diritto non verrebbe affatto obliato, perché tutto ciò
e non può essere inteso ,con1e una proclamazione di fede panteistica: è solo una
nota storiografica; quanto al secondo, anch'esso rivela la preoccupazione hegelia-
na per l'elaborazione di un metodo dialettico. Completamente fallite ci sen1brano
(101) Entwurf 10, in Jugendschriften, pp. 378-382; E. DE NEGRI ha dato una tra-
perciò le interpretazioni irrazionalistiche di H. GLOCKNEI~, op. cit., II, pp. 92-97; di W.
SCJ-IUI,TZ, Die Bedeutung der Idee der Liebe fiir Hegels Philosophie, in «Zeitschrift duzione italiana di questo fran1mento (solo delle pagine 379-382) particolarmente
ftir deutsche !(ulturphilosophie», 1943 (92), pp. 217-238; mentre particolarmente sug-
precisa nei suoi Principi di Hegel, Firenze 1949, pp. 18-24. Il De Negri ha anche pro-
gestiva resta pur sempre, malgrado i toni esistenzialistici che la percorrono, l'in- posto, e secondo noi a ragione, di n1utare il titolo del frammento, «Die Liebe)) con
la dizione <(L'a1nore, la corporeità e la proprietà)).
terpretazione di J. R. BAHDELLE, Fai religieuse et connaisance philosophique (à propos
(108) Jugendschriften, p. 379 (trad. it., p. 19).
de Hegel, Glauben und Wissen), in «Revue philosophique», 1942-1943, LXVI, pp. 63-83.
(109) Ivi, pp. 381-382.
228 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E ~1ETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOPORTE 229

di cui gli uomini sono in possesso ha la forma giuridica della pro- plesso di norme e di azioni. Ed in ciò appunto possiamo anche
prietà; ma quand'anche il possessore ponga l'altro nell'egual di- sottolineare la continua presenza dell'istanza illuministica e gia-
ritto di possesso, tuttavia la comunanza dei beni è soltanto il di- cobina nella filosofia di Hegel, laddove comprendiamo che la ri-
ritto di ciascheduno dei due alla cosa "( 110 ). Sembra dunque che conciliazione esigita non conclude nell'esaltazione del fatto, ma
non si possa dare mediazione totale della proprietà, essa è con- può essere attinta solo dalla rivoluzione, oltre ogni negatività, o
dannata a vivere nella sfera astratta del diritto; si deve tuttavia meglio nella risoluzione positiva d'essa (114).
notare che, se la mediazione non può essere attinta per quel che Alla soluzione del problema della positività è naturalmente
riguarda la proprietà, il solo fatto che sia tentata, rivela un note- congiunta la soluzione dell'antinomia tra moralità e legalità: ed
vole mutamento della metodologia hegeliana: l'impossibilità di è chiaro che soltanto quando la realtà storica sia descritta nei ter-
una completa mediazione discende cioè dalla determinata essenza mini sopra riferiti, solo allora la moralità trova modo di sostan-
del concetto, non pili dai limiti intellettualistici dell'impostazione ziarsi di un contenuto storico e la legalità di esprimere un conte-
e del procedimento hegeliano. nuto etico. Tuttavia se il problema non era solo quello della ge-
In un successivo frammento, cui si è attribuito, pili o meno a nerica definizione della possibilità della mediazione, e se l'indagine
ragione, il titolo Glauben und Sein (111 ), Hegel fa un ulteriore passo filosofica doveva anche prefigurare specificamente le forme con-
avanti nella via del recupero della positività. Qui l'antica opposi- crete in cui tale mediazione potesse attuarsi, la ricerca andava
zione di libertà e alienazione, di religione popolare e di religione approfondita. Hegel infatti muove in questa direzione.
positiva è ricondotta all'opposizione logica del pensiero e del pen-
sato: ed appunto il pensato assume tutti i caratteri della negati- 7. ·- Nel periodo di Francoforte. a detta di alcuni interpreti,
vità, della morta positività. Né si creda di trovarsi ormai di fronte gli interessi politici e genericamente culturali costituirebbero sola-
alla definizione della categoria logica del non-essere: il pensato mente un momento subordinato nella speculazione del giovane
come alienazione dal pensiero è determinato in maniera affatto Hegel; egli procederebbe invece direttamente in una nuova dire-
circostanziata, colto nella sua realtà storica attraverso una nuova zione metafisica dopo aver enucleato, anzi svolgendo i concetti di
analisi della religione positiva; e quando Hegel, d'altro lato, parla fede e di amore ( 115 ): dagli autori che sostengono simili interpre-
della fede, del credere come dello strumento di mediazione, an- tazioni sarebbe quindi proposta un'indagine che riducesse a mero
che questo concetto è affatto determinato, non contiene alcun ri- sfondo dell'evoluzione del pensiero del giovane Hegel gli elementi
ferimento ad esperienze mistiche ma è solo «il modo in cui il ri- politici e culturali, mentre dovrebbero passare in prima linea le
conciliato, ciò in cui un'anti11omia è riconciliata, è presente nella pur confuse ma fertili intuizioni metafisiche. Tale opinione, piut-
nostra rappresentazione " ( 112 ). In questo senso " riconciliazione ed tosto diffusa, misconoscendo programmaticamente la centralità che
essere sono sinonimi "( 113 ). Qui ormai la positività è rivalutata, o
almeno quello specifico concetto di positività, riconoscibile in ogni
( 114 ) Che qui si possa parlare dì una riconquista della positività nega decisa-
fase del pensiero hegeliano, che non è mai ricondotta alla mera mente P. AsvELD, op. cit., pp. 184-191, che tuttavia a nostro parere equivoca: nel
fattualità; una realtà fluida invece e pregna di possibilità, una sto- senso che egli nega la possibilità di parlare di buona positività, poiché lo strumento
- «fede)) - assunto è affatto fittizio; ma non importa determinare ciò, e noi in-
ricità intesa e descritta fenomenologicamente, vita dell'uomo, com- fatti potremmo essere d'accordo, quanto cogHere nella fenomenologia hegeliana
un notevole spostamento dell'interesse speculativo. G. LuKAcs, l. c. l'ha inteso per-
fettamente, ed anche H. NIEL, op. cit., pp. 46-48, sebbene nella sua interpretazione
(110) Ivi, p. 382 (trad. it., p. 24). preoccupazioni teologiche si sovrappongano continuamente al procedimento euristico.
(11 1) Entwurf 11, del 1799, in Jugendschriften, pp. 382-385. ( 115 ) Cosi T. L. HAERING, op. cit., I, pp. 595-598; J, SCHWARZ, Hegels philoso-
(112) Ivi, p. 382. phische Entwicklung, Francoforte s. M., 1938, p. 327: <' llegels politische und
(113) Ivi, p. 383. allgemein kulturelle Interessen nur ein untergeordnetes Moment bedeuten }> (ivi).
230 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 231

quei temi ebbero in realtà nel pensiero del filosofo di Stoccarda, poiché da buon discepolo della scuola critica aveva visto i suoi
ha generato i pili gravi fraintendimenti della sua opera giovanile, maestri affaticarsi e la filosofia del diritto dell'amico Schelling
e ne è uscita un'immagine scolorita e romanticoide di un pensa- cozzare contro tale problema e su di esso dichiarare il proprio
tore che ha al contrario forte tempra da un lato di analista, dal- fallimento ( 118 ). Ma l'interesse per quel terna aveva anche origini
l'altra di ideologo rivoluzionario. Sentiamo il bisogno di porci a interne alla problematica hegeliana: quando infatti si tentasse,
questo punto in posizione critica dinnanzi alle interpretazioni me- come Hegel, di sintetizzare moralità e legalità, il problema della
tafisiche del pensiero del giovane Hegel, proprio perché qui per- pena saltava avanti e rappresentava il momento per eccellenza cri-
veniamo al centro della sua esperienza speculativa, laddove pili tico. Nella pena infatti autonomia ed eteronomia del diritto si in-
che mai teoria e prassi, dottrina e metodo si integrano ed armoniz- crociano direttamente e qui moralità e legalità si configurano come
zano nell'indagine dei problemi concreti, in particolare giuridici assoluta opposizione; se la mediazione che Hegel aveva con tanta
ed economici. Ci sembra infatti che il tener presenti le interpreta- paziente ansia ricercata era valida, essa doveva a questo proposito
zioni irrazionalistiche e metafisiche, come contrapposte alla no- verificarsi, risolvendo i1n caso estremo di opposizione.
stra, ci aiuti a definire l'originalità della problematica hegeliana e Innanzitutto Hegel polemizza contro le dottrine illuministiche
giovi a far risaltare il vero significato della sua opera. Da parte che concepivano la pena in funzione del migliorare o dell'intimo-
nostra ribadiamo quindi, come s'é altrove dimostrato, la centra- rire, sostenendo che " il piacere moralistico del punire e la conce-
lità dei temi politici e culturali anche nel periodo di Francoforte, zione del miglioramento non son molto differenti dal piacere della
ed insistiamo nel ritenere motivo caratteristico dell'indagine hege- vendetta ,, : v'è in entrambi un atteggiamento eudemonistico o edo-
liana la descrizione fenomenologica, e fine della ricerca il recupero nistico che condiziona la scelta del criterio di giustizia. Non c'è
della positività, non come momento di una dialettica metafisica ma bisogno, a suo parere, di andare a giustificare la pena con conce-
storica ed umana. zioni estranee alla considerazione del fatto delittuoso; l'isolamento
Hegel procede alla rivalutazione della morta positività ed alla del criminale, " il taglio delle comunicazioni è giusto poiché il
definizione delle forme di buona positività attraverso l'analisi del- malfattore si è egli stesso isolato "( 119 ). È quindi qui già formulata
l'esperienza giuridica ed economica, - attraverso ricerche quindi la concezione della pena come " diritto soggettivo del criminale ».
il cui oggetto ancora rivela il carattere positivo di tutta la sua Le teorie della prevenzione, dell'intimidazione, del miglioramento,
speculazione; ma vediamo innanzitutto come Hegel affronti la ci dice Hegel, non hanno il minimo valore, in quanto fondate su
analisi dell'esperienza giuridica. Ci restano alcuni frammenti rela- presupposti psicologistici che non esprimono quello che l'uomo è,
tivi agli studi sul codice prussiano del 1795, che considerano in vale a dire libertà e universalità individuata: data questa defini-
particolare il terna " delitto e pena "( 11"); Hegel si riferisce al zione di uomo, e conseguentemente caratterizzata la sua azione, ne
Frammento di un codice generale per gli stati prussiani di Cra- viene che all'azione è inerente la pena come suo corrispettivo, co-
mer (117), attorno a cui si era scatenata la polemica. Non è strano me ciò che è perfettamente adeguato alla volontà del criminale, il
che Hegel intervenga nella polemica, poiché egli è perfettamente
al corrente del dibattito culturale del suo tempo, né è strano che
(118) Cfr. supra pp. 197-204. Questo tema era centrale nella tematica filosofico giu-
egli intervenga proprio a proposito del problema della pena,
ridica prekantiana, e Hegel doveva essere perfettamente al corrente della polemi-
ca con1e risulta dalle citazioni incluse nelle note ai paragrafi dedicati all'argomento
nei Grundlinien der Philosophie des Rechts, IV ed., a cura di J. HoFFMETSTER, 1955,
(116) Francoforte 1799, ora in Dokun1ente, pp. 279-280. Amburgo, paragr. 99-103, pp. 94-99 (trad. MTISSINTIO-PLEBE, Bari 1954, pp. 95-100).
(117) Entwurf eines allgen1einen Gesetzbuch fiir die Preussischen Staaten. Ope~ (IHJ) Dokumente, pp. 279-280. Su un possibile precedente mistico della concezione
ra edita a Berlino nel 1784. Si cfr. per l'uso di questo lavoro anche gli appunti hcgeliana della colpa, cfr. B. JHRINGiìR, Der Schuldbegriff bei den Mistikern der
hegeliani sul tema Oeffentliche Todesstrafe, in Dokun1ente, pp. 270-272. Refonnationszeit, Berna 1912.
232 CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 233

contenuto oggettivo del volere. Insomma la pena è l'alienazione rienza giuridica che è la pena, per quanto si tratti di quel parti-
dalla vita che è esigita dall'azione delittuosa in quanto questa è colare soggettivismo enucleato nella teoria dello stato popolare ed
alienante ( 120 ). Sembra quindi che nel tentativo di superare il li- irriducibile agli schemi correnti; sta di fatto che in questo stesso
mite cui era giunta la filosofia del diritto di Schelling, che nun periodo, nel tentativo di superarli, egli intraprende lo studio di
riusciva appunto a passare dal momento autonomo e rivendicativo problemi economici, costruendosi in tal modo gli strnmenti atti
del diritto soggettivo a quello eteronomo e coercitivo dell'oggetti- alla comprensione del contesto oggettivo dell'esperienza. In parti-
vo, Hegel esasperi la considerazione dell'individualità stessa fino colare scrive un commento all'opera di un economista inglese, Sir
a comprendere come essenziale al processo del volere la sua stessa James Stewart ( 123 ), commentario di cui purtroppo ci resta solo
opposizione; e ancora, che questa concezione preveda un fonda- un sunto di Karl Rosenkranz: « In questo commento, egli scrive,
mento teologico o almeno metafisico, tale da giustificare quell'equi- si concentrano tutte le idee di Hegel, relative all'essenza della so-
librio razionale di azione e contropartita che sta alla base del cietà civile, concernenti i bisogni ed il lavoro, la divisione del la-
rapporto stabilito tra delitto e pena ( 121 ): ma questa concezione, ci voro, e i beni dei diversi ceti della società, concernenti i poveri e
sembra, presuppone, piuttosto che una dottrina di carattere meta- la polizia, le imposte ecc .... Vi si incontra un gran numero di gran-
fisico, l'ideale dello stato popolare. In questa dottrina infatti la diose concezioni sulla politica e la storia, e molte annotazioni dav-
volontà individuale era, per cosi dire, istituzionalizzata, ed il rap- vero acute. Stewart era ancora un partigiano del mercantilismo.
porto che lega nel diritto soggettivo delitto e pena è quindi pos- Con nobile passione ed una folla di interessanti esempi, He-
sibile poiché il diritto soggettivo è nella concezione hegeliana este- gel attacca ciò che vi è di morto in tale sistema, cercando, nel
riorizzato, poicl1é l'antinomia tra momento autonomo ed eterono- bel mezzo della concorrenza e della meccanicizzazione del lavoro,
mo del diritto non è affatto drammatica come lo era nello Schel- di salvare la vita interiore dell'uomo "(124 ).
ling, ma già risolta nei concetti da cui muoveva, dell'individualità L'elemento centrale dell'analisi hegeliana consiste dunque nel
e della comunità, che appunto prevedevano la preliminare inte- rilevamento del fenomeno della meccanicizzazione del lavoro e nel-
grazione di interiorità ed esteriorità, di volizione e oggetto del vo- la conseguente polemica; polemica che va senza dubbio riallacciata
lere, l'equilibrio e la riconciliazione, come possibilità o come real- a quella metafisico ..religiosa contro l' alienazione, il « morto », il
tà, di singolarità e totalità. Con ciò non si vuol negare il carattere "meccanico ,, (1 25 ), ma solo quando si tenga conto del fatto che,
cervellotico e astratto della concezione hegeliana della pena ( 122 ), per la positiva concezione hegeliana dell'uomo, la prima era causa
ma solo intendere come essa si collochi coerentemente nel quadro e non effetto della seconda. Attraverso tale analisi il giovane He-
della sua speculazione. gel riesce a penetrare la dialettica del mondo capitalistico, e rie-
D'altronde Hegel non tarda a rendersi conto dei limiti sog-
gettivistici della sua analisi di quel momento centrale nell'espe-
(123) L'originale inglese portava il titolo Jnquiry into the principles of political
Oecono1ny, 1767; la traduzione tedesca ha questo frontespizio: Sir Janies Stewart,
Baronets, Untersuchung der Grundslitze der Staats1virtschaft als ein Versuch Uber
( 12 0) Sul concetto hegeliano di colpa e di pun1z1one, cfr. il molto mediocre die Wissenschaft van der inneren Politik, bei frei Nationen, aus den1 Englischen
lavoro di E. SuLz, Hegels philosophische Begriindung des Straftrechts ... , Berlino Ubersetzt, Tubinga 1769-1772. Hegel commentò quest'opera dal 19-2 al 16-5-1799 come
1910; ma soprattutto gli otthni lavori di O. K. FLECHTHEIM, Hegels Strafrechtstheorie, testimonia K. RoSENKRANZ, op. cit., p. 86. J. f!OFFMEISTER nelle note ai Dokun1ente
Brno, 1936, e La fonction de la peine dans la théorie du droit de Hegel, in {<Revuc ha segnalato i luoghi in cui nell'opera hegeliana ritornano i riferimenti all'indagine
internationale dc la théorie du droit», 1936 (10), pp. 189-197. di Stewart: pp. 466-467. Non stupisce che questo scritto hegeliano sia andato per-
( 121 ) Sui presupposti teologici che reggerebbero la concezione hegeliana ha in- duto nell'ambiente della scolastica hcgeliana del tutto preoccupata di problen1i af-
sistito particolarn1ente O. K. FLECHTI-IBIM, nell'art. cit., p. 191 sg. fatto diversi, teologici e mistici piuttosto che storici ed economici.
( 122 ) Giustamente dice FLECHTHEJM (art. cit., p. 190) essere la metafisica dcl
(124) K. RosENKRANZ, op. cit., p. 86, ora ripreso in Dokun1ente, p. 280.
diritto penale di Hegel <( una speculazione temeraria senza alcun modello pratico e
senza alcun tentativo di realizzazione il. (125) Cosi T. L. I-IAERING, op. cit., I, p. 592.
234 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 235

