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Si dice che in una teoria deduttiva esiste una ANTINOMIA quando in essa è possibile
dimostrare allo stesso tempo la verità e la falsità di una proposizione, in evidente
contrasto con i principi della logica.
ACHILLE E LA TARTARUGA
3. Zenone è un filosofo greco del quinto secolo a.C. Tra i paradossi più famosi di
questo pensatore c'è quello della gara di corsa tra Achille e la tartaruga:
La Tartaruga ha cento metri di vantaggio, ma Achille corre cento volte più veloce
di lei. Mentre la Tartaruga percorre un metro, Achille ne percorre cento. Quando
la tartaruga copre un centimetro, Achille corre per un metro e così via per un
numero infinito di passi. Il punto è che andando avanti in questo modo, Achille
non raggiungerà mai la Tartaruga!
Un suggerimento: non è necessariamente vero che un numero infinito di istanti
di tempo, sommati tra di loro, dia luogo a un tempo infinitamente lungo.
IL PARADOSSO DI RUSSEL
4. "Mi sembra che una categoria a volte sia, e a volte no, elemento di se stessa. La
categoria dei cucchiaini da tè, ad esempio, non è essa stessa un cucchiaino da tè;
tuttavia, la categoria degli oggetti che non sono cucchiaini da tè è una delle cose
che, appunto, non sono cucchiaini da tè... [questo] mi indusse a considerare le
categorie che non sono elementi di se stesse; esse, così mi sembrava, devono
formare una categoria. Mi chiesi se quest'ultima fosse, o meno, un elemento di se
stessa. In caso effermativo, dovrebbe possedere le proprietà che definiscono la
categoria, ossia quella di non essere un elemento di se stessa. Ma se non fosse
elemento di se stessa dovrebbe essere priva della proprietà che definisce la
categoria, e pertanto sarebbe elemento di se stessa. Come si vede, ogni alternativa
porta al suo opposto, e c'è una contraddizione."
ED IL BARBIERE DI SIVIGLIA?
5. C'è una città dove fuori della bottega di un barbiere è appeso un cartello con su
scritto: "il barbiere rade tutti e solo coloro che non si radono da soli".
Ma chi fa la barba al barbiere?
Questo paradosso fu sviluppato nel 1918 da Bertrand Russell anche se i più precisi
potrebbero obiettare che logicamente non è una vera e propria antinomia, ma una
dimostrazione per assurdo dell'inesistenza di un barbiere del genere.
Quindi la probabilità che, sapendo che dietro C non c'è la macchina, essa sia
dietro la porta A è 1/3! Mentre la probabilità che essa sia dietro B è 2/3!
7. Con questo paradosso potete sbalordire i vostri amici digiuni di calcolo delle
probabilità. Il punto è che, prese almeno 23 persone, c'è almeno 1/2 delle
probabilità che esistano tra di loro due persone nate lo stesso giorno! Infatti:
p = 1 - Pr { non esistono due persone nate lo stesso giorno } = 1 -
(365/365)*(364/365)*...* ((365-n+1)/365) = 1 - 365!/((365-n)!*(365^n))) >= 1/2 non
appena n >= 23
IL CONDANNATO A MORTE
IL PARADOSSO DELL'AVVOCATO
10. Si racconta che Protagora, antico filosofo greco, avesse insegnato legge a un
povero studente di nome Euatlo, a condizione che Euatlo lo ricompensasse non
appena vinta la sua prima causa. Dopo aver completato gli studi, Euatlo
abbandonò il proposito di praticare la professione dell'avvocatura e decise invece
di seguire la carriera politica. Protagora stanco di aspettare il pagamento, citò
l'antico allievo in giudizio per fargli mantenere la promessa. Le argomentazioni
dei due di fronte alla corte furono impeccabili.Protagora faceva questo
ragionamento: se Euatlo avesse perso la causa, allora avrebbe dovuto obbedire
alla corte e quindi pagare; se, invece, Euatlo avesse vinto, allora avrebbe vinto la
sua prima causa e avrebbe dunque dovuto onorare l'antica promessa. Le ragioni
di Euatlo non erano meno stringenti: se avesse vinto la causa, la corte avrebbe
emesso una sentenza a lui favorevole, ovvero non avrebbe dovuto pagare
Protagora; d'altra parte, se avesse perso la causa, nemmeno in questo caso
avrebbe dovuto pagare Protagora, perché ancora non avrebbe vinto la sua prima
causa
I CAMMELLI
11. Un arabo, morendo, lasciò ai i suoi tre figli 17 cammelli in eredità, e ordinò che
la metà di essi fosse data al primo, la terza parte al secondo e la nona al terzo
figlio. I figli, incapaci di eseguire le volontà del padre, si rivolsero al Cadì. Questi
venne col proprio cammello, che unì agli altri; quindi diede la metà dei 18
cammelli, cioè 9, al primo figlio; un terzo, cioè 6, al secondo; un nono, cioè due, al
terzo. Infine, ripreso il proprio cammello, se ne andò, ringraziato calorosamente
dai tre figli, ognuno dei quali aveva avuto più di quello che si aspettava.
