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Stefano Vannozzi

Stefano Vannozzi
Nomi e cognomi Le famiglie di Cercemaggiore nei secoli
Nomi e cognomi
Le famiglie di Cercemaggiore nei secoli

Editore
-2- Associazione
- 3 - Millemetri onlus
Stefano Vannozzi

Nomi e cognomi
Le famiglie di Cercemaggiore nei secoli

Editore
Associazione Millemetri onlus
A Domenica Rainone, mia nonna,
che mi ha fatto conoscere l’amore per questa terra.

Maggio 2008
Associazione “Millemetri” onlus
Via Trieste, 22 - 86012 Cercemaggiore (CB)

Stampato presso Arti Grafiche La Regione


Ripalimosani (CB)

Revisione, grafica e impaginazione digitale di Valentina Marino


(gennaio 2016)

Copyright ©: tutti i diritti riservati all’autore


Il presente lavoro è scaturito - e potrebbe dirsi la sua normale evoluzione - dal- Con vivo piacere mi trovo a scrivere la prima pagina del testo di Stefano
la ricerca già intrapresa anni fa dallo scrivente sulla storia e l’evoluzione delle Vannozzi dedicato ai cognomi cercesi. Il piacere è ancora più sentito se
vicende storiche e sociali della comunità cercese. Dalla grande massa di dati e
si considera che questa iniziativa cade in concomitanza con le manife-
notizie emerse dalle nebbie del tempo, quasi piccoli frammenti di un mosaico
ben più grande la cui composizione completa non potrà mai giungere alla fine - stazioni che il Comune di Cercemaggiore ha voluto organizzare pres-
semmai, ottimisticamente, ad un buon livello di approssimazione -, si possono so la più grande comunità cercese nel Connecticut. Un anno storico,
individuare alcune delle cause socio-politiche che hanno portato alla situazio- questo, per quanto riguarda i rapporti della comunità residente a Cer-
ne odierna. Del resto gli storici di ogni tempo, e non solo loro, ben ci hanno cemaggiore con la grande comunità dei concittadini che dalla seconda
insegnato che solo partendo dalla conoscenza del proprio passato si può essere
metà dell’Ottocento si sono sparsi per il mondo, perché ha voluto porre
in grado si capire il presente ed intravedere una linea per il futuro.
In questo lavoro il lettore troverà certamente argomenti per capire la presenza le basi per riallacciare un legame che mai si è spezzato ma che ora si spe-
in loco, a volte anche da diversi secoli, della propria famiglia, ma non certo l’o- ra possa essere proiettato nel futuro con maggiore assiduità e costanza;
rigine del proprio ceppo. Non si tratta, difatti né sono mai state queste le inten- un legame che ci faccia conoscere meglio e meglio ci faccia dialogare.
zioni, di raccogliere notizie per un libro a carattere araldico o ancor più di tipo Tale speranza sembra ben riposta se è vero che al programma elaborato
genealogico. Abbiamo cercato di fatti di convogliare in una sola pubblicazione,
per tale occasione, in cui rientra appunto anche il presente lavoro, han-
una sorta di “dizionario delle famiglie cercesi”, tutte le notizie a noi note sulle
famiglie odierne e passate del paese, sulla loro origine ed etimologia, sottoline- no partecipato associazioni e comitati, liberi cittadini ed istituzioni. Mi
ando quando possibile, per ogni voce, uno o più personaggi che si sono distinti preme, tra queste, rimarcare la vicinanza che ci hanno mostrato la Re-
per una carica o un titolo o una professione. Altresì si noterà come molte fa- gione Molise, la Provincia di Campobasso e la Comunità Montana Ma-
miglie si siano evolute nel tempo, altre siano scomparse lasciando spazio alle tese, e sottolineare la partecipazione dell’esecutivo e del Consiglio da me
nuove, altre ancora anonime ma giunte in tempi diversi, denotando quindi una
presieduti (il vice-sindaco Pietro Zurlo, Antonio testa, Antonio D’Aver-
diversa origine fra loro. Ci rendiamo conto che tale lavoro non risulterà privo
di pecche, mancanze o sviste, per le quali ci scusiamo con i lettori, ma dopo sa,; i consiglieri Domenico Di Stasi, Nicola Donato Zappone, Gianvin-
tanta fatica ci piace l’idea di aver dato voce per la prima volta a tante famiglie e cenzo Petraroia, Vincenzo Miele, Fausto Testa, Mario Giuseppe Testa,
personaggi altrimenti dimenticati. Angelo Raffaele Testa, Biase D’Aversa, Alfonso Testa, Giovanni Cirelli).
In questo dialogo intrapreso con le comunità dei cercesi d’oltremare il li-
Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza l’apporto ed il contributo di
bro di Vannozzi rappresenta un legame tangibile: il legame dell’identità.
notizie, documenti e testimonianze di molti cercesi e discendenti sparsi per la
penisola. Un ringraziamento particolare al Parroco P. Carducci d’Amico che ha È uno squarcio che si apre sulla storia dei cognomi della nostra comuni-
sempre incoraggiato in ogni modo tali studi, al Sindaco ed al personale tutto tà e sui loro spostamenti; seguendo le persone di cui fanno parte indis-
dell’ufficio anagrafe del Comune di Cercemaggiore, alle Famiglie De Capua - solubile, questi nomi e cognomi hanno fatto nel corso dei secoli il giro
Salerno, a Folco Salerno (S. Maria a Vico - CE), al P. Michele Miele O.P. (Na- del mondo, continuando la loro storia là dove si sono fermati, magari
poli), ad Annamaria Testa (Firenze), a Maria Teresa (Roma), Francesco Testa
tramutandosi ed adeguandosi graficamente alle parlate locali ma pre-
(Foiano della Chiana), Carla Salvatore (Roma), Angela Di Niro, Fabio Paolucci
(Colle Sannita), Mascia Giovanni (Toro) amico e studioso valentissimo, non- servando dietro e dentro di sé ciò che sono stati, da dove sono nati,
ché all’insegnante Franco Petraroia a cui devo grande stima e come sempre rin- soprattutto da dove sono venuti.
graziamenti per le diverse ricerche, aiuti e suggerimenti apportati al presente Scopriamo, nel libro, ciò che siamo stati e siamo diventati nell’articolarsi
lavoro. dei decenni, ma troviamo anche, inevitabilmente, qualcosa che si è per-
Infine un ringraziamento particolare a Michele Testa, Presidente dell’Associa-
so, i cognomi scomparsi che di sé hanno lasciato traccia magari solo in
zione Millemetri, ed a tutta la redazione della rivista, che hanno accolto la pro-
posta di pubblicare il presente lavoro. un’epigrafe, in un documento. Quelli trascritti sui registri di bordo delle
svariate navi su cui i cercesi hanno messo piede per raggiungere altre
Roma, maggio 2008 terre ci riassumono un po’ tutti e segnano la nostra storia meno lontana.
Stefano Vannozzi
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Da questi infiniti elenchi si possono estrapolare anche le uniche tracce Siamo felici che la prima pubblicazione che presentiamo come Associa-
rimaste di nomi e cognomi altrimenti scomparsi, preservati nei censi- zione sia un testo elaborato dal nostro antico (e tra i primi) collabora-
menti di città e nazioni d’oltremare, cognomi che hanno proseguito la tore della rivista Millemetri. Stefano Vannozzi, nel corso degli anni, ha
loro storia altrove e che nel paese di origine hanno creato un vuoto di difatti assicurato una finestra sempre aperta sulla storia meno conosciu-
memoria. ta di Cercemaggiore.
Un vuoto che ora questo libro viene a colmare. Ed ora, con questo libro, ci introduce in una storia ancora più recondita
e, forse, più sentita da ciascuno di noi. Che cosa c’è, difatti, di più indi-
Il sindaco di Cercemaggiore viduale, di più “personale” del proprio nome e cognome? Ne siamo con-
Gino Donnino Mascia trassegnati nel profondo, non solo nei registri anagrafici e nel cumulo di
carte e certificati che ci accompagnano per tutta la vita.
Dietro il nostro nome e il nostro cognome c’è, difatti, non solo la nostra
storia individuale, ma le vicende che ci hanno preceduto e che hanno
accompagnato la nostra famiglia e i nostri antenati all’interno della co-
munità di appartenenza. C’è una “origine” e c’è un dispiegarsi nel corso
dei decenni, talvolta dei secoli; ci sono spostamenti e assestamenti, mo-
vimenti e stasi; ci sono fatti mai raccontati e vicende sconosciute che
si nascondono dentro una semplice parolina di poche sillabe. Un solo
singolo cognome ha percorso la storia di intere generazioni, le ha unite
ed accompagnate nei loro spostamenti attraverso lo spazio e il tempo,
ne ha racchiuso come in un bozzolo minuscolo i tratti salienti, nascon-
dendoli alla percezione immediata ma nello stesso tempo preservandoli
nella memoria.
Il cognome come scrigno ma anche come data base che, a sua volta, con
una serie di link, rimanda ad una serie infinita di altri dati collegati, che
vanno oltre. Oltre l’individuo, oltre la famiglia. Nel loro insieme nomi e
cognomi fanno la comunità, ne segnano lo spazio fisico e temporale, si
incastrano e si fondono all’infinito, in un continuo separarsi e ritrovarsi.
Per questo, anche, questo libro ha subito catturato la nostra attenzio-
ne. Ne abbiamo percepito le potenzialità evidenti, l’importanza del suo
essere un tentativo non irrilevante di scrivere la storia della nostra co-
munità per “immagini” personali e nello stesso tempo collettive, come
una gigantesca fotografia in cui ognuno può vedersi e collegarsi a chi gli
è a fianco, senza perdersi di vista e senza ignorare i contorni delle altre
figure che si nascondono dietro quelle in primo piano.
Crediamo e speriamo, con questa iniziativa, di rendere un servizio alla
comunità cercese e di soddisfare più di una curiosità. Forse qualcosa

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sarà rimasto in sospeso, come lo stesso autore più volte ci ha ripetuto,
ma questo non è un problema: intanto si è posto un inizio, il seguito si
potrà sempre riprendere, anche con l’aiuto e i suggerimenti di voi lettori.

Associazione Millemetri onlus

I cognomi in Italia

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L’origine del cognome

   Lo studio del significato e dell’origine dei cognomi ricade in una


branca onomastica, l’antroponimia (mentre altra branca è la toponoma-
stica, ovvero lo studio del significato dei nomi di luoghi). L’onomastica
è una scienza fondamentalmente linguistica se pur con numerose inser-
zioni con altre scienze quali storia, sociologia, antropologia ecc.
Per cognome s’intende il nome proprio che appartiene ad una famiglia
e che si tramanda di padre in figlio. La parola deriva dal latino cum no-
mine nel senso che si accompagna al nome per meglio caratterizzarlo.
   Fra i popoli antichi non esisteva il cognome, perlomeno non nel
senso in cui lo intendiamo oggi. Un uso più vicino a noi cominciaro-
no a farlo i popoli italici e poi i Romani e solo per i cittadini liberi.
Generalizzando e semplificando, possiamo dire che essi adottavano la
formula prenomen + nomen + cognomen + agnomen, dove il prenomen
era caratteristico della persona e paragonabile al nostro nome di batte-
simo; il nomen indicava la gens (come dire la tribù, a volte anche mi-
tologica); il cognomen specificava la linea genealogica della gens cui la
persona apparteneva (nome del padre ma anche dell’avo); l’agnòmen era
un nome aggiunto che indicava una qualche particolarità della persona,
una sorta di soprannome come appare ad esempio per Marcus Porcius
Cato Censorius e Marcus Porcius Cato Uticensis; il primo, detto appunto
“il Censore”, vissuto nel III sec. a.C. ed avo del secondo, morto ad Utica
in Africa (per questo detto l’Uticense).
   Come detto, questo tipo di distinzione era a retaggio dei soli patrizi
in quanto i plebei non prendevano il nome del padre bensì del loro pa-
drone mentre gli schiavi non avevano alcuna distinzione.
   Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, cessò l’uso di pre-
nomi, nomi e cognomi ed in epoca tardo antica e alto medievale, le fa-
miglie non avevano nessun appellativo che le distinguesse.
   Non si può parlare tout court di una ripresa di un sistema distintivo
delle persone. Sarebbe necessario, infatti, specificare i seguenti parame-
tri:
- luogo geografico;
- ceto sociale;
- connotazione esatta che si vuol dare alla parola “cognome”;

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- a quale frequenza e modalità d’uso del cognome si vuol fare riferimen- le persone, ancorché di basso lignaggio, si videro avere proprii cognomi,
to; con tramandargli a’ loro posteri e discendenti”.
   Solo attraverso queste distinzioni si può spiegare la notevole diffe-
renza con la quale gli studiosi indicano i periodi di rinascita del cogno-    Il Gaudenzi posticipa più o meno le stesse condizioni di almeno
me. tre secoli affermando che ancora nei secoli XIII e XIV la maggior parte
Il Muratori indicava dal X al XIII secolo proponendone un uso raro e a delle famiglie ne erano prive, nel XV si diffuse nelle città mentre nel
solo beneficio dei nobili per il primo secolo e, successivamente, un uso contado ancora nel XVI molte famiglie non l’avevano. Grazie ad un re-
modesto e poi un uso diffuso fra i nobili nonché un principio d’uso da cente ritrovamento di un documento noto solo parzialmente, abbiamo
parte della ricca “borghesia”. pubblicato il testo integrale.
   Così anche il De Sariis opina per una prima origine ed uso dei    Mediando le varie opinioni, si può affermare che il periodo di mas-
cognomi ristretta alla sola élite nobiliare e che solo successivamente si simo sviluppo per la formazione dei cognomi vada dal XIII al XV secolo
estese al resto della popolazione e dei ceti più bassi. Scrive infatti che: mentre prima e dopo lo sviluppo fu estremamente variabile. È inoltre
“Da cotesti Feudi e Contadi posseduti da varie famiglie, sursero i cognomi certo il fatto che i nobili di antica stirpe, generalmente feudale, ebbero
per designarle, impercioché i Longobardi non avendo cognomi per denota- per primi il cognome seguiti dalla nuova nobiltà, poi da quei popolani
re le particolari famiglie, dalle Città e Terre che possedevano, ed ove avean che emersero per potenza o ricchezze e solo molto più tardi se ne tra-
stabilita la residenza, presero i cognomi; e così cominciossi in quelle parti smise l’uso anche ai ceti meno abbienti.
a restituire il costume degli antichi Romani, i quali conobbero Feudi, ma    Nel XVII-XVIII secolo, inoltre, non solo cessò la tendenza alla neo
trassero i cognomi altronde, come nella pastorizia, dall’agricoltura, dalla formazione di altri cognomi ma anzi iniziò la tendenza contraria che
natura, corporatura, da’ costumi, dalle conquiste, e simili. Succeduti Nor- diverrà sempre più forte specie quando le leggi degli stati fissarono in
manni, questi l’accrebbero in modo, che tutte le famiglie si distinsero, come modo pressoché immutabile il cognome delle persone segnandone così
ora, da’ loro cognomi”. l’estinzione per tutte le famiglie senza discendenza maschile.
   Della stessa opinione è anche il Giannone che pochi anni dopo al    Altro motivo di discordia tra gli studiosi del passato, furono le clas-
riguardo scrive: sificazioni secondo cui ordinare l’origine dei cognomi. Sicuramente una
“Trassero eziandio i cognomi origine dà magistrati ed uffizi, così eccle- classificazione fra le più moderne è quella proposta da Emidio De Feli-
siastici come secolari, e per qualche mestiere da’ loro antenati esercitato. ce, che riassume in sé quelle più classiche. Inoltre il De Felice dispone di
La famiglia Mastrogiudice quindi, al dir di Freccia, ebbe origine siccome quei dati statistici dei quali il Gaudenzi (1898) sentiva dichiaratamente
quella de’ Doci, degli Alfieri, de’ Conti, de’ Ferrari, Cavalcanti, Filastop- la mancanza.
pa, e tante altre. Da’ costumi ancora e dalla propria indole; da’ colori,
dagli abiti, dalle barbe, dal mento, dalle piante, fiori, animali, e da tante
altre occasioni ed avvenimenti che sono infiniti. È da avvertire che questa TIPO SOTTOTIPO % ESEMPI
usanza di tramandar cognomi a’ posteri, perché meglio si distinguessero le
1. Nomi personali o individuali 37%
famiglie, cominciò sì bene appo noi nel fine di questo X secolo, ma molto
di rado; onde ne’ diplomi ed altre carte di questi tempi assai di rado si 1.A Nomi di tradizione generica 13% Arduino, Guido,
leggono cognomi. o aspecifica Rodolfo
Si frequentarono un poco più nell’XI e XII secolo appo i Normanni; ma nel di fondo germanico 10% Augusto, Alba, Ma-
XIII e XIV furono talmente disseminati e stabiliti, che comunemente tutte rio, Silvio

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di fondo latino diretto o indi- 3% 1.D Nomi di tradizione dotta 1% Baiardo, Lancillotto,
retto tramite il greco e l’ebraico Letterari o storici riassunti nel Tristano
di altre tradizioni (greco-bi- Ca. Basso Medioevo o nel Rinasci-
zantina, araba, ebraica, france- 0% mento da fonti per lo più scrit-
se, spagnola, ecc.) te, specie classiche, francesi o
provenzali
1.B Nomi di tradizione religiosa 13%
cristiana e, in minima parte, 2. Soprannomi 15%
ebraici 2.A A carattere continuativo 8%
di fondo latino diretto o indi- 10% Abbondio, Bene- In origine possono aver avuto
retto detto, Domenico, carattere distintivo, scherzoso,
Orsola ecc. polemico, ma anche offensivo,
Alessandro, Filippo, dispregiativo.
Giorgio (se greci), riferiti a caratteristiche fisiche Biondo, Rosso,
Maria, Matteo, Pie- (più numerosi) Nero, Grasso, Gros-
tro (se ebraici) so, Magro, Piccolo,
di fondo germanico 1% Anselmo, Alberto, Bello, Bellomo,
Bernardo Brutto, Quattrocchi,
Zoppo, Sordo ecc.
di fondo israelitico 1% Abramo, Isacco,
Baruch riferiti a caratteristiche Avveduto, Astuto,
intellettuali, di carattere o di Allegro, Ardito,
1.C Nomi di formazione medioe- 10%
comportamenti abituali Brusco, Malinconi-
vale in lingua volgare
co, Rustico, Tacca-
augurali e/o gratulatori 9% Arrivabene, Benve- brighe, Bevilacqua,
nuto, Bonaventura, Fumagalli, Tagliavi-
Ventura ni, Pittavini ecc.
teoforici, apotropaici e di 1% Diolaiuti, Laudadio, 2.B Vari ed occasionali 7% Maccaferri, Magna-
trovatelli Omodeo, Sperindio, Per la loro natura non dan- vacca, Pappacoda,
Conforto, Rimedio, no, in genere, la possibilità di Pittaluga, Rasulo,
Afflitto, Esposito, capire il legame fra significato Squarcialupi, Taglia-
Ignoto, Innocente, lessicale e persona denomi- latela ecc.
Proietto, Trovato nata.
3. Nomi aggiunti 48%

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3.A Etici e toponimi 37% Greco, Tedesco,    Davanti all’esigenza di caratterizzare i nomi di battesimo delle per-
Anche toponimi usati con Latino, Longobardo, sone, si offrirono varie alternative che furono, in minore o maggiore
valore di etnici Siciliano ecc. misura, tutte egualmente percorse ed i cui esiti si ritrovano oggi come
cognomi su qualunque elenco telefonico.
3. B Patronimici e matronimici 1%
   Bisogna inoltre tenere presente che nei documenti antichi si pos-
La bassa percentuale attribu-
sono verificare alcune modificazioni dei cognomi di varia entità quali:
ita a questo gruppo si spiega
- uso alternante del singolare (Macchiavello, Orsino, Mazzolino) o del
col fatto che molti di questi
plurale per ragioni di varia natura fra le quali l’uso del genitivo patro-
cognomi si confondono col
nimico;
gruppo dei nomi personali
- caduta delle particelle prepositive di, de, dei (degli Uberti, degli Orsi-
espressi con preposizioni D’Ambrosio, D’Ales- ni);
sandro, Di Gio- - i cognomi delle donne venivano scritti spesso al femminile (Maria Or-
vanni, Del Santo, sina, Elena Colomba);
D’Anna, De Luca, - alternanza dei cognomi (specie patronimici) con i soprannomi che,
De Maria ecc. magari, in altri documenti cedono nuovamente il posto al cognome di
espressi con articolo determi- Lo Mauro, La partenza.
nativo Franca    Altra considerazione di fondamentale importanza è che lo stesso
col semplice nome PierMaria, Massi- cognome è sorto in diverse zone d’Italia in maniera del tutto indipen-
mo, Antonio dente. Ciò a significare che l’omonimia non è condizione sufficiente a
con il prefisso “fi” Fridolfo che esista una parentela.
   Anche a Cerce difatti sono presenti cognomi omonimi di famiglie
con le particelle della lingua Momich, Simonich, giunte e stabilitesi in loco in modi e tempi diversi, spesso con luoghi
slava -ic Marussig originari di partenza estranei fra loro.
in italiano -ich, -ic, -ig    A quanto sopra va aggiunto che la ricerca delle radici del cognome
3. C Nomi di mestiere 10% Fabbro (o Ferraro), della propria famiglia può spesso divenire estremamente complessa, a
ma anche carica, ufficio, di- Magnano (o Ma- meno che non esistano documenti antichi che spieghino, più o meno
gnità o grado (militare, civile, gnino), Fattore (o esplicitamente, l’origine del cognome e la storia della famiglia.
ecclesiastico, famigliare), con- Manente, Masiero,
dizione sociale ecc. Masoero, Massa- Sulla sostituzione o cambiamento del cognome
ro ecc.), Medico,
Speziale, Avogadro,    Trattando di cognomi ci è sembrato utile inserire anche il testo di
Almirante, Console, Legge ancora vigente(1) (con opportune modifiche avvenute nel tem-
Capitano, Cattano, po(2)) riguardante le procedure per l’integrazione o il cambiamento del
Abate, Cardinale, cognome, specie nei casi in cui lo stesso risulti scurrile o poco conso-
Vescovo no per la persona che lo porta. È il caso di alcuni cognomi nati come
soprannomi (a volte per burla) e poi “fissati” nel cognome, volente o

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nolente, dei discendenti come Sciaquetta, Godi, Ficalarga, Ficarotta, Fi- terminati giornali.
nocchi/io, Chiavone, Ciula, Bocchino, Porco/u e così via.
156. Chiunque crede di avervi interesse può fare opposizione alla do-
R.D. 9 luglio 1939, n. 1238 Ordinamento dello stato civile
manda non oltre il termine di sessanta giorni dalla data dell’ulti-
TITOLO VIII - Dei cambiamenti e delle aggiunte di nomi e cognomi
ma affissione, inserzione o notificazione. L’opposizione si fa con
Capo I - Dei cambiamenti e delle aggiunte di cognome (artt. 153 - 154
atto notificato al Ministro per la grazia e giustizia per mezzo di
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ufficiale giudiziario.
Capo II - Dei cambiamenti e delle aggiunte di nomi e dei cambiamenti
di cognomi in casi speciali (artt. 158 - 159 - 160 - 161 - 162) 157. Trascorso il termine di sessanta giorni indicato nell’articolo che
Capo III - Disposizioni generali (artt. 163 - 164) precede, il richiedente, affinché possa essere promosso il Decre-
to Reale(3) di concessione, presenta al Ministro per la grazia e
Capo I - Dei cambiamenti e delle aggiunte di cognome giustizia: 1) un esemplare dell’avviso con la relazione del messo
comunale che attesta la eseguita affissione e la sua durata; 2) un
153. Chiunque vuole cambiare il cognome od aggiungere al proprio
esemplare del numero dei giornali in cui furono fatte le inserzio-
un altro cognome deve farne domanda al Re Imperatore per
ni; 3) la prova delle eseguite notificazioni quando queste sono
mezzo del Ministro per la grazia e giustizia, esponendo le ragioni
state prescritte. Se alla domanda è stata fatta opposizione, il Mi-
della domanda ed unendo l’atto di nascita e gli altri documenti
nistro per la grazia e giustizia deve sentire il parere del Consiglio
che la giustificano.
di Stato.
154. La domanda è presentata al procuratore generale presso la corte
di appello nella cui giurisdizione il richiedente ha la sua residen- Capo II - Dei cambiamenti e delle aggiunte di nomi e dei cambiamenti di
za. Il procuratore generale assume sollecitamente informazioni cognomi in casi speciali
sulla domanda e la spedisce al Ministro per la grazia e giustizia
158. Salvo quanto è disposto nell’art. 166 per la rettifica degli atti di
con il suo parere e con tutti i documenti necessari.
nascita ivi indicati, chiunque vuole cambiare il nome od aggiun-
155. Il Ministro, se crede che la domanda merita di essere presa in gere al proprio un altro nome, ovvero vuole cambiare il cognome
considerazione, autorizza il richiedente: 1) ad inserire per sunto perché ridicolo o vergognoso o perché rivela origine illegittima,
la sua domanda nella Gazzetta Ufficiale del Regno, con invito a deve farne domanda al procuratore generale della corte di ap-
chiunque abbia interesse a presentare le sue opposizioni nel ter- pello nella cui giurisdizione è situato l’ufficio dello stato civile
mine stabilito nell’articolo seguente; 2) a fare affiggere dal messo dove trovasi l’atto di nascita, al quale la richiesta si riferisce. Nella
comunale all’albo pretorio del comune di nascita e del comune domanda che deve essere corredata dalla copia integrale dell’atto
della residenza attuale del richiedente un avviso contente il sun- di nascita dell’interessato, si deve indicare la modificazione che
to della domanda e l’invito a farvi opposizione entro il termine si vuole apportare al nome o cognome oppure il nuovo nome o
suindicato. L’affissione deve avere durata di giorni sessanta con- cognome che si intende assumere. In nessun caso possono essere
secutivi e deve risultare dalla relazione del messo fatta in calce attribuiti, in via di cambiamento del precedente cognome, ai sen-
all’avviso. Il Ministro, con decreto che autorizza la pubblicazione, si del comma primo di questo articolo, cognomi di importanza
può’ prescrivere che il richiedente notifichi a determinate per- storica od appartenenti a famiglie illustri o comunque note sia
sone il sunto della domanda e l’invito anzidetto, ed inoltre che nel luogo in cui trovasi l’atto di nascita del richiedente, sia nel
tanto il sunto quanto l’invito siano inseriti una o più volte in de- luogo di sua residenza, né cognomi che sono denominazioni di

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località, né casati iscritti nell’elenco ufficiale della nobiltà italiana, e i provvedimenti contemplati in questo capo, le copie relative,
predicati, appellativi o cognomi preceduti da particelle nobiliari. gli scritti o i documenti eventualmente prodotti dall’interessato
sono esenti da ogni tassa, compresa quella di concessione gover-
159. Il procuratore generale, assunte informazioni sulla domanda, se
nativa, se l’interessato si trova in disagiata condizione economi-
crede che essa merita di essere presa in considerazione, autorizza
ca. L’interessato, che intende usufruire delle agevolazioni conces-
con suo decreto il richiedente: 1) ad inserire per sunto la doman-
se dalla precedente disposizione, deve presentare un certificato
da nella Gazzetta Ufficiale del Regno con invito a chiunque abbia
del podestà(5) relativo alla sua condizione economica e un certifi-
interesse a presentare le sue opposizioni entro il termine stabili-
cato dell’ufficio distrettuale delle imposte, dal quale risulti se egli
to nell’articolo seguente; 2) a fare affiggere dal messo comunale
si trova iscritto nei ruoli delle imposte dirette, con la indicazione,
all’albo pretorio del comune di nascita e del comune della resi-
in caso affermativo, dell’ammontare delle imposte medesime. I
denza attuale del richiedente un avviso contenente il sunto della
predetti certificati devono essere rilasciati in carta non bollata
domanda e l’invito a farvi opposizione entro il termine suindica-
dal podestà e dall’ufficio distrettuale delle imposte del comune
to. L’affissione deve avere la durata di giorni trenta consecutivi e
di origine e del comune dove l’interessato ha la sua residenza o
deve risultare dalla relazione del messo fatta in calce all’avviso.
il domicilio. La dispensa dalle tasse è accordata con decreto del
160. Chiunque crede di avervi interesse può fare opposizione alla do- procuratore generale, il quale dispone altresì la inserzione nella
manda entro il termine di trenta giorni dalla data dell’ultima af- Gazzetta Ufficiale del Regno senza spese.
fissione o della inserzione. L’opposizione si fa con atto notificato
al procuratore generale per mezzo di ufficiale giudiziario. Capo III - Disposizioni generali
161. Trascorso il termine di trenta giorni indicato nell’articolo prece- 163. I decreti che autorizzano la modificazione, il cambiamento o l’ag-
dente, il richiedente presenta al procuratore generale un esempla- giunta del nome o cognome devono essere trascritti, a cura del
re della Gazzetta Ufficiale del Regno, in cui fu fatta la inserzione, richiedente, nei registri in corso delle nascite del comune ove si
ed un esemplare dell’avviso con la relazione del messo comunale trova l’atto di nascita delle persone a cui si riferiscono e devo-
attestante la eseguita affissione e la sua durata. Il procuratore ge- no essere annotati in calce all’atto medesimo. La trascrizione e
nerale, accertata la regolarità dell’inserzione e delle affissioni e l’annotazione dei decreti del procuratore generale possono aver
vagliate le eventuali opposizioni, provvede sulla domanda con luogo soltanto quando non è stato presentato ricorso al Ministro
decreto. Il decreto, nei casi in cui vi è stata opposizione, deve per la grazia e giustizia ovvero il ricorso sia stato respinto. Gli
essere notificato a cura del richiedente, per mezzo di ufficiale effetti dei decreti rimangono sospesi fino all’adempimento delle
giudiziario, agli opponenti, i quali, nel termine di trenta giorni formalità indicate nel comma primo. Per i membri di una stessa
dalla notificazione, possono ricorrere al ministro della grazia e famiglia si può provvedere con un unico decreto.
giustizia, che decide sentito il parere del consiglio di Stato. Al
164. Nulla è innovato alle disposizioni del R. decreto-legge 10 gen-
decreto si applicano le disposizioni dell’art. 8 della tabella A alle-
naio 1926, n. 17, convertito nella legge 24 maggio 1926, n. 898,
gata al regio decreto 30 dicembre 1923, n.3279, sulle concessioni
del R. decreto 7 aprile 1927, n. 494, e del R. decreto 31 maggio
governative e dell’art. 3, allegato F, del R. decreto 26 settembre
1928, n. 1367, che regolano la restituzione in forma italiana dei
1935, n.1749(4).
cognomi delle famiglie dei territori annessi, facendo altresì salve
162. In tutti i casi di cambiamenti di nomi e cognomi perché ridicoli le disposizioni sulla disciplina dei cognomi degli appartenenti
o vergognosi o perché rivelanti origine illegittima, le domande alla razza ebraica(6). Le disposizioni del R. decreto 22 dicembre
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1932, n. 1696, aggiunte all’articolo unico, dopo il comma secon-
do, del R. decreto 25 agosto 1932, numero 1101, continuano ad
applicarsi soltanto nei confronti delle persone nate negli anni dal
1915 al 1918(7).

I cognomi a Cercemaggiore
(1) Pubblicato nel Suppl. Ord. alla Gazzetta Uff. 1° Settembre 1939, n. 204 ed emanato
in virtù della delega conferita con la L. 30 dicembre 1923, n. 2814 e con l’art. 3, L.
24 dicembre 1924, n. 2260.
(2) Vedi Circ. 3 novembre 1997, n. 1/50-FG-11/87/1075, emanata da Ministero di Gra-
zia e Giustizia.
(3) Ora decreto presidenziale.
(4) Il vigente testo unico delle disposizioni in materia di tasse sulle concessioni gover-
native D.P.R. 1° marzo 1961, n. 121, riportato alla voce Concessioni Governative
(Tasse sulle), non prevede il pagamento di alcuna tassa per gli atti in questione.
(5) Ora sindaco.
(6) Il riferimento agli appartenenti alla razza ebraica deve ritenersi venuto meno per
effetto dell’abrogazione delle disposizioni di carattere razziale disposto con R.D.L.
20 gennaio 1944, n. 306. Vedi, al riguardo, la voce Perseguitati politici e razziali.
(7) Il R.D. 22 dicembre 1932, n. 1696, richiamato dal presente articolo, così dispone
al riguardo: «Nel caso di sostituzione di cognome a quello originario l’indicazione
della paternità sarà omessa in tutti gli atti di stato civile ed in qualsiasi altro atto
pubblico o da presentare a pubblica autorità. La disposizione di cui al comma pre-
cedente non si applica alla restituzione dei cognomi in forma italiana, disciplinata
dai Regi decreti 10 gennaio 1926, n. 17, e 7 aprile 1927, n. 494». Il R.D. 25 agosto
1932, n. 1101 deve, per il resto, ritenersi superato dagli artt. 184 e segg. Del presente
ordinamento.

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Origine e Provenienza

   Lo studio dei cognomi cercesi appare in primo luogo complesso


se non si tengono presenti diversi fattori dovuti no solo agli intrecci pa-
rentali specie con centri vicini, ma anche all’incidenza delle mortalità
dovute alle guerre ed alle numerose epidemie con l’importante riflesso
sulla crescita della popolazione nel corso dei secoli; dell’apporto di nuo-
ve famiglie in diverse ondate migratorie (con l’evidente sostituzione dei
cognomi locali più antichi) ed i flussi migratori inversi di intere fami-
glie cercesi dapprima verso S. Croce di Morcone (oggi del Sannio) negli
anni fra il 1561 ed il 1595 ed a seguito della peste del 1656. È questo un
periodo fiorente per la piccola comunità locale (ancora poco indagato)
provato dalla presenza di altri membri della più disparata provenienza
(generalmente dalla vicina Terra di Lavoro o Campania), attestati nel
paese con grosse risorse finanziarie e patrimoniali come nel caso del
contemporaneo medico fisico, tal nunzio Fiorito di Torrecuso.
   A questi fatti devono sommarsi poi, le famiglie locali più in vista
impegnati in vari rami del commercio della lana e delle attività giuridico
forensi o ecclesiali; fra cui, quelle ora scomparse degli Egizi (not. Cesare
Egizio), Capobianco, Mancini, Marcucci (un Giuseppe sarà arciprete e
protonotaro apostolico), leone , D’Avanza, Riglione, Ricciardi-Ricciar-
della, Giovannelli e quelle ancora presenti ma nel tempo decadute dei
Testa (not. Marchetto Testa) e Iuliano (not. Carlo De Iuliis poi De Iu-
lianis).
  È questo il periodo di un’accorta trama politica parentale che lascia
intendere il trapasso di beni patrimoniali già dalla seconda metà del
secolo, che non vanno comunque a disgregare l’asse di beni ereditati,
pur con l’estinzione per via femminile di vecchi casati e l’avvicendarsi di
altri nuovi emergenti. Si veda il caso dei Marcucci-Bruno e, nel nostro
caso, di un ramo dei Fasano confluito per via matrimoniale con un Tucci
e ulteriormente in vari rami fra le famiglie Zappone, Rocca, Fontana.
   Per i periodi più recenti bisogna invece tenere presente la gran-
de emigrazione avvenuta dopo il 1860 verso le Americhe ed in modo
minore verso il nord Europa e l’Australia, con una grande emorragia
e dispersione di diverse famiglie che sono state per sempre cancellate
dall’onomastica locale.

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   È il caso di cognomi quali De Cecco, Massari, Chiaffarelli, D’A- particella Di o De: Di Donato, D’Helia. Ma in molti casi, nel corso dei
scenza, Rocca, Morrone, solo per citarne alcuni. secoli, cadde la particella indicativa.
   Questa ricerca ha permesso inoltre di localizzare sul territorio co-   È utile precisare che molti cognomi sorsero in maniera spontanea in
munale già dalla fine del 1700 diversi clan o gruppi omogenei di fa- molte città e paesi, e quindi l’omonimia di cognome da sola non significa
miglie strettamente imparentate fra loro (padri e figli, fratelli e cugini) che tutti i possessori di quel cognome debbano per forza discendere
proprio lì, nelle stesse contrade ove li troviamo oggi in forma ormai dalla medesima remota stirpe. Gli Zurlo, ad esempio, nobilissima stirpe
stanziale. Bisogna precisare che prima del 1860 sono infatti rari sia i casi di signori conti, noti nel Regno di Napoli sin almeno dal XIII secolo,
di colonia fissa che di stanziamento vero e proprio con masserie fuori si sono estinti a Cerce da tempo; qui un ramo si trapiantò alla fine del
del paese: la popolazione è pressoché residente nel solo abitato andando XVIII secolo ove esistevano e prolificano ancora oggi diverse famiglie
a lavorare a giornata (quasi sempre in veste di affittuari) i terreni appar- omonime autoctone, che non hanno chiaramente nulla a che fare con
tenenti alle diverse Confraternite locali attraverso l’uso ed assegnazione questa famiglia.
di varie forme contrattuali (a terraggio, a censo, ecc.).    Inoltre leggendo sia documenti storici dell’archivio parrocchiale
   Tornando ai cognomi, possiamo dire che anche questi, pur nati in che dell’Archivio di Stato di Benevento e Campobasso, si può scopri-
modi e tempi diversi fra loro, rispecchiano lo stesso ciclo evolutivo che re che in una famiglia nel corso dei secoli sono avvenuti mutamenti di
avviene nel resto della penisola. cognome specie nell’epoca in cui essi non erano ancora del tutto affer-
   In alcuni casi il cognome suggerisce il luogo di provenienza della mati. Si possono trovare casi di persone denunciate negli atti di batte-
famiglia come: Calabrese - D’Aversa - De Capua - Di Ponte - Lombardi simo della parrocchia con al posto del cognome il soprannome con il
- Pietraroia - Salerno ecc. quale la famiglia era conosciuta nel paese. Oppure si può trovare, per
   Una gran quantità di cognomi derivò dal soprannome diffusissimo esempio, nello stesso atto il battezzato con il cognome Stabile mentre il
intorno all’anno Mille: Bruno - Niro - Maselli - Rainone - Ruggio - ecc. padre appare con quello di Di Stabile o viceversa; Rocca diviene Rocco,
   Non meno diffuso l’uso di cognome derivato a seguito di esercizio Rampone diviene Zampone o Zappone, Massaro si tramuta in Massari,
di mestieri o professioni come: Mascia - Massaro - Massari - Zappone. l’originario Cristofano diventa Cristofaro e così via.
In alcuni casi quando venivano indicate delle donne il cognome veni-    Vi sono poi i cognomi assegnati ai trovatelli dalla ruota locale at-
va scritto nel genere femminile come Novella per Novello, Mazzea per tiva fino alla prima metà del XIX secolo. Chiaramente questi bambini
Mazzeo, Lattara per Lattaro ecc. Oppure i cognomi al plurale per indiare abbandonati non avevano un cognome e toccava all’arciprete o alla le-
famiglia: Silvestri per Silvestro, Maselli per Masella, Rocchi per Rocca, vatrice e solo successivamente all’ufficiale d’anagrafe trovargliene uno,
Donati per Donato, ecc. inventandolo sul momento. In genere questi cognomi alludevano alle
   Molti cognomi sono derivati dal nome del padre o di un antenato caratteristiche fisiche del trovatello, al posto dove era stato trovato, o
al quale erano dovute le fortune della famiglia: Di Donato - De Filippo alla bizzarria di chi doveva mettergli il cognome, talvolta a cognomi esi-
- De Andrea - De Martino - De Petro - Anzeolo - De Cristofari - De stenti, come ad esempio: Di Maria, Maria, Attavino, Battezzato, Bullato
Iuliano - Onofrio - Ruggiero - Di Benedetto - De Santis - De Bernardo - o Bollato, Birone, Cinquegrana, De Renzis.
Rainone - Roberto - Agostino - De Simone - De Marco - Di Nardo - De   “Mater semper certa est, pater numquam” ovvero la madre è sem-
Carolis - Di Stefano - Di Primio - D’Angiolo - De Alìa - De Paula - De pre certa, il padre (almeno un tempo) mai; così riporta un’antica locu-
Giovanni - De Maria - De Gregorio. zione latina. In tal caso al nascituro veniva dato il cognome della madre
   Nei documenti antichi i cognomi venivano usati nella forma sin- e tranne che nei documenti più recenti, nel tempo se ne perdeva sia il
golare come per esempio: Donato, Helia; oppure veniva posto dopo la ricordo che il momentaneo scandalo suscitato presso i vicini. Diverse

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nel tempo erano infatti le nascite che avvenivano fuori dal matrimonio in un codice detto impropriamente “Scadenziario Federiciano” che,
canonico e fino a poco tempo fa per indicare qualcuno nato in tale situa- sfuggito dapprima alle ricerche del Pierro e poi ad altri studiosi, venne
zione si usava dire “quello la mamma l’ha fatto accusì”. per la prima volta riconosciuto e parzialmente dato alle stampe nel 1957
   Quindi, i quattro filoni più importanti che abbiamo indicato (del dal medico e storico locale di Jelsi, Vincenzo D’amico.
padre o della madre, soprannome, nomi di mestieri o del luogo di na-    A tal proposito difatti, per quanto riguarda Cerce nel periodo sve-
scita o provenienza), danno dunque origine alla maggioranza dei co- vo, il D’amico scrive che “… il Pierro ce lo inizia con Nebulone II e ce lo
gnomi, non sempre in modo riconoscibile, a motivo delle variazioni e chiude con Roberto De Busso, fra l’uno e l’altro buio pesto.
storpiature avvenute nel corso dei secoli.   Eppure in tale intervallo di tempo tutta la vita economica di Cerce-
maggiore ci è nota nella sua compiutezza per un codice sfuggito a tutti i
ricercatori fino al 1904…” quando in occasione della visita dell’Impe-
Il medioevo ed alcuni cercesi recentemente rintracciati ratore Guglielmo II a Montecassino, ne vennero edite diverse copie a
stampa per opera del P. Ambrogio M. Amelli.
   Nella pur lodevole opera del Pierro, ampiamente documentata per    Il codice intitolato Quaternus de excadenciis in capitanatae et re-
gli aspetti sulla vita pubblica ed economica del paese, si tace degli aspetti vocatis de mandato imperialis maiestatis Federici II (inv. N.763) si com-
più privati e delle singole famiglie. Anzi, prima del XVI secolo è assente pone di 11 quinternioni ed è presente nell’abbazia di Montecassino sin
qualsiasi menzione o documento indicante un individuo propriamente dagli anni 1776-1782, provenendo quasi sicuramente dall’Archivio della
“cercese”. regia Zecca di Napoli ove sfuggì alla sicura distruzione durante la rivolta
   Fortuna vuole che dalla nebbia dei tempi siamo riusciti a rintrac- del 1701.
ciare qualcuno di questi di cui vogliamo fare per la prima volta men-    Sconosciuto anche ad Evelyn Jamison ed a Enrico Cuozzo che cu-
zione. Nel novembre del 1178 un tal Giovanni, Abate del monastero dei rarono rispettivamente la pubblicazione del coevo Catalogus Baronum
SS. Lupo e Zosimo di Benevento, con il consenso dei monaci e chierici, e del relativo commentario, nella prima metà del ‘900, il codice, come
concede al sacerdote Pietro figlio di Deodato (…tibi Petro sacerdoti olim riporta sempre il D’Amico, “contiene (un) elenco di 33 comuni reddenti
fi(lio) Deodati) di Cercemaggiore (..Pe(tri d)e Cerce sacerdotis) e ai suoi alla Camera Imperiale di Foggia; ed in essi, rimosso il feudatario, venne
figli per tutta la durata della loro vita, una casa e tre parti di vigna in costituita un’amministrazione civica poco differente da quelle oggidì fun-
Bojano. Nel 1308 troviamo invece che fra i confratelli del S. Spirito di zionanti. Ne stava a capo il Baiulo (ora Sindaco) con alcuni giurati (ora
Benevento è ricordata la scomparsa di un Bartholomeus de Cerza, men- assessori)”.
tre nel 1363 Obiit notarius Bartholomeus de Cerza maiore.    Compilato per conto della Curia o Corona Imperiale intorno al
1249 dal Giudice incaricato Roberto de Ariano e dal notaio Tommaso
de Avellino, raccoglie in sé tutti i beni excadentiis, ovvero provenienti
I primi “cognomi presenti nello Scadenziario Federiciano per sottrazione al legittimo proprietario per incapacità o indegnità giu-
ridica di possedere, nonché quelli revocatis, termine con il quale s’inten-
  È questo forse il più antico documento noto per ragioni fiscali che de invece la revoca e privazione di tutti i privilegi, concessioni e possessi
riporti i primi cognomi in via di formazione relativi a Cercemaggiore, ai feudatari (revocares in demanis) rimessa all’autorità concedente.
di cui vale la pena di riportare il testo integrale e di cui ci occupammo    Per capire come avvenne il passaggio di Cerce alla Corona e l’i-
già in passato trattandosi di un importante tassello storico sulla vita di stituzione di una libera municipalità occorre però fare qualche passo
Cercemaggiore in epoca medievale. Si tratta di alcune pagine contenute indietro sino all’avvento al trono di Federico II.

