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Introduzione 2
Bibliografia 81
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Introduzione
Dal quarto millennio prima di Cristo, nell’area compresa tra i fiumi Tigri
ed Eufrate, assistiamo ad un notevole sviluppo culturale: in tale periodo ven-
gono introdotti l’uso della scrittura, della ruota e dei metalli e sono proprio i
Sumeri che, probabilmente per primi, cominciano ad assegnare dei nomi alle
costellazioni, alcuni dei quali ancora in uso, come Toro, Leone o Scorpione. La
prima astronomia mesopotamica è però rozza e meramente qualitativa: solo a
partire dal primo millennio a.C. si cominciano ad avvertire delle spinte verso
una vera e propria ricerca scientifica, culminata poi negli ultimi tre secoli con
l’elaborazione di teorie matematiche che descrivono i moti della Luna e dei
pianeti e che costituiscono le fondamenta su cui i due più grandi astronomi
dell’antichità del mondo occidentale, Ipparco di Nicea (c. 190 a.C. - 120 a.C.)
e Claudio Tolomeo (c. 85 - 165), costruiranno i loro modelli. Useremo sem-
pre l’aggettivo babilonese per riferirci a studi astronomici compiuti nell’arco
dell’ultimo millennio prima di Cristo, pratica, questa, diffusa ma non rigoro-
samente corretta, dal momento che la città di Babilonia non è il principale
polo culturale della zona della cosiddetta mezzaluna fertile per l’intero arco di
tempo. È però riscontrabile una continuità nell’approccio alla materia: quan-
do nel 538 a.C. la città cade in mano a Ciro, re di Persia, l’impero babilonese
finisce, ma la scienza astronomica di stampo babilonese continua a svilupparsi
durante l’era seleucide, fino all’inizio dell’era cristiana, visto che uno dei testi
più recenti è stato giudicato risalente al 75 d.C.
Verso l’anno 1000 a.C. l’astronomia babilonese è classificabile più che altro
come astrologia e di scienza ha ancora ben poco. I testi giunti fino a noi
sono raggruppati in grandi raccolte, la più importante delle quali è nota con
il nome di Enūma-Anu-Enlil, dalla frase con cui ha inizio. Più interessanti
2
INTRODUZIONE 3
risultano due testi chiamati mul apin, risalenti al 700 a.C. ma sicuramente
fondati su materiali più antichi, che contengono un riassunto delle conoscenze
astronomiche di quel tempo.
Sotto l’impero degli Assiri, a partire dall’VIII secolo a.C., cominciano a
sistematizzarsi le osservazioni, probabilmente perché i pronostici celesti assu-
mono un’importanza primaria, ma non troviamo ancora una distinzione tra
fenomeni astronomici e fenomeni meteorologici. Lo scopo dell’astronomia di
quest’epoca, per la verità non ancora degna di chiamarsi tale, resta l’indi-
viduazione di fenomeni infausti e minacciosi che segnalino la volontà divina.
Tuttavia già in questo periodo prende forma il metodo di lavoro che porterà
gli astronomi babilonesi a realizzare modelli sorprendentemente efficaci. Le
osservazioni, da meramente qualitative, si fanno via via più sistematiche e si
comincia ad operare un’analisi approfondita di elenchi di eventi celesti. Questo
porta alla scoperta che i fenomeni studiati, quali i momenti di prima visibilità
dei pianeti o le Lune piene, hanno carattere quasi-periodico, ossia le posizioni
sullo Zodiaco e le date in cui si manifestano si ripetono ciclicamente dopo un
certo numero intero di anni. Si trova così una regola, fondamentale in tutta
l’astronomia di questi secoli, detta dei Babilonesi, che mette in relazione ap-
punto la ciclicità di fenomeni celesti, in particolare planetari, con il regolare
ritorno annuale del Sole.
Dal V secolo a.C., quella che veniva classificata più che altro come astrologia
diventa scienza astronomica a tutti gli effetti. L’accanimento quasi maniacale
con cui gli scribi babilonesi cercano di perfezionare le periodicità dei pianeti e
della Luna non è giustificato da una generica ricerca di segni celesti divinatori
o dalla stesura di un grossolano calendario che regoli la semina: siamo ormai
in presenza di veri e propri studi astronomici, che hanno i tratti distintivi
delle scienze esatte. Lo scopo delle ricerche diventa piano piano la conoscen-
za in sé del cosmo, con la costruzione di metodi aritmetici che permettono
un’ottima interpolazione delle posizioni e delle date dei fenomeni celesti. Il
materiale astronomico giunto fino a noi, relativo a questo periodo, è diviso in
due categorie: da una parte le effemeridi, elenchi di posizioni e date dei feno-
meni computate attraverso metodi aritmetici, dall’altra i cosiddetti procedure
texts, veri e propri libretti di istruzioni per la compilazione delle effemeridi,
purtroppo ritrovati assai spesso incompleti o quasi totalmente distrutti.
Tre secoli prima di Cristo infine, gli astronomi mesopotamici costruiscono
una teoria completa e coerente riguardo alla Luna, con un livello di comples-
sità che le dà un posto di grande rilievo nella storia delle scienze antiche. Essa
poggia, oltre che sulla regola dei Babilonesi, su tre relazioni fondamentali, che
sono, come vedremo nel capitolo 3, frutto di osservazioni accurate delle Lune
piene e delle Lune nuove, di elaborazioni matematiche, della grande dimesti-
INTRODUZIONE 4
termine del XIX secolo, da alcuni pionieri della materia, quali i padri gesuiti
Joseph Epping, Johann Strassmaier e Franz Kugler, fino ad arrivare a Otto
Neugebauer ed Asger Aaboe alla metà del secolo successivo, hanno evidenziato
il forte carattere matematico e scientifico delle tavolette ritrovate e che sono
oggi custodite in gran parte al British Museum.
Lo scopo di questa tesi è mostrare come l’astronomia babilonese sia per
larghi tratti classificabile come scienza esatta, passando attraverso lo studio
della teoria planetaria e di quella lunare, cercando da ultimo di collegare le
tre relazioni prima citate ad un modello geocentrico costruito con parametri
moderni.
2
Da Britton e Walker, [9], p. 84.
Capitolo 1
Figura 1.1: Gli archi descritti in cielo dal Sole nelle varie fasi dell’anno.
6
CAPITOLO 1. LA LUNA DAL PUNTO DI VISTA OSSERVATIVO 7
Figura 1.2: Il moto elicoidale apparente del Sole introno alla Terra.
sullo sfondo del cielo delle stelle fisse ed ha un periodo di 365 14 giorni (più
precisamente 365, 2564). La Luna compie un moto nella stessa direzione, ma
Figura 1.3: Il transito della Luna per il piano dell’osservatore passante per una
stella fissa
Figura 1.4: Il ciclo sinodico della Luna. I numeri indicano le posizioni di Luna
e Sole sulle rispettive orbite nei momenti chiave del ciclo. 1: Luna nuova; 2:
prima visibilità; 3: primo quarto; 4: Luna piena; 5: ultimo quarto; 6: ultima
visibilità; 7: Luna nuova.
una velocità relativa di poco più di 12o al giorno, al primo o secondo tramonto
dopo la congiunzione diventa visibile la prima falce di Luna, detta crescente,
CAPITOLO 1. LA LUNA DAL PUNTO DI VISTA OSSERVATIVO 9
che scompare sotto l’orizzonte occidentale poco dopo il Sole. Questa è la sera
di prima visibilità e segna l’inizio di un nuovo mese nel calendario babilonese.
Circa 7 giorni dopo la congiunzione la Luna si trova a 90o dal Sole, cosicché
metà della sua superficie visibile è illuminata e siamo nel cosiddetto primo
quarto. In questa fase la Luna sorge attorno a mezzogiorno, quando il Sole
è allo zenit, e tramonta verso mezzanotte. Dopo altri 7-8 giorni, mezzo mese
sinodico dopo la congiunzione, la Luna è in opposizione al Sole: la sua faccia
rivolta verso la Terra è illuminata per intero e si ha la Luna piena, che sorge
al tramonto e scende sotto l’orizzonte all’alba. Congiunzioni ed opposizioni
sono chiamate con il termine generale di sizigie (da σ ύν, insieme, e ζυγóν,
giogo). Una settimana più tardi la Luna è al suo ultimo quarto e, passato
qualche giorno, continuando la sua rincorsa al Sole verrà vista sorgere poco
prima dell’alba, la mattina di ultima visibilità. Segue un intervallo di tempo
in cui la Luna è troppo vicina al Sole per poter essere osservata, dopodiché si
avrà nuovamente una congiunzione.
Fino ad ora abbiamo ignorato l’inclinazione dell’orbita lunare sull’eclittica,
i cui opposti punti di intersezione si chiamano nodi lunari : quello in cui la
Luna passa da sud a nord è detto ascendente, l’altro invece discendente. I nodi
Figura 1.5: Il moto retrogrado della linea dei nodi sul piano dell’eclittica.
o
non sono fissi, ma hanno un moto retrogrado pari a poco più di 1 12 per mese
sinodico (senza che questo modifichi l’angolo di 5o tra i piani delle rispettive
orbite). Di conseguenza, se ad esempio la Luna, una stella fissa ed il nodo
ascendente coincidono sulla sfera celeste in un certo momento, quest’ultimo
sarà raggiunto nuovamente dalla Luna pressappoco tre ore prima della stella,
CAPITOLO 1. LA LUNA DAL PUNTO DI VISTA OSSERVATIVO 10
in un periodo di tempo detto mese draconitico pari a circa 27 51 giorni (in media
27, 21222).1
Figura 1.6: Il percorso della Luna sullo Zodiaco e la differenza tra mese siderale
e mese draconitico.
Da ultimo, poiché lo spostamento della Luna sulla sua orbita non è costante,
bensì varia tra 11, 5o e 15o circa per giorno, è necessario definire un periodo
tra due istanti di massima velocità, che chiamiamo mese anomalistico ed ha
una durata di poco più di 27 12 giorni (in media 27, 554551). Chiameremo
genericamente anomalia lunare gli effetti della variabilità della velocità della
Luna sullo sfondo del cielo delle stelle fisse sulle date in cui avvengono le sizigie
e sui tempi che le separano.
1.2 Le eclissi
Un’eclissi lunare avviene quando la Terra si interpone tra il Sole e la Luna,
privando quest’ultima della luce solare, o, in altre parole, quando la Luna entra
nel cono d’ombra della Terra. Perché ciò accada è necessario che si verifichino
tre condizioni: innanzitutto Sole e Luna devono trovarsi in opposizione rispetto
ad un osservatore terrestre, in secondo luogo la Luna deve essere in prossimità
di uno dei nodi della sua orbita, così da giacere su una linea retta che colleghi
Sole, Terra e, appunto, Luna ed infine tutto ciò deve avvenire in un periodo
di tempo compreso tra il tramonto e l’alba. L’eclissi lunare è un’eclissi “vera”,
ossia chiunque possa vedere la Luna, anche un eventuale osservatore che si trovi
direttamente sul posto, nel momento in cui avviene l’oscuramento si accorge
del fenomeno.
1
L’immagine sottostante è presa da Michael J. Crowe, Theories of the World. From
Antiquity to the Copernican Revolution, Dover (2001).
CAPITOLO 1. LA LUNA DAL PUNTO DI VISTA OSSERVATIVO 11
Figura 1.7: Opposizioni Luna-Sole tra due eclissi di Luna consecutive, nei punti
1 e 7. Le orbite dei due corpi celesti, appiattite dal disegno, sono inclinate di
5o una rispetto all’altra e sono complanari solo nei punti toccati volta per volta
dalla linea dei nodi.
più complicate: non solo è necessario che Sole e Luna siano in congiunzione,
che la Luna si trovi sul piano dell’eclittica e che il Sole sia visibile in cielo, ma il
punto di osservazione terrestre deve trovarsi nella fascia che l’ombra della Luna
percorrerà. Per fare delle corrette previsioni a riguardo si devono conoscere le
dimensioni e le distanze relative di Sole, Terra e Luna, questioni estranee all’a-
CAPITOLO 1. LA LUNA DAL PUNTO DI VISTA OSSERVATIVO 12
2
Per una trattazione geometrica moderna del problema si veda ad esempio William M.
