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Il Curioso Indiscreto - Libreto Italiano
Il Curioso Indiscreto - Libreto Italiano
http://hdl.handle.net/2027/gri.ark:/13960/t0200xx34
Public Domain
http://www.hathitrust.org/access_use#pd
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in 2018 with funding from
Getty Research Institute
https://archive.org/details/ilcuriosoindiscrOOanfo
CURIOSO INDISCRETO
DRAMMA GIOCOSO PER MUSICA
INTRONATA DI SIENA
Il Carnevale dell Anno 177 ?.
DEDICATO
AI NOBILISSIMI CAVALIERI
E ALLE
GENTILISSIME DAME.
IN SIENA 1778.
Nella Scamp. di Vincenzo Pazzmi Carli e Figli.
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NOBILISSIMI CAVALIERI
GENTILISSIME DAME.
Siena
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LI BA ILI
Sono d’invenzione, e direzione del
Sig. littorio Periai .
FIGUR A N T I.
Sig. Giuf. Manfredi. Sig. Madd. Chiarini.
Sig. Frane. Albertini Sig. Anna Martinelli,
Sig. Ant. Baggiani. Sig. Lucia Bàrailì.
Sig. AlelT. Bartaletti. Sig. Cater. Cordini.
■C
8
MUTAZIONI DI SCENE
.Nell’Atto Primo,
Nell’Atto Secondo.
Cortile ;
Bofchetto deliziofo.
Galleria.
Nell’Atto Terzo.
Cortile.
Portici,
ATTO PRIMO-
SCENA PRIM A.
Giardino .
Nell' alzarfii il Sipario fi vedrà il Giardi¬
no ripieno di Dame, e Cavalieri veftì-
ti air Olandefe ; ivi venuti per una Fe-
fi a , che dà il Marc hefe per rallegrare
la Spoja.
/,)
Aur. ( Che feiocco ciarlatano
Pro quel, che più mi piace
E
.
Prudente moderato,.,.
Mar. Maggiordomo obbligato
,
•
Pro Udite ragione
la
.
la
o
comprendo...
Co, Non fo che dir; ma neppur io l’intendo.
Mar Marcbefina, abbaftanza.
.
SCE
A
4
S
ATTO
CENA II.
Emilia , Aurelio , Profpero.
è
Émì.[ A H, che quel complimento
ZjlVIì delta in fen la fredda gelosia.)
Aur. Emilia, anima mia,
Ecco ritorno a te ;T amor, la fede
Sempre ferbai nel petto,
Ed il tuo amabil volto...
Mi fcorderò il Contin fe più I*afcolto.
parte non veduta da Aur .
Aur. Mille affetti ho nel feno;
Mi confondo , deliro...
Ma Emilia dove andò? non veden+Em.
Prof. Signore, vi dirò,
Che in amor fi richiede ardir, franchezza ;
Ho letto in una Iftoria,
Che per la fua ragazza un certo Giove
Ebbe il coraggio di /cangiarli in Bove;
E con tutte le corna
Trapaffando il mar... littoria è lunga...
Il fatto è, che in amore...
Aur . Voi fiete un parlatore.
Pro. E voi un freddo amante •
Aur. Ma. pure in un’iflante
Paffo dal gelo al foco;
Se mi rifcaldo un poco, allor vedrai
Trà l’affanno, e lo iberno
Qual fier periglio fia fcherzarmi intorno.
Se non taci impertinenre
Se la bile mi fi fcaida
La prudenza non fia falda
Qualche Diavolo farò.
Non mi far fcaldar la tetta
Vanne via {ciocco buflone.
Che
PRIMO.
Che mi (caldo un poco
fe
13
Curiofo, fon’io;
Ma quello dubbio mio
Chi feioglier mai potrà?
Con. Oibò non intendo
P
Ardita i’imprefa
è
Con, Ma Tappi...
Mar . Ella è già qui; non puoi fuggire.
S C E N A V.
Clorinda , il Contino , ed il Mar chefe.
Con .
QIgnora, e dove?
C/o. *3 In traccia del Marchefe.
Con , Dcrme egli qui.
C/o. Lafciamolo in ripofo.
Con . Ed or, che il voftro Spofo
Sogna forfè di voi, feder polliamo
Fintanto, che fi fveglia.
C/o. E ben, fediamo. fedone.