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   Dopo la morte di Guglielmo detto “il barone”, avvenuta nel 1189 e della società cercese del tempo e rispecchia alcuni aspetti della vita della
seguita da un periodo di anarchia e di indebolimento del potere sovra- vicina Santa Croce di Morcone (oggi del Sannio) e di Caselvatica, già
no a favore dei Baroni, il nuovo Imperatore inizia presto una politica di recentemente analizzati e studiati dal P. Enrico Narciso.
restaurazione culminata a Capua nel dicembre 1220 con l’Editto delle    Ne diamo qui la traduzione italiana, dalla versione originale in la-
Sanzioni che impose il ristabilimento scrupoloso di tutte le leggi prece- tino “curiale”:
denti: abolì il “diritto del più forte” e decretò che nessuno osasse più fare
giustizia da sé per qualsiasi causa di giustizia che doveva passare tramite SCADENZE IN CERCIA
i Giustizieri (alti Magistrati). I nomi dei giurati sono questi
   Lo stesso editto impose, inoltre, che il demanio ricostituisse ab in- Luciano Baiuolo
tegro tutti i beni ed i redditi come all’epoca di Re Guglielmo e che nes- Roberto de Fiscella
suno potesse più arrogarsi il diritto, titolo e possesso di Baronie Regie. Nicola de Giovanni Grimundo
   Le città dovevano altresì essere rette da Baiuoli nominati dai Ca- Pietro de Arderario
merati della Curia. Pietro de Alifeto
   Cercemaggiore passò dalla vecchia Contea Normanna di Civita- Bartolomeo di Giovanni de Nicola
te alla nuova riorganizzazione territoriale del Justiziariatus Capitanate Roberto de Gualterio
(Giustizierato di Capitanata), a cui rimase unita sino all’avvento di Na- Roberto Papano
poleone. Ruggero de Gildone
   Ma a tale decisione di destabilizzazione dei poteri baronali seguì Novellone de Vincenzo
presto una rivolta di Baroni capeggiati da Tommaso di Celano, della
Contea di Molise, che fra il 1221 ed il 1223 culminò nella cosiddetta I quali Giurati interrogati, dissero che la Curia Imperiale teneva in Cercia
battaglia di Boiano. i beni infrascritti, cioè:
   Qui i rivoltosi riportarono un’effimera vittoria, cogliendo di sorpre- La Baiulazione del Banco che dissero del valore annuo di dieci tarì d’oro.
sa l’esercito imperiale e mettendo in fuga gli impauriti Baroni dell’Im- La Platea con Dogana per dodici tarì all’anno.
peratore. Il diritto della Bucceria vale tarì due all’anno.
   Fra questi, anche il Signore di Cerce che vide poi così revocato il Il diritto di Cambio vale un tarì.
possesso dei suoi feudi in quanto ritenuto proditore verso l’Imperatore. Il diritto del Fondaco e della Stadera un tarì.
Il Pierro accenna infatti che “tali feudi vennero tolti a Ruggiero De Busso, Il diritto dell’Erbatico e del Glandatico dissero del valore annuo di quin-
traditore nella battaglia di Boiano nel 1221” e mai più riacquisiti. dici tarì d’oro.
   Per oltre cinquant’anni Cercemaggiore appartenne quindi alla Co- Dissero che nella Terra medesima vi è una casa che fu del Dominus della
rona Sveva, per passare poi, solo con l’avvento degli Angioini, ad un Terra stessa e nulla rende.
nuovo signore. Una Starsia ai piedi del monte, presso la via pubblica e la terra di Nicola
   Nella storia di Cerce troviamo infatti che, con la nuova dinastia e la de Giovanni de Nicola.
morte di Re Manfredi, “Carlo I per fellonia di Ruggiero De Busso gli tolse Un’altra Starsia in località Civita Vetula, presso la terra di Pietro de Ar-
Cercemaggiore ed altre terre, e nel 1271 ne fece dono al suo diletto soldato derario, ove, in prossimità della stessa Starsia sono le mura dirute della
e familiare fedele Adamo Ferrerio”. medesima Civitas Vetula.
   Il documento che proponiamo in integro è quindi un vero spaccato Una terra in località Pian di Maggio presso la terra di Gualterio de Ri-

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bussa. mietere ed a Natale una spalla.
Una terra in località Cullitelli presso la terra di Simone Spoletino. Nicola Donadeo (deve) tre solidi imperiali e nove denari, un’opera di semi-
Una terra in località Puntimi presso la terra di Giovanni de Gualterio. na con buoi, un’opera per mietere, e a Natale una spalla di maiale.
Una terra nel Colle di Silvestro presso la terra di Ruggiero de Gilodone; Bartolomeo de Venia (deve) un solido imperiale, un’opera con buoi per
quali tutte le predette terre, allorché vengono seminate, sono seminate seminare, un’opera a braccia per mietere ed a Natale una spalla di maiale.
all’ottava parte in cereali. Alberto (deve) quindici imperiali, un’opera con buoi per seminare, un la-
Altra terra in Pian di Maggio presso la terra di Roberto Pipino è seminata voro di mietitura, due polli per la festa di Santa Maria ed a Natale una
in cereali all’ottava parte. spalla di maiale.
Altra terra ai Mortinelli, presso la terra di Guglielmo Pipino è seminata in Tommaso di Oderisio (deve) diciotto imperiali, un lavoro di semina con
cereali all’ottava parte. buoi, un altro lavoro per mietere, ed a Natale una spalla di maiale.
Quali tenimenti o terre predette, quando sono seminate, rendono per ter- Margarita madre di Giovanni de Bartolomeo (deve) diciotto denari, un
raggio l’ottava parte dei cereali o dei prodotti. Quali terraggi sono stimati lavoro di semina con buoi, un’opera di mietitura, per la festa di Santa Ma-
annualmente in tre Salme di frumento e di spelta due Salme, misurate alla ria del mese di agosto, due polli e una spalla di maiale.
salma della Curia. Pietro de Arderado (deve) diciotto denari, un’opera di semina con buoi,
(I Giurati) dissero che la Curia Imperiale ha annualmente in questa terra un’opera di mietitura, due polli per la festa di Santa Maria e una spalla di
i redditi e le opere infrascritte: cioè, sul Mulino dei Corbini la Curia ha maiale.
un reddito annuale di sette grana d’oro, pari alla ventesima, poiché lavora Egidio (deve) ventuno denari, un lavoro di mietitura e una spalla di ma-
solo d’inverno. iale.
(I Giurati) dissero che Paolo Montanaro dà annualmente alla Curia quin- Simeone Spoletino (deve) sei solidi imperiali e tre imperiali per la festa di
dici grana d’oro. Santa Maria.
Giovanni de Roberto de mauro, quindici grana d’oro. Vincenzo (deve) tre solidi e tre denari, due opere con buoi per estirpare e
Giacomo del maestro Nicola, deve annualmente dieci grana d’oro. per seminare, un’opera nell’aia e una spalla di maiale.
Roberto de Infante dodici denari. A Natale una spalla di maiale, un’opera Roberto Zuribano (deve) tre solidi imperiali e nove denari, due tomoli di
a braccia per mietere ed una con buoi per seminare. frumento, due tomoli di spelta, un’opera di semina con buoi, un lavoro di
Vitale deve alla Curia annualmente un solido imperiale e un’opera a brac- mietitura, due polli ed una spalla di maiale.
cia per mietere. Berardo de Girardo (deve) quindici imperiali, un’opera di semina con
Randisio dodici denari, a Natale una spalla di maiale, una coppia di buc- buoi, un lavoro di mietitura ed una spalla di maiale.
cellati e un lavoro di mietitura. Ruggiero de Gildone (deve) un solido, un’opera di semina con buoi, un
(I Giurati) dissero che Novellone è tenuto a dare annualmente alla Curia lavoro di mietitura e a Natale una spalla di maiale.
tre solidi e tre denari, una spalla di maiale e un lavoro nell’area, col giu-
mento se posseduto, altrimenti con le braccia.    A Cerce, fra le diverse persone ricordate dallo Scadenziere vi è al-
(I Giurati) dissero che Giovanni del dompnus Nicola è tenuto a dare an- meno un forestiero, tal Ruggiero da Gildone mentre non è presente an-
nualmente alla Curia, per il feudo che tiene: due solidi imperiali; al tempo cora alcuno degli attuali cognomi, allora ancora in corso di formazione.
della semina un’opera con buoi, quindi un’opera di mietitura con braccia,    Fra questi, oltre al Baiulo Luciano compare un mastro o più pro-
ed a natale una spalla di maiale. babilmente un mastro fabbricatore, il giudice Nicola ed il Dominus (si-
Pietro del giudice Guglielmo (deve) un solido di imperiali, un’opera per gnore) Giovanni figlio di Nicola che aveva in affitto il feudo revocato a

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Ruggero de Busso.
   Testimonianza interessante dell’esistenza di un mercato viene dal
pagamento della tassa per la Platea della Dogana e dalla resa di alcune
prestazioni, non solo attraverso lavori o prodotti derivati dalla lavora-
zione della terra, ma anche attraverso l’uso di denaro che come scrive
anche il Narciso per S. Croce denota una “manifestazione di una libertà
di movimento dei naturali che partecipano agli scambi dei mercati vicini,
alla transumanza, portandovi i loro prodotti agricoli o animali allevati”.
   Non ultima per importanza, poi, la presenza della continuità di di-
versi toponimi legati ad alcune località dell’agro cercese tutt’ora presenti
e riconoscibili quali: i Mortinelli (Martinelli), Colle di Silvestro (Colle
Silvestri), Pian di Maggio (Prato Vecchio) e Cullitelli alias Coglie Gigli
- Colle Giglio.
   Scoperta interessante è infine l’origine della peccellate cercese (puc-
cellati); pani natalizi con farina di grano, latte ed uova a forma di grossa
ciambella, ancora in uso sulle tavole durante le feste, che Randisio dove-
va fornire a Natale per la Curia di Federico II.
   Nello stesso codice sono riportati, poi, anche i primi abitanti noti
di Caselvatica (allora feudo indipendente da Cercemaggiore) che sono: I cognomi correnti
   Benedetto di Lando, Pietro di Buonuomo, Ruggero figlio del mae-
stro Giovanni, Giovanni di Pietro, Barano di Pietro, Bariano di Nicolao,
Filippo della Pizzuta, Pietro di Berardo, Rainaldo di don Pietro, Bene-
detto di don Ysacco, Didio De Gregorio, Benedetto di Baniamonte, Ro-
berto di Lando, Giovanni di Benedetto e Giovanni di Pietro.
   Alcuni di questi primi soprannomi evoluti in forma di cogno-
me sono noti nei secoli seguenti. È il caso dei Di Pietro o De Pe-
tro (come nel documento originale) presenti a Cerce ancora nel
XVI secolo e poi estinti, di De Gregorio attualmente presente a S.
Croce del Sannio e scomparso a Cercemaggiore da diversi decen-
ni, e De Benedicto trasformato in Vennitto e poi Venditto - Venditti.

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Altieri
Dal nome proprio di persona formato in epoca medioevale di Altiero
ed Ottiero. Ha il significato di “abile” e “potente grazie alle armi” poiché
deriva dal germanico “alba” che indica per l’appunto “esperto, saggio” e
da “baria”: esercito. Diffuso prevalentemente nel napoletano.
Un Michele Altieri compare fra i confinanti nel 1803 con la casa del
Mastro Francesco Petraroia nel luogo detto dietro S. Rocco.

Arcari
Soprannome da mestiere proprio e dal nome comune di oggetto “arca”
o “cassa di risonanza”. Dal greco árkein - árkos. Equivalente in latino di
arca o arcere “racchiudere” e quindi proteggere.
Panitaliano con prevalente diffusione al Nord.
A Cerce è nota la presenza di alcuni membri di tale famiglia già dal-
la seconda metà del XVII secolo provenienti dalla vicina Sepino. A tal
riguardo, a solo titolo di curiosità, legata a quest’ultimo centro noto e
rinomato all’epoca per la produzione di tale suppellettile è la nota pre-
sente nell’esito (spese) di 2 carlini, fatte nel 1670 dalla Confraternita di
S. Maria del monte per l’acquisto di un’“arca sipinese per ponere l’argen-
taria”.

Attavino
Cognome da ascendenza non nota presente a Cercemaggiore dai pri-
mi decenni del XX secolo. Da Vittoria nata il 01.10.1893 deceduta il
18.06.1978 - 3 figli: Camillo, Antonio, Agnese.

Barilotti
Soprannome da mestiere proprio di fabbricante e commerciante di ba-
rili. Dal radicale greco barós: “peso” poi trasformato dal greco barellás
o barelás nel latino tardo in barilus e barillus: “barile” da cui deriva il
barilaio e barilaro. Diffuso prevalentemente al Sud.

