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Enrico Cirelli Ravenna e il commercio nell’adriatico in età tardoantica

Agli inizi del V secolo Ravenna occupa una posi- Classe testimoniano il volume di commerci che rag-
zione strategica per il controllo commerciale del- giungevano la capitale tra il V e il VII secolo e con-
l’Adriatico e per la distribuzione delle merci nell’I- sentono di qualificarne il ruolo nel quadro delle re-
talia centro-settentrionale. Si trova infatti all’estre- stanti città adriatiche dello stesso periodo.
mità di un’importante diramazione meridionale del Numerose tipologie di merci raggiungevano
Po che le consentiva di svolgere un ruolo di termi- Ravenna, necessarie per il sostentamento e per la vi-
nale dei traffici endolagunari e di ricevere merci ta quotidiana: cereali e spezie in primo luogo, vino e
trasportate lungo le coste dell’Adriatico, provenienti altri generi alimentari. Di grande importanza era
da Oriente e Occidente. Era inoltre attraversata inoltre la distribuzione di combustibile per l’illu-
dalla via Popilia, che le garantiva un collegamento minazione, l’olio d’oliva, prodotto in larga misura
con la Flaminia e con Roma ed era facilmente rag- nel territorio nordafricano e nella Cilicia, corri-
giungibile dalla via A e m i l i a. spondente all’attuale Turchia meridionale. La città
Dal momento in cui la capitale fu trasferita a era però anche raggiunta da generi di lusso, status
Ravenna, il volume dei traffici aumentò notevol- symbols necessari per le aristocrazie e per l’entourage
mente. La conseguenza più immediata di questo fe- imperiale, come i tessuti, gli oggetti preziosi e i sup-
nomeno si registra all’interno della sua area por- porti di scrittura, che servivano l’importante labo-
tuale, Classe, con la costruzione di un vasto quar- ratorio di produzione libraria presente a Ravenna.
tiere di magazzini che le garantirono la ricezione Solo di una minima parte di queste merci siamo in
dei beni necessari per il mantenimento della corte grado di valutare le caratteristiche esteriori, per la
imperiale e la redistribuzione delle merci all’interno natura degli oggetti e la deperibilità dei materiali,
dell’Italia centro-settentrionale e nell’alto Adriatico. quali il cuoio, il legno e le stoffe, ma anche le derrate
Evidenze di queste strutture, edificate già agli inizi alimentari, che solo in particolari condizioni lascia-
del V secolo, sono state rinvenute nell’area archeo- no tracce nella stratificazione archeologica. Di alcuni
logica di Classe (podere Chiavichetta), a partire da- generi di largo consumo abbiamo tuttavia evidenze
gli anni settanta e negli scavi condotti tra il 2002 e il tangibili soprattutto attraverso i contenitori in cui
2005 dall’Università di Bologna e dalla Soprinten- venivano trasportati, in primo luogo le anfore, che a
denza Archeologica dell’Emilia-Romagna. Questi causa della loro indistruttibilità offrono una testi-
imponenti edifici sono la prova di un considerevole monianza diretta della vita economica. Le anfore
investimento da parte dell’amministrazione impe- sono infatti al contempo oggetti d’uso e di scambio
riale nella città e di una notevole capacità di far che l’Antichità ci ha tramandato. Diverso il destino
confluire nel piccolo centro la rete di traffici di tut- di botti e sacchi di tela, distrutti dall’azione del
to il Mediterraneo tardoantico. Grazie a questo di- tempo.
namismo economico, l’insediamento portuale si am- Le anfore e le diverse tipologie di vasellame
plia notevolmente così da venire definito c i v i t a s nel rinvenute negli scavi archeologici forniscono indi-
corso del V secolo. I reperti mobili identificati a cazioni sulla vita quotidiana, sui movimenti com-

