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Lorenzo Grilli

Gioacchino Volpe nello specchio del suo Archivio

Qualcosa se ne salvò
La tesi di laurea e le lezioni su Bonifacio VIII

Prima edizione, Bologna – 6 dicembre 2019


lorenzo_grilli@libero.it
Stampato per conto dell'autore da Passione Scrittore
tutti i diritti sono riservati all'autore
ISBN 979-12-200-5080-7

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Indice
7 Introduzione
9 Capitolo I
Studi fino alla Grande Guerra
1.1. Progetti e prime difficoltà, 9 – 1.2. Un modello complesso e bisognoso di fonti,
35 – Note, 52

111 Capitolo II
Documenti
2.1. Elenco dei titoli e documenti del candidato, per il concorso di storia moderna
all'Accademia scientifico letteraria di Milano (1905), 112 – 2.2. Breysig; deutsche
Kraft, Leidenschaft und Kult-u-r. Una cartolina del 1907 da Dresda al Professor
Gioacchino Volpe, 115 – 2.3. G. Volpe, Pagine autobiografiche di un operaio
tedesco, testo di una lettera aperta inviata da Berlino al «Rubicone», S. Arcangelo
di Romagna, 9 agosto 1903, 118 – 2.4. Per una integrazione alla “Cronologia degli
scritti di Gioacchino Volpe” di Umberto Massimo Miozzi. Addenda 1894-1914,
124 – 2.5. Raccolte agli anni Venti e collocazione dei manoscritti editi all'interno
dei gruppi di carte sondati, 138 – 2.6. Lettere volpiane attinenti l'edizione
muratoriana delle cronache pisane [1902-1907]. Due lettere di Gaetano Salvemini
a Gioacchino Volpe dell'inizio del 1906, 144

159 Capitolo III


In archivio
3.1. La tesi di laurea e la lettera ad Amilcare Cipriani, 159 – 3.2. Una tesi (non
solo) economico-giuridica, 168 – 3.3. Conclusioni, 184 – Note, 193

227 Capitolo IV
La tesi di laurea del 1899
4.1. Studi sulla repubblica pisana e sulle relazioni di Pisa con la Toscana e
l'Impero nella prima metà del '300. La tesi di laurea, 227 – 4.2. Indice
redazionale, 328 – 4.3. Fonti archivistiche, 329 – 4.4. Fonti cronachistiche e
bibliografia, 334 – 4.5. Indice dei nomi e dei luoghi, 337

349 Capitolo V
«Procediamo insieme, o amici repubblicani e socialisti alla
conquista del nuovo mondo». Lettera ad Amilcare Cipriani

379 Capitolo VI
Le lezioni su Bonifacio VIII
6.1. Il Pontificato di Bonifacio VIII. Lezioni all'Accademia Scientifico-letteraria di
Milano, a.a. 1910-1911, 379 – 6.2. Fonti e bibliografia, 505 – 6.3. Indice dei nomi,
510

515 Bibliografia
Elenco dei titoli e documenti del candidato (per il concorso di storia moderna
all'Accademia scientif. letter. di Milano)”, in Archivio Volpe, Carte varie, bozze e appunti.
2. “Scritti vari” (1920 luglio 17 – 1963 novembre 2)
Capitolo II

Documenti
2.1. G. Volpe, Elenco dei titoli e documenti del candidato, per il
concorso di storia moderna all'Accademia scientifico
letteraria di Milano (1905)*

