SILVIO VIGLIATURO

mixing
glass
a cura di Anselmo Villata
SILVIO VIGLIATURO MIXING GLASS

CASA MARTINI
Piazza Luigi Rossi 2, Pessione (TO)

DAL 11 SETTEMBRE AL 20 OTTOBRE | FROM SEPTEMBER, 11 TO OCTOBER, 20 2019

A CURA DI CURATED BY UFFICIO STAMPA PRESS OFFICE

ANSELMO VILLATA INAC
ANDREA RODI Con il patrocinio di
TESTI DI TEXTS BY
MARCO BUDANO TRADUZIONI TRANSLATION
SARA CARTOLANO VALENTINA CIARELLI – BARCELLONA
ANDREA CENNI
ARIANNA CICERO FOTOGRAFIE PHOTOS
FRANCESCA COMMONE ARCHIVIO INAC
VALENTINA DI TULLIO ARCHIVIO SILVIO VIGLIATURO
ANGELO MISTRANGELO
ANDREA RODI UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A
SANTO SARDO A SPECIAL THANKS TO Partner
ANNA SCUDELLARI MATTEO BELLENGHI
FRANCESCA TIRABASSI MARTINA MUSSO
ANSELMO VILLATA ANNA SCUDELLARI
NICOLA STOIA
IDEAZIONE E PROGETTO ZUCCA GRAFICA
CONCEIPT AND PROJECT
ARIANNA CICERO
FRANCESCA COMMONE
VALENTINA DI TULLIO
SANTO SARDO
FRANCESCA TIRABASSI

COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO
ORGANIZATION
ISTITUTO NAZIONALE D’ARTE Media Partner
CONTEMPORANEA
MUSEO MARTINI
OESUM DIGITAL EXHIBITION ©2019 VERSO L’ARTE S.R.L. ROMA
VERSO L’ARTE ISBN 978-88-98280-38-4