Con. Che vi pare di quella
Citrà, degli ufi nollri, e dei foggiorno ?
C/o. Non è compito il giorno
Da che, fono arrivata .
Con. La Donna vede affai con una occhiata^
M ar. Che fervon tanti efordi,
(
Veniamo predo al punto .) al Co.
Con. (Ah, che impegno funefto/)
Ciò. Voi tacete, cos’èP
Con. Clorinda, oh Dio!...
Ciò. Che vuol dir quel fofpiroP
Con, Io fon confufo;..
In-
P R I M O. 17
Innanzi al vofho afpetto
Io perdo la parola.
Ciò . E la cagione ?
VI.
Clorinda , ed il Conte .
C/o. (X3 Arte il Marchefe,quì mi lafcia,ein*
JL Mifera, oh Dio] mi lento (tanto
Torto in tumulto il cor.)
Con.(Partir vorrei,
(Ma il piè par, che s’arreftiV
E non ofo parlar.)
Ciò. (Ma dove mai,
Dov’è la mia coftanza?
Con. (Ah, che io previddi
Già la mia debolezza/)
Ciò. Conte, perchè tacete ?
Con . Io non fo... Mi confondo >
Ciò . Ma poc’anzi.
Tanto ardor, tanto foco...
Con . Oh Dio/Tappiate; Cara..*
Ciò . Che ardir è il voftro?
Con. Perdonate/
Ciò. Quello importuno amore
Difdice a un Cavaliero.
(Ah, non lo dice il cor.)
Con. E vero,
5
è vero.
C lo.Emilia è il voftro ben.
Con. V’ama il Marchefe.
Ciò. Darete a Lei la mano ;
Con. Sarà voftro Conforte.
Ciò. (Che dettino crudel/)
Con .
io
Con. {Che fiera
ATTO forte/
Ciò. Dunque alla bella Emilia
Serbare i dolci afta tri ; io ferbo,... Oh
Stelle . 1
vuol par r.
Con. Nò... per pietà fentite ;
Sol per voi mio teforo...
Ciò. Olà, partite.
Con. Bella Clorinda, addio;
Ciò. Addio Conte;
Con. ìdol mio
Deh permettete almen... li bac. la mano.
*
Ciò. Che impertinenza?
Con. Perdono, anima mia...
Ciò. Conte pazienza .
3
Vii.
Il
Conte foto .
He ftravaganza è quefta /
Sembra pure, che m’ami,
Ma
P R I M O. xx
Ma poi dtTaflro.il. core
Dimoftra aver, nè parla più d’amore;
Mille contrarie idee
Mi fi affollano in mente
Di timor, di fperanza... ah mi confondo.
Vado... retto,., che fo? Dove m’agii o?
Penfo... pavento, oimè! Quafi deliro r
Non più; da lei fi vada
A Spiegar... ma qual gente s’apprefla
Da quella parte, e quella ?...
Oh mio Signor • • r hi è lei?.,.
Il dovere ?... Va bene;
Sì, v’ubbidifco* andiamo..oimè, fermate ^
Marchefe e Contino.
il
Mar. A mieo, i dubbj miei (perigUo
Van erefeendo a momenti,e li tn\o
Ha bifogno di aiuto, e di configlio .
Coti»
P R I M O. t$
Con . Il configlio è (incero, ed amorofo.*
All’U>m difdice federe curiofo.
Mar. Io curiofo non fon, ve lo ripeto,
E quella voglia mia
Non fi eftende a Ccicire i farti altrui;
Con. Ma qualche volta è ben fprezzare i fui
Mar. Non retto perfuafb:
Non prendo moglie a cafo:
E un grande efperimenro
Penfo di far; ho pronto alcuni amici
Da Marinar vettiri ,
Che fingo dall’Olanda a voi inviati
Con ricca Eredità ;
Con. E voi con quella
Ridicola nnzion , che pretendete ?
Mar. Così vi renderete
Degno deli’umor fuo, offrendo a lei
Un sì ncco tefor .
Con. Ma voi credete...
Mar. Ella già vien; gli amici
Quivi fon pronti e al foie ^oftro cenno
Dovranno comparir.
Con . Io non mi fido ...
Mar. Non occor r’altro amico, in voi confido
SCENA XII.
T
Clorinda , e poi Conte .
iranno amor io fento
Quel lufinghiero affetto
Che mi accenderti in petto
Che foipirar mi fà.
