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Secondo Alfano "Il decreto viola diritto degli individui ad avere una vita
dignitosa, come previsti da tutti i trattati europei. Si pensi a un orfano, ad
esempio, che dovrà tornare nel proprio Paese interrompendo un percorso
virtuoso. Ci sarà un aumento rilevante degli stranieri irregolari sul territorio, senza che
possano essere rimandati a casa, sia per le risorse economiche dello Stato italiano,
insufficienti ad assicurare una cosa del genere, sia lo spreco di risorse umane ed
economiche che lo Stato aveva già investito su queste persone - per trasformarle poi in
clandestini. Gli stranieri ricorreranno in Tribunale e noi saremo al loro fianco, per
difendere e proteggere i valori Costituzionali, come sempre”.
Gli ultimi due aspetti pericolosi del nuovo decreto sono quelli legati all’
accoglienza dei richiedenti asilo, ossia, l’ impossibilità dei richiedenti di
accedere al sistema di accoglienza Sprar, di competenza del comune. Il
sistema Sprar, fino ad ora, era un sistema di accoglienza più inclusivo e con un numero
minore di individui per struttura, quindi con maggiore possibilità di cure e integrazione
dei profughi e titolari di protezione e veniva esteso a tutti i beneficiari di protezione o
status di rifugiati, ma anche i richiedenti asilo più vulnerabili, come donne con neonati
o figli minori, uomini e donne vittime di torture, gravemente affetti da disturbi mentali
o di malattie sanitarie importanti. Tutte queste persone, salvo i titolari di asilo politico e
protezione sussidiaria, saranno esclusi dal sistema di accoglienza Sprar. I richiedenti
asilo potranno accedere soltanto ai Centri di Accoglienza Straordinaria, CAS, che
contano con meno risorse e un numero maggiore di profughi, con scarse possibilità di
intraprendere un percorso individualizzato di inserimento sociale e senza possibilità di
iscrizione anagrafica. Anche coloro che già si trovano all’ interno di un CAS perderanno
la residenza anagrafica che comporta la perdita di tutti i diritti sociali dell’ individuo.
Non essendoci più un registro anagrafico dei richiedenti asilo nei comuni,
essi non potranno più sapere quanti individui si trovano sul proprio
territorio. Perdere i diritti civili vuol dire, perdere la possibilità di avere un codice
fiscale, la tessera sanitaria, accedere ad un tirocinio lavorativo, acquistare gli
abbonamenti per il trasporto pubblico ed essere completamente isolati da qualsiasi
prospettiva di inclusione sociale. Un parcheggio di esseri umani, che per molti sarà l’
anticamera della irregolarità sul territorio italiano. Se “lo statista si premura di dare un
indirizzo alla politica, mentre il politico si accontenta di lasciarsi spingere dal vento”,
come diceva il teologo statunitense James Freeman Clarke, siamo guidati da venti di
tempesta, e le tempeste, lo sappiamo, non scelgono le vittime e non conoscono bandiere.
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