Sponsor
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 Ci è particolarmente gradito ospitare a Casa Martini la mostra Mixing Glass: il Museo Martini
di Storia dell’Enologia sembra essere l’ambiente più naturale per accogliere le opere d’arte
del maestro Silvio Vigliaturo.
Situato nelle antiche cantine Martini & Rossi, in cui il fondatore Luigi Rossi fabbricava il ver-
mouth già negli anni Sessanta dell’Ottocento, il museo racconta la storia millenaria che lega
l’uomo alla produzione e al consumo del vino: il nettare degli dei, il simbolo più vivo della
convivialità e del piacere di stare insieme.
La pregevole collezione, costituita da oltre 600 pezzi in mostra, comprende al suo interno
alcuni rari vetri di epoca romana: coppe, bicchieri, ampolle, databili intorno al I secolo dC.
Proprio in quel periodo, il vetro soffiato conobbe una notevole diffusione andando man mano
a sostituire i materiali precedentemente in uso, come la terracotta. Il vetro infatti è dotato di
un’importante proprietà: non altera il gusto del liquido che vi è contenuto e allo stesso tempo
ne garantisce lo sviluppo aromatico.
Con la caduta dell’Impero Romano decadde anche l’uso del vetro, che rifiorì in Occidente
verso l’anno Mille con le prime vetrerie veneziane. Non mancano nel Museo Martini di Storia
dell’Enologia le testimonianze di tali manifatture, accanto a quelle boeme, francesi e dell’area
tedesca: dal Rinascimento all’Ottocento in una carrellata multicolore di raffinati oggetti per il
servizio e la degustazione del vino.
Una ricca esposizione di bicchieri ne illustra l’occasione d’uso e la diversa funzione, in base
alla forma e alla capienza. L’iconica “coppa martini”, ad esempio, destinata ad accompagnare
uno dei cocktail più famosi della storia, si eleva sul suo fine stelo ergendosi a simbolo di ele-
ganza e distinzione.
Per chi lavora nel mondo del bartending, i bicchieri sono elemento imprescindibile del “per-
fect serve”, che trova la sua completezza in un insieme bilanciato tra ritualità dei gesti, com-
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petenze tecniche e creatività nella preparazione del drink. Il “mixing glass” è il bicchiere usato
per la preparazione dei cocktail: un contenitore in cui gli ingredienti, miscelati con sapienza,
danno vita a ricette classiche o di tendenza. A tal proposito, ci piace pensare che il mixing
glass per eccellenza - il gallone - tragga le sue origini proprio dagli antichi oinochòai, che fan-
no bella mostra di sé nella sezione archeologica del museo. La bottiglia di vetro, per quanto
di antica concezione, fu impiegata per la conservazione del vino solo dalla fine del 1600: ecco
allora in esposizione le testimonianze di questa nuova modalità d’uso, dai fiaschi impagliati,
alle bottiglie tipo albeisa, bordolese o sciampagnotta… fino ad arrivare alle bottiglie figurate
per i liquori speciali, diffuse tra fine Ottocento e primi del Novecento, dalle forme curiose
di volti celebri, monumenti cittadini e animali esotici. Per Bacardi-Martini, oggi la bottiglia
deve avere due caratteristiche principali: essere unica e riconoscibile, ma anche sostenibile.
Riducendo il peso del vetro, si può infatti ridurre il consumo di energia: la riprogettazione
del packaging è parte di un ampio raggio di iniziative di sostenibilità per l’azienda. Nel corso
degli ultimi dieci anni l’impegno per la tutela dell’ambiente ha favorito una riduzione delle
emissioni di gas serra, dei rifiuti solidi e del consumo di acqua all’interno degli stabilimenti
Bacardi-Martini di tutto il mondo. Il vetro, dal passato al presente, è un materiale importante
nella storia del vino e degli aperitivi: per questo siamo lieti di celebrarlo con una mostra che
ne esalta la bellezza e la preziosità attraverso la forma espressiva più alta, quella artistica.
Marco Budano
MARTINI Brand Homes Manager
Anna Scudellari
Responsabile Archivio Storico MARTINI
 We are particularly pleased to host the exhibition Mixing Glass at Casa Martini: the Martini
Museum of Winemaking History seems to be the most natural environment to host the art-
works of the master Silvio Vigliaturo.
Located in the former premises of the old Martini & Rossi cellars, where the founder, Luigi
Rossi, made vermouth as early as the 1860s, the museum tells the millenary history that links
man to wine production and consumption: the Nectar of the Gods, the more vivid symbol of
conviviality and of the pleasure of being together.
The valuable collection, made up of over 600 pieces on display, includes some rare glass
artefacts dating from the Roman times, namely: goblets, glasses, cruets, dating from around
the first century AD. Just at that time, blown glass became widely used, gradually replacing
the previously used materials, such as terracotta. Actually, glass has a very important property:
it doesn’t alter the taste of the liquid contained in it and while ensuring at the same time its
aromatic development.
With the fall of the Roman Empire, the use of glass decayed as well, until it flourished again
in the West around the year 1000 thanks to the activity of the first Venetian glassworks. At the
Martini Museum of Winemaking History, you will also find vestiges of these factories, along-
side the Bohemian, French and German ones: from the Renaissance to the 19th century, a
multi-coloured collection of refined objects for serving and tasting wine.
A rich display of glasses illustrates the occasions linked to their use as well as their different
functions, based on their specific shape and capacity. The iconic “Martini goblet”, for exam-
ple, intended to accompany one of the most famous cocktails in history, rises on its fine stem,
standing as a symbol of elegance and distinction.
For those working in the bar-tending world, glasses are an essential element of the “Perfect
Serve”, which finds its completeness in a balanced combination of rituality of gestures, tech-
nical skills and creativity in the preparation of drinks. The “mixing glass” is the glass used for
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preparing cocktails: a container in which all ingredients, duly mixed, give birth to classic or
trendy recipes. In this regard, we like to think that the mixing glass par excellence - the gallon
– originates from the ancient oenochoes that are proudly displayed in the museum’s archae-
ological section.
The glass bottle, despite having been conceived in ancient times, was in fact used for the
purpose of wine conservation only starting from the end of the 17th century: so here you
are the vestiges of this new intended use - on display in the museum’s rooms -, ranging from
straw-covered flasks to Alba, Bordeaux or Champagne bottle types... up to the figured bottles
for special liqueurs, widespread between the end of the late 19th century and the beginning
of the 20th century, characterised by the curious shapes of famous faces, city monuments and
exotic animals. For Bacardi-Martini, today the bottle must comply with the two following main
characteristics: to be unique and recognisable, but also sustainable. By reducing the weight
of the glass, energy consumption can indeed be reduced: the packaging redesign is part of a
wide range of sustainability initiatives implemented by the company. Over the last ten years,
the commitment to protecting the environment has favoured a reduction in greenhouse gas
emissions, solid waste and water consumption within Bacardi-Martini plants around the world.
Glass, from the past to the present, has been an important material in the history of wine and
aperitifs: this is why we are so deeply pleased to celebrate it with an exhibition that enhances
its beauty and preciousness through the highest of all expressive forms: the artistic one.
Marco Budano
MARTINI Brand Homes Manager
Anna Scudellari
Manager of MARTINI historical archives
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 L’idea della mostra Mixing Glass è nata tra i banchi della 24ORE Business School nel corso
della 13° edizione del Master full time “Economia e Management dell’arte e dei beni cultu-
rali”. Durante i mesi di lezione i partecipanti al Master si sono cimentati, suddivisi in gruppi,
nella realizzazione di un project work su “L’organizzazione di una mostra” finalizzato a fornire
le competenze per ideare, progettare, comunicare e realizzare un evento artistico-culturale.
Il concept artistico della mostra Mixing Glass ha tratto ispirazione dalle opere realizzate dal
Maestro del vetro Silvio Vigliaturo. Tra le linee guida fornite dal Dott. Anselmo Villata - docente
coordinatore del project work - figurava anche l’attuazione di un piano di fundraising al fine di
individuare possibili sponsor dell’evento. L’idea progettuale ha incontrato l’interesse di Casa
Martini divenendone main sponsor.
Per tradurre il concept iniziale in progetto i partecipanti al Master hanno coinvolto diversi
attori che sento di dover ringraziare per essersi adoperati per consentire, a vario titolo, la
realizzazione dell’evento. Un particolare ringraziamento deve essere rivolto allo staff di Casa
Martini per tutto il supporto prestato, al Maestro del vetro Silvio Vigliaturo per le opere gene-
rosamente donate ed al Dott. Anselmo Villata per aver coordinato e supervisionato ogni fase
progettuale con pazienza e professionalità.
L’auspicio è che quest’esperienza professionale travalichi i limiti del tempo rimanendo scolpi-
ta nella mente e nel cuore di ogni studente poiché, come affermato da Vasilij Kandinskij “l’arte
oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla e indica il contenuto del futuro”.
Sara Cartolano
Training Manager Sole 24 Ore Business School
