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26-mar Tecnologie e processi per la valorizzazione energetica del biogas Giacomo Mussino
Responsabile Ricerca & Innovazione Asja
16-apr Visita all’impianto di produzione di biometano da FORSU a Foligno Gian Maria Rossi Sebastiano
Chief Technical Officer Asja
Mi presento
4
Tecnologie per il recupero di energia
e materia da rifiuti solidi
Processi termochimici: generalità
Processi di recupero di composti pregiati dall’industria agroalimentare | Davide Mescia
Processi termochimici
le caratteristiche di biomasse e rifiuti
Processi termochimici
aspetti fondamentali
Biomasse/Rifiuti
Processi Processi
termochimici biologici
Processi termochimici
aspetti fondamentali
Processi termochimici
aspetti fondamentali
Un aspetto importante oltre al potere calorifico del rifiuto è anche la capacità di distribuire il calore necessario e dipende
dalle dimensioni del combustibile e la sua capacità termica.
Alcuni parametri caratteristici sono:
t Tempo caratteristico per il riscaldamento del
Bi Numero di Biot: dove h è il coefficiente di scambio
centro della particella: dove a è la diffusività termica
termico con l’esterno , L il raggio o la dimensione
calcolata come il rapporto tra k conducibilità termica e
caratteristica della particella e k la conducibilità termica
r densità e c calore specifico.
del solido. Rappresenta i rapporto tra il calore ricevuto
da una particella e la capacità di trasferirlo al suo
interno. Per Bi maggiore di 1 si ha difficoltà a
redistribuire il calore.
Il tempo caratteristico varia con il quadrato della dimensione caratteristica: per questo motivo si utilizzano pezzature di 1-2
cm per ottenere buone conversioni con bassi tempi di permanenza.
Processi termochimici
emissioni
Gassificazione
produzione di energia e prodotti chimici
Gassificazione
le principali reazioni
Le reazioni avvengono in un ambiente riducente, cioè in presenza di una quantità di ossigeno inferiore a quella richiesta dalla
stechiometria. Le reazioni sono numerose e le principali sono qui riportate.
Gassificazione
le principali reazioni
Tra le reazioni elencate quelle caratteristiche e indipendenti che avvengono in un gassificatore sono:
WATER GAS SHIFT (o reazione di Dussan): CO + H2O ⇔ CO2 + H2
Reazione tra monossido di carbonio e acqua che dà idrogeno e anidride carbonica. E’ catalizzata da ossido di ferro e cromo
Fe2O3-Cr2O3 e altri metalli di transizione. E’ utilizzata anche nell’industria chimica per produrre idrogeno utilizzato per la
sintesi dell’ammoniaca.
EQUILIBIO DI BOUDOUARD: C + CO2 ⇔ 2CO
E’ un equilibrio eterogeneo perché sono presenti due fasi: la fase solida (il carbonio) e la fase gassosa (la miscela di ossido
di carbonio e anidride carbonica). A una determinata pressione e temperatura corrisponde un valore ben definito della
composizione della fase gassosa di equilibrio.
METANAZIONE: C + 2H2 ⇔ CH4 (CO +3H2 ⇔ CH4 + H2O)
E’ una razione che consente di ottenere metano partendo da carbonio (o monossido di carbonio) e idrogeno. E’ l’inverso
della reazione di steam-reforming utilizzata per la produzione di idrogeno da metano.
Gassificazione
produzione di energia e prodotti chimici
Gassificazione
parametri del processo
Gassificazione
reattori a letto fisso
Updraft Downdraft Esistono diversi tipi di reattori utilizzati per i processi di gassificazione
che si differenziano principalmente:
come il rifiuto viene a contatto con l’agente gassificante;
come il calore viene fornito;
tipo di agente gassificante;
temperatura e pressione di esercizio.
I gassificatori a letto fisso sono caratterizzati da un letto di
combustibile che si muove verso il basso lentamente per gravita,
mentre l’aria può essere alimentata in controcorrente (Updraft) o in
equicorrente (Downdraft).
