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Lezione 2: relazioni tra gli accordi di una tonalità e la scala generatrice

di Gio Rossi (info@giorossi.com)

Avete chiarito gli intervalli? Avete ordunque ben compreso la lezione n. 1? Va bene, voglio fidarmi.
Vediamo ora di analizzare le relazioni tra gli accordi di una tonalità e la scala generatrice, in questo
caso, la scala maggiore. Potremo avere anche un primo, tentennante approccio con la questione
dell'improvvisazione.

Gli accordi della scala

Visto che ci occupiamo di Jazz, armonizziamo la scala maggiore per quadriadi

Ora, parrebbe sensato pensare che la scala maggiore possa sempre e comunque andare bene per
improvvisare e/o comporre melodie sopra agli accordi da lei stessa generati. In realtà non è proprio così.

Qualcosa cozza
Facciamo un esempio. supponiamo di avere un brano in C maggiore che inizi (casualmente) con un
accordo di C maggiore e che un brutto cattivaccio vi costringa ad improvvisarci sopra. Cosa fate?

 Vi gettate da una rupe


 Smettete di suonare ed andate a funghi

 Provate ad improvvisacchierellare sulla scala maggiore

Da buoni creativi, cominciate ad andare avanti e indietro per la scala maggiore (con le rupi si può solo
andare avanti). Suonando alla velocità della luce funziona tutto ma, appena rallentate, ecco che qualcosa
non quadra :

Il FA, IV grado della scala, "cozza decisamente". Potrebbe essere usato come nota di passaggio, come
ritardo, come appoggiatura, come ammorbidente per i capi delicati ma non certo come estensione
dell'accordo di C maggiore. Questa melodia, per esempio, ha qualcosa di storto.

Ascolta
Lo so è brutta, ma non è questo il punto. Il FA decisamente "stona". La stessa cosa accadrebbe se al posto
dell'accordo di C (I grado) utilizzassimo uno dei suoi gradi secondari, il III (Em7) o il VI (Am7). Di qui la
prima regolina:

Utilizzando la scala maggiore sul gruppo di tonica,


facciamo attenzione alla nota del IV grado

Eccovi la "versione corretta" della melodia in questione:

Ascolta

Naturalmente, nulla ci vieta di utilizzare il Fa come nota di passaggio, ovvero un nota breve e di
collegamento tra note strutturali (chiariremo questi concetti più avanti). Attenzione a fare di questo
accorgimento un dogma improfanabile. I divieti assoluti vanno bene per i funghi, e non per gli artisti.

Seconda regoletta:

Utilizzando la scala maggiore sul gruppo di Sottodominante,


facciamo attenzione alla nota del VII grado

E qui il dubbio: il SI, VII grado della scala, non sta particolarmente male ne' sul Dm7 (accordo costruito sul
II grado) ne' sul Fmaj7, (accordo costruito sul IV grado). Anzi, gli accordi Maj 7 #11 sono utilizzati di
frequente. Allora come la mettiamo? Il motivo è questo: il SI, sensibile, è l'elemento super determinante del
gruppo di dominante (accordi del V e VII grado) e quindi va fatto passare sopra lì. In caso contrario,
ovvero introducendolo già sopra agli accordi del gruppo di Sottodominante, avremmo delle cadenze del tipo
IV - V - I un po' vaghe, dall'effetto incerto, dove i ruoli dei singoli accordi andrebbero a confondersi :

Ora, per cortesia, non cominciamo a tirar fuori che Coltrane ne combinava di tutte e che Parker con le
sensibili ci lavava i calzini. Siamo alla lezione "due" e ci occupiamo dei concetti di base. Il resto lo capiremo
meglio se muoveremo con cura i primi passi.