[pagina 1] Io – AN. 1899. INTORNO AD ALCUNI RAPPORTI FRA PISA


ED I BORGIA (ESTR. STUDI STORICI, copie 1)
2o – AN. 1902. PISA ED I LONGOBARDI (ESTR. STUDI STORICI,
COPIE 1)
3o – AN. 1902. FIRENZE PISA ED IMPERO AL PRINCIPIO DEL '300 E
GLI INIZI DELLA SIGNORIA (ESTR. STUDI STORICI, copie 2)
4o – AN. 1902. STUDI SULLE ISTITUZIONI COMUNALI A PISA
(NISTRI – PISA) (copie 2)
5o – AN. 1904. UNA NUOVA TEORIA SULL'ORIGINE DEL COMUNE
(ARCH. STOR. ITAL., copie 4)
6o – AN. 1904. QUESTIONI FONDAMENTALI SULLE ORIGINI DEL
COMUNE (NISTRI, PISA, copie 4)
7o – AN. 1905. BIZANTINISMO E RINASCENZA (CRITICA DEL
CROCE, 4 copie)
8o – AN. 1905. LAMBARDI E ROMANI (ESTR. STUDI STORICI, copie
4)
9o – AN. 1905. EMENDAZIONI E AGGIUNTE AI “ROMANI E
LAMBARDI” (ESTR. STUDI STORICI, copie 5)
10o – AN. 1905. LE ORIGINI DELLA PARTE GUELFA IN FIRENZE
(RASSEGNA CRITICA DI UN LAVORO DI R. CAGGESE, ESTR. STUDI
STORICI, copie 5)
11o – AN. 1905. PER LA STORIA ECONOMICA E GIURIDICA DEL M.E.
(ESTR. STUDI STORICI, copie 5)
12o – AN. 1905. IL SISTEMA DELLA COSTITUZ. ECONOM. E SOC.
ITALIANA NELL'ETÀ DEI COMUNI (ESTR. DALLA CRITICA, copie 5)
13o – AN. 1905. IL “LIBER MAIOLICHINUS” (ESTR. ARCH. STOR.
ITAL., copie 5)

*
Elenco dei titoli e documenti del candidato (per il concorso di storia moderna all'Accademia scientif. let-
ter. di Milano)”, in Archivio Volpe, Carte varie, bozze e appunti. 2. “Scritti vari” (1920 luglio 17 – 1963
novembre 2), cc. 73, cfr. L'Archivio di Gioacchino Volpe cit., p. 91. Di tre pagine su foglio singolo ripie-
gato in due parti, si è riportato il curriculum volpiano il più fedelmente possibile, con qualche dubbio
mantenendone la forma a stampato maiuscolo, e anche replicando alcuni errori del dattiloscritto (tra cui
un delizioso “La Terza”), alcuni corretti a penna, che potrebbero fare pensare ad una malacopia o, forse e
più semplicemente, a una scarsissima confidenza del giovane Volpe con la macchina da scrivere che lo
aveva fatto desistere dal tentarne una ristesura.
DI PROSSIMA PUBBLICA[ZIONE]a NELL'ARCH. GIURIDICO DEL
PROF. SERAFINI: LE GIURISDIZIONI ECCLESIASTICHE IN
TOSCANA NEI SEC. XI-III
[pagina 2] IN PREPARAZIONE PER LA COLLEZIONE DI OPERE
STORICHE E LETTERARIE DIRETTA DA B. CROCE: ORIGINI E
PRIMO SVOLGIMENTO DEI COMUNI NELL'ITALIA LONGOBARDA,
SU CUI VEDI LE CIT. QUESTIONI FONDAMENTALI SULL'ORIGINE
ecc.

IL CANDIDATO INVIA INOLTRE ALCUNE RECENSIONI, LE SOLE


DI CUI ABBIA CONSERVATO GLI ESTRATTI, SU LIBRI DI
Io – B. DAMI (GIOVANNI RICCI de' MEDICI, SEEBER 1900)
2o – K. NEUMEYER (DIE GEMEINRECHTLICHE ENTWICKELUNG
DES INTERNAZ. PRIVAT. UND STRAFRECHTS BIS BARTOLUS
(MUNCHEN, 1902)b
3o – HANAUER (DIE BERUFSPODESTAT (WIEN, 1902)
4o – HARTMANN (IL TRAMONTO DEL MONDO ANTICO, (ROUX,
1904)
5o – P. FICKER (L'ITALIA E GLI ITALIANI (1903)c
6o – B. KING (L'ITALIA D'OGGI, LA TERZA, 1904)
7o – L. NICOLETTI (STORIA DI PERGOLA (PERGOLA 1904)
8o – B. AMANTE (STORIA DI FONDI 1902)
L'A richiama l'attenzione specialmente sulla recensione 3a

DOCUMENTI: Io – DIPL. DI ABILITAZIONE DELLA SCUOLA


NORM. SUPER. DI PISA 1899; 2o – DIPL. DI PERFEZIONAM. A
FIRENZE (1901); 3o – DIPL. DI LIBERA DOCENZA (1903)
ALTRI DOCUMENTI DI CUI IL CANDIDATO DISPONE OLTRE LA
LAUREA LA LICENZA UNIVERSITARIA SONO:

