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per l'abbonamento anno 2012. Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata.
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GIUGNO 2012
TESTO ITALIANO
La presente norma, unitamente alla UNI 9494-2:2012, sostituisce
la UNI 9494:2007.
UNI © UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Sannio, 2 il consenso scritto dell’UNI.
20137 Milano, Italia www.uni.com
PREMESSA
La presente norma è stata elaborata sotto la competenza della
Commissione Tecnica UNI
Protezione attiva contro gli incendi
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
INDICE
INTRODUZIONE 1
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2
3 TERMINI E DEFINIZIONI 2
4 SIMBOLI ED ABBREVIAZIONI 4
5 GENERALITÀ 4
5.1 Principi di funzionamento .................................................................................................................... 4
5.2 Schema SENFC ....................................................................................................................................... 4
figura 1 Componenti principali di un SENFC ....................................................................................................... 5
6 PROGETTAZIONE 5
6.1 Generalità .................................................................................................................................................... 5
6.2 Principi ........................................................................................................................................................... 5
figura 2 Schema di un compartimento a soffitto con le grandezze di riferimento per il calcolo ......... 6
6.3 Altezza del locale ...................................................................................................................................... 6
figura 3 Altezza da considerare per tetti a shed ................................................................................................. 6
6.4 Altezza dello strato di aria libera da fumo, altezza delle barriere al fumo .................. 7
figura 4a ............................................................................................................................................................................ 7
figura 4b ............................................................................................................................................................................ 7
BIBLIOGRAFIA 35
INTRODUZIONE
In caso di incendio, i sistemi per l’evacuazione di fumo e calore creano e mantengono uno
strato libero da fumo al di sopra del pavimento mediante la rimozione del fumo stesso.
Essi servono inoltre a evacuare contemporaneamente i gas caldi rilasciati da un incendio
durante le fasi di sviluppo. L’utilizzo di tali sistemi per creare zone libere da fumo al di sotto
di uno strato di fumo in sospensione è ormai ampiamente diffuso. È solidamente
dimostrato il loro valore nell’agevolare l’evacuazione delle persone da edifici e da altri
fabbricati, nel ridurre i danni e le perdite finanziarie provocati dall’incendio prevenendo
danni da fumo, facilitando l’accesso nell’edificio per la lotta contro l’incendio grazie al
miglioramento della visibilità, nel ridurre le temperature delle strutture portanti e del tetto
e nel ritardare il diffondersi laterale degli effluenti gassosi. Per ottenere tali vantaggi è
essenziale che i sistemi per l’evacuazione di fumo e calore siano completamente
funzionanti ed affidabili ogniqualvolta devono essere azionati nel periodo in cui rimangono
installati. Un sistema di evacuazione di fumo e calore (cui si fa riferimento nella presente
norma come SEFC) è un impianto di sicurezza destinato a svolgere un ruolo positivo in
una situazione d’emergenza dovuta a un incendio.
I Sistemi di Evacuazione di Fumo e Calore aiutano a:
- mantenere le vie di esodo e gli accessi liberi da fumo;
- agevolare le operazioni di lotta contro l’incendio creando uno strato libero da fumo;
- ritardare e/o prevenire il “flash over” e quindi lo sviluppo generalizzato dell’incendio;
- limitare i danni agli impianti e alle merci;
- ridurre gli effetti termici sulle strutture;
- ridurre i danni provocati dai gas di combustione e dalle sostanze tossiche e/o
corrosive originate dalla combustione.
La norma, relativa ai sistemi di evacuazione naturale di fumo e calore, è parte di una serie
relativa ai sistemi di controllo di fumo e calore che consiste delle seguenti parti:
- parte 1: progettazione e installazione dei sistemi di evacuazione naturale di fumo e calore;
- parte 2: progettazione e installazione dei sistemi di evacuazione forzata di fumo e calore;
- parte 3: controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di evacuazione di fumo e calore;
- parte 4: metodi ingegneristici per la progettazione dei sistemi di evacuazione fumo e
calore.
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente parte della norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente parte della norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non
datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli
aggiornamenti).