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The idea of the exhibition Mixing Glass was born among the desks of the 24 ORE Business
School during the 13th edition of the full-time Master’s Course in “Economics and Art and Cul-
tural Heritage Management”. During the months of lectures, the participants in the Master’s
course, divided into groups, took part in the realisation of a project work on “The organisation
of an exhibition”, aimed at providing them with the required skills to design, plan, communi-
cate and put in place an artistic-cultural event.
The artistic concept of the exhibition Mixing Glass draw its inspiration from the works created
by the Glass Master Silvio Vigliaturo. The guidelines provided by Mr. Anselmo Villata, MA in his
capacity as lecturer and coordinator of the project work also included the implementation of
a fund-raising plan with the purpose of identifying possible sponsors of the event. The project
idea met the interest of Casa Martini, which has become its main sponsor.
In order to turn the initial concept into a concrete project, the participants in the Master’s
Course involved several players that I feel I should thank for having exerted themselves to
allow, in several respects and each in his specific capacity, the realisation of this event. We
wish to express our special thanks to the Casa Martini staff for all the support provided, to the
Glass Master Silvio Vigliaturo for the works he has so generously donated, and to Mr. Anselmo
Villata for his commitment in coordinating and supervising each project phase with patience
and professionalism.
Finally, we hope that this professional experience will go beyond time limits, so that it remains
imprinted in the mind and heart of every student, because, as stated by Wassily Kandinsky,
“art goes beyond the limits in which time would like to compress it, and indicates the content
of the future”.
Sara Cartolano
Training Manager Sole 24 Ore Business School
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 Il progetto di realizzazione della mostra “Mixing Glass”, è stato sviluppato in prima battuta
all’interno del XIII Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Sole
24Ore Business School.
La sfida lanciata dai docenti prevedeva la progettazione di una mostra che potesse dare spa-
zio a, e celebrare il, Maestro Silvio Vigliaturo e, con esso, tutta la sua produzione artistica.
Il Team di progettazione ha inizialmente lavorato al concept partendo dalla biografia del Ma-
estro, lasciandosi ispirare tanto dalle opere che egli crea, quanto dalle tematiche da esse
proposte.
Trasferitosi dalla Calabria alla provincia di Torino, Silvio Vigliaturo ha iniziato la sua lunga car-
riera seguendo le orme della maggiore tradizione artistica italiana: studiando e, lavorando a
bottega, ma soprattutto imparando le antiche tecniche della lavorazione del vetro.
Interessato, quindi, fin da ragazzo alla lavorazione di un materiale così complesso e raffinato,
ha nel corso degli anni allargato il suo interesse anche alla creazione di opere in vari materiali:
pittura su tela, vetro, acciaio, terracotta, arazzi ed opere su carta.
Per questa mostra, tuttavia, si è deciso di presentarne al pubblico i più recenti esempi: pre-
gevoli opere in vetro, ottenute grazie ad una particolare tecnica di lavorazione, attraverso la
quale Vigliaturo riesce, letteralmente, a fondere insieme antico e moderno.
Concentrandosi fin dall’inizio sulla valorizzazione dell’elemento biografico, il Team ha imme-
diatamente identificato la Casa Martini di Pessione di Chieri come sede preferenziale della
mostra, avendo trovato numerosi punti di connessione tra i valori che Casa Martini – ed il
brand Martini più in generale – rappresentano e le tematiche ricorrenti nella produzione del
Maestro.
Caso fortuito ha voluto, infatti, che egli vivesse proprio a breve distanza dalla location, la quale
spicca, anch’essa, per il meraviglioso esempio di fusione tra tradizione e modernità che, osia-
mo dirlo, in maniera più ampia diventa elemento rappresentativo dell’Italia nel mondo.
Prima e storica sede del marchio Martini, l’edificio rappresenta la nascita di un brand che va-
lorizza la tradizione, ma che allo stesso tempo si impegna in un continuo rinnovamento dei
prodotti proposti; una sede che unisce la storica villa alle coraggiose forme dell’architettura
moderna, trovando crescita nella diversità e nell’apertura al nuovo. Così il Maestro.
Egli fa uso, infatti, di una tecnica millenaria, imparata nel più tradizionale dei modi e tuttavia
non teme il confronto con la modernità, anzi, la affronta a piene mani, riuscendo così a creare
opere dai colori, forme e tematiche indiscutibilmente attuali, quando non addirittura premo-
nitrici di un futuro non troppo lontano.
La concretizzazione di questa mostra supera le nostre più rosee aspettative. Il Team ha, infatti,
trovato grande supporto da parte del corpo docenti della Business School e della coordina-
trice del master, l’avvocatessa Cartolano, e un orecchio, attento alle proposte innovative, nello
staff di Casa Martini.
Cogliamo, quindi, questa occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato e
seguito in questa entusiasmante avventura, riservando uno speciale ringraziamento a Silvio
Vigliaturo, che ha creduto nelle nostre potenzialità e ad Anselmo Villata, presidente dell’Isti-
tuto Nazionale d’Arte Contemporanea e docente che ha coordinato lo sviluppo del progetto
in aula durante il Master.
Si ringraziano, inoltre, i dottori Gabriele Frasca, Ilaria Milzi e Maria Elena Massarelli, per il
fondamentale contributo apportato durante la alla prima fase progettuale.
Il Team di progettazione Arianna Cicero, Francesca Commone,
Valentina Di Tullio, Santo Sardo, Francesca Tirabassi
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The project for the realisation of the exhibition “Mixing Glass” was first developed in the
framework of the XIII Master in Economics and Art and Cultural Heritage Management
promoted by the Sole 24 Ore Business School.
The challenge launched by the academic staff involved the design of an exhibition
that could give space to and celebrate the Master Silvio Vigliaturo along with all his
artistic production.The design Team initially worked on the concept, starting from
the Master’s biography, letting themselves be inspired both by the works he cre-
ates and by the themes these propose.
Having moved from Calabria to the province of Turin, Silvio Vigliaturo started his
long career following in the footsteps of the greatest Italian artistic tradition: study-
ing and, working in a workshop, but above all learning the ancient techniques of
glass processing. Being, therefore, interested since he was a boy he has been in the
processing of such a complex and refined material, over the years he continued un-
ceasingly to expand his interest also to the creation of works of various materials,
namely: painting on canvas, glass, steel, terracotta, tapestries, as well as works on
paper. For this exhibition, however, it was decided to present to the public its most
recent examples: valuable glass works, obtained thanks to a particular processing
technique, through which Vigliaturo manages – literally – to blend together ancient
and modern. Focusing from the beginning on the enhancement of the biographical
element, the Team immediately identified Casa Martini in Pessione di Chieri as the prefer-
ential venue for the exhibition, having found numerous points of connection between the
values that Casa Martini - and the Martini brand in general - represent and the recurring
themes in the Master’s production.
Actually, by pure chance he happed to have his home just a short distance from the lo-
cation, which also stands out as a marvellous example of fusion between tradition and
modernity, which, we dare to say, becomes - more broadly speaking - a representative
element of Italy in the world.
The first and historic headquarters of the Martini brand, the building represents the
birth of a brand that values tradition while committing at the same time to a con-
tinuous renewal of the proposed products; a venue that unites the historic villa
with the courageous forms of modern architecture, finding growth in diversity and
openness to the new. This also applies to the Master. Actually, he makes use of a
millenary technique, learned in the most traditional way, and yet he does not fear
confrontation with modernity. Quite on the contrary, he faces it unsparingly, which
enables him to succeed in creating works whose colours, shapes and themes are indis-
putably topical, when not even foreshadowing of a not too distant future.
The realisation of this exhibition has gone far beyond our most optimistic expectations.
The Team was actually able to find great support from the academic staff of the Business
School and from the master coordinator, Mrs. Cartolano, ML, and an ear attentive to inno-
vative proposals in the Casa Martini staff.
We are therefore taking this opportunity to thank all those who have been supporting and
following us in this exciting adventure, reserving a special thanks to Silvio Vigliaturo, who
believed in our potential, and to Anselmo Villata, President of the National Art Institute
Contemporary and lecturer, who coordinated the development of the project in the lec-
ture hall during the Master programme.
Our thanks also go to Gabriele Frasca, Ilaria Milzi and Maria Elena Massarelli for the
key contribution they lavished during the first planning stage.
The Design Team Arianna Cicero, Francesca Commone,
Valentina Di Tullio, Santo Sardo, Francesca Tirabassi
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 MIXING GLASS, UNA MESCOLANZA PERFETTA
 
