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Problemi: i dirigenti vengono schiacciati dal personale ministeriale che non lascia loro ampio
margine decisionale, seppur vero che i primi non hanno voluto assumersi troppe responsabilità.
Riassumendo:
I FORMULA – GERARCHIA PIENA
II FORMULA – GERARCHIA ATTENUATA
III FORMULA – RAPPORTO DI DIREZIONE
2002 – max 3 anni per gli incarichi apicali + gli uffuvi di livello generale; max 5 anni
per gli altri
2015 – 4 anni per tutti e rinnovabili
Sul piano oggettivo, per l’accesso alle informazioni non soggette ad obbligo di pubblicazione sono
previsti limiti ed eccezioni piuttosto estesi: le amministrazioni possono negare l’accesso al fine di
evitare un pregiudizio concreto alla tutela di alcuni interessi pubblici o privati qualificati.
Ministeri
Ministero secondo le leggi cavouriane:
struttura uniforme, gerarchico patrimoniale. Tutti i poteri spettano al ministro che sta al vertice della
struttura. Alcune deleghe vengono affidate ai funzionari più elevati. I rapporti con l’esterno passano
esclusivamente attraverso il ministro.
Dalla fine del XIX secolo i funzionari più elevati degli uffici ministeriali ricevono deleghe sempre
più numerose e guadagnano nei fatti autonomie decisionali.
1970: i dirigenti hanno specifiche competenze. Le strutture amministrative operano come organi
aventi rilevanza esterna;
prima metà anni ’90: il ministro aveva funzioni di indirizzo politico e di controllo; i dirigenti
avevano tutte le funzioni di gestione ammnistrativa;
fine anni ’90: viene confermata la distinzione tra indirizzo politico e gestione ammnistrativa.
Vengono definiti 12 ministeri:
Uffici dirigenziali generali, individuati con regolamento emanato da ciascun ministro;
Uffici dirigenziali non generali, individuati con decreto ministeriale di natura non regolamentare.
Legge 124/2015
rafforzamento dei poteri di indirizzo e coordinamento del Presidente del Consiglio;
maggior flessibilità nell’organizzazione dei ministri.
Il ministro resta al vertice del suo dicastero. Al di sotto troviamo i ministri con indirizzo politico e
la verifica della sua attuazione e gli ufficioministeriali con gestione ammnistrativa e degli atti e
provvedimenti amministrativi che impegnano l’amministrazione verso l’esterno.
Agenzie amministrative
USA:o
tutto quello che non è riconducibile né al potere legislativo né al potere giudiziario;
ITALIA:
Agenzie ammnistrative sono PA dotate di funzioni tecnico-operative
Fino agli inizi degli anni ’90 del XX secolo erano regolate da normative speciali sulle singole
agenzie.
Dalla fine degli anni ’90 è stata introdotta la prima normativa organica sulle agenzie amministrative
che si occupa solo di quelle di interesse nazionale e dice che alle agenzie sono attribuite funzioni
tecnico-operative (come da definizione);
Il direttore ha nomina governativa, la sua carica ha durata di 3 anni e i suoi requisiti sono l’alta
professionalità, la capacità manageriale e la qualificata esperienza.
Le agenzie del modello speciale hanno più autonomia rispetto a quelle del modello generale.
Enti pubblici
Primaodelo‘900
Quasi esclusivamente territoriali: enti politici che perseguono interessi politici manifestandoli
all’interno del loro territorio: Regione, Province, Comuni – indipendenti dallo stato e
Dalo‘900
Si sviluppano gli enti pubblici FUNZIONALI. Sono enti monofunzionali che curano
esclusivamente un interesse pubblico o un insieme limitato di interessi pubblici determinati.
Troviamo gli
ENTI PUVVLICI FUNZIONALI ECONOMICI
Che sono persone giuridiche; gestiscono imprese in via esclusiva o principale. Ne sono alcuni
esempi (prima della loro trasformazione in spa) l’INA, ENEL FS, POSTE ITALIANE.