sce altresi, con profetica chiarezza, a denunciarne le contraddizio- presa di posizione, ora certamente più rigorosa che negli scritti
ni, lungimiranza che sembra essergli permessa dal carattere deter- precedenti, perché confortata da acute analisi economiche, corri-
minato ed attento alla concretezza del suo metodo, decisamente sponde a quella fase del processo evolutivo del pensiero rivolu-
situato oltre i limiti del moralismo giusnaturalistico ed anche ol- zionario che fu in Francia caratterizzata dalla rivolta egalitaria
tre quelli utilitaristici ed ottimistici del pensiero dell'economia dei babeufiani ed in cui cominciarono a divenire coscienti i motivi
classica ( 126 ). Hegel coglie insomma nelle contraddizioni che si ri- economici e sociali delle rivendicazioni libertarie ( 129 ).
velano nel mondo del lavoro, - divisione del lavoro, rneccaniciz- La riconquista della positività comincia cosi a configurarsi a
zazione, obbiettivazione dell'attività nel prodotto, ecc. - , la mani- livello dell'analisi economica; ma anche occorre sottolineare che
festazione di una organizzazione sociale alienante, né ritiene tale la positività che Hegel rivaluta non è meramente fattuale, - in
situazione transitoria, marginale, ma invece assol11tame11te neces~ questo caso egli dovrebbe concludere all'esaltazione del capitali-
saria in quel determinato sistema (' 27 ). Ora, tenuti presenti tali smo - , quanto una realtà fluida, un contesto di possibilità, me-
rilevamenti, risulta chiaramente che le contraddizioni del mondo glio, un ideale calato nella realtà storica: la positività insomma
capitalistico non sono superabili al suo interno, esse sono radicate risulta rivalutata quando sia ricondotta al lavoro, all'energia co-
nelle strutture economiche e sociali e producono effetti ideologici struttiva dell'uomo che la plasma e sorregge. Si ripete perciò la
specifici: se è cosi, la dialettica di libertà e alienazione implica un dialettica tra libertà e alienazione, con la sola variante che essa
superamento rivoluzionario della struttura, il rovesciamento dei è qui descritta dal punto di vista economico ; ma con la risoluta
valori che condizionano la società borghese. immersione nell'oggettività che l' analisi economica esige, Hegel
Il primo dei concetti che va rigorosamente criticato e dernc>·· perfeziona la sua metodologia, e forma gli strumenti per intendere
lito è, a parere di Hegel, quello di proprietà: su di essa infatti, lo sviluppo storico non come crescita di un organismo naturali-
non solo nella formulazione romanistica ed in riferimento alle sticamente definito, ma come realtà dialettica esso stesso ( 130 ), dif-
residue strutture medievali e corporative degli stati territoriali ferenziandosi cosi decisamente dalle teorie reazionarie e conser-
tedeschi, ma anche in riferimento alla nuova dinamica economica vatrici che fin qui avevano promosso la rivalutazione della storia.
del capitalismo nascente, si fonda ogni rapporto di alienazione. Infine, come ultima risultante degli studi economici di Hegel,
Con ciò Hegel riprendeva un terna costante della sua specula- occorre notare che essi pongono i presupposti affinché possa sue-
zione giovanile e specificava ulteriormente l'idea di uno stato so-
cialisteggiante, la cui concezione era coerente1nente promossa co~ (129) Sulle risonanze tedesche della rivolta degli Eguali, cfr. X. LEoN, op. cit.,
me conclusione dell'utopia dello stato popolare e di quell'asceti- II. !, pp. 101-116. . . . . .
(130) G. LUKACS (op. cit., pp. 225..238) ha perfettamente ch1ar1to la ce~trahta d1
smo comunitario che ne era alla base (128). Ma d'altro lato questa
questo punto nell'evoluzione del pensiero hegeliano: d'altronde le su~ tesi perdono
il carattere paradossale che talvolta sembrano assumere quando s1 legga atte:i-
126
tamente l'opera hegeliana. E' appunto Hegel che chiama l'econornia «l'astronomia
( ) Benissimo ha colto questi elementi J. HYPPOLITE in una recensione del la-
dcl mondo contemporaneo» (Rechtsphilosophie, paragr. 189), ed è Hegel che del
voro di Lukacs che si è presto estesa fino a segnare alcune importanti tracce d'in- lavoro fa la chiave di volta della Fenomenologia. Siamo quindi dinnanzi alla svol-
vestigazione del pensiero hegeliano: cfr. Etudes sur Marx et Hegel, cit., pp. 89-91 ta fondamentale del pensiero moderno, al pili pieno e completo fruttificare della
127
( ) Ancora J. HYPPOLITE, op. cit., p. 91-92. concezione umanistica e rinascimentale, al definitivo passaggio da una concezio-
128
( ) Su questa concezione socialisteggiante dello stato, mai espressamente de- ne teologica ad una concezione laica e illuministica: cfr. H. FREYER, Die Bewertung
finita dal giovane Hagel, ma supposta all'origine del suo pensiero, si veda J. R<r der 1'Virtschaft int philosophischen Denken des 19. Jahrhunderts, 2 ed. riveduta,
SENZWEIG, op. cit., I, p. 159 sgg.; e inoltre G. SOLARI, Il concetto di società civile in Lipsia, 1929, pp. 9-12. Quanto all'annotazione del BtiLow (op. cit., p. 39) che gli studi
llegel, in Studi storici cit., in part. p. 350. Quanto alla diffusione delle dottrine economici contribuiscano a fondare il concetto di <(List der Idee», va presa con
classiche della scienza economica inglese in Germania, cfr. RoscnER, Geschichte estrema cautela: infatti, co1ne s'è visto, l'accostarsi dello Hegel all'economia non
der Nat.-Oekono1nie in Deutschland, Berlino, 1894, p. 593 sgg., e le note di G. SOLARI, è affatto ottimistico, e sembra perciò difficile che si possa stabilire quel rapporto
op. cit., p. 348. di concetti.
236 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UNIANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTil 237

cessivarnente essere formulato il concetto di società civile. Si dava senso di aderire alla realtà, di pensare concretamente e non piu
infatti tra individuo e stato uno spazio intermedio, in cui gli indi- astrattamente: perciò le analisi fenomenologiche che egli va com-
vidui prefiguravano nell'attività economica quello che doveva poi piendo sulla esperienza giuridica ed economica non portano a ri-
divenire il contenuto del diritto, o almeno di una cospicua parte sultati sistematici, ma essenzialmente a definire un punto di par-
d'esso: Hegel trasformava quindi in criterio di interpretazione tenza per il sistema, punto di partenza in cui sono impliciti tutti
quello che fin ora era stato solamente un motivo di polemica gli sviluppi ma che per ora resta soprattutto vita, immediatezza,
politica (1 31 ). Nasce tuttavia a questo punto un problema, susci- ricchezza di espressioni diverse (1 34 ).
tato dal fatto che nello Hegel manca una distinzione tra società
civile e stato, ed esso può essere cosi formulato: quale dei due 8. - Lo spirito del Cristianesimo e il suo destino (135 ) è il la-
concetti include l'altro? Da un lato si direbbe che sia lo stato ad voro fondamentale cui Hegel si dedicò nel periodo di Francoforte.
essere incluso nella società, in quanto non è ad esso attribuita In esso gli spunti metodici fin qui apparsi trovano una formula-
alcuna funzione coercitiva ( 132 ), mentre invece la nozione di so- zione organica e d'altro lato si aprono alla speculazione originali
cietà già presume una struttura transindividuale ( 133); d'altro la- sviluppi : oltre ad essere in qualche modo conclusiva, quest'opera
to mancano qui quei termini economici che qualificheremo pro- costituisce quindi il punto di partenza per successive indagini. He-
priamente il concetto di società, come per esempio quello di gel affronta nuovamente il problema del cristianesimo, del suo si-
proprietà: anzi la proprietà ha una funzione negativa, ad essa è gnificato e della sua collocazione nella storia universale intendendo
fatta rousseauianarnente risalire la responsabilità della disintegra- ripercorrere in essa i gradi di sviluppo della dialettica tra libertà
zione della comunità popolare e conseguentemente dell'alienazione. e alienazione: era questo l'antico problema di Berna, ma vedremo
Si dovrà dunque concludere çhe né stato né società hanno una come i termini ternatici risultino qui notevolmente modificati; è
piena pre1ninenza, ma entrambi cominciano solo ad apparire co- presente infatti nello scritto il tentativo di definire con precisione
me espressioni diverse, con funzioni specifiche, di un'unica fonda- teoretica quelle categorie che finora avevano avuto un uso quasi
mentale realtà, che è vita, contesto dialettico, insieme indifferenziato esclusivamente metodico.
di comunioni umane, possibilità di espressioni diverse. Ancora Cosi Hegel inizia riprendendo il tema dell'alienazione nel giu-
una volta la positività è definita fenornenologicarnente, come mani- daismo. Già prima di Abramo, che fu il vero progenitore della stirpe
festazione immediata di azioni e di norme, di fatti e di idee. C'è nel giudaica, lo spirito si era rivelato nella sua alienazione, e precisamen-
nostro Hegel, assetato di positività, una certa imprecisione con- te con Noè. Dopo il diluvio che staccò tragicamente l'uomo dalla
cettuale, senza dubbio, ma proprio per questo anche un fiducioso

(134) Questo concetto di vita è stato ottilnaroente chi_arito, s~nza cadere. in


nessun momento in posizioni vitalistiche, da J. HYPPOLITE, Vie et prtse de conscien-
(13 1) Su di ciò ha insistito G. Sol.ARI, l, c., accostandosi a quelle tesi interpre-
ce de la vie dans la philosophie hegelienne d'Iena, ora in Etudes sur Marx et Hegel,
tative che con il fondamentale P. VoGEL, Hegels Gesellschaftsbegriff und seine
cit. pp, 11-29: qui l'A. studiando il passaggio da Francoforte a Jena trov~ m.odo ~
geschichtliche Fortbildung durch Lorenz Stein, Marx, Engels und Lassalle, in
definire appunto nella descrizione della vita e poi nel pensiero sulla vrta I tratti
<1Kantstudien», Ergiinzungsheft 59, Berlino 1925, fanno del concetto di società hege-
liano e degli studi economici che vi sottostanno un momento centrale nell'enuclea- caratteristici dei due periodi.
(135) Der Geist des Christentunis und seine Schicksal. Questo lavoro ri: compo-
zione della dottrina e nel suo sviluppo.
sto a Francoforte nel 1799 (verso la fine): è ora contenuto in Jugendschnften, pp.
132
( ) Che non si possa parlare in nessun caso di stato coercitivo nel pensiero
241-342 e ad esso vanno strettamente congiunti l'Entivii.rf 7 (ivi, pp. 368-374)
del giovane Hegel ci pare cosa sicura, per quanto vi insista HAERING, op. cit., I, sullo ~pirito del giudaismo, e gli Entwii.rfe 12 (ivi, pp. 385-398) e 13 (ivi, pp.
p. 145.
398402) sullo spirito del cristianesimo. Quanto al titolo attribuito da NoHL allo
133
( ) I precedenti della concezione hegeliana di società civile sono stati studiati scritto ha sollevato notevoli resistenze: e per tutti ha notato la sua improprietà
accuratamente da A. VON UNRUH, Dog1nenhistorische Untersuchungen ii.ber den T. L. 'HAERING che ha proposto: « Lo spirito cristiano dell'amore e del destino»
Gegensatz van Staat und Gesellschaft vor H e gel, Lucka i. T ., 1928. (op. cit., pp. 430-433).
238 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAl~ISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 239

natura, Noè si mise infatti all'opera per ricostruire il mondo di- e lo induce a concepire la divinità come un astratto, come un
strutto, ma a questo scopo « fece del suo ideale pensato un essere pensato; di qui la fattura che si perpetua nella vita del giudaismo,
e a quello, come pensato, carne padrone, tutto oppose», sanzio- poiché, nell'immagine del Dio trascendente, l'infinito è separato
nando cosi la scissione tra uomo e natura e fondando l'alienazione dal finito, ed i rapporti che possono derivarne sono solo quelli
sull'unità astratta del pensato (1 36 ). L'inimicizia dell'uomo e della adeguatamente espressi dalla formula « padrone-schiavo "· L'alie"
1
natura è cosi solidificata, eternata in t1n immagine alienante, e in nazione d'altro canto si rispecchia nelle strutture sociali, giuridi-
questa scissione vivrà l'intera progenie giudaica. Ed eccoci ad che ed economiche della nazione; ad esempio al tempo della
Abramo, che fugge dalla Mesopotamia, dalla patria caldea: « il vita di Gesù, la nazione giudaica era in crisi ed Hegel si sofferma
primo atto attraverso cui Abramo divenne progenitore di una na- a descrivere la situazione. " Quando lo spirito sia uscito da una
zione, è dunque una separazione, che distrusse il vincolo della vita costit11zione dalle leggi, e ad esse, per t1n suo m11tamento, piU
1

in comune e dell'amore, quel tutto di rapporti in cui egli con gli non si accorda, allora appare un'ansia, un tendere verso qual-
uomini e la natura aveva sempre vissuto; questo bel rapporto della cosa d'altro, ... ed infine ciò provoca una rottura e gli uomini
sua gioventù egli respinse· da sé " ( 137 ). Eppure anche &Ìtri eroi, danno al loro esistere una nuova universale forma e t1n nuovo
Cadmo e Danao, lasciarono le loro terre, ma amando e volendo vincolo ... Ed appunto al tempo di Gesù il popolo giudeo non rap-
amare, seppero ricostruirsi una patria; « Abramo invece non volle presenta piU. I'i1nmagine di t1n tt1tto », esso è intimamente scisso,
amare e perciò essere libero », al contrario concepì la divinità co- ed in tale situazione di debolezza si aspetta un « Messia che
me potenza, come unità astratta e definì quindi l'immagine del venga con potenza "( 140 ). Anche nel momento della crisi, del ri-
Dio straniero. Il popolo ebreo che accetta la sua dottrina è ormai volgimento, il popolo giudaico si aspetta dunque dall'esterno l'aiu-
assoggettato ad un destino di separazione: schiavo in Egitto solo to, spera nel Messia, nell'autorità cioè e nell'esteriorità. Questo
la «potenza» esterna, di cui si fa portatore Mosè, riesce a liberar- è il significato intimo del giudaismo, l'affermazione dell'oggettivi-
lo: non vi è nulla nella storia del popolo ebraico che dimostri sete tà, del servizio, del dominio di uno straniero. Ed il padrone impone
di libertà, e se è vero che nel conflitto con gli egizi essi ebbero la agli schiavi le sue leggi: soggettivamente, dipendenza del volere;
meglio, non fu loro merito: « vinsero ma non combatterono ,, (138). oggettivamente, difetto di sentimento; teologicamente, alterità del
La legislazione che Mosè diede al popolo, - né il popolo poteva divino, sua lontananza, come di padrone invisibile ( 111 ).
darsela, poiché « è una contraddizione che un popolo passivo si dia Ma il principio della moralità giudaica non è solo un episodio
una legislazione » - , è perfettamente adeguata allo spirito giudai- storico, in generale invece esso vale come paradigma di ogni mo-
co; al centro d'essa è l'idea dell'oggettività, infinita, indivisibile, di ralità positiva: alla sua base non vi è l'amore, esso non è modifi-
un mistero eternamente estraneo all'ani1na dell'uomo, « eterna- cazione del volere, ma invece se1npre separazione; è, come il do-
mente fuori di loro, non visto e non sentito ,, (139). minio di Jehova sugli ebrei, qualche cosa di passivo, di pesante;
Nella storia dei primordi del popolo ebraico si definisce quin- Jehova è la divinità trascendente e positiva per antonomasia, « una
di il destino di quel popolo: la riflessione stacca Abramo dalla vita, potenza», <(un atto )>, <(un invisibile>), è «il tira11no nemico »; e
in questo quadro la stessa universalità della legge morale « è una

(l 36 ) Jugendschriften, pp. 243-244. Largamente svolti risultano questi concetti


nell'Entwiirf 7: ((Die inosische Religion eine Religion aus Ungltick und ftirs Ungli.ick ... ; (1'10) Ivi, p. 386.
im Ungli.ick ist die Trcnnung ... » ... (( Abraham war ein Fremdling auf Erden)) ... ecc.
(111) Ibide1n. In generale sulla definizione hegeliana dell'alienazione nel mon-
(1 37 ) Ivi, pp. 245-246. do giudaico, cfr. G. SIEWERTH, Der Wfrlerspruch iln Werke des jiingeren Hegel. Bine
( 138 ) Ivi, pp. 248-249. systernatische Studie, in <(Bllitter filr deutsche Philosophic», 1940 (14), pp. 109-125;
(1 30 ) Ivi, p. 252. J. HYPPOLITE, Introduction, cit., p. 43 sgg.; P. AsVEw, op. cit., pp. 133-159.
240 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 241

morta universalità, poiché si oppone ai singoli ,, ( 142). Ma, argo- Gesù oppone la figliolanza per amore, l'idea del rapporto tra pa-
menta Hegel, se " Dio è l'amore e l'amore è Dio, se non è data al- dre e figlio; all'astrattezza della mediazione teologica del trascen-
tra divinità che l'amore, - soltanto ciò che non è divino, ciò che dentismo giudaico viene perciò sostituito il concretissimo rappor-
non ama può porre la divinità nell'idea, fuori di sé,, ('43): in que- to di amore, e la vera religiosità è configurata come " pleroma
sti tern1ini, come potenza, idea, alterità, inimicizia i11somma si dell'amore ,, ( 147 ). Ma neppure ciò vale a far trionfare nell'ambien-
configura la divinità nella religione e nella moralità positive. Ed te giudaico la dottrina di Gesti: egli è confinato nell'isolamento,
inoltre questa prospettiva teologica suppone l'infinità: " quanto nell'opposizione tra libertà e alienazione: il suo stesso soggettivi-
infinitamente oggettiva è la divinità, tanto infinita la passività» (144): smo risolutivo risulta perciò radicalizzato, coinvolto nell'1 con-
ma in tal modo un termine, l'infinito, è fissato senza che si dia al- traddizione del suo mondo, ridotto ad un estremo e quindi con-
cun riferimento all'altro, il finito; in realtà, non c'è libertà senza solidato, obbiettivato a sua volta. Gesù tentò il superamento
determinazione, poiché la libertà senza determinazione è mera pos- del suo mondo ma fu respinto, egli tentò di attuare la nuova leg-
sibilità. L'argomento dialettico, l'affermazione che non si dà in ge, ma fu scacciato dall'antica: cosi nella sua vita ricompare
alcun caso sostanza senza accidenti, che Hegel aveva già usato quell'antinomia del mondo giudaico che egli aveva superato nel
nella polemica coi:tro lo spinozismo schellinghiano, torna qui a suo insegnamento ( 148 ).
caratterizzare di vacuità ed incoerenza logica ogni teoria trascen- Vè dunque in Hegel l'ansia di mediare le opposizioni sia della
dentistica. In queste pagine il problema dell'alienazione è perciò religione giudaica, sia di tutte le morali positive, e fin qui nulla
affrontato con accuratezza, sotto diversi punti di vista; vale a di nuovo. Quanto c'è di originale consiste invece nel carattere di
dire che l'alienazione non è analizzata solamente nel rapporto oggettività che la mediazione hegeliana viene ad assumere e nel-
storico in cui soprattutto si era configurata nella religione giu- l'idea di destino che egli qui elabora.
daica, ma anche dal punto di vista logico, come dominio dell'og- L'antinomia in cui la stessa dottrina cristiana viene coinvolta,
getto sul soggetto, dell'astratto sul concreto, dell'unificato logico egli argomenta, è radicata nel destino di Gesti. " Alla positività
sul differenziato storico ( 145 ). Né è strano che questi elementi anti- giudaica Gesù ha opposto l'uomo "(''H>); e conseguentemente He-
nomici siano i medesimi che Hegel aveva rilevato nel dualismo gel cosi qualifica il principio umanistico : " l'uomo è per sé, il suo
teoretico kantiano; e come in quel caso Hegel aveva ricercato nei carattere e la sua azione sono egli stesso; egli ha dei limiti solo
concetti di amore e di fede l'unificazione teoretica, la riconciliazio- laddove egli stesso li ponga, e quelle determinazioni della sua
ne degli opposti, cosi ora va a ricercare storicamente la mediazio- virtù che egli stesso determina. Tale possibilità di determinare
ne della separazione giudaica, cioè l'equivalente storico della dot- l'opposizione è la libertà,, ( 150 ). Perciò l'elemento negativo può esse-
trina dell'amore e della fede (14"). re sussunto dall'umanità, non deve essere posto astrattamente nel-
È la persona del Cristo che raffigura la mediazione. Ne viene l'alienazione obbiettiva. Ma con ciò Gesti predicava una moralità
che l'immagine dell'insegnamento del Cristo muta rispetto a quel- del puro amore, una religione che si svolgeva oltre ogni legge,
le posizioni aspramente polemiche che erano state a suo tempo pur sempre in un mondo che leggi aveva. La stessa dottrina di
enunciate. All'idea git1daica dell'antinomia di <<servo» e «padrone», Gesti, c11i dev'essere riconosciuta l'ansia risolutiva, si poneva tut-

(142) Jugcndschriften, p. 390.


(H3) Ivi, p. 391.
( Ivi, p. 394.
141
)
(H7) Jugendschriften, p. 302.
45
(i ) Cosi soprattutto, e molto bene, T. STEINBUCIIEL, l. c., e P. ASVELD, l. c. (1"8) Ivi, pp. 325~331.
146 (149) Ivi, p. 276.
( ) Sull'analogia che stringe la critica al kantis1no a quella della religione
giudaica cfr. H. NIEL, op. cit., p. 44. (15o) Ivi, p. 277.