Semplici coincidenze? Non credo.
Un po’ perché le coincidenze non sono affatto una cosa semplice e un po’ perché qui gli in-
gredienti ci sono tutti: il prestigio di un grande quotidiano e la sua Businness Scholl, un artista
del vetro di fama ormai internazionale e uno dei Brand più affascinanti del mondo come Mar-
tini e proprio nel luogo dove tutto nacque.
 
Un mix perfetto, o una mescolanza perfetta, oppure un cocktail perfetto, se davvero crediamo
alle coincidenze.
 
Questa mostra nasce con tutti gli ingredienti al loro posto, ideali per rappresentare al meglio
la capacità del fare e del saper fare, tipica di questa terra,  vanto millenario dell’italianità nel
mondo.
D’altronde l’idea era bella per non dire ghiotta, e le connessioni tra Martini e Vigliaturo pres-
soché infinite, dalla fusione tra tradizione e modernità alla più immediata capacità di immagi-
nare le creature in vetro di Vigliaturo  all’interno del  Museo della Martini.
Qui  le mille forme di calici e bottiglie, vere, ritratte in foto iconiche e in grafiche raffinate ed
eleganti di  grandi artisti del 900, sono di per se un percorso storico ed artistico.
 
Ma non bastano gli ingredienti a fare un buon “mix”, occorre essere bravi.
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Data l’amicizia che mi lega a lui, non sarò io a dirlo qui: “Vigliaturo è bravo.. .è un artista genia-
le con un istinto sontuoso e glorioso per lo splendore del colore, colore che ama e sa trattare
con sapienza e soprattutto con grazia...- e ancora - ...in mezzo a tanti artisti intellettualizzanti
lui produce con facilità arte luminosa e felice...”
Lo scrive Antonio Paolucci uno dei più apprezzati  direttori dei Musei Vaticani, e mi toglie così
dagli impicci.
 
Che dire della location in cui la Mostra è allestita? Uno dei luoghi più densi di fascino che la
nostra terra sappia proporre, da vedere assolutamente, ancora più oggi che il suo Genius Loci
è ampiamente riconoscibile grazie al lavoro di recupero ed allestimento fatto dagli uomini
Martini.
“Nel mondo moderno il Geniu Loci è quella qualità, quello spirito, indefinibile ma ben chiaro
che contraddistingue un luogo... È un insieme di condizioni, tradizioni, culture, abilità che si
tramandano di padre in figlio e che ne costituiscono l’identità, anche quando si diffondono
nel mondo” (Umberto Santucci).
Ecco qui gli ingredienti ci sono davvero tutti, e Mixing Glass è una mescolanza eccellente, non
vi è null’altro da dire se non godersi un momento di arte, di bellezza, di civiltà.
Tutto voluto, pensato, realizzato. Nessuna coincidenza.
Andrea Cenni
Direttore Editoriale Torino Magazine
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 MIXING GLASS, A PERFECT MIXTURE
Simple coincidence? I don’t think so…
 
Partly because coincidences are not at all a simple thing, partly because here the ingredients
are all there: the prestige of a great newspaper and its Business School, a glassmaking artist
of international renown, and one of the world’s most fascinating brands like Martini, and right
in the very place where it all started.
 
A perfect mixture, or a perfect blending, or even a perfect cocktail, if we really believe in co-
incidences.
 
This exhibition was therefore born with all the ingredients in their right place, ideally com-
bined to represent in the best possible way the ability to do and know-how typical of this land,
a millenary pride of Italian identity worldwide.
 
On the other hand, the idea was beautiful, not to say greedy, and the almost infinite connec-
tions between Martini and Vigliaturo, from the fusion between tradition and modernity to the
more immediate ability to imagine Vigliaturo’s glass creations on display inside the Martini
Museum.
Here, the thousand shapes of goblets and bottles, whether real or portrayed in iconic photos
and refined and elegant graphics by great 12th-century artists, offer in themselves a historical
and artistic path.
 
However, the ingredients are not enough to make a good “mix”: you also need to be skilful.
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Given the friendship that binds me to him, it’s not I who is going say here that “Vigliaturo is
agood... a brilliant artist with a sumptuous and glorious instinct for the splendour of colours,
colours he loves and knows how to treat with wisdom and - above all - with grace... – nor am
I going to tell you myself that - ...among many intellectualising artists, he produces with the
utmost ease luminous and happy art... “
 
This is what Antonio Paolucci writes, one of the most appreciated directors of the Vatican Mu-
seums, helping me out of this fix.
 
What about the location where the show has been set up? Well, suffice it to say here that it’s
one of the most charming places that our land may offer, definitely a true must-see, all the
more so since today its Genius Loci is widely recognisable thanks to the renovation and set-
ting up work of carried out by the Martini staff.
“In the modern world, the Genius Loci is the quality, the spirit, (indefinable yet very clear) that
distinguishes a place... It is a set of conditions, traditions, cultures, and skills that are handed
down from father to son and that constitute its identity, even when they spread far across the
world” (Umberto Santucci).
 
Here the ingredients are really all there, and Mixing Glass is an excellent blend; there’s noth-
ing else to be said but enjoy a moment of art, beauty, and civilisation.
Everything was planned, thought, and realised. There’s no place for coincidence.
Andrea Cenni
Editorial Director of Torino Magazine
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 «Cenai con un piccolo pezzo di focaccia «I had dinner with a piece of flat bread
ma bevvi avidamente un’anfora di vino; yet drank greedily a whole amphora of wine;
ora l’amata cetra tocco con dolcezza and am now singing my love to my sweetheart
e canto amore alla mia tenera fanciulla» playin’ gently my beloved lyre»

