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Diritto Amministrativo Domande+Risposte 2018 2019

Diritto Amministrativo Classe 1 (Università Ca' Foscari Venezia)

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Definizione di Pubblica Amministrazione


La Pubblica Amministrazione può essere vista come:
PA in senso oggettivo: attività volta alla cura degli interessi pubblici
PA in senso soggettivo: insieme dei soggetti che esercitano tali funzioni
Le PA sono, ad esempio, le strutture che si occupano dell’attività caratterizzata dalla cura concreta
degli interessi pubblici che vista sotto vari aspetti viene svolta sotto le tutte e tre le sedi legislativa,
esecutiva e giudiziaria.
Il problema delle PA è che nello svolgimento delle loro attività non riescono a tenere una
distinzione netta tra le 3 funzioni.
Esecutiva: funzione svolta dal governo;
Legislativa: consiste in una serie di passaggi chiamato ITER LEGISLATIVO con cui si propone,
modifica e approva una legge;
Giurisdizionale: che si esprime attraverso la figura di un giudice che in caso di illegittimità farà dei
controlli sull’operato del governo e degli apparati esecutivi.
Della PA troviamo la definizione nell’art. 93 della costituzione, il quale dice: i pubblici uffici sono
“organizzati” secondo disposizione di legge. La legge provvede alla loro “organizzazione”. Dispone
inoltre che alle amministrazioni pubbliche si acceda mediante concorso pubblico (salve per le
eccezioni previste dalla legge).
Il legislatore non offre una definizione generale di PA, ma indica figure soggettive.
Nel D.lgs 165/2001 si trova un elenco che individua le PA tenute all’applicazione del regime di
impiego pubblico tra cui tutte le amministrazioni dello Stato come Regioni, Province e Comuni
La legge 241/1990 menziona, invece, le PA tenute ad applicare i principi e le regole da essa dettate.

I caratteri iniziali del diritto amministrativo


1. Connessione tra il Diritto amministrativo e lo Stato: il DA è il diritto dello stato ed in
particolare del governo centrale;
2. Grande differenza e sostanziale incomunicabilità tra diritti amministrativi di stati
diversi: ogni stato ha un suo diritto amministrativo che regola l’attività della PA
disciplinandone il rapporto con i cittadini e non dialoga con quelli degli altri stati;
3. Lontananza dal diritto privato: a differenza del diritto amministrativo, il diritto privato
cerca, con il suo potere, l’equilibrio paritario;
4. Rapporti alterni con la regolazione dell’Economia: il diritto amministrativo nasce come
diritto alla tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza, quindi come attività di prescrizione.
Gradualmente diviene anche attività di prestazione, e attraverso alcune figure, come il
prefetto, comincia ad intervenire in quello che è l’ambiente economico.

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Rapporti tra politica e PA


Alle origini del diritto amministrativo il ministro era il capo gerarchico dell’organizzazione
ministeriale.
Si presentava una struttura piramidale:
Ministro: figura politica ed amministrativa;
Direzioni ed Uffici con direttori,
funzionari
addetti.

Col passare del tempo ci si avvia ad una AUTONOMIZZAZIONE del POTERE


AMMINISTRATIVO rispetto a quello ESECUTIVO-GOVERANTIVO, questo in quanto i ministri
non riescono più a seguire tutti gli affari amministrativi e li delegano alle PA.
Assume quindi maggiore peso decisionale la struttura amministrativa, prima sottomessa ai ministeri
e di conseguenza ai loro ministri.
Da un alto troviamo l’Art 95 della costituzione sottolinea il ruolo essenziale della politica nei
confronti dell’amministrazione, dall’altro la stessa costituzione apre verso l’autonomia e la
neutralità delle PA attraverso norme che determinano le responsabilità proprie dei funzionari
nell’ordinamento degli uffici e la regola del concorso pubblico per l’accesso agli impieghi.
L’evoluzioneodelorapportootraopoliticaoeoPA
1. IoFORMULAo
 Legislazione Cavouriana:
Tutte le funzioni decisionali erano affidate ai ministri;
I dirigenti non erano legittimati ad adottare atti rilevanti verso l’esterno, tranne attraverso alcune
deroghe derivanti dal ministro in via eccezionale.
Prevale il rapporto gerarchico
 Amministrazione Crispi
Aumentano i compiti delle PA e abbiamo la specializzazione di alcune funzioni.
Il ruolo dei funzionari amministrativi si rafforza rispetto a quello dei politici.
 Giolitti
Continua a crescere il potere della PA: i dirigenti assumono forti poteri decisionali e con
l’espansione degli enti pubblici diminuisce sempre più l’influenza della politica sulla PA.
La tendenza prosegue fin dopo la II guerra mondiale.

2. IIoFORMULA Anni ’70 – Riforma della Dirigenza


Per legge alcune competenze funzionali vengono affidate ai dirigenti le quali sono indipendenti
da atti di delega del ministro. IL MINISTRO NON HA PIÙ POTERE DI ORDINE, MA DI
DIRETTIVA!
La gerarchia si attenua.
Gli uffici dirigenziali non sono più meri uffici interni ma assumono limitata rilevanza esterna
In forma piramidale troviamo:
Dirigente Generale
Dirigente superiore
Primo dirigente
Essi vengono distinti per ruolo, carriera e il loro incarico dura 2 anni.

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Problemi: i dirigenti vengono schiacciati dal personale ministeriale che non lascia loro ampio
margine decisionale, seppur vero che i primi non hanno voluto assumersi troppe responsabilità.

Legge142/1990 I dirigenti assumono spazi sempre maggiori

3. IIIoFORMULA Oggi – D.lgs 29/1993


Si va a distinguere:
 L’indirizzo politico e il controllo sulla sua attuazione affidati all’organo di governo.
Esiste un elenco puntuale degli atti di competenza degli organi di governo, come la
determinazione dei criteri generali in materia di ausili finanziari.
Il ministro non ha più il potere di avocazione che ora solo previsti in casi di necessità ed
urgenza.
Permane il potere di annullamento ministeriale per motivi di legittimità.
 Gestione amministrativa affidata al dirigente.
Hanno competenza definitiva dalla legge in via generale: autonomia dei poteri di spesa
per la gestione finanziaria.
Sono responsabili in via esclusiva dell’attività amministrativa, della gestione e dei
relativi risultati.