Con. Clorinda, anima mia,,.
Ciò. Ccn chi parlate ?
(Oimè, che io non refifto).
Co. Perdonate l’ardir; unpicciol fegno
B Òf-
*
A T T o
Offrirvi ora vorrei dell’amor mio/
C7. Conte, voi m'affliggete;
Cori* Cara , non Io credete ?
Olà. comparifcono alcuni Marinari'
Ciò. Qual gente è mai ?
Con* Son Marinari -, e recano d’Olanda
Una mia eredità, che tra ricami.
Drappi, gemme preziofe, argenti, ed oro,
Forma un piccioi tcforo.
SCENA XIII.
Il
March afe , e detti •
Mar qui gli amici
.(^On
CjVediarn chefeguirà.) in difparte .
Ciò . .Che belle ftoffe/ ojfervando i doni.
Co* Sarà men bella fu la voftra tefta .
Mar* (Attonita, e dubbiofa
Contempla, e poi fofpira.)
Ciò* Sul mio capo?
Con . Si, bella,
E ftoffe, e gemme, ed oro
Tutto voftro farà, fe la mia mano
In tant’orror non v'è.
Ciò . (Refifto invano.) y
Mar, (La veggo titubante,
E’ vicina la refa.) ’(fufa..
#
#
Qui-
P R I M O. zy
Quell’ anello prendete r
Ed in quello offervate, o mio Teforo
Se per voi peno, e fe fede! vi adoro
Ciò. Che bella gemma è quella/
Che arte , che lavoro !
Ma chi fon m. i colloro.
Che veggo incili quà?
Con. Didone, con Enea,
E Jarba il Re de’Mori,
Che afcolta i loro amor!
Là indietro 'e ne Ila,
Mar. Che c’ entra qui Didone;
Jarba che ci ha che fare?
Vorrei pur contentare
La mia curiofità.
Ciò. Quanto è vezzofo Enea ;
Con. Didone quanto è bella;
Mar. (Da quella lor favella
Nulla comprendo aflè. )
Ciò. Enea m’alletta , e piace ;
Con. Ma Jarba non vedete?
Ciò. E ben?
Con. Non intendete.
Mar. (Oh poveretto me/)
Con. Voi liete la Regina:
Il Moro egli è il Marchefe;
Che colforecchie tefe
Sta quivi ad afcoltar .
Ciò. Come, il Marchefe è qui?
O Ciel, non mi credea...
Mar. Jarba, Didone, Enea
Mi fanno Uralunar.
Clo. Ah, mi fi accende in petto
Un odio, ed un difpetto,
B z Che
28 ATTOfa.
Che rattriftar mi
Con^a 3.Ah mi fi accende in petto
Un dolce, un nuovo affetto.
Che confolar mi fa.
Mar. Ah mi divora il petto
lì dubbio, ed il fofpctto.
Che fgomentar mi fa .
Ciò. Via, malnati, olà , partite ; ai Mar.
Punirò s) folle ardire.
A h non po(fo più Soffrire al Co.
Quella tua temerità.
Con . Ah, pietà, perdon ti chiedo;
Sì fon reo, lo vedo anch’io,
Del mio ardir, del fallo mio
Colpa è foi la tua beltà.
Mar. Ah refpiro; Più non chiedo:
Or mi Tento confolato :
D’ogni mal m’ha rifanato
Quella mia curiofità .
Con. Bella, io t’amo, e tu crudele...
Mar . Un amieo più fedele ;
Una Donna più collante
Nò, per certo non fi dà.
Ciò. Oh chegioja, oh che contento/
Con * Che pracere in petto io lento
ai Di burlarlo come và.
Mar. Disi bella fedeltà . par. Clor.e Co.'
S C E N a XIV.
Il
b
Aur .
Mar. E il Conte, Padron mio
Emilia ha da fpofar.
Aur. Or ben , di tali offefe ...
Mar . Or bene, in Campo armato..*
( Il cafo inafpetrato
#
Gran gioco a noi farà.
S
ATTO.
C E N XVI. A ..
ii
t
Serpina . detti •
Profpero , o • •
*
Pro.^Li Convitati fono già ledi
n 2 E non conviene farli afpettar • *
jfur. Ce la vedremo.
