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Il riferimento allo schermo di proiezione ha suggerito agli spettatori diverse espressioni legate al

linguaggio cinematografico: quelle oggettive come ad esempio, la "messa in quadro" per la ripresa di
oggetti e persone in movimento; e, alla stessa maniera, soggettive come "per fare il suo cinema"
(sognare di essere un realizzatore di film mentre lo si guarda può apparire un po' troppo ottimista o
addirittura patologico), "questo è il cinema" (affermazione che può apparire esagerata o menzognera)
poiché sempre diverse sono le reazioni che il pubblico prova nel guardare una pellicola, a riprova della
grande forza evocatrice di un film. In ogni caso, va ricordato che l'illusione ottica di un'immagine in
movimento non va confusa con il fenomeno più complesso dell'illusione filmica, vale a dire
quell'esperienza particolare per cui «mentre sappiamo che stiamo vedendo solo un film, tuttavia
sperimentiamo quel film come un mondo pienamente realizzato»[3].

Camera Arriflex 35 mm modello 435 Xtreme (2013)

Se i film che si propongono di rappresentare specifiche società diverse volte non ne riflettono
perfettamente la fedeltà[4] la loro diffusione è praticamente universale, le storie che vengono raccontate
sono basate il più delle volte sui grandi sentimenti a beneficio di tutta l'umanità. Il moltiplicarsi delle sale
cinematografiche, favorite dall'introduzione dei sottotitoli o dal doppiaggio dei dialoghi, è oggi diventata
secondaria rispetto al livello commerciale; le vendite dei diritti di diffusione sui canali televisivi sono
innumerevoli e la loro messa a disposizione nei diversi formati domestici sono diventati le principali fonti
di entrate per il cinema, con risorse che si sono rivelate colossali.
Secondo uno studio effettuato dalla ABN AMRO del 2000 circa il 26% delle entrate provenivano dalla
vendita dei biglietti nelle sale, il 28% provenivano dalla diffusione domestica, e il 46% invece
provenivano dalle vendite nei formati domestici[5]. Oggi, in assenza di statistiche, si può affermare che
la parte riguardante l'Home video abbia largamente superato il 50% a livello mondiale: il che significa
che attualmente la maggior parte della distribuzione dei film avviene in prevalenza in ambito privato
domestico, mentre la visione collettiva del film nelle sale è diventata minoritaria nonostante una
specializzazione sempre più minuziosa dei generi cinematografici che ha portato di conseguenza la
tendenza di riunire più sale di varia capienza in una sola struttura creata appositamente,
definita cinema multisala, che in realtà fecero la loro prima comparsa a livello quasi sperimentale in
Canada nel 1957[6], al quale si aggiunge un rispolvero, ulteriormente perfezionato, del cinema
tridimensionale.

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