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Sicurezza sul lavoro in ufficio

Unità didattica 4
Rischi per la sicurezza e la salute

RISCHIO INCENDIO: MISURE DI SICUREZZA E PIANO DI


EMERGENZA

MISURE DI SICUREZZA PASSIVA:


• resistenza al fuoco delle strutture e delle porte
• compartimentazione
• comportamento al fuoco dei materiali.

MISURE DI SICUREZZA ATTIVA:


• impianti tecnologici di rilevazione e spegnimento
• aspetti gestionali ed organizzativi
• manutenzione programmata, tenuta dei registri di manutenzione, terminali di allarme in
posizione presidiata, dipendenti incaricati per misure di controllo elementi di sicurezza
(segnaletica, illumin. emergenza, cassette p.s., funzionamento porte antinc. e di sicurezza …).

PRESIDI ANTINCENDIO
Secondo l’allegato VI al DM 10 Marzo 1998 le misure di protezione antincendio devono essere oggetto
di opportuni controlli ed interventi manutentivi.

Tutte le misure di protezione antincendio sono previste per:


1. garantire il sicuro utilizzo delle vie di fuga
2. l’estinzione degli incendi
3. la rilevazione e l’allarme in caso di incendio

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Tutte queste misure devono essere oggetto di:
1. sorveglianza
2. controlli periodici
3. manutenzione

ESTINTORI PORTATILI
Gli estintori sono in molti casi i mezzi di primo intervento più impiegati per spegnare i principi di
incendio. Vengono suddivisi in: estintori portatili e carrellati.
Gli estintori sono classifcati in base alla capacità estinguente. Infatti sono sperimentati su fuochi di
diversa natura classifcati in base al tipo di combustibile: classe “A” fuochi di solidi con formazione di
brace - classe “B” fuochi di liquidi infammabili - Classe “C” fuochi di gas infammabili - Classe “D”
fuochi di metalli.
Tipologia di estintori esistenti: ad acqua, oramai in disuso; a schiuma, adatto per liquidi infammabili;
ad idrocarburi alogenati, adatto per motori di macchinari; a polvere, adatto per liquidi infammabili
ed apparecchi elettrici; ad anidride carbonica, idoneo per apparecchi elettrici.
Tenere presente che l’autonomia di un estintore è di poche decine di secondi perciò deve essere
utilizzato solo per sofocare un principio di incendio o per aprirsi una via di fuga se l’incendio è difuso.
Gli estintori debbono essere sempre posti nella massima evidenza in modo da essere facilmente
individuabili, preferibilmente vicino scale o accessi. Evitare di mettere estintori in zone a cul di sacco,
in modo da impedire che, per prendere un estintore, una persona resti intrappolata dal fuoco.

Tipologie di estintore portatili esistenti

ESTINTORE CARRELLATO ESTINTORE A CO2 ESTINTORE A POLVERE

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NASPI
Attrezzatura antincendio costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida
collegata a una estremità, in modo permanente, con una rete di alimentazione idrica in pressione e
terminante all’altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice e di chiusura del
getto.
Non usare acqua su impianti elettrici sotto tensione, per incendi di metalli, su sostanze che possono
reagire (es. acidi forti), su liquidi che galleggino sull’acqua (benzine oli, ecc.), su incendi di gas
infammabili.

Esempio di naspo che risulta molto più maneggievole nell’utilizzo rispetto a una lancia
antincendio.

NASPI

LANCE ANTINCENDIO
Esempio di lancia antincendio tipo a muro, dotata di tubazione e lancia, collocata in apposita cassetta.
Può essere azionata direttamente dall’operatore all’estremità del tubo aprendo il rubinetto e mettendo
la lancia nella posizione desiderata. Quando l’acqua non è più necessaria si può immediatamente
fermare il fusso.
L’uso delle lance antincendio ha le stesse regole degli estintori, con l’accortezza che il getto dell’acqua (ad
alta pressione, almeno 3 bar) deve essere adeguatamente controllato ad evitare una inutile dispersione
ed un errato puntamento.

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Non usare acqua su impianti elettrici sotto tensione, per incendi di metalli, su sostanze che
possono reagire (es. acidi forti), su liquidi che galleggino sull’acqua (benzine oli, ecc.), su
incendi di gas infammabili.

LANCE ANTINCENDIO

IDRANTI SOPRASUOLO
Attacco unifcato, dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato alla rete di
alimentazione idrica.

ATTACCO MOTOPOMPA VV.F


Esempio di gruppo attacco motopompa, collegato all’anello dell’impianto antincendio, permette di
portare acqua alla motopompa dei VV.F.