Smart, Textbook on Spherical Astronomy, Cambridge University Press (1977), pp. 368-401.
Capitolo 2
Astronomia matematica:
l’applicazione ai pianeti
Il sistema di numerazione
Il sistema di numerazione babilonese è in base 60 e di esso conserviamo tut-
t’ora un forte retaggio, evidente nella divisione sessagesimale della misura in
gradi degli angoli, o ancora nella misura del tempo in minuti (pars minuta
prima) e secondi (pars minuta secunda), a testimonianza della forte influenza
che la scienza mesopotamica ha conservato nei secoli. Uno dei grandi contribu-
ti matematici apportati dalla civiltà babilonese consiste nell’invenzione della
notazione posizionale, ad oggi la maniera più pratica di scrivere un numero.
Forse sollecitati dalla scarsa maneggevolezza dei materiali usati per la scrittura
13
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 14
sinodico della Luna, per cui alterna anni di 12 mesi ad altri di 13, composti
sia da mesi di 29 giorni, sia da mesi di 30, determinati sulla base di osserva-
zioni o tramite il calcolo di effemeridi riferite alla sera di prima visibilità della
Luna, poco pratici ai fini dello sviluppo degli algoritmi aritmetici che vedremo
in seguito. Nell’astronomia babilonese un anno solare è composto da 12;22,8
mesi lunari, come vedremo in dettaglio nel capitolo successivo, ossia da 12 mesi
lunari e 11;4 tithis: possiamo pertanto affermare con buona approssimazione
che 1τ = 0; 59 giorni solari.
Nella teoria solare babilonese la stella del nostro sistema si muove lungo l’e-
clittica con velocità variabile, ma questa complicazione viene deliberatamente
ignorata per utilizzare il Sole come un vero e proprio orologio nell’analisi del
moto dei pianeti.
Abbiamo già detto che l’astronomia babilonese ha come oggetto principale
di studio alcuni particolari eventi legati ai corpi celesti, fondamentalmente
Luna, Sole e pianeti, e l’individuazione delle loro periodicità. In particolare,
per i pianeti esterni vengono osservati:
Y = iΠ + Z, (2.1)
Nella figura 2.1 sottostante sono segnate le posizioni sulla fascia zodiacale
(ogni tratto è un intero Zodiaco, ordinato dall’Ariete ai Pesci) del Sole6 e di
Giove7 nei momenti di prima stazione del pianeta elencati nella tabella 2.1
soprastante. Possiamo notare come i due corpi celesti, dopo 12 anni, ritor-
Figura 2.1: Posizioni sullo Zodiaco del Sole e di Giove durante le stazioni
elencate nella tabella 2.1. La figura costituisce una conferma della validità
dell’ipotesi (2), che afferma che un determinato fenomeno avviene sempre alla
medesima elongazione dal Sole.
- Y è il numero di segmenti;
Confrontando la figura 2.2 con la 2.3, dove sono riportate le date delle prime
stazioni di Marte dal 181 a.C. al 164 a.C. e dove, ancora una volta, Y , Π, i e Z
hanno la rappresentazione grafica sopra descritta, emergono le due differenti
relazioni
con, rispettivamente, i = 1 e i = 2.
Figura 2.2: Successione temporale delle prime stazioni di Giove della tabella
2.1.
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 20
I periodi
Poiché, come già detto, il ripetuto manifestarsi di un certo fenomeno altro non
è che il ritorno del Sole alla medesima elongazione dal corpo celeste esaminato,
lo studio di un singolo evento astronomico determina un periodo valido in
generale per qualsiasi fenomeno legato a quello stesso corpo celeste; esso viene
definito come
Π
P = . (2.2)
Z
Questo periodo è invariabile, in quanto legato al moto costante del Sole, oro-
logio regolatore dell’intero sistema planetario. La precisione di (2.2) varia a
seconda di quale margine di errore su Y si consideri accettabile, ossia di quanto
questo si discosti da un numero intero nella regola dei Babilonesi. Ad esempio
Giove, in 12 anni e meno di 5 giorni, ha 11 opposizioni che compiono un giro
della fascia zodiacale, da cui deduciamo che P = 11. In 71 anni meno circa 3
giorni si verificano 65 opposizioni, per un totale di 6 giri della fascia zodiacale,
da cui P = 65/6 = 10; 50.
Per arrivare ai cosiddetti periodi esatti, la cui validità si mantenga immuta-
ta, senza necessitare di tempi di osservazione eccessivamente lunghi, gli scribi
babilonesi effettuano combinazioni lineari di periodi meno precisi ma più bre-
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 21
6 · 12 + 5 · 71 = 427 anni,
da cui
6, 0o
∆λ = τ
(∆t + i6, 0τ ) − i6, 0o =
(6, 0 + e)
6, 0o
= (∆t + i6, 0τ − i(6, 0 + e)τ ) =
(6, 0 + e)τ
6, 0o
= (∆t − ie),
(6, 0 + e)τ
che possiamo riscrivere nella forma
(6, 0 + e)τ
∆t = ∆λ + ie. (2.4)
6, 0o
La (2.5) vale in particolare per i tempi e gli archi sinodici medi e possiamo
presentarla in maniera un po’ più rigorosa definendo ∆λτ come il tempo che
un corpo che si muovesse di 1o/τ impiegherebbe a descrivere l’arco ∆λ:
τ
∆λ
∆t = ∆λ + e i + . (2.6)
6, 0o
valida per il passaggio da ogni ∆t ad ogni ∆λ, in accordo con l’ipotesi (2),
vista nei paragrafi precedenti, che afferma che i fenomeni avvengono sempre
ad un’elongazione fissa rispetto al Sole medio.
Abbiamo visto che i periodi forniscono dei blocchi la cui cadenza scandisce
il ripetersi di un evento celeste nella medesima data e posizione zodiacale. Il
passo successivo concerne lo studio e la previsione della frequenza dei feno-
meni all’interno dei blocchi stessi. Come già accennato prima, i metodi di
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 24
2.1 Il Sistema A
λ1 = λ0 + w i , λ2 = λ1 + wi
e così via, finché non si arriva ad una distanza minore di wi dal successivo arco
αi+1 . Poniamo che ciò avvenga al passo n, ossia che λn +wi sconfini nella parte
di fascia zodiacale contenuta in αi+1 . Allora, se λn + wi supera il limite di αi
di una certa quantità x, si dovrà modificare x tramite un coefficiente dato dal
quoziente tra i valori dell’arco sinodico nuovo e di quello vecchio, ossia wi+1 /wi .
Pertanto
wi+1 wi+1
λn+1 = λn + (wi − x) + x = λn + ( − 1)x.
wi wi
La situazione è illustrata in figura 2.5, nell’ipotesi che wi < wi+1 . I tempi
sinodici si calcolano con lo stesso metodo, oppure semplicemente basandosi sul
fatto che la loro differenza con gli archi sinodici è costante, ossia ∆t = ∆λ + C.
sistema con lo Zodiaco diviso in due parti, in che modo vengono dedotti i pa-
rametri che stanno alla base del metodo, seguendo quella che presumibilmente
era la prassi degli Scribi.
Innanzitutto, come spiegato in precedenza, si stabilisce, tramite l’osserva-
zione, la regola dei Babilonesi Y = iΠ + Z relativa al corpo celeste considera-
to, grazie alla quale si calcolano il periodo P = Π/Z, ∆t e ∆λ e la costante
C = (i + Z/Π)e, che separa i valori di tempi ed archi sinodici. Tre sono ora le
condizioni essenziali:
Π 6, 0o X αi
P = = = ; (2.7)
Z ∆λ wi
X
αi = 6, 0o ; (2.8)
wi+1 p
= , con (p, q) = 1, p = 2a · 3b · 5c , q = 2d · 3e · 5f (2.9)
wi q
La (2.7) garantisce il rispetto del periodo con cui il fenomeno si manifesta, vero
e proprio pilastro della teoria astronomica che stiamo analizzando, mentre la
(2.8) riflette la divisione dello Zodiaco in diversi archi. La (2.9) infine è dettata
dal fatto che sia wi+1 /wi sia il suo reciproco sono coefficienti utilizzati con fra-
zioni sessagesimali, quindi devono essere riducibili a quozienti che contengano
esclusivamente 2, 3 o 5 come fattori primi distinti tra numeratore e denomina-
tore. Questo per evitare, eseguendo i calcoli, di dover ricorrere a troncamenti
o approssimazioni che portino ad accumulare errori, pregiudicando la precisio-
ne del sistema. Vogliamo determinare, attraverso un vero e proprio processo
iterativo, i valori di α1 , α2 , w1 e w2 . Pertanto affrontiamo un problema con
quattro incognite, motivo per cui, oltre alle tre condizioni sopra elencate, ser-
ve un quarto dato: si registrano dunque, come punto di partenza del calcolo
dei parametri, gli intervalli di tempo minimo e massimo tra un fenomeno ed il
successivo del medesimo tipo, con osservazioni fatte durante un intero ciclo, o
comunque per un numero di anni sufficienti a garantire che l’evento celeste sia
tornato a manifestarsi nella stessa porzione di Zodiaco. A partire da questi,
aumentando un poco il primo valore e diminuendo un poco il secondo perché
i tempi reali siano interpolati il meglio possibile, si fissano ∆t0min e ∆t0max , dai
quali, sottraendo C, ricaviamo i valori provvisori degli archi sinodici:
Approssimiamo α10 e α20 di modo che siano numeri interi e indichiamoli con
α1 e α2 , sempre considerando che la loro somma dev’essere 360 gradi. Mo-
difichiamo poi il rapporto w20 /w10 nel definitivo w2 /w1 affinché sia rispettata
la condizione 2.9. Calcoliamo ora esplicitamente i valori definitivi degli archi
sinodici risolvendo α
1 α2
+ =P
w1 w2
w2 p
=
w1 q
e sommando C arriviamo anche ai tempi sinodici definitivi: ∆tmin e ∆tmax .
Non resta infine che posizionare le estremità dei due archi in cui abbiamo
diviso lo Zodiaco. Su base osservativa vengono collocate circa a metà tra i
punti di massima e minima velocità del fenomeno, cercando il più possibile di
farle combaciare con i confini dei segni zodiacali o, più in generale, con punti
che permettano una certa facilità nella compilazione delle effemeridi relative.
Tramite l’osservazione di diversi tipi di fenomeni consecutivi, ad esempio, nel
caso dei pianeti esterni, Ω, Γ, Φ, Θ, Ψ e di nuovo Ω, è possibile testare in maniera
dettagliata l’efficacia del sistema costruito.
Z
∆t = ∆T − 6, 0τ = (6, 0 + e)τ + ieτ ≈ 45; 13, 53τ ,
Π
α + α = 6, 0o
10 20
α1 = 2, 35o , α2 = 3, 25o .
Per quanto riguarda la collocazione dei confini dei due segmenti in cui abbiamo
diviso lo Zodiaco, essi vengono posti in Sagittario 0o , dove inizia l’arco veloce,
ed in Gemelli 25o , dove inizia l’arco lento, poiché i punti di massima e minima
velocità si hanno, rispettivamente, nel segno della Vergine ed in quello dei
Pesci.
Andiamo ora ad analizzare una effemeride di Giove relativa ai punti di
prima stazione, classificata in Neugebauer [16] come testo ACT 600, redatta
nell’antica città di Uruk, oggi sito archeologico di Warka, il secondo giorno del
VII mese nell’anno 118 dell’era seleucide, ossia in data 5 Ottobre 193 a.C. La
tavoletta è composta da quattro colonne: nella prima è segnato l’anno, mentre
nella terza il mese ed il giorno; nella seconda abbiamo i tempi sinodici ed
infine la quarta contiene le longitudini zodiacali del fenomeno. Premettiamo
alcune note per rendere più facilmente leggibile la tabella 2.2 che segue, nella
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 29
quale abbiamo aggiunto alcuni dati rispetto all’effemeride originale. Con ‘Data
reale’ si intende l’effettivo giorno in cui il pianeta si ferma, senza però tener
conto delle ore, ragione per la quale i valori della colonna ‘∆t reale’, espressi
in giorni del moderno calendario solare, sono da intendersi approssimati. Le
date relative al Sistema A sono calcolate a partire dal 22 Aprile 198 a.C.