Basile
Dal nome proprio di persona e di santo, a sua volta derivato dal titolo
regale ed imperiale formato intorno al XII secolo. Dal greco basiléys:
“re” e basíleios: “regale” unificati nella forma del nome proprio latino di
Basileus o Basilius: Basilio, col significato di “sovrano”, “imperatore”. Si
afferma anche con la diffusione del culto di vari santi omonimi specie
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nella zona d’influenza bizantina del Sud Italia e nella vicina Capitanata sile a favore del figlio Giovanbattista.
(Puglia); il culto principale è da riconoscersi in quel S. Basilio detto il Nei primi decenni dell’Ottocento un grosso nucleo familiare è presente
Grande, sommo Dottore della Chiesa (+ 1 gennaio del 379) già dal IV anche nella zona di “Catrocco (ora Catrocca) o Cianfreglini” dove un’am-
sec. d.C. Basile è diffuso in tuta Italia, mentre una delle varianti, Basili, è pia porzione di ben 45 tomoli di terreno appartenenti ad una Confra-
più specifico della fascia centrale che comprende le Marche, l’Umbria ed ternita locale, sono dati a terraggio e divisi fra varie famiglie, fra cui
il Lazio, ternano, viterbese e provincia romana in particolare. A Cerce- sono anche gli eredi di un Giuseppe Antonio Basile da Michele Basile
maggiore questo cognome appare già ai primi del Cinquecento sebbene Pasciuscio e da Francesco e Michele Basile Campovascio.
la documentazione cartacea ne attesta la presenza solo dalla seconda
metà del secolo. È difatti dal 1576 la menzione di un Basile (figlio) di *Figure da ricordare
Basile quale “… ven(era)b(i)le Dom(i)no Basile de basilis dicte T(er)re - Giovan Battista, notaio, attivo nel XVII secolo ha rogato negli anni dal
rectore venerabilis Ecc.(les)ie Sancti Stefanj…”. A marzo dello stesso anno 1622 al 1625 anche a Cercepiccola dove prese dimora nel 1625.
questi compare fra i testimoni cercesi letterati (omnibus T(er)re Cerce
Mayoris literary) presenti all’acquisto da parte della moglie di Teseo Fa- Battezzato
sano di Solopaca di una casa posta alla Porta di mezzo. Fra i confinanti Originato dai nomi propri di persona Battista e Battezzato, sostenuti da
sono anche i beni o meglio “… domus e villas (di) Petri Basilis…”. Lo tradizione agiologica sin dal Medioevo cristiano. Dal greco baptismós e
stesso personaggio noto come il “R(everen)do Domino Basile de Basile latino baptisma - baptism tis: immergere nell’acqua.
Rectore Santi Leonardi”, è poi menzionato in un importante documento Cognome presente a Cercemaggiore dalla fine del XVIII secolo.
concernente la verifica sui confini o termini con Cercepiccola. La prima notizia nota è relativa ad un Battezato Ettore nel 1831 risieden-
Come abbiamo visto, alcuni membri ricoprivano cariche importanti te a Selvafranca. Un figlio di questi, tal Domenico Battezzato fu Ettore
tanto che anche un Angelo Basile che aveva il titolo di Giudice Regio Gioacchino compare a metà Ottocento con un Giacomo Zeoli fu Gio-
compare con un consanguineo stretto, forse lo stesso padre, titolato vanni, per il possesso di alcune terre (date a Censo) in località Verdicone.
come il M(agnifi)co U(triusque) I(uris) D(octor) Jo(ann)e Basile in una
testimonianza per la scarcerazione di alcuni eletti cercesi da parte del Biello
Governatore locale. Dal 1640 al seguente, un Nardo Basile compare Secondo il Paolucci è un cognome particolarmente diffuso in Molise,
quale amministratore (o economo) dei beni della chiesa di S. Maria a con picchi d’intensità massima nei comuni di Monteroduni, Casacalen-
monte; mentre nel 1647 un Sebastiano Basile già affittuario di alcune da, Isernia e Cercemaggiore, deriva dalla dialettizzazione dell’aggettivo
terre della stessa chiesa, nonché confinante, stipula per mano del notaio “bello”, usato come soprannome e cognominizzato dai capostipiti.
cercese Libero Rocca un prestito in danaro con la stessa confraternita Il ceppo presente a Cercemaggiore è originario di Morcone (BN) e in
per un capitale di 7 ducati sopra una chiusa di sua proprietà. origine era “Colabiello” (letteralmente Nicola bello). Nel primo decen-
Negli stessi anni è presente il giovane chierico Giovanni Leonardo che nio dell’Ottocento è attestata la presenza e proprietà di una casa in paese
dalla carica di economo della chiesa madre, nel 1657 assume la carica pertinente agli “eredi di Giovanni Biello” sita nel luogo allora detto S.
di nuovo arciprete. Negli atti, Don Giovanni Leonardo Basile si firma Lonardo (San Leonardo) e confinante col vicino Spedale. Fra questi si
Basilis Arc(hi)p(resbyt)e(r) et Ration(al)e elett. (ovvero arciprete e razio- ricorda un Francesco nato il 07.06.1859 e deceduto il 03.01.1938.
nale-economo eletto dalla Confraternita di S. Maria del monte). Risulta
vivente fino al settembre del 1659 quando verrà sostituito dal nuovo Birone
parroco (non cercese) D. Pompeo Di Crescenzo. Del 1714 è la menzione Cognome da ascendenza non nota presente a Cercemaggiore dalla fine
o meglio rivela dell’acquisto di un terreno a “San Basile, seu Pantano” del XIX secolo con Antonio nato il 14.04.1887 e deceduto il 18.12 1962.
fatto circa ventiquattro anni prima (quindi nel 1690) da un Antonio Ba- Questo cognome è in via d’estinzione.
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Calabrese traino, emigrando poi in Australia.
D’origine etnico-geografico (da nome proprio di regione o coronimo).
Dalla parola Calabria che deriva da una voce indoeuropea che significa: Capozzi
“roccia”, “zona rocciosa”, “fortificazione” e, per analogia, l’etnico ufficiale Origina da soprannome fisico-anatomico, dal latino caput: “capo” o “te-
Calabrese denota “appartenenza a stirpe robusta e solida”. sta” [dell’uomo o dell’animale].
Tale cognome presenta diverse varianti fra cui: Calabresi, Calabretta, Fra le varianti ed i derivati principale abbiamo: Capocci, Capozio, Ca-
Calabretti ecc. pozzo ecc. Capo è poco frequente; la variante Caputo, invece, è pa-
Panitaliano per effetto migratorio, si concentra soprattutto nel Sud. In nitaliana, ma più diffusa al Sud, specialmente con le forme Capone e
epoca bizantina erano chiamati “calabresi” anche coloro che proveni- Capobianco, Capoccia e Capozza specifiche anche della Campania e
vano dalla penisola salentina. Alcuni membri di tale famiglia sono già prevalenti nel Napoletano. Cognome originario del vicino centro di S.
noti a Cercemaggiore, dalla seconda metà del XVI secolo: del 1576 è Croce del Sannio (BN) e presente a Cercemaggiore dai primi decenni
la presenza fra alcuni testi inliteratis T(er)re P(redi)tte Cerce M(aio)ris del XIX secolo a seguito della venuta di diverse famiglie di coloni.
di un Rocco e Libero Calabrese. Nell’ottobre di 3 anni dopo un Nicolao In tale periodo è attestato l’accorpamento di un vero asse patrimoniale a
Ant(oni)o Calabrese (Nicola Antonio Calabrese) figura addirittura fra seguito del matrimonio fra D. Gaetano Capozzi di S. Croce di Morcone
le note di un importante atto di verifica su un confine o termine della (oggi del Sannio) ed Antonio Testa di diverse terre appartenenti a più
predetta Terra, posto sulla strada di Sepino verso Cercepiccola nel luogo confraternite laicali locali. A nome dei Capozzi e della consorte trovia-
ancora oggi appellato “U termene”. Un atto del 5 dicembre del 1713 a mo infatti addebitati ben 13 tomoli ai “Pagliaricci o Cerrone” del Monte
firma del giudice Francesco Salvatore ed alla presenza dei testi Benedicto di Pietà, così come sempre dello stesso 7 tomoli e mezzo indivisi con
Romano, Salvatore Calandrella e Thoma Cassetta stipula la convenzione Bartolomeo Giovannelli che “alla Fontana Maruccia porta alla cappella”,
fra D. Domenico Doria marchio d(itte) Terre e D. Gaetano Calabrese il 11 tomoli alla “Fontana Cupone alla Cappella” della Confraternita della
quale prende in affitto fino all’ottobre del 1719, il molino del feudo ru- SS. Annunziata ed un altro tomolo alla “Piana di Majo o Sporta d’incen-
stico della Rocchetta insieme a 4 tomoli di terreno al molino, franco da zo” della Confraternita del SS. Sacramento.
pagamenti per i primi 4 anni. Un Capozzi Francesco di Romualdo è invece presente fra i diversi coloni
(nella quasi totalità di cercesi) che pagano i censi enfiteutici su alcune
*Figure da ricordare terre a S. Nicola.
- Gaetano, Mastro fabbricatore, attivo a Cercemaggiore nel XVIII se-
colo, nell’agosto del 1716 fa una perizia per le riparazioni al Mulino di Cassetta
Cacerno e scrive a tal proposito di essere periti nell’arte di fabbricare, Una prima famiglia con tale cognome è attestata a Cerce, proveniente da
nuovi molini e reparare e fare ogn’altro bisognante nelli molini macinanti Gildone (CB) già sul finire del XVII secolo, mentre altre omonime più
ad acqua. numerose provenienti dall’area di S. Croce e Morcone (BN) sono atte-
- Adornino Dalmazio, medico condotto e ufficiale sanitario dal 1965. state solo dai primi decenni del XIX secolo a seguito della quotizzazione
Nato a Cercemaggiore il 04.12.1932 ed ivi deceduto il 02.03.1996. e vendita di molte terre comunali e demaniali. Difatti già dal maggio
del 1698 è la richiesta di un beneplacito fatta da “Matteo Cassetta di
Capaldo Gildone abitante della Terra di Cercia Mag(gio)re” rivolta all’arciprete D.
Cognome originario dal vicino centro di S. Croce del Sannio (BN). Giovanni Testa per 40 ducati su un censo annuo aperto con il venerabile
Introdotto a Cercemaggiore nel 1888 da Michele, nato a S. Croce il Ospedale.
03.02.1865 e deceduto in Cerce il 09.01.1953. Questi aprì dapprima una Nel 1713 un Thoma (Tommaso) Cassetta è fra i testimoni presenti alla
“carreria” o laboratorio-officina per la riparazione di ruote e carri da concessione di fitto fatta ad alcuni privati cercesi dal Marchese D. Do-
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menico Doria sul Molino della Rocchetta di sua proprietà. su un terreno allora contestato di proprietà “della Cappella del SS.mo
Corpo di Cristo nel luogo delli Martinelli che si pretende D’Ant(oni)o Ce-
*Figure da ricordare polla”. Nel 1761 risulta invece che un territorio “seminatorio ed erborato
- Venturino alias Luigi, nato a S. Croce del Sannio (BN) il 21.07.1911 posto a San Donato sopra li Fasani o Morge Muzzito” è dato a censo per 3
deceduto il 14.08.1997. Domenicano, Padre esorcista. tomoli e mezzo e “si tiene da Saverio Cipolla per l’annuo canone di grana
quaranta lordi”.
Catalano
Cognome originario di Capracotta (IS) presente a Cercemaggiore dalla Cirelli
seconda metà del XX secolo con Gino. A Cercemaggiore compare fra le più antiche famiglie nella forma ori-
ginaria di Cerciello dal luogo naturale di provenienza, Circello in pro-
Catullo vincia di Benevento. Nel 1576 un Iulj Circellj (Giulio Circello) compare
Cognome originario di Casteldisangro (AQ) presente a Cercemaggiore insieme ad altri cercesi e naturalizzati tali, per una causa aperta contro
con Nicola (Nicolino) funzionario doganale (“daziario”) giunto a Cerce il governatore della Terra che li aveva fatti carcerare per la costruzione
il 05.09.1962. di un forno, realizzato senza l’assenso dell’autorità baronale locale. Nel
1611 è la menzione di un Mastro Giovanni Donato Cerciello, mentre
Centracchio nel 1626 un Francesco Cercello presenzia con altri confratelli di S. Ma-
Non si hanno notizie particolari a meno che non vi si voglia riconoscere ria del monte per la nuova nomina annuale di 2 amministratori. Così
l’origine in un Centritti Pasquale presente a Cercemaggiore nel 1826. ancora troviamo la presenza nella stessa confraternita di più membri
della stessa famiglia a volte come semplici testimoni in altre con precise
Cipullo cariche interne: nel 1662 troviamo un Lorito Cirella che firma con un
Soprannome da fitonimo e mestieri agricoli antichi e medievali collega- segno di croce. Lo stesso personaggio ricompare pochi anni dopo men-
ti: coltura della cipolla. Anche attribuito per le caratteristiche fisiche (si tre è in carica tanto che è scritto “Hoggi di … Ottobre 1666 sta presentato
pensi al “naso a cipolla” o ai pori sulla pelle…). uno libro di carte ott. Scritte etro scritte da Dominaci Zappone et Lorito
Dal latino cepa o cepe: cipolla e diminutivo cepul[l]a: cipollina. Cirello per l’amministrazione da essi fatta …”. Nel 1691 troviamo invece
Questo cognome è panitaliano assai diffuso. Secondo il Paolucci è un un Ioanne Cerellus (Giovanni Cerello) quale Procuratore della Venera-
cognome presente in Molise solo a Campobasso, Cercemaggiore, Fer- bile Cappella di S. Maria del monte insieme a Paolo Mancino (et Pauli
razzano e Cercepiccola, deriva dalla cognominizzazione del sopran- Mancinus). Del 12 novembre del 1716 è invece un atto in cui un Car-
nome “Cipolla”. Un caso veramente particolare a Cerce dove tale co- mine Spina vende a Giovanni Ceriello, una casa in paese nel quale “vi
gnome, inversamente a tanti altri, ha subito una dialettizzazione dalla sta fatto la prima in trovata de mura nuova, et alzandosi detto casaleno
forma antica ed italiana di Cipolla (probabile soprannome o nomignolo viene di tre membri uno sopra l’altro situm in d(ett)a T(er)ra, et proprio
originariamente attribuito ad un solo individuo) a quella dialettale di in loco ubi dic(t)e La Cerqua della Portella”. L’indomani il detto Ceriello
Cipulla, poi Cipullo. Nel febbraio del 1698 è nota la stesura di una serie permuta con un Bartolomeo Perruccio, una casa di 2 membra, posto
di “capitoli, patti, e convenzioni” fra Carmine Stantiano (Stanziano, di sotto lo “Furno a basso” (oggi via XX Settembre) e confinante con le case
Cercemaggiore) padre di Anna Maria e il promesso sposo, tal “Nicolò di Mastro Nicola De Amico, Isabella Pretaroia e dalla parte superiore ed
Cepullo di d(ett)a Terra” nel quale, come era consuetudine dell’epoca, al- inferiore, con la via pubblica. Tale famiglia rivestì una certa agiatezza
meno fra le famiglie cercesi più benestanti, si elencano una serie di beni nella scala sociale locale se anche un Philippi (Filippo) Ceriello è noto
dotali stabili e non che accompagnano la sposa. DI alcuni decenni dopo, nel 1718 fra gli Eletti dell’Università. Risulta sposato con una Caterina
esattamente dal 1713, è una “rivela” sottoscritta da Giacinto Panaggio Gesualdo la cui madre, tal Anna Cutrone, è conosciuta per una vendita
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fatta nel 1730 della propria casa composta da 2 membri posta al “lo vi- ha in sé Cristo”. I ceppi e rami variegati dai Cristoforo con le varianti si
cinato dell’Egittj”. attestano e diffondono dai secoli X-XI grazie al culto di numerosi San
Cristoforo martirizzati in varie epoche fino al XVI.
Cirelli Cognome presente a Cercemaggiore con numerose varianti tutte deri-
A Cercemaggiore è un’altra omonima famiglia, oggi indistinta dalla pre- vate dall’originario Cristoforo. Da segnalare che anche il cognome Fa-
cedente, giunta a Cercemaggiore da Molise (IS) con un Giovanni Cirelli nelli (diffuso specie nella vicina Riccia) è un diminutivo originato di
di “professione salassatore”, nato da Clemente e Catarina Massaro. L’11 Cristofano (Cristofanelli).
settembre del 1845 sposa Maria Rosa Chiaffarelli (di Costantino e Anna
Maria Massari) e nel marzo del 1853 nasce il primo figlio Giuseppe. Damiano
Il ramo di questo gruppo familiare è ancora oggi contraddistinto dal Originato dal nome proprio di persona e di santo. Deriva dal gr. Da-
soprannome o contronome etnico di provenienza “ i Melesciane” (i mo- mianós ovvero “domatore” ma anche “discendente di Damia” (divinità
lisani). greca identificabile con Demetra o Cibele). Panitaliano, ha una preva-
lenza al Centro-Sud.
*Figure da ricordare A Cercemaggiore compare nella primitiva forma di Damiani e Dam-
- Costantino, artigiano e fotografo. Nato a Cercemaggiore il 09.07.1889 miano nella prima metà del XIX secolo, proveniente dalla vicina S. Cro-
ed ivi deceduto il 30.06.1920. Forse il più antico fotografo, o appassio- ce del Sannio (BN). La prima menzione nota appare con un Domeni-
nato di tale arte, ricordato a Cercemaggiore. Nella nostra collezione è cangelo Damiani fu Giovanni presente a Cerce nel 1871 fra i contadini
presente una cartolina fotografica con costume femminile locale rea- assegnatari delle terre quotizzate a Selvapiana.
lizzata tra il 1915 ed il 1916 con la dicitura “Editore Tirelli Costantino
- Cercemaggiore” (Tirelli è un errore tipografico per Cirelli). In origine D’Amico
calzolaio, era proprietario di una piccola bottega posta in via degli Egi- Dal latino: amicus: “amico”, “amante”, “caro”, “diletto”.
zi ove allestì anche un piccolo laboratorio fotografico. Successivamente Amicus nell’antica Roma era un nome proprio tardo latino, attestato poi
emigrato negli Stati Uniti, a Waterbury nel Connecticut, tornò presto a come “Amico” sin dal VII secolo (come “Amigo” a Genova, forse sotto
Cerce dove la morte improvvisa (sembra per tubercolosi) lo colpì a soli l’influsso arabo-spagnolo dal 1100 circa. D’Amico è praticamente pani-
31 anni. Amante del ritratto, restano pochi lavori scampati alla distru- taliano, ma particolarmente diffuso nel Centro-Sud e presenta varianti
zione del tempo. come D’Amici che oltre al nucleo laziale di Roma, Priverno (LT) e Pofi
- Rosina, ostetrica comunale, nata a Cercemaggiore il 01.02.1898 de- (FR), ha un ceppo a Brindisi, mentre D’Amicis ha un ceppo a Manduria
ceduta a Castelvetere Valfortore (FG) nel 2000 all’età di oltre 102 anni. (TA) ed uno a Roma.
Vincitrice del concorso per Ostetrica comunale nel comune di Castel- A Cerce compare in forma sporadica già dalla seconda metà del XVII
vetere, carica che ha tenuto per un quarantennio con grande professio- secolo, con arrivo di nuove famiglie specie nel secolo seguente dal vici-
nalità, vi si sposa il 21 novembre 1921 con l’ebanista Angelo Civetta, da no paese di Gildone.
cui ha avuto due figli. Nel testamento di morte di Cristina Iuliano, redatto nel 1660, figura per
la prima volta fra i teste pur non menzionandosi la patria d’origine, un
Cristafano, Cristofano, Cristofaro e Cristoforo tale Carolo Dom(eni)co De Amico.
Da nome proprio di persona (antroponimo) e santo (agionimo e teofo- In un documento del 1713 fanno la loro prima apparizione un Carolo
rico), sostenuto, insieme con le sue numerose varianti, sin dal Medioevo (Carlo) ed Aurelio De Amico che fanno sospettare una recente presenza
cristiano. Dal gr. Christopóhros e lat. Cristo: deverbale gr. di chrio: unge- e naturalizzazione della famiglia nel paese. Nel novembre del 1716 tro-
re quindi con il significato di “portatore [della croce] di Cristo” o “che viamo un Mastri Nicolai De Amico (mastro Nicola D’Amico) fra i con-
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finanti di una casa in permuta posta “sotto lo Furno a basso, seu la con- stesso tiene in fitto altri terreni a Santo Basile ai confini con Gildone
trada delli Sporti della Ferraria…”, nel luogo oggi ancora de “lo sporto” insieme ad altri D’Aversa.
lungo via XX Settembre. Un Mastro Giuseppe D’Amico (parente stretto
del precedente) emigrato da Cerce con tutta la sua famiglia a Monaci- *Figure da ricordare
lioni nella prima metà del XVIII secolo è noto per una “guarigione mi- - Romeo, fotografo, emigrato negli Stati Uniti.
racolosa” avvenuta allo stesso in Cerce (di cui già ampiamente scrivem- - Michele, religioso Salesiano, n. a Cercemaggiore il 13.6.1915. Entra
mo) rimasta trascritta ai posteri per un “atto pubblico di molti cittadini nel seminario Salesiano di Gaeta nel settembre del 1931. Già chierico
di Cersa Maggiore, della grazia ricevuta da Mastro Giuseppe D’Amico di parte come missionario nel 1935 per il Brasile. Ordinato sacerdote l’8
detta Terra da Santa Benedetta” steso il 26 maggio del 1752 per mano Dicembre 1945 dal Vescovo Armando Lombardi (di Cercepiccola) e nel
del notaio Pompilio Palmera di Petrella Tifernina. 1953 Provinciale dei Salesiani. Ordinato Vescovo Titolare della Diocesi
Nei primi decenni del XIX secolo a Santo Basile, al confine con la terra di Macri il 21 Maggio 1962, partecipò in tale anno a Roma al Concilio
di Gildone, risulta la presenza insieme a coloni cercesi di un “Francesco vaticano II. Rinunciando a tale carica nel Maggio 1978 venne nominato
Saverio Di Amico di Gildone, nonché Vincenzo Di Amico del suddetto co- Vescovo di Humaità (Brasile) in data 4 Dicembre 1979. Deceduto a Ma-
mune”. Uno Stefano Di Amico di professione “molinaro” di anni 42 (era nicoré (Amazzonia) il 20.3.2004.
quindi nato intorno al 1770) abita nel 1812 presso la Porta del Ponte.
De Capua
D’Aversa Dall’antico toponimo Capua, città campana, dal latino Capua: “campo”,
Dal toponimo di Aversa, città del casertano fondata dai normanni intor- ma anche “falco” dall’etrusco capys, soprannome dato al fondatore della
no al 1001, dal lat. Adversa: “avversa”, “contraria”. Prevalentemente dif- città. Presenta diverse varianti quali Capuano, De Capua (ant. De Ca-
fuso in Campania insieme all’originario Aversa e alle varianti Aversano, poa), Di Capua. Originariamente il cognome presente a Cercemaggiore
Averzano. Per l’origine locale, si può validamente ipotizzare la presenza dalla seconda metà del XVIII secolo era nella forma Di Capua poi no-
di uno o più individui originari di Aversa presenti a Cercemaggiore fra il bilitato con il De.
XII e XIV secolo al servizio dei monaci dell’antico Convento benedetti- Un Saverio Di Capua appare con la carica di economo dell’Ospedale di
no di S. Maria a Casale dipendente proprio dal monastero di S. Lorenzo Cerce nell’anno 1975 ed emerge nei primi decenni del XIX secolo figu-
in Aversa. Risulta fra i cognomi più antichi presenti a Cercemaggiore rando fra i maggiori possidenti locali e Decurioni dell’Università. Un
almeno dai primi decenni del XVI secolo. Difatti la prima nota attual- Francesco (1787 - 1815) figura nel 1809 sia con la carica di Decurione
mente reperibile si trova in un atto riportato proprio dal Pierro nella che di prosegretario. In un atto del 1812 risulta “proprietario” (ovvero
sua Storia di Cercemaggiore nella sezione riguardante i Capitoli stesi benestante) ed abitante alla Porta di mezzo; mentre nell’anno seguente
fra il feudatario e l’Università nel 1525. In tale anno era Erario in cari- lo ritroviamo Sindaco della locale municipalità.
ca un tale Giacomo D’Aversa trovandosi difatti scritto “… capitoli (che) Altro De Capua Francesco (nato il 11.12.18158), figlio del predetto
se permettono da Giacomo D’Aversa, Erario dell’Ill(ustrissi)mo S(ign)or Francesco Maior a cui successe anche nel nome, consolida i beni pa-
Duca d’Ariano in Cercemaggiore a li compraturi de le ghiande per questo trimoniali, ricoprendo il comando della milizia urbana o meglio Guar-
presente anno X ind(izione)… 1525”. Nel 1642 un Giovanni Battista D’A- dia Nazionale. All’indomani della caduta dei Borboni, anche questa fa-
versa in qualità di procuratore di S. Maria a monte, acquista per la con- miglia dovette risentire dei fattori economici presenti nell’ex regno se
fraternita un terreno “da Sancia Ricciardelli e Vincenzo Zappone matre già un figlio di questi, Elvino (nato il 16.09.1848), risulta nella seconda
e fili… sito alla Fontana della Valla”. Ai primi del XIX secolo, un terreno metà del XIX secolo con la professione di sartore (sarto). Per quanto è
di 4 tomoli posto al “Piesco della Donna” della confraternita del SS.mo dato sapere, ad Elvino successero dapprima un altro Francesco (nato il
Sacramento risulta che “si coltiva da Biase D’Aversa detto Merlone”. Lo 31.01.1876 e deceduto il 22.01.1955) e da questi i tre figli, Elvino (rima-
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sto celibe), Angelo ed Antonio (emigrato a S. Giuliano del Sannio). È fra i cognomi più antichi presenti a Cercemaggiore almeno dai primi
Da Angelo De Capua (1918 - 2002) un ramo della famiglia è continuato decenni del XVI secolo; nella forma più antica tale cognome compare
ed è tuttora presente a Cerce con il Dott. Francesco De Capua. come De Bona. Il primo documento noto risale al 1577 quando un
Albertio (Alberto) De Bona è ricordato nel testamento di Fabrizio
D’Elia Piscina di Cerce con il quale aveva una lite in corso per un orto posto
D’Elia è specifico del Sud, dove è molto diffuso. Delia, pur avendo un “fuori la Porta ad alto” ed in debito con detto testatore di 4 ducati da
ceppo nel varesotto e nel carrarese, sembrerebbe tipico anch’esso del restituire ad alcuni eredi del Piscina. Nello stesso testamento, fra i teste
Sud, del barese, materano e tarentino e della Sicilia, messinese e paler- è anche un Io(hann)e De Bona (Giovanni De Bona). Un Thoma (Tom-
mitano soprattutto; l’origine più probabilmente di entrambi è dal nome maso) De Bona è invece noto per aver fatto stilare nel 1582, il proprio
Elias con l’aggiunta della d’ patronimica. Fra le famiglie più antiche pre- testamento. Nel 1622 abbiamo notizia di un tal Martino, mentre un altro
senti a Cercemaggiore almeno dai primi decenni del XVI secolo. Risa- Giovanni De Bona risulta nel 1648 Procuratore dello Spedale o Confra-
le infatti al 1504 la prima notizia riguardante una casa appartenente al ternita del SS.mo Crocifisso, eletto insieme a Giovanni Leonardo Mas-
monte frumentario e data in affitto ad un Giovanni Battista D’Elia. sari. Un’iscrizione dipinta, recentemente riportata in luce nella cappella
Nel 1658 troviamo nota di un’Angela D’Elia che risiede nei pressi del della Confraternita presente nella chiesa madre recita: “Io. Giovanni. De
“Lo Furno a monte in vicinato delli Donati” e confinante con la casa di Bona e Giovanni Lonarde Massare. In T(e)r(ra) Procuratoru(m)”, ricor-
Filippo Donato e la casa di Giovanni Venditti ceduta in tale anno alla dando ai posteri per l’appunto i lavori allora fatti eseguire sotto la loro
chiesa arcipretale. Fra i presenti alla lunga transazione e stesura dei ca- cura. Nello stesso anno lo stesso Giovanni esegue alcuni rifacimenti
pitoli di pacificazione o “Concordamenti” stesi nel 1722 fra l’Università nella vicina cappella dedicata a S. Maria del Riposo forse allora di per-
ed il Marchese Doria a seguito dei tumulti popolari del 1719, troviamo tinenza familiare. Dieci anni dopo nel 1658 lo ritroviamo nuovamente
fra i Consoli (o eletti) anche un Giovanni Antonio D’Elia. Un Nicola Di come Procuratore della Cappella e Confraternita della SS. Annunziata
Elia di anni 42, in arte “fabbricatore” ed abitante nei pressi della “strada e S. Rocco.
Fornella”, compare in un documento del 1813.
Di Carlo
De Renzis De Carlo è tipico del Sud peninsulare, derivano dal nome Carlo derivato
Cognome di ascendenza non nota presente a Cercemaggiore con Do- dal nome franco Karl (una specie di funzionario della corte reale), il De
menico, nato il 15.04.1880 e deceduto il 07.02.1958. sta “per quelli di” riferendosi ai famigliari di un certo Carlo o dei figli di
un certo Carlo.
Di Bona Cognome presente a Cercemaggiore dagli inizi del XVII secolo. In una
Di Bona è del bellunese, Debona è praticamente unico ed è dovuto ad testimonianza resa nel gennaio del 1691 su alcuni orticelli contesi fuori
errori di trascrizione del precedente. De Boni e la forma alterata Deboni la Porta dei Rocchi è presente una Elisabetta De Carlo d’età d’anni set-
sono tipicamente veneti, De Bonis è molto diffuso al Sud peninsulare, tanta in c(irc)a (quindi nata intorno al 1620) e figlia di un Leonardo De
soprattutto nel foggiano, nel potentino e nel cosentino con un ceppo Carlo. Una nota personale Una nota presente nello stesso precisa che
importante anche nelle province di Roma e Latina; Debonis, assoluta- tale Carlo è “padre de Lisabetta, et Cornelia Di Carlo”. Negli anni dal
mente rarissimo e della stessa zona, è sicuramente dovuto ad errori di 1848 a tutto il 1859 troviamo un Domenico Di Carlo quale ultimo am-
trascrizione del precedente; De Bono, molto raro, parrebbe romano; ministratore insieme a Vincenzo Nardoia dei beni della Confraternita di
Debono è dovuto ad errori di trascrizione. Derivano tutti dal nomen la- S. Maria del Monte prima della sua soppressione e dell’incameramento
tino Bonus o dal suo derivato medioevale Bono, in alcuni casi può anche da parte del Comune. È interessante notare che con quest’ultima ammi-
derivare da soprannomi originati dal carattere del capostipite. nistrazione, le note di registrazione delle entrate ed uscite sulle somme
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gestite e sui vari beni (case in paese, terreni), diventa di colpo molto giore dalla fine del XVII secolo. La prima famiglia nota in Cerce sembra
stringata, a differenza di quanto era stato fatto sempre prima. essere quella attestata nel 1699 di un Giovanni Berardo De Maria della
Terra di S. Croce di Morcone (oggi S. Croce del Sannio) abitante con la
Di Florio propria moglie (una Venere Di Florio) e figli nella casa posta “… in loco
Originato da un soprannome fitonimo, ma anche da nome proprio di ubi dicitur Sotto la Seggia…”; dallo stesso sappiamo che il padre,t al Bar-
persona: Flous dell’epica cavalleresca. tolomeo De Maria, aveva sposato la cercese Cornelia Riglione.
Dal latino flos: “fiore. Dalle innumerevoli varianti appare anche Florio Nei conti relativi alle spese fatte nel 1788 dalla Confraternita del SS.
poi De Florio, Di Florio. Crocifisso o Spedale troviamo “pag(at)o a Nicola Di Maria p(er) l’acco-
Cognome presente a Cerce dai primi del XVI secolo nella forma più an- modo delle vitrate dell’altare dello spedale” presente nella chiesa madre.
tica di De Florio. Nel 1577 è noto un Simeone De Florio presente quale Agli inizi del XIX secolo alcuni eredi di un Domenico Antonio Di Maria
testimone nel testamento di un Fabrizio Piscina. Nel 1809 un “Giovanni (+ prima del 1807) pagavano un censo redimibile su alcune terre di pro-
Antonio Florio” è fra i Decurioni o maggiori possidenti dell’Università. prietà della SS. Annunziata di Cerce e così ancora nel 1824 mantenendo
ancora come prassi comune, il nome del vecchio intestatario.
*Figure da ricordare Nello stesso periodo è noto un Pietro Di Maria di professione “fabbrica-
- Michele (Cicchiglio), Sindaco di Cercemaggiore negli anni 1946 - tore”, che abita alla “Strada S. Rocco” e vivente ancora nel 1814.
1950.
- Giovanni (Sarachiegle), Sindaco negli anni 1965 - 1970. *Figure da ricordare
- Giovanni, Mastro fabbricatore attivo nel XVIII secolo di cui è nota
Di Iuorio una iscrizione frammentaria posta originariamente sull’architrave di
Tipico dell’area che comprende Abruzzo, Molise, foggiano e Campania, una porta riportante la seguente iscrizione “A.D. 1730 / …ni De Maria
significa letteralmente “figlio di Iorio” e deriva dal nome medioevale fecit”.
Iorius (Giorgio). - Pietro, (1774 - ?), Mastro fabbricatore attivo a Cercemaggiore tra la
A Cercemaggiore compare nei primi decenni del XVII secolo nella dor- fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo.
ma più antica di De Iuorio a meno che non si voglia ricollegare a questi
la presenza attestata nel 1576 di un Nicolao De Giorgio. Di Marzo
Nel testamento di Cristina De Iuliano redatto nel 1660, è presente fra gli Ampiamente diffuso nel Centro-Sud con una maggiore concentrazione
altri testimoni, un Horatio (Orazio) De Iuorio. Pochi anni dopo nel 1691 fra la Campania ed il Molise dove è presente anche la variante originaria
è la menzione di un contadino, tal “Vito D’Iuorio d’età d’anni sessantacin- di De marzo presa dalla voce popolare “i Marze”, nato nel mese di mar-
que in c(irc)a” presente quale teste in una lite per alcuni terreni occupati zo; oppure Di Marzio, più probabilmente “figlio di Marzio” dal latino
abusivamente nel periodo della peste. Martius - Marte.
Un Domenico D’Iorio risulta amministratore dei beni della Confrater- Cognome originario di S. Anastasia (NA) presente a Cercemaggiore
nita dell’Annunziata e S. Rocco nel 1825 ed ancora, rieletto, nel 1829. dalla seconda metà del XIX secolo a seguito dell’arrivo dopo il 1872 del
giovane Luigi Di Marzo in servizio presso la locale stazione dei RR. Ca-
Di Maria rabinieri. Promosso “maresciallo a cavallo”, come scrive ampiamente il
Maria viene dall’ebraico-aramaico Maryam (greco Mariam e latino Ma- nipote Luigi, nel 1883 partecipa a Roma al primo carosello storico ed il
ria): “amara” [afflitta: come Mara], ma anche “amata”. 5 novembre del 1887 all’età di 34 anni (era nato nel 1853) sposa a Cerce
Dall’originario *Marìa: De Marìa, Demarìa, Di Marìa, Dimarìa. “col permesso del Ministero della Guerra precedente” la giovane Giu-
Cognome originario di S. Croce del Sannio (BN) presente a Cercemag- seppina (Lucia Giuseppa) Ranallo figlia del medico e noto patriota D.
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Pasquale Ranallo (nativo di Oratino). Geotec S.p.A., con sede in Campobasso, specializzata nell’acquisizione
Trasferito dalla fine del 1887 a Piperno (oggi Priverno, LT) ove nasce il dei dati sismici su terraferma per lo studio geofisico e le conoscenza
primo figlio, Nicola, in data 21 agosto 1889; torna nuovamente a Cer- geologiche del sottosuolo a grande profondità, sia per le ricerche di
cemaggiore con la famiglia nel 1892 stabilendovisi definitivamente. Te- idrocarburi che per scopi scientifici. Leader nazionale nella esecuzione
soriere comunale e revisore dei conti dal 1896, eletto membro ammini- dei rilievi geofisici con modalità sismica a riflessione, potendo confidare
stratore della locale Congrega di Carità nel 1902, come scrive il nipote, sulle più moderne apparecchiature elettroniche e di un vastissimo parco
“morì misteriosamente insieme alla moglie Letizia. Lei il 6 febbraio 1903 automezzi, oltre 230 unità, utilizzato da personale altamente qualificato
a 45 anni e lui il 7 a 50 anni! Morti sospette… non certamente per avvele- e con esperienza pluriennale ed unica azienda del genere in Molise. La
namento stagionale di funghi!”. morte precoce sopravvenuta a seguito di un malore mentre era impe-
gnato in un suo ingresso nella politica ha destato sdegno e dispiacere
*Figure da ricordare specie presso gli amici ed i collaboratori. Il settimanale 7 Giorni Molise
- Luigi, scrittore. Nato a Cercemaggiore il 19.03.1926 figlio di Nicola e del 7 maggio 2004 dedicò la copertina aprendo con il titolo Nicola Di
Evangelina Domenica Izzi. Marzo, morte a Cercemaggiore. La società è oggi seguita dai figli Luigi e
Dalla figlia Erminia traiamo qualche notizia: “Approdò nel panorama Francesco che sono diventati sponsor di una squadra di basket, mentre
letterario italiano all’indomani della guerra, dopo essersi cimentato con una gara automobilistica titolata Trofeo Nicola di Marzo è giunta ormai
composizioni metriche e pentagrammi per allietare ricorrenze festive con alla III edizione.
giovanissimi amici che frequentavano l’Istituto di studi e di formazione re-
ligiosa. È di qui l’immutata concezione cristiana della vita e nella società. Di Niro
Partì ufficialmente nel 1950 con la pubblicazione di liriche sulle Riviste Da soprannome fisico - anatomico, ma anche da nome proprio di per-
Il Parallelo e La Zagara, raccolte poi con altre in Grida d’un esule, ed. sona (antroponimo) e santo (agionimo). Origina infatti sia da Nero dal
Cenacolo, Reggio Calabria 1952). Una volta oscurato perché controcor- latino niger: “di colore nero”, “scuro” che da Nero, dall’ipocaristico dimi-
rente e scomodo, scrisse La tribù dei travestiti (rime a due bòtte) per i tipi nutivo per aferesi di Guarniero - Guarino e Ranieri.
de l’Economica di Campobasso”. Autore di diversi saggi, poesie nonché Questo cognome compare a Cercemaggiore per il capostipite Giuseppe
corrispondente locale per diverse testate regionalistiche, ha composto e Filippo (nato a Campobasso nel 1857 e deceduto a Cerce il 14.04.1891),
musicato l’Inno per il Partito Federalista Europeo presentato a Monaco da cui anche il contronome “i Fulippi” ovvero i figli di Filippo giunto in
di Baviera nel 1980. È lo scopritore e divulgatore del cercese Michele questo paese nella seconda metà del XIX secolo.
Testa nonché autore del gemellaggio poi realizzato fra Cercemaggiore Sposò una d’Amico da cui ebbe almeno due figli, Domenico e Miche-
ed il quartiere di Tor Sapienza (Roma) il 16 ottobre del 1993. Ha re- le. Il primo compare nel 1897 quale erede di Nicola D’Amico per una
centemente pubblicato alcune memorie storiche e biografiche fra cui casa data a censo alla Porta del Ponte ed appartenente alle Opere Pie di
ricordiamo: La Congiura di Bojara (2003), Bandiere federaliste, l’asta di Cercemaggiore. Domenico morì in Argentina; dal figlio Nicola nasce il
un terrone (2005), Cercemaggiore, visite culturali e supplementi storici geometra Antonio, ora operante a Cercemaggiore.
(2006) e Anche di un Papa, storie dai miei diari (2008). Per quanto attiene all’altro figlio, Michele, ci sovviene la stessa Angela Di
- Nicola, imprenditore. Figlio di Luigi nato a Cercemaggiore nel 1949 ed Niro che cortesemente ci ha scritto: “Per quanto riguarda mio nonno, era
ivi precocemente deceduto il 01.05.2004. Amava ripetere di essersi fatto nato nel 1885; quello che so è che da piccolo e da giovane fece il garzone al
da solo, partendo dall’ultimo gradino; difatti, assunto come giovane tec- mulino Maselli, dove imparò il mestiere di mugnaio. Poi partì per gli Stati
nico dell’Agip, impegnata nei primi anni Sessanta in sondaggi geologici Uniti, nel 1906, per Greensburg ma tornò subito; difatti ripartì l’anno suc-
per la ricerca di idrocarburi, è divenuto negli anni un vero e proprio cessivo a febbraio, sempre per Greensburg, dove lo raggiunsero a luglio la
imprenditore, affiancando all’impegno, la professionalità. Ha fondato la moglie Angela Gritti (era stata allevata a Cerce da Giuseppe Testa, padre
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adottivo: era stata difatti presa alla Ruota) e la prima figlia Filomena, di Di Primio
pochi mesi. La famiglia restò negli USA per pochi anni, poi, poco prima del Dal nome proprio di persona Primo e sue varianti sostenuti dal culto
1910, tornarono definitivamente in Italia; gli altri sette figli, a cominciare cristiano di vari santi omonimi (Primiano e Primo, vissuti nei secoli II-
dal 1910, nacquero tutti a Cerce. Con i soldi racimolati in America e con il IV). Dal latino primus: primo figlio nato o primo evento. A Cercemag-
suo lavoro a Cerce nel 1922 comprò il “Mulino del Signore”, ex marchesale, giore compare nel XVIII secolo nella forma originaria di Primio.
che comprendeva, oltre al mulino principale, di contrada Mulino del Si- Un Berardino Primio è fra i Consoli in carica dell’Università cercese
gnore, anche due altri mulini piccoli, che sfruttavano la stessa acqua: uno presenti ai patti o concordamenti fatti nel 1722 fra questa ed il Marchese
immediatamente a valle del principale, e l’altro in località Rocca, nel bosco Doria. Nei primi anni del XIX secolo troviamo un “Vincenzo Di Primio
di Pesco Sambuco. Da allora Michele fece il mugnaio per tutta la vita”. fu Gennaro Coppo” coltivatore a censo insieme ad altri cercesi di alcune
Da Michele ed Angela Gritti sono nati, tra gli altri, Pasquale, Vincenzo, terre della Confraternita del SS. Sacramento al “Piesco Magallo, Fontana
Antonio, da cui si è poi ramificata la discendenza attuale. Antemuccio (?) o Fontana Cipullo”. A S. Chirico troviamo un Daniele
Di Primio che tiene indiviso con un Domenico e Michele Petraroia fu
*Figure da ricordare Giovanni, Petronilla e Vincenzo Petraroia fu Felice, un fondo di oltre un
- Angela, archeologa ispettrice, nasce a Cercemaggiore nel 1950. Poco tomolo su cui grava un canone enfiteutico.
dopo la laurea in lettere classiche ha iniziato la sua attività professionale Un altro Domenico Di Primio è fra i consiglieri presenti nella giunta
di Archeologa presso la Soprintendenza Archeologica di Campobasso comunale per l’anno 1875.
curando una serie ininterrotta di campagne di scavo, allestimenti di
mostre e divulgazioni scientifiche sull’antico Sannio. È stata assessore *Figure da ricordare
per la cultura, in carica presso la Provincia di Campobasso. Attiva nel - Giovanni, (zi Ciannètte) nato a Cercemaggiore il 28.02.1874 e dece-
paese sotto l’aspetto della sensibilizzazione culturale scrivendo già nel duto il 28.08.1956.
periodico N copp Sant’ Rocc’ nel 1974, ha realizzato diverse opere per la
riscoperta delle antiche radici e tradizioni con mostre, eventi ed opu- Di Silvio (vedi Silvestro)
scoli storici. Grazie anche alla sua iniziativa dal dicembre 1999 è sorta Cognome originario di Castelpagano (BN) presente a Cercemaggiore
Millemetri la rivista di Cercemaggiore. Fra le prime opere della sua vasta dai primi decenni del XIX secolo con Liborio. Si conosce un Alessandro
pubblicistica rammentiamo solo alcune: fu Liborio nato nel 1822. Il figlio di questi, Liborio, nato il 19.10.1884 e
-- Il culto di Ercole tra i Sanniti Pentri e Frentani, 1977; deceduto il 23.03.1947 ed i nipoti Alessandro nato il 06.11.1853 e dece-
-- Piccoli bronzi figurati nel museo di Campobasso, 1978; duto il 12.03.1933 ed il fratello Fabrizio nato il 05.05.1920, scomparso
-- Samnium, archeologia del Molise (con Capini S.), 1991; in data 27.11.2004.
-- Il Museo Sannitico di Campobasso, 2006.
*Figure da ricordare
Di Ponte - Nazareno, fu Alessandro, nato a Cercemaggiore il 28.12.1899 ed ivi
Cognome originario di S. Croce del Sannio (BN) ma con nuclei anche deceduto il 06.10.1982. Membro del primo direttorio fascista di Cerce-
a Morcone, presente a Cercemaggiore fra la fine del XVIII e gli inizi del maggiore, applicato di segreteria presso il comune ed appassionato di
XIX secolo. Nei registri dei conti della Cappella della SS. Annunziata e fotografia. È nota una cartolina edita per la Tab. Di Silvio.
S. Rocco circa terre date in affitto vario e spese fatte per famiglie più in- - Lucio (dirigente ASL Trentino Alto Adige) fu Fabrizio, nato a Cerce-
digenti troviamo diversi membri di tale famiglia. Un “Luigi Di Ponte fu maggiore il 24.07.1951, residente a Belluno.
Domenicangelo” ed un “Angelo Di Ponte fu Giuseppe”, compaiono fra
i coloni presenti nel 1871 all’affrancamento dell’ex feudo di Caselvatica. Distasi (vedi Di Stasi)
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Di Stasi in occasione del terzo vertice dei capi di stato e di governo del Consiglio
Stasi è tipico di Puglia, Campania, Basilicata e Calabria; Stasio, molto dell’Europa a Varsavia. A partire dal 2007 dirige il Centro di expertise
più raro, è tipico del napoletano e del salernitano, con ceppi anche nel per la riforma del governo locale (Consiglio d’Europa) che propone una
Lazio. Appare nella forma originaria latina De Stasio, Staso e poi Stasi strategia europea sull’innovazione e la buona governance a livello locale.
ed infine come Di Stasi, ovvero “figlio di Stasio”, forma abbreviata di In data 1 ottobre 2007 viene posto a capo della missione di osservazione
Anastasio. delle elezioni del Consiglio d’Europa in Kosovo.
Tale cognome è presente a Cercemaggiore dai primi decenni del XVII
secolo. Poco prima del 1649 è ricordato un “G. M. Lorenzo Di Stasi” il Di Stefano
quale teneva in fitto 9 tomoli di terreno nella località detta S. Giovan- Patronimico (da nome proprio di persona: antroponimo, e di santo
ni. In un atto del gennaio del 1718 troviamo un “Dionisius De Stasio et agionimo).
Franciscus De Gio(vanni)bat(tis)ta Testa in p(rese)nti anno Procuratores Dal greco stèphanos: “corona”, “ghirlanda [del martirio]”.
Ven(erabilis) Ospidalis ius patronayus universitatjs”. Lo stesso “Dionisio Il nome si diffonde sin dai primi secoli del cristianesimo grazie al culto
Di Stasi” risulta pochi anni dopo nel 1722, in qualità di Console (o elet- del protomartire Santo Stefano e il cognome che ne origina riceve un
to) della stessa Università. forte impulso a partire dal pieno Medioevo cristiano, attestandosi sem-
Dal 1791 al 1793 il Pio Spedale è retto dall’economo Nicola di Stasi. pre più frequentemente.
È noto un Lorenzo con i figli Giovannicola e Pasquale. Cognome originario di Ferrazzano (CB) presente a Cercemaggiore
dalla fine del XIX secolo con l’arrivo di Antonio Di Stefano. Da questi
*Figure da ricordare nacque Domenico ed il figlio di questi, Angelo e nell’arco del secolo si
- Giovanni, mastro “fabbricatore”, attivo nella seconda metà del XVIII è ramificata attraverso gli attuali nipoti, fra cui ricordiamo Domenico
secolo. (residente a Cerce) e Nicola (collaboratore della rivista Millemetri), Ma-
- Giovanni, nato a Cercemaggiore il 27.04.1950; a dieci anni si trasfe- ria e Gennaro attualmente residenti a Campobasso.
risce con i genitori a Casacalenda (CB). Laureato in lingue e letterature
straniere; docente e poi preside del liceo scientifico di S. Croce di Ma- D’Onofrio
gliano (CB). Iscritto al P.C.I., nel 1975 è inizialmente eletto in qualità Cognome originario di Riccia (CB) presente a Cercemaggiore con
di consigliere municipale nella sua città di Casacalenda (in cui risiede Achille giunto il 05.09.1964, nato il 01.06.1945 e deceduto a Cercemag-
ancora oggi). Sposato dal 1977 con Carola Vincelli dal 1977 da cui ha giore il 26.07.1979. Ha avuto cinque figli 3 maschi e 2 femmine, attraver-
avuto due figli, Fernando e Dario; ha ricoperto la carica di sindaco per so i quali la famiglia si è ulteriormente ramificata.
dieci anni (1980 - 1990). È in questo periodo che fonde e dirige, nel Mo-
lise, la “Lega per le autonomie locali”. Dopo il mandato come sindaco di D’Uva
Casacalenda, ricopre la carica di consigliere regionale dal 1990 al 1994. Cognome presente a Cerce in forma sporadica dalla fine del XVI secolo
La sua carriera conosce una svolta nazionale con la sua elezione, nel e più massiccia nei due secoli seguenti con l’apporto di più famiglie im-
1994, alla Camera dei deputati del Parlamento italiano, in cui rimane migrate dalla vicina S. Croce del Sannio (BN).
fino al 2000, anno in cui viene eletto presidente della regione Molise. A Nel 1577 è documentata la presenza in Cerce di un “Guglielmo D’Uva
Bruxelles e, presso il Consiglio d’Europa, presiede inizialmente la Ca- di Santacroce” presente quale testimone con altri cercesi al testamento
mera delle regioni dal 2001 al 2004 e in seguito il Congresso dei poteri di Berardinella Massari vedova di Donato Giovannelli. Nel 1811 un tal
locali e regionali dal 2004 al 2006. Co-autore della pubblicazione del “Domenico Duva padre” di anni 28 (nato quindi intorno al 1783) di
Consiglio d’Europa intitolata Il futuro della democrazia in Europa, nel professione “macellajo” figura abitare alla “Strada Portella”.
2005 è il relatore dei lavori sul futuro della democrazia locale in Europa
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*Figure da ricordare Dal nome proprio di persona (antroponimo) e santo (agionimo): Felice,
- Giovanni, commerciante, Sindaco e Podestà. Figlio di Vincenzo, nato augurale e gratulatorio, sostenuto sin dal Medioevo cristiano dal culto
a Cercemaggiore il 06.04.1884 e ivi deceduto l’11.06.1984. Assessore an- di numerosi santi omonimi (Felice: oltre una cinquantina; Felicissimo,
ziano facente funzione di Sindaco nel dicembre del 1921, Sindaco nel Felicita… vissuti fra i secoli III - XIII).
1926 e vice Podestà dall’aprile del 1927 sotto la giunta del cav. Pasquale Dal latino felix: felice, fortunato… (dal greco phýô: produco).
Salerno. Podestà di Cercemaggiore negli anni 1936 – 1939 quando si Nel 1718 troviamo fra gli eletti dell’Università, allora in carica, anche un
dimise sembra per motivi familiari, occupò la carica di conciliatore co- Joannis (Giovanni) Felice.
munale negli anni 1941-42.
*Figure da ricordare
Emanuele - Alfonso (ceppo Capoiaccio e Caselvatica) in strada S. Rocco 13.07.1844.
Cognome originario di Castelpagano (BN) presente a Cercemaggiore - Francesco in via Fontanella nato il 11.01.1875 e deceduto il 14.09.1934.
intorno all’ultimo decennio del XVII secolo, spesso corrotto o trascritto - Claudio (Fonz) direttore didattico a Salerno.
nelle forme di Manuele, Emmanuele. Nell’istrumento redatto nel giu- Giovanni (Sargent) nato a Cercemaggiore il 20.03.1866 e deceduto il
gno 1722 dal notaio Francesco Salvatore troviamo che alcune terre della 14.12.1947. Acquistò nel 1905 dagli eredi Vulcano, il castello o Palazzo
Confraternita della SS. Annunziata poste nella zona detta “Valli o Col- che gli eredi cedettero nel 1952 alla Mater Orphanorum; fra i numerosi
lacchione” erano allora tenute da un Vincenzo Petraroia Capodibona figli rammentiamo anche Ferruccio, avvocato e Procuratore, nato a Cer-
e dai “coniugi Antonio Emanuele e Catarina Iuliano per l’annuo canone cemaggiore il 16.01.1909 e deceduto a Como il 01.05.1980. Ha ricoperto
lordo di grana sessantacinque”. la carica di Podestà.
Gli stessi tenevano una proprietà a “Pesco Strascino o Croce Ferruc- - Mario fu Tommaso nato a Cercemaggiore il 01.09.1941 (nipote di
cio” del Monte di Pietà con una parte censita di 2 tomoli e mezzo com- Giovanni dal ramo materno), Geometra, è stato sindaco del comune
prendente anche “una massaria diruta, situata a fianco della strada”. Un per 4 legislature.
Tomaso Emanuele in qualità di vaccaro risulta fra i laici a servizio del
monastero e presente nel Catasto onciario riportato in luce recentemen- Feriozzi
te dal Miele. Dallo stesso, redatto negli anni 1741 - 1748, risulta che gli Cognome originario di Controguerra (TE) presente a Cercemaggiore
Emanuele sono presenti in paese con due capifamiglia, e cioè il bracciale con Francesco, giuntovi in data 25.01.1930; nato il 21.11.1891 e decedu-
Filippo e il sartore Tommaso. to a Cercemaggiore il 28.02.1966.