Gassificazione
reattori a letto fluido
Gassificazione
confronto tra diversi reattori
Gassificazione
confronto tra diversi reattori
Gassificazione
confronto tra diversi reattori
Gassificazione
rifiuti solidi
Gassificazione
efficienza del processo
Esistono diversi parametri per misurare l’efficienza del processo di gassificazione. I più usati sono:
l’efficienza di conversione del carbonio, o CCE, definita come rapporto tra la portata di carbonio trasformata in
prodotti gassosi e la portata di carbonio alimentata con il combustibile;
l’efficienza termica apparente (o CGE, efficienza dei gas freddi), definita come rapporto tra l’energia chimica del gas
prodotto (calcolata come portata di syngas prodotto per il suo potere calorifico inferiore) e quella del combustibile
alimentato daf (calcolata come portata di combustibile daf per il suo potere calorifico inferiore);
l’efficienza termica (o HGE, efficienza dei gas caldi), definita come rapporto tra la somma dell’energia chimica e del
calore sensibile del gas prodotto e l’energia del combustibile alimentato daf.
Questi parametri esprimono comunque solo una valutazione parziale della qualità del gas ottenuto, a causa delle diverse
possibilità di impiego finale del syngas. Ad esempio, un processo con un’elevata CGE è adeguato ad un’applicazione per
produzione di energia (dove spesso il gas è inviato all’unità di impiego finale, motore o turbina, dopo il raffreddamento e la
pulizia dai contaminanti) ma potrebbe esserlo meno per un’applicazione mirata alla sintesi di chemicals o di combustibili
liquidi.
Gassificazione
aspetti ambientali
I processi di gassificazione ha notevoli vantaggi ambientali rispetto alle tecnologie di termovalorizzazione tradizionali:
produce un volume di gas effluente molto inferiore a quello emesso da un impianto di combustione tradizionale
soprattutto se si opera con aria arricchita o con ossigeno puro con pressioni elevate. Il conseguente vantaggio è una
riduzione dei costi di investimento e di esercizio connessi al trattamento degli inquinanti (1, 5, 10);
rende tecnicamente possibile e, in una prospettiva di breve termine, soprattutto economicamente conveniente, la
cattura della CO2 del gas prodotto, in particolare se questo è poi utilizzato per sintesi chimiche o per la produzione di
idrogeno. Mentre infatti la cattura dell’anidride carbonica dai gas di combustione mira solo alla riduzione dell’immissione
in atmosfera di gas serra, nei processi di gassificazione essa implica anche il vantaggio di una maggiore qualità del
syngas, sia per gli impieghi energetici (maggiore potere calorifico) sia per quelli di sintesi chimica (perché la CO2
costituisce spesso un componente di cui limitare la presenza);
i processi di gassificazione possono infine produrre (come nel caso di quelli già citati che trattano CDR con ossigeno e ad
alta temperatura) residui solidi non pericolosi, che sono agevolmente impiegabili come materiale da costruzione,
senza costi addizionali di smaltimento.
Ciò può portare alla possibilità concreta di ottenere un impianto effettivamente vicino alla condizione: “a zero emissioni”.
Gassificazione
problematiche di processo
Gassificazione
problematiche di processo
Pirolisi
processo
Pirolisi
processo
Il rifiuto viene prima essiccato (a temperature superiori a 100°C) e poi, a temperature generalmente superiori a 400°C,
subisce le reazioni di pirolisi vere e proprie. Entrambi questi processi sono endotermici, quindi la pirolisi ha bisogno di una
fonte di energia termica esterna per potersi sostenere.
Pirolisi
efficienza del processo
=
( ) − Non danno informazioni sul rendimento energetico che può essere
( ) −
calcolato con il CGE – Cold Gas Efficiency.
Siccome il processo è endotermico per tenere conto anche del calore
fornito dall’esterno si può utilizzare il HGE – Hot Gas Efficiency
∗
C = = ƞ gas
!"#$ ∗ !"#$ !"#$
+ ∗
H =
+ ∗
Pirolisi
tecnologie
L’industria agroalimentare produce considerevoli quantità di rifiuti lungo tutta la catena produttiva. La produzione di scarti di
produzione, sottoprodotti e rifiuti di natura organica avviene lungo tutta la filiera agroalimentare, a partire dalle attività di
produzione e trasformazione, fino al consumo del prodotto stesso:
residui della coltivazione o della prima trasformazione della filiera agroalimentare;
residui dai processi produttivi - scarti, sfridi, cascami,…;
residui della catena distributiva - scarti di movimentazione e/o stoccaggio, merce scaduta, resi da mercato, …
Possono rappresentare dal 35 all’80% dei volumi coinvolti da una filiera.
Il RECUPERO e la VALORIZZAZIONE DEGLI SCARTI funge da perno strategico tra queste due macroaree.