16. A. Negri ~ Stato e diritto nel giovane Hegel.


242 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E l\1ETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 243

tavia come opposizione, ed innervava una polemica che sembra- in un «Individuale». Il Schicksal è l'universalità concreta che è
va incapace di assorbire la positività. drammatica ( « il destino è pur sempre il nemico e l' uomo gli
Il problema che Hegel si pone è quindi quello dell'antinomia sta dinnanzi come potenza che lotta » ( 153 ) ), ma è anche piu
di legge e amore, null'altro che una sottospecie del generale rap- alta della scissione tra astratto e concreto, di pensiero e di
porto tra razionalità ed individualità. È inerente al concetto di pensato. Il Schicksal vive a livello della vita, cioè dell'unità delle
legge, annota Hegel, la sua oggettività, vale a dire, in altri termini, opposizioni.
la considerazione dell'azione individuale come sottoposta ad una La preoccupazione dello Hegel è quella di concepire la stessa
norma. Dato ciò, ne deriva che « la legge ricava la determinazione «pena» non come estraneità ma come inerenza alla vita. La media-
della sua universalità dal fatto che gli agenti o le azioni sono parti- zione di razionalità e individualità, e delle conseguenze dell'alie-
colari; e le azioni sono particolari in quanto vengono considerate nazione, deve inson1ma essere colta i11tensivamente nella storia,
in rapporto all'universalità, alla legge, come ad essa conformi o come necessità del processo vitale. Cosi vera legge è il destino, e
contrarie, ed in quanto la loro determinatezza, non possa soffrire la colpa è il sentirsi staccati da esso; « la punizione è la coscienza
alcuna alterazione; esse sono reali, sono ciò che sono; (ma se) ciò di una potenza straniera, di un nemico, poiché essa ha agito sotto
che è fatto non può essere sfatto, la pena segue l'azione; la loro il potere di una legge ... », « la cattiva coscienza è coscienza di un
connessione è indistruttibile; non c'è modo di cancellare un'azione, cattivo comportamento, di un accadere, di una parte del tutto, su
la sua realtà è eterna, non è possibile alcuna redenzione ... ,, (151 ). cui io non ho alcun potere ... '» ma nel destino la mediazione si
Nell'obbiettività dell'azione, nella determinazione della forma uni- attua: " destino è la coscienza di se stessi (non dell'azione), di
versale del volere consiste quindi la pena, la « potenza straniera » se stessi come di un tutto, questa coscienza del tutto riflessa, ob-
in cui l'azione, compiuta, si tramuta. Un nuovo problema può esse- biettivata; poiché questo tutto è un vivente che si è ferito, cosi
re a questo punto cosi formulato: se alla determinazione dell'azio- esso può ritornare di nuovo alla sua vita all'amore, la sua coscien-
ne segue necessariamente l'oggettivazione, la pena, e se questa si- za è nuovamente divenuta fede in se stesso, e la concezione di sé
tuazione è, nei termini fin qui desiderati, evidentemente insupera- è un'altra, e il destino è superato ,, ( 154). L'antinomia di legge e di
bile, come attingere una mediazione superiore? Pure ammessa tale amore che si rivela nella tragedia dell'obbiettivazione dell'azione
tragicità del destino umano, di agitarsi nella dialettica di indivi- in cui consistono la pena e la cattiva coscienza, viene quindi risolta
dualità, di amore e di legge, non esiste altra possibilità di me- dall'idea di destino, laddove il soggetto vuole la legge; il destino è
diazione? quindi l'unità riconquistata oltre la separazione voluta, meglio, ine-
È ciò che Hegel cerca analizzando il concetto di destino. « La rente al processo di relizzazione del volere ( 155 ).
pena, come destino, è rappresentata in tutt'altro modo; nel de-
stino la pena è una potenza nemica, un individuale nel quale uni-
(I"3) Jbide1n.
versale e particolare sono riconciliati, per il fatto che in esso il
(151) Ivi, pp. 392~393.
dovere e l'attuazione di questo dovere non sono separati come nel (155) Intorno al concetto di destino, che è certamente il centrale di tutta la spew
caso della legge, che è soltanto una regola, un pensato ... » ( 152 ). In- culazione hegcliana di Francoforte si vedano soprattutto le pagine di F. RosENZ...
WEIG, op. cit., I, pp. 80-86, nonché l'ottimo articolo di P. BERTl~Nn, Le sens du traw
somma il concetto di desti110 ci trasporta in t1na sfera superiore
gique et du destin dans la dialectique hégélienne, in <1 Revue de metaphysique et
di essere, in cui la dialettica di particolare e di universale è risolta de morale)), 47, 1940, 2, pp. 165-86: soprattutto importante è in questo articolo il tenw
tativo di connettere la posizione hegeliana al generale mutamento della temaw
tica filosofica che si attua nel nledesimo periodo, da una concezione antinomica
ad una concezione dialettica. Altresi importante è l'insistenza sui fattori esistenw
(151) Ivi, p. 278.
ziali che stanno alla base della speculazione hegeliana, per quanto non si possa
(152) Ivi, p. 280. assolutizzarli.
244 CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 245
Con questa concezione Hegel veniva incontro ad una delle pili
scono valore e fatto, idealità e realtà, volizione e contenuto del
profonde istanze del suo mondo. L'angoscia storica, il sentimento
volere, e nessuno di questi termini esclude il reciproco. La dialet-
di un rivolgimento necessario e prossimo, nutriti soprattutto dallo
tica degli opposti è la conseguente forma che assume questo pro-
Sturm und Drang, erano infatti comuni a tutti i pensatori contem-
cesso in cui ciascun termine vive finché non sia realizzato in u11a
poranei: ma era una tragedia senza catarsi quando all'ansia esca-
sfera superiore d'essere ( 157 ). Il destino non è dunque fato, cieca
tologica non si accompagnasse la certezza di un ricostruzione, la
necessità, ma totalità, integrazione di soggetto e di oggetto, strut-
fede nella mediazione ( 156 ). La vigorosa cultura giacobina ed il fer-
tura dialettica insomma, ed ancora innervata dalla volontà rivolu-
vido senso della continuità storica reggono invece la mediazione
zionaria: e cosi il destino configura oltre il dramma individuale,
hegeliana: il contesto della sua esperienza resta un contesto tra-
il dramma dei popoli, e negli individui esige la riconciliazione, nei
gico, eppure questa drammaticità deve risolversi, e presto, nelle
popoli la realizzazione dell'ideale di stato popolare. Solo quest'idea-
strutture politiche, sociali, giuridiche, e culturali del mondo
le è infatti adeguato alla drammatica antinomicità della realtà sus-
germanico.
sunta ed alla perfetta unità che si esige nella sintesi, capace di
Non a caso alla luce del concetto di destino, Hegel rielabora
concludere pienamente l'individualità nella totalità, rintracciando
la nozione di V olkgeist. Il destino, egli afferma, non inerisce solo
oltre la soggettività delle conciliazioni volontaristiche la profonda
al dramma morale della individualità, ma si estende alla vita dei
costanza della conciliazione etica e storica del destino ( 158 ).
popoli : ogni nazione si muove nella traccia di un destino prefigu-
In quest'ideale di stato popolare libertà, verità e bellezza si
rato, ed è cosi che i residui caratteri meccanici che dal Montesquieu
congiungono, l'eterna immagine della polis greca torna a splen-
erano trascorsi allo Hegel nella definizione dello spirito popolare,
dere; ed in esso anche l'uguaglianza, che prevede il superamento
vengono affatto superati. Ogni nazione ha una sua anima, ed un
dei rapporti di proprietà (1 59 ), ha un senso. Infatti neppure l'ugua-
suo compito nella storia.
glianza può essere concepita senza libertà. Consideriamo ad esem-
I fini di una società determinata sono perciò fondati nell'essere
di un popolo, nel popolo, nel suo particolare carattere: e non di-
scende da ciò una concezione fatalistica, poiché come avevamo vi- (157) Sulla radice volontaristica che pur sempre mantiene il concetto di Volk-
geist anche dopo che esso sia stato mediato da quello di Schicksal, cfr. T.
sto lo spirito popolare confondersi nella volontà generale, ora lo STEINBtiCIJEL, op. cit., pp. 338-341, nonché P. ASVELD, op. cit., pp. 127-128, che hanno
vediamo, con quei caratteri, immergersi nella storia e farsi de- intuito il carattere positivo della relazione intercorrente tra volontà e destino. Hanno
stino: la radice volontaristica quindi permane, nella storia si uni- invece insistito sul carattere metafisico di questa relazione H. TI~ESCHER, Montesquieus
Einfluss auf ... Hegel, cit., in part. pp. 938-939 e E. CASSIRER, Storia della filosofia
moderna, cit., vol. III, pp. 371-377; ma che tale interpretazione non sia sosteni-
bile, almeno in quanto univoca, dovrebbe apparire dall'insieme della nostra espo-
(156) Tragedia senza catarsi sembrava per esempio allo Hegel la posizione sizione. Anzi, ci sembra, è proprio il carattere positivo e rousseauiano della no-
assunta dallo Hamann. Senza poter negare le profonde analogie che esistono zione di Volkgeist che innerva quella di Schicksal che permette ad Hegel un ri-
tra i due pensatori (su cui in particolare cfr. l(, NADLER, Haniann und Hegel. torno a Montesquieu, ai motivi metodici della sua opera, senza perciò ritrarne
Zu1n VerhUltnis van Dialektik und Existentialitiit, in «Logos)>, XX, 1931, pp. 259~ anche quei motivi reazionari che ad essa erano impliciti. Sui carattere conserva-
285), possiamo tuttavia sottoscrivere la precisazione di V. VERRA: Hegcl accusa tori della dottrina di Montesquieu cfr. in ogni caso la requisitoria di A. MATHIBZ,
Hamann « di aver fallito la comprensione della storia alla quale peraltro si era La place de Montesquieu dans l'histoire des doctrines politiques au XVIII siècle,
avviato attraverso il riconoscimento del valore simbolico del positivo, perché ha in <iAnnales historiques de la révolution française», VII, 1930, pp. 97-112: e non
tutto accomunato su un piano generico di provvidenzialismo invece di proporre a caso, ci pare, Burkc parla di Montesquieu con1e di « the greatest genius which
un concetto specifico di provvidenzialità come esigenza d'interiore articolazione e has enlightcned this age >> (citato da I-I. TRESCHER, op. cit., p. 302).
di indicare l'insostituibile funzione dialettica dei momenti in cui si dispiega e dai (1
58
) Sull'origine dcl n1etodo dialettico attraverso l'idea di destino cfr. ancora
quali neppure la stessa soggettività dell'esperenza religiosa può essere disciolta» F. BtiLow, op. cit., pp. 1-6; J. HYPPOLITE, Travaux, cit., pp. 557-560; G. LUKACS, op. cit.,
(Dopo I(ant, cit., pp. 132-133); ed infatti tale generico provvidenzialismo non per- p. 249 sgg., e W. AV.JMANN, Zur Frage nach dem Ursprung des diale!cischen Denken
metteva il superamento di quel contesto tragico dell'esperienza storica che era bei Hegel, Wilrzburg 1938.
stato rilevato.
(159) Jugendschriften, pp. 254-255.
246 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E MllTAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 247

pio la diversa concezione che reggeva i rapporti patrimoniali in della legge e dell'amore : ed Hegel dimostra di voler assorbire la
Grecia ed in Giudea: « ciascun greco doveva essere uguale, poiché prima nel secondo. Infatti « un pensato non può essere un amato »,
tutti erano liberi, autonomi; mentre i giudei erano uguali perché <e l'amore non pone alc11na norma », poiché « esso non è particola-
tutti erano privi di indipendenza ,, ( 160 ). Era dunque la concezione rità opposta ad universalità, non è unità di concetto, ma unità di
alienante della divinità che qui ancora appariva e cosi in tutti i spirito, divinità ,, (163). L'amore di Dio per il tutto si sperimenta in
rapporti sociali del popolo ebraico: « il rapporto dell'ebreo come ciascun soggetto e cosi si crea l'armonia delle volontà che è a sua
cittadino con gli altri non era altro che l'uguaglianza della sotto- volta destino; poiché l'amore conclude nella riconciliazione di og-
missione di tutti al loro invisibile padrone e ai suoi visibili servi- gettività e soggettività, poiché « soltanto l'amore non ha confini »
tori e funzionari; cosi non vi era propriamente alcun diritto di cit- e " per la prima volta dall' amore è la potenza dell'oggettivo
tadini, e dalla sottomissione era cancellata la determinazione di rotta,, (164).
ogni legge politica, vale a dire di libertà, cosi non si poteva trovare Si può parlare della riconquista della positività in questo
presso quel popolo nulla che potesse esser preso per diritto dello scritto? Da parte di alcuni interpreti lo si è messo in dubbio, men-
stato; come in ogni dispotismo, il problema di un diritto statuale tre altri lo hanno decisamente affermato ( 165 ); di fatto, ci sembra
interno è contradittorio ,, ( 161 ). Mentre d'altro lato nello stato po- che la positività sia qui riconquistata ma solo in quel senso speci-
polare libertà e giustizia divengono elementi reali della costitu- fico di cui altrove si è parlato, vale a dire definendosi positiva non
zione in quanto sono mediati dall'amore: l'amore infatti distrugge l'obbiettività come tale, ma come contesto fenomenologico in cui
ogni legame di passiva sudditanza nei confronti della legge, e ge-
nera quella virtu civica che non è altro che una sua modificazione.
tese di I-Icgel, nel saggio Gemeinschaft und PersOnlichkeit, cit. In1porta tuttavia
« Un vincolo vivente della virtu, un'unità vivente è tutt'altro che rilevare come anche all'amico HOlderlin fossero comuni questi motivi, il concetto
l'unità del concetto, essa non pone per determinati rapporti una di amore, quello di destino e quello di stato popolare: si~ in Der Tod des.. E1npe-
dokles e nell'Hyperion I, entra1nbi del 1797, che nell'Hyperion II dcl 1799, HoLDERLIN
specifica virtu, ma risplende anche nel piu variopinto insieme di
fa centro sul concetto di un nuovo ordine sociale e ripone le speranze dei suoi eroi
congiunzioni, indistrutta e semplice; la sua forma esterna può in nel successo della lotta politica che intraprendono; ed anche qui la soluzione del
infinite maniere modificarsi, essa non è mai due volte la stessa, e dramma consiste nella scoperta del superamento delle contraddizioni attraverso
ramore, nel rigetto dei metodi terroristici e nell'adesione al destino. J. Ho:FMEISTE~
la sua esteriorizzazione non può fornire alcuna regola, poiché essa (Die Heinikehr des Geistes, cit., pp. 230-232) ha insitito su queste analogie; a no1
non ha la forma di un universale opposto ad un particolare. Come importa soprattutto rilevare come anche qui, malgrado l'animus mistico religioso
che talvolta si sovrappone all'impostazione positiva, pur sempre sia quest'ultima a
la virtu è il complemento della fedeltà opposta alla legge, cosi è trionfare e determinare il tono ideologico dello scritto. Cfr. anche A. SALZBERG, op.
l'amore il complemento della virtu; tutte le unilateralità, tutte le cit., pp. 20-37. Sarebbe inoltre opportuno procedere ad un'analisi comparativa t~a
proibizioni, tutti i limiti della virtu son da esso superati, non si gli scritti hegeliani e le poesie di HOlderlin in questo periodo: oltre alle analogie
terminologiche sarebbe possibile far risaltare la perfetta identità dei nlotivi di
danno pili virtuosi peccati né peccaminose virtu, poiché esso è la vi- critica del mondo contemporaneo germanico e soprattutto l'emergenza dell'ideale
vente congiunzione del concetto stesso; in esso tutte le scissioni, di stato popolare. In ogni caso, cfr. a questo proposito STAIGTIR, E., Der Geist der
Liebe und das Schicksal -Schelling, Hegel und HOlderlin, Lipsia 1935, e H. STOLTE,
tutti i rapporti di limitazione svaniscono, cosi vengono meno an- HOlderlin und die saziale Welt. Eine EinfUhrung in «Hyperion» und <<Empedokles»,
che le limitazioni della virtu ; ma dove vi è spazio per la virtu non Gotha 1949.
(163) Jugendschriften, pp. 295-296.
si darà alcuna legge?» (1 62 ). Ecco dunque riproposto il problema
(164) Ivi, p. 296.
(<65) Ha negato la presenza del concetto di buona positività P. AsVEw, op. cit.,
pp. 183-184, ma in realtà il suo ragionamento trova validità solo per quel che ri-
(160) Ivi, p. 255. guarda la questione terminologica: non è infatti possibile trovare negli scritti
Ivi, p. 255.
( 161 ) hegeliani del periodo la dizione «buona positività». Contra, cfr. invece, con argo-
( 162 ) Ivi, p. 295. T. L. HAERING ha posto perfctta1nente in luce il carattere di me- mentazioni non terminologiche ma sostanziali, H. NIEL, op. cit., p. 36 e 42; J.
diazione politica che la nozione di amore assume nel pensiero giovanile francofor- HYPPOLITE, Introduction, cit., pp. 33-39; G. LUKACS, op. cit., p. 276-294.
248 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E _METArISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 249

realtà ed idealità siano affatto congiunte. Era questa l'intuizione significato storico ed una qualificazione positiva. Eppure troppo su
fondamentale su cui si reggeva lo schema generale hegeliano di rein- quei termini influiva la cultura del tempo, ormai decisamente svol-
tegrazione della positività, uno schema che prevedeva la continua gentesi entro le maglie della problematica romantica e quindi in-
parallela considerazione dell'universale e del particolare, la com- cline a risolvere le antinomie che l'esperienza storica rivelava, in
presenza degli opposti: l'alienazione non è il particolare in quanto una direzione mistico metafisica; rileggendo alcuni passi dello
tale, ma il particolare in quanto opposto all'universale, né il ra- scritto hegeliano, quasi per esperimento, a mente fredda, non si
zionale per se stesso, ma il razionale che è astrattamente opposto può infatti negare che in esso appaiano motivi difficilmente situa-
alla riassunzione dell'individuale ( 166 ). Ed Hegel nota che la me- bili in una visione affatto positiva e determinata della realtà sto-
diazione non avviene quando gli estremi antinomici siano radica- rica, quale è quella da noi fin qui descritta.
lizzati, oppure quando si pretenda di rintracciare l'unificazione at- Soprattutto su un punto vogliamo porre la nostra attenzione,
torno ad un polo del rapporto, astrattamente, nella scissione dal laddove Hegel, sviluppando la sua concezione dell'amore, dappri-
resto della vita: è ciò che accade alla religione cristiana, di non ma solo concepito come forza costruttiva ed individualizzante, per-
riuscire a rinnovare nelle strutture storiche l'unità d'amore che viene alla teoria dell'«anima bella» ( 168 ). Qui l'amore è assolutezza,
era dell'insegnamento del Cristo e di riproporre di conseguenza non nesso del rapporto dialettico ma sostanza della realtà, non
il dramma dell' alienazione in ogni stadio del suo sviluppo mediazione soggettiva cui corrisponde oggettivamente il destino,
storico ( 167). ma forza metafisica, tensione unificante ed irrazionale: esso non
Solo nello stato popoplare, dove la libertà si fonda nel destino, vale a riconciliare individualità e razionalità, ma ad entrambe si
sarà possibile la mediazione. Non si può quindi dimenticare che oppone, ali' individuale assorbendolo nella totalità panteistica, al
anche nello sforzo, che Hegel qui fa, di integrare particolare ed razionale annullandolo nell'irrazionalità mistica. L'anima bella si
universale è sempre presente l'ideale dello stato popolare. Nella spe- situa, amorosa, in una sfera rarefatta, che 11essun elemento posi-
culazione hegeliana è possibile leggere dietro tutte le formulazioni tivo o storico mai neppure lambisce; ed in suo rapporto s'intende
logiche, dietro l'antinomia di particolare e di universale, quella che la vacuità di ogni sforzo costruttivo dell'uomo nella storia: a che
è ben pili viva in lui, di individualità e di totalità; la nozione di vale infatti la lotta per il diritto, che è un astratto, che è un pen-
amore e la nozione di destino che valgono da motori del processo sato, un universale puro? Meglio riposarsi nella bellezza, nell'uni-
di reintegrazione, sono anche la virtu civica e lo spirito del popolo ficazione raggiunta e toglier di mezzo i residui legami terreni del-
che costituiscono la forza, soggettiva ed oggettiva, per cui si rea- ]' amore. Il superamento della cattiva positività sembra quindi
lizzerà l'ideale di st11to popolare. divenire per Hegel la negazione della positività senz'altro; in lui
Si ripropone ora il problema della validità della mediazione ritorna a manifestarsi quella che s'è già definita come una costan-
posta dallo Hegel. te del pensiero idealistico, vale a dire la tentazione di attingere
indiscriminatamente l'assolutezza, di radicalizzare, sia pure nei nuo-
9. - Amore e destino erano le nozioni che valevano in Lo spi- vi termini di singolarità e di assolutezza, l'antinomia illuministica
rito del cristianesimo e il suo destino a mediare l'antinomia di li- di individualità e razionalità; cosi Schelling, al termine del System-
bertà e alienazione, e da parte nostra si è cercato di mettere in programm, concepisce l'organo estetico come mezzo di superamen-
luce come a quelle nozioni intenzionalmente Hegel attribuisse un to, come aufhoren, cosi Hegel sembra situare nell'amore non la