Adottano atti negoziali;
Gli atti di organizzazione sono regolamenti di impresa (tranne gli statuti di natura pubblicistica);
Il loro rapporto di lavoro è privatistico – le controversie che dovessero nascere sono di competenza
del giudice del lavoro.
CRISIoDELL’ENTEoPUBBLICOoECONOMICO
Le entrate erano principalmente finanziamenti pubblici. Ora la normativa li vieta per salvaguardare
la concorrenza. Inoltre l’attuale art 106 TFUE sottopone alle regole di concorrenza anche i
monopoli attribuiti a enti pubblici funzionali economici.
Le imprese gestite da enti pubblici economici hanno dato prova di inefficienza rispetto alle imprese
private (che tra l’altro hanno anche la giurisprudenza comunitaria a favore).
Autorità indipendenti
Con esse il cordone ombelicale che collega la politica alla pubblica amministrazione si spezza.
Tratti caratterizzanti:
Elevata esperienza tecnica: svolgimento di funzioni tecniche regolatorie. Quasi giudiziali.
Estraneità sostanziale dall’indirizzo politico; sono indipendenti dal potere governativo.
NON esiste un modello omogeneo: si sono sviluppate a seconda delle esigenze e dei
problemi concreti
L’AEEG è un organo SEMINDIPENDENTE. Per lui valgono indirizzi generali da parte del
governo.
Problemi:
Aggravio ella spesa pubblica;
Corruzione;
Sovrapposizione di deroghe alla disciplina privatistica di base;
Distorsione della concorrenza.
Funzione amministrativa
Insieme delle attività svolte dalla pubblica amministrazione aventi carattere di funzione (attività
giuridicamente rilevante nel suo complesso). Comprende tutte le attività pubblicistiche e
autoritative e quelle privatistiche e consensuali.
Servizioimprenditoriali:
1. Privatizzati: gli si applicano le regole del mercato e della concorrenza. I rapporti sono
regolati dal diritto privato.
2. Affidati a soggetti legati alla sfera pubblica: non sono sottoposti a regolazione
indipendente (ferrovie). Hanno scarsa protezione nelle situazioni soggettive degli utenti.
3. Servizi imprenditoriali locali: abbiamo gli affidamenti diretti detti anche IN HOUSE.
Beniopubblicioeoproprietà
Le AP dispongono di beni che appartengono ad esse a titolo proprietario. Vengono utilizzati ad uso
esclusivo come strumenti materiali per il funzionamento della stessa: per la fruizione dell’intera
collettività o alla gestione del servizio pubblico. Tali beni possono essere ricondotti alla definizione
di BENE PUBBLICO.
Le AP possono utilizzare per il proprio funzionamento anche beni privati attraverso, ad esempio, la
locazione, l’espropriazione, la requisizione.
Oggi la regolazione dei beni pubblici è molto variegata. Si compone di tanti corpi normativi diversi
rispondenti a logiche differenti, che vanno dalla MAGGIOR PROTEZIONE DI ALCUNI BENI A
FRUIZIONE COLLETTIVA all’AMPLIAMENTO DELLE IPOTESI DI CESSIONE DI BENI
PUBBLICI AI PRIVATI.
Il Codice Civile si limita ad elencare alcune categorie di beni pubblici e a dettarne il relativo regime
giuridico. Le due categorie maggiori sono i BENIoDEMANIALI e BENIoPATRIMONIALI
(disponibili e indisponibili).
BENI DEMANIALI NECESSARI: esclusivamente in titolarità di enti territoriali. Ne è disponibile
un elenco tassativo tra cui i lidi di mare, le spiagge e i porti. Essi NON possono NON
APPARTENERE ALLO STATO.
BENI DEMANIALI EVENTUALI: beni che si qualificano come demaniali solo se appartenenti
allo Stato. Ne sono un esempio le strade, autostrade, acquedotti che possono essere altresì privati.