E il gruppo di Dominante?
Scusate, stavo farneticando. Dunque, sul gruppo di Dominante (accordi del V e VII) ha poco senso inserire
il primo grado della scala, ovvero la Tonica. L'accordo di dominante contiene infatti la Sensibile, che di fatto
lo trascina verso la sua risoluzione, (l'accordo di Tonica). Inserire la Tonica e la Sensibile all'interno dello
stesso accordo sarebbe quanto meno incoerente. Un po' come mettere il trampolino di una piscina
direttamente sott'acqua. Di qui la terza regoletta:

Utilizzando la scala maggiore sul gruppo di dominante,


facciamo attenzione all' uso del I grado

Riassumendo
Per improvvisacchierellare sugli accordi di una tonalità, la scala maggiore va bene, ma occorre fare
attenzione al VII grado, al IV, e al I. In C maggiore parliamo delle note SI, FA e DO. In alcuni casi, sarà
meglio usarle come note di passaggio. Super riassumendo :

Sul gruppo di Tonica, diffidate del IV:

sul gruppo di Sottodominante, diffidate del VII:

Sul gruppo di dominante, occhio al I:

Troppo complicato? La notte porta consiglio. un buon sonno e tutto vi apparirà più chiaro.

Il sogno illuminante
Vi trovate al bar quando Count Basie vi chiama al tavolo per il solito aperitivo. Ci sono anche Duke Ellington
e Sabrina Ferilli. Pare che lei ascolti del jazz, mentre Duke non ne sa nulla e vorrebbe tanto ascoltare
qualche CD giusto per farsi un'idea, magari a casa sua. Disgustati da tali vergognose bassezze da parte del
"Duca", voi e Count Basie vi trasferite in un altro tavolo e lì, con il cuore colmo di amarezza, vi confidate:

"Non capisco, sul gruppo di Tonica devo togliere questo, sul gruppo di Sottodominante devo
togliere quello... io come faccio ad avere la necessaria tranquillità per fare dei bei soli
creativi?"

"Ma è ovvio", risponde lui. "Togli il IV e VII grado della scala maggiore e utilizzi una bella
Pentatonica, che va bene sia per il gruppo di Tonica che per il gruppo di Sottodominante"
"Giusto. Come ho fatto a non pensarci subito! E sul gruppo di dominante?"

"Se vuoi evitare problemi, ti basta fare un bel SUS 4. Togli la sensibile all'accordo di
dominante e sei a posto. Però, se vuoi suonare nella mia band, è meglio che impari a suonare
anche sulle dominanti con la sensibile. Usa la stessa scala, ma fai attenzione al I grado."

"e le diminuite, le superlocrie etc etc?"

"Dopo, con calma. Al prossimo sogno illuminante."

Concludendo
Per quanto possano sembrare semplici e scontati, questi concetti sono a mio avviso fondamentali. Studiare
6000 scale non serve a nulla se prima non è chiaro quali siano le note che un accordo può effettivamente
sostenere. Improvvisazione a parte, lo studio dell'armonia comporta la conoscenza dei perchè e dei percome
dei vari accordi che troviamo cammin facendo. Ridurre l'armonia jazz ad una serie di sigle con una scala
sopra non ha senso. Io dubito fortemente che i grandi della musica (non solo jazz) componessero e
suonassero "a spanne". Tuttavia, non confondiamo l'analisi dei fatti con i fatti stessi, ovvero l'opera con il
progetto, la grammatica con la lingua. Qui analizziamo tutto quello che volete, ma non dimenticate che il
linguaggio jazzistico deve essere nelle vostre orecchie. quindi: ASCOLTATE musica. Sempre.

Esercizi
Utilizzate la Pentatonica di C per creare un piccolo assolo sopra questi accordi. Attenzione al G7 finale

Ora usate la Pentatonica di Bb per improvvisare su questi:

 Trasportare queste sequenze di accordi anche in altre tonalità e ad utilizzare le relative scale
pentatoniche.
 Utilizzate la scala maggiore e fate attenzione ai punti caldi.

 Suonate le scale lentamente, in modo da capire quali note effettivamente funzionano

 Se andate a funghi e fate un risotto, chiamatemi.

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