*Figure da ricordare Ferro


- Angelo (Giarrasse) nato a Cercemaggiore il 22.03.1873 e deceduto il Cognome originario di Motta Montecorvino (FG) presente a Cerce-
05.12.1956. Guardia comunale e poi postino. maggiore con Matteo giuntovi in data 27.03.1939; nato il 20.12.1904 e
deceduto a Cercemaggiore il 08.11.1971. Carabiniere, sposato con una
Fatica Zappone, emigrato in Libia dove nacque la prima figlia e rientrato a
Cognome originario di Oratino (CB) introdotto a Cercemaggiore nel Cerce nell’immediato dopoguerra.
1984 da Felice.
Fontana
Felice Originato dal soprannome da nome comune ed etnico da toponimi ge-
Cognome proveniente da Toro (CB), compare a Cercemaggiore solo da- nerici propri. Dal lat. fons: “fonte” o “fontana” o “sorgente” ampiamente
gli inizi del XVIII secolo. diffuso (panitaliano), ma con maggiore frequenza al Nord.
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È un cognome classico oronimico incrementato dal medioevo in poi nel 1722 è anche un Marco Fontana. Una Caterina Fontana è invece fra
per il significato simbolico che ha assunto quale fonte o sorgente di i testimoni e firmatari dell’atto attestante la guarigione “miracolosa” del
spiritualità (si pensi al fonte battesimale). Mastro D’Amico avvenuta a Cerce nel 1752. Nel XVIII secolo si ricorda
Cognome presente a Cercemaggiore almeno dal XVI secolo. anche un D. Bonaventura Fontana che come scrive il Di Marzo “per tra-
Il primo documento noto di questa famiglia cercese risale al 1501 quan- dizione orale, sarebbe stato cultore illustre di scienze mediche che pure
do il sacerdote D. Angelo Fontana è nominato arciprete della chiesa ma- affascinarono il figlio Filippo ed il nipote Giuseppe”.
trice di Baselice allora feudo della Casa Carafa. Di questo primo perso- Don Bonaventura tiene diversi pagamenti di terre date a censo dall’O-
naggio ancora secoli dopo ed esattamente nel 1781 è presente menzione spedale di Cercemaggiore negli anni 1786/1789 e dopo la sua scomparsa
in una tabella generale degli oneri e messe perpetue officiate dai padri presi dai figli e discendenti. Nel 1790 compare infatti un primo paga-
domenicani nel convento della Libera che a tale voce riporta “pro r(eve- mento fatto dagli “er(edi) del G(randissi)mo D. Bonaventura Fontana
ren)d(o) no Angelo Fontana”, ben 7 messe piane da farsi sull’altare di S. p(er) suo padre”. Da questi, sposato con Donna Peppa (Giuseppa) Fini-
Biagio ed una singola, per la festa della B(eata) M(aria) V(ergine). zia di Sepino, nacque il Dottor Giuseppe Fontana che come ricorderà il
Del 1576 è un contratto di matrimonio fra una Sindona Fontana figlia di nipote D. Beniamino Vitone fu un “attivo patriota e carbonaro durante
un Vincenzo Fontana e un Nicolao De Ang(e)lo Ricciardo alias Cepollare, la Repubblica Partenopea”. Una figlia, la gentildonna Maria Florinda
T(er)re Gildonis. Di un decennio dopo è il ricordo in due documen- Fontana, sposa Francesco Vitone.
ti, fra cui un testamento del reverendo cercese D. Nicola De Petro, di Questo ramo di famiglia notabile si è estinto da tempo. Altro Fontana di
un “Giovanni Fontana di Cerce Mag(giore) Mag(nifico) lit(tera)to”. Un altra famiglia è un Giovanni che da Decurione nel luglio del 1850 firma
Libero Fontana che nel 1633 figura quale Procuratore della Confrater- con un segno di croce.
nita di S. Maria a monte ricompare circa un trentennio dopo insieme al
figlio Tommasi (Tommaso) Fontana in veste di semplice confratello. È Galante
interessante notare come il padre non sappia leggere e scrivere tanto da Cognome originario di S. Croce del Sannio (BN), presente a Cercemag-
firmare la sua presenza negli atti con un semplice segno di croce. giore in forma sporadica dalla prima metà del XIX secolo. Un “Antonio
Le case dei Fontana, riunite come altre famiglie cercesi in un “vicinato”, Galante fu Saverio” è presente nel giugno del 1871 fra gli assegnatari di
sono ben localizzate in un documento del 1652 nel luogo allora noto a alcune terre affrancate nell’ex feudo di Caselvatica.
tutti come “sotto la Porta à bascio, detto la strada delli fontana”, agli inizi
dell’attuale Via dei re d’Italia (comprendente anche la casa odierna dei Gargiso
Di Marzo). Nell’elenco o Catalogo universale delle messe aggiornato al Cognome originario di Gildone (CB).
1702, ma con dati precedenti anche di un secolo, da officiare nella chiesa
madre, è presente il ricordo “per tre messe piane (da tenersi) ogni anno Garzia
per Maddea (Medea) Fontana”. Cognome presente a Cercemaggiore dalla seconda metà del XIX seco-
Un Pietro Fontana è invece presente in diversi atti redatti fra il 1700 lo con Crescenza proveniente da Fara S. Martino (CH) nei pressi della
ed 1722 per la presa a censo di parte di una casa appartenente al locale Majella. Il figlio Andrea, di professione cardatore (“scardassatore”) spo-
monte frumentario e posta vicino le sue proprietà al Forno di Sopra (od. sa nel 1874 Maria Ciaccia (già vedova di Bonaventura Cerrone da cui
Fornella) “in loco ubi dicitur allo Furno di sopra, iuxta bona dicti Petri aveva avuto una figlia, Mariantonia Filomena) che nel 1876 gli dà un
Fontana, strada publica, alios fines…”. Un altro Giovanni nel 1718 rico- erede a cui viene dato il nome di Crescenzo Nicola. Nello stesso anno
pre, insieme a Giovanni Felice, Filippo Ceriello e Giuseppe Jzzo, l’im- un fratello di questi, tal Giuseppe Garzia di Crescenzo, figura fra gli asse-
portante carica di eletto dell’Università. Fra i consoli eletti del “concor- gnatari dei terreni di Selvapiana.
damento capestro” fatto dall’Università di Cerce con il marchese Doria
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Germano re e pro segretario Carlo de Iuliani.
Cognome originario di Gildone (CB) introdotto a Cercemaggiore nella È noto un Benedetto Giuliano economo nel XVII secolo insieme ad un
prima metà del XIX secolo con Giovanni Innocenzo (nato nel 1789) Antonino Marino, per la Cappella o Confraternita di S. Maria a monte.
presente già nel 1853. Un Rocce (Rocco) De Iuliano risulta confinare con la propria casa posta
Nel 1897 risulta fra gli affittuari di alcune terre a S. Vito appartenenti sotto la piazza della catena ed esattamente nella “contrata della porta di
alle Opere Pie del comune, anche un Agostino Germano fu Gaetano. mezo”.
Nel 1713 è noto un Ioannes (Giovanni) Iuliano il quale possiede una
Giampetruzzi vigna “vitibus satinis vitatem verum dominum… cum pauco territorio
Cognome presente a Cercemaggiore dal XVIII secolo. Un Romualdo ed intorno, sitam in pertinentijs d(ict)e T(er)re, et proprie in loco ubi dicitur
Andrea Giampetruzzi compaiono nel 1791 fra i confinanti della casa di lo Colle delle vigne” confinante con i beni di S. Maria della Libera, il no-
proprietà del magnifico Francesco Chiaffarelli posta alla Porta del pon- taio Francesco Salvatore ed una via vicinale. Annualmente ne pagava un
te. Nel 1809 troviamo invece un “Nunzio Giampetruzzo Decurione” in censo di 25 grana alla Cappella del SS. Corpo di Cristo.
una petizione fatta dal Sindaco Masello (Maselli) all’Intendente di Moli- Ai primi del XIX secolo il Monte di Pietà di Cerce tiene un terreno di 6
se per la riapertura al culto della chiesa del Convento della Libera. Una tomoli dati a terraggio e che “si coltiva da Pasquale, e Giovanni Iuliano”.
Antonia Giampetruzzi risulta nel 1812, sposata con Michele Ruscitto di Lo stesso ente ritiene altre terre date in affitto a vari, fra cui un Giovanni
anni 26, contadino ed abitante alla “Porta De Rocchi”. Iuliano, nella località detta “Valli o Paduli Ferrucci”.
Qui una masseria, nel nucleo originario, porta ancora la data di fonda-
Gioia zione risalente al 1860.
Cognome originario di S. Croce del Sannio (BN) presente a Cercemag-
giore dagli inizi del XIX secolo. Nell’elenco dei pagamenti dei Censi *Figure da ricordare
redimibili del 1805 e 1807 sulle terre della chiesa locale figura infatti - Antonio, paracadutista, invalido della seconda guerra mondiale, nato
quello effettuato da un “Loreto Zurlo p(er) Ottaviano Gioia di S. Croce”. a Cercemaggiore il 24.04.1915, deceduto a Cercemaggiore il 25.12.1963.
- Mark, nato a Cosenza il 12.08.1973. Inizia la sua carriera professioni-
Grande stica nella squadra della Salernitana, dopo aver militato nelle giovanili
Cognome originario di Gildone (CB) introdotto a Cercemaggiore il del Real Campagna, paese della provincia di Salerno dove è cresciuto,
31.12.1931 da Michele, nato il 08.07.1906 deceduto a Cercemaggiore il pur essendo di origini calabresi.
09.04.1993; ha avuto 2 figli da cui la famiglia si è ramificata ulterior- La parte più importante della sua carriera di calciatore si svolge a Torino
mente. nelle file della Juventus. Con la nazionale maggiore conta 22 presenza
e 1 goal. Nella stagione 2005/2006 ha militato nella prima parte della
Iuliano stagione del Maiorca e nella seconda parte nella Sampdoria. Il 31 ago-
Fra i cognomi più antichi presenti a Cercemaggiore almeno dai primi sto 2006 con il suo nuovo manager F. Viappiani viene ingaggiato dal
decenni del XVI secolo; nella forma più antica e latinizzata compare Messina. Nella sessione del mercato invernale 2008 viene ingaggiato dal
come De Iuliis, De Iulianis poi De Iuliano ed infine Iuliano. Col signifi- Ravenna in Serie B.
cato di figlio di un Giulio (in latino Iulio).
Proprio da un documento riportato dal Pierro nella sua storia di Cerce- Izzi, Izzo
maggiore, troviamo un documento pubblico datato al 25 luglio del 1571 Tale cognome, originariamente nella sola forma posta al singolare, è
a firma di Vincenzo Carafa in cui compare e controfirma, il “Magnifico presente sin dalla prima metà del XVI secolo. Difatti un Pascale Izzo è
Dominus Carolus De Julianis, pro segretario” ovvero il magnifico signo- ricordato nel 1576 fra gli “omnibus dicte T(er)re Cercemay(o)ris inlite-
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raty” presenti all’acquisto di una casa nel centro storico da parte della È noto un Francesco nato il 18.09.1856 e deceduto il 13.01.1935
Magnifica Virgilia moglie del Magnifico Teseo Fasano di Solopaca. Nel (residente, con la famiglia, in Piazza Garibaldi).
1582 è ricordato un tal Nicolao (Nicola) Izzo.
Nel 1710 risulta il rinnovo per una concessione di una casa della chiesa Laudo
matrice posseduta da Domenico Antonio Izzo nel luogo detto “sotto il Cognome originario di Campobasso presente a Cercemaggiore con Ni-
Battistero”, per la quale l’affittuario predetto pagava un fitto novennale di cola, giuntovi in data 28.04.1907; nato il 10.02.1886 e deceduto a Cerce-
5 grana. Un Domenico Antonio Izzo appare fra i teste di un documento maggiore il 28.03.1936.
steso nel luglio del 1713 fra D. Giuseppe Di Carlo e Giovanni e France-
sco De Iuliano per la cessione di una casa paterna di questi ultimi che La Vigna
minacciava rovina sui confinanti. Cognome originario di Cercepiccola (CB), presente a Cercemaggiore
Un Giuseppe Izzo (Josephi Jzzo) è fra gli eletti dell’Università presenti dal XVIII secolo.
in documenti comunali datati fra il 1718 - 1720 e nel “concordamen- In una perizia dell’agosto del 1716 stesa dal notaio cercese Salvatore Ca-
to” del 1722. Nel catasto Onciario relativo al Convento della Libera e landrella per l’acquisto di un casalino con orto presso S. Nicola o Porta
parzialmente pubblicato dal Miele figurano come laici ivi lavoranti, un di mezzo, oggi zona fra Via Mazzini e Piazzetta Roma; compare fra i
Biagio Izzo, di Cerce Maggiore (lavoratore) ed un Crescenzo sempre del testimoni che si firmano di proprio pugno un “Gaetano Della Vigna
medesimo paese, ma vignaiolo in Mirabello ove i Domenicani avevano Iorio Testimonio”.
diverse terre. Un Cosmo Izzo risulta fra gli eredi presenti al testamento
di un Salvatore Cristofano nel 1766. Lombardi
Nel 1804 risultano alcuni pagamenti di censi redimibili effettuati su al- Di origine etnica da coronimo storico ma anche da soprannome.
cune terre della Confraternita della SS. Annunziata, fatti “da Michele, e Dall’antico detesco ripreso poi nel latino tardo di longobardi [da Longo-
Dom(enic)o Izzo”. bardia già Langobardia] ovvero “uomini dalla lunga barba”.
Questo spiega il significato dell’origine etnica di Lombardo, “abitante del
*Figure da ricordare Centro - Nord”.
- Angelo, fotografo. Nato a Cercemaggiore l’11.01.1936. Iniziato alla fo- Cognome presente a Cercemaggiore almeno dalla prima metà del XVI
tografia nell’immediato dopoguerra, nei primi anni Cinquanta inizia i secolo, ma con famiglie omonime aggiunte fra il XVII e XVIII secolo da
suoi primi lavori dedicandosi specie ai servizi matrimoniali. Trasferitosi vari centro vicini, fra cui Morcone (BN).
a Milano nel 1959 apre una propria attività ancora oggi presente sul Un “Magnifico Ang(e)lo Dadamo Lombardo lit(tera)to” è presente al te-
territorio. Di questo periodo sono note alcune cartoline cercesi, si cui stamento funebre del reverendo D. Nicola De Petro di Cercemaggiore
è l’autore; stampate per la Tabaccheria di D’Elia Bonaventura, recano la del luglio del 1585, in cui il testatore lascia vari beni, fra case e terreni, ai
dicitura Izzi & Corsetti, Milano. figli di Teseo Fasano di Solopaca (ma dimorante in Cerce) per “amorem
et dilettione” da essi prestata in vita al suddetto. Dal 1600 al 1604 un
La Porta Francesco Lombardi (figlio di Sansone) è documentato quale mastro
Soprannome da nome comune di luogo antico ma più propriamente costruttore del nuovo campanile della chiesa madre. Dall’Onciario di
medievale: così incominciarono a denominarsi le persone residenti vi- Cerce redatto negli anni 1741 - 1748 i Lombardi (come gentilmente ci
cino alla “porta” di città e paesi sinti da mura. scrive il P. Miele) di Morcone sono presenti col notaio ventinovenne In-
Dal tardo - latino porta: porta, accesso, passaggio (portă, portæ). Dalla nocenzo che è sposato in paese con Antonia Fontana che ha appena 16
radice greca por o per: passaggio; peráo, passo attraverso. anni (figlia di Caterina Tucci e sorella del diciannovenne Bonaventura
A Cercemaggiore compare dalla fine del XVIII secolo. “incaminato alle lettere”).
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*Figure da ricordare dell’Università in carica nell’anno 1722.
- Francesco, mastro fabricatore, figlio di Sansone, attivo fra il XVI e
XVII secolo. Sua è la costruzione del nuovo campanile della chiesa ma- Marra, Marro
dre, di cui resta la parte inferiore. Un documento parrocchiale, ripor- Cognome presente a Cercemaggiore dalla fine del XIX secolo, con pro-
tato in varii registri e poi anche dal Pierro, cita: “Campanile huius terre babile origine da Riccia o Ielsi dove è maggiormente attestato. Si cono-
Cercemaioris ante fores maior ecclesie fuit ceptum in die 24 mensis iunii scono alcuni membri con attività di carbonai.
1600 et fuit expletum in die nono mensis octobris 1604. At Franciscus
filius Sansonis eiusdem terrae et fruit reductum ad perfectionem absque Mascia
alicuius offesa, in fabbricando - Deo Gratis”. Secondo il Paolucci è un tipico cognome di Colle Sannita (BN), dove
- Innocenzo, notaio, “della Terra di Morcone e commorante in questa di si trova registrato già dalla fine del Cinquecento, periodo al quale risal-
Cercemaggiore”, attivo nel XVIII secolo; suo è anche un importante atto gono le prime documentazioni parrocchiali. All’originario ceppo col-
riportato dal Pierro datato 25 agosto del 1754. lese, si è poi aggiunto un altro nucleo familiare Mascia proveniente da
- Vincenzo (Lombardo), notaio, attivo a Cercemaggiore nella seconda Campolattaro verso i primi decenni del XVIII sec., ma risulta diffuso
metà del XVIII secolo. anche nella vicina S. Croce del Sannio. Dal punto di vista etimologico, il
cognome in questione dovrebbe derivare dal termine “mastro”, usato al
Maiorano femminile per indicare con un soprannome la moglie di un mastro, cioè
Cognome originario di Ielsi (CB) e presente a Cercemaggiore con Mario di un artigiano. I vari rami dei Mascia di Cercemaggiore secondo quan-
giuntovi in data 29.10.1951; nato nel 1931 e deceduto a Cercemaggiore to ampiamente descrittoci dal caro amico Giovanni Mascia di Toro,
il 21.12.1984. originario proprio da un ramo cercese, derivano tutti da un medesimo
tronco, ci scrive infatti: “Giuseppe Mascia di professione fabbro ferraro,
Marino che a inizio Ottocento si trasferisce a Cerce da Santa Croce di Morcone,
Dall’etrusco-latino Marinus: in esteso, “di ceppo virile” (come Mariani). l’odierna Santa Croce del Sannio. Giuseppe muore a Cercemaggiore, nella
Per paraetimologia: “colui o colei che vive vicino al mare”. casa di via Fontanelle, il 31 luglio 1866 a 80 anni (era nato quindi attorno
Dagli originari *Mare - *Marino: De Marinis, Di Mare, De Mare, De al 1786 dal ferraro Francesco e dalla filatrice Domenica Angela Del Don-
Marsis ecc. no). Va sottolineata la professione di famiglia, quella di fabbro ferraro,
Marinus era cognome romano (imparentato con Marius: Mariani), perché l’etimologia del cognome Mascia, che deriva dal pugliese e meri-
passato poi a nome proprio e cognome specie dal Medioevo cristiano, dionale in genere “Mascio”, ossia “mastro”, è tanto più significativa in una
grazie ai vari santi omonimi vissuti tra i secoli II e IV-V, ma anche per società paesana costituita quasi nella totalità da contadini e braccianti.
paretimologia con la sempre molto venerata Maria Vergine [ancora Ma- Il giovane Giuseppe Mascia da Santa Croce di Morcone, dunque, emigra
riani]. Cognome presente a Cercemaggiore dal XVI secolo. Un D(omi) a Cercemaggiore a inizio Ottocento, si sposa con Angela Antonia Zeoli,
no Libero Marino compra fra i teste presenti alla vendita della casa di di Cosmo e Giovanni Di Ponte, e si stabilisce in “Strada Fontanelle”. Dal
Nicola di Giovanni Di Pietro fatta nel marzo del 1576. matrimonio di Giuseppe Mascia e Angela Antonia Zeoli nascono tre figli
Nel 1585 troviamo una H(onora)b(i)le Catarine Marino, vidua (di) Nico- maschi (oltre ad alcuni bimbi morti in tenerissima età e a Maria Rosa,
laj Gesualdi T(er)re P(redi)tte. 3.10.1817 - 27.10.1887, maritata con Francesco Zeoli, e Angela Cristina,
Nel 1654 è la volta dell’arciprete D. Libero Marino che si firma “D. Liber 11.4.1820 - 27.8.1854, maritata con Giovanni Zappone):
Ant(oni)o Marinis” il quale secondo il Pierro scompare a seguito della - Francesco (13.1.1815 - 16.08.1887) coniugato con Caterina Zeoli, abi-
peste che investì Cercemaggiore negli anni 1657 – 1658, anche se gli ul- tante in via Sotto la Chiesa [detto tra parentesi Francesco è mio avo
timi atti si fermano al 1656. Un Berardino Marino è invece fra i Consoli diretto, ed è il nonno della medaglia d’argento omonima*];
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- Francesco Saverio, detto Saverio (3.12.1822 - 06.02.1909), coniugato Isernia 2000;
a Caterina Felice e in seconde nozze con Filomena De Capua; - la versione italiana dell’autobiografia di Michele Castelli, Cuentos
- Baldassarre (3.9.1823 - 14.10.1917), coniugato con Concetta Zappo- de mi vida, in corso di stampa.
ne e in seconde nozze con Emerenziana Marino. Ha collaborato inoltre a: Michele Castelli, Il lessico santacrocese (dialetto
Tutti e tre i figli di Giuseppe svolgono il mestiere di fabbro ferraro come il molisano), Once Editorial, Caracas 1996 (ristampa Edizioni Enne, Cam-
padre e come il nonno, però evidentemente non c’era spazio per i tanti fer- pobasso 1999).
raro a Cercemaggiore, cosicché col passare degli anni nei registri comunali
sono definiti anche «contadini»”. Maselli
Maselli è diffuso a macchia di leopardo, si individuano almeno tre ceppi,
*Figure da ricordare in Puglia, nel Lazio ed in Emilia, ma è presente in tutt’Italia; Masselli
- Francesco (muratore) 6.03.1888 - 20.02.1944, figlio di Angelo Maria e sembrerebbe avere un ceppo fiorentino ed uno nel foggiano. Tutti questi
Flavio Di Primio, marito di Annamaria Maselli di Giuseppe, decorato di cognomi dovrebbero derivare dall’aferesi di varianti del nome Tommaso
medaglia d’argento nella I Guerra Mondiale. quindi poi Tommasello, Masello, Maselli. Diffuso attraverso il culto di
- Giovanni (Toro 1952), coltiva il saggio storico, antropologico, lingui- San Tommaso, dalla parola ebraico-aramaica tomà, che significa gemel-
stico e letterario. Nel 1998 ha fondato e animato la rivista Sannitica, di- lo. Cognome originario di Napoli e presente a Cercemaggiore nella for-
retta da Michele Tuono. ma originaria di Masella dal XVIII secolo. Un momento fondamentale
Ha pubblicato, tra l’altro: per la storia del convento della Libera è segnato anche dalla petizione
- la versione italiana del saggio di Evelyn Jamison, “L’amministra- inviata il 15 settembre del 1809 all’Intendente di Molise, il Cavaliere
zione della contea del Molise nel XII e XIII secolo”, Samnium Gen. Galdi da “Domenico Masello Sindaco e presidente” per favorire la riaper-
- Dic. 1991, Benevento 1992; tura al culto della chiesa del santuario. Nel 1814 troviamo un Gennaro
- “A tavele de Ture (La tavola di Toro) - reperti dialettali di una co- Masella (nato nel 1775) in arte molinaro ed abitante alla Portella.
munità molisana”, Editrice Lampo, Campobasso 1994;
- La chiesa del Santissimo Salvatore di Toro, Editrice Lampo, Cam- *Figure da ricordare
pobasso 1997; - Fortunato, Padre Passionista.
- Le tenebre del Molise. Liturgia, lessico e folclore di un antico rituale
di Pasqua, Palladino Editore, Campobasso 2001; Miele
- Affreschi per il Papa. Arte, fede e storia nel chiostro e nel convento Dal greco méli e latino mel: “miele” e per esteso: “sostanza dolce”; ma
di Toro, Palladino Editore, Campobasso 2006; anche “sostanza o resina molle”.
- Toro. Note storiche, biografiche e di folclore, in corso di stampa. Dall’originario *Mèle: Camole, Cameli, Cammei ecc.
Ha curato: Attestatosi come soprannome - appellativo familiare “caro, morbido e
- l’edizione scolastica del romanzo di Nicola Iacobucci, Hàmichel, dolce come miele” ma anche riferito all’attività mercantile connessa (al-
Marinelli, Isernia 1995; tradotta in spagnolo e pubblicata in Ve- levamento di api, produzione e commercio di miele, specie nel Medio-
nezuela a cura di Michele Castelli, Once Editorial, Caracas 2007; evo, fra i secolo X e XIV) va progressivamente diffondendosi, sostenuto
- la ristampa del romanzo di Felice Del Vecchio, La chiesa di Can- anche da vari omonimi toponimi e dall’incrocio etimologico ambiguo
neto, Edizioni Enne, Campobasso 1997 (1ˆ edizione Einaudi tra “miele” e “melo” - “melone”, due piante da frutto: insomma, un per-
1957, Premio Viareggio Opera Prima); corso storico, filologico, etimologico e semantico piuttosto intricato che
- la versione italiana del romanzo di Michele Castelli, C’era una vol- rende il cognome stesso variamente interpretabile.
ta… Giuseppe, in AA.VV., In nome del padre, Iannone Editore, Miele sembrerebbe tipico dell’area che comprende il Lazio, la Campania
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ed il foggiano, ma lo si trova anche nel fiorentino, nel veneziano ed in metà del XVI secolo (Roma 1990), e I problemi delle corporazioni religiose
Lombardia, Miele sembra invece specifico di Roma e della sua provin- nella seconda metà dell’Ottocento. L’esempio dei domenicani del Mezzo-
cia, soprattutto di Mentana; questi cognomi derivano dal nome medioe- giorno nel carteggio di Gaetano Capasso OP (1833-1907), in “Memorie
vale Miele, attribuito al figlio così desiderato da poter considerare il suo Domenicane” N.S., 27, 1996, pp. 5-210. In collaborazione con Gerar-
arrivo dolce come il miele; in alcuni casi si può anche trattare di forme do Cioffari ha pubblicato Storia dei Domenicani nell’Italia Meridionale,
contratte del nome Michele. voll. 3, Napoli, Editrice Domenicana Italiana, 1993.
Cognome presente a Cercemaggiore dal primo decennio del XIX secolo
originato da un unico ceppo proveniente da Baranello (CB); sebbene si Mosè
voglia, ma senza ulteriore documentazione, che un ramo venga dal pa- Dal nome proprio di persona Mosè, di antica tradizione biblica e agio-
ese di Mercogliano; da cui il soprannome di Murcoglione a una famiglia logica.
con tale cognome. Dall’ebraico (o egizio) Mošeh, greco Moyses e latino Moises o Moses, in
esteso: “bambino salvato dalle acque (o allevato)”.
*Figure da ricordare Cognome israelitico diffuso al Nord (prevalentemente nelle Venezie
- Angelo Filomeno (don), arciprete, Cercemaggiore 1862-1919. Parro- [nel Triestino]), ma talvolta utilizzato anche per i trovatelli.
co dal 1899. Cognome originario di Sinagra (MS), giunto a Cercemaggiore nell’apri-
Figlio di Matteo Miele e Mariantonia Massari, muore dopo un’intensa le 2002.
vita di battaglie legali a favore dei cittadini, all’età di soli 57 anni, alle ore
3 antimeridiane “nella sua abitazione di Via prato 29” (ora Via Roma Nardoia
169-175). Della famiglia detta i “Muttigl” (lett. “imbuto”) proprietaria di Origina dal nome proprio di persona dal germanico: hard[hu]: “forza”,
diverse case e terreni in Cerce era anche un fratello, D. Giuseppe Miele “audacia”, “valore”; anche in senso figurato, morale e religioso.
(Don Peppe), che lasciò ai Domenicani un terreno presso la Contrada Dall’originario *Nardo: Nardari, Nardella, Nardelli ecc.
Fonte Casale (ora Chalet dei Monaci) ed una casa alla perpetua Quirelli Nardo si attesta come nome proprio di persona, aferesi di Bernardo e
Incoronata in via Re d’Italia (ex asilo suore domenicane). Leonardo, e sin dal basso Medioevo [XII-XIII secolo] anche come for-
- Michele, nato a Cercemaggiore il 05.02.1931. Domenicano, si è lau- ma cognominale autonoma.
reato in teologia a Friburgo (1960) e in filosofia a Napoli (1968). Diret- Tale cognome compare a Cercemaggiore nel XVII secolo nella forma
tore della rivista dei Domenicani italiani, Sapienza, dal 1969, fa parte più antica e corretta di Nardoja.
del collegio redazionale di Campania Sacra ed è membro del consiglio Un Marco Nardoia partecipa nella vendita ed acquisto con il consueto
direttivo dell’Associazione dei professori di Storia della Chiesa in Italia. sistema delle candele che la Confraternita di S. Maria a monte tenne a
Ha insegnato Storia della Chiesa e del Cristianesimo, inizialmente nello marzo del 1649 per un “territorio paludato , chiusa et pagliaro di T(o-
Studio Generale dei Domenicani, poi nella Facoltà teologica dell’Italia moli) nove incirca sito a S. Gio(vanni) ch’era del G.m Lorenzo Di Stasi”. Il
meridionale e nella facoltà di Lettere dell’Università di Napoli. Ha pub- mese seguente conferma l’acquisto e paga per l’eredità del Di Stasi, “per
blicato ricerche storiche incentrate per lo più sulle riforme dei religiosi, mezzo di D(ucati) trentadue…”.
le soppressioni, i concili provinciali meridionali dell’età moderna. Da Qualche anno, dopo, per la sopravvenuta morte di questi e per poter far
menzionare, oltre alla sua tesi di laure sulla riforma domenicane della fronte alle spese, i figli, ancora minori ed assistiti da un tutore (proba-
Sanità (Roma 1963), Ricerche sulla soppressione dei religiosi nel Regno di bilmente un fratello dello stesso), rilasciando la proprietà alla Confra-
Napoli (1806-1815) in “Campania Sacra” (1973), Sisto IV e la riforma dei ternita. Troviamo scritto in data 7 settembre 1655 che un “Berardino
monasteri femminili di Napoli, ivi (1990), Concili provinciali e rapporti Nardoia tutore di Giuseppe et Fran(cea)co Nardoia figli et eredi del q.m.
interdiocesani fra ‘400 e ‘500, in Vescovi diocesani in Italia dal XIV alla Marco Nardoia hà dato insoluto et pro soluto li d(ett)i territorij” agli eredi
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Giovanni e Pasquale Di Stasi. Fra gli eletti e consoli della Terra di Cerza traglione una intera massaria a fabbrica, con 10 misure di padulo e 3
Maggiore riuniti il giorno 16 agosto 1658, festa di S. Maria Assunta, per misure di orto, con la rete di terreno comune di circa ¾ in contrada S. Vito,
restituire un vecchio prestito di oltre “cento et doi” tomoli di grano presi col debito di D(ucat)j 39,00 a favore del L(uogo) P(io del S.) Nome di Dio.
all’omonima cappella, vi è l’eletto Ant(onn)ino Nardoia. Nel 1668 Berar- Agli inizi del XIX secolo un membro di tale famiglia ricopre una carica
dino il tutore dei due fratelli, è nominato amministratore di S. Maria a fra i pochi eletti delle Confraternite cercesi.
monte, mentre fra le note di spese fatte nell’anno 1670 vi è quella fatta Difatti con lettera spedita da Civitacampomarano del 14 agosto 1802, il
per “rotola doi di sale per lo vino del beccamorto di Ant(on)ino Nardoia”. Razionale Gianbattista Pepe ordina che al nuovo Economo Pietro Petra-
Altro membro omonimo del primo è quel Marco Nardoia che figura nel glione vengano resi carlini 39, grana 3 e 5 cavalli, dal predecessore, tal
1698 fra gli eletti (odierni assessori)dell’Università (Comune) di Cerce- Loreto Gaetano Zurlo.
maggiore e quindi in indice di una certa agiatezza. Nel 1844 troviamo Alla morte di questi troviamo un pagamento riportato fra i “Censi redi-
un terreno di 6 tomoli appartenente a S. Maria a monte che “si coltiva da mibili del SS.mo Nome di Dio”; vi è difatti la nota per “gli eredi di Pietro
Nicola Nardoja” insieme ad un Nicola ed Antonio fu Biase Di Aversa e Petraglione, cioè Michele, Pietro, e Domenico Petraglione, per Capitale
posto in località Fontana dell’Acquara. La stessa confraternita tiene poi di docati trentacinque” fatto con “istromento de’ 31 novembre 1782 per
un altro terreno di ben 23 tomoli posto al Vallone della Figlia che “si mano del Notar Giovanni Giovannelli”. Un Francesco è fra i confrati di S.
coltiva dagli eredi di Nicola Di Aversa Ciuzzo, da Antonio, Domenico, Maria del monte nel 1811.
Giuseppe, e Marco Nardoja, e da Saverio Di Elia”. A fine Ottocento un Nel 1844 abbiamo riportata notizia di un terreno di 4 tomoli alla “Costa-
Michele Nardoia (+ 1907) risiede con la propria famiglia in Via Uomo rella” di proprietà di S. Maria a monte, dato a terraggio e che “si coltiva
D’Armi. da Michele Petraglione”.