(166) Jugendschriften, pp. 341-342. (168) Ivi, pp. 282-293. Sui precedenti schilleriani della nozione di «anima bella))
(167) Jugendschriften, pp. 332-342. ed in generale di tale mediazione etica, cfr. P. ASVELD, op. cit., pp. 155-159.
250 CAPLTOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 251

possibilità dell'aufheben, cioè del superare mediando, ma anch'egli l'altro trasfigurato alla luce dell'irrazionalismo, e ciò soprattutto
dell'aufhoren, del superare, cioè, negando. In questo quadro, quella sotto l'influenza delle contemporanee correnti del preromanticismo
sottile ma produttiva distinzione che Hegel aveva posto tra alie- che in tal modo, illusoriamente, tentavano di superare le antiche
nazione ed obbiettivazione, consistente nella definizione di un con- antinomie illuministiche (' 70 ).
testo fenomenologico da cui doveva poi nascere il sistema, viene a Nulla tuttavia, data l'ambiguità, la dualità delle tensioni riso-
cadere: alienazione vale obbiettività, il sistema non nasce dalla fe- lutive del dramma che lo assillava, può indurre a concludere la
nomenologia ma dall'immediata appercezione metafisica del prin- raffigurazione del pensiero del giovane Hegel secondo schemi af-
cipio dialettico, non dalla dialettica storica inerente alla vita del- fatto metafisici: è appunto la dualità dei suoi atteggiamenti quello
l'uomo, ma dalla dialettica metafisica inerente alla vita dell'assoluto. che pili importa rilevare, e se proprio si fosse costretti, con criteri
Se ora, da questo nuovo punto di vista, esaminiamo i concetti metodologicamente scorretti, a stabilire qualche preminenza, al-
di amore, di destino e di spirito, che prima, operando sul calco del- lora certo si dovrebbe trascurare questo motivo metafisico ed in-
l'evoluzione hegeliana e cercando di ricostruire la sua intenzione sistere soltanto sullo Hegel giacobino. Ma subordinatamente non
teoretica, si erano definiti in maniera affatto positiva, non pos- si può neppure negare che elementi metafisici percorrano la te-
siamo non riconoscere la parzialità, - ma in nessun caso, allo stato matica hegeliana. Soprattutto sul panteismo si è insistito da par-
attuale della ricerca, l'inesattezza - , di quella interpretazione. te degli studiosi del giovane Hegel ( 171 ): e sarebbe quest'interpre-
Amore, destino, spirito sono concetti ambigui in cui convive I1u11a tazione molto discutibile se non si tenesse presente che l'ambiente
istanza che è di positività, e l'altra metafisica. S'è considerato di filosofico preromantico e romantico era tutto un pullulare di tali
già il concetto di amore: ma anche quello di destino, da un certo dottrine. Chi da un lato, chi dall'altro tutti concludevano in quel
lato, sembra solo forza metafisica, sfondo irrazionale della vita panteismo mistico che a ragione Dilthey ha ritenuto caratteristico
storica, ferrea necessità; ed il concetto di spirito, oltre ad esser dell'ambiente (112), Schleiermacher ( 173 ) approfondendo il mistero
considerato come unificazione delle espressioni della vita di un po-
polo, può essere ricondotto alla tradizione religiosa e mistica del (l70) Tipico eseinpio dell'irrazionalismo che cominciava ad affermarsi sono le
protestantesimo tedesco ( 169 ). In sostanza, il rapporto tra conoscen- Briefe an Fichte di JACOBI del 1799: era un irrazionalismo indiscriminato e fine a se
stesso, che si opponeva in particolare al rigore deduttivo della Wi~senschaftsle~re
za e vita che si cercava di stabilire attraverso i concetti di amore, fichtiana. Per quanto riguarda l'influsso di queste lettere sull'ambiente romantico
destino e spirito, era dallo Hegel da un lato, nella pili vera ed ori- si cfr. X. LEON, op. cit., II, I, p. 128 sgg., e R. KRONBR, op. cit., I, pp. 303-315, che tut-
tavia ritiene l'influsso giacobino su Hegel solamente indiretto. Lo HEGEL maturo
ginale vena del suo pensiero, raffigurato in termini positivi, dal-
(Lezioni sulla storia della filosofia, trad. it., Firenze 1944, III, 2, p. 269) opporrà
allo Jacobi nuovamente l'importanza del metodo logico: ma già in Glauben und
Wissen insisterà sulla necessità di considerare unitariamente il momento dell'im-
169
( ) H. DREYER, Der Begriff Geist in der deutschen Philosophie van Kant bi:-. mediatezza e quello della mediazione conoscitiva.
1-Iegel, in «Kantstudien)>, Ergi:inzungsheft 7, Berlino 1908, ha seguito Io sviluppo del (l71) Dal DILTHEY, in particolare e per primo, op. cit., pp. 51-52, e recenteme~1te
concetto da Kant a Hegel, notando come sia inerente ad esso una duplice acce- anche da P. Avnr.o, op. cit., pp. 130-133. Lo studioso che si è opposto con maggior
zione: da un lato estetica, dall'altro antropologica, la prima con Kant, la seconda forza a quest'interpretazione è certo T. L. HAERING, di cui si veda I'Exkursus ilber
con Schiller. Hegel accetta il principio in entrambe le accezioni: di qui l'ambiguità Hegels sog. <nnystischen Pantheismus)), in op. cit., I, pp. 547-555.
del principio stesso. Ha voluto vedere nel concetto di Geist una pura derivazione (l72) W. DILTHEY, l. C.
teologica T. L. HAERING, op. cit., I, pp. 520-525, a nostro parere arbitrariamente; me- ( 113) Sul panteismo di Schleiermacher cfr. soprattutto i lavori dilt?eyani: ~eb~n
glio invece G. G1EsE, op. cit., pp. 14-20, che sia pure contraddittoriamente (infatti al- Schleierntachers, cit.; Schleiermachers politische Gesinnung und Wtrksamkett, in
la fine sembra accettare senz'altro I 'interpretazione diltheyana) pure nel contesto Ges. Schr., XII, cit., pp. 234-277; nonché l'Analisi dell'uomo ecc., trad. it., vol. Il,
della sua esposizione insiste su entrambi i motivi. Cfr. ancora J. HoFFMETSTER, Zum pp. 116-117. Il rapporto tra Schleiermacher e il giovane Hegel è stato studiato da
Geistbegriff des deutschen ldealisn1us bei HOlderlin und I-legel, in Deutsche DILTI-IEY, Jugendgeschichte Hegels, cit., p. 87, 144, 149 sg., 173, e, sulle sue tracce, da
Vierteljahresschrift fiir Literatur- und Geistesgeschichte, 1932; J. MtiLLER, Der Geist w. ScHULTZ, Die Grundprinzipien der Religionsphilosophie Hegels und der Theologie
und das Absolute. Zur Grundlegung einer Religionsphilosophie in Begegnung mit Schleiermachers. Ein Vergleich, Berlino 1937, in part., per quanto riguarda il gio-
Hegels Denkwelt, Paderborn 1951. vane Hegel, fino a p. 50.
,-----.,.,..------------------------. --~------~···

252 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTif 253

del!' individualità, Baader e Schelling quello della natura (174). A toriamente adeguato, cosi ora il nuovo storicismo si radicalizza in
noi interessa tuttavia particolarmente considerare le modificazio- forme intellettualistiche e naturalistiche, contraddicendo le istan-
ni che questa concezione rigidamente monistica imprimeva al pen- ze sostanzialmente storiche e le ansie rivoluzionarie che lo aveva-
siero politico, poiché è in questo campo che, malgrado tutto, sem- no nutrito all'origine. D'altronde la stessa improvvisa, repentina e
pre si muove Hegel. fortunata diffusione delle nuove dottrine sta a dimostrare in che
Il 1798 era stato l'anno critico dell'evoluzione delle dottrine misura l'ideologia reazionaria rispondesse alla reale situazione del-
politiche del romanticismo; finora c'erano stati diversi tentativi, la cultura tedesca, prigioniera dell'angustia territoriale e del di-
ma non s'era mai presentato un corpus organico di dottrine, che spotismo principesco nei Liinder imperiali, e come per essa si ripro-
si potessero considerare tipiche del romanticismo ( 17 5). Friedrich ponesse un alibi teorico all'incapacità di azione, secondo prospet-
Schlegel, Novalis, Tieck rielaborano infatti, a partire da quest'an- tive rivoluzionarie, degli intellettuali tedeschi (1 7 ').
no, le teorie organicistiche ed irrazionalistiche, medievalizzanti e Era inevitabile che il giovane Hegel risentisse di tali impo-
monistiche dello stato, conducendo la polemica contro il contrat- stazioni.
tualismo, il concetto di volontà generale ed il razionalismo politi- Di questo periodo è infatti il cosiddetto Systemfragment (178 ).
co dal piano storico su cui era stata svolta dai primi reazionari Anche qui al centro della problematica hegeliana sta il problema
di cui si è fatta menzione, ad un livello mistico metafisico ( 176 ). della soluzione dell'antinomia di individualità e totalità, ma il nuo-
Era questo il necessario effetto ideologico di quel profondo muta- vo spirito dei tempi influisce sulla definizione dei termini dell'op-
mento in senso restaurativo che aveva cominciato a delinearsi da posizione : in particolare l'individualità si determina come orga-
alcuni anni ed in cui si rivelava senza pili ambagi la natura rea- nizzazione dei modi diversi dell'essere, cioè della molteplicità che
zionaria del riformismo tedesco: come nel settecento il giusnatu- si rintraccia sul terreno della storia, e dell'unità che si pone sul
ralismo non era riuscito a rompere gli schemi assolutistici della terreno metafisico. « Presupposto un vivente, e cioè noi che consi-
concezione luterana del potere ma anzi ad essa si era contraddit- deriamo, allora la vita posta al di là della nostra vita limitata, è
una vita infinita, di infinita varietà, di infinita opposizione, di in-
finita relazione: come unità, un unico intero organizzato, separato
( 174 ) Su Franz von Baader e le influenze da lui esercitate sui romantici, cfr. D.
e unificato: la natura» ( 179). All'organizzazione individuale si ac-
BAUMGARDT, F. v. Baader und die Philosophie der Romantik, Halle 1927. Quanto a
ScHELLING, si ricordi che nel 1798 egli pubblica Van der Weltseele (S. W., I, 2, pp. compagna dunque, come termine dialettico, l'organismo naturale.
345-583), nella cui Vorrede annuncia di voler ricercare un principio tale che per
esso cause ed effetti siano affatto compresi; e nel 1799 I'Erster Entwiirf eins System
der Naturphilosophie con relativa Einleitung (S. W., I, 3, pp. 1-326), dove si sostiene la (1 77 ) Gli scritti politici del primo romanticismo ebbero una straordinaria dif-
necessità di fissare l'assoluta sintesi di organico ed inorganico in una mediazione na- fusione: ciò è testimoniato, per quanto riguarda il Franz Sternbald di L. TIECK
turale; su quest'opere soprattutto E. BRÉHIER, Schelling, Parigi 1912 e H. KNITTER- nelle Fr. Schlegels Briefe, a cura di A. WALZEL, III, 1797-1799, BcrHno 1930, p. 394
MEYER, op. cit., pp. 92-101. e 414; per quanto riguarda gli scritti di Novalis da R. HAYM, Die ro1nantische
( 175 ) Tale almeno la tesi di J. BAXA, Einfii.hrung ... , cit., p. 45, cui aderiamo. Sul
Schule, cit., p. 344 e 486 sgg.; J. BAXA, Einfiihrung ... , cit., p. 56 sgg., e 114 sgg.;
ron1anticismo politico cfr. anche l'importantissimo W. METZGER, Gesellschaft, Rechi X. LEON, op. cit., II, I, pp. 405415. Si ricordi che Christenheit oder Europa nasce
und Staat in der Ethik des deutschen Jdeatismus, Hcidclberg 1917. nell'ambito della polemica sull'ateismo :fichtiano.
e-76 ) Particolarmente importanti da ricordare sono i Ron1antische Fragtnente
( 17 8) Lo scritto fu terminato il 14 settembre 1800; è ora compreso negli Jugend-
di F. SCI-ILEGEL (ora in J. BAXA, Gesellschaft und Staat ... , cit., pp. 49-72), redatti tra
schriften, pp. 343-351. Il titolo di Systemfragment fu stabilito da DILTI-IEY, e ripreso
il 1797 e il 1800: centrale è in essi l'evoluzione dalla concezione fichtiana e demo-
da NoHL, sulla traccia di K. RoSENKRANZ, op. cit., p. 102. Tra gli interpreti moderni
cratica alla concezione assolutistica, facendo centro sul concetto dell'infinità e del-
è unanime l'opposizione: per tutti, cfr., T. L. HATIRING, op. cit., I, p. 536 sgg.; J.
la divinità dello spirito (cosi, bene, J. BAXA, Einfii.hrung ... , cit., p. 46). Di NOVALIS
J-IYPPOLITE, Travaux, cit., p. 566 sgg.; P. ASVELD, op. cit., p. 199. Dcl frammento posse-
si debbono ricordare i Frag1nente del 1798 (J. BAXA Gesellschaft und Staat ... , cit.,
diamo una traduzione italiana, come sempre accurata, del DE NEGRI nei cit. Prin-
pp. 175-191), lo scritto Glauben und Liebe oder der KOnig und die KOnigin, dcl'
cipi di Hegel, pp. 25-41.
1798 (ivi, pp. 150-175) e il famoso Christenheit oder Europa del 1799 (ivi, pp. 192-215).
(179) Jugendschriften, p. 346 {tra<l. it., p. 27).
Sui caratteri di questi scritti, J, BAxA, Einfiihrung .. ., p. 52 sgg.
254 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAPISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 255

Ma che cos'è questa natura? Essa "non è vita, ma vita trattata, questo scritto si esercitano notevoli e pesanti influenze che possono
fissata, e sia pure nel modo pili degno, dalla riflessione ,, (1BO). Il indurre lo Hegel a procedere in quel senso; ma è soprattutto la
polo negativo del rapporto tra libertà ed alienazione sembra dun- ambiguità, la duplicità di questo scritto che vale far risaltare, poi-
que identificato con la natura. Fin qui la novità che presenta il ché essa è d'altro lato probante del pieno aderire dello Hegel allo
Systemfragment: Hegel infatti procede poi alla descrizione del spirito del suo tempo, a quell'opposizione tra metafisica ed uma-
processo di unificazione, con la consueta terminologia, sebbene 11esimo, e politicamente tra progresso e reazione, che in esso è
pili criticamente scaltrita e letterariamente compiuta: " La filoso- centrale.
fia deve terminare con la religione appunto perché la filosofia è un Tentiamo ora di enucleare i termini mnanistici della tematica
pensare, e dunque ha l'opposizione da una parte del non-pensare, del Systemfragment. Ecco allora che l'unificazione si definisce co-
e d'altra parte del pensante e del pensato: essa ha il compito di me realizzazione dell'ideale di stato popolare, come unificazione
mostrare in ogni finito la finità, e di promuovere per mezzo della storica di individuo e totalità nella vita di un popolo: " la pili
ragione il compimento specialrne11te riconoscendo, attraverso l'in-
1 completa compiutezza, - dice Hegel, e non solo relativamente al-
finito di sua competenza, le illusioni e ponendo cosi il vero infinito le unificazioni politiche, ma riguardando il problema dell'unifica-
fuori della sua sfera. L'innalzamento del finito all'infinito si carat- zione in generale - , è possibile presso popoli, la cui vita è lace-
terizza appunto perciò come innalzamento da vita finita ad in- rata e sconnessa il meno possibile, cioè presso popoli felici. I po-
finita, a religione, che essa non pone l'essere dell'infinito come poli infelici non possono raggiungere quel livello; ma nella divi-
un essere attraverso la riflessione, come un essere soggettivo o sione devono essere tutti occupati nella conservazione di un mem-
. ... » (181) .
oggettivo bro, nella difesa della indipendenza. Essi debbono cercare di non
Ma se è il concetto di natura quello che emergendo precipua- perderla; il loro vanto pili grande sarà quello di tenersi saldi nella
mente caratterizza ql1esto scritto, è i1ecessario tornare ad esami- separazione e di preservarsi l'Uno ,, (183).
narlo, cercando di chiarire ulteriormente il suo significato e le Ma, in questo caso, che significa l'insistenza iniziale del sag-
sue implicazioni, innanzitutto ponendosi il problema del prete- gio sul concetto di natura? Secondo quali modalità essa risulta
sto panteismo hegeliano ( 182 ). A questo proposito, il fatto che an- conclusa nel nesso umanistico unificante? Si deve qui fare una di-
che la natura sia riassunta, sia pure come elemento negativo, nel- stinzione e procedere ad un'analogia: una distinzione dalla con-
l'unificazione metafisica, sembra costituire la prova definitiva del- cezione schellinghiana del rapporto tra natura e spirito nella vita
la concezione metafisica che regge il Systemfragment; infatti, al dello stato, un'analogia con la concezione fiichtiana del medesimo
vago misticismo delle conclusioni teoretiche, si assommerebbe con rapporto. Per Schelling " l'universale costituzione del diritto è de-
ciò quel sentimento naturalistico che è una costante di tutte le terminazione della libertà, poiché, senza determinazione, non si
dottrine monistico teologiche. Ma si può confermare quest'inter- dà alcuna cittadinanza per la libertà. Infatti la libertà che non sia
pretazione? Non crediamo che i testi hegeliani permettano una garantita da un universale ordine della natura, ha un'esistenza
conclusiva risposta: qui ci troviamo invece di fronte a quella solo precaria, ed è, come nella maggior parte dei nostri odierni sta-
tipica ambiguità del pensiero hegeliano, mobile tra metafisica ed ti, un albero che prospera solo parassitariamente, e soffre di una
umanesimo, tra mistica e storicismo che può aprire sia all'afferma- necessaria incongruenza nei riguardi dell'universale, di modo che
zione del panteismo hegeliano sia alla sua negazione. Certo, su il singolo non è mai sicuro della propria libertà. Cosi non deve
essere. La libertà non dev'essere in alcun modo un privilegio, o
(!BO) Ivi, p. 347 (trad., p. 28).
c1s1) lvi, p. 348 (traci., pp. 31~32).
( 1 82) Rimandia1110 supra alle citazioni dall'opera di DILTHEY. (183) Jugendschriften, pp. 350-351 (trad. it., p. 37).
256 CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOPORTE 257