I BENI DEMANIALI sono INALIENABILI e non possono formare oggetto di diritto a favore di
terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge che li riguardano. Un classico caso è la
cessione.
BENI PATRIMONIALI: beni appartenenti allo stato o ad altri enti pubblici che non sono
riconducibili ai beni demaniali.
Tra i beni patrimoniali indisponibili si possono trovare elencati. Vi rientrano le foreste, le miniere,
le cave e le torbiere (se la disponibilità ne è sottratta al proprietario del fondo), cose di interesse
storico, archeologico, caserme, armamenti e altri beni destinati a un pubblico servizio. Tutti gli altri
beni appartenenti a pubblici poteri rientrano nel patrimonio disponibile; seguono la disciplina
giuridica della proprietà privata.
Procedimento amministrativo
Sequenza di atti, adottati da amministrazioni pubbliche e da privati, che sfociano in un
provvedimento amministrativo o in una misura consensuale ascrivibile alla categoria degli accordi
amministrativi.
La legge 241/1990 detta le regole generali sui procedimenti che si concludono con:
normativa ampia, che riguarda i “procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti
amministrativi”. Per tali tipi di procedimenti il silenzio assenso da strumento di carattere
eccezionale si è trasformato in meccanismo di carattere generale, che dovrebbe costituire la regola
in caso di inerzia della pubblica amministrazione; la norma prevede diverse eccezioni
Silenzio diniego -il procedimento si conclude-
Caso di silenzio espressamente qualificato come rigetto dell’istanza. Ad esempio quello relativo
all’autorizzazione richiesta dal dipendente pubblico per l’espletamento di incarichi conferiti da
soggetti diversi dalle pubbliche amministrazioni e quello concernente la richiesta di accesso ai
documenti amministrativi.
Silenzio inadempimento
L’amministrazione è inadempiente perché non ha concluso il procedimento. Negli altri due casi il
procedimento si conclude: con l’accoglimento tacito dell’istanza nel caso del silenzio assenso; o
con il provvedimento negativo tacito, nel caso del silenzio diniego. È previsto il ricorso al giudice
amministrativo avverso l’inerzia dell’amministrazione.
La mancata emanazione del provvedimento nei termini costituisce comunque elemento di
valutazione della responsabilità del dirigente ammnistrativo. È prevista, inoltre, un’azione di
risarcimento per il danno ingiusto nei casi di inosservanza dolosa o colposa del termine.
Silenzio tra amministrazioni pubbliche
Ove vi sia prevista l’acquisizione di assensi, concerti o nulla osta da parte di amministrazioni
pubbliche, o di gestori di beni o servizi pubblici per l’adozione di provvedimenti amministrativi o
normativi di competenza di altre AP, viene comunicato il loro assenso entro un termine di 30 giorni
dal ricevimento dello schema di provvedimento. Se scaduti i 30 giorni, non vi è stato comunicato
l’assenso o il concerto o il nulla osta, l’atto si intende acquisito.
Obbligo di motivazione
Rientra tra i principi del procedimento. Vanno indicati i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche
della decisione. La legge generale sul procedimento prevede alcuni limiti all’obbligo di
motivazione:
Non è richiesta per gli atti normativi e per quelli a contenuto generale;
I provvedimenti puntuali vanno sempre motivati.
Nei casi di manifesta irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza della
domanda l’amministrazione può concludere il procedimento con un “provvedimento
espresso redatto in forma semplificata, la cui motivazione può consistere in un sintetico
riferimento al punto di fatto o di diritto ritenuto risolutivo”
Va ricordato l’uso della telematica nei rapporti sia interni che con i privati per soddisfare l’esigenza
di maggior efficienza degli apparati amministrativi
Provvedimento amministrativo
È l’atto amministrativo più importante del procedimento. L’ atto finale del procedimento.
È un atto costitutivo in senso giuridico: è l’unico che costituisce, modifica o estingue situazioni
soggettive degli amministrati.
È l’unico atto del procedimento amministrativo impugnabile dal giudice.