UNI 9795 Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme di
incendio - Progettazione, installazione ed esercizio
UNI EN 1364-2 Prove di resistenza al fuoco per elementi non portanti - Soffitti
UNI EN 12101-1 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 1: Specifiche per le
barriere al fumo
UNI EN 12101-2 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 2: Specifiche per gli
evacuatori naturali di fumo e calore
UNI EN 12101-7 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 7: Condotte per il
controllo dei fumi
UNI EN 12101-10 Sistemi per il controllo del fumo e del calore - Parte 10:
Apparecchiature di alimentazione
ISO 2408 Steel wire ropes for general purposes - Minimum requirements
prEN 12101-9:2011 Smoke and heat control systems - Part 9: Control panels
CEI 20-105 Cavi elettrici resistenti al fuoco, non propaganti la fiamma, senza
alogeni, con tensione nominale 100/100 V per applicazioni in
sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme
d'incendio
CEI EN 50200 Metodo di prova per la resistenza al fuoco di piccoli cavi non
protetti per l’uso in circuiti di emergenza
3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti.
3.1 altezza del locale: Distanza fra il livello più alto del pavimento e la media delle altezze del
punto più alto e del punto più basso del tetto.
3.4 barriere al fumo: Dispositivo per convogliare contenere e/o prevenire la migrazione del
fumo e degli effluenti prodotti dall’incendio.
Nota Le barriere al fumo possono anche essere indicate come cortine di contenimento fumo.
3.5 colonna di fumo: Flusso di gas combusti che sale dal focolaio e alimenta lo strato di fumo
(plume).
3.7 durata convenzionale di sviluppo dell'incendio: Tempo che si assume intercorra tra lo
scoppio dell'incendio e l'inizio delle operazioni di estinzione, assunto per il
dimensionamento del sistema.
3.8 evacuatore naturale di fumo e calore (ENFC): Dispositivo appositamente progettato per
spostare fumo e gas caldi all'esterno di un fabbricato in caso di incendio per mezzo delle
forze ascensionali dovute alle differenze di massa volumica dei gas a causa delle
differenze di temperatura.
3.10 installatore di SEFC: Persona fisica o giuridica che, avendone le competenze è responsabile
di realizzare la posa in opera di tutti i componenti di un SEFC, i collegamenti necessari per
il suo funzionamento e la verifica di primo funzionamento (esclusi gli impianti di interfaccia
per esempio impianti di rivelazione incendio), in conformità ad un progetto.
Nota L’installatore di SEFC può affidare l’esecuzione di parti del SEFC a diversi soggetti, specialisti ognuno di
soltanto una o più parti del SEFC, che nel linguaggio comune possono anche essere chiamati “installatori” .
3.11 posizione antincendio: Stato del sistema dopo la rivelazione d’incendio generato
manualmente o automaticamente.
3.12 progetto: Insieme dei documenti che vengono predisposti per la realizzazione di un SEFC.
3.13 sistema a salvaguardia delle persone: Termine che si applica ad un SEFC che è parte
integrante delle misure richieste per la protezione della vita ed in particolare quando lo
sfollamento delle persone dipende dalle prestazioni del SEFC.
3.14 sistema di evacuazione di fumo e calore (SEFC): Componenti selezionati per lavorare
congiuntamente al fine di evacuare fumo e calore in modo da creare uno strato in
sospensione di gas caldi al di sopra di aria più fredda e più pulita.
3.16 stato di anomalia: Stato rilevato dal sistema di controllo che indica che un componente
non è nella sua condizione normale. Lo stato richiede l’intervento del responsabile interno
ed un eventuale operazione di manutenzione.
3.17 stato di guasto: Stato rilevato durante le operazioni di sorveglianza o controllo che
richiede un’operazione di manutenzione.
3.18 stato di veglia: Condizione di attesa normale del sistema che precede il passaggio ad una
delle altre tre condizioni, stato di anomalia, stato di guasto, posizione antincendio.
3.19 strato di aria libera da fumo: Zona compresa fra il livello del pavimento e il limite inferiore
dello strato di fumo in cui la concentrazione del fumo è minima e le condizioni sono tali da
permettere il movimento agevole di persone.
3.20 strato di fumo: Volume a soffitto in cui stratificano fumi e gas caldi provenienti dall’incendio.
3.21 velocità di propagazione: Velocità di avanzamento del fuoco all'interno della zona
interessata dall'incendio.