(data secondo il calendario attuale equivalente a quella espressa nel sistema
babilonese trovata sulla tavoletta, come fatto in Aaboe [2]) aggiungendo i valori
della colonna ‘∆t Sist A’ convertiti in giorni dell’anno solare. Le longitudini
della colonna ‘λ reale’ indicano l’effettiva posizione della prima stazione di
Giove nel sistema di riferimento zodiacale nei giorni della colonna ‘Data reale’,
mentre quelle della colonna ‘λ Sist A’ sono le longitudini del fenomeno nelle
date della colonna ‘Data Sist A’, calcolate per l’appunto attraverso il Sistema
A.
Tabella 2.2: Giove, Sistema A. Primo punto di stazione,
anni 198-138 a.C. (ACT 600)
Data reale ∆t reale ∆t Sist A Data Sist A λ reale ∆λ reale ∆λ Sist A λ Sist A λA − λr
CAPITOLO 2.
1 -198, Apr 24 36 48; 5,10 -198, Apr 22 Cap 2;18 33;27 36 Cap 8;6 +5;48
2 -197, Mag 31 37 48; 5,10 -197, Mag 29 Acq 7;38 35;20 36 Acq 14;6 +6;28
3 -196, Lug 7 37 48; 5,10 -196, Lug 3 Pes 14;11 36;33 36 Pes 20;6 +5;55
4 -195, Ago 13 37 48; 5,10 -195, Ago 9 Ari 20;39 36;28 36 Ari 26;6 +5;27
5 -194, Set 17 35 48; 5,10 -195, Set 15 Tor 25;48 35;9 36 Gem 2;6 +6;18
6 -193, Ott 20 33 45; 54,10 -194, Ott 19 Gem 29;3 33;15 33;49 Can 5;55 +6;52
7 -192, Nov 19 30 42; 5,10 -192, Nov 18 Leo 0;34 31;31 30 Leo 5;55 +5;21
8 -191, Dic 19 30 42; 5,10 -191, Dic 20 Ver 0:58 30;24 30 Ver 5;55 +4:57
9 -189, Gen 19 31 42; 5,10 -189, Gen 18 Bil 1;3 30;5 30 Bil 5;55 +4;52
10 -188, Feb 19 31 42; 5,10 -188, Feb 18 Sco 1;39 30;36 30 Sco 5;55 +4;16
11 -187, Mar 24 33 43; 16,10 -187, Mar 21 Sag 3;34 31;55 31;11 Sag 7;6 +3;32
12 -186, Apr 29 36 48; 5,10 -186, Apr 28 Cap 7;19 33;45 36 Cap 13;6 +5;47
13 -185, Giu 5 37 48; 5,10 -185, Giu 3 Acq 12;54 35;35 36 Acq 19;6 +6;12
14 -184, Lug 12 37 48; 5,10 -184, Lug 9 Pes 19;33 36;39 36 Pes 25;6 +5;33
15 -183, Ago 18 37 48; 5,10 -183, Ago 15 Ari 25;53 36;20 36 Tor 1;6 +5;13
16 -182, Sett 22 35 48; 5,10 -182, Set 21 Gem 0;44 34;51 36 Gem 7;6 +6;22
17 -181, Ott 24 32 45; 4,10 -181, Ott 24 Can 3;40 32;56 32;59 Can 10;5 +6;25
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
18 -180, Nov 23 30 42; 5,10 -180, Nov 23 Leo 4;57 31;17 30 Leo 10;5 +5;8
19 -179, Dic 23 30 42; 5,10 -179, Dic 23 Ver 5;15 30;18 30 Ver 10;5 +4;50
20 -177, Gen 23 31 42; 5,10 -177, Gen 23 Bil 5;23 30;8 30 Bil 10;5 +4;42
21 -176, Feb 24 32 42; 5,10 -176, Feb 22 Sco 6;10 30;47 30 Sco 10;5 +3;55
22 -175, Mar 29 33 44; 6,10 -175, Mar 26 Sag 8;22 32;12 32;1 Sag 12;6 +3;44
23 -174, Mag 4 36 48; 5,10 -174, Mag 2 Cap 12;25 34;3 36 Cap 18;6 +5;41
30
26 -171, Ago 23 36 48; 5,10 -171, Ago 19 Tor 1;1 36;9 36 Tor 6;6 +5;5
27 -170, Set 26 34 48; 5,10 -170, Set 24 Gem 5;35 34;34 36 Gem 12;6 +6;31
28 -169, Ott 29 33 44; 14,10 -169, Ott 27 Can 8;15 32;40 32;9 Can 14;15 +6;0
29 -168, Nov 27 29 42; 5,10 -168, Nov 26 Leo 9;21 31;6 30 Leo 14;15 +4;54
30 -167, Dic 28 31 42; 5,10 -167, Dic 27 Ver 9;36 30;15 30 Ver 14;15 +4;39
31 -165, Gen 28 31 42; 5,10 -165, Gen 26 Bil 9;48 30;12 30 Bil 14;15 +4;27
32 -164, Feb 29 32 42; 5,10 -164, Feb 26 Sco 10;46 30;58 30 Sco 14;15 +3;29
33 -163, Apr 3 34 44; 56,10 -164, Mar 31 Sag 13;13 32;27 32;51 Sag 17;6 +3;53
34 -162, Mag 9 36 48; 5,10 -162, Mag 6 Cap 17;31 34;18 36 Cap 23;6 +5;35
35 -161, Giu 16 38 48; 5,10 -161, Giu 12 Acq 23;27 35;56 36 Acq 29;6 +5;39
36 -160, Lug 23 37 48; 5,10 -160, Lug 19 Ari 0;3 36;36 36 Ari 5;6 +5;3
37 -159, Ago 28 36 48; 5,10 -159, Ago 24 Tor 5;59 35;56 36 Tor 11;6 +5;7
38 -158, Ott 1 34 48; 5,10 -158, Sett 29 Gem 10;18 34;19 36 Gem 17;6 +6;48
39 -157, Nov 2 32 43; 24,10 -157, Ott 31 Can 12;44 32;26 31;19 Can 18;25 +5;41
40 -156, Dic 2 30 42; 5,10 -156, Nov 30 Leo 13;43 30;59 30 Leo 18;25 +4;42
41 -154, Gen 1 30 42; 5,10 -155, Dic 31 Ver 13;56 30;13 30 Ver 18;25 +4;29
42 -153, Feb 1 31 42; 5,10 -153, Gen 30 Bil 14;13 30;17 30 Bil 18;25 +4;12
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
43 -152, Mar 4 32 42; 5,10 -152, Mar 1 Sco 15;21 31;8 30 Sco 18;25 +3;4
44 -151, Apr 8 35 45; 46,10 -151, Apr 5 Sag 18;1 32;40 33;41 Sag 22;6 +4;5
45 -150, Mag 15 37 48; 5,10 -150, Mag 11 Cap 22;33 34;32 36 Cap 28;6 +5;33
46 -149, Giu 21 37 48; 5,10 -149, Giu 16 Acq 28;39 36;6 36 Pes 4;6 +5;27
47 -148, Lug 28 37 48; 5,10 -148, Lug 23 Ari 5;15 36;36 36 Ari 10;6 +4;51
48 -147, Set 2 36 48; 5,10 -147, Ago 28 Tor 11;2 35;47 36 Tor 16;6 +5;4
31
51 -144, Dic 6 30 42; 5,10 -144, Dic 3 Leo 18;10 30;50 30 Leo 22;35 +4;25
52 -142, Gen 5 30 42; 5,10 -142, Gen 3 Ver 18;18 30;8 30 Ver 22;35 +4;17
53 -141, Feb 5 31 42; 5,10 -141, Feb 2 Bil 18;34 30;16 30 Bil 22;35 +4;1
54 -140, Mar 9 33 42; 5,10 -140, Mar 5 Sco 19;38 31;4 30 Sco 22;35 +2;57
55 -139, Apr 13 35 46; 36,10 -139, Apr 9 Sag 22;39 33;1 34;31 Sag 27;6 +4;17
56 -138, Mag 20 37 48; 5,10 -138, Mag 16 Cap 27;25 34;46 36 Acq 3;6 +5;31
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
32
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 33
Data reale ∆τ reale ∆τ Sist A Data Sist A λ reale ∆λ reale ∆λ Sist A λ Sist A λA − λr
CAPITOLO 2.
18 1907, Dic 1 33 44; 4,10 1907, Nov 29 Leo 13;37 32;33 31;59 Leo 15;5 +1;28
19 1908, Dic 30 29 42; 5,10 1908, Dic 29 Ver 14;31 30;54 30 Ver 15;5 +0;34
20 1910, Gen 29 30 42; 5,10 1910, Gen 29 Bil 14;33 30;2 30 Bil 15;5 +0;32
21 1911, Mar 1 31 42; 5,10 1911, Feb 28 Sco 14;33 30 30 Sco 15;5 +0;32
22 1912, Apr 1 31 42; 5,10 1912, Mar 31 Sag 15;24 30;51 30 Sag 15;5 −0;19
23 1913, Mag 5 34 45; 6,10 1913, Mag 4 Cap 17;50 32;26 33;1 Cap 18;6 +0;16
35
26 1916, Ago 25 37 48; 5,10 1916, Ago 21 Tor 5;25 36;54 36 Tor 6;6 +0;41
27 1917, Set 30 36 48; 5,10 1917, Set 26 Gem 11;31 36;6 36 Gem12;6 +0;35
28 1918, Nov 3 34 48; 5,10 1918, Nov 2 Can 15;50 34;19 36 Can 18;6 +2;16
29 1919, Dic 5 32 43; 14,10 1919, Dic 3 Leo 18;9 32;19 31;9 Leo 19;15 +1;6
30 1921, Gen 3 29 42; 5,10 1921, Gen 3 Ver 18;55 30;46 30 Ver 19;15 +0;20
31 1922, Feb 2 30 42; 5,10 1922, Feb 2 Bil 18;54 29;59 30 Bil 19;15 +0;21
32 1923, Mar 5 31 42; 5,10 1923, Mar 5 Sco 18;56 30;2 30 Sco 19;15 +0;19
33 1924, Apr 6 32 42; 5,10 1924, Apr 4 Sag 19;54 30;58 30 Sag 19;15 −0;39
34 1925, Mag 10 34 45; 56,10 1925, Mag 9 Cap 22;31 32;36 33;51 Cap 23;6 +0;35
35 1926, Giu 16 37 48; 5,10 1926, Giu 14 Acq 27;10 34;39 36 Acq 29;6 +1;56
36 1927, Lug 24 38 48; 5,10 1927, Lug 21 Ari 3;31 36;21 36 Ari 5;6 +1;35
37 1928, Ago 30 37 48; 5,10 1928, Ago 26 Tor 10;25 36;54 36 Tor 11;6 +0;41
38 1929, Ott 5 36 48; 5,10 1929, Ott 1 Gem 16;24 35;59 36 Gem 17;6 +0;42
39 1930, Nov 8 34 48; 5,10 1930, Nov 7 Can 20;31 34;7 36 Can 23;6 +2;35
40 1931, Dic 9 31 42; 24,10 1931, Dic 8 Leo 22;38 32;7 30;19 Leo 23;25 +0;47
41 1933, Gen 8 30 42; 5,10 1933, Gen 7 Ver 23;16 30;38 30 Ver 23;25 +0;9
42 1934, Feb 7 30 42; 5,10 1934, Feb 7 Bil 23;12 29;56 30 Bil 23;25 +0;13
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
43 1935, Mar 10 31 42; 5,10 1935, Mar 9 Sco 23;18 30;6 30 Sco 23;25 +0;7
44 1936, Apr 10 31 42; 5,10 1936, Apr 9 Sag 24;26 31;8 30 Sag 23;25 −1;1
45 1937, Mag 15 35 46; 46,10 1937, Mag 14 Cap 27;19 32;53 34;41 Cap 28;6 +0;47
46 1938, Giu 21 37 48; 5,10 1938, Giu 19 Pes 2;15 34;56 36 Pes 4;6 +1;51
47 1939, Lug 29 38 48; 5,10 1939, Lug 25 Ari 8;48 36;33 36 Ari 10;6 +1;18
48 1940, Set 4 37 48; 5,10 1940, Ago 31 Tor 15;41 36;53 36 Tor 16;6 +0;25
36
51 1943, Dic 13 31 42; 5,10 1943, Dic 11 Leo 27;4 31;50 30 Leo 27;35 +0;31
52 1945, Gen 12 30 42; 5,10 1945, Gen 10 Ver 27;30 30;26 30 Ver 27;35 +0;5
53 1946, Feb 11 30 42; 5,10 1946, Feb 10 Bil 27;22 29;52 30 Bil 27;35 +0;13