Annullamento d’ufficio:
provvedimento di 2 grado che rimarrà affetto da un vizio di legittimità. Devono sussistere ragioni di
interesse pubblico e attuale.
Deve intervenire sul provvedimento amministrativo di 2 grado entro 18 mesi (tranne quando il
provvedimento sia stato adottato sulla base di falsità).
Può agire retroattivamente.
Può essere convalidato purché esistano ragioni di pubblico interesse.
Provvedimento
Efficacie: idoneo a produrre effetti;
Esecutività può essere equiparata all’efficacia o si riferisce all’eseguibilità del provvedimento: è
l’attitudine del provvedimento stesso ad essere eseguito, quindi a conseguire concretamente i suoi
effetti.
Esecutorietà: è il potere dell’amministrazione di procedere all’esecuzione coattiva del
provvedimento ove l’amministrato non ottemperi ad un obbligo posto a suo carico, ostacolando la
realizzazione del risultato effettivo dell’attività amministrativa
La pubblica amministrazione deve rispettare non solo le leggi, ma anche i principi di diritto e le
regole comunitarie.
Principioodioimparzialità: Il principio di imparzialità è collegato al corretto esercizio delle scelte
della pubblica amministrazione che implicano ponderazione fra interessi diversi.
L’imparzialità vale come divieto di discriminazioni, di favoritismi. Essa confina con l’eguaglianza.
L’imparzialità tende ad attenuare la politicità dell’amministrazione e da essa discendono obblighi
specifici delle pubbliche amministrazioni, come
l’obbligo di determinare criteri e modalità prima di procedere,
l’obbligo della pubblica amministrazione di compiere un’adeguata valutazione di tutti gli interessi
in gioco prima di decidere, che essi siano pubblici, privati, collettivi o diffusi,
l’obbligo di astensione del funzionario amministrativo in caso di conflitti d’interesse.
Principioodiotrasparenza: Il principio di trasparenza ha trovato grande sviluppo nel diritto
commerciale e nel diritto dell’economia, soprattutto in materie come quella dei mercati finanziari.
Le imprese che operano nel settore bancario, o dei valori mobiliari, o dei prodotti assicurativi, sono
tenute a rispettare un obbligo di trasparenza a favore di risparmiatori, di investitori, di assicurati, i
quali trovano nell’esistenza di tale obbligo una garanzia necessaria per compensare l’asimmetria
informativa che li pone in posizione di debolezza.
Così, i rischi legati a certe azioni od obbligazioni devono essere chiaramente evidenziati a tutela del
consumatore.
La trasparenza è divenuta principio operante anche per le attività della pubblica amministrazione. A
questo principio si riconducono l’obbligo di motivazione del provvedimento amministrativo, il
diritto di accesso ai documenti, la pubblicità di alcune fasi di procedure di concorso o di
aggiudicazione dei contratti pubblici.
Il decreto legislativo di attuazione della legge ha introdotto un’apposita disciplina della trasparenza,
ponendo in capo alle amministrazioni un obbligo di pubblicazione di determinate informazioni,
relative soprattutto ad atti, di natura sia pubblicistica che privatistica, incidenti sulla spesa pubblica;
e ha riconosciuto a “chiunque” un diritto di “accessoocivico” alle informazioni non pubblicate dalle
amministrazioni, in violazione del predetto obbligo. Quest’ istituto si fonda sulla titolarità di un
interesse “concreto, diretto e attuale” a prendere visione del documento.
Di recente, il legislatore ha varato ulteriori norme sulla trasparenza, a modifica delle precedenti
disposizioni in materia.
In materia di trasparenza, da un lato, è stato modificato l’ambito delle informazioni che le pubbliche
amministrazioni sono obbligate a pubblicare, con l’obiettivo di ridurne i confini, al fine di diminuire
gli oneri gravanti sulle amministrazioni medesime; d’altro lato è stato introdotto un nuovo
strumento di accesso civico ai dati e ai documenti detenuti da pubbliche amministrazioni.