4 SIMBOLI ED ABBREVIAZIONI
Ai fini della presente norma si applicano i simboli e le abbreviazioni seguenti.
cz coefficiente per la determinazione della superficie corretta delle aperture di afflusso
di aria fresca;
y altezza dello strato di aria libera da fumo in metri;
h altezza del locale da proteggere in metri;
hb altezza della barriera al fumo in metri;
AA superficie utile di apertura ENFC in metri quadrati;
Ac superficie corretta apertura di ingresso d’aria in metri quadrati;
AF superficie del focolaio in metri quadrati;
As superficie del compartimento a soffitto in metri quadrati;
SUT superficie utile totale di evacuazione del fumo in metri quadrati;
SCT superficie corretta totale delle aperture di afflusso di aria fresca in metri quadrati;
z altezza dello strato di fumo (h - y) in metri;
Rs rapporto fra la superficie totale corretta delle aperture di afflusso di aria fresca e la
superficie utile totale di evacuazione del fumo.
5 GENERALITÀ
6 PROGETTAZIONE
6.1 Generalità
La progettazione di un SENFC deve essere basata sul processo di analisi e valutazione
del rischio incendio per l’attività in esame e di tutte le condizioni/fattori che possono
influenzare il Sistema stesso.
Tutte le informazioni che identificano l’attività e da cui il progettista ricava i parametri di
calcolo devono essere ricavate da documenti appropriati o comunicate da persone che ne
sono responsabili.
Nella considerazione che la protezione incendio debba essere vista nel suo complesso si
deve tenere conto delle possibili interazioni tra il SENFC e le altre misure di protezione
previste.
Nella progettazione si deve tener conto altresì dei vincoli strutturali dell’edificio servito e
delle interferenze con gli impianti dell’edificio che potrebbero influenzare la prestazione
del SENFC.
Il SENFC deve essere in grado di essere attivato e garantire l’evacuazione del fumo e del
calore anche in condizioni climatiche avverse.
La documentazione progettuale deve essere redatta in conformità all’appendice A.
6.2 Principi
Le dimensioni del SENFC (vedere figura 2) dipende dalle caratteristiche dell’incendio
dall’altezza dello strato libero da fumo che si desidera raggiungere nell’ambiente da
proteggere.
Si assume per il dimensionamento che l’incendio è in regime stazionario e ha quindi una
dimensione stabile nel tempo e che sia gli ENFC sia le aperture per l’afflusso di aria
esterna sono nella posizione antincendio (vedere appendice D).
6.4 Altezza dello strato di aria libera da fumo, altezza delle barriere al fumo
L’altezza libera dal fumo deve essere definita in funzione delle caratteristiche dell’attività
da proteggere e non minore di 2,5 m.
Lo strato di fumo deve essere contenuto nel serbatoio creato dal compartimento a soffitto.
Le barriere al fumo devono scendere per almeno 1,0 m dalla quota h come definita al punto 6.3.
Quando lo strato di aria libera da fumo y d 4 m la barriera al fumo deve scendere sotto allo
strato di fumo per almeno 0,5 m. Di conseguenza l’altezza minima da terra delle barriere
al fumo è di 2 m (figura 4a).
figura 4a
Legenda
hb - z t 0,5 m
y Altezza dello strato di aria libera da fumo in metri
hb Altezza della barriera al fumo in metri
z Altezza dello strato di fumo (h - y) in metri
Quando lo strato di aria libera da fumo y > 4 m l’altezza della barriera al fumo deve essere
almeno pari all’altezza dello strato di fumo z. In ogni caso deve scendere per almeno
1,0 m dalla quota h come definita al punto 6.3 (figura 4b).
figura 4b
Legenda
hb t z
y Altezza dello strato di aria libera da fumo in metri
hb Altezza della barriera al fumo in metri
z Altezza dello strato di fumo (h - y) in metri
Nota Se il SENFC ha lo scopo di proteggere materiali o manufatti sensibili ai fumi e gas caldi, il limite inferiore dello
strato di fumo dovrebbe essere distante almeno 0,5 m dall’ultimo livello dei materiali.
Nota Le superfici dei compartimenti a soffitto sono delimitati sui 4 lati da barriere al fumo aggiunte o da elementi
strutturali idonei.
6.6.1 Generalità
La Superficie Utile Totale di apertura (SUT) è la somma delle superfici utile di apertura
degli ENFC (Aa) installati in uno stesso compartimento a soffitto. La portata di fumo e gas
caldi che viene evacuata all’esterno nel caso in cui si sviluppa un incendio nell’area
definita dal compartimento a soffitto è funzione della SUT.