Anacreonte Anacreonte

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 SILVIO VIGLIATURO
DI LUCE E SEGNO
«Cenai con un piccolo pezzo di focaccia
ma bevvi avidamente un’anfora di vino;
ora l’amata cetra tocco con dolcezza
e canto amore alla mia tenera fanciulla»
Anacreonte
E un’anfora di vino, un fascio di luce che taglia lo studio, una scansione di colori vivacissimi,
trasformano il vetro in scultura, in dialogo con il tempo, in sogno cristallizzato in rarefatte at-
mosfere.
Il percorso creativo di Silvio Vigliaturo ha attraversato spazi e silenzi, luoghi e purissime emo-
zioni per consegnare e consegnarci il fascino di una materia che si fa immagine, figura, volto.
Una materia che appartiene alla storia dell’umanità, alla magia delle tessere musive, al conti-
nuo alternarsi di frammenti che esprimono pensieri, riflessioni e interiorizzate cadenze di una
cultura visiva che si colloca tra le pagine di un personalissimo diario, composto da fantastiche
e misteriose suggestioni di una realtà reinterpretata e rivissuta.
Il vetro è, quindi, l’assoluto artefice di un cammino all’interno delle stagioni, di una visione in
continua evoluzione tra gioco e rigore compositivo, traduzione e trascrizione di antichi mes-
saggi, di una contemporaneità sottilmente descritta e ridefinita con una incisiva scrittura.
In questo contesto, lo studio dell’artista diviene uno spazio altro, diverso dalla più scontata
quotidianità, appartato e ludico, misterioso e produttivo, dove le sculture in vetro e i dipinti
alle pareti creano un universo di sensazioni, di luci, di colori che si accendono all’alba per
spegnersi in notti percorse da incommensurabili silenzi. E lo studio è, in ogni caso, luogo di
analisi e ripiegamento,di progettualità e di esaltanti intuizioni.
Vigliaturo affida, perciò, alle sue opere l’interpretazione di un’arte che, di volta in volta, assu-
me le cadenze di un segno capace di fissare uno sguardo, un profilo, un corpo che evoca il
dinamismo dei futuristi o un’immagine che può ricollegarsi, in estrema sintesi, alle esperienze
artistiche della prima metà del Novecento. Una ricerca, perciò, che è il risultato di un’attenta
lettura della realtà circostante, di una sperimentazione mai sconfitta dal trascorrere del tempo
e di una geometrica rappresentazione figurale.
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Da «Maternità oggi» a «Babele», da «Amanti» a «Jazz», si avverte il senso di un itinerario in cui
il vetro è il momento focale di una narrazione che affonda le sue radici nella cultura moderna,
pur mantenendo determinanti riferimenti con l’arte classica, il reperto, la musica.
E soprattutto la tessitura del colore, il linguaggio misurato, il controllato processo espressivo,
concorrono a delineare una prospettiva compositiva in cui, ha scritto Vittorio Sgarbi, «La quali-
tà di queste immagini - maschere, occhi, forme tutt’altro che informi- si esalta in una riconosci-
bilità che devia dai canoni abituali di lettura, evocando una preziosità alla quale la lucentezza
delle trasparenze vetrose e dei colori netti conferisce il sapore ludico dell’imprevisto».
E sono linee intense e robuste che racchiudono volti e mani, arlecchini e angeli, in una di-
mensione che a tratti richiama il cloisonnisme di Rouault o le vetrate delle chiese gotiche,
che rispecchia il clima di un’immaginazione sempre e comunque al servizio di una forma che
occupa, animandolo, lo spazio.
Le colate dei rossi, dei verdi e azzurri, dei neri profondi e dei gialli acidi, stabiliscono un im-
mediato rapporto con l’ambiente, mentre la scultura diviene documento e testimonianza di
un dire indissolubilmente legato a una poetica che unisce letteratura e frase musicale, linea
e modellato, in una sorta di incessante rapporto con la vita, con i colori delle note, con le
impercettibili frequenze delle parole, sino all’imperscrutabile affiorare dei ricordi: «Volevo
raccogliere un papavero di carta/dai campi della Normandia/ i coquelicots di Monet/ in mio
ricordo/ e ricordo un mazzo di boccioli/ sciolti in rima/ un mazzo di ali/ sciolte nel tempo»
(Lawrence Ferlinghetti).
E la luce, il vetro, le immagini ci riconducono ai percorsi di un’esistenza che è misura dell’es-
sere e divenire.
Angelo Mistrangelo
Riferimenti
Anacreonte, «L’amata cetra», in «Lirici Greci», tradotti da Salvatore Quasimodo, Arnoldo Mondadori Edi-
tore, 1965.
L. Ferlinghetti, «Trasformazioni parigine», in «Poesie», Questi sono i miei fiumi, Antologia personale
1955/1993, a cura di Massimo Bacigalupo, Newton Poesia, 1996.
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 SILVIO VIGLIATURO
DI LUCE E SEGNO / OF LIGHT AND SIGN
«I had dinner with a piece of flat bread
yet drank greedily a whole amphora of wine;
and am now singing my love to my sweetheart
playin’ gently my beloved lyre»
Anacreon
Here is an amphora of wine, a beam of light that cuts through the studio, a scan of extremely
bright colours transforming glass into sculpture, into dialogue with time, into dream crystallised
in rarefied atmospheres.
Silvio Vigliaturo’s creative path has crossed spaces and silences, places and purest emotions,
to deliver – to us too - the charm of a material that is transformed taking the shape of an image,
a figure, or a face.
This material belongs to the history of humanity, to the magic of mosaic tesserae, to the
continuous alternation of fragments that express thoughts, reflections and internalised
cadences of a visual culture that takes its place between the pages of a very personal diary,
composed of fantastic and mysterious suggestions of a reinterpreted and relived reality.
Glass is therefore the absolute creator of a journey through seasons, of an ever-evolving vision
between play and compositional rigour, translation and transcription of ancient messages, of
a contemporary topicality subtly described and redefined with an incisive writing.
In this framework, the artist’s studio becomes another space, other than the more obvious
everyday life, secluded and playful, mysterious and productive, where glass sculptures and
wall paintings create a universe of sensations, lights, and colours that light up at dawn to
extinguish themselves in nights crossed by immeasurable silences. Ultimately, the studio is, in
any case, a place for analysis and withdrawal, planning skills and of exciting intuitions.
Vigliaturo entrusts, therefore, to his works the interpretation of an art that, from time to time,
takes on the cadences of a sign that is capable of fixing a look, a profile, or a body evoking
the dynamism of the futurists or an image, which can be traced back, in a nutshell, to the
artistic experiences of the first half of the 20th century. A research, thus, that is the result of a
26
careful reading of the surrounding reality, of an experimentation activity never defeated by
the passing of time and of a geometric figurative representation.
From «Maternità oggi» («Maternity Today») to «Babele» («Babel»), «Amanti» («Lovers») and
«Jazz», We can kind of sense an itinerary in which glass is the focal point of a narration that has
its roots in modern culture, while maintaining decisive references with classical art, findings
from the past, and music.
But, above all, the weaving of colours, the measured language, the controlled expressive
process, all contribute to outline a compositional perspective in which, as Vittorio Sgarbi
wrote, «The quality of these images - masks, eyes, shapes that are anything but shapeless
– is enhanced in a recognisability that deviates from the usual canons of reading, evoking a
preciousness to which the brightness of the glassy transparencies and of the sharp colours
conveys the playful taste of the unexpected».
There are intense and robust lines enclosing faces and hands, harlequins and angels, in a
dimension that at times recalls the Rouault’s cloisonnisme or the stained glass windows of
Gothic churches, which reflects the climate of an imagination that is constantly and completely
at the service of a form that occupies - animating it - the space.
The flows of reds, greens and blues, as well as of deep blacks and acid yellows, establish
an immediate relationship with the surrounding environment, while sculpture becomes a
document and testimony of a saying indissolubly linked to a poetic that combines literature
and musical phrase, line and shaping, in a sort of incessant relationship with life, the colours
of notes, the imperceptible frequencies of words, up to the inscrutable surfacing of memories
«I meant to pick a paper poppy/from the fields of Normandy/ the coquelicots of Monet/ in
my memory/ and memory a mix of blooms/ unpicked in rime/ a mix of wings/ untied in time»
(Lawrence Ferlinghetti).
And light, glass, and images lead us back to the paths of an existence that is at the same time
a measure of being and becoming.
Angelo Mistrangelo
References
Anacreon, «L’amata cetra», in «Lirici Greci» [«The Beloved Lyre», in «Greek Lyric Poets»], translated by
Salvatore Quasimodo, Arnoldo Mondadori Editore, 1965.
L. Ferlinghetti, «Trasformazioni parigine», in «Poesie», Questi sono i miei fiumi, Antologia personale
1955/1993 [«Parisian Transformations», in “Poems”, These are my Rivers, Personal anthology
1955/1993], edited by Massimo Bacigalupo, Newton Poesia, 1996.
27
 MATERIA, TECNICA E COLORE:
LA STORIA E IL PRESENTE IN SILVIO VIGLIATURO
Nel suo percorso formativo e di ricerca Silvio Vigliaturo ha sviluppato un sistema di valori
artistici che si sono consolidati negli anni divenendo allo stesso tempo la base e il punto di
approdo di un’intensa attività produttiva.
Ciò che oggi è, ovvero il Maestro del vetro riconosciuto a livello internazionale, non è un per-
corso casuale e i tasselli di questo mosaico sono imprescindibilmente legati tra loro.
L’arte è un mezzo espressivo che si presta quale strumento ideale di numerose finalità, soprat-
tutto grazie alle evoluzioni avvenute in epoca contemporanea, ma in certi casi essa recupera
il suo più antico e ludico aspetto: quello legato al piacere della fruizione, alla ricerca della
bellezza, allo studio cromatico e plastico rivolto all’appagamento visivo, all’estetica intesa nel-
la sua più positiva accezione. Recuperando una visione che ci giunge dall’Arte Classica che,
pur didascalica, era soprattutto decorativa, Silvio Vigliaturo rielabora un modus operandi e un
concetto antico che attualizza la sua arte, che fa ritornare la scultura a ciò che era un tempo:
forma, tecnica e colore. Certo, la nostra mente, oggi, non associa le figure di epoca romana
ai cromatismi, ma al candore del marmo o alla profondità dell’ossido bronzeo, però l’antichità
classica era colore, vivacità e pienezza estetica: aspetti che il nostro protagonista elabora in
chiave contemporanea andando oltre i classici materiali e plasmando le sue opere attraverso
il vetro. Il colore è per lui fondamentale ed è utilizzato quasi pittoricamente: i pigmenti, prepa-
rati personalmente dall’artista, condividono gioiosamente e armonicamente lo spazio visivo
generando un piacere inconscio che si associa alla razionale piacevolezza delle composizioni
siano esse di piccole dimensioni che grandi o monumentali.
La materia è fondamentale e se da un lato la tecnica specifica per la sua lavorazione è padro-
neggiata con grande sicurezza e salda esperienza, dall’altro è altamente funzionale alle fina-
lità che il lavoro di Vigliaturo si pone: le trasparenze unite ai cromatismi danno vita a riflessi e
movimenti che proiettano le sculture oltre la semplice tridimensionalità plastica; l’ambiente è
28
inondato dalla presenza dell’opera che riverbera il proprio volume nello spazio grazie all’alle-
anza preziosa tra masse e colori che il vetro riesce a proiettare intorno a sé. Non è un’invasio-
ne dello spazio, ma la creazione di una più ampia area di coinvolgimento a caratterizzare que-
sto esaltante processo che in modo discreto, ma vigoroso accoglie e accompagna il fruitore
creando sensazioni intense ed esperienziali. L’ambiente rivive e si connota come una sorta di
scenografia, di spazio pittorico in cui lo stesso fruitore entra fisicamente.
La storia e la tradizione acquisite ed elaborate caratterizzano il lavoro di Silvio Vigliaturo an-
che per ciò che riguarda la concreta realizzazione delle sue opere: le sculture create in vetro
si basano su tecniche antiche, acquisite in anni di lavoro in fucina carpendo gli insegnamenti
del Mastro vetraio che “ha scelto” quel giovane di bottega per mostrargli, non insegnargli, i
segreti di una professione tanto antica quanto di rilievo. Il lavoro è concretezza ed esperienza
e per questo un artigiano di valore, un Maestro, non può teorizzare eccessivamente, ma con-
sente a chi investe del ruolo di suo “successore” di osservarlo in tutte le fasi, dalle più semplici
alle più delicate e arcane così da renderlo partecipe e padrone della tekné.
Così Vigliaturo fa suo un bagaglio di competenze preziose che riporta al suo contesto e gli
consente di realizzare lui stesso le opere, senza servirsi di mediatori che potrebbero svilire
la sua opera e renderla un oggetto “a quattro mani”. Punto focale: l’idea deve scaturire dal-
la mente che comanda la mano che la realizzerà. La tecnica non è finalizzata alla semplice
produzione, ma all’espressione artistica e così l’eredità del suo maestro non è strumento per
creare opere di artigianato, ma opere d’arte: una forma d’arte che spicca il volo e intraprende
il percorso dell’innovazione e della contemporaneità con la consapevolezza della tradizione
tecnica ed estetica che vengono da una storia antica e ricca che non si dimentica, anzi si valo-
rizza e onora con un contributo conscio, concreto e stimolante.
Anselmo Villata
29
 MATTER, TECHNIQUE AND COLOUR:
HISTORY AND PRESENT IN SILVIO VIGLIATURO
Throughout his training and research path, Silvio Vigliaturo gradually developed a complex
system of artistic values that underwent a further consolidation process over the years, be-
coming at the same time the base and the landing point of his intense production activity.
What he is today, namely the internationally recognised Master of Glass, is not the result of a
random path, and the pieces mat make up this mosaic are inextricably linked to each other.
Art is an expressive means that lends itself as an ideal tool for multiple purposes, especial-
ly thanks to the evolutions that have been taking place in the contemporary era, although
in some cases it recovers instead its most ancient and playful aspect: the one linked to the
pleasure of enjoyment, the search for beauty, the chromatic and plastic study aimed at vi-
sual fulfilment, and aesthetics understood in its most positive meaning. Resuming a vision
that dates back to as early as Classical Art - which, albeit didactic, was above all decorative -,
Silvio Vigliaturo remoulds an ancient modus operandi and concept that make his art topical,
causing sculpture to return to what it once was, namely: form, technique and colour. Today,
our mind does not certainly associate the figures from the Roman period with an emphasis
on colour, but with the whiteness of marble or the depth of bronze oxide. However, classical
antiquity was actually characterised by colour, vivacity and aesthetic fullness, aspects that our
protagonist elaborates in a contemporary way, going beyond the classic materials and shap-
ing his works through glass. Colour plays a key role for him, and is used almost pictorially: the
pigments, personally prepared by the artist, joyfully and harmoniously share the visual space,
generating an unconscious pleasure that is associated with the rational pleasantness of the
compositions, whether they be small or large in size or even on a monumental scale.
Matter is fundamental and, if on the one hand the specific technique for its processing is
mastered with great confidence and solid experience, on the other it is highly functional to
the aims that Vigliaturo’s work sets itself: transparencies, combined with colour effects, give
birth to reflections and movements that project the sculptures far beyond the simple plastic
three-dimensional; the environment is virtually flooded by the presence of the work, which
30
reverberates its volume in space thanks to the precious interplay between masses and colours
that glass is able to project around itself. It is not an invasion of space, but the creation of a
wider area of involvement to characterize this exciting process that discreetly but vigorously
welcomes and accompanies the viewer, creating intense and experiential sensations. The en-
vironment revives and is characterised as a sort of scenography, of pictorial space in which the
user himself enters physically.
History and tradition so acquired and subsequently reworked characterise Silvio Vigliaturo’s
work also with regard to the concrete realisation of his works: his glass sculptures are based
on ancient techniques, acquired over years of work in the forge snatching the teachings of
the glassmaking Master who “chose” that young workshop boy to show him - not to teach
him - the secrets of a profession as old as important. Work is concreteness and experience,
that is why a skilful craftsman, a true Master, cannot theorise excessively, but allows those who
invest in the role of his “successor” to observe him in all phases, from the simplest to the most
delicate and arcane, so as to make him actively involved and capable of mastering the techne.
Vigliaturo thus takes over a whole wealth of valuable skills that, having been brought back to
his context, allows him to create the works himself, without having recourse to any mediators,
who might debase his work and turn it into a “co-authored” object. The focal point is: the idea
must originate from the very mind that commands the hand expected make it. The technique
is therefore not merely aimed at production as such, but at artistic expression, so his master’s
legacy is not a tool to create handcrafted works, but real artworks: an art form that stands out
and takes the path of innovation and contemporaneity with the awareness of the technical
and aesthetic tradition that come from an ancient and rich history that is not forgotten, but is
in fact enhanced and honoured through a conscious, concrete and stimulating contribution.
Anselmo Villata
31
 L’opera non cade mai.