Riassumendo:
I FORMULA – GERARCHIA PIENA
II FORMULA – GERARCHIA ATTENUATA
III FORMULA – RAPPORTO DI DIREZIONE

LEGGE 124/2015: DETTA LE REGOLE SU DIVERSI PROFILI RILEVANTI DELLA


DISCIPLINA DELLA DIRIGENZA.
 Disciplina delle qualifiche dirigenziali;
PRIMA: c’era distinzione tra il dirigente e il dirigente generale.
ORA: non esiste più distinzione.
 Ruolo unico dei dirigenti statali, regionali e enti locali.
I dirigenti ella PA hanno ampia possibilità di passaggio tra i diversi ruoli unificati.
L’Accesso è per corso-concorso o per concorso secondo le migliori pratiche utilizzate in
ambito internazionale
 Formazione dei dirigenti pubblici;
All’inizio i corsi di formazione venivano fatti dopo il reclutamento.
Dopo la seconda guerra mondiale, questi, divennero corsi di preparazione al concorso.
1957 nascita della scuola della PA.
OGGI c’è stata una revisione della struttura e delle funzioni della scuola inserendo anche
obblighi formativi annuali
 Funzioni conferite al personale dirigente o ad esterni con particolari requisiti mediante
apposto incarico.
- Incarichi apicali;
- Incarichi di direzione di uffici di livello dirigenziale generale;
- Incarichi di direzioni di altri uffici dirigenziali.
 Durata degli incarichi.
 Ogni incarico è a TEMPO DETERMINATO.
2001 – tra i 2e i 7 anni con facoltà di rinnovo

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2002 – max 3 anni per gli incarichi apicali + gli uffuvi di livello generale; max 5 anni
per gli altri
2015 – 4 anni per tutti e rinnovabili

REVOCA DEGLI INCARICHI


2002
 dopo 90 giorni dal voto di fiducia al governo per gli incarichi apicali e per gli uffici
dirigenziali generali;
 dopo il 60esimo giorno dalla data di entrata in vigore della stessa legge per gli incarichi di
direzione di uffici dirigenziali generali e solo dopo un’accertata responsabilità in presenza di
determinati presupposti.
CI SONO CRITICHE SUL FATTO CHE SIA INCOSTITUZINALE IN QUANTO VIOLA
IL PRINCIPIO DI CONTINUITÀ E BUON ANDAMENTO

Il diritto di accesso ai documenti amministrativi


Affinché la “voce” dell’amministrato si possa esprimere con la maggiore efficacia possibile, è
necessario che essa si fondi su di una “visione” compiuta degli atti e dei documenti del
procedimento che conduce alla decisione amministrativa.
La “visone” avviene prima della “voce”.
Il diritto di accesso ai documenti amministrativi è stato introdotto solo in fasi recenti del diritto
amministrativo.
Per quanto riguarda l’Italia, il legislatore essendo intervenuto più tardi di altri ha potuto apprendere
dalle altre esperienze giuridiche l’importanza di affiancare la “visione” alla ”voce”.
La legge sul procedimento configura il diritto di accesso ai documenti amministrativi come
“principio generale dell’attività amministrativa”.
Sotto il profilo dei soggetti, il diritto di accesso “si esercita nei confronti delle pubbliche
amministrazioni, delle aziende autonome e speciali, degli enti pubblici e dei gestori di pubblici
servizi” e anche nei confronti delle “autorità di garanzia e vigilanza..” nell’ambito dei rispettivi
ordinamenti
PUBBLICHE AMMINISTRAZIONE: sia soggetti di diritto pubblico che soggetti di diritto privato
limitatamente alla loro attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o comunitario.
Sotto il profilo oggettivo, il diritto di accesso si applica alle attività autoritative delle pubbliche
amministrazioni e alle attività di tipo non autoritativo.
Il principio dell’accesso è orientato al fine di “favorire la partecipazione e assicurare l’imparzialità e
la trasparenza”.
Il principio dell’accesso ai documenti è collegato con quello della trasparenza e ne favorisce la
realizzazione.
Vi sono 3 tipi di diritto di accesso:
1. Accesso consentito solo a chi sia titolare di un “interesse diretto, concreto e attuale,
corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è
chiesto l’accesso”: vi è dunque una limitata legittimazione soggettiva; è sempre richiesta la
motivazione dell’istanza di accesso.
2. Accesso consentito a chiunque alle informazioni che le amministrazioni hanno l’obbligo di
pubblicare, nel caso tale obbligo non sia rispettato;
3. Accesso alle informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni, indipendentemente
dall’obbligo di pubblicazione

Sul piano oggettivo, per l’accesso alle informazioni non soggette ad obbligo di pubblicazione sono
previsti limiti ed eccezioni piuttosto estesi: le amministrazioni possono negare l’accesso al fine di
evitare un pregiudizio concreto alla tutela di alcuni interessi pubblici o privati qualificati.

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Ministeri
Ministero secondo le leggi cavouriane:
struttura uniforme, gerarchico patrimoniale. Tutti i poteri spettano al ministro che sta al vertice della
struttura. Alcune deleghe vengono affidate ai funzionari più elevati. I rapporti con l’esterno passano
esclusivamente attraverso il ministro.

Dalla fine del XIX secolo i funzionari più elevati degli uffici ministeriali ricevono deleghe sempre
più numerose e guadagnano nei fatti autonomie decisionali.

1970: i dirigenti hanno specifiche competenze. Le strutture amministrative operano come organi
aventi rilevanza esterna;

prima metà anni ’90: il ministro aveva funzioni di indirizzo politico e di controllo; i dirigenti
avevano tutte le funzioni di gestione ammnistrativa;

fine anni ’90: viene confermata la distinzione tra indirizzo politico e gestione ammnistrativa.
Vengono definiti 12 ministeri:
Uffici dirigenziali generali, individuati con regolamento emanato da ciascun ministro;
Uffici dirigenziali non generali, individuati con decreto ministeriale di natura non regolamentare.

La norma di legge primaria si limita a determinare il numero dei ministeri e ad elencarli:


dipartimenti: svolgono funzioni concernenti grandi aree di materie omogenee
direzioni generali: sono strutture a cui vengono affidati ambiti di materie tendenzialmente più ridotti
rispetto a quelli dei dipartimenti. Hanno un capoodipartimento con compiti di coordinamento,
direzione e controllo. È responsabile dei risultati ottenuti. È prevista la figura del segretario generale
che opera alle dirette dipendenze del ministro. È il filtro tra politica e pubblica amministrazione.
I ministri si avvalgono dei viceministri, dei sottosegretari e degli uffici di diretta collaborazione.

Legge 124/2015
 rafforzamento dei poteri di indirizzo e coordinamento del Presidente del Consiglio;
 maggior flessibilità nell’organizzazione dei ministri.

Il ministro resta al vertice del suo dicastero. Al di sotto troviamo i ministri con indirizzo politico e
la verifica della sua attuazione e gli ufficioministeriali con gestione ammnistrativa e degli atti e
provvedimenti amministrativi che impegnano l’amministrazione verso l’esterno.