Nardone Petraroia, Pietraroia


Cognome originario di S. Croce del Sannio (BN) introdotto nell’ultimo Cognome originario dal paese di provenienza e eponimo di Petraroja
secolo; ma è nota anche una famiglia già presente agli inizi del XIX se- (BN), letteralmente “pietra rossa”, dalla colorazione della pietra locale.
colo con un Angelo nato nel 1789 residente a Colle delle Lame nel 1845 Presente a Cercemaggiore almeno dalla seconda metà del XVII secolo.
nell’anno di nascita del figlio Gaetano. Fra i teste di un atto steso dal notaio Marchetto Testa del settembre del
1626 compare anche un “Paolo Preta Roia”. Dell’agosto del 1716 è invece
Padovano una carta privata scritta da un Filippo Sabatino per conto di alcuni ma-
Cognome originario di Mirabello Sannitico (CB) introdotto a Cerce- stri che dovevano estimare un casalino posto in vendita fra cui è appun-
maggiore nel 1975 da Giovanni, muratore, nato il 10.6.1953 e detto ap- to un mastro Giovanni il quale, essendo illetterato, conferma l’atto che
punto Giuvanne Mirabbellese. “si fa piena et in dubitata fede noi qui sottoscritto Mastro Giovanni Pre-
taroia della T(er)ra di Cercia Magg(io)re e sotto segno di croce (per ndr)
Pallotta non saper scrivere”. Il Catasto Onciario redatto negli anni 1741 - 1748
Cognome originario di Guardiaregia (CB) introdotto a Cercemaggiore alla voce Petraroia riporta il nome di ben nove capifamiglia, indice che
nel 1978 con Pietro, medico. tale gruppo si era molto esteso. Nella fine del XVIII secolo, un gruppo
familiare aveva diversi possedimenti propri e parte presi in affitto, nella
Petraglione zona della Fonte Casale ai piedi del paese. In questi anni la Confraterni-
Cognome presente a Cercemaggiore dalla metà del XVIII secolo. ta del SS.mo Sacramento possiede diverse terre poste a vigneto presso
Con istrumento del 31 dicembre del 1782 steso dal notar Giovanni Gio- la predetta fonte che sono state date a censo ad Epifanio Petraroja “per
vannelli, i fratelli, Bartolomeo e Domenico Silvestri cedono a Pietro Pe- l’anno canone lordo di grana dieci” secondo quanto riportato anche in un
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istrumento del locale notaio Paolo Calandrella in data 7 giugno 1760. - Matteo Giuseppe Vincenzo, medico, nato a Cercemaggiore il
Il luogo è descritto “di misure sedeci, e passi nove; confinante da sopra 09.02.1900. Trasferitosi a Pellezzano (SA) nel 1925 come medico con-
a levante colla strada pubblica alla Fontana Casale, a mezzogiorno coi dotto e ufficiale sanitario. Sposato con Irma Giangregorio il 18.04.1927.
beni di Domenico fu Orazio Petraroja, a ponente coi beni della vidua Ca- Deceduto a Pellezzano il 11.03.1984.
tarina fu Michele Petraroja”. Lo stesso Domenico, citato fra i confinanti - Michele, nato a Campobasso il 24.12.1962 da padre cercese. Dopo una
consanguinei, tiene nei pressi una “cortina seminatoria” appartenente lunga carriera sindacale che lo ha portato alla segreteria regionale della
alla Confraternita di S. Maria a monte. In un altro atto del dicembre del CGIL, nel 2006 è stato eletto consigliere regionale.
1803 scritto per mano del notaio Tommaso Calandrella troviamo altre - Pietro, manager pubblico, è nato a Roma nel 1953 da genitori di Cer-
interessanti notizie su una casa in paese ed altri beni dati a censo (casa, cemaggiore. Dopo una lunga carriera nel campo dei beni culturali è
vigna, Padulo vecchio) al Mastro Francesco Petraroia fu Michele. attualmente Direttore generale dell’assessorato alle culture, identità e
A questi è ascritta una Casa di membri 10 dietro S. Rocco, confinante con autonomie della Regione Lombardia; membro della Giuria Internazio-
Michele Altieri e beni dell’Università; una vigna di tre quarti alla contrada nale del Premio Compasso d’Oro (ADI). Fra i suoi innumerevoli scritti,
Fontana Casale, censuaria di carlini 8 alla Confraternita di S. Maria del conferenze e contributi ricordiamo:
Monte, confinante da sopra strada, da un lato beni del SS. Sacramento, da - Ventura Lamberti, Istituto nazionale di Archeologia, Roma 1981;
sotto beni di Costanzo Petraroia, e dall’altro beni di Giovanni Testa, misci- - Città inquinata, I monumenti, (con Montanari A.), I.P.Z.S., Roma
no. Da giugno a tutto il mese del dicembre del 1807 troviamo in carica 1989;
quale economo della Confraternita della SS. Annunziata o S. Rocco un - “Identikit del perfetto restauratore”, in Il giornale del Restauro, sup-
“Michele di Costanzo Petraroia”. plemento al Giornale dell’Arte n. 252, marzo 2006;
Pochi decenni dopo sempre nella stessa confraternita troviamo quale - “Modelli di governance per i beni culturali”, in Rivista Economia e
nuovo amministratore un altro Domenico Petraroia fu Orazio” il quale Cultura n. 1, edizioni del Mulino, marzo 2007.
ricopre tale ufficio dal 1833 al 1839. Da tale anno fino al 1846 lo ritrovia- - Stefano, Dottore. Nato a Cercemaggiore il 13.02.1976. Direttore del-
mo in veste di cassiere insieme a Michele Felice. Un Nicodemo Petraroia la farmacia comunale di Vidiciatico, località del comune di Lizzano in
è Sindaco nell’anno 1847 mentre un Vincenzo risulta fra i Decurioni Belvedere (BO).
locali sotto l’amministrazione Zappone nel 1850.
Petrillo
*Figure da ricordare Un “Domenico Petrillo fu Michele” è presente nel 1871, fra gli assegnata-
- Giovanni, mastro fabbricatore attivo a Cercemaggiore nei primi de- ri delle terre affrancate dell’ex feudo di Caselvatica.
cenni del XVIII secolo.
- Michele, mastro fabbricatore nato a Cercemaggiore nel 1764 ed abi- Polzi
tante nel 1812 alla Strada S. Rocco. Cognome originario di Riccia (CB) introdotto a Cercemaggiore il
- Zaccaria, mastro fabbricatore nato a Cercemaggiore nel 1770 (fratello 05.01.1939 da Luigi, stradino, nato il 31.01.1920.
di Michele) ed abitante nel 1813 alla Strada Cerro di Zola (od. Via G.
Mazzini). Radassao
- Nicodemo, Sindaco di Cercemaggiore negli anni 1846 - 1850. Cognome originario di S. Croce del Sannio (BN), già di Morcone; seb-
- Felice, lattoniere, famoso per la sua voce da tenore, avendo studiato bene il Paolucci sia dell’opinione che è tipico di Cercemaggiore, sembre-
canto in America e vice-presidente negli anni Venti del Circolo Giova- rebbe di origini slave: dovrebbe essere derivato da una italianizzazione
nile di Cercemaggiore. Nato a Cercemaggiore il 31.10.1894, deceduto a del nome slavo Radoslav. Certo è che in un documento cercese del 1576
Cercemaggiore l’11.04.1979. è ricordato quale teste un tal Ferrante Radassao di S. Croce di Morcone.
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Rainone 07.10.1934. Tecnico e istruttore di atletica leggera, deceduto a Cerce-
Originato dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome del maggiore il 06.02.2001.
capostipite, appunto Rainone che ha alla base il termine longobardo ra-
gan o ragin, col significato di consiglio, decisione ispirata dagli dei. Renza
Una famiglia Rainone fu illustre a Sant’Agata dei Goti (BN) ma il ceppo Cognome originario di S. Croce del Sannio (BN) introdotto a Cerce-
cercese è ben documentato come proveniente da Frasso Telesino (BN). maggiore da un Nicola nel XX secolo.
Alcuni membri da Cercemaggiore sono poi trasmigrati ai primi del XX
secolo anche a Ferrazzano e Mirabello Sannitico. Riformato
Nella seconda metà del XVIII secolo un Diodato Rainone insieme con Cognome di ascendenza non nota. Presente a Cerce con Franco (1937-
un Vincenzo Di Primio, Michele Testa e Michele Fontana condividono 39).
un orto di “misure 7 e passi 23 e ½” dato a censo dalla Confraternita del
SS.mo Sacramento alla “Fontana della Valle”. Rinaldi
Nello stesso periodo uno Stefano Rainone fu Giovanni insieme ad altri Cognome originario di Mirabello Sannitico (CB) introdotto a Cerce-
coltivano un terreno di 5 tomoli, appartenente al Monte di Pietà per maggiore il 19.08.1988 da Giuseppe.
il quale “corrispondono il terraggio annuale di ogn’uno dieci netti di
quinto del genere che si semina”. Alla “Piana Altare o sia Santo Chirico” Rocco
sono invece presenti un Giovanni Rainone che insieme a tal Vincenzo Cognome presente a Cercemaggiore dal XVI secolo, anticamente anche
Di Primio lavorano un terreno di 2 tomoli e misure 3, appartenente alla nella forma singolare Rocca e plurale Rocchj (ovvero dei Rocca).
Confraternita della SS.ma Annunziata. Troviamo un Camillo Rocco nel 1576, mentre un Jo(vann)e (Giovanni)
Rocco è presente in alcuni documenti notarili del 1577 quale testimone
Rampone nella divisione di una casa fra Antonio e Lorenzo Marino e Leonardo
Cognome originario di Castelpagano (BN) presente a Cercemaggiore in Marcucci e posta nella “contrada della Porta a Balle” confinante fra gli
forma sporadica dal XVIII secolo e spesso confuso o trascritto in Zam- altri con un tal Bar(tolom)ej Rocchj (Bartolomeo Rocco). Nello stesso
pone o Zappone. anno troviamo un Camillo che è detto literato e partecipa alla vendita di
una casa di Giovanni Pietro Vicciuso.
Renga
Di difficile interpretazione, potrebbe derivare dal personale Renda, *Figure da ricordare
adattamento del nome neogreco Rhendes, ipocoristico aferetico di - Giovanni Antonio, sacerdote Salesiano e fondatore della Mater Or-
Layrentios, da cui è derivato il latino Laurentius (Lorenzo), corrotto nel- phanorum, nato a Cercemaggiore il 28.4.1913 da Carmela Cantarini e
la forma Renga. Gianvincenzo Rocco. Deceduto a Cuggiono (MI) il 16.07.2003. Dimo-
Cognome originario di Maddaloni (CE) introdotto a Cercemaggiore nel stra sin da piccolo un grande spirito e nell’ottobre del 1923 entra nel
1907 da Aniello Renga. Probandato dei religiosi Padri Somaschi a Velletri poi a Roma ed a Mi-
lano ove frequenta gli studi ginnasiali. Nel 1934 consegue la laure in
*Figure da ricordare teologia a Como e poco dopo il 26 Luglio del 1936 viene consacrato
- Aniello, carrettiere, da Maddaloni (CE) giunto a Cercemaggiore il sacerdote dal Vescovo Mons. Alessandro Macchi. Nel Novembre del ’40
19.05.1907, nato a Maddaloni il 19.5.1878 e deceduto a Cercemaggiore consegue la laurea in filosofia alla Cattolica di Milano, che gli permet-
il 15.09.1964. te di dedicarsi all’insegnamento di giovani chierici dello studentato dei
- Aniello, professore di educazione fisica, nato a Cercemaggiore il Padri Somaschi. Con la fine della guerra, e il conseguente abbandono
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dell’infanzia, sente il bisogno di fondare una nuova Congregazione, la *Figure da ricordare
Mater Orphanorum, con la sola approvazione del Padre Generale Gio- - Benito, insegnante elementare, nato a Cercemaggiore il 03.12.1923.
vanni Cerini e del Card. I. Schuster e l’aiuto di pochi volontari. Nel giro Fondatore del Circolo Saraceno nel 1949. Sindaco di Cercemaggiore ne-
di poco tempo apre una prima casa a Castelletto di Cuggiono (Nov. ’45) gli anni 1960/65 e 1970/75.
seguita poi da Cuggiono nel 1949, Legnano 1950, Cercemaggiore 1952,
Comabbio nel 1953, Guatemala 1964, El Salvador 1965, Camerun 1968 Ruggi
e Columbia 1990. Proficuo scrittore marianologico, nonché grande ed Cognome presente a Cercemaggiore dal XVI secolo.
assiduo benefattore, ha ricevuto molti riconoscimenti nel corso degli La prima menzione attestata sinora sembra essere quella di un Ruccio
anni fra cui nel 1961 la “Medaglia d’Oro quale cittadino benemerito” dal De Ruccio (poi Ruggi) presente fra i teste illetterati al testamento steso
comune di Cercemaggiore. nel 1577 dall’hono(ra)bilis Fabrizio Piscina. Questa famiglia doveva ave-
re una certa agiatezza se nel novembre del 1597 troviamo menzione di
Rosa un prestito fatto da un Paolo Ruggio insieme ad Orazio Fiorito addirit-
Originato dal nome proprio di persona e santa (antroponimo e agioni- tura all’Università di Cercepiccola. Nel Novembre del 1626 la detta Uni-
mo) a loro volta dal nome comune di fiore o colore (fitonimo). Dal gr. versità si ricomprò i diritti acquistati da questa famiglia su alcuni terreni
radon e lat. rosa: pianta e fiore della rosa. Si diffonde per il fiore e l’omo- dati in pegno e pagò a Isabella Ruggio la parte spettante di credito. Agli
nimo colore che ispira, simbolicamente, il nome di donna, dalla Santa inizi del ‘600 vengono rinnovate delle rivele sui beni dell’Ospedale fra
Rosa vergine (1234 – 1259), patrona di Viterbo e poi, dal culto della cui è un terreno dato ad un certo Vincenzo Ficarola, posto ai confini con
Madonna del Rosario. Cognome presente a Cercemaggiore dalla metà Cercepiccola, in luogo detto Lo Vallone dello contro e confinante Li beni
del XVI secolo; la prima menzione nota di un membro di tale famiglia del Dottor Paolo Rugio, et la strada pub(bli)ca che va a Cerce P(icco)la.
sembra essere quella di un Andrea Rosa nel 1576 mentre un Libero Rosa Agli inizi del XIX secolo risultano affittati a S. Maria a monte e coltivati
è vivente nel 1577. “dagli eredi di Giovanni Antonio e Domenico Ruggi, e da Michele Rug-
Un Giovan Battista Rosa è economo nel 1661 e redige con Francesco gi” circa 10 tomoli posti presso il luogo allora detto “la Fontana Vellana
Vitone un dettagliato “inventario delle cose mobili della Cappella di S. sotto li Fasani” ed in parte presi da un Giovanni Antonio Vitone che vi
Maria del monte” al momento di riceverne la consegna dai precedenti ha piantato una vigna.
economi, “B(e)n(e)d(etto) Giuliano et Ant(on)ino Marino”. Nel 1807 ri-
sultano diversi pagamenti di censi su terre di cappelle laicali locali fra Sabatino
cui quello di “Giovanni e Francesco di Carlo Rosa” alla Cappella di S. Sabadini sembrerebbe avere un nucleo nel ravennate ed uno nel coma-
Rocco o Annunziata e quelli di un “Giuseppe di Pietro Rosa” sempre per sco; Sabatini è specifico dell’Italia centrale; Sabatino è diffuso in tutto il
la medesima. Un “Vincenzo Rosa Ciccosordo” tiene in fitto della Confra- Sud; Sabbadini dovrebbe avere un ceppo nell’udinese, ed uno nella fa-
ternita del SS.ma Annunziata un terreno dell’estensione di 9 tomoli (che scia che dalla provincia di Milano, attraverso il bergamasco, il bresciano
coltiva) in località “Termine, o Casa Colamarino”. ed il mantovano, arriva fino al modenese; Sabbatini è più specificamente
Dal marzo 1925 dopo un pesante periodo di instabilità politica e le di- marchigiano; Sabbatino, molto raro è del napoletano. Tutti questi nomi
missioni del sindaco Salerno, l’assessore più anziano, Francesco Rosa, derivano dall’ebraico Shabbath: (pronuncia  sciabàt) sabato, il giorno
assume la funzione provvisoria di Sindaco che manterrà fino alla no- dedicato al riposo in conformità con i comandamenti enunciati nella
mina del Regio Commissario Prefettizio, Tozzi Giovanni; mentre Rosa Torah da cui poi il nome medioevale Sabatus o Sabbatus e dal suo deri-
Camillo fu Francesco è in carica anch’egli quale assessore nell’agosto vato Sabbatinus. Cognome presente a Cercemaggiore dalla fine del XVII
dell’anno seguente. anche nella forma di Sabbatino.
Nel 1710 un Batholomeo Sabbatino (Bartolomeo Sabatino) è presente
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con la propria famiglia in una casa in fitto posta “sotto lo Palazzo” per avrebbe rivelato a questi i tesori nascosti e derivati dalle rapine dei bri-
la quale paga 5 grana alla chiesa madre; risulta nello steso anno un Fi- ganti. Difatti questa era stata rapita anni prima nel giugno del 1863 in
lippo Sabatino che risiede anch’egli con famiglia sotto “lo Palazzo del Contrada Cappella, quando era a servizio del possidente D. Leopoldo
marchese” pagando però 2 carlini al Pio Spedale. Questi compare suc- Chiaffarelli. Secondo la tradizione, il Caruso alla vista della ragazza le
cessivamente in veste di scrivano in una perizia o apprezzo di vendita di chiese: “… tu come ti chiami? (e lei) Io mi chiamo Luisa, bella di core e
un casalino, nell’agosto del 1716 che come lui stesso scrive “lo Filippo Sa- bella di vis! A mena ingopp ù cavallo e se la portà. E quella poi arricchì
batino hò scritto la presente a ordine de soprà d(etti) mastri fabbricatori e quissi Saliern, che i soldi lo sapevano dove a notte quegli gent jvi a mmet-
sono testimonio, ut supr(a)”. Un Francesco Sabatino è presente nell’anno ta”.
1789 quale economo della Venerabile Cappella del Pio Spedale o Monte Il Padre Luigi Salerno da noi contattato al riguardo ha ben espresso
di Pietà di Cercemaggiore. Nel 1790 lo stesso Francesco, nuovamente in quanto la realtà dei fatti e la laboriosità del capostipite abbiano permes-
carica, compare per rendicontare e “fare bene introito onde calculu nei so dopo decenni alla famiglia di realizzare quella discreta posizione che
suoi conti” intorno ad alcune discrepanze dovute alla spesa ed acquisto il racconto popolare ha invece travisato dando origine a false supposi-
di alcuni argenti per la chiesa madre, fatti sotto il precedente economato zioni.
da Antonio (di Michele) di Aversa. Scrive infatti che: “… la “fortuna” dei Salerno, se di fortuna si può par-
lare, ha avuto la sua vera origine nell’intuito e nella laboriosità di mio
Sabotino (vedi Sabatino) nonno Luigi Salerno, il quale ebbe l’idea di impiantare a Cerce una at-
tività commerciale di vaste dimensioni: pensi che nel negozio aperto da
Salerno mio nonno alla Via Porta Bassa si vendeva quasi tutto, a cominciare dai
Dal greco saos e latino salum: “mare” e “alto mare” o “mare mosso” più tessuti, per finire ai generi alimentari (pasta, zucchero…) ed addirittura
il suffisso etrusco-campano -irno mutato per eufonia in -ern[o]; secon- al petrolio…”. L’acquisto dei generi naturali dai contadini del luogo, poi
do altri invece dalla fondazione tra i due fiumi Sale (l’attuale Canalone) rivenduti nella zona di Napoli sobbarcandosi personalmente della fati-
ed Erno (o Irno).  ca del trasporto, offriva anche l’occasione di riacquistare altri generi di
Dall’originario *Salerno: Salerni, Salernitano, Salierno; è assai frequente merce per la piazza di Cerce e dei paesi vicini. Questa oculata economia
al Sud (prevale in Campania). domestica, coadiuvata dapprima nella conduzione del negozio da parte
Di antica tradizione storica, si attesta e diffonde come cognome sin della moglie e successivamente dei propri familiari, gli permise di rag-
dall’alto Medioevo. giungere dopo ben quarant’anni di lavoro l’occasione di acquistare la
Questo cognome compare a Cercemaggiore nella seconda metà del XIX metà del feudo della Rocca “… cosa che naturalmente suscitò in paese,
secolo con l’arrivo di Luigi Salerno, commerciante in granaglie e generi commenti ed artificiose supposizioni, sia perché si trattava del cosiddetto
vari, originario del paese di Caivano (NA). “feudo Rocca”, sia per l’estensione del terreno di 72 ettari circa”. Acquisto
Come ci scrive il P. Luigi Salerno da noi interpellato, resta come “punto che venne ratificato il 5 aprile 1905 da Luigi Salerno fu Pasquale da Cer-
di riferimento sicuro la data del 1870 fatta scolpire da mio nonno, insieme cemaggiore con atto del notar D’Ambrosio di Caivano.
alle iniziali del suo nome (L.S.) sul portale in pietra dell’ingresso della casa Questa famiglia cercese è ormai prossima all’estinzione.
su Via Roma, mentre l’ingresso principale più antico era e rimane quello
sulla Via Dante Alighieri n. 21 (già Porta Bassa)”. *Figure da ricordare
A questa famiglia è legata una leggenda popolare che vuole la veloce - Luigi (1846 - 1918), Sindaco di Cercemaggiore dal 1901 al 1903. Il DI
ascesa sociale di questo commerciante e la relativa agiatezza che in poco Marzo a proposito scrive “che si vuole sapesse appena apporre la sua fir-
tempo assunse, per aver preso a servizio come domestica nella propria ma, governò tre anni e nel 1905 finì di arricchire il suo patrimonio acqui-
casa nel 1888, una ex brigantessa, Maria Luisa Ruscitti (o Ruscitto), che stando terreni dagli eredi del marchese Vulcano in località Prato vecchio”.
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- Pasquale, figlio di Luigi e Maria Rosa Germano, nato a Cercemaggio- organizzando le solenni celebrazioni in Basilica durante il VII cente-
re il 23.12.1883 ed ivi deceduto l’11.05.1952. Sindaco di Cercemaggiore nario tomistico nel 1974, a cui ha fatto seguito la pubblicazione di un
negli anni 1907 - 1912 e dal 1915 al 1919; il Di Marzo scrive “peccato che volume e di una breve guida storico-artistica della Basilicata. Nel 1997
finirà suicida buttandosi dal balcone sulla via del corso Roma: era il 21 ha pubblicato il volume Il Convento di S. Domenico Maggiore in Napoli.
maggio 1952, aveva 69 anni”. Alla fine dello stesso anno muore il fratello
Vincenzo. Salerno
- Luigi, nato a Cercemaggiore il 26.09.1927; dopo gli studi liceali si Cognome presente a Cercemaggiore, dalla prima metà del XIX secolo
iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Napoli e succes- con l’arrivo di Antonio Salerno da Crispano (NA). La sua presenza è
sivamente entra nell’Ordine Domenicano. attestata sin dal 1848 quando figura nella lista della locale milizia urbana
Dopo l’ordinazione sacerdotale consegue la licenza in teologia presso allora trasformata in Guardia Nazionale. Nel 1861 figura già fra i Decu-
l’Angelicum (Università S. Tommaso D’Aquino) di Roma e gli studi di rioni (e maggiori possidenti) del Comune e poi come Sindaco negli anni
specializzazione. Insegnante di teologia dogmatica e poi di filosofia te- 1870-1871. Sulla chiave della porta d’ingresso di casa posta su via Porta
oretica nello “Studio Generale” domenicano della Provincia di Napoli, del Ponte o Dante Alighieri il figlio notaio Michele vi fece scolpire, come
collabora nel contempo a diverse riviste organizzando a Napoli cicli di ancora oggi visibile, le proprie iniziali M.S. entro un campo araldico,
conferenze sull’insegnamento del Concilio Vaticano II, di cui cura la ornato di elmo svolazzante come nelle famiglie di antica nobiltà. Questa
pubblicazione. famiglia fu avversata in ogni modo dall’altra omonima.
Nel 1957 organizza una celebrazione-commemorazione per il cinquan- A Cerce è tuttora presente la Signora Liliana (vedova De Capua), mentre
tenario della morte del P. Gaetano Maria Capasso nel convento di S. vari rami sono sparsi per la penisola.
Maria della Libera di Cercemaggiore.
Nominato membro della Commissione Internazionale per gli studi *Figure da ricordare
dell’Ordine Domenicano nel 1966 ed eletto membro del Consiglio Diret- - Michele, (fu Antonio), notaio ed avvocato, Sindaco di Cercemaggiore
tivo dell’Associazione Teologica Italiana; dal 1995 è socio dell’Accademia dal 1888 al 1896.
Pontificia di S. Tommaso d’Aquino. Dal 1970 fino al 1997 ha insegnato Figura eclettica e “molto estroversa”, amante dell’arte e della cultura,
Filosofia teoretica ed in particolare Antropologia filosofica nell’Istituto provvisto di una ricca biblioteca domestica a carattere notarile e giuridi-
Superiore di Scienze Religiose “Donnaregina” della Pontificia Facoltà co-legislativa. Dopo il 1896 tenta nelle Americhe la strada dell’importa-
Teologica dell’Italia Meridionale. Nominato Delegato Arcivescovile per zione di vini pregiati ma a seguito di un fallimento societario è costretto
il Monastero domenicano di S. Maria delle Grazie in Sorrento nel 1987 a far ritorno in Italia. Sembra (a quanto riferito da discendenti) che la
vi ha promosso la pubblicazione di un volumetto illustrativo della chiesa madre fu costretta a vendere diverse proprietà per sovvenire ai bisogni
omonima. del figlio, il quale sperperò tutte le sostanze lungo la strada del ritorno
Nel 1990, con l’approvazione dei Superiori e con la collaborazione di fra casinò e locali alla moda.
diversi docenti di filosofia, ha fondato a Napoli l’Istituto Filosofico “S. Muore, improvvisamente, per un ictus nel 1924.
Tommaso d’Aquino”, con lo scopo di promuovere lo studio del pensiero - Antonio (Cav.), dottore e Sindaco, figlio di Michele e Iafanti Irene, nato
di S. Tommaso, in dialogo con la cultura contemporanea. Dal 1969 al a Cercemaggiore il 03.01.1892 e deceduto a Cervino (CE) il 14.07.1960.
1977 è Priore del Convento di S. Domenico Maggiore in Napoli e, suc- Laureato in Medicina e Chirurgia, partecipa alla campagna di Libia.
cessivamente, Priore Provinciale della Provincia religiosa domenicana Sindaco di Cercemaggiore dal 1923 al 1925. Continuamente osteggiato
di Napoli, Reggente degli Studi della stessa Provincia, e poi nuovamente da diversi cercesi, specie dall’altra famiglia omonima con false ed apo-
– dal 1986 al 1993 – Priore del Convento di S. Domenico Maggiore per crife accuse presso il Prefetto di Campobasso. Per la sua opera a favore
il quale ha profuso il suo impegno, curando i restauri del complesso ed della riaggregazione del paese al Molise ha scritto Cercemaggiore ed il
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suo legittimo mandamento giudiziario, stab. Tipografico Angelo Iasiello forse a Benevento, probabilmente aveva frequentato il Liceo. Si era uni-
& C., Benevento 1925. Negli anni 1925 - 1926, ricopre la carica di Vice to in matrimonio, tra il 1877-78 con Testa Carlotta fu Dionisio, nata il
Conciliarore comunale. Esercita l’attività di medico condotto sia in pae- 02.11.1856. Maria Carlotta Testa proveniva a sua volta da “Tiest ncopp
se che nei vicini centri di Gildone, Cercepiccola, Sassinoro. a gli Ulm”. Il padre Dionisio Testa era Esattore delle imposte dirette. (Mi
Dalla vita politica travagliata, sempre in difese dei soprusi attuati contro hanno raccontato che era un gigante buono: era l’uomo più alto e grosso
i cittadini ed il bene comune, nel 1929 a seguito di un diverbio duran- di Cerce. Nel 1829 (?) ci fu una grande carestia seduita da una rivoluzione
te una parata fascista con un militare della M.V.S.N. (tal geometra De popolare, si racconta che in quell’occasione aprì i suoi granai e regalò tutto
Santis) viene ingiustamente radiato dai ruoli di ufficiale in congedo. Si ai poveri). Dionisio Testa aveva 3 fratelli: Angelo Testa, (il bisnonno di An-
trasferisce a Cervino ove vince un concorso di medico condotto prodi- namaria Testa), Flaviano Testa e Matteo Testa. Aveva 3 figlie, avute dalla
gandosi verso gli altri e attirandosi, anche qui, le solite critiche ed accuse prima moglie (forse parente dei signori Zurlo): Carlotta, che aveva sposato
di molti. Dopo l’8 settembre viene ingiustamente accusato di collabora- Antonio Salvatore (i miei nonni), Donna Giacinta che aveva sposato il
zionismo con i tedeschi, ma presto assolto dal Tribunale costituito per cugino Francesco Testa (farmacista) e Giuseppina che aveva sposato un
l’infondatezza delle accuse. signorotto di Riccia. Della seconda moglie si sa solo che veniva da Celenza
Valfortore.
Salvatore
Dal nome proprio di persona (antroponimo) e di santo (agionimo): Sal- *Figure da ricordare
vatore, sostenuto dalla tradizione sin dal Medioevo cristiano, in quanto - Antonio, Vice Pretore; (c’è un avviso pubblico, scritto di suo pugno,
il “salvatore” per antonomasia è Gesù Cristo, il Messia, che è venuto sul- datato Cercemaggiore 23 gennaio 1879, che riporta in calce il timbro
la terra per rendere tutti salvi: perciò Salvatore - Salvi - Salvati formano dell’Esattoria di Cercemaggiore e la sua firma con la qualifica di Col-
semanticamente una strettissima famiglia di cognomi “sacrali”. lettore). Era amministratore dei beni dei marchesi Vulcano di Napoli
Dal tardo greco soter e latino salvator: salvatore [a sua volta da salvare o (i padroni del castello, oggi sede della Mather Orphanorum), scriveva
tardo salvere: star bene in salute con il deverbale salus: salute, benessere lettere per gli analfabeti, dava consigli quando gli venivano richiesti ed
fisico, e spirituale; salvezza]. infine faceva la misurazione dei terreni (una specie di geometra). Dal
La prima notizia nota risale al febbraio del 1574 quando è ricordata la suo matrimonio nacquero 8 figli:
presenza in un atto di un Ang(e)lo Salvatore”. Nel 1658 un Carlo De Sal- 1° - Giacomo Francesco Antonio, nato il 30.10.1879 (emigrato in
vatore cede quale procuratore per parte di Loreto Cirelli alla Cappella America), stilista
della SS.ma Annunziata o S. Rocco, una casa di 6 membri posta in “loco 2° - Francesco, nato il 23.03.1882 (emigrato pure lui in America)
ubi dicitur lo Furno a ballo”. In un documento del gennaio del 1691 tro- 3° - Dionisio, nato il 28.03.1884 (emigrato in America)
viamo invece menzionato quale teste, un contadino, tal Pietro Salvatore 4° - Maria Pasquale (chiamata Pasqualina), nato il 10.10.1887 (casalin-
d’anni 75 circa. Diverse sono anche le famiglie di estrazione contadina ga)
poi diffuse nell’agro; dal Catasto Onciario redatto negli anni 1741 - 1748 5° - Maria Rosa (chiamata Rosina), nata il 30.12.1889 (emigrata in
figurano presenti cinque capifamiglia, dei quali due sono campieri, uno America e sposata con Romeo D’Aversa)
è bracciale, uno è notaio e una è vedova. 6° - Mario, nato il 06.09.1892 (sarto da uomo e donna Waterbury,
Da una di queste famiglie discende anche la Sig.ra Carla Salvatore Conn.)
(Roma) estroversa narratrice di ricordi cercesi da noi contattata, che ci 7° - Giuseppe, nato il 28.03.1895 (vissuto e sposato a Cercemaggiore).
ha scritto: Salvatore Antonio nato il 27.03.1848 da Francesco. Proveniva Ha svolto molti lavori: impiegato sul catasto, Guardia di Finanza, e
dalla famiglia dei “Murz” dalla contrada Fonte La Noce. Comunemen- capo cantoniere. Aveva partecipato alle campagne d’Africa nel pe-
te veniva chiamato Don Antonio Salvatore, aveva studiato in seminario, riodo fascista.
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8° - Angelo, nato il 15.11.1898. Titolo di studio: terza elementare. Da (CB). Secondo alcuni deriva da piccolo santo, ma in realtà è la contra-
ragazzo si era trasferito a Napoli per imparare il mestiere di sarto zione di Santo Paolo.
ed una volta tornato a Cerce aveva aperto una sartoria. Non ancora
diciottenne era stato chiamato alle armi durante la prima guerra Sanzò (“Sansone”)
mondiale ove era stato fatto prigioniero dai tedeschi per ben due Cognome presente a Cercemaggiore dalla prima metà del XIX secolo,
anni. Ha partecipato anche alla seconda guerra mondiale. Verso la proveniente da Sepino (CB).
fine degli anni Trenta entrò in municipio come impiegato ed infine La prima notizia nota è quella di un Antonio Sanzò, ferraio, presente a
aprì l’Esattoria e Tesoreria Comunale insieme al suo socio Stabi- Cercemaggiore nel 1847.
le Eugenio. Tenne l’incarico di Tesoriere svolgendo anche i servizi Si ricordano i fratelli Antonio, Angelo e Vincenzo, fabbri ferrari con
bancari. Nel 1940 aveva sposato Maria Spensieri di Cercepiccola. bottega all’attuale Via Trieste, autori della grande croce posta sulla cima
di monte Saraceno posto (sembra) nel 1903.
*Figure da ricordare (altre) Un Vincenzo è presente nel consiglio di amministrazione della locale
- Francesco, notaio, ha rogato negli anni 1699 - 1740. Congrega di Carità nell’anno 1927.
- Pietro, notaio, figlio del precedente.
- Michele, in arte Michael Santhers, nato a Cercemaggiore il 28.10.1957, Spina
risiede a Campomarino (CB). Peta e scrittore di una fitta serie di titoli Dal latino spina: spina o punta acuminata.
che segnano le tappe di una poetica interessantissima. Vive a Campo- Dal radicale indoeuropeo spin-: pungente, onde il significato generale
marino; ha pubblicato fra gli altri: Piccoli rumori dell’anima, Vite contro- estensivo di “sporgenza appuntita”.
mano, Amori scaduti di un essere qualunque, Pensieri che non dormono Panitaliano, le varianti La Spina, Spina, Spinella e Spinosa è prevalente-
mai, Una Farfalla all’ombra della luna, Quando gli alberi si rifiutano di mente al Sud. Cognome presente a Cerce anche se in forma più spora-
ospitare le foglie, Le rose piangono al tramonto, Normalità incondivisibili dica, dai primi del XVII secolo a seguito di più ondate migratorie dalla
tra maschere clonate, Un temporale acclamato con nuvole dirottate, Poe- vicina S. Croce del Sannio (BN). Dal 15 di agosto del 1640 al 15 del 1641
sie cialtrone e parole fredde. Di lui è stato scritto: “Poeta prolifico e virile, è noto un “Horatio Spina” insieme a tal Nardo Basile nella carica di am-
uno dei più sinceri della «rete» Internet, che con altri tre della stessa forza ministratori di S. Maria a monte. In un appunto dell’arciprete D. Luca
poetica, forma il «Poker d’Assi» della poesia in questo pianeta innovativo”. Massaro per l’anno 1642 è invece scritto che “si è dato in affitto a Maria-
no Spina due t(omol)i di territorio lavorativo nel loco detto San Giovanni,
Santone ed S(ant)o Mariano e Giuseppe Spina suo f(rate)llo confinante… carlini
Da nome proprio di persona (antroponimo= e agionimo per antono- eius l’anno durante d(et)to affitto e Duc(at)i sei, q(a)le territorio del ora
masia. q.m. Iacomo Spina”. Nel 1651 un Francesco Spina lascia per testamento
Dal latino sanctus: “santo”, “sacro”, “venerabile”, “venerando”. alla Confraternita del SS: Crocifisso del Venerabile Monte di pietà fra
Participio passato del verbo latino sancire: “rendere sacro” o “consacra- le altre, “2 misure grano e monete per grana 5”. Di pochi anni abbiamo
re”. notizia dello stesso “Francesco et Gio(vanni) Vittorio olim Proc(urato)ri
A Cercemaggiore compare nella prima metà del XX secolo con Fran- nell’anno 1659 et 60”.
cesco nato a Riccia (CB) l’08.06. 1906, giunto a Cercemaggiore il Nel testamento redatto nel marzo del 1714 per conto di un Nicola An-
05.12.1929 ed ivi deceduto l’11.04.1994. tonio Spina di S. Croce (quindi trapiantato a Cerce da pochi anni) e
pisposato con la vedova Mastropietro (tal Catarina Venditto) scritto che
Santopolo risiedeva “in domu hered. G(iovanni) Francisci Mastropieto sua abita-
Cognome originario di Riccia (CB) ma diffuso anche a Pietracatella zione”. Questi aveva già sposato in prime nozze una Catarina Silvestro
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da cui aveva avuto Agnese, Angela, Giovanna e poi Anna dal secondo cerdote D. Domenico Stabile, strada e da sotto le inforzera dell’Università.
matrimonio. Un Marcus (marco) Spina è in carica quale Procuratore Pochi decenni dopo nel 1844 troviamo un terreno di 5 tomoli a Santa
della venerabile cappella del SS. Nome di Dio nel 1717; mentre nel 1722 Maria del monte ed appartenente alla medesima confraternita che, dato
un Libero compare fra i Consoli dell’università locale. a terraggio, “si coltiva da Filippo Di Stabile e D. Pasquale Zappone”. Un
Da ricordare anche un Domenico, Sindaco di Cercemaggiore all’epoca Eugenio, già segretario comunale, è delegato in via provvisoria (facente
della rivolta popolare del dicembre del 1719 (che portò alla sua destitu- funzioni) nel dicembre del 1934 alla veste di Podestà.
zione) insieme a Nicola Rocca ed al cancelliere Giovanni Lonardo Mas-
sari. Nel 1809 figura un Matteo fra i Decurioni dell’Università o della Tarzia
comune. Ancora agli inizi del XIX secolo è ricordato un terreno dato Cognome originario di Amaroni (CZ) introdotto a Cercemaggiore il
a “terraggio” del Monte di pietà a “Santo Mariano o Crocella” che “si 03.07.1981 da Lucio.
coltiva da Gaetano Spina” e gli “eredi di Antonio Spina fu Saverio” che
insieme ad altre 3 famiglie coltivano un terreno di 28 tomoli posto al Testa
“Vallone della figlia” di pertinenza della SS.ma Annunziata. Soprannome fisico - anatomico.
Dal latino testa: “guscio” o “conchiglia” e dopo “vaso di terracotta”.
Stabile Quindi, per estensione analogica (grazie anche a un radicale mutato dal
Dovrebbe avere più ceppi, nella Sicilia occidentale, in Campania, alla sans.): “capo” sia dell’animale che dell’uomo.
Calabria e nel Salento; deriva dal nome tardo latino stabilis, con il si- L’analogia risale forse all’uso barbarico di versare acqua, vino o sangue
gnificato di fermo nella propria fede. Riguardo a questo nome non è un da bere nel cranio, ma anche ai comici del basso Impero.
caso che nella seconda metà del XVIIII secolo il Vescovo di Venafro, Dall’originario *Testa: Testai, Testana, Testani, Testi.
Francesco Saverio Stabile (Martina Franca 16 marzo 1706 - Venafro 1 In analogia con Capo e Caputo, il cognome si attesta a partire dal Me-
dicembre 1788) adottasse nel proprio stemma una colonna (elemento di dioevo palesemente traendo linfa dal linguaggio colorito dei comici
fermezza) sormontata da una stella ed affiancata da due gigli. nel tardo impero romano (ripreso poi dalle commedie dell’arte, le varie
Compare a Cerce proveniente da Gildone (CB) nella forma originaria di maschere tipiche regionali ancor oggi insistono sulla caricatura che fa
Di Stabile, ma è noto anche un Francesco Stabile fu Vincenzo giunto da dei personaggi rappresentati dei “tuttotesta”). Viene, infatti, determina-
Frasso Telesino (BN) nel 1877. to e attribuito per le caratteristiche fisiche o figurate della testa: piccola
La prima notizia certa risale al 1691 con un Angelus De Stabile il quale (Testina), grande (Testone, Testagrossa); capelli colorati (Testarossa).
è della Terre Gildoni cond. in hac dicta Terra Cerce Maioris ab annis ori- Cognome fra i più antichi presente a Cercemaggiore almeno dal XVI
ginata duo incirca (quindi a Cerce dal 1689). secolo ed anche uno fra i più comuni e diffusi nel territorio.
Nel 1722 troviamo un “Giovanni Di Stabile” ormai integrato nella so-
cietà locale tanto da figurare fra i Consoli o eletti della stessa Università. *Figure da ricordare
Nel 1791 un D. Domenico Di Stabile compare in carica per l’anno cor- - Marchetto, notaio, ha rogato a Cercemaggiore negli anni 1594 - 1621.
rente in qualità di Deputato Ecclesiastico fra i membri dirigenti del lo- - Domenico, dipendente comunale, nato a Cercemaggiore il 15.10.1899.
cale Pio Spedale o Monte di Pietà. Nipote di questi è un altro Domenico Sottotenente dell’esercito nella guerra 1915/18, Maggiore nella guerra
che con istrumento del 19 dicembre 1799 contrae un debito di D. 9,75 1939/43 poi Ufficiale in pensione, deceduto il 29.03.1985.
con la Cappella del SS. Nome di Dio obbligandosi a pagare annualmente - Alberto, fotografo, nato a Cercemaggiore il 09.02.1903 ed ivi deceduto
48 grana e 9 cavalli d’interesse. il 25.01.1996. Il più noto fra i fotografi di Cercemaggiore. Come scrive
Fra le varie proprietà offerte in garanzia vi è una casa di due membri, la Iuliano, “dapprima calzolaio, apprese tale arte presso il fotografo Nun-
sottano e mezzano al luogo della Porta a Monte, confinante beni del sa- ziato di S. Croce del Sannio, il quale veniva spesso a Cerce durante le fiere
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ad esercitare la sua professione”. Attivo per oltre un cinquantennio, si fazioni avverse è stato più volte diffamato, ma, dotato di un’ottima cul-
può affermare che più di mezzo secolo del paese sia passato sotto il suo tura e dialettica, è riuscito sempre a rialzarsi e a difendersi respingendo
obiettivo. La casa-studio attrezzata in via Carducci è tuttora gelosamen- e smontando volta per volta ogni accusa, in modo spesso magistrale
te conservata dagli eredi. e beffeggiando i medesimi avversari. Ha coltivato amicizie con grossi
- Michele, geometra ed antifascista, nato il 1 Aprile 1875, studia a Napo- esponenti del Regime e non, senatori, avvocati, da cui ha ricevuto reci-
li ove consegue il diploma di Geometra. Perito Agrimensore ed entrato proca stima. Sposato con  Vittoria Rosa, nata nel Connecticut nel 1901,
in contatto coi i Circoli Socialisti. Tornato a Cerce entrò in politica scon- di Francesco Rosa e Anna D’Uva, ha avuto 8 figli. Ha trascorso gli ultimi
trandosi con il sistema locale (controllato da pochi “eletti” cittadini) ed decenni della sua esistenza a Boiano (CB), dove riposa.
i soprusi attuati a danno delle classi più povere portando dapprima allo - Raffaele, medico, figlio dell’insegnante Matteo e di D. Generosa Per-
scioglimento del consiglio comunale e poi alla destituzione dello stesso na, nasce a Celenza Valfortore (FG) il 31.12.1862 e scompare a Cervino
Regio Commissario. (NA) il 18.03.1936. Laureato Dottore in medicina e chirurgia presso la
Eletto Consigliere il 6 Novembre 1897 continuò per poco le sue battaglie R. Università di Napoli il 14 dicembre del 1887 è stato libero docente di
essendo ormai additato come “bollente, ricorrente, eversivo e ribelle”. Anatomia Patologica a Napoli e per un breve periodo tiene la condotta
Agli inizi del Novecento entra come Capostazione nelle ferrovie e si tra- medica anche a Cercemaggiore.
sferisce a Roma nel casello di Tor Cervara. Qui con un mutuo di 800 - Francesco Modestino, Farmacista e Sindaco, figlio di Angelo Maria
mila lire realizza le prime 25 case della “Cooperativa Tor Sapienza per (possidente) e di Giovanna Iosa (possidente), nato a Cercemaggiore
l’edilizia popolare rurale” che il 20 Maggio 1923 inaugura con la borgata l’11.04.1865 nella casa di via Olmo (attuale Piazzetta Roma) dove vive
di Tor Sapienza. Confinato a Padula nel 1929 collabora a più riviste anti- fino alla morte prematura avvenuta, a soli 49 anni, il 31.05.1914. Av-
fasciste. Proficuo scrittore di opere politico-sociali (in gran parte inedi- viato agli studi frequenta la Regia Università di Napoli dove consegue
te) muore a Roma il 20 Settembre del 1944. “In questa casa visse dal 1923 in data 27.06.1882 il diploma di Farmacista. Esercitò la sua professione
al 1944 / Michele Testa / eminente figura di intellettuale antifascista / e nella farmacia situata al piano terreno della abitazione, dedicandosi, per
fondatore del nostro quartiere con la / realizzazione della cooperativa Tor talento e necessità, anche alla realizzazione di oggetti d’argento tipici del
Sapienza / per l’edilizia popolare rurale / memori / nel 70° anniversario i costume cercese (puntali, spilloni, anelli, orecchini ecc.). Il 13.06.1894
cittadini posero / 20-5-1923 - 20-5-1993”. sposa Clotilde Chiaffarelli da cui ebbe due figli, Angelo e Vittorino, più
- Flaviano (Cercemaggiore, 12.10.1891, Campobasso 14.07.1976), inse- due femmine, nate tra i maschi, non sopravvissute. Sindaco del paese
gnante, eclettico scrittore e politico, figlio di Alessandro e Maria Letizia nel 1897, perde tre anni dopo a seguito di una lunga malattia la moglie
Zappone. Ha partecipato alla Grande Guerra come allievo ufficiale. Ni- Clotilde all’età di soli 34 anni. In seguito, data la tenera età dei figli, spo-
pote di Michele, il fondatore della borgata rurale di Tor Sapienza, con sa in seconde nozze la cugina Giacinta Testa che costituì un riferimen-
il quale, pur avendo una opposta veduta politica, ha contribuito a far to per Vittorino, rimasto in casa fino al 1917, anno della chiamata alle
riaggregare Cercemaggiore al Molise, comune nel quale è stato eletto armi, e un modo per tenere attiva la farmacia fino al 1925, anno della
sindaco nel biennio 1920-192. È stato fra i fondatori della locale sezione sua chiusura.
fascista e del Circolo Giovanile di Cercemaggiore, che ha dotato a sue - Angelo, figlio di Francesco, farmacista, e Clotilde Chiaffarelli, casa-
spese di una cospicua biblioteca. Ha dal “1925 al 1930 creata e condotta linga, nasce a Cercemaggiore il 18.02.1895. Già orfano a 5 anni della
un’Azienda Agricola di non trascurabile importanza e dal 1927 impian- mamma, conclusa la scuola elementare, completa dapprima gli studi nel
tato e diretto un Mulino Elettrico in Cercemaggiore; oltre ad esplicare la collegio di Campobasso, Caserta e presso la R. Università di Napoli ove
sua attività in studi e ricerche storiche (vedi pubblicazioni del Popolo di segue i corsi di perfezionamento per l’insegnamento e per la funzione
Roma del 3 gennaio, 10 gennaio, 11 febbrio, 29 giugno 1932; 29 agosto didattica. Dall’ottobre del 1922 al 1926 svolge l’attività di insegnante or-
1933, ecc…”. Coinvolto, suo malgrado, nelle beghe politiche locali di dinario ed al contempo di Direttore Didattico delle scuole del Molise.
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Vincitore del concorso per Direttori didattici, nel 1927 è a Terracina e del sistema respiratorio. I polmoni ne avevano infatti sofferto; dovette
dal 1931 fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1957, a Velletri (RM). trascorrere 9 anni in casa di cura, libero di tornare a casa solo d’estate,
Conseguita la Laurea di Dottore in Pedagogia presso l’Università degli quando il clima anche a Cerce, diveniva sostenibile.
Studi di Roma, ottiene anche l’incarico di docente di Filosofia e Peda- Guarì per la sua volontà e per il suo scrupolo, ma le conseguenze furo-
gogia nell’Istituto Magistrale di Velletri. Nel dopoguerra continua gli no comunque gravi da venire riconosciuto grande invalido di guerra.
impegni nella scuola, tenendo incontri, conferenze, tutte volte al miglio- Dovette abbandonare Cerce per un clima mite. Nei rientri estivi aveva
ramento della stessa. Alla sua scomparsa, avvenuta nel 1957, il Comune conosciuto, tramite il fratello Angelo diplomatosi intanto insegnante,
stesso di Velletri si fece carico delle esequie funebri e cedendo gratuita- Teresa Colett, anch’essa insegnante proveniente da Benevento e destina-
mente il loculo per la tumulazione. È ancora oggi ricordato da quanti ta per concorso a Cerce nel 1922. Quando si sposarono nel 1932 dopo
lo conobbero ed una scuola gli è stata recentemente intitolata. Sposato un lungo fidanzamento segnato da tante memorie, avevano già fissa-
con Maria Vittoria Fasolino di S. Giuliano del Sannio, ha avuto quattro to di stabilirsi nel Comune di Sant’Agapito dove la fidanzata lo aveva
figli. Di questi, il terzogenito Vinicio, medico, ha continuato la tradizio- preceduto di un apio di anni. Qui Vittorino potè trascorrere il periodo
ne familiare ed è stato punto di riferimento per molti cercesi e molisani migliore della sua esistenza, interrotto, anche questa volta dalla guerra,
divenendo anche Primario del Centro Oncologico di Aviano (PN). Il se- il secondo conflitto mondiale. Incapace di rimanere inattivo, aveva ri-
condogenito di Vinicio, Giuliano, anch’esso medico, è attualmente capo preso il suo giovanile interesse per la radiofonia aggiungendovi quello
della sezione trapianti dell’Università di Chicago (Illinois). per la televisione ai primi passi, ottenendo il riconoscimento di Pioniere
- Vittorino, figlio di Francesco, farmacista, e Clotilde Chiaffarelli, casa- dell’E.I.A.R. (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche).
linga, nasce a Cercemaggiore il 19 aprile 1898, dopo il fratello Angelo Per lo spirito altruistico che lo caratterizzava, metteva a disposizione
del 1895, e deceduto a Napoli il 14 luglio 1953, a conclusione di una di tutti la sua ampia versatilità e le sue molteplici esperienze. D’indo-
vita segnata da varie vicende dolorose, ma vissuto con fede cristiana le estremamente cordiale generava simpatia con facilità e nella piccola
nell’amore per gli altri. Con la madre gravemente malata e morta due comunità del paese non c’era persona che non lo conoscesse a fondo.
anni dopo la nascita, dovette essere mandato a balia (presso la famiglia Giovava alla sua popolarità anche il ruolo professionale della consorte,
Spina di Petroccolo che rammentava sempre con affetto) dove rimase dominata dallo stesso amore per il prossimo. Certamente queste sue ca-
fino all’età scolare. Rientrato in famiglia, mentre il padre aveva dovuto ratteristiche furono determinanti nella sua nomina a podestà nel 1937,
risposarsi, non poté godere della compagnia del fratello, perché lontano incarico rivestito fino alla liberazione.
da casa per studiare. Vittorino, autodidatta e di grande manualità, rima- Visse con profonda partecipazione e con grande senso di altruismo il
se in famiglia collaborando con il padre che aveva intrapreso anche la periodo successivo all’8 settembre, caratterizzato dal drammatico ri-
produzione degli oggetti d’argento che adornano il costume delle donne versamento nei paesi limitrofi dei cittadini di Isernia sfuggiti al primo
cercesi. Tale scelta risultò opportuna, perché il padre morì prematura- bombardamento, dalla oppressiva e predatoria occupazione tedesca,
mente nel 1914, ma nel 1917 Vittorino fu arruolato col penultimo sca- dalla situazione da prima linea perdurante tra la fuga di questi ultimi e
glione di leva della guerra 1915-1918. Da granatiere, inviato in prima lo sfondamento del fronte a Cassino.
linea, fu sorpreso dall’allarme che precedeva il lancio della iprite, sfor- Le tensioni e i tanti disagi, anche materiali, incisero sul suo precario sta-
nito di maschera antigas. Si salvò da morte certa per la grande capacità to di salute in maniera irreversibile. Ricomparvero i problemi respira-
di improvvisare soluzioni. Infilata la testa in un buco preesistente in una tori, aggravati da una sopraggiunta consequenziale cardiopatia, che gli
scarpata, adibito a forno, si era cementato il collo con del fango dispo- segnarono i rimanenti anni di vita, anche perché costretto ad abbando-
nibile sul posto attenuando gli effetti dell’agente aggressivo. Cessato l’al- nare il suo amato Sant’Agapito, per trasferirsi a Benevento, la sede meno
larme, si era trovato con la divisa disfatta e la pelle piagata e colorata di indicata per lui. A Sant’Agapito, tra il 1933 e il 1945, nacquero tutti i suoi
giallo, mentre si rendeva conto che qualcosa era accaduto anche a carico quattro figli. I primi tre viventi, pensano il loro luogo natale come un
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“paradiso perduto”, vivificato tuttora dall’accoglienza che continuano a *Figure da ricordare
ricevervi in memoria di Don Vittorino. - Vincenzo, nato a Cercemaggiore il 06.06.1839 deceduto il 17.05.1937.
- Francesco Maria, figlio di Vittorino nato a Sant’Agapito (IS) il - Luigi Amedeo, insegnante e scrittore - giornalista, nato a Cercemag-
06.07.1933 risiede a Foiano della Chiana (AR). Appassionato cultore del giore il 03.04.1917 e deceduto a Milano il 29.08.1989. Ha iniziato le pri-
paesaggio, del bello e soprattutto dell’arte della fotografia, ha dedicato me corrispondenze giornalistiche nelle pagine regionali de Il Giorno,
gli ultimi anni alla ricerca fotografica che è esplosa nelle sue più recenti Momento Sera ed il Tempo. È nota almeno un’opera a stampa dal titolo I
personali. Ha scritto sul quotidiano Nuovo Molise per il recupero e con- Disperati, Romanzo, edita dallo Studio di Propaganda Editoriale, Napoli
tro la distruzione del centro storico di Cercemaggiore e su Millemetri 1940.
(Salviamo le nostre radici, aprile - maggio 2001) contro la dispersione e
la vendita degli archivi fotografici molisani. Fra le sue ultime mostre si Venditti
segnala Paesaggi dell’anima, tenuta presso il palazzo comunale nell’ago- Cognominizzazione del nome Venditto, forma popolare di Benedetto,
sto 2001 e la recente Materia e Territori tenuta a Firenze nel settembre dal latino Benedictus ovvero “protetto, benedetto da Dio”. Questa fami-
2007. glia compare a Cercemaggiore dalla prima metà del XVI secolo. Del
- Nunzio n. 10.06.47 e Maria 24.07.52 fratello e sorella medici. Residen- 1576 è un atto in cui si cita un “Consalvo Vendicto e Sebastiani Vendi-
ti a Cercemaggiore. cti”.
Nel 1649 un Thomase (Tommaso) Venditto è presente in qualità di Pro-
Trignani curatore dei beni di S. Maria a monte, mentre un Giovanni Venditto te-
Cognome originario di Castelli (TE) presente a Cercemaggiore con stimonia per una vendita di un terreno della stessa Confraternita dell’e-
Biagio, giuntovi in data 03.07.1976, nato l’11.03.1928 e residente in Via stensione di 9 tomoli a favore di Marco Nardoia. Nove anni dopo, nel
Roma. 1658, lo stesso Giovanni Venditti lascia e cede alla chiesa parrocchiale
diversi suoi beni, fra cui una casa “… sita intus T(er)ra p(redict)tam, in
Valerio loco ubi d(i)ci(tur) Lo Furno a monte in vicinato delli Donati…”.
Da nome proprio di persona augurale (antropònimo) e santo (agiòn-
imo). Vignone
Dal latino valens: “colui o colei che vale”. Come per il cognome Mignogna (diffuso specie a Riccia), deriva dalle
Participio presente del verbo valere: “essere sani, robusti, vigorosi”. voci arcaiche mignone e mignogna, aggettivi (rispettivamente alla for-
Fra i santi omonimi troviamo oltre dieci Valerio, tutti vissuti tra il II e ma maschile e femminile) che nell’italiano antico avevano significato di
VII secolo. grazioso/a, carino/a: l’origine di questi termini va ricercata negli agget-
A Cercemaggiore tale cognome compare alla fine del XVII secolo. Tro- tivi francesi mignon e mignonne poi italianizzati. Questa famiglia è pre-
viamo infatti un Agostinus Valerius attestato in atto del gennaio 1691. sente a Cercemaggiore dalla metà del XX secolo con Giovanni giunto il
Un “Francesco de Agostino Valerio” (quindi figlio del precedente) è 12.07.1934 da Sepino (CB) ivi nato il 27.11.1891 deceduto a Cercemag-
Procuratore in carica nel 1718 per la Venerabile chiesa di S. Maria “de giore il 13.04.1981. Ricordiamo poi Vincenzo, laureato in agraria, nato a
monte”. L’anno seguente troviamo la testimonianza di un Gennaro, che Cercemaggiore il 01.07.1973.
insieme ad un Luigi Caruso, Domenico D’Andrea… Calandrella definiti
tutti “bravi cittadini”, presentano un esposto a loro cautela ad un notaio Vitone
ferrazzanese intorno ai fatti dei moti popolari avvenuti recentemente La prima menzione nota è quella di un “Gaetano Vitone literato” risa-
contro il Marchese Doria. lente al 1577. Nel 1598 troviamo l’istrumento stipulato da Marchetto
Testa per un Ottavio Vitone per il diritto di patronato su una cappella
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posta all’interno di S. Maria della Libera. tembre del 1829. Reazionario, mosse nel 1848 una proposta-petizione
Il Russo che ha recentemente scandagliato e pubblicato riguardo alla all’arciprete di S. Croce di Morcone (oggi del Sannio) per chiedere con
Dogana delle Pecore di Puglia il fondo “processi criminali” per il ven- altri religiosi l’abolizione della Costituzione. Morì compianto da tutti, il
tennio che va dal 1771 al 1788, in relazione a tre tipologie di reati (l’o- 24 Maggio 1862, di 83 anni; “rifiutò la dignità vescovile” e come scrive
micidio, i danni alle colture, il pascolo abusivo) descrive un documento il Pierro, per i suoi meriti e virtù ebbe la carica di Cavaliere (Ordine di
particolarmente significativo dell’orgoglio di uomo libero del pastore S. Gennaro).
e della diligente cura con cui si occupa del gregge e cita il caso di un - Beniamino Alessandro, insegnante, medaglia d’oro della Pubblica
Michele Vitone, molisano di Cercemaggiore, reo di omicidio, prima di Istruzione, nato a Cercemaggiore il 22.09.1867 e deceduto a Sepino in
“andar fuggitivo” perché “mai s’avrebbe fatto carcerare”, che, nel cuore data 08.08.1976. Era conosciuto da molti sia a Cerce che a Sepino (ove
della notte, va a bussare alla porta di un altro pastore per chiedergli di passò la maggior parte della sua esistenza) con il benevolo appellativo di
prendersi cura delle pecore a lui affidate, perché “stavano sole”. “Ze Don Beniamine” e “ru mastre Vitone”.
Nei primi decenni del XIX secolo sono note delle proprietà alla “Fonta- Ultimo di sei figli di una numerosa e benestante famiglia. Il padre Fran-
na Canale” tenute da Michele Vitone Ziccacchio ch’erano de’ Bruni e poste cesco, proprietario e già Sindaco nel 1860, apparteneva alla stessa casata
esattamente nel luogo detto “Padulo delli Rocchi” appartenente alla SS. che diede i natali al dotto arciprete e poi Monsignore, D. Nicola Vitone;
Annunziata ed affittato a D. Alessandro Zurlo. Un Nicola Vitone compa- la madre, la gentildonna Maria Florinda Fontana, era figlia della sepine-
re più volte come segretario comunale. Una famiglia notabile, con tale se Donna Peppa Finizia e del dottore Giuseppe Fontana, attivo patriota
cognome, era presente a Cerce con propria casa all’inizio dell’attuale via e carbonaro durante la Repubblica partenopea. Con una forte propen-
dei Re d’Italia (o Salita alla Chiesa). Fra i suoi membri ebbe un arciprete, sione agli studi raggiunge presto ottimi livelli scolastici fruendo di una
Nicola, ed un segretario comunale. borsa di studio presso le scuole normali di S. Bartolomeo in Galdo.
Il 18 agosto del 1850 “Don Nicola Vitone fu Gennaro, Cavaliere Arcipre- A soli 19 anni consegue la patente di grado inferiore. Nel 1891 supera
te” lascia con un legato perpetuo un capitale di 250 ducato (all’8% di brillantemente l’esame per la patente superiore. Nel 1894 arriva a Sepino
ritenuta netta) per 20 ducati annui, in modo che la somma accumulata a seguito della nomina comunale di maestro elementare per il biennio
ogni 5-6 anni potesse servire a chiamare una compagnia apostolica per successivo. Nel 1896 “in vista del lodevole servizio prestato a scuola,
una “missione completa o gli esercizi spirituali a questa popolazione onde viene confermata la sua nomina” mentre nel 1901 ottiene “l’insegna-
si promuova la gloria di Dio e il bene delle anime”, precisando che l’am- mento a vita del consiglio scolastico provinciale per lodevole servizio”.
ministrazione del fondo perpetuo dovesse tenersi dall’arciprete o clero Nominato Direttore del circolo Didattico di Sepino nel 1923 (carica
partecipante “pro tempore… con conto separato dalle rendite della chiesa che mantiene fino al 1929), ottiene poi la medaglia d’ora dal Ministero
medesima”. dell’Educazione Nazionale e Cavaliere di Vittorio Veneto. Il “nonnet-
Con successivo istrumento redatto dal notaio Francesco Chiaffarelli in to d’Italia” o “il più longevo insegnante d’Italia” come più volte titolato
data 29 dicembre 1851, l’arciprete Vitone, avendo ottenuto il beneplacito sulle teste giornalistiche nazionali, si spense nell’adottiva Sepino poco
sovrano, traduceva in atto il desiderio, onde “conservare salda la fede e il prima di compiere 110 anni.
puro costume, e divenire utili anche alla civile società, affezionando gli
uomini al vivere onesto, e rimuovendoli dal delitto” destinando quattro Zappone
diversi capitali per una rendita complessiva di 20 ducati. Secondo il Paolucci è cognome tipico di Cercemaggiore, dove con ogni
probabilità si è formato nei secoli scorsi, sebbene in realtà sembra storica-
*Figure da ricordare mente già diffuso in più centri del basso Molise e del larinate. Deriva dal-
- Nicola, Monsignore ed ecclesiastico, nato a Cercemaggiore il 10 Set- la cognominizzazione del vocabolo zappa, inteso come strumento agri-
tembre del 1779, divenne arciprete con Bolla del Papa Pio VII del 7 Set- colo, e quindi nato in riferimento all’attività di contadino del capostipite.
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Troviamo interessante collegare a questo cognome la notizia sulla morte - Tommaso, detto “Tommaso Pittore” artista emigrato nelle Americhe,
di un monaco originario di Caselvatico (oggi in agro di Cercemaggiore) sembra abbia eseguito qualche dipinto anche nella chiesa madre di S.
in cui intravedere la prima notizia certa di tale cognome: XV kalendas Croce del Sannio.
[decembris] Obierunt… Dopnus Zapnus de Casa Albarica monachus et
sacerdos. Anno domini MCCCLXXXIV. Zeoli
Nel gennaio del 1662 alla presenza di un consiglio fra i confrati di S. Cognome patronimico, ossia derivato dalla cognominizzazione del
Maria del monte compare un Cola Zappone, l’unico che si firma di pro- nome personale del capostipite, nel caso citato, da Angelo (Anzeolo,
pria mano “Io Nicola Zappone” se si escludono altri membri di famiglie quindi Zeolo, Zeolla, Zeoli e Zeuli). Specifico delle province di Campo-
benestanti quali un Giovanni De Bona e Pietro Riglione. basso e Benevento, con epicentro S. Croce del Sannio (BN). Nel vicino
Pochi anni dopo, nel 1666, troviamo quale amministratore della mede- comune di Morcone (BN) troviamo il toponimo Zeoli derivato da un’o-
sima confraternita un Domenico Zappone già presente nel citato docu- monima famiglia che vi ebbe proprietà.
mento del 1662. Abbiamo poi un interessante contratto matrimoniale Un Cesare Zeolo è presente per la prima volta a Cerce in qualità di teste
fra Dominicus de Salvatore Zappone d(itte) t(er)re Cercie Maioris e un in un documento del 1698 ed ancora in un atto del settembre del 1699
Nicolaus de Perrucio per parte della sorella Diamante Zappone steso il insieme ad altri, tutti definiti “omnes p(rede)tte t(er)re Cercie Maioris”.
6 settembre del 1698 alla presenza, come prassi, di diversi testimoni: vi Dal catasto Onciario redatto negli anni 1741-1749 si rileva la presenza
compaiono il Giudice Domenico De Matteo di Castropignano (CB), ed di due capifamiglia, uno campiero e l’altro bracciale, mentre il cognome
i testi tutti cercesi Antonio D’Elia, Leonardo Massaro, Domenico Perru- appare ancora come Zeolo.
cio e Giovanni Bruni. Ma una seconda migrazione certa e più diffusa avviene solo dopo la
Un Biase divenne sindaco della controrivolta in sostituzione di Domeni- prima metà del XVIII secolo con un Rocco e Nicola Zeoli di S. Croce di
co Spina e fautore dei “concordamenti” con il Marchese Doria nel 1722. Morcone (S. Croce del Sannio); il primo in veste di gualano ed il secon-
Figura di rilievo locale da ricordare nell’amministrazione di diversi beni do di capraio, presenti nella lista dei laici a servizio del Convento di S.
della chiesa madre e della confraternite laiche cercesi agli inizi dell’Ot- Maria della Libera.
tocento è il “Canonico D. Giovanni Zappone deputato della Curia Ar-
civescovile di Benevento” appartenente ad un ramo notabile locale che Zolla (vedi Zeoli)
si distinse dalle altre famiglie rurali ed a cui appartennero diversi per-
sonaggi fra cui Giovanvincenzo Zappone, proprietario, nato nel 1787 e Zurlo
vivente nel 1812 in località Strada Pesco Juliano, Don Pasquale Zappone Cognome attualmente diffuso a macchia di leopardo in Italia, con picchi
sposato con una Teresa Maselli e conduttore fra sue proprietà e terre d’intensità tra Campania, Puglia e Molise.
date a censo o in varia forma, di diverse terre fra la Croce S. Lucia e la Di difficile interpretazione etimologica, dovrebbe derivare dal personale
Fonte Casale e, Francesco, Sindaco in carica nel 1850. Giulio, divenuto Zullo e Zurlo per corruzione.
Molte famiglie Zurlo in passato godettero di nobiltà e prestigio: si ricor-
*Figure da ricordare di, solo a titolo di curiosità, l’ipotesi di derivazione del toponimo Zollino
- Gennaro (Don),farmacista, figlio di D. Domenico supplente di Polizia (Le) da Zurlini, ossia “appartamenti alla famiglia Zurlo”. Un Petro Zurolo
Giudiziaria, nato a Cercemaggiore nel 1817 e deceduto nel dicembre del (Pietro Zurlo) è fra i teste presenti nel dicembre del 1699 alla stesura del
1845 a seguito di contagio da tifo. testamento di Giovanni Bernardino de Maria, originario di S. Croce.
- Giovanvincenzo, proprietario, nato nel 1787, abitante alla Strada Pe- Dalla redazione del catasto onciario redatto fra il 1741-1748 risultano
sco Juliano. presenti a Cercemaggiore quattro capifamiglia, e cioè un bracciale, una
- Francesco, proprietario, Sindaco nel 1850. vedova e due campieri.
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Cognomi estinti o scomparsi