un bene di cui si può godere solo come di un frutto proibito. La


altresi meccanica ma prodotto umano, alienante ma dialettizzabile,
libertà dev'essere garantita da un ordinamento che sia tanto aper-
momento subordinato della vita umana ma necessario. Avevamo
to ed inalterabile quanto quello della natura» ( 184 ). Per Schelling,
già considerato l'importanza che nella concezione hegeliana della
dunque, la determinazione della libertà in cui si costituisce il di-
società e del diritto aveva assunto il motivo economico, ma aveva-
ritto, deve avere formalmente il carattere della necessità mecca-
mo anche visto come, fino a questo momento, il tentativo di rein-
nica, che è propria della natura; in tal senso diritto e stato sono
tegrazione della positività economica, quelle poche volte in cui si
una <cseconda natura», ed in essi deve imperare l'automatismo mec~
era oltrepassata la fase esigenziale, avesse incontrato difficoltà in-
canico: concezione questa che è perfettamente adeguata alla gene-
rale impostazione del monismo schellinghiano per cui la natura sonnontabili: solo ora nella meditazione del rapporto uomo-na-
configura la mediazione tra soggetto e oggetto, tra volizione e vo- tura si afferma la possibilità del recupero dell'homo oeconomicus,
luto (185). È evidente che nel quadro, da Hegel descritto, di un'uni- data l'attitudine ad essere mediato che assumeva il concetto di na-
ficazione umanistica e storica non può darsi una simile concezio- tura qualora fosse pienamente intesa come prodotto dell'attività
ne: qualora anche la natura rappresentasse la mediazione delle umana. Ed in ciò consiste anche l'analogia, che prima abbiamo
opposizioni, questa specie di panteismo naturalistico di Hegel non segnalato, con Fichte: da quest'ultimo infatti il rapporto tra uomo
oltrepasserebbe il livello empirico ed esteriore in cui si stabilisce e natura è pure caratterizzato sulla base del volontarismo costrut-
la contraddizione; vale a dire che, mancando alla speculazione tivo, e di conseguenza la natura si qualifica come prodotto e con-
dello Hegel ogni tonalità ontologistica, la natura non costituisce testo storico (187 ).
in nessun caso il massiccio sfondo della mediazione, né tanto me- Sembra dunque che la concezione metafisica della dialettica,
no può in essa risiedere il motore del processo reintegrativo, l'atto che co11vive nel pensiero hegeliano con t1na visione umai1istica e
organizzante i rapporti di unificazione ( 186 ); al contrario la natu- positiva della stessa, oltre che ad ingenerare alcune ambiguità nel
ra si configura come positività all'interno della relazione che con- metodo, pure contribuisca a concludere la positività nel procedi-
giunge libertà ed alienazione, quindi come prodotto di un processo mento dialettico. Cercheremo ora di vedere, qui di seguito, come
che pur sempre scaturisce dall'uomo. In sostanza, nella costru- nell'altra direzione in cui si muove Hegel, risulti possibile definire
zione della natura come positività Hegel riconosce un elemento in- pienamente il metodo, senza ulteriori difficoltà, e rispondere con-
termedio della dialettica storica, che verrà poi concluso nella co- cretamente ai problemi politici e giuridici che nel mondo tedesco
struzione dell'uomo libero ed integrato nella comunità: e con ciò si presentavano.
la natura come positività viene identificata con l'economicità che è

(181) SCHELLING, Systeni des transcendentalen Idealis1nus, 1800, in S. W., I, 3, (1 87 ) Le analogie si possono stabilire sopratlutto con l'opera fichtiana del 1800,
p. 593. Die Bestinunung des Menschen (S, W., vol. II, pp. 167-319): lo stesso SYoow, in una
18 recensione agli Schriften VII di I-IEGEL a cura di LASSON (in <(Zeitschrift fiir Rechts-
( ") Sulla concezione politica e sui presupposti d'essa nel Sistema schellinghiano,
rin1andiamo a A. HoLLERBACH, op. cit., pp. 134-146; H. ZELTNER, op. cit., pp, 151-153 philosophie in Lehre und Praxis)), II, 1919, Lipsia, pp, 389-399, ed in part. p. 393) lo
e 175 sgg.; A. SEMERARI, art. cit., pp. 511-531 (interpretazione interessante, tuttavia ha riconosciuto, retrocedendo quindi dalla posizione precedentemente assunta. Sul-
troppo preoccupata di sottolineare i n1otivi illuministici del pensiero schellinghiano, l'elemento volontaristico, inerente alla concezione hegeliana dello stato, forse mu-
al punto, si direbbe, di dimenticare quelli romantici che son ben pili evidenti), e tuato da Fichte, ha insistito anche F. DAl?MSTAEDTER, L'esperienza statuale in Fichte
infine a I(. STERNBERG, Schelling, der Philosoph der Romantik, in <(Archiv ftir Rechts- e Hegel, in «Rivista internazionale di filosofia del diritto», XVI, 1936, pp. 157-194,
und Wirtschaftsphilosophie)), XXII (1928-1929), p. 535 sgg. ma part. pp. 165-167. E tale analogia si può porre malgrado Hegel polemizzi espli-
citamente contro la Bestin1mung fichtiana (Jugendschriften, p. 139) che, a suo av-
( 1 8 6 ) Insensata diviene da questo punto di vista, la pretesa di E. v. SYDOW (Die
viso, riproporrebbe all'interno della tematica idealistica termini giusnaturalistiei:
Bedeutung des «Volkes)) ùn Systeme Hegels, cit., p. 199) di voler riconoscere nella
con ciò si vede che la polemica hegeliana non è tanto rivolta contro la forma vo-
nozione di Volkgeist una mediazione di tipo naturalistico.
lontaristica del procedimento fichtiano, quanto contro determinati contenuti d'esso.

17. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.


DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 259
258 CAPITOLO QUARTO

10. - Tali erano dunque le istanze politiche e storiche della proposte, l'esasperazione dell'animus rivoluzionario e l'ansia di
speculazione hegeliana, che anche le tendenze mistico-metafisiche t1n'azione di rinnovamento che non scenda a compromessi, ma so~
risaltanti nel corso della sua indagine erano riassorbite dalla pri- prattutto il profondo sconforto: " I fogli che seguono sono la
mitiva impostazione: ingeneravano delle ambiguità, determinava- voce di un sentimento che suo malgrado si va staccando dalla spe-
no incertezze, ma il loro esito era pur sempre positivo; ne derivava ranza di vedere lo stato tedesco uscire dalla sua insignificanza, e
talvolta la contraddittorietà del procedimento, infine tuttavia il vorrebbe, prima dell'intera dipartita delle sue speranze, ancora una
risultato era il medesimo. In sostanza, null'altro che l'antinomia volta richiamare alla vita il sùo desiderio che diviene sempre pili
storica della libertà e dell'alienazione si situava al centro della debole e della sua flebile fede nella realizzazione dello stesso an-
speculazione hegeliana ed a risolvere l'antinomia in un'adeguata cora una volta, in immagine, godere » ( 190 ). La tragedia politica
dialettica era rivolto il suo sforzo ; e la dialettica non doveva svol- della Gennania è tutta compresa in queste parole, che assumono
gersi a livello meramente riflessivo, ma a livello della storicità, non il loro pieno significato qualora siano riferite all'interezza della
procedimento astratto ma concreto, determinato: perciò l'analisi speculazione hegeliana, al suo tentativo, sempre ripetuto, di co-
del nesso tra libertà ed alienazione si convertiva nell'analisi delle gliere la mediazione di razionalità e di individualità, di determi-
forme storiche di realizzazione della libertà. nare unitariamente conoscenza e volontà: ma ora la separazione
Da tali presupposti, era inevitabile che il problema delle con- è radicalizzata, della sola immagine dello Stato gode il cittadino,
crete strutture in cui la libertà era attuata in Germania, fosse de- incapace di realizzarla. Ed Hegel scende subito a rintracciare nelle
stinato ad acquistare un posto eminente nel discorso filosofico strutture storiche e giuridiche l'origine del dramma morale e po-
dello Hegel, poiché egli era partecipe dell'ansia dei patriotti te- litico. « La Germania non è pili uno stato '" egli constata ( 191 ), ri-
deschi di venire a capo delle convulsioni politiche del tempo e petendo il lamento dei più consapevoli suoi contemporanei ( 192 );
della drammatica situazione in cui erano coinvolti. Lo dichiara quindi procede oltre nell'indagine, poiché questa constatazione
espressamente, introducendo con alcuni appunti lo scritto sulla
non ha per lui un valore marginale, né episodico, non deriva da
costituzione tedesca cui darà una redazione conclusiva solo alcuni
un momentaneo scoramento o da un superficiale atteggiamento
anni pili tardi ( 188 ): " Il risultato della rovinosa guerra che l'Im-
critico, ma è adeguata al contenuto ideologico della sua specula-
pero tedesco sta conducendo contro la Francia, non dovrebbe es-
zione e connaturata alla forma del suo procedimento. La denuncia
ser altro che quello di farsi strappare una delle sue pili belle terre
dell' « insignificanza » della Germania come stato è infatti stretta-
ed un milione dei suoi figli. .. ? Questo si son chiesti parecchi pa-
mente connessa alla polemica contro il dispotismo: l'attuale costi-
triotti tedeschi e la tragica consapevolezza di vedere che non si
tuzione imperiale tedesca, egli afferma, è mero dispotismo, ed an-
cercava di ottenere alcun pili alto fine, li ha riempiti di dolore ed
che qui, come in ogni stato dispotico, non c'è spazio per il diritto,
ha loro affatto tolto la speranza nella repressione della sorgente
per la legge, ma solo prepotere ed anarchia; d'altro lato, anche la
di ogni male e nella reale riforma dei difetti della costituzione del-
lo stato ,, ( 189). In questa situazione si giustifica il radicalismo delle
(190) Ivi, p. 283.
(19 1 )Ibideni.
(1 88 ) Il frammento cui qui accenniamo è riprodotto nei Dokumente, pp. 282-288: (192) Tali per esempio i lamenti, ricordati, di HERDER («la Germania non ha piU
è uno scritto in preparazione dcl grande studio sulla costituzione tedesca del pubblico ... ) nelle Briefe zur Beforderung der HUnianitiit, oppure di H6LDERLIN,
1802 (Schriften VII, pp. 3-136). La datazione del frammento in questione è stata lun- Flyperion II, Brief 59; o infine il distico di GOETHE e ScÌiILLER negli Xenien:
gamente discussa: sullo stato della questione cfr. le note di J. HoFFrvIEISTER al cit. <1Deutschland wo liegt es? ich weiss das Land nicht zu finden,
Dokuniente, pp. 468-469: l'A. conclude situando lo scritto tra il 1798 e il 1799. wo das gelehrte beginnt, hOrt das politische auf».
(189) Dolcu1nente, pp. 282-283.
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260 CAPITOLO QUARTO


DIALETTICA U11ANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 261
considerazione teorica della costituzione imperiale non riesce a con-
liana e di non confondere il motivo sostanziale della polemica con
cluderne la figura in alcuna delle forme previste dai costituziona-
questioni moralistiche di contorno, è d'uopo fare attenzione al fat-
listi ( 193 ). Ma supponiamo, continua Hegel, che questa costituzione
to che Hegel passa, immediatamente dopo, all'analisi dei presup-
possa aver avuto un valore nei tempi passati: certo è che essa non
posti economici della costituzione tedesca; particolarismo, indivi-
risponde ai bisogni del nuovo secolo e non è innervata dalle nuove
dualismo alludono infatti necessariamente ad egoismo e privati-
energie che lo spirito dei tempi ha saputo sviluppare: « la costitu-
smo economico. " Secondo i suoi principi giuridici originari è per-
zione è simile ad una costruzione con pilastri e volte gotiche che
ciò propriamente il diritto statuale tedesco un diritto privato ed i
se ne stia isolata dallo spirito del tempo, che si agita nel mon-
diritti politici un possesso giuridico, una proprietà " (' 97 ). Perciò
do "( 104 ). Dispotica, anacronistica, l'attuale costituzione tedesca tro-
la totalità statuale si è frantumata ed il diritto si è rifratto nei
va tuttavia ancora chi è disposto ad offrirle delle giustificazioni
rapporti patrimoniali dei privati, riducendosi cosi ad astrazione
ideologiche, appellandosi a quella che Hegel con scherno chiama
dalla totalità, che cosa è reale (198 ). E opportuno sottolineare che,
« la favola della libertà tedesca ,, ( 19 ').
col riapparire di questi temi, risLJlta ancora la continuità dell'inte-
Eccoci dunque pervenuti alla determinazione delle cause spe-
resse hegeliano per l'indagine economica e si riafferma l'urgenza di
cifiche che provocano, oltre che il carattere dispotico e l'acrisia
procedere alla mediazione degli elementi naturali che appaiono nel
storica delle formule costituzionali, anche la degradante mistificata
contesto storico (199): Hegel infatti nota che la potenza dell'econo-
giustificazione del sistema : Hegel ne annovera tre di fondamentali,
mico è tale che tutti i rapporti giuridici e costituzionali, che pure
cogliendole nell'individualismo politico, nel privatismo economico
hanno la pretesa di essere universali, possono essere ricondotti a
e nel formalismo giuridico.
questa struttura: « poiché la proprietà borghese solo dal punto di
Per quel che riguarda il primo punto, Hegel nota che non si
vista del diritto è un universale, ma come oggetto resta un isolato,
tratta solo di individualismo, quanto di particolarismo: ogni citta-
senza alcun rapporto " (200 ). L'ultima ragione della crisi degli isti-
dino, e cosi ogni territorio, ogni ceto, difendendo gelosamente la
tuti costituzionali tedeschi, il formalismo giuridico, che maschera
propria autonomia, si op.pone agli altri assolutamente, e la costi-
di universalità l'astratto contenuto dei rapporti privatistici, è quin-
tuzione sanziona questa disgregazione ( 196 ); per la critica vale quin-
di affatto connessa alle precedenti: particolarismo, privatismo, for-
di il generale schema della dialettica hegeliana per cui non si dà
malismo sono l'uno effetto dell'altro e tutti causa della disgrega·
possibilità di porre l'individuale se non nella relazione che lo strin·
zione della totalità statuale, dell'uscita dello spirito dalle fonnule
ge all'universale. Ma allo scopo di non fraintendere l'istanza hege-
giuridiche. Né in questa situazione si dà concetto di sovranità, poi-
ché esso, - e la sua validità - , può essere fondato solamente in
1
( 9") Tale problema era vivo nella cultura giuridica del periodo: si notava in- una costituzione che nasca nel segno della totalità, laddove la so-
fatti che la figura dell'Impero germanico non poteva esser ridotta ad alcuna delle
forme di governo previste da Aristotele. In particolare S. PUFENDORF, in due lavori
intitolati, l'uno De statu imperii gennanici (Ginevra 1667), l'altro De repubblica
irregulari (Lund 1668), aveva assegnato alll'Impero germanico la forma di governo (1\J7) Dokun1ente, p. 285.
mista, mediante un concetto di stato irregolare: era quanto giustificare la denuncia (l\JS) Sulla privatizzazione dcl diritto e sul concetto di stato patrin:oniale: cfr.
hegeliana degli aspetti anarchici della costituzione tedesca. T. SCHMAr.z, Das Recht der Natur, II ed., KOnigsberg, 1795, p. 89: puo darsi che
(194) Dokumente, p. 283. quest'opera fosse nota anche allo Hegel, avendo avuto la prilna ed., un recensor_e
(195) Doku1nente, p. 284. tubinghese, cui Scl11nalz risponde nell'Einleitung alla seconda ed. D'altronde 11
1 6 tentativo di costruire un diritto comune pubblico germanico era anche alla base
( La giustificazione filosofica del particolarismo regionalistico e cittadino,
9 )
degli sforzi dci due Moser (cfr. supra).
e conseguentemente del paternalismo principesco è offerta da CH. WoLFF, nei
(199) Sulla centralità di questi temi economici nella speculazion~ politico giu-
Verniiftige Gedanken von dem gesellschaftlichen Leben der Menschen, Halle 1721,
in particolare ai paragrafi 215 e 264. ridica di Hegel, cfr. E. VERMEIL, art. cit., pp. 452-454; G. LUKACS, op. cit., p. 197 sgg.
(200) Dolaunente, p. 286.
CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E 11.1BTAFISICA NEL PBRIODO DI FRANCOFORTE 263
262