Questo nuovo strumento riconosce a “chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni
giuridicamente rilevanti” il diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche
amministrazioni, nel rispetto di alcuni limiti tassativamente dettati dalla legge.
La correttezza vale per le parti di un rapporto obbligatorio. “le obbligazioni derivano da contratto,
da fatto illecito o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle”. Quindi le obbligazioni possono
derivare anche da procedimento e da provvedimento.
Il principio di correttezza si applica alla materia dei contratti delle pubbliche amministrazioni, ai
procedimenti e provvedimenti.
La violazione della correttezza può comportare una “responsabilità da contratto” della pubblica
amministrazione che comporta l’inversione dell’onere della prova, ponendola a carico
dell’amministrazione.
Il principio di libera concorrenza
Il principio e le regole di libera concorrenza sono nati nel diritto commerciale e valgono in primo
luogo per le imprese.
Vi sono norme comunitarie e norme nazionali che, in armonia con il principio, vietano le intese tra
imprese che restringono la concorrenza, gli abusi di posizione dominante e le concentrazioni che
ostacolano sostanzialmente il gioco concorrenziale.
Negli ultimi anni il principio di libera concorrenza è divenuto principio generale applicabile anche a
soggetti pubblici e a poteri pubblici quali i legislatori e le pubbliche amministrazioni.
Art 119 TFUE obbliga le istituzioni dell’unione europea e gli stati membri a conformarsi nelle loro
politiche economiche e nelle relative regolazioni al principio di “un’economia d mercato aperta e in
libera concorrenza”.
I legislatori statali e regionali devono rispettare i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario.
Inoltre si attribuisce alla legislazione statale in via esclusiva la materia denominata “tutela della
concorrenza”.
Il principio di libera concorrenza vale per le amministrazioni pubbliche, anche al di fuori della loro
attività imprenditoriale. Negli ultimi anni la giurisprudenza ha impiegato il principio di concorrenza
in materia di contratti delle pubbliche amministrazioni. Ora l’affidamento dei contratti aventi ad
oggetto l’acquisizione di servizi, prodotti, lavori ed opere deve rispettare anch’esso il principio di
libera concorrenza.
Il principio di buon andamento
È un concetto molto ampio che fa pensare al comportamento del buon padre di famiglia. La
giurisprudenza ha ricondotto al buon andamento l’economicità, l’efficienza, l’efficacia, la
tempestività dell’azione amministrativa
Il principio di ragionevolezza
Il punto di riferimento della ragionevolezza è stato l’obbligo di motivazione dell’atto, della
decisione, del provvedimento amministrativo. L sfera dell’irragionevole viene ad essere assai
circoscritta e l’amministrazione ha largo margine di manovra senza dover temere annullamenti da
parte del giudice. Anche per la ragionevolezza può dirsi che siamo in presenza di un principio
legato alle attività autoritative dei pubblici poteri.
Il principio di proporzionalità
Affinché la decisione amministrativa sia proporzionata devono sussistere essenzialmente tre profili:
L’adeguatezza della decisione medesima la fine che s’intende realizzare;
il fatto che la misura non ecceda quel che è necessario per raggiungere il fine prefisso e che non
esistano misure meno restrittive nei confronti degli amministrati;
l’equilibrata proporzione fra le utilità pubbliche al cui perseguimento la decisione è finalizzata e i
sacrifici imposti.
Il sacrificio delle situazioni giuridiche che il provvedimento dell’amministrazione comporta deve
essere proporzionato rispetto al beneficio ottenuto.
È chiaro che il principio di proporzionalità riguarda essenzialmente l’attività autoritativa e
pubblicistica della pubblica amministrazione e, in particolare, le misure amministrative restrittive,
che impongono sacrifici ai privati.
Il principio di partecipazione
Il principio è che l’amministrato possa esprimere la propria “Voce”, oralmente o per iscritto, prima
della decisione amministrativa;
che possa partecipare al procedimento che conduce al provvedimento finale.