Agenzie amministrative
USA:o
tutto quello che non è riconducibile né al potere legislativo né al potere giudiziario;

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ITALIA:
Agenzie ammnistrative sono PA dotate di funzioni tecnico-operative
Fino agli inizi degli anni ’90 del XX secolo erano regolate da normative speciali sulle singole
agenzie.
Dalla fine degli anni ’90 è stata introdotta la prima normativa organica sulle agenzie amministrative
che si occupa solo di quelle di interesse nazionale e dice che alle agenzie sono attribuite funzioni
tecnico-operative (come da definizione);

Agenzie amministrative modello generale:


 godono di autonomia ma sono sottoposte ai poteri di indirizzo e vigilanza di un ministro;
 c’è un direttore generale di nomina governativa
 sono stati emanati statuti che tra le altre cose:
1. definiscono le attribuzioni del direttore generale;
2. individua i poteri di vigilanza ministeriale;
in questi statuti manca una piena autonomia essendo preposti dal presidente del consiglio dei
ministri.
 Appaiono più autonome rispetto agli uffici dei ministeri dalla politica
 Ricevono una regolamentazione derogatoria rispetto a quella relativa al modello generale
 Intervengono convenzioni tra ministro e Agenzia speciale che fissano:
1. Obiettivi da raggiungere;
2. Direttive generali;
3. Strategie per il miglioramento;
4. Modalità di vigilanza sull’operato delle agenzie.

Agenzie ammnistrativo del modello speciale


I poteri di alta vigilanza vanno al ministro dell’economia e delle finanze.
Vi rientrano le Agenzie Fiscali che hanno personalità giuridica.
Agenzie del demanio sono enti pubblici economici

Il direttore ha nomina governativa, la sua carica ha durata di 3 anni e i suoi requisiti sono l’alta
professionalità, la capacità manageriale e la qualificata esperienza.

Le agenzie del modello speciale hanno più autonomia rispetto a quelle del modello generale.

Enti pubblici
Primaodelo‘900
Quasi esclusivamente territoriali: enti politici che perseguono interessi politici manifestandoli
all’interno del loro territorio: Regione, Province, Comuni – indipendenti dallo stato e

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rappresentativi della collettività di riferimento. Hanno autonomia politica ma sono ad indirizzo


politico.
Le funzioni amministrative sono oggi conferite agli enti territoriali solo in virtù di leggi che
conferiscono loro le relative competenze.

Dalo‘900
Si sviluppano gli enti pubblici FUNZIONALI. Sono enti monofunzionali che curano
esclusivamente un interesse pubblico o un insieme limitato di interessi pubblici determinati.
Troviamo gli
ENTI PUVVLICI FUNZIONALI ECONOMICI
Che sono persone giuridiche; gestiscono imprese in via esclusiva o principale. Ne sono alcuni
esempi (prima della loro trasformazione in spa) l’INA, ENEL FS, POSTE ITALIANE.
Adottano atti negoziali;
Gli atti di organizzazione sono regolamenti di impresa (tranne gli statuti di natura pubblicistica);
Il loro rapporto di lavoro è privatistico – le controversie che dovessero nascere sono di competenza
del giudice del lavoro.

CRISIoDELL’ENTEoPUBBLICOoECONOMICO
Le entrate erano principalmente finanziamenti pubblici. Ora la normativa li vieta per salvaguardare
la concorrenza. Inoltre l’attuale art 106 TFUE sottopone alle regole di concorrenza anche i
monopoli attribuiti a enti pubblici funzionali economici.

Le imprese gestite da enti pubblici economici hanno dato prova di inefficienza rispetto alle imprese
private (che tra l’altro hanno anche la giurisprudenza comunitaria a favore).

Negli anni ’90 si apre la stagione delle privatizzazioni


Formali: trasformazione dell’ente pubblico economico in spa che però rimane integralmente in
mano pubblica
Sostanziali: comparta il passaggio totale dalla mano pubblica a quella privata.
LA FIGURA DELL’ENTE PUBBLICO ECONOMICO è QUASI IN VIA D’ESTINZIONE.

ENTI PUVVLICI FUNZIONALI NON ECONOMICI


È l’ente pubblico di maggior rilievo per il diritto amministrativo.
I vari enti pubblici non economici sono tutti assoggettati a discipline diverse, ma hanno alcuni tratti
comuni:
1. Sono persone giuridiche di diritto pubblico;
2. Hanno degli indici di riconoscimento. All’interno troviamo:
- Il perseguimento di fini pubblici;
- Titolarità di poteri autoritativi;
- Percezione di contributi pubblici.
- In caso di incertezza e in assenza di indicazioni o di normative esplicite si fa
riferimento alla normativa privata.
3. Hanno un’organizzazione che assomiglia a quella societaria. Posiamo trovare il
consiglio di amministrazione, il comitato esecutivo, il presidente, il collegio di revisori;
4. La dirigenza HA poteri di gestione;
5. Il governo o i singoli ministri hanno, di regola, il potere di nomina dei titolari degli
organismi di vertice. Dopo la nomina c’è ampia autonomia funzionale.
6. Presidenza del consiglio o i singoli ministri hanno potere di VIGILANZA.

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C’è stato un tentativo di soppressione degli “enti inutili” con risultati:


 Il ridimensionamento degli enti pubblici non economici nazionali ed il rispettivo
trasferimento delle funzioni amministrative alle regioni
 La trasformazione di determinati enti pubblici non economici in persone giuridiche private.

Autorità indipendenti
Con esse il cordone ombelicale che collega la politica alla pubblica amministrazione si spezza.

Tratti caratterizzanti:
 Elevata esperienza tecnica: svolgimento di funzioni tecniche regolatorie. Quasi giudiziali.
 Estraneità sostanziale dall’indirizzo politico; sono indipendenti dal potere governativo.
 NON esiste un modello omogeneo: si sono sviluppate a seconda delle esigenze e dei
problemi concreti

In Italia: anni ’70 - consob


Anni ’90 - agcm, aeeg, agcom
Recentemente – Banca d’Italia

A proposito di sistema bancario


Il diritto comunitario dice che non si possono accettare istruzioni dalle istituzioni, da organi o
organismi dell’unione, dai governi degli stati membri o da qualsiasi altro organismo.
La nomina del governatore della Banca d’Italia dura 6 anni con 1 solo rinnovo
LE BANCHE CENTRALI NAZIONALI SONO INDIPENDENTI DAI RISPETTIVI GOVERNI.
La Banca d’Italia è indipendente nelle funzioni di politica monetaria e di vigilanza
L’UE ha istituito l’autorità di vigilanza europea sulle banche che opera anch’essa in piena
indipendenza.
BCE ha funzioni di vigilanza diretta sui grandi gruppi bancari ed istituti di credito.
Tratti comuni delle varie autorità indipendenti:
 Sono state create per regolare territori sensibili nei quali esistono diritti fondamentali: tutela
del risparmio, garanzia della libera concorrenza;
 Hanno poteri sanzionatori, tra cui il più grave è quello penale;
 ! sono indipendenti dall’esecutivo e sottratti alla vigilanza governativa.
L’indipendenza è garantita dalla procedura di nomina degli organi di vertice. Il governo non
interviene.
I titolari degli organi di vertice hanno una durata di mandato alquanto ampia. Ad esempio il
presidente dell’agcom rimane in carica 7 anni NON rinnovabili.