vranità venga definita come potenza del tutto sulle parti e derivi ne, che pure contiene in sé la nostalgia di un ordine ideale e quin-
l' autosussistenza dal porsi in essa di un nesso organico di tutti i di implica il superamento della negatività. « Il sentimento della
soggetti (201 ). contraddizione della natura con la sussistente vita è il bisogno che
Cosi dunque Hegel definisce l'immagine dello Stato cui tende la contraddizione venga tolta, quando la sussistente vita ha per-
« con nostalgia '" e parallelamente determina le cause della crisi; duto la propria potenza ed ogni sua dignità, quando essa è dive-
restava tuttavia da affrontare il problema pratico, quello cioè dei nuta un puro negativo ,, (204).
mezzi da usare per attuare quell'ideale; ed Hegel affronta tale pro- La pura negatività è cosi definita nei termini della mera eco-
blema in uno scritto successivo, sempre inteso alla preparazione nomicità, come interesse particolare sfrenato, che neppure la mi-
del lavoro sulla costituzione tedesca (202 ). Il motivo centrale della stificazione ideologica riesce completamente a nascondere, sebbe-
ricerca consiste nell'argomentazione tendente a fissare l'intimo nes- ne essa, ammantando di pretesa universalità il particolare, coin-
so che deve stringere riflessione e volontà, ideale ed energia rivo- volga l'uomo in una crisi senza sbocchi, togliendogli appunto, con
luzionaria. Hegcl cosi inizia: « La contraddizione sempre crescente il senso della contraddizione, l'unico incentivo al superamento del-
tra l'ignoto, che gli uomini inconsapevolmente cercano e la vita l'alienazione. Reintegrazione quindi della ragione nella vita, della
che ad essi è offerta e permessa e che essi hanno fatta propria, la riflessione e della volontà insieme: la mera negatività, la proprietà,
nostalgia verso la vita di coloro che hanno elaborato in sé la na- la sudditanza, tutte le forme in cui si rivela l'alienazione, debbono
tura in idea, contengono l'anelito a reciproco avvicinamento. Il essere superate dall'energia rivoluzionaria che si costituisce sul-
bisogno di quelli, di riceverere una consapevolezza sopra ciò che l'esasperata tensione degli opposti. Né vale insistere, come si è
li tiene prigioni e l'ignoto di cui sentono l'esigenza, s'incontra col fatto da parte di alcuni interpreti (205 ), su un preteso animus rifor-
bisogno di questi, di trapassare dalla propria idea nella vita » ( 203 ). mistico che presiederebbe a questo saggio, poiché quand'anche
L'uomo si muove quindi in una situazione quanto mai ambigua, Hegel escluda la possibilità di operare mediante violenza, pure
da un lato preda della tentazione di vivere nel mero pensato, dal- ammette quella di operare con potenza : egli non si oppone alla
l'altro di quella di essere assorbito nella pura vitalità: entrambe rivoluzione, ma al terrorismo rivoluzionario, - che è opporre
le situazioni sono alienanti, e provocano l'una il radicalismo astrat- particolare a particolare - , mentre non il particolare ma l'ansia
to, mentre l'altra giustifica la banalità del vivere quotidiano. Tra dell'universale, non il mezzo ma il fine, anzi il risultato, è quello
ignoto ricercato e vita, tra rappresentato e vivente dev'essere posta che qualifica propriamente I' azione rivoluzionaria. Perciò Hegel
la sintesi poiché senza mediazione, quando l'uomo sia insomma può coerente salutare « il soffio di una vita migliore (che) ha toc-
completamente affiso nel pensiero riflesso oppure affatto senza vo- cato questo tempo. Il suo impulso si nutrisce dei grandi caratteri
lontà, quando domini la vita dall'astratto oppure nella vita sia di singoli uomini, del movimento di interi popoli ... La vita limitata
compreso, nell'assolutamente empirico, si dà solamente sofferen- può soltanto allora, come potenza, venire con potenza assalita
za: sofferenza della separazione dalla totalità, senso dell'alienazio- ostilmente dalla vita migliore, quando quest'ultima sia divenuta
(a sua volta) una potenza ed abbia da temer violenza,, (2DB).
(201) Ivi, p. 287. Cfr. soprattutto F.
RosENZWEIG, op. cit., I, pp. 88-92.
Intendendo precisare il termine concreto della sua indagine,
(202) Il frammento cui alludiamo è contenuto in Schriften, VII, pp. 138-141, col
titolo Freiheit und Schicksal; è di difficile datazione, per quanto ormai gli intP ...-
preti siano d'accordo nel collocarlo nell'autunno del 1800 (per tutti cfr. J. HoFF~ ( 201 ) Ivi, p. 139.
MEISTER, nelle note a Doku1nente, pp. 469-470, che ben riassume la questione). Di
( 205 ) Cosf soprattutto W. DILTHEY, op. cit., p. 122 sgg., F. ROSENZWEIG, op. cit.,
questo frammeqto esiste una trad. italiana del prof. LUPORINI, in «Società» 1945, 3,
I, pp. 92-99; T. L. HAERING, op. cit., I, p. 595 sgg.
pp. 63-65: di questa traduzione, che è ottima, ci valiamo nelle nostre citazioni.
(20 6 ) Schriften V 11, p. 140.
{2011) Schriften VII, pp. 138-139.
264 CAPITOLO QUARTO DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE 265 \'
Hegel affronta ora di nuovo il problema della libertà nello stato dello stato viene ad assumere, ma riteniamo che tale ambiguità
tedesco: in esso la particolarità ha appunto preso il posto dell'uni- possa esser sciolta solo ripercorrendo, come s'è fatto, la traiettoria
versalità, di conseguenza « l'universalità che ha potere, come fonte dell'evoluzione speculativa del giovane Hegel, che dall'illuminismo
di ogni diritto, è sparita, poiché si è isolata, facendosi un partico- perviene all'attuale originale posizione, ma che resta pur sempre
lare. L'universalità è perciò presente soltanto come pensiero, non giacobino. Ed ancor più probante della positività di questo pro-
come realtà» (207 ). Ma l'opinione pubblica tedesca, la massa sta cesso è il carattere che assume in esso, attraverso le varie fasi della
prendendo coscienza di questa situazione: perciò si muove, supe- sua elaborazione, la dialettica, intesa a mediare individualità e
rato il doloroso vacillare tra la speranza ed il timore, per reinte- razionalità, storicità ed universalità, cioè gli estremi dell'antica
grare il proprio diritto. Vale a dire: il popolo riacquista il senso antinomia illuministica; essa a poco a poco rivela ]'oggettività,
del suo diritto, poiché sa che la sovranità non può scendere che diviene chiave di interpretazione storica, e quando di conseguenza
da esso, che solo la totalità è universale ed ha potere; ed il diritto si scopre come nesso di destino e di libertà, manifesta la sua es-
può essere fondato solo su questo nesso che lo connette al tutto: senza operativa, perfettamente umanistica: la storia è destino in
il diritto, insomma, per esser tale, per non scadere a mera forma, quanto realtà attuata, in quanto passato, è libertà come realtà da
a fissazione di rapporti economici privati ed egoistici precostituiti, attuare, come futuro, ed al limite di passato e presente, di teoria
dev'essere diritto statuale, garantito dallo Stato per la totalità dei e prassi, è l'uomo che costruisce libero il suo destino. E se nel
cittadini. destino è fissata tra tutti gli uomini una comunità indistruttibile
L'ideale dello stato popolare, che aveva percorso l'intera spe- di memorie, una pena che non possono non soffrire, d'altro lato la
culazione hegeliana, appare qui in tutta evidenza: gli individui libertà che pone e trasforma la storia, si apre ancora al vincolo
debbono essere integrati nella totalità e la totalità deve avere, della solidarietà umana (21 0).
unica, potere; l'originario contenuto utopistico del concetto è quin- L'ideale di stato popolare è la sostanza ed il motore del pro-
di mediato, con tale precisa attribuzione del potere, dalle istanze cedimento dialettico, tutti gli altri temi, - alienazione, positività,
storico-concrete che sempre erano emerse nello svolgersi del pen- libertà, destino - , ruotano attorno a questo centro. Per convin-
siero hegeliano ( 208 ). Non si tratta perciò di un ideale di stato to- cersene ulteriormente è sufficiente prendere in mano la Neue Ein-
talitario, perché lo stato non assume alcuna trascendenza rispetto leitung che Hegel prepone, nel 1800, allo scritto bernese sulla « po-
agli individui: è tn1a mediazione ottimistica, un'integrazione piena; sitività della religione cristiana » ( 211 ). Qui Hegel ironizza sulla pre-
anzi, poiché totalità ed universalità si equivalgono, lo stato risulta tesa purezza del concetto di natura umana e riconosce la necessità
tutto percorso da istanze etiche, non indiscriminate, non aventi della determinazione del concetto nella realtà: la positività è quin-
fine in sé, ma giusnaturalistiche e rivoluzionarie, di libertà ed di affatto rivalutata dal punto di vista logico, ma non lo è invece
eguaglianza, e, a poco a poco, di indipendenza (209 ). dal punto di vista storico, etico, politico, quando cioè si manifesti
Con ciò non vogliamo escludere l'ambiguità che, in astratto, come dispotismo: « di diventare positiva è capace ogni dottrina,
strappata da un contesto storico determinato, l'immagine hegeliana ogni comandamento, giacché ognuno può venire annunciato "in

210
( ) Sull'inerenza di destino e libertà, e sul significato collettivo di questo
(201) Ivi, p. 141.
nesso, hanno insistito, a nostro avviso, con particolare acutezza, J, HYPPQLITE, La
( 2D8) La mediazione dell'ideale con la realtà non è tuttavia perc10 1n nessun signification ... , cit., pp. 327-329, e LUPORINI nel com1nento posposto alla trad, it. di
caso mediazione con l'irrazionalità, come vor1~ebbc H. GtOCKNER, che insiste appun- Freiheit und Schicksal, in «Società», 1945, 3, pp. 68-114.
to sulla dimensione irrazionale del potere (op. cit., II, pp. 174-183). 221
( ) La Neue Einleitung fu tcrn1inata il 24 settembre 1800; ora è contenuta in
( 209) Sui motivi nazionali che appaiono in questi fra1nmenti hanno insistito Jugendschriften, pp. 139-151; delle pagine 139-148 si ha una trad. it. a cura di E. DE
w. DILTIIIìY, op, cit., p. 126 sgg., F. ROSENZWTIJG, l. c. NEGRI nei cit. Principi .. ., pp. 1-17.
266 CAPITOLO QUARTO

maniera violenta" con oppressione della libertà » (212 ), e ancora:


« l'accidentalità da cui doveva scaturire una necessità, il transeunte
su cui si doveva fondare negli uomini la coscienza di un eterno,
il rapporto con esso nel sentimento, nel pensiero e nell'azione,
questo transeunte si chiama, in generale, autorità » ( 213 ). È !'auto-
rità, è il dispotismo che divide l'uomo da se stesso, che ingenera
alienazione e cattiva positività, è infine sempre la negazione del-
l'ideale dello stato popolare, della felice comunità di esseri liberi CONSIDERAZIONI FINALI
che vivono integrati, amando perciò quella positività che è il loro
mondo, conciliati con il destino.
Dal tema «libertà e amore» a quello di «libertà e alienazione»
e di «libertà e destino» scorre un filo contilluo di meditazioni, una
stessa ansia problematica; dall'utopia concepita nel circolo di Tu-
binga, che affonda le sue radici nell'umanesimo della cultura illu-
ministica e nella fede settecentesca nel trionfo della Ragione, fino
al vigoroso atteggiamento storico, che è presupposto alla defini-
zione del concetto di «destino», è intrattenuto dallo Hegel un
ininterrotto dialogo sul medesimo problema, quello della libertà
e della sua realizzazione. La fede giacobina di Hegel non vien dun-
que mai meno, solo variano i toni della sua polemica e gli stru-
menti, o quelli scientifici di analisi e di esplicazione dell'ideale o
quelli politici di attuazione dello stesso: ma c'è all'origine della
speculazione giovanile hegeliana una sorta di ottimismo che per-
mette di fare di ogni ostacolo un gradino del processo di realizza-
zione dell'idea, di ricondurre ogni variante all'unità della princi-
pale istanza speculativa. Cosi Hegel si immerge nelle singole
opposizioni per poi riassorbirle nell'unità, e si può sottolineare
che il procedimento dialettico, - che rappresenta il precipuo
contributo hegeliano allo svolgimento del pensiero filosofico con-
temporaneo - , trova origine nello stesso atteggiamento umano
dello Hegel ed è profondamente adeguato allo stile della sua
ricerca. Infatti, qualora cercassimo di ripercorrere a grandi tratti
le fasi, già analiticamente descritte, dell'evoluzione dello Hegel,
potremmo osservare che solo il procedimento dialettico può per-
metterne un'organica descrizione, determinandone la connessione:
da quando Hegel si pone l'ideale utopico della gioventu, tutte le
(212) Jugendschriften, p. 143 (trad. it., p, Y) successive posizioni, cui egli accede, si situano nella prospettiva
(213) Ivi, p. 145 (trad. p. 12). dello sviluppo dialettico della primitiva intuizione. Ciò risulta
268 CONSIDERAZIONI FINALI CONSIDERAZIONI i'INALI 269

particolarmente evidente allorquando si consideri la problematica allusiva ad un sostrato in cui uomo e storia, individuo e totalità,
hegeliana nel periodo bernese, laddove il radicalismo politico che tutte le opposizioni insomma sono situate in rapporto di recipro-
la qualifica e quella specie di intellettualismo che determina la cità e le mediazioni sono possibili come frutto di continua ope-
realtà come mera opposizione dell'ideale, non si risolvono in sé; rosità, della produttività dell'uomo.
anzi l'alienazione viene pur sempre definita tenendo presente Ciò è tanto piu evidente, qualora si cerchi di chiarire il signi-
l'unitario contesto dell'attività umana, in cui vivono sia la nega- ficato e la funzione dell'ideale di stato popolare. Anche qui indivi-
tività che la positività, e perciò con l'alienazione è posta anche la dualità e totalità debbono essere integrate, e lo sono dapprima in
condizione del suo superamento. luce utopica, mentre poi Hegel si sforza sempre più di ricondurre
Paradossalmente si può dire che Hegel sviluppa a tal punto la mediazione a livello storico ; ed il tramite che gli permette il
l'istanza illuministica e rousseauiana di dedurre dalla volontà e passaggio dall'idealità alla storicità consiste soprattutto nella po-
dall'attività dell'uomo la trama di tutta la realtà storica, che per- lemica contro l'atomismo e la disgregazione sociale della Germania
ciò stesso egli attinge la mediazione romantica delle opposizioni, settecentesca, da cui egli vedeva con ragione scaturire l'esaspera-
di realtà e di idealità. Si tratta infatti in un primo tempo di me- zione dei motivi individualistici del tardo giusnaturalismo: ivi la
diazioni attivistiche, null'altro che una reinterpretazione del con- totalità statuale era rotta, l'individuo considerato nel suo isola-
cetto giusnaturalistica della volontà ed in particolare di quello di mento egoistico ed il diritto statuale ridotto a pura tutela delle
volontà generale; ma poi le mediazioni risultano sempre meglio pretese soggettive; non vi era più stato ma anarchia. Né è suffi-
determinate, quanto piu la realtà scopre il suo destino, vale a dire, ciente la declamazione dell'ideale per rimettere le cose in ordine,
innanzitutto le ragioni della continuità storica e delle tradizioni - argomenta Hegel, tratto nel vivo della polemica rivoluzionaria
popolari ; quindi si scopriva essa stessa come sfondo fenomeno- del tempo: è necessario che il «mito», che l'ideale si realizzi nella
logico in cui la mediazione era data, imposta ai soggetti, quasi storia, che lo stato popolare divenga una realtà e che perciò in
una pena, che li legava all'oggettività. Infine il destino risultava tale prospettiva si stud.ino i mezzi di realizzazione. Quest'urgenza
anch'esso mediato, ricondotto alla luminosità dell'ideale, non più di integrare gli individui nella totalità statuale, di fare dello stato
però in luce utopica . ma fe11omenologica, quando fosse «amato», l'effettivo depositario della sovranità popolare è il tratto caratte-
cioè compreso come necessario dall'uomo, incluso nella sua atti- ristico di tutta la speculazione politica del giovane Hegel, e si
vità, allo stesso modo in cui l'uomo era concluso nella totalità può affermare che la dialettica posta sul piano teoretico tra par-
del movimento storico: individualità e totalità cosi congiunte ticolarità ed universalità è un riflesso di quella ben più profonda
rinnovano st1l piano storico 11na inediazione che all'inizio era stata che sul piano storico si svolge tra totalità ed individualità.
descritta meramente sul piano ideale; la relazione si era posta Da quest'ansia appunto è determinato anche il fondamentale
attraverso un processo sempre piu intenso di opposizioni e di animus democratico del giovane Hegel. Opporsi all'atomismo pri-
parziali mediazioni che infine avevano permesso una riconcilia- vatistico significava per lui opporsi anche al liberalismo che lo
zione reale, ma pur sempre dinamica, una raffigurazione della perpetuava, e se non bastava la declamazione dell'idea di libertà,
realtà non positivistica o settoriale, ma positiva ed integrale. Per- né la riaffermazione del diritto individuale a sollevare lo stato
ciò quei critici che credono di cogliere nel giovane Hegel la ridu- dall'anarchia, la libertà doveva manifestarsi come forza costruttiva
zione, senz'altro attuata, dell'oggettività all'alienazione, non hanno che ponesse le basi di una vasta solidarietà; alla libertà come
compreso da un lato il senso umanistico che in tutta l'evoluzione forma dei rapporti sociali, Hegel contrapponeva insomma la li-
del giovane Hegel assume la polemica contro l'alienazione, in se- bertà come sostanza degli stessi, e nello studio del mondo econo-
condo luogo il senso fenomenologico della nozione di destino, mico andava a ricercare i moduli del concreto sviluppo di essa.
270 CONSIDERAZIONI FINAJ,I CONSIDERAZIONI FINALI 271

In questo procedimento di indagine che lentamente risale dai ter- dicalizzate, la storiografia diviene semplice pretesto di compren-
mini concreti ed immediati delle situazioni e dei conflitti storici, sione sistematica, e la continuità dell'evoluzione del pensiero hege-
dai « bisogni subordinati dell'uomo '" su, su fino alla definizione liano va perduta in questo gioco alterno di intuizioni talvolta giu-
ed alla mediazione concettuale, si precisa la nozione di democra- stificate, sempre parziali, e di ostinate riaffermazioni, concludentisi
zia sostanziale, inerente a tutto lo sviluppo del pensiero hegeliano nel vaniloquio.
e che ne costituisce, diremmo, la chiave. Quindi Hegel, studiando Cerchiamo di determinare con esattezza i termini del dibattito.
le forme di realizzazione della libertà, non si limita a porre il Trasferendosi a Jena ( 1 ), Hegel rientra, per la prima volta dopo
problema in termini astratti ma sente il bisogno di situare il molti anni, nel vivo dell'ambiente culturale tedesco: particolar-
concetto nel tutto dello sviluppo storico, di dargli una significa- mente vicino a Schelling, egli si sentirà indotto a passare da un
zione storico-universale, proprio perché egli vuole la realizzazione metodo ancora piuttosto scomposto e fluido ad un'impostazione lo-
nella libertà totale dell'uomo totale. gica più rigida e concettualmente suffragata. Intorno a questi fatti
Infine, attraverso l'analitica fenomenologica, ogni finzione dua- si è sviluppata la tesi della discontinuità dell'evoluzione hegeliana
listica cade e si chiarisce il senso dell'immanentismo hegeliano : e si è creduto di poter vedere in essa un salto, qualche cosa di
oltre ogni funzione astratta esso emerge, nell'elaborazione della «misterioso»: da t1na fase pt1ramente fenomenologica, analitica,
concezione politica, come umanesimo. Infatti solo l'azione dell'uo- ricognitiva, Hegel sarebbe passato ad una fase propriamente filo-
mo è totale, responsabile e creativa, immanente a se stessa; essa sofica, sistematica, meditativa, alla descrizione dell'esperienza
non ha alcun residuo e non necessita di alcuna conferma, al di vitale avrebbe opposto la riflessione sulla vita (2 ). Ma questa va-
fuori di quella che è la regola della solidarietà sociale, posta riazione metodica, dobbiamo chiederci, implica necessariamente il
dalla conciliazione di tutte le libertà nell'impegno per la costru- mutamento dell'elemento sostanziale, costitutivo della problematica
zione di una giusta comunità. hegeliana? A coloro che lo hanno sostenuto, vale opporre I' assolu-
ta e piena continuità del nucleo interno, intimo, della trama dei
pensieri hegeliani : possono cambiare i modi di espressione, va-
L' analisi critica del pensiero giovanile dello Hegel non può
riare ed assumere accentuazioni diverse gli strumenti di indagine,
essere dissociata dall'indagine storica, poiché la valutazione della
- e su ciò nessun dubbio: ché anzi sarebbe difficile sostenere, da
fase di formazione del suo pensiero offre, come altrove si è detto,
questo punto di vista, che una piena e rigorosa continuità si dia
i termini adeguati per la comprensione del sistema della maturità.
anche nel periodo da noi studiato, vale a dire fino a Francoforte - ,
Infatti, nella fase giovanile del suo pensiero, Hegel elabora il me-
todo dialettico e definisce la categoria dell'eticità, soprattutto at-
traverso l'indagine su temi politici, qualificando tali concetti in ( 1 ) Sulle modalità del passaggio da Francoforte a Jena, cfr. Briefe, I, pp. 58·

senso fenomenologico ; e qualora si dimentichi questo carattere 60 e Dokunzente, pp. 473 sgg.
(2) Delle interpretazioni e degli studi su questo passaggio· (in particolare: H.
della formazione della tematica dello Hegel si rischia di ridurre EHRENBERG, Einleitung a Hegels Erstes System, IIeidelberg, 1915 - sua è la quali-
il sistema della maturità a mero gioco di formule logiche, e conse- fica «misterioso}> -; H. SCHOLZ, 1-Jegels erstes System, in «Preuss. Monatshefte>>,
vol. 166, 1916, pp. 1 sgg.; nonché delle op. cit. di LASSON, DILTHEY, HAYM) ha fatto
guentemente di non intendere più la continuità evolutiva della un esauriente esan1e E. DE NEGRI, La nascita della dialettica hegeliana, Firenze,
sua filosofia. Da questo punto di vista si pongono ulteriori pro- 1930, pp. 95-115. Per quanto riguarda ulteriori lavori, tra gli altri cfr. A. KoYRÈ,
l!egel à Iena, in <(Revue d'histoire et de philosophie religieuse>>, Strasburgo, 1934;
blemi storici, tra cui immediatamente emerge quello riguardante
J. Sc1nvARZ, Die Vorbereitung der Phii.non1enologie des Geistes in Iiegels Jeneser
il mutamento, - o meno - , della problematica hegeliana da Systement1vUrfen, in «Zeitschrift fiir deutschen Kulturphilosophiel>, 1936, 2, pp.
Francoforte a Jena: rottura o continuità? Come al solito, le in- 127-159; ma soprattutto l'ottimo J. HYPPOLITE, Vie et prise de conscience de la vie
dans la philosophie hegelienne d'Iena, art. del 1938, ora in Etudes sur Marx et Heget
terpretazioni divergono, le divergenze vengono filosoficamente ra- cit., pp. 11-29, di cui ci siamo largamente valsi.
272 CONSIDERAZIONI FINALI CONSIDERAZIONI FINALI 273

