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4. I materiali
Maurizio Taliano
1. Calcestruzzo
Può essere prescritto in due modi:
- a miscela progettata o calcestruzzo a prestazione garantita
(c.preconfezionato)
Æ classe di resistenza (Cxx/yy)
Æ dimensione max aggregati ≤ min(s/4; interferro – 5mm; 1,3⋅copriferro)
Æ classe di consistenza (lavorabilità)
Æ classe di esposizione ambientale
Æ tipologia strutturale
- a miscela prescritta o calcestruzzo a composizione richiesta
M. Taliano
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2
1
Calcestruzzo
112mm
800
112mm 00C
600
112mm
Load [kN]
3-4-5
6-7-8 2 1
400
P 200
0
0 -1 -2 -3 -4 -5 -6
∆L / L [‰]
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3
Calcestruzzo
k η − η2
σc =
1 + (k − 2) η
dove:
ε ε c1
η= c k = 1,05 ⋅E cm ⋅
ε c1 fc
E cm,t =1,05 ⋅E cm
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4
2
Calcestruzzo
Resistenza a compressione
0,25
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5
Calcestruzzo
M. Taliano
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6
3
Calcestruzzo
⎡ f (t ) ⎤
0,3
Ecm (t ) = ⎢ cm ⎥ ⋅ Ecm
⎣ fcm ⎦
Coefficiente di Poisson
αT = 1·10-5°C-1
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7
Calcestruzzo
σc
2
(N/mm )
50 C90/105
C80/95
40 C70/85
C60/75
30 C50/60
f
20
C30/37
fcd = 0,85 ⋅ ck
1,5
C20/25
10
0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5
εc (mm/m)
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8
4
Calcestruzzo
trazione
σ2 / fc
0.2
compressione trazione
0.0 σ 1 / fc
-0.2
(Kupfer)
-0.4
σ1 = σ2
-0.6 σ2
-0.8 σ1 σ1
-1.0 σ2
-1.2
-1.4
-1.4 -1.2 -1.0 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0.0 0.2
compressione
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9
Calcestruzzo
σ1 = fck,c σc
fck,c
fck
fcd,c
A
σ2 σ3 ( = σ2)
εcu εc2,c εcu2,c εc
0
A - non confinato
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10
5
Calcestruzzo
a) deformazione di ritiro:
days
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11
Calcestruzzo
σc
t0 σc
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12
6
Calcestruzzo
M. Taliano
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13
EN1992-1-1:
Metodo per determinare il
coefficiente di viscosità ϕ(∞, t0) di
calcestruzzi in condizioni ambientali
normali (secondo Eurocodice 2): a)
condizioni interne, umidità relativa =
50%; b) condizioni esterne, umidità
relativa = 80%:
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14
7
Calcestruzzo
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15
Calcestruzzo
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16
8
Calcestruzzo
coefficiente di fluage
⎛ σc ⎞
ε cc ( t, t 0 ) = ϕ( t, t 0 ) ⋅ ε el,28 ⎜⎜ ε el,28 = ⎟
⎝ 1,05 ⋅ Ecm ⎟⎠
( )⎤
funzione fluage
⎡ 1
ε(t, t 0 ) = J(t, t 0 ) ⋅ σc J( t , t 0 ) = ⎢ +
ϕ t, t 0
⎥
( )
E t
⎢⎣ c 0 E c ,28 ⎥⎦
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Calcestruzzo
M. Taliano
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9
Calcestruzzo
ε( t ) = σ 0 ⋅ J( t , t 0 ) + ∆σ ⋅ J( t , t 1 )
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Calcestruzzo
ε( t ) = σc ⋅ [J( t, t 0 ) − J( t, t1)]
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Calcestruzzo
( ) ( ) ( )( ) () ( )
ε t , t 0 = ε cs t , t 0 + σ t 0 ⋅ J t , t 0 + ∑ ∆σi t i ⋅ J t , t i
Nel caso di una variazione continua della tensione a partire dal valore iniziale
σ(t0) al tempo t0 (come ad esempio avviene nel calcestruzzo a livello del cavo di
precompressione per effetto delle perdite di precompressione differite), la
sommatoria è sostituita da un integrale, ossia:
t
ε(t, t 0 ) = ε cs (t, t 0 ) + σ(t 0 ) ⋅ J(t, t 0 ) + ∫ J(t, t i ) ⋅ dσi (t i )
t0
Tale equazione integrale costituisce la legge base della deformazione viscosa.