54 1947, Mar 14 31 42; 5,10 1947, Mar 12 Sco 27;34 30;12 30 Sco 27;35 +0;1
55 1948, Apr 15 32 42; 5,10 1948, Apr 12 Sag 28;56 31;22 30 Sag 27;35 −1;21
56 1949, Mag 20 35 47; 36,10 1949, Mag 18 Acq 2;10 33;14 35;31 Acq 3;6 +0;56
57 1950, Giu 26 37 48; 5,10 1950, Giu 23 Pes 7;27 35;17 36 Pes 9;6 +1;39
58 1951, Ago 4 39 48; 5,10 1951, Lug 29 Ari 14;11 36;44 36 Ari 15;6 +0;55
59 1952, Set 9 36 48; 5,10 1952, Set 4 Tor 20;59 36;48 36 Tor 21;6 +0;7
60 1953, Ott 15 36 48; 5,10 1953, Ott 10 Gem 26;29 35;30 36 Gem 27;6 +0;37
61 1954, Nov 17 33 46; 44,10 1954, Nov 15 Can 29;57 33;28 34;39 Leo 1;45 +1;48
62 1955, Dic 18 31 42; 5,10 1955, Dic 16 Ver 1;30 31;33 30 Ver 1;45 +0;15
63 1957, Gen 16 29 42; 5,10 1957, Gen 15 Bil 1;48 30;18 30 Bil 1;45 −0;3
64 1958, Feb 15 30 42; 5,10 1958, Feb 15 Sco 1;40 29;52 30 Sco 1;45 +0;5
65 1959, Mar 18 31 42; 5,10 1959, Mar 17 Sag 1;59 30;19 30 Sag 1;45 −0;14
66 1960, Apr 20 33 42; 26,10 1960, Apr 17 Cap 3;37 31;38 30;21 Cap 2;6 −1;31
67 1961, Mag 25 35 48; 5,10 1961, Mag 23 Acq 7;9 33;32 36 Acq 8;6 +0;57
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
68 1962, Lug 2 38 48; 5,10 1962, Giu 29 Pes 12;41 35;32 36 Pes 14;6 +1;35
69 1963, Ago 9 38 48; 5,10 1963, Ago 4 Ari 19;29 36;48 36 Ari 20;6 +0;37
70 1964, Set 14 36 48; 5,10 1964, Set 10 Tor 26;8 36;39 36 Tor 26;6 −0;2
71 1965, Ott 19 35 48; 5,10 1965, Ott 16 Can 1;19 35;11 36 Can 2;6 +0;47
72 1966, Nov 21 33 45; 54,10 1966, Nov 19 Leo 4;29 33;10 33;49 Leo 5;55 +1;26
73 1967, Dic 22 31 42; 5,10 1967, Dic 20 Ver 5;50 31;21 30 Ver 5;55 +0;5
37
76 1971, Mar 23 32 42; 5,10 1971, Mar 21 Sag 6;27 30;29 30 Sag 5;55 −0;32
77 1972, Apr 25 33 43; 16,10 1972, Apr 22 Cap 8;19 31;42 31;11 Cap 7;6 −1;13
78 1973, Mag 30 35 48; 5,10 1973, Mag 28 Acq 12;8 33;49 36 Acq 13;6 +0;58
79 1974, Lug 7 38 48; 5,10 1974, Lug 4 Pes 17;52 35;44 36 Pes 19;6 +1;14
80 1975, Ago 14 38 48; 5,10 1975, Ago 9 Ari 24;42 36;50 36 Ari 25;6 +0;24
81 1976, Set 19 36 48; 5,10 1976, Sett 14 Gem 1;12 36;30 36 Gem 1;6 −0;6
82 1977, Ott 24 35 48; 5,10 1977, Ott 21 Can 6;9 34;57 36 Can 7;6 +0;57
83 1978, Nov 25 32 45; 4,10 1978, Nov 23 Leo 9;4 32;55 32;59 Leo 10;5 +1;1
84 1979, Dic 26 31 42; 5,10 1979, Dic 24 Ver 10;15 31;9 30 Ver 10;5 −0;10
85 1981, Gen 24 29 42; 5,10 1981, Gen 23 Bil 10;23 30;8 30 Bil 10;5 −0;18
86 1982, Feb 24 31 42; 5,10 1982, Feb 23 Sco 10;20 29;57 30 Sco 10;5 −0;15
87 1983, Mar 27 31 42; 5,10 1983, Mar 25 Sag 10;55 30;35 30 Sag 10;5 −0;50
88 1984, Apr 29 33 44; 6,10 1984, Apr 27 Cap 12;58 32;3 32;1 Cap 12;6 −0;52
89 1985, Giu 4 36 48; 5,10 1985, Giu 2 Acq 16;58 34 36 Acq 18;6 +1;8
90 1986, Lug 12 38 48; 5,10 1986, Lug 9 Pes 22;51 35;53 36 Pes 24;6 +1;15
91 1987, Ago 19 38 48; 5,10 1987, Ago 14 Ari 29;44 36;53 36 Tor 0;6 +0;22
92 1988, Set 24 36 48; 5,10 1988, Set 19 Gem 6;8 36;24 36 Gem 6;6 −0;2
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
93 1989, Ott 28 34 48; 5,10 1989, Ott 26 Can 10;53 34;45 36 Can 12;6 +1;13
38
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 39
Osservando la tabella si nota che l’errore sulla posizione del fenomeno nello
Zodiaco si mantiene abbastanza basso: in quasi due terzi dei casi è infatti
inferiore a 1o in valore assoluto e la media generale è di solo 0; 48o . Inoltre
varia tra −1; 30o e +2; 30o , con minimo e massimo sostanzialmente stabili e con
un’oscillazione totale di 4o , come nell’effemeride 2.2 riportata in precedenza.
Per quanto riguarda le date, lo sfasamento tra reali e calcolate non supera i 5
giorni (a parte un unico caso in cui si arriva a 6), con una media totale di circa
2 giorni. Il merito di una così buona previsione degli archi e dei tempi sinodici
è da attribuire, ancora una volta, alla precisione con cui il periodo del pianeta
è stato individuato. Infine gli intervalli in cui gli archi sinodici, quelli reali e
quelli relativi al Sistema A, hanno un valore superiore alla media coincidono
pressoché perfettamente.
2.2 Il Sistema B
Come il Sistema A, anche questo metodo riconosce la variabilità degli archi
sinodici (così come dei tempi), i cui valori però, anziché essere considerati
costanti a tratti, vengono visti come punti di una funzione continua a zigzag
y(x) a pendenza fissa d = y(n + 1) − y(n).
1
µ = (Mλ + mλ ) e ∆ = Mλ − mλ .
2
Supponendo dunque di avere un arco sinodico iniziale y(0) = ∆λ0 , il successivo
sarà
y(1) = ∆λ1 = ∆λ0 + d o y(1) = ∆λ1 = ∆λ0 − d,
a seconda se ci si trovi nel ramo ascendente o discendente, cosicché, partendo
da un fenomeno con longitudine λ0 , il successivo avverrà in
λ1 = λ0 + ∆λ0 , λ2 = λ1 + ∆λ1
e così via, finché non si giunge ad un valore che precede un punto di minimo
o di massimo. Se y(n) = ∆λn è un tale valore, allora
(
Mλ − ((y(n) + d) − Mλ ), se y(n) + d > Mλ
y(n + 1) =
mλ + (mλ − (y(n) − d)), se y(n) − d < mλ
(
2Mλ − y(n) − d, se y(n) + d > Mλ
=
2mλ − y(n) + d, se y(n) − d < mλ
Riferendoci alla funzione continua y(x) che connette linearmente tutti i
valori y(n), possiamo definirne il periodo
2∆
P = .
d
Resta valida la relazione, vista precedentemente, tra archi e tempi sinodici
medi,
∆t = ∆λ + C,
conseguenza del moto del Sole medio e del suo essere l’orologio dell’universo,
ma la costante C può variare tra ramo ascendente e ramo discendente della
funzione y(x).
Descritta la procedura matematica, analizziamo ora, così come fatto per
il Sistema A, la maniera in cui vengono dedotti i parametri caratteristici del
metodo. È importante anzitutto trovare la regola dei Babilonesi Y = iΠ + Z
relativa al corpo celeste considerato, grazie alla quale è poi possibile calcolare
il periodo P = Π/Z, gli archi e i tempi sinodici medi ∆λ e ∆t e la costante C
che permette di ricavare gli uni dagli altri. Ora, dalle registrazioni delle date
in cui avviene il fenomeno, si stabiliscono dei tempi sinodici minimo e massimo
provvisori ∆t0min e ∆t0max , se necessario arrotondandoli ad un numero intero di
tithis, da cui si ottiene, in prima approssimazione,
∆0 = ∆t0max − ∆t0min ,
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 41
0 Z 0 2∆0
d = 2∆ = . (2.11)
Π P
Si arrotonda poi d0 a d, dove d è un numero preferibilmente regolare, ossia con
numeratore e denominatore con unici fattori primi 2, 3 e 5, di modo che anche
il suo inverso sia facilmente moltiplicabile in base 60. In modo da rispettare il
vincolo sul periodo è necessario modificare il valore di ∆0 , ottenendo così
1 Π 1
∆= d = P d, (2.12)
2 Z 2
da cui si ricavano i valori definitivi dei tempi e degli archi sinodici:
1 1
∆tmin = ∆t − ∆, ∆tmax = ∆t + ∆,
2 2
1 1
∆λmin = ∆λ + ∆, ∆λmin = ∆λ − ∆.
2 2
Infine, come per il Sistema A vengono determinati i confini degli archi relativi
alle varie velocità del fenomeno lungo l’eclittica, anche qui, tramite osserva-
zioni, si stabiliscono le zone dello Zodiaco in cui i valori degli archi ed i tempi
sinodici crescono o decrescono.
P = 10; 51, 40
e successivamente gli archi ed i tempi sinodici medi, assieme alla costante che
li separa:
∆λ ≈ 33; 8, 45o , ∆t ≈ 45; 14τ , C = 12; 5, 15.
Per gli intervalli di tempo minimo e massimo tra un fenomeno e l’altro, a dif-
ferenza di quanto visto per il Sistema A, vengono scelti due valori leggermente
più grandi di quelli forniti dai dati strettamente osservativi, ma in ogni caso
si tratta di numeri interi:
approssimato successivamente a
d = 1; 48τ ,
Data reale ∆τ reale ∆τ Sist B Data Sist B λ reale ∆λ reale ∆λ Sist B λ Sist B λB − λr
CAPITOLO 2.