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Barbato
Cognome presente a Cercemaggiore nel XV secolo ed originario di Col-
le Sannita (BN). Un Barbato Tommaso literato già attestato come cittadi-
no della locale terra, compare in più documenti del 1576, anzi in uno è
definito anche con l’appellativo di M(agnific)o Barbato Thomaso. L’anno
seguente ritroviamo lo stesso Tommaso con Stefanus Teseo Barbutus,
mentre nel 1586 è la menzione di un Barbato del Colle.

Barile
Carlo da Campodipietra (CB) medico condotto e ufficiale sanitario.
Nato a Campodipietra il 3.3.1899, giunto a Cercemaggiore il 23.1.1939
ed ivi deceduto il 03.01.1958.

Bozza
Cognome originario di S. Arcangelo Trimonte (BN). Originato dall’ar-
rivo a fine Ottocento del maestro Nicola sposato con Nicolina Filomena
Concetta Ranallo il 03.10.1888 (sposato in seconde nozze con Filomena
Rainone). Successivamente, come scrive il Di Marzo, “il genitore Nicola
Bozza tornò a vivere i suoi giorni da pensionato con i figli Brigida, Con-
cettina ed Icaro, nel suo paese d’origine”. Gli altri figli rimasti a Cerce,
Erminia ed Aurelia, sposarono rispettivamente il brigadiere D. Russo ed
Enrico Petrone originario di Fragneto Monforte (BN).

*Figure da ricordare
- Giuseppe, figlio di Nicola, sottotenente del 156° Fanteria, Medaglia
d’Argento al V.M.

Bragonzi
Remo da Romanengo (CR) veterinario condotto, nato a Crema
03.01.1905. Deceduto a Grandate (CO), giunto a Cercemaggiore il
03.01.1933.

Bruno
Da nome proprio (antroponimo) e di santo (agionimo). Ambedue da
soprannome fisico - anatomico.
Dall’antico germanico brun(n): “splendore scuro” e per estensione: “co-
lui o colei che ha i capelli o la carnagione dal colore scuro e luccicante”.
Cognome presente a Cercemaggiore nella forma più antica e plurale, di
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Bruni, dai primi decenni del XVII secolo con probabile provenienza dal di S. Maria dell’Assunta, oltre della Cappella di S. M(ari)a delle Gra(azi)
napoletano. Il primo personaggio noto di tale famiglia a Cercemaggio- e, eretta nella Chiesa Madre.
re sembra essere un Joanne Bruni (Giovanni Bruno) presente nel 1698 Tenco di servigio le seguenti persone cioè: Antonio Parruccio per mulattie-
quale teste alla stipula di un contratto matrimoniale. re, Dom(eni)co Zappone per servitore, Anna Parruccio per serva”.
Nel 1699 troviamo il Dottore fisico D. Gaetano Bruni (o Bruno) figlio di Il Pierro cita, quale unico cercese fra i Rei di Stato del 1800 il giovane
Vittoria Marcucci, ultima erede di questo casato cercese. Insieme all’e- ventiduenne Gaetano Bruno (nipote dell’omonimo dottore fisico), ma
redità dei Marcucci (casa, terreni) i Bruno acquistano nel tempo anche dietro la versione ufficiale si ripete la solita storia di false calunnie che
i crediti derivati da precedenti somme in più volte erogate dai Marcucci nel tempo coinvolgeranno altre famiglie.
all’Università locale. Un documento datato al 26 luglio del 1799 per mano del notaio Vincen-
Questa famiglia, forse la più ricca e la più detestata del paese nel XVIII zo Calandrella, da noi rinvenuto e parzialmente utilizzato dal Di Marzo,
secolo, ebbe un’enorme importanza nella storia economica locale del attesta come il giovane “… Bruno ha mostrato un vero attaccamento al
tempo, ancora oggi poco indagata. presente felice Governo”; ma questo non gli valse contro l’infamia delle
Del 14 maggio del 1708 è una fede diretta a provare che D. Gaetano si false accuse, la confisca dei beni ed un certo periodo d’esilio lontano dal
trova “nel pacifico possesso tanto dei crediti paterni, quanto degli altri paese natio. Tornato in forze, nel dicembre del 1838 il Bruno presenta
della sua madre quondam Vittoria Marcucci”. Ancora vivente nel 1738, una nuova istanza presso il Tribunale Civile di Campobasso per otte-
l’Università di Cerce gli rilascia 25 carlini a conto di quello che gli deve nere i residui 1100 ducato (dei 2000 originari); domanda riconosciuta
per il credito istrumentario stipulato oltre 70 anni prima dall’avo Barto- ed accolta con sentenza dello stesso Tribunale nel 1855. Il Comune nel
lomeo Marcucci. Alla sua morte tali crediti passano agli eredi tanto che frattempo si oppone in ogni modo appoggiandosi al legale D. Mercurio
nel 1743 l’Universitas Cercimajoris solvat annuos ducatos 45 pro dicto Magno.
capitale D. 900.00 in beneficium Mag(nifi)ci U.I.D.D. Michaelis, D.F.D. Alla scomparsa di questi, la figlia, Donna Rosa Bruno De Gregorio da
Nicolai et Mag(nifi)ci D(omin)i Marci Antonii Bruno. tempo residente a Napoli, continua la causa agitata contro il Comune di
Al contempo però la stessa Università inizia a tralasciare i pagamenti Cercemaggiore sugli interessi ormai decorsi dal lontano 1741. Nel mar-
dovuti sugli interessi che crescono sempre più negli anni insieme alle zo del 1856 con Sovrano rescritto, il Re attraverso il Ministero dell’Inter-
sempre più pressanti richieste di saldo da parte dei Bruno. Questa sarà a no comunica l’assenso favorevole alla causa dei Bruno.
nostro avviso la vera motivazione che porterà a bollare come giacobino
l’ultimo erede della famiglia ed ad allontanarlo dal paese. *Figure da ricordare
Riportiamo integralmente la prima parte del catasto onciario del 1748 - Giovanni Antonio (Bruni), arciprete di Cercemaggiore negli anni
in cui la famiglia è presente in tutta la sua consistenza: “Io Michele Bruni 1713 - 1717. Pensiamo che con questi la famiglia Bruni sia giunta in
di questa Terra di Cerce Magg.re: Rivelo in esecuzione di Reali ordini, paese.
essere D(ottor)e dell’una e l’altra legge, vivere nobilmente, ed incommune - Marco Antonio, fratello di Michele, sacerdote partecipante della col-
con i miei fratelli D Marc’Antonio, e Nicola, che fa domicilio nella città di legiata della chiesa matrice nel 1754.
Napoli, ed essere d’anni 49. - Michele, Dottore in legge (V.I.D.), nato nel 1699 (?).
Anna de Tomasi della Terra di Pietrelcina mia moglie d’anni 40. - Gaetano (Don), figlio di Pasquale e Donna Rosa Marrucchelli, nato
Pasquale mio figlio d’anni 09. a Cercemaggiore nel 1777 e deceduto (?) dopo il 1839. Accusato ingiu-
Catarina mia figlia d’anni 11. Vittoria mia figlia, che sta in Pietrelcina in stamente di idee politiche liberali, fra i beni sequestrati è degna di nota
casa de suoi zij de Tomasi, Gamalla con Soprad(et)ta: Catarina d’anni 11. segnalare la casa degli avi, già Marcucci, posta alla Via Salita alla chiesa
Felice Domenica mia figlia d’anni 04. e sede dopo il 1860 della prima Caserma dei RR. Carabinieri.
Abito in casa propria palazziata, con Cappella attaccata, sotto il tit(ol)o
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Cafardo *Figure da ricordare
Cognome presente a Cercemaggiore dalla fine del XVI secolo nella for- - Michelangelo, Agostiniano, nato a Cercemaggiore in Diocesi di Bene-
ma originaria di Cafardo, poi successivamente trasposto in Galardo, vento, il 20 Febbraio del 1731; ascese al sacerdozio nel 1753. Consacrato
indi in Galardi, il cui toponimo di origine prediale sopravvive tuttora Vescovo di Acerno il 9 Aprile 1792 dal Cardinale De Zelada, vi tenne un
presso l’omonima contrada. Sinodo nel 1793 apportando vari miglioramenti nella Diocesi.
Nei pagamenti dei censi appartenenti alle Opere Pie di Cercemaggiore Morì il 18 Agosto del 1797 in concetto di santità (come accenna il Pier-
relativi all’anno 1897, troviamo alla voce Casa Galardo il pagamento fat- ro che riporta erroneamente la data 1804) e tumulato nella chiesa di S.
to dagli Eredi di Giacomo Galardi cioè D. Francesco e Giovanni Gesualdo Pietro a Montecorvino Rovella (SA) .
fu Michele insieme a Mariacarmine, Celeste e Concetta D’Aversa fu Mi- - Paolo (Don), canonico e dottore in legge, notaio attivo a Cercemag-
chele, Gialfai. giore alla fine del XVIII secolo.
- Vincenzo Tommaso (Don), nato nel 1759 notaio “figlio nipote” di Pa-
Calandrella olo.
Calandrella ha un ceppo tra il Lazio e il territorio aquilano ed uno a
Morcone (BN) e a Santa Croce Di Magliano (CB), Calandrelli ha un Capobianco
ceppo a Marta (VT). Sembra derivare dal termine calandra, che designa Nel 1576 abbiamo menzione di un Vincentio Capobianco. Un Angelo
un uccello simile all’allodola. Capobianco (che è detto illetterato) è presente in un atto del 1581 in-
Questo cognome compare a Cercemaggiore non prima del XVIII seco- sieme ad altre personalità fra cui il Giudice Regio Antonio Basile, il rev.
lo nella forma quasi sempre posta al singolare ed originato con un tal Tiberio Ricciardella ed i fratelli Donato ed Antonio Mastropietro figli di
Amodio Calandrella, probabilmente mastro fabbricatore, originario di Giovanni. Gli eredi di un Giovanni Andrea sono ricordati nel 1586 fra i
Morcone. confinanti di un terreno del Rev. Nicola di Giovanni Di Pietro posto alla
Nel catasto Onciario redatto fra il 1741 - 1748 secondo quanto indicato Selva di Donno Ianni. Nel 1623 trovo il testamento di Victoria Capoblan-
dal P. Miele, figurano due capifamiglia, e cioè la vedova Maria ed il fer- ca figlia di Antonio e moglie di Giovanni Vincenzo Giovannelli con il
raro Salvatore. quale aveva una figlia detta Sabetta. Questa famiglia nel 1686 era ormai
Alla fine del secolo la famiglia si stabilizza socialmente ed economica- estinta dal paese, mentre rimaneva il ricordo di una cappella eretta dalla
mente stringendo parentele con la famiglia del notaio Giovanni Gio- stessa nella chiesa madre sotto l’organo. Nel tempo si è invece perpetua-
vannelli mentre alcuni discendenti prenderanno con fortuna la via della to l’uso del cognome diventato anche un contronome.
carriera ecclesiastica e forense.
Nel 1844 il notaio Don Paolo Calandrella figura tenere diverse terre, in Caruso
parte appartenenti a locali Confraternite laicali. Alla “Sterpari del piano Dal dialetto siciliano carusu: “bambino”, “fanciullo”, “ragazzo”, ma anche
o Padulo della chiesa” ha insieme ad altri, un terreno parte seminatorio “garzone”.
e parte paduloso dell’estensione di 1 tomolo e dato a censo dal SS.mo Sa- Caruso è parallelo a Toso: un contraltare riflesso Sud-Nord.
cramento; così come a “San Giovanni o Piscina Sansone” ov’è un terreno Dall’originario *Caruso: Carosone, Caruselli, Carusi, Carusio ecc.
di ben 34 tomoli appartenente al Monte di Pietà e sempre dello stesso Panitaliano per immigrazione dal Sud, dove è concentrato e tipico, spe-
ente, un altro “terreno seminatorio e franoso con massaria a fabbrica dato cie in Sicilia, Calabria e Campania.
a censo” di oltre 5 tomoli in località “Melangia”. Un Luigi Caruso di Gildone ma abitante a Cerce è presente nelle riven-
Di questa famiglia non si hanno più notizie dalla seconda metà del XIX dicazioni fatte ad alcuni cercesi contro il Marchese Doria nel 1719.
secolo.

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Cerrone lo (1835), Leopoldo (1837) e Carlotta Maria Cristina (1839), il primo
È noto nella prima metà del XIX secolo un tal Filippo, medico. In una notaio ed il secondo Procuratore Legale. Mentre gli altri Chiaffarelli si
lettera del dicembre 1845 indirizzata all’Intendente di Molise, troviamo estinguono, da Leopoldo (Junior) figlio del predetto, morto nello stesso
un’ampia relazione sui casi di Tifo petecchiale avvenuti in quei giorni anno della sua nascita, un ramo continua a Milano ove lo stesso si tra-
nel paese e firmata da Professori sanitari Francesco Gesualdo e Filippo sferisce agli inizi del XX secolo. Qui i Chiaffarelli sono ormai presenti
Cerrone. da almeno tre generazioni. Degli altri rami della stessa famiglia abbiamo
un Federico Erminio Chiaffarelli fu Costanzo che conosciamo per altre
*Figure da ricordare vie come sarto e sposato con Carmela Di Stefano, appare nel 1876 fra gli
- Raffaele, Sindaco negli anni 1874 - 1876. assegnatari di terre dell’ex bosco civico di Selvapiana. Successivamente
troviamo la figlia di questi, tal Chiaffarelli Anna Maria Clorinda (nata
Chiaffarelli 1848 deceduta nel 1932) vedova di Rosa Domenico abitante in corso
Cognome originario di Sicignano degli Alburni (SA) presente a Cer- Garibaldi.
cemaggiore dal 1713. Difatti un importante documento da noi recen- L’ultimo discendente Chiaffarelli noto per vie femminili del ramo dei
temente rinvenuto attesta l’arrivo a Cerce del capostipite di questa fa- sartori è Antonietta (coniugata Testa), nata il 13.04.1894 e deceduta il
miglia cercese, tale Domenico Chiaffarella che nell’agosto dello stesso 19.05.1965. Tale cognome seppure ormai estinto nel paese, rimane nel
anno, alla presenza della madre Gianna Barricella e dei futuri suoceri ricordo di un contronome ancora in uso.
Giuseppe Testa e Maddalena Leone, stipula un contratto di matrimonio
per la di loro figlia , Laura Testa. È scritto infatti Magdalena Leone, et *Figure da ricordare
Joseph Testa D(ict)e T(er)re coniugs … et Dominicus Chiaffarello, et Ian- - Leopoldo. Possidente, procuratore legale, nato a Cercemaggiore il
na Varicella mater, et filius Terre Sicignani ad p(rese)n(t)j cun domu, et 17.02.1837 e deceduto il 02.08.1869. Figlio del notaio Francesco e di
famiglia in d(ett)a T(er)ra Cercie Maioris. Nei capitoli e convenzioni ma- Donna Didonia Silvia De Paolo (o Di Paolo) della Riccia.
trimoniali i genitori della sposa cedono alla coppia una casa posta alla Sposa nel 1860 Maria Bellini figlia dell’architetto Antonio di Campobas-
Porta a basso di membri cinque inferiori e superiori quella propria che fu so che gli dà cinque figli. La sua vita viene funestata dagli eventi politici
di Lorenzo Testa sita in d(ett)a Terra di Cerza Maggiore e proprie dove del tempo e dalle congiure locali, difatti fu accusato di essere un manu-
si dice la Forgia, conf(inant)e Nicola D’Amico, Bartolomeo Di Gregorio, tengolo dei briganti e per avere avuto a servizio la giovane Maria Luisa
strada pubblica, et altri fini. Ruscitti e costretto ad un periodo di esilio a Cuneo ove nasce la figlia
Dall’Onciario redatto negli anni 1741 - 1748 a proposito dei Chiaffarelli Clotilde nel 1866; rientrato a Cerce passa gli ultimi tre anni funestati
(ancora scritto come Chiaffarella) P. Miele ci informa che sono presenti da gravi eventi. Muore a soli 32 anni, nello stesso anno del padre ed un
in paese con tre capifamiglia, e cioè il viaticale Giuseppe, il molinaro mese prima di vedere l’unico figlio che continuerà la stirpe ed a cui vie-
Michele e il bracciale Nicola. Da questi le famiglie si ramificano in alme- ne dato il nome di Leopoldo Vincenzo Antonio.
no due gruppi: l’uno specializzato nell’arte sartoriale e l’altro nel campo - Michele, Sartore nato nel 1832 e Sindaco di Cercemaggiore nel 1873.
notarile e legale; anzi sembra che dal gruppo dei sarti si sia distaccato Accusato falsamente da avversari politici paesani come l’illustre parente
un terzo ramo detto dei “musicanti” da è originato il noto musicista dell’altro ramo, affidò la sua difesa attraverso il testo a carattere giuridico
Clodomiro Chiaffarelli ed il di lui figlio Luigi, poi emigrato in Brasile. scritto dall’Avv. Enrico Isernia che qui ricordiamo, intitolato Per Michele
Del ramo dei procuratori e legali ricordiamo l’origine da quel Miche- Chiaffarelli sindaco di Cercemaggiore accusato di sottrazione della lista
le molinaro sposato con Caterina Lombardi; dai quali nasce nel 1804 elettorale amministrativa (S.I, s.n. ma del 1874).
Francesco, futuro notaio a Colle Sannita e Castelpagano (morto nel - Eugenio Silvio Luigi, Professore, filosofo e scrittore, figlio di Michele e
1869). Da questi nasceranno rispettivamente Michele Nicola Arcange- Filomena Chiaffarelli (ricamatrice), nato a Cercemaggiore il 05.02.1871.
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Iscritto all’Università degli Studi di Bologna, presso la facoltà di Lettere, o Cammarone, appartenente al SS. Sacramento (fra Carpiteti e la Fonte
si laurea una prima volta il 26.06.1897 con una tesi in filosofia discuten- di S. Vito).
do del metodo sperimentale.
Il 25.06.1899 ottiene la seconda laurea discutendo la tesi su I trattati Coatto
morali d’Albertano da Brescia. Fra le altre ha scritto lo Studio sui trattati La prima notizia nota è legata ad un Giuseppe Coatto, ferraio, presente a
morali, parte I, edito dalla Tip. Dell’Omnibus Fratelli Arnone, Calta- Cercemaggiore nel 1847. Con questo cognome compaiono poi nel 1876
nissetta 1904 nonché La questione sociale e la Libertà morale nell’ordine nella lista degli assegnatari nella divisione dell’ex bosco civico di Sel-
giuridico di P. Siciliano; Pro Philosophia ed un profilo su Giovanni Bovio. vapiana, un Luigi Coatto di Giuseppe ed un Angelo Coatta fu Giuseppe,
È curioso come di questo personaggio sia calato in pochi decenni probabilmente fratelli insieme ad un Giuseppe Coatta fu Giacomo.
l’oblio, tanto che nessuno, neanche fra i lontani parenti, ne conosceva
più l’esistenza. Coletta
È forse il cognome locale più antico. Si conosce una sola notizia riportata
Ciaccia dal De Santis e datata al 28 agosto del 1468 riguardante un … Colecta
Dal latino blæsus e tardo blasius: “bleso”, “balbuziente”, “che parla male”. Antonii Andrete Certiæ Majoris, presente fra alcuni teste a favore della
O anche “colui che cammina male” (in greco blaisós). Terra di Ferrazzano contro Mirabello per il tenimento detto Guarana o
Dall’originario *Biagio abbiamo tantissime varianti fra cui Ciccia e Le Valli.
Ciuccio.
Cognome già illustre in Roma si diffonde per l’intero territorio, ma la ri- Cocchiarone
presa medievale ne aumenta la frequenza, anche grazie al culto cristiano Abbiamo una notizia relativa ad un acquisto fatto nel 1670 in cui è la
del carismatico San Biagio martire (IV secolo). spesa occorsa di grana 2 “al notaro et giudice per factura dell’istrum(en)
Le poche notizie relative a questa famiglia originaria di Jelsi (CB) ri- to del territorio comprato da Gerolamo Cocchiarone”. Nel 1714 troviamo
salgono alla metà del XIX secolo quando troviamo nota di due stanze una memoria scritta che ricorda l’acquisto fatto 24 anni prima (quindi
di casa agli Egizi, data in fitto dal SS. Sacramento e per interesse di D. nel 1690) da Antonio Basile per il figlio Giovanbattista di un terreno a
Giuseppe e D. Pasquale Zappone ad Adamo Ciaccia di Pasquale e Teresa San Basile, seu Pantano dalla Magnifica Emilia Cocchiarone.
Salvatore, coniugi. Pasquale Ciccia figlio fu Adamo è presente nel 1876
fra gli assegnatari delle terre di Selvapiana. D’Andrea
Nel 1897 questa casa era tenuta in fitto pagando la relativa scadenza alle Un Domenico D’Andrea risulta vivente a Cerce nel 1719.
Opere Pie da un altro figlio di questi, Antonio, nato a Cercemaggiore il
25.04.1861 ed ivi deceduto il 18.12.1935. Un Adamo figlio di Antonio D’Arcangelo
figura fra i cercesi dispersi nella prima guerra mondiale. Un Benedito de Arcang(e)li è noto fra i literatis Cerce M(ai)oris presenti
in una causa datata al 1584 fra un Vincenzo Zappone Economo della
Cianfogna cappella del SS.mo Corpo di Cristo ed un Giovanni Ciardella di Castel
Nel marzo del 1576 un Donato Cianfogna partecipa quale teste e con- di Sangro.
finante, insieme ad altri omnibus dicte t(er)re Cercemay(o)ris inliteraty,
all’acquisto fatto di una casa da parte di Virgilia moglie di Teseo Fasano. Dascenza
Tale famiglia trascritta a volte anche come Cansogna o Cianfogna è pre- Cognome originario di S. Croce del Sannio (?) presente a Cercemaggio-
sente ancora nel XVIII secolo nell’omonimo toponimo prediale riguar- re dalla seconda metà del XIX secolo; alcuni membri emigrarono agli
dante una località posta ai piedi del paese e detta anche Rua Cortiglione inizi del Novecento nelle Americhe.
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Un Luigi D’ascenzo fu Francesco figura nel 1876 fra gli assegnatari di sei capifamiglia, e cioè il bracciale Domenico, il campiero Gennaro, il
terre a Selvapiana. bracciale Giuseppe, la vedova Caterina, il campiero Giovanni Battista e
il campiero Lorenzo.
Davanzo Di questa famiglia non si hanno più notizie dalla metà del XIX secolo.
Dal nome proprio di persona augurale del basso Medioevo: Avanzo.
Dal tardo - latino e volgare abantiare: avanzare, oltrepassare, “sovrab- *Figure da ricordare
bondare”; in esteso: “un figlio che viene è un guadagno, vantaggio” - Domenico, notaio, attivo a Cerce fra il XVII e XVIII secolo, si cono-
(Avanzo). Avanzi è panitaliano, diffuso prevalentemente al Nord. Da- scono gli atti per gli anni 1669 - 1713.
vanzati in Toscana e D’Avanzo in Campania. - Carlo, notaio, fratello di Domenico, attivo fra il 1698 e il 1718.
Questo cognome compare a Cercemaggiore nel XVI secolo, dapprima - Pietro, Giudice, fratello con Filippo, attivo a Cerce nel XVIII secolo.
nella forma De Amantuo, D’Avanzo, Davanzo e poi di Davanza.
Il capostipite può essere quel Giovanni De Amantia presente con altri De Giorgio
cercesi in un documento del febbraio 1574. Pochi anni dopo nel 1582 Cognome presente a Cercemaggiore dalla metà del XVI secolo. Nel
abbiamo nota di un Bartolomeo De Amantuo. 1576 troviamo la menzione di un Nicolao De Giorgio. Un discendente
Nella campana grande della chiesa matrice fatta nel 1699 (già rifusa una di questi tal Domenico De Giorgio figura fra i testimoni cercesi in un
prima volta nel 1782) era riportato il nome del Sindaco Notar Domenico atto dell’8 luglio del 1713 fatto fra i fratelli Giovanni e Francesco Iuliano
D’Avanzo, un fratello di questi il Rev. D. Leonardo Antonio De Avanza è e D. Giuseppe di Carlo.
anche economo nel 1700 della Venerabile Cappella del SS.mo Corpo di Dopo la metà del XVIII secolo non abbiamo più notizie.
Cristo. Nel 1713 troviamo citato il regio Giudice Pietro de Avanza men-
tre alla fine di un protocollo del notaio Carlo è una nota personale, che De Petro
trascriviamo, ritenendola interessante perché più d’ogni altro documen- Dal latino (per via greca e aramaica) petra: “pietra”, “roccia” e per analo-
to ci trasmette un frammento di vita privata, viva, con i suoi problemi gia, in esteso “forte nella fede come una roccia”.
ed angustie; scrive infatti: A N(ostro) s(ignore) Deo et sue SS(antissim) Petrus è “Pietro” e nel tardo latino Petro: Petrone che è una delle forme
a Matri Virgine Marie / In questo Protocollo fatto per me Notar Carlo alterate più frequesnti di Pietro e vale “gran Pietro” (accrescitivo del-
D’Avanza della terra di Cercia Maggiore voglio descrivere, che in questo lo spagnoleggiante Perro e a sua volta sincope dello spagnolo Pierro;
anno 1716 ho faticato fuor del dovere si per fare il p(resen)nte protocollo, mentre Perez è patronimico mutuato dalla Spagna dov’è proprio: “figlio
e peraltri pensieri di mia casa, e per altri s(trapazzi) e liti da me esercitata di Pietro”). Dagli originari *Petra - *Petro - *Pietro - *Pierro, una mi-
per le doti della G(randissi)m(a) Samnia Rocca mia amata, e doppo haver riade di altre forme: Depero, Di Pietro, Pedrazzi ecc. Matrice religiosa,
arrivato quasi alla vittoria mi sono stati tagliati li rami da miei fratelli, sostegno agiologico sin dal Medioevo cristiano (oltre centotrenta santi
avendosi voluto servire da consutre (?) d’altri, e non di me di proprio loro di ogni epoca) grazie soprattutto al carisma di San Pietro apostolo pro-
sangue, e si è cessata desta lite per causa de detti miei fratelli, però mi ho tomartire (I secolo).
riservato il processo esistente nelle mie scritture ad futura rei memoriae. Cognome presente a Cercemaggiore in epoca molto antica già con un
Ricordiamo come la famiglia dei notai originata da un Loreto sposato Giovanni ed un Barano di Pietro presenti nel feudo di Caselvatica all’e-
con Antonia Rocca (figlia di Mamilio) si sposterà sempre più a Jelsi. poca della compilazione dello Scadenzario Federiciano (XIII sec.). In
Già il figlio Carlo dal 1700 roga a Jelsi e talvolta a Riccia. Come notaio un documento del marzo del 1575 troviamo presente un Nicola de Joe
di Jelsi appare infatti il nipote Domenicantonio D’Avanza attivo fra gli De Petro forse lo stesso Donno Nicola de Jo(vann)e De Petro che l’anno
anni 1724 - 1741. Dall’Onciario di Cerce redatto negli anni 1741 - 1748 seguente è in procinto di vendere una propria casa alla contrata della
i D’Avanza (come gentilmente ci scrive il P. Miele) sono presenti con Porta di mezo.
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De Virgilio alla Porta a Basso nei pressi della Forgia e confinante con D’Amico e
Un Carolo de Virgilio figura fra i teste in un atto del 23 luglio del 1713. Domenico Chiaffarello. Alcune famiglie emigrarono agi inizi del XX se-
colo. Per il Novecento ricordiamo un’Andreina Di Gregorio (coniugata
Di Cecco D’Orazio) residente a Chieti, figlia di Libera di Gregorio.
Il cognome è originario di Fara S. Martino (CH); Levino Di Cecco ar-
riva a Cercemaggiore nella seconda metà dell’Ottocento grazie al suo Donato
mestiere ambulante: fa difatti lo “scardassiere”, cioè il cardatore. Sposa Da nome proprio di persona (antroponimo) e santo (agionimo).
Mariantonia Giovanna Gatti, la coppia ha cinque figli. Si trasferiscono Dal latino donatus: “dato” o “donato” [da Dio un figlio tanto atteso]. Un
negli Stati Uniti. Il quarto dei loro figli, Mario Guerino Domenico, in “dono” divino, quindi. Donato (contratto in “dato”) è participio passato
America semplicemente Mario, è stato un famoso e acclamato musici- del verbo donare (a sua volta contratto in “dato”) è participio passato del
sta. verbo donare (a sua volta contratto in dare).
Dall’originario *Donato: De Donato, Di Donato, Dona, Donadei ecc.
*Figure da ricordare Cognome presente a Cercemaggiore dal XVI secolo nella forma Donato
- Mario Guarino Domenico (Cercemaggiore, 23.11.1896 - Waterbury e Donati (o delli=. Un Giuseppe Nicola De Donato sposato con Isabella
(U.S.A.), 25.02.1970), violinista di successo con un’importante e longeva Pretaroia appare nel testamento della moglie redatto in data 4 dicembre
carriera quale insegnante di musica e direttore; fondatore dell’orchestra del 1730.
civica di Waterbury (05.05.1938), nota dal 1956 come Waterbury Sim-
phony Orchestra. Egizio
Cognome presente a Cercemaggiore almeno dal XVI secolo e noto nel-
Di Lorenzo la toponomastica locale con la rua o via degli Egizi (fra le odierne Via
Cognome di origine campana presente a Cercemaggiore nella prima Belvedere e via Re d’Italia o Salita alla Chiesa) ad indicare il luogo o
metà del XIX secolo. vicinato ove abitavano diversi membri di questa famiglia. Di questi il
personaggio più noto è il notaio Don Cesare Egizio, di cui si conserva-
Di Gregorio no i protocolli notarili, purtroppo incompleti, cioè solo quelli relativi
Degregori è molto raro e sembrerebbe trentino; De Gregori oltre al cep- agli anni 1569 - 1578, mentre doveva essere già attivo da alcuni anni
po veneto tra veronese e novarese, uno nel genovese ed uno in provincia nello stilare atti pubblici, testamenti, denunce. Il Pierro ricorda infatti
di Roma; Degregoriis è unico e, come De Gregoris, estremamente raro, il notaio Egizio quale estensore di un istrumento redatto nel 1567 (oggi
è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di De Gregoriis, che perduto) a favore dei monaci del Convento di S. Maria della Libera per
sembra essere tipicamente abruzzese del teramano di Nereto e di Te- i feudi di S. Marco e Quartarella. In un documento del 1613 il notaio,
ramo; Di Gregori, assolutamente rarissimo è laziale; Di Gregori, prati- ormai scomparso, è ricordato in una definizione dei confini al “loco det-
camente unico, è un errore di trascrizione del precedente; derivano dal to lo Pesco Morello” per un terreno definito degli “Heredi de nt.e Cesare
nome medioevale Gregorius, ricordiamo ad esempio il Papa Gregorius Egittio”. Pochi anni dopo un Carlo Egittio risulta affittuario di un terre-
Magnus nato nel 540, che resse il seggio di Pietro dal 509 al 604. no o peczo de territorio lavorativo in loco detto li Valli, di proprietà dello
Cognome originario di S. Croce del Sannio (BN), ma presente sporadi- Spedale o Monte di Pietà.
camente a Cercemaggiore dal XVII secolo. Di questa famiglia non si hanno più tracce dopo il XVII secolo.
Un Bartolomeo Di Gregorio compare nel 1713 insieme a Giovanni Pre-
taroia nella riconsegna al Marchese Doria del molino della Rocca dato *Figure da ricordare
loro in gestione. Nello stesso anno lo stesso Bartolomeo figura abitare - Cesare (Don), notaio, attivo a Cercemaggiore fra il XVI e XVII secolo.
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Fasano di Bojano e Donato Palmiero di Frosolone per un omesso pagamento
Cognome presente a Cerce con l’arrivo di un Teseo Fasano di Solopa- della fida alla Regia Corte di Foggia. Negli stessi anni un Paolo Fasano
ca (BN) ed oggi presente nella toponomastica prediale, con la contrada e fratelli ha invece diverse vacche date alla Socita (in contratto di alleva-
detta Fasani (ovvero dei Fasano). mento o soccida - società) con il Pio Spedale di Cercemaggiore.
La prima data per ora nota della sua presenza a Cercemaggiore risale Alla metà del Seicento troviamo invece il testamento di Hortensias Fasa-
ad un atto ove compare in veste di testimone datato al 10 febbraio del no, moglie del succitato Rinaldo, la quale in data 24 settembre del 1651
1576; qui insieme all’élite dell’epoca figura, a firma, come M(agnifi)co alla presenza del notaio cercese Bernardino Rocca, lascia nella propria
U(triusque) I(uris) D(octor) Teseo Fasano, de Solopaca, Dottore dell’una casa in platea vulg(o) noncupata La Piazzetta di Marchetto Testa iusta
e dell’altra Legge (di Diritto Canonico e Civile). suis fines, le seguenti disposizioni: …comanda la d(ett)a Hortentia il suo
Dobbiamo ad una fortuita coincidenza la scoperta del suo testamento, cadavero sia deppellito nella matrice chiesa di q(ue)sta terra, et proprio
redatto alla presenza del governatore della Terra di Cercemaggiore, tal nel pa(vimen)to, avanti la capp(el)a delli Fasani… disponendo inoltre
Nicola De Amato di Campagna (SA), il 20 luglio del 1586, che fa mag- per le sue esequie un officio di 3 notturni, messa cantata, nonché tre lib-
giore luce su questa famiglia. bre di cera (candele) spettanti ai Reverendi sacerdoti ed altro da pagarsi
Il M(agistr)i Tesey Fasani de Solopaca vi compare come possessore per dai suoi eredi.
una serie di beni, fra paduli, vigne ed arborati per l’estensione comples- Al Venerabile Ospedale dona inoltre … certe sue robbe stabili (proprietà
siva di oltre 311 tomoli dell’epoca (attuali mq 2. 802,069), divisi fra le lo- rustiche-fondiarie) legandole per iscritto con altro documento scritto
calità di la Selva di Donno, Lo Peragno Grosso, Pesco Panno, Pesco Nolfo, presso Notar Cesare De Crescenzo di Gildone. L’anno seguente nel te-
Selva di Donno Ianni, Le Brocche, Costa Caloscia, Li Pescarelli, Macchie stamento di un Antonio Ricciardi è ricordata invece la vicina casa ivi
seu Palombara, La Piana de Mayo, Lacinolfo, Fontana Varrella, Padulo platea nuncupata La Piazza que Domy erat P. Dom(eni)ci Fasano. Di
Vecchio e nel vicino paese di Mirabello Sannitico. Domenico Fasano è conservata la memoria per i pagamenti delle messe
Nel lascito sono anche menzionati i figli Rinaldo, Ercole, Ludovico, Mu- e ricorrenze di morte della moglie Eufemia Panaggio al 17 febbraio di
zio, Giovangirolamo e Giovanbattista ai quali vanno anche 11 buoi, 50 ogni anno.
vacche nonché alcune case nel paese. La prima consistente in più mem- Risulta infatti che “Il M(a)g(nifico) Dom(eni)co Fasano paga(va) annui
bri (stanze) presso la Piazza della Catena, la seconda alla Porta di Mezzo al d(ett)o Cap(it)tolo Car(li)ni dieci, per (l’)anniv(ersari) cò messa ca(n)
ed una terza provvista di orto posta alla via dell’Hortara fore le mura tata di reg. p(er) la M(a)g(nifica)Eufemia Panaggio sua moglie, le robbe
di detta Terra. Infine, lo stesso Teseo lascia 100 Ducati a ciascuna delle del sud(detto) m(a)g(nifgico) Dom(eni)co sono state vendute dall’Ospeda-
sorelle Palma, Giustiniana et Costanza. le, da chi si pretende la sodis(fazio)ne di d(etti) anniversari, e no(n) è stato
Pochi decenni dopo, alcuni figli intentarono una causa contro il Clero detto dall’anno 1657 in qua p(er) non esserci la mercede”. Si noti come
e l’arciprete locale, difatti troviamo l’esistenza di un processuolo (allora la peste degli anni 1656/57 colpì anche questa famiglia ed alcuni suoi
conservato nell’Archivio della Curia di Benevento) Pro Rinaldo, et aliis appartenenti, tanto che l’unica menzione (peraltro riportata dal Pierro)
de Fasano contra Clerum, et Archipresbiterum, datato al 5 febbraio del per gli anni seguenti è quella tratta dall’elenco dei nobili viventi presenti
1609 e fatto dai figli legittimi del Dottore Teseo Fasano, Rinaldo, Lu- nei fuochi (famiglie) di Cercemaggiore ed esenti da tassazioni di sorta.
dovico, Girolamo e Giandomenico per la reintegra nel possesso di una Lo studioso trascrive infatti dal folio 31 al n. 249 per l’anno 1658 un tal
cappella nella chiesa arcipretale, demolita nel 1600 per far posto al nuo- Giovanni Fasano, di anni 47, (il quale) vive civilmente con star servendo
vo campanile sotto la cura dell’arciprete Marcucci. l’Ill.mo Signore in Napoli.
Riguardo alle attività della famiglia legate alla transumanza ed al com- Segno della progressiva estinzione della famiglia già nella seconda metà
mercio della lana risulta invece che nel 1610 Rinaldo Fasano teneva una del XVII secolo è dato anche dall’altare dei Fasani medesimi, origina-
causa contro i probabili conduttori di greggi Giovanni Battista Perrella riamente dedicato a Sant’Antonio Abate, S. Gennaro e S. Bernardino, il
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quale, ricostruito a poca distanza di quello primitivo voluto da Teseo, Franco
venne in parte rifatto con la sostituzione della vecchia statua lignea in- Un Ang(e)lo Franco è presente in un atto del 1577.
dorata di S. Antonio con un nuovo paliotto dipinto per cura dell’arcipre-
te Giovanni Testa nel 1686. Gatti
Il Pierro a riguardo scrive che era patronato della famiglia Fasano con- Cognome originario di Bagnoli del Trigno (IS) e presente a Cercemag-
giunta con Tucci, e passata coll’istesso dritto, posteriormente alle fami- giore con il negoziante Luigi Gatta (poi Gatti) nato nel 1808 e sposato
glie delle cinque sorelle Tucci. Nel 1703 risulta comunque ancora attivo con Antonia Testa, di Vincenzo e Marianna Gesualdo il 21.02.1838. Il
a seguito dei lasciti l’obbligo da parte del clero locale per le messe perpe- 30.06.1840 nasce il primo figlio Angelo Maria Vincenzo. Nel settembre
tue in altari ad libitum ed esattamente, undici piane ogni anno per Teseo del 1842 la confraternita del SS.mo Corpo di Cristo vende a seguito di
Fasano e una piana ogni anno per Ottavio Fasano. Pochi anni dopo nel approvazione sovrana una casa di tre membri (stanze) “sotto l’orologio”
1707 l’altare nella chiesa matrice viene riconsacrato nella forma odierna a Vincenzo Testa “che ha ceduto lo acquisto alla sua figlia Antonia Testa
e intitolato alla Vergine SS. di Loreto, S. Antonio Abate e S. Domeni- autorizzata dal marito Luigi Gatta”. L’acquisto dell’immobile oggi fati-
co per interesse del notaio Francesco Biagio Tucci (di Mirabello?) che scente viene ratificato ufficialmente nel 1846 con l’autorizzazione della
come ricorderanno posteriormente gli eredi in una apposita iscrizione, Reverenda Curia di Benevento e alla presenza dell’arciprete D. Nicola
sposò in prime nozze una Virginia Fasano. Vitone.
Il Catasto Onciario del 1742, una vera e propria “radiografia sistematica” Nel 1876 fra gli assegnatari delle terre a Selvapiana, troviamo una Ra-
della consistenza delle famiglie cercesi, cassa definitivamente l’esistenza chele Gatti fu Luigi.
ed il ricordo dei Fasano; anzi vede addirittura emergere ai primi posti Ultimo discendente è Giulio, figlio di Francesco Giuseppe Teseo e di
fra i “bonatenenti” la nuova figura del Rev.do D. Paolo Tucci arciprete, Rosa Cirelli, insegnante, direttore didattico in pensione residente a Bo-
once 115 che per metà sono 57, 15, il nipote del notaio e di Virgilia, iano (CB).
l’ultima dei Fasano.
*Figure da ricordare
Filippo - Angelo, segretario comunale e pubblicista, nato a Cercemaggiore il
Fra le più antiche famiglie cercesi presenti almeno dal XVI secolo. Un 09.04.1901, residente in via Salita alla Chiesa 26 (oggi via dei Re d’Ita-
Hettore Filippo testimonia insieme ad altri cercesi quali Angelo Salvato- lia), deceduto a Campobasso il 01.11.1995. Segretario amministrativo
re, Domenico Marcuccio, Giovanni De Mantia nel febbraio del 1574. In della prima sezione fascista di Cercemaggiore nel 1919, poi ufficiale del-
un documento del 1576 è presente un Roberto De Carlo sposato con una la M.V.S.N. e successivamente presidente della O.N.B., fra i pochi epu-
Margarita De Filippo. L’anno seguente troviamo fra i teste di un altro rati sotto l’amministrazione alleata è stato Segretario Comunale Capo
atto un Franco o Francesco Filippo. Questa famiglia scompare dopo la a Cercemaggiore dal 1952 al 1962, collaborando al contempo a diverse
fine del secolo. testate regionali. Ha pubblicato diversi testi a carattere giuridico-ammi-
nistrativo fra cui: I controlli dello stato sugli enti autarchici, Le attribu-
Fiorito zioni ed il funzionamento degli organi istituzionali del comune, La giuri-
Cognome originario di Torrecuso (BN) estinto dalla fine del XVII seco- sdizione amministrativa, Del rapporto di impiego pubblico, L’assistenza
lo. Alla fine del XVI secolo troviamo un Giovanni Nunzio medico fisico sociale dello Stato, ecc. Fra gli scritti di narrativa in particolare è il testo
sposato a Cerce con Diamante Marcucci. Un M(agnifi)co Horatio Fiorito autobiografico Il diario-romanzo di un segretario comunale in ciclostilo
de Torrecuso U.I.D., Dottore dell’una e dell’altra legge compare in molti del 1965 ripubblicato a stampa per la Tipolito Matese di Bojano nei pri-
atti cercesi della fine del cinquecento. mi anni Novanta col titolo I miei ricordi.