Per tensioni che variano asintoticamente è lecito sostituire all’integrale una
funzione algebrica, ammettendo che il salto di tensione σ(t)-σ(t0) produca una
deformazione viscosa ridotta tramite un coefficiente di invecchiamento χ(t,t0),
pari a 0,8 nei casi usuali (metodo algebrizzato di Trost o metodo dell’Age
Adjusted Effective Modulus di Bažant), ossia:
t ⎡ 1 ϕ(t, t 0 ) ⎤
∫ J(t, t i ) ⋅ dσi (t i ) = [σ(t ) − σ(t 0 )] ⋅ ⎢ + χ(t, t 0 ) ⎥
t0 E (
⎣⎢ c 0
t ) Ec,28 ⎦⎥
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Calcestruzzo
M. Taliano
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11
Calcestruzzo
⎡ 1 ϕ(t, t 0 ) ⎤ σ
ε(t, t 0 ) = σ ⋅ ⎢ + ⎥= ⋅ [1 + ϕ(t, t 0 )]
⎢⎣ Ec (t 0 ) Ec,28 ⎥⎦ Ec (t 0 )
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Calcestruzzo
Fatica
σmax
S max =
fck ,fat σmin
S min =
fck,fat
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2. Acciaio per cemento armato
(D.M.14/01/2008): Tab.11.3.Ib
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Acciaio per c.a.
Marcatura delle barre:
Esempio di marcatura per l’identificazione del produttore (in base alle nervature ingrossate)
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Tralicci:
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Acciaio per c.a.
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Acciaio per c.a.
M. Taliano
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M. Taliano
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Acciaio per c.a.
Duttilità
L’esigenza di alcuni Paesi (Italia, Grecia, Portogallo), classificati come zone
sismiche, di realizzare delle strutture a elevato grado di duttilità ha richiamato
l’attenzione sul problema della duttilità degli acciai per calcestruzzo armato.
A questa situazione si è giunti dopo che l’obiettivo dei produttori di acciaio era
stato quello di elevare la resistenza e di migliorare la saldabilità (grazie alla
riduzione del tenore di carbonio, ma che porta a ridurre anche il rapporto ft/fy)
ottenendo un prodotto con tensione di snervamento caratteristica di 450 MPa
(ovvero 500 MPa in altri paesi europei) e buone caratteristiche di saldabilità.
Ulteriori rischi di perdita di duttilità sono stati introdotti a causa dell’impiego di
acciai in rotolo, con le conseguenti operazioni di raddrizzamento.
Le norme europee per le strutture di calcestruzzo armato (Eurocodice 2 ed
Eurocodice 8 per la zona sismica) richiedono espressamente l’impiego di acciai
con determinata duttilità. Ciò si traduce nel rispetto di opportuni valori di due
parametri rappresentativi: il rapporto tra la tensione di rottura e la tensione di
snervamento, ft/fy, (detto rapporto di incrudimento, hardening ratio) e la
deformazione totale per il carico massimo Agt (ovvero εu), misurata nella zona di
rottura.
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Elevati valori della deformazione εu assicurano elevati livelli di duttilità locale nel
caso di travi debolmente armate, ossia travi che manifestano la rottura per
strappo dell’armatura longitudinale tesa.
M. Taliano
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17
Acciaio per c.a.
Infatti si consideri la trave della figura, armata con due tipi di acciaio (tipo 1 e tipo
2) di uguale resistenza a trazione ft, ma diversa tensione di snervamento fy, ad
esempio fy1 > fy2. Poiché Mplastico,1 = Mplastico,2 e My,1 > My,2, l’estensione della
zona plasticizzata per il secondo tipo di acciaio sarà maggiore rispetto a quella
ottenuta mettendo in opera il primo tipo di acciaio.
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Aderenza
Prove di aderenza: beam test (elevata dispersione dei valori sperimentali)
Controllo geometrico:
indice di aderenza, fR
k ⋅ FR ⋅ sin β
fR =
π⋅d⋅c
La resistenza tangenziale di aderenza
di calcolo fbd vale (D.M. 14/01/2008):
fbd = fbk / γC dove:
fbk è la resistenza tangenziale caratteristica di aderenza data da:
fbk = 2,25· η ·fctk
η = 1,0 per barre di diametro ≤ 32 mm
η = (132 - f)/100 per barre di diametro maggiore.
Nel caso di armature molto addensate o ancoraggi in zona di calcestruzzo teso,
la resistenza di aderenza va ridotta dividendola almeno per 1,5.
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Acciaio per c.a.
Saldabilità
Sia l’EC2 che le Norme Tecniche per le Costruzioni (DM14/01/2008) si riferiscono a barre di
armatura ad aderenza migliorata saldabili.
La saldabilità dell’acciaio dipende principalmente dalla composizione chimica, in particolare dal
contenuto di carbonio e di altre impurità dell’acciaio: zolfo, fosforo, azoto e altri componenti (Mn,
Cr, Mo, V, Ni, Cu) che individuano una quantità di carbonio equivalente Ceq.
Le norme definiscono i limiti massimi di tali componenti affinché l’acciaio possa definirsi saldabile.