Ecofood
partner del progetto
Ecofood
obiettivi
ASJA ha collaborato alle attività che hanno riguardato lo studio delle tecnologie per la VALORIZZAZIONE ENERGETICA DI
SCARTI, RIFIUTI E BY-PRODUCTS ed in particolare la digestione anaerobica di alcune tipologie di scarti.
Scarti e byproducts
industria agroalimentare
Caffè fuori
97,77 976 16,04 1,84 61 532
specifica
Piano di alimentazione
Ecofood
digestore pilota
Il reattore pilota da 45 l
Ecofood
laboratorio
% abbattimento
80%
70%
% rimozione del substrato
60%
50%
40% COD
TVS
30%
TS
20%
10%
0%
55 57 59 61 63 65 67 69
Giorno di sperimentazione
30 75%
25 70%
65%
20
60%
15 Q Biogas
55%
10 50% % CH₄
5 45%
0 40%
55 57 59 61 63 65 67 69
Giorno di sperimentazione
pH e ALK/VFA
7
7,6
6
7,4
7,2 5
7,0 4
pH
6,8 pH in
3
6,6 pH out
2 ALK/VFA
6,4
6,2 1
6,0 0
55 57 59 61 63 65 67 69
Giorno di sperimentazione
OLR = 2,2 gCOD/l/d Resa di abbattimento dei solidi non elevata dovuta al contenuto di
cellulosa e lignina
SGP = 0,2 Nm³/kgCOD
Necessità di abbassare OLR e aumentare HRT per consentire la
GPR = 0,37 Nm³/m³/d stabilità
Scarti produzione:
1,3 t/d
Pellet: Calore
Pretrattamenti Digestore
2,8 t/d utilizzato CHP
Miscelazione caldo / freddo
Non conforme: 1,48 MWht/d
0,3 t/d
Acqua di Digestato
ricircolo 20 t/d 33,1 t/d En. termica
disponibile
2,69 MWht/d
Digestato liquido:
Digestato
trattamento o utilizzo Inspessimento
solido 7 t/d
in agricoltura 6 t/d
En. elettrica
disponibile
1,92 MWhe/d
Smaltimento in discarica o
Spandimento o
valorizzazione come
depurazione
ammendante
Reattore Reattore
Parametro
a caldo a freddo
Raggio [m] 8,5 3
Volume
0,5 m 2.610 219
totale [m³]
1m
1,5 m Superficie occupata
11 m 2.610 m³ 227 28,3
219 m³ [m²]
5m
Q in ingresso [t/d] 34,4 33,1
227 m²
Parametro Valore
% CH4 60
T° dell’alimentazione [°C] 15
MONOSTADIO BISTADIO
RECYCLE
DIGESTATE DIGESTATE
Parametro Valore
Mix [g/d] 250
pH 7,98
PULPER PILOT
% TS 4,52
% VS [%dw] 97,51
COD [gO2/L] 72
HRT [d] 36
Preacidificate
- 581
[g/d]
Feed Feed
Parameter
preac digester
pH 4,59 3,78
% TS 19,20 10,50
BIOMASS BIOGAS
OLR CHEMICALS
34,08 3,43 CHEMICALS + WATER
[g COD/l/d]
Process:
PULPER PREAC PILOT
Semi-dry (preac) – wet (dig) CSTR.
Mesophilia (38 °C)
0,87
0,86
0,85
0,84
0,83
0,82
TS
0,81 VS
0,80 COD
0,79
0,78
0,77
0,76
33 38 43 48 53 58
d
63,00 100,00
61,00 90,00
80,00
59,00
70,00
57,00
60,00
55,00
50,00
%
%CH4
53,00
40,00 Q biogas
51,00
30,00
49,00
20,00
47,00 10,00
45,00 -
33 38 43 48 53 58
d
GPR = 1,62 Nm³/m³/d 1) SGP più alta rispetto alla FORSU - SGP (0,7)
Q biogas = 73,07 l/d 2) Non è possibile una alimentazione più alta - OLR
TS rate = 77%
VS rate = 80%
Sfere
Biogas line
Water: 59,5 t/d
10.800
Chemicals: 0,85 t/d
Nm³/d
Wastewater treatment
Landfill or fertilizer
or agricoltural use
Altezza[m] 11 13
Q in [t/d] 88 87
Q out [t/d] 87 82
Q biogas [Nm³/d] - -
HRT [d] 8 60
72
Università Campus Bio-medico di Roma | www.unicampus.it
Processi di recupero di composti pregiati dall’industria agroalimentare | Davide Mescia
Parametri Valore
% CH4 57
Numero di CHP 1
Sansenergy
valutazione degli scarti agroindustriali nella regione Puglia
Residui agricoli 169.000 Le filiere tradizionali del tessuto produttivo della Regione
Residui settore caseario 121.000 Puglia includono la filiera olivicola, la zootecnia,
l'industria vitivinicola, l'industria lattiero-casearia e le
Residui settore vinicolo 201.450
produzioni agricole caratteristiche del territorio.