glass
Non si frantuma,

mixing rimane eterna.

Gioiosa o mesta,
entusiasta o molteplice,
rimanendo immutata
ai colpi del tempo,
è testimone
di un tempo immortale.

The work never falls.

It doesn’t shatter,
it remains eternal.
Joyous or rueful,
enthusiastic or manifold,
it stays untouched
by the strokes of time,
it’s the witness
of an immortal time.

Lorenzo Calogero
1910 – 1961
Melicuccà (RC)

32 33
34
35

Generale, cm 232x72
 Pitagora, cm 248x50

36
37
 Iside, cm 227x45

38 39
 Soldato della fanteria pesante dell’antica Grecia,
che dà vita ad un’ironica mescolanza
con quello che parrebbe essere il suo opposto ideale:
il Figlio dei Fiori, simbolo di spensieratezza e
alfiere del pacifismo

L’oplita, figlio dei fiori, cm 245x57

40 41
42 43
 Musica. Nella seconda metà del Novecen-
to si afferma una nuova forma culturale,
rivolta ai giovani nati nel dopoguerra, che
vuole affermare la propria indipendenza
dai valori tradizionali. Anche la musica po-
polare, per la prima volta, si indirizza espli-
citamente e direttamente alla generazione
degli adolescenti. È musica fatta da piccoli
gruppi, che si ispirano al blues ad al bebop,
ma anche al country, al folk ed alla canzo-
ne di protesta, suonata con strumenti elet-
trici ad alto volume, e che negli Stati Uniti,
in Gran Bretagna e subito dopo in tutto il
continente europeo, esprime in modo effi-
cace il desiderio di emancipazione, libertà,
pace ed eguaglianza che contrappone i
giovani alla generazione dei padri.
Ho partecipato anch’io a quella stagione,
e ne conservo un ricordo emotivamente
indelebile. Molti di quei gruppi musicali,
americani, inglesi ed italiani hanno dato
forma alle speranze, alle aspirazioni ed an-
che alle illusioni della mia generazione e di
quelle immediatamente successive. Alcuni
di quei musicisti, fra cui Hendrix o Jerry Lee
Lewis, Miles Davis o Coltrane, sono parte
notevole della storia musicale del secolo. A
tutti i musicisti, noti e meno noti, che l’han-
no scritta dedico questa mia installazione.
44
In the second half of the 20th century a
new cultural form, aimed at young people
born after the post-war period, established
itself with the purpose of asserting its in-
dependence from traditional values. Even
pop music, for the first time ever, explicitly
addressed itself to the teenage generation.
It is music made by small bands drawing
inspiration from blues and bebop, but also
from country and folk music as well as from
protest singing, played with high-volume
electric instruments, which spread in the
United States, Great Britain and soon after
in the entire European continent; it effec-
tively expressed the desire for emancipa-
tion, freedom, peace and equality that con-
trasts young people with the generation of
fathers.
I participated myself in that peculiar peri-
od, of which I keep an emotionally indelible
memory. Many of those music bands - ei-
ther American, British or Italian - gave shape
to the hopes, expectation and even illusions
of my generation and of those immediately
following it. Some of those musicians, in-
cluding Hendrix or Jerry Lee Lewis, Miles
Davis or Coltrane, are now considered as
a notable part of the musical history of the
20th century. To all the musicians, whether
well-known or less known, who wrote it, I
wish to dedicate this installation of mine.
Vibrazioni musicali, cm 232x55
Silvio Vigliaturo
45
 New sound, cm 248x71 Va, Pensiero (“Nabucco”) Giuseppe Verdi

46 47
48 49
50

Vibrazioni marine, cm 72x 105

51
 M e s colanza, capa
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virtù
etica fonda men

Equilibrio, cm 260x106
54
Equilibrista, acciaio e vestro cm 350

55
56

Robot Woman, cm 243x60

57
58
Mediterraneo, cm 275x90
La luminosità dei colori del Mediterraneo
si manifesta nel fico d’india,

pianta simbolo di un’area geografica

della quale non è originaria,
dei popoli
terreno ideale per
prosperare, metafora di
una riuscita mescolanza
ma che ha trovato in essa il

59
60 61
 Babele, scultura vetro e oro, cm 306x52

62 63
64 65
66 67
Maternità, cm 224x40

Babele, cm 230x38
La Maternità, riconduce la Babele degli
uomini alle sue origini
d’amore, nella fusione
tra madre e figlio

68 69
70 Love, cm 230x20
 Le Amazzoni
rappresentano
uno dei più grandi
risultati della
modernità, la sua
mescolanza più
riuscita: la donna
che, in seguito a
una lotta costante,
è stata capace di
cancellare quelle
differenze che la
separavano
dall’uomo e che
le erano state
imposte da secoli
di società
maschiliste.
72 73
74

Amazzone, cm 230x20
75
Angeli & Diavoli, scultura vetro e oro, cm 81x25
78 79
 Angeli & Diavoli, scultura vetro e argento, cm 72x22