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Comportamento a fatica
La rottura si innesca sulla superficie delle barre, in corrispondenza di una concentrazione delle
tensioni dovuta a piccoli intagli superficiali, difetti locali o inneschi di corrosione, oppure per una
rapida variazione della geometria come si verifica alla base delle nervature.
La rottura per fatica è di tipo fragile.
Le barre nervate presentano resistenza a fatica
minore delle barre lisce. Tale resistenza
diminuisce al crescere del diametro delle barre.
M. Taliano
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Acciaio per c.a.
In assenza di dati sperimentali diretti, la relazione tra il numero di cicli NR che porta a
rottura per l’ampiezza di oscillazione ∆σRsk è data da:
m
∆σRsk ⋅ NR = costante
Per valutare il danno cumulativo di cicli di sollecitazioni variabili, si applica la regola di Miner,
secondo la quale la rottura si verifica quando il danneggiamento cumulativo è uguale ad 1:
n
Di = NSi D = ΣDi = 1
Ri
essendo nSi il numero di cicli relativi alla sollecitazione Si (rappresentata dai valori Sc,max e Sc, min) e
NRi il numero di cicli che porta a rottura per fatica allo stesso livello di tensione
M. Taliano
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M. Taliano
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Acciaio per c.a.p.
M. Taliano
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41
fpk fpk
fp(0,1)k
fpyk
0,1%
M. Taliano
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Acciaio per c.a.p.
M. Taliano
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Fili (wires)
I fili sono prodotti trafilati a freddo di sezione piena, forniti in rotoli.
Sono ottenuti da una vergella d’acciaio laminata a caldo costituita da acciai ad alto tenore di
carbonio (0,4 – 0,8%).
La vergella subisce un trattamento termico (patentamento) mediante il quale la struttura
dell’acciaio viene trasformata in perlite fine che la rende adatta alla trafilatura.
Segue un trattamento chimico (decapaggio) per l’eliminazione dell’ossido superficiale e per
l’aggiunta di additivi superficiali che facilitano la trafilatura.
La trafilatura, effettuata a temperatura ambiente, consiste nel far passare la vergella entro la trafila
che produce una deformazione plastica con la riduzione progressiva del diametro, fino al 70-80%
di quello iniziale. Ciò determina un sensibile incremento della resistenza a trazione dell’acciaio e la
perdita del gradino dovuto allo snervamento nella prova di trazione. Più piccolo è il diametro del
filo, maggiore è la resistenza.
Segue un ulteriore trattamento termico (rinvenimento) sotto trazione per rendere il prodotto
autoraddrizzante e ridurre le perdite per rilassamento.
Infine il prodotto viene avvolto su bobine di diametro non inferiore a 250 volte il diametro del filo,
per essere commercializzato.
In alcuni casi, per migliorare l’aderenza con la malta, il filo può essere indentato.
I diametri dei fili variano da 3 mm a 11 mm. Il filo srotolato deve autoraddrizzarsi.
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Acciaio per c.a.p.
I trefoli sono prodotti costituiti da 6 fili avvolti elicoidalmente attorno ad 1 filo rettilineo, il passo e il
senso di avvolgimento dell’elica sono uguali per i 6 fili; sono forniti in rotoli.
Sono realizzati con fili di diametro compreso tra 2 e 6 mm e la cordatura (trefolatura) attorno al filo
centrale, di diametro maggiore almeno del 3% rispetto ai fili avvolti ad elica, ha un passo
compreso tra 14 e 18 volte il diametro nominale del trefolo stesso. Il rinvenimento viene effettuato
dopo la cordatura. Successivamente si effettua la bobinatura.
Possono essere indentati.
Possono inoltre essere compattati mediante una
successiva trafilatura o laminazione a freddo.
I diametri nominali variano da 6,85 mm a 18 mm.
Sezione di un trefolo normale (a) e di uno compattato (b)
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M. Taliano
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Acciaio per c.a.p.
Barre
Le barre sono prodotti laminati di sezione piena, forniti in forma di elementi rettilinei.
Sono ottenute con acciai ad alto tenore di carbonio per laminazione a caldo.
Possono subire un incrudimento a freddo mediante stiramento o torcitura a cui segue un
rinvenimento.
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σc
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Acciaio per c.a.p.
(rif.to ENV1992-1-1)
M. Taliano
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49
(rif.to ENV1992-1-1)
M. Taliano
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Acciaio per c.a.p.
L’EC2 e il D.M.14/01/2008 riportano le relazioni analitiche che forniscono la perdita per
rilassamento al tempo generico t (in ore) per una tensione iniziale espressa dal rapporto
µ = σpi/fpk: (per fili, trecce, trefoli a
normale rilassamento)
(per barre)
I valori a lungo termine possono essere stimati per un tempo t uguale a 500.000 ore.