Residui settore olivicolo 620.000
Residui industria carni 7.890
La frazione di residui preponderante, i residui del settore olivicolo, è anche quella a cui si devono i maggiori problemi di
smaltimento (forte carico inquinante delle acque di vegetazione AV e delle sanse) a cui và aggiunto lo scarso valore
economico degli stessi. I residui del settore caseario (siero, scotta e acque di filatura) per quanto prodotti in quantitativi
inferiori, risultano essere una matrice interessante perché hanno una scarsa valorizzazione economica e potenzialmente
pongono maggiori problemi nel loro smaltimento: il carico inquinante del siero di latte è tre volte superiore quello delle AV.
Sansenergy
le tecnologie di produzione dell’olio
Sansenergy
le tecnologie di estrazione dell’olio
Sansenergy
le tecnologie di produzione dell’olio
Sansenergy
Il settore lattiero-caseario
Sansenergy
caratterizzazione chimico-fisica delle biomasse
Le matrice sono state analizzate per determinare i parametri utili al processo e alla definizione della miscela di alimentazione:
pH - il suo monitoraggio, a monte e durante la digestione anaerobica, influenza fortemente la crescita dei microrganismi ed
i metaboliti da essi prodotti. In generale, valori di pH più bassi di 6,3 o più alti di 7,8 rallentano la fase di metanogenesi; i
batteri acidogeni sono invece meno sensibili alle variazioni di pH: un problema frequente e infatti il prevalere della fase di
acidogenesi, con conseguente inacidimento nel processo;
contenuto in solidi totali (SST) - indica quanto è concentrato il materiale introdotto nel digestore;
contenuto in solidi volatili (SSV) - indica la quantità di sostanza organica contenuta nei solidi totali e potenzialmente
trasformabile in biogas;
domanda chimica di ossigeno totale (CODtot): questo parametro fornisce una misura indiretta della sostanza organica
ossidabile presente nel substrato da avviare a DA. Il valore del “COD abbattuto” (COD in ingresso meno COD presente nel
digestato) costituisce una misura indiretta dell’energia trasformata in biogas;
domanda chimica di ossigeno in forma solubile (CODsol): è la frazione del valore di COD presente in forma solubile e quindi
prontamente disponibile per l’attacco microbico;
concentrazione di N e P;
concentrazione dei polifenoli: sono composti ad attività biostatica, infatti bloccano l’attività dei microorganismi gram+, delle
cellulasi e altri enzimi e in generale l'attività dei microrganismi responsabili della degradazione anaerobica.
Sansenergy
caratterizzazione chimico-fisica delle biomasse
Sansenergy
test di fermentazione batch
SV Polifenoli
miscela A è costituita dal 50% di inoculo
Sansa ST SV SV/ST CODsol
diluita (la Giorno
% % % (mg/L)
abbattuti totali anaerobico e per il 50% da A.V;
% (mg/L)
miscela è
composta per
miscela B è composta dal 50% di inoculo
0 9,06 8,22 91% 3300 1097
il 50% da anaerobico, 50% di sansa vergine.
inoculo 2 8,78 7,93 90% 9765 3,5% n.d.
anaerobico,
per il 25% da 6 8,72 7,92 90% 11745 3,7% n.d.
sansa e per il
25% da acqua
30 8,06 7,20 89% 10575 12,4% 1085
di rete)
Sansenergy
test di fermentazione batch
Sansenergy
valutazione dei pre-trattamenti di sonicazione
Sansenergy
valutazione dei pre-trattamenti di sonicazione
Sansenergy
prove di fermentazione in continuo
Sansenergy
prove di fermentazione in continuo
Sansenergy
prove di fermentazione in continuo
Sansenergy
prove di fermentazione in continuo
Sansenergy
il laboratorio di Ceglie Messapica (Br)
Sede Ceglie Messapica (Br) | Laboratorio chimico Sede Ceglie Messapica (Br) | Laboratorio chimico