IL PARADOSSO DEI CATALOGHI
12. C'è un tale che ha una biblioteca vastissima, migliaia e migliaia di volumi; questa
biblioteca ha solo un grave difetto: i libri non sono ordinati secondo alcun ordine
logico, e ciò crea una gran confusione. Così, un giorno, questo tale decide di fare la cosa
che aveva sempre rimandato, decide che è ora di catalogare i suoi libri.
Essendo una persona molto precisa, però, procede in questo modo: cataloga tutti i libri
più volte, a seconda di criteri diversi. Per esempio: prima li cataloga per anno di
edizione, poi li cataloga per argomento, poi li cataloga per autore, poi per lingua, ecc
ecc...'
Per fare ciò procede in questo modo: prende un registro (un catalogo appunto) e
comincia a segnare, per esempio, tutti i libri scritti prima del 1900; poi prende un altro
catalogo e vi segna tutti i libri scritti dopo il 1900; poi un altro e vi scrive tutti i libri di
storia; poi un altro, il catalogo di tutti i libri scritti in italiano; poi il catalogo di tutti i
libri scritti in inglese; poi il catalogo di tutti i manoscritti, e via dicendo.
Alla fine di questo immane lavoro (fatto a mano) si ritrova con un centinaio di
cataloghi, e d'improvviso si rende conto che anche quelli sono fisicamente dei libri,
libri che si sono aggiunti alla sua collezione e che quindi vanno catalogati. E qui nota
una cosa: alcuni cataloghi fanno parte dei libri che essi stessi catalogano, altri no.
Per esempio: il catalogo dei libri scritti in italiano è ANCH'ESSO un libro scritto in
italiano, e quindi deve essere catalogato in sé stesso, in altre parole l'ultimo libro
catalogato nel catalogo dei libri scritti in italiano è "il catalogo dei libri scritti in
italiano".
E sono tanti altri i cataloghi che rispettano questa regola; per es. il catalogo dei libri
scritti dopo il 1900 è un libro scritto dopo il 1900, e quindi si auto-cataloga; oppure il
catalogo dei manoscritti è un manoscritto, quindi si cataloga; e via dicendo.
Altri cataloghi invece non rispettano questa regola; per esempio: il catalogo dei libri di
storia NON E' un libro di storia, quindi non aggiunge sé stesso in fondo all'elenco dei
libri di storia; il catalogo dei libri scritti in inglese NON E' scritto in inglese, quindi non
si cataloga; eccetera.
A questo punto il tale si accorge che manca solo una cosa alla sua opera per poterla
ritenere completa: i due cataloghi finali: IL CATALOGO DEI CATALOGHI CHE SI
CATALOGANO e IL CATALOGO DEI CATALOGHI CHE NON SI CATALOGANO.
Prende due nuovi cataloghi ed in uno vi segna tutti i cataloghi che aggiungono sé stessi
in fondo, e nell'altro segna tutti i cataloghi che non aggiungono sé stessi in fondo.
Ed ora, per finire, deve solo decidere se questi due cataloghi finali si catalogano oppure
no.
E qui viene il bello... infatti mentre è logico che IL CATALOGO DEI CATALOGHI
CHE SI CATALOGANO si auto-cataloga, il problema sorge con l'altro, IL CATALOGO
DEI CATALOGHI CHE NON SI CATALOGANO, perché se lo scrive in fondo a sé
stesso allora diventa un catalogo che si cataloga, e quindi non deve scrivercelo essendo
quello il catalogo di quelli che non si catalogano, ma se non ce lo scrive diventa un
catalogo che non si cataloga, e allora deve scrivercelo, ma se ce lo scrive diventa un
catalogo che si cataloga, e allora deve toglierlo..... eccetera eccetera, e non se ne esce.