Emi, Che far vorredi ? f '
E un Cavaliero deli’Alcàlà.
s
Mar., (Mi ùnto rodere.) Per un momento •
a %
3* A T T O
a 2 Vuole il dovere...
fi i Vuoiragione...
la
M/tu Ch’io (chiatti, e crepi? Ben fi vedrà.
Tutti Che gran difturbo, che confufione !
. Nè fo tal fatto, che fine avrà.
a 2 Par che rimanga ftupido,
Come rifoiverà/
fi 3 Par ch’egli retti immobile,
Qnefto che mai farà/
fi £ Cafo più Arano, e barbaro.
Certo, che non fi dà
Tutti Oh che lventura orribile.
Tutto gelar mi fà.
fi z Ho nel core un fpietato martello,
Che mi batte , e gran pena mi dà.
fi z All’orecchio mi ttà un campanello,
Che fonando fmarrita mi fa.
fi 2 Che campana nojofa , e moietta ,
Rimbombando mi fa delirar.
Pro . Un Frullone mi fento alia tetta ;
Che girandomi fa palpitar.
Tutti Che tumulto,che moto, che chiatto.
Che rumore , che fiero fconquaffo.
Cl.eCo. Batte batte )
£tf?. 5V.Suona fuona) Mi fa difperar.
Au% Pr.Gira gira )
\ ^ k
Am.
S E COND O'. 35
Aur.^?cr efempio il Contino;
Emi. Appunto.
Aur. Ah perfida!
Emi. Che fciacco feccator !'
Aur.Che menzognera/
Mar. Oh che bella efpreflione / f
Che nobil complimento/ E la cagione?
Aur. Signor Marchefe, udite.. •
Pigliatevi , lafciatevi,
Sposatevi , ftrozzatevi ,
A me non me n’importa.
Aur. E tanti giuramenti ?
D’effer collante e fida ancor lontana?
Emi Se P ha portati via la Tramontana#,
Udifte mai dal monte y
O in folitario fpeco
La voce replicar?
Ma dove è mai queft’eco ? .
Emilia vi difprezza,
Ma pur voftra farà .
Con. (Clorinda, ed Aurelio,
<)uai fecreti fra loro?) fla ojfervando'
Aur. Io non ho pace;
C/o. Fidatevi di me, (arem contenti.
Con, (Oh Ciel, che tradimenti/
Aur. Ma corner* E farà ver?
C/o, Tutto per voi farò .
Con, ( Che fcellerata/)
Aur, Ma quel cor voi potrete...
C/o, Segone i palli miei, che lo vedrete.
partono Ciò. ed Aur. >
\ SCE*
SECONDO. vr
SCENA IV.
Conte , Poi Profpcro , Serpina indi Emilia»
Coff.T^YOve fon? Che m’avvenne?
jLA Dormo deliro? Oimè...Ma ciò, eh’
Ciò, ch’iofteffo afcoltai ( io viddi.
Non è iiiufione,o fogno; ah Donna infida
11 -Marchefe tradirti, ed ora indegna
Un Seneca fvenato.
Un Socrate, un Catone innamorato.
Ser . Del voftro amor fin qui non ho che ciar-
Pro. Perchè non comandate? (le*
Ser. Voglio Provarvi un poco.
Pro. Andrò fin dentro il foco?
Mi getterò nel mar infìno al fondo ^
Andrò per tutto il Mondo...
Ser . Oibò, non chiedo
Tanto da voi ; fe mi amate da vero.
Avete da ftar cheto un giorno intero.
Pro. Un giorno fano fenza dir parola?
Ser. Se mi volete ben...
Pro. Ventiquattrore?
Ser. Quello il fegno farà d’un vero amore •
Vi
ATT O
Fortftieri ,
fon de’
Vi fon
de*Cavalieri».
Che muojoao per rire,
Pro . (Ma com’,.. Non fo frenarmi*)
Ser. E tanti Milordini,
Vezzo fi galantini.
Pro , (La lingua vo (frapparmi.)
Ser. Più beili affai di te.
Pro • ( Pette....) Ser. Non è bugia ;
Ad un’occhiata corrono,
Ad un rifetto fvengono.
Pro* ( Sfaccia...) Ser . Con leggiadtia ,
Quelli, che più mi piacciono
Li tocco col ventaglio;
Mangiateci un po d’aglio.
Che fono più di tre. parte.
Pro . Pettegola, sfacciata.
Ridicola, fguajata...
Ser . Mangiateci un po d’aglio, torna
Non fate voi per me. parte.