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merciali e sull’entità di tali transazioni, relativa- attraverso la laguna veneta, come dimostrano i rin-
mente a luoghi di produzione in ambiti cronologici venimenti negli insediamenti di Concordia, Oderzo,
ben definiti. Treviso, ma anche Verona e Caorle. Poco più a ove-
Gli scavi degli anni settanta a Classe hanno di- st, negli scavi effettuati a Trieste e in diversi contesti
mostrato la grande varietà di attestazioni e i diversi della prima parte del V secolo ad Aquileia, il mate-
bacini di approvvigionamento della città tra V e riale nordafricano rappresenta ad esempio circa il
VII secolo. Nelle ultime indagini siamo riusciti a 50% delle attestazioni. Numerosi sono stati inol-
quantificare il volume e a definire più a fondo la tre i rinvenimenti nei porti della Slovenia e a Capo-
qualità di tali importazioni, oltre che a stabilire con distria. In questa regione le anfore africane rag-
maggiore precisione la cronologia dei diversi gene- giungono anche gli insediamenti fortificati lontani
ri di contenitori da trasporto. dalle coste, come nei casi di Vranje, Križna Gora,
Nel complesso, il maggior numero di anfore Rifnik ecc. Se ne trovano inoltre esemplari anche
identificate a Ravenna, tra V e VII secolo, proviene nelle ville del territorio e in area suburbana, come
dal Mediterraneo orientale. Molto alto è anche il ad esempio a Pola, dove sono attestati soprattutto
volume delle merci nordafricane, associate al traffi- spatheia per il trasporto di salse di pesce. Le stesse
co di cereali e al commercio di olio e salse di pesce. evidenze si riscontrano anche più a sud, lungo le co-
Nel porto di Classe è stato infatti rinvenuto vasella- ste dalmate, nel palazzo di Spalato e a Salona, dove
me da mensa e di uso domestico in quantità consi- si rinvengono soprattutto anfore cilindriche, sia in
derevoli proveniente sia dalla regione Bizacena sia area urbana sia nel territorio. Più a sud invece le
dalla Zeugitana, corrispondenti all’attuale Tunisia. Si anfore africane sono minoritarie rispetto a quelle
tratta in particolar modo di vasellame in terra sigil- orientali, come è stato osservato a Classe. È il caso
lata e ceramica da cucina, ma anche vasi a listello e di Butrinto e Durazzo, ma anche di numerosi inse-
piccole brocche di uso potorio privi di rivestimento. diamenti dell’entroterra. Se tuttavia è possibile pen-
Il picco più alto di queste importazioni si registra sare a una competizione commerciale tra le diverse
nel periodo compreso tra la fine del V e gli inizi del aree del Mediterraneo durante il V e la prima metà
VI secolo. Di particolare interesse a questo propo- del VI secolo, lo stesso non è plausibile nel periodo
sito il rinvenimento di un magazzino che conteneva successivo alla conquista bizantina del Mediterra-
al suo interno un intero carico, sigillato a causa di neo, quando il controllo delle rotte commerciali nel
un incendio. Nell’edificio si trovavano circa 380 bacino occidentale è coordinato da Cartagine, sede
anfore di diverse tipologie, destinate al trasporto del governatore bizantino, e il volume dei traffici è
di olio (Keay LVII a-b) e per la conservazione della interamente gestito da Costantinopoli. Numerosi
salsa di pesce (Keay XXVI f-g). Vi erano inoltre sono ad esempio i relitti in cui è presente contem-
stipati numerosi esemplari di ciotole (Hayes 85 B) e poraneamente vasellame di produzione orientale e
lucerne a matrice di produzione centro-tunisina nordafricano.
(Hayes II A, Atlante X), pronte per la vendita. Ne- La circolazione di vasellame tunisino è anche
gli ambienti posteriori del magazzino erano inoltre ben documentata a sud di Ravenna, a Rimini e nel
depositati sacchi di granaglie e legumi all’interno di territorio della Pentapoli, a Pescara e nel suo en-
sacchi di tela, anch’essi andati bruciati nell’incendio. troterra.
Ma la città era raggiunta da tutte le tipologie di I recenti scavi di Classe dimostrano tuttavia
vasellame africano prodotto negli ateliers della pro- che la capitale tardoantica godeva di un rapporto
vincia amministrata dai Vandali, anche in seguito, privilegiato con le aree di produzione del Mediter-
quando la regione torna sotto l’amministrazione bi- raneo orientale tra V e VII secolo, soprattutto per
zantina e assume il controllo dell’intero volume dei quanto riguarda l’importazione di vino. Il più alto
traffici del Mediterraneo occidentale. La distribu- numero di rinvenimenti appartiene alla categoria
zione di materiale africano nell’area costiera del- di LR 1, un contenitore di forma globulare prodot-
l’Adriatico è del resto attestata in tutte le tipologie to nella regione della Cilicia, a Rodi e a Cipro, e am-
di insediamenti e testimoniata dal rinvenimento di piamente diffuso in tutto il Mediterraneo per il tra-
numerosi relitti, come quelli identificati nelle ac- sporto sia di olio sia di vino. La sua distribuzione ri-
que croate a largo di Parenzo, Pola, Krk (isola di sulta capillare nella gran parte dell’alto Adriatico e
Veglia), Sebenico, Zara e Korčula. Di provenienza nei numerosi empori della laguna veneta fino ad
nordafricana è la gran parte delle anfore identifica- Aquileia e a Trieste. Più rada, rispetto alle anfore
te negli scavi di Altino, Torcello e nell’isola San africane, la sua distribuzione nell’entroterra, lonta-
Francesco. Tali merci raggiungevano anche l’interno no dai circuiti endolagunari, anche se alcuni esem-