L’AEEG è un organo SEMINDIPENDENTE. Per lui valgono indirizzi generali da parte del
governo.

Società in partecipazione pubblica


Principale manifestazione dello stato imprenditore
Si sono diffuse anche a livello regionale e comunale per la gestione dei servizi pubblici locali
È una persona giuridica di diritto privato, regolata essenzialmente dalle norme del codice civile con
diverse deroghe al regime civilistico (nomina di amministratori e sindaci)

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 GoldenoShare: azione che ha come titolare il ministro di riferimento e comporta poteri


rilevanti. È stata limitata in quanto ritenuta incompatibile con il Tfue per un controllo
sproporzionato.
 Controllioministerialiocontrattualizzati: vengono stipulati contratti di programma tra
impresa e ministro che stabilisce, tra l’altro, ambito e modalità della vigilanza governativa

Società in partecipazione pubblica integrale: sono considerati come enti pubblici.


Di conseguenza:
1. La competenza legislativa viene affidata in via esclusiva allo stato;
2. Hanno particolari vantaggi competitivi;
3. Possono ricevere l’AFFIDAMENTO IN HOUSE: affidamento di servizi pubblici senza
gara. La possibilità per l’ente locale di derogare alla gara per l’affidamento di servizi è
stata sottoposta a limiti.
Per ricorrere al meccanismo IN HOUSE
PRIMA – c’era l’obbligo di motivazione qualificata e con parere preventivo
dell’AGCOM;
DOPO – previsto solo nei casi in cui il valore economico del servizio non superasse una
determinata soglia con divieto di frazionamento del servizio e l’obbligo di trasparenza e
di pubblicità in capo all’ente locale.
Il legislatore impone all’ente di pubblicare sul proprio sito internet un’apposita
relazione che dia conto “delle ragioni e della sussistenza dei requisiti previsti
dall’ordinamento europeo per la forma di affidamento prescelta”. In più sono contenuti
degli obblighi di servizio pubblico e universale indicando le compensazioni
economiche, se previste.

Problemi:
 Aggravio ella spesa pubblica;
 Corruzione;
 Sovrapposizione di deroghe alla disciplina privatistica di base;
 Distorsione della concorrenza.

Funzione amministrativa
Insieme delle attività svolte dalla pubblica amministrazione aventi carattere di funzione (attività
giuridicamente rilevante nel suo complesso). Comprende tutte le attività pubblicistiche e
autoritative e quelle privatistiche e consensuali.

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Le pubblicheofunzioni sono attività della pubblica amministrazione finalizzate a PRESCRIVERE.


Sono manifestazioni della sovranità dello stato e si manifesta ad esempio con l’attività di polizia,
militare. Ha rilevanza penalistica: chi svolge la funzione di pubblico ufficiale è sottoposto a
particolare responsabilità.

I serviziopubblici sono attività svolte e controllate da PA, finalizzata a fornire PRESTAZIONI ai


cittadini come l’istruzione, sanità, servizio ostale e trasporti. Sono attività che possono essere svolte
tanto da pubblici poteri che da soggetti privati.
Il servizio pubblico può essere amministrativo cioè legato ad una PA, oppure economico e quindi
gestito da un’impresa privata o pubblica in partecipazione totale o parziale dello stato o di enti
locali.
Servizio pubblico
Soggettivo: attività che può essere tanti di pubblici poteri quanto di privati (ma in mano pubblica)
! assunzione da pare di un soggetto pubblico della titolarità soggettiva. È un’attività di prestazione
Oggettivo: attività di prestazione che presenta determinate caratteristiche oggettive -a prescindere
dalle titolarità soggettiva- ma sottoposta a regolamentazione pubblica penetrante.

Servizioimprenditoriali:
1. Privatizzati: gli si applicano le regole del mercato e della concorrenza. I rapporti sono
regolati dal diritto privato.
2. Affidati a soggetti legati alla sfera pubblica: non sono sottoposti a regolazione
indipendente (ferrovie). Hanno scarsa protezione nelle situazioni soggettive degli utenti.
3. Servizi imprenditoriali locali: abbiamo gli affidamenti diretti detti anche IN HOUSE.

Beniopubblicioeoproprietà
Le AP dispongono di beni che appartengono ad esse a titolo proprietario. Vengono utilizzati ad uso
esclusivo come strumenti materiali per il funzionamento della stessa: per la fruizione dell’intera
collettività o alla gestione del servizio pubblico. Tali beni possono essere ricondotti alla definizione
di BENE PUBBLICO.
Le AP possono utilizzare per il proprio funzionamento anche beni privati attraverso, ad esempio, la
locazione, l’espropriazione, la requisizione.

Oggi la regolazione dei beni pubblici è molto variegata. Si compone di tanti corpi normativi diversi
rispondenti a logiche differenti, che vanno dalla MAGGIOR PROTEZIONE DI ALCUNI BENI A
FRUIZIONE COLLETTIVA all’AMPLIAMENTO DELLE IPOTESI DI CESSIONE DI BENI
PUBBLICI AI PRIVATI.

Il Codice Civile si limita ad elencare alcune categorie di beni pubblici e a dettarne il relativo regime
giuridico. Le due categorie maggiori sono i BENIoDEMANIALI e BENIoPATRIMONIALI
(disponibili e indisponibili).
BENI DEMANIALI NECESSARI: esclusivamente in titolarità di enti territoriali. Ne è disponibile
un elenco tassativo tra cui i lidi di mare, le spiagge e i porti. Essi NON possono NON
APPARTENERE ALLO STATO.
BENI DEMANIALI EVENTUALI: beni che si qualificano come demaniali solo se appartenenti
allo Stato. Ne sono un esempio le strade, autostrade, acquedotti che possono essere altresì privati.

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I BENI DEMANIALI sono INALIENABILI e non possono formare oggetto di diritto a favore di
terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge che li riguardano. Un classico caso è la
cessione.