pur sempre tuttavia il problema della dialettica di individuale e Ma già in questo mondo della ricchezza, in se stesso dilacerato,
razionale permane alla base dello sviluppo hegeliano, problema e che null'altro è se non il mondo allo Hegel contemporaneo,
soprattutto svolto nello studio del rapporto di singolarità e tota- già descritto nei lavori giovanili - , è intravvista una possibilità di
lità nella sfera dell'attività politica. riscatto morale, che fonda la successiva mediazione storica: oltre
Si può infatti, a nostro avviso, procedere alla dimostrazione la sudditanza passiva, oltre la paura, la coscienza servile si eman-
della continuità dell'interesse rivolto dallo Hegel ai temi già ap- cipa nel lavoro, che è costruire, «foggiare» una nuova realtà, ed
parsi nella fase giovanile del suo pensiero, riscontrando altresi attraverso quest'esperienza il soggetto presentisce un mondo nuovo,
la loro centralità in tutto il successivo sviluppo; e basterà pren- in cui, secondo la terminologia hegeliana, l'«inseità» si svolge nella
dere in considerazione alcuni punti centrali della Fenomenologia «perseità», vale a dire che l'individuo, superato l'isolamento, prende
e dei Lineamenti di filosofia del diritto, risalendo dall'analisi degli coscienza della totalità, meglio, la raffigura nell'autocoscienza e
scritti giovanili alla determinazione del loro valore - e dell'effetti- media nel mondo storico libertà e necessità (3 ). Ed altrettanto vale
va presenza dei temi colà elaborati - nel quadro del sistema della per la «coscienza infelice»: la coscienza della scissione dell'io dalla
maturità. totalità, il corrispondente tentativo di ricostruire l'unità. nell'im-
Nella Fenomenologia, ad esempio, Hegel segue il processo che magine trascendente della divinità, cioè del Dio di Abramo, di
conduce dallo spirito rifratto e scisso nel mondo dei privati fino Isacco e di Giacobbe, - per cui l'individuo cade in disperazione
alla fonnazione della coscienza etica, laddove individualità e tota- e prende coscienza del nulla - , provoca infine la sua reazione
lità si pongono, nelle forme storiche e culturali, in un certo equi- dialettica ed attraverso l'amore si presagisce la sintesi. Dove la
librio sintetico e l' astratto imperativo morale si sostanzia nelle scissione è pili profonda, là comincia il processo di riconcilia-
strutture giuridiche e statuali: dalla prima scissione, incarnata dalla zione (4 ). Si può dunque osservare che, in questi tratti centrali della
figura del rapporto dialettico tra «padrone» e «servo», alla seconda, fenomenologia della coscienza, il riapparire dei motivi elaborati
in cui la coscienza nel suo processo di emancipazione scopre nella nel pensiero giovanile è davvero puntuale e da ciò si è indotti a
separazione ]'«infelicità», e poi dalla moralità alla coscienza asso- considerare immutata l'istanza filosofica che ne è all'origine, cioè
luta, sempre è la medesima opposizione che ritorna, quella di indi- l'aspirazione hegeliana alla sintesi di individualità e totalità: è mu-
vidualità e totalità. Insomma, il rilevamento delle opposizioni fe- tato solo il quadro generale in cui il movimento si esplica, poiché
nomenologiche è qui frutto della traduzione di un'esperienza sto- ha assunto una tonalità sistematica ed il carattere dell'universalità,
rica concepita in prospettiva sociologica. In particolari circostanze altrimenti sconosciuti al giovane Hegel.
storiche, ci dice Hegel, la coscienza soggettiva si ritrae dinnanzi al Tanto pili nei Lineamenti di filosofia del diritto, pur redatti
«potere dello stato», si isola ed estranea dalla comunità, lo stato molti anni pili tardi, è possibile provare la continuità della proble-
diviene perciò, in questi momenti di scissione, il prodotto dell'alie- matica giuridica e politica degli scritti giovanili, e forse con mag-
nazione, I' assolutamente straniero; conseguentemente lindividuo, giore evidenza poiché qui, anche dal punto di vista sistematico, si
incapace di integrarsi nella totalità dei soggetti, si fa forte del suo esprime quella centralità del diritto che prima era spesso solo
isolamento, si racchiude nel suo mondo privato, fa della ricchezza presupposta. Il primo dei concetti definiti nel periodo giovanile
il fine della vita, dell'egoismo il mezzo di sopravvivenza: il mondo che riappare in quest'opera, è quello del diritto come sfera astrat-
degli uomini si risolve nel mondo economico, dove gli interessi ta nel tutto della vita etica: " in relazione all'atto concreto ed ai
privati trionfano, senza che sia possibile procedere alla ricostru-
zione di quell'originaria unità che ogni singolo sente in cuore. La 3
( ) G. G. F. HEGEL, Feno111enologia dello spirito, trad. it. a cura di E. DE NEGRI,
voi. I, Firenze, 1933, pp. 162 sgg.
coscienza si rende be11sf autonoma, ma non attinge l'assolutezza. (") lvi, pp. 175 sgg.

18. A. Negri • Stato e diritto nel giovane Hegel.


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274 CONSIDERAZIONI FINALI CONSIDERAZIONI FINALI 275

rapporti morali ed etici, di fronte all'ulteriore contenuto d'essi, il coscienza » (7); essa è insomma « totalità dell'Idea » ( 8 ), e qui toc-
diritto astratto è soltanto una possibilità » ( 5 ); ed in ciò si rin- chiamo ancora, in un'espressione particolare, la continuità di un
nova l'intuizione che in concreto la volontà non può che essere tema nello Hegel centrale: ancora il concetto di una totalità ideale
determinata. In secondo luogo « il diritto, anzitutto, è l'esistenza ed organica, riconquistata dopo essere stata scissa, interrotta, fran-
immediata che la libertà si dà in maniera immediata: a) pos- tumata. La volontà si pone non solo come universalmente deter-
sesso, che è proprietà; - la libertà qui è quella della volontà minata, - e quindi l'eticità come piena integrazione di individua-
astratta in generale, e appunto perciò, di una singola persona, lità e razionalità - , ma anche come storicame11te situata, e cioè
che sta in rapporto soltanto con sé ... » ( 6 ). L'indeterminazione della come altrettanto piena integrazione di singolarità e totalità. Alla
volontà che appare nella vita etica è quindi ricondotta all'isola- separazione del diritto astratto corrisponde perciò l'assoluta unità
mento del soggetto dal contesto sociale e storico in cui è situato: del mondo etico, ma è chiaro che i due termini si presuppongono
astrazione significa insomma separazione, alienazione dalla totali- vicendevolmente, né è possibile definire il diritto astratto senza
tà, ed il diritto trova, nell'istituto della proprietà, il segno del suo raffigurare nello sfondo l'interezza etica, né l'eticità senza ricor-
carattere astratto. Il mondo del diritto rispecchia quindi la rete dare che essa è termine del processo di reintegrazione che muove
dei rapporti patrimoniali, degli interessi privatistici che fondano dalla scissione per conciliarla nell'ideale. Ma tutto ciò era pur
la società borghese, e ciò che è privato risulta qui, come nel mondo compreso nell'indeterminatezza dell'utopia di Tubinga !
intellettuale del giovane Hegel, il separato, l'alienato, l'isolato. Il Il medesimo rapporto di parte a tutto, sostenuto dalla stessa
concetto organico della società, che trova la sua lontana origine nozione di Volkstaat, intercorre tra il concetto di società civile e
nell'utopico ideale del circolo di Tubinga, è tuttora determinante quello di stato: anche in questo caso all'astrazione di una coe-
e la nozione di Volkstaat è il termine di qualificazione del diritto e sistenza fondata su interessi meramente economici e meccanici si
la guida nell'indagine sulla struttura dell'ordinamento. Solo che oppone la concretezza di una coesistenza reggentesi sul criterio
l'alienazione ha perduto, nello sforzo conclusivo di mediazione dell'assoluta totalità, reale ed ideale; ma d'altro lato si stabilisce
operato dallo Hegel, quel carattere tragico, di residuo inelimina- un rapporto di continuità, tramite l'universalità che pur nella so-
bile e pesante che sotto l'influenza del radicalismo politico le era cietà civile, attraverso il lavoro, comincia a proporsi come mezzo,
stato attribuito e risulta perciò qualificata puramente come deter- se non esaustivo, certo concreto e determinato di realizzazione del-
minazione, come momento di un processo di integrazione che la libertà. Ancora un terna fondamentale del giovane Hegel appare
investe la totalità. dunque qui, quand'egli insiste sul lavoro come costitutivo della
Parallelo è lo sviluppo del concetto dell'eticità, concetto anche struttura della società civile, e nuovamente lo inserisce nel pro-
esso adombrato fin dalle prime pagine hegeliane, che risalta negli cesso di risoluzione dell'alienazione nell'assoluto; e basta ricordare
scritti successivi ed è definitivamente fissato nella Filosofia del ancora la Fenomenologia per scoprire come in essa, senza solu-
diritto: « l'eticità è l'idea della libertà, in quanto bene vivente, che zione di continuità, la speculazione giovanile si svolga in quella
ha nell'autocoscienza la sua consapevolezza, la sua volontà e, me- sistematica in ordine a questo problema.
diante l'agire di questa, la sua realtà; cosi come questo ha, nell'es- Si potrebbe continuare in quest'indagine puntuale ed analitica
sere etico, il suo fondamento che è in sé e per sé e il fine motore - fino ad esaurire i problemi considerati nella Fenomenologia e nella
è il concetto di libertà, divenuto mondo esistente e natura dell'auto- Filosofia del diritto: ma a noi interessa solo indicare una linea in-

( 5) G. G. F. HEGEL, Lineamenti di filosofia del diritto, trad. it. cit., prgf. 38,
pag. 55. (') Ivi, prgf. 142, p. 141.
(') Ivi, prgf. 40, pp. 55-56. (') Ivi, prgf. 143. p. 141.
276 CONSIDERAZIONI FINALI
CONSIDERAZIONI FINALI 277

terpretativa ed insistere sulla continuità dell'evoluzione hegeliana: L'adesione ai temi nazionalistici dell'esaltazione dello stato etico
'
le citazioni su riferite, nella loro generalità, valgono come esempio da parte di Hegel, non può quindi, col senno di poi, essere ridotta
a tal fine. Non c'è dunque nulla di «misterioso» nell'evoluzione a posizione reazionaria, a mero culto della positività : era invece
hegeliana, piuttosto una singolare chiarezza, una medesima fonda- un processo di ascesa quello che la dialettica hegeliana descriveva,
mentale intuizione che condiziona l'intero sviluppo dialettico delle e da questo punto di vista ben s'intende che la formula logica,
forme. E si può concludere riaffermando la tesi che da Francoforte esprimente la conversione del reale e dell'ideale, significa sol-
a Jena, da Bamberg a Norimberga a Berlino, Hegel sviluppa inte- tanto che " la vera realtà, la realtà in senso enfatico è reale, e
gra chiarisce l'intuizione sgorgata sul terreno politico nello sforzo soltanto il razionale è veramente reale » ( 10 ). Se nello sviluppo del
rivoluzionario della sua giovinezza. pensiero hegeliano l'istanza risolutiva si sdoppia in una direzione
umanistica ed in una metafisica, questa seconda linea, certamente
eversiva rispetto all'istanza di storicità che è al fondo dell'inda-
Quando tuttavia si sia riconosciuta, nell'elaborazione sistema- gine dello Hegel, non è perciò stesso nutrita dal carattere logico
tica dello Hegel maturo, una tonalità logica tale che per essa il del procedimento dialettico e da un presunto contenuto assoluti-
porsi e lo svolgersi storico degli istituti privatistici non siano pili stico che esso nasconderebbe, quanto invece dall'assolutizzazione
considerati come momento negativo, e quindi distruttibile dalla dell'estremo umanistico, dall'esasperazione intellettualistica del fine
volontà e dall'azione rivoluzionaria, rna come momento necessario cui il procedimento dialettico allude. Il limite della dottrina hege-
di un processo assoluto, bisogna altresi chiedersi quale sia la ra- liana non consiste perciò, a nostro avviso, nello storicismo, ma
gione per cui Hegel è giunto a questa posizione. Seguendo la
nell'assolutizzazione dell'ideale giusnaturalistico che lo percorre,
traccia offerta dall'interpretazione storica del pensiero hegeliano
ideale giusnaturalistico che, d'altro lato, è costitutivo essenziale
risulta chiaramente che, di fatto, Hegel ha assolutizzato le figure
del pensiero hegeliano ( 11 ).
giuridiche ed in genere la situazione storica in cui egli era inserito:
Hegel vive dunque tra giusnaturalismo e storicismo, il suo
per quanto astratti, insomma, gli istituti della società borghese
procedimento ed il suo sistema si qualificano nel gioco alterno di
sono necessari ed indistruttibili, poiché l'ideologia hegeliana è
proposizioni illuministiche e romantiche, ed i suoi limiti nascono
anch'essa storicamente determinata.
dall'assolutizzazione del processo descritto in qualche punto della
Ma che cosa significava quest'assolutizzazione per lo Hegel?
sua esplicazione: era insomma quell'abito utopistico, in senso lato
Deriva forse da un presunto atteggiamento reazionario? Ed altri-
menti, quali erano le ragioni che lo inducevano a ciò? mitologico e religioso, che di tanto in tanto rispuntava e pesava
La pili recente interpretazione storica ha cercato di chiarire sulla storicità (12 ). E che il pensiero hegeliano si situi al limite del-
simili questioni, insistendo sul fatto che, nei primi decenni del
secolo diciannovesimo, lo stato prussiano impersonava le forze
(lo) Cosi. molto bene E. LASK, 1-Iegel in seinen Verhi:iltnis zur Weltanschauung
vive e progressiste della nazione germanica: sulla disgregazione der Aufkllirung, in Ges. Schr., val. I, Tubinga, 1923, p, 337, parafrasando d'altronde
atomistica dei Lander territoriali andava infatti ponendosi l'ideolo- l'esplicazione che della forn1ula della razionalità dcl reale dà lo stesso HEGEL
nella nota del paragrf. 6 dell'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio
gia nazionalistica, sul frazionamento affatto medievale del Sacro (cd. it. a cura di B. CROCE, II ed., Bari, 1923, voi. I, pp. 7-8).
Romano Impero si costruiva in Prussia uno stato moderno (9). ( 11 ) Lo notò già ScHELLING (SCin1111. Werke, ed. cit., II, 1, p. 583) e, spogliato
del suo sapore polemico, questo giudizio venne talvolta ripreso: oltre all'art.
cit. di E. LASK, cfr. soprattutto F. MEINTICKE, Le origini dello storicisn10, trad. it.
cit., p, 235.
( 9) Cfr. soprattutto E. WEIL, Hegel et l'Etat, cit., e molto pili dimessamente
( 12 ) Su questo 1notivo si vedano ancora le recenti nervose pagine di T. W.
già F. MEINECKE, Weltbilrgertu1n und Nationalstaat, VI, ed., Monaco e Berlino, 1922,
pp. 278 sgg. AooRNO, Aspekte der hegelscheii Philo.sophie, Berlino e Francoforte, 1957.
CONSIDERAZIONI FINALI 279
278 CONSIDERAZIONI FINALI

l'illuminismo ed alla soglia del romanticismo, nello sforzo di ricon- dell'uomo >>, per assurgere a significati universali, e non perciò fi-
losofia pura o filosofia su qualche cosa, ma filosofia dell' esperien-
durre ad unità le diverse intuizioni, ci viene in particolare conferma-
to dalla meditazione hegeliana sul diritto, cui egli ha rivolto soprat- za: tale è l'esigenza che traiamo dallo studio del pensiero dello
tutto l'attenzione. Hegel infatti da un lato accetta la posizione gius- Hegel ed il senso della nostra ricerca. L'andar oltre lo storicismo,
naturalistica per cui la validità storica del diritto è condizionata di cui tanto si sente parlare, è forse possibile rinnovando l'inda-
dalla sua adeguazione ali' idea razionale del diritto stesso ' ma gine, non solo metodologicamente ma anche dal punto di vista
d'altro lato vede l'idea svolgersi nella storia e perciò è indotto ad ideologico, in riferimento all'antinomia tra razionalità ed indivi-
identificare l'idea razionale con la realtà di fatto del diritto ' fa- dualità, illuminismo e storicismo, come è avvenuto nella specula-
zione dello Hegel: e ciò tuttora suscita profonde suggestioni.
cendo propri, in tal modo, i postulati dello storicismo.
Nello Hegel, dunque, concezione giusnaturalistica e storicistica
si mediano e ricercano un equilibrio, idea e fatto costituiscono una
trama indissolubile, che dall'allusione alla trascendenza razionali-
stica spazia fino al pili positivistico immanentismo. Per questa
complessità ed interna equivocità del metodo hegeliano e della
sua concezione dell'assoluto risultano altresi inadeguate le inter-
pretazioni propense a sottolineare un solo estremo della connes-
sione: ed è facile intendere che quando si faccia centro sul rap-
porto tra l'idea del diritto e il suo valere storico, riconducendo il
secondo alla prima, allora si perviene alla raffigurazione di uno
Hegel rivoluzionario, quando si ponga attenzione al rapporto idea-
fatto, riconducendo la prima al secondo, allora si immagina uno
Hegel positivista e si dà l'avvio all'interpretazione reazionaria. Ciò
che vale invece rilevare, nel quadro di un'indagine storica, è l'uni-
tà della complessa tematica hegeliana, l'istanza comprensiva e ri-
solutiva del suo pensiero, situato tra due epoche ed ansioso di
confrontarle.
In questo senso ci sembra anche giustificarsi lattualità del
pensiero dello Hegel : egli ha percorso nella genesi del suo pen-
siero la via dall'astratto al concreto, dal giusnaturalismo allo stori-
cismo, senza tuttavia disperdere le diverse esigenze. Ora, chi senta
intensa la passione per l'ideale e l'urgenza di riaffermare illumini-
sticamente i valori, ma pure sperimenti la condizione storica della
sua esistenza, intende come il pensiero dello Hegel, fuori dalle
metafisiche rielaborazioni dell' hegelismo, nel fluido e complesso
motivarsi unitario di istanze diverse, rispecchi l'attuale situazione
filosofica. Dialettizzare concretezza e sistematicità, fare una filosofia
che muova dalle indagini particolari, dai « bisogni subordinati
INDICE DEI NOMI

Abel J. F., 98, 99 Barth H., 101, 191


Abusch A., 178 Barth K., 82
Accolti Gil Vitale N., 61 Basch V., 30, 32
Achenwall G., 27, 28, 49, 71 Battaglia F., 222
Adorno T. W., 19, 277 Bauch B., 179
Aenesidemus-Schulze G. E., 98, 99, 158 Baumccker G., 178
Albanese M., 106 Baumgardt D., 41, 252
AIIwohn A., 75 Baxa J., 105, 174, 175, 191, 199. 202
Althusius J ., 26 203, 252, 253
Amrhcin H., 225 Bayle P., 82
Antoni C., 34, 36, 43, 46, 48, 49, 103 Beauvalon, 108
Archenholz J. W., 125 Becker C. C., 17
Aris R,, 36, 86 Behrens F., 8, 14
Aristotele, 260 Bengel J. A., 79, 80, 81
Arnold G., 81 Bcnz E., 81, 167
Aron E., 34 Benz T., 131
Aspelin G., 59, 60, 62, 63, 64, 66, 72, 89, Berger K., 178
94, 95, 96, 100, 107, 111, 112, 116, Bergson H., 107
117, 119 Berney A., 27, 28
Asveld P., 60, 63, 66, 83, 107, 111, 130, Bertrand P ., 243
137, 140, 153, 159, 163, 164, 165, 188, Berwin B., 113
205, 206, 229, 239, 240, 245, 247, 249, Betzend6rfer W., 65, 70, 71, 73, 86
251, 253 93, 96
Auberlen C. A., 79 Bcycr W. R., 11
Auer K., 96 Beyerle F., 47
Avvmann W., 245 Biestcr W., 38, 67
Binder J ., 1, 2
Bismarck, 2, 3, 6
Blandesperger F., 41
Bloch E., 8, 14, 77, 78, 103, 205
Baader F., 252 Bobbio N., 7, 13, 14, 26, 77, 83
Bache K., 222 Bock A. F., 71
Bachmann W., 101 Bi::ihm B., 61
Baggesen J ., 157 Bohm w., 170
Banfi A., 82, 99, 101 Bi::ihme J., 79
Bardeile J. R., 226 Bohnenberg K., 81
Bardili C. G., 70 Bonnet C., 99
Barkcr E., 191 Bontadini G., 4
Baron I-1., 43, 44 Bornhausen K., 82
282 INDICE DEI NOMI INDICE DEI NOJM:I 283