Pro . Vuo dir fino all-altr’anno.*
La Donna è un gran malanno,
E’ furba in fino all’offo;
Parlar di più non poffo,
E fo ben’io perchè, parte .
S C E N A VI.
Bofchetto deliziofo.
Clorinda , po\ il Marc hefe ed il Conte •
Con.
Q Offrir dunque degg’ io
1
il
Emilia poi Aurelio.
Emi. A H Contino, o?efei? Torna al min
amore.
•
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c.-ì Che
48 A T T O
Che Clorinda di re piiNoon fi cura ;
D’ Aurelio innamorata :
Aur* (Ecco appunto 1*ingrata,)
Emi, Aurelio mi rallegro;
Aur, Con chi?
Emi, Col v «Uro core.
/tur. Io non v* intendo.
Emi, Se Clorinda anteppne
A quella di mio Z o la voltra mano,
a Ne lon conrenta appieno .
Auw Ma voi lognate, o mr (chernite almeno.
Emi, Burlarvi ? Io ion (incera ;
Si confola ciafcun , ne godo anch’ io :
( Libera alfin larò, e il Conte è mio. )
Aur, Quello nuovo ilrapazzo .. •
Emi, Se vi fpisce,
Che il voftro amor fia noto...
Am, Emilia io fui ...
Emi, Fortunato da ver; la Marchefina
E’ vivace, gentil graziofa, e beila...
Auy, Eh, voi burlate ;
Emi, Eh, voi burlate;
Troppo degna è Ciorinda;andate, andate,
^«y.Quelta è una fchioppettata,ingrata don-
Dunque cosi abbandonate (ni
Un amante fede!, ma cofa dico.
Ma di che mai mi lagno?
Son donne e quello balla,
Che fono tutte delfiltdTa palla.
Sempre inftabile è la Donna,
Col penfiero cangia e vola
Come fa la banderola
Che fi gira quà e là.
Ad ognuno che lofpira
pron-
SECONDO. 49
Pronta lei lo fguardo gira
£ con dolci paroline
Lo fa torto innamorar*
Lufinghiera, feduttrice ,
Caprìcciofa, ingannatrice
Menfognera nata a porta
Per far l’uomo difperar.
Donne mie fe vi maltratto
G^à lo fo voi v’offendete
Ma negare non potete
Che dich'io la verità*
SCENA XI.
Galleria*
Profperò , poi Serpina,
Pro.fyìni Amante procura
V>^r\ver fpcflb la Bella a fe vicina;
A me fuggir convien la mia Serpina a
Finché fpirate l’ore
Saran dei mio filenzio,
Voglio ftarne lontano.
Ser. Profpero, è un’ora,che vi cerco invano;
Ma che, non rifpondete?
Su via, prefto, rompete
li filenzio importuno,
E difettiamo un poco*
Pro.Giacchè me’i permettete^nch’io vorre
Del voftro amor far prova, o mia Diletta ;
( Aderto è il tempo delia mia vendetta
Ser. Comandate;
Pro. Vorrei
Con un filenzio ifteflo
Provar l’affetto voftro.{Or mi rifaccio.)
Ser, Son pronta;
Pro. Io parlerò;
C Ser,
■
:
'
V
So ATTO
Ser . Ed ora io taccio.
Pro. Signora, a dire il vero;
Non mi piacete un zero • >
JM.C% Girne/.. •
XIII.
Clorinda , Emilia , e Serpina .
Ciò o.
C/o*
SECONDO; $3
Ciò ♦ Su gli occhi mi fcefe
Un torbido velo;
Difparve all intorna
5
a 4 Ah fortuna maladetra.
Tu Vuoi rendermi infelice;
Vuoi ridurmi a delirar, par.
SCENA ULTIMA.
yiarcbefe , e detti ;
indi 'Emilia Aurelio*.
Sevpina , a Profpero.
Mar . TJ'Ermate, olà Fermate...
JL
Ah traditore J al Con.
EVvano il tuo difegno; e tu infedele...
Con. Piano; che modo è quello ? Alia mb
Più rifpetto fi deve; (Spola
May. Indegno, io voglio...
Ciò. Eh via non v’affannate;
Itrafporti calmate;
Conclufo è già il contratto;
Noi fiarno Spofi ; e quel eh’è fatte
Mar. Quello di più? (è fatti »
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