IDRANTE SOPRASUOLO ATTACCO MOTOPOMPA

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SEGNALETICA DI SICUREZZA

SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO - DEFINIZIONE SECONDO


L’ART. 162 DEL TITOLO V DEL DLGS 81/2008
Si intende per segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro, di seguito indicata “segnaletica di
sicurezza”: una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad una attività o ad una situazione determinata,
fornisce una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, e che
utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione
verbale o un segnale gestuale.

SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO


1. Cartelli di divieto
UN SEGNALE CHE VIETA UN COMPORTAMENTO CHE POTREBBE FAR CORRERE O
CAUSARE UN PERICOLO
Caratteristiche intrinseche: forma rotonda, pittogramma nero su fondo bianco, bordo e banda
(verso il basso da sinistra a destra lungo il simbolo, con un’inclinazione di 45°) rossi (il rosso
deve coprire almeno il 35% della superfcie del cartello).
2. Cartelli di avvertimento
SEGNALE CHE AVVERTE DI UN RISCHIO O PERICOLO
Caratteristiche intrinseche: forma triangolare, pittogramma nero su fondo giallo, bordo nero (il
giallo deve coprire almeno il 50% della superfcie del cartello).
3. Cartelli di prescrizione
UN SEGNALE CHE PRESCRIVE UN DETERMINATO COMPORTAMENTO
Caratteristiche intrinseche: forma rotonda, pittogramma bianco su fondo azzurro (l’azzurro
deve coprire almeno il 50% della superfcie del cartello).
4. Cartelli di salvataggio
SEGNALE CHE FORNISCE INDICAZIONI RELATIVE ALLE VIE DI USCITA DI
SICUREZZA O AI MEZZI DI SOCCORSO O DI SALVATAGGIO
Caratteristiche intrinseche: forma quadrata o rettangolare, pittogramma bianco su fondo verde
(il verde deve coprire almeno il 50% della superfcie del cartello).

VIETATO GUANTI DI PROTEZIONE SOSTANZE USCITA DI ESTINTORE


FUMARE OBBLIGATORIA NOCIVE EMERGENZA

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IL PIANO DI EMERGENZA: IL RUOLO DI ADDETTO ALL’EMERGENZA
In base all’art.5 del dm del 10 marzo del 1998 “criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione
dell’emergenza nei luoghi di lavoro” il datore di lavoro adotta le necessarie misure organizzative e
gestionali da attuare in caso di incendio riportandole in un piano di emergenza elaborato in conformità
ai criteri introdotti dal decreto stesso.

COSA DEVE CONTENERE NEI DETTAGLI IL PIANO DI EMERGENZA ?


Il piano di emergenza che deve essere predisposto e tenuto aggiornato, deve contenere:
• le azioni che i lavoratori devono metter in campo in caso di incendio
• le procedure per l’evacuazione del luogo di lavoro che devono essere attuate dai lavoratori e
dalle altre persone presenti
• le disposizioni per chiedere l’intervento dei vigili del fuoco e per fornire le necessarie
informazioni al loro arrivo
• le specifche misure per assistere le persone disabili.
Il piano di emergenza inoltre deve identifcare un adeguato numero di persone incaricate a sovrintendere
e controllare l’attuazione delle procedure previste.

CHI E’ L’ADDETTO ALL’EMERGENZA?


• È l’operatore addetto all’attuazione delle misure di prevenzione e lotta antincendi e di
evacuazione che deve avere ricevuto una specifca formazione antincendio
• È designato tra i lavoratori presenti in azienda.
• La qualifca professionale e il relativo addestramento sono direttamente correlati al compito da
svolgere in fase di emergenza.

L’ADDETTO ALL’EMERGENZA SOSTIENE UNA SPECIFICA FORMAZIONE PER


INTERVENIRE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA
Vigila sul mantenimento delle condizioni di sicurezza all’interno della propria struttura (controllo
periodico di attrezzature e fruibilità delle vie di esodo). È in grado di fronteggiare rapidamente e
tecnicamente l’evento e di ridurre per quanto possibile i danni utilizza i mezzi e l’equipaggiamento
predisposti dal datore di lavoro.
Gli incaricati per la gestione dell’emergenza possono essere gli stessi per l’antincendio e il
primo soccorso, sempre che siano idonei a svolgere entrambe le funzioni. Naturalmente vanno
adeguatamente formati e provvisti di mezzi.

QUAL È LA FUNZIONE DELL’ADDETTO DI EMERGENZA?


Intervenire al più presto sul luogo dell’emergenza per potersi rendere conto dell’accaduto e prendere
le misure necessarie: allertare i servizi esterni, prestare le prime cure in caso di infortunio, attivare il
sistema di allarme per l’evacuazione dei lavoratori, ecc.

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