1 -184, Set 10 36 49;42 -184, Set 10 Pes 14;29 36;34 37;37 Pes 24;31 +10;2
2 -183, Ott 17 37 47;54 -183, Ott 16 Ari 20;48 36;19 35;49 Gem 0;20 +9;32
3 -182, Nov 20 34 46;6 -182, Nov 20 Tor 25;40 34;52 34;1 Gem 4;21 +8;41
4 -181, Dic 23 33 44;18 -181, Dic 22 Gem 28;39 32;59 32;13 Can 6;34 +7;55
5 -179, Gen 22 30 42;30 -179, Gen 22 Leo 0;0 31;21 30;25 Leo 6;59 +6;59
6 -178, Feb 22 31 40;42 -178, Feb 20 Ver 0;21 30;21 28;37 Ver 5;36 +5;15
7 -177, Mar 25 33 41; 47,30 -177, Mar 22 Bil 0;31 30;10 29;42 Bil 5;18 +4;47
8 -176, Apr 25 31 43; 35,30 -176, Apr 23 Sco 1;18 30;47 31;30 Sco 6;48 +5;30
9 -175, Mag 29 34 45; 23,30 -175, Mag 27 Sag 3;29 32;11 33;18 Sag 10;6 +6;37
10 -174, Lug 4 36 47; 11,30 -174, Lug 2 Cap 7;29 34;0 35;6 Cap 15;12 +7;43
11 -173, Ago 10 37 48; 59,30 -173, Ago 8 Acq 13;13 35;44 36;54 Acq 22;6 +8;53
12 -172, Sett 16 37 49;27 -172, Sett 15 Pes 19;49 36;36 37;22 Pes 29;28 +9;39
13 -171, Ott 22 36 47;39 -171, Ott 21 Ari 25;56 36;7 35;34 Tor 5;2 +9,6
14 -170, Nov 25 34 45;51 -170, Nov 24 Gem 0;31 34;35 33;46 Gem 8;48 +8;17
15 -169, Dic 27 32 44;3 -169, Dic 26 Can 3;15 32;44 31;58 Can 10;46 +7;31
16 -167, Gen 26 30 42;15 -167, Gen 26 Leo 4;25 31;10 30;10 Leo 10;56 +6;31
17 -166, Feb 26 31 40;27 -166, Feb 24 Ver 4;42 30;17 28;22 Ver 9;18 +4;36
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
18 -165, Mar 29 31 42; 2,30 -165, Mar 26 Bil 4;56 30;14 29;57 Bil 9;15 +4;19
19 -164, Apr 30 32 43; 50,30 -164, Apr 27 Sco 5;54 30;58 31;45 Sco 11;0 +5;6
20 -163, Giu 3 34 45; 38,30 -163, Mag 31 Sag 8;19 32;25 33;33 Sag 14;33 +6;14
21 -162, Lug 9 36 47; 26,30 -162, Lug 6 Cap 12;34 34;15 35;21 Cap 19;54 +7;20
22 -161, Ago 15 37 49; 14,30 -161, Ago 13 Acq 18;26 35;52 37;9 Acq 27;3 +8;43
23 -160, Set 21 37 49;12 -160, Set 19 Pes 24;59 36;33 37;7 Ari 4;10 +9;11
43
26 -156, Gen 1 32 43;48 -157, Dic 30 Can 7;44 32;30 31;43 Can 14;43 +6;59
27 -155, Gen 31 30 42;0 -155, Gen 30 Leo 8;47 31;3 29;55 Leo 14;38 +5;51
28 -154, Mar 2 30 40; 29,30 -154, Feb 28 Ver 9;3 30;16 28;24 Ver 13;2 +3;59
29 -153, Apr 3 32 42; 17,30 -153, Mar 31 Bil 9;21 30;18 30;12 Bil 13;14 +3;53
30 -152, Mag 4 31 44; 5,30 -152, Mag 2 Sco 10;29 31;8 32;0 Sco 15;14 +4;45
31 -151, Giu 8 35 45; 54,30 - 151, Giu 5 Sag 13;7 32;38 33;48 Sag 19;2 +5;55
32 -150, Lug 14 36 47; 41,30 -150, Lug 11 Cap 17;36 34;29 35;36 Cap 24;38 +7;2
33 -149, Ago 21 38 49; 29,30 -149, Ago 18 Acq 23;37 36;1 37;24 Pes 2;2 +8;25
34 -148, Set 26 36 48;57 -148, Set 24 Ari 0;10 36;33 36;52 Ari 8;54 +8;44
35 -147, Nov 1 36 47;9 -147, Ott 29 Tor 5;57 35;47 35;4 Tor 13;58 +8;1
36 -146, Dic 4 33 45;21 -146, Dic 2 Gem 10;3 34;6 33;16 Gem 17;14 +7;11
37 -144, Gen 5 32 43;33 -144, Gen 3 Can 12;21 32;18 31;28 Can 18;42 +6;21
38 -143, Feb 4 30 41;45 -143, Feb 2 Leo 13;14 30;53 29;40 Leo 18;22 +5;8
39 -142, Mar 7 31 40; 44,30 -142, Mar 3 Ver 13;25 30;11 28;39 Ver 17;1 +3;36
40 -141, Apr 7 31 42; 32,30 -141, Apr 3 Bil 13;42 30;17 30;27 Bil 17;28 +3;46
41 -140, Mag 9 32 44; 20,30 -140, Mag 5 Sco 14;55 31;13 32;15 Sco 19;43 +5;48
42 -139, Giu 13 35 46; 8,30 -139, Giu 9 Sag 17;44 32;49 34;3 Sag 23;46 +6;2
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
43 -138, Lug 19 36 47; 56,30 -138, Lug 15 Cap 22;27 34;43 35;51 Cap 29;37 +7;10
44 -137, Ago 26 38 49; 44,30 -137, Ago 22 Acq 28;40 36;13 37;39 Pes 7;16 +9;36
45 -136, Ott 1 36 48;42 -136, Set 28 Ari 5;17 36;37 36;37 Ari 13;53 +9;36
46 -135, Nov 5 35 46;54 -135, Nov 2 Tor 10;57 35;40 34;49 Tor 18;42 +7;45
47 -134, Dic 9 34 45;6 -134, Dic 5 Gem 14;52 33;55 33;1 Gem 21;43 +6;51
48 -132, Gen 10 31 43;18 -132, Gen 7 Can 16;56 32;4 31;13 Can 22;56 +6;0
44
51 -129, Apr 12 32 42; 47,30 -129, Apr 7 Bil 18;9 30;22 30;42 Bil 21;57 +3;48
52 -128, Mag 14 32 44; 35,30 -128, Mag 10 Sco 19;33 31;24 32;30 Sco 24;27 +4;54
53 -127, Giu 18 35 46; 23,30 -127, Giu 14 Sag 22;38 33;5 34;18 Sag 28;45 +6;7
54 -126, Lug 24 36 48; 11,30 -126, Lug 20 Cap 27;37 34;59 36;6 Acq 4;51 +7;14
55 -125, Ago 31 38 49; 59,30 -125, Ago 27 Pes 4;0 36;23 37;54 Pes 12;45 +8;45
56 -124, Ott 6 36 48;27 -124, Ott 2 Ari 10;33 36;33 36;22 Ari 19;7 +8;34
57 -123, Nov 10 35 46;39 -123, Nov 6 Tor 15;58 35;25 34;34 Tor 23;41 +7;43
58 -122, Dic 13 33 44;51 -122, Dic 9 Gem 19;34 33;36 32;46 Gem 26;27 +6;53
59 -120, Gen 14 31 43;3 -120, Gen 10 Can 21;22 31;48 30;58 Can 27;25 +5;43
60 -119, Feb 13 30 41;15 -119, Feb 9 Leo 21;57 30;35 29;10 Leo 26;35 +4;38
61 -118, Mar 15 30 41; 14,30 -118, Mar 11 Ver 22;4 30;7 29;9 Ver 25;44 +3;40
62 -117, Apr 16 32 43; 2,30 -117, Apr 11 Bil 22;34 30;30 30;57 Bil 26;41 +4;7
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
45
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 46
Data reale ∆τ reale ∆τ Sist B Data Sist B λ reale ∆λ reale ∆λ Sist B λ Sist B λB − λr
CAPITOLO 2.
18 1922, Apr 4 30 40;39 1922, Apr 6 Bil 14;0 30;1 28;34 Bil 13;6 −0;54
19 1923, Mag 5 31 41; 50,30 1923, Mag 6 Sco 14;4 30;4 29;45 Sco 12;51 −1;13
20 1924, Giu 6 32 43; 38,30 1924, Giu 7 Sag 15;2 30;58 31;33 Sag 14;24 −0;38
21 1925, Lug 10 34 45; 26,30 1925, Lug 11 Cap 17;37 32;35 33;21 Cap 17;45 +0;8
22 1926, Ago 15 36 47; 14,30 1926, Ago 16 Acq 22;13 34;36 35;9 Acq 22;54 +0;41
23 1927, Set 22 38 49; 2,30 1927, Set 22 Pes 28;30 36;17 36;57 Pes 29;51 +1;21
47
26 1931, Gen 6 34 45;48 1931, Gen 8 Can 15;28 34;9 33;43 Can 16;24 +0;56
27 1932, Feb 7 32 44;0 1932, Feb 9 Leo 17;39 32;11 31;55 Leo 18;19 +0;40
28 1933, Mar 9 30 42;12 1933, Mar 12 Ver 18;20 30;41 30;7 Ver 18;26 +0;6
29 1934, Apr 8 30 40;24 1934, Apr 9 Bil 18;19 29;59 28;19 Bil 16;45 −1;34
30 1935, Mag 10 32 42; 5,30 1935, Mag 10 Sco 18;26 30;7 30;0 Sco 16;45 −1;41
31 1936, Giu 10 31 43; 53,30 1936, Giu 11 Sag 19;34 31;8 31;48 Sag 18;33 −1;1
32 1937, Lug 15 35 45; 41,30 1937, Lug 15 Cap 22;25 32;51 33;36 Cap 22;9 −0;16
33 1938, Ago 21 37 47; 29,30 1938, Ago 20 Acq 27;18 34;53 35;24 Acq 27;33 +0;15
34 1939, Set 27 37 49; 17,30 1939, Set 27 Ari 3;46 36;28 37;12 Ari 4;45 +0;59
35 1940, Nov 3 37 49;9 1940, Nov 3 Tor 10;36 36;50 37;4 Tor 11;49 +1;13
36 1941, Dic 8 35 47;21 1941, Dic 9 Gem 16;22 35;46 35;16 Gem 17;5 +0;43
37 1943, Gen 11 34 45;33 1943, Gen 12 Can 20;12 33;50 33;28 Can 20;33 +0;21
38 1944, Feb 11 31 43;45 1944, Feb 13 Leo 22;5 31;53 31;40 Leo 22;13 +0;8
39 1945, Mar 13 30 41;57 1945, Mar 15 Ver 22;34 30;29 29;52 Ver 22;5 −0;29
40 1946, Apr 13 31 40; 32,30 1946, Apr 12 Bil 22;29 29;55 28;27 Bil 20;32 −1;57
41 1947, Mag 14 31 42; 20,30 1947, Mag 13 Sco 22;42 30;13 30;15 Sco 20;47 −1;55
42 1948, Giu 15 32 44; 8,30 1948, Giu 15 Sag 24;4 31;22 32;3 Sag 22;50 −1;14
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
43 1949, Lug 20 35 45; 56,30 1949, Lug 19 Cap 27;16 33;12 33;51 Cap 26;41 −0;35
44 1950, Ago 26 37 47; 44,30 1950, Ago 24 Pes 2;29 35;13 35;39 Pes 2;20 −0;9
45 1951, Ott 3 38 49; 32,30 1951, Ott 1 Ari 9;9 36;40 37;27 Ari 9;47 +0;38
46 1952, Nov 8 36 48;54 1952, Nov 7 Tor 15;55 36;46 36;49 Tor 16;36 +0;41
47 1953, Dic 13 35 47;6 1953, Dic 13 Gem 21;24 35;29 35;1 Gem 21;37 +0;13
48 1955, Gen 15 33 45;18 1955, Gen 15 Can 24;54 33;30 33;13 Can 24;50 −0;4
48
51 1958, Apr 17 31 40; 47,30 1958, Apr 16 Bil 26;47 29;54 28;42 Bil 24;34 −2;13
52 1959, Mag 18 31 42; 35,30 1959, Mag 17 Sco 27;8 30;21 30;30 Sco 25;4 −2;4
53 1960, Giu 20 33 44; 23,30 1960, Giu 19 Sag 28;44 31;36 32;18 Sag 27;32 −1;12
54 1961, Lug 25 35 46; 11,30 1961, Lug 24 Acq 2;14 33;30 34;6 Acq 1;38 −0;36
55 1962, Ago 31 37 47; 59,30 1962, Ago 30 Pes 7;43 35;29 35;54 Pes 7;32 −0;11
56 1963, Ott 8 38 49; 47,30 1963, Ott 7 Ari 14;26 36;43 37;42 Ari 15;14 +0;48
57 1964, Nov 13 36 48;39 1964, Nov 13 Tor 21;3 36;37 36;34 Tor 21;48 +0;45
58 1965, Dic 18 35 46;51 1965, Dic 18 Gem 26;15 35;12 34;46 Gem 26;34 +0;19
59 1967, Gen 20 33 45;3 1967, Gen 21 Can 29;27 33;12 32;58 Can 29;32 +0;5
60 1968, Feb 20 31 43;15 1968, Feb 21 Ver 0;53 31;26 31;10 Ver 0;42 −0;11
61 1969, Mar 21 29 41;27 1969, Mar 23 Bil 1:9 30;16 29;22 Bil 0;2 −1;7
62 1970, Apr 21 31 41; 2,30 1970, Apr 22 Sco 1;6 29;57 28;57 Sco 28;59 −2;7
63 1971, Mag 23 32 42; 50,30 1971, Mag 23 Sag 1;36 30;30 30;45 Sag 29;44 −1;52
64 1972, Giu 24 32 44; 38,30 1972, Giu 25 Cap 3;27 31;51 32;33 Cap 2;17 −1;10
65 1973, Lug 30 36 46; 26,30 1973, Lug 30 Acq 7;12 33;45 34;21 Acq 6;38 −0;34
66 1974, Set 5 37 48; 14,30 1974, Set 4 Pes 12;53 35;41 36;9 Pes 12;47 −0;6
67 1975, Ott 13 38 50; 2,30 1975, Ott 13 Ari 19;39 36;46 37;57 Ari 20;44 +1;5
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
68 1976, Nov 18 36 48;24 1976, Nov 18 Tor 26;7 36;28 36;19 Tor 27;3 +0;56
69 1977, Dic 23 35 46;36 1977, Dic 23 Can 1;4 34;57 34;31 Can 1;34 +0;30
70 1979, Gen 24 32 44;48 1979, Gen 25 Leo 4;2 32;58 32;43 Leo 4;17 +0;15
71 1980, Feb 24 31 43;0 1980, Feb 26 Ver 5;17 31;15 30;55 Ver 5;12 +0;5
72 1981, Mar 26 30 41;12 1981, Mar 27 Bil 5;29 30;12 29;7 Bil 4;19 −1;10
73 1982, Apr 26 31 41; 17,30 1982, Apr 26 Sco 5;28 29;59 29;12 Sco 3;31 −1;57
49
76 1985, Ago 4 36 46; 41,30 1985, Ago 4 Acq 12;2 33;57 34;36 Acq 11;55 −0;7