BENI PATRIMONIALI: beni appartenenti allo stato o ad altri enti pubblici che non sono
riconducibili ai beni demaniali.
Tra i beni patrimoniali indisponibili si possono trovare elencati. Vi rientrano le foreste, le miniere,
le cave e le torbiere (se la disponibilità ne è sottratta al proprietario del fondo), cose di interesse
storico, archeologico, caserme, armamenti e altri beni destinati a un pubblico servizio. Tutti gli altri
beni appartenenti a pubblici poteri rientrano nel patrimonio disponibile; seguono la disciplina
giuridica della proprietà privata.

Interesse legittimo e diritto soggettivo


Interesse legittimo: aspettativa di un soggetto che il potere della PA sia esercitato in conformità
della legge. È un interesse di cui l’amministrato è titolare dinanzi ai poteri esecutivi della PA
Questo viene garantito da un giudice amministrativo.
Diritto soggettivo: situazione in cui ad un soggetto viene attribuito il potere per la tutela immediata
e diretta di un proprio interesse. È una posizione di vantaggio. Qui è di competenza il giudice
ordinario.

Cos'è un interesse legittimo?


L'interesse legittimo è la situazione giuridica soggettiva della quale è titolare un soggetto privato nei
confronti della pubblica amministrazione, che esercita un potere autoritativo attribuitole dalla legge.
L'interesse legittimo ha come oggetto una utilità o un bene della vita che un soggetto privato mira,
rispettivamente, a conservare o a conseguire tramite l'esercizio legittimo del potere amministrativo.
Nel primo caso si parla di interesse legittimo oppositivo, che sorge, per esempio, nei casi di
espropriazione o di imposizione di un vincolo alla proprietà; nel secondo caso di interesse legittimo
pretensivo, che sorge per esempio in relazione a un'autorizzazione o a una concessione necessaria
per intraprendere un'attività.
Fino a pochi anni fa, la lesione di un interesse legittimo a opera di un provvedimento
amministrativo illegittimo trovava tutela esclusivamente attraverso l'azione di annullamento da
proporre innanzi al giudice amministrativo.
In seguito a una sentenza storica della Corte di cassazione (500/1999), è venuto meno il principio
tradizionale che limitava l'area della risarcibilità nei rapporti tra cittadino e pubblica
amministrazione alla lesione di diritti soggettivi. L'azione risarcitoria può essere dunque proposta,
come prevede ora espressamente la normativa sulla giustizia amministrativa, anche in caso di
lesione dell'interesse legittimo.

Procedimento amministrativo
Sequenza di atti, adottati da amministrazioni pubbliche e da privati, che sfociano in un
provvedimento amministrativo o in una misura consensuale ascrivibile alla categoria degli accordi
amministrativi.

La legge 241/1990 detta le regole generali sui procedimenti che si concludono con:

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 provvedimento amministrativo unilaterale;


 accordo sostitutivo di provvedimento.

Fasi del processo amministrativo


 faseodell’iniziativa: da avvio al procedimento. Può essere iniziato d’ufficio o su istanza del
privato.;
 faseoistruttoria: accertamento dei fatti e acquisizione degli interessi rilevanti ai fini del
decidere;
 faseodecisionale: fase in cui si adotta il provvedimento amministrativo o si conclude
l’accordo sostitutivo di provvedimento.
 Faseointegrativaodell’efficacia: quando la misura decisoria è sottoposta a controlli al cui
esito positivo è subordinata l’operatività della misura medesima.

Avvio del procedimento amministrativo – tutela del cittadino-


Obbligo di avvio del procedimento amministrativo. Il suo inadempimento può dar luogo a
responsabilità sia civile che penale del funzionario.
Responsabilità civile: art 25 del testo unico
Azione di risarcimento previa diffida notificata all’impiegato e all’amministrazione
Responsabilità penale: art 328 cod. pen.
Norme sull’omissione e rifiuto di atti d’ufficio. Rifiuto dell’atto di avvio in procedimenti a
iniziativa d’ufficio e omissione dell’atto di avvio in procedimenti a istanza di parte

Conclusione del procedimento amministrativo – efficacia della PA-


Il Procedimento può concludersi o con il provvedimento amministrativo, o secondo l’art 11 della
legge 241/1990 attraverso due tipi di accordi: l’accordo “integrativo” che serve per definire alcune
clausole del provvedimento e l’accorso “sostitutivo” che ne prende il posto (del provvedimento).
Ci sono diversi meccanismi per la fissazione di un termine, che è finalizzata sia alle esigenze di
efficacia della pubblica amministrazione che alla tutela delle garanzie degli amministrati. Il termine
Decorre dall’inizio del procedimento d’ufficio o dal ricevimento dell’istanza di parte. Il termine non
può superare i 90 giorni.
Termini che vanno al di là dei 90 giorni, ma che comunque non possono essere superiori ai 180
possono essere stabiliti solo in presenza di determinati presupposti e con procedura forzata.
Le autorità indipendenti sono sottratte alle regole sui termini dettate dalla legge 241.
CONSEGUENZE DEL MANCATO RISPETTO DEL TERMINE:
 Se il procedimentooèoiniziatood’ufficio e deve concludersi con un provvedimento restrittivo
della sfera giuridica del privato, la legge in diversi casi stabilisce che l’amministrazione non
possa provvedere e debba riattivare la procedura. (es espropriazione)
 Se il procedimento è a istanza di parte ed è finalizzato all’adozione di un provvedimento
favorevole al privato che l’ha richiesto vi sono diverse ipotesi da considerare: il silenzioo
assenso,osilenzioodiniego,osilenziooinadempimento
La mancata emanazione del provvedimento nei termini costituisce comunque elemento di
valutazione della responsabilità del dirigente amministrativo. È prevista un’azione di risarcimento
per il danno ingiusto nei casi di inosservanza dolosa o colposa dei termini

Silenzio assenso -il procedimento si conclude-


L’inerzia dell’amministrazione che perdura dopo la scadenza del termine di conclusione del
procedimento equivale a provvedimento di accoglimento della domanda, salve le ipotesi in cui
l’amministrazione indica una conferenza di servizi. Il silenzio assenso riposa su di una previsione