Io – RISULTATO DEL CONCORSO PER LE SCUOLE NORMALI DEL


1900 (primod SU 52 ELEGGIBILI)
2o – ASSEGNAZIONE DEL SUSSIDIO PER IL PERFEZIONAMENTO A
FIRENZE 1901
3o – ASSEGNAZIONE DELLA BORSA MINISTERIALE PER IL
PERFEZIONAMENTO ALL'ESTERO

a
“Pubblica” nel testo.
b
Alcune correzioni a penna sul titolo a correggere l'ortografia tedesca. “Internaz.” per “Internationalen”.
c
Recte Paul D. Fischer, L'Italia e gli italiani. Considerazioni e studi sulle condizioni politiche, economi-
che e sociali d'Italia, prima traduzione italiana sulla seconda edizione tedesca di Tullo Del Vecchio, Fi-
renze, B. Seeber, 1904 (Berlin, J. Springer, 19012).
d
“primo” sovrascritto a penna.
4o – INCARICO DELLE CONFERENZE DI STORIA MODERNA PEL
MAGISTERO A PISA (1903-4,[pagina 3] 1904-5)
5o – INCARICO DELLA SUPPLENZA DI STORIA MODERNA
ALL'UNIVERSITÀ A PISAe (1904-5)
6o – CORSO LIBERO DI STORIA MODERNA TENUTO A FIRENZE
(1904-5)

L'ATTESTATO DI FREQUENZA ALL'UNIVERSITÀ DI BERLINO


NEI DUE SEMESTRI 1902-3 TROVASI PRESSO IL MINISTERO DELLA
PUBBLICA ISTRUZIONE.

23 settembre 1905
G. VOLPE

e
“a Pisa” sovrascritto a penna.
2.2. Breysig; deutsche Kraft, Leidenschaft und Kult-u-r. Una
cartolina del 1907 da Dresda al Professor Gioachino Volpe*

Aus - Herman [Schmitz]a, Dresden, Strehlenstr. 14III


An - Signor Professor Gioachino Volpe, Sant Arcangelo, Italien [agosto 1907]

Breysig; deutsche Kraft, Leidenschaft und Kult-u-rb.


Lieber Volpe, vielen Dank für die Karten. Heiße Grüße Baldiges
Wiedersehen
Ihr Armando Giuseppe hab den Mantel geholt und den Hut c
Italienische: Schwaeche:
sind die Wuerste, die Stākend.
Der brave deutsche Ritter sieht seinem Feinde grade ins Gesicht, aber der
Italienere

Cartolina di Hermann Schmitz a Gioacchino Volpe [agosto 1907]