Il calcolo della SUT per raggiungere gli obiettivi di protezione desiderati (altezza libera da
fumo) è eseguito in funzione della potenza dell’incendio associata al gruppo di
dimensionamento.
6.6.4.1 Generalità
Dato che la dimensione del focolaio non è funzione della superficie del compartimento
(vedere punto 6.6.3) in cui l’incendio si sviluppa, la SUT è indicata come valore minimo in
metri quadrati per ogni compartimento a soffitto di qualsiasi superficie da 600 m2 fino a
1 600 m2 (prospetto 2).
Il valore è in funzione dell’altezza del locale (h in metri), dell’altezza libera da fumo (y in
metri) e dal gruppo di dimensionamento GD.
Nota Il calcolo della SUT in percentuale della superficie del locale come indicato nelle precedenti edizioni della
norma non è più valida.
Le aperture devono essere mantenute nella loro posizione di massima apertura durante il
funzionamento del SENFC.
6.9.1 Generalità
I componenti per i Sistemi di controllo di fumo e calore fanno parte di un SENFC
progettato in modo appropriato e sono selezionati in base alle prestazioni richieste e alle
norme di riferimento.
6.9.2 ENFC
6.9.2.1 Generalità
L’ENFC deve essere conforme alla UNI EN 12101-2.
Il numero complessivo n di ENFC di ogni compartimento deve essere tale da soddisfare la
seguente condizione:
n
SUT d ¦ A a (1)
1
dove:
SUT è la superficie utile totale di evacuazione del fumo in metri quadrati;
Aa è la superficie utile di apertura in metri quadrati del singolo ENFC.
Il progetto deve indicare per ogni prestazione dell’ENFC, misurata secondo la
UNI EN 12101-2, la classe che lo rende idoneo in funzione delle regolamentazioni
applicabili e dell’attività dell’opera in cui è realizzato il SENFC (per esempio tipo di
costruzione, ubicazione, altezza dell’edificio, attività da proteggere, ecc.).
Gli ENFC devono essere posizionati in modo omogeneo nei singoli compartimenti a
soffitto. Si consiglia che il numero minimo sia: uno ogni 200 m2 su coperture piane o con
pendenza non maggiore del 20% e uno ogni 400 m2 con pendenza maggiore del 20% (le
misure sono riferite alla superficie coperta).
Per coperture piane e con pendenza non maggiore del 20% la distanza fra gli ENFC non
sia maggiore di 20 m né minore di 5 m.
La dimensione e la posizione degli ENFC deve comunque garantire che non ci sia
trascinamento di aria attraverso lo strato di fumo (plugholing).
Per evitare tale fenomeno devono essere rispettate entrambe le condizioni seguenti:
1) superficie utile di apertura (Aa) inferiore alla superficie utile di apertura critica (Aa.crit)
con il lato più lungo dell’ENFC inferiore allo spessore strato di fumo (z) e comunque
d3 m
Aa.crit = 1,4 z 2 (2)
dove
Aa.crit è la superficie di apertura critica in metri quadrati;
z è lo spessore dello strato di fumo in metri;
2) quando la distanza tra i bordi di 2 ENFC contigui è <3 z la somma delle due
superficie utile di apertura (Aa) deve essere minore alla superficie utile di apertura
critica (Aa.crit)
Aa1 + Aa2 < Aa.crit (3)
Nei locali in cui la copertura ha una pendenza maggiore del 20% gli ENFC devono essere
posti, nella parte più alta della copertura stessa. Il centro di ogni singolo apparecchio non
deve comunque trovarsi al disotto dell’altezza di riferimento h del locale.
Gli ENFC devono essere posizionati in modo da evitare che le loro prestazioni (Aa) non
siano influenzate negativamente dal vento (vedere appendice E).
Particolare cura deve essere posta nella realizzazione di tali installazioni al fine di evitare
che esse stesse possano aggravare il pericolo di propagazione di incendio da un
fabbricato ad un altro, nel fabbricato stesso e da un compartimento all’altro.
Gli ENFC devono essere muniti di un comando esterno, sull’apparecchio o remoto, che
permetta di svolgere agevolmente le operazioni di sorveglianza, controllo e manutenzione.
