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Perché prima persona?

Cosa intendeva dire quel corvo magro, sproporzionato...

Poe nasce dai Poe nel 1809, tutti e due attori, che stanno per recitare una tragedia di shakespeare.
Re Lear.

Di cosa parla Re Lear?

Il dramma comincia con la decisione di re Lear di abdicare e dividere il suo regno fra le tre
figlie Goneril, Regan e Cordelia.
[…]
Dopo la sconfitta dei francesi, fatto prigioniero con la figlia, Lear pensa con gioia alla
prospettiva di vivere in prigione insieme a lei, ma Edmund ordina che essi siano
condannati a morte.
[…]
Edgar rivela a Edmund la propria identità e lo informa che il conte di Gloucester è appena
deceduto. Nell'apprendere questo, e le morti di Goneril e Regan, Edmund riferisce di aver
disposto l'uccisione di Lear e Cordelia, e dà ordine che l'esecuzione sia sospesa - forse il
suo unico gesto di bontà in tutto il dramma. Disgraziatamente, la sospensione arriva
troppo tardi. Lear appare sulla scena portando fra le braccia il cadavere di Cordelia, dopo
aver ucciso il servo che l'ha impiccata, poi muore anch'egli di dolore.

TROPPO TARDI. NEL DRAMMA, IN OGNI DRAMMA E’ SEMPRE TROPPO TARDI.

Ma torniamo a Poe.

Il padre abbandonò la famiglia nel 1810 mentre sua madre morì l'anno seguente a causa di
una feroce tubercolosi polmonare.

essendo rimasto orfano di entrambi i genitori, Poe fu messo in casa di John Allan, un
mercante scozzese di successo, presso Richmond.

Nel 1815 la famiglia Allan, insieme a Edgar, si trasferì in Gran Bretagna. Poe frequentò,
nello stesso anno e per un breve periodo, la scuola di grammatica presso Irvine,
in Scozia (paese natio di John Allan), prima di ricongiungersi alla famiglia a Londra nel
1816. Qui studiò in un collegio a Chelsea fino all'estate del 1817.

Dunque immaginate questo ragazzino che dall’america torna in inghilterra, cioè fa il percorso
inverso rispetto a tutti.

I genitori sono morti.

Il primo giorno di scuola gli danno una pala. A cosa serve, per giocare perché non c’è altro? No, non
c’è nessuna guerra. Davanti alla scuola c’è un cimitero e il preside deve essere uno di quei
razionalisti illuminati a cui candido di voltaire è andato di traverso, e la pala serve per scavare e
mettere i morti nel cimitero.
RAZIONALISMO: nel 1827 muore Pierre Simon LaPlace, un filosofo importantissimo per il
razionalismo. Fino alla meccanica quantistica c’è un periodo in cui vengono estremizzate le teorie
di Spinoza.
Alle lezioni di matematica fanno i conti nel cimitero.

Da bambino rivelò un'eccezionale memoria. La sua inclinazione, a volte forse eccessiva,


per le rime e le anafore gli valse presso i contemporanei l'appellativo di jingle-man, coniato
dal grande filosofo e poeta Ralph Waldo Emerson. La sua esagerata passione per musica e
poesia forse fu causa di un violento squilibrio del sistema nervoso e della fragilità della sua
esile fibra

Ha una memoria eidedica e il gusto per l’anafora.

Nell'estate del 1820 Poe tornò con gli Allan a Richmond, in Virginia.

Nello stesso anno, espulso dall'Accademia di Richmond, si invaghì di Elena Stannard,


madre di un suo compagno di studi. Inconsolabile per la precoce morte della signora
Stannard, dalle lettere si desume che per parecchi mesi si recò solo, di notte, anche sotto
la pioggia, a piangere disperatamente sulla tomba di lei.

Ritornato a Baltimora, sposò segretamente il 22 settembre 1835 sua cugina Virginia. Poe
aveva 26 anni, mentre Virginia solo 13, anche se sul certificato di matrimonio si attestava
che ne avesse 21.

Nel 1841, per il Gift e il Graham's Magazine, scrisse Eleonora e Autografia, Studi letterari e
critici su scrittori contemporanei, Il ritratto ovale, La vita della morte, La maschera della
morte rossa; compose I delitti della rue Morgue, considerato da molti il racconto
capostipite del genere poliziesco. In esso compare per la prima volta il personaggio del
detective criminologo Auguste Dupin, antesignano di quegli investigatori "deduttivi" che
avranno in Sherlock Holmes il più celebre rappresentante.