80 81
 SOS, salviamo il Pianeta, trittico olio su cartoncino cm 105x222

82 83
 GEA, Salviamo il Pianeta, trittico olio su tela cm 150x300

84 85
Pinocchio, olio su tela cm 150x150

86 87
 Attenti al lupo, olio su tela cm 200x140

88 89
 I cercatori d’oro

90 91
 Fulcro della mostra è il tema della Mescolanza – forse il più significativo e ricorsivo elemento
della poetica di Silvio Vigliaturo negli ultimi dieci anni di attività – affrontato, in prima battuta,
a livello tecnico; instancabile sperimentatore, l’artista crea le sue maestose sculture dando
vita a una ricca commistione di tecniche e materiali: vetro, acciaio, oro e argento si fondono
in una soluzione unica e immediatamente riconoscibile, che trasfigura l’elevata abilità arti-
gianale in un suggestivo procedimento alchemico. I grandi forni della bottega di Vigliaturo,
situata di fronte al maestoso Duomo gotico di Chieri, in cui avviene la magia della fusione del
vetro, trovano la loro perfetta metafora nel Mixing Glass – che dà il titolo alla mostra –, il bic-
chiere usato per la preparazione dei cocktail: un contenitore in cui gli ingredienti, miscelati
con sapienza, danno vita a ricette classiche o nuove sperimentazioni.
La Mescolanza viene successivamente trasformata in una vera e propria categoria filosofica
attraverso la quale approcciarsi in maniera critica e consapevole alla realtà in cui viviamo.
Ognuna delle sale tematiche in cui è suddiviso il percorso della mostra trova nella Mescolan-
za il suo fondamento teorico.
Il percorso si apre con l’imponente figura del Generale, rappresentazione quintessenziale
dei guerrieri dei racconti epici di Omero e di una tradizione mitologica e storica che trova in
Pericle il suo simbolo più alto: pur nel clima di guerra in cui Pericle pronunciò le parole del
suo celebre Epitafio – la Guerra del Peloponneso era nelle fasi iniziali –, lo statista non manca
di sottolineare che ad Atene non avvengono espulsioni di stranieri, perché è grazie ad essi,
e alle mescolanze culturali a cui danno vita, che la città dell’Attica si è trasformata nel centro
intellettuale e commerciale della Grecia.
La sinuosa dea Iside, raffigurata attraverso un flessuoso monolito di vetro, trova il suo con-
traltare nella complessità compositiva e cromatica del matematico Pitagora, dando vita a una
fusione tra il fascino immediato e spontaneo della fede e l’infaticabile ed essenziale raziona-
lità scientifica.
Un’altra imponente figura marziale ellenica si staglia di fronte ai visitatori: è l’Oplita, soldato
della fanteria pesante dell’antica Grecia, che, nelle mani di Vigliaturo, dà vita ad un’ironica
mescolanza con quello che parrebbe essere il suo opposto ideale: il Figlio dei Fiori, simbolo
di spensieratezza e alfiere del pacifismo.
La musica è da sempre una delle grandi passioni dell’artista, che incessantemente lavora alla
creazione di un’orchestra di vetro, dando vita a una serie di musicisti (Vibrazioni Musicali)
che diventano tutt’uno con il loro strumento, sprigionando la sensazione di fluida libertà di
una composizione jazz, che si materializza nell’opera astratta Vibrazioni Marine, e trova nella
personificazione dell’Equilibrio la chiave del suo ideale armonico.
La luminosità dei colori del Mediterraneo si manifesta nel fico d’india, la pianta simbolo di
un’area geografica della quale non è originaria, ma che ha trovato in essa il terreno ideale
per prosperare, metafora di una riuscita mescolanza dei popoli, a cui funge da contrappunto
l’altissima Torre di Babele, in cui, l’inserimento della foglia d’oro nei globi di vetro simboleg-
gia la tracotanza di un’umanità globalizzata mossa da uno smodato desiderio di conquista,
indifferente alla conseguenze delle sue azioni.
92
La Maternità, tema estremamente caro all’artista, riconduce la Babele degli uomini alle sue
origini d’amore, nella fusione tra madre e figlio.
Torna la figura del musicista, simbolo dell’umanità alla ricerca dell’armonia perfetta, dell’e-
quilibrio e della sanità, catturato dall’estasi della creatività, alla ricerca di un suono nuovo
(New Sound), perfetto per veicolare il proprio messaggio.
Le Amazzoni rappresentano uno dei più grandi risultati della modernità, la sua mescolanza
più riuscita: la donna che, in seguito a una lotta costante, è stata capace di cancellare quelle
differenze che la separavano dall’uomo e che le erano state imposte da secoli di società
maschiliste.
I due luminosi busti intitolati Angeli & Diavoli, oltre a essere la riproduzione allegorica del
conflitto tra demoni e angeli, tra bene e male, rappresentano uno degli esiti tecnici più alti
della produzione dell’artista: i maestri vetrai di tutti i tempi si sono spinti a cimentarsi nel diffi-
cile compito di inserire Oro e Argento all’interno della materia del vetro – difficile proprio per
la naturale incompatibilità tra il vetro, che deriva dalla terra, e le sostanze metalliche. Gli An-
geli & Diavoli, tra le più caratteristiche creazioni di Silvio Vigliaturo, nascono da un pensiero
sempre teso a una curiosa sperimentazione contemporanea, in cui riecheggiano affascinanti
accenti alchemici.
La conclusione naturale di questo percorso guidato dalla categoria della Mescolanza si trova
in una scultura monumentale in acciaio e vetro, posta al centro della piazzetta ottocentesca,
che rappresenta l’Equilibrio; l’esito perfetto di qualsiasi genere di Mescolanza. L’equilibrio,
per l’artista, è la capacità funambolica di camminare con delicatezza sul sottile filo del “giusto
mezzo”, la virtù etica fondamentale teorizzata da Aristotele.
Le creazioni di Vigliaturo sono un affascinante contrappunto all’importante collezione di oltre
600 reperti, tra cui alcuni rari vetri di epoca romana, custoditi dal museo, fino a interagire
attivamente con essa, come nel caso dell’installazione in situ Cercatori d’oro: un esercito di
piccoli e variopinti Pinocchio di vetro alla ricerca di pepite d’oro nella vasca di uno dei grandi
torchi di pietra del museo.
Le venti opere che compongono la mostra sono fortemente rappresentative della produzio-
ne più recente dell’artista, giunta al culmine della raffinatezza tecnica dando vita a creazioni
sinuose e fluide, che sfruttano la trasparenza naturale del vetro per accendere le intese cro-
mie mediterranee che caratterizzano la tavolozza dell’artista. Le imponenti sculture sono gli
affascinanti personaggi di una narrazione appassionata che popola l’universo di un osserva-
tore attento della società in cui viviamo, capace di richiamare mitologie e archetipi antichi,
mantenendone accesa la potenza comunicativa e facendoli rivivere nella luminosità contem-
poranea del vetro.
Andrea Rodi
93
 The focus of the exhibition is the theme of Mixture, which has perhaps been the most signif-
icant and recurring element of Silvio Vigliaturo’s poetics over the last ten years of his activity
and which he tackles, in the first instance, on a technical level. As a tireless experimenter, the
artist creates his majestic sculptures giving birth to a rich mix of techniques and materials:
glass, steel, gold and silver merge all together into a unique and immediately recognisable
solution, which transforms the master’s high craftsmanship through a suggestive alchemical
process. The large ovens of Vigliaturo’s workshop - located just in front of the majestic Gothic
Cathedral of Chieri -, where the magic of glass fusion takes place, find their perfect metaphor
in the Mixing Glass – from which the exhibition draws its title -, i.e. the glass used for preparing
cocktails: a container in which the ingredients, skilfully mixed, give birth to classic recipes or
new experiments.
Mixture is subsequently transformed into a real philosophical category through which we can
approach critically and consciously the reality where we live. Each of the thematic rooms into
which the exhibition is divided, finds in Mixture its theoretical foundation.
The path opens with the imposing figure of the General, a quintessential representation of the
warriors mentioned in Homer’s epic tales and reminiscent of a mythological and historical tra-
dition that has its highest symbol in Pericles: despite the climate of war in which Pericles spoke
the words of his famous Epitaph - the Peloponnesian War was then at its early stages -, the
statesman did not fail to point out that no expulsions of foreigners were put in place in Athens,
precisely because it was thanks to the presence of latter and to the resulting cultural mixtures
that the city of Attica had turned into the intellectual and commercial centre of Greece.
The sinuous goddess Isis, depicted through a supple glass monolith, finds its counterpart in
the compositional and chromatic complexity of the mathematician Pythagoras, giving birth
to a fusion between the immediate and spontaneous fascination of faith and the tireless and
essential rationality of science.
Another imposing Hellenic martial figure stands out in front of the visitors: it is the Hoplite,
a soldier of the heavy infantry of ancient Greece, who, in Vigliaturo’s hands, gives birth to an
ironic mixture with what might seem to be his opposite ideal: the Flower Child, a symbol of
light-heartedness and a standard bearer of pacifism.
Music has always been one of the artist’s great passions, so much so that he has been inces-
santly working on the creation of a glass orchestra, giving life to a series of musicians (Musical
Vibrations) that become one with their instrument, conveying the sensation of fluid freedom
of a jazz composition, which eventually materialises in the abstract work Marine Vibrations,
and finds in the personification of Equilibrium the key to its harmonic ideal.
The brightness of the colours in Mediterranean is manifested in the prickly pear, a plant that
symbolises a geographical area that it is not native of, although it found in it the ideal ground
where to prosper: a metaphor for a successful mixture of peoples, as opposed to the very
high Tower of Babel – that acts as a counterpoint to it -, in which the insertion of a gold leaf into
the glass globes symbolises the arrogance of a globalised humanity moved by an excessive
desire for conquest, indifferent to the consequences of its own actions.
94
Maternity, a theme highly cherished by the artist, leads the Babel of men back to its origins of
love, in a fusion between mother and child.
Here we find again the figure of the musician, a symbol of humanity in search of perfect har-
mony, balance and health, captured by the ecstasy of creativity, caught in the act of searching
a new sound (New Sound), perfect for conveying his message.
The Amazons represent one of the greatest achievements of modernity, its most successful
mixture: the woman who, following a constant struggle, was able to erase the differences
that separated her from man and which had been imposed for centuries by male-dominated
societies.
The two luminous busts entitled Angels & Devils, besides being an allegorical reproduction
of the conflict between demons and angels, between good and evil, represent one of the
highest technical achievemtns of the artist’s production: the glassmaking masters of all time
ventured to try their hand at the difficult task of inserting Gold and Silver into glass material
– which is hard to achieve precisely because of the natural incompatibility existing between
glass - which comes from the earth - and metal-derived substances. Angels & Devils, one of
Silvio Vigliaturo’s most characteristic creations, are born from a thought constantly aimed at a
curious contemporary experimentation reminiscent of fascinating alchemical accents.
The natural conclusion of this path guided by the leitmotiv of Mixture is to be found in a monu-
mental steel and glass sculpture, placed in the centre of the nineteenth-century square, which
represents Equilibrium; the perfect outcome of any kind of Mixture. For the artist, equilibrium
is the acrobatic ability to walk gently on the thin thread of the “right balance”, the fundamental
ethical virtue theorised by Aristotle.
Vigliaturo’s creations are a fascinating counterpoint to the important collection of over 600
artefacts, including some rare Roman glass objects, housed in the museum, until actively inter-
acting with it, as is the case for the in situ installation entitled Gold Diggers: an army of small
colourful glass Pinocchios in search of gold nuggets placed right in the tank of one of the
museum’s large stone presses.
The twenty works that make up the exhibition are strongly representative of the artist’s most
recent production, which reached the height of technical refinement by giving birth to sinu-
ous and fluid creations that exploit the natural transparency of glass to light up the intense
Mediterranean colours shades that characterise the artist’s palette. These imposing sculptures
depict the fascinating characters of a passionate narration that populates the universe of an
attentive observer of the society we live in, capable of recalling ancient mythologies and ar-
chetypes and keeping their communicative power alive by making them live again in the
contemporary brightness of glass.
Andrea Rodi
95
Mixing glass, installazione