Gli ENFC installati devono inoltre soddisfare le condizioni indicate al punto 7.2.
6.9.4.1 Generalità
Le linee di collegamento uniscono i vari componenti del SENFC per portare agli ENFC
l’energia di apertura e/o i segnali di comando necessari per l’attivazione.
Le linee, che possono convogliare energia pneumatica, elettrica o meccanica, devono
essere dimensionate per sopportare i carichi previsti.
Le linee devono essere dimensionate tenendo conto dei carichi esterni che possono
derivare dall’incendio.
Le linee devono garantire, nei punti di interfaccia dei componenti, le caratteristiche
richieste dai produttori.
Il numero complessivo n1 delle aperture del locale deve essere tale da soddisfare la
seguente condizione:
n1
SCT d ¦ A c (4)
1
dove:
SCT è la superficie corretta totale di afflusso di aria fresca in metri quadrati;
Ac è, per ogni apertura il valore della superficie geometrica di passaggio aria
dell’apertura moltiplicata per il coefficiente cz.
Prese d’aria che si aprono in modo automatico devono essere alimentate con energia
secondaria sicura o con energia propria indipendente.
6.9.6.1 Generalità
I quadri di comando e controllo devono essere in grado di realizzare e segnalare il ciclo di
attivazione del SENFC.
Devono inoltre consentire tutte le attività di sorveglianza, controllo e manutenzione previsti.
I quadri di comando e controllo devono essere conformi al prEN 12101-9:2011.
6.9.6.2 Azionamento
Il SENFC si può considerare attivo ed efficiente quando dopo un opportuno comando
successivo all’insorgere di un incendio, gli ENFC, gli ingressi per l’afflusso di aria esterna
e le barriere al fumo mobili passano dallo stato di veglia alla posizione antincendio.
I componenti interessati a questo cambiamento di stato sono soltanto quelli relativi ad uno
stesso compartimento a soffitto in cui si sviluppa l’incendio.
L’attivazione del SENFC deve avvenire mediante segnale proveniente dal sistema di
rivelazione incendio e/o dal comando remoto manuale.
L’attivazione deve azionare le opportune segnalazioni visive ed acustiche locali e remote.
Nel periodo di normale occupazione è possibile di ritardare l’azionamento automatico, al
massimo di 5 min rispetto al momento della rivelazione, se il piano di emergenza prevede
un azionamento manuale effettuato da una squadra di soccorso.
Il sistema di rivelazione incendio, conforme alla UNI 9795, deve essere in grado di
trasmettere un segnale che indichi il compartimento a soffitto soggetto all’incendio.
Ogni ENFC deve essere munito di un dispositivo di azionamento individuale
termosensibile tarato a 68 °C conforme alla UNI EN 12101-2, salvo diverse indicazioni.
Nel caso in cui sono installati nello stesso ambiente SENFC e impianti di estinzione
automatici a pioggia o ad acqua frazionata, entrambi devono essere realizzati in modo da
non compromettere il loro funzionamento reciproco. Gli ENFC installati in locali dotati di
impianto di protezione antincendio con mezzi di spegnimento a forma gassosa devono
essere pilotati solo con dispositivi di sgancio manuale posti in luogo accessibile e ben
identificabili.
Nel caso in cui il SENFC è progettato anche per la ventilazione giornaliera, gli ENFC
devono essere a doppia funzione (secondo la UNI EN 12101-2) per garantire
l’azionamento prioritario della funzione antincendio.
6.9.7 Alimentazioni
L’energia di funzionamento deve essere autonoma e garantita in caso d’incendio.
Le alimentazioni devono essere conformi alla UNI EN 12101-10.
7.1 Generalità
Tutti i componenti costituenti un sistema di evacuazione naturale fumo e calore (SENFC)
devono essere installati in conformità a:
- istruzioni del produttore;
- progetto esecutivo dettagliato (DEP).
L’installazione dei componenti deve essere effettuata nel rispetto dei regolamenti locali,
delle condizioni di installazione (temperature, direzione ed intensità dei venti, caratteristiche
costruttive dell’edificio) e in maniera tale da garantire le condizioni di sicurezza.
Gli spazi di manovra previsti attorno agli elementi mobili devono essere mantenuti liberi
da ostruzioni che possono derivare da parti mobili o fisse della costruzione.