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Luoghi di provenienza delle


anfore rinvenute a Ravenna

plari sono stati rinvenuti all’interno di siti fortifica- mentata a Pesaro, Pescara e lungo le coste medioa-
ti d’altura e in insediamenti rurali. Ben attestata è driatiche. Sono sporadiche invece le attestazioni
anche la sua diffusione nell’Adriatico meridionale e lungo le coste nord-adriatiche, come ad esempio a
lungo le coste delle Marche e dell’Abruzzo; mentre Torcello, Aquileia e Trieste e in questa regione pe-
è più rara in Istria e in Slovenia. Numerose sono in- netrano nell’entroterra solo in alcuni siti fortificati
fine le sue attestazioni lungo le coste croate, in par- come a Udine e Ibligo Invillino. Risulta invece no-
ticolar modo a Brioni, dove raggiunge percentuali tevolmente diffusa lungo le coste croate e in Alba-
considerevoli. Rinvenimenti sono segnalati anche a nia, soprattutto a partire dalla seconda metà del VI
Pola e Sebenico. Un volume paragonabile a quello secolo.
calcolato a Ravenna si riscontra invece a Butrinto e Dall’area egea proviene anche un piccolo con-
a Durazzo, soprattutto tra la fine del V e la prima tenitore vinario (LR 3), ampiamente diffuso a Clas-
metà del VI secolo. se, nell’hinterland romagnolo e lungo le regioni me-
Un’anfora globulare di grande diffusione nel dioadriatiche, in particolar modo a Rimini e Pesca-
Mediterraneo è la LR 2, prodotta in diverse isole ra; più rara a sud, dove si incontra soprattutto nel
dell’Egeo e ampiamente attestata all’interno della territorio sipontino, negli scavi della villa di Agnuli.
penisola balcanica. Quest’anfora è attestata a Classe Un particolare legame accomuna Ravenna con que-
da percentuali inferiori rispetto agli altri contenito- sto insediamento, dove si rinvengono percentuali
ri orientali di grande distribuzione. In un contesto comparabili di un’altra produzioni orientale tar-
indagato nel 2001 se ne contano un terzo rispetto al- doantica, la Phocean Red Slip Wa re. Più scarse sono
le anfore LR 1, per lo più in contesti di tardo VI e invece le attestazioni in area veneta così come a
VII secolo, così come è stato osservato a Costanti- Trieste e Udine. Lo stesso volume di rinvenimenti è
nopoli. Questi due contenitori sono spesso associa- presente lungo tutto il corso delle coste croate, men-
ti alla distribuzione statale di olio per il rifornimen- tre non è stata identificata se non in rare occasioni in
to dei contingenti militari. La LR 2 è ben docu- Albania.

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Tipologia delle anfore circolanti


a Ravenna tra il V e il VII secolo:
1. Anfora LR 1 variante A (Cilicia,
Cipro); 2. Anfora LR 1 variante B
(Cilicia, Cipro); 3. Anfora LR 7
(Egitto); 4. Anforetta nubiana;
5. Anfora LR 2 (Egeo); 6. Anfora
Agorà M273 (Egeo); 7. Anfora
Samo’s cistern type (Egeo);
8. Anfora LR 3 (Egeo); 9. Anfora
LR 4 (Gaza, Ashkelon - Palestina);
10. Anfora Agorà M334
(Palestina); 11. Anfora LR 5
(Palestina); 12. Anfora Keay LII
(Italia meridionale); 13. Anfora
Keay LV (Africa del Nord);
14. Anfora Keay LXII (Africa del
Nord); 15. Anfora Keay XXXV
(Africa del Nord); 16. Anfora Keay
XXVI (Africa del Nord);
17. Spatheion 2 (Africa del Nord)