77 1986, Set 10 37 48; 29,30 1986, Set 10 Pes 17;52 35;50 36;24 Pes 18;19 +0;27
78 1987, Ott 18 38 49;57 1987, Ott 18 Ari 24;40 36;48 37;52 Ari 26;11 +1;31
79 1988, Nov 23 36 48;9 1988, Nov 23 Gem 1;3 36;23 36;4 Gem 2;15 +1;12
80 1989, Dic 27 34 46;21 1989, Dic 28 Can 5;49 34;46 34;16 Can 6;31 +0;42
81 1991, Gen 29 33 44;33 1991, Gen 30 Leo 8;35 32;56 32;28 Leo 8;59 +0;24
82 1992, Feb 29 31 42;45 1992, Mar 1 Ver 9;41 30;6 30;40 Ver 9;39 −0;2
ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI
50
CAPITOLO 2. ASTRONOMIA MATEMATICA: I PIANETI 51
Possiamo subito notare che l’errore sulla posizione del fenomeno nello Zo-
diaco si mantiene generalmente basso: per più della metà dei casi è infatti
inferiore a 1o in valore assoluto, con una media totale di 0; 53o . Inoltre varia
tra −2; 13o e +1; 58o , con minimo e massimo sostanzialmente stabili ed un’o-
scillazione di poco più di 4o . Per quanto riguarda le date, lo sfasamento tra
quelle in cui avviene realmente il fenomeno e quelle calcolate aritmeticamente
non supera i 3 giorni (ad eccezione di un unico caso in cui si arriva a 4), con una
media totale di un solo giorno di discrepanza. La riprova di una tale precisione
sta anche nel fatto che gli intervalli in cui i tempi sinodici, quelli reali e quelli
relativi al Sistema B, hanno valori superiori alla media coincidono quasi alla
perfezione, così come i tratti in cui ∆t cresce o decresce. Merito sempre del
ciclo sinodico del pianeta, anche qui rispettato con grande precisione: dopo 83
anni, il 18 Ottobre 1987, Giove si trova ancora a 180o di elongazione rispetto
al Sole in Ariete 24; 40. In questo tempo si sono verificate 77 opposizioni ed il
fenomeno ha percorso 6 volte l’intera fascia zodiacale. Lo schema indica che
l’opposizione avviene il 17 Ottobre 1987, quando il pianeta si trova in Ariete
26; 11, ossia abbiamo un errore di 1 giorno su 83 anni e di 1; 31o sui 2160 che
corrispondono a 6 giri.
Capitolo 3
come si deduce dall’osservazione del ripetersi del fenomeno della Luna piena.
In figura 3.11 sono illustrate le posizioni delle 236 Lune piene, nel sistema di
1
L’immagine, modificata e integrata, è presa da Moesgaard [13].
52
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 53
Figura 3.1: Posizioni nello Zodiaco delle 235 Lune piene dal 24 Gennaio 469
a.C. al 24 Gennaio 450 a.C. Le eclissi di Luna sono cerchiate.
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 54
riferimento dello Zodiaco, dal 24 Gennaio 469 a.C. al 24 Gennaio 450 a.C., tra le
quali le prime e le ultime 14 sono numerate. Inoltre è segnata la loro latitudine
rispetto al piano dell’eclittica, per cui è possibile individuare le eclissi di Luna.
Come possiamo vedere, dopo 235 opposizioni Luna-Sole si ritorna al punto
‘inizio’, quasi al termine del segno del Cancro. Ci si rende ancor meglio conto
della validità del ciclo di 19 anni consultando la tabella 3.1 sottostante, in cui
sono elencate date e posizioni delle prime e delle ultime 14 Lune piene della
figura 3.1.2 Poiché la Luna piena di partenza e la 235a dopo di essa avvengono
entrambe il 24 Gennaio, l’errore complessivo sul periodo non supera la durata
di un giorno.3
2
Si veda Goldstine [12] per una tabulazione più completa.
3
Dalla pagina web http://www.dossier.net/utilities/posizione_lunare è possibile consta-
tare che le due Lune piene prese in considerazione, separate da 19 anni, avvengono quasi
alla stessa ora e con latitudine molto simile.
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 55
dove con eclissi possibile si intende il passaggio della Luna dai nodi della sua
orbita mentre è in opposizione al Sole, senza che il fenomeno sia necessariamen-
te osservabile (ad esempio non lo è se avviene di giorno). In questo paragrafo
4
Per approfondimenti al riguardo si veda Brack-Bernsen e Steele [6].
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 56
faremo uso del termine generale di ‘mese’ per indicare un mese sinodico. Del-
le 38 eclissi possibili, 33 avvengono ad intervalli di 6 mesi e le restanti 5 ad
intervalli di 5 mesi: per convincersene basta risolvere il sistema
(
6a + 5b = 223
a + b = 38
(7 · 6 + 5) + (6 · 6 + 5) + (7 · 6 + 5) + (6 · 6 + 5) + (7 · 6 + 5),
corrispondenti a
38 = 8 + 7 + 8 + 7 + 8 eclissi possibili
È probabile che il ciclo di Saros sia stato dedotto con metodi osservativi ac-
corgendosi anzitutto che dopo 54 anni, pari a circa 668 mesi, avvengono eclissi
pressappoco della stessa magnitudine e nella stessa zona del cielo, ma con un
ritardo di circa un mese. Considerando poi l’intervallo tra due consecutive
eclissi visibili si riconosce che questo è pari a multipli di sei mesi (6n, anche
con n = 1), eccetto alcune volte in cui risulta un mese più corto rispetto ad
un tale multiplo (6n − 1).
In che misura quanto detto finora riguardo al ciclo di Saros possa essere
dedotto tramite osservazioni dirette dei fenomeni lo vediamo dalla tabella 3.25 ,
in cui sono registrate, a partire da Nabossar 0, mese XII, ossia dal 6 Febbraio
746 a.C., le eclissi visibili a Babilonia, con relativa differenza temporale di
ciascuna rispetto alla precedente ed alla prima della lista. Sono inoltre contati
gli intervalli di 6n − 1 mesi, indicati nelle tavolette cuneiformi come 5itu, e le
eclissi possibili: se ad esempio l’intervallo tra due eclissi osservate è 23 mesi è
chiaro che in questo tempo vi sono tre eclissi possibili separate da 6 mesi ed
una da 5, dal momento che il ∆m medio è vicino a 6 mesi.
In totale troviamo dodici esempi di intervalli di 6n − 1 mesi, che si ripetono
con una certa regolarità. I primi due riflettono cadenze al termine di blocchi
di 8 e 7 eclissi possibili, per una durata, rispettivamente, di 7 · 6 + 1 · 5 = 47
e 6 · 6 + 1 · 5 = 41 mesi, il che esclude immediatamente l’esistenza di un
eventuale ciclo di 47 mesi con 8 eclissi possibili e parallelamente quella di uno
di 41 mesi con 7 eclissi possibili. Inoltre non risultano accettabili nemmeno
cicli di 23 = 8 + 7 + 8 o 22 = 7 + 8 + 7 eclissi possibili, rispettivamente
in 135 = 47 + 41 + 47 e 129 = 41 + 47 + 41 mesi. Infatti, nel primo caso
dovremmo avere un intervallo 5itu alla 31a (23 + 8) eclissi possibile, mentre
l’intervallo tra la 30a e la 32a è di 12 mesi. Un’altra discordanza, ad esempio,
sorge alla 92a (23 · 4) eclissi possibile, cui dovrebbe corrispondere un ∆m di
6n − 1 mesi, anziché di 6. Per quanto riguarda il secondo ciclo, esso genera
un conflitto alla 73a (66 + 7) eclissi possibile, quando, anziché dieci 5itu, ne
abbiamo osservati solo nove. Inoltre, ancora una volta, l’intervallo temporale
rispetto alla precedente non è di 6n − 1 mesi, bensì di 6n, cosa che accade,
ad esempio, anche alla 95a (22 · 4 + 7) eclissi possibile. Pertanto all’inizio del
VII secolo a.C. i più brevi cicli validi, in quanto in accordo con le registrazioni
delle eclissi visibili, sono quelli da 15 = 8 + 7 eclissi possibili (88 mesi) con
due intervalli 5itu e da 38 = 8 + 7 + 8 + 7 + 8 eclissi possibili (223 mesi) con
cinque intervalli 5itu. Il primo non incorre in un errore fino al 668 a.C., alla
166a eclissi possibile, mentre il secondo, ossia il Saros, non genera discrepanze
tra teoria ed osservazioni che al 23o ciclo, con l’eclissi del 29 Settembre 339
a.C. prevista erroneamente per il 31 Agosto dello stesso anno. La durata di un
ciclo di Saros, dedotta probabilmente grazie al fatto che un’eclissi di Luna è
un fenomeno molto circoscritto nel tempo (nell’ordine di un’ora), è di 6585;20
giorni, posto che tre di essi corrispondono con buona approssimazione ad un
numero intero di giorni: 19756. Vediamo ora in che modo, a partire dai due
cicli individuati in questo paragrafo, è probabile che gli astronomi babilonesi
ricavino i periodi delle componenti fondamentali del moto della Luna.
5
Per un elenco più completo delle eclissi di Luna visibili a Babilonia e degli intervalli
temporali tra di esse si veda Britton [8], oppure Steele [17].
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 59
Figura 3.2: La precessione dei nodi dell’orbita lunare sul piano dell’eclittica
tra due eclissi di Luna consecutive.
di Luna: come vedremo tra poco infatti, l’intervallo medio tra due di esse è
di poco più di 5; 52 mesi. In questo tempo la Luna compie circa 6 giri e 1/2
sulla sua orbita, mentre il Sole non fa a tempo a riportarsi in opposizione, il
che implica un moto di precessione dei nodi sul piano dell’eclittica. I concetti
di orbita e di nodi sono però propri di modelli astronomici che nasceranno
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 60
fondamentalmente con la cultura greca e non fanno perciò parte del bagaglio
scientifico degli astronomi babilonesi, per i quali il periodo draconitico è il dop-
pio del tempo che intercorre tra due istanti in cui la Luna si trova alla stessa
latitudine del Sole, ovvero il tempo impiegato dalla Luna per attraversare due
volte il piano dell’eclittica.