SPARIZIONI

OVVERO CHE, IN FIN DEI CONTI, IL DESIDERIO E LA DISTRUZIONE DEL


DESIDERIO SONO DUE COSE MOLTO PIU’ VICINE DI QUANTO SI PENSI.

Abbiamo quindi da una parte la poesia, anzi, più della poesia, la creazione, da parte di giovani
sudamericani di belle speranze, DI UN INTERO MOVIMENTO, e dall’altra l’idea che trovare
l'oggetto delle proprie ricerche equivalga a ucciderlo.
A ben vedere le due cose si collegano molto bene nella storia della letteratura.

Vi mostro un secondo questo libro di Milo De Angelis. È un bellissimo libro che per certi
versi assomiglia all’antologia di spoon river, quella da cui è tratto l’album di De Andrè non
al denaro né all’amore né al cielo.

Non ho mai visto un uomo


fissare con uno sguardo così assorto
quella sottile tenda azzurra
che i detenuti chiamano cielo.
…………………………………………
ognuno uccide ciò che ama.
Se ci pensate è una cosa intrippantissima. È una cosa collegata a Carmelo Bene, e a Stanze di
Agamben, e se la analizziamo esistono vari motivi per questo, e questi due tra tutti. Carmelo Bene.
Ma soprattutto Agamben. Cosa si fa con la donna amata? Ma soprattutto perché spesso la donna
angelo, l’unica donna possibile è quella che muore?
Agamben, in un saggio di Stanze, che forse è uno dei suoi libri per me più interessanti, dice una
cosa semplice: l’unico modo per rendere davvero l’amore puro è avere la donna in testa, crearne
un’immagine nella propria testa ed attendere che muoia, perché come fantasma il sentimento è in
realtà più reale. Una volta che è fantasma, il sentimento nei confronti della donna non può essere
smentito dalla realtà.
perché si uccide sempre ciò che si ama? Perché quando la poesia si scontra con la realtà si perde
l’idealizzazione, si perde l’astrattezza che rendeva belle le cose.

Gli scritti di Poe riflettono le sue teorie letterarie, che presentò ampiamente nelle sue
critiche e in alcuni saggi, come "Il principio poetico".[110] Non apprezzava il
didatticismo[111] e l'allegoria,[112] riteneva che il significato di uno scritto dovesse
essere celato sotto una lieve superficie. Opere con ovvi significati, scrisse, cessano di
essere arte.[113] Riteneva, inoltre, che il lavoro di qualità dovesse essere breve e
concentrato su uno specifico effetto singolo.[110] A tal fine, ritenne che lo scrittore
dovesse calcolare accuratamente ogni sentimento e ogni idea. [114]

Durante la sua vita, Poe fu per lo più riconosciuto come un critico letterario. Il
collega James Russell Lowell lo definì "il critico più esigente, filosofico e senza paura di
opere di fantasia che abbia mai scritto in America", suggerendo, in tono retorico, che di
tanto in tanto usasse l'acido prussico invece dell'inchiostro.

Come molti artisti famosi, le opere di Poe produssero degli imitatori.[127] Tra di essi vi fu la
tendenza di avere la pretesa di essere dei veggenti o sensitivi in grado di "canalizzare" lo
spirito di Poe nelle poesie. Tra i più importanti di essi vi fu Lizzie Doten, che nel 1863
pubblicò Poesie della Vita Interiore, in cui affermò di aver "ricevuto" nuove composizioni
dallo spirito di Poe. I suoi lavori furono rielaborazioni di celebri poesie di Poe, come The
Bells, ma che proponevano una nuova prospettiva positiva.[128]

Poe non ricevette solo elogi, ma fu anche criticato. Questo avvenne in parte a causa della
percezione negativa del suo carattere personale e dall'influenza della sua reputazione.
[121] William Butler Yeats criticò spesso Poe e una volta lo definì "volgare".[129] Il
trascendentalista Ralph Waldo Emerson parlò della poesia "Il Corvo" dicendo: "Non vi vedo
nulla in essa",[130] e derise l'autore definendolo "l'uomo della canzonetta".[131] Aldous
Huxley descrivendo la scrittura di Poe disse che "cade nella volgarità per essere troppo
poetica, l'equivalente di indossare un anello di diamanti su ogni dito

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