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Coppe e lucerne rinvenute negli


scavi del porto di Classe

Nei contesti finora indagati a Classe è stata an- Più rare, se non episodiche, risultano invece le
che riconosciuta una modesta quantità di anfore di attestazioni a Classe di alcuni contenitori prodotti nel
produzione Samia di VII secolo, come la Samo’s ci - territorio di Cesarea, quali ad esempio le LR 5 (4%)
stern type e l’Agorà M273, poco anteriore, inferiori e le anfore Agorà M334 (inferiori all’1%); sono do-
all’1% delle attestazioni complessive e rinvenute cumentate anche in alcuni siti della Slovenia, a Ca-
sporadicamente anche in altri insediamenti del bas- podistria e a Trieste. Più frequenti sono le attesta-
so e alto Adriatico. L’anfora di Samo è un conteni- zioni a Durazzo e Butrinto, dove in ogni caso non su-
tore che indica un rapporto preferenziale tra centri perano mai le percentuali registrate a Ravenna.
strategici nei territori controllati da Costantinopoli. Ancora meno frequenti i rinvenimenti di anfo-
L’anfora più attestata a Classe e a Ravenna è però re di produzione egizia, come la LR 7. Da Classe
certamente la LR 4 (20% del totale), prodotta nel provengono alcuni esemplari integri, ma le attesta-
territorio di Gaza e Ashkelon, nella Palestina meri- zioni non superano generalmente l’1%, così come le
dionale. Al suo interno veniva trasportato preva- piccole anfore nubiane con fondo ad anello. Del
lentemente vino, prodotto in larga misura nell’en- tutto sporadici i rinvenimenti anche lungo le coste
troterra di questa regione nella tarda Antichità. La altoadriatiche. La LR 7 è del resto un contenitore
sua diffusione nell’alto Adriatico è capillare: nume- scarsamente diffuso nel Mediterraneo e se ne regi-
rosi esemplari sono stati ad esempio rinvenuti a stra un’ampia circolazione solo in Egitto; frequenti
Torcello, Concordia Sagittaria e Oderzo. Frequenti sono inoltre le attestazioni nella sola Cartagine, in
le attestazioni anche nel Friuli, nei castra di Udine e particolar modo in contesti di fine VI secolo.
negli insediamenti di Ibligo Invillino, Cividale e in Nel porto di Classe si rinvengono infine alcuni
diversi siti lungo l’Isonzo. Ne sono stati identificati contenitori di produzione italica (Keay LII), prin-
molti esemplari anche a Trieste e Capodistria. Ri- cipalmente importate dalla Calabria (4%). La di-
sultano invece più sporadici i rinvenimenti di LR 4 stribuzione di questa anfora vinaria è testimoniata
lungo le coste croate, se si eccettuano alcuni esem- da rinvenimenti lungo tutto l’arco adriatico fino ad
plari da Salona, Bare e nel relitto di Sebenico. Un Aquileia e a Capodistria e raggiunge anche le coste
incremento di anfore palestinesi si registra invece a croate e albanesi, anche se con valori percentuali
Butrinto nella seconda metà del VI secolo. minimi.

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La quantità e la qualità di contenitori da tra- redistribuzione di tali produzioni verso i territori


sporto identificati a Classe dimostrano la centralità norditaliani e verso le zone interne dell’area padana,
del porto di Ravenna nella rete di traffici che inte- un primato che le consentirà di mantenere un pote-
ressavano la tarda Antichità. La città era raggiunta re economico e una posizione determinante anche
da merci orientali e nordafricane che viaggiavano al- nei primi secoli dell’alto Medioevo.
l’interno delle stesse navi anche durante la seconda
età vandala, dimostrando un legame privilegiato tra Bibliografia
la capitale del regno ostrogoto e la regione di Car- Augenti 2006; Carandini 1986; LRCW I; Maioli 1991; Mc-
Cormick 2001; Murialdo 2001; Panella 1993; Reynolds 1995;
tagine, ma anche con Costantinopoli e il Mediter- Reynolds 2005; Saguì 2002.
raneo orientale. Ravenna si trova a svolgere tra il V
e il VII secolo un ruolo di primo piano anche nella

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