Per determinare i periodi del moto della Luna possiamo basarci su tre punti
fermi che abbiamo trattato nel paragrafo precedente:
(1) 235 mesi sinodici = 19 anni = 254 mesi siderali;
valore davvero vicino a quello moderno di 27; 19, 17, 58, 45. Dal mese siderale
si deduce il moto in longitudine: esso avviene ad una velocità media di
360/27; 19, 17, 57 = 13; 10, 34, 54o /g ≈ 13; 10, 35o /g,
Ogni eclissi possibile avviene nel punto opposto sull’orbita della Luna rispetto
alla precedente, poiché questa attraversa il piano dell’eclittica in due punti
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 61
distanti tra loro 180o . Possiamo quindi calcolare un valore approssimato del-
l’eccesso, rispetto ad un giro completo della propria orbita, accumulato dalla
Luna ogni mese sinodico, trovando così le spaziature medie tra le Lune piene
rispetto al nodo dell’orbita lunare, in costante moto retrogrado:
Quindi, dopo 223 mesi sinodici, il totale degli eccessi accumulati ammonta a:
6840/360 = 19.
Infine, contando un giro completo per ciascuno dei 223 mesi sinodici, si ha che
ad essi corrispondono
valore ancora una volta molto vicino a quello moderno, pari a 27; 12, 43, 59, 35.
La ricostruzione del percorso che porta alla determinazione del mese draconi-
tico, a differenza di quanto visto per il periodo sinodico e per quello siderale,
presenta alcune piccole criticità. Difatti abbiamo applicato la regola dei Ba-
bilonesi non più sullo Zodiaco, ma sull’orbita lunare, che, seppur di poco, non
è fissa. Inoltre non sembra pienamente giustificabile il fatto di prendere 180o
per trovare la spaziatura media tra le Lune piene, a meno che non ci sia sotto
un ragionamento simile a quello applicato per dedurre la costante C che, in
ambito planetario, consente di trovare gli archi sinodici conoscendo gli inter-
valli di tempo. In questo caso 180o verrebbe considerato come la spaziatura
media tra due eclissi sull’orbita lunare.
dei punti in cui la Luna sorge e tramonta, per un tempo non superiore ad al-
cune settimane, è sufficiente a mostrare che essa non si muove uniformemente
sullo sfondo del cielo delle stelle fisse e che il suo avanzamento varia di giorno
in giorno, con un’oscillazione complessiva di circa 4o . Gli astronomi babilonesi
hanno piena coscienza di questo fatto, ma, apparentemente, fino al IV secolo
a.C. non sono in grado di riconoscerne la periodicità, anche perché gli estremi
della velocità lunare non sono per nulla ben definiti e sono difficili da stabilire
con un livello di accuratezza adeguato tramite semplici osservazioni. In con-
creto è dunque possibile che, passando per un’intenzionale approssimazione, il
mese anomalistico non venga visto come distinto da quello siderale fino all’av-
vento dell’era seleucide, anche se questa coincidenza tra i due periodi porta
alla considerazione dell’orbita lunare come fissa.
S̆Ú: intervallo temporale tra l’ultimo tramonto della Luna ed il sorgere del
Sole prima dell’opposizione;
ME: intervallo temporale tra l’ultimo sorgere della Luna ed il tramonto del
Sole prima dell’opposizione;
NA: intervallo temporale tra il primo sorgere del Sole ed il tramonto della
Luna dopo l’opposizione;
GE: intervallo temporale tra il primo tramonto del Sole ed il sorgere della
Luna dopo l’opposizione.
Figura 3.3: La successione dei Lunar Four nell’ipotesi che l’opposizione av-
venga un po’ prima di mezzanotte, in ogni dopo il tramonto del giorno N .
Se invece capitasse durante il giorno l’ordine degli eventi sarebbe differente.
Precisamente avremmo: ME, S̆Ú, GE, NA.
eN A = (vL − vS ) · (ts − to ).
8
360 uš=1 giorno, sicché 1 uš=4 minuti
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 64
Figura 3.4: Posizioni della Luna rispetto al Sole opposto nei momenti in cui
i Lunar Four vengono misurati. L’opposizione avviene quando la Luna passa
per il punto .
eM E = (vL − vS ) · (to − tt ),
eGE = (vL − vS ) · (tt − to ).
Vediamo ora cosa accade sull’orizzonte occidentale all’alba dei giorni N e
N + 1, quando si osservano S̆Ú e NA. La situazione è illustrata nelle figure 3.6
e 3.5, in cui l’eclittica attraversa l’orizzonte con un angolo di circa 34o , cosa
che a Babilonia (situata a 32, 5o nord di latitudine) accade quando la Luna
piena è attorno all’equinozio di primavera. Se considerassimo una Luna piena
vicina all’equinozio d’autunno, l’angolo sarebbe di circa 81o . Osserviamo che
S̆Ú è il tempo che impiega l’arco eSU a tramontare e dipende dall’inclinazione
dell’orbita solare sull’orizzonte occidentale, ossia da quale posizione sull’eclit-
tica occupa l’arco, cioè in definitiva dalla longitudine lunare λL al momento
dell’opposizione. Lo stesso vale per NA ed un discorso analogo, con lo sguardo
rivolto ad est, può essere fatto anche per ME e GE. Tornando a considerare
la variazione della latitudine della Luna, finora messa da parte per comodità,
possiamo dire che, da un punto di vista moderno, ciascun Lunar Four è una
funzione con quattro variabili, che sono:
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 65
Figura 3.5: Posizioni della Luna e del Sole opposto all’alba nei giorni N e
N + 1. Le frecce indicano il verso del movimento. Possiamo prendere l’orbita
della Luna parallela all’eclittica, dato il breve intervallo di tempo che stiamo
considerando.
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 66
Figura 3.6: Situazione analoga a quella della figura 3.5, qui rappresentata sulla
sfera celeste.
Figura 3.7: Posizioni della Luna e del Sole opposto al mattino nei giorni N e
N + 1. L’opposizione avviene poco prima della mezzanotte del giorno N .
Figura 3.8: Posizioni della Luna e del Sole opposto al mattino nei giorni N e
N + 1. L’opposizione avviene poco dopo l’alba del giorno N .
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 68
Σ = S̆Ú + NA + ME + GE,
Alla base del processo vi è la relazione tra i Lunar Four ed il periodo con
cui oscilla l’avanzamento giornaliero della Luna sulla sua orbita. Proponiamo
innanzitutto due differenti maniere per arrivare ai passaggi intermedi
e
223 mesi sinodici = 239 mesi anomalistici. (3.3)
Il minor numero di mesi sinodici dopo i quali Σ si ripete allo stesso modo
risulta essere 14 e, d’altra parte, abbiamo già detto che è lecito pensare che
il mese anomalistico, in principio, non venga considerato distinto da quello
siderale. Pertanto, in accordo con questa coincidenza, diciamo che in 14 mesi
sinodici vi sono 15 ritorni della Luna alla sua massima velocità, dove 15 è il
numero intero più plausibile considerando la durata del mese siderale. Dopo
tre blocchi da 14 mesi sinodici però, ci accorgiamo che il mese siderale non ha
affatto un periodo relazionabile con quello di Σ. Infatti
il che significa che non vi è, dopo 42 mesi sinodici, un ritorno ad una posizione
di partenza rispetto ad una stella fissa. A questo punto, mantenendo l’ipotesi
che vi siano 15 periodi completi di Σ in 14 mesi sinodici, e quindi 45 periodi
in 42 mesi, possiamo trovare un primo valore approssimativo da assegnare al
mese anomalistico, oramai distinto da quello siderale:
Sulla base della coincidenza del periodo dell’anomalia lunare con quello di Σ,
notiamo che il mese anomalistico, come già ricordato, ritorna al suo valore di
partenza generalmente dopo 14 mesi sinodici, ma qualche rara volta dopo un
mese di meno. Così come in precedenza per le eclissi possibili, si pone quindi
il problema di determinare la frequenza con cui si presentano gli intervalli da
13 mesi sinodici. Il ciclo di Saros risulta essere un buon periodo per l’anomalia
lunare. In 223 mesi sinodici infatti, la funzione Σ torna 16 volte ad assumere
lo stesso valore: 15 volte ogni 14 mesi ed una sola dopo 13, anche per ragioni
aritmetiche, dato che
15 · 14 + 13 = 223
è l’unica combinazione a coefficienti interi del tipo 14x + 13y che copra un ciclo
di Saros. Questo significa che il rapporto m/ma tra la durata del mese sinodico
e di quello anomalistico è più grande di 15/14. Notando ora che la velocità
della Luna ritorna 239 volte in poco più di 223 mesi sinodici, possiamo scrivere
la seguente disuguaglianza:
14 ma 223
> > (3.4)
15 m 239
È possibile arrivare alla disuguaglianza (3.4) anche con un procedimento
più semplice, basato su tre ipotesi che già abbiamo considerato in precedenza:
(1) il periodo di Σ, p(Σ), è un multiplo del mese anomalistico;
(2) ma < m;
Registrando i valori della funzione Σ, somma dei lunar four, ci si accorge che
questi, come già detto, ritornano, in prima approssimazione, ogni 14 mesi.
Pertanto, in accordo con le ipotesi (1) e (2), affermiamo che
p1 (Σ) = 14 m = x ma , con x > 14. (3.5)
Osservando poi, come fatto prima, che il Saros è un periodo più preciso per Σ,
segue che
p2 (Σ) = 223 m = y ma , con y > 223. (3.6)
Cerchiamo dunque due interi x e y, che rispettino la (3.5) e la (3.6), tali che
y 223
= ≈ 15; 56.
x 14
Per l’ipotesi (3) scegliamo
x = 15,
da cui
y = 15; 56 · 15 = 239,
il che avalla ulteriormente la scelta del numero 15, dal momento che il prodotto
con 15; 56 dà un intero, a differenza di quanto accade, ad esempio, con un x
compreso tra 16 e 29. Si arriva poi alla (3.1) tramite la ricerca di una relazione
intermedia tra la (3.2) e la (3.3), a partire dalla disuguaglianza (3.4).
Un teorema già noto a matematici ed astronomi greci quali Aristarco di
Samo (c. 310 a.C. - 230 a.C.) ed Eratostene di Cirene (c. 275 a.C. - 195 a.C.)10
e molto probabilmente, vista la loro confidenza nel maneggiare i numeri, alla
portata degli astronomi babilonesi11 afferma che, se
a c
> ,
b d
allora
a a+c c
> > .
b b+d d
Applicando questo risultato alla (3.4), si ottiene che
14 28 223 + 28 223
= > > ,
15 30 239 + 30 239
ossia ricaviamo una nuova e più precisa relazione tra mese sinodico e mese
anomalistico senza aver bisogno di osservazioni aggiuntive e più accurate delle
precedenti:
10
Secondo quanto riportato a pagina 237 in Alan C. Bowen e Bernard R. Goldstein,
Hipparchus’ Treatment of Early Greek Astronomy: The Case of Eudoxus and the Length of
Daytime, Proceedings of the American Philosophical Society, Vol. 135, pp. 233-254 (1991).
11
Come sostenuto in Goldstein [11].
CAPITOLO 3. LO STUDIO DELLA LUNA 72
251 m = 269 ma .
Da qui, per mezzo del mese sinodico determinato in precedenza, deriviamo
la durata del mese anomalistico effettivamente utilizzata nelle tavolette lunari
relative al Sistema A:
(251/269) · 29; 31, 50, 18 = 27; 33, 16, 30, ... ≈ 27; 33, 16, 30 giorni,
risultato ancora una volta ottimo, a fronte del valore corretto di 27; 33, 16, 22, 48.
- il moto della Luna sulla sua orbita (trascurando la variabilità della linea
degli apsidi);
Quindi ad un giro completato dal nodo ne corrispondono oltre 248 fatti dalla
Luna. Pertanto la velocità media della linea dei nodi è
cosicché possiamo dedurre che il mese draconitico è più corto rispetto a quello
siderale di
1, 4478/13, 1763 = 0, 1099 giorni.