Breysig; forza, passione e cultura tedesche (culto tedesco).
Caro Volpe, grazie tante per le cartolinef. Calorosi saluti. Arrivederci a presto.
Il suo Armando Giuseppe ha preso su cappotto e cappellog.
Debolezza: italiana: sono le salsicce, la forza.
Il prode cavaliere tedesco guarda il nemico dritto in faccia, ma l'italiano…
*
In Archivio Volpe, Carte varie, bozze, appunti (1905 – Ante 1967), 2, «Scritti vari» (1920 luglio 17 -
1963 novembre 2). La cartolina non è nei fascicoli epistolari, ma isolata in mezzo a materiali di lavoro,
probabilmente lì posta al momento della riedizione del 1961 di Medio Evo italiano (cfr. nota seguente,
con lo specifico richiamo alla “forza tedesca”). Per la trascrizione e la traduzione ringrazio, indispensabile
il loro aiuto, mia sola la responsabilità dell'errore, Vittorio e Guido.
a
Senza un evidente risparmio scrittorio, la seconda n di Hermann è contratta con linea sovrascritta alla
prima. «E poi Berlino, Otto Gierke, Heinrich Brunner e Schmoller e Breysig, tutti o quasi tutti fortemente
tedeschi, glorificatori del Deutschtum, sempre volti a distinguere, nel vasto miscuglio seguito alle invasio-
ni, germanesimo e latinità, ed esaltare quello a spese di questa, e vedere nel germanesimo tutto il meglio,
e considerare langobardischen Stammes i nostri uomini di più energico tratto, un Dante Alighieri o un ...
Giuseppe Garibaldi. Nel che i professori non erano soli: ché il mio giovane amico Hermann Schmidt, stu-
dioso di storia dell’arte (caro Schmidt, mio coetaneo, che cosa fai? sei vivo, sei morto?), bevendo birra
con me o passeggiando con me per il Tiergarten o aggirandosi con me per le oscure selve dell’isola di Rü-
gen nel Baltico, seminata di avanzi della primitiva vita germanica, mi ricantava i motivi della ‘‘forza tede-
sca’’, della profondità o intimità dello spirito tedesco, della superiorità dei Germani sui Latini e dei Tede -
schi sugli altri popoli; e una donnetta che prestava servizio nella mia pensione, venuta a Berlino dalla
Prussia orientale, se la prendeva con gli Italiani e con me, perché noi uccidevamo e mangiavamo unsere
Vogel, i nostri uccelli tedeschi, quando in autunno migrano verso i paesi del sole e in primavera risalgono
verso il Nord. Ragione per cui, io, pur simpatizzando per Germani e Tedeschi, e molte loro cose ammiran-
do, e compiacendomi con me stesso di quei due semestri passati a Berlino; io, un bel giorno, prima di tor-
nare in Italia, presi la penna e scrissi quella lettera, lettera non articolo, ché io ero allora lontano da ogni
attività giornalistica al Direttore del “Corriere della Sera”, di cui è fatto cenno qui sopra nella prefazione
del 1922 [nota redazionale: Fischiatori che non riflettono, “Cor. Sera”, 23 agosto 1903, prima pagina,
prima colonna, sui fischi socialisti allo Zar ospite del re d'Italia a Milano e sulla probabile necessità di
averlo alleato in futuro, con ovvio richiamo all'irredentismo italiano e alla conflittualità austrorussa per i
balcani, ma anche alla maggior pericolosità di una Germania che guardasse all’Adriatico]. Tornato poi
io in Italia, buttai giù quel saggio su Bizantinismo e Rinascenza che traeva qualche ispirazione da queste
cose viste, udite, lette in Germania», nella prefazione alla seconda edizione (1961) di Volpe, Medio Evo
italiano, Roma-Bari, Laterza, 1992, pp. 11-12, e quindi, con l'aggiunta “caro Schmidt ecc.”, Id., Storici e
Maestri, Firenze, Sansoni, 1967, p. 229; e per una visita a Milano dell'amico tedesco, cfr. lettera di Volpe
a Violante del 26 febbraio 1970, ora in C. Violante, Gioacchino Volpe medievista, a cura di N. D'Acunto e
M. Tagliabue, in appendice Carteggio Volpe-Violante, a cura di Gian Maria Varanini, Brescia, Morcellia-
na, 2017, pp. 85-86. E tuttavia, per suggestione sveviana e dopo alcune ricerche negli opac tedeschi e alla
Library of Congress, riguardando con più attenzione il nome manoscritto del mittente che termina eviden-
temente con una zeta, e dopo aver filtrato alcune omonimie (alcuni coetanei tra cui l'industriale della I.G.
Farben, altri troppo giovani, con qualche errore di attribuzione anche nei cataloghi bibliotecari; e pure il