Borries K., 30 Dierauer J., 209 Foster M. B., 4, 77 Habliltzel R., 174
Boyen H., 55 Diez C. J., 71 Freyer H., 39, 236 Haensel W., 90, 91
Brandes E., 192, 193, 194 Dilthey W., 1, 13, 14, 18, 22, 25, 30, 33, Fricke G., 34 Haering T. L., 1, 14, 71, 81, 87, 101, 103,
Brandi K., 43 35, 36, 40, 41, 42, 43, 44, 47, 50, 51, Fricker, 215 106, 107, 114, 117, 118, 120, 121, 124,
Brandt H., 51 57, 67, 93, 94, 96, 100, 136, 148, 164, FrOlich M., 67 126, 132, 136, 146, 148, 156, 164, 166,
Braun H. W., 109, 110 179, 185, 186, 191, 205, 226, 251, 253, Fuhrman H., 73 167, 177, 186, 188, 205, 206, 207, 210,
Braune F., 191 254, 263, 264, 271 Furck C. L., 117, 140 214, 220, 222, 226, 229, 234, 236, 237,
Brehier E., 92, 107, 252 Dobbek W., 45 Filrst F., 27 246, 250, 251, 253, 263
Brie S., 103 DOring O., 56 Hagenbring P ., 32
Brunschvig I-I., 86 Dreyer H., 250 Hamann J. G., 29, 61, 79, 244
Biilow F., 67, 88, 100, 110, 116, 176, 219, Droz J., 20, 21, 30, 44, 68, 82, 85, 86, 87, Harich W., 45
226, 236, 245 89, 90, 91, 104, 105, 178, 191, 193, Hartley D., 99
Burger H. O., 81 216, 217 IIartmann E., 166
Burke E., 191, 192, 193, 194, 245 Dulckeit G., 1 Haug B., 80
Busse M., 1 Gagliardi E., 209 Hay J., 67
Garve C., 25, 64 Haym R., 5, 36, 45, 60, 65, 85, 93, 97,
Gatterer J. C., 49 100, 106, 127, 166, 187, 202, 215, 253, 271
Gebhardt C., 41 Hazard P., 24, 29, 39, 41
Ehrard J. B., 56
Gedike F., 67 Heimsoeth H., 159
Cabeen D. C., 102 Ehrenberg H., 271
Geis R., 75 Heine H., 190
Canfora F., 42 Ehrenberg V., 47
Gelpcke E., 29, 30, 32 I-Iellingrath N., 72
Cantimori D., 24 Eichengriln F., 54
Gentz F., 191, 193, 194 Helmerking H., 196
Cantoni R., 222 Endel N., 206
Gentile G., 9 Flempel G., 45
Capograssi G., 8, 9 Engels E., 67
Gerbi A., 30, 33
Cart J., 208 Engels F., 11, 236 Rendei, 102
Gerland H., 178 Henrich D., 179
Cart J. J., 126, 189, 208, 209, 210, 211 Ephraim C., 34
Gesner J. M., 49
Cassirer E., 18, 19, 24, 29, 39, 40, 97, 106, Ephraim F., 6, 70, 80, 97, 111, 115, 129 Herder J. G., 31, 32, 34, 41, 45, 46, 47,
Gessler, 215
107, 114, 119, 121, 245 133, 134, 175 48, 66, 71, 74, 81, 101, 103, 106, 107,
Giarrizzo G., 132, 147, 148
Chapmann J. W., 108 Esiodo, 73 113, 131, 140, 156, 222, 259
Gibbon E., 61, 125, 132, 147, 148
Chapuisat E., 125 Euripide, 71 Hering R. E., 41
Giese G., 105, 109, 110, 250
Chevallaz G. A., 209 Hermelink H., 70, 71, 78, 79, 96
Gierke O., 26, 27, 28
Chevaller M., 102 Herr L., 167
Gilliard C., 209
Clark R. T., 45, 46, 131 Herrnkind J., 77
Giovanni Evangelista, 79
Cohen H., 90 Falkenheim H., 208 Heyne C. G., 32, 49
Giuseppe II d'Austria, 23
Colban A., 191 Feder J. G. H., 52, 66, 71 Hirsch E., 78, 82
Glockner H., 4, 96, 97, 100, 107, 121,
Caletti L., 11 Federico II di Prussia, 23, 25, 51, 125 Hitler A., 81
130, 131, 186, 204, 213, 226, 264
Conz C. P., 70 Feller R., 125 Hobbes T., 56, 99
Glum F., 108
Corssen M., 119 Ferguson A., 27, 64 Hoffbauer J. C., 192
Goethe W., 29, 30, 31, 32, 39, 41, 42, 44,
Cotta S., 102, 104 Fessard G., 188 Iìoffmeister J., 13, 33, 59, 61, 62, 64, 68,
69, 83, 86, 195, 196, 260
Cramer J. U., 230 Fester R., 32, 107 69, 70, 72, 75, 76, 81, 87, 93, 98, 107,
Gogel, 183
Croce B., 4, 6, 7, 8, 56, 174, 276 Feuerbach, P. J. A., 48, 56, 192 123, 136, 170, 171, 177, 179, 180, 183,
Goldmann L., 29, 57, 180
Fichte J. G., 5, 20, 27, 29, 41, 56, 82. Gooch G. P., 38, 86 205, 206, 211, 222, 231, 233, 247, 250,
83, 91, 94, 96, 98, 107, 109, 111, 115, Goretti C., 215 258, 262
119, 124, 127, 133, 134, 135, 157, 158, GOrres J ., 104, 105 Holderlin F., 30, 33, 65, 68, 69, 70, 71,
Dadieu, 102 165, 166, 167, 179, 190, 197, 198, 199, Groethuysen B., 29, 102 72, 73, 75, 76, 80, 81, 83, 85, 87, 92, 93,
D'Alambert, 100 202, 203, 204, 222, 251, 253, 257 Grozio U., 71, 125 107, 110, 119, 124, 133, 136, 157, 166,
D'Andilly A., 124 Fischer E., 209 Grilnder K., 1 170, 171, 176, 177, 179, 180, 181, 182,
Darmstaedter F., 257 Fischer F. C. J., 52, 66, 71 Grundwald M., 41 183, 186, 188, 205, 207, 224, 225, 247,
Delekat F., 101, 223 Flatt J. F., 71 Grunsky H., 79 250, 260
Della Volpe G., 63, 64, 145, 146 Flechtheim O. K., 232, 233 Gueroult M., 91, 98, 158, 159 Hollerbach A., 71, 75, 85, 158, 160, 170,
Del Vecchio G., 8 FlUgge J ., 92 Gundolf F., 32 171, 200, 201, 202, 256
De Negri E., 14, 77, 95, 111, 131, 136, Forster G., 103, 125, 131 Gurvitch G., 26, 27, 28, 107, 197 Holstein G., 120, 167
114, 146, 227, 253, 265, 271, 273 F6rster L. B., 38 Gurvitsch A., 86 HOlters II., 41
284 lNDlCB DEl NOMI INDICE DBI NO:rvII 285

Knittermeyer H., 33, 76, 159, 166, 200, Macintosh W., 192 130, 141, 149, 167, 186, 205, 229, 240,
Holz H. H., 77
Holzle E., 87, 215 252 Macpherson C. B., 191 247
Kohler M., 72 Maier J ., 226 Nietzsche F., 77
Honigsheim P., 23, 24, 25, 26
Kojève A., 83 Maillerfer P ., 209 Nohl H., 13, 61, 67, 75, 111, 117, 178,
Horkheimer M., 19
Korfl H. A., 29, 34 Maimon S., 158, 202 225, 237, 253
Huber E. R., 216
Kornfeld S., 107 Mallet-Du Pan J., 125, 193 Novalis, 30, 191, 252, 253
Hilber W., 2
Hufeland G., 55 Kosseleck A., 30 Mangelsdorf K., 56
Hugo G., 48, 49, 52, 53, 54, 132, 191 Kostlin K., 1 Marceau N., 86
Humboldt W., 25, 36, 37, 38, 51 Krabbe H., 25 Marr:hi V., 200
Hume D., 32, 61, 214 Kraus C. J ., 55 Marck S., 224
Oake R. B., 147
Hyppolite J., 8, 69, 88, 98, 100, 105, 106, Krakauer M., 40 Marcuse H., 11, 13, 22, 85
Marx K., 8, 9, Il, 88, 91, 234, 236, 237, 271 Oelsner C. E., 125
107, 117, 121, 126, 136, 139, 148, 154, Kremer J., 41 Oetinger F. C., 79, 80, 81
167, 176, 186, 207, 210, 224, 234, 237, Krennbauer F., 30, 31 Massolo A., 92, 159, 200
Opocher E., 9, 20, 197, 198, 204
239, 245, 247, 253, 265, 271 Kroner R., 4, 33, 77, 98, 135, 157, 158, Mathiez A., 245
166, 179, 198, 251 Matteucci N., 125, 191, 193
Meinecke F., 3, 21, 25, 32, 34, 36, 39,
42, 43, 55, 81, 102, 131, 148, 276, 277
Meldelsohn M., 41, 61, 67, 113, 114, 124, Paine W., 192
Ignazio di Loyola, 188 140, 144 Pareyson L., 133, 134
Ilijn !., 13 Landsberg E., 24, 27, 48, 52, 53, 67 Merkl A., 179 Parkin C., 191
Lanson G., 104 Merleau-Ponty M., 14 Pascal B., 29
Larenz K., 1, 2, 167, 224 Messineo F., 231 Pascal R., 29, 30, 32, 44, 45, 46
Lask E., 276 Metzger W., 252 Passerin d'Entreves A., 19, 225
Lassalle F., 236 Meyer P., 26
Jacobi F. H., 41, 71, 157, 251 Perrin M., 209
Lasson G., 68, 80, 102, 206, 215, 257, 271 Michaelis J. D., 49
Jaspers K., 162, 165, 166, 172, 174 Pestalozzi E., 101
Lecky-Harpole W. E., 25 Milkowski F., 55
Jellinek G., 24, 27 Pfafl, 80
Le Forestier R., 83 Mitteis H., 19 Pigcnot L., 72
Jhringer B., 231 Lehmann R., 34, 36 Moecldi M., 208 Platone, 72
John E., 178 Leibniz G. W., 24, 26, 40, 41, 79, 86, 154 M6ller J ., 250 Plebe A., 231
Johnson A. H., 25 Leisegang I-1., 42 Montesquieu, 24, 49, 53, 61, 101, 102, Plitt G. L., 87
JOns D. W., 45 Leitzmann A., 38 103, 104, 105, 106, 124, 147, 151, 176,
Josèphe, 124 POggeler O., 13
Lenin V. I., 11, 77 211, 244, 245 Poggi A., 135
Leon P. L., 108 Mongeon L., 208 Pollock E., 41
Leon X., 56, 82, 86, 91, 94, 134, 157, 158, Montet A. d., 208 Pollock F., 19
179, 192, 193, 197, 199, 202, 203, 222, Moog W., 4, 179 Popper K., 11
Kaegi W., 114 235, 251, 253 Morandi C., 25 Pufendorf S., 25, 26, 260
Kaehler S. A., 37 Leroy M., 82 Moser J., 43, 44, 45, 46, 47 Ptitter J. S., 53
Kant !., 5, 25, 30, 33, 36, 41, 45, 54, Leroux R., 25, 34, 37, 51, 104, 114, 178 Moser J. J., 67, 68, 81, 120, 155, 216, 261
55, 56, 57, 71, 74, 83, 90, 91, 93, 94, Lessing G. E., 24, 30, 34, 41, 42, 43, 44, Mosheim, 124, 226
95, 96, 97, 98, 99, 100, 103, 107, 109, 46, 66, 71, 75, 82, 83, 101, 106, 108, Mounier M., 193
111, 114, 119, 124, 135, 136, 137, 148, 113, 114, 124, 135, 138, 140, 164 Mulert H., 22
157, 158, 159, 161, 162, 165, 166, 177, Lessing R., 193 Miiller E., 71 Racine, 29
179, 180, 189, 190, 198, 202, 220, 221, Levy-Bruhl L., 86, 107 Miiller J ., 45 Radbruch G., 56, 196
222, 223, 224, 225, 226, 231, 240, 244, Litt T., 222 Muralt B. d., 208 Ranke, 42
250 Loewe J. H., 41 Ravà A., 56, 194
Kaser K., 25 Lopez de Oiiate F., 11 Redslob R., 180
Kaufmann W., 11 L6wenstein J., 11 Rehberg A. W., 192, 193, 197
Keller L., 178 Lukacs G., 8, 14, 75, 77, 82, 83, 89, 103, Reinhold E., 33
Kelletat A., 72 109, 131, 145, 169, 175, 205, 211, 215, Nabholz H., 125, 209 Rcinhold K. L., 33, 97, 98, 127, 157,
Kinkel W., 114 218, 224, 226, 229, 234, 235, 245, 247, Nadler K., 244 158, 161
Klaiber J., 70 261 Nicolai F., 67 Rciss H. S., 90
Klein E. F., 51 Luporini C., 262, 265 Nicolin F., 13 Reuss, 80
Lutero M., 25 Niel H., 14, 65, 75, 88, 100, 116, 118. Ritter J., 1, 6, 13, 85, 88, 167, 169
Klopstock F. G., 41
INDICE DEI NOMI 287
286 INDICE DEI NOMI

Rohrs H., 108 Schwarz J., 121, 229, 271 Tetens J. N., 99 Wacker H., 226
Roscher, 234 Sc1,pin H, V., 43 Thieme H., 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, Wahl J., 14, 136
Rosenkranz K., 1, 5, 62, 68, 70, 72, 87, Seebass F., 72 54, 55 Wahl W. A., 86
124, 205, 212, 214, 222, 233, 253 Seeberg E., 81 Tieck L., 252, 253 Walz G. A., 27, 28, 39
Rosenzweig F., 13, 63, 67, 71, 88, 103, Semerari G., 92, 159, 200, 202, 256 Tilgher A., 4 Walzel A., 253
110, 114, 120, 121, 126, 127, 170, 173, Semler J. S., 82, 117 Tillich P., 166 Weber H., 48, 54
201, 205, 208, 209, 210, 217, 219, 234, ::Shackleton D., 102 Tomasio C. P ., 24, 55 Weber M., 80
243, 262, 263, 264 Shaftesbury, 32 Tonnelat E., 75, 93 Weigel E., 24
ROsler C. F., 71 Shakespeare W., 32 TOnnies F., 178 Weil E., 85, 11, 13, 276
Rousseau J. J., 32, 53, 71, 75, 82, 95, Siewerth G., 237 Trescher H., 21, 49, 103, 109, 245 Weisbach W., 36
100, 101, 106, 107, 108, 109, 110, lii, Simmel G., 32 Treves R., 11 Weise F. C., 203
113, 117, 122, 175, 176, 191, 194, 211 Sitze F., 5 Troeltsch E., 11, 18, 19, 21, 22, 47, 52, Weissmann A., 80
Runde J. F., 53 Skalweit S., 192 80, 114, 212 Welzel H., 26
Socrate, 61, 72, 129, 130, 142, 143 Tucidide, 213 Wenck W., 86
Sofocle, 71 Wernle P ., 101
Solari G., 20, 37, 38, 48, 53, 54, 91, 108, Wieacker F., 54
Saitta A., 109 154, 192, 198, 221, 222, 234, 236 Wieland E. K., 123, 192
Salomone, 73 Spinoza B., 40, 41, 71, 124, 158, 164, 165 Wigersma B., 118
Salzberg L. S.,71, 73, 75, 80, 93, 247 Spirito U., 4 Unger R., 29 Winckelmann J. J., 34, 35, 64, 71
Savigny K., 48, 54, 55 Spranger E., 36 Unruh A., 27, 236 Wohlhaupter E., 31, 196
Schaumann J. C. G., 192, 203 Stadclmann R., 45 Wohlwill A., 21.5
Schelling F. W. J., 33, 34, 55, 68, 69, Staiger E., 247 Wolf C., 24, 26, 50, 260
70, 71, 72, 73, 74, 75, 76, 81, 82, 83, Stalin J., 11 Wolf E., 26. 51, 54, 56, 110
85. 87. 92, 98, 107, 122, 123, 124, 125, Stanlis P. J., 191 WOllncr G., 82
127, 133, 135, 157, 158, 159, 160, 161, Staudlin G., 70 Vaihinger H., 82, 99 Wundt M., 18
162. 164. 165, 166, 167, 169, 171, 172, Stefansky G., 34, 76 Valentini F., 13, 14 WUrtenberg T., 47
174, 177, 178, 197, 200, 201, 202, 204, Steigcr C. F., 123, 124, 125, 126 Vaughan C. E., 191
208. 231, 232, 247, 249, 252, 255, 256, Stein L., 236 Venturi F., 45
271, 277 Steinbtichel T., 109, 110, 121, 136, 240, Vermeil E., 21, 126, 209, 219, 261
Schelling K. F. A., 72 245 Verra V., 45, 98, 225, 244
Schlegel F .• 174, 199, 202, 252, 253 Vidal E., 102 Zeller B., 178
Stern A., 85, 86
Vidari G., 211 Zeltncr H., 71, 87, 160, 171, 177, 201,
Schlciern1acher F. E. D., 33, 57, 120, Sternberg K., 256
186. 251 Vigolo G., 93, 181 202, 256
Stewart J., 233
Schiller F., 33, 39, 41. 64, 71, 81, 99, 101, Vogel P., 236 Zeppi S., 7
Stockum T. H., 41
107, 108, 124, 171, 178, 179, 180, 196, Voltaire, 61, 82, 140, 147 Zinke P., 103
Stoll A.. 55
249, 260 Voltelini H., 23, 24, 47, 48 Zinn E., 79
Stolte H., 247
SchIOzer A. L., 27, 49 Vorltinder K., 90, 91 Zscharnack L., 82
Storr G. C., 94, 95, 96. 97
Schmalz T ., 55, 261 Strahm H., 102, 123, 124. 126
Schmeeberger G., 73 Strauss L., 170, 191
Schmidt F. A., 179 Strccker R., 134
Schmidt E., 186 Suarez C. G., 51
Schmidt M. C. C. E., 93, 98, 202 Sulz E .• 232
Schmidt R. J., 32 Sulzer B., 65
Schmidt-Japing J. W., 96, 186 Siiskind F. G., 96
Schn1itt W., 2 Sydow E.. 106. 177, 256. 257
Schncider F. J., 83 Szilasi W., 159
Schneider R., 81
Scholz H., 41, 271
Schreckcr P ., 90
SchrOckh J. M., 61, 71
Schultz W., 226, 251 Tagethoff W., 54
Schulz H., 91 Taminiaux J., 167
Schulze W. A., 79, 82 Tannemann M. W. G., 72
Schwab J. W., 123 Tatarkiewicz W., 36

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