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Gesualdo Giovannelli
Originato dal luogo di provenienza a centro di Gesualdo (BN). Cognome Dal nome proprio Giovanni da cui Giovannello e poi Giovannelli.
presente a Cercemaggiore dal XVI secolo ormai prossimo all’estinzione. Dall’ebraico Yohanan: “misericordia di Dio” e “dono di Dio” o anche
Di questa famiglia va distinto un ramo notabile che ebbe varie figure che “grazia del Signore”.
ricoprirono incarichi civili, legali e nel campo della didattica. Le prime In Yohanan: Yo abbreviato Yaho a sua volta abbreviato di Yahaweh reso
notizie risalgono al 1574 con un Iuliante Gesualdo e poi nel 1576 con un poi in greco Jôánnês e latino Johannes o Ioannes; e Giannino è dimi-
Ang(e)lo Gesualdo e sempre nello stesso anno con un Jo(ann)e Dom(eni) nutivo ulteriore di Giovannino che suona, sempre in latino cristiano,
co Gesualdo. Pochi anni dopo nel 1585 troviamo notizia di una H(o) Johannulus o Ioannulus.
n(ora)b(i)le Caterina Marino, vidua (di) Nicolaj Gesualdi. Di medio alto rango (con le varianti), Giovanni - Giannini sono panita-
Un Francesco Gesualdo è economo della Confraternita di S. Maria del liani. Ianni, con De Giovanni e Di Giovanni, prevale al Sud.
monte nel 1669. Un’Antonia Gesualdo uxoris Oratij Testa nel proprio te- Sostenuto sin dal Medioevo cristiano dal culto di circa duecentocin-
stamento redatto il 20 aprile 1698 nella propria casa sita vicino la Porta quanta santi omonimi dal Martirologio romano ruotanti sul Battista e
a bascio, ordina di voler essere seppellita nella chiesa madre e proprio sull’Evangelista.
nella fossa delli Gesualdi. Questa famiglia, fra le notabili del paese, era presente a Cercemaggiore
Nel 1807 figura fra i decurioni un Francesco. Lo stesso è definito nell’at- dai primi decenni del XV secolo. Nel 1577 fa la sua comparsa in un
to di nascita di una figlia nel 1819, Dottore in legge d’anni trentacinque, atto un tal Ang(e)lo Ioannello mentre una Berardinelle Massarie compare
ed abitante nella Strada Porta abbassa con la moglie Tommasina Raino- quale vidua di Donati Ioannelli. Un atto del giugno del 1713 ci infor-
ne. Nello stesso anno compare anche il fratello più grande D. Giovanni ma sulle proprietà di una Giulia Testa moglie di Libero Giovanniello,
Gesualdo di professione gentil uomo, avvocato d’anni quaranta sposato la quale asserisce di avere in proprietà con la sorella Caterina, una casa
con una Giovanna Zurlo. La casa dei Gesualdo posta nel luogo detto lo di un membro nel luogo detto Lo Casale e diverse terre alla Canale e
spuorto (italiano supportico) ricostruita nel Settecento su un impianto S. Vito, alli Soglioni. Da un documento del gennaio del 1718 troviamo
precedente, dopo decenni di abbandono è stata recentemente parzial- notizia che lo stesso Libero è in carica quale Sindaco della locale Uni-
mente abbattuta. versità, è scritto infatti Liberi Giovanniello Sindici, nec non Joannis Felice,
Joannis Fontana, Philippi Cervello, et Josephi Jzzo electorum Universitatis.
*Figure da ricordare Lo stesso personaggio è poi in de Santis che ricorda fra i bonatenenti cit-
- Luigi Francesco, insegnante, fu Giovanni e Testa Marianna. Nato a tadini della Terra di Cerce Maggiore presenti in Ferrazzano nel 1740 an-
Cercemaggiore il 17.10.1892, deceduto il 14.02.1956. Sposato con Mad- che un Libero di Giovanniello nello luogo appellato il Vallone Domenico…
dalena De Vita di Pietracatella (CB) il 20 aprile del 1927, iscritto al P.N.F. (il quale) possiede una vigna di circa tentali otto, co’ massaria, canneto, e
dal novembre 1923, riveste la carica di Podestà Delegato dal 20 luglio porzione di territorio.
1942 fino all’aprile del 1943. Questa famiglia ebbe diversi prelati nonché il notaio Giovanni Giovan-
Sulla tomba è scritto “Alla memoria di Luigi Gesualdo tenente combat- nelli. Ricordiamo infine qui non senza una nota di rammarico l’antica
tente della 1 guerra mondiale insegnante pensionato…”. casa palazziata (detta anche la casa dei previti) posta alla Porta di mez-
zo o dell’Orologio (sulla sommità dell’attuale Piazzetta Roma) una delle
Giannino più belle per gusto e sviluppo architettonico del vecchio centro storico,
Troviamo questa famiglia menzionata a Cercemaggiore nel 1576 con un provvista di cappella privata e fondata nel Cinquecento con successivi
Antonio Giannino definito inliteratis. Un altro, tal Ang(e)lo Gioannino, è ampliamenti su un tratto delle vecchie mura, abbattuta dopo anni di
presente in veste di teste nel Luglio del 1586. abbandono nel 1996.
Di questa famiglia, le ultime discendenti femminili note con tale cogno-
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me, sono una Mariantonia, nata a Cercemaggiore il 13.06.1882 ed ivi vato dal termine latino infans, con il significato di ragazzo o dall’aferesi
deceduta il 21.02.1967 e Caterina fu Raffaele a Fonte la Noce 56 nata il di nomi come Bofante, mentre più ipotesi etimologiche possono essere
17.01.1873 e deceduta il 10.04.1967. formulate circa il rafforzativo prostetico -Ia.
Potrebbe infatti trattarsi, in prima analisi, dell’espressione di un patro-
*Figure da ricordare nimico, intendendo quindi il ceppo familiare come discendente dal ca-
- Giovanni, notaio attivo fra il XVIII e XIX secolo. postipite “Ianni” (Giovanni), in forma abbreviata appunto Ia:; poiché
- Nicola, sacerdote partecipante, Cercemaggiore 1822 - 1872. Nella in passato per abbreviare si adoperava la doppia punteggiatura e non
chiesa madre sotto l’organo è la seguente iscrizione funebre: D.O.M. / le un solo punto come si usa fare oggi: citando ad esempio, un tale “Pietro
mortali spoglie / qui riposano in pace / del sacerdote / Nicola Giovannelli di Ia: Fanti”, cioè figlio di Ianni Fanti, poteva essere poi trascritto nei
/ di Cercemaggiore / il quale / con la parola che è vita / e con l’esempio che registri dello Stato delle Anime o nei Libri Baptizatorum come Pietro di
edifica / caldeggiò / teologo ed oratore / gli alti veri della cattolica chiesa / IaFanti o Pietro Iafanti. Una seconda ipotesi consisterebbe nell’identi-
nel 7 agosto 1872 / quando toccava appena / l’anno 50° / inopinatamente ficazione del rafforzativo -Ia come semplice prostesi, intendendo con
da morte colpito / volò / al premio immortale in Cristo Dio / questo mo- questo termine lo sviluppo, all’inizio di un cognome, di un elemento
numento / il germano Loreto ed il nipote Tobia / a ricordo di tanto parente - per lo più vocalico - non etimologico; verrebbe però in tal caso da
/ lacrimando posero. Una seconda lastra ricorda esumato addì 8 luglio interrogarsi sul perché dell’uso costante nei secoli scorsi, in un’area ge-
1885. ografica così circoscritta fra Molise, Sannio e Capitanata, sempre del-
- Loreto, sacerdote partecipante, fratello di D. Nicola, deputato per le lo stesso rafforzativo prostetico Ia- e non di altri suffissi vocalici (altri
opere pubbliche del Comune nel 1854 ed Economo Curato negli anni esempi sono: Ia-Zeolla, Ia-Marino, Ia-Pozzuto, Ia-Pezzuto, Ia-Grosso,
1862 - 1868. Ia-Muccio, Ia-Palucci, Ia-Cocca, Ia-Pinto, Ia-Maso, Ia-Marco, Ia-Frate,
- Domenico, sacerdote partecipante, Economo Curato negli anni 1898 Ia-Danza ecc.). Da non scartare è anche l’interpretazione etimologica
- 1899 che tende a considerare Ia- come il risultato di un antico termine dia-
lettale ormai caduto in disuso, ma che in passato doveva probabilmen-
Iadanza/Jadanza te indicare l’appartenenza ad un gruppo familiare. A Cercemaggiore vi
Secondo il Paolucci, tale cognome diffuso in Molise soprattutto a Ter- compare una famiglia originaria di Gildone (CB). Donna Irene Jafanti
moli, deriva dall’area beneventana, principalmente dai comuni di Pie- di Angelo e Carolina Franchi, sposata con D. Michele Salerno.
trelcina, Campoli del Monte Taburno, Montesarchio, Campolattaro e
Pesco Sannita. Di difficile interpretazione etimologica, dovrebbe deri- Lembo
vare dalla fusione del rafforzativo prostetico Ia- con il secondo termine Cognome originario di Torrecuso (BN) presente a Cercemaggiore dalla
Danza, derivato con ogni probabilità dall’aferesi del personale femmini- metà del XVII secolo. Un Cesare Lembo, marito di Caterina Fasano, è
le Abbondanza. attestato più volte; prima in un atto del maggio 1574, poi nel marzo del
1576 fra gli uomini cercesi letterati (Cesare Lembo de Torrecuso litera-
Iafanti/Jafanti to) ed infine nel luglio del 1586.
Secondo il Paolucci, questo cognome molisano, registrato attualmente a
Campobasso, Gildone e Campodipietra, presente anticamente anche nel Leone
beneventano dove oggi risulta estinto, deriva dall’originario cognome Dal greco léon e latino leo: leone, per analogia, in tutt’esteso: “uomini o
Frante/Fanti completato con il prefisso tipicamente sannita e molisano stirpe dalle doti proprie del leone”.
Ia-, divenuto Ja- verso la prima metà dell’Ottocento. Leone, dal radicale sans. lu-lau e ru-rau: gridare, ruggire; lavant: il rug-
Fanti dovrebbe derivare dal nome medioevale Fante, a sua volta deri- gente e quindi lavan: leone. Poi passato nel germanico o antico alto te-
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desco lewo e tedesco moderno löwe. *Figure da ricordare
Dall’originario *Leone: De Leo, Di Leo, Leo ecc. - Alfredo, tinaio ed artigiano, intagliatore del legno, da Castelpagano
Diffuso sin dall’età romana anche come nome proprio (il leone era sim- (BN) il 05.08.1937, nato a Castelpagano il 02.06.1912.
bolo di San Marco evangelista), si espande sin dal Medioevo cristiano
anche grazie al culto di numerosi santi omonimi (vissuti fra i secolo IV Mancini
e XVIII) e fra tutti papa Leone I Magno (V secolo [+ 461]). Cognome originario da San Giovanni in Galdo (CB). Dal latino mancus:
Loeb è cognome israelitico [Israèli] degli Ebrei profughi dell’Alsazia “debole”, “imperfetto” poi il significato si apre a “mano sinistra”; perciò,
(dove Löeb è il tedesco Löwe: Leone). A Cercemaggiore questa fami- in esteso, si dirà “colui che adopera di più e meglio della destra la mano
glia compare dal XVI secolo. La prima notizia nota è di un certo Nardo sinistra”. In traslato, verrà sia “abile” sia “difettoso” (Magagna).
(Bernardo) presente in un atto del 1576 insieme a quella di un Fran- Penitaliano, più o meno equamente distribuito per l’Italia; Mancini do-
cesco Leone. Un Liberato Leone è presente agli inizi del Seicento nel- mina al Centro-Nord soprattutto in Toscana; Mancino-Mancina al Sud.
le rivele di alcune terre che teneva per conto dell’Ospedale in località Si attesta e diffonde come soprannome a partire dai secoli XI-XII.
detto li Valli. Il Pierro ricorda ai suoi tempi dell’esistenza all’interno di A Cercemaggiore tale cognome appare già dal XVI secolo nella variante
S. Maria della Libera pressi l’allora cappella dell’Addolorata (l’ultima di originaria di Mancino.
sinistra) della sepoltura con l’iscrizione Domenico Leone a.d. 1626. Da Da una causa agitata presso la Regia Camera di Napoli conosciamo
un manoscritto del 1719 sappiamo che questa cappella appartenuta a che un Ottavio Mancini “nell’ultimo suo testamento de’7. di settembre
Donato Cirello, passò nel novembre del 1622 al detto Domenico il quale del 1620 fece un legato di suc. 100 alla Cappella del Carmine sita nella
vi fece eseguire nel 1623 un trittico; vi si leggeva: “Ad Honorem Dei, B. Chiesa di S. Maria della Libera col peso di alcune annue Messe, ed Offizio
V. M. Annunciatæ ac Beatorum Petri M. ac Vincentii Ferrerii Confessoris, per suffragio di esso Ottavio”. La vedova di questi tal Cassandra Riglio-
Domenicus Leone, Terrae Quercus Maioris hoc opus fieri fecit”. Nel 1713 ne in qualità di madre e tutrice di Giulia e Diana Mancini appare in
troviamo una Maddalena sposata con Giuseppe Testa e suocera di Do- un successivo istrumento redatto dal notaio Marchetto Testa nel marzo
menico Chiaffarello. del 1623; con atto del 24 giugno 1713 un Sebastianus Mancino T(er)re
Sancti Joannis in Gallo, ad p(rese)n(ti)s in hac terra Cercie Majoris cum
Linfante omnibus de sua famiglia chiede di accedere per enfiteusi ad un contratto
Cognome attestato a Cerce con l’arrivo nel 1890 di Alfonso, scalpellino di 29 anni (censo enfiteutico) per un casalino appartenente alla chiesa
proveniente da S. Lupo (BN) impegnato nei lavori di costruzione del madre, all’annuo canone di 15 grana.
nuovo cimitero comunale.
Marcucci
Lupo Presente in molti paesi fra la Campania ed il Molise anche nella forma
Cognome originario di Castelpagano (BN). Un Donato Lupo è ricor- singolare di Marcuccio deriva dal nome del santo omonimo, l’evangeli-
dato nel 1576. Nel giugno del 1577 troviamo un Marino Lupo, parente sta Marco. A Cercemaggiore la più antica notizia relativa a questa fami-
stretto del precedente mentre una Roberta de Antino Lupo è presente glia risale all’anno 1576 in quanto a firma di un importante documento
nel 1621. Altra famiglia sempre di Castelpagano si è trapiantata a Cer- per il “transaggio (passaggio) dell’unità di Cercia Maggiore con Diomede
cemaggiore nella prima metà del XX secolo con Alfredo. Presso la sua Carafa”, fra i vari personaggi compare un “Donizio Iosepho Marcuccio
abitazione in via Roma, la strada principale del paese effettua una netta Av. Chirographo Cercensi V. P.D.”.
svolta che nella fonetica comune è detta “la curva del Lupo”. Pochi anni dopo, nel 1586, è la volta di un Nardo Marcutio (Bernardo
Marcuccio) testimone in un atto notarile relativo alla consistenza dei
beni di un D. Nicola De Amato, governatore della Terra.
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Fra i personaggi di spicco della famiglia era Giuseppe, forse lo stesso del 1620 Domenico Marcuccio 6.680
documento prima citato, che rivestiva la carica di arciprete e quella non
1627 Domenico Marcuccio 4.500
meno importante di Protonotario Apostolico.
Sotto la sua cura, con i soldi dell’Università venne eretto nell’anno 1600 (eredi di)
il campanile della chiesa parrocchiale come inciso nell’iscrizione alla
base dello stesso (nell’ingresso, in alto a sinistra) ove nella parte oggi Per ora comunque è possibile tracciare solo un primo quadro di alcuni
abrasa, si riportava che i lavori vennero eseguiti “… Sumptibus curante di questi personaggi, grazie soprattutto ai lasciti ed agli oneri per la mes-
Iosepho Marcutio v.i.d. protonotario apostolico et archipresbitero…”. sa perpetua legati al Convento dei Padri Domenicani di S. Maria della
All’interno della chiesa ancora oggi presso il secondo altare di destra Libera ove erano più altari e sepolture private dei medesimi.
originariamente dedicato a S. Maria delle Grazie, S. Michele e Gaetano, Il più antico altare si deve a Francesco Marcucci il quale, per l’erezione
è una lapide che ricorda l’originaria erezione sempre nell’anno 1600, sot- della prima cappella di sinistra nel 1611 commissionò l’anno successi-
to il patronato della famiglia Marcucci ad opera dell’arciprete Giuseppe vo al pittore Sebastiano Pascale da Capua la pittura per la pala d’altare
e del fratello Bartolomeo. raffigurante se medesimo orante ai piedi della Madonna del Carmelo, S.
Quasi estinta la famiglia sul finire del secolo, il nuovo erede, il Dottore Francesco D’Assisi e S. Caterina da Siena. Alla sua morte sopraggiunta
fisico Don Gaetano Bruno ne restaurò la cappella e vi appose la lapide nel 1629 lasciò 15 ducati per la spesa delle sepolture ed altrettanti per
ove fra l’altro si legge, appunto, che tale “Sacellum (venne eretto) hoc sub le messe perpetue divise fra 120 piane e 20 cantate a cura dei padri Do-
antiquissimo Marcutiorum familiae patronatu…”. menicani.
Degli stesso anni è la notizia della proprietà presso “Lo Vallone dello La lastra tombale ai piedi della prima cappella di sinistra, una delle po-
contro” di alcuni “beni de Domenico Marcutij” mentre un discendente che superstiti ai vari restauri e rifacimenti della chiesa fino al dicembre
di questi, molti anni dopo, nel 1670, un tal Marcantonio Marcucci aveva del 2007 (quando è stata distrutta insieme ad altre opere) presentava
una casa confinante con Francesco Ricciardella presso la Porta di Mezzo. ben leggibile la seguente iscrizione funebre: “Marmoreum / hoc Franci-
Ancora oggi ai piedi del vallone dei Mulini, sotto Piana Altare sono i scus / Marcutius sibi / prop terea stru / xit monumentum”.
resti ormai ricoperti delle piante ed indicati dalle persone più in là con Nei primi anni Settanta durante il rifacimento del pavimento, secondo
gli anni come il Mulino o Fota dei Marcucci. quanto testimonia il Geom. Sig. Fiorentino Cirelli, la lastra venne mo-
Un auspicabile esame e studio delle carte conservate nell’archivio storico mentaneamente rimossa e si appurò della presenza composta dei poveri
parrocchiale potrebbe in futuro, ampliare notevolmente la conoscenza resti senza purtroppo documentare in alcun modo tale evento.
sui vari membri di questa famiglia e la loro parentela con altre fami- A tale periodo si deve il cambio e lo spostamento della pala d’altare dal
glie fra cui quella estinta dei Bruno, che saranno i maggiori possidenti a luogo originario, all’ultima cappella di sinistra ove è attualmente visibile.
Cerce dopo la scomparsa dei Marcucci. Ne diamo a proposito un picco- Il ricordo nella tradizione popolare, dell’esistenza di questa famiglia
lo quadro economico: che aveva come stemma o emblema “parlante”, il leone di S. Marco (da
cui Marcucci) peraltro dipinto sulla parte sommitale della tela è ancora
Locatari di Cerce - Capi ovini oggi presente nel volgo che, nelle fattezze del devoto orante, vi riconosce
l’immagine di Santo Marcuccio (San Marco).
1610 Domenico Marcuccio 12.000 Alla stessa cappella era poi legato un testamento Pro Batholomeo Mar-
Diamante Marcuccio 3.590 cutio, ed uno era per “Diamante Marcuccio in alt(are) B(eata) V(ergine)
Biase Testa 2.740 de Costantinop(oli)”.
Quest’ultima cappella, posta di fronte a quella di Francesco, venne fon-
data come scrive il Pierro “… dal Dottore Giovanni Nunzio Fiorito, per