Paul Ferdinand Schmidt ritratto da Dix nel 1921), credo che il cognome dell'amico di Volpe non sia scrit-
to come Schmidt, bensì nella variante Schmitz, per cui potrebbe essere Hermann Schmitz (1882-1946), di
6 anni più giovane – il che coinciderebbe con “giovane “ e “coetaneo”, poi storico dell'arte ben conosciu -
to e con la sua più che onesta produzione bibliografica, con qualche ristampa recente e, allora, con qual-
che relazione con la Heimatschutzbewegung, il movimento nazionalista già romantico e prussiano che,
passando anche per Dresda con la Deutsche Heimatbund (1904, oggi BHU - Bund Heimat und Umwelt),
sarà destinato a ben integrarsi nella Blut-und Boden Architektur e nel nazismo (e proprio in questo movi-
mento era esplicitamente tematizzato, nell'identità tra nazione cultura e natura, il suddetto interesse per gli
uccelli migratori...; questione dell'eventuale ebraicità del cognome a parte, dunque). Per i rapporti tra que-
sto Schmitz, come possibile interlocutore di Volpe, e la Heimatschutzbewegung, che avrebbe fortemente
influenzato la ricostruzione nella Pomerania del primo dopoguerra, cfr. M. Lissok ed., Aspekte der Rezep-
tion preussischer Landbaukunst in der ersten Hälfte des 20. Jahrhunderts, Frankfurt am Main-Bern-New
York, Lang, 1997; per qualche riferimento bibliografico: H. Schmitz, Die Mittelalterliche Malerei in Soe-
st. Zur Geschichte des Naturgefühls in der Deutschen Kunst, Münster 1906, <https://archive.org/details/
diemittelalterli00schm>, anch'esso impreziosito con qualche disegno dell'autore; Id., Soest, mit 114 abbil-
dungen, Leipzig 1908; Id., Münster, mit 144 abbildungen, Leipzig 1911; Id., Niederdeutschland, in Die
deutsche Malerei vom Ausgehenden Mittelalter bis zum Ende der Renaissance, 2.2,. Berlin 1922; Id.,
Oberdeutschland im 15. und 16. Jahrh., in Die deutsche Malerei cit., 3, Postdam 1924, scritto in collabo-
razione con Ignaz Beth, e con i 2 tomi precedenti dell'opera (3 volumi, 4 tomi, Akademische Verlagsge -
sellschaft Athenaion, 1917-1924) di quest'ultimo e di Fritz Burger, entrambi morti durante la Grande
Guerra, il secondo già nel 1916 a Verdun; Schmitz, Bildteppiche, Berlin 1919; Id., Hans Baldung gen.
Grien, Bielefeld-Leipzig, 1922; Id., Kunst und Kultur des 18. Jahrhunderts in Deutschland, München
1922; Id., Das Möbelwerk, die Möbelformen vom Altertum bis zur Mitte des neunzehnten Jahrhunderts,
Stuttgart-Berlin, 1923-25, in più volumi, con la collaborazione di Otto von Falke, e con traduzioni in spa-
gnolo e in inglese; Id., Preußische Königsschlösser, München 1926; Id., Der schöne Wohnraum, mit einer
Einführung in die Geschichte des Wohnraums der letzten zwei Jahrhunderte, Hannover 1928; Id., Revolu-
tion der Gesinnung! Preussische Kulturpolitik und Volksgemeinschaft seit dem 9. November 1918, Neube-
belsberg 1931; Id., Baumeisterzeichnungen des 17. und 18. Jahrhunderts in der Staatlichen Kunstbiblio-
thek, Staatliche Museum zu Berlin, Berlin [1937]; Id., Die Kunst der Völker und der völkische Gedanke.
Vortrag in der Staatlichen Kunstbibliothek am 27. Oktober 1938, “Forschungen und Fortschritte”, 15
(1939), s. 43-44; Katalog der Onamentstichsammlung der Staatlichen Kunstbibliotek Berlin, Staatliche
Museum zu Berlin, Vorw. H. Schmitz, Berlin/Leipzig 1939. Infine: “Schmitz' Biographie zeigt sehr deu-
tlich, wie reibungslos die Integration eines von der Weimarer Kunstpolitik Enttäuschten in die NS-Kunst-
politik erfolgte”, e come caso rappresentativo quindi della migrazione intellettuale tra le file naziste dei
delusi di Weimar, in T. Saalmann, Kunstpolitik der Berliner Museen 1919-1959, Berlin 2014, p. 194.
b
Gioco di parole tra Kultur e Kult. La frase fa da didascalia al disegno di un baffuto tedesco che mostra i
suoi robusti bicipiti nel sollevare un boccale di birra da 3 litri (!) e un vassoio di salsicce fumanti. Accan-
to, un elmetto militare.
c
Tra il “giro di valzer” del gennaio 1902 di Bülow per l'accordo francoitaliano, e nel rafforzamento della
“fedeltà nibelungica” dall'aprile del 1906 del dopo Algeciras, con Guglielmo II non particolarmente con-
tento né di dover lasciare il Marocco alla Francia né dell'atteggiamento italiano, credo che Schmitz stia ri-
