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COLLEGIO DI TORINO

composto dai signori:

(TO) LUCCHINI GUASTALLA Presidente

(TO) COTTERLI Membro designato dalla Banca d'Italia

(TO) FERRANTE Membro designato dalla Banca d'Italia

(TO) DALMOTTO Membro di designazione rappresentativa


degli intermediari

(TO) SCARANO Membro di designazione rappresentativa


dei clienti

Relatore ALFONSO SCARANO

Seduta del 04/06/2019

Esame del ricorso n. 0218344/2019 del 19/02/2019

proposto da Battiato Maria

nei confronti di 7601 - POSTE ITALIANE S.P.A.

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COLLEGIO DI TORINO

composto dai signori:

(TO) LUCCHINI GUASTALLA Presidente

(TO) COTTERLI Membro designato dalla Banca d'Italia

(TO) FERRANTE Membro designato dalla Banca d'Italia

(TO) DALMOTTO Membro di designazione rappresentativa


degli intermediari

(TO) SCARANO Membro di designazione rappresentativa


dei clienti

Relatore ALFONSO SCARANO

Seduta del 04/06/2019

FATTO

La controversia verte sulla domanda di rimborso di buoni postali fruttiferi di cui


l’intermediario eccepisce la prescrizione.

Esperita infruttuosamente la fase del reclamo – presentato in data 20.02.2013, riscontrato


dall’intermediario in data 11.03.2013 – con ricorso all’ABF protocollato il 19.02.2019, la
parte ricorrente rappresenta:
- di essere cointestatario/erede di uno dei cointestatari di n. 5 buoni fruttiferi postali della
serie “O” del valore di L. 1.000.000,00 ciascuno, emessi nell’anno 1982;
- in data 18.02.2013, l’intermediario resistente ha liquidato i titoli controversi riconoscendo
il minore importo di Euro 43.070,70, in luogo di quello dovuto, pari ad Euro 89.500,19,
come indicato nel tergo degli stessi;
- l’intermediario ha riscontrato negativamente la richiesta di maggior rimborso,
giustificando il proprio operato sull’assunto che per i buoni fruttiferi rientranti nella serie O
e P non abbia valore la tabella riportata a tergo dei medesimi, bensì operi la variazione in
diminuzione ai sensi del Decreto del Ministero del Tesoro del 19 giugno 1986 (G.U. n. 148
del 28 giugno 1986) oltreché dell’art. 173 del codice postale;

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- la variazione retroattiva e in senso peggiorativo dei tassi di rendimento operata dal
Decreto Ministeriale è priva di copertura a livello di fonte primaria;
- l'orientamento seguito dal giudice di legittimità (e nel seguito dalla giurisprudenza di
merito e arbitrale) è rivolto a dare prevalenza alle condizioni a tergo del buono fruttifero
rispetto ad eventuali modifiche introdotte precedentemente dai decreti ministeriali.
L’intermediario resistente, nelle controdeduzioni, afferma:
- parte ricorrente contesta il rendimento riconosciuto per 5 buoni fruttiferi emessi il
02.10.1982;
- i buoni fruttiferi postali oggetto del ricorso appartengono alla serie ordinaria “O” la quale,
come noto, ha visto modificare il proprio rendimento per effetto del D.M. 13/06/1986
concernente la “Modificazione dei saggi d'interesse sui libretti e sui buoni postali di
risparmio”;
- la materia è regolata dal D.P.R. 156/1973, il quale sancisce espressamente il principio
secondo cui le variazioni del saggio di interesse dei buoni postali fruttiferi sono disposte
con decreto del Ministro del Tesoro reso unitamente al Ministro per le poste e le
telecomunicazioni, quale è appunto il succitato Decreto adottato nel 1986;
- la variazione dei tassi di interesse, operata con il Decreto sulla “Modificazione dei saggi
d'interesse sui libretti e sui buoni postali di risparmio”, trae pertanto fondamento da una
fonte di rango legislativo, ovvero il D.P.R del 1973, ciò escludendo pertanto un possibile
profilo di inadempimento contrattuale a proprio carico.

Parte ricorrente chiede che il Collegio riconosca il proprio diritto “alla liquidazione
dell’importo non corrisposto dall’intermediario nella misura pari ad Euro 46.429,49, od ogni
diversa somma che dovesse essere accertata in corso di causa”, con vittoria di
competenze e spese.

L’intermediario chiede il rigetto del ricorso in quanto infondato.

DIRITTO

La questione sottoposta all’attenzione del Collegio investe il problema del rimborso dei
buoni fruttiferi postali, oggetto di modifiche sui rendimenti: vale a dire se debbano essere
rimborsati secondo le condizioni apposte sul retro dello stesso, relative alla serie “O”
vigente al tempo dell’emissione, ovvero secondo il diverso criterio dettato dal D.M.
13.06.1986, intervenuto posteriormente all’emissione.

Sulla base dell’orientamento consolidato dell’ABF, allineato a quello della giurisprudenza di


legittimità (Cass. n. 27807 del 16.12.2005 e in senso conforme Cass. Sez. Un.
11.02.2019, n. 3963), i buoni fruttiferi postali non sono titoli di credito ma meri documenti di
legittimazione (che svolgono la loro funzione solo in sede di esercizio del diritto,
permettendo l’identificazione della persona che ha diritto alla prestazione): sono infatti privi
dei requisiti dell’astrattezza, dell’autonomia e della letteralità che contraddistinguono i titoli
di credito, come dimostrato dalla prevalenza, sul loro tenore letterale, delle successive
determinazioni ministeriali in tema di interessi, anche peggiorative.

Pertanto i diritti spettanti ai sottoscrittori dei buoni postali possono subire variazioni nel
corso del rapporto per effetto di atti normativi (come i decreti ministeriali) successivi
all’emissione dei buoni stessi (v. da ultimo Collegio di Napoli, decisione n. 5197/2018;
Collegio di Palermo, decisione n. 20638/2018).

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Il Collegio pertanto, tenuto conto del disposto dell’art. 173 (Tabelle degli interessi -
Variazioni) del D.P.R. 29 marzo 1973 n. 156 (come modificato dal D.L. 30 settembre 1974
n° 460) (Codice Postale) e dell’art. 6 del D. M. del Tesoro 13 giugno 1986; ritenuta
ammissibile la possibilità di eterointegrazione del contratto in base allo specifico regime
che sia stato contrattualmente convenuto dalle parti al momento dell’emissione del titolo
(cfr., ad esempio, la decisione n. 1465/12); ammessa la possibilità che, per effetto della
sopravvenienza di atti normativi, il tasso degli interessi originariamente previsti potesse
essere modificato,
P.Q.M.

Il Collegio non accoglie il ricorso.

IL PRESIDENTE

firma 1

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