I componenti del SENFC devono essere installati per rendere più agevole le operazioni di
controllo, manutenzione e riparazione.
Sportelli o pannelli di accesso saranno realizzati in base alle necessità di manutenzione
per agevolare la rimozione e la riparazione dei componenti. Prevedere, ove necessario,
l’installazione di golfari o di appoggi.
I fissaggi devono resistere alle sollecitazioni dovute al fuoco, non sono ammessi i fissaggi
con parti in plastica; essi devono garantire presa anche su zone tese delle strutture.
Nel caso di impiego delle barriere al fumo su balconate degli atri devono chiudere
completamente l’affaccio ed essere installate con guide laterali. È consigliata
l’installazione di barriere con classificazione DH (30, 60, 120 min) in modo da poter
resistere al fuoco per il tempo proprio della classe dell’ambiente.
A.1 Generalità
Nella redazione del progetto, si deve tenere conto di tutte le condizioni che possono
influenzare il SENFC.
Il progetto si suddivide in due fasi:
- una fase preliminare che permette di individuare tutti gli elementi che identificano il
progetto e le caratteristiche e dati che permettono di giungere ad un progetto
preliminare e/o di massima;
- una fase esecutiva che deve confermare o adeguare le ipotesi del progetto
preliminare per sviluppare un progetto definitivo e/o esecutivo del SENFC.
Tutte le informazioni che identificano l’attività e da cui il progettista ricava i parametri di
calcolo devono essere ricavate da documenti appropriati o comunicate da persone che ne
sono responsabili.
Tutti i disegni e i documenti informativi devono riportare le seguenti indicazioni:
a) il nome dell’utente e del proprietario, laddove conosciuto;
b) l’indirizzo e l’ubicazione di ogni fabbricato;
c) la destinazione d’uso di ogni singolo edificio;
d) il nome dell’esecutore del progetto;
e) il nome della persona responsabile del controllo del progetto, che non deve essere
l’esecutore del progetto;
f) la data ed il numero di emissione.
B.1 Premessa
Gli ENFC installati sulle pareti di un edificio potrebbero essere esposti a sovrappressioni
dovute agli effetti del vento sull’edificio o essere investiti direttamente da correnti che
potrebbero respingere i fumi all’interno.
Le condizioni reali di funzionamento degli ENFC installati possono essere verificate
soltanto caso per caso in funzione:
- della forma e della dimensione della costruzione e dell’ambiente da proteggere;
- della sua ubicazione (venti dominanti);
- del contesto in cui è costruito (esistenza di altre costruzioni vicine od ostacoli naturali
per esempio colline, alberi, ecc.).
Tali verifiche potrebbero richiedere studi particolari ed approfonditi che permettono
attraverso prove e/o simulazioni di prevedere le reali condizioni di esercizio del SENFC.
L’oggetto della verifica è di valutare con ragionevole livello di rischio che in caso d’incendio
sia disponibile una SUT, che permetta di evacuare fumi e calore prodotti dall’incendio.
La complessità del problema, la conoscenza scientifica e le limitate esperienze pratiche
non consentono al momento di enunciare criteri normativi esaustivi e definitivi a proposito
della progettazione e realizzazione di SENFC con ENFC installati su parete.
B.2 Raccomandazioni
B.2.1 Generalità
Le informazioni contenute in questa appendice sono linee guida per la progettazione di
SENFC con ENFC installati a parete utilizzando la presente norma come base di calcolo
ed per indirizzare le opportune verifiche che tengono conto delle differenze esistenti.
C.1 Generalità
La presente appendice fornisce indicazioni orientative per la scelta dei tempi di intervento
e delle velocità di propagazione che devono essere successivamente verificate con
un’analisi secondo la specificità dei casi in esame.
Il prospetto C.2 si riferisce soltanto al tipo di attività e non contiene nessun riferimento al
tipo di stoccaggio che richiede una particolare attenzione in quanto una disposizione
verticale delle merci può aumentare la velocità di propagazione.
Nel caso di stoccaggio di grande altezza è inoltre molto probabile che ci siano degli
sprinkler sia in alto che ad altezza intermedia.
Nella scelta della velocità di propagazione si raccomanda di porre attenzione alla
disposizione del materiale che può sia accelerare l’incendio, favorendo la ventilazione
della combustione sia rallentare la propagazione dell’incendio nel caso in cui i prodotti
siano disposti in modo sparso e distanziato.