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disposizione della sua consorte Diamante Marcucci. Per la compra del siastiche. Nel 1577 troviamo una Berardinelle Massarie vidue… Donati
suolo pagò 24 ducati…” ed abbellita da un dipinto della Madonna di Ioannelli. Un Francesco Massare è fra i confrati presenti il 14 agosto del
Costantinopoli, opera di Tommaso Guarino di Solofra nel 1691. 1626 all’elezione dei nuovi amministratori di S. Maria a monte. Nel 1641
Anche i Fiorito rientrano in quel gruppo di famiglie di locati, seppure è vivente D. Luca Giuseppe Massaro il quale si firma “arcip(ret)e indegno
minori rispetto ai Marcucci, come risulta anche da un atto del 1605. di Cerce Magg.(io)re e Rationale delli conti di S(an)ta Maria del monte”. Il
Ne dà prova un processo avvenuto in quell’anno contro un “Giovanni notaio Agostino Massaro compare invece nella stesa di molti documenti
Battista Cusano di Cerce, pecoraio del Dott. Oratio Fiorito” accusato di pubblici e privati come quello del 1649, in cui testimonia alla vendita
furto d’asino a danno del Compassatore Doganale Antonio D’Andria. con sistema della candela, di un terreno a Marco Nardoia.
Dell’intensa attività mercantile di questa famiglia restano oggi alcuni Tale famiglia si è estinta a Cerce nella prima metà del Novecento con
fascicoli conservati nell’Archivio di Stato di Foggia fra cui una volumi- l’emigrazione di più famiglie disperse fra le Americhe e l’Australia. L’ul-
nosa serie di atti per un processo nel 1617 fra una Maria de Rello di timo membro di tale famiglia presente in paese poco prima del secondo
S. Elia, contro le pretese di Domenico Marcucci di Cercemaggiore per conflitto mondiale sembra essere un Savino Massari (n. il 28.04.1933)
un preteso credito verso il primo marito. Agli inizi del 1700 i Marcucci emigrato a Termoli.
uscivano definitivamente di scena anticipando di poco anche la secolare
transumanza che qui aveva almeno per alcuni portato un breve periodo *Figure da ricordare
di ricchezza per poi scomparire a favore dei nuovi mercati inglesi e delle - Luca Giuseppe, (don) arciprete di Cercemaggiore mancante nella lista
lane del Sud America. del Pierro.
- Agostino, notaio, ha rogato a Cercemaggiore negli anni 1630 - 1653.
*Figure da ricordare - Giovanni Leonardo, Sindaco negli anni1834 - 1841; 1852 - 1857; nel
- Giuseppe Adonizio, arciprete e Protonotario Apostolico, restaurò la 1856 caldeggiò la riapertura del Convitto dei padri domenicani e nel
chiesa madre, nel 1600 fece erigere l’attuale campanile e dotò la matrice 1867 ricostruì a proprie spese la IV cappella della chiesa di S. Maria
di un organo (sostituito poi nel 1735 dall’attuale). Difatti “detto orga- della Libera dedicata a S. Lucia, S. Agata e S. Apollonia. I Padri Dome-
no fu edificato verso il 1606 dalla Cap(pell)a del S(antissi)mo Corpo di nicani dell’epoca ne vollero ricordare ai posteri il nome con un’apposita
Cristo, e vi sta l’armi seu impresa di d(ett)a Cap(oell)a; con quella del fu iscrizione scampata alle recenti distruzioni.
arciprete D. Giuseppe Marcucci”. - Vincenzo Maria, unico figlio di Giovanni Leonardo e D. Margherita
Pace, avviato agli studi umanistici e giuridici muore prematuramente
Massaro durante il contagio per il morbo asiatico il 4 settembre del 1837. Il padre
Soprannome da nome comune polisenso e mestieri connessi (massa ne volle eternare il ricordo ed il dolore nella seguente iscrizione rac-
con masseria) e nome proprio di luogo: Massa (base di toponimi sparsi chiusa co un altarino, frontoncino, colonnine ed angioletto nella quarta
e frequenti per l’Italia). cappella della chiesa della Libera: Hic / iacet / Vincentius Maria Massari
Dal latino massa (greco máza o mágaja): impasto, masso, ammasso aro- / Joannis Leonardi tertiae praefecturae patris / oppidi Quercus Majoris /
matico agricolo dell’alto Medioevo: tenuta di campagna, fondo, podere, et Margaritae Pace beneventanae / filius unicus / humanioribus litteris /
da cui: “masseria” e “masserizia”. jurisque naturae disciplina eruditus / puris imbutus moribus / christianis
Massaro è panitaliano ad alta frequenza al Sud. virtutibus clarus / asiatico inesorabile morbo scerbiter raptus / IV kal. sep-
Una fra le più antiche famiglie presenti a Cercemaggiore dal XVI secolo tembris / anno reparatae salutis / MDCCCXXXVII. Questo monumento
nella forma singolare do Massaro poi trasformato in Massari, derivato funebre è stato distrutto con altri, nel dicembre del 2007 e ne resta la
dall’attività lavorativa del capostipite. sola lapide, rimossa dal sito originario e rimurata vicino.
Diversi membri ricoprivano più ed importanti cariche civili ed eccle-
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Mastropietro dell’Immacolata con il beato Giovanni Duns Scoto, datato 1519, che si
Mastropietri, assolutamente rarissimo, è laziale, Mastropietro, molto conservava nella chiesa del convento di Sepino. Attorno al 1725, insie-
diffuso, è tipico della fascia centromeridionale, Lazio, Abruzzo, Molise, me al nipote ex fratre e aiutante Felice Mastropietro, si trasferisce a Toro
Campania e Puglia; derivato dal nome Pietro starebbe ad indicare la fa- per dipingere gli affreschi del chiostro del convento francescano. Barto-
miglia di un artigiano di nome Pietro. Cognome presente a Cercemag- lomeo e Felice fissano la loro residenza stabile a Toro, dove sposano le
giore dal XVI secolo. Le prime notizie su questa famiglia cercese oggi due sorelle Marcucci, Angelantonia e Ippolita, di molti anni più giovani
estinta risalgono al 1581, quando fra le firme latinizzate dei teste trovia- di loro, rispettivamente di quaranta anni, nel caso di Angelantonia, mo-
mo due membri fra gli omnibus T(er)re Cerce Mayoris ed esattamente glie di Bartolomeo, e di venti anni, nel caso di Ippolita, moglie di Felice.
tal Donato del Jo Magistri Petrij. Lit(terato) e Antonio de Jo magisteri Bartolomeo, che non lascia figli, muore il 1 settembre 1753 in casa pro-
Petrij. Inlit(terato). Si tratta evidentemente di due fratelli, figli di un tal pria ed è seppellito nella Chiesa Arcipretale del Santissimo Salvatore.
Giovanni Mastropietro. Di una proprietà e di certi “beni de Franc(esco) Aveva 79 anni: era nato dunque a Cercemaggiore attorno al 1674.
M(astro) Pietri” è invece l’indiretta nota, fra i confinanti, di una casa - Felice, di “Cerza Maggiore commorante in Toro”, “figlio delli quondam
posta alla porta di mezzo posseduta nel 1670 dai germani Domenico e Nicola e Laurantonia Iorio”, muore il 3 gennaio 1765 in casa propria ed
Francesco Ricciardella. è seppellito anch’egli nella Chiesa Arcipretale del Santissimo Salvatore.
Del 15 marzo del 1714 è il testamento di un Nicola Spina di S. Croce fat- Aveva 68 anni: era nato a Cercemaggiore attorno al 1696. A Felice so-
to in domu hered. G(randissi)m(o) Francisci Mastropietro sua abitazione pravvivono alcune figlie femmine, alla cui morte si estinguono i Mastro-
sitam in dicta t(er)ra, et loco ubi dic(itu)r sopra la casa dell’Huomo d’ar- pietro di Toro.
mi. Questi aveva sposato la vedova Mastropietro (d. Caterina Venditto) (*Bartolomeo, Per Gentile concessione dell’Autore. Notizie tratte da:
la quale aveva già avuto Antonio e Berardino. Giovanni Mascia, Affreschi per il Papa. Arte, fede e storia del chiostro e
Una Diana Mastropietro moglie di Giuseppe Silvestro è ricordata per il nel convento di Toro, Palladino Editore, Campobasso 2008).
proprio testamento redatto nel 1716. Nel catasto conciario redatto fra
il 1741 - 1749 (grazie a quanto segnalato dal P. Michele Miele), risulta Morrone
un solo capofamiglia presente, il bracciale Berardino. Nel 1799 è nota la Toponimi e varianti etniche relative, sparsi al Centro-Sud d’Italia (pre-
nascita di una Libera “battezzata in casa di Francesca Rocco levatrice per- valentemente in Campania) che hanno in comune la radice pre-latina
ché stava in pericolo di morte” e per scrupolo viene ribattezzata in chiesa morr o murr: il grugnito del maiale.
dall’arciprete il 17 ottobre dello stesso anno a pochi giorni dalla nascita. Dal latino murex o murix: sasso tagliente, roccia [Murgia]. Ma forse an-
Nel registro dei battesimi dell’anno 1800 in data 21 ottobre troviamo che murrino antico vaso a forma di muso di porco, assimilato alle diver-
la nascita di una Lucia figlia di Saverio Mastropietro e Liberantonia se asperità morfologiche che caratterizzano i vari toponimi.
Cristofano. Nel 1844 la nota per il pagamento di un terreno “chiusato, Morrae, Morrone diffusi ad alta frequenza al Sud [dove Morrione può
paduloso ed alborato” di oltre 20 tomoli ai Martinelli appartenente alla denotare, per analogia, persona aspra e poco socievole nei vari dialetti
Confraternita della SS.ma Annunziata tenuto “dagli eredi di Maria Ma- meridionali, specifico il napoletano, il musone scontroso è detto mur-
stropietro fu p(ri)ma moglio di Saverio Testa inganna-mundo”. Dalla pri- rione].
ma metà del XIX secolo non si hanno più notizie di tale famiglia mentre Di questa famiglia, presente a Cercemaggiore dai primi decenni del XIX
un omonimo cognome è tuttora presente nella vicina Cercepiccola. secolo, non è attualmente nota la provenienza.
Il primo membro noto è un Michele Antonio (nato nel 1821) forse pro-
*Figure da ricordare prio lo stesso appaltatore Morrone citato in una delibera del decurionato
- Bartolomeo, pittore, figlio di Francesco e Lucia Cercelli della “terra del novembre del 1854, per aver fatto alcuni lavori sui tre mulini comu-
di Cerza”. Nel 1718, realizza una copia in acquarello del famoso dipinto nali al quale successe il figlio Carmine, nato l’11.05.1871 e deceduto il
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17.08.1954. Un Giuseppe è fra gli assegnatari nel 1876 delle terre deriva- vanni Ceriello, una casa di sua proprietà, composta da due membra po-
te dalla quotizzazione del civico bosco di Selvapiana. sta proprio in loco ubi dic(itu)r Sotto lo Furno abbasso, se la contrada delli
Questa famiglia si è estinta in paese negli ultimi anni con Michele Mor- sporti della ferraria. Un Carlo Perrucci o Perruggio è ancora vivente nel
rone, figlio di Carmine (già socio del Circolo Giovanile nella seconda 1799.
metà degli anni Venti), nato il 07.08.1908 e deceduto il 09.01.1998.
Pinciaro
Panagio Cognome presente fra il XVI e XVII secolo.
Cognome originario di Castelpagano (BN) presente a Cercemaggiore
dalla fine del XVI secolo. Il R(everen)do Do(mi)no Cesare Panagio del- Pincitore
la terra di Castelpagano, ma abitante a Cerce fa la sua comparsa in un Dal catasto onciario redatto fra il 1741 - 1748 risulta un unico capofa-
documento cercese del 1578. Nell’agosto del 1716 troviamo un giacinto miglia, Rocco, proveniente da Napoli. Questa famiglia imparentata con
Panagio erede e cessionario per conto dell’arciprete D. Giovanni Testa di i Fontana si estingue alla fine dello stesso secolo tanto che in certi paga-
un casalino con orto posto sopra la fontanella ed acquistato dal fabbro, menti di censi di terre troviamo eredi di Tomaso Fontana p.lo fu Rocco
mastro Salvatore Calandrella. Tale famiglia si estingue ai primi del XIX Pincitore.
secolo.
Piscina
Paoluccio Famiglia presente a Cercemaggiore nel XVI secolo ed estinta alla fine
Dal latino paulus, diminutivo di paucus: “più piccolo” o “più giovane” o dello stesso. Con testamento del 1 gennaio del 1577 l’Honorabilis Fabrity
anche dall’avverbio latino paululo e paululum derivano la variante vez- Piscine non avendo discendenza diretta lascia i suoi beni da dividere fra
zeggiativa dialettale napoletana Paolillo e quella pugliese Paulillo. Giovan’angelo Testa suo nipote figlio de’ Carmosina Piscina sua sorella, et
Poli è il plurale o patronimico dell’antico *Polo e ambedue varianti di- alla Ciansogna sua cara moglie nonché a Fran(ces)co, et Libero de Bar(to-
minutive ipocoristiche dell’originario *Paolo; De Paoli, De Polis, Paletti, lome)o di Iorio suoi f(rate)lli materni una pezzo di terra di T(omoli) otto
Paoletti, Paolucci ecc. incirca lavorato sito dove se dice Lo Pagliario Piscina…
Si attesta sin dal Medioevo cristiano nella forma di Polo, diminutivo
contratto sincopato di Paolo: dalla devozione cristiana per San Paolo Ricciardi / Ricciardella
apostolo e per la folta schiera di santi e beati martiri omonimi. Dal nome proprio di persona (antroponimo) e santo (agionimo) Riccar-
Questo cognome compare a Cercemaggiore nel XVII secolo. do di tradizione medievale, sostenuto da una ventina di santi omonimi
Il 14 agosto del 1626 nella chiesa di S. Maria a Monte alla presenza dei e una Santa Riccarda (vissuti nei secolo VIII-XVIII).
confrati convocati si eleggono due nuovi amministratori locali e fra Dal germanico Rikhart o Rikhard (poi Rikhard da cui il gergale Ricciar-
questi troviamo un Agostino Paoluccio et Gio(vanni) Dom(en)ico San- do su calco francese e quindi il meridionale Rizzardi): “potente e ardito”
sone. Ma per la successiva morte del primo in luogo di detto Agostino [anche nella fede].
si è eletto P(resente) nostro Libero Paoluccio p(rede)tto, li detto Agostino. I panitaliani Riccardi e Ricciardi sono più o meno equidistribuiti (più
frequenti in Campania dove prevale lo specifico napoletano Ciardiello).
Perruccio Cognome presente a Cercemaggiore dalla seconda metà del XVI secolo,
Un Domenico Perruccio è fra i teste presenti il 6 settembre del 1698 alla si estingue nei primi anni del XIX secolo, originario di Campodipietra
stipula del contratto matrimoniale fra Domenico di Salvatore Zappone (CB). Nel 1713 compare un Francisco Ricciardo e un Giovanni Dome-
per parte della sorella Diamante e Nicolaus De Perruccio. nico Ricciardo T(er)re Campi de Petra, nipote dell’arciprete cercese Don
Nel novembre del 1716 un Bartolomeo Parruggio permuta con un Gio- Giovanni Testa.
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A proposito della famiglia Ricciardi il P. Miele ci informa che dal catasto Qui si officiava una messa per la memoria del “G. M. D(ottore) Fisico
onciario redatto negli anni 1741 - 1748 si rileva la presenza di tre capi- Domenico Riglione” dal 2 maggio del 1629. Da un documento del 1699
famiglia: il campiero Giosafatto (il cui cognome ha la forma Ricciardo e ricaviamo la notizia indiretta di una Cornelia, sposata con un Bartolo-
risulta morto nel secondo rilevamento), la moglie Angelica Testa e cin- meo De Maria di originario S. Croce, ma probabilmente già trapiantato
que figli, tutti sposati; la vedova Dorotea, che vive con il figlio bracciale; a Cerce.
la vedova Isabella, che vive con i due figli. Un D. Cosmo Ricciardi con Tale famiglia si è estinta dopo il XVIII secolo, ma ancora oggi una con-
suo testamento del 27 ottobre del 1795 istituì un Monte dei Maritaggi trada ne ricorda il nome nell’onomastica prediale.
detto di S. Giuseppe, per la fanciulle più povere, col solo onere di una
messa per la festa di S. Giuseppe. Della famiglia Ricciardelli resta invece *Figure da ricordare
memoria fonetica nel toponimo rurale di Croce Ciardella. - Decio, giudice e regio notaio, vissuto nel XVI secolo.
- Domenico, dottore fisico, vissuto fra il XVI e XVII secolo.
Ricciardella
Francesco Ricciardella era l’originario patrono della seconda cappella di Rocca
sinistra (o altare dell’Immacolata) presente nella chiesa madre. Lo stesso Cognome presente a Cercemaggiore dalla prima metà del XVII secolo.
personaggio appare insieme al fratello Domenico nel giugno del 1670 Deriva probabilmente dall’errata trascrizione fonetica del cognome lo-
per la divisione di una loro casa e per altre proprietà presenti all’interno cale Rocco con cui convisse per circa tre secoli. In un atto del 1670 è il
del paese. ricordo di un casaleno dell’Ill(lustrissimo) S(ignor) Gio(vanni) Berardino
È scritto che Dominicus, et Franciscus Ricciardella ditte terra frates… pro Rocca posto nei pressi della Piazza di sopra.
comuni abere tenere et possedere infra t(err)a bona stabbilia una casa de Un Michele Rocca fu Domenico figura nel 1876 fra gli assegnatari del-
membri nove, sotto, et sopra il Fundico di Santa Maria del monte nonché le terre dell’ex bosco civico di Selvapiana. Molto probabilmente questo
un pezzo di terreno alla Porta di mezzo, confinante con la strada pubbli- cognome è stato successivamente “corretto” ed adeguato a quello più
ca di sopra, Giovanni di Bona e nella parte inferiore con Marcantonio diffuso di Rocco. L’ultima testimonianza tangibile è la presenza nel vec-
Marcucci ed i beni di Francesco Mastropietro. chio cimitero comunale della sepoltura di una Felicia Rocca (deceduta
il 06.12.1942).
Riglione
Cognome presente a Cercemaggiore dal XVI secolo. Nel 1576 troviamo *Figure da ricordare
Decio che si firma come nobile Detio Riglione R(e)gio ad contracto iudice - Giovan Berardino, notaio, attivo a Cerce nel XVII secolo, sono noti i
T(er)re p(redi)tte. Nel 1586 abbiamo menzione di un Nobile Libero Ri- protocolli per gli anni 1651 / 1652 - 1658 - 1660.
glione presente al testamento del Rev. D. Nicola di Giovanni Di Pietro. - Vincenzo, nato in Cercemaggiore il 21 Gennaio 1765 venne ordina-
Un G.(randissimo) Bartolomeo Riglio(ne) compare in atti precedenti la to sacerdote il 6 Giugno 1789, laureato in teologia il 21 Febbraio 1818
sua scomparsa avvenuta nel 1626, fra i confini di S. Maria del monte, all’Università di Napoli.
mentre in un altro a firma del notaio Marchetto Testa è detto il “nob(ile) Ricoprì l’Ufficio di arciprete dal 1803 al Maggio 1829 quando venne as-
Bartolomeus Riglione de dicta T(er)ra”. sunto all’Episcopato di Larino. Consacrato a Roma dal Cardinale Pacca
Questa famiglia come altre notabili, aveva una propria cappella con il 27 Maggio 1829 morì nella città di Frentana il 17 marzo 1845 non sen-
sepoltura privata nella chiesa madre oggi corrispondente alla prima za avervi apportato miglioramenti con la costruzione di un seminario
di destra partendo dall’entrata. In un inventario dei primi decenni del estivo e della Chiesa della Visitazione.
Seicento troviamo scritto di una Cappella de Riglioni, o meglio “eretta
dalla famiglia de Riglioni intitolata a S(an)ta M(ari)a de Costantinopoli”.
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Romano Dall’ebraico Šimšhon (greco Sam(p)son e latino Samson): “piccolo sole”
Un Benedicto Romano è attestato a Cercemaggiore nel 1713-14 e ancora ma anche “il forte” [šhamon].
nel 1747, un “Francesco Romano, paga al monte Frumentario poliza di Panitaliani Sansone - Sanzone diffusi prevalentemente al Sud.
un tomolo”. Cognome presente a Cercemaggiore dalla fine del XVI secolo. In origine
il cognome era Sansone come appare anche nei documenti più antichi.
Ruscitto In un atto del 26 settembre del 1626 troviamo infatti di un “Domeni-
Cognome presente a Cercemaggiore dal XVIII secolo nella forma singo- co Sansone al presente Procuratore della Santiss(im)a Mad(onn)a del
lare di Ruscitto poi diventato Ruscitti. Diversi membri di questa famiglia monte” insieme ad un certo Pietro D’Arcangelo, il quale di proprio pu-
abitavano nella zona attuale di Porta dei Rocchi e via Porta del Ponte o gno si firma come “Domenico Sansone”. In un atto dell’ottobre del 1627
Dante Alighieri. Un Francisco Ruscitto appare quale testimone in un atto troviamo che il “mastro Domenico Sansone” risulta ormai decaduto
del luglio del 1713. Nella stessa località troviamo dimorante nel 1812 un dalla carica. Lo stesso personaggio ritroviamo poi per un prestito nel
tal Michele Ruscitto. Un membro ben noto per le sue imprese insieme 1657 annotato come “Dominico Sanzona” mentre l’ultima notizia nota
alla banda del Caruso è la “brigantessa” Maria Luisa Ruscitti. Tale co- risale al 1698 quando un “Domenico Santone” appare per l’ultima volta
gnome si è estinto anche a seguito di emigrazioni dai primi decenni del nella sua scalata sociale col titolo di sindaco. Di questa famiglia non si
Novecento, ma ne resta il ricordo in un contronome locale. ha più traccia dopo la fine del XVII secolo. Un’omonima famiglia prove-
niente da Riccia (CB) si insedia a Cerce nella prima metà del Novecento.
*Figure da ricordare
- Maria Luisa, “brigantessa”, nata a Cercemaggiore il 05.05.1844 ed ivi Sant’Angelo
deceduta il 04.11.1903. Dal greco ággelos [ánghelos o ángelos] e latino angelus: “angelo”.
Di Lei scrive il de Blasio che di “bellezza notevole e raccolta, costretta a Da un radicale sans. che vale “andare”, quindi per esteso: “nunzio divi-
soggiacere a Caruso, era stata rapidamente istruita all’uso delle armi e no”, “messaggero inviato da Dio” ma anche “colui che fa da intermedia-
sotto la guida del Maestro, era diventata nei pochi mesi di permanenza rio fra cielo e terra”.
nella banda, un soldato esemplare”. Il cognome si attesta e cresce dal Medioevo cristiano in poi; possibile
Fatta prigioniera a Troia (FG) il 18 agosto del 1863 dopo uno scontro a incrocio con i vari toponimi omonimi sparsi in tutt’Italia.
fuoco con una colonna di bersaglieri e della Guardia Nazionale in cui Compare a Cercemaggiore nel XV secolo proveniente da Gambatesa
persero la vita 7 briganti, “venne condannata dalla Corte di assise di Tra- (CB). Nel 1576 troviamo la menzione in due diversi atti di un Donno
ni a scontare una pena di 25 anni, per avere, durante uno scontro a fuoco, Geronimo Sant’Angelo e di un Libero Sant’Angelo, mentre nel 1577 è la
ucciso un ufficiale (e) sopportò per tutta la vita la sorveglianza speciale”. volta di un Ang(e)lo Sant’Ang(e)lo di Gam’atesa. Degli inizi del XVII se-
Uscita dal carcere nel 1888, finì i suoi giorni andando a servizio nella colo è la rivela su un terreno di Giovanne Sant’Angelo (il quale) rivela
casa del Sig. Luigi Salerno. Si ebbe poi la leggenda alimentata dalla voce tenere del Ven(era)b(i)le Hosp(eda)le Monte de Pietà di Cerce Magiore,
popolare che questa avesse arricchito tale famiglia facendo recuperare uno pezo di territ(ori)o lavorativo de T(omol)a sette con dui pedi de… et
parte dei tesori derivati dai grassaggi e rapine nascosti dalla banda del dui pedi di cerqua scamollate seù maczuini al loco decto la fontana valla-
Caruso. na co(n)fina ed il Doctore Oratio Fiorito, la ruga pub(bli)ca et lli beni del
Hosp(eda)le p(red)etto che teneno li haredi de Rocco Spinarev(e)la il solito
Sansone terraggio… et più tene una vigna.
Dal nome proprio di persona Sansone (antroponimo) di fonte biblica, Questa famiglia era imparentata con quella del notaio Iuliano.
sostenuto sin dal Medioevo cristiano (l’eroe eponimo che difese Israele
contro i Filistei è simbolo di lotta e forza sovrumana).
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Sciarra guente, appare anche nella forma Stantiano. Questa famiglia era impa-
Cognome originario di Vitulano (BN). Presente a Cercemaggiore dal rentata con i Tucci.
XVII secolo ed estinto nella prima metà del XIX secolo. Un Elisa sposata In data 8 febbraio del 1698 vengono stesi i patti o condizioni matrimo-
con Rocca Felice nel 1764 è la madre del futuro arciprete e poi Vescovo niali fra Carmine Stantiano di questa terra di Cerza Maggiore per parte
di Larino, Vincenzo Rocca. Nel 1807 risulta vivente un tal “Gio(vanni) della figlia Anna Maria e Nicolò Cepullo e alla presenza del G(randissi)
Pa(o)lo Sciarra” pagando questi regolarmente alcuni censi redimibili su mo Caroli Zappone cive romano vivens.
alcune terre appartenenti alla Confraternita della SS: Annunziata o S.
Rocco. Tucci
La prima notizia riguarda un Sabatino De Tuccio presente nel 1576 fra
Sepino gli uomini cercesi illetterati.
Nel 1576 un Nardo Sepino è fra gli inliteratis T(e)rre p(redi)tte Cerce Un ramo notabile di tale famiglia estinto già alla fine del XVIII secolo ha
M(aio)ris. Nello stesso anno compare, il 4 di giugno riappare quale Pro- avuto origine con un Gianfrancesco senior sposato con Antonia d’Avan-
curatore della Confraternita di S. Maria a monte mentre è intento a sti- za e nipote di Virgilia Fasano. Questi ebbe tre figli, Domenico (sacerdote
pulare un accordo con il pittore Ambrogio Scattone da Marcianise (CE) morto nel 1710), Crescenza andata in sposa a Carmine Stanziano da
per la realizzazione di due dipinti a olio su tela per la chiesa predetta; è cui ebbe un figlio Pietro diventato sacerdote, e Francesco Biagio, no-
poi nuovamente presente in altro atto del 1578 come Leonardo Sepino. taio. Francesco a sua volta ebbe cinque figlie ed un solo erede, Paolo,
che si avviò presto alla carriera ecclesiastica divenendo poi arciprete
Silvestro di Cercemaggiore. Le figlie andarono spose rispettivamente Crescenza
Da nome proprio di persona e di santo (ma anche etnico da toponimi). Junior con Giovanbattista Rocca (da questi nascerà anche Felice padre
Dalla fonte primigenia latino Silvia: Silvia e il maschile Silvius: Silvio; del futuro vescovo di Larino), Vittoria con Biase Zappone, Virginia con
quindi gli altri derivati nomi propri, in auge nel Medioevo come in fem- Luigi Fontana, Barbara con Gaetano Zappone e Caterina con D. Filippo
minili Selva, Selvaggia, Selvatica; e i maschili Selvaggio, Selvatico e Sil- Fontana. L’ultima notizia nota sembra essere quella legata alla presenza
vestro ecc. di un Angelo Tucci, contadino (nato nel 1790), vivente nel 1820.
Di antica tradizione romana si attesta in pieno Medioevo grazie al culto
cristiano di vari Santi: Silvano, Silverio, tanti Silvestro, Silvia, Silvino, Verrusio
Silvio… vissuti fra il IV e il XIV secolo ma su tutti eccelle San Silvestro I, Cognome di ascendenza non nota. Nel febbraio del 1932 nella lista delle
papa: convertì l’imperatore Costantino e indisse il Concilio di Nicea nel famiglie povere di Cercemaggiore è una Verrusio Angela.
325. Dal latino silvester: silvestre ed estensivamente: “persona che nasce
nella selva o proviene dalla selva”. Vicciuso
I fratelli Bartolomeo e Domenico Silvestri compaiono in un atto del 31 Cognome originario di Castelpagano (BN) presente a Cercemaggiore
novembre del 1782 riguardante la cessione di una loro masseria alla Pia- nella seconda metà del XVI secolo.
na Froglioni, a favore di Pietro Petraglione con debito da pagarsi alla Nel settembre del 1566 il notaio Giovanni Carlo Iuliano redige il te-
Confraternita del SS. Nome di Dio, nonché di una Vigna posta a S. Vito stamento di Donato Vicciuso, troviamo infatti che “ad requi(si)tione de
e confinante con Giovanni Silvestro, eredi del mag(nifi)co Nicola Testa, Donato Vicciuso d(e) Cerce Magior (i) semoandati in sua… io Gio: Car-
con Michele D’Avanza, eredi di Nicola Silvestro e via vicinale. lo Giuliano indefetto di N(otaro) pub(bli)co et con molti alij… Il q(ua)le
Donato habbiamo retracciato in sua casa in letto taccate, sano di mente
Stanziano et malato di corpo il q(ua)le ha voluto testarsi et farsi testare…”. Questa
Cognome presente a Cercemaggiore nel XVI secolo ed estinto nel se- famiglia era con le più importanti e notabili del paese, ritroviamo di
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fatti un altro membro vivente nel 1576 che si firma fra i letterati (ovvero mificazioni sin dal XIII secolo, qui giunto in veste di amministratore dei
fra quei pochi che sapevano leggere e scrivere) quale Nobile Jo(vann)e beni della locale corte marchesale. L’elevato rango di questa famiglia, che
Dom(eni)co Vicciuso e compare nello stesso anno in un altro documento non ha nulla a che vedere con cognomi omonimi autoctoni, resta ancora
relativo alla stipula fra Nardo Sepino, procuratore della Confraternita oggi visibile nell’attuale casa comunale, ex casa Zurlo. All’ingresso sulla
di S. Maria a monte ed un pittore di Marcianise, per la realizzazione di chiave di porta vi è la seguente iscrizione in parte abrasa (per damnatio
due tele. memoriae); hiec domus / … Angeli / Zurlo / a.d. 1795. All’interno, perdu-
Nel 1578 è la menizione di un Petro de Ang(e)lo Vicciuso T(er)re Castri to l’arredo originario, rimane parte della Cappellina originaria in stucco
Pagani, mentre un altro Donato è vivente a Cerce nel 1584. Nel luglio (piano nobile) e lo stemma della famiglia con corona di conte dipinta
del 1713 un Bartolomeo Vicciuso è fra i teste per un lascito alla chiesa sulla volta della rampa di scale.
fatto da un Anna Testa vedova di Vincenzo Zappone.
*Figure da ricordare
*Figure da ricordare - Alessandro, Cavaliere e possidente, più volte cancelliere comunale e
- Giovanni Domenico, Giudice Regio, attivo a Cercemaggiore nel XVI presente come razionale in quasi tutte le Confraternite cercesi, resse la
secolo, si firma come Ho(nora)b(ile) Jo(ann)e Dom(eni)co Vicciuso re- carica di Sindaco negli anni 1828 - 1830 e 1843 - 1844.
g(io) ad Iudice dic(te) T(er)re. - Leopoldo, Prefetto del Regno. Nato a Campobasso il 05.12.1875 e de-
ceduto a Roma il 14.11.1959. Figlio di Angelo e Donna Chiara Canna-
Turlino vina, conosciuto a Cerce come “il signorino Zurlo”, è stato a capo della
Cognome di ascendenza non nota. Fra i dispersi della prima guerra Censura teatrale durante il Ventennio, ha lasciato scritto un libro sulla
mondiale è presente un Turlino Vincenzo, del 215° Fanterua, morto a sua lunga attività professionale dal titolo Memorie inutili.
Bosco Faiti.
De Iuliis
Zola De Giuli presenta un forte ceppo nel Lazio, uno nel vento occidentale ed
Zoli ha un ceppo romagnolo, che si estende anche nel bolognese e nel uno nel novarese; De Giulio ha un ceppo barese ed uno nel napoletano
fiorentino, particolarmente concentrato a Forlì, Ravenna e Faenza (RA), a Saviano e Palma Campania; De Iuli è quasi unico; De Iuliis e De Juliis
ed un ceppo nel bresciano a Gardone Val Trompia, Zolo sembra spe- sono tipicamente abruzzesi, ma con ceppi significativi anche a Roma e
cifico di Bolotana (NU); potrebbero derivare da toponimi come Zola nel Lazio; De Iulio ha un ceppo a Roma ed uno nel napoletano a Castel-
Predosa (BO) il ceppo emiliano, ma molto più probabilmente derivano lammare di Stabia, Pompei e Napoli; De Iulis e de Julis sono tipicamente
invece da una forma aferetica di una variante dialettale del nome Angelo laziali di Sant’Oreste (RM) e di Roma il primo, solo di Sant’Oreste il se-
(Angiolo, Anzolo, Zolo). Famiglia presente a Cercemaggiore nel XVI condo; Di Giuli ha un ceppo tra Rimini e il vicino pesarese, uno a Terni
secolo e presto estinta. Nella toponomastica locale è ancora verbalmente ed uno a Roma; Di Giulio è molto diffuso in Abruzzo, Lazio, Campania
in uso il termine di luogo “Cerro di Zola” per indicare l’odierna zona di e Puglia; Di Iulio ha un ceppo romano, in Abruzzo a Chieti, Pescara, Vi-
Via Mazzini. coli (PE), Barrea (AQ) e Francavilla al Mare (CH), ed un ceppo a Mad-
daloni (CE). Dovrebbero derivare da un capostipite figlio di un Giulio
Zurlo o Julius nomi derivati dal nomen latino Iulius. Probabilmente si tratta
Questa famiglia notabile, compare a Cercemaggiore alla fine del XVIII della stessa famiglia De Iulianis oggi Iuliano.
secolo e si estingue alla fine del XIX.
Il primo personaggio noto è D. Angelo Zurlo, appartenente ad una fa- Valpiano
miglia nobile del Regno attestata nei secoli attraverso le sue diverse ra- Giuseppe di Valpiano Carmela nato a Cercemaggiore il 18.03.1916 e de-
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ceduto in Russia il 31.04.1943.

Extravagantes
Riportiamo a titolo di curiosità una notizia circa due antichi cognomi
introdotti a Gambatesa (CB) dai Pruzzo nel 1688 e dai Del Buono nel
1789 che, come scrive Mons. Venditti in una sua pregevole monografia,
sarebbero giunti a Cercemaggiore, ma per quante ricerche fatte non ab-
biamo mai trovato alcuna notizia e di nessuna epoca riguardante questi
due casati a Cercemaggiore. Anzi, tali cognomi non appaiono neppure
nei paesi limitrofi, ma sono invece presenti nell’attuale provincia di Iser-
nia, il che fa pensare ad una svista involontaria dell’autore.

De Cercia, De Cerce
L’antico cognome De Cercia poi divenuto anche De Cerce o solo Cerce è
mediamente diffuso in Molise specie nella vicina Ferrazzano (CB) e re-
lativo a persone (o gruppi familiari) che immigrarono nei secoli passati
dalla terra natia di Cercemaggiore in altri paesi. Già in un inventario sui
beni burgensatici di Filippo Santangelo del castro di Ferrazzano risalen-
te all’anno 1373 è la menzione in località Planello, dei beni di un Filippi
de Certia (Filippo di Cerce). Oggi tali cognomi sono diffusi nel seguente Soprannomi o “contronomi”
modo in alcuni comuni della provincia di Campobasso:
De Cerce: Campobasso, Ferrazzano;
Di Cerce: Campobasso, S. Stefano (Campobasso);
Cerce: S. Giuliano di Puglia, S. Croce di Magliano, Montorio nei Fren-
tani, Bonefro.

- 142 -
Soprannomi di famiglia, soprannomi individuali

Un capitolo a parte deve poi considerare l’uso dei soprannomi local-


mente detti contronomi ancora oggi in voga vista l’alta densità di omo-
nimi con tutte le problematiche ad essa legate per il perpetuarsi della
tradizione popolare di riportare ciclicamente il nome dei nonni e poi dei
padri rispettivamente ai nipoti e figli. Nel tempo quindi di sono creati,
al pari dei cognomi relativi ai vari clan familiari, i contronomi che con-
traddistinguono a loro volta un ramo di un casato dall’altro (pur se nati
dallo stesso ceppo familiare). Una sottoclasse generalmente con vita più
breve è invece costituita dai soprannomi individuali presenti a loro volta
all’interno di ogni famiglia e legati al singolo individuo; alcuni di questi
a loro volta hanno generato il contronome di nuove famiglie.
Purtroppo non è stato sempre possibile reperire tutti i contronomi pre-
senti nel passato a cui spesso, come per i cognomi, si sono verificati casi
di estinzione di quelli più antichi soppiantati da altri in origine indivi-
duali, di nuova creazione. Altresì vi sono casi ben documentati ove il
contronome familiare non sempre procede per via patriarcale ovvero
da padre in figlio, ma può essere stato sostituito col cognome del ca-
sato della madre (specie se proveniente da una famiglia più agiata) al
figlio, perpetuandone il ricordo anche quando ormai estinto. È il caso ad
esempio degli Zappone detti Ranallo avendo uno di questi a suo tempo
sposato una figlia del noto D. Pasquale Ranallo di Oratino, o dei Testa
Chiaffarelli. Altri sono stati generati prendendo spunto dal luogo d’ori-
gine o di provenienza (Mirabellese per Mirabello, Riccelano per Riccia,
ecc.) o come per i Miele detti Murcuglione perché provenienti da Mer-
cogliano vicino Napoli o da fatti o soprannomi legati all’avo per partico-
larità fisiche o legate al mestiere.
A seguito riassumiamo alcuni di quelli di cui è stato possibile rintrac-
ciare nota nell’arco degli ultimi tre secoli e che in parte ancora soprav-
vivono fra di noi. Infine si noterà l’origine ed il perché del nome e to-
ponomastica di tante località appartenute a cercesi e famiglie altrimenti
sconosciute.

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Alcuni Contronomi cercesi presenti nella prima metà del XVIII secolo Michele Petraroia JOCCA
Angelo Rocco CARRAFONE
Francesco Basile PASCIUSCIO Saverio Rocco CASCIANIELLO
Michele Basile CAMPOVASCIO Giovanni Rosa BENEDETTO
Biase Cristofano MUSTICHELLA Vincenzo Rosa e. CICCOSORDO
Domenico Cristofano MOLLICHELLA Domenico Salvatore SQUALIO
Francesco Cristofano TESTASECCA Antonio Testa MASTROJACINTO
Gennaro Cristofano e. PAOLETTA Antonio Testa CACATUOSTO
Nicola Cristofano e. PARRUCCIO Antonio Testa ROSCITTO
Biase Di Aversa CIUOPPO Domenico Testa CELONE
Biase Di Aversa PAPPAALLO Domenico Testa INCANNAMUNDO
Biase Di Aversa MERLONE Francesco Testa MUSCINO
Biase Di Aversa BASCETERRA Francesco Testa STROLOGO
Domenico Di Aversa VATICARO Giacomo Testa ZINCO
Domenico Di Aversa SETTEMESI Matteo Testa PELIGNO
Filippo Di Aversa SCANNESA Michele Testa SCORCILLO
Francesco Di Aversa FRANCESCONE Michele Testa FERRARIELLO
Gennaro Di Aversa ZAMPITTOLA Michele Testa PINTO
Giovanni Di Aversa VARILANO Michele Testa e. MAMMUOCCIO
Giuseppe Di Aversa CENEVENTE Vincenzo Testa L’AVASTANO
Michele Di Aversa CASCIERO Michele Valerio FAVILLO
Nicola D’Elia e. SCOTTILLO Francesco Valerio TIRITICCO
Pietro D’Elia e. CARDILLO Michele Vitone ZICCACCHIO
Vincenzo D’Elia e. TASCIOLA Domenico Zappone CARLITTO
Giuseppe Di Florio MONACO Giuseppe Zappone POLITUOZZO
Domenico Di Iuorio CAPOBIANCO Matteo Zappone SUSELLA
Giuseppe Di Iuorio CAPOBIANCO Michele Zappone BELILLO
Michele Di Iuorio CAPOBIANCO Francesco Zappone CICCOTTA
Domenico Di Iuorio CAPOBIANCO Francesco Zappone CHIUVITTO
Tomaso Di Iuorio OCCHIOBIANCO Antonio Zeoli SCONFIDATO
Gennaro Di Primio CUOPPO
Nota: e = eredi di… *da Gildone
Giuseppe Felice SCOSSITTO
D. Nicola Felice* NATILLI
Saverio Felice GEMENTE
Michele Izzi RICOTTIELLO Alcuni Contronomi cercesi presenti nella prima metà del XIX secolo
Michele Marino STROVIGLIO
Domenico Petraroia COMPAROTTO Francesco Basile VECCOCIVENGA
Domenico Petraroia CAPODILANA Gennaro Cristofano e. PAOLETTA

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Matteo D’Amico e. MAUMMO
Michele D’Amico TACCOZZO
Costanzo Di Aversa CASCIERO
Domenico Di Aversa e. SETTEMESI
Francesco Di Aversa e. FRANCESCONE
Nicola Di Aversa e. CIUZZO
Francesco Di Elia MINCONE
Francesco Di Elia PETRONE
Nicola Di Elia SCOTTILLO
Vincenzo Di Elia TASCIOLA
Giuseppe Di Bona COCUZZARO
Michele Di Bona CAPORALE
Michele Di Iuorio e. CAPOBIANCO
Tommaso Di Iuorio e. OCCHIOBIANCO
Francesco Maselli e. ZEZZA
Angelo Petraroia CAPOLISCIO
Domenico Petraroia e. CAPODILANA
Vincenzo Petraroia e. CELESTINO
Vincenzo Rosa e. CICCOSORDO
Francesco Spina e. CERVELLA Bibliografia
Michele Testa LEONE
Saverio Testa PELIGNO
Vincenzo Testa CAPONE
Vincenzo Testa JAQUINTO
Francesco Valerio TIRITICCO
G.Antonio Vitone MONACO
Michele Vitone ZICCACCHIO
Antonio Zappone e. LIBRACCHIO
Antonio Zappone PELLARO
Biase Zappone CARLITTO
Giuseppe Zappone e. CARLITTO
Vincenzo Zappone e. CHITARRARO
Vincenzo Zappone MONTINO
Nota: e = eredi di (scomparso prima del 1844)

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giore.

Cimitero comunale di Cercemaggiore.

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Altieri p. 37 Cocchiarone p. 111
Arcari p. 37 Coletta p. 111
Attavino p. 37 Cristafano, Cristofano, Cristofa-
Barbato p. 103 ro, Cristoforo p. 44
Barile p. 103 D’Amico p. 45
Barilotti p. 37 D’Andrea p. 111
Basile (*Giovan Battista) p. 37 D’Arcangelo p. 111
Battezzato p. 39 D’Aversa (*Romeo, Michele) p. 46
Biello p. 39 D’Elia p. 48
Birone p. 39 D’Onofrio p. 57
Bozza (*Giuseppe) p. 103 D’Uva (*Giovanni) p. 57
Bragonzi p. 103 Damiano p. 45
Bruno (*Giovanni Antonio, Marco Dascenza p. 111
Antonio, Michele, Gaetano) p. 103 Davanzo (*Domenico, Carlo, Pietro)
Cafardo p. 106 p. 112
Calabrese (*Gaetano, Adornino De Capua p. 47
Dalmazio) p. 40 De Cercia, De Cerce p. 142
Calandrella (*Michelangelo, Paolo, De Giorgio p. 113
Vincenzo Tommaso) p. 106 De Iuliis p. 141
Capaldo p. 40 De Petro p. 113
Capobianco p. 107 De Renzis p. 48
Capozzi p. 41 De Virgilio p. 114
Caruso p. 107 Di Bona p. 48
Cassetta (*Venturino) p. 41 Di Carlo p. 49
Catalano p. 42 Di Cecco (*Mario) p. 114
Catullo p. 42 Di Florio (*Michele, Giovanni) p.
Centracchio p. 42 50
Cerrone (*Raffaele) p. 108 Di Gregorio p. 114
Chiaffarelli (*Leopoldo, Michele, Di Iuorio p. 50
Eugenio Silvio Luigi) p. 108 Di Lorenzo p. 114
Ciaccia p. 110 Di Maria (*Giovanni, Pietro) p. 50
Cianfogna p. 110 Di Marzo (*Luigi, Nicola) p. 51
Cipullo p. 42 Di Niro (*Angela) p. 53
Cirelli (*Costantino, Rosina) p. 44 Di Ponte p. 54
Cirelli p. 43 Di Primio (*Giovanni) p. 55
Coatto p. 111 Di Silvio (*Nazzareno) p. 55

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Di Stasi, Distasi (*Giovanni, Gio- Lembo p. 123 Pincitore p. 133 Stanziano p. 138
vanni) p. 56 Leone p. 123 Piscina p. 133 Tarzia p. 89
Di Stefano p. 57 Linfante p. 124 Polzi p. 75 Testa (*Marchetto, Domenico, Al-
Donato p. 115 Lombardi (*Francesco, Innocenzo, Radassao p. 75 berto, Michele, Flaviano, Raffaele,
Egizio (*Cesare) p. 115 Vincenzo) p. 65 Rainone p. 76 Francesco Modestino, Angelo, Vitto-
Emanuele (*Angelo) p. 58 Lupo (*Alfredo) p. 124 Rampone p. 76 rino, Francesco Maria, Nunzio e Ma-
Extravagantes p. 141 Maiorano p. 66 Renga (*Aniello, Aniello) p. 76 ria) p. 89
Fasano p. 116 Mancini p. 125 Renza p. 77 Trignani p. 94
Fatica p. 58 Marcucci (*Giuseppe Adonizio) p. Ricciardella p. 134 Tucci p. 139
Felice (*Alfonso, Francesco, Claudio, 125 Ricciardi / Ricciardella p. 133 Turlino p. 140
Mario) p. 58 Marino p. 66 Riformato p. 77 Valerio (*Vincenzo, Luigi Amedeo)
Feriozzi p. 59 Marra, Marro p. 67 Riglione (*Decio, Domenico) p. 134 p. 94
Ferro p. 59 Mascia (*Francesco, Giovanni) p. 67 Rinaldi p. 77 Valpiano p. 141
Filippo p. 118 Maselli (*Fortunato) p. 69 Rocca (*Giovan Berardino, Vincen- Venditti p. 95
Fiorito p. 118 Massaro (*Luca Giuseppe, Agostino, zo) p. 135 Verrusio p. 139
Fontana p. 59 Giovanni Leonardo, Vincenzo Maria) Rocco (*Giovanni Antonio) p. 77 Vicciuso (*Giovanni Domenico) p.
Franco p. 119 p. 128 Romano p. 136 139
Galante p. 61 Mastropietro (*Bartolomeo, Felice) Rosa (*Benito) p. 78 Vignone p. 95
Gargiso p. 61 p. 129 Ruggi p. 79 Vitone (*Nicola, Beniamino Ales-
Garzia p. 61 Miele (*Angelo Filomeno, Michele) Ruscitto (*Maria Luisa) p. 136 sandro) p. 95
Gatti (*Angelo) p. 119 p. 69 Sabatino, Sabotino p. 79 Zappone (*Gennaro, Giovanvincen-
Germano p. 62 Morrone p. 131 Salerno (*Luigi, Pasquale, Luigi) p. zo, Francesco, Tommaso) p. 97
Gesualdo (*Luigi Francesco) p. 120 Mosè p. 71 80 Zeoli, Zolla p. 99
Giampetruzzi p. 62 Nardoia p. 71 Salerno (*Michele, Antonio) p. 83 Zola p. 140
Giannino p. 120 Nardone p. 72 Salvatore (*Antonio e figli, France- Zurlo (*Alessandro, Leopoldo) p.
Gioia p. 62 Padovano p. 72 sco, Pietro, Michele) p. 84 140
Giovannelli (*Giovanni, Nicola, Lo- Pallotta p. 72 Sansone p. 136 Zurlo p. 99
reto) p. 121 Panagio p. 132 Sant’Angelo p. 137
Grande p. 62 Paoluccio p. 132 Santone p. 86
Iadanza/Jadanza p. 122 Perruccio p. 132 Santopolo p. 86
Iafanti/Jafanti p. 122 Petraglione p. 72 Sanzò (“Sansone”) p. 87
Iuliano (*Antonio, Mark) p. 62 Petraroia, Pietraroia (*Giovanni, Sciarra p. 138
Izzi, Izzo (*Angelo) p. 63 Michele, Zaccaria, Nicodemo, Felice, Sepino p. 138
La Porta p. 64 Matteo Giuseppe Vincenzo, Michele, Silvestro p. 138
La Vigna p. 65 Pietro, Stefano) p. 73 Spina p. 87
Laudo p. 65 Petrillo p. 75 Stabile p. 88
Pinciaro p. 133
- 160 - - 161 -
Indice

- 162 -
Introduzione dell’autore Pag. 4

Presentazione “ 5

Presentazione “ 7

I cognomi in Italia “ 9

L’origine del cognome “ 11

Sulla sostituzione o cambiamento del cognome “ 17

I cognomi a Cercemaggiore “ 23

Origini e provenienze “ 25

Il medioevo ed alcuni cercesi recentemente rintrac- “ 28


ciati

I primi “cognomi presenti nello scadenziario fede- “ 28


riciano

I cognomi correnti “ 35

Cognomi estinti o scomparsi “ 101

Soprannomi o “contronomi” “ 143

Soprannomi di famiglia, soprannomi individuali “ 145

Biografia “ 149

Indice dei cognomi “ 157


Finito di stampare
nel mese di maggio2008
da Arti Grafiche La Regione srl
Ripalimosani (CB)
Italy
Stefano Vannozzi

Stefano Vannozzi
Nomi e cognomi Le famiglie di Cercemaggiore nei secoli
Nomi e cognomi
Le famiglie di Cercemaggiore nei secoli

Editore
- 168 - Associazione
- 169 Millemetri
- onlus

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