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normativa ampia, che riguarda i “procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti
amministrativi”. Per tali tipi di procedimenti il silenzio assenso da strumento di carattere
eccezionale si è trasformato in meccanismo di carattere generale, che dovrebbe costituire la regola
in caso di inerzia della pubblica amministrazione; la norma prevede diverse eccezioni
Silenzio diniego -il procedimento si conclude-
Caso di silenzio espressamente qualificato come rigetto dell’istanza. Ad esempio quello relativo
all’autorizzazione richiesta dal dipendente pubblico per l’espletamento di incarichi conferiti da
soggetti diversi dalle pubbliche amministrazioni e quello concernente la richiesta di accesso ai
documenti amministrativi.
Silenzio inadempimento
L’amministrazione è inadempiente perché non ha concluso il procedimento. Negli altri due casi il
procedimento si conclude: con l’accoglimento tacito dell’istanza nel caso del silenzio assenso; o
con il provvedimento negativo tacito, nel caso del silenzio diniego. È previsto il ricorso al giudice
amministrativo avverso l’inerzia dell’amministrazione.
La mancata emanazione del provvedimento nei termini costituisce comunque elemento di
valutazione della responsabilità del dirigente ammnistrativo. È prevista, inoltre, un’azione di
risarcimento per il danno ingiusto nei casi di inosservanza dolosa o colposa del termine.
Silenzio tra amministrazioni pubbliche
Ove vi sia prevista l’acquisizione di assensi, concerti o nulla osta da parte di amministrazioni
pubbliche, o di gestori di beni o servizi pubblici per l’adozione di provvedimenti amministrativi o
normativi di competenza di altre AP, viene comunicato il loro assenso entro un termine di 30 giorni
dal ricevimento dello schema di provvedimento. Se scaduti i 30 giorni, non vi è stato comunicato
l’assenso o il concerto o il nulla osta, l’atto si intende acquisito.

Obbligo di motivazione
Rientra tra i principi del procedimento. Vanno indicati i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche
della decisione. La legge generale sul procedimento prevede alcuni limiti all’obbligo di
motivazione:
 Non è richiesta per gli atti normativi e per quelli a contenuto generale;
 I provvedimenti puntuali vanno sempre motivati.
 Nei casi di manifesta irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza della
domanda l’amministrazione può concludere il procedimento con un “provvedimento
espresso redatto in forma semplificata, la cui motivazione può consistere in un sintetico
riferimento al punto di fatto o di diritto ritenuto risolutivo”
Va ricordato l’uso della telematica nei rapporti sia interni che con i privati per soddisfare l’esigenza
di maggior efficienza degli apparati amministrativi

Provvedimento amministrativo
È l’atto amministrativo più importante del procedimento. L’ atto finale del procedimento.
È un atto costitutivo in senso giuridico: è l’unico che costituisce, modifica o estingue situazioni
soggettive degli amministrati.
È l’unico atto del procedimento amministrativo impugnabile dal giudice.

Provvedimento INVALIDO: non conforme a disposizioni specifiche o a principi di diritto.


Non è necessariamente inidoneo a produrre effetti.

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Se comporta annullabilità (e non nullità) il provvedimento continua ad essere efficacie fino a


sospensione o annullamento disposti dal giudice.

Tipi di provvedimenti amministrativi:


GENERALI: rivolti ad un insieme di indeterminato di destinatari
PARTICOLARI O PUNTUALI: incidono su un destinatario o su un insieme determinato
AMPLIATIVI: autorizzazioni e concessioni amministrative
LIMITATIVI
→ABLATORI: modificano o estinguono diritti personali, reali o rapporti
obbligatori. Privare un soggetto, senza il suo consenso, di un diritto nella sua
completezza o di alcuni dei poteri o facoltà che ne costituiscono il contenuto.
→SANZIONATORI: destinati a reprimere infrazioni alla legge o ad altri
provvedimenti amministrativi

Vizi di legittimità dell’atto amministrativo:


1. Incompetenza: difetto di competenza vista come misura dell’attribuzione. Quando il
provvedimento viene emesso da un organo amministrativo diverso da quello che la
norma prevede come competente. Atto annullabile e può essere convalidato da pare
dell’organo competente
2. Violazioneodiolegge: nei casi di NON conformità del provvedimento rispetto ad una
disposizione normativa specifica. (es: provvedimento amministrativo privo di
motivazione). Non è annullabile per mancata comunicazione di avvio del procedimento
quando l’amministrazione dimostri che il contesto non poteva che essere quello adottato.
3. Eccessoodiopotere: nei casi di provvedimenti amministrativi che perseguivano un fine
diverso da quello previsto dalle norme.
Si presentano VIZI SINTOMATICI che sono:
 Sviamentoodelopotere: quando l’autorità amministrativa usa il suo potere per
raggiungere uno scopo diverso da quello stabilito dalla legge;
 Travisamentoodiofatto: l’amministrazione fonda la sua decisione sulla premessa
che sussista un fatto che in realtà non esiste o un errore di valutazione;
 Motivazioneoinsufficiente: motivazione illogica o contradittoria.
L’amministrazione deve effettuare una valutazione compiuta e sufficiente degli
interessi in gioco nell’istruttoria amministrativa che precede l’adozione del
provvedimento;
 Irragionevolezza: valutazione della coerenza dell’intero procedimento e
l’eventuale sussistenza di perplessità nell’azione dell’amministrazione;
 Difettoodioproporzionalità: valutazione sull’indispensabilità e adeguatezza del
provvedimento.

Revoca del provvedimento


Provvedimento di 2 grado che rimuove un precedente provvedimento.
Esistono 3 presupposti della revoca:
1. Sopravvenuti motivi di interesse pubblico;
2. Mutamento della situazione di fatto;
3. Nuova valutazione dell’interesse pubblico originario
La revoca non ha effetti retroattivi.

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Il legislatore prevede un indennizzo obbligatorio ove si danneggiano soggetti direttamente


interessati, il tutto sotto la giurisdizione del giudice amministrativo. Un esempio può essere la
revoca di una concessione, com’è accaduto per il ponte Morandi con autostrade. Qui si deve
intervenire entro i 18 mesi

Annullamento d’ufficio:
provvedimento di 2 grado che rimarrà affetto da un vizio di legittimità. Devono sussistere ragioni di
interesse pubblico e attuale.
Deve intervenire sul provvedimento amministrativo di 2 grado entro 18 mesi (tranne quando il
provvedimento sia stato adottato sulla base di falsità).
Può agire retroattivamente.
Può essere convalidato purché esistano ragioni di pubblico interesse.