ferendosi a Francesco Giuseppe o a Francesco Ferdinando – o magari, censurandosi, proprio al suo Kaiser
Guglielmo – nonché all'avviato rapporto Italo-Russo pur sempre in attesa della visita dello Zar in Italia, a
questi o a altri più minuti precedenti non favorevoli alla Triplice. O forse la battuta di Schmitz omaggia
semplicemente una conosciuta aspettativa irredentistica dell'amico italiano (il 1907 è l'anno de “l'Irreden-
ta era vinta” del governatore Hohenlohe, cfr. A. Tamaro, L'irredentismo, in Enciclopedia Italiana, Roma
1933), o la sua rivendicazione italiana tout court, anche se lo stereotipo della Dolchstoß, pur a contraltare
del tedesco/salsiccia, non doveva essere carinissimo neppure nell'anteguerra, prima della battente propa-
ganda nazista antisemita, con cosa a parte il fatto che l'ottimo Sigfrido è vittima di lancia, alle spalle ma
pur sempre arma onorevole, e non di ignobile pugnale; come a parte il fatto che János Libényi è unghere-
se; che Orsini preferiva il fulminato di mercurio e Bresci, il 29 luglio almeno, la pistola. E che Tosca, di
cui la prima tedesca al Semperoper di Dresda al 21 ottobre 1902, ad accoltellar Scarpia fa più che bene.
Di un Armando (che si arma?) Giuseppe, comunque, tra le teste coronate non c'è traccia e, se non è battu-
ta che mi sfugge completamente, si potrebbe pure leggere per "Fernando", anche se come grafia proprio
non torna e come errore sembra davvero una stranezza.
d
La frase fa da didascalia al disegno di un gruppo di facce tutte con la loro fortificante salsiccia in bocca.
Le lineette sovrascritte dovrebbero essere una forma grafica dell'Umlaut di Wüerste e Stäken, anche se
inutile al suono nel primo caso (Würste, Wuerste) e se, poco prima, non è stata usata né per für né per
Grüße. Per il secondo termine, la variazione lessicale di Stärken con Stäken., “l'irrobustirsi”, potrebbe es-
sere un ulteriore gioco di parole tra “forza” e “pezzi/stecche/pertiche”, nell'uso gergale, forse dresdese, di
salsicce (tipo un nostro “le spilungone”), così come gergale è grade in luogo di gerade, o, al limite, tra
“forza” e una assonanza con stechen/infilzare del disegno sottostante. L'uso della abbreviazione latina,
cosa che era certo nelle quotidiane abitudini di scrittura e di studio dei due interlocutori, e con Schmitz
che sa che Volpe è storico medievale, così come mostra la forma contratta di Hermann come mittente, po-
trebbe far pensare che Wuerste con la linea allungata sopra la seconda, terza e quarta lettera sia una battu-
ta un poco blasfema (uer, verum, verbum?) ma in diretta connessione con il Kult di poco prima (u-r), e
con il richiamo a una cristologica e salvifica salsiccia, mentre la troncatura della r (ā per ar, die Staken
pertiche/"stecche"/salsicce, die Stärken la forza/le forti/che rafforzano, con una leggera piegatura semanti-
ca rispetto all'iniziale Kraft) sarebbe allora funzionale sia al gioco di parole di cui sopra sia a richiamarvi
l'attenzione. D'altronde Schmitz è storico dell'arte, e a Dresda non mancavano certo le belle edizioni squa -
drate di «Ver Sacrum»; e qui ver andrebbe alla primavera. Mi permetto tuttavia di supporre, insieme con
la certa confidenza tra i due interlocutori, un certo qual gusto enigmistico che doveva esser stato tra loro
ben esercitato (con sempre ben aperta l'altra possibilità, infine più concreta con il moltiplicarsi dei riferi -
menti possibili: che il fraintendimento, grosso e preterintenzionale, sia tutto del sottoscritto).
e
La frase fa da didascalia al disegno di un cavaliere con la spada sguainata, e con l'aquila tedesca mono -
cefala sulla pettorina, che viene pugnalato alle spalle da un italiano.
f
Escluderei “carte” nel senso di documentazione, pur non mancando certo occasione a uno studioso di
storia dell'arte come Schmitz di chiedere qualche favore ad un amico italiano; nel qual caso, tuttavia, nelle
note delle sue opere consultabili su <https://archive.org>, di cui alla nota a, non c'è evidenza; e nulla, ap -
punto, lo fa pensare, se non un eccesso di scrupolo.
g
Direi nel senso di "ha fatto fagotto".

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