96 97
 Tutto, nell’arte di Silvio Vigliaturo (Acri, 1949, vive e lavora a Chieri, Torino), artista e maestro
del vetro di fama internazionale, trova fonte e nutrimento nel segno. In esso si trova l’origi-
ne del procedimento creativo e la matrice che lo accompagna e guida in tutti i suoi stadi e
le sue successive manifestazioni. Il segno traduce la necessità dell’artista di racchiudere le
esperienze multiformi della vita in un perimetro visibile e condivisibile che faccia da limite a
un racconto, a una parabola. Perché il disegno è, prima di tutto, una narrazione e, attraverso
il gesto lungamente addestrato da cui scaturisce il segno, Vigliaturo si trasforma in narratore.
Il racconto, imbastito dal segno nella sua forma preliminare, ma già completa dal punto di
vista narrativo, viene successivamente tradotto in pittura ed esplorato più in profondità, dan-
do vita a opere dal forte accento teatrale, vere e proprie parabole contemporanee. La plasti-
cità del segno di Vigliaturo trova nella scultura la sua naturale destinazione, sorprendendo
per le infinite possibilità di traduzione tridimensionale che emanano da esso, sostenuto dal-
la ricerca e dalla sperimentazione costanti a cui l’artista sottopone il proprio procedimento
creativo. Le sue opere scultoree, figure di una narrazione mitica senza tempo, racchiudono e
circoscrivono il vissuto con lo stesso segno caratteristico che si era prima tradotto in pittura,
legando strette, l’una all’altra, le due forme espressive. L’avvento del vetro, la sua riscoperta
a inizio degli anni Novanta, non fa che confermare l’urgenza di una comunione quotidiana
tra progettualità ed esecuzione. Vigliaturo veste i panni del maestro alchimista in grado di
trasformare la materia e domare, nei forni della sua bottega artistica di Chieri, Torino, la for-
za generatrice del fuoco, dando vita a sculture fluide, flessuose, lisce e trasparenti, in cui il
magistrale uso del colore trova la sua esaltazione massima.
Dalle prime esposizioni, datate 1977, Silvio Vigliaturo ha preso parte a numerose mostre
personali e collettive in istituzioni pubbliche e private, sia in Italia, che all’estero. Nel 2000, è
l’unico artista europeo rappresentante del movimento dello Studio Galss invitato alla Fun-
dación Centro Nacional del Vidrio, La Granja de San Ildefonso, a Segovia, Spagna. Nel 2001,
è l’unico artista visivo a rappresentare il Made in Italy al Quality and life style di Hong Kong,
Cina. Nel 2006, espone le sue opere al Hsinchu Municipal Glass-Museum di Hsinchu, Taipei,
Taiwan. Nello stesso anno è testimonial artistico dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino.
Nello stesso anno, la Calabria gli dedica un museo – il MACA (Museo Arte Contemporanea
Acri) – che ospita una collezione permanente delle sue opere intesa come una biografia
che si snoda attraverso più di duecento esemplari, tra sculture e dipinti. È artista testimonial
della Regione Calabria a Expo Shanghai 2010 e nuovamente ad Expo Milano 2015. Nel
2013, prende parte alla mostra Contemporary Glass Sculpture, all’Orlando Museum of Art
(Florida), che raccoglie i più importanti artisti del vetro e celebra i 50 anni del movimento
Studio Glass. Espone sue opere in Europa, America e Asia e nel 2016 rappresenta l’Italia
all’European Glass Festival a Wroclaw (Polonia), Capitale Europea della Cultura 2016.
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Everything, in the art of Silvio Vigliaturo (born in Acri in 1949, living and working in Chieri, Turin),
an artist and master of glassmaking of international renown, finds its source and nourishment
in the sign. In it we find the ultimate origin of the creative process and the matrix that accompa-
nies and guides it throughout its stages and its subsequent manifestations. The sign translates
the artist's need to enclose the many-sided experiences of life within a visible and shareable
perimeter that acts as a limit to a story, to a parable. In fact, drawing is first of all a narration, and
through the long-trained gesture that gives birth to the sign Vigliaturo turns into a narrator. The
story, traced out by the sign in its preliminary form, yet already complete from a narrative point
of view, is subsequently translated into painting and explored more closely, giving resulting in
artworks characterised by a strong theatrical accent, ultimately real contemporary parables. The
plasticity of Vigliaturo’s sign finds its natural destination in sculpture, surprising us for the infinite
possibilities of three-dimensional expressions it conveys, supported by the constant research and
experimentation to which the artist submits his own creative process. His sculptural works, figures
set in a timeless mythical narrative, enclose and circumscribe the past experiences with the same
characteristic sign that had previously been translated into painting, tying these two expressive
forms tightly together. The advent of glass, whose rediscovery dates back to the beginning of the
nineties, simply confirms the urgency of a daily communion between the planning stage and the
execution. Vigliaturo Vigliaturo plays the role of the master alchemist who is able to transform
matter and tame, in the furnaces of his art workshop based in Chieri, Turin, the generating force
of fire, thus giving birth to fluid, limber, smooth and transparent sculptures, in which the masterly
use of colour reaches its maximum exaltation.
From the first exhibitions - dating from 1977 - onwards, Silvio Vigliaturo has taken part in nume-
rous one-man shows as well in collective exhibitions held both in public and private institutions, in
Italy as well as abroad. In 2000, he was the only European artist representing the Studio Glass mo-
vement to be invited to the Fundación Nacional del Vidrio [National Glass Foundation], La Granja
de San Ildefonso, in Segovia, Spain. In 2001, he was the only visual artist to represent the Made in
Italy production at the event Quality and life style held in Hong Kong, China. In 2006, he exhibited
his works at the Hsinchu Municipal Glass-Museum in Hsinchu, Taipei, Taiwan. In the same year he
was appointed as the artistic testimonial of the XX Winter Olympic Games celebrated in Turin. In
the same year, the Calabria Region dedicated a museum to him - MACA (Museo Arte Contempo-
ranea Acri / Acri Contemporary Art Museum) - which houses a permanent collection of his works
intended as a biography told through a collection made up of more than two hundred pieces,
including sculptures and paintings. He was also the testimonial artist of the Calabria Region at
Expo Shanghai 2010 and again at Expo Milano 2015. In 2013, he took part in the Contemporary
Glass Sculpture exhibition held at the Orlando Museum of Art (Florida), which brought together
the most important glass artists to celebrate the 50th anniversary of the Studio Glass movement.
His works are to be found on display in Europe, America and Asia, and in 2016 he represented
Italy at the European Glass Festival in Wroclaw (Poland), as European Capital of Culture 2016.
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 Mostre selezionate
Selected exhibitions
Galleria San Vidal, Venice, Italy
Galleria Accademia, Turin, Italy
Galleria Anagma, Valencia, Spain
Galleria Montmartre, Parma, Italy
Museo Nazionale dell’Arma di Cavalleria, Pinerolo, Turin, Italy
Espace Vog, Cannes, France
Artissima, Turin, Italy
Art Multiple, Düsseldorf, Germany
ST’Art, Strasbourg, France
Galerie D’Art Contemporain Imagine, Bordeaux, France
Galleria Zinzen, Bruxelles, Belgium
Galleria Glass Ett, Stockholm, Sweden
Galerie Meringer, Saint Polten, Vienna, Austria
Arte Fiera, Bologna, Italy
Lineart, Gent, Belgium
Schola dei Tiraoro e Battioro, Venice, Italy
Palazzo delle Prigioni Nuove, Venice, Italy
La Fiad, Beirut, Lebanon
Hsinchu Int’l Glass Art Festival, Hsinchu, Taiwan
Chiesa di San Lorenzo, Aosta, Italy
Art Resources Gallery, Edina, MN, USA
Shanghai Art Fair, Shanghai, China
Kwai Fung Hih Gallery, Hong Kong, China
Galerie L’eclat du Verre du Louvre, Paris, France
Italy and Japan, Galerie Nichido, Tokyo, Japan
Art Miami, Miami, FL, USA
Palm Beach Contemporary, Palm Beach, FL, USA
Glaskunst aus Venedig, Kulturwerkstätte, Kilb, Austria
Galeria Arnau, Barcelona, Spain
The International Glass Art Festival, Waterford, Ireland
Röhsska Museum, Goteborg, Sweden
Kunst Koln Internazionale Messe, Colonia, Germany
Galerie Daudet, Toulouse, France
Art Dubai, UAE
Vespermann Gallery, Atlanta, Georgia, USA  Muzeum Karkonoskie, Jeleniej Górze, Poland
Museum Of Foreign Art, Riga, Latvia
Zantman Art Galleries, Palm Desert, CA, USA
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M. K. Ciurlionis National Art Museum, Kaunas, Lithuania
Galleria Rosenthal Studio Haus, Hamburg, Germany
Nuovo Rinascimento del vetro, Museo Piero Della Francesca, San Sepolcro, Arezzo, Italy
Singapore Art Fair, Singapore
Mirabilia Fiunt, Galleria San Ludovico, Parma, Italy
Facing 1200°, Glasskulpturen, Museum Moderner Kunst Kaernten, Klagenfurt, Austria
Islands of glass, the art of Murano glass, 1920-2005, Eretz Israel Museum, Tel Aviv, Israel
“Works, opere”, Priuli & Verlucca, Turin, Italy
Cafmeyer Gallery, Knokke, Belgium
The Gallery, Cork Street, London
Kunst En Antieksalon, Rotterdam. The Netherlands
Sculpture Biennale Kijduin 2007, Kijkduin, The Netherlands
L’Università del vetro di Altare, Museo del Vetro, Altare, Savona, Italy
Galeria Miejska Arsenal, Poznan, Poland
Victoria&Albert Museum, London, UK
Museo Nazionale Archeologico, Sibari, Cosenza, Italy
Los Angeles Art Show, Los Angeles, California, USA
Toronto Art Fair, Canada
Contemporary Istanbul
Lampes d’artistes pour Hanouca, Musèe d’art et d’histoire du Judaisme, Paris, France
Vienna Fair , Vienna, Austria
Sofa New York, New York, USA
Vindemia Gallery, Dubai, UAE
54th Venice Biennale – Italian Pavillion
Palm Beach County Convention Center, Florida
La Cavalchina, Teatro La Fenice, Venice , Italy
Museo Regionale delle Scienze Naturali, Turin, Italy
European Glass Context, Bornholm Art Museum e Grønbechs Gård, Bornholm Island,
Denmark
55th Venice Biennal, Tibet Pavillion, Chiesa di Santa Marta, Venezia, Italy
Abazia Florense Gioacchino da Fiore, San Giovanni In Fiore, Cosenza, Italy
Ring Gallery, Legnica, Poland
La via del vetro, Museo del Cristallo, Colle di Val d’Elsa, Siena, Italy
Un percorso tra antico e contemporaneo, APA/RT, Turin, Italy
Casa Martini, Museo di Storia dell’Enologia
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dedicato a mia madre e mio padre