Nota Un calcolo della superficie utile di evacuazione per rilasci termici tra 100 kW/m2 e 600 kW/m2 ha permesso di
verificare che le variazioni sono generalmente minime rispetto ai valori riportati nel prospetto 2 e permettono
di evitare la pubblicazione di altri prospetti.
Si fa notare come a ciascun gruppo di dimensionamento corrisponda una determinata
area dell’incendio. Ciò significa che, a seguito delle ipotesi fatte circa la velocità di
propagazione dell’incendio e della durata convenzionale dell’incendio, essendo questi i
parametri da cui dipende la scelta del gruppo di dimensionamento, si è implicitamente
supposto di riuscire a confinare all’area indicata la propagazione delle fiamme. Se tale
contenimento non è possibile, l’impianto SENFC non è in grado di mantenere l’altezza
libera da fumi voluta.
La velocità di propagazione dell’incendio e il tempo di sviluppo convenzionale
dell’incendio determinano il Gruppo di Dimensionamento.
E.1 Generalità
Le condizioni climatiche avverse che possono influenzare il passaggio del SENFC dallo
stato di veglia alla posizione antincendio riguardano la presenza di neve che può
contrastare l’apertura degli ENFC ed il vento che anche in assenza di incendio potrebbe
deformare gli ENFC.
Le azioni della neve e del vento sono contemplate nelle Norme Tecniche per le
Costruzioni (NTC) che indicano le sollecitazioni da prendere in conto ai fini della verifica
della stabilità delle costruzioni.
I parametri indicati non sono quindi perfettamente pertinenti in quanto, nel funzionamento
di un SENFC, si deve garantire l’apertura degli ENFC nelle probabili condizioni climatiche
più gravose che possono manifestarsi in caso d’incendio.
Ferme restando le NTC come valori base di riferimento, si danno nei punti successivi delle
indicazioni per individuare i valori da considerare nella progettazione di un SENFC.
F.1 ENFC
La superficie utile di evacuazione di un ENFC (Aa) è determinata in conformità alla
UNI EN 12101-2.
Tale valore dipende dalle caratteristiche fisiche dell’ENFC e dalle sue prestazioni con la
simulazione di vento laterale.
Le condizioni di installazione possono creare situazioni in cui il vento ha direzione diversa
che potrebbe avere influenze negative.
La UNI EN 12101-2 riporta alcuni esempi di ENFC che possono avere valori negativi di
Aa, i quali tuttavia non rappresentano un quadro esauriente in quanto le condizioni di
installazione in copertura potrebbero essere altrettanto rischiose.
Si raccomanda quindi di porre l’attenzione sull’installazione degli ENFC e sulla coerenza
fra condizioni di prova degli ENFC e condizioni reali di installazione.
Alcuni casi esemplificativi ma non esaustivi potrebbero essere:
- installazione su coperture a denti di sega o a shed;
- installazione su elementi verticali di coperture piane;
- installazione su coperture che presentano dislivelli;
- installazione su falde particolarmente inclinate.
Potrebbe essere necessario giustificare nel progetto l’assenza di influenza negativa del
vento sulla prestazione di evacuazione degli ENFC installati rispetto al valore di Aa
dichiarato mediante prove o simulazioni che tengono conto di tutte le condizioni al
contorno ed in particolare la zona di installazione e l’ambiente circostante l’edificio.
BIBLIOGRAFIA
UNI EN 12101-3 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Specifiche per gli
evacuatori forzati di fumo e calore
UNI EN 12845 Installazioni fisse antincendio - Sistemi automatici a sprinkler -
Progettazione, installazione e manutenzione
UNI EN 1991-1-2:2004 Eurocodice 1 - Azioni sulle strutture - Parte 1-2: Azioni in generale
- Azioni sulle strutture esposte al fuoco
DIN 18232-2 Smoke and heat control systems - Part 2: Natural smoke and heat
exhaust ventilators; design, requirements and installation
CEN/TR 12101-4 Smoke and heat control systems - Part 4: Installed SHEVS
systems for smoke and heat ventilation
CEN/TR 12101-5 Smoke and heat control systems - Part 5: Guidelines on functional
recommendations and calculation methods for smoke and heat
exhaust ventilation systems
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