Concludiamo, conoscendo il valore del mese siderale, che il mese draconitico è
lungo
27, 3217 − 0, 1099 = 27, 2118 giorni,
risultato molto simile al valore esatto pari a 27, 21222, ma soprattutto al valore
27, 2121 dedotto dagli scribi. Tramite l’osservazione di Lune piene, eclissi e
sorgere e tramontare di Sole e Luna, i Babilonesi giungono a determinare, con
errori nell’ordine dei secondi, i periodi dei moti lunari, facendo a meno di un
modello geometrico-fisico, sostituito dalla regola dei Babilonesi e dalle relazioni
periodiche
Figura 3.10: Visione complessiva dei moti lunari. Il mese siderale è il tempo che
intercorre tra due passaggi della Luna dal piano passante per una determinata
stella e corrisponde al percorso della Luna sullo Zodiaco. Il mese sinodico è
dato dal mese siderale, considerando il moto del Sole, che avviene nello stesso
verso di quello della Luna. Esso è infatti il tempo che intercorre tra due
passaggi della Luna dal piano passante per il Sole. Il mese draconitico è il
tempo che la Luna impiega a tornare sul piano dell’eclittica ed è determinato
quando si conosca il mese siderale ed il periodo di precessione della normale al
piano dell’orbita lunare intorno alla normale all’eclittica. Il mese anomalistico
infine, è il tempo che intercorre tra due passaggi della Luna dal perigeo oppure,
considerando un’orbita circolare, è il periodo della velocità lunare sulla sua
stessa orbita, con la complicazione aggiuntiva che questa non è fissa.
Appendice: un’effemeride lunare
75
APPENDICE: UN’EFFEMERIDE LUNARE 76
In totale 1 anno = P = 12; 22, 8 mesi, per cui risulta sostanzialmente rispettato
il ciclo di 19 anni.
Colonna C: fornisce la lunghezza del dì in un’unità di tempo chiamata da
Neugebauer ora lunga, equivalente a 4 ore normali, cosicché 1 giorno = 6 ore
lunghe. I Babilonesi furono probabilmente tra i primi a dividere il giorno in
12 ore, ciascuna delle quali corrispondente a 2 ore moderne. I valori sono
dipendenti dalla longitudine del Sole, con l’equinozio di primavera, ossia il
giorno in cui dì e notte hanno la stessa durata, fissato in Ariete 10 ed il massimo
e il minimo sono, rispettivamente, 3; 36 e 2; 24.
Colonna E: è la tabulazione delle latitudini della Luna alle congiunzioni col
Sole vero, ossia quello che si muove secondo il Sistema A. La struttura della
funzione è piuttosto complicata: si tratta di un doppio Sistema B, con velocità
doppia sui valori centrali e coefficienti di passaggio da un arco all’altro del
Sistema A relativo al Sole pari a 15 e 16. L’unità di misura utilizzata è il
barleycorn (indicato con se), dove 1se = 0; 0, 50o .
Colonna F: dà la velocità della Luna come funzione lineare a zig zag con i
seguenti parametri:
d = 0; 25, 48, 38, 31, 6, 40, M = 5; 4, 57, 2, 13, 20, m = 2; 4, 59, 45, 11, 6, 40
e periodo
P = 13; 56, 39, 6, ...
La velocità solare è considerata costante, pari a 30o /mese. G ha la periodici-
tà dell’anomalia lunare perché un mese sinodico sarà tanto più corto (lungo)
quanto più la velocità della Luna è alta (bassa). L’avanzamento della Luna
APPENDICE: UN’EFFEMERIDE LUNARE 77
j = −0; 2, 1, 44.
Colonna K: fornisce la lunghezza definitiva del mese sinodico (ancora una volta
in ore lunghe ed omettendo i 29 giorni). I suoi valori sono dati da:
Colonna M: dà il giorno del mese ed il numero di ore lunghe prima del tramonto
in cui avviene l’opposizione. Le ore sono calcolate tramite la formula
T Φ B C E F G J C0 K M P
XII2 1,58;27,13,20 Ari 27;11,15 3;11,27,30 +3,12;8,39 11;13 4;55,34,4,26,40 0;57,3,45 −0;9,22,30 3;49,8 29 5;29,42 1—
2,26 I 2,1;13,8,53,20 Tor 25;18,45 3;26,7,30 +0,2;45,54 11;55 4;44,33,20 0;57,3,45 −0;7,20 3;40,19 28 1;49,23 1—
II 2,3;59,4,26,40 Gem 23;26,15 3;33,47,30 −3,9;22,45 12;37 4;18,44,41,28,53,20 0;57,3,45 −0;3,50 3;17,50 28 4;31,33 30 —
III 2,6;45 Can 21;33,45 3;34,27,30 −5,8;8,27 13;19 3;52,56,2,57,46,40 0;57,3,45 −0;0,20 2;55,32 28 1;36,1 1—
IV 2,9;30,55,33,20 Leo 19;41,15 3;28,7,30 −7,6;54,9 14;1 3;27,7,24,26,40 0;57,3,45 +0;3;10 2;33,19 28 5;2,48 30 —
V 2,12;16,51,6,40 Ver 18;8 3;14,34,40 −5,17;3,9 14;43 3;1,18,45,55,33,20 0;47,17,54,30 +0;6,46,25 2;20,46 28 2;42,2 30 —
VI 2,15;2,46,40 Bil 18;8 2;54,34,40 −3,10;47,27 15;25 2;41,22,46,40 0 +0;10 2;51,22 29 5;50,40 1—
VII 2,16;20,55,33,20 Sco 18;8 2;36,44,48 +0,14;56,30 15;47 2;40 0 +0;8,54,56 2;48,55 28 3;1,45 30 —
VIII 2,13;35 Sag 18;8 2;26,54,56 +3,25;43,57 15;5 2;40 0 +0;4,54,56 2;44,55 28 0;16,50 30 14;20
IX 2,10;49,4,26,40 Cap 18;8 2;25,5,4 +5,31;59,39 14;23 2;51,58,20 0 +0;0,54,56 2;52,53 29 3;23,57 1 23
X 2,8;3,8,53,20 Acq 18;8 2;31,15,12 +6,45;44,39 13;41 3;17,43,57,2,13,20 0 −0;3,5,4 3;14,38 28 0;9,19 30 14;10
XI 2,5;17,13,20 Pes 18;8 2;45,25,20 +4,39;28,57 12;59 3;43,32,35,33,20 0 −0;7,5,4 3;36,27 29 2;32,52 1 20
XII 2,2;31,17,46,40 Ari 16;48,45 3;4,32,30 +2,38;30,15 12;17 4;9,21,14,4,26,40 0;40,11,50,30 −0;9,33,35 3;19,35 29 5;13,17 1 25
2,27 I 1,59;45,22,13,20 Tor 14;56,15 3;21,58,30 −1,4;30,54 11;35 4;35,9,52,35,33,20 0;57,3,45 −0;8,43 3;29,23 28 1;43,54 30 13;20
II 1,58;36,28,53,20 Gem 13;3,45 3;32,24,30 −3,43;1,9 11;15 4;56 0;57,3,45 −0;5,13 3;53,43 29 3;50,11 1 14;10
III 2,1;22,24,26,40 Can 11;11,15 3;35,50,30 −5,41;46,51 11;57 4;43,6,54,48,53,20 0;57,3,45 −0;1,43 3;44,20 28 0;5,51 1—
IV 2,4;8,20 Leo 9;18,45 3;32,5,30 −6,43;27,27 12;39 4;17,18,16,17,46,40 0;57,3,45 +0;1,52,30 3;22,7 28 2;53,44 30 —
V 2,6;54,15,33,20 Ver 7;26,15 3;21,1,30 −4,44;41,45 13;21 3;51,29,37,46,40 0;57,3,45 +0;5,32 2;59,58 29 5;43,56 1—
VI 2,9;40,11,6,40 Bil 7;4 3;1,57,20 −2,39;55,3 14;3 3;25,41,59,15,33,20 0;11,17,8,30 +0;9,32,5 3;23,55 28 2;19,51 30 —
VII 2,12;26,6,40 Sco 7;4 2;41,57,20 +1,16;41,18 14;45 2;59,52,20,44,26,40 0 +0;10 3;9,52 29 5;9,59 1—
APPENDICE: UN’EFFEMERIDE LUNARE
VIII 2,15;12,2,13,20 Sag 7;4 2;29,10,24 +3,56;36,21 15;27 2;40,55 0 +0;6,23,28 2;47,18 28 2;22,41 30 —
IX 2,16;11,40 Cap 7;4 2;24,23,28 +6,2;52,3 15;45 2;40 0 +0;2,23,28 2;42,23 29 5;40,18 30 —
X 2,13;25,44,26,40 Acq 7;4 2;27,36,32 +6,14;52,15 15;3 2;40 0 −0;1,36,32 2;28,23 29 3;1,55 1 23;10
XI 2,10;39,48,53,20 Pes 7;4 2;38,49,36 +4,8;36,33 14;21 2;53,21,43,42,13,20 0 −0;5,36,32 2;47,45 28 0;14,10 30 15;10
XII 2,7;53,53,20 Ari 6;25,15 2;57,37,30 +1,45;43,42 13;39 3;19,10,22,13,20 0;19,8,51,30 −0;9,23,57 2;50,37 29 3;23,33 1 22
2,28 I 2,5;7,57,46,40 Tor 4;33,45 3;16,22,30 −2,11;47,42 12;57 3;44,59,0,44,26,40 0;57,3,45 −0;9,22,30 2;38,33 28 0;45 30 13;40
II 2,2;22,2,13,20 Gem 2;41,15 3;29,4,30 −4,16;39,33 12;15 4;10,47,39,15,33,20 0;57,3,45 −0;6,21 3;7,22 29 3;37,38 1 16
III 1,59;36,6,40 Can 0;48,45 3;34,46,30 −6,15;25,15 11;33 4;36,36,17,46,40 0;57,3,45 −0;2,51 3;36,41 28 0;0,57 1 15;20
IV 1,58;45,44,26,40 Can 28;56,15 3;33,28,30 −6,9;49,3 11;17 4;56,17,24,26,40 0;57,3,45 +0;0,39 3;59,52 28 2;1,5 1 15;50
V 2,1;31,40 Leo 27;3,45 3;25,10,30 −4,11;3,21 11;59 4;41,40,29,37,46,40 0;57,3,45 +0;4,9 3;48,45 28 4;12,20 30 10;20
VI 2,4;17,35,33,20 Ver 26 3;9,20 −1,54;5,18 12;41 4;15,51,51,6,40 0;32,20,7,30 +0;7,55,15 3;51,27 28 0;20,53 1 20
VII 2,7;3,31,6,40 Bil 26 2;49,20 +2,18;26,6 13;23 3;50,3,12,35,33,20 0 +0;10 4;0,3 28 2;20,50 30 —
VIII 2,9;49,26,40 Sco 26 2;33,36 +4,27;28,45 14;5 3;24,14,34,4,26,40 0 +0;7,52 3;32,6 29 4;48,44 ——
IX 2,12;35,22,13,20 Sag 26 2;25,52 +6,33;44,27 14;47 2;58,25,55,33,20 0 +0;3,52 3;2,17 — 1;46,27 ——
X 2,15;21,17,46,40 Cap 26 2;26,8 +5,43;59,51 15;29 2;40,35,55,33,20 0 +0;0,8 2;40,27 — 5;6 ——
XI 2,16;2,24,26,40 Acq 26 2;34,24 +3,37;44,9 15;43 2;40 0 +0;4,8 2;35,52 29 2;30,8 1—
XII 2,13;16,28,53,20 Pes 26 2;50,40 +0,38;56,54 15;1 2;40,31,51,6,40 0 +0;8,8 2;32,13 29 5;57,55 30 —
XII2 2,10;30,33,20 Ari 24;11,15 3;9,27,30 −2,51,32,15 14;19 2;54,48,8,53,20 0;55,9,37,30 +0;9,23,45 1;50,15 29 4;7,40 ——
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APPENDICE: UN’EFFEMERIDE LUNARE 79
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BIBLIOGRAFIA 82
[12] Herman H. Goldstine. New and Full Moons: 1001 B.C. to A.D. 1651.
American Philosophical Society (1973).