Provvedimenti amministrativi di 2 grado:


 Revoca;
 annullamento d’ufficio;
 sospensione: misura provvisoria di durata limitata propedeutica a revoca e annullamento.
Un provvedimento può essere sospeso per gravi ragioni e per il tempo strettamente
necessario. Il tempo della sospensione è esplicitamente indicato nell’atto. Può essere
prorogato o differito per 1 sola volta nonché ridotto.
Può durare al max 18 mesi

Provvedimento
Efficacie: idoneo a produrre effetti;
Esecutività può essere equiparata all’efficacia o si riferisce all’eseguibilità del provvedimento: è
l’attitudine del provvedimento stesso ad essere eseguito, quindi a conseguire concretamente i suoi
effetti.
Esecutorietà: è il potere dell’amministrazione di procedere all’esecuzione coattiva del
provvedimento ove l’amministrato non ottemperi ad un obbligo posto a suo carico, ostacolando la
realizzazione del risultato effettivo dell’attività amministrativa

Casi di nullità del provvedimento


La nullità comporta l’INEFFICACIA AV INITIO di un atto amministrativo:
 mancanzaodeglioelementioessenziali: soggetto, oggetto, volontà e forma. (l’assenza di
verbalizzazione delle deliberazioni degli organi collegiali);
 difettooassolutoodioattribuzione: carenza di potere in astratto: ipotesi in cui
l’amministrazione assume di esercitare un potere che in realtà nessuno norma le attribuisce;
 violazioneoooelusioneodelogiudicato→ violazione: quando l’amministrazione si ostina a non
rispettare la situazione giurisprudenziale passata in giudicato emanando provvedimenti
formali che con questa si pongano in diretto contrasto;

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elusioneodelogiudicato: quando vengono emanati provvedimenti in modo ambiguo, di


nascosto e in contrasto con il giudicato.
 casioprevistiodallaolegge come: assunzione all’impiego pubblico in assenza di concorso;
accordi procedimentali non stipulati in forma scritta; atti di straordinaria amministrazione
adattati da organi collegiali prorogati.

Principi del procedimento amministrativo:


Principioodiolegalità: L’attività amministrativa deve trovare una base nella legge. Il principio di
legalità vuole che tipi e presupposti degli atti amministrativi siano previsti dalla legge. La legalità
confina con la tipicità e la nominatività degli atti amministrativi.
Non vi è spazio per poteri impliciti dalla pubblica amministrazione: il potere amministrativo deve
trovare una base esplicita nelle norme di legge.
Si pone a protezione del cittadino nei confronti dell’attività autoritativa della pubblica
amministrazione.
Col tempo il principio di legalità ha subito un’evoluzione importante: dalla necessaria osservanza
della legge si è passati al necessario rispetto del diritto.

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La pubblica amministrazione deve rispettare non solo le leggi, ma anche i principi di diritto e le
regole comunitarie.
Principioodioimparzialità: Il principio di imparzialità è collegato al corretto esercizio delle scelte
della pubblica amministrazione che implicano ponderazione fra interessi diversi.
L’imparzialità vale come divieto di discriminazioni, di favoritismi. Essa confina con l’eguaglianza.
L’imparzialità tende ad attenuare la politicità dell’amministrazione e da essa discendono obblighi
specifici delle pubbliche amministrazioni, come
l’obbligo di determinare criteri e modalità prima di procedere,
l’obbligo della pubblica amministrazione di compiere un’adeguata valutazione di tutti gli interessi
in gioco prima di decidere, che essi siano pubblici, privati, collettivi o diffusi,
l’obbligo di astensione del funzionario amministrativo in caso di conflitti d’interesse.
Principioodiotrasparenza: Il principio di trasparenza ha trovato grande sviluppo nel diritto
commerciale e nel diritto dell’economia, soprattutto in materie come quella dei mercati finanziari.
Le imprese che operano nel settore bancario, o dei valori mobiliari, o dei prodotti assicurativi, sono
tenute a rispettare un obbligo di trasparenza a favore di risparmiatori, di investitori, di assicurati, i
quali trovano nell’esistenza di tale obbligo una garanzia necessaria per compensare l’asimmetria
informativa che li pone in posizione di debolezza.
Così, i rischi legati a certe azioni od obbligazioni devono essere chiaramente evidenziati a tutela del
consumatore.
La trasparenza è divenuta principio operante anche per le attività della pubblica amministrazione. A
questo principio si riconducono l’obbligo di motivazione del provvedimento amministrativo, il
diritto di accesso ai documenti, la pubblicità di alcune fasi di procedure di concorso o di
aggiudicazione dei contratti pubblici.
Il decreto legislativo di attuazione della legge ha introdotto un’apposita disciplina della trasparenza,
ponendo in capo alle amministrazioni un obbligo di pubblicazione di determinate informazioni,
relative soprattutto ad atti, di natura sia pubblicistica che privatistica, incidenti sulla spesa pubblica;
e ha riconosciuto a “chiunque” un diritto di “accessoocivico” alle informazioni non pubblicate dalle
amministrazioni, in violazione del predetto obbligo. Quest’ istituto si fonda sulla titolarità di un
interesse “concreto, diretto e attuale” a prendere visione del documento.
Di recente, il legislatore ha varato ulteriori norme sulla trasparenza, a modifica delle precedenti
disposizioni in materia.
In materia di trasparenza, da un lato, è stato modificato l’ambito delle informazioni che le pubbliche
amministrazioni sono obbligate a pubblicare, con l’obiettivo di ridurne i confini, al fine di diminuire
gli oneri gravanti sulle amministrazioni medesime; d’altro lato è stato introdotto un nuovo
strumento di accesso civico ai dati e ai documenti detenuti da pubbliche amministrazioni.
Questo nuovo strumento riconosce a “chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni
giuridicamente rilevanti” il diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche
amministrazioni, nel rispetto di alcuni limiti tassativamente dettati dalla legge.

Il principio di buona fede


Le parti nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto devono comportarsi
secondo buona fede.
In diritto amministrativo, il principio di buona fede ha un principio di applicazione generale: si
applica sia all’attività privatistica quanto a quella pubblica.
La buona fede è canoe generale dell’attività amministrativa.
Il principio di correttezza
“Il debitore e il creditore devono comportarsi secondo le regole della correttezza”