Siamo in presenza di un principio strettamente connesso all’attività autoritativa della pubblica
amministrazione.
Il mancato rispetto del principio di partecipazione dovrebbe viziare il provvedimento finale
rendendolo annullabile, ma nel nostro ordinamento è stata introdotta una norma controversa che
dice che – il provvedimento vincolato, non discrezionale, adottato in violazione di norme sul
procedimento o sulla forma degli atti non è annullabile se sia palese che il suo contenuto dispositivo
non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato-.
L’istituto della conferenza dei servizi è stato recentemente oggetto di una serie di modifiche operate
dal D.Lgs. n. 127/2016
La nuova disciplina:
1. le modalità di svolgimento della conferenza divengono più semplici e veloci;
2. assicura tempi certi di conclusione delle procedure per i cittadini, le imprese e per le opere
pubbliche;
3. consente alle amministrazioni di decidere, lavorando meglio ed eliminando l’elevato numero
di riunioni, la corsa a “ostacoli” per convocarle e le molte conferenze che “vanno deserte”.
A seconda della fase procedimentale in cui viene utilizzata e, dello scopo per cui è posta in essere,
avremo i seguenti tipi di conferenza di servizi:
I) istruttoria: È indetta per effettuare un esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti
in più procedimenti amministrativi connessi; serve a porre in rilievo le esigenze e gli
interessi di ciascuna amministrazione coinvolta. La può indire l’amministrazione
procedente nella persona del responsabile del procedimento;
II) decisoria: Attraverso la conferenza di servizi decisoria l’amministrazione procedente
può emettere una decisione che sostituisce ed ingloba in se tutte le determinazioni delle
differenti amministrazioni che è necessario acquisire nel procedimento.
III) Preliminare: ha lo scopo di indicare al richiedente, prima della presentazione di
un’istanza o di un progetto definitivo, le condizioni per ottenere i necessari pareri, intese,
concerti, nulla osta, autorizzazioni, concessioni o altri atti di assenso;
Contratto d’appalto
Strumento riconducibile alla figura giuridica del contratto.
Hanno assunto estensione e complessità sempre maggiori. Esistono gli appalti pubblici di opere,
forniture e di servizi. La fase preliminare alla conclusione del contratto, la procedura ad evidenza
pubblica finalizzata alla scelta del contraente privatosi fonda sulla logica della scelta del contraente
più “conveniente” per l’amministrazione ma anche sulle ragioni di tutela della concorrenza nel
mercato unico europeo
Globaloservice: affidamento di servizi di diversa natura ad un unico appaltatore.
DIA e SCIA
DIA: dichiarazione di inizio attività -1990- art 19 legge 241/1990 è servito alla pubblica
amministrazione italiana per agevolare e snellire il procedimento relativo a pratiche edilizie, di
minor peso urbanistico, sull'attività edilizia che si svolgeva sul proprio territorio.
Aveva struttura “bifasica”:
1. Il privato presentava all’amministrazione una dichiarazione di volontà di intraprendere una
determinata attività.
2. Dopo 30 giorni le si andava a notificare l’effettivo avvio ai lavori
A questo punto l’amministrazione poteva controllare ex post la regolarità dei requisiti di legge e
vietare la prosecuzione in caso questi fossero carenti.
SCIA: segnalazione certificata di inizio attività art 19 legge 124/2015. Istituto che ha sostituito la
DIA semplificando maggiormente la procedura. Consta di un unico atto del privato: la segnalazione
di inizio attività. Dalla data di presentazione della segnalazione, corredata dalle documentazioni,
l’attività può essere iniziata.
L’amministrazione è tenuta a rilasciare immediatamente una ricevuta che attesta l’avvenuta
presentazione della segnalazione.
la SCIA si applica quando la possibilità di avviare un’attività privata sia sottoposta all’adozione di
particolari atti di tipo autorizzatorio da parte di PA.
Ha natura di atto del privato che SOSTITUISCE il procedimento autorizzatorio preliminare.