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PROPOSTE PER LA DISCUSSIONE DEI CASI DI STUDIO PROPOSTI

(Massimiliano Domenico Piciocchi)

Giovanni:
BES temporaneo, perché tutto sembra legato alla situazione di crisi familiare che l’alunno sta
attraversando: la sfiducia nei confronti del prossimo sembra essere legata alla fiducia tradita in ambito
familiare e alla demolizione delle certezze circa l’unione genitoriale e la solidità familiare.
Per quanto riguarda l’utilizzo del cellulare, essendo vietato dal regolamento di istituto, si può
provvedere a far rispettare la norma, con l’attenzione a non intervenire direttamente ed
esclusivamente sul ragazzo, quanto sull’intero gruppo classe (laddove necessario si può studiare una
strategia da concordare in sede di consiglio di classe).
Intervento a due livelli: supporto psicologico (a scuola, all’ASL di competenza oppure privato se la
famiglia ha la possibilità) per sostenere il ragazzo nell’adattamento alla nuova situazione familiare;
puntare all’integrazione con un sistema di tutoraggio (tutoring peer to peer, coppie di lavoro)
utilizzando un compagno come supporto nello studio; ritengo opportuno lavorare nell’ambito di
relazioni orizzontali proprio perché, nella specifica situazione, il ragazzo tenderebbe ad essere
maggiormente sfiduciato verso le figure di riferimento adulte, ovvero il corpo docenti. Bisognerebbe,
inoltre, indurre la famiglia a mantenere un minimo di dialogo tra loro e con la scuola nell’interesse
del minore.

Luca:
È un caso di cyberbullismo, quindi andrebbe informato e coinvolto il preside (provvedimento
cautelativo nei confronti di terzi che potrebbero essere danneggiati). Si può provare un approccio
dialogante con il ragazzo, magari valorizzando un esame di confidenza che può essersi legato con
qualche docente, sempre sotto la supervisione degli assistenti sociali e di figure competenti (es.
consulente psicologico della casa famiglia) che possono interagire meglio con il ragazzo,
conoscendone la storia. Se nella scuola sono attive attività di studio assistito pomeridiane, si potrebbe
pensare anche a un rafforzamento sul piano didattico.

Matteo:
Mantenere l’atteggiamento dialogante da parte di questa docente, che potrebbe costituire per il
ragazzo il solo riferimento normativo (il ragazzo è a rischio di seria dispersione scolastica, anche
perché il valore dell’istruzione non è stato trasmesso al ragazzo dalle figure genitoriali). Si può
pensare a un percorso di studi personalizzato e, per incentivare l’aspetto motivazionale, magari
inserire nella programmazione scolastica attività progettuali e laboratoriali di ambito affine agli
interessi del ragazzo (es. laboratorio di panificazione, ricostruzione della filiera del pane, ecc. in cui
il ragazzo potrebbe sentirsi maggiormente invogliato e coinvolto anche affidandogli qualche
responsabilità).
Al contempo converrebbe insistere nel dialogo con la famiglia illustrando i rischi della situazione
scolastica attuale dell’alunno.

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