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La correttezza vale per le parti di un rapporto obbligatorio. “le obbligazioni derivano da contratto,
da fatto illecito o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle”. Quindi le obbligazioni possono
derivare anche da procedimento e da provvedimento.
Il principio di correttezza si applica alla materia dei contratti delle pubbliche amministrazioni, ai
procedimenti e provvedimenti.
La violazione della correttezza può comportare una “responsabilità da contratto” della pubblica
amministrazione che comporta l’inversione dell’onere della prova, ponendola a carico
dell’amministrazione.
Il principio di libera concorrenza
Il principio e le regole di libera concorrenza sono nati nel diritto commerciale e valgono in primo
luogo per le imprese.
Vi sono norme comunitarie e norme nazionali che, in armonia con il principio, vietano le intese tra
imprese che restringono la concorrenza, gli abusi di posizione dominante e le concentrazioni che
ostacolano sostanzialmente il gioco concorrenziale.
Negli ultimi anni il principio di libera concorrenza è divenuto principio generale applicabile anche a
soggetti pubblici e a poteri pubblici quali i legislatori e le pubbliche amministrazioni.
Art 119 TFUE obbliga le istituzioni dell’unione europea e gli stati membri a conformarsi nelle loro
politiche economiche e nelle relative regolazioni al principio di “un’economia d mercato aperta e in
libera concorrenza”.
I legislatori statali e regionali devono rispettare i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario.
Inoltre si attribuisce alla legislazione statale in via esclusiva la materia denominata “tutela della
concorrenza”.
Il principio di libera concorrenza vale per le amministrazioni pubbliche, anche al di fuori della loro
attività imprenditoriale. Negli ultimi anni la giurisprudenza ha impiegato il principio di concorrenza
in materia di contratti delle pubbliche amministrazioni. Ora l’affidamento dei contratti aventi ad
oggetto l’acquisizione di servizi, prodotti, lavori ed opere deve rispettare anch’esso il principio di
libera concorrenza.
Il principio di buon andamento
È un concetto molto ampio che fa pensare al comportamento del buon padre di famiglia. La
giurisprudenza ha ricondotto al buon andamento l’economicità, l’efficienza, l’efficacia, la
tempestività dell’azione amministrativa
Il principio di ragionevolezza
Il punto di riferimento della ragionevolezza è stato l’obbligo di motivazione dell’atto, della
decisione, del provvedimento amministrativo. L sfera dell’irragionevole viene ad essere assai
circoscritta e l’amministrazione ha largo margine di manovra senza dover temere annullamenti da
parte del giudice. Anche per la ragionevolezza può dirsi che siamo in presenza di un principio
legato alle attività autoritative dei pubblici poteri.
Il principio di proporzionalità
Affinché la decisione amministrativa sia proporzionata devono sussistere essenzialmente tre profili:
L’adeguatezza della decisione medesima la fine che s’intende realizzare;
il fatto che la misura non ecceda quel che è necessario per raggiungere il fine prefisso e che non
esistano misure meno restrittive nei confronti degli amministrati;
l’equilibrata proporzione fra le utilità pubbliche al cui perseguimento la decisione è finalizzata e i
sacrifici imposti.
Il sacrificio delle situazioni giuridiche che il provvedimento dell’amministrazione comporta deve
essere proporzionato rispetto al beneficio ottenuto.
È chiaro che il principio di proporzionalità riguarda essenzialmente l’attività autoritativa e
pubblicistica della pubblica amministrazione e, in particolare, le misure amministrative restrittive,
che impongono sacrifici ai privati.
Il principio di partecipazione

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Il principio è che l’amministrato possa esprimere la propria “Voce”, oralmente o per iscritto, prima
della decisione amministrativa;
che possa partecipare al procedimento che conduce al provvedimento finale.
Siamo in presenza di un principio strettamente connesso all’attività autoritativa della pubblica
amministrazione.
Il mancato rispetto del principio di partecipazione dovrebbe viziare il provvedimento finale
rendendolo annullabile, ma nel nostro ordinamento è stata introdotta una norma controversa che
dice che – il provvedimento vincolato, non discrezionale, adottato in violazione di norme sul
procedimento o sulla forma degli atti non è annullabile se sia palese che il suo contenuto dispositivo
non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato-.

La conferenza dei servizi


La conferenza di servizi è una forma di cooperazione tra amministrazioni pubbliche introdotta
dalla L. 241/90 al fine di snellire l’azione amministrativa, evitando che, nei procedimenti
particolarmente complessi, le amministrazioni chiamate a parteciparvi debbano pronunciarsi in
luoghi e tempi diversi. La conferenza dei servizi sostituisce a tali pronunce separate una valutazione
contestuale in sede “collegiale”.

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L’istituto della conferenza dei servizi è stato recentemente oggetto di una serie di modifiche operate
dal D.Lgs. n. 127/2016
La nuova disciplina:
1. le modalità di svolgimento della conferenza divengono più semplici e veloci;
2. assicura tempi certi di conclusione delle procedure per i cittadini, le imprese e per le opere
pubbliche;
3. consente alle amministrazioni di decidere, lavorando meglio ed eliminando l’elevato numero
di riunioni, la corsa a “ostacoli” per convocarle e le molte conferenze che “vanno deserte”.

A seconda della fase procedimentale in cui viene utilizzata e, dello scopo per cui è posta in essere,
avremo i seguenti tipi di conferenza di servizi:
I) istruttoria: È indetta per effettuare un esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti
in più procedimenti amministrativi connessi; serve a porre in rilievo le esigenze e gli
interessi di ciascuna amministrazione coinvolta. La può indire l’amministrazione
procedente nella persona del responsabile del procedimento;
II) decisoria: Attraverso la conferenza di servizi decisoria l’amministrazione procedente
può emettere una decisione che sostituisce ed ingloba in se tutte le determinazioni delle
differenti amministrazioni che è necessario acquisire nel procedimento.
III) Preliminare: ha lo scopo di indicare al richiedente, prima della presentazione di
un’istanza o di un progetto definitivo, le condizioni per ottenere i necessari pareri, intese,
concerti, nulla osta, autorizzazioni, concessioni o altri atti di assenso;

Contratto d’appalto
Strumento riconducibile alla figura giuridica del contratto.
Hanno assunto estensione e complessità sempre maggiori. Esistono gli appalti pubblici di opere,
forniture e di servizi. La fase preliminare alla conclusione del contratto, la procedura ad evidenza
pubblica finalizzata alla scelta del contraente privatosi fonda sulla logica della scelta del contraente
più “conveniente” per l’amministrazione ma anche sulle ragioni di tutela della concorrenza nel
mercato unico europeo
Globaloservice: affidamento di servizi di diversa natura ad un unico appaltatore.

DIA e SCIA
DIA: dichiarazione di inizio attività -1990- art 19 legge 241/1990 è servito alla pubblica
amministrazione italiana per agevolare e snellire il procedimento relativo a pratiche edilizie, di
minor peso urbanistico, sull'attività edilizia che si svolgeva sul proprio territorio.
Aveva struttura “bifasica”:
1. Il privato presentava all’amministrazione una dichiarazione di volontà di intraprendere una
determinata attività.
2. Dopo 30 giorni le si andava a notificare l’effettivo avvio ai lavori
A questo punto l’amministrazione poteva controllare ex post la regolarità dei requisiti di legge e
vietare la prosecuzione in caso questi fossero carenti.
SCIA: segnalazione certificata di inizio attività art 19 legge 124/2015. Istituto che ha sostituito la
DIA semplificando maggiormente la procedura. Consta di un unico atto del privato: la segnalazione
di inizio attività. Dalla data di presentazione della segnalazione, corredata dalle documentazioni,
l’attività può essere iniziata.
L’amministrazione è tenuta a rilasciare immediatamente una ricevuta che attesta l’avvenuta
presentazione della segnalazione.

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la SCIA si applica quando la possibilità di avviare un’attività privata sia sottoposta all’adozione di
particolari atti di tipo autorizzatorio da parte di PA.
Ha natura di atto del privato che SOSTITUISCE il procedimento autorizzatorio preliminare.

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