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Comportamento a fatica
In assenza di dati sperimentali diretti, la relazione tra il numero di cicli NR che porta a rottura per
l’ampiezza di oscillazione ∆σRsk è data da:
m
∆σRsk ⋅ NR = costante
(rif.to Model Code 1990)
Per valutare il danno cumulativo di cicli di sollecitazioni variabili, si applica la regola di Miner,
secondo la quale la rottura si verifica quando il danneggiamento cumulativo è uguale ad 1:
n
Di = NSi D = ΣDi = 1
Ri
essendo nSi il numero di cicli relativi alla sollecitazione Si (rappresentata dai valori Sc,max e Sc, min) e
NRi il numero di cicli che porta a rottura per fatica allo stesso livello di tensione
M. Taliano
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Acciaio per c.a.p.
⎛ F ⎞
Di = ⎜⎜ 1 − a ⎟⎟ ⋅ 100 ≤ 28%
⎝ Fmm ⎠
essendo Fa è la massima forza misurata sull’ancoraggio attivo nella prova a trazione deviata, Fmm
è la media di almeno due valori del massimo carico ottenuto in una prova monoassiale.
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M. Taliano
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Acciaio per c.a.p.
Le trecce e i trefoli sono contrassegnati con una sigla, es: EN10138-3 Y 1860 S 7 15,7 G
strand diametro
per trefolo
compattato
Le barre sono contrassegnati con una sigla, es: EN10138-4 Y 1030 H 26 R
0,5’’ 0,6’’
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M. Taliano
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
M. Taliano
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Guaine
Le guaine sono fabbricate con nastri di lamiera d’acciaio laminata a freddo di spessore variabile in
funzione del suo diametro (0,2-0,35 mm). Hanno forma corrugata.
M. Taliano
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
La sezione trasversale delle guaine A0 deve avere un’area non inferiore al doppio dell’area dei
trefoli ai che costituiscono il cavo
n
A 0 ≥ 2 ∑ ai
i =1
Non devono presentare dei raggi di curvatura troppo piccoli, generalmente salvo casi particolari
sono dell’ordine di 80 volte il diametro interno della guaina.
Devono essere vincolate alle armature o alla cassaforma con supporti disposti ogni metro (guaine
provviste di cavi prima del getto oppure 50 cm (cavi infilati in opera dopo il getto).
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Devono essere stagne. Le giunzioni avvengono mediante dei manicotti avvitati sulla guaina.
Per cavi esterni, non aderenti (unbonded), i trefoli sono ingrassati o cerati e rivestiti da una guaina
di polietilene ad alta densità (HDPE) o in polipropilene (PP) al posto della guaina in lamierino.
Le guaine di polietilene possono essere usate anche per cavi interni,
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
Per tracciati del cavo ondulati: sfiati per consentire la fuoriuscita dell’aria durante la fase di
iniezione. Altra interruzione può essere fatta nei punti di minimo, nei quali possono essere
disposte delle valvole di scarico.
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
M. Taliano
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M. Taliano
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
M. Taliano
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Per cavi disposti prima del getto del calcestruzzo, sono impiegati ancoraggi fissi di tipo
meccanico, per aderenza e a cappio.
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
Per cavi inseriti dopo il getto del calcestruzzo, sono impiegati ancoraggi fissi formati da teste di
ancoraggio dotate di manicotti estrusi all’interno dei quali sono inseriti i cunei di bloccaggio dei
trefoli.
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M. Taliano
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
M. Taliano
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M. Taliano
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
Esempio di accoppiatore
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M. Taliano
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
- tesatura: un’asta di tensione viene avvitata su un manicotto a sua volta avvitato sulla testa di
ancoraggio. Lo sforzo di trazione è applicato tramite un martinetto idraulico. L’allungamento del
cavo porta la testa di ancoraggio nella posizione della figura b) ove viene fissata tramite una
ghiera di bloccaggio;
- iniezione: si procede quindi all’iniezione della malta nella guaina e la protezione della testata.
∆L
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piastra di ancoraggio
tubo di iniezione guaina
dado esagonale
dado conico
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
L’ancoraggio attivo può essere dotato di cono di vuotatura, fissato al cassero, per ottenere lo
spazio necessario per il martinetto di tesatura e per effettuare l’iniezione.
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fig. a - barra singola realizzata con acciaio liscio (barra filettata solo alle estremità)
fig. b – barra singola realizzata con acciaio a filettatura continua (Dywidag)
fig. c - cavo formato da più barre a filettatura continua (Dywidag)
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Sistemi di precompressione e ancoraggi
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M. Taliano
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39
Sistemi di precompressione e ancoraggi
M. Taliano
Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica, Politecnico di Torino
79
M. Taliano
Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica, Politecnico di Torino
80
40
Sistemi di precompressione e ancoraggi
M. Taliano
